Pausa Caffè | Numero 6 | Dicembre 2017

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Numero 6, dicembre 2017

PAUSA CAFFÈ


PAUSA CAFFÈ - Numero 6, dicembre 2017

IL RAPPORTO LINGUA E TRA CERVELLO FILOSOFIA p.4 E ARTE P.5

EDUCA ZIONE COME A SI PARTI F E DALL’ RE I STEGGIA L NAT EMOZI ONE P ITALI ALE IN .6 A PP. 7-8

UNA TTA E C RI IL PER P. 9 LE A T NA

NOSTRADAMUS PP.10-11

LA NATIONAL F ESTA GEO... LA M DELAD GIORGIO! D EI M ONNA P.13 PP.14 ARTIRI -15

UN VIAGGIO INDIMENTICABILE P.16

MATRIMONIO SICILIANO P.17

DI GELSOMINI E NO UN SOG ATO GIORNI Z REALIZ PASSATI 19-20 PP. P.18

Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Questa estate alla Dante di Ituzaingó

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LINGUA E CERVELLO... Quando parliamo un’ altra lingua e vogliamo ricordare, per esempio il nome d’un film o un attore che abbiamo imparato nella nostra lingua, perchè è tanto difficile? C’e un motivo nel cervello: per ogni lingua che parliamo, c’èun area del cervello specializzata in quella lingua Si formano millioni di neuroni e connessioni come una “rete” che “si sforza” per quella lingua, perche le aree del cervello si sforzano per raggiungere la coscienza (e la parola) ed il risultato è che l’area con le connessioni più forti (in un momento) vincerà. Nel caso delle lingue straniere, la elaborazione è amministrata dalla corteccia prefrontale o “evocativa” che dà la preferenza (“la luce verde”) alla lingua che vogliamo parlare in ogni momento. Questo riduce la concorrenza tra

gli altri gruppi interni ma non la annulla. Può succedere che in un momento, parlando la lingua straniera, vogliamo ricordare una parola che viene dall’ area inibita (lo spagnolo) ma non possiamo ricordarla. Questa inibizione esecutiva ed efficace generalmente non interferisce con la grammatica (di solito non mescoliamo la grammatica). Quando la persona non trova più la parola e va via, il cervello riceve un’ ordine per una nuova configurazione. Allora la parola che non ricordavamo “viene” alla coscienza perché le connessioni (il potere evocativo) a d e s s o non compete con l’altra parola. Q u e - sto è uguale nella nostra lingua madre: a volte vogliamo un sinonimo ma ricordamo solo la parola che non vogliamo utilizzare. Se riposiamo, il nostro cervello riorganizza le connessioni e il sinonimo apparirà (forse quando non lo vogliamo più) Delia M. Giménez de Acuña. A2 Sabato 14:30-16:00

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Il rapporto tra filosofia e arte Oggi non è possibile rappresentarsi un’ opera che riassuma gli ideali di un’ epoca, cioè un’ opera d’ arte che renda possibile una interpretazione universale. Non effimera, stabile, platonicamente fondata nel pensiero della modernità, come nel caso de “La scuola di Atene” (opera di Raffaello). Queste affresco mette insieme l’ ideale platonico e della vecchia Atene e il nuovo ideale rinacimentale, ovvero la centralità dell’ uomo. Raffaello ha dipinto questo affresco nel cuore stesso della cristianità eppure è pagano, non si vede in questa opera nessuna immagine religiosa. Tutti quelli che sono li, sono uomini del suo tempo, (Leonardo da Vinci come Platone, Michelangelo come Eraclito), che hanno sostituito i filosofi dell’ antichità. Infatti è un’ opera che deve essere guardata con gli occhi degli uomini, dopo che la prospettiva di Brunelleschi fu fatta alla misura dell’uomo. Oggi, alla fine della storia, lasciamo indietro la modernità e la possibilità di una verità unitaria, di una storia unitaria. Di un pensiero metafisico capace di raccogliere in una opera d’ arte, come la già detta, Scuola de Atene, tutto quello che costituisce l’ essere universale ed epocale. L’ età posmetafisica e lo svuotamento del senso dell’ arte, il essere stesso svanisce nel nulla. Ormai l’ affresco di Raffaello è diventato una immagine vuota di senso metafísico e bisogna capire la sua epoca per godere di questa opera, nella sua totalitá Carlos Dematte A2 Sabato 14:30-16:00

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Educazione a partire dall’emozione Il riconosciuto neurologo Dr. Facundo Manes ha visitato lunedì 13 novembre, l´Università de La Matanza, invitato dalla Giunta Regionale di Educazione Cattolica della Diocesi di San Justo al Patio de las Americas. Di fronte ad un auditorio formato da docenti e autorità della Diocesi, il dottor Manes ha parlato dell’importanza dell’educazione per lo sviluppo di un paese e del ruolo fondamentale degli inse-

gnanti in questo processo. Il dottor Manes ha ricordato come“ se vogliamo progredire come nazione dobbiamo investire molto nella nostra educazione pubblica [...] dobbiamo valorizzare il lavoro dell’insegnante e realizzare un grande investimento affinché l’Argentina possa essere un paese veramente compreso e sviluppato” Ha parlato dell’ importanza della crescita economica che parte dall’investimento nell’ educazione. Alla fine, ha dato alcuni consigli affinché il cervello possa essere preparato per ingrandire la capienza del sapere: è fondamentale una alimentazione nutriente, uscire della povertà e predicare con l´esempio. E ha aggiunto: “ il cervello impara attraverso la motivazione, l´ispirazione e l´esempio”. Silvia Pizzutilo Sabado A2 14:30-16:00

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COME SI FESTEGGIA IL NATALE IN ITALIA Per gli italiani Natale è una festa che deve festeggiarsi in compagna della famiglia, con degustazioni di piatti e con il “CENONE”, e poi aprendo i regali di “BABBO NATALE”. “Natale con i tuoi, Pasqua con chi tu vuoi” questo motto molto conosciuto in Italia, può spiegare l’importanza per gli italiani di festeggiare con la propria famiglia il giorno più importante dell’ anno. Una tradizione che gli italiani (principalmente del Sud) non possono abbandonare è passare con i loro cari la vigilia di Natale, il 24 Dicembre, quando le famiglie si incontrano per godersi il “CENONE di NATALE” , la cena che precede la mezzanotte.

IL MENÚ DI NATALE Il “CENONE” italiano ha le sue regole, la prima è mangiare esclusivamente pesce. Devi ricordarti che i menù non sono uguali in tutte le regioni italiane, ce ne sono alcuni tipici come le verdure fritte (una tradizione romana), tartine e insalata di pesce per iniziare. Parlando di Italia, non può mancare un piatto di pasta tra i più tipici: la pasta con salsa di pomodoro e tonno, spaghetti con vongole e altri frutti di mare. Il 25 si può mangiare carne. Il piatto principale è senza dubbio, la pasta al forno, un insieme di pasta con salsa di pomodoro, carne, piccoli pezzi di mozzarella e parmigiano. Un piatto di carne molto apprezzato è l’ Arrosto, la carne arrostita e il rosbif. il 24, il 25 e i giorni seguenti non c’è di sicuro carenza di dolci tipici. In Italia non c’é Natale se non c’é dolce!

Il più famoso in tutto il mondo é il PANETTONE, la cui versione tradizionale è nata a Milano.

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l’albero e il presepe Secondo la tradizione, l’albero di Natale appare nelle case italiane a partire dall´8 Dicembre, il giorno della celebrazione dell’ Immacolata quando le famiglie iniziano a preparare sia l’albero che il presepe. Preparare il presepe è una tradizione molto amata nel paese, gli italiani vogliono sempre dare un tocco molto personale al presepe che fanno in casa. Uno dei presepi più famosi è quello di Greccio, una piccola città vicina a Roma, dove San Francisco di Assisi ha presentato il primo presepe vivente nel 1223. Albero e presepe stanno nelle case italiani fino al giorno dei Re Magi, il 6 di gennaio, la festa chiamata “EPIFANIA” o meglio conosciuta come la festa della “BEFANA”. I bambini aspettano la BEFANA, una vecchia signora che vola su una scopa e entra attraverso i camini per lasciare i dolci e regali per tutti. Tutti meno quelli che non si sono comportati bene, per loro la BEFANA

trasporta solo carbone (dolce ovviamente). I bambini italiani come quelli di tutto il mondo, sono quelli che più si divertono in questo giorno di festa. Nella città di Roma c’é una tradizione molto forte é amata dai romani cioè quella di portare i bambini di fronte al famoso “BAMBINELLO” cosi possono dedicare le loro lettere e le loro poesie. Stiamo parlando dalla statua del “Santo Bambino” custodito nella chiesa di Santa Maria in Arce Coeli situata accanto al CAMPIDOGLIO (sede del Municipio di Roma) accanto a piazza Venezia, che secondo la leggenda avrebbe poteri miracolosi e di fronte alla quale i più piccoli si allineano per leggere le loro opere e chiedere protezione e benedizione per le loro famiglie. Il momento piú atteso da tutti i bambini é la Notte di Natale quando arriva “BABBO NATALE” che porterà i regali desiderati durante l’anno. Diana e Sandra A2 sabado 14:30-16:00

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una ricetta per il Natale Ricetta dolce tradizionale italiana che si prepara in molte famiglie per il Natale e per l’ Anno Nuovo in Argentina: Turdilli,Struffoli o Pignolata. È una ricetta tipica del sud dell’Italia e secondo la regione riceve anche il nome di: Crustoli,Tardiddi,Canaricculi,Turtiddi. È facile da realizzare ed in Italia si mangia principalmente a Natale.

INGREDIENTI 1 chilo di farina 000. 1 cucchiaiata di cannella in polvere. 2 tazze di miele. 250 cc di olio neutro. 1 tazza di vino moscato o vino rosso. 1 tazza di acqua. Sale un pizzico. Olio per friggere quantità necessaria.

PREPARAZIONE Mescolare la farina e la cannella in una ciotola ampia. Scaldare il miscuglio di olio, vino e acqua. Aggiungere un pizzico di sale. Quando la preparazione sta per bollire, aggiungere la metà di questo liquido alla farina, mescolare rapidamente e dopo, incorporare il resto del liquido senza smettere di mescolare. Impastare alcuni minuti, fino a che la farina ha assorbito tutti i liquidi e si ottiene una massa compatta. Fareconlamassacannoncinidiunditoodue di spessore. Tagliare i cannoncini in pezzi da 2 a 3 centimetri come se facessimo gnocchi. Friggerli in una pentola con abbondante olio caldo, fino a che siano dorati. Sgocciolarli con una schiumarola, su carta assorbente. Mettere a scaldare le tazze di miele in una pentola, aggiungerla sulle masse. Decorare a gusto con confetti o granelli.

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Nostradamus Ariete (21 marzo – 21 aprile)

Toro (21 aprile – 21 maggio)

Gemelli (21 maggio – 22 giugno)

Settimana occupata! Parlerai con un Guadagnerai molto denaro e ritornerai Un nuovo progetto busserà alla tua vecchio amico e organizzerete un viag- al tuo primo lavoro. Amore: aria nuova porta. Si ingrandisce la famiglia e avrai gio in un paese esotico, forse in Cina. La che rallegrerà la relazione di coppia. tanta felicità. vostra amicizia durerà per sempre. Evita il freddo!

Cancro (22 giugno – 22 luglio)

Leone (23 luglio – 23 agosto)

L’amore che hai sempre aspettato sta arrivando alla porta del tuo cuore. Aprila! Sarai felice per sempre e vivrai intensamente.

La settimana prossima sarà piena di Questo mese non è il migliore per te. feste familiari. Non litigherai con la tua Vedrai cose brutte e avrai un po’ di sforcoppia ma parlerai con lui/lei sulle dif- tuna. Consulterai una maga e lei ti parferenze che avete. Potrai spendere molti lerà di un problema di salute. soldi senza preoccuparti.

Bilancia (23 settembre – 22 ottobre)

Scorpione (23 ottobre – 22 novembre)

Sagittario (24 novembre – 21 dicembre)

La tua vita sarà perfetta. Troverai un eccellente lavoro e potrai realizzare tutti i tuoi desideri. Risolverai un problema di salute. Sorpresa!

Partirai per un viaggio nel prossimo mese che cambierà la tua vita. Non troverai l’amore ma farai molte amicizie. Stai attento alla salute per il cibo che mangerai.

Troverai un nuovo lavoro e potrai guadagnare molto denaro. Attenzione all’amore: qualche problema in vista. Buona la fortuna nel gioco. Copriti questa settimana, di mattina fa ancora fresco.

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Vergine (24 agosto – 22 settembre)

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Capricorno (22 dicembre – 22 gennaio)

Acquario (21 gennaio – 19 febbraio)

Brutte notizie! Il/la tuo/a fidanzato/a troverà un nuovo amore! Ma non sarà un momento triste per te perché anche tu ne troverai uno. Crescita nel lavoro: otterrai tutto quello che vorrai.

L’amore sarà la cosa più importante di Cari Pesci, con Giove dalla vostra parquesto mese perché sarai aperto a nuo- Questo mese sarà pieno di amore. vi incontri. Nell’aria professionale avrai Avrai delle belle sorprese per te e la tua un problema con i tuoi compagni, ma famiglia. Troverai quello che hai tanto questo non comporterà conseguenze. cercato.

Pesci (20 febbraio – 20 Marzo)

questo mese le stelle hanno rivelato i loro segreti agli studenti del corso di magia, astrologia e italiano... A1-A2 Ramos

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Questa estate alla Dante di ramos

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National geo... Giorgio! il Carpincho Ciao cari amici, amanti degli animali. Oggi lasciamo gli uccelli e passiamo ai mammiferi. Adesso vi mostrerò due fotografie del roditore più grande del mondo: il Carpincho, come si chiama in Argentina, conosciuto anche come “Capibara”, “Chigüire” e tanti altri nomi, nel resto dell’America del sud. Il suo nome scientifico è “Hydrochoerus Hydrochaeris” che vuol dire “maiale d’acqua” Almeno due volte all’anno andiamo con i miei amici a Curuzú-Cuatiá, a Corrientes. Loro sono cacciatori, io no, da sempre mi sono rifiutato di cacciare, io scatto delle foto e basta. Eravamo lì, in una grossa azienda di circa di 5000 ettari, dove si alleva il bestiame bovino. Tutta l’azienda si divide in campi più piccoli

dove cresce l’erba per allevare il bestiame. La sua geografia è molto varia, ci sono delle piccole colline, delle pianure, c’è un grosso ruscello che attraversa la tenuta. Intorno al sue rive si sviluppa una sovrabbondante foresta impenetrabile, quasi una giungla, dove abitano tanti uccelli, mammiferi e rettili così grossi come lo yacaré. ci sono anche dei “tajamares”: piccole lagune fatte per dagli esseri umani, sfrutando le depressioni del terreno (che lì sono tante) per contenere l’acqua che dopo berrà il bestiame Quel pomeriggio parlavo con il fattore dell’azienda agricola e con alcuni dei braccianti e loro mi hanno parlato di un grosso yacaré, che avevano visto in un tajamar lontano tre chilometri da lì. Ho deciso di andarci per scattargli qualche foto, ma di corsa, già erano circa le 14:30 e gli yacares prendono il sole a mezzogiorno, tuttavia dove-

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La festa della Madonna dei Martiri vo camminare un bel po’, era probabile che non lo vedessi. Sono arrivato in ritardo, tra la sistemazione e la camminata si erano fatte le 16 ore e in quest’epoca dell’anno (agosto) il tramonto arriva presto. Lo yacaré già non si vedeva, forse si era già ritirato,, ma fortunatamente ho visto sette cuccioli di carpincho, sulla riva ovest, dall’altro lato del “tajamar”. Mangiavano tranquillamente l’erba, ma erano troppo lontani per scattare delle buone foto. Ho camminato con molta attenzione di non fare rumore e cercando che non mi vedessero o ancor di più, non mi annusassero. Io camminavo da nord a sud sulla riva est, anch’essi, ma sulla riva ovest. Ho pensato, in un certo punto ci incontreremo. Ed è successo così, ci siamo ritrovati sulla riva sud. A 30 o 40 metri da loro, dopo aver fatto qualche foto, mi sono seduto per terra e sono rimasto così immobili per 20 minuti, scattando delle foto fino a che loro si sono avvicinati a meno di 4 metri da me, già non potevo fotografarli più, erano molto vicini. Ho messo la macchina fotografica per terra e mi sono messo a guardarli per un lungo tempo, loro mangiavano senza preoccuparsi della mia presenza. Dopo se ne sono andati via, ma mi hanno lasciato queste bellissime foto e la gioia di averli avuti così tanti vicini Ciao ragazzi ci vediamo l’anno prossimo con molte foto in più.

Molfetta, provincia di Bari, Regione Puglia, nel tacco dello stivale. Sul lungomare c’é, verso l’Ovest, il Duomo Antico construito nel 1150 vicino al Borgo Antico. Sull’altro lato del lungomare, c’é la Basilica della Madonna dei Martiri costruita nel 1162. Accoglie al suo interno l’immagine della Madonna dei Martiri, trasportata da i Crociati verso la fine d’agosto ed inizio di settembre del 1188. Vicino alla vecchia porta principale della Basilica, c’é una modernissima scultura di ferro della Madonna sostenendo tra le sue mani un bambino, lontano dalle onde furiose. Queste due opere d’arte sono care ai molfettesi, in special modo ai marinai, ai pescatori ed a quelli che lavorano nel porto. Da quel tempo medioevale i marinai pregano La Madonna per la loro protezione. Ogni fine agosto La ringraziano e ricordano i morti in mare con una festa bellissima. Dopo la Messa e la partecipazione delle Autoritá civili e militari, l’Immagine viene messa sulla barca del vescovo e con tutte le barche peschiere, di trasporto, private, della polizia, piccole, grandi, tutte escono a navigare. A terra, il popolo molfetese li saluta con le bandiere e i fazzoletti. Quando sono un pó lontano dal porto, ogni barca butta fiori, centinaia di fiori, per ricordare chi é morto in mare e per ringraziare la Madonna che si é presa cura dei suoi figli molfetesi. Mia mamma é molfetese. É arrivata in Argentina come tanti paesani, piena di sogni e di malinconia. Alla fine dell’inverno, andavamo

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PAUSA CAFFÈ - Numero 6, dicembre 2017 al quartiere di La Boca, alla Chiesa di San Juan Evangelista dove tutti i molfetesi emigrati pregavano e ringraziavano la lontana Madona dei Martiri.

il bisnipote. Ho poduto visitare il vero lungomare di Molfeta. Ho visto la statua della Madonna che afferra il bambino proteggendolo dalle onde selvagge. Ho visto il mare blu. Mi sono sentita a casa. Monica Crespo_FLC3 Ituzaingó

Posso oggi chiudere i miei occhi e ricordare quella festa che si fa tuttavia, nel primo fine settimana di settembre, a Buenos Aires. Dalla Chiesa di San Juan Evangelista, esce la banda dei Vigili del Fuoco, il vescovo e i giovani discendenti molfetesi portano la statua della Vergine di Luján. Tutta la gente cammina cantando delle vecchie canzoni del paese mai dimenticato. Dopo si arriva a Vuelta de Rocha dove una barca decorata con fiori, bandiere e fazzoletti riceve la Vergine, il vescovo e i visitanti molfetesi. La barca naviga sul fiume, dove il nero Riachuelo diventa un pó il marrone Río de la Plata. Manca il mare blu, manca il cielo chiaro, le due chiese a ogni lato del lungomare, peró l’emozione é la stessa. Lí si buttano le centinaia di fiori bianchi mentre a terra si canta, si esulta, si applaude, e suona la banda e si vedono i fuochi d’artificio. Andavamo alla Festa della Madonna dei Martiri quando ero bambina con i miei genitori e mio fratello. Andiamo oggi con i figli, i nipoti e Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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Un viaggio indimenticabile Ci sono molte frasi che parlano sull´importanza dell´amicizia, però in questo testo vi racconteró un´esperienza che riassume quello che significa viverla intensamente. La settimana dal 29 settembre al 9 ottobre ho fatto un viaggio a Bariloche con dodici amici della scuola secondaria. Quarantatrè anni fa abbiamo fatto il primo viaggio di diplomati! Dopo tanti anni, é stato emocionante tornare e ritrovarci nei diversi luoghi che avevamo visitato la prima volta, anche con l´albergo in cui siamo stati nel 1974, chiamato “Montanara”, il quale oggi é diventato un negozio di alimentari. In questa occasione abbiamo deciso di affitare una bellisima villetta con vista al lago Nahuel Huapi, con cinque camere da letto, due salotti, tre bagni…completamente arredata, ampia e confortevole. Purtroppo, sei degli otto giorni della vacanza li abbiamo condivisi con la pioggia, il vento, il freddo e…la neve! Nonostante il clima, abbiamo potuto fare quasi tutte le escursioni pianificate. Prima, un giro intorno alle coste sud del lago Nahuel Huapi. Nel percorso abbiamo apprezzato diversi posti turistici e ponti panoramici: Bahia López e Cerro Campanario, dal cui terrazo si può godere una magnifica vista del lago Moreno e la laguna El Trébol. Tutti insieme ci siamo scattati alcune foto vicino al Llao Llao, l´albergo piú famoso e simbolo di questa città. Come in un quadro, la Capella di San Eduardo e Puerto Pañuelo, completavano il paesaggio. Un altro giorno, e sempre con la machina che avevamo affitatto in Buenos Aires, siamo andati a Colonia Suiza, dove ci sono molti negozzi d´artigianato e prodotti tipici. Non potete andare

via da questo posto senza avere assagiato il curanto, un cibo tipico della Patagonia che si fa con diverse verdure (patate, cipolle, peperoni, carote, zucca…) e diverse carni (pollo, mucca, maiale, agnello…). La preparazione è veramente una ceremonia che è sopravissuta da mille anni: si scava un buco grande nel terreno, si mettono delle pietre calde, poi le verdure e la carne, e dopo si copre tutto con delle foglie grandi di una pianta chiamata pangue. Gli ultimi due giorni, con un sole incredibile e un cielo blu, li abbiamo goduti pienamente: un giretto per La Angostura, con le sue villette di legno e bei giardini, e una camminata fino al refugio dal cerro Otto, dove abbiamo assagiato del cioccolato caldo e una squisita torta di mele. Parecchie volte abbiamo cucinato a casa e non è mai mancato l´aperitivo con lo spritz! Con il mio amico Enzo, che vive a Roma dal 1985 e che è un bravo ballerino di tango, abbiamo ballato una milonga nel salotto principale della casa per un pubblico speciale: i nostri amici. Insomma, che cosa posso aggiungere di più, dopo questa meravigliosa esperienza? Che sono ritornata a Buenos Aires non solo più rilassata ma anche con il mio cuore pieno di felicità: l´allegria e l´armonia sono state presenti ogni giorno. Griselda Crepat_B2 Ituzaingó

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RAMOS A1 MERCOLEDì 19-22 Matrimonio siciliano

Questo anno facciamo un bellissimo progetto, che ci unisce come gruppo. parliamo delle tradizioni siciliane, la preparazione del letto prima del matrimonio, la preparazione della sposa, la cerimonia religiosa, menù tradizionale della festa, il ballo della contraddanza e anche facciamo molti giochi come la caccia del tesoro e zuppa di lettere con diversi gruppi della Dante. Presentiamo una tavola con i torroncini, biscotti, crostoli, confetti e anche vino spumante per brindare. Per essere nostro primo progetto siamo molto felici di essere un gruppo unito, coinvolto e con molta responsabilità. Sentiamo la necessità di cumplire con nostra insegnante che ci ha aiutato e insegnato molto. Ha una pazienza di lusso! Melisa, Alessandra, Guido, Alicia, Isabella, Claudio, Giorgio, Gustavo, Facundo, Vanesa, Micaela, Andrea, Marisa

ITUZAINGÓ VENERDì 19-21.30

Il nostro anno alla Dante è stato molto bello e interessante perchè abbiamo conosciuto persone molto divertente e simpatiche. nella lezione c’è stato sempre compagnia. Questo mi sono piaciuto tantissimo. Anche, siamo felici per la professoressa, le sue lezioni sono molto dinamici e divertenti. Una cosa interessante è leggere Fantasmi, un racconto d’avventura. Questo era il nostro anno alla Dante…vi auguriamo a tutti un felice e tranquillo Natale e Capodanno Melanie, Yanina, Barbara

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Un sogno realizzato Domenica 2 Aprile è stata una giornata molto speciale nella mia vita perché sono andata alla Maratona di Roma: 42km di passione, sole, pioggia e amici che ho conosciuto. Erano mesi che aspettavo aprile, non solo per la gara ma anche perché iniziavano i miei 40 giorni di vacanze. Il piano era di visitare i posti più belli del sud d’Italia, da città in città, in treno per tutta la Sicilia, Puglia e Calabria. I momenti più magici sono stati l’escursione all’Etna, la visita a Tropea, a Catania e la sua gente meravigliosa. Da Palermo a Napoli ci sono volute 10 ore di traghetto, molto stancanti ma interessanti allo stesso tempo. Da Napoli si vedeva il Vesuvio e sono andata a visitare le indimenticabili rovine di Pompei. Infine, due giorni prima di ripartire per Buenos Aires, sono andata a vedere allo stadio Olimpico la squadra di calcio della Roma che giocava. Credo che quest’esperienza sia indimenticabile e irripetibile. L’ho aspettata per un sacco di tempo. Se io dovessi scegliere un posto dove abitare nel mondo, sceglierei l’Italia. Sono felice di scrivere tutto questo per voi. Adesso potrete organizzare la vostra avventura mentre io continuerò a sognare. Claudia Busemi_C1 Ituzaingó

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DI GELSOMINI E GIORNI PASSATI Tutto cominciò una mattina alla fine della primavera. Andavo al lavoro quando un odore familiare mi avviluppò. Ricordi di giorni passati cominciarono a lampeggiare nella mia mente: una infinita sequenza di pomeriggi al sole trascorsi con i miei nonni nel loro giardino ritornarono mescolati con il dolce profumo dei gelsomini. Per quanto mi fossi sforzata, non sono riuscita a lasciarmi quei ricordi alle spalle, perciò ho deciso che c’era soltanto una cosa che potessi fare. Ho preso le mie chiavi e mi sono buttata nella mia macchina, e, così, mi sono avventurata in un viaggio di ritorno alla mia infanzia. La guida fu più breve di quello che mi ricordavo e, quando alla fine sono arrivata alla mia destinazione, ho notato che niente era veramente cambiato dall’ultima volta che ero stata lì; infatti, il tempo sembrava essersi fermato, sia per le piccole case che si trovavano a ogni lato della strada, sia per i loro abitanti. Ho parcheggiato la mia macchina e sono andata verso la casa dei miei nonni. Ho cominciato ad attraversare il giardino sul davanti, sentendo il delicato odore delle rose di mia nonna. Mi sono seduta sotto il porticato e la voce di mio nonno è tornata alla mia mente, inventando indovinelli per intrattenermi durante i pomeriggi che passavamo insieme. Ho alzato lo sguardo e ho visto gli anelli da dove lui attaccava l’altalena ogni volta che io andavo a trovarlo. Ho dato un’occhiata alla casa, però ho deciso di non entrare, perché non volevo che le sue camere vuote e le sue pareti nude sostituissero le immagini della mia infanzia scolpite nella mia memoria, perciò mi sono diretta verso il giardino dietro casa. Il gli-

cine che mio nonno aveva piantato per riparare la casa dal calore d’estate faceva ombra gradita, mentre che le azalee di mia nonna erano in piena fioritura, esibendo un arcobaleno di colori. Non sono rimasta lì a lungo perché la vera ragione per questo viaggio fra i meandri della memoria si trovava soltanto ad alcuni passi. Il piccolo appezzamento dove mio nonno coltivava il suo orto adesso era vuoto, non c’erano fagioli, pomodori neanche zucche, però in qualche modo c’erano ancora lì. E poi, quasi nascosto dietro un garbuglio di arbusti e cespugli, ho trovato quello che ero venuta a trovare: il gelsomino. Ho rantolato quando l’ho visto, non credevo allo stato pietoso in cui si trovasse: le sue poche foglie erano appassite, il suo tronco era coperto di muschio e non aveva un solo fiore in vista. E in quel momento mi sono ricordata che era stato così da quando mio nonno era morto, sembrava come se sapesse che quello che se ne prendeva cura non ci fosse più. I miei occhi si riempirono di lacrime quando lo vidi: un unico gelsomino, in uno dei rami bassi, i suoi petali appena aperti. Ho allungato il mio braccio e l’ho toccato, e improvvisamente mio nonno c’era un’altra volta accanto a me, facendo piccoli mazzi per regalarli a quelli a cui lui voleva bene. Era la sua modesta maniera di mostrare il suo affetto, di farci sapere che lui c’era sempre con noi. Sono rimasta lì a lungo, estasiata, fino a quando ho avvertito che la luna prendeva lentamente il suo posto nel cielo. Ho dato un’ultima occhiata intorno a me, e me ne sono andata. La guida a casa fu agrodolce, mentre immagini del mio passato scorrevano per la mia mente. Sorprendentemente, non sono stati i ricordi tristi però quelli felici che hanno cominciato a fare un nodo alla mia gola; però, mentre guardavo il solitario gelsomino sdraiato nel sedile accanto a me, ho deciso che le lacrime felici avrebbero

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PAUSA CAFFÈ - Numero 6, dicembre 2017 sconfitto quelle tristi qualche giorno. Per mio nonno, il poeta, che mi ha insegnato a amare i libri... e i gelsomini. Valeria Gibaut_FLC3 Ituzaingó

Un grande Grazie! a tutti i nostri alunni per questo bellissimo 2017... un altro grande Grazie agli alunni che hanno collaborato con entusiasmo e dedizione a rendere Pausa Caffé la rivista di tutta la Dante. Vi aspettiamo l’anno prossimo e aspettiamo nuovi collaboratori! Buone vacanze a tutti

un abbraccio dalla direzione, dalla segreteria e da parte di tutti i professori Pausa Caffè - Rivista della Dante Alighieri di Ramos Mejía e Ituzaingó

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