Numero 13 settembre 2015 Mensile a diffusione gratuita di attualitĂ e cultura
Non prendere scorciatoie. Se cerchi emozioni assumi cultura.
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Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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Settembre
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Ciao WALTER 4
Di nuovo al lavoro: INSIEME! Loretta Santini
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Quando i sogni diventano realtà... Fabrizio de Silvestri
LA PAGINA UMBRIA Mensile di attualità e cultura Registrazione n. 2/2014, Tribunale di Terni
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Terni capitale italiana della cultura? Ass. Giorgio Armillei
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Santuario delle Muse ass.cult. La Pagina Programma 18-19-20 settembre Terni On
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Redazione: Terni, Via Anastasio De Filis 12 Tipografia: Federici - Terni DISTRIBUZIONE GRATUITA Direttore responsabile Alberto Mirimao Direttore editoriale Giampiero Raspetti Vice Direttore Luisa Romano Grafica e impaginazione Francesco Stufara Editrice Projecta di Giampiero Raspetti 348.2401774 - 331.3010158 info@lapagina.info lapagina.redazione@gmail.com
Festival dei 2 Mondi Franca Calzavacca
La mia Londra Luisa Romano
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Le collaborazioni sono, salvo diversi accordi scritti, gratuite e non retribuite. È vietata la riproduzione anche parziale dei testi.
DOVE TROVARE LA PAGINA
ACQUASPARTA SUPERCONTI V.le Marconi; AMELIA SUPERCONTI V. Nocicchia; ARRONE Superconti Vocabolo Isola; ASSISI SUPERCONTI S. Maria degli Angeli; CIVITA CASTELLANA SUPERCONTI V. Terni; MASSA MARTANA SUPERCONTI V. Roma; NARNI SUPERCONTI V. Flaminia Ternana; ORTE SUPERCONTI V. De Dominicis; ORVIETO SUPERCONTI - Strada della Direttissima; PERUGIA SUPERCONTI Centro Bellocchio; RIETI SUPERCONTI La Galleria; ROMA SUPERCONTI V. Sisenna; SUPERCONTI V.Casilina 1674 (Grotte Celoni); SPELLO SUPERCONTI C. COMM. La Chioma; TERNI Associazione La Pagina Via De Filis; CDS Terni - AZIENDA OSPEDALIERA - ASL V. Tristano di Joannuccio; Cral Provincia di Terni; CRDC Comune di Terni; INPS - V.le della Stazione ; Libreria ALTEROCCA - C.so Tacito; SUPERCONTI CENTRO; SUPERCONTI Centrocesure; SUPERCONTI C. Comm. Le Fontane; SUPERCONTI C.so del Popolo; SUPERCONTI P.zza Dalmazia; SUPERCONTI Ferraris; SUPERCONTI Pronto - P.zza Buozzi; SUPERCONTI Pronto - V. XX Settembre; SUPERCONTI RIVO; SUPERCONTI Turati; TODI SUPERCONTI V. del Broglino; VITORCHIANO SUPERCONTI Località Pallone.
Terni capitale della cultura Giampieo Raspetti
COSP......................................................................pag. 3 San Valentino Sporting Club......pag. 6 Immobiliare Battistelli................ pag. 9 Io e l'Europa Francesco Armillei.......................pag. 18 Aldo Tracchegiani.......................... pag. 19 Piscine dello Stadio...................... pag. 20 Il seno in vacanza Lorella Fioriti................................... pag. 21 Carletti................................................ pag. 23 Premio Aldo Bernardoni Leoncini.............................................. pag. 24
Corso Tacito, 29 - 05100 Terni Tel. 0744 409201 - Fax 0744 437602 Email: libreria.alterocca@gmail.com
www.lapagina.info www.issuu.com/la-pagina
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Di nuovo al lavoro: INSIEME! Loretta Santini
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’afa ci ha soffocato per giorni e giorni. La pioggia, spesso violenta, ha spazzato il caldo e l’afa: le cosiddette ”bombe d’acqua” -espressione coniata di recente e ripetuta fino all’ossessione per definire i violenti acquazzoni o temporali- hanno portato refrigerio e anche disagi. Ferragosto è passato, sia quello sacro che quello profano. Le “feriae Augusti” (riposo d’Augusto) o “ augustali” erano le feste istituite dall’imperatore nel 18 a.C. per riposarsi delle fatiche della politica e per accontentare il popolo. Anche Mussolini organizzò insieme alle associazioni di dopolavoro gite popolari da 1 a 3 giorni a prezzi stracciati: un’altra mossa politica. Poi c’è il ferragosto sacro: la festa della Vergine Assunta. Come origine risale a secoli fa, ma è stata formalizzata come dogma nel 1950 dal papa Pio XII. Il ferragosto lo abbiamo festeggiato, sia quello sacro sia quello profano: chi con la tradizionale anguria o il piccione arrosto o pollo e peperoni, chi con le scampagnate, chi tirandosi secchi d’acqua sulle spiagge, chi arroventandosi al sole delle città, chi con i grandi falò in onore della Madonna o assistendo a grandi feste tradizionali e popolari come il Palio dell’Assunta di Siena o la Varia di Messina e Palmi, tanto per citarne alcune. L’estate è finita? Forse no. È finito il tempo delle vacanze. E siamo al dopo ferragosto. Anche La Pagina (il magazine e l’Associazione) che aveva chiuso i battenti all’inizio dell’estate, è pronta a riaprirli. Siamo già sulla breccia, combattivi e determinati più che mai. Siamo pieni di buoni propositi e abbiamo in cantiere tanti progetti. Abbiamo in cantiere soprattutto la cultura. Cultura: una parola grossa di cui molti si riempiono la bocca spesso a sproposito. Lo sappiamo tutti che cosa è, ma giova ricordare che essa non è “quello che si sa” -il cosiddetto patrimonio culturale, l’erudizionema quello che si è disposti ad apprendere. È soprattutto la tensione ad andare avanti, a sapere ancora, a mettere in dubbio ciò che si è appreso, è libertà di pensiero e di espressione. È quello che si è disposti a “coltivare”. Cultura/coltura infatti viene dal latino còlere che significa appunto coltivare. La stessa radice ha la parola “culto”: a differenza di cultura che si rifà al participio futuro e dunque indica qualcosa che è destinato ad avvenire e per cui lavorare, “culto” ha la radice dal participio passato e quindi indica ciò che è avvenuto, che si è stabilizzato, che si è caricato spesso di un significato simbolico e addirittura sacro e inamovibile. Non confondiamo dunque cultura con culto: il nostro sapere deve essere sempre in divenire. QUELLO CHE ABBIAMO FATTO E QUELLO CHE SI FARÀ La Pagina, il magazine e l’Associazione, sono proiettate verso il futuro, verso il divenire appunto. Sono voce libera in uno spazio libero. Ricordiamo (repetita juvant) che La Pagina da 12 anni raggiunge migliaia di cittadini facendo cultura, portando informazione, accogliendo tutte le firme e le competenze migliori attraverso tre giornali (La Pagina e La Pagina Umbria con cadenza mensile; la Pagina Europa con cadenza trimestrale). Fa cultura con l’Ateneo e l’Ateneo giovani (conversazioni su diversi temi con lo scopo di approfondire le conoscenze e stimolare la mente), corsi di lingua gratuiti, letture di classici e lettura delle immagini, cultural cabaret (un misto di mini conferenze e “cammei” di concerti o teatro), conferenze tematiche su vari argomenti con interventi di esperti del settore (dalla chimica, alla storia, alla geologia, alla filosofia, alla matematica, alla psicologia, all’alimentazione, alla salute).
Sono in campo tanti progetti intesi a coinvolgere cittadini, amministratori, commercianti, studiosi per rendere Terni sempre più attiva e proiettata nel mondo. Innanzi tutto “Terni città di san Valentino capitale dei diritti umani”, teso a fornire una nuova identità della città e del suo patrono in modo da porsi come centro e guida dei valori dell’umanità in Europa; quindi “Terni pasticciona” intesa a valorizzare i prodotti locali e a stabilire connessioni con altre città. In occasione delle notti bianche l’Associazione presenterà il suo “Santuario delle Muse”, un insieme di laboratori, concerti, spettacoli, proiezioni. Progetto basilare è poi quello che intende investire sui giovani -punto imprescindibile di partenza per qualsiasi operazione culturale- a partire dalle scuole primarie: si tratta di “Educazione e conoscenza del territorio”, un progetto che intende riscoprire la memoria storica e l’identità della città, per imparare a tutelarne il grande patrimonio e formare una coscienza civica che renda i cittadini attivi e consapevoli dello spazio in cui vivono, della loro casa. È TEMPO DI SFIDE Per tutto questo e per altri progetti ancora, riteniamo di poter fornire un grande contributo al progetto “Terni capitale della cultura”. Una sfida immane. Ma sappiamo che non è il numero di monumenti o di musei o di eventi che si mettono in campo (perderemmo nettamente), ma la qualità e la creatività dei progetti. Le parole dell’assessore Giorgio Armillei “Terni ha le risorse per diventare capitale italiana della cultura”, sono da noi condivise. Esse siano però lo sprone per una cultura partecipativa, che sensibilizzi e coinvolga in modo attivo i cittadini e attiri quelli del resto della regione, dell’Italia e del mondo. Il confronto deve uscire dalle commissioni chiuse e aprirsi alle associazioni e a personalità e competenze di rilievo nella città. Sono molte le associazioni che operano in città: nell’ambito della musica, della danza, del turismo, dell’ambiente e così via. Tutte competenti, tutte valide, lodevoli e degne di attenzione. Ognuna però coltiva il proprio orticello e rimane chiusa gelosamente nel proprio ambito, lottando per avere finanziamenti, per trovare spazi, per reperire sponsor e adepti. Bisogna fare un salto di qualità e convogliare le forze di tutti nella crescita della città e in una più attiva e consapevole partecipazione dei cittadini. Non è più tempo di dare solo eventi a cui assistere sia da parte delle associazioni, sia -e soprattutto- da parte dell’Amministrazione comunale: quelli sono panem et circenses, sono intrattenimento, sono partecipazione passiva, sono mero consumo. Non è cultura comune, anzi ne affossa il significato, perché non è condivisione, non è creatività, non è responsabilizzazione. TERNI È LA CASA CHE AMIAMO Assisto indignata alle continue e ripetute lamentazioni dei cittadini contro le istituzioni, spesso pretestuose e prive di competenza. Ma sono altrettanto indignata per l’assenza delle istituzioni riguardo ai problemi dei cittadini e della città: dal verde pubblico lasciato a uno strato di degrado insopportabile, all’inquinamento che ammorba Terni e quindi all’allarmante stato di pericolo per la salute. Il silenzio su queste cose e la mancata attenzione su questi gravissimi problemi mi esaspera. Terni è la nostra casa e la amiamo: vorremmo viverci bene e in salute. Dunque deve essere prima di tutto pulita, efficiente, decorosa, funzionante. Dobbiamo pretenderlo. Prendere coscienza di questo e operare per il bene della città significa fare cultura e politica nel senso più alto. I cittadini siano capaci di ritrovare il senso civico e sappiano scendere in piazza non solo per il lavoro come hanno fatto compatti, ma anche per la salute pubblica e per la crescita della loro città. Prima di tutto però siano gli amministratori a ritrovare il senso civico, la passione della propria città, loro che sono diventati spesso pressapochisti, noncuranti, assenti, deresponsabilizzati, tutto il contrario di quello per cui sono stati votati. Il loro il compito è fare il bene della città e per questo devono lavorare sodo, ritrovare la forza delle idee, il coraggio delle azioni, la voglia di lottare e di mettersi in gioco. La Pagina si farà portavoce di questo, sarà il pungolo per gli amministratori e per i cittadini e continuerà a lavorare per la crescita di Terni, la nostra casa comune.
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TERNI CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA?
Un ossimoro, qualcuno ha detto. Uno scherzo, hanno rilanciato altri. Un dibattito un pò surreale e molto estivo. Forse superficiale da parte di chi l’ha animato, eppure reale, non artificiale. Che la città sia molto più avanti dei suoi opinion maker, vecchi e nuovi, da tabloid o facebook?
Ass. Giorgio Armillei
Innanzi tutto due premesse. Primo: una qualificata commissione di tecnici del Ministero della cultura del governo italiano riconosce il progetto “Terni capitale italiana della cultura” come meritevole di essere inserito tra i dieci migliori presentati nella scorsa primavera, i dieci tra i quali scegliere la capitale italiana della cultura. Terni, insieme a Taranto, Pisa, Parma, Pistoia, Spoleto, Mantova, Como, Ercolano e Aquileia. Terni ha dunque elaborato un suo progetto e quel progetto è stato inserito nella short list. Bizzarro negare questa realtà, come molti stanno facendo. Bizzarro o quantomeno azzardato. Secondo: candidata è la città non il suo governo. Candidata è Terni, non l’amministrazione comunale. Il che fa non poca differenza. In primo luogo perché riflette un’idea di città e un’idea di rapporto tra cultura e politica. La città è una realtà poliarchica, in essa non c’è primato di una sfera sociale sull’altra. Lo disse in modo assai convincente il convegno ecclesiale diocesano del 14 giugno 2008 nel quale fu lanciata l’idea di candidare Terni a capitale europea della cultura per il 2019, proprio sulla base di quell’idea di poliarchia e di cultura. La produzione e il consumo di cultura non hanno a che fare in prima battuta con la politica e con l’amministrazione. Lo spiega bene Luca Diotallevi in un pezzo sul Corriere dell’Umbria del 20 agosto. Anzi la cultura è una sfera sociale distinta e autonoma dalla politica, e in quanto sfera sociale in relazione e in relazione critica con
la politica. In secondo luogo perché riflette una modalità di costruzione del progetto e della candidatura, nella quale imprese, associazioni, pubbliche amministrazioni, scuole, università saranno in prima linea. Questo è l’intento del progetto. Un intento da realizzarsi non solo fino al 15 settembre, data di presentazione finale del dossier di candidatura, ma da mantenere vivo fino al 31 ottobre - data di scelta della capitale 2016 e al 31 dicembre - capitale 2017. Discutere di capitale italiana della cultura significa poi discutere degli avanzamenti più recenti nel modo di concepire e realizzare politiche di sviluppo urbano in Europa e negli Stati Uniti. Premiare con il titolo di capitale della cultura non significa consegnare un oscar alla carriera, un premio per la quantità di beni culturali di cui si dispone, un riconoscimento d’onore a scuole e università, un modo insomma per premiare il passato. No. I governi a tutti i livelli e le università europee discutono di altro. Guardano al futuro e premiano progetti di futuro. Premiano città e progetti che mostrano una capacità di pianificazione strategica, cioè di lasciare da parte le polemiche di provincia e di guardare alle sfide che ogni area urbana integrata ha di fronte a sé. Premiano chi mostra di investire in cultura, cioè chi investe su istituzioni, formazione, creatività, capacità di fare impresa, come elemento trasversale di sviluppo e non come occasione di consumo colto o dimostrativo, da sfoggiare in teatri o in palazzi d’arte: cultura come motore di sviluppo e civiltà delle buone maniere non sono la stessa cosa. Premiano chi presenta piani di rigenerazione urbana convincenti e sostenibili. Premiano chi ha buone carte da giocare nel settore delle imprese culturali e creative, dagli studi di comunicazione agli studi di design, dal cinema alle arti performative, dalle aziende ICT ai makers.
Per questo ha senso, altro che ossimoro, trovare Terni o Taranto nella short list della selezione a capitale italiana della cultura. Se si segue il dibattito europeo ci si avvicina al tema con maggiore consapevolezza e si fa pace con la storia della città. Una storia che almeno a partire dalla Giunta Ciaurro degli anni novanta è piena di episodi di pianificazione strategica, di investimenti in formazione e in imprese culturali, di progetti di rigenerazione urbana portati a termine. Certo, come negarlo, accanto a molti episodi di successo se ne contano quasi altrettanti di insuccesso. Ma dagli insuccessi si esce più forti se si fa tesoro degli errori e si riparte e non se ci si inchioda ai progetti non riusciti come ad un passato che non vuole passare. Infine una considerazione. Terni ha perso tempo in questi anni. Ha consumato troppe occasioni di svolta. Torna ciclicamente sui suoi punti deboli, in modo spesso inconcludente. Lo fa ormai da quasi trenta anni, da quando celebrò i cento anni della sua acciaieria ma in qualche modo anche la sua eclisse identitaria. Ma non ha ancora perso le qualità di città. Non in modo irreversibile, almeno. Ha ancora chance: ogni generazione ha una chance. Ha la chance di partecipare in modo attivo agli stessi avvenimenti e agli stessi “contenuti di vita” come diceva Karl Mannheim, un grande sociologo tedesco che dedicò fulminanti riflessioni al tema del ruolo delle generazioni. La città e le sue generazioni. É questa in fondo la sfida di Terni: la cultura è oggi una frontiera per tornare a pensare il futuro della città. Per rielaborare in modalità adeguate alla forma urbana nuovi “contenuti di vita”. La competizione per il titolo di capitale italiana della cultura ha senso solo in questa direzione. Sia che si concluda con una vittoria che con una sconfitta. La condivisione di un processo conta spesso assai più del suo esito.
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SAN VALENTINO SPORTING CLUB stagione 2015/2016
QUALITÀ e NOVITÀ
D
opo un’estate ricca di attività e di fermento per la frequentazione del Centro Sportivo da parte di centinaia tra bimbi, ragazzi, famiglie e sportivi, lo Staff del San Valentino affronta la stagione invernale con tutta la passione e lo slancio che contraddistingue il nostro lavoro. Importanti infatti sono le novità che porteranno ad un incremento dell’offerta sia quantitativamente che soprattutto, qualitativamente per i clienti del Centro. Dal punto di vista strutturale vedrà la luce, a partire dal primo di Ottobre, il “Pala-Birra Bro”, una considerevole tensostruttura di 99 posti creata per ospitare manifestazioni ed eventi di vario genere, sportivi e non, e che renderà possibili anche in inverno, gli allenamenti dei settori giovanili di diverse discipline sportive, guidati da personale tecnico di nota fama: •
Il Mini-volley con la Ternana Pallavolo Femminile: una scuola di alta specializzazione (Under 13 - Under 16) sotto la Direzione Tecnica di Luigi Allegrini che ha l’ambizione e l’obiettivo di sfornare giovani talenti;
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Il Mini-basket per bambini dai 6 ai 12 anni, sotto la Direzione Tecnica di Corrado Crovari;
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Il Calcio di Base e Pulcini, per allenare i più piccoli e, grazie alla tensostruttura, proteggerli dalle insidie invernali;
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Il Calcio a 5 esordienti, giovanissimi e Under 18 (maschile e femminile) sotto la Direzione Tecnica di Raoul Albani, ex-allenatore della nazionale di Calcio a 5;
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il Football americano con il settore giovanile degli Steelers.
Varia e articolata si presenta anche l’offerta sportiva all’interno della nostra palestra, arricchita di una nuova e luminosa sala di 140 mq che ospiterà due delle più importanti scuole di Karate della nostra città: la Karate Guazzaroni e la Karate Tradizionale Terni. Una vera accademia del Karate che sancisce il ritorno a Terni del pluri-medagliato e attuale tecnico della Federazione Italiana Karate Claudio Guazzaroni insieme a Luigi Gigante.
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Da sottolineare, sempre con l’inizio della stagione fredda, una nuovissima presenza nel nostro organico che sarà a disposizione dei clienti del San Valentino Sporting Club come personal trainer: René Felton Besozzi, allenatrice di nota fama e madre di Andrew Howe, per fare esercizio fisico con una vera esperta e concordare insieme i programmi di allenamento migliori per gruppi, atleti e amatori. Si continuerà inoltre con la fortunata esperienza già intrapresa negli scorsi anni con la Scuola Judo, la Scuola Squash e soprattutto con la Scuola Danza di Lucrezia Cardinali.
CLUB BUSINESS SPORT ARTE E CULTURA
In aggiunta a quanto detto finora, il San Valentino Sporting Club farà partire anche altri due importantissimi progetti: il progetto THERAPY in collaborazione con l’associazione Scientifica “23h e mezza: Esercizio per la salute”, pensato e sviluppato per promuovere la pratica dell’esercizio fisico come strumento indispensabile per la salute psicofisica degli individui; il progetto THE CLUB rivolto ad imprenditori, commercianti e liberi professionisti con lo scopo di creare un circolo sportivo - culturale all’interno del quale poter fare pubbliche relazioni e promozione dei propri prodotti o servizi, avvalendosi dei supporti messi a disposizione dal Centro Sportivo. Si prospetta quindi una stagione davvero ricca di sorprese e di innovazioni per i clienti del San Valentino Sporting Club e noi vi aspettiamo per accogliervi nel migliore dei modi.
René Felton Besozzi a sinistra con Maurizio Sciarrini e in basso con il figlio Andrew Howe
Via Turati, 81 - 05100 Terni Tel. e Fax 0744.277908 info@sanvalentinosportingclub.com www.sanvalentinosportingclub.com
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Quando i sogni diventano realtà…
O per meglio dire quando la realtà supera la fantasia allora ci rendiamo conto di come se si è realmente motivati e si è spinti da una ferma volontà, si possa realizzare qualsiasi progetto per quanto ambizioso possa sembrare.
Fabrizio de Silvestri
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a premessa per raccontarvi di come, dopo un lungo periodo di studi e osservazioni, si sia finalmente giunti ad ottenere di sottoporre alla FDA (food & drug administration), massima autorità in ambito farmaceutico Statunitense, il nuovo farmaco brevettato in Italia e ad oggi ancora necessariamente secretato, in grado di migliorare sensibilmente la qualità di vita di coloro che, come lo scrivente, sono affetti da una malattia autoimmune quale la sclerosi multipla. La cosa realmente sconvolgente è stata sentire la relazione di presentazione alla commissione della FDA per chiedere l’autorizzazione all’uso del farmaco preparata dalla dott.ssa Felice Lee Jones, la quale ha lasciato letteralmente a bocca aperta i presenti. Per fare un riassunto di questa relazione, pare che il farmaco realmente riesca ad invertire il processo degenerativo della malattia, consentendo l’avvio di un lento ma costante iter di rimielinizzazione e recupero delle funzioni dell’organismo. In buona sostanza, nonostante la società americana titolare della licenza per la commercializzazione voglia ancora mantenere il segreto in attesa di un lancio globale, posso dire, non senza orgoglio, che per la prima volta ci si trova di fronte ad una soluzione terapeutica quasi priva di effetti collaterali che non si limita a ritardare l’insorgenza di nuove ricadute o a rallentare i peggioramenti ma addirittura elimina il problema di base! Tutto quanto sopra è emerso durante una riunione tenutasi a New York lo scorso 25 agosto 2015, alla quale, oltre all’inventore del farmaco, erano presenti anche il farmacista Giovanni Petrini (primo preparatore del farmaco in forma galenica), la prof.ssa Georgianna A. Land, la dott.ssa Felice Lee Jones (affetta da sclerosi multipla e trattata con successo con il preparato brevettato di cui sopra), l’avvocato Ken Kohn (specializzato in proprietà intellettuali nonché autore di numerosissimi brevetti in ambito farmaceutico) e il dott. Jules Mitchell, amministratore della Target Health LLC, società che si occuperà del disbrigo degli iter burocratici per la
commercializzazione sul mercato farmaceutico. Ovviamente, come in ogni cosa di questo mondo, c’è anche un rovescio della medaglia. Se infatti pare una cosa stupenda il pensare di aver finalmente trovato una soluzione ad un problema così invalidante ed odioso come la sclerosi multipla, bisogna tuttavia considerare come i tempi per l’immissione in commercio del farmaco saranno necessariamente condizionati da una serie di fattori burocratici. In ogni caso, per quanto in America stiano ancora attendendo il Sì definitivo alla commercializzazione del prodotto (che avrà un rilascio ad effetto prolungato, un nuovo nome e sarà distribuito da qualche azienda farmaceutica), possiamo tener conto di come il medesimo sia stato inventato in Italia e possa essere prescritto informa galenica dal dottor Pierluigi Proietti, che per primo ha avuto la volontà di approfondire gli studi posti alla base della scoperta, ad aver creduto nella sua bontà e che ne ha mantenuto l’esclusività della licenza d’uso. Però… Però… poiché si dice “dulcis in fundo”, il giorno seguente si è verificato un fatto singolare. Inaspettatamente ma con grande piacere abbiamo ricevuto una chiamata e relativa visita da lì a poco da parte di tale Joseph C. Peters, che attualmente riveste il ruolo di direttore dello sviluppo della Vantage Health INC. (Vantage Health Announces Appointment of Joseph C. Peters, former White House Drug Policy Office’s Acting Deputy Director for State and Local Affairs under Presidents Clinton and Bush, to Its Board), il quale, dopo una bella e lunga chiacchierata, ha manifestato una seria e concreta volontà di sostenerci nel processo di immissione sul mercato del farmaco che da lui stesso è stato definito un “BREACKTROUGH IN MEDICAL FIELD” e quindi da diffondere il prima possibile. Pertanto, per dimostarci ulteriore solidarietà, ci ha messo in contatto anche con tale Jeremy Barber, presidente della Nanobeak Inc, incubatore tecnologico direttamente collegato nientemeno che alla NASA! Mi pare superfluo dire come mi sia sentito e quale sia la mia emozione nello scrivere queste righe ma visto che è tutto vero posso solo cercare di stare con i piedi per terra e dire che… se son rose fioriranno!
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Siamo in grado di esaudire qualsiasi tipo di richiesta, venendo incontro alle esigenze ed alle aspettative della clientela. Incastonata nel verde delle colline UMBRE, a 3 km dalla città di TERNI, in Umbria, a soli 8 km dalla Cascata delle Marmore e dal Lago di Piediluco, dalla via Flaminia e dall'antica città romana di Carsule, in zona molto riservata ma non isolata e facilmente raggiungibile c'è una splendida villa panoramica con attività di B&B, avviata dal 2003 con clientela selezionata: "LE ACACIE FELICI" - TERNI - tel. fax 00390744811406 - cell. 3485111686 e-mail: acaciefelici@virgilio.it web: www.acaciefelici.it
Anno di costruzione: 1974 - ristrutturazione e ampliamento anno 2009 Superficie abitativa: suddivisa su 3 camere in B&B - 2 appartamenti - 3 dependances Locali in uso abitativo n°16 - Bagni n° 9 - Taverna n° 1 - Magazino n° 1 Infissi: sia interni che esterni in legno di pino rosso massello - terrazzi solarium - pianoro di meditazione Terreno di proprietà: 7000 mq circa - recintato - due cancelli - vasca idromassaggio all'aperto Riscaldamento: autonomo a gas metano e pellet - pannelli solari e fotovoltaico Arredamento molto bello e particolare - ambienti curati e funzionali
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SPONSOR UFFICIALE della manifestazione SANTUARIO DELLE MUSE
SANTUARIO DELLE MUSE Manifestazione 18-19-20 settembre 2015
Timeo racconta che i Crotoniati fecero della casa [di Pitagora] un tempio di Demetra e chiamano il vicolo Santuario delle Muse. Porfirio, Vita di Pitagora, 4 Le Muse sono state ritenute, nei tempi, ispiratrici dell’arte ed anche protettrici di ogni forma artistica nuova. Le Muse (esiodee) sono: CLIO storia; EUTERPE canto lirico; TALIA poesia giocosa; MELPÒMENE tragedia; TERSICORE lirica corale; ÉRATO poesia erotica e mimica; POLIMNIA danza e canto sacro; URANIA poesia didascalica e astronomia; CALLIOPE epica ed eloquenza. Alcuni raccontano che egli fosse figlio di Apollo e di Pitaide, ma razionalmente Apollonio (ne La vita di Pitagora) lo dice di Mnesarco. Porfirio, Vita di Pitagora, 2 Un poeta samio lo dice figlio di Apollo, nei versi che suonano: “Pitagora, che ad Apollo caro a Zeus Pitaide generò, la più bella delle donne di Samo”. Giamblico, La vita pitagorica, 5 Così cambiò da Partenia1 in Pitaide2 il nome della moglie e quando questa partorì, a Sidone nella Fenicia, chiamò il neonato Pitagora3 in quanto gli era stato annunciato dal Pitio. Giamblico, La vita pitagorica, 6 Epimenide, Eudosso, Senocrate asseriscono che Apollo rese incinta Partenia. Giamblico, La vita pitagorica, 7 1 Vergine, immacolata 2 Portatrice del Pizio, madre di Pitagora 3 Voce del Pitio (Apollo), figlio di dio
La via De Filis e le altre vie che si sono unite al progetto saranno identificate come Santuario delle Muse, con indicazioni artistiche del monte Parnaso, della Fonte Castalia1 e di Delfi2, luoghi in cui le Muse erano particolarmente venerate. Presenteremo artisti che meglio sappiano rappresentare ogni singola Musa. Quindi canto, canti popolari, danze, musica, conferenze, spettacoli vari, sfilate di moda, parodie degli oroscopi, giochi culturali per bambini, giochi scientifici per tutti, estemporanea di pittura ... soprattutto esporremo preziose opere d’arte pittoriche per deliziare partecipanti e pubblico. Il tutto frutto soltanto di uno strenuo impegno che sorregge le nostre modeste capacità culturali. Non abbiamo risorse per assoldare cantanti (o calciatori) famosi, come obiettivi agognati grazie ai quali compiacersi. Pitagora faceva anche queste raccomandazioni: …Tenere in conto tre specie di cose degne d’impegno, che si devono coltivare e praticare: in primo luogo, ciò che è nobile e bello, poi ciò che è utile alla vita, in terzo ed ultimo luogo ciò che è piacevole. Porfirio, Vita di Pitagora, 39 Vogliamo dimostrare dunque non solo che la cultura è nobile e bella ma anche utile alla vita e, al contempo, piacevole. Da qui il nostro ammonimento: Non prendere scorciatoie. Se cerchi emozioni, assumi cultura. L’acusma, coniato da un fervente discepolo di Pitagora, risulterà per te fondamentale se ti sta a cuore il futuro della tua città e del tuo Paese. Giampiero Raspetti 1 La Pizia dava gli oracoli del dio Apollo, obbedendo a un rituale molto complesso. Dopo tre giorni di digiuno si bagnava alla fonte Castalia, sacra al dio, beveva un po’ di acqua di un’altra fonte sacra, la Cassotide, e masticava foglie di alloro. In seguito, dopo il sacrificio di un capretto, la sacerdotessa raggiungeva il luogo più riposto del tempio: qui, secondo il mito, veniva invasa dallo spirito divino e cominciava ad agitarsi sempre più forte. Gli occhi le fiammeggiavano, i capelli le si rizzavano sul capo, aveva tremiti in tutto il corpo e tra strepiti e urla diceva, o almeno sembrava dire, frasi incomprensibili. A quel punto intervenivano i sacerdoti, che annotavano, adattavano e componevano in versi gli oracoli da comunicare ai fedeli. Il signore, il cui oracolo è a Delfi, non dice né nasconde, ma accenna. Eraclito (in Plutarco, de Pythiae oraculis) 2 Sede dell’oracolo della Pitia
Associazione Culturale La Pagina - Terni, Via De Filis 7 0744.1963037 - 331.3010158 - 348.2401774
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VENERDÌ 18 ORARIO 17-20
SANTUARIO DELLE MUSE
Via De Filis, Piazzetta Chiesa S. Lorenzo, Corso Vecchio, Piazza Corona, L.go Liberotti, Via S. Tommaso, Via Angeloni.
PROIEZIONI FILMATI CULTURALI E SCIENTIFICI GIOCHI PER BAMBINI LABORATORIO PITTURA ICONE POMPIEROPOLI
18-19
COPPIE CELEBRI: - ABELARDO ED ELOISA - DINO CAMPANA E SIBILLA ALERAMO Letture a cura di RENZO SEGOLONI
19-20
PRESENTAZIONE MANIFESTAZIONE a cura di GIAMPIERO RASPETTI
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TEATRO: ASCOLTA IL NEMICO NON TACE! di e con STEFANO DE MAJO
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"SINTONIE ON AIR" ESIBIZIONE MUSICALE ALLIEVI ASS.CULT. SINTONIE
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ESIBIZIONE SCUOLA AZUCAR
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CONCERTO: LITTLE PETER AND WOLF
23.30
ESIBIZIONE SCUOLE SALSA STRESS E SCUOLA INDIOS FOLKLORE DE CUBA
ASCOLTA! IL NEMICO NON TACE!
è una performance attoriale di circa 30 minuti tratta dall’omonimo romanzo di Stefano de Majo. Un astuto professore di oggi, tenendo una lezione di storia, proporrà agli studenti un misterioso enigma che finirà per condurre i ragazzi del 2015 in un avvincente viaggio onirico nel tempo e nella storia. Personaggi greci e romani di 2500 anni fa, e quelli più recenti dell'epoca dei nostri nonni saranno i protagonisti di una fiaba onirica e surreale che tratta di letteratura e vita vera ripercorrendo i diversi caratteri del teatro, da quello epico a quello romantico, dalla Commedia dell’Arte, comica e dissacrante, alla Tragedia, perché il teatro è vita autentica come la storia che ci passa accanto.
Little Peter and The Wolf
I Little Peter and The Wolf Nascono nel 1987, unendo esperienze musicali diverse con l’obiettivo comune di comporre musica pop-rock in italiano su arrangiamenti di respiro internazionale. Seguono anni di concerti e concorsi in giro per l’Italia, e di apparizioni televisive, non ultima quella in RAI a “Jeans 2”, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Dopo un' ampia serie di produzioni inedite, tra cui lo storico brano “Attenti al lupo” (omonimo di quello eseguito dal grande Lucio Dalla, ma scritto prima), i LP&W si stabilizzano come cover band il cui repertorio attraversa la storia del rock anni 80, 90 e 2000. Con una formazione sostanzialmente stabile, pur con qualche ovvio cambio e relativo ritorno, decidono nel 2011 di riaffrontare la composizione di pezzi propri nella scia di quelli di un tempo, cercando nuove sonorità: è in questa direzione che si muovono con l’album “Grida!” che fa da ponte tra il passato e le più recenti produzioni di nuovi brani (tra cui “Indifferente”, “Nuvole a Nord” e “Spazi aperti”) che faranno parte del nuovo album in via di completamento e che la band ternana eseguirà in occasione della la Notte Bianca, insieme ad alcune cover di brani italiani ed internazionali di successo. La formazione dei Little Peter & the Wolf è: Jos Sforza alla voce solista e chitarra, la storica sezione ritmica composta da Alberto Ratini alla batteria e Luciano Straccini al basso, Fabrizio Maggiolini al pianoforte e tastiere e il recente “acquisto” Gabriele Bertozzi, chitarrista ed arrangiatore direttamente proveniente dal CET di Mogol.
(S)MEMORIE DI ADRIANO vincitore 1° premio letterario Spoleto Festival 2015
DOMENICA 20 SETTEMBRE 2015 ore 19 presso ANFITEATRO FAUSTO INGRESSO LIBERO
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SABATO 19 ORARIO
SANTUARIO DELLE MUSE
Via De Filis, Piazzetta Chiesa S. Lorenzo, Corso Vecchio, Piazza Corona, L.go Liberotti, Via S. Tommaso, Via Angeloni.
PROIEZIONI FILMATI CULTURALI E SCIENTIFICI
17-20
GIOCHI PER BAMBINI SCUOLA PITTURA PER BAMBINI a cura di GIOVANNI FERRI LABORATORIO PITTURA ICONE 17.30-18.30
I SEGRETI DI POMPEI a cura di PAOLO LEONELLI
19-20
FLORIO: L'ASPETTO LIRICO DEL QUOTIDIANO Letture a cura di RENZO SEGOLONI
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DEFILÉE DI MODA
18-22
ESIBIZIONI PISCINA DELLO STADIO E SPETTACOLO LES ALMEES DI KETTY KOSTADINOVA
22.30-00.30 I CANTORI DELLA VALNERINA 24
PENNE ALL'ARRABBIATA DI MEZZANOTTE
I CANTORI della VALNERINA Ketty Kostadinova e “Les Almèes”
LE MUSE, PITAGORA, LA PIZIA E I LORO SACERDOTI
OFFRONO
PENNE AL VATICINIO ARRABBIATO
Danza & Co in occasione della Notte Bianca avrà il piacere di presentare con uno splendido defilée le collezioni Autunno Inverno 2015/2016 dei marchi più noti nel settore della Danza, con la partecipazione speciale delle scuole di danza della città che si esibiranno durante la serata.
SPONSOR UFFICIALE della manifestazione SANTUARIO DELLE MUSE
A MEZZANOTTE presso LARGO LIBEROTTI
Mensile a diffusione gratuita di attualità e cultura
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DOMENICA 20 ORARIO 17-20
SANTUARIO DELLE MUSE
Via De Filis, Piazzetta Chiesa S. Lorenzo, Corso Vecchio, Piazza Corona, L.go Liberotti, Via S. Tommaso, Via Angeloni.
PROIEZIONI FILMATI CULTURALI E SCIENTIFICI GIOCHI PER BAMBINI SCUOLA PITTURA PER BAMBINI a cura di GIOVANNI FERRI LABORATORIO PITTURA ICONE ESIBIZIONE DI BALLO STANDARD BOE ART ACADEMY: MODERN JAZZ E CONTEMPORANEO
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"SINTONIE ON AIR" ESIBIZIONE MUSICALE ALLIEVI ASS.CULT. SINTONIE
ESPOSIZIONI E ATTIVITÀ - QUADRI E SASSI DI AURA - COLLEZIONE DI BOTTIGLIETTE DI FLORIO - COLLEZIONE DI GIORNALI DI FLORIO Matteo Corrado
Boe Art Academy eseguiranno alcuni pezzi di modern jazz e contemporaneo
- PRESENTAZIONE LIBRO SU SAN VALENTINO DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE - ESTEMPORANEA DI PITTURA - RITRATTISTI
SPONSOR UFFICIALE della manifestazione SANTUARIO DELLE MUSE
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FESTIVAL DEI 2 MONDI di FRANCA CALZAVACCA
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ntrata nella memoria di chi l’ha vissuta ed apprezzata, la 58ª edizione del Festival dei Due Mondi, una delle più stimolanti degli ultimi anni, affidata alle cure di Giorgio Ferrara, lasciato anche alle spalle il successo degli interventi offerti dal Teatro Sperimentale, ricordiamo alcuni fondamentali momenti che ne hanno tracciato l’affollato percorso. Ogni aspetto dello spettacolo e, più ampiamente, di ogni intervento artistico ha tumultuosamente animato le giornate spoletine, da un teatro ad un museo, dalla Rocca ai palazzi aperti al pubblico con varie proposte. Ciascun visitatore ha seguito le sue preferenze senza farsi problemi. Dal ricordo di Pasolini, scomparso quarant’anni fa, affidato alla pièce “Porcile” che prima fu dramma in undici episodi e poi film, una condanna totale della borghesia sviluppatasi nella Germania del dopo nazismo si passa al recital di Adriana Asti, che ha abbinato recitazione e canzoni per offrirci un’ulteriore interpretazione di Brecht, un viaggio fra dolore e pietà secondo l’insegnamento di Strehler. Ed ancora i film di Sala Pegasus: straordinario il documento sulla vita di Mozart. Il calore ed il colore delle mostre ha puntualizzato visivamente l’intendimento dei curatori, a diversi livelli. Quarantotto gessi provenienti dalla collezione privata di Fernando Botero, presente all’inaugurazione della rassegna, allestita nel Palazzo Comunale fino al 20 settembre, hanno firmato il festival con una festa di toni e di fantasia. “Sconfinamenti” alla Rocca curata da Achille Bonito Oliva ha messo in evidenza la contaminazione esistente fra i vari linguaggi dell’arte visiva abbinando fotografia e interpretazione personale dell’immagine, accompagnando l’opera anche con il suono. A Palazzo Collicola il curatore Gian Luca Marziani ha proposto un itinerario eterogeneo dislocato ai vari piani del Museo. Molteplici altri punti di riferimento si sono aggiunti alle direttrici fondamentali degli avvenimenti dedicati al modo di essere della visualità attuale. Spostandoci alle Fonti del Clitunno, l’omaggio a Leoncillo, uno dei maggiori artisti del territorio, nel centenario della sua nascita. Sono le acque che lo scultore amava,
accostandovi le sue crete, “un nuovo oggetto naturale, come una pianta tra le foglie….”. Non possiamo tralasciare la presenza di Amanda Lear a Palazzo Leti Sansi dovuta alle attenzioni critiche di Vittorio Sgarbi ed alla promozione di “Spoleto Arte”. Ed ancora presso il Museo del Tessuto e del Costume organizzata dall’Officina d’Arte e Tessuti con il supporto del Comune la mostra “Fiber Art”, affidata alle capacità interpretative di Giuseppina Caldarola che lo scorso anno presentò “Carteggi”, curata da Giorgio Di Genova. Da “Poli d’Arte” le “geometrie di vetro” di Gabriella Giuriato realizzate a Murano, da “Tric Trac” Luca Dall’Olio, artista lombardo dalle grandi intuizioni espressive che puntano sull’essenzialità iconografica. Ad intrigarci in una provocazione intellettuale a tutto campo, la Fondazione Carla Fendi ha proposto al Museo Civico e nella chiesa della Manna d’Oro il tema “Alla ricerca del tempo perduto”, un omaggio a Luchino Visconti ed alla sua attenzione per la figura di Marcel Proust. Nei due spazi altamente coinvolgenti una serie di installazioni, attraverso materiali inediti e sorprendenti che Visconti stava raccogliendo per portare sullo schermo il romanzo di Proust, ha illustrato questo desiderio del regista, rimasto inedito per sua volontà, ed ha lasciato in noi indimenticabili suggestioni. Ma per poter scrivere a nostro piacimento e nei tempi giusti di questa kermesse internazionale che nel cuore dell’Umbria ha trovato sistemazione ed accoglienza per la lungimiranza di Giancarlo Menotti sarebbe stato opportuno un richiamo all’ordine. Non è stato propriamente così. La possibilità di aggirarci fra l’effervescenza popolare che ha segnato modo e misura di un assemblaggio veramente straordinario ha avuto molti limiti, per cause che hanno riguardato soltanto noi. Nonostante questo, dopo l’apprezzamento per l’opera di sostegno di mecenati altamente qualificati, fra tutti la fondazione Fendi e la Fondazione Monini, lasciando echeggiare oltre la Piazza del Duomo, oltre la curva del Teatro Giancarlo Menotti le note coinvolgenti delle musiche portanti, accolte dalla valle sottostante Spoleto, ci accostiamo ad un’altra serie di avvenimenti
culturali, negli ultimi anni sempre più seguiti dai frequentatori del Festival. Per la seconda volta Paolo Mieli è tornato ad incontrare gli appassionati del suo lavoro di ricerca storica circostanziato negli Incontri animati in tre weekend. Per la promozione del Gruppo Hdrà, società di comunicazione integrata, grandi nomi della cultura, dell’economia, della politica si sono ritrovati a Spoleto per raccontare il mondo che verrà. Condotti dal curatore e dai maggiori giornalisti italiani gli ospiti hanno interpretato il nostro tempo con le sue contraddizioni e le sue accelerazioni per tracciarne un presumibile futuro. Alcuni nomi: Sandro Veronesi, Giorgio Ferrara ed Adriana Asti, Raffaele Cantone, le Fendi, Niccolò Ammanniti, Emanuele Trevi. Per concludere portiamo l’attenzione sulle prediche nella chiesa di San Domenico, a cura dell’Archidiocesi di Spoleto in collaborazione con il festival. Il tema del 2015 si è incentrato sulle “parole per la felicità”. L’uomo cerca attraverso diversi modi ed in svariati luoghi il raggiungimento della felicità spesso deviando dalla realtà nello svolgimento della ricerca. Si sono alternati nella sacra ombra di San Domenico Fra’ Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi e poi Salvatore Martinez, suor Cristina Cruciani, mons. Nunzio Galantino, segretario generale della C.E.I., infine l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo. Ciascuno di loro con voci diverse ha creato un particolare itinerario per riscattare l’uomo dalla sue inquietudini e per metterlo al riparo dalla tempeste mediatiche che sconvolgono l’odierna società. Tutto sommato, riflettendo su quanto è stato effettuato in ogni ambito della cultura nei giorni rapidi ed intensi del Festival non si può che trarne un bilancio altamente positivo. Decantata dalle immediate reazioni, la manifestazione è da considerarsi quanto di meglio si potesse auspicare. Oggi si sta già predisponendo per il futuro con l’entusiasmo creato dal successo. Ringraziando anche coloro che hanno offerto un concreto e sostanzioso aiuto alle strutture istituzionali.
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LA MIA LONDRA di Luisa Romano
Mercoledì 12 agosto 2015, ore 17:20, aeroporto di Ciampino, non sto nella pelle. La mia gioia è percepibile da chiunque, è una felicità diversa da tutti i passeggeri che stanno aspettando in fila insieme a me all’imbarco. Per me non sarà una semplice vacanza, io sto tornando a casa, la mia seconda casa -e onestamente mentre scrivo ora, e ripenso a quella sensazione provata e con il senno del poi, perché ormai è passata già una settimana dal rientro, mi vengono le lacrime agli occhi per l’emozione!- Si torna a Londra per una settimana, la mia Londra che mi ha ospitata per ben tre anni… Non era passato tanto tempo dall’ultima volta che ci ero stata, solo cinque mesi, ma ad aumentare l’eccitazione c’era un altro fattore: stavo partendo con il mio compagno che avrei presentato a tutti i miei amici e che finalmente avrebbe conosciuto la mia vera personalità. Sì, perché Londra ti cambia. Sfiderei chiunque ci abbia vissuto per almeno un anno a dire il contrario. E se dovesse farlo, allora ho la presunzione di dire che non ha vissuto la vera Londra. Quando sei abituata a vivere in città piccole come Terni e sei abituata a frequentare gli stessi posti e le stesse persone da anni, ma anche se hai frequentato l’università in città grandi, o sei cresciuta a Roma o a Milano, vivere a Londra ti segna il cuore. A chi mi chiede un’opinione o un commento veloce riguardo alla vita passata lì, la risposta è sempre la stessa: Londra è stata una scuola
militare. Ed ecco che ora provo a spiegare a tutti il perché. Ci vorrebbero l’intero magazine La Pagina e la Pagina Umbria di settembre per poter mettere nero su bianco la mia esperienza, proverò però a farlo brevemente, regalandovi degli aneddoti della capitale della Gran Bretagna, con l’aiuto di alcune foto. Arriviamo all’aeroporto di Stansted alle 7 pm e corriamo subito a prendere il bus che ci avrebbe portato fino a Liverpool Street, nel cuore della City, per andare direttamente a casa di un mio carissimo amico, musicista affermato, che ci ha ospitato e lasciato una deliziosa cameretta matrimoniale, nell’appartamento in cui vive. Finalmente a casa, lasciamo i bagagli e usciamo subito per cena. Non c’era tempo da perdere, dovevo subito mostrare a Francesco un tipico mercoledì sera londinese. Mangiamo, due panini, uno messicano e uno thailandese e ci chiudiamo subito in un pub, zona est di Londra (dove c’è la ‘movida’ notturna), ad ascoltare una jam session di musica funky. Non facciamo tardi, perché il programma della settimana era davvero denso. Il giovedì mattina apro le tendine e riconosco subito il cielo bianco-neon londinese. Non era affatto freddo però un tempo davvero uggioso e, per quel che se ne dica, è assolutamente vero che a Londra fa più freddo che in Italia (d’altra parte è nord Europa!) ma non è altrettanto vero che piove sempre. Quella mattina però ha iniziato a
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17 piovere a dirotto. Avevo appuntamento con due mie carissime amiche e sorelle -devo fare per forza un altro inciso; a Londra ci si lega alle persone, come i cuccioli di gatti appena presi ai padroni, e sebbene di gente ce ne sia tanta, sono tutti impegnati in quel tran-tran ininterrotto e veloce come i treni della Tube (metropolitana di Londra), che non ti lasciano spazio alle amicizie. I legami assumono un’intensità del tutto diversa, si
gioca poco con i sentimenti delle persone e una volta che hai trovato qualcuno che ti aiuti a combattere quella maledetta solitudine inglese, te lo tieni stretto-. Cambio subito il programma, direzione Piccadilly Circus, aspettando, nel pub dove ho lavorato per più di un anno, che spiova. Entriamo e lì trovo tutti i miei colleghi e le mie amiche. Non vorrei dirlo, ma non posso farne a meno: le feste che mi hanno fatto
non potete proprio immaginarle! Appena finito il pranzo, usciamo dal pub ed iniziamo il nostro giro turistico. In ordine: Oxford Circus, Piccadilly Circus, St James’s Park, Westminister, Big Ben, London Eye, Trafalgar Square e poi di ritorno, sfiniti, verso casa. Passeggiare per le enormi strade di Londra mi ha ricordato quel sapore di libertà che provavo ogni giorno. Libertà suscitata alla vista dei mastodontici monumenti che alternano lo stile barocco, liberty, moderno e contemporaneo. I numerosi market, quello di Camden Town, zona che negli anni 70 era frequentata principalmente dai veri punk. É un labirinto di piccoli negozietti dove puoi trovare di tutto, dando sfogo all’immaginazione più nascosta. E poi quello di Portobello Road aperto il sabato mattina. Ed è stata la giornata del sabato la mia preferita. Camminare ore ed ore per le vie di Notting Hill, dove ho abitato per tre anni, in quell’atmosfera romantica di casette all’inglese colorate con intonaci pastello, ma allo stesso tempo frizzante, visto il numero infinito di turisti, non ha paragone neppure con la vista della residenza reale ufficiale, Buckingham Palace. Per non parlare del market vintage a Brick Lane della domenica mattina. Ogni giorno della settimana c’è un market diverso da visitare, ma i più conosciuti sono quelli che ho appena citato, ai quali non potevo ovviamente mancare. I giorni a seguire finalmente il sole era tornato a splendere, quel sole tiepido che ti permette di vivere la Londra dei parchi. Numerosi, estesi per centinaia di chilometri, affascinanti per il noto prato inglese, bagnati da laghi, sono colorati, pieni di fiori e ‘muccati’ dai teli variopinti dei ragazzi e delle famiglie che spendono giornate al sole a mangiare, bere e a giocare con gli scoiattolini che si avvicinano in cerca di cibo. La vacanza giungeva al termine e sentivo che stava arrivando quella sensazione di malinconia, così per riempirmi gli occhi di bellezza ci siamo diretti in uno dei principali simboli di Londra: uno dei punti più elevati della città, a nord-ovest della torre di Londra, il Tower Bridge è un ponte mobile, situato esattamente sul fiume Tamigi, formato da due torri collegate tra loro da due passerelle. E vista la maestosità del paesaggio la meta successiva non poteva che essere la vista panoramica dall’ultimo piano della Tate Gallery: London Millennium, il ponte costruito in occasione dell’anno 2000, il Tamigi, la cattedrale di St Paul, la City in lontananza suscitano piccoli brividi di piacere che ti lasciano col il fiato mozzato. Tanto ancora ci sarebbe da dire, ma lo spazio a disposizione, ahimè, non me ne dà la possibilità, così per concludere vorrei ringraziare per primo il magazine La Pagina, che mi ha dato la possibilità di emozionarmi ancora, ripensando a quest’esperienza stupenda, il senso civico delle persone che vivono la capitale, sia in vacanza che quotidianamente, e soprattutto uno “special thanks” a tutti i miei amici che non mi hanno lasciato mai sola, come nei tre anni passati, così nei sette favolosi giorni della mia speciale Londra.
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IO E L’EUROPA:
ESPERIENZE, ASPETTATIVE, PROPOSTE E... SOGNI Vincitore del concorso del Lyons Club Terni Host
M
olti coetanei spesso mi chiedono: perchè interessarsi d’Europa? Effettivamente in un periodo di grave crisi finanziaria e di disaffezione nei confronti della politica come quello che stiamo vivendo questa domanda è assolutamente legittima. In ogni momento bisogna essere pronti a mettersi in discussione e a trovare dei principi su cui basare il proprio agire, per evitare di ripetere inutilmente stereotipi del passato. Cercherò quindi di raccontare il mio punto di vista su questa strana creatura chiamata “Europa”. Per me “Europa” è sempre stato sinonimo di casa: ho la fortuna di avere dei genitori che mi hanno accompagnato sin da piccolo alla scoperta del nostro continente. Londra, Parigi, Lisbona, Berlino, Vienna... un poco alla volta ho ampliato il mio orizzonte geografico. Sebbene ogni tanto con il volto un po’ imbronciato per le lunghe scarpinate, ho avuto la possibilità di vedere con i miei occhi e sentire con le mie orecchie quanto di meglio la nostra civiltà ha da offrire all’insaziabile curiosità di un bambino. E quando dico “nostra civiltà” intendo dire che, come ci insegna la Storia, il nostro continente si è sviluppato a partire da basi comuni (la cultura latina e quella greca) ed anche successivamente è stato caratterizzato da correnti di pensiero e artistiche comuni. Persino le guerre che a lungo hanno afflitto queste terre hanno comportato un ingente scambio di idee e un ineluttabile incrociarsi di destini. Oggi non potrebbe esistere l’Italia senza la Spagna, la Germania senza l’Austria, l’Olanda senza l’Inghilterra. In breve: siamo legati gli uni agli altri più di quanto pensiamo e ci rendiamo conto nelle nostre piccole realtà. Una volta cresciuto, durante questi anni di Liceo, ho partecipato a numerosi progetti su temi di carattere europeo: conferenze alla vigilia delle elezioni del 2014, seminari, viaggi di istruzione. Ma l’esperienza che mi più mi ha segnato e che mi accompagnerà negli anni a venire è stata la partecipazione ad alcune sessioni del Parlamento Europeo dei Giovani, un’associazione presente in tutti i paesi del continente, che organizza eventi in cui i ragazzi partecipanti simulano le attività dei membri del Parlamento Europeo. È necessario un duro lavoro di ricerca e di studio per arrivare preparati agli incontri, ma la soddisfazione va oltre ogni aspettativa. I partecipanti sono divisi in piccole commissioni, ognuna delle quali elabora una bozza di legge riguardo un preciso problema di portata europea. Tutte le bozze vengono poi dibattute e votate in assemblea plenaria da tutti i membri di ciascuna commissione. Ho anche partecipato ad una sessione organizzata nell’isola di Cipro, il che mi ha dato l’opportunità di scoprire un Paese di cui prima, eccetto l’esistenza, ignoravo quasi tutto: un’isola brutalmente divisa a metà, una difficile convivenza tra diverse religioni, un’economia con diverse criticità. Anche questa è Europa, anche questa è casa mia ora. Il valore di queste esperienze non si ferma però al semplice entusiasmo del momento: la particolarità del Parlamento Europeo dei Giovani, infatti, consiste nell’essere un’organizzazione completamente gestita da ragazzi sotto i trent’anni. E vedere persone di questa età che organizzano eventi internazionali con una abilità e una serietà stupefacente, gestendo sponsor e fondi, risolvendo ogni tipo di difficoltà logistiche, mi ha riempito di una grande fiducia in me stesso e soprattutto nella mia generazione. Veramente c’è del buono in noi, c’è talento, c’è voglia di fare: fare tanto e fare bene. Negli occhi e nei cuori dei partecipanti a questo tipo di eventi si può leggere un futuro degno di essere vissuto al meglio. Pensando al futuro dell’Europa mi è capitato alcune volte di provare a immaginare cosa ricorderanno di noi gli uomini che vivranno nel 2100 o nel 2200, quali eventi i posteri riterranno degni di nota del nostro secolo. Allora ho dato innanzitutto uno sguardo al passato, alle poche righe con cui nei libri di storia si riassumono secoli di vite
umane, alla estrema sintesi che il futuro fa del passato. Mi sono improvvisamente reso conto di come la Storia dimentichi le cose futili e, come un setaccio, lasci passare per i posteri solo i veri grandi eventi. Allora ho capito! In futuro si ricorderanno della crisi economica? Forse ma sicuramente non sarà difficile riassumerla in poche righe: l'economia capitalista è fatta di periodi di espansione e di contrazione e, con il senno di poi, questo che stiamo vivendo sarà soltanto uno dei tanti. Si ricorderanno forse di Berlusconi, di Renzi, di Grillo? Uomini come tanti. Credo invece che ricorderanno questa Europa a cui siamo chiamati a dare un volto! Questo è il grande processo che brillerà nel futuro e che noi stiamo vivendo, qui e ora. Veramente il vento della storia sta soffiando molto forte, ed è incredibilmente vicino a noi. Ci spinge, ci incita. Non dobbiamo, presi da paure e timori che definirei medioevali, tirarci indietro proprio adesso. Sono molte, infatti, le sfide che ci attendono: sociali, economiche, politiche. Al primo posto vi è, io credo, la questione dell’identità: cosa accomuna un abitante di Palermo con uno di Stoccolma? Cosa condividono un cittadino portoghese e uno finlandese? Al momento non molto: una bandiera, una moneta unica e alcuni sparuti progetti di grandissima lungimiranza come l’Erasmus. Non esiste neanche un inno comune. È su questo terreno che si gioca la sfida dell’Unione Europea: essere veramente un’Unione e non una “Accozzaglia Europea”. Inoltre, questo non è solo un problema di carattere interno, ma anche esterno: le difficoltà nel reagire prontamente alle minacce che provengono ad esempio dall’ISIS e dalla Russia di Putin sono ascrivibili anche a problemi relativi alla nostra identità europea. Se non ci sbrighiamo rischiamo di sbiadire pian piano, di consumarci nei nostri valori più profondi. Al tema dell’identità si lega il problema della frammentazione politica e dell’assenza di un potere esecutivo centrale eletto direttamente dai cittadini. L’esperienza ci ha insegnato che il Parlamento Europeo, con il suo carattere profondamente nazionalistico (in fondo ogni paese si elegge i suoi personali deputati e poi li spedisce a Bruxelles), non basta a garantire l’unità politica di tanti Stati così diversi. Il rischio è di rimanere ognuno in balia dei propri egoistici interessi nazionali. Inoltre, se penso alla Germania penso alla Merkel, se penso all’Inghilterra penso alla Regina, se penso all’Italia penso al Presidente Mattarella. Ma se penso all’Europa, a chi penso? Abbiamo fortemente bisogno di un Presidente della Commissione Europea eletto direttamente dai cittadini, da tutti i cittadini, sul modello statunitense. Forse è un’idea che, oggi come oggi, potrebbe sembrare assurda e impossibile da realizzare, ma io sono convinto che nasconda la chiave per il futuro politico, e non solo, dell’Unione Europea. Altre ancora potrebbero essere le speranze per il futuro: un esercito comune europeo (che sarebbe, secondo stime ufficiali, anche più cospicuo di quello americano) oppure la possibilità di un servizio civile ufficialmente riconosciuto (e forse anche obbligatorio) in uno dei paesi dell’Unione. Ma di tutti, questo è certamente il sogno più grande: che un abitante di Palermo o uno di Stoccolma, così come un portoghese o un finlandese possano dire con fierezza: “Io sono Europeo”. Francesco Armillei (III C)
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IL SENO IN VACANZA C
i sono alcune domande che le donne spesso rivolgono prima di andare in vacanza o al ritorno. 1) il sole fa male al seno? Il topless è da bandire? “ prendere il sole non fa venire il tumore al seno, neanche senza reggiseno. L’esposizione ai raggi solari, soprattutto se cronica o nelle ore di punta, e senza un’adeguata protezione, aumenta il rischio di tumori alla pelle. Il seno può scottarsi più facilmente soprattutto nella zona dell’areola o del capezzolo, solo perché in quelle zone la pelle è più sensibile, ma il rischio di tumore della pelle a livello del seno è lo stesso che in altre zone del corpo. Va quindi usata una crema con adeguata protezione nelle ore più adatte. Anche l’idratrazione attraverso le creme idratanti e l’abitudine di bere molto acqua rappresentano una protezione della pelle.” 2) chi ha subito un intervento estetico o chirurgico al seno si può esporre al sole? “nell’immediatezza dell’intervento per un periodo limitato è consigliabile non esporsi al sole. Successivamente però
con una buona protezione non si deve rinunciare ad esso perché la luce solare favorisce la produzione di vitamina D importante contro l’osteoporosi. Inoltre occorre ricordare che alcuni farmaci, alcune chemioterapie e la radioterapia rendono la pelle più sensibile e in questi casi per un tempo limitato va evitata l’esposizione” 3) cosa devo fare in vacanza? “le raccomandazioni sulle abitudini alimentari sono sempre le stesse e durante le vacanze si può approfittare per mangiare sano prediligendo la frutta e la verdura. Inoltre sarebbe buona norma aumentare l’attività fisica anche attraverso lunghe passeggiate ed evitare il fumo. Nelle donne fumatrici infatti la pelle è molto più esposta a un invecchiamento precoce e a ogni rischio di infezione/ infiammazione, inoltre il fumo aumenta il rischio di tumore alla mammella” 4) cosa devo fare al ritorno dalle vacanze? “non esistono particolari protocolli ma sarebbe consigliabile riprendere le normali attività iniziando a pensare alla prevenzione. Non sottovalutare
alcuni segni tipo: affossamenti o arrossamenti della cute della mammella, alterazione del profilo del capezzolo o ispessimento della cute che non sono riferibili all’esposizione al sole e vanno sempre riferiti al proprio medico o a un Senologo”.
La dottoressa LORELLA FIORITI
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TERNI CAPITALE DELLA CULTURA Giampiero Raspetti
Complimenti all’Amministrazione Comunale di Terni. Complimenti perché ha presentato il progetto, corredato dal programma delle attività culturali, e la nostra Terni è stata inserita nella graduatoria delle prime dieci città in concorso. Bene! Il progetto deve essere, per regolamento, innovativo … prevede la valorizzazione delle industrie culturali e creative … promuove la partecipazione attiva degli abitanti della città e del suo circondario. Concordo pienamente poi con gli assunti del bando per cui: “… attraverso un percorso che mette la cultura al centro delle scelte programmatiche urbane si possono mobilitare le migliori forze e le migliori capacità di visione del futuro e aggregare intorno al progetto ampi settori della popolazione”. Attendo allora con curiosità di conoscere quali ampi settori della popolazione risulteranno aggregati, quali industrie culturali e creative cittadine stanno per essere valorizzate, come sarà promossa la partecipazione attiva dei concittadini e, soprattutto, gli aspetti innovativi del progetto stesso. Ho visitato più volte lo splendido Museo Arte Moderna e Contemporanea e il Museo Archeologico del CAOS che, a mio modo di vedere, dovrebbe avere ogni giorno una lunghissima fila di visitatori… So di Moira Michelini, quindi dell’Araba Fenice, che ammiro incondizionatamente, come stimo i fratelli Pepicelli con la loro Filarmonica Umbra e seguo con affetto il talento dell’amico Maurizio Massarelli. Hanno creato, aggiunto qualcosa, hanno innovato, stanno facendo cultura. Così come fanno quelli della Musical Academy Terni o lo Jazz Fest di Collescipoli o altre realtà culturali che ora sfuggono alla mia memoria. Tutto questo meriterebbe decisamente dei riconoscimenti. Prendo però atto che le manifestazioni culturali ora enunciate sono, con esclusione del CAOS, esclusivamente private, non appartengono ai beni pubblicamente amministrati. Rimangono quindi espressione di singoli, non della città. Gli interrogativi che mi pongo, però, riguardano una contingenza di non piccolo peso: una città così ricca di valenze culturali, una città che, lo spero proprio, sta per essere nominata capitale della cultura, non dovrebbe saper gestire con rigore anche altre realtà di grande valore culturale e sociale? Mi riferisco, ad esempio, ad un teatro comunale ancora impraticabile; mi riferisco al Progetto Mandela, uno dei più innovativi musei della cultura ternana di cui oggi si assiste alla sparizione. Da ben 25 anni, Marcello, Irene, Simone e molti altri, persone queste sì davvero colte, in tutte le accezioni della parola, hanno educato alla cultura dei diritti umani, a costo di grandi sacrifici personali e ottenendo gratificanti riconoscimenti
al di fuori della nostra città, migliaia di giovani, consegnando loro anche la conoscenza di moltissime arti teatrali. Spiace moltissimo poi di non poter avere, personalmente, la più minuta, infinitesima possibilità di essere utile alla mia città, per una collaborazione al concorso in questione. Infatti mai nessuna sensibilità si è palesata verso chi mostra e illustra il territorio, umbro e ternano, attraverso la stampa dei magazine La Pagina e La Pagina Umbria. Se queste due testate rappresentano un fatto privato perché si mantengono con pubblicità a pagamento, La Pagina Europa, che magnifica stupendamente (basta dedicare qualche spicciolo di secondo per sfogliarla o vederla sul web) la nostra Terni in Italia e presso una ventina (numero sempre crescente) di redazioni estere sparse nel mondo (delle quali La Pagina Europa è centro e volano per l’elaborazione di progetti comunitari) e che raggiunge, ad ogni pubblicazione, decine di migliaia di contatti (tutte persone che, per quel che vedono, non possono non innamorarsi della nostra città) non è invece un fatto privato, non percepisce cioè un solo soldo di sponsorizzazione, quindi è un puro dono culturale e d’amore che io e i miei collaboratori offriamo per magnificare Terni nel mondo. Insensibilità anche nei confronti del progetto, molto innovativo, L’immagine della città che, da tempo immemore, propongo, insieme a veri mostri sacri della cultura, per effettuare corsi di conoscenza del territorio gratuiti a tutte le scolaresche, di ogni ordine e grado. Sono convinto che questo progetto culturale ci differenzierebbe dalle altre città e che Terni sarebbe presa, per questo, come punto di riferimento ed emulata. Così come è accaduto per il progetto Terni pitagorica in cui si offrono corsi gratuiti di intuizione logica e matematica a tutti i giovani delle quarte elementari. Così ho fatto per due anni con centinaia di giovani entusiasti, prima di pensare che questi corsi, in cui noi insegnanti lavoriamo gratuitamente, debbano costituire un fiore all’occhiello della nostra città, per cui li ho offerti gratuitamente alle sue strutture amministrative affinché la città di Terni possa essere, anche in questo, emulata da altre realtà nazionali. Ma tutto tace, da sempre! E così potrebbe accadere con altra nostra unicità: l’Ateneo Giovani, per cui si cerca di vivere intensamente la cultura insieme a decine di giovani che hanno votazioni altissime ai licei (dal 9 al 9,7 di media) e dar loro quello che la scuola standard difficilmente riesce a dare. O anche per i corsi gratuiti di lingua straniera ed italiana (seguiti l’altro anno da più di 200 giovani) che generosamente effettuiamo, tanto per chi vuol conoscere l’inglese o l’arabo o il cinese o il tedesco o il portoghese quanto di italiano per giovani stranieri. Anche questa io credo sia cultura; anche un minimo di ufficializzazione di questo caratterizzerebbe la nostra Terni. Credo fortemente che le realtà culturali sopra descritte abbiano anch’esse, anche se in modo ridotto e modesto, le caratteristiche della innovatività e consentano la partecipazione attiva degli abitanti della città. É certo che provengono da cittadini che si onorano di essere ternani e che lavorano per la città strenuamente e gratuitamente. In attesa della nomina di Terni a capitale della cultura, ferventi auguri alla mia città.
Settembre 2015
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Una stagione di SUCCESSI
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