Pausa Caffè | Numero 9 | Luglio 2018

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PAUSA CAFFÈ , 9 o r e Num Liuglio 2018


PAUSA CAFFÈ - Numero 9, luglio 2018

Uno, nessuno, centomila pp.4-5

Solo andata pp.6-7

i vostri ricordi di viaggio pp. 8-15

Le proposte della Dante pp. 16-18

Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

Motore azione! p.19

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e t r a ’ d a i r e Gall p.20

National Geo-Giorgio pp.23-25

Nostradamus pp.21-22

! o n r e v n i ’ d e z n a ! Vac o i l g u l 8 2 l a 3 2 dal

o r e m u n o m i ! i s s r o o t r a p r o b a l e l a i c e p s Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Uno, nessuno, centomila Marco Polo. Da Venezia alla corte del Gran Khan Marco Polo nasce a Venezia nel 1254. Mercante, viaggiatore italiano, al suo nome è legata l’opera passata alla storia come “Il Milione”. Cittadino della cosiddetta Serenissima, come viene chiamata a quei tempi la Repubblica di Venezia, Marco Polo nasce in una famiglia tipica della Laguna, benché originaria di Sebenico, Dalmazia. Appartenente all’alta borghesia veneziana, figlio di Niccolò, nipote di Matteo Polo, all’età di diciassette anni il giovane Marco intraprende un lungo viaggio insieme con i due familiari. È il viaggio della sua vita, che consegna il suo nome alla storia. In realtà, sono proprio Niccolò e Matteo ad invogliare il giovane Marco ad intraprendere la carriera di commerciante all’estero. Tornati a Venezia nel 1269 dopo nemmeno due anni decidono di rimettersi in viaggio. Con loro, c’è anche Marco Polo, il quale insieme con suo padre Niccolò e suo zio Matteo, nella primavera del 1271 parte per l’Asia. Qui, stando ai primi resoconti dell’esperienza, i commercianti veneziani si guadagnano la fiducia del Gran Khan del Katai, in Cina. Questi, affida loro alcune missioni nelle province più remote del suo impero, dandogli la possibilità di intraprendere viaggi in terre impervie, alla stregua di popolazioni e culture fino a quel momento nemmeno imma-

ginate dall’uomo occidentale. Tutta l’esperienza dura quasi venticinque anni e, successivamente e con dovizia di particolari, costituisce il corpus centrale dell’opera di Polo: “Il Milione”, appunto. Secondo i documenti riportati di seguito, i Polo sarebbero giunti a Pechino alla corte del Gran Kahn intorno al maggio del 1275. Il giovane e intraprendente viaggiatore veneziano, su incarico dall’Imperatore, ispeziona le regioni al confine del Tibet e lo Yün-nan fregiandosi del titolo di “Messere”. È un’onorificenza che lo pone a stretto contatto con la figura del sovrano, facendo di lui un rappresentante e informatore, oltre che ambasciatore di Stato. Svolge inoltre attività amministrative e si guadagna la stima delle alte sfere della società mongola. Nel 1278 poi, Marco Polo viene nominato Governatore di Hang-chou, già capitale, sotto la dinastia dei Sung, del reame dei Mangi. È il massimo riconoscimento per la sua abilità e per l’impegno profuso alla corte del Kahn. Nel 1292, a ventun’anni dalla partenza da Venezia, il mercante divenuto governatore inizia il viaggio di ritorno salpando dal porto di Zaitun. Dopo tanto peregrinare, nel 1295 rientra a Venezia.

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Tre anni dopo, nel 1298, Polo viene fatto prigioniero dai genovesi, durante la battaglia navale di Curzola, cui prende parte per difendere la sua Serenissima. In carcere però, durante la sua prigionia, fa la conoscenza di un mediocre letterato, tale Rustichiello da Pisa che ha la brillante idea di farsi raccontare da Marco Polo tutta l’esperienza passata in Oriente insieme con i suoi parenti, con il fine di rendere su carta quanto appreso e diffonderla a tutti.. A conti fatti, “Il Milione” resta un documento fondamentale per comprendere sia l’Oriente medievale, sia la mentalità mercantile italiana verso la fine del ‘200. Marco Polo muore a Venezia nel 1324, a settant’anni.

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SOLO ANDATA - rubrica di viaggi Un’estate al mare Voglia di remare Fare il bagno al largo Per vedere da lontano gli ombrelloni -oni -oni… cantava Giuni Russo nel lontano ’82. Questo ed altri tormentoni come non passano mai di moda e da giugno a settembre accompagnano gli automobilisti italiani in viaggio per le tanto attese ferie. Ferie agognate, sognate, pianificate, prenotate, organizzate. Ferie all’estero o in Italia? Low-cost o extra lusso, lob-budget oppure all-inclusive? Ce n’è per tutti i gusti e secondo i sondaggi di Robintour Travel Group e Viaggi Coop quest’anno partirà il 10% in più degli italiani rispetto all’anno scorso, ovvero l’88% della popolazione; di questi tre milioni e mezzo la maggior parte opterà per le coste italiane ed il 39% andrà all’estero. Dove vanno gli italiani in vacanza? Secondo la classifica delle mete italiane più gettonate, l’Isola d’Elba è in testa, seguita da località marittime in Sardegna (Villasimius), Sicilia (San Vito lo Capo), Emilia Romagna (Rimini e Riccione) e Puglia (Ugento, Porto Cesareo e Vieste). Sei destinazioni su dieci sono nel Mar Tirreno che però sono anche le più costose. Chi va all’estero sceglie principalmente la Grecia e la Spagna: in vetta alla classifica troviamo Santorini seguita da Ibiza e Creta e solo dal settimo posto in giù troviamo città (New York, Londra e

Parigi). Come viaggiano gli italiani? Ai tempi di internet si punta sul fai da te e la sicurezza della prenotazione. Un viaggiatore su due o ha già prenotato o pensa di farlo a breve (54%) e nove su dieci lo faranno prima di partire. Oltre 7 su dieci fanno da soli (73%), ma ci sono ancora due viaggiatori su dieci (19%) che scelgono di affidarsi alle agenzie di viaggi per l’ottimo rapporto qualità/prezzo o per le proposte originali e interessanti, o per un rapporto di fiducia consolidato. Dei vacanzieri che posseggono un animale, più di tre su dieci (32%) sono pronti a portarlo con loro e un italiano su due (55%) è disposto a pagare tra il 5 e il 30% in più rispetto al costo totale

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PAUSA CAFFÈ - Numero 9, luglio 2018 della vacanza, pur di poter avere dei servizi dedicati proprio agli amici a quattro zampe. Il ritratto del vacanziere Tra chi già pensa al riposo estivo, il 34% è un vacanziero che potremmo definire “pronto a tutto”. Vuole trascorrere più tempo con gli amici, vuole raccontare la propria avventura sui social, mostrando un look impeccabile e dedicarsi più agli amici che al relax. Uno su quattro invece può rientrare nella categoria dei vacanzieri “a tutto relax” (27%) o “tech detox” (26%). I primi scelgono di mangiare un po’ di più, di dedicare più ore al sonno e meno ai social. I secondi invece rimangono fedeli alle proprie abitudini non fosse che tentano di sfuggire alla tecnologia usando meno lo smartphone, il pc o il tablet. Poi ci sono i “pantofolai” (13%) che vanno in vacanza come se fossero in casa e non vogliono cambiare nessuna delle loro abitudini. Per quest’anno non cambiare stessa spiaggia, stesso mare torna ancora quest’estate torna ancora quest’estate insieme a me!

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I vostri ricordi di VIAGGIO Anni fa, poco dopo che ci siamo sposati, con mio marito abbiamo deciso di viaggiare, in macchina al Nord del paese. Mentre stavamo arrivando a Santiago del Estero, anche se la macchina era nuova, uno dei silenziatori si staccò, un meccanico del posto, quando ha finito il lavoro ha consigliato di modificare e lasciarne uno solo, mio marito voleva prendere il pezzo di ricambio che era in una borsa nel bagagliaio. In quegli anni, nel limite di ogni provincia era richiesto un controllo della documentazione, ma all’arrivo a Tucuman i gendarmi controllavano la macchina, uno di loro apre il bagagliaio avvisa gli altri e immediatamente ci circondano. Il gendarme tira fuori la borsa e quando lo apre si sorprende di trovare il silenziatore in disuso, pensavano che fosse una mitragliatrice; il momento della paura si è trasformato in un divertimento. Per evitare nuovi problemi abbiamo lasciato lì il silenziatore e abbiamo proseguito verso Valles Calchaquies fino a Jujuy. Ricordiamo sempre questo viaggio, era piuttosto un’avventura e con vari aneddoti.

Quando eravamo piccoli… Una vacanza che ricordo, avevo dieci anni, a Mendoza, dove ho viaggiato con mio papà, mamma e sorella. Era la prima volta che andavamo in macchina ed è stata tutta una sventura, mi faceva anche un po’ paura perché il viaggio era lungo. Andavamo in montagna molto in alto e di solito ci fermavamo per mangiare a riposare e in viaggio ascoltavamo musica. Quando siamo arrivati nella parte alta di mendoza, tutto era meraviglioso. Gustavo

Mi ricordo che da bambina andavamo con la mia famiglia in montagna da mia zia, in Catamarca. Ogni pomeriggio camminavamo con mia cugina fino alla piazza per mangiare un hot dog o prendere un gelato. Mi piaceva quando andavamo a letto tardi perché parlavamo di molte cose. Una volta siamo rimaste a parlare in piscina tutta la notte. Karen

mirta oriolo b1, sabato 14:00-1630

Io a 10 anni andavo a Comodoro Rivadavia e visitavo la mia famiglia. Eravamo molto felici. Una volta abbiamo fatto campeggio in spiaggia, tutti i piccoli, e la mattina dopo abbiamo pescato un pesce. Noi avevamo fame e abbiamo cucinato, ma non era buono. Dopo abbiamo giocato in gruppi una partita di calcio, e cantavamo canzoni. Abbiamo trascorso giorni indimenticabili. Alessandra

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Di solito andavamo in vacanza con mio padre e mia madre a Mar del Plata. I miei zii avevano un hotel e generalmente viaggiavamo in gennaio. Lì con mia cugina giocavamo in spiaggia con la sabbia, facevamo castelli. Erano tempi felici della nostra infanzia. Un giorno noi ci siamo arrampicate sul tetto e i nostri genitori ci hanno punito per una settimana senza giochi! Lili Da bambino andavo al mare con la mia famiglia. Andavamo al Balneario Rosa in provincia di Buenos Aires. Andavamo sempre nel mese di febbraio. Stavamo sempre un mese, per goderci il mare, la sabbia e la natura. Con mio padre e mio fratello ci svegliavamo molto presto per andare a pescare; di solito lo facevamo tutti i giorni. Quello che non mi piaceva è che c’era molto vento. Mia mamma ci aspettava molto contenta, per poi cucinare i pesci. Al pomeriggio andavamo tutti insieme in spiaggia e ci trovavamo con i miei zii e i miei cugini. Giocavamo a pallone e a tante altre cose: raccontavamo storie di famiglia, andavamo a fare il bagno in mare e poi prendevamo mate con i biscotti. Di solito alla sera andavamo a fare un giro per il paese e poi a cenare. Claudio

Da bambino normalmente andavamo al mare a Mar del Plata con la mia famiglia. Tutte le mattine andavo con mio fratello a comprare cornetti alla Boston. Mia mamma faceva il caffè e quando tornavamo facevamo colazione tutti insieme. Di solito andavamo in spiaggia, ma una volta faceva molto freddo e quel giorno siamo rimasta a casa...questo non mi piaceva per niente! Germano

Quando ero piccola di solito passavo l’estate a Mar del Plata. Io ero molto felice perché amo il mare e la spiaggia. Giocavo sempre con mia sorella e mio fratello. Saltavamo nel mare e facevamo castelli di sabbia. Una volta mio fratello ha trovato un anello nella sabbia e lo ha regalato a mia mamma. Con i miei genitori facevamo lunghe passeggiate sulla spiaggia e raccoglievamo molte conchiglie. Tutti i giorni andavamo al porto e mangiavamo scampi con il limone. Mi piaceva moltissimo. Prima di dormire la mia mamma ci raccontava una bella storia. Marta

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Gennaio scorso mio figlio e io siamo andati in macchina da Londra a Napoli dove vive mia figlia. Devo dire che siamo stati abbastanza pazzi perché abbiamo fatto 2.500 km in due giorni. Siamo partiti alle 4 di mattina. Abbiamo attraversato il Canale dalla Manica nel ferry e dopo siamo andati a Nizza per trascorrere la notte in albergo. Il giorno successivo siamo partiti di mattina e siamo arrivati a Meta, vicino Napoli alle 6 sera. Il viaggio è stato molto divertente perché

abbiamo parlato di molte cose e ascoltato molta musica. Mia figlia vive in una casa in montana vicino al Vesuvio. L’Italia è meravigliosa. Siamo andati a Napoli, Sorrento e Positano. Dopo quattro giorni siamo ritornati a Londra. In Francia abbiamo visitato Avignon e Rouen. Due città bellissime. Abbiamo attr++aversato un’altra volta la Manica e siamo arrivati a Londra, la mia città preferita d’Europa.Cinquemila km in sette giorni ma il viaggio è stato importante perché abbiamo condiviso momenti piacevoli. Delia, B1 sabato 14:00 - 16:30, Ramos Mejia

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La mia vacanza sognata!!! Scrivo una piccola descrizione sulla vacanza più meravigliosa della mia vita. Con mio marito abbiamo deciso di andare in Italia. Tutto era preparazione, emozione, ma anche nervosismo. La nostra permanenza fuori della nostra casa era molto lunga ( tre mesi). Dopo tanto tempo finalmente vedremo nostro figlio. Lui abita con sua moglie a Milano e ci saremo incontrati a Roma.Abbiamo preso l’aereo e dopo tredici ore siamo arrivati, quanta emozione!!!! Il mio cuore batteva fortissimo!! Credevo di stare sognando! Roma...come descrivere questa città? Fantastica, unica , magica ? Credo che sia una meraviglia, ogni angolo è un pezzo di storia. Il Colosseo, Piazza Venezia, Piazza Novara, Il Vaticano, il Tevere! Colori, gente, cibo, musica , sensazioni che non dimenticherò mai. Ma la serata nella Fontana di Trevi sarà per me indimenticabile. Non avevo mai visto qualcosa di simile, era illuminata, piena di ornamenti ...bellissima !!! Da

tradizione ho gettato una monetina nella fontana, per chiedere un desiderio. Ma ho pensato ad un momento di massima felicità... “non ho bisogno di nulla, avevo tutto , possedevo tutto ciò che si può avere per essere felice”. I Miei figli , mio amore e quel viaggio sognato. Miriam Bugueiro

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Quando ero bambina di solito andavo al mare con la mia famiglia. Andavamo a Mar del Tuyu, vicino a Santa Teresita. Quasi sempre andavamo da gennaio alla fine di febbraio. Mi piaceva andare in spiaggia e anche mangiare il pesce, ma una volta ho provato i frutti di mare e da quella volta non ho più smesso di mangiarli! Non mi piaceva andare al molo perchè faceva sempre molto freddo. Normalmente i giorni erano bellissimi e ci divertivamo molto. Prima di ritornare compravamo sempre dei regali per gli amici. Melissa

Quando ero bambina andavo al mare in estate con la mia famiglia. Di solito andavamo a Mar de Plata, ma una volta siamo andati a Mar del Sur e Pinamar. Normalmente andavamo in autobus, ma una volta siamo andati in macchina. Mi piaceva molto giocare con i miei fratelli, la sabbia e l’acqua. Di solito conoscevo nuovi amici, ma preferivo stare con mia sorella Romina. Non mi piacevano i giorni piovosi perché i miei genitori non sapevano che fare con tanti bambini, ma sempre trovavamo qualcosa di divertente da fare. Leto

Che bei ricordi quando penso alle mie vacanze da piccolina, perchè allora andavo in vacanza con tutta la famiglia. Una volta abbiamo festeggiato il mio compleanno al mare, a Mar de Ajo. I miei zii e cugini sono venuti alla mia festa. Normalmente affittavamo una casa e quel giorno sono venuti tutti. Gli uomini hanno fatto la spesa e le donne hanno cucinato il pranzo. Dopo mangiato alcuni facevano un pisolino, altri andavano in spiaggia. All’ora del mate, nel pomeriggio, ci trovavamo tutti in spiaggia, per giocare, nuotare, giocare con la sabbia, suonare la chitarra. Quando il sole tramontava, tutti tornavano a casa per fare una doccia. Alla sera i miei nonni di solito passeggiavano per il centro. I miei zii e zie andavano al cinema o a ballare. Io ed i miei figli andavamo a mangiare un gelato, a giocare ai videogiochi o alle giostre con mia sorella. Altre sere giocavamo a carte: al “truco”, a scopa o a “tute cabrero”, oppure gli uomini andavano a pescare. Io ero molto felice quando stavamo tutti insieme ed ero viziata. Andrea

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PAUSA CAFFÈ - Numero 9, luglio 2018 Quando ero piccola e studiavo alla scuola elementare, molti anni fa, le vacanze d’inverno cominciavano sempre dopo il 9 luglio. Ma prima era obbligatorio partecipare alla festa dell’Indipendenza che si faceva in piazza Flores lo stesso giorno. Tutte le ragazze vestite con la divisa della scuola senza il cappotto, con molto freddo e lunghe attese fino al momento di cominciare a sfilare. A questo punto le braccia e i piedi erano congelati. La tortura non finiva questo giorno perché mancavano ancora i compiti, lunghissime letture da copiare senza sbagli, incomprensibili esercizi di matematica e chilometriche analisi grammaticale.

E dopo la gloria, la gioia di fare colazione tutti insieme nella cucina, i tre figli e la mamma, giocando e coccolando la gatta “Perlina” e la pulcina “Piquita”; disegnando facce sorridenti sui vetri umidi, e poi aiutando la mamma a fare le spese, con un cioccolatino come ricompensa. Con il sole che scaldava l’aria, giocare in strada con gli amici del quartiere: Goli, Betito e Susi la sorellina, Cinque pance, Silvita e tanti altri. I giochi erano molti: la guerra d’ indiani e cowboy, salto con l’elastico, il nascondino, il cavallino, il galletto cieco, tiro alle fune, a volte chiedendo al vicino che aveva una televisione se ci permetteva di vedere “El llanero solitario”. Se pioveva erano d’obbligo i giochi da tavola, o leggere un libro o parlare di niente raccontando storie inventate e fantasiose.

La merenda ascoltando Tarzan con l’auspicio di Toddy, continuare i giochi fino a cena e poi andare nel letto caldo. Così erano le nostre meravigliose vacanze di luglio, quando la felicità aveva bisogno di poche cose e c’era molta gioia.

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Gennaio 2010, le mie vacanze in un’isola in Brasile Dicembre 2009. Quel capodanno io ero veramente triste. Avevo finito un lungo rapporto sentimentale e non avevo ancora potuto pensare alle mie vacanze. Forse Mendoza, che era un posto sconosciuto, forse qualche spiaggia della costa argentina… Finiva dicembre e una domenica pomeriggio, mi sentivo rilassata quando ho cominciato a valutare la possibilità di andare in Brasile, non solo per andare in vacanza anche per andare a trovare mio figlio Lisandro. Questo ragazzo è, senza dubbio, un personaggio molto importante nel mio racconto. Dopo un percorso di tre anni attraverso il Sud America, lui stava vivendo in un’isola in Brasile, chiamata Morro do Sao Paulo, che appartiene a San Salvador do Bahía. Aveva conosciuto una bella donna brasiliana e lavoravano insieme facendo artigianato. Era la prima volta che io andavo da sola in Brasile, in un posto che era parecchio lontano, e che stava cominciando a promuoversi come una interessante opzione turistica. Mio figlio mi aveva detto di non preoccuparmi perché il suo amico Marcelo mi avrebbe aspettato all’ aeroporto al mio arrivo. L`otto gennaio alle 16:00 sono arrivata a San Salvador e ho cominciato a cercare Marcelo secondo la descrizione che aveva fatto Lisandro: “Mamma Marcelo pare Cristo”. Ma, purtroppo, nessun giovane sembrava essere Marcelo…Cristo mi aveva abbandonato… Il tramonto si avvicinava velocemente e io dovevo prendere una decisione: viaggiare da sola fino a quell’ isola. Facevo finta di essere tranquilla mentre mi incamminavo verso “informazione turistica”, ma, vi devo confessare un segreto: il mio cuore batteva pazzamente tra la incertezza, la paura e la tristezza. Ho cercato di rilassarmi per ascoltare l’impiegato, la sua pazienza per spiegarmi l`itinerario al Morro è stata certamente infinita. Prima di tutto ho preso un taxi verso il porto di San Joaquim, lì mi sono imbarcata nel ferry che mi avrebbe portato alla isola d`Itaparica. Da questo luogo avrei preso un autobus verso Valenza e da lì una lancia… al Morro do Sao Paulo!!! Sono arrivata al Morro la mattina seguente, perché avevo deciso da affittare una camera a Valenza e partire dopo aver preso lo squisito “café da manha”. La questione dell’ amico che mi avrebbe aspettato all`aeroporto era stato uno scherzo che mi aveva fatto mio figlio, perché in realtà lui aveva voluto sorprendermi lì. Però la comunicazione non aveva funzionato per mancanza d`informazione, soprattutto da parte mia. Comunque, quando finalmente ci siamo trovati alla isola, abbiamo riso moltissimo di tutto quello che era capitato e abbiamo cominciato a godere insieme di ogni giorno. Dopo aver fatto colazione camminavamo tutt`e tre, Lisandro, Roze e io attraverso le diversi

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spiagge, alcune molto strette e piene de rocce, altre più larghe e con frondosi alberi. Prendevamo qualcosa da mangiare: i tipici pasteles, l`acarajé, oppure frutta dall`Amazzoni: acerola, asai… tutti sapori sconosciuti per me. È stato veramente favoloso nuotare in quel mare blu, caldo e sereno, anche fare un’ escursione alla bellissima isola di Boipeba. Avevamo una piacevole routine: ritornavamo alla nostra piccola e rustica casa in cima al morro per preparare il pranzo, alle 17:00 circa, poi riposavamo un po’, e dalle 20:00 alle 23:00 andavamo alla piazza principale, dove gli artigiani vendevano i loro prodotti e alcuni musicisti di strada facevano suonare soavemente il birimbao. Nessuna macchina, tutte le stradine di sabbia, cascate naturali e una vegetazione e clima propriamente tropicali, sono stati la meravigliosa cornice di quelle fantastiche vacanze insieme mio figlio e la sua amica. Semplicemente: due settimane indimenticabili! Griselda

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il prossimo numero sarà uno speciale dedicato ai laboratori! Mandate ai vostri insegnati ivostri commenti e condividete con noi le vostre esperienze!

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Motore...Azione il sorpasso (1962) - di Dino Risi “Il Sorpasso”, il viaggio cinematografico, a tratti antropologico, di Dino Risi attraverso l’Italia del boom economico e del miraggio del benessere, l’Italia delle vacanze e delle soste agli autogrill, delle canzonette, dei clacson e delle auto come status symbol, dei risparmi per la macchina e per le ferie, l’Italia dei Bruno Cortona e dei Roberto Mariani. “Il Sorpasso” è uno dei film più affascinanti all’interno del panorama cinematografico italiano degli anni sessanta, ma non solo italiano, se pensiamo che, per stessa ammissione di Dennis Hopper, ispirò “Easy Rider” (il titolo americano del film di Risi è “The easy life”); e non solamente per quanto riguarda gli anni Sessanta se consideriamo le implicazioni profonde dei personaggi costruiti a trecentosessanta gradi, così come la pregevole struttura narrativa a episodi emblematici, di pezzi messi l’uno accanto all’altro, additiva. Si fa presto a raccontare la storia: Bruno Cortona (un magnifico Vittorio Gassman), quarantenne inaffidabile e mefistofelico, incontra Roberto Mariani

l sorpasso (1962) sabato 21 a ramos dalle 17:00

(un perfetto Jean-Louis Trintignant), timido e introverso studente di giurisprudenza, in un giorno di ferragosto a Roma e lo trascina con sé in un viaggio (interiore) attraverso il quale Roberto risulterà profondamente mutato, fino alle estreme conseguenze. La storia dura esattamente un giorno circa, un giorno e mezzo. Tanto basta a Roberto per compiere quel percorso interiore che lo porterà sempre più a somigliare a Bruno, a staccarsi lentamente di dosso le convenzioni e il perbenismo della società borghese da cui proviene, e con essi tutti i (magari pochi, magari discutibili) valori che la contraddistinguono. Come ogni viaggio nel cinema, il percorso non è solo uno spostamento nel tempo e nello spazio, ma anche all’interno dei personaggi stessi. Vi aspettiamo con questo classico senza tempo!

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e t r a ’ d a i r e l l a g

Palmira, A2 mercoledì 9:0011:30, Ituaingo

Mi sono inspirata ad una foto di un mio amico che è andato a Venezia.

Mi sono ispirata al viaggio di nove anni fa a Firenze che mi è piaciuta molto.

Ho dipinto questo quadro da una foto che io ho visto su internet Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Nostradamus Ariete (21 marzo – 21 aprile)

Toro (21 aprile – 21 maggio)

Cari amici dell’Ariete in questo momento la parola chiave è “crescita”. Una crescita può essere positiva per alcuni aspetti ma non per altri. Devi decidere se ne vale la pena, in più una crescita può essere decisamente salutare, e in più risultare piacevole e ispirare gli altri. Usate più AGGETTIVI possibile, ne avrete bisogno.

Siete pronti? Le stelle dicono che non dovreste sognare con il cuore di qualcun altro né pensare di migliorare il rapporto con voi stessi spingendo qualcun altro a cambiare. Ma la cosa strana è che, soprattutto nelle prossime settimane, potrete aumentare le tue possibilità di successo sfruttando o prendendo in prestito la fortuna degli altri

Amici dei Gemelli, considerate tutte le opportunità per imparare che verranno in futuro. Usate le situazioni che vi piacciono di meno per diventare più pazienti e tolleranti, e per rafforzare il vostro carattere. Il momento è perfetto per affrontare le parti dell’italiano che più vi preoccupano

Cancro (22 giugno – 22 luglio)

Leone (23 luglio – 23 agosto)

Vergine (24 agosto – 22 settembre)

Complimenti amici del Cancro per il vostro strabiliante coraggio e la vostra saggia follia. Con un sorriso d’incoraggiamento e una mano sul cuore, le stelle salutano i vostri sforzi per dimenticare il passato. Le stelle fanno il tifo per voi mentre evitate la tentazione di ripetervi, sminuirvi e incatenarvi..

Amici del Leone è un periodo di alti e bassi, frenesia e tranquillità. Cercate di trovare un equilibrio in mezzo a questi contrasti, la soluzione può essere un buon libro, meglio se in italiano. Non importa il livello, quello che conta è lo spirito!

Lo psicologo Paul Ekman ha descritto come il nostro volto rivela le emozioni. “Il sorriso è probabilmente l’espressione facciale più sottovalutata”, scrive. “Ci sono decine di modi di sorridere, ognuno dei quali è diverso dall’altro e invia un messaggio diverso”. Il vostro compito nelle prossime settimane sarà esplorare e sperimentare tutto il repertorio di sorrisi. Questo è il periodo ideale.

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Gemelli (21 maggio – 22 giugno)

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Bilancia (23 settembre – 22 ottobre)

Scorpione (23 ottobre – 22 novembre)

Intorno a voi si stanno addensando vi- Emily Dickinson ha scritto 1.775 poebrazioni positive. Scopritori di talenti sie, in media una alla settimana per 34 e reclutatori ti girano intorno. Aiutanti anni. Per voi è un buon periodo per un e futuri compagni di giochi aspettano progetto profondo e duraturo che ricon impazienza che voi gli chiediate un chiederà altrettanta tenacia e dediziofavore. Perciò vi autorizzo a essere tra- ne. Siete pronti ad ampliare la vostra boccanti di autostima. Vi incoraggio a visione di quello che puoi fare? I preprendere esattamente quello che volete, sagi astrali indicano che i prossimi due mesi saranno il periodo ideale per una non quello che dovreste volere. grande impresa, in cui darete il meglio di voi!

Capricorno (22 dicembre – 22 gennaio)

Acquario (21 gennaio – 19 febbraio)

Ogni tanto attraversate una fase in La psicologia inversa è una strategia per cui non capite quello che vi serve fin- indurre una persona a fare quello che ché non lo scoprite per caso. In quei vogliamo consigliandole di fare il conmomenti, fareste bene a non pensarci trario. Le prossime settimane saranno troppo. Potreste scoprire un indizio un ottimo periodo per convincere le importante nei luoghi meno attesi. So- persone a fare quello che pensate sia spetto che nelle prossime due settima- più corretto, anche senza psicologia inversa!. ne attraverserete uno di questi periodi di grazia..

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Sagittario (24 novembre – 21 dicembre)

Il momento richiede molta attenzione amici del Sagittario! I pianeti si stanno allineando e tra un po’ tutto sarà pronto per aiutarvi, dovete avere un po’ di pazienza e ripassare i molti modi che avete per esprimervi. In questo modo approfitterete al massimo delle opportunità che arriveranno.

Pesci (20 febbraio – 20 Marzo)

Nelle prossime settimane avrete il dovere di essere poetici, sensuali, fantasiosi e allegramente non letterali. Parlate e scrivete con fantasia e con libertà. Potete anche inventare delle parole!i

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PAUSA CAFFÈ - Numero 9, luglio 2018

National geo... Giorgio! Le foto scattate per caso Ciao ragazzi, oggi vi voglio parlare delle foto scattate per caso, e di come pur fallendo il compito di ritrarre un uccello, si può vincere e scattare belle foto di altro Il​​burgo (Momutus M​omota) è l’uccello simbolo del parco nazionale C ​ a​li​legua, uccello che non si trova in nessun altro posto dall’Argentina. Il parco si trova al nord ovest della​provincia di Jujuy in piena ​Yunga. La Y ​ unga Jujeña è l’unica giungla sub-tropicale dell’Argentina, lì si trovano alcune specie di uccelli che non esistono in nessun altro posto del paese. Per questo ho fatto più di 1700 chilometri, fino a lì, un p​aio di volte, per fotografare il b​ urgo, e anche altri uccelli​. La prima volta è stata come parte di un giro

per il nord del paese, approfittando di quella vac​anza per restare tre giorni a ​Cali​legua e tentare di fotografare il ​burgo.Dopo due giorni di camminate nella giungla con un caldo incredibile e un’umidità relativa di quasi 100% non ho avuto successo. La sera del secondo giorno ho conosciuto, nell’albergo, un uomo che faceva la guida di uccelli. Abbiamo parlato a lungo di parecchie cose, lui mi ha segnato il luogo preciso dove avrei potuto trovare i nidi dei ​burgos. La mattina seguente mi sono alzato presto. Sono arrivato al parco e ho dovuto lasciare la macchina parcheggiata molto lontano dal posto, camminare per lungo tratto per i sentieri del parco e addirittura trovare i nidi. Purtroppo, quando sono arrivato, loro non c’erano. Non ho avuto successo,si erano già spostati a un altro luogo. Ho guardato i nidi, piccoli buchi scavati sulle pareti di terra che cadono verticali sul fianco della montagna, prima che ella raggiunga il fiume più giù. Ho pensato, adesso che so dove si trovano i nidi, sarà più facile, oggi pomeriggio ritornerò e li piglierò al loro ritorno a casa. L’ultimo pomeriggio a Calilegua, stavo di fronte a i nidi, con i vestiti mimetici, per sembrare invisibilie tra la foresta, in attesa per più di tre ore. Finiva il pomeriggio, e loro non apparivano, il tramonto arrivava veloce, la luce spariva con rapidità in mezzo giungla. Già non si vedeva abbastanza, in poco tempo il sole sarebbe scomparso sotto l’orizzonte e percorrere la giungla al buio sarebbe stato pericoloso. Sono

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dovuto andarmene senza le foto. Poco più di un anno​dopo sono ritornato con l’unico scopo di fotografare il​burgo. Sarebbero stati cinque giorni, e adesso che conoscevo il luogo dove loro nidificavano, sarebbe stato più facile. Ma non avevo preso in considerazione la pioggia. È piovuto due giorni, senza sosta. Non è stato fino al terzo che ha smesso. Quel pomeriggio sono riuscito ad arrivare al posto dove un anno fa c’erano i nidi,ma adesso non c’erano. L’inverno prima, c’era stata una grossa tempesta, aveva piovuto per settimane, e le piogge torrenziali avevano provocato un’ alluvione, l’acqua che scorreva per la pendenza della montagna verso il fiume non aveva lasciato nulla al suo passaggio, neanche i nidi. Insomma, un’altra volta avevo fallito, ma questo è così, avrò prestp un’altra possibilità. Comunque, tutti questi giorni che sono rimasto a Calilegua mi hanno lasciato moltissime foto scattate senza cercarle. Eccole qui!

ijera T o n a l i M

L’ultima che vedrete, quella dell’ h ​ urón mayor è la più interessante da raccontare: camminavo a fianco della rocciae ho visto di scatto, con la coda dell’occhio, un’ombra che ha attirato la mia attenzione, qualcosa scura si muoveva tra i cespugli. Non riuscivo a capire cosa poteva essere, ma all’improvviso è uscito allo scoperto e l’ho visto benissimo, un grosso h ​ urón mayor, dalla altezza di un grande cane, si spostava dietro un albero, davvero metteva paura, un brivido mi ha percorso la schiena, però mi sono messo a scattare delle foto...e è successa una cosa curiosa, lui era dietro un albero, però si affacciava per guardarmi in faccia. Forse era per il ripetuto lampeggiare del mio flash, forse era la mia presenza, non lo so, però qualcosa lo incuriosiva, dopo essersi affacciato un paio di volte in più è fuggito.

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r o r u A á urucu

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E io ho ottenuto questa foto che adesso posso condividere con voi. Ciao ragazzi !! Ci ritroviamo al prossimo giornalino!

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