TERNI 2030

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TERNI 2030 - 1 -


z z Terni ha origini antichissime z z Ăˆ ora di una svolta? z z Terni policentrica z z La forza della cultura z z Progetto è politica e politica è progetto! z z Il turismo z z Noi cittadini con i cittadini

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Sanctus Valentinus episcopus dixit: Fides Christiana non tantum uerbis, sed et operibus demonstratur.

San Valentino vescovo disse: La fede Cristiana si dimostra con le opere, non con le parole.

Passio s. Valentini episcopi Interamnensis (BHL 8460), paragrafo 31.

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L’identità

Il vero problema è nella mente e nel cuore degli uomini. Albert Einstein (Fisico, XIX-XX)

L’IDENTITÀ Ti giochi la reputazione non per il semplice accidente che ti candidi o meno né se sarai o no eletto, ma nel caso tu esponga senza veli la tua concezione della vita, il tuo modo di essere, le proiezioni della tua mente. Ho deciso di cimentarmi e comunico allora con limpidezza i miei sogni e i miei progetti sperando che ne possiate rimanere contagiati e vogliate procedere insieme, a me e ad altri, sui percorsi più proficui per rigenerare una città e renderla finalmente sorridente. Se le promesse di un programma elettorale snocciolate come consunto quaderno delle lamentele non dovessero poter essere mantenute, di giustificazioni che possano salvarti ne avrai a bizzeffe. Nessuno potrà però assolverti per il fatto che le tue proposte siano puerili e demagogiche, indirizzate alla pancia e non alla mente dei cittadini, scollegate dalla storia identitaria della città e prive di introspezione e di lungimiranza, inutili e dannose perché basate solo sul fantasma di città che tu continui ad inseguire! Ma a te non interessano le assoluzioni, tu cadi sempre in piedi, convinto che i confini del tuo campo visivo siano i confini del mondo. Se invece, e parlo per me, le tue ansie e le tue aspettative, il tuo disegno di una città futura dovessero dimostrarsi insignificanti e risibili, per te allora non ci sarà spazio per assoluzioni, tu ti ritroverai solo con te stesso, sconfitto. La tua mente sarà sconfitta! E il fatto non sarà indolore, perché le tue idee e i tuoi progetti per la città parlano di te, mettono a nudo il tuo animo e la tua intelligenza, mostrano una istantanea, scattata di sorpresa, che svela, più di tante parole, la tensione spirituale che ti pervade. - 4 -


L’identità

Noi, insieme a molti amanti e studiosi della città, in particolare quelli di Terni Progetta, abbiamo analizzato con puntiglio la nostra storia e le nostre tradizioni, traendone progetti di grande interesse che comporteranno manifestazioni dal costo irrilevante rispetto alla portata dei loro effetti. Non possiamo allora non rivolgerci a Voi, cittadini di Terni, che amate Terni come noi, affinché si possano, con impegno comune, risolvere i problemi, sia della Terni come è sia della Terni 2030 che sarà! Grazie, di cuore. Thomas De Luca

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Terni ha origini antichissime

Serviti delle leggi antiche, ma anche dei cibi freschi Periandro (Tiranno, uno dei sette sapienti, VI aC)

TERNI HA ORIGINI ANTICHISSIME Sorta alla confluenza di corsi d’acqua come il Nera e il Serra e per questo denominata Interamna Nahars, vide sorgere i primi nuclei abitati ad opera degli Umbri Naharti, una delle tribù degli Umbri considerati da Plinio (scrittore naturalista romano 23-79 dC), Naturalis Historia, III, 112: “gens antiquissima Italiae -la popolazione più antica d’Italia-… si crede infatti che gli Umbri fossero stati chiamati ‘Ombroi -Ombroi- dai Greci, perché sarebbero sopravvissuti alle piogge quando la terra fu inondata”. Gli Umbri Naharti si stanziarono sul colle di Pentima, nell’area dell’attuale quartiere Clai e nella zona da poco rinvenuta quale sede di insediamento in località Maratta. Lo attestano le vaste necropoli del X sec. e dell’VIII-VI sec. aC rinvenute in un’ampia area che occupa tutta la conca ternana e che testimoniano una consistente e stabile presenza di popolazione sin dall’antichità. Gli scavi infatti non ci hanno reso soltanto alcuni nostri antenati quanto piuttosto le tracce di una popolazione geneticamente “ben formata”, effetto anche di un avviato sviluppo economico. Anche i corredi testimoniano scambi culturali con larga parte del resto delle regioni popolate e una fiorente attività commerciale insediata in una città dedita, tra altro, ad attività economiche e capace di sfruttare la sua posizione strategica di nodo fondamentale tra Nord e Sud, fra Est e Ovest, fra Tirreno e Adriatico, fra le montagne dell’Appennino e le pianure dell’Occidente. Questa posizione geografica è sembrata non interessare tutti i precedenti amministratori. Un vero peccato, poiché una prima lezione di economia politica può proprio venire da questi nostri antenati. Dopo i ritrovamenti archeologici dell’ex stabilimento Alterocca, non si può più trascurare il fatto che l’antica Terni ospitasse una fiorente civiltà già nel VII secolo aC, quando Roma era appena condita. La “Cultura di Terni”: così l’archeologo Massimo Pallottino ha definito l’insieme delle testimonianze archeologiche della Terni preromana. La vasta - 6 -


Terni ha origini antichissime

area archeologica appartenuta al popolo dei Naharti, risalente alla tarda età del Bronzo ed inizi età del Ferro è ritenuta tra le più estese in Europa. Con l’avanzata della potenza romana e la conquista del territorio umbro (battaglia di Sentino del 295 aC), Interamna divenne municipio, definito splendido dallo storico Lucio Floro. Attraversata dalla via Flaminia la città si sviluppò e si abbellì di templi, teatri, anfiteatri, terme e monumenti vari. È alla metà del IV secolo che comincia il processo di cristianizzazione. Complesso il discorso sulle origini precise della diocesi; certo è che uno dei primi vescovi deve essere stato proprio Valentino, vissuto alla metà del IV secolo. Il periodo della romanizzazione fu il periodo in cui i prodotti dell’agricoltura, l’amenità del paesaggio, il buon vivere, indussero i romani a servirsi delle nostre terre con finalità di “seconda abitazione”. Nel tempo si perpetuerà questo asse di centralità nell’economia e nella politica durante l’epoca longobarda, in quanto questa area geografica sarà cardine dell’Italia mediana, come Pavia e Benevento (le altre due capitali longobarde che erano cardini rispettivamente della ricca Padania e del meridione centro-adriatico).

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Terni ha origini antichissime

La fine dell’Impero romano segna per Terni l’inizio di una serie di invasioni. La città decade al punto tale che sul finire del secolo, nel 598, papa Gregorio Magno ne abroga la diocesi, incorporandola in quella di Narni. È del 742 un avvenimento importantissimo. È documentato proprio lo svolgimento a Terni, città di confine tra il Ducato longobardo e il nascente Patrimonio di San Pietro, di un evento storico importantissimo: la donazione di territori da parte del re Liutprando al papa Zaccaria. La città passò gradatamente al Patrimonium Sancti Petri e, in via definitiva, allo Stato pontificio solo nel 1198. A partire dal sec. XI, però, cominciano comunque a svilupparsi le strutture comunali, che troviamo già abbastanza assestate nel secolo successivo. Nel quadro delle lotte tra Papato ed Impero per la sovranità sui vari Comuni, Terni fu prima distrutta da Cristiano di Magonza (1176) per ordine di Federico Barbarossa; nel 1244 si sottomise a Federico II, per poi tornare all’obbedienza papale nel 1252. Risorta dopo tante distruzioni, la città si arricchisce di mura e torri sia lungo la cinta esterna che all’interno della struttura urbana. L’avanzare di Roma capitale del rinforzato Stato Pontificio, stabilizza irreversibilmente nel ‘500 quella che era stata la politica dell’impero romano. Sulla scia degli Spada, potenti famiglie patrizie, legate agli interessi di Roma, viene riedificata sulla città “romana” la città “romanesca” (leggi quartiere Duomo), sottraendo l’iniziativa politicoeconomico ai cittadini ternani e trasferendo i centri di decisionalità a Roma. Questa tendenza si è perpetuata fino ai nostri giorni (da ricordare che anche la Società Terni e la Montedison mai hanno collocato la loro sede direzionale a Terni). Questa politica ha considerato la nostra città come terra di conquista, reprimendone le vocazioni naturali (agricoltura ed ambiente) e sottraendola così ad un divenire storico che, in altre regioni italiane ed europee, mediante interventi di modernizzazione, ha fatto raggiungere standard elevati di produttività. È sulla base dunque delle precedenti, diverse, anche se ridottissime, considerazioni storiche che imposteremo un percorso di costruzione - 8 -


Terni ha origini antichissime

di nuova cultura della città . Le Istituzioni Culturali (biblioteche, musei, pinacoteche, ecc.) saranno utilizzate quali strumenti di conoscenza critica e di elaborazione politico-culturale, non solo come meri contenitori tassonomici. Questo processo, unitamente al recupero dell’ambiente, della storia, della tradizione e delle loro testimonianze, potrà essere in grado di restituire al nostro stupendo territorio anche quella potenzialità turistica, quindi economica, che si va perseguendo, come alternativa al declino industriale.

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Terni ha origini antichissime

Prima e dopo Plinio Polibio (storico greco 206-124 aC), Storie, III, 86, 9: “…saccheggiata la terra detta degli Umbri e quella dei Piceni, in dieci giorni [Annibale] raggiunse le regioni prospicienti dopo aver preso una quantità così grande di bottino che le truppe non riuscivano a trasportarlo”. Ateneo di Naucrati (scrittore greco del II secolo dC), Deipnosophistaì (i dotti a banchetto), XII, 526 f.: “Teopompo …. dice che il popolo degli Umbri (che vive infatti lungo l’Adriatico), è piuttosto effeminato ed ha un tenore di vita simile a quello degli Etruschi che, avendo buona terra, è molto alto”. Stefano di Bisanzio (grammatico del VI secolo dC): ‘Ombrikoi: sono detti anche ‘Ombroi e Umbri dagli scrittori italici; Aristotele, nel suo libro sulle notizie mirabili, dice che il loro bestiame genera tre volte all’anno e la loro terra produce più raccolti; anche le donne sono particolarmente feconde giacché raramente partoriscono un solo figlio, mentre hanno parti gemellari o trigemini”. J. J. Volkmann (Notizie storico-critiche dell’Italia 1770/71) La valle tra Narni e Terni è lo spettacolo più bello che si possa immaginare. La Nera vi serpeggia con le sue anse e i cespugli qua e là la fanno assomigliare a un grande giardino racchiuso tutto intorno da montagne. J. G. Seume (L’Italia a piedi, 1802) Si aprì la valle del Nera e di nuovo mi si spalancò davanti agli occhi il paradiso. H. Taine (Viaggio in Italia, 1864) Oltre Narni il paesaggio si fa ancora più pittoresco; siamo dinanzi a una pianura fertile; messi verdeggianti, olmi sposate a viti, un ampio giardino ridente, e tutto intorno alte colline d’una tinta più scura, altre ancora, una cerchia di montagne azzurrine, frangiate di neve... Le montagne, mai troppo elevate, conferiscono al paesaggio un’aria di nobiltà senza opprimere l’immaginazione; esse costituiscono anfiteatri, scenari, sfondi pittorici e sono un vero motivo architettonico naturale. Alle loro falde, le varie colture, i numerosi alberi fruttiferi, i campi disposti a terrazze, formano una decorazione ricca ed elegante... - 10 -


Terni ha origini antichissime

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È ora di una svolta?

Il primo problema è di vedere che c’è un problema. Bertrand Russel (Filosofo, XIX-XX)

È ORA DI UNA SVOLTA?

Dovremmo tutti sentire la responsabilità, per ogni evenienza, di prepararci per tempo e domandarci: svolta o non svolta, quale pensiamo possa o debba essere il futuro di una città che non ha più immagine, che non è conosciuta, che si sta spegnendo? La risposta può venire solo dalle radici storiche e culturali di Terni stessa. Esse vanno ristudiate, riscoperte e fatte conoscere, dopo un lungo oblio legato all’immagine siderurgica che per diversi decenni ha obliterato sostanzialmente qualunque altro riferimento. Per di più, l’idea industriale è l’esatto contraltare ideologico e pratico di quella che è in verità l’anima vera dell’Umbria e di Terni, cioè quella ecologica: l’Umbria è il cuore verde d’Italia e Terni è tra le città con elevato indice di verde pro capite, per non parlare della provincia di Terni, coi suoi boschi compatti e sostanzialmente vergini (Cipriano Piccolpasso (1524-1579), architetto, parlava di Terni come di vago giardino), l’acqua di laghi, di fiumi e canali (le forme) incontaminati. Terni nasce e si sviluppa come agglomerato urbano certamente operoso ed economicamente intraprendente, ma si contraddistingue per il suo essere una città fortemente a misura d’uomo, dall’alto standard di qualità della vita che la distingue fortissimamente non solo dalle metropoli, ma anche da altri agglomerati urbani della stessa dimensione demo-geografica. Terni è una città che si è sviluppata accogliendo al suo interno chi viene da fuori (della provincia, della regione, dello Stato), facendolo sentire presto parte di una comunità (intorno al 1880 si passa velocissimamente da 15.000 a 30.000 abitanti, per il sorgere delle acciaierie). La storia del nostro territorio indica anche una nobile vocazione all’accoglienza ed al rispetto dei diritti umani. Figura liminale, di svolta assoluta, della storia dell’Umbria al - 12 -


È ora di una svolta?

passaggio dall’antichità alla fase medievale e moderna è quella di san Valentino. La sua vicenda biografica ed umana presenta, infatti, una serie di caratteristiche che lo rendono senz’altro campione, fino al sacrificio estremo, di istanze di libertà, tolleranza, solidarietà, in una parola: diritti umani. Valentino di Terni è stato un prelato e un uomo che ha sacrificato la propria vita per alti ideali di libertà: libertà di religione, ma soprattutto libertà di cultura e di impegno sociale verso i più sfortunati. In altri termini, un campione dei diritti umani ante litteram. Così, per restituire e registrare verità, lo faremo conoscere, liberandolo dalla tradizione che lo vuole solo come patrono degli innamorati (leggende, sia chiaro, che nessuno avrà mai il potere di cancellare e che noi mai vorremmo, minimamente, sottacere o minimizzare, anzi, siamo certi che quando il mondo parlerà di Terni e del vero Valentino, queste leggende avranno, anche da noi, eccezionale sorte!). Il MoVimento Cinque Stelle preso atto, dopo essersi incontrato con alcuni di loro, che illustri studiosi italiani hanno restituito al mondo intero l’autentica vicenda biografica del nostro santo protettore, si impegna a proseguire tale collaborazione affinché sia possibile far conoscere sempre più la verità in merito a Valentino di Terni e beneficiare così di questa nuova, potentissima, immagine per la città e per l’intero territorio. San Valentino non è, dunque, solo il Valentine mondiale, ma, soprattutto, il VALENTINO DI TERNI (proprio come Francesco d’Assisi, Chiara d’Assisi, Benedetto da Norcia, Rita da Cascia… così sono conosciuti altri santi, alcuni, meno noti, globalmente, del nostro). Ed è a partire da questo preziosissimo elemento, oltre alle ingenti risorse del nostro territorio quali ambiente e qualità della vita, che sarà possibile ridisegnare una identità nuova e al tempo stesso vera della città, per consegnarle una sua nuova dimensione, un futuro su cui puntare, partendo dalle sue stesse radici. Non farlo significherebbe semplicemente tirare a campare, non avere alcuna idea riguardo il futuro e ignorare il bisogno che ogni civile agglomerato ha di essere riconoscibile per le sue qualità, le sue versatilità. - 13 -


È ora di una svolta?

Senza sapere in che direzione procedere si continuerà ad aggiustare e rattoppare un simulacro di città (O patria mia, vedo le mura e gli archi e le colonne e i simulacri ..., ma la gloria non vedo) e quindi contribuire a far sprofondare Terni in un periodo ancora più cupo e inglorioso! San Valentino di Terni Tutti i candidati affermano, nei loro programmi, di voler realizzare, il 14 febbraio, spettacoli e festeggiamenti di alto livello in nome del Santo. Non dicono mai, però, come, cosa e perché lo farebbero. A quanto si legge non si sono mai posta la domanda del perché all’estero sia tutto ottimamente OK e da noi, terra del santo, tutto miseramente KO. Essendo rimasti ancorati a pessime manifestazioni realizzate in precedenza (canzonette dove cuore fa rima con amore e scosciate di ballerine brasiliane), ruotano sempre intorno alle solite amenità! Non si rendono conto degli ingenti investimenti che, all’estero, riguardano le manifestazioni valentiniane e quindi non se ne domandano il perché. Sfugge, a costoro, che quel Valentine non è una nostra creazione; noi italiani, ternani in particolare, non c’entriamo niente! Basta navigare un po’ in internet per trovare montagne di notizie in merito al Valentine di origine esclusivamente anglosassone. È il culto di San Valentino che nasce nell’ambito dell’ampio fenomeno di cristianizzazione di templi e feste pagane caratteristica dei primi secoli dC. Esso risale al 496 quando papa Gelasio, per porre fine ai Lupercalia (festa pagana celebrativa della fertilità e dell’accoppiamento) formalizzò nel 14 febbraio (i Lupercalia si tenevano alle idi di febbraio quindi tra il 13 e il 15) la festa di San Valentino cogliendo nel Santo la figura di riconciliatore di vicende amorose, come indicazione contraria alle sfrenatezze della festa dei Luperci. D’altra parte il Martirologio Geronimiano, unico documento vigente e preso in considerazione fino a pochissimi anni fa, recita testualmente: “Decimo septimo Kalendas Martias Interamnae natale sancti Valentini episcopi et martyris” (La nascita celeste, quindi il giorno della morte terrena, del santo Valentino vescovo e martire avviene il 14 febbraio). - 14 -


È ora di una svolta?

NON SI È MAI ANALIZZATO NÉ DATA IMPORTANZA, FINO A POCHI ANNI FA, AD ALTRO CHE RIGUARDASSE SAN VALENTINO DI TERNI! La Passio s. Valentini episcopi (BHL - Bibliotheca hagiographica latina, 8460) è quella finalmente conosciuta poiché per la prima volta edita criticamente e tradotta dal Prof. Edoardo D’Angelo. La tradizione invece di Saint Valentine protettore degli innamorati si sviluppa solo nel mondo anglosassone a partire dall’alto Medioevo. Geoffrey Chaucer (1343-1400), autore dei Racconti di Canterbury, nel suo poema “Parlamento degli uccelli”, è l’autore del primo riferimento storico al 14 febbraio e a San Valentino come giorno e santo speciale per gli amanti. Egli dice “il giorno in cui ogni uccello … viene a scegliere il suo compagno” e associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia. Poiché appartiene alla loro tradizione ed è una loro invenzione, lo trattano, questo Valentine, come vogliono e ci investono quello che pare loro più opportuno. Se a Terni si studiasse un po’ prima di emettere promesse o sentenze risibili, si renderebbe un buon servizio alla città. A parte il fatto, di grandissima importanza, che, straparlando, lo datano ancora III secolo mentre è ormai super accertato che è vissuto nel IV secolo, ripetono, gli esegeti, cocciutamente, le leggende relative al nostro Patrono, storie che non troverete mai scritte in un documento di una qualche, pur piccola, validità scientifica. Gli aspiranti amministratori si sono sempre lamentati ed - 15 -


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agitati, nel merito, solo in occasione di elezioni: non sanno cosa dire, ma sono obbligati a dirlo! Durante tutti i restanti giorni della loro vita il problema o non esiste o è rimosso. Nessuno di loro infatti ha mai prodotto alcunché in proposito. Nessuno dice come fare, nessuno si spinge un poco più avanti delle solite frasette di circostanza, proprie di chi vorrebbe far intendere, in particolare ai disattenti e ai creduloni, di potere e sapere, amministrando la città, risolvere il problema. Quindi, a loro detta, le soluzioni arriveranno dopo, non prima. Sembrano copie degli attori di strada parigini che chiedono agli astanti un incoraggiamento economico prima del loro spettacolino. A chi fa osservare che lo darà dopo, dicono, sorridendo: Ma se non vuoi darmelo adesso, figurati se me lo darai dopo, quando tutto sarà finito e te ne sarai andato! Perché codesti factotum di Terni non hanno mai analizzato le cause dei mancati festeggiamenti? Nessuno di loro ha dato seguito alle notizie, relative alle scoperte sulla vera vita del Santo, che da

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È ora di una svolta?

almeno 8 anni sono state ufficialmente presentate nella nostra città. Nessuno di loro ha dato seguito alle indicazioni presentate nell’incontro di qualche mese fa, con la Commissione Cultura, nella Sala del Consiglio Comunale, dal Prof. Giampiero Raspetti, a nome degli studiosi riuniti in Terni Progetta. Indicazioni, idee, suggestioni che, in quella occasione, piacquero a tutti. Tutti convenimmo in merito all’importanza di una associazione culturale, Terni Progetta appunto, che lavorasse, disinteressatamente e a favore di tutta la cittadinanza. Allora tutti lodammo quei progetti, ma solo noi del MoVimento Cinque Stelle, a quel che ci risulta, ce ne siamo interessati, iniziando a lavorare insieme ai professionisti della cultura e studiosi del territorio operanti in Terni Progetta. E così siamo rimasti subito colpiti, in senso molto positivo, dai fatti storici che apprendevamo ed abbiamo così presa conoscenza di questo meraviglioso Valentino, martire e vescovo, e coscienza di quanto potremmo adesso fare, in suo nome, per la nostra città. Se dunque i futuri sindaci volessero operare per il

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bene alla città, potrebbero cercare di capire le differenze tra il nostro Valentino di Terni e il Valentine mondiale, che pochissimo ha a che vedere con il nostro, come da sempre osservato dalla Curia Vescovile e dall’autorità religiosa che trattano esclusivamente e giustamente solo la parte cultuale e liturgica, quella della promessa. Spetta a noi, se saremo eletti, elevare ai massimi gradi della conoscenza e della bellezza il nostro Valentino, ora che ne abbiamo accertata la vera storia. Essere stato lui un campione dei diritti umani ante litteram, un santo accostabile e paragonabile a san Francesco, ci dona, nella realtà, non nella leggenda, la possibilità di far diventare, Terni, città di San Valentino, capitale dei Diritti Umani. Questo vessillo ci rende estremamente orgogliosi ma, soprattutto, illumina il nostro futuro. La città di San Valentino potrà avere un valore etico e culturale immenso e sarà anche in grado di pesare molto positivamente sulle future finanze cittadine anche dal punto di vista turistico (ambientale e gastronomico, sportivo e d’affari, sacrale e sociale, termale e congressuale). La nostra Terni, restituita la vera biografia al suo

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È ora di una svolta?

Santo Protettore, potrà allora accogliere i festeggiamenti mondiali, naturalmente con l’intelligenza e la cultura che rivendichiamo per il nostro Paese e per la nostra città. Sapremo anche noi, portata Terni al centro degli osservatori mondiali, diventare anche polo di attrazione per i grandi festeggiamenti e riuscire anche a dare giuste risposte a chi, da sempre, agogna cene romantiche e presentazione di prelibatezze dolciarie. Noi saremo presenti, soprattutto per ricordare e controllare che la città merita manifestazioni di grandissima qualità, nell’organizzazione, nei prodotti, nei significati, negli arredi. Di certo, se saremo eletti, faremo sì che si svolgano solo manifestazioni di grandissimo livello, nei contenuti come nella presentazione esteriore. Terni è bella e dovrà essere sempre più bella! Solo se saremo in grado di presentare architetture di grande pregio, allora ne faremo mostra nella nostra città. Ricordiamo che Terni è famosa anche per una fiorente tradizione pasticciera e che a Spartaco Pazzaglia è stata, nel 1934, conferita la nomina di Gran Maestro della Corona d’Italia e che il suo Caffè è stato dichiarato Locale storico d’Italia.

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È ora di una svolta?

Tutto questo ricorderemo, urbi et orbi, con il progetto Terni Pasticciona che realizzeremo per far conoscere quanto appartiene alle nostre migliori tradizioni, interrompendo quella stupida prassi del copiare e scimmiottare quello che altri fanno. La pasticceria, i dolci in genere, il pane, il caffè, i prodotti della Valnerina, sono tutti magnifici figli delle nostre acque. Sono così tanti e di così alta qualità, che ci si coprirebbe di ridicolo mischiarli e confonderli con prodotti provenienti da altri luoghi! Anche in questo caso si evidenzia la pregnanza del significato della rete dei comuni e del territorio policentrico. Gli studi, infatti, in particolare quelli del Prof. Edoardo D’angelo, dell’Architetto Miro Virili e del Direttore del Museo Diocesano di Terni-Narni-Amelia, Don Claudio Bosi (tutti collaboratori di Terni Progetta), ci consegnano un fatto eclatante ed utilissimo per chi sa che solo dalla cultura troveremo linfa per un futuro radioso del nostro territorio: il Valentino Patrono di Terni, quello Patrono di Casteldilago (Arrone) e quello di Ceselli (Scheggino), è dimostrato, da tali eminenti studiosi, essere una persona sola, quella del vescovo di Terni! Sarà dunque possibile istituire al più presto, appena e finalmente liberato il tratto Vocabolo Staino (detto porta turistica della Valnerina)Cascata dell Marmore, il Cammino con Valentino, da Terni a Scheggino, lungo le sponde del fiume Nera, cammino che da anni Terni Progetta studia, propone, auspica. Da anni infatti altri due collaboratori di Terni Progetta, il Prof. Giampiero Raspetti e la Prof.ssa Rosella Mastodonti, che da più di venti anni intrattiene cordiali rapporti, di stima e di amicizia, con decine di professori, universitari e liceali, e con ispettori scolastici, che, provenendo da molte parti del mondo, sono ospitati a Terni. Con loro si sta già progettando un futuro di Terni, nell’ambito dei diritti umani. Alcuni di loro hanno chiesto già da tempo (il collega norvegese Arve Konnestad, pubblicamente, al precedente sindaco Leo Di Girolamo nella Sala del Consiglio Comunale), cosa potrebbero fare perché il loro Paese possa sponsorizzare un tratto del Cammino valentiniano! Questo progetto comporta la presenza (in rete) di tutti i centri della Valnerina, da Terni a Scheggino, poi da Narni a Spoleto, poi, rendendo effettivi ulteriori ampliamenti già in studio, da Narni a Stroncone a Greccio. Tutti ne trarranno beneficio, come deve essere per un territorio in rete. - 20 -


Terni policentrica

Solo l’uomo colto è libero. Epitteto (Filosofo, I-II)

TERNI POLICENTRICA Terni non è solo “la città” in senso fisico (gli edifici, le strade, le piazze...), ma è anche un sistema di comunità che, all’interno di uno specifico territorio (habitat), si riconoscono in un insieme di atti, di vicende politico-amministrative e si ritrovano in tradizioni, usi, costumi: in una parola nella loro storia. Noi vogliamo riscoprire la nostra vera identità a partire da quella dell’Umbria che consiste proprio nella differenza, nella particolarità delle tante identità dei singoli centri della Regione. Le differenze non sono una debolezza, ma un punto di forza; la diversità culturale non è un indicatore negativo, ma, all’opposto, un valore da difendere e sviluppare, così come nell’ambiente naturale è un valore la biodiversità. Siamo quindi contrari al modello centralistico della cittàregione elaborato negli anni ottanta e purtroppo ancora oggi seguito nei fatti dai nostri amministratori e proponiamo un modello alternativo: l’Umbria come una regione di città, di comuni e di comunità. Un modello insediativo policentrico fondato sul sistema delle reti di città che costituisce la parte strutturante dell’intelaiatura territoriale e identitaria della regione Umbria. Dobbiamo andare oltre il bipolarismo umbro tra Terni e Perugia che oggi, dopo l’abrogazione di fatto delle province rischia di diventare nuovamente un centralismo o un accentramento regionale, a scapito del policentrismo che storicamente ha caratterizzato la nostra regione. Quel che conta, per noi, è il Restauro della memoria al fine di interrogarci sulla identità di Terni e del territorio della valle del Nera, base fondamentale per eventuali nostri progetti che possano proiettare la nostra città e il suo territorio in un futuro le cui dimensioni sono tutte da delineare, anche e soprattutto, da parte nostra. Si darà, così, rigenerata importanza alle Associazioni culturali e del volontariato che vivono direttamente le particolarità della città e delle comunità e che sapranno meglio proporre agli amministratori urgenze e progetti - 21 -


Terni policentrica

derivanti proprio dalla conoscenza diretta del territorio dove vivono e che meglio conoscono. Per restauro della memoria intendiamo allora un intervento non solo sulle opere d’arte, sui monumenti, sul patrimonio naturale, ambientale, paesaggistico, ovvero sugli aspetti fisici, ma anche e soprattutto su quelli immateriali, grande patrimonio costituito dalla nostra storia, dalle tradizioni, dagli usi e dai costumi, dai saperi, dalle specificità culturali locali, in altre parole dalla nostra cultura che è la nostra memoria. Le culture e le memorie sono tante, diverse, e non possono essere rappresentate solo da qualcuna egemone e totalizzante. Del nostro essere comunità, infatti, stiamo perdendo la coscienza, perché stanno scomparendo le culture che l’avevano prodotta (es. la cultura contadina e la cultura industriale), mentre parte del territorio urbano e periferico è stato brutalmente stuprato e cementificato. I ternani (il cittadino medio, non gli studiosi) hanno dimenticato pezzi della loro storia (ad esempio la storia antica è quasi del tutto ignorata al punto che viene vista come un tutt’uno fino alla rivoluzione industriale

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Terni policentrica

quando nasce la città contemporanea, ignorando le diverse “Terni” che sono finite e rinate dall’altomedioevo fino all’età moderna) e non considerano, come propria, parte del territorio comunale (le antiche municipalità) arrivando persino a ignorare che alcuni ambiti comunali sono di un’altra diocesi (Cesi, San Liberato, Valserra e Valnerina). Nostro obiettivo è dunque quello di costruire o ricostruire un nuovo modello culturale che in questa fase sintetizziamo nella definizione di Terni città Policentrica. La nuova Terni dovrà essere, per noi, una città in rete con le altre città (Centri) della valle del Nera e del Velino (Narni, Amelia, Rieti e Norcia) e nello stesso tempo essere un Comune policentrico, composto dalle tante identità delle diverse città che si sono succedute nel tempo intrecciandosi con le identità delle antiche municipalità (i suoi “castelli”), con il suo spazio rurale e la sua “montagna” dove ancora oggi permangono gli usi civici delle comunità (Domini Collettivi, Comunanze ecc.). Tante identità che rendono ogni luogo particolare e degno di essere raccontato e che fanno di Terni una città con elevato indice di diversità culturale.

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Conoscere, salvaguardare e restaurare la memoria di una parte, significa rafforzare l’identità della nostra città e contribuire a portare materiale e risorse per costruire la nuova Terni del XXI secolo. Per questa ragione è significativo partire proprio dai centri minori del comune e dai piccoli comuni del comprensorio ternano, per iniziare a rileggere la nostra città all’interno di un’ottica di sistema. Quindi, coerentemente con quanto proposto durante la scorsa consiliatura, l’Amministrazione 5 Stelle istituirà dodici consigli elettivi di cittadini volontari, sul modello del Comune di Parma. Organi consultivi territoriali, eterogenei per numero di abitanti, direttamente eletti dai cittadini, che avranno il compito di restituire autonomia e rappresentatività ai quartieri: Centro storico, Terni nord, Terni sud, Terni est, Terni ovest, Collescipoli, Cesi, Miranda, Valserra, Valnerina, Papigno-Marmore, Piediluco. Una nuova struttura identitaria che sarà correlata da una nuova immagine istituzionale dell’Ente, elaborata sui 12 quartieri, un concorso di idee

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Terni policentrica

nazionale aperto ai giovani designer per la realizzazione della nuova visual identity del Comune di Terni. Un’araldica contemporanea che sarà poi la base di un’apposita segnaletica turistica della città. Inizieremo un lavoro complesso anche sui beni culturali, materiali e immateriali, più strategici (La Cascata delle Marmore, Carsulae, San Valentino…), lavorando intorno a tre idee base: 1) “Restauro della Memoria” progetti per la conoscenza che prevedano interventi sulla nostra identità, sul paesaggio, sul grande patrimonio immateriale costituito dalla nostra storia, dalle tradizioni, dagli usi e dai costumi (San Valentino, Cascata UNESCO, ecc..). 2) “Terni policentrica” progetti e studi sulla realtà sociale, economica, ambientale e culturale della nostra città rapportandola alle altre città della valle del Nera e del Velino (Narni, Amelia, Rieti e Norcia) ricollocandola all’interno del sistema Umbria; 3) “Terni XXI”, redazione di specifici progetti di conservazione, di valorizzazione e di sviluppo all’interno del quadro descritto in tutti i campi che sono stati e saranno individuati (Cultura, turismo, natura, sport, avventura…). Terni e la valle del Nera tra identità e alterità Il concetto di policentrismo costituisce, dal punto di vista teorico, una sorta di opposizione all’interpretazione tradizionale della gerarchia urbana, riferita semplicemente alle dimensioni e alla massa delle funzioni delle città (per esempio in termini di popolazione). Sotto questa luce, il dibattito sul policentrismo urbano non si concentra unicamente sulla differente dimensione dei sistemi territoriali, ma sulla varietà e diversità delle funzioni, la loro distribuzione e le conseguenti relazioni di integrazione e interdipendenza tra i centri. Proponiamo una nuova identità per la Terni del XXI secolo da costruire insieme alle comunità della Valnerina. Il nuovo modello culturale basato sul Policentrismo che delinea una visione diversa del nostro futuro, costituisce una delle politiche di sviluppo della Commissione europea nell’ambito dello Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo (SSSE). - 25 -


La forza della cultura

L’immaginazione conta più della conoscenza. Albert Einstein (Fisico, XIX-XX)

LA FORZA DELLA CULTURA La cultura deve rappresentare la scommessa vincente per il futuro. La crisi culturale di Terni ha origini storicamente recenti: un secolo o poco più. Insediatasi e stabilizzatasi la grande industria, una storia trimillenaria ed assolutamente originale, anche in un contesto composito come quello italiano, ha finito per essere interrata e cancellata, con lo scorrere dei decenni, dalla memoria collettiva, mentre le nostre “radici” sono state sommerse dalla retorica della “Manchester d’Italia”. Ai giorni nostri, obsoleti i templi della chimica e della metallurgia, caduto di conseguenza l’indotto, cancellate le antiche vocazioni agricole e turistiche (basti ricordare, come esempio, a Terni antico orto di Roma, a Maratta, per le prime e il percorso del Gran Tour per le seconde), la città vive una frenetica, epilettica rincorsa ad una “immaginaria terziarizzazione”, inseguita dagli operatori, dalla politica e dalle classi dirigenti non con concretezza progettuale né con il sostegno e l’analisi delle vocazioni reali, ma con una sorta di ansia millenaristica come se, nel volgere di alcuni mesi, la città ed il suo hinterland possano cambiare radicalmente strutture economiche, e

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La forza della cultura

quindi urbanistiche, mentali, sociali. Tutto ciò ha il sapore della improvvisazione dilettantistica che temiamo nasconda brutalità affaristiche molto vicine alla filosofia contemporanea dell’usa e getta e rappresentate, anche, da quelle manifestazioni, senza storia e senza respiro, che vengono contrabbandate, in città, come grandi eventi. Si tratta qui, quasi sempre, di messinscena senza alcun riferimento alla storia, alle tradizioni, alla versatilità del nostro territorio. Ma, ancor peggio, si assiste a scimmiottamenti di manifestazioni radicate in altri siti, in altri ambienti, in un’altra vita, trasportate nella nostra città con modalità non rigorosamente causali, ma tristemente casuali. Prima dunque che gli studi e la cultura di cui ci gioveremo ci diano soddisfacenti risposte progettuali (alcune, come si evince chiaramente dal presente scritto, sono già giunte), su di un fatto possiamo giurare: la storia di Terni è talmente bella, l’idea che abbiamo della città è talmente radiosa, che ammetteremo la realizzazione (e quindi la visione), in centro città e negli altri centri periferici, solo di eventi di altissima qualità contenutistica ed espositiva. Ed ancora: faremo tutto il possibile perché la città di Terni, in virtù dei tanti e stupendi progetti che si potrebbero a ragione realizzare in un territorio ricchissimo per tutti, tranne per i deprivati culturali, sia nominata Città della cultura del 20xx!

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Progetto è politica e politica è progetto!

Se non sapete dove state andando, ogni strada vi porterà nel posto sbagliato. Henry Kissinger (Politico, XX-XXI)

PROGETTO È POLITICA E POLITICA È PROGETTO! La politica è l’arte di risolvere i problemi dei cittadini. Occorre dunque, dapprima, possedere cultura per capire i problemi. Poiché problema (pro ballo, pongo innanzi) equivale identicamente a dire progetto (pro iacio, getto davanti), risolvere i problemi dei cittadini significa semplicemente essere in grado di elaborare progetti risolutivi. Come dire: se presenti i soliti programmi e non sai presentare progetti, cioè soluzioni per una città possibile ed auspicabile, dai contorni e dalla identità prefigurate, allora non fai politica, fai demagogia! “Centro” della polis, quindi della politica, è l’uomo, con i suoi valori sempre e ovunque attestabili e misurabili dalla condotta ordinaria, non da mere enunciazioni verbali, uomo riconoscibile da una autentica dedizione al bene comune. Centro della politica amministrativa è il progetto per la città, in assenza del quale tutto l’agire politico diventa insensato. Se è del tutto naturale che chi amministra la città debba assumere totalmente ed intensamente i problemi della gestione e della cura dell’esistente, della città così come è oggi, con tutte le sue contraddizioni e carenze, occorre, tuttavia, al contempo, predisporre una robusta visione della città futura che vogliamo, affinché ogni misura da prendere non sia, quantomeno, dissonante con la città che ci accingiamo a costruire. Non un progetto, dunque, limitato a chiosare l’esistente, imperniato solo su accadimenti contingenti, episodici. Un progetto, invece, pianificato sull’obiettivo a lungo respiro, sulla meta delle azioni politico-amministrative, meta che non può essere che la più alta possibile: la disegnano cultura ed intelligenza, si nutre di sogni e di speranze, emana forti cariche emozionali. Senza una efficace direzione, ovviamente, ogni elemento propositivo componente il quadro progettuale potrà risultare scheggia impazzita, isolata, esterna e forse contraddittoria. C’è anche il rischio di acquistare involucri maestosi per ospitare fantasmi o costruire un qualcosa che non funzionerà mai, - 28 -


Progetto è politica e politica è progetto!

o di murare pezzettini di città stonati tra di loro e contrastanti con un disegno egemone. Fissata la meta, si programmano le singole tappe concrete che concorrono al raggiungimento del traguardo finale. Ecco allora i tempi, i modi, le risorse, le opportunità, le convenienze. Ogni elemento va nella direzione indicata, non è un “tanto per fare”, non si disperde in mille rivoli, ma confluisce nell’idea generale. Non è un “facciamo vedere che facciamo”, così caro ad alcuni amministratori, o presunti tali, quelli che non capiranno mai l’architettura generale e complessiva. Imprimere sviluppo positivo al territorio è compito specifico dei buoni amministratori. La loro intelligente azione amministrativa è chiamata a conoscere prima, per esaltare poi, tutte le risorse insite nel territorio, a crearne di nuove, a stimolare e favorire l’intervento degli imprenditori, ad attrarre investimenti.

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Progetto è politica e politica è progetto!

Una Amministrazione che non dia propulsione ad attività economiche, sociali e culturali, non riesce a stare al centro della organizzazione sociale e non sarà punto di riferimento per i cittadini. Occorre una idea di governance quale strumento democratico essenziale all’interno di un disegno di forte decentramento che avvicini sempre più i cittadini alle istituzioni e determini un coinvolgimento spontaneo alla crescita della democrazia: così davvero si sostanzia il principio di sussidiarietà. L’amministratore sarà allora un animatore delle pregnanti proposte che la realtà territoriale esprime e un coordinatore delle risorse intellettuali, culturali, sociali dei cittadini e delle associazioni che li rappresentano. Sembra davvero giusta e pertinente la nostra idea di istituzionalizzare il concetto e la portata dei SENATORI DELLA CITTÀ (quei cittadini cioè amanti della città che, una volta terminato il lavoro o cessati gli incarichi, mettono a disposizione gratuita della città e dei suoi giovani la loro esperienza e le loro conoscenze). Una prima struttura che proporremo, simbolo del nuovo rapporto cittadinoamministratore, sarà un Centro Culturale Cittadino. In esso potranno offrire il loro contributo gratuito i Senatori della Città. Il Centro si configurerà come “fucina di proposte, laboratorio culturale, atelier di progetti”; In esso i giovani troveranno un luogo di incontro, di socializzazione, di integrazione culturale (con insegnanti e classi), di scambio di esperienze (anche con professionisti), di collaborazione (anche con pensionati); il tutto finalizzato alla conoscenza del territorio ed alla progettazione e realizzazione di manifestazioni culturali, sociali, sportive, del tempo libero. In questa moderna “agorà” (struttura anche di coordinamento di altri Centri Culturali Decentrati e di altri Centri di un territorio policentrico), sarà possibile l’incontro e la collaborazione tra gruppi (formali e informali) ed associazioni già operanti nella nostra e nelle altre città. Alcuni giovani potranno qui organizzarsi e trovare il fermento per la gestione di servizi culturali e per lo sviluppo delle loro capacità imprenditoriali. Gli amministratori saranno i referenti intelligenti di tale Centro. Siamo sicuri che questo raccordo tra Centro Culturale Cittadino ed Amministrazione arrecherà un forte contributo all’immagine globale della città. - 30 -


Il turismo

Abbiamo bisogno di persone che riescano a sognare cose mai esistite. John Kennedy (35° Presidente U.S.A, XX)

IL TURISMO Il turismo, nelle sue grandi direttrici, non è più, da tempo, quello de “stessa spiaggia, stesso mare”. E neanche quello delle prenotazioni presso le agenzie turistiche tradizionali. Né quello in cui si pubblicizzano le località attraverso giornali, filmati, cartelloni o pareti di autobus. Da quando si è imposta l’era digitale, tutto questo non c’è più. Chi si ostina ancora a percorrere vecchie vie pubblicitarie dilapida i soldi della sua comunità. Fin quando? Falliscono lentamente le vecchie agenzie turistiche, falliscono mestamentamente anche le librerie e tutte le aziende i cui prodotti sono venduti attraverso il web. Ormai è qui che si gioca la partita. Contano i prodotti di internet, i consigli interpersonali, il passaparola anche attraverso i post. Ecco allora la chiave di volta: favorire al massimo, semplificando procedure e minimizzando i costi (risparmiando sulle grandi spese per pubblicità farlocche), la permanenza, ma, soprattutto, organizzando, sinergicamente, nuove manifestazioni (culturali, sportive, storiche, enogastronomiche…) in un territorio che è davvero il PARADISO STESSO. I centri più organizzati, come Terni, Narni, Amelia, Rieti, disponendo di più mezzi, hanno il compito di dare inizio e corpo a tali organizzazioni progettuali. Come esempio cito le due stagioni de I giochi della Valnerina, progettati da Terni Progetta, con preziose collaborazioni provenienti da Narni, Ferentillo e Sant’Anatolia di Narco. I Giochi sono progettati in stretta corrispondenza con gli - 31 -


Il turismo

umanissimi valori che la terra del Nera emana, la purezza dei suoi ambienti, lo spirito socievole e sereno che i suoi abitanti trasmettono. Chiamare alla partecipazione, alla condivisione dei valori, a respirare la nostra terra, per giocare insieme a noi, anche gente da tutte le parti del mondo, sembra una scommessa impossibile, ma noi accetteremo questa sfida perché crediamo alle enormi potenzialità della nostra terra, alle sue ricchezze, all’umanità dei suoi abitanti! Vivere, anche se solo per il tempo di una vacanza, questa meravigliosa terra consentirà, grazie al passaparola, di ampliare la platea dei frequentatori dei nostri territori, come sta avvenendo a Narni, ad esempio, dove nascono spontaneamente gruppi di interesse (attualmente già 3 attivi: uno irlandese, uno olandese, il terzo legato ai paesi scandinavi) che hanno scelto di abitare proprio qui, in Narni. Dapprima è stato l’ambiente ad ispirarli, poi anche la conoscenza delle immense risorse territoriali, ben illustrate e fatte conoscere da un altro collaboratore di Terni Progetta, l’ing. Giuseppe Fortunati. Criteri generali Il turismo da promuovere nel territorio ternano si caratterizza anche come: politematico, specialistico, naturalistico, culturale, storico, scientifico. Aspetti salienti sono il “tempo breve” (una settimana o un week end), l’organizzazione totale (24 ore su 24), la sicurezza ed il confort dell’ospitalità, il desiderio di immergersi in amene e tranquille oasi naturali e quindi la ricerca di una rigenerazione fisica e mentale. Tali elementi interagiscono tra loro e presuppongono il superamento di una angusta, ma finora egemone, lettura esclusivamente “urbana“ del territorio. Con questa nuova impostazione della politica ambientale, la città più grande, nutrice, consumatrice ed “inquinatrice”, allo stesso tempo, dei territori delle altre città limitrofe, deve cogliere tutta la responsabilità che essa assume nei loro confronti e quindi della necessità di mettersi a disposizione, attraverso i propri strumenti di programmazione, per la realizzazione dei processi sopra menzionati. Ciò è tanto più vero quando si pensi alla impossibilità, da parte dei paesini, di disporre delle risorse finanziarie necessarie per sostenere delle autonome programmazioni - 32 -


Il turismo

generali, mentre potranno meglio sviluppare programmazioni più settoriali e tipicamente municipaliste. Un paesino popolato da pochi abitanti, pur magari in possesso di un delizioso sedimento culturale, non ha abbastanza forza per pubblicizzarlo; alle città più grandi, Terni spoprattutto, sarebbe invece possibile aggiungere e mettere a sistema, magari perfezionandone insieme anche gli orari in base ad una visione sinottica generale. Di queste proficue sinergie beneficerebbe sia il piccolo insediamento (ricordiamolo: uno dei tanti centri di un territorio policentrico messo in rete con pari dignità rispetto agli altri centri) e ne beneficerebbe Terni che si costituirebbe, giustamente, quale volano stesso di tutto il movimento. Se infatti riuscissimo a produrre, in sinergia, un flusso turistico importante, il turista, che deve alloggiare, dormire, fare acquisti, assistere a momenti culturali, artistici, scientifici, potrà trovare risposta a molti dei suoi desideri, magari in Terni, ad esempio. Territorio policentrico significa proprio questo: i centri diventano patrimonio di tutti coloro che collaborano per renderli più preziosi e per inserirli in un circuito globale.

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Il turismo

Un serio progetto di offerta turistica per un territorio in rete richiede che le infrastrutture di comunicazione, la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, l’utilizzazione del territorio, il restauro e la manutenzione dei beni artistici e monumentali, la ideazione e la realizzazione di eventi, i programmi delle manifestazioni culturali, la conservazione delle professionalità tipiche, tutte le risorse cioè che possono essere dirette a soddisfare una domanda turistica (in crescita quantitativa e qualitativa), siano pensate e programmate in modo coordinato con tutte le realtà amministrative con le quali nasca la cooperazione. Per la promozione di un turismo di carattere culturale nel comprensorio ternano è necessaria la realizzazione di itinerari tematici che consentano di stabilire un rapporto di reciprocità e di interrelazione fra il museo, la città ed il territorio circostante. Operazione preliminare ed indispensabile per la realizzazione di questi progetti non può non essere il censimento dei beni e delle risorse culturali, storiche ed ambientali del territorio ternano, condizione necessaria per la fruizione dei poli culturali e dei luoghi di particolare interesse (aree archeologiche, complessi monumentali ed artistici, ecc.), sintonizando e magari coordinando il sistema delle prenotazioni, gli orari di accesso a supporto dalla organizzazione di visite guidate da operatori qualificati. Città dei giovani Molti giovani ternani partecipano alla cosiddetta movida serale. Il divertimento della loro vita notturna è quello di guardarsi, salutarsi e scambiare due chiacchiere, nella migliore delle ipotesi. Nei quartieri della movida, però, d’estate, chi non ha aria condizionata nella propria abitazione, dovendo tenere, per respirare, le finestre aperte, non si addormenta quando vuole, ma quando vogliono gli altri. Noi siamo molto felici del fatto che i giovani si divertano, ma molto dispiaciuti del fatto che alcuni cittadini dormano, d’estate in particolare, a comando. Essendo convinti che sia gradito e ragionevole migliorare il divertimento dei giovani, magari attraverso la possibilità di cimentarsi anche nella musica, nel teatro, nello sport, pensiamo di dar vita ad una Città dei giovani. - 34 -


Il turismo

Ci riferiamo ai locali dell’ex centrale di Papigno, più di 10 ettari! Una cittadella con grande postazione alberghiera per tutti i turisti che, insieme agli altri Centri, saremo capaci di far venire nella nostra terra. Poi bar, pizzerie, campi di gioco per vari sport, sale per teatro, musica, biblioteche settoriali, negozi, ristoranti... A Papigno l’ex stabilimento del Carburo di Calcio si trova al centro di una concentrazione significativa di attività industriali di vario tipo (idraulica, elettrica, mineraria, chimica) e di antico impianto che ne fanno un interessante soggetto di archeologia industriale. Nella Città dei giovani potrebbe benissimo trovar posto una parte della storia del lavoro dei loro padri, un Museo dell’Industria che illustri anzitutto le trasformazioni dell’ambiente della valle di Papigno dai tempi del Corot ad oggi, cui sarebbe facilmente collegabile l’illustrazione dell’industrializzazione di Terni e di tutta la conca ternana, con i suoi effetti sul tessuto urbano, i risvolti sociali, gli effetti dll’inquinamento, fino alle distruzioni arrecate dai bombardamenti, alla ricostruzione, alla crisi ed alle trasformazioni attualmente in corso. Si propone, allo scopo, il ripristino della linea tramviaria Terni-Ferentillo (o qualcosa di analogo, anche con mezzi di trasporto particolari e progettati all’uopo). Anche questo progetto è inseribile nell’ambito di Terni Policentrica e ben rappresenta quella Terni che sarà che SOLO NOI PRESENTIAMO.

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Il turismo

Il turismo scientifico Il turismo scientifico, molto adatto per le scuole, italiane e non, sarà un altro elemento importante per costruire la Terni che sarà. Il turista dell’era elettronica ha voglia di divertirsi e di rilassarsi, ma ha anche voglia di capire il proprio tempo, di conoscere il passato, di intuire il futuro. Coniugheremo così risorse già esistenti che hanno però bisogno di essere messe in rete, con gli interessi più propri del mondo attuale, che sembrano tuttavia di portata fondamentale anche per i prossimi secoli: la conoscenza scientifica (del nuovo come del vecchio), l’interazione della mente con il lavoro dell’uomo, con i fenomeni della natura, con la trasformazione dei prodotti naturali, con i cicli biologici e nutrizionali, con i nuovi e dirompenti aspetti del mondo tecnologico. Proponiamo pertanto, da realizzare in Valnerina, il laboratorio a cielo aperto APRITI CIELO. In esso confluiranno elementi di conoscenza scientifica non rappresentabili direttamente negli istituti scolastici (zoologia, botanica, paleontologia, geologia, astronomia...) insieme alle applicazioni funzionali di discipline scolastiche tradizionali (matematica, fisica, chimica, informatica...) in una metodologia di insegnamento-apprendimento definibile come problem solving o euristica. Alla luce di quanto sta avvenendo in campo globale, in merito alla recrudescenza dei fenomeni climatico-ambientali, ma soprattutto in relazione alla ormai innegabile responsabilità delle molteplici attività umane nel determinare una lunga serie di anomalie negli equilibri naturali, è ormai pensiero unanime da parte degli scienziati della necessità di una presa di coscienza collettiva dei gravosi problemi che le nuove generazioni si troveranno ad affrontare nell’immediato futuro. Allo stato attuale delle cose, essi individuano la strada maestra partendo dal basso, ossia da una consapevolezza acquisita da parte delle popolazioni locali, dei singoli cittadini. È per questo che si ravvisa la necessità di attivare a livello locale un’opera di divulgazione scientifica mirata, tale da consentire una reale presa di coscienza della realtà dei meccanismi ambientali; capace di restituire una conoscenza più approfondita delle leggi che regolano - 36 -


Il turismo

l’evoluzione dell’ambientale e che ponga in primo piano il ruolo che l’uomo ha ormai assunto come elemento attivo e dinamico in grado di determinare profonde modifiche a quell’ambiente che, nello stesso tempo, lo mantiene in vita. La particolare conformazione geologica del nostro territorio, tipica di una catena montuosa giovane e in pieno fermento geologico, se da un lato è sempre puntuale nel rammentarci, anche con estrema crudezza, la sua indole irrequieta, dall’altro non ci risparmia delle sue innumerevoli e straordinarie bellezze: le montagne, le valli fluviali, le cascate, i laghi. Sono proprio queste bellezze naturali la nostra chiave di lettura. Esse, frutto di una lunga evoluzione territoriale, oltre ad essere ammirate, vanno studiate e conosciute nella loro natura. Esse ci raccontano la loro storia e, nello stesso tempo, ci consentono di intuire quale sarà il nostro futuro in un contesto ambientale in costante evoluzione geologica. Ripristinare un rapporto diretto con il mondo della scienza consentirebbe non soltanto di inaugurare una nuova fase della divulgazione scientifica a vantaggio della società civile ma consentirebbe anche di contribuire fattivamente ad un miglioramento della qualità della vita di tutti noi, prestando anche un piccolo ma significativo contributo alla ricerca scientifica nazionale.

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Noi cittadini con i cittadini

Ascolta anche l’altra versione. Aurelio Agostino (Padre della Chiesa, IV-V)

NOI CITTADINI CON I CITTADINI Ogni volta che i cittadini si fanno carico di un problema collettivo o di un bisogno sociale non fanno altro che affermare la propria soggettività di cittadini e la volontà di riappropriarsi della funzione politica. Se il problema o l’esigenza sociale in cui spontaneamente diffondono il loro impegno è un bisogno altrui, allora si parla di azione volontaria. Volontario è il cittadino che liberamente, non in esecuzione di specifici doveri giuridici, ispira la sua vita a fini di solidarietà. Esso, adempiuti i suoi doveri civili e di stato, si pone a disinteressata disposizione della comunità, promuovendo una risposta creativa ai bisogni emergenti dal territorio con attenzione prioritaria per i poveri, gli emarginati, i senza potere. Una nuova collaborazione fra settore pubblico e terzo settore equivale a costruire una politica attenta ai bisogni di tutti i cittadini, una politica che abbandona le remore delle ideologie e delle partitocrazie e si rigenera come politica dei comportamenti, dei valori, dei progetti. Una società senza progetti favorisce infatti disordine nella costruzione e nella ricostruzione, l’atomizzazione dei comportamenti dei singoli, la perdita di interesse da parte di questi ultimi verso i doveri di cittadinanza politica, la crisi di credibilità e di consenso verso le istituzioni. Poiché il volontariato esercita da sempre il ruolo di profezia e di progettualità sociale risulta ben evidente che una formazione politica impegnata per il bene comune dovrà improntare molti suoi comportamenti allo spirito del volontariato, e quindi dovrà anche, da esso, assumere dedizione e metodi. Rivaluteremo dunque le Associazioni del volontariato, i Centri Sociali, le Associazioni Culturali, riconoscendo pienamente la loro autonomia e chiamandoli ad una collaborazione ufficiale, in termini paritetici, per la elaborazione e la realizzazione di progetti per la città. Analoghe collaborazioni chiederemo a tutte le Organizzazioni di Categoria e agli Ordini Professionali. Amplieremo l’azione propositiva e creativa dei Senatori della città. - 38 -


IO SONO Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto, Castelluccio di Norcia, Castelsantangelo sul Nera, Macerata, Norcia, Preci, Rieti, San Pellegrino, Ussita, Visso, .......... IO SONO TERNI.

Foto Marco Ilari, archivio La Pagina Grafica ed impaginazione Francesco Stufara Stampa Tipografia Federici Editrice Projecta - Maggio 2018 Mandatario Thomas De Luca


#TERNI TORNA TUA

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