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5.1 settore prImarIo

5.1

SETTORE PRIMARIO

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Nel corso del 2008 la campagna agraria in Abruzzo ha fatto rilevare un andamento positivo in quanto la diminuzione della produzione orticola è stata abbondantemente compensata dagli aumenti produttivi osservati nei comparti di cereali e patate, nonché vitivinicolo, olivicolo e frutticolo. Il comparto cerealicolo ha fatto registrare un sensibile aumento delle quantità prodotte (+25,8%), frutto dell’andamento positivo osservato per tutte le coltivazioni, e variabile dal +8,2% del granturco al +45% del frumento duro. La superficie coltivata ha visto un sensibile incremento (+5,4%), anche grazie all’aumento rilevato dal frumento duro. Dal punto di vista territoriale la produzione è diminuita nelle province di L’Aquila e Pescara (rispettivamente -10,2% e -0,5%), mentre è risultata in crescita consistente in quelle di Teramo e Chieti (+24,9% e +84,8%). In queste ultime l’andamento positivo è legato all’incremento della produzione di tutte le coltivazioni cerealicole, ma soprattutto di frumento duro e tenero. Riguardo alle coltivazioni orticole in piena aria, è stato osservato un lieve calo della produzione, a causa del fatto che le numerose diminuzioni (carota, cipolla, fava, finocchio, pomodoro, radicchio e zucchina) non sono state compensate dagli aumenti (carciofo, cavolfiore, cavolo verza, cavolo cappuccio, fagiolo, indivia, lattuga, peperone). L’analisi territoriale vede risultati di segno positivo nella produzione orticola delle province di Teramo (+1,7%) e Pescara (+1,4%), mentre quelle di L’Aquila e Chieti hanno fatto registrare diminuzioni (rispettivamente -3,8% e -0,5%). In generale, dal punto di vista territoriale tutte le province hanno mostrato aumenti della produzione, da valori molto lievi (Teramo: +1,8%) a valori più consistenti (Chieti: +24,9%), ad eccezione dell’Aquila dove è stato osservato un leggero calo (-0,9%).

UTILIZZO SUPERFICIE TOTALE PROVINCIALE

AZIENDE DI ALLEVAMENTO SECONDO LE SPECIE DI BESTIAME

Il contesto aquilano si caratterizza per la prevalenza di tipologie produttive poco redditizie ed estensive; la superficie utilizzata per usi agricoli, infatti, pur essendo significativa in termini assoluti, è poco organizzata in termini funzionali con conseguenti bassi rendimenti produttivi. Difatti il sistema aziendale è caratterizzato dalla presenza diffusa di unità produttive non professionali di piccole dimensioni (al di sotto delle 8 unità) gestita per lo più da imprenditori anziani o da imprenditori parttime che destinano la gran parte della produzione all’autoconsumo. La componente non professionale, sebbene più debole sul piano economico, finanziario e produttivo, svolge un ruolo di grande rilevanza nella costruzione del paesaggio, nel presidio del territorio, nella riproduzione della cultura e dei saperi specifici locali. Non solo, le dotazioni infrastrutturali ed il livello dei servizi offerti alle imprese ed alle popolazioni rendono scarsamente attrattivo il territorio per gli investimenti a carattere produttivo e rappresentano anche uno dei fattori che determinano il progressivo impoverimento demografico ed il preoccupante fenomeno di invecchiamento della popolazione. In pratica, La marginalità sociale ed economica, determinata dalle condizioni geografiche, dalla scarsa presenza di servizi alle popolazioni ed alle attività economiche, ha accentuato i fenomeni di depauperamento sociale e demografico tipici delle aree interne del paese. Nell’Abruzzo montano, regno del pascolo e del bosco, l’agricoltura si sviluppa soltanto nelle grandi conche intermontane e nelle piane; le coltivazioni sull’altopiano sono però quasi sempre le stesse e povere: cereali (grano, mais, segala, orzo e farro) , le coltivazioni foraggere e la patata. Solo dove il terreno si fa più docile e viene accarezzato da sorgenti d’acqua, attecchiscono arbusti quali il gelso, l’ulivo e la vite. L’allevamento del bestiame ovino fu in ogni tempo la base dell’economia della vallata di Navelli, e dell’Abruzzo intero, ma la pastorizia ha perduto le caratteristiche di un tempo: gli estesi pascoli, con magre erbe affioranti fra i calcari, spesso scarsi di acqua

e interrotti da coltri pietrose di detriti, sono certamente più adatti agli ovini che ai bovini. A questi pascoli giungono tuttora numerosi greggi, malgrado lo spopolamento montano abbia determinato la riduzione del patrimonio ovino parallelamente al diradarsi della popolazione. La pastorizia tende ormai a trasformarsi in allevamento ovino stanziale, con spostamenti verticali verso i pascoli alti nella stagione estiva. Ma per superare la crisi urge un mutamento sia nei sistemi di conduzione sia nell’indirizzo produttivo che dovrà puntare sullo smercio delle carni, essendo irrilevante (in un’economia di mercato) l’apporto economico degli altri prodotti, quali la lana e il latte.

Punti di forza Punti di debolezza

- conoscenza delle tecnologie e delle modalità organizzative proprie del sistema produttivo; - vocazione particolare per alcune

produzioni tradizionali;

- disponibilità a costi contenuti di spazi per nuovi insediamenti produttivi nell’ambito di aree attrezzate fornite di servizi alle imprese; -qualità riconosciuta delle produzioni agroalimentari; -presenza diffusa sul territorio degli imprenditori agricoli che presidiano il territorio. - difficoltà di accesso al credito per gli imprenditori agricoli; - frammentazione del settore produttivo, e delle produzioni, caratterizzato dalla prevalenza di micro imprese, con problemi organizzativi, di capitalizzazione e di commercializzazione, filiere agroalimentari non sufficientemente strutturate; - costi di produzione onerosi per le aziende agricole; - scarsa cooperazione tra le imprese; - limitato rinnovamento tecnologico dei settori produttivi; -carenza della propensione al rischio d’impresa e all’investimento del capitale privato; -scarsa diffusione della rete infrastrutturale a sostegno dello sviluppo agricolo (elettrificazione, viabilità rurale e rete irrigua). - propensione all’individualismo; -modesta attitudine a fare sistema e a formare reti.

ANALISI DEL SETTORE PRIMARIO DELLA PIANA DI NAVELLI

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