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2. Dismissione Dei borghi in Abruzzo _ AbArchive

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6.2.1 CasI studIo

6.2.1 CasI studIo

2.

DISMISSIONE DEI BORGHI IN ABRUZZO_ABARCHIVE

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La nostra indagine sul fenomeno dell’abbandono dei borghi abbandonati si è però concentrata sull’Abruzzo: una regione italiana particolarmente colpita da tale fenomeno ed in cui si stanno attivando varie iniziative per individuarne cause e possibili soluzioni.

La tesi ha origine da un lavoro affrontato durante il corso di Laboratorio di Progettazione degli Interni 2, svolto dal Prof. Gennaro Postiglione, dal Prof. Lorenzo Bini e dal Prof. Agostino Petrillo nel secondo semestre dell’anno accademico 2009/2010. La prima sperimentazione operativa si è concentrata sulla parte dell’Abruzzo a confine con le Marche. Il lavoro del Laboratorio “Geografie dell’abbandono” è consistito nello sviluppare indagini conoscitive sul territorio scelto come campione secondo temi assegnati e format concordati. Si tratta dunque di una ricerca in team che ha impegnato per un semestre un gruppo di docenti e di studenti allo sviluppo di indagini e rappresentazioni del territorio abruzzese, della sua storia e in particolar modo di quei comuni e/o di quelle frazioni colpite dall’abbandono, con l’obiettivo di offrire un ampio ventaglio di quadri conoscitivi e narrativi di varia natura e di diversa metodologia, indispensabili per qualsivoglia possibile strategia sostenibile di intervento. La classe è stata pertanto suddivisa in 10 gruppi tematici:

ABITANTI E STORIE: L’oggetto si concentra sulla persona in sè, in quanto individuo e spesso unico portatore di una memoria legata al borgo, il quale non ha altra documentazione diretta se non il registro del ricordo di coloro che ci vivono o ci hanno vissuto. Si deve però tener presente che la relazione che lega le persone ai luoghi ha un carattere di tipo dinamico, sia nel senso proprio della mobilità (molte persone si sono spostate fal borgo per vivere altrove), sia nel senso di flusso che stabilisce una reciproca connessione tra le persone e i luoghi. Dunque è sempre possibile indagare anche dove il contatto con il borgo non esiste più. Tutti gli intervistati risultano avere un legame originario con il luogo in cui vivono; le loro

madri e i loro padri avevano spesso attività in loco: chi coltivava la terra, chi aveva le bestie, chi l’albergo. Nei loro racconti si concentrano molto sugli eventi negativi che hanno influenzto il borgo e dai quali sono stati particolarmente colpiti. Ma in generale si riscontra in tutti il desiderio di restare o ritornare (nel caso di coloro che lo hanno dovuto lasciare) nel borgo d’origine.

EVOLUZIONE SOCIALE: Questo studio nasce con l’intento di evidenziare le dinamiche che hanno portato allo spopolamento, in alcuni casi quasi totale, di alcuni borghi abruzzesi. Per meglio comprendere tali dinamiche si è proceduto in due step successivi: -effettuare l’indagine di un campione e dunque analizzare da vicino solamente un borgo; -effettuare una sorta di zoom out per capire se tali dinamiche siano comuni anche ad altri borghi. All’interno di una moltitudine di luoghi, il gruppo ha scelto Corvara, in provincia di Pescara.

GRANDE STORIA: Tale ricerca si focalizza sugli avvenimenti storici dal Dopoguerra sino ai giorni nostri, con una grande attenzione ad avvenimenti che hanno avuto direttamente o indirettamente ripercussioni nella regione Abruzzo: la ricostruzione degli anni ‘50; l’industrializzazione d’inizio secolo; le grandi rivolte operaie degli anni ‘70; infine le crisi politiche e sociali degli ultimi trent’anni. Il tutto si è concluso con la realizzazione di una timeline.

INFRASTRUTTURE: La regione Abruzzo rappresenta un caso particolare all’interno del panorama italiano: il territorio sempre ostile, dall’orografia complessa, ricco di rilievi anche estremamente importanti, non hanno favorito sicuramente una presenza massiccia di infrastrutture, in quanto le difficoltà di realizzazione molte volte risultavano controproducenti rispetto ai

benefici che potrebbe portare una nuova infrastruttura di qualsiasi genere. La ricerca ha coinvolto in massima parte le infrastrutture di “spostamento”: strade statali, autostrade, ferrovie, porti ed aeroporti, in quanto sono classificate come infrastrutture primarie, ovvero quelle senza le quali nessuno sviluppo della regione sarebbe possibile.

ISTAT: Tale indagine si è svolta attraverso una raccolta di dati volta a descrivere in modo oggettivo aspetti quali l’andamento demografico, l’economia e il patrimonio edilizio a più scale territoriali, da quella più ampia, la regionale, alla più piccola dei borghi. Una volta resa la descrizione sintetica dei dati, questa diventa strumento per individuare i fattori che hanno portato al sempre più diffuso fenomeno dell’abbandono dei borghi storici. I settori su cui si concentrano i dati sono: la demografia, l’economia e il patrimonio edilizio.

PATRIMONIO CULTURALE: L’analisi si concentra sul patrimonio culturale di una comunità costituito da tutti i beni materiali e immateriali presenti nel territorio in cui l’uomo vive e opera. In un contesto urbano i beni materiali sono rappresentati dalla natura, dall’ambiente, dal paesaggio e dall’architettura. I beni non materiali comprendono le tradizioni, le memorie e i luoghi della comunità, le relazioni tra le persone e il loro rapporto con il paesaggio.

PRODUZIONE: Lo scopo di questo tema è una panoramica sul tema delle produzioni abruzzesi attraverso la quale si può cogliere un abruzzo estroverso e aperto all’idea di far parte di un’economia nazionale, in alcuni ambiti anche mondiale, ma allo stesso tempo anche un territorio più timido e volutamente geloso dei suoi saperi, ben custoditi da tanti abruzzesi che ancora cercano di tramanadare ai loro posteri come dei veri e propri tesori. Perchè è questa

la vera produzione dell’Abruzzo: l’aver saputo perpetuare una cultura artigianale che in alcuni casi si è trasformata in realtà imprenditoriale nota anche a livello internazionale.

RAPPRESENTARE IL TERRITORIO: L’obiettivo principale è di ricercare quelle immagini fondamentali che sono state individate ed elette da tutta una cultura attraverso un processo che inizia con la pittura del paesaggio, passa attraverso le celebrazioni dei pittori stranieri e arriva sino alle fotografie, ai documentari. Tali immagini costituiscono una guida alle rappresentazioni del paesaggio abruzzese.

RISORSE NATURALI: Scopo di questo tema è l’anlisi completa di tutte le risorse naturali di cui è difficile dare una definizione universale poichè questa è strettamente legata alla struttura economica in cui si vive. Queste sono: risorse energetiche, risorse ambientali, risorse naturalistiche, risorse minerarie e risorse agricole.

TERRITORIO NARRATO: Raccontare il territorio d’Abruzzo attraverso il cinema, la stampa e la letteratura è il tema della ricerca analitica col fine di descrivere il territorio abruzzese. Per conoscere un territorio bisogna viverlo, ma per conoscerlo profondamente bisogna anche lasciarselo raccontare, dalle sue immagini, dai suoi suoni, dai suoi odori, dai suoi colori, dai suoi sapori, ma soprattutto di suoi abitanti, depositari della memoria di un luogo, che esperiscono direttamente e che sono parte integrante di esse.

Tutto questo lavoro è stato racchiuso in book tematici, video e immagini pubblicati durante il corso del laboratorio nel sito ABARCHIVE (www.abarchive.info), nato con l’obiettivo di raccogliere e condividere una indagine sul tema della “dismissione” dei borghi italiani per

tentare di costruire un documento metaprogettuale di lettura/mappatura del fenomeno e delle possibili risorse a disposizione per contrastarlo. Non solo, tutto il laboratorio si è concluso con una mostra, presso il Politecnico di Milano, di cui è stata studiata l’installazione al fine di comunicare il più possibile tutto il materiale elaborato.

In questa pagina: foto allestimento della mostra.

Nella pagina accanto: locandina della mostra.

Dall’unione di tutti i documenti è possibile scattare una fotografia della regione abruzzese in tutti i suoi molteplici aspetti (fisici, economici, culturali), ma anche di tutti i suoi borghi in stato di abbandono che ormai la caratterizzano. Si tratta di borghi che godono di una vita tranquilla e serena, immersi nei paesaggi collinari, che respirano aria pura e si godono le giornate di sole nell’assoluto silenzio. Il paesaggio che si prospetta agli occhi dà pace e colma tutto il vuoto che si è creato dal momento in cui ognuno è dovuto andare via al momento del ritorno. Fortunatamente alcuni di questi borghi riesce a sopravvivere grazie al turismo; esso è però un turismo di giornata: i borghi sono piccoli e si possono visitare in poche ore. Alcuni diventano famosi per la loro bellezza medievale, altri per le loro risorse. Alcuni borghi vantano la presenza di attività produttive industriali vicine che permettono alle poche famiglie rimaste di potersi mantenere. Altri vivono grazie alla presenza di elementi come la fortezza che essendo rivitalizzate in musei offrono occasioni di visite da parte di scuole e turisti. Alcuni si sono attivati creando fondazioni o associazioni che si occupassero dell’organizzazione di eventi legati particolarmente alla musica e all’arte. Ma questo non basta a bloccare il fenomeno di abbandono che ha colpito i vari borghi a partire dagli anni ‘40. In quegli anni gli abitanti hanno iniziato a risentire di una grossa crisi economica: chi, più fortunato, possedeva un’attività legata al settore alberghiero o un appezzamento di terreno, riusciva a mantenersi e a mantenere la famiglia; tutti gli altri, la maggior parte, ha dovuto abbandonare il proprio paese per spostarsi in zone più evolute. I ragazzi dovevano frequentare scuole ed i più fortunati hanno potuto proseguire gli studi, mentre altri sono stati costretti a cercare lavoro. Un fenomeno decisamente interessante per comprendere le dinamiche migratorie è stata sicuramente la concentrazione territoriale del processo di sviluppo nella zona costiera, in particolare nei pressi di Pescara. L’industrializzazione di quest’area ha portato ad un progressivo depauperamento della popolazione delle zone interne della regione in quanto ha provocato massicci spostamenti verso l’area costiera.

I borghi abbandonati analizzati da ABARCHIVE.

Questo trend di popolazione delle zone interne era talmente evidente da indurre alcuni a parlare di “spopolazione” dell’Abruzzo per indicare che nel periodo 1961-1971: “I comuni abruzzesi soffrono di una profonda degradazione che li sta polverizzando demograficamente: nella fase intercensuaria 1961-1971 quelli di ampiezza fino a 500 abitanti, cioè una specie di borgata, da 4 sono diventati 20 (+16) di cui 12 (+10) nell’aquilano; quelli delle varie classi da 2.000 a 15.000 abitanti sono diminuite di 44 (18 nell’aquilano)”

comuni con popolazione maggiore a 5001 abitanti. 51

comuni con popolazione da 501 a 500 abitanti.

comuni con popolazione inferiore a 500 abitanti.

200

54

Densità della popolazione abruzzese.

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