Strada Facendo - Anno 7 - Nro 11

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LA RIVISTA DELLA DANTE ALIGHIERI DI RAMOS MEJÍA

trada Facendo Anno 7 | N° 11 | Dicembre 2012 | Consegna libera e gratuita


Sommario 3

Progetti. Un’avventura che continua e si rinnova…

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La Sardegna: i nostri laboratori

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La Festa della Repubblica e la Settimana Italiana al ritmo di musica

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Al lavoro!

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Tra il dire e il fare a la Rioja

12 L’arte di leggere 13 Corso e seminari di cucina

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La pillola metodologica Le massime di Scaripatricia

Editoriale Stiamo arrivando alla fine di un nuovo anno. Un anno difficile, un anno strano, un anno diverso, almeno per me. Un anno in cui mi sono guardata dentro e mi sono chiesta mille volte come volevo vivere. Come mi dice la società? Ascoltando e copiando i consigli che mi danno i mass media, attraverso i loro spot e i loro programmi televisivi? Ripetendo quello che si ascolta? Devo copiare i nuovi valori per sentirmi parte di questo modello anche se proprio non mi vanno? NO, niente di questo ho voglia di fare perché anche se un nuovo stile di vita s’impone ogni volta di più nella nostra società, devo dire che non lo condivido. Voglio costruire la mia realtà in base a quello che sento e penso, voglio costruire la mia vita in base alle mie esperienze, voglio andare alla ricerca dell’informazione che voglio, dove come e quando voglio io. Perché sono una persona che ha alle spalle una storia e questa mia storia va rispettata come va anche rispettata la storia di ognuno di noi. E in questo rispetto verso noi stessi e verso gli altri siamo un’unità, un’unità di corpo e mente che non si staccano mai e che dipendono l’uno dall’altro più di quanto noi immaginiamo. Se ci rendessimo davvero conto della forte dipendenza tra l’uno e l’altro e di quanto possiamo aiutare o danneggiare con le nostre azioni e il nostro vivere quotidiano, vivremmo tutti molto meglio. CORPO e MENTE in un’unione armonica per vivere, per crescere, per autovalutarci, per essere sinceri con noi stessi, per guardarci allo specchio, per IMPARARE, per CAMBIARE e per ESSERE IN CONTINUO MOVIMENTO. La nostra Dante è così, perché il nostro primo obiettivo è sempre stato quello di creare una scuola in cui i nostri studenti lavorino con la mente e con il corpo realizzando un apprendimento “INTERO”. La lettera di Marina, alunna della nostra Dante, è un esempio di quanto cerchiamo di trasmettere. Non perdiamo la nostra essenza. Difendiamo e onoriamo il nostro ESSERE UMANI, LA NOSTRA VITA che non è altro che un viaggio verso una ricerca sincera che conduce alla realizzazione di noi stessi. Auguri!! Direttrice Silvia Fastuca

Speciale sede Ituzaingó. Diamo il benvenuto ai nostri gruppi.

LA RIVISTA DELLA DANTE ALIGHIERI DI RAMOS MEJÍA

trada Facendo Anno 7 | N° 11 | Dicembre 2012 | Consegna libera e gratuita

STRADA FACENDO

Nº 11 El objetivo de esta publicación es mantenernos informados y actualizados sobre temas referidos a nuestra Asociación y a la Lengua y Cultura Italiana.

2 STRADAFACENDO // Dicembre 2012

Quattro anni fa ho iniziato lo studio della lingua italiana alla Dante Alighieri di Ramos Mejía con il mio caro marito; così ho trovato un posto meraviglioso dove posso imparare la lingua insieme a un gruppo di persone che mi hanno accolto molto bene e mi hanno adottato come se fossi della loro comunità. Il modo di insegnare attraverso il gioco rende l’apprendimento facile; è un piacere imparare la lingua in questo modo. Tutti gli insegnanti sono molto creativi. Le ultime settimane sono state molto difficili, ho cominciato a sentirmi male. Le mie gambe non rispondevano come sempre, mi sentivo molto stanca, gli studi hanno con­ fermato che la mia malattia (il Lupus – LES) si era riattivata. Ho sentito la tristezza e l’angoscia ha rotto la mia volontà. In questo periodo il corso è stato una vera e propria terapia. Quindi vorrei che tutti i miei compagni e il nostro professor Angelo, sappiano quanto mi hanno aiutato a supe‐ rare i momenti che sto attraversando; mi hanno dato forza, mi hanno fatto ridere, mi hanno incoraggiato, e che dire di quanto mi sono sentita bene nel condividere con voi il karaoke: avete fatto in modo che la mia mente si liberasse! Durante la rappresentazione del progetto, so soltanto che ce l’ho messa tutta, dunque per me è stato un successo che mi ha dato una grande gioia!!!! Per tutto questo dico “grazie a Dio .... per avermi permesso di incontrare persone me‐ ravigliose come ognuno di voi... Grazie!” Marina G. Garcia - B2

Commissione Direttiva Dante Alighieri di Ramos Mejía Direttrice Editoriale Silvia Fastuca Segretaria di redazione Barbara Bonacin Disegno Grafico Gabriele Avellis Copertina Matias Casano Hanno collaborato: Estela Diminich, Katia Cascarino, Angelo Farina, Adriana Verón Valussi, Silvia Fastuca, Barbara Bonacin, Monica Paese, Patricia Battistin, Giuseppe Mio,

Teresa Cellone, Belia Marinato, Damian Distefano, Patricia Ana Sonnante e Rosana Rogato, Silvia Brunetta, Eliana Napoli, Sebastian Rodriguez, Maria del Carmen Oliveri, Alessandra Benvenuti, Yamila Sabrin, Susana Mazzeo, tantissimi gruppi di Ramos e della sede di Ituzaingó. Distribuzione ASSOCIAZIONE DANTE ALIGHIERI DI RAMOS MEJÍA Rosales 358, B1704EYH Ramos Mejía Prov. de Buenos Aires, Argentina (5411) 4656 3735 - info@ladante.com.ar http://www.ladante.com.ar


Progetti UN’AVVENTURA CHE CONTINUA E SI RINNOVA di Barbara BONACIN

A

UN PERCORSO INTERATTIVO NELLA STORIA DELL’IMMIGRAZIONE

nche quest’anno i nostri studenti hanno vissuto l’emozione di creare il proprio progetto. Contemporaneamente per noi professori le loro presentazioni Il nostro progetto è stato un omaggio agli immigranti e soprattutto i percorsi che vivono per costruirlo, ci permet- italiani. Abbiamo celebrato il ricordo della storia dei tono di continuare invece a riflettere didatticamente per poter nostri nonni, genitori e anche di una di noi che è ve‐ ogni volta di più imparare a guidare i nostri alunni all’interno di nuta da piccola con sua madre. Tutti gli immigranti decisero realizzare il più un’esperienza che li arricchisca linguisticamente ma anche umagrande sogno della loro vita: fare l'America!!! namente. Lasciarono i loro affetti e la loro terra natale e Per questo motivo quest’anno vennero in Argentina. abbiamo cominciato ad inserire, Abbiamo ricreato quello che è stata l'immigra‐ con l’aiuto di alcuni gruppi, zione nei primi anni del secolo scorso nel degli aspetti che permettano ai porto di Genova, nella nave Tommaso di Sa‐ nostri studenti di essere sempre voia, nel porto di Buenos Aires, in dogana, nell' più protagonisti, non solo del albergo degli immigranti e nel “conventillo”. loro lavoro ma anche di quello C’era sempre molta amicizia e solidarietà tra degli altri. tutti, era l'unico modo di essere felici in questi Prendendo d’ispirazione il teatro luoghi così lontani dalla loro terra, e si cantava partecipativo-interattivo, che trova le sue radici nel teatro e si mangiava come se si fosse in Italia: era un dell’oppresso di Augusto Boal, modo per sentirsi più vicini alla terra natale. un gruppo ha cercato di ricreare una piccola rappresentazione teatrale È stata un’esperienza indimenticabile ed emozio‐ all’interno della quale potessero parteciparvi attivamente anche gli nante, dove hanno partecipato tutti i compagni degli “spettatori” convertiti subito in spettatori-attori, ovvero persone che altri corsi, perché questo grande sogno non si realizzò costruiscono con gli attori un po’ la trama con dei semplici spettatori ma con partecipanti attivi della storia pianificata. e protagonisti, insieme a noi. L’intervento attivo oltre a Per un attimo siamo stati affianco ai nostri antenati. mantenere alta la motivazione Semplicemente eccezionale, bellissimo!!!!!!! permette a tutti di continuare È stata un’opera piena di emozioni e allegria, con al‐ a mettere in atto le strutture cune lacrime e molto molto amore. Questo lavoro ci linguistiche imparate, che vanno tra l’altro improvvisate, ha fatto “tremare” il cuore. e di farsi travolgere in una stoB2 ria che possono anche con il loro stesso intervento camUna notte al museo biare. Sicuramente si tratta di (racconto boccaccesco)! un aspetto che va ancora da noi Grazie agli insistenti suggerimenti del nostro professore, il approfondito, ma di certo incoraggiato, per gli effetti positivi che deter- gruppo ha vissuto un’esperienza indimenticabile: è stata la prima volta che siamo riusciti a fare un film tutti insieme. mina.

PRONTO ROMANA! L’idea di questo progetto non ci faceva sentire sicuri ed eravamo un po’ confusi, dato che conoscere la storia dell’Antica Roma ci è piaciuto veramente, come una realtà per conoscere le nostre origini. Abbiamo conosciuto la vita di alcuni dei suoi personaggi come Giulio Cesare, Cleopatra, Marc’Antonio e anche Spartaco; ma quando il nostro professore ci ha dato la consegna di rappresentarli e poi di farlo davanti a compagni di altri corsi, in coro abbiamo urlato: “AIUTOOOO!!!” Dopo la paura iniziale, ci siamo sentiti soddisfatti, in parte per la collaborazione tra noi e poi per l’amicizia nata durante la preparazione del progetto. Per noi è stato un grande successo ed il nostro professor Angelo un vero conduttore creativo! Pensiamo che sia stata una bellissima esperienza e per finire possiamo dire che in gruppo si impara meglio, si supera la timidezza e che ci siamo divertiti un sacco! Formazione Linguistica e Culturale 1

In un museo virtuale ognuno di noi ha rappresentato una famosa opera d’arte: la Monna Lisa, Mosè, Venere, la Muta, la Fornarina, Federico di Montefeltro, tutto sotto l’attenta sorveglianza di un custode un po’ “brillo”, quando si spegnevano le luci tutti prendevamo vita nel contesto di un racconto boccaccesco scritto da noi. La presentazione è finita con un esilarante “Ballo del cavallo” insieme a tutti i nostri compagni (incluso Angelo)!!!! Ci siamo divertiti un sacco e il nostro gruppo si è unito ancora di più. Un’altra volta: GRAZIE, DANTE!!!! Formazione Linguistica e Culturale 2

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Progetti UN’AVVENTURA CHE CONTINUA E SI RINNOVA

RIVISTA: CUCINA BELLA Ciao a tutti, noi siamo il corso B1 del mercoledì e questa è la storia del nostro progetto. La nostra professoressa, Barbara, credo voglia fare la geometra “da grande” perché sempre dice: “facciamo un cerchio”, e con un cerchio abbiamo cominciato il progetto. Prima di tutto, abbiamo ascoltato le istruzioni per farlo: ognuno avrebbe dovuto guardare un film che riguardasse un aspetto sociale (come l’amicizia, l’amore ecc.) e la cucina italiana e comporre un articolo mettendo tutto insieme. Era un cammino abbastanza difficile, ma ci abbiamo messo il corpo e tutto il nostro cuore. Abbiamo visto più di quindici film; trovato circa venti ricette e molte immagini di cibo; abbiamo ricreato trenta capi d’abbigliamento e vari elementi di scenografia per le sessioni di fotografia. Abbiamo fatto più di ottanta foto per accompagnare l’articolo e ci siamo inviati centocinquanta mail!!! (scritte in italiano, naturalmente). Infine, abbiamo voluto unire tutto ma non eravamo d’accordo. Ma non solo, ci siamo anche scontrati. E peggio ancora, arrabbiati!! Ma, alla fine, è nato un nuovo sole e la pace è ritornata in aula: abbiamo fatto un altro cerchio, abbiamo messo tutto insieme ed è venuta fuori UNA RIVISTA. Siamo orgogliosi del nostro progetto e ora vogliamo condividere con voi Cucina bella, la rivista che parla di cibo, di film e di sentimenti. CUCINA BELLA: PRENDETELA NELL’EDICOLA ITALIANA PIÙ VICINA!

Un progetto da ricordare! Siamo il C1 di sabato mattina e quest’anno abbiamo fatto un progetto molto divertente intitolato “Maschi vs Femmine”. Siamo molto felici ed orgogliosi di averlo fatto, perché abbiamo stretto ancora di più il rapporto tra noi e abbiamo pure rafforzato la lingua. Angelo ci ha proposto una bella sfida, perché dovevamo raccontare le diverse tappe del rapporto tra uomini e donne attraverso la storia delle nostre famiglie. Ringraziamo molto i nostri professori da cui abbiamo imparato tanto per riuscire a “mettere in scena” il nostro lavoro. Grazie Dante per offrirci questi spazi in questi bellissimi anni trascorsi insieme!!!

Gli angiolini indiavolati – C1

B1 NOI, SPECCHIO DEI NOSTRI NONNI C’è chi ci ha domandato dove avevamo trovato i dialoghi per fare questo progetto. Per noi non è stato molto difficile, dopo la proposta del nostro professore di fare questo “Teatro della memoria” parlando dell’immigrazione in tre tappe della storia tra l’Italia e l’Argentina, siamo andati a cercare nella memoria familiare di ognuno di noi e spontaneamente sono nate le idee… Partendo dal dopoguerra, dove sulla nave si trovavano le persone che scappavano dalle conseguenze della guerra, la coppia che veniva cercando un mondo migliore per la loro bimba, che nella semplicità delle parole, esprimeva il desiderio di tornare in Italia, alla donna che era sola e stava raggiungendo il marito che era partito prima… come molti dei nostri genitori e nonni… Il secondo gruppo, quello della fine dei ’90, cioè figli e nipoti di quegli italiani, delusi e scoraggiati dall’ennesima crisi argentina, con “cacerolazos” e “corralito”, senza lavoro né speranza decidono di partire per l’Italia pensando di trovarci il benessere perduto… ma sempre c’è qualcuno che preferisce restare… E per ultimo: l’oggi, quelli che erano partiti un decennio fa essendo molto giovani e tornano in Argentina a causa della crisi europea. Ed un’altra volta la speranza si apre… prima era un porto ed una nave affollata e puzzolente, oggi sono i moderni aeroporti ed i “comodi” aerei… le valigie di cartone sono state sostituite da zaini firmati, e la carta e la penna da skype… ma la storia si ripete… L’allegra Onda verde - B2

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Progetti

UN’AVVENTURA CHE CONTINUA E SI RINNOVA

Il giornale "Ecco Italia" Noi siamo il Lontano Ovest, il corso A2 del venerdì della Dante d'Ituzaingó. Per concludere l'anno abbiamo fatto un giornale molto lungo che abbiamo chiamato "Ecco Italia" (sempre la verità). Per questo abbiamo messo insieme diverse idee e scelto di viaggiare nel tempo. Abbiamo conosciuto l'Impero Romano, il Medioevo, il Rinascimento e siamo tornati all'attualità. Siccome il 4 aprile c'è stato un tifone che ha portato il Genio Eugenio a esaurire i nostri desideri, tra cui di poter avventurarci in altre epoche passate, noi abbiamo deciso di stampare un'edizione straordinaria per raccontare le esperienze vissute. Così abbiamo parlato con i grandi artisti della pittura e della scultura - Michelangelo, Raffaello, Leonardo, ecc., abbiamo visto come sono stati costruiti alcuni monumenti dell'Antica Roma e conosciuto la loro vita quotidiana, le loro abitudini, cosa mangiavano... Nella conferenza stampa, il giorno della presentazione, i Tifosi dell'A1-A2 ci hanno fatto delle domande a cui noi abbiamo risposto. Tra queste: se abbiamo avuto paura di non poter ritornare al presente e cosa abbiamo sentito durante la nostra permanenza in quei posti. Il Lontano Ovest non ha paura ed è pronto per una nuova avventura.

Il Lontano Ovest A2 - Ituzaingó

IL BAR RISORGIMENTALE Se la storia la scrivono quelli che vincono, vuol dire che esiste un’altra storia... Siamo a più di un secolo e mezzo dal movimento chiamato Risorgimento italiano, a 151 anni dall’unità d’Italia e dalla fine di un insieme di stati diversissimi tra loro, per diventare una nazione. Abbiamo fatto un percorso attraverso il pensiero dei protagonisti, i loro ideali, i loro progetti, i loro sogni ma anche le loro miserie, le loro ambizioni personali e contraddizioni. Abbiamo capito che l’unità di un paese va oltre la burocrazia delle dichiarazioni; l’identità, bisogna costruirla giorno per giorno, con il lavoro, l’inclusione sociale, l’uguaglianza, lo studio, lo sviluppo, il sacrificio, l´onestà, l´amore per la lingua e le tradizioni, tornando in un certo senso ai principi rivoluzionari di uguaglianza, libertà e fraternità con i quali ebbe inizio questo processo. Ci siamo divertite conoscendo la storia di questi anni, mettendola in comune e dibattendola tra di noi e alla fine, interpretandola mettendoci nei panni dei protagonisti nella rappresentazione finale, “Al Bar Risorgimento”: Verdi, Mazzini, Garibaldi, Cavour, Gioberti...siamo cresciute come studentesse, come persone e come gruppo. E ne siamo fiere! Formazione Linguistica e Culturale 3

IL TURPILOQUIO DELLA SERA Quando Angelo ci ha invitate a scrivere una rivista sulle parolacce, ci ha colte di sorpresa e ha provocato in noi reazioni diverse. Alcune di noi non erano d’accordo, mentre altre hanno accettato volentieri. Durante il nostro lavoro, abbiamo capito che le parolacce sono parte della lingua e del parlato quotidiano, che possono essere offensive o innocue, secondo il contesto in cui si dicono. Possiamo ascoltarle da persone semplici o istruite. Non credevamo che ne esistessero tante nella nostra lingua, è stata per noi un’importante esperienza conoscere questa stravagante storia della lingua italiana. Mentre facevamo la ricerca su questo lavoro “particolare”, abbiamo imparato un po’ sul turpiloquio; esistono linguaggi diversi secondo l’età, la classe sociale, il posto dove si trova la persona, o il lavoro che fa. Oggi il suo uso è più frequente e così è diminuita la sua violenza, forse questo si deve a un rilassamento linguistico e uditivo.

Dire parolacce non vuol dire parlare bene o male, a volte, ognuno usa una parolaccia per farsi vedere simpatico. Anche i nostri avi le dicevano!!! Frequentemente l’uso di questi termini hanno un indiscutibile effetto positivo: placano lo stress. Vi invitiamo a viaggiare nell’affascinante mondo del turpiloquio, non ve ne pentirete ve lo assicuriamo!!! Formazione Linguistica 1

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LAB LABORATORI 2012 di Alessandra BENVENUTI

La Sardegna

B2

O

gni anno, La Dante, ci propone una giornata diversa per ritrovarci tutti insieme, invitandoci a lasciarci trasportare dalla curiosità, dall'immaginazione e a percorrere così, quella terra che amiamo, la terra delle nostre origini, nel mio caso, la terra di mio padre… la bella Italia. In quest’ occasione, la regione scelta, è stata la Sardegna, che ha risvegliato in me un grande interesse a partecipare, dato che un mese prima, ero stata lì in viaggio. La proposta dei laboratori sono sempre una sfida personale a lavorare in gruppo, dove la somma della volontà, il contributo partecipativo, l’espressione e la creatività dei partecipanti rendono possibile un obbiettivo finale comune. Nel laboratorio d’arte abbiamo lavorato su due elementi caratteristici di questa terra misteriosa e straordinaria, i nuraghi ed i murales. I primi, affascinanti enigmi di un passato antico, e gli altri, un’arte più attuale, nata negli anni ‘70, gli anni della contestazione giovanile, dove si vedono i muri che narrano la vita quotidiana, le grandi conquiste, le fatiche, le sofferenze e le speranze di una comunità. Ma vorrei aggiungere che le proposte dei laboratori non è solo imparare una regione dell’Italia, è molto di più… è condividere con gli altri studenti, è contribuire a formare valori umani basati sul rispetto, sulla socializzazione; è integrare tutti quelli che iniziano a scoprire il magico mondo in italiano con quelli che già lo sentono come proprio… queste sono le cose per cui vale la pena vivere ogni anno l’esperienza dei laboratori!

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Io sono María del Carmen, studentessa della Dante di Ituzaingó, nel mese di agosto sono andata alla Dante di Ramos, per partecipare ai laboratori della Sardegna. Io ero iscritta al laboratorio di canto e ballo: abbiamo imparato delle canzoni in lingua sarda! È stato un po’ difficile ma divertente. Dopo, ci siamo riuniti tutti insieme per presentare davanti agli altri e così abbiamo po­ tuto vedere come erano l’arte, l'architettura e il teatro sardi. Noi abbiamo cantato da­ vanti a tutti, con un po’ di vergogna ma con tutta la voglia e la gola!!!! Alla fine abbiamo mangiato tutto quello che aveva fatto il gruppo di cucina. È stata una giornata meravigliosa, dove ho potuto conoscere i ragazzi di Ramos, e anche una lingua nuova. Sicuramente, l’anno prossimo andrò anche al nuovo laboratorio. María del Carmen Oliveri ­ A2 Ituzaingó Abbiamo lavorato tutti insieme, alunni e professori. Loro sono stati simpaticissimi e ci hanno insegnato un sacco di cose nuove. Io avevo scelto la cucina...tra una ricetta e l'altra, mi sono ritrovata a conoscere nuovi compagni e la loro storia di vita. Una bella esperienza accompagnata da nuovi sapori e piatti pieni di colore! Dopo ci siamo riuniti per vedere i lavori degli altri: rappresentazioni teatrali, canto (ab­ biamo cantato tutti insieme una bellissima canzone sarda) e ballo; dopo aver visto un ballo di gruppo ci siamo messi tutti quanti a ballare! Per chiudere la serata, gli altri gruppi sono venuti in cucina per assaggiare quello che avevamo preparato, era tutto buonissimo, infatti nessuno ha perso l'opportunità di provare niente! Una giornata da non dimenticare!! Yamila Sabrin – C2 Ituzaingó


Nel mese di agosto, siamo state invitate a partecipare ai laboratori dedicati alla SARDEGNA. Oltre all’interesse per conoscere quella regione italiana, eravamo incuriosite perché questa attività si svolgeva alla Dante di Ramos, che non conoscevamo, ed è la sede madre!!! Abbiamo ricevuto un’accoglienza cordiale, festosa, che ci ha fatto sentire a nostro agio, come se fossimo a casa nostra. Tutti i professori erano travestiti, sembravano dei veri pastori sardi! Simpaticissimi con i baffi e i bastoni! Dopo l’incontro in un salone affollato, dove abbiamo condiviso giochi, saluti e sorrisi di compiacimento, ognuno se ne è andato con i responsabili dei laboratori. Io ho scelto di fare teatro con Giuseppe e Gabriele, che hanno molte capacità espressive e comunicative. Abbiamo incominciato a leggere la piccola opera: la scena si svolgeva nella casa di una famiglia sarda il cui padre e anche il figlio maggiore erano artisti (uno faceva i murales, l’altro le maschere e i vestiti per le feste) mentre la loro fattoria andava in malora. La madre e le due

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figlie si lagnavano delle condizioni di vita che erano costrette a soffrire. Alla fine tutti ci siamo ritrovati insieme ed ognuno, svolgendo il proprio lavoro, ha rappresentato la cultura, la musica, l’arte, la cucina, le feste e tradizioni della SARDEGNA!!! Grazie ai laboratori ho conosciuto tante cose belle di questa regione!! Ringrazio la Dante Alighieri di Ramos Mejía e i professori per l’opportunità di condividere una così bella esperienza. Susana Mazzeo C2 Ituzaingó

Laboratorio di Ballo Abbiamo fatto il laboratorio di ballo della Sardegna con i miei compa‐ gni dell’A1‐A2 di sabato mattina e di altri livelli della Dante di Ramos. La presentazione è stata fatta dalla divertente professoressa Adriana. Abbiamo ballato tantissimo con lei.. Abbiamo riso tantissimo e ci siamo goduti il pomeriggio imi‐ tando i balli tipici della regione. Alla fine della presenta‐ zione abbiamo condiviso buo‐ nissimi piatti regionali. È stata molto bella la presen‐ tazione! Vogliamo che si ri‐ peta! Eliana Napoli A1‐A2

LAB

I laboratori alla Dante Alighieri sono stati molto divertenti ed educativi. Oltre a incontrare persone, imparare le canzoni popolari della Sardegna e ad assaggiare i piatti gustosi e tipici di questa regione, mi sono sentito, almeno per un po', immerso nella cultura italiana. È stata una bella giornata e mi auguro che il prossimo evento sia presto per saperne di più della bellissima Italia. Sebastian RODRIGUEZ A1 Ituzaingo Il 25 agosto sono stata con le mie compagne alla Dante Alighieri di Ramos Mejía e ho partecipato al la­ boratorio legato ai costumi e alle tradizioni. Abbiamo creato le

maschere dei Mamuthones e degli Issohadores. I primi hanno le ma­ schere nere di legno, e gli Issohado­ res invece una giacca rossa e dei pantaloni bianchi. Io ho rappresen­ tato un ballo che dovevo portare la maschera "a gattu" la più famosa del­ l'Isola, con un copricapo bianco, una fascia rossa sulla testa e il velo nero che mi copriva il viso, simbolo della morte. È stato molto in­ teressante, io non la cono­ scevo. Abbiamo dovuto fare i vestiti ­ la Dante ci ha dato tutto il materiale per farlo­. Insomma, abbiamo cantato, ballato e mangiato quello che hanno fatto le persone del la­ boratorio di cucina. È stata pro­ prio una bella giornata che ci ha fatto imparare tante cose che non sa­ pevamo. Un bacione. Silvia BRUNETTA C2 Ituzaingò

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La Festa della Repubblica e la Settimana Italiana A RITMO DI MUSICA Quest’anno abbiamo aperto i corsi con un cartello che nelle nostre bacheche diceva: “Canta che ti passa!”, poi il nostro bar si è trasformato in un piccolo palco di Sanremo con tutti i dischi appesi ed infine abbiamo deciso di festeggiare il 2 giugno e la Settimana della Lingua italiana con la musica. Crediamo che anche nei momenti peggiori la musica e il canto possano sempre rallegrare i cuori delle persone. E così è nato “KARAOKEANDO” che ancora non è entrato come termine nell’Accademia della Crusca (ma sicuramente lo proporremo).

Ci vuole un chiarimento Per tutti quelli che guardano la nostra foto e pensano cosa facciamo mascherate così. idea era quella di cercare una canzone divertente da presentare alla Festa della Repubblica. Ci sono venuti in mente dei pezzi come “44 gatti, “Aggiungi un posto a tavola”, " Il caffé della Peppina", ma finalmente abbiamo deciso di cantare “Malamoreno”, il brano presentato da Arisa al festival di Sanremo 2010. Questa cantante ci offriva non solo una canzone con un bell’argomento: l’amore, il motore del mondo; ma anche un look molto particolare che l’ha caratterizzato. Allora, dopo aver provato parecchie volte (perché il ritmo della canzone era molto più veloce di quanto il suo testo potesse essere letto) ci siamo presentate davanti al pubblico con l’appoggio di Ariel, Adriana, Silvia, Monica e Barbara. La sorpresa? Abbiamo indossato un paio di occhiali simili ai suoi e un bel rossetto sulle labbra. Adesso sì, potete confermare che siamo proprio diventate matte dopo tanti anni alla Dante di Ramos.

L’

Rosana Rogata Patricia Ana Sonnante

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UNA SERATA INDIMENTICABILE Come ogni anno in tutto il mondo, nel mese di ottobre, si festeggia la Settimana della Lingua Italiana. Questa volta la Dante di Ramos Mejía ha deciso di commemorare questo evento cantando. Ed è così che venerdì 19 ottobre, professori e alunni ci siamo ritrovati tutti insieme per mettere a prova le nostre gole! Certamente, c’erano quelli veramente accordati, ma cantavano (??!!) anche quelli a cui la natura non gli ha dotati dei “geni” di Luciano Pavarotti... Ma per fortuna, sempre c’è qualcuno più coraggioso, e la serata di Karaoke è stata aperta dai professori che, come un coro angelicale, ci hanno fatto ascoltare le loro voci. Comunque, seguendo il ritmo di Pausini, Ramazzotti, Ligabue e tanti altri, canzoni nuove e quelle tradizionali, anche noi alunni ci siamo buttati e abbiamo incominciato a cantare. Le prime canzoni sono state cantate un po’ timidamente, ma qualche minuto dopo, quando il caldo del salone incominciava a sentirsi, ed il profumo della pizza anche, ci credevamo tutti delle vere star della canzone. Così, al canto è seguito il ballo, ed al ballo, l’entusiasmo e la sfrenatezza. La stanchezza del venerdì era passata e la parola stress era stata cancellata dai nostri dizionari. Quando è arrivata la fine della serata, ce ne siamo andati tutti con la certezza che quella era stata un’altra giornata indimenticabile di quelle che di solito ci regala la Dante di Ramos, trascorsa in mezzo a tanta gente che è già diventata una bella e grande famiglia. Teresa Cellone - B2


AL! AL LAVORO!

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Sta per partire l’aereo della fantasia: OGGI SI FA… POESIA L´arte di scrivere è presente in ognuno di noi. Dobbiamo solo cercare di tirare fuori l’artista che è dentro, prendere foglio e penna e lasciar trasportare la mano dal pensiero. La poesia è l’arte di scrivere ciò che si ha nel cuore attraverso i versi, è una libera espres‐ sione dell’animo e fa molto bene scrivere a briglie sciolte, liberando la mente. Se poi, si desidera imparare a comporre rime e a rispettare certe regole, lo si può fare esercitandosi e prendendo spunto da poesie di poeti affermati di cui la nostra letteratura ne è piena. Ecco un piccolo campione del lavoro fatto dalle nostre alunne in aula.

Partire

L´AMICIZIA Un tesoro diffi­ cile da trovare. È magnifica, ne­ cessaria, confor­ tante. Quando la si trova, viene colti­ vata giorno per giorno. E lo si fa senza pensare. Un´amica ti ascolta, ti aiuta, ti accompagna, senza dubitare. Ti prende per mano e cammina assieme a te. Così è l´amicizia, vera e reale Formazione Linguistica 1

Un mazzetto di ragazze belle, Unite alla ricerca dello stesso obiettivo. Un gruppo di donne forti, Che ancora possono giocare come bambine. Quella timida, quella estroversa. Quella divertente, quella pazza furiosa. Quella leader, quella solare. Quella ribelle, quella sincera. Tutti fiori diversi, ma dello stesso giardino. Siamo GLOTTO DUE, il gruppo più birichino.

L´AMORE ASSENTE L´amore appassionato, intenso, do­ lente. Quando è presente mi fa tremare, sentire speciale, unica al mondo. AMORE, tu sei la vita. Tu sei la luce che illumina il cuore, il pensiero, la mia anima, la mia strada che senza te è troppo scura. Tutti i giorni ti cerco, e lo so che sei vi­ cino. Non ti vedo però... Comunque non mi arrendo. AMORE, prima o poi, ti troverò. Formazione Linguistica 2

Partire. Andarmene. Fuggire nelle mattine nuove. A tessere rugiada, a fermare i pensieri inquieti, covando una speranza vaga. Scappare nella nebbia. Correre statica ed eterea in questo tempo cupo, Inutile. Tardivo. Partire con il vento, Così, senza una meta. Fuggire nel tuo sguardo, vicino al tuo respiro. Perdermi molto lontano dietro l´orizzonte. Sommergermi nell´aurora sotto un salice solitario. Fondermi con l’eco di una voce amata. Avere mille ali, e volare, in ogni dove. Andarmene. Semplicemente. Al di là di ogni sentimento. Afferrando l´infinito. Inventando il mio universo. Fuggire nel tuo sguardo Vicino al tuo respiro Andarmene lontano Verso un mondo infinito, e senza tempo.

Estela Diminich

GLOTTO 2

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AL! AL LAVORO! Un’ospite speciale IN AULA

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redo che parte di un lavoro d’imparare qualsiasi cosa, è farlo senza avere paura o essere nervosi (come quando eravamo bambini a scuola); senza dover sempre pensare che bisogna studiare ricordando concetti a memoria per avere un buon voto alla fine nell’esame, e poi concluso il lavoro. Cercare di farlo facendo una "cosa nuova" partendo dalla nostra vita, come se fosse qualcosa di naturale, è il lavoro migliore. E ve lo dico io, perchè ci credo veramente. E lo percepisco così tanto che ultimamente sogno (sogno nel vero senso della parola, cioè quando dormo!!!) di parlare in questa lingua che tanto amo e che ormai la sento propria (come se lo fosse sempre stata). Far imparare in modo originale e facendo cose diverse tutto il tempo è parte di questo lavoro, difficile, perché bisogna pensare in continuazione a cosa fare per attirare il nostro interesse. È questo l’aspetto più innovativo della Dante di Ramos.

Come tutti i giorni siamo arrivati in aula, forse alcuni di noi stanchi, dopo aver avuto un giorno difficile, ma... aprendo la porta quel giorno è venuta a riceverci una cagnolona nera bellissima, grande, molto grande, molto contenta di vederci. Era Morena!!!!! La cagna della nostra professoressa Barbara. Se questo era un giorno in cui il mio umore era giù, la lezione insieme a lei lo ha fatto cambiare completamente. È stata una lezione bellissima, perchè oltre al piacere di conoscerla, abbiamo potuto lavorare linguisticamente con la sua partecipazione. Per esempio, abbiamo creato una pubblicità di un prodotto chiamato "pettinacane": un pettine che tranquillizza i cani un po’ stressati o irrequieti. Lei è

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stata davvero una grande attrice: sembrava proprio che si rilassasse con il prodotto. E tutto questo facendoci dimenticare la paura di parlare e di sbagliarci, perche dovevamo recitare con lei! Anche l’altro gruppo doveva creare una pubblicità, e così è nata una gara. Tutto questo è importante perchè stimola ad essere originali, a pensare ad una rappresentazione unica; rappresentazione che deve sorgere dalla voglia che abbiamo dentro e che l’insegnante deve saper trovare al momento giusto. Questo lavoro è stato diverso da qualsiasi altro, perchè ha fatto emergere quello che c`era nella nostra anima. È emerso il desiderio allo stato puro. Il desiderio in italiano! Damian Distefano - B1

UN'ESTATE DIVERSA Volete fare una crociera? Discutere, esaminare e considerare un argomento sui problemi attuali? Sapere cosa ha detto il presidente della Repubblica Italiana, sui bimbi figli di stranieri, nati in Italia? Allora dovete venire a fare conversazione alla Dante, durante le vacanze estive. Professori e moderatori: Angelo e Gabriele, veloci e sicure le loro risposte alle domande, tante volte non molto chiare. I compagni? Tutti intelligenti, incuriositi, attivi. Sempre disposti a imparare con gioia: questa è stata sempre la regola in ogni lezione. Abbiamo imparato a conversare, a esprimere le nostre idee, e poi abbiamo finito con i “fuochi d'artificio”: con i cantucci fatti da Angelo (con il vinsanto di rigore!!!), e le cialde fatte da due compagni, Anna ed Aldo, come le delizie fatte dai nonni. Un’estate davvero bella, la consiglio. Ogni martedì, uscivamo contenti, soprattutto perché avevamo imparato, qualcosa di nuovo. Belia Marinato Corso conversazione estivo


A La Rioja TRA IL DIRE E IL FARE... di Silvia FASTUCA uando parlo del Corso di Formazione per docenti di italiano, Tra il dire e il fare … per una didattica coerente, ideato ed organizzato da me e da Barbara Bonacin, ho bisogno di avere davanti a me questa interessante vignetta di Mafalda che rappresenta in realtà la motivazione del nostro corso. Niente è per caso, ma tutto è casuale. Infatti, la vita ci ha fatto incontrare e non per caso. Io e Barbara, chissà perché, abbiamo impresso nella nostra mente, nel nostro corpo e nella nostra vita la forte idea che si impara in un modo diverso e che l’apprendimento non deve essere una sofferenza come ce lo fa vedere Mafalda e come l’abbiamo sentito molti di noi nella nostra storia, ma un piacere, una decisione, un bisogno, uno stile di vita, perché l’apprendimento oggi è permanente, per tutta la vita. Era da anni che sentivo la voglia di organizzare un corso di aggiornamento per docenti, è per me un modo di raccontare e di trasmettere la mia esperienza come alunna e come insegnante. Come alunna, ab-

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bastanza negativa perché mi sono sempre annoiata molto in tutti i corsi che ho fatto e come insegnante, all’inizio della mia carriera, percepivo soprattutto una grande differenza tra quello che dicevano i libri e quello che facevano i professori in classe. La nostra proposta non è

mente alla realtà. Ripetiamo quello che abbiamo studiato ma non modifichiamo i nostri atteggiamenti e quindi non modifichiamo la nostra realtà. Sappiamo che questa è la difficoltà che presenta il nostro corso, essere appunto disposto a modificare i propri

nuova e non è nostra, è scritta sui libri di didattica e noi LA FACCIAMO NOSTRA E L’AVVERIAMO. Sembra molto semplice, se è scritto sui libri, lo studi, lo impari e lo fai. Ma non è così, la psicologia infatti ci dice che i cambiamenti non si producono facilmente, che fanno paura e quindi a volte se non superiamo questa paura ci adattiamo passiva-

atteggiamenti e a cambiare quindi la realtà degli studenti. La Dante Alighieri di La Rioja ha accettato questa sfida e nel mese di giugno abbiamo intrapreso un viaggio meraviglioso che ci ha portato a conoscere e a scoprire una scuola bellissima, aggiornata e con insegnanti di qualità. Per 12 ore, il tempo che ci ha messo la macchina per arri-

vare a La Rioja, abbiamo parlato e parlato senza fermarci un attimo. Sempre di didattica, sempre del nostro corso, approfittando per organizzare gli ultimissimi dettagli. A La Rioja, ci aspettava Carla, un’insegnante delle Dante de La Rioja che ci ha dato il benvenuto e ci ha accompagnato addirittura in albergo e dopo a cena con altre insegnanti. Il corso è stato bellissimo, molto arricchente. La ricchezza, io e Barbara la vediamo appunto nei cambiamenti che riusciamo a produrre nei nostri studenti. Le ore passavano e i cambiamenti si producevano quasi per miracolo. Ma noi sappiamo che non è un miracolo, ma sono la voglia e la passione che ti spingono a fare… in modo coerente. In ogni corso che facciamo piantiamo un seme, il Corso fatto a La Rioja, è sorto dal Seminario di didattica fatto presso la nostra sede nel mese di gennaio. Carla, l’insegnante che ci ha ricevuto a La Rioja, ha fatto il nostro corso a gennaio e ha portato a La Rioja, il nostro seme, il seme dell’autonomia, il seme dell’ apprendimento permanente, il seme di uno stile diverso, più reale, più vivo, più autentico, più coerente …TRA IL DIRE E IL FARE.

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L’arte

Tempo fa, la nostra prof. Katia, ci ha parlato di un libro chiamato “Il giorno in più” dello scrittore Fabio Volo ed abbiamo deciso di leggerlo in gruppo. La storia che racconta Volo è semplice, è facile da leggere e capire. È molto carina e piacevole pure. Non ve la racconterò perché vorrei consigliarvi di leggerla ma soltanto vi dirò che è la storia di un qualsiasi ragazzo “post” adolescente, sia italiano o di un’altra nazionalità, che sente che il senso della vita non è molto presente, che tutti i di Katia CASCARINO giorni sono uguali e passano senza un obbiettivo; fino ad accorgersi che dopo certi fatti che accadono, le cose possono cambiare e si può guardare la vita con uno Una notte d’amore è un libro letto in meno… Ben vengano di libri sguardo diverso. È un romanzo che esalta l’amicizia e come quello di Fabio Volo, l’unico forse, che non condividerebbe il mostra i dubbi che sicuramente tutti noi abbiamo pensiero di Balzac. Scrittore, ma prima di tutto speaker radiofonico, avuto qualche volta, riguardo a determinate scelte preattore, senza dimenticare il suo passato da panettiere, Fabio atterra senti nel percorso della vita. Ma anche sottolinea con il suo libro “Il giorno in più”, leggero e spensierato, sui comoquella condotta adolescente, che ci fa essere attenti dini della alunne del C1, solo qualche mese fa. L’idea di sdoganare alle piccole ed insignificanti cose della vita, come per autori nuovi e, se vogliamo, stravaganti come Fabio Volo mi entuesempio uno sguardo di chi ci piace e trasformarlo in siasma. E’ la mia risposta alla domanda sempre viva degli studenti un fatto unico. Fabio Bonetti, più conosciuto come che vogliono avvicinarsi alla cultura, all’essenza di un Paese come Fabio Volo è uno scrittore giovane di 40 anni. Fa pure l’Italia che cambia, si trasforma, si rinnova e partorisce personaggi l’attore e lo speaker. Ha presentato il attuali, versatili e cambianti. Fabio è il programma “Le iene”, la versione italiana mito delle trentenni italiane che ascol- “Il giorno in più” abbiamo cominciato a del nostro “Caiga quien caiga”. L’espeleggerlo ma è stato una grande scoperta tano alla radio tutte le mattine i suoi perché Volo non ha nemmeno scritto rienza di leggere un libro in gruppo è consigli, si innamorano delle sue teorie esattamente un romanzo, ma una sorte stata molto piacevole perché ognuno sull’amore e la vita, che leggono i suoi di confessione intima del protagonista, può avere la sua visione del romanzo e, libri pieni di storie quotidiane farcite di narrata in prima persona. Giacomo ti racquindi, si può confrontare i diversi pensuccessi e fallimenti. Perché quindi non conta la sua storia di amore come se sieri ed interpretazioni del testo. Anche fosse una chiaccherata tra due amici infarlo amare anche “dalle mie donne” del timi, che si conoscono da una vita, dove perché è stato un bel momento da conmartedì mattina? Detto, fatto. Propongo ci revela non solo segreti propri, ma dividere con tutte le mie compagne e la loro come esperienza nuova, un’allet- anche alcuni gesti quotidiani, ciò che sono prof Katia, ridendo insieme delle avventante lettura collettiva del libro, una spe- suoi ma che sembra siano comuni a tutti ture del personaggio del romanzo, Giacie di caffè letterario, un circolo del gli individui sulla terra, come se fosse un como. saggio sociologico. Infatti, Giacomo ci sapere oltre oceano, che si chiuderà con coinvolge nella sua storia personale in un Silvia Cabaleiro Impera la promessa della visione del film a fine linguaggio semplice però pieno di umanità anno, l’ultimo lavoro cinematografico di che ci porta nei diversi capitoli, all’analisi Volo che mette su pellicola le avventure dei raporti contemporanei con uno Il libro mi ha preso fin dalle prime righe, di Giacomo, il protagonista del libro. sguardo pieno di comprensione riflessiva e di speranza. Una bella idea, una procome succede sempre con quelli che mi Siamo agli sgoccioli della fine dell’anno, posta attraente; un invito che voglio piacciono, perché altrimenti li lascio sula lettura è stata terminata non ci resta estendere a tutti quelli che vogliono una bito! La storia è quella di un uomo alla che lasciare un commento…la parola ora lettura interessante. ricerca di una donna che ha visto per Patricia Casanova “alle lettrici”! caso nel tram che prendeva per andare al lavoro e così, anche per caso, ed anche per cercare lei, come accade spesso, si è incontrato con il vero amore. I protagonisti sono Giacomo e Michela. Dopo averla vista per mesi sul tram e di non aver avuto il coraggio di dirgli nemmeno una parola, quando lei si trasferisce a New York per lavoro, lui va a cercarla. In questo percorso lui impara a conoscersi di più e prova la maturità dell’amore. L'ho trovata una storia bella, il linguaggio è semplice e colloquiale anzi. Si legge velocemente anche perché si vuole capire quello che succederà. Leggetelo! Vi piacerà!

DI LEGGERE

Irene Longobardi

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Una cucina SEMPRE ATTIVA del Corso di Cucina

Ce ne andiamo contenti di aver trascorso un giorno diverso, felici di stare in compagnia di belle persone. Grazie ad Ariel per la sua semplicità perché è nella semplicità che si vede la grandezza delle belle persone. Un boccato di cardinale Ariel. Ciao!

ono ormai 4 anni che la nostra cucina si apre alle abilità culinarie di Ariel, il nostro cuoco, e dei nostri alunni che amano le specialità italiane. Da quest’anno appuntamento mensile anche con i seminari, per accontentare proprio tutti i gusti: pasta, pizza, dolci, salse… Ma che bontà, ma che bontà!!!

C’è sempre posto per aggiungersi al corso, ecco una nuova alunna di quest’anno: Graciela Zanoli:

I lunedì ci troviamo nel posto giusto: “la cucina della Dante”. Lì aspettiamo tutti il nostro cuoco, che di cattivo ha solo il nome (visto che la sua email è cuococattivo@...). Non sappiamo cosa faremo, ogni volta è una sorpresa: quando sentiamo la sua voce dire “allora oggi faremo…” noi restiamo a bocca aperta, ma sempre nel suo viso appare un sorriso e via! E così iniziamo. Abbiamo imparato un sacco di cose nuove, segreti, trucchi per fare un bel pranzo o un’ottima cena. I compagni sono davvero in gamba e non ci sono mai problemi. Primo passo: leggere la ricetta, poi domandiamo i dubbi, ognuno fa il lavoro che indica Ariel, e tra molte risate facciamo le ricette; alla fine puliamo tutto (padelle, ciotole, terrine ecc.) apparecchiamo il tavolo, ci sediamo ansiosi e mangiamo un boccato di cardinale.

Mi domando come mai se cucino tutti i giorni a casa mia, vengo qui a fare lo stesso lavoro e, addirittura, mi tocca lavare anche i piatti. I dubbi svaniscono presto e ogni volta mi trovo ad aspettare con entusiasmo il lunedì per tornarci ancora. Cucinare sì, va bene, può farlo chiunque abbia volontà, ma cucinare come arte e scienza che vuol dire conoscenza ed esperienza è già un’altra cosa. Sono qui a condividere l’allegria, la novità e l’impegno di avvicinarmi ai fornelli insieme ai miei compagni di tavolo. E se poi parliamo di cucina italiana, per chi di noi abbia radici italiane, rappresenta un forte richiamo alla propria storia di vita, storia che ci collega al passato per vivere più compiutamente il presente. Per finire, una delle tante parole che ho imparato nel corso: farcia. Qualsiasi composto culinario usato per farcire.

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Seminario pasta

Seminario dolci

Seminario pizza

Corso di cucina

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LA PILLOLA METODOLOGICA L’italiano sul treno

di Barbara BONACIN uesta volta la pillola metodologica ci porta al di fuori dell’aula. Un luogo decisamente complesso, per diversi aspetti, e dove forse a nessuno verrebbe in mente che anche lì si può accendere un interesse per una lingua come l’italiano. Ho viaggiato per anni nella linea Sarmiento e all’inizio volevo persino scrivere un libro: erano così tante le cose che vedevo e così strane che la prima cosa che mi è venuta in mente è di comunicarlo. Ma per un libro ci vuole tempo e dedizione e io in quel momento non avevo purtroppo nessuna delle due perché troppo presa dalle idee che dovevo sviluppare a scuola. Peccato! Ho detto quella volta. Ma a distanza di anni mi è venuta un’idea: perché non “portare” l’italiano in treno e regalare alla gente un momento di allegria come facciamo all’interno della nostra scuola. Giusto quest’anno le mie alunne di glottodidattica finiscono il corso ed erano pronte per l’ultima sfida: una lezione in un luogo completamente diverso dall’aula, il treno!

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Sapevo che si sarebbero sorprese e anche un po’ spaventate ma che dopo anni di lavoro non mi avrebbero detto di no e si sarebbero coinvolte con energia come sempre. Ma qui non era solo questione d’impegno e nemmeno di didattica, era superare la paura di prendere un treno un po’ “scomodo”, era sentirsi allo sbaraglio, perché non solo fuori da un’aula ma anche dall’Istituzione che ti protegge, significava superare

pregiudizi e paure. Hanno creduto nel valore di questa iniziativa e a giugno sono salite su uno dei vagoni e hanno regalato un po’ di magia italiana alle persone in viaggio. È stata una grande emozione per loro e anche per me e quando ho messo le foto sul facebook della Dante ho scritto questo: queste foto sono dedicate a tutti quegli insegnanti che nel mondo dicono: “non si può fare… è impossibile. Il gruppo di glotto 3 ci insegna come tutto si possa fare, dentro e fuori dall’aula”. Grazie ragazze per aver accettato questa sfida! Ed ora le testimonianze delle protagoniste!

Prima di salire sul treno... Ci siamo divise in due gruppi per trovare delle idee. I giochi dovevano essere brevi perché il tempo di durata del viaggio da Ramos a Ituzaingó era più o meno di 20 minuti. Un gruppo ha fatto dei cartelloni con i diversi saluti. Dove c’ero io invece abbiamo pensato di unire il calcio con il cibo, e per questo abbiamo costruito una pizza gigante con i nomi di otto squadre di calcio italiane, con delle porzioni di pizza, e i nomi di otto calciatori argentini che giocano in quelle squadre: i passeggeri dovevano collegare il calciatore con la squadra giusta. Un altro gioco: indovinare il nome di diversi cibi, dei quali mostravamo la foto, e alla fine presentavamo il cartellone con i nomi di ogni immagine. Come chiusura dovevamo cantare una canzone che fosse conosciuta un po’ da tutti: per questo abbiamo scelto “Un’estate italiana”. Dopo aver pensato ai giochi abbiamo preparato il materiale, pensato nei minimi dettagli. Rosalia ha fatto i cartelloni con i saluti, Gloria i cartelloni con i nomi dei cibi, Nadia ha stampato le immagini dei cibi, Belén si è occupata della musica, Ada ha preparato le magliette di calcio per tutte, i grembiuli e ha comprato delle caramelle; io ho costruito la pizza gigante di cartone e stampato il ritornello della canzone scelta da distribuire ai passeggeri. Ho organizzato anche dei souvenir da aggiungere ai lecca lecca da consegnare a tutti alla fine e i cioccolatini da dare ai vincitori delle diverse attività. Per questo ho preparato delle palline di calcio di cartone aggiungendo un cioccolatino dietro, e ai lecca lecca gli ho incollato dei bigliettini di cartone con il seguente testo: “L´italiano in treno” Glotto III Dante Alighieri di Ramos Mejía” ed una bandierina argentina e italiana. Nel mio caso non volevo prendere il treno perché avevo paura, e glielo avevo già spiegato a Barbara appena lei aveva presentato il progetto. Per fortuna mi ha capita e mi ha detto di aiutare nell’organizzazione delle attività. Alla fine ho deciso di non prendere il treno, ma ero sicura che le mie compagne avrebbero fatto un eccellente lavoro, perché sapevo che erano brave. Dopo la presentazione ho visto le foto sul facebook della Dante e ho pensato: “Queste sono le mie compagne!! Barbara deve essere orgogliosa di loro, sono bravissime!! Grazie di essere così, mi mancheranno i sabati mattina, perché è arrivata la fine... che fortuna ho avuto ad incontrarle nella mia vita!!” Fernanda Kruglianky

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Belen Duque Con questo progetto ho avuto molti dubbi, poi, man mano che organizzavamo tutto l’entusiasmo aumentava. Ho vissuto questo momento molto intensamente e curiosa di osservare la reazione dei passeggeri. È stato fantastico! Ho sentito una grandissima emozione vedendo la partecipazione dei passeggeri a questo nostro progetto. Un’emozione molto grande nel vedere l’allegria che abbiamo portato sul treno, i passeggeri hanno dimostrato un grande interesse per il calcio, la musica, e il cibo. Abbiamo giocato, cantato e trasmesso tanto interesse per l’italiano che mi ha stupito. Sono felicissima di aver partecipato a tutto questo e sono soddisfatta di aver dato a queste persone assopite dal lavoro e dai pensieri, tanta allegria e vedere il rispetto che hanno avuto nei nostri confronti i venditori ambulanti, veramente fantastico! Mi sono divertita da morire, non l’avrei mai immaginato!

Ada Lodi Ho vissuto questo progetto come una sfida im‐ portante per me perché dovevamo affron‐ tare e parlare davanti a molta gente e senza conoscere nessuno. Ho dovuto farmi coraggio e ce l’ho fatta! Dal punto di vista didattico è stato molto ricco perché abbiamo dovuto pensare alle attività e dopo adattarle a quel luogo che non era un “semplice luogo” e nemmeno famigliare. Senz’al‐ tro è stato molto originale e divertente. C’è stata molta complicità tra di noi e abbiamo formato un bel gruppo, per questo è stato un grande successo.

Rosalia Salvia Una volta ricevuta la scaletta proposta da Barbara abbiamo iniziato il lavoro, tanto individuale quanto gruppale. Dopo giorni di ricerca, discussioni e pratica siamo arrivate alla giornata di prova. L’abbiamo fatta in salone con un livello A1 che simulavano di essere i passeggeri del treno. Il sabato seguente invece, dopo le prove in aula e gli scungiuri di Ada perchè la pioggia finisse, siamo andate verso la stazione di Ramos Mejia. La gente in treno ha risposto con entusiasmo e il risultato per noi è stato ottimo. Poche parole, il suo significato, il simbolismo profondo, la musica, il profumo immaginato ha fatto fare un “viaggio specialissimo” alle bellissime persone che ci hanno accompagnato. Il messaggio della lingua arrivó.

Gloria Cecotti

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Quando ho iniziato a studiare alla Dante di Ramos non avrei mai pensato che un giorno mi sarei trovata a fare un pro‐ getto così bello. Come di solito succede a tutti, all´inizio del progetto mi sono fatta tante domande, soprattutto sul come farlo...ma poi lavo‐ rando in gruppo con le mie carissime compagne siamo riuscite a sviluppare questa esperienza indimenticabile! Insegnare fino a quel momento era pensato dentro l´aula, piena di studenti che vogliono imparare. In questo caso, sul treno, potevamo trovarci con persone che stavano ascoltando della mu‐ sica, leggendo, parlando col cellulare e anche dor‐ mendo... e tutti pen‐ sando a cose diverse. Sembrava una sfida quasi impossibile... Ha superato tutte le mie aspetattive! Non solo per il fatto che abbiamo coinvolto quasi tutti sul treno ma anche perché siamo riuscite a portare bri‐ ciole di allegria alle per‐ sone. Mi sono sorpresa della quantità di persone che conoscono la lingua e la civiltà ita‐ liana. Penso che è stata la miglior chiusura per questo percorso...e ci dimostra che quando uno vuole davvero una cosa, basta mettere cuore e passione e tutto può diventare realtà. Ringrazio le mie compa‐ gne: tutte insieme fac‐ ciamo una miscela esplosiva! E anche i miei insegnanti Bar‐ bara e Gabriele per‐ chè senza di loro non sarebbe stato realizzabile! Grazie alla Dante che ci permette ogni volta d´imparare di più, non solo la lingua italiana ma anche nella vita. Nadia Keilis

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LE MASSIME di

SCARI

Tutto quello che fai, hai fatto e farai apparirà scritto sul libro della tua vita, e i giorni vissuti alla Dante faranno parte delle pagine che vorrai rileg‐ gere per sempre; rifacendo il sommo poeta ita‐ liano sulla porta della Dante ci dovrebbe essere scritto LASCIATE OGNI NOIA A VOI CHE ENTRATE. Patricia BATTISTIN

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Secondo me il lavoro è stato molto ricco, dall’inizio con la pre‐ parazione del materiale, fino al momento in cui siamo salite sul treno. Credo sia stato un’esperienza molto importante per noi come gruppo perché abbiamo sperimentato il modo di fare una lezione del tutto diversa!

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SIt Speciale ITUZAINGO Diamo il benvenuto ai nostri nuovi gruppi!


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