CESURA Andy Rocchelli Gabriele Stabile Alessandro Sala Gabriele Micalizzi Arianna Arcara Luca Santese
CESURA - Andy Rocchelli, Gabriele Stabile, Alessandro Sala, Gabriele Micalizzi, Arianna Arcara, Luca Santese
21 Marzo 2015 - 24 Maggio 2015 LABottega - Marina di Pietrasanta a cura di Serena Del Soldato
Edizione limitata di 100 copie Finito di stampare: Marzo 2015
progetto grafico Marco Simone Galleni Š LABottega, 2015 Š per le fotografie, Andy Rocchelli, Gabriele Stabile, Alessandro Sala,
Gabriele Micalizzi, Arianna Arcara, Luca Santese stampato da Impronta Digitale, Massa (MS) Tutti i diritti riservati
Prefazione a cura di Enrico Stefanelli
E’ strano come a volte le vite si incrocino. Ho conosciuto per la prima volta la realtà di Cesura in occasione della mostra di Alex Majoli che organizzai a Lucca nel 2009. Allora Alex mi chiese di mettermi in contatto con Alessandro Sala che si sarebbe occupato di stampare le sue fotografie. Ricordo che mi trovai perfettamente a mio agio con lui e concludemmo la mostra nel migliore dei modi. Iniziai quindi a seguire Cesura in silenzio, come spesso faccio, cercando di capire a distanza cosa stesse facendo questo “gruppo di ragazzi” che si era trovato sulle colline piacentine e che viveva di fotografia. Strana, infatti per me, era anche la scelta del luogo. Quando ebbi l’idea di lanciare il concorso sul self-publishing ormai due anni fa, Alessandro fu proprio una delle prime persone a cui telefonai raccontandogli il progetto perché volevo coinvolgerlo in giuria come membro di Cesura. Alessandro, invece di accettare personalmente,
mi indicò il nome di Arianna Arcara, a suo avviso era la persona più adatta del collettivo. Nel frattempo, grazie al suggerimento di Massimo Mastrorillo, avevo scelto proprio Arianna per la prossima edizione di epea….. Insomma, le nostre vite si stavano intrecciando sempre di più. Poi, purtroppo, Cesura fu improvvisamente colpita da un tragico evento. Telefonai ad Alessandro e, oltre che manifestargli la mia vicinanza, lo invitai insieme all’intero collettivo per presentare il lavoro di Andy Rocchelli al pubblico presente a Lucca durante la mostra del World Press Photo. Sarebbe stato un modo per commemorarlo a distanza di qualche mese dalla sua scomparsa. E così è stato. Tra l’altro, non solo in quell’occasione ho conosciuto Gabriele Micalizzi e Luca Santese, ma abbiamo anche presentato per la prima
volta al pubblico il libro “Russian Interiors”. Il miglior modo per ricordare Andy. Nella mia mente mi sono chiesto spesso come funzionasse Cesura, che cosa avesse di diverso questo “collettivo” rispetto a tante altre realtà che esistono o che esistevano nel nostro territorio. Dopo alcune riflessioni credo di essere giunto alla conclusione che la differenza sia dovuta all’approccio o comunque agli input che i fotografi avevano ricevuto proprio da Alex Majoli che li riunì intorno a se per poi lasciarli liberi di continuare uniti il loro percorso. Fotografi così vicini ma allo stesso tempo distinti e distanti fra loro. Ognuno con una propria caratteristica caratteriale ma anche autoriale. Eppure tutti membri di un’unica realtà che funziona, e funziona bene! Secondo le parole di Luca Santese: “Cesura è un gruppo di fotografi che rappresenta progetti. L’idea centrale è quella di creare un gruppo
forte ed indipendente capace di produrre qualità e ricerca in ambito artistico.” Le sette storie raccolte in questa pubblicazione ci fanno ben capire questa capacità di produrre qualità e ricerca. Ci fanno ben comprendere le diversità dei membri di questa realtà ma che ben si integrano fra di loro. Si va dal fotogiornalismo puro, quello di Gabriele Micalizzi con una ricerca sul fenomeno crescente della criminalità ad Atene, al fotogiornalismo di approfondimento di Andy Rocchelli (che gli è valso un secondo posto nella categoria Ritratti al World Press Photo 2015). Si passa quindi a Gabriele Stabile, l’ultimo entrato in “Casa Cesura” con un reportage sui rifugiati negli Stati Uniti, fino al racconto di Alessandro Sala su Johannesburg. Molto interessanti, a mio avviso, sono le due ricerche, che differiscono molto nel linguaggio da tutti gli altri, ma che ci
fanno vedere uno spunto di riflessione per certi versi molto accattivante. Arianna Arcara ha esplorato, in grande formato, le rive del Po. Davvero un’ottimo risultato. Un linguaggio molto attento alla composizione e che al tempo stesso trasmette un senso di equilibrio e che evidenzia una maturità fotografica. Interessante anche la ricerca di Luca Santese che trova la sua massima espressione proprio nel progetto sviluppato insieme ad Arianna dal titolo “Found Photos in Detroit”. Un lavoro che dimostra come si possa realizzare con intelligenza un reportage sul decadimento di una città senza cadere nel déjà vu o peggio ancora senza scivolare nel banale o nello scontato. Ma a mio avviso il maggior spunto di riflessione che ci danno questi fotografi e ciò che ci insegnano: oggi, nonostante l’individualismo
dilagante e il voler emergere sugli altri, è possibile, tutti insieme, unire le proprie forze per poter far sentire in maniera ancora più potente la propria voce. L’idea centrale è quella della forza e dell’indipendenza. Mi pare proprio ci stiano riuscendo e ci auguriamo tutti che questa forza e questa indipendenza continuino. Ne abbiamo proprio bisogno.
Enrico Stefanelli Direttore Artistico Photolux Festival
Opere
Andy Rocchelli
“RUSSIAN INTERIORS”
Dal 2010 Andy ha passato molto tempo in Russia, lavorando come fotografo freelance. Durante questo periodo ha seguito diverse storie in diversi luoghi. Per mantenersi a Mosca ha iniziato a lavorare come fotografo per donne che necessitavano di un ritratto fotografico. Sfidando la concorrenza dei fotografi locali, abituati a sfruttare spazi e strumenti professionali, ha offerto ritratti in casa a basso prezzo. Il lavoro diventa presto una corposa raccolta di fotografie. L’archivio che ne ha ricavato è vario e multiforme e comprende foto fatte per queste donne e foto che ha tenuto per sé stesso. L’anima di questo lavoro é però più profonda di ciò che rappresenta lo scatto commerciale per cui era pagato. Questo metodo si riduce ad una chiave di accesso a spazi e storie private, al fine di approfondire e mostrare un lato così intimo delle donna russa.
Gabriele Stabile
“REFUGEE HOTEL”
Un rifugiato è per definizione una persona che ha attraversato un confine per sfuggire a persecuzione religiosa, politica, sessuale o etnica. Ogni anno decine di migliaia di rifugiati vengono reintegrati negli Stati Uniti. Per sei anni, in collaborazione con l’ Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e altri importanti gruppi umanitari, Gabriele Stabile ha lavorato in diversi Stati dell’Unione per fotografare rifugiati cubani, africani, asiatici e mediorientali, dal momento in cui entravano in America attraverso il cruciale e doloroso processo di reinserimento. Una volta in America, infatti, i rifugiati si scontrano con le difficoltà legate all’inserimento in nuove comunità e l’adattamento a nuove regole di convivenza, imparare una lingua straniera, adeguarsi a una cultura drammaticamente diversa. Oltre a queste battaglie quotidiane, i più soffrono e si
perdono nella rielaborazione dei propri traumi, delle proprie memorie e delle proprie nostalgie. Nelle piccole città in cui vivono, nel cuore della middle America, realtà urbane come Fargo, Charlottesville, Erie o Amarillo alienazione e estraneità sono tanto più evidenti quanto irrisolvibili. Da italiano che per anni ha vissuto e lavorato in un paese straniero, Stabile ha cercato di affrontare in questo lavoro il sentimento di isolamento e di separazione di cui si fa esperienza quando si parte senza promessa di ritorno. Alla luce, infine, dei recenti flussi migratori che investono le nostre coste, questo lavoro offre un’opportunità di riflessione sulle possibilità, le difficoltà, i limiti e i successi di una mirata politica di accoglienza.
Alessandro Sala
“CONCRETE JUNGLE” Johannesburg, South Africa.
Downtown, Yeohville, Hillbrow, Market Street, Pritchard Street, questi alcuni dei quartieri dove è chiaro da subito che aria si respira a Joburg. Di giorno è un turbinio di milioni di persone che cercano di comprare o vendere qualsiasi tipo di merce, ogni angolo è pieno di vita colori e profumi. Di notte tutto cambia e si trasforma, non è esagerato dire che sembra il set di uno di quei film post-guerra nucleare, dove la metropoli è deserta e spettrale. Nessuno per strada, solo qualche sagoma in ombra che spunta, sembra davvero un brutto film. Non c’è una vetrina, perchè calano le saracinesche su tutti i negozi. Perfino i bancomat scompaiono: cala la serranda e non sono più accessibili. Un provvedimento preso dalle banche già da qualche anno, quando ormai non si contavano i terminali fatti saltare. I grattacieli di Johannesburg sono la
rappresentazione perfetta della città intera, apparenza da ordinata metropoli occidentale con un’anima caotica da township africana. Una realtà raccontata in queste immagini che vogliono simbolicamente rappresentare i personaggi e i luoghi fotografati come abitanti di un unico building. Camminando tra le vie di Joburg come tra gli appartamenti del 12° piano del Toronto House in president street, si interagisce con l’intera città, non c’è differenza tra interno ed esterno, vita privata e vita sociale sono concetti occidentali che qui vengono stravolti e reinventati fino quasi a coincidere.
Gabriele Micalizzi
“ATHENA”
Nel 2011, Atene e’ stata teatro di violente proteste contro le misure di austerity che il Governo greco ha adottato per risolvere la crisi economica. Meno noto, tuttavia, e’ l’impressionante tasso di crimine e violenza. Stando alle statistiche della polizia, le rapine nel biennio tra il 2008 e il 2010 sono quasi raddoppiate, mentre gli omicidi sono in costante aumento; il continuo flusso di immigrati clandestini - provenienti soprattutto dal Medio Oriente, Nord Africa e subcontinente Indiano - sembra non cessare. I crimini, sia da parte che contro gli stessi immigrati, aumentano incessantemente, mentre gruppi di estrema destra come L’ Alba Dorata reclamano l’espulsione degli immigranti illegali dalla Nazione. “Alba Dorata non agirebbe mai illegalmente attaccando una moschea” afferma il portavoce del gruppo, Elias Panayiotaros. “Ma sono convinto che la maggioranza dei
cittadini Greci non sarebbe amareggiata se qualcosa del accadesse”.
affatto genere
Arianna Arcara
“PO /THE RIVER” Risalire il Po, affondare nelle sue radici, e perdersi nella nebbia.
Percorrere l’Italia in orizzontale, dal Piemonte al mare Adriatico, seguendo il flusso della corrente e lasciandosi trasportare da una dimensione mistica e malinconica dove edifici e persone scompaiono, divorate dalla nebbia della Bassa. Da qualche anno, Arianna ha documentato l’inverno che sopravvive nelle campagne della pianura padana, lontano dal brulichio schizofrenico delle città. Qui ha scoperto un’atmosfera rarefatta nelle sembianze, ma densa nelle tracce che contiene. Tracce naturali che rammentano l’esistenza di un altro tempo; inverno dopo inverno, il progetto è continuato nel silenzio e nell’intimità di un viaggio contemplativo per albe e tramonti dagli stessi colori. E’ una poetica del vuoto, Un’atmosfera quasi da autunno costante, dove le acque del fiume, i tratti del paesaggio
e i suoi alberi in primo piano dialogano in fotografie costruite sullo stratificarsi di una luce fitta e silenziosa, come il movimento primitivo del Po mentre si disperde verso la sua foce. dell’assenza, del vasto; del meraviglioso che dimora nel consueto, e risorge dal quotidiano. L’apparenza del reale è venata di una sottile inquietudine che spreme fuori il mistero da ogni cosa, anche la più banale e dimessa: il tempo è come sospeso, lo spazio è desolato, la luce è radente, l’atmosfera è rarefatta, ma colma di presagi; e l’uomo non vi appare, se non come ombra fugace. La fotografia è uno strumento per raccontare la storia o ‘una storia’. Quella d’altri, di paesaggi umani e naturali, che a volte coincide con un brano di vita personale.
Luca Santese
2011 / 2014
Arianna Arcara - Luca Santese
“FOUND PHOTOS IN DETROIT”
Il progetto Found photos in Detroit nasce dalla volontà di realizzare un reportage sulla città di Detroit. L’intenzione originaria era quella di documentare l’attuale stato di decadenza e abbandono in cui versa la città in seguito alla nota crisi socio-economica da essa subita a partire dalla metà degli anni Settanta. Durante il primo viaggio, nel dicembre del 2009, sono state rinvenute nei pressi di numerosi edifici pubblici - stazioni di polizia, scuole, ospedali - gruppi di fotografie e documenti abbandonati. Questo materiale, pur essendo stato trovato senza un preciso ordine, rivelava immediatamente un forte potenziale documentario. L’intento di realizzare un foto-reportage si trasformava in una operazione di ricostruzione. Dal rinvenimento di queste immagini, che di per sé mostravano le dinamiche del declino
della città, è risultato evidente che un reportage sulla Detroit di oggi sarebbe stato una mera operazione ex post, che non avrebbe reso adeguatamente lo sviluppo del decatimento. Solo operando direttamente sul materiale fotografico già prodotto durante quel periodo è stato possibile avere un rapporto col fenomeno che fosse dall’interno. A Detroit sono state trovate molte cartelle contenenti vari documenti riferibili agli archivi di polizia: non solo foto, quindi, ma lettere, fascicoli ed altre tipologie di prove. Oltre agli archivi criminali, nondimeno, sono state rinvenute numerose fotografie familiari. Interi quartieri di Detroit sono del tutto dismessi e vi si trovano quelle che prima della crisi furono abitazioni, scuole e chiese attive. Le immagini raccolte sono in totale
mille, ma l’editing della prima mostra consiste in una sequenza di duecentocinquantotto documenti. Il criterio di editing ha le fondamenta nella scelta di prendere in considerazione tutto il materiale per quello che fondamentalmente è: un documento. Non importa se penale o civile, pubblico o privato. Ogni singolo pezzo è di per sÊ una prova.
Biografie
Andrea (Andy) Rocchelli
Nato nel 1983 a Pavia. Dopo la laurea in visual design al Politecnico di Milano, lavora per l’agenzia fotografica Grazia Neri e nel 2007 diventa assistente nello studio del fotografo Alex Majoli. Nel 2008 con 4 altri fotografi fonda il gruppo Cesuralab, un’agenzia fotografica indipendente con sede a Pianello Val Tidone, nei pressi di Piacenza. L’anno successivo avvia un progetto fotografico sulle violazioni dei diritti umani in alcune repubbliche del Caucaso, fra le quali l’Inguscezia, la Cecenia e il Daghestan. Nel 2010, in collaborazione con Human Rights Watch, documenta la crisi nel Kirghizistan; nel 2011, allo scoppio della primavera araba, ne segue gli sviluppi in Tunisia e in Libia. Andy ha rivolto la sua attenzione e la sua curiosità di fotogiornalista anche all’Italia con una serie di progettidedicati al fenomeno del velinismo in televisione, alla vocazione dei giovani preti, alla criminalità organizzata in Calabria,
ai migranti africani e al loro sfruttamento nelle campagne del Meridione. Andy ha rivolto la sua attenzione e la sua curiosità di fotogiornalista anche all’Italia con una serie di progetti dedicati al fenomeno del velinismo in televisione, alla vocazione dei giovani preti, alla criminalità organizzata in Calabria, ai migranti africani e al loro sfruttamento nelle campagne del Meridione. Le sue fotografie sono state pubblicate da alcune delle maggiori testate internazionali come Newsweek, Le Monde, Wall Street Journal, ForeignPolicy, Novaya Gazeta, Panorama, Espresso, Sportweek, Zurich Zeitung, Kommersant. Oltre a HRW, Andy ha collaborato anche con ONG e associazioni come Cooperazione Italiana, Soleterre, WomenAgainstViolence ed è stato tra gli autori di “Confessione Reporter”, una trasmissione di Italia1 per il canale TV Mediaset/Mondadori. Nel 2014 a
febbraio documenta la “rivoluzione ucraina” di Maidan a Kiev e nello stesso periodo prepara per la stampa presso CesuraPublish, l’editrice del gruppo, un libro fotografico nel quale ritrae dall’interno l’universo femminile moscovita: Russian Interiors, curato dai suoi colleghi, vedrà la luce postumo. Andy è ucciso il 24 maggio 2014 nella città di Sloviansk, nell’est dell’Ucraina, dove si trova per documentare le sofferenze della popolazione civile nella morsa della guerra civile, iniziata in sordina tra separatisti filorussi ed esercito ucraino. Insieme a lui viene ucciso il suo accompagnatore e amico, il giornalista russo e attivista per i diritti umani Andrej Mironov.
Gabriele Stabile
Gabriele Stabile è membro di cesura dal 2011. Si è occupato soprattutto di tematiche umanitarie legate al l’immigrazione. Le sue foto sono apparse su diverse e prestigiose pubblicazioni in Italia e all’estero. E’ stato un collaboratore fisso del New Yorker, di Fader, e di Aperture foundation per cui ha completato un progetto di ricerca fotografica biennale. E’ autore di un libro, Refugee Hotel, che racconta il processo di insediamento dei profughi negli Stati Uniti. Vive tra Roma e New York.
Alessandro Sala
Nasce a Milano nel 1981. Durante gli studi superiori presso l’istituto Statale D’arte di Monza conosce il professore Massimo Troboldi che lo avvicinerà al mondo della fotografia. Dopo essersi diplomato inizia a lavorare presso lo studio fotografico Controluce di Milano dove apprende tecniche professionali per la realizzazione di fotografie commerciali. Contemporaneamente frequenta la John Kaverdash Academy. Nel 2006 inizia a collaborare con il fotogiornalista Alex Majoli con cui realizzerà importanti progetti espositivi e porrà le basi alla creazione dello studio Cesuralab, luogo di sperimentazione e diffusione della cultura fotografica nonchè sede del collettivo CESURA.
Gabriele Micalizzi
E’ un fotogiornalista che utilizza l’immagine come veicolo per raccontare con una visione autoriale progetti personali a lungo termine, editoriali, news internazionali. Inizia la sua carriera giovanissimo, subito dopo il Diploma in Maestro d’arte (ISA), presso l’Agenzia Newpress copre la cronaca di Milano nel 2004/5. Nel 2006 frequenta la scuola d’Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano specializzandosi come illustratore. Nel 2008 Fonda il progetto Cesuralab sotto la direzione artistica di Alex Majoli. Nel 2010 documenta le proteste delle “Camicie Rosse” a Bangkok. Dal 2011 copre gli avvenimenti legati alla “Primavera Araba” in Tunisia, Egitto, Libia. Nel 2012/2013 Gabriele continua a documentare le tensioni del Medio Oriente a Gaza e Istanbul, inoltre lavora sulla crisi economica in Grecia. Nel 2014 ritorna nella striscia di Gaza e racconta in esclusiva
la battaglia del Generale Haftar contro le milizie islamiche. porta avanti dal 2008 una documentazione a 360° sull’ Italia, concentrandosi sulla decadenza del paese e la crisi d’identità’ che lo contamina. Collabora con giornali e riviste nazionali e internazionali quali: New York Times, New York Times Magazine, Herald Tribune, New Yorker, Newsweek, Stern, Corriere Della Sera, Espresso, DRepubblica, Repubblica, Internazionale, Panorama, Sportweek, Wall Street Journal..
Arianna Arcara
Nata a Monza nel 1984. Ha studiato fotografia presso l’Istituto Europeo di Design dove ha ottenuto una borsa di studio per il Milwaukee Institute of Art and Design. Dopo gli studi inizia a lavorare come assistente per il fotografo Alex Majoli dove nel 2008 fonda con Luca Baioni, Gabriele Micalizzi, Alessandro Sala e Luca Santese il gruppo fotografico Cesura. Nel 2009 è stata selezionata nella ‘’Young Blood 09 Selezione Annuale dei talenti italiani nel mondo”. Nel 2010 ha vinto il Premio Canon Giovani Fotografi con il progetto “Woodward Silence” ed è stata selezionata per il Premio Riccardo Pezza con il lavoro “Po/The River”. Sempre nel 2010 espone il suo lavoro “Found Photos in Detroit” al Le Bal Space/Parigi e nel 2011 al Kulturhuset di Stoccolma. Conseguentemente alla mostra, nel 2012, viene pubblicato il libro “Found Photos in Detroit” che riceve diverse selezioni come miglior libro dell’anno. Nel 2013 viene nominata per
partecipare a “Plat(T)form 2013”, selezione annuale di fotografi emergenti Europei presso il Fotomuseum di Winterthur. Nel 2014 il progetto “Found Photos in Detroit” viene esposto al Museum of Contemporary Art di Chicago e il libro viene selezionato per far parte del volume “The Photobook: A History Volume III”. Nel settembre 2014 il progetto “Carte de visite”, curato da Roberta Pagani e presentato dall’associazione Nopx vince il bando della Compagnia di San Paolo/Torino, CAP 10152. Nel 2015 viene selezionata come uno dei 12 fotografi dell’ epea’03, European Photography exhibition Award. I suoi lavori sono stati pubblicati in diversi nazionali e internazionali magazine ed esposti in diversi musei e gallerie fra quali: Spazio Forma Milano, Triennale Milano, Le BalSpace Parigi, MoCP/Chicago, Kulturhuset Stoccolma, OGR/Torino.
Luca Santese
Nato il 1985 e cresciuto nell’area di Milano. Ha studiato all’Istituto Statale d’Arte di Monza e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Durante gli anni dell’accademia ha iniziato a lavorare nel laboratorio di stampa di Alex Majoli e nel 2008 ha fondato con Arianna Arcara, Luca Baioni, Gabriele Micalizzi, Andy Rocchelli e Alessandro Sala il gruppo Cesura. Cesura é un gruppo di fotografi che rappresenta progetti. L’idea centrale é quella di creare un gruppo forte ed indipendente capace di produrre qualità e ricerca in ambito artistico. Nel 2009 é stato selezionato da Photolucida Critical Mass come nuovo talento. Nel 2010 é stato selezionato dal premio World Press Photo con il progetto Detroit 20092010 e nello stesso anno ha esposto per la priva volta il progetto Found Photos in Detroit al Le Bal Space di Parigi a cui sono seguite le esposizioni al Kulturhuset di Stoccolma,
alle OGR di Torino e al MoCP di Chicago. Nel 2011 ha pubblicato - con Arianna Arcara - il libro Found Photos in Detroit che ha collezionato sette nomination come miglior libro fotografico dell’anno e recentemente selezionato da Martin Parr e Garry Badger per la collana: Photobook: A History Vol III, che raccoglie i migliori 200 libri fotografici dopo la seconda guerra mondiale. Il lavoro di Luca é stato pubblicato ed esposto in Europa, Russia e Stati Uniti.
LABottega viale Apua 188 - 55045 Marina di Pietrasanta, Italia www.labottegalab.com â‚Ź 15,00