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6.3.1 CasI studIo

IL QUADRO PROGRAMMATICO REGIONALE Sia per il cambiamento di priorità che ha caratterizzato l’avvio della nuova legislatura, sia a seguito degli eventi sismici di aprile, che, oltre ad interrompere l’attività amministrativa, hanno modificato le priorità programmatiche regionali per i prossimi anni, il contesto della programmazione regionale si è sostanzialmente modificato nella prima metà del 2009. Il verificarsi del sisma del 6 aprile 2009 ha distolto l’attenzione dal calendario dei lavori prefissato e ha modificato le priorità programmatiche. Le strutture regionali sono state impegnate alla prima stima dei danni, anche finalizzata ad individuare gli ambiti all’interno dei quali fosse necessario intervenire con maggiore urgenza con le risorse messe a disposizione dal Governo Nazionale e dall’Unione Europea. Gli stessi programmi operativi comunitari, in fase di attuazione, hanno richiesto dei cambiamenti, oltre a quelli già previsti per la riprogrammazione a metà del ciclo, nelle priorità di intervento. La Regione assume pertanto come prioritario, in tutti gli atti di programmazione di settore, l’obiettivo della ricostruzione del centro storico dell’Aquila e la conseguente rinascita del relativo tessuto sociale, economico e produttivo.

LA PROGRAMMAZIONE PER LA RICOSTRUZIONE E LO SVILUPPO Il tremendo sisma dello scorso 6 aprile che ha colpito l’Abruzzo, seminando lutti e distruzione, in particolare nel comprensorio della provincia dell’Aquila, si inserisce in una fase di recessione economica che sta caratterizzando l’intera economia mondiale da circa un anno. Le conseguenze del terremoto hanno accelerato gli impatti negativi della crisi economica su tutti i settori produttivi presenti nella regione; per alcuni di essi, i danni subiti dalle infrastrutture ne hanno compromesso anche la funzionalità operativa. Per questo motivo, in accordo con il Governo Centrale, la Giunta ha predisposto un piano integrato di interventi e di strumenti finalizzati non solo a superare l’emergenza del terremoto, ma, più in generale, a rafforzare e valorizzare la competitività dell’intero

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territorio regionale per offrire nuove opportunità di sviluppo. Un programma che possa essere il volano per avviare una ripresa dell’intero sistema economico regionale, orientando, da un lato, i settori produttivi presenti verso frontiere tecnologiche più alte e, dall’altro, promuovendo e valorizzando le numerose eccellenze naturali e culturali che caratterizzano il territorio abruzzese. Il Master Plan per gli interventi diretti a favorire la ripresa produttiva della Regione Abruzzo persegue l’obiettivo di rafforzare e valorizzare le competenze e le produzioni territoriali, massimizzando l’impatto delle nuove tecnologie, favorendo la connessione a dinamiche di sviluppo internazionali, attivando reti lunghe e network in grado di superare il localismo delle imprese. La dotazione finanziaria complessiva del piano ammonta a 1,787 miliardi di euro, e sarà assicurata con la copertura prevista, prioritariamente, dalle risorse per il Fondo strategico per il sostegno dell’economia reale1 . La strategia del piano parte dal presupposto che i problemi conseguenti agli eventi sismici sono prioritari ma non possono essere i soli, in quanto il sistema produttivo abruzzese è nel pieno di una crisi drammatica: il polo elettronico dell’Aquila non esiste più, il settore manifatturiero ed il comparto moda del Teramano sono in forte crisi, l’automotive del Chietino risente della forte crisi del settore a livello internazionale. Inoltre, il territorio aquilano non può essere pensato come un semplice cantiere (fornitura di inerti e mano d’opera) né si può ritenere che una forte infrastrutturazione delle aree possa rappresentare, da sola, un elemento di attrazione di potenziali investitori. Pertanto, il Piano parte dall’idea che è necessario puntare su alcune “idee forza” di sviluppo per l’intera regione, esaltando le peculiarità delle diverse aree e trasformando il processo di ricostruzione in fattore di spinta propulsiva. Le idee-forza individuate sono tre: 1. la Creazione di un Polo del costruire “sostenibile”: architettura biologica, risparmio energetico, qualità della vita, turismo sostenibile, energia rinnovabile. Si pensa di creare le

1 Cfr. Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale 2010-2012, proposta, L’Aquila 2009, p. 21.

condizioni per cui imprese di livello internazionale investano in Abruzzo (specificatamente nel territorio Aquilano) per realizzare in loco prodotti ad alta tecnologia da impiegare da subito nella ricostruzione ma, nel medio periodo, in tutta l’Italia centrale. Elementi di forza in questo senso sono l’approvazione del piano casa (LR 16/2009), che tra i suoi elementi fondamentali ha proprio la costruzione secondo le regole della bioarchitettura, la vicinanza dell’Abruzzo con aree fortemente urbanizzate (Roma, Napoli, Bari) e la funzione dell’Abruzzo di cerniera di collegamento tra il Tirreno e i paesi balcanici, che consente di accedere anche ai mercati dell’est adriatico; 2. l’Attivazione di un sistema integrato per fornitura di beni e servizi per il recupero dell’immenso patrimonio artistico e culturale di L’Aquila e provincia, danneggiati dal sisma. È noto, infatti, che la stragrande maggioranza degli edifici di pregio hanno subito danni gravissimi e che, per la ricostruzione, non sarà sufficiente disporre solo di risorse finanziarie, che peraltro dovranno necessariamente essere rilevanti. Va attivato, quindi, un sistema complesso che contempli, tra le altre cose, la formazione di maestranze in grado di intervenire con metodologie ricostruttive adeguate, l’attrazione di imprese specializzate, la valorizzazione dei dipartimenti universitari presenti e, più in generale, la creazione di un ambiente favorevole al recupero di opere architettoniche di straordinario valore; 3. il Rilancio della filiera produttiva delle province costiere, incentrate sul settore metalmeccanico e dell’automotive (senza però trascurare il settore moda che ha ancora alcune sacche di eccellenza soprattutto nel Teramano) incrementandone il potenziale innovativo. Anche in questo asse vanno fortemente sottolineati ed incrementati i rapporti con i paesi frontalieri, dell’Est Europa ed anche del Medio Oriente, che possono diventare importanti mercati dei nostri abruzzesi, tra i quali il turismo. In sostanza, si propone una visione strategica che unitamente al piano di ricostruzione e recupero del patrimonio edilizio sia in grado, valorizzando le principali vocazioni del territorio, di incidere nel processo per la ripresa del sistema economico regionale e di

generare sviluppo in termini di competitività, innovazione e sostenibilità. LE LINEE DI PROGRAMMAZIONE 2010-2012 Con il DPEFR 2009-2011 il Governo regionale ha enunciato i suoi obiettivi per il triennio di riferimento e per l’intera legislatura. Gli obiettivi definiti in quella sede hanno improntato la redazione dei documenti di programmazione, che si andavano predisponendo nel frattempo, per costruire un insieme articolato e coerente di azioni da realizzare nel triennio di riferimento del presente DPEFR e fino al 2013, anno di fine della legislatura2 . Ciò posto, si confermano le tre priorità sulle quali si basa l’azione di governo nell’arco dell’intera legislatura: 1)La modernizzazione delle istituzioni: Il DPEFR 2009-2011 sosteneva l’idea che qualunque azione di Governo capace di rispondere alle esigenze della comunità dovesse necessariamente essere coordinata in una logica di programmazione strategica, che rappresenti il solco unitario sul quale innestare e collocare i singoli interventi, basata sulla partecipazione e la trasparenza dei processi decisionali, intese come condizioni essenziali per la responsabilizzazione dell’attività amministrativa. Se ogni area presenta risorse, problemi, dinamiche e potenzialità diverse, in rapida evoluzione ed un livello di complessità tale da richiedere una gestione articolata delle peculiarità che costituiscono la nostra Regione, comunque tali caratteristiche da un lato richiedono necessariamente una forte sinergia tra Amministrazioni vicine, sia geograficamente che per affinità socio-economiche, chiamandole alla necessaria cooperazione reciproca, dall’altro compongono insieme un sistema originale, che va governato tenendo conto proprio di tali peculiarità, chiamando pertanto la Regione a decisioni che siano unitarie, ma condivise e partecipate. Il concetto di “rete”, ovvero di organizzazione che individua un territorio caratterizzato

2 Ivi, p. 60.

da una stretta sinergia tra i diversi livelli e da un elevato grado di relazione con le strutture ed i servizi di tutte le amministrazioni, richiede una visione complessiva delle scelte amministrative in tutti i settori, che guidi i processi in atto, attraverso una reale programmazione dello sviluppo in chiave territoriale, attraverso un’azione partecipata e coinvolgente tra gli Amministratori e i rappresentanti delle Istituzioni e degli organismi economici, tesa ad individuare le scelte strategiche a livello territoriale e ad indirizzare su di esse le risorse disponibili, pubbliche e private. In quest’ottica, si propone una rivisitazione degli strumenti di programmazione e pianificazione territoriale per avere uno strumento più snello, che permetta una visione strategica del territorio regionale, soprattutto in termini di sostenibilità economica, sociale ed ambientale, in un piano regionale di carattere strategico.

2)Le politiche per la persona e la famiglia: Il sistema dovrà basarsi su un’attenzione al soggetto ed al suo bisogno (un modello orientato all’utente e non al prodotto). Per questo la Regione dovrà rendere l’accesso ai servizi sempre più trasparente per i cittadini, mettendo a disposizione di tutti e nel minor tempo possibile le informazioni che consentono di avere risposte efficaci ai bisogni. Nel quadro degli interventi verrà potenziata la realizzazione di scuole per l-infanzia ed asili nido per avvicinarsi agli standard europei; verrà promossa la creazione di organismi rappresentativi dei giovani, Forum e altri strumenti flessibili, idonei a dare impulso a processi di rete e connessione, per rimuovere le criticità della condizione giovanile, con assunzione di responsabilità sociale verso le tematiche giovanili; si dovranno garantire agli stranieri (compresi gli apolidi, i rifugiati, i richiedenti asilo) ed alle loro famiglie condizioni di uguaglianza con i cittadini italiani nel godimento dei diritti civili e promuovere la rimozione degli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che ne impediscono il pieno inserimento nel territorio abruzzese; si promuoveranno interventi finalizzati a favorire l’integrazione degli anziani con la comunità, coinvolgendoli in servizi di interesse

sociale. I servizi per gli anziani parzialmente autosufficienti o non autosufficienti avranno come obiettivo, ove possibile, la loro permanenza in famiglia, integrando l’offerta pubblica con quella privata, per fornire servizi quali la pulizia, la spesa, la cucina ed anche il sostegno relazionale.

3)Le politiche per la competitività del sistema produttivo: Gli ambiti di azione della politica di sviluppo delle attività produttive sono cinque: - la definizione di una nuova articolazione del tessuto economico industriale; - la ridefinizione dei ruoli e delle missioni degli enti strumentali e delle società che compongono il sistema regionale di intervento nel settore; - la definizione di una legge-quadro per la promozione e lo sviluppo del sistema industriale regionale, primo provvedimento organico di politica industriale nella nostra regione; - la promozione e la creazione da parte di tutti gli attori territoriali di una piattaforma regionale per la ristrutturazione; - l’innovazione nelle politiche di incentivo alle imprese attraverso la legge regionale di riordino dei consorzi fidi.

Sarà proprio questo il punto fondamentale della strategia di riqualificazione dell’area da noi scelta: ovvero la crescita della produzione economica, con lo scopo di introdurre nuovi posti di lavoro e limitare il continuo fenomeno dello spopolamento che ha conosciuto l’entroterra abruzzese già dapprima del terribile sisma che ha colpito la regione nel 2009.

IL SISTEMA AGRICOLO Il settore su cui puntiamo è quello primario, il cui bene principale è la terra e tutto ciò che essa produce. L’ agricoltura abruzzese paga l’inefficienza del sistema Italia che la penalizza con la burocrazia e gli elevati costi di carburanti, energia e acqua. Si perseguirà quindi una

strategia per incentivare l’acquisizione di ulteriori quote di mercato, riducendo i passaggi commerciali della filiera, consentendo una riduzione di costi per il consumatore finale. Nonostante la regione, ed in particolare alcuni suoi ambiti geografici, vanti una forte vocazione agricola, il settore ha registrato, negli ultimi decenni, una grave riduzione del numero degli addetti e in generale una perdita di incisività economica che hanno determinato una minore attenzione da parte della politica. Occorrerà, dunque, restituire centralità alle politiche di sviluppo agricolo attraverso la valorizzazione delle tradizioni e la promozione delle tipicità ambientali e gastronomiche di cui il nostro territorio è ricco. Gli investimenti strutturali dell’agricoltura abruzzese sono affidati, per il periodo 20072013 al Piano di Sviluppo Rurale, approvato dalla Commissione europea nel novembre 2007, ed in corso di attuazione.

Il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Abruzzo prevede investimenti nel periodo di attuazione per oltre 383 milioni di euro, di cui circa 169 di contributo comunitario e circa 215 di contributo statale3 . Come gli altri strumenti della politica regionale unitaria 2007-2013, il PSR è incentrato sulle priorità del Quadro Strategico Nazionale. In questo quadro, l’obiettivo generale della politica di sviluppo rurale è il miglioramento della competitività del settore agricolo e rurale regionale. Il PSR intende, infatti, porre le basi per uno sviluppo dell’agro-alimentare e della ruralità del territorio abruzzese intervenendo sulla ristrutturazione, riconversione e riposizionamento del sistema produttivo e delle aree rurali. La strategia del Piano è stata sviluppata sulla base di due elementi basilari: la territorializzazione dell’offerta di strumenti a sostegno dello sviluppo rurale, importante in una realtà come quella abruzzese dove la struttura socio economica presenta realtà diverse non solo tra zone interne e zone costiere, ma anche nell’ambito delle stesse macroaree, e l’integrazione degli strumenti di sostegno, proprio perché il FEASR può

3 Ivi, p. 97.

offrire risposte parziali alle politiche tese al riequilibrio territoriale, attraverso percorsi di diversificazione economica nelle aree rurali ed il miglioramento delle condizioni di fruibilità dei servizi essenziali. L’obiettivo generale del programma viene perseguito attraverso tre obiettivi specifici, cui corrispondono i tre Assi principali, ed un obiettivo trasversale: - Obiettivo I: Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale attraverso il rafforzamento delle capacità imprenditoriali e professionali della manodopera; la promozione e diffusione dell’innovazione di processo e di prodotto nelle imprese e lungo le filiere; il consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale; - Obiettivo II: Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale (Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturalistico; Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde; Riduzione dei gas serra; Tutela del territorio). - Obiettivo III: Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale. - Obiettivo IV: Implementazione dell’approccio Leader, che sostiene progetti di sviluppo rurale ideati a livello locale al fine di rivitalizzare il territorio e di creare occupazione, e miglioramento della governance locale. L’Asse I rappresenta la parte più importante del programma che catalizza poco meno della metà delle risorse totali. L’Asse II raccoglie anch’esso una quota importante delle risorse, vicina al 40%. Asse III e IV convogliano rispettivamente il 14% ed il 5% delle risorse programmatiche. Di un certo interesse per i processi di programmazione locale è l’approccio Leader, che trova spazio nell’ambito dell’attuazione dell’Asse IV, che riguarda un 5% delle risorse totali destinate al PSR. Le modalità di attuazione, che potranno anche essere differenziate nelle singole aree, in continuità con la passata programmazione dovranno essere definite nei Piani di Sviluppo Locale (PSL), che verranno attuati da partenariati locali (costituiti come GAL e selezionati tramite bando pubblico). I Piani di Sviluppo Locale

(PSL) promuovono e realizzano interventi complessi diretti ad orientare, sostenere ed affiancare gli operatori locali nei processi di diversificazione economica, nonché ad implementare azioni di marketing territoriale sviluppando il capitale relazionale delle aree interessate. La strategia dei PSL viene definita sulla base di un principio di concentrazione su pochi temi e obiettivi fortemente ancorati al territorio. I PSL verranno attuati prioritariamente nelle zone collina interna e delle aree montane. Il territorio dei GAL potrà tuttavia ricomprendere anche territori comunali appartenenti alla collina litoranea e all’area del Fucino, quali ambiti di integrazione, funzionali a specifiche esigenze chiaramente identificate nelle strategie dei GAL presentate nei PSL.

La nostra politica di valorizzazione del sistema produttivo agricolo si appoggia dunque sui dati rilevati dal Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale 2010-2012, con lo scopo di proporre una strategia realizzabile tramite i fondi stanziati dal Programma di Sviluppo Rurale.

Non solo, anche l’introduzione di nuovi addetti del settore agricolo, stabilito dalla nostra strategia, potrebbe sfruttare le azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione, stabilite dalla regione secondo il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della regione Abruzzo. Secondo tale documento il quadro degli attuali livelli di formazione degli imprenditori e degli addetti del settore agricolo e di quello forestale risulta attestato su livelli medio-bassi, con una maggioranza di soggetti che completa la formazione scolastica elementare e dispone di una formazione tecnica settoriale di carattere eminentemente pratico4. L’obiettivo di elevare tali livelli rendendo la formazione degli imprenditori e degli addetti agricoli e forestali più completa ed aggiornata rimane, dunque, ancora da perseguire. Inoltre, l’evoluzione e la specializzazione dell’agricoltura,

4 Cfr. Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, Regione Abruzzo, p. 182.

del sistema agroalimentare, e della silvicoltura richiedono un potenziamento ed un aggiornamento costante delle conoscenze e delle competenze professionali degli imprenditori e della manodopera, mediante la diffusione delle conoscenze specialistiche – comprese quelle relative alle nuove tecnologie dell’informazione - ed interventi mirati di formazione tecnica ed economica. E’ pertanto necessario sostenere il potenziamento del capitale umano impiegato nelle attività agricole e forestali, sia per supportare e/o fornire agli operatori le conoscenze necessarie per gestire in modo economicamente redditizio le proprie imprese, sia per consentire processi di riorientamento tecnico e qualitativo della produzione ed alla gestione dell’impresa secondo criteri compatibili con la conservazione e la tutela delle risorse ambientali, forestali e paesaggistiche, con particolare riguardo alle tematiche connesse alle “nuove sfide”: i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili, la gestione delle risorse idriche, la biodiversità e la gestione del sistema lattiero caseario. Si tratta anche di promuovere un’adeguata sensibilizzazione in materia di qualità dei prodotti, dei risultati della ricerca e della gestione sostenibile delle risorse naturali, compresa l’applicazione dei requisiti di condizionalità e delle pratiche produttive compatibili con le esigenze di salvaguardia e valorizzazione del paesaggio e di protezione dell’ambiente.

Ecco gli obiettivi principali:

1) Realizzare azioni di formazione per le imprese agricole e forestali, promuovendo l’acquisizione di competenze strategiche;

2) Realizzare azioni di formazione e/o informazione specifiche che promuovano la conoscenza negli ambiti previsti dalle “nuove sfide” della PAC (Health check) al fine di far comprendere agli agricoltori l’importanza delle tematiche connesse con i cambiamenti climatici, le energie rinnovabili, la gestione delle risorse idriche, la biodiversità e la gestione del settore lattiero-caseario;

3) Realizzare azioni di informazione, promuovendo il trasferimento delle innovazioni e di conoscenze; 4) Realizzare azioni di formazione ed informazione per le imprese agricole, per supportarle nel perseguimento degli obiettivi ambientali, in particolare rispetto alla gestione sostenibile delle risorse naturali, comprese le norme sulla condizionalità, sulla silvicoltura, sulla gestione delle risorse idriche e sulla biodiversità; 4) Promuovere azioni strategiche per supportare il sistema della conoscenza, per migliorare ed integrare l’offerta di formazione e informazione.

La regione prevede di finanziare la formazione e l’aggiornamento professionale di imprenditori, coadiuvanti e dipendenti di aziende agricole e forestali, nonché di giovani che intendono insediarsi per la prima volta in un’azienda agricola e forestale, attraverso l’erogazione diretta all’imprenditore beneficiario, di un contributo a rimborso delle spese sostenute. Per elevare e sostenere la professionalità degli addetti agricoli e forestali, ogni beneficiario può usufruire di uno o più contributi fino ad un massimo di 3.000,00 per anno solare (viene preso a riferimento l’anno solare in cui ricade la data di ammissione al contributo). E’ riconosciuto il costo massimo di € 20,00/ora per entrambe le tipologie di corso sotto

riportate5 .

I servizi di formazione devono essere scelti dai beneficiari all’interno di un Piano di Formazione predisposto dalla Regione, con durata di 150 ore per i giovani imprenditori e 40/50 ore per gli altri corsi. Sono previste lezioni in aula e visite guidate presso l’azienda agricola.

Ecco, per concludere , il totale dei fondi stabiliti dal Programma di Sviluppo Rurale, stabiliti dal Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, all’interno del documento “Consuntivo Anno 2010, regione Abruzzo”6:

44 milioni per PIANO IRRIGUO NAZIONALE;

2 milioni Fondo Europeo PESCA;

39 milioni per aree rurali e montane;

21 milioni per imboschimento suoli;

5 Ivi, p. 184. 6 Cfr. Consuntivo Anno 2010, Regione Abruzzo, Pescara gennaio 2011, p. 38.

21 milioni per l’attività agrituristica;

18 milioni per sbloccare pagamenti arretrati;

10 milioni per i giovani agricoltori;

7 milioni per i corsi di formazione per i giovani agricoltori.

In realtà nel corso di questi ultimi tre anni, i progetti che hanno sfruttato i fondi garantiti dal Programma di Sviluppo Rurale sono limitati e di piccola portata: ristrutturazioni di aziende agricole, apertura di piccole cantine casearie e olearie. Ma nel complesso non ci sono state iniziative di scala maggiore, che coinvolgesse più aziende e più comuni, come una filiera a rete da noi proposta. Uno dei motivi principali è sicuramente la, se non totale, maggiore concentrazione delle iniziative sui disastri che hanno seguito il terremoto del 2009, togliendo pertanto spazio ad iniziative meno urgenti, che però pesano sull’economia regionale.

433

Documento di Programmazione Economica Finanziaria Regionale 2010-2012

la modernizzazione delle istituzioni

politiche per le persone e la famiglia

politiche per la competitività del sistema produttivo

Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013

383 milioni di € di investimenti

politiche di incentivo alle imprese

nuova articolazione del sistema industriale innovazione delle imprese e delle filiere

tutela del territorio e del sistema rurale

qualità della vita nelle zone rurali

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