N. 15 Piancavallo Magazine Inverno

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PIANCAVALLO magazine Periodico di informazione, approfondimento e cultura - Inverno 2013-2014


ENANDER O. © 2013 Patagonia Inc.

Piazzale XX settembre n° 21 Pordenone Piancavallo tel. 0434 520524


Foto Ferdi Terrazzani

PIANCAVALLO magazine Periodico di informazione, approfondimento e cultura n.15 Supplemento n.1 al n.69 La Città (Dicembre 2013)

Editrice: Associazione “La Voce”, Viale Trieste, 15 33170 Pordenone Tel. 0434 240000 Fax 0434 208445 info@domenicasport.org www.domenicasport.org Direttore Responsabile: Flavio Mariuzzo HANNO SCRITTO IN QUESTO NUMERO: Sergio Bolzonello, Stefano Del Cont Bernard, Sandro Del Pup, Piergiorgio Grizzo, Flavio Mariuzzo, Paolo Panontin, Giulia Pelosi, Marco Pelosi, Ferdi Terrazzani, Mario Tomadini, Sabina Tomat, Federico Stelé, Margherita Venturelli

SOMMARIO SOMMARIO 5.

Editoriale

6.

Piancavallo, il volto nuovo della storia

8.

Nuovo albergo e Cooperativa 1265 modelli per il futuro

11.

Montagna, il vento dell’Est gonfia le vele

17.

A tutta neve tra gonfiabili, Cuccioli e matematica!

23.

Cuori con le ali

25.

Zero13 Ski Team, lo sci ai tempi di Papa Francesco

26.

Sci in notturna più cena per un mercoledì da leoni

29. Emozioni e ricordi sul sentiero delle Caseratte 33. A lezione di sicurezza sulla pista didattica PROGETTO GRAFICO: Francesca Salvalajo FOTO: Ferdi Terrazzani, Mario Tomadini, Piergiorgio Grizzo, Archivio Piancavallo Magazine IMPIANTI STAMPA: Visual Studio Pordenone STAMPA: Tipografia Sartor Pordenone Si ringraziano per la collaborazione: Matteo Bozzer, Omar Cescut, Daniele Rampogna, Pino Rosenwirth, Mario Sandrin, Enzo Sima, Michela Zin

In copertina: inverno a Piancavallo (Foto Terrazzani)

35. Gymnasium Pordenone, l’officina degli sciatori 36. Montanaia Racing, la compagnia degli audaci 40. Sospesi a mezz’aria tra un cielo cobalto e il candore della neve 44.

MMT, l’unica 100 miglia italiana tutta d’un fiato

51.

La magnifica comunità degli Amici di Piancavallo

54.

Edelweiss, compie 20 anni la stella alpina più amata di Piancavallo

59.

Quelle peccaminose ma eleganti sciatrici

63.

L’arte che dona la vita a tutto tondo

64.

Palazza, il paradiso verticale dei camosci

70.

Pian dei Tass, in Val Pentina è sempre il tempo delle mele

73.

Vajont, l’allarme inascoltato delle allieve pordenonesi di Dal Piaz

77.

Doposci, uno slalom di iniziative

82.

Maggio 2014, Pordenone abbraccia gli alpini!



EDITORIALE

Innamorati di Piancavallo Da diversi anni questa rivista accompagna le stagioni turistiche di Piancavallo, estiva e invernale. Alle spalle non c’è un’impresa editoriale avente come obiettivo il profitto. A differenza di altri non possiamo contare su ingenti contributi pubblici o privati. Siamo un’associazione culturale senza scopo di lucro, La Voce, costituita a Pordenone nell’ormai lontano 1997 da un gruppo di persone innamorate del proprio territorio e seriamente intenzionate a promuoverne la conoscenza, le peculiarità e i valori. Come disse il presidente Kennedy, di cui proprio in questo periodo ricorrono i 50 anni dalla morte, i vincenti trovano sempre una strada, i perdenti trovano sempre una scusa. Noi una strada l’abbiamo sempre trovata per chiudere il cerchio, anche sfidando una delle crisi economiche più gravi che si ricordino a memoria d’uomo. Vorremmo, quindi, da questa prima pagina, dire grazie a tutti coloro che continuano a sostenerci e a darci fiducia. Un ringraziamento all’indirizzo di tutti coloro che, come noi, credono in questa provincia, credono nella montagna pordenonese, credono in Piancavallo. Con la sua bellezza aspra e dolce, con i suoi servizi e anche con tutte le sue contraddizioni Piancavallo rappresenta, oggi più che mai, un’opportunità da cogliere. Per tutti: turisti, escursionisti, sciatori, operatori commerciali, società sportive, famiglie e istituzioni. Occorre viverla, difenderla, impegnarsi a farla crescere. Insieme. Una nuova strada si sta delineando. Negli ultimi tempi si è scoperto, come ben sottolinea il sindaco di Aviano nelle pagine seguenti, che la stazione turistica non è stata costruita sul nulla. C’è una storia con la quale è necessario riallacciare il filo per dare un’anima e una visione a Piancavallo, ed è la storia delle persone che hanno frequentato l’altopiano fin dalla notte dei tempi, degli alpinisti, dei caseranti, dei cacciatori, dei carbonai, dei pastori, della gente comune. Un dna naturalistico, carico di atmosfere e di esperienze, che può benissimo convivere con la modernità di un apprezzato villaggio sportivo in quota. Raccontare Piancavallo significa parlare non di una fredda stazione turistica bensì di luogo dell’anima. Ed è questo che da sempre noi ci sforziamo di fare. Buona stagione a tutti. Flavio Mariuzzo

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COMUNE DI AVIANO

Piancavallo, il volto nuovo della storia La località è molto più di una stazione turistica. Negli ultimi anni ne stiamo riscoprendo le radici e la giusta collocazione nella storia. Un mondo magico popolato da alpinisti, caseranti, boscaioli, carbonai e cacciatori. Un microcosmo che viveva in simbiosi con la montagna di STEFANO DEL CONT BERNARD (*)

La

stagione invernale 2013-2014 è alle porte e Piancavallo si prepara ad accogliere turisti, sportivi e visitatori offrendo l’ospitalità e il calore della terra friulana. Piancavallo come punto d’incontro tra la vocazione sportiva e moderna e la tradizione della montagna friulana. L’avvicendarsi sempre più frenetico della modernità ha attenuato, se non cancellato, il senso della profondità storica e tutto appare collocato nel tempo recente, come se non ci fosse una Storia. Così anche Piancavallo è spesso percepito solo come un insediamento turistico recente, come se prima ci fosse il nulla. Invece non è così. Grazie anche al prezioso lavoro di ricerca storica di Mario Tomadini, fine cultore e conoscitore delle montagne pordenonesi, stiamo scoprendo un volto nuovo di Piancavallo, luogo di ricco di storia, la vera storia di montagna, quella della gente che ci viveva già nei secoli passati nei pascoli d’altura, quella di alpinisti geologi e botanici che già dal 1700 esploravano i contrafforti del Cavallo attratti dalla natura selvaggia di questo imponente massiccio che domina l’intera pianura friulana fino al mare. Ecco quindi un nuova dimensione di Piancavallo, quella della riscoperta delle radici, del desiderio di ritrovare la propria collocazione nella storia del popolo friulano. Chi frequenta Piancavallo non trascorre semplicemente una vacanza sulla neve ma entra in un

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mondo magico che fino al secolo scorso era popolato da caseranti e montanari, malghe e ricoveri d’alta quota, mandrie e greggi, lavorazione del latte e produzione di formaggi. E poi boscaioli, carbonai, cacciatori, raccoglitori di stelle alpine, un’intera umanità che viveva un fragile ma intenso rapporto con la montagna. Uomini donne e bambini, che dalla primavera all’autunno traevano dalla montagna il necessario per sopravvivere e alla montagna restituivano un rispetto profondo. Il recupero di questa conoscenza attribuisce nuovo valore al paese di Piancavallo, non solo quindi sede recente di sport invernali e impiantistica sportiva ma soprattutto luogo vissuto in cui si intrecciano la modernità con la tradizione della montagna friulana. Tradizione che oggi assume la forma della valorizzazione dei prodotti tipici, l’offerta enogastronomica legata al territorio, la valorizzazione ambientale. In conclusione rivolgo, a nome dell’intera comunità avianese, un caloroso ed affettuoso augurio per la nuova stagione invernale, con l’auspicio che ci si possa tutti incontrare sulla neve brindando al futuro di Piancavallo anche nella consapevolezza della ricca storia di questo splendido scorcio di montagna friulana. (*Sindaco di Aviano)

Qui a lato il sindaco di Aviano durante una premiazione a Piancavallo


Foto Ferdi Terrazzani

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Foto Ferdi Terrazzani

Foto Ferdi Terrazzani


REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

Nuovo albergo e Cooperativa 1265 modelli per il futuro

PalaDue, la palestra dello sport e del divertimento in quota. Qui sotto Sergio Bolzonello (foto Terrazzani)

P

iancavallo entra nella stagione sciistica 2013-2014. Punto di partenza, per la definizione delle prossime strategie turistiche nel medio e lungo periodo del polo sciistico del pordenonese, sono i dati relativi alla scorsa stagione. Nella precedente stagione Piancavallo ha raccolto un totale 12.863 arrivi, suddivisi rispettivamente in 8.653 italiani e 4.210 stranieri con una flessione complessiva, rispetto all’anno precedente, dell’1,31 per cento. Una flessione che si è confermata anche nel numero di presenze, pari a 45.416, con un ribasso dell’11,84 per cento. Un calo ricollegabile soprattutto ad una contrazione delle presenze italiane, trend controbilanciato da un’ottima crescita del numero di arrivi stranieri pari all’8 per cento. Nel complesso pertanto il polo sciistico pordenonese, rispetto al difficile quadro economico generale, ha retto,

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ma è comunque necessaria una ridefinizione dell’identità di Piancavallo, adeguandolo alle nuove formule turistiche come anche alle sue nuove necessità. Il polo sciistico pordenonese si colloca in posizione strategica rispetto all’attrazione di turisti dalla Regione, ma anche dal bacino del nord Italia e dall’estero; la sua facilità di accesso rappresenta un elemento determinante che si associa al complesso delle attrezzature sportive presenti, tutte di assoluta qualità. Questi due elementi devono tuttavia raccordarsi ad un adeguato piano d’investimenti nell’ambito ricettivo; in tal senso la recente inaugurazione della nuova struttura alberghiera denominata “Hotel 1301 Inn” e gli ottimi risultati ottenuti, sono un prezioso indicatore di questa necessità di azioni. Risulta pertanto fondamentale favorire la creazione di


PROTEZIONE CIVILE “Divertiamoci con buon senso per ridurre incidenti e sprechi”

Il nuovo hotel 1301 Inn; sotto, pattinatori al Palaghiaccio (foto Terrazzani)

una strategia corale che lavori al di sopra di individualismi e campanilismi che oggi non sono più ammissibili, soprattutto in questo momento di contrazione della richiesta di mercato e di generale aumento degli standard qualitativi delle località sciistiche concorrenti. Anche in quest’ambito si colgono segnali positivi, come l’esperienza della cooperativa “Piancavallo 1265”, nata per unire le forze degli operatori del territorio con il fine di offrire pacchetti turistici completi. È importate investire in un’offerta sportiva d’indiscusso livello qualitativo per permettere

un collocamento preciso di Piancavallo nell’offerta complessiva regionale, perseguendo così una strategia di concerto con i poli sciistici del Tarvisiano e della Carnia. Caratterizzare Piancavallo, metterla nella condizione di esprimere la sua specifica identità significa avviare un percorso di rilancio che quest’area necessita e merita. Sergio Bolzonello

Vicepresidente e assessore alle attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali

Regione Friuli Venezia Giulia

Da appassionato della montagna e in prossimità delle festività natalizie, vorrei innanzitutto augurare a tutti i lettori di trascorrere delle giornate memorabili e di godere assieme ai vostri cari e agli amici delle tante bellezze offerte dalle nostre montagne. Da Assessore regionale delegato alla protezione civile del FVG, invece, mi sento di richiamavi al rispetto della natura, rispetto dell’ambiente e rispetto delle persone che ci abitano e vi lavoravano. Ritengo, infatti, che adottando comportamenti di buon senso ed essendo adeguatamente informati e consci dei propri limiti, potremmo tutti contribuire a ridurre drasticamente il numero di incidenti e quindi di interventi effettuati dal nostro Soccorso Alpino (che fa parte della Protezione civile regionale) e dai mezzi aerei regionali impiegati in questo servizio (l’Elisoccorso del 118 e l’elicottero della Protezione civile). In un momento di grande difficoltà economica, come quello che stiamo vivendo, siamo tutti chiamati a comportamenti più responsabili e accorti. Dobbiamo evitare gli sprechi, non solo attraverso una buona amministrazione della cosa pubblica e un’attenta gestione dei mezzi tecnologici e del personale preposto alla sicurezza del territorio e della popolazione, ma anche informando e sensibilizzando i cittadini e le cittadine a comportamenti più corretti e saggi. In una parola, attraverso la prevenzione. Una delle funzioni più importanti del sistema di Protezione civile regionale che, tuttavia, si trascura quando tutto va bene, salvo poi invocarla a gran voce dopo una disgrazia. Senza l’aiuto dei cittadini, senza il vostro aiuto, nessun sistema di Protezione civile, per quanto tecnologicamente avanzato e equipaggiato, con personale formato e motivato, potrà mai essere totalmente efficace nel garantire la messa in sicurezza del territorio. Sicuro che il mio appello non rimarrà inascoltato e che potremo vivere questa stagione invernale all’insegna del piacere e divertimento, faccio i miei migliori auguri a tutti voi! avv. Paolo Panontin

Assessore regionale delegato alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia 9


Hotel Regina, nel centro di Piancavallo L’ospitalità e il servizio sono di casa • • • • • • •

47 camere esclusive (completamente rinnovate) Tv, frigobar in camera e Wi-Fi Aree lettura e relax Caffetteria, bar e ristorante Ski room attrezzata con area tecnica Accesso diretto alle aree sportive: palaghiaccio, palasport, piste da sci, campi da calcio, trekking 80 metri dagli impianti sciistici

PIANCAVALLO mt. 1267

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Foto Ferdi Terrazzani

MERCATO DEL TURISMO E DEGLI SPORT INVERNALI

Montagna, il vento dell’Est gonfia le vele

R

a cura di SANDRO DEL PUP

Secondo le previsioni di Skipass Panorama Turismo, dopo due stagioni in negativo, la stagione invernale 2013/2014 segnerà una positiva inversione di tendenza per la montagna italiana. In costante aumento il flusso dei turisti dell’Est, soprattutto russi

iportiamo una sintesi dei dossier “Consuntivo stagione invernale 2012/2013” e “Tendenze e Previsioni per la stagione invernale 2013/2014” realizzati da JFC srl per conto di Skipass Panorama Turismo, il centro ricerca specializzato sul mercato del turismo e degli sport invernali di “Skipass”, la più importante fiera sul turismo e sport invernali d’Italia che si tiene ogni anno a Modena. PRESENZE E FATTURATO Ancora discesa. Il riferimento non è allo sci alpino, ma ai fatturati e alle presenze. L’inverno 2012/2013 ha segnato un -14,9 % delle presenze ed un -13,3% del fatturato rispetto all’anno 2011/2012, che è stato l’anno più negativo della storia

(riduzione delle presenze pari al -24,8% e diminuzione del fatturato del –28,1% rispetto all’anno precedente). L’economia turistica che ruota attorno alla montagna bianca italiana ha perso nell’inverno 2012/2013 1,3 miliardi di Euro. I dati rilevati fanno riferimento all’insieme del “sistema montagna bianca” delle destinazioni montane prese in analisi (56 località nell’intero territorio italiano), comprendendo >> 11


Foto Ferdi Terrazzani

>>

quindi le strutture ricettive (alberghi, residenze, villaggi, etc.), gli appartamenti per vacanze, le seconde case, gli impianti di risalita, i servizi di noleggio attrezzature, le scuole di sci, il sistema della ristorazione e del commercio, etc.

Foto Ferdi Terrazzani

L’UTENZA Nel 2012/2013 la maggior quota di clientela è composta dalle famiglie con figli (43,4%), in calo rispetto allo scorso inverno (56,6%). Altro dato interessante è quello relativo alle coppie senza figli, che rappresentano il 22,7%, mentre i gruppi di amici costituiscono il 15,4% della clientela. Minori le quote dei senior oltre 60 anni (11,6%) e dei single (4,2%). Deve destare molta attenzione il dato relativo alla clientela fidelizzata – i clienti tradizionali che ritornano nella stessa località – i cui indici sono in diminuzione rispetto alla passata stagione invernale. Nell’inverno 2012/2013, infatti, i clienti repeaters rappresentano il 49%, in calo rispetto all’anno prima (53%). Quest’ultimo dato dimostra la tendenza dell’utenza a cambiare località, sia per un fatto esperienziale, sia dovuto alla ricerca di pacchetti più convenienti o eventi più accattivanti. Un altro dato ormai assodato è la tendenza ad aspettare l’ultimo momento per prenotare, in funzione del meteo. Analizzando l’andamento delle presenze dei turisti italiani e di quelli

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stranieri si conferma il trend dello scorso anno: ossia la sostanziale riduzione degli ospiti italiani ed un incremento di quelli stranieri. Mediamente, i turisti stranieri rappresentano esattamente il 50% dell’utenza totale, con un trend fortemente positivo dell’utenza russa. Da notare che nel Friuli V.G. la quota degli stranieri è nettamente al di sotto della media nazionale, fermandosi al 25% ca, con provenienza Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, mentre la stragrande maggioranza dell’utenza è quella “domestica”, ossia proveniente dal FVG o dal vicino Veneto. Di conseguenza la nostra economia montana è più legata ai servizi (skipass, noleggi, scuole di sci, ristoranti,…) che alle strutture ricettive (alberghi). SETTIMANA BIANCA O WEEKEND? Nulla da fare per la settimana bianca classica, in continua diminuzione a favore dei weekend. Agli albergatori è stato chiesto appunto di indicare la lunghezza del soggiorno. Queste le risposte: - per il 39% dei casi si è trattato di Week-end e Long Week (soggiorni fino a 3 notti) - nel 43% di Soggiorni Brevi

(fino a 5 notti) - nel 18% di Settimane Bianche (6-7 notti). Nel 2012/13 si è registrata una notevole preferenza dei Week-End e dei Long Week-End con aumento del 19% rispetto alla stagione precedente; a seguire troviamo i soggiorni brevi, pressoché stabili, ed infine troviamo le Settimane Bianche che perdono un ulteriore 11%. RIPRESA, MA SOLO CON NEVE E SOLE Secondo le previsioni di Skipass Panorama Turismo, dopo due stagioni in negativo, la stagione invernale 2013/2014 segnerà una positiva inversione di tendenza: non si tratterà di quote rilevanti, ma il segnale è comunque in grado di “portare il sorriso” agli operatori della filiera produttiva legata al turismo della Montagna Bianca. Si tratta di una crescita rilevabile soprattutto in termini di “arrivi”, mentre le “presenze” subiranno un aumento più ridimensionato. Diversa la questione dei fatturati, che non cresceranno ed anzi, per molte aziende la redditività sarà inversamente proporzionale alla crescita degli arrivi, quindi minore rispetto alla passata stagione invernale. È previsto anche un incremento degli escursionisti giornalieri, ma la conferma di questo indicatore è fortemente legata alla condizione meteo. Come sempre però, la variabile che più di altre


condizionerà l’annata invernale saranno le precipitazioni nevose: negli ultimi decenni abbiamo visto come la presenza di manto nevoso naturale faccia scattare un automatico interesse per la montagna, mentre l’innevamento artificiale garantisce l’importante copertura per il turismo programmato. Tuttavia l’orientamento più rilevante per la prossima stagione invernale è quello della concentrazione: si prevedono due settimane eccezionali dal 21 dicembre al 5 gennaio. È questo il periodo in cui tutti “vogliono esserci” e vogliono vivere l’esperienza di una vacanza in località vivaci, piacevoli, nel momento del loro massimo lustro e prestigio. FAMILY, CHILDLESS E SKIFREAKS Da un lato la famiglia con bambini, dall’altro la coppia senza figli in grande aumento. Sono due tipologie di utenza poco compatibili tra loro. I cosiddetti “childless” difficilmente tollerano un ambiente con famiglie e bambini “chiassosi”, cercano locali esclusivi, luoghi romantici, wellness, ristorazione tradizionale e d’alto livello. Le famiglie (oppure i single con figli appresso, anch’essi in aumento), cercano località dove tutto sia ad altezza di bimbo: asili sci con animazione e baby kindergarten sulla neve, scuole

di sci con maestri per bambini, Foto Ferdi Terrazzani lezioni di freestyle su tavola per bambini, ma anche alberghi con menu dedicati, area giochi e, soprattutto, offerte promozionali e sconti, e meglio ancora baby free. Infine un’utenza in aumento, ma difficilmente controllabile: gli skifreaks. Ovvero tutto il mondo dei giovani riders dai 16 ai 28 anni (su tavola o sci), legato al divertimento tribale, agli snowparks, alla musica e alle feste in pista. Agli operatori spetta l’arduo compito di specializzarsi e/o di rendere compatibili le varie tipologie di utenza. SCUOLE E FAMIGLIE Recentemente, l’Osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club Italiano ha rilevato una forte riduzione delle gite scolastiche. Nel 2009/2010 la percentuale degli studenti che avevano effettuato una gita era mediamente del 60%. Lo scorso anno questa percentuale è calata al 46% nella scuola secondaria di II grado (scuole superiori) e al 35% nella scuola secondaria di I grado (scuole medie). Di fatto le settimane bianche scolastiche

hanno avuto una riduzione drastica, mettendo in crisi uno dei settori sui quali, negli ultimi decenni, le località invernali facevano affidamento per la copertura delle presenze nei periodi gennaio-marzo. Skipass Panorama Turismo fa un’ipotesi interessante, ossia la possibilità che un congruo numero di famiglie (quelle con maggiori capacità di spesa), non potendo contare sulla “settimana bianca scolastica”, si organizzi per prenotare un soggiorno plurigiornaliero con i propri figli, magari a carnevale quando in molte regioni le scuole chiudono i battenti per qualche giorno. IL VENTO DELL’EST Il flusso dei turisti dell’Est Europa è in costante aumento, soprattutto quello russo. La destinazione principale saranno le top location delle Alpi e delle Dolomiti, in seconda battuta le località minori. La quota di ospiti stranieri arriverà alla percentuale del 54% e garantirà maggiori presenze nei periodi di gennaio e febbraio sotto forma di settimane bianche, questo grazie al lavoro di programmazione dei Tour Operator. L’utenza straniera “domestica” invece (ossia quella >>

Foto Ferdi Terrazzani

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Foto Ferdi Terrazzani

>> che può muoversi in auto su distanze di max 600 Km), tenderà a ridurre i giorni di permanenza, ma prenotando sempre con buon anticipo. IL “PANIERE DI SPESA” Skipass Panorama Turismo ha calcolato la spesa media degli italiani per la settimana bianca e per un weekend. Non si tratta del costo del “pacchetto settimana bianca” proposto dalle agenzie (di solito 7 giorni hotel + skipass) che si attesta sui 514 €, ma del costo reale di 7 giorni in montagna, comprensivo di viaggio a/r, acquisti vari, ristorazione, hotel, skipass, scuola di sci, divertimento, benessere, utilizzo e/o noleggio attrezzature, etc. Quest’anno, per trascorrere una settimana di vacanza in montagna, l’Italiano spenderà: - 932,00 Euro a persona, spesa media, per trascorrere una settimana bianca in Italia; spesa che diventa pari ad Euro 2.240,00 per un nucleo familiare composto dai genitori e da un figlio di età inferiore ai 10 anni; - 312,00 Euro, invece, la spesa media a persona per trascorrere un fine settimana sulla neve in Italia; spesa che diventa pari ad Euro 712,00 per un nucleo familiare composto dai genitori e da un figlio di età inferiore ai 10 anni. La spesa media indicata non tiene

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conto però delle varie promozioni, sconti, agevolazioni per clienti fedeli e nuovi clienti, etc, in conseguenza delle quali la spesa può essere anche notevolmente più bassa. DISCIPLINE SPORTIVE: TENDENZE 13/14 Per quanto riguarda le discipline sportive, nell’inverno 2013/2014 si manifestano queste tendenze: • la crescita della formula “fun” del freeride non estremo: oltre agli appassionati, è in crescita la richiesta di almeno una giornata nei parchi attrezzati, in compagnia di una guida; • la conferma dell’interesse per lo sci alpinismo ed il freeride: si tratta di una clientela generalmente di fascia medio-alta per la quale le località sono costrette ad adeguarsi rapidamente al fine di garantire la massima sicurezza; • stabile lo sci da discesa, leggero ribasso per lo snow, in crescita lo sci di fondo: dopo una certa crescita nelle ultime stagioni, lo sci da discesa risulterà stabile; previsto in crescita invece lo sci di fondo per economicità e contatto con la natura, mentre lo snow subirà una lieve diminuzione; • continua la crescita delle passeggiate con le ciaspole e del nordic walking: queste discipline, molto più economica ed aperte a tutti, permettono di vivere la montagna ed

i paesaggi innevati anche a chi non sa sciare, oltre ad essere un’opportunità per gruppi misti, con bambini, senior, etc. COME SI MUOVERANNO GLI HOTEL Molto interessante l’indagine di Skipass Panorama Turismo circa le azioni intraprese dagli operatori del comparto ricettivo. I prezzi varieranno di poco: emerge infatti che ben il 58,3% degli operatori del settore ricettivo non apporterà alcuna variazione, mentre il 25% ha aumentato i prezzi, il 12,5% si è visto costretto ad aumentare le promozioni ed, infine, un 4,2% dichiara di aver ridotto i prezzi. Inoltre, mentre il 66,7% degli operatori dichiara che investirà in promozione la stessa cifra dello scorso anno, quasi un 20% dichiara che aumenterà gli investimenti in promozione. Allo stesso modo, vi è un interessante segnale di “sistema”: il 20,6% degli operatori dichiara che aumenterà la collaborazione con i tour operator, agenzie e consorzi. Segnali interessanti, che denotano forse un primo limite delle prenotazioni dirette online e che fanno ben sperare per l’indotto e la filiera promocommerciale. (Il documento completo da cui è stato tratto l’articolo è consultabile nel sito www.skipass.it)



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STAGIONE 2013-2014

Il Parco Giochi sulla neve, una delle attrazioni preferite dai bambini e dalle famiglie (foto Terrazzani)

A tutta neve

tra gonfiabili, Cuccioli e matematica! di FLAVIO MARIUZZO

La

Il direttore Promotur Enzo Sima

Anche la nuova stagione invernale di Piancavallo si annuncia ricca e divertente. Piatto forte l’evento nazionale di marzo con le gare della categoria Cuccioli. Curiosità per la prima edizione del “Quadrathlon” riservato agli studenti della scuola secondaria. Rafforzata e migliorata l’offerta di Nevelandia per i più piccoli e quella del Funk Park per snowboard e freestyle. Confermata la partnership con la Disney

stagione sulla neve di Piancavallo si annuncia come sempre ricca e divertente anche grazie al costante miglioramento dell’offerta garantito da Promotur. I turisti pendolari e le famiglie restano al centro dell’attenzione della stazione che continua a caratterizzarsi come la località degli sport invernali e del divertimento sulla neve più vicina alla pianura. Le novità della stagione 2013-2014 riguardano, in particolare, il target dei più piccoli grazie allo sviluppo di Nevelandia, l’area dedicata al “fun” e ai primi passi sulla neve. Nuovi gonfiabili per bambini dai tre agli otto anni animeranno il Parco Giochi in zona Roncjade; un sensibile allargamento della “pistina” servita dal tappeto di 35 metri permetterà di smaltire il traffico nelle ore di punta dei week end più affollati; cinque >>

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>> diversi percorsi daranno la possibilità agli appassionati di snowtubing di scaricare l’adrenalina. Per accedere a tutti i servizi di quest’area è previsto un unico biglietto. Confermato per il terzo anno consecutivo l’accordo con la Disney per le iniziative XD-Disney e Disney Junior che solo nella passata stagione hanno registrato complessivamente il coinvolgimento di circa 1.500 bambini. La formula XD-Disney, oltretutto, si propone anche come uno stimolante momento educativo: i numerosi gadget griffati premiano, infatti, non solo le vittorie sul campo di gara ma un mix di abilità sportive e sociali, compresa la simpatia e il comportamento. Anche snowboarder e freestyler avranno pane per i loro denti! La zona del Funk Park è stata ampliata la scorsa primavera in risposta alle esigenze di queste discipline e dei loro colorati praticanti in continua crescita. Prezzi invariati per gli ski pass, coerentemente

Dentro il tunnel con gli sci (foto Terrazzani)

Qui sopra e nella pagina a fianco evoluzioni con sci e snowboard sulle piste di Piancavallo (foto Terrazzani)

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Bambini agli impianti di risalita (foto Terrazzani)

con l’attenzione per le famiglie e con il periodo di crisi che stiamo vivendo. Infine, l’evento. Dal 21 al 23 marzo 2014 a Piancavallo si terrà il 2° Criterium nazionale Cuccioli, campionato italiano di categoria riconosciuto dalla Fisi. Seicento piccoli atleti, provenienti da tutta Italia, di età compresa tra gli 11 e i 12 anni, si cimenteranno in una due-giorni di slalom e gimkana veloce. Un format nuovo rispetto alla classica gara

Lo stadio del fondo alle Roncjade (foto Terrazzani)

di sci per bambini, che unisce allo sport anche un ricco programma di eventi collaterali: Piancavallo diventerà un “villaggio dei ragazzi” un’occasione per stimolare il piacere della scoperta e la voglia di divertirsi con tanti nuovi amici! Anima del Comitato organizzatore sarà lo Sci Club Sacile in occasione del suo 50° Anniversario di fondazione, in collaborazione con lo Skipool, il consorzio tra cinque Sci Club della provincia di Pordenone, diventato un vero >>

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Momenti di sport e divertimento sulla neve (foto Terrazzani)

>> riferimento nello scenario agonistico ed organizzativo regionale. L’organizzazione tecnica della manifestazione sarà a cura dello staff Promotur guidato da Enzo Sima, direttore di gara con esperienza organizzativa ormai ventennale delle principali manifestazioni del calendario FIS. Da segnalare anche la nuova competizione “Quadrathlon” organizzata dall’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari (A.N.E.F.) in collaborazione con Kangourou Italia e con il patrocinio del presidente della Fisi. L’iniziativa, la cui prima edizione si terrà nel 2014, è riservata agli studenti delle scuole 20

secondarie (di primo e secondo grado) e prevede quattro gare: matematica, slalom gigante, conoscenza della lingua inglese e gara di sicurezza sulle piste. La regione Friuli Venezia Giulia ospiterà a Piancavallo la gara di Slalom Gigante, competizione che accoglierà tutti gli alunni delle scuole del Nord-Est d’Italia. Risulterà vincitrice del “Quadrathlon”, per ogni categoria, la scuola che otterrà i migliori risultati nelle quattro gare. Le iscrizioni avvengono solo online sul sito ufficiale di Kangourou Italia (http://www.kangourou.it) entro il 23 gennaio 2014.



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NOVITÀ

Con lo snowkite, un po’ sci alpino un po’ parapendio, ci si può lanciare in emozionanti discese e con la complicità del vento risalire anche dolci pendii. Nello speed riding si raggiunge una vetta e poi si spicca il volo con il parapendio

Cuori con le ali foto e testo di FERDI TERRAZZANI

S

nowkite: sciare con la mente libera di volare, neve e adrenalina, tra sci e parapendio per sportivi “no limits”. Snowkite: letteralmente aquilone da neve per “sciare” con gli sci o la tavola nel modo più estremo possibile. Funamboli con le ali che accarezzano la neve. E’ uno sport giovanissimo emergente fra gli sport invernali più di tendenza e ovviamente non poteva che fare la sua comparsa anche in Piancavallo. Praticato, per ora, da una élite di audaci è uno sport divertente e accessibile più di quanto si possa pensare a chi ha un ottimo feeling con gli sci e una buona confidenza con il pilotaggio della vela. I praticanti di questa nuova disciplina sportiva ibrida si affiancano con discrezione anche sulla piana del Cavallo ai più tradizionali e popolari sciatori di specialità alpine, nordiche e di snow-board portando nella stazione turistica avianese quel pizzico di fantasia in più. E’ scontato ma, è giusto sottolinearlo, l’esercizio dello snowkite è vietato sulle normali piste da sci e per praticarlo in tutta sicurezza bisogna utilizzare le zone libere da impianti o il fuori pista. Con lo snowkite, un po’ sci alpino un po’ parapendio, ci si può lanciare in emozionanti discese e con la complicità del vento risalire anche i dolci pendii.

L’aquilonismo da trazione richiede una vela di medie dimensioni, detta appunto da trazione, manovrabile che con l’aiuto del vento consente di beneficiare di una grande spinta. Si prende confidenza con la disciplina su pendii dolci e ampi, privi di qualunque ostacolo, lontani da cavi sospesi, rocce, alberi e tralicci. Per gli estremi, per tutti coloro che con gli sci ai piedi vogliono veramente volare la fantasia è venuta in soccorso con una proposta ancora più adrenalinica: lo speed riding. E’ un termine difficilmente traducibile in italiano, forzando ne potrebbe uscire “un volo a planare”, ma di che si tratta? E’ una pratica nata alcuni anni fa sulle Alpi francesi dall’idea di alcuni sciatori che hanno voluto coniugare la passione per il volo libero allo sci; unendo le emozioni è nato lo Speed Riding. Il divertimento e la ricerca del limite sta nel raggiungere un pendio dal quale non si può affrontare la discesa a questo punto per proseguire allo sciatore gli basta aprire la vela, simile ad un parapendio, e spiccare il volo puntando verso il tratto più praticabile con gli sci. Capita spesso in Piancavallo di vedere stagliarsi in cielo variopinti aquiloni nella zona adiacente all’hotel 1301 INN; ora lo sapete sono gli snowskiters che sciano con la mente libera di volare.

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Assistiti per la vita

Casa di Cura San Giorgio reparti unità operativa di medicina generale unità operativa per post-acuti unità operativa di chirurgia generale unità operativa di ortopedia e traumatologia unità operativa di otorinolaringoiatria unità operativa di urologia

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Foto Ferdi Terrazzani

SCI CLUB

Zero13 Ski Team,

lo sci ai tempi di Papa Francesco Non solo corsi, allenamenti, gare e risultati. Nasce lo sci club etico e sostenibile

P

ortare i valori impartiti dalla scuola e in famiglia oltre i confini della quotidianità: un percorso indispensabile nell’educazione dei nostri figli, che trovano nelle attività ludico-ricreative e sportive la possibilità di mettere in pratica gli insegnamenti di vita non sempre facili da apprendere con le sole parole. È con questa filosofia che un gruppo di giovani maestri di sci e genitori ha deciso di unirsi in un club dallo scopo ben chiaro: mettere i bambini al centro della propria attività. “Zero13 adotta etica e regole di vita basate sulla lealtà e sul rispetto nelle relazioni reciproche tra le persone; insegna a sostenersi ed aiutarsi a prendere coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti perseguendo l’obiettivo di fare sistema, creare amicizie e sinergie”: è quanto si legge sul “manifesto” dell’associazione pordenonese, attiva dallo scorso anno e pronta ad iniziare una nuova avventura invernale. Teatro delle attività di Zero 13 è naturalmente Piancavallo, dove a partire dal 14 dicembre e fino a Pasqua si terranno i

corsi e le iniziative che questo dinamico gruppo ha studiato appositamente per i bimbi. Un connubio di idee e competenze che rendono l’esperienza sulla neve una autentica opportunità di crescita, un modo per imparare ad amare la vita e la natura, sperimentando quel senso di libertà e di scoperta che è fondamentale per un sano sviluppo caratteriale. Non solo corsi, allenamenti, gare e risultati, ma vere esperienze di vita basate su principi etici quali il rispetto, la tolleranza e il sostegno reciproco. Scambiarsi le tute da sci, regalare all’amico più piccolo la maglietta che è diventata stretta, gustare assieme una cioccolata calda dopo un allenamento... Piccoli gesti che, nella quotidianità frenetica alla quale siamo abituati, non sempre trovano spazio. Zero13 è un club senza scopo di lucro, dinamico, indipendente e sempre aperto a nuove idee e a nuovi iscritti. Tutti i dettagli sul sito www.zero13skiteam.it e sulla pagina Facebook “Zero13 Skiteam”.

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L’INIZIATIVA

Sci in notturna più cena per un mercoledì da leoni di SABINA TOMAT

È

Baita Arneri: le feste

un’istituzione da oltre 30 anni, la Baita Arneri. Un angolo di paradiso che domina incontrastato il Monte Tremol a 1.630 mt di quota, da cui in un unico colpo d’occhio si può abbracciare gran parte del Friuli e del vicino Veneto. Si narra che qualcuno abbia addirittura riconosciuto Venezia e il campanile di San Marco. Cosa certa è che quassù ci si innamora al primo sguardo: del panorama, del profumo dell’aria, dei raggi del sole, del sorriso del gestore. Incontriamo Riccardo Donò, per tutti semplicemente “Riki”. Non è l’ultimo arrivato, Riki. Se avete dai 30 ai 45 anni è molto probabile che tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila abbiate passato lunghe nottate a far baldoria nel suo Alemy. Meta obbligata sia d’inverno che d’estate, l’Alemy Pub attirava giovani da tutta la provincia e oltre grazie alle serate musicali e alla magica atmosfera che vi si creava. Riki oggi è sempre Riki, con l’inconfondibile accento veneziano e l’entusiasmo negli occhi.

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Foto Ferdi Terrazzani

A colloquio con Riccardo Donò, Riki per gli amici. Dopo l’epopea dell’Alemy Pub, ora guida la Baita Arneri, la terrazza sul mare di neve più frequentata della montagna pordenonese. Mercoledì e sabato sera cena in quota. Ogni giorno menù dello sciatore (special price)

Baita Arneri: cena di pesce

Baita Arneri: la cucina

Hai deciso di prendere un nuovo impegno qui a Piancavallo: l’Arneri è una grossa responsabilità. È una grande sfida, sì! Sono amico di Sandro (Vianello, lo storico gestore appena andato in pensione, ndr) da anni. Abbiamo collaborato anche in passato, sia quassù che al Roncjade. È un onore per me portare avanti ciò che lui ha avviato così egregiamente. Cosa è cambiato rispetto alla gestione precedente? A livello estetico e funzionale abbiamo portato delle migliorie al terrazzo esterno, alla sala e alla cucina. A livello di gestione sto cercando di portare avanti lo spirito “familiare” della Baita con la garanzia della mia presenza fissa. È importante che i clienti riconoscano in me una figura di riferimento.


C’È POSTA PER TE

Dal Brasile con amore!

Sandro Vianello, storico gestore della Baita Arneri, è andato in pensione. Contattato su Facebook, dal suo amato Brasile ci manda un pensiero

Val dei Sass: arrivo in seggiovia Val dei Sass: festa in terrazza

E la cucina? A quanto si è visto la scorsa estate avete fatto un ulteriore salto di qualità. In collaborazione con miei “chef” Romano e Maurizio abbiamo studiato delle proposte che andassero al di là del tradizionale “mordi e fuggi”. I piatti veloci ci devono essere, ovvio. Però stiamo proponendo anche alcune ricette della tradizione montana, preparate rigorosamente con prodotti freschi e stagionali, per accontentare anche chi vuole godersi un pranzo in relax. Molto apprezzati sono gli gnocchi fatti in casa, i canederli, la cacciagione. Cosa ci dobbiamo aspettare per la stagione invernale? Quali novità e iniziative? Sicuramente l’appuntamento da non perdere è lo sci alpinismo ogni mercoledì sera con le piste illuminate. In collaborazione con il Montanaia Racing abbiamo collaudato la formula di sci+cena che lo scorso inverno ha avuto un grande successo. I sabati sera,

Ciao a tutti, amici di Piancavallo! In questa fine d’autunno non posso che rivolgere un pensiero a chi lassù si sta preparando per la stagione invernale. Quanti ricordi! A partire dal lontano 1979, quando, quasi per scherzo, mi presi l’impegno di gestire la Baita Arneri su richiesta di Marco Cescut, responsabile dell’allora Ediltur. Ne è passata di acqua sotto i ponti, e di neve sulle piste, da allora! Ci sono state stagioni memorabili e altre da dimenticare, come ad esempio alla fine degli anni Ottanta, quando Ediltur andò in sofferenza finanziaria e tutti noi, imprenditori e turisti, ci interrogavamo sul nostro futuro. Poi, come una manna dal cielo, arrivò la Regione e con lei Promotur. Fu la nostra salvezza. Per me ora, dopo quasi 50 anni di lavoro di cui 38 in Piancavallo,

Val dei Sass: a tutto Pedro!

è arrivato il momento di prendere congedo e di godermi questa cosa che si chiama “pensione”. Molti mi prendono in giro bonariamente, abituati com’erano a vedermi sempre “in prima linea”. Che ci volete fare…è la vita! Lascio il testimone ad un personaggio più che valido, che sicuramente saprà dare all’Arneri un impulso rinnovatore, portando avanti ciò che io, assieme anche ai soci Ippazio e Luca, abbiamo costruito nel tempo con tanta fatica e sacrifici. Qui in Brasile la chiamiamo “saudade”: è quella sensazione di dolce malinconia che si prova guardando al passato. Ma il cuore è leggero, come le onde del mare davanti a me. A queste onde affido il mio saluto e l’augurio per una felice stagione invernale a tutta la località. Grazie, Piancavallo!

Val dei Sass: il rifugio (foto Terrazzani)

inoltre, proporremo regolarmente menu a tema con la possibilità di andata e ritorno in seggiovia grazie alla partnership con Promotur. Ogni giorno si potrà degustare il “Piatto dello sciatore” ad un prezzo speciale. E per qualsiasi esigenza siamo a disposizione per cene di gruppo su prenotazione. La tua compagna, Katiusha, è invece responsabile del rifugio Val dei Sass presso il Tremol 2. Val dei Sass è il rifugio per i più temerari! Katiusha e il suo staff sono bravissimi nel creare un’atmosfera di festa per coloro che sanno sfidare le condizioni climatiche e le temperature di lassù. Il divertimento è assicurato, e le proposte della cucina sono altamente “energetiche”: il club sandwich, il cheeseburger, le torte e le bevande tipiche come il bombardino. Non resta che dire: arrivederci in quota! 27


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ITINERARI ALPINI

Emozioni e ricordi

sul sentiero delle Caseratte

Casera Caseratte, una delle mete invernali preferite dagli escursionisti (foto Terrazzani)

di MARIO TOMADINI (*)

C Con l’arrivo della neve Casera Caseratte diventa una delle mete preferite dagli escursionisti in cerca di atmosfere rilassanti. Il terreno sembra adattarsi perfettamente al turista che desidera allacciare le racchette agli scarponi. Il libro firme è un compendio di stati d’animo

asera Caseratte, dirimpetto com’è verso la pianura pordenonese, offre un buon panorama e costituisce un passaggio quasi obbligato per chi dal Col Alto desidera raggiungere la Casera Valfredda di Marsure che a sua volta è il trampolino di lancio verso la Forcella di Giais, la conca erbosa che permette di sbirciare sia tra i paesi della Pedemontana sia d’individuare le vette dolomitiche, prime tra tutte il Bec de l’oca, il nome che i valligiani avevano dato al Monte Duranno. Per buona parte dell’anno dalle Caseratte (denominazione che comprende la casera e la stalla) si notano i terreni con i resti dei recinti di sasso che delimitavano le zone di pascolo e i mucchi di pietre che

i caseranti raggruppavano per strappare le ultime zone erbose al terreno carsico. Solo con l’arrivo della neve il paesaggio acquista una calma particolare e nasconde le vestigia del passato. Il terreno sembra adattarsi perfettamente al turista che desidera allacciare le racchette da neve agli scarponi. Quei pascoli innevati sono assiduamente frequentati durante la stagione invernale e la madre di tutte le prove è contenuta nel quaderno delle firme che si trova all’interno della casera e anche se quei fogli sdruciti non potranno mai salire al rango di un vero Libro del Rifugio, rappresentano comunque lo stato d’animo di chi entrando in quel “campo carsico” si è ritenuto soddisfatto, appagato o al contrario deluso perché non >>

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Arrivando dalla strada forestale del Col Alto, dopo aver superato un facile valico s’aprono i campi innevati dell’alpeggio Caseratte. Al centro della foto si nota proprio la casera. Sullo sfondo il Col Ceschet e le Alpi Giulie (Foto dell’Autore)

>> solo ogni stagione fa storia a sé ma anche ogni giornata e così se qualche inverno è fin troppo carico di neve un altro ne è privo o quasi, tanto che ogni tanto le ciaspe diventano una zavorra da attaccare allo zaino. Chi è fortunato scrive di… Tanta neve, fino alle ginocchia. Orizzonte invisibile e bianco ovunque mentre altri sembrano rassegnati al cambiamento di programma: dato che c’è poca neve ci siamo dati alle passeggiate. Tuttavia il cambiamento a volte arriva repentino e inatteso: Stanotte è arrivata tanta neve, talmente tanta che son tutti a sciare

In marcia con le ciaspe dal Col Alto verso le Caseratte (Foto dell’Autore)

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Arrivo alla Casera Caseratte, questa volta sotto una forte nevicata. A volte l’inclemenza del tempo costituisce un’ottima occasione per scoprire gli interni della casera (Foto dell’Autore)


Non più usata per l’attività d’alpeggio, Casera Caseratte ha mantenuto le sue caratteristiche di essenzialità. La scala immette nella piccola camera un tempo usata dai caseranti mentre la porta permette l’accesso a un locale che in origine era destinato a custodire i prodotti caseari

e qui non c’è nessuno. Il sole è stupendo e si vede il mare. Per qualcuno la prima uscita con le racchette da neve è da tramandare ai posteri soprattutto se a poche centinaia di metri dalle piste del Piancavallo sembra di entrare in un’altra dimensione… Prima uscita dell’anno sulla neve con le ciaspole e in buona compagnia. Mentre tutti pensano a sciare ci dedichiamo al giro delle malghe, un giro semplice ma ricco di sorprese. A volte il tempo non è proprio dei migliori ma non c’è tempo per le recriminazioni: Peccato che ci sia la nebbia comunque la passeggiata è molto suggestiva. Oppure: Peccato per la foschia perché la neve è stupenda. Quando terra e cielo si confondono allora è facile che si scriva: sulla neve, passeggiata tra le nuvole.. un sogno. Per tutti, o quasi, l’escursione con le ciaspe è splendida…per il paesaggio innevato. Nella maggioranza dei casi l’itinerario è un classico: partiti dalla Castaldia, Casera del Medico, Casera Valfredda ed infine qui. La stessa giornata può presentare due volti diversi: siamo arrivati con le ciaspe, brutto tempo ma ci stiamo divertendo. Solo un paio d’ore più tardi la sorpresa: invece alle ore 13.10 c’è un sole che brilla su un paradiso. In tutti prevale l’opinione che l’escursione è magnifica: sole, silenzio totale, relax, contatto con la natura, questa è vita. Oppure c’è chi, con un occhio attento a quello che si vede all’orizzonte, crede che il vero mare sia proprio davanti ad una vecchia casera: Un’altra onda, un’altra onda in questo mare di neve. La differenza tra cielo e terra è minima oppure assente: Fin qui sono arrivata in una natura incontaminata, cielo e terra uniti. La gita non presenta grosse difficoltà e l’impegno fisico non è mai intenso: Affatto affrante qui siam giunte. Se qualcuno non ha calcolato al meglio i tempi di percorrenza poco male perché solo così può ammirare uno spettacolo inaspettato: ore 16.30 Il sole tramonta dietro la collina di fronte e le nuvole si tingono di indaco. Paesaggio da fiaba. Il tramonto mi incanta e il buio inizia ad avvolgermi. La pace e la tranquillità che si respira alle Caseratte stride con quello che abbiamo lasciato in pianura: dopo 2 ore di fetida statale, finalmente il silenzio. Chi se ne frega degli shopping center. Meglio le bestie del

Il libro della casera rimasto aperto sembra in attesa dei nuovi ospiti che all’arrivo della prima neve ricorderanno le loro emozioni

bosco. Le idee spesso combaciano: Quanta neve! Magnifico. Soprattutto che pace e tranquillità. A volte anche un consolidato idillio mostra qualche crepa: Accompagnato la moglie per la prima volta sulle ciaspe- tutto un lamento. Giornata grigia. Talvolta l’elenco delle dimenticanze è troppo lungo da non sembrare neppure vero: Ho dimenticato guanti-ciaspe-bastoncini-ghette. L’amico della musica non può esimersi dal ricordare la sua felicità sulle note della canzone dei Sette Nani: Andiam, andiam, andiam a ciaspolar. Le citazioni si ripetono ma per tutti traspare la soddisfazione di aver compiuto una facile gita a pochi minuti di distanza dal Piancavallo. Per molti si tratta del primo approccio con un terreno innevato e il risultato è stato positivo. Alcuni si dicono certi che l’esperienza vada ripetuta al più presto. Per altri invece è giunto il momento di osare qualcosa di più e questo significa impegnarsi con un’escursione notturna magari non solo illuminata dalle lampade frontali ma anche dalla luna: Ciaspolata notturna alla luce della luna e ancora luna meravigliosa. C’è chi saluta i nonni, gli amici del bar ma anche i compagni che per quella giornata hanno scelto un’altra meta. In molti hanno portato il cane e qualcuno anche un criceto. Gli stati d’animo si sovrappongono e si rincorrono ma il comune denominatore è quello di aver scoperto il volto più semplice e genuino di un territorio che sebbene sia contiguo ad una affollata stazione turistica può regalarci l’impressione di essere nel profondo nord o semplicemente donarci l’occasione di calpestare i vecchi pascoli. Si entra nella casera per scoprirne gli interni con il rispetto che si deve alla memoria e alla storia di chi in quei luoghi ha speso un’esistenza di lavoro e di fatica. Casera Caseratte è una voce baritonale che accompagna una vecchia melodia in uno spartito ormai perduto, ma quanti conoscono davvero le note che l’hanno accompagnata nelle sue stagioni d’alpeggio? (*Gruppo Italiano Scrittori di Montagna)

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SICUREZZA IN PISTA

A lezione di sicurezza sulla pista didattica

Foto Ferdi Terrazzani

Progetto formativo ideato dalla FISPS e proposto nei poli sciistici della nostra regione con lo scopo di insegnare il corretto comportamento e la conoscenza della segnaletica in pista

di FEDERICO STELÉ

B

en ritrovati a tutti gli affezionati lettori di questo magazine, con il quale state conoscendo, un po’ alla volta, le attività della nostra federazione. Durante la scorsa stagione invernale la scuola sci AvianoPiancavallo e la scuola sci Piancavallo con il progetto “Io sulla neve con la testa” hanno allestito un percorso didattico, attrezzato in collaborazione con FISPS, ottenendo interesse e lusinghieri risultati da parte degli insegnanti accompagnatori e soprattutto da parte dei ragazzi partecipanti. Verso fine stagione, invece, è stato organizzato assieme agli amici della Scuola Sci Aviano-Piancavallo un bellissimo evento che ha riscosso pure molto interesse, segno che ci sono molti genitori e bambini attenti agli argomenti legati alla sicurezza. “Pronti bambini? Si scia in sicurezza!” è stato il progetto formativo ideato da FISPS che da tempo viene proposto nei vari poli sciistici della nostra regione, ma anche in altre, con la preziosa collaborazione di altre sezioni regionali di FISPS ed operatori della montagna. Lo scopo è fornire consigli a bambini e ragazzi per sciare in totale sicurezza ed insegnando il corretto comportamento e la conoscenza della segnaletica che si incontra lungo le piste. Per loro è divertimento assicurato, trascorrere qualche ora in nostra compagnia attraverso una pista didattica appositamente preparata per spiegare le regole base. Altrettanto interessati e divertiti restano pure i genitori che accompagnano i propri figli, attenti alle informazioni che trasmettiamo. Lo sci e lo snowboard sono fonti di emozioni diverse: gioia, libertà, passatempo e relax, sport ed aggregazione. È una cultura che parte dalla conoscenza del contesto in cui ci si muove. Tutti concorderanno con l’affermazione che sono sport che si svolgono in un contesto naturale, che talvolta può presentare dei pericoli che gli sciatori e snowboarders devono comprendere. Le insidie possono essere più o meno visibili, grandi o piccole e per le quali occorre acquisire quella cultura della sicurezza contraddistinta dalla prudenza, dall’attenzione alla segnaletica, dalla capacità di muoversi in un ambiente dinamico e perché no, sapersi fermare al momento giusto dicendo ai propri amici “Ok

basta ragazzi per oggi, abbiamo sciato a sufficienza”. Lo sci diventa pericoloso quando le persone adottano un comportamento scorretto e si verifica il mancato rispetto delle leggi e normative che ne determinano la pericolosità. Altro rischio connesso è la scarsa consapevolezza dei propri limiti tecnici e fisici, per cui cari genitori, vi raccomandiamo di cominciare con la preparazione atletica ed un esercizio costante per arrivare tonici sulle piste da sci. Nella giornata dedicata alla festa di fine stagione, tra le varie attività organizzate dalla Scuola Italiana Sci Aviano Piancavallo da parte della strepitosa Antonella Tellini, ha trovato quindi spazio anche questa iniziativa didattica. Insomma, si è trattato di un lavoro di squadra che ci ha dato tante soddisfazioni e che ha fatto scoprire anche alle Scuole Sci la bellezza del progetto e tutti i suoi aspetti positivi. Tralascio la gioia dei bambini, nel ricevere un attestato di partecipazione e soprattutto il fischietto antipanico che gli abbiamo regalato. Povere invece le orecchie dei genitori! Il riscontro per noi è stato molto positivo, tutti hanno dimostrato una buona preparazione sulla conoscenza dei vari cartelli che non avevo visto in altre realtà italiane. Complimenti bambini! Il merito è sicuramente dell’ottima collaborazione tra le Scuole Sci e FISPS. L’unica nota negativa della giornata trascorsa a Piancavallo è stato il tempo. Infatti, sembrava tutt’altro che il primo week end di primavera! Tuttavia ci vuole ben altro per spegnere i nostri entusiasmi! Cerchiamo tutti assieme di spingere questo progetto nelle nostre zone di residenza e soprattutto nei plessi didattici che frequentano i nostri figli, parlando con gli insegnanti e spingendo verso questo progetto. In Veneto l’anno scorso abbiamo avvicinato oltre 300 bambini tra Mestre, Treviso e San Vito di Cadore. Ovviamente è stata un’attività gestita assieme anche all’Agenzia Regionale Promotur, in particolare dall’onnipresente Enzo Sima, sensibile a tutte le attività legate alla sicurezza e da tutta la sua squadra, preparando in modo perfetto l’area dedicata a tutti noi. Il T.E.A.M. building inteso come “Together Everyone Achieve More”, porta evidenti vantaggi a tutti, non dimenticatelo mai!

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FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONE

Gymnasium Pordenone, l’officina degli sciatori Il coordinatore dell’area fisioterapica è Michele Terragnoli, snowboarder ed appassionato di montagna a tutto tondo. “Una preparazione atletica mirata è fondamentale nel prevenire gli infortuni”

Il coordinatore dell’area fisioterapica Michele Terragnoli in azione

L’

di PIERGIORGIO GRIZZO

officina degli sciatori ssi trova a Pordenone, a pochi chilometri dalle piste, tirate come biliardi, di Piancavallo. E’ il Centro di Fisioterapia e Riabilitazione Gymnasium, attivo fin dal lontano 1976 in seno alla Gymnasium Nuoto di via Turati. La struttura, diretta dal dottor Gianangelo Bartoli, segue il paziente dalla fase acuta fino a quella del completo recupero, attraverso l’utilizzo di diversi strumenti terapeutici che vanno dall’idrochinesi, alla terapia manuale, alla massoterapia, alla manipolazione della fascia, per poi passare alla parte della riabilitazione attiva in palestra medica dove vengono effettuate sedute di rieducazione motoria, di rieducazione posturale e corsi di pilates terapeutico e di pancafit. Negli anni il Centro ha sviluppato una fitta serie di collaborazioni con numerose realtà sportive d’eccellenza del territorio. Il coordinatore dell’area fisioterapica è Michele Terragnoli, snowboarder ed appassionato di montagna. “Negli sport invernali troviamo una precisa casistica di infortuni – spiega lo stesso Terragnoli – nello sci alpino gli incidenti più frequenti riguardano l’articolazione del ginocchio e quindi le lesioni meniscali e legamentose. Nello snowboard, dove l’atleta tiene entrambi i piedi fissati alla stessa tavola, è

più facile incorrere in problemi alle articolazioni degli arti superiori: polso, gomiti e spalle”. “Anche qui – continua - come in tutte le discipline sportive, sia che vengano praticate a livello amatoriale, che agonistico, una preparazione atletica mirata è fondamentale nel prevenire gli infortuni”. Il Centro, che è composto da un equipe formata da fisioterapisti e laureati in scienze motorie, si occupa anche dell’attività preparatoria con un lavoro, ovviamente, più mirato e personalizzato, rispetto ai normali standard dei classici corsi di ginnastica presciistica. “Si lavora in palestra medica sul rinforzo muscolare, sulla postura e sulla propriocezione, che si può definire come la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli migliorando il controllo del movimento. Il tutto dopo aver preliminarmente svolto una valutazione dell’atleta (agonista o amatore ndr) e aver stilato un percorso individuale”. Per i casi di riabilitazione post infortunio o post intervento chirurgico, il Centro dispone poi delle più moderne opportunità, dalle terapie strumentali (Tecar Terapia, kinesio taping), alle avanguardie delle terapie manuali, fino alla rieducazione attiva in acqua e in palestra medica.

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SOCIETÀ SPORTIVE

Ciclisti all’arrivo della prima edizione della Piankabike organizzata la scorsa estate

Montanaia Racing, la compagnia degli audaci Sommando le gare di scialpinismo, skyrunning e mountain bike, sono oltre mille gli atleti che ogni anno gareggiano nella piana del Cavallo in manifestazioni targate Montanaia Racing foto e testo di FERDI TERRAZZANI

T

utto è nato quasi per caso ma, non uno di noi avrebbe potuto immaginare che nel giro di pochi anni un progetto così “audace” si sarebbe trasformato in realtà. “L’avventura” ha inizio il 26 novembre del 2006, quando un gruppo di amici, convinti sostenitori della montagna, sottoscrivono l’atto costitutivo e lo statuto dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Montanaia Racing. Tra quei firmatari, molti dei quali componenti attivi della scuola di alpinismo e sci alpinismo Val Montanaia e Club Alpino Italiano, nessuno ipotizza che attorno alla loro passione di lì a breve si sarebbe raccolta una massa di cento persone. Il nostro team chiarisce, il portavoce e attuale coordinatore Michele

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PROGRAMMI MONTANAIA RACING

Sky Race, La partenza della Piancavallo Express, la tradizionale gara di scialpinismo in notturna. Qui a fianco Michele Livotti alla partenza dell’ultima Sky Race Monte Cavallo dedicata ai più piccoli

Livotti, si è messo subito in luce diventando ideatore affidabile e credibile di importanti eventi sportivi nella stazione turistica avianese. La Sky Race Monte Cavallo è l’esempio calzante; ha avuto il merito di far conoscere il nostro team nella nostra provincia e a tutti gli amanti dello sport dell’aria aperta una nuova espressione sportiva: lo skyrunning, la corsa in montagna “estrema”. Parallelamente alle attività organizzative nasce la squadra agonistica che ben presto si mette in luce vestendo i colori sociali bianco-arancio e nero nei più qualificati appuntamenti sportivi legati alla corsa in montagna, allo sci alpinismo, alla mountain bike e non solo. Le ragioni di questa repentina crescita sono tutte scritte nello statuto che all’articolo 2 recita: “L’Associazione ha come propri scopi istituzionali lo sviluppo e la divulgazione degli sport della montagna e dell’arrampicata, nelle loro componenti agonistiche”. Ciò che non è scritto nello statuto è il fatto che i padri di questa neonata associazione erano e sono tutt’ora componenti attivi della locale Scuola di Alpinismo e Scialpinismo Val Montania, del Club Alpino Italiano sezione di Pordenone. Una Scuola formativa di conoscenze, di specializzazioni tecnica e coerenza >>

di FEDERICO STELÉ

il nuovo percorso diventa tracciato escursionistico permanente

(ft) Il 2013: una stagione da incorniciare con una lista di risultati organizzativi quanto mai eloquente. In Piancavallo per i Montanaia Racing è stato davvero un’annata senza soste. Proseguirà anche nel 2014, nonostante le ben note difficoltà relative ai finanziamenti, l’impegno del Team per promuovere con grandi eventi legati al mondo del running, dello sci e della bicicletta il nostro territorio. I programmi sportivi dell’associazione hanno contribuito a portare a Piancavallo discipline poco conosciute: scialpinismo e skyrunning, integrando nel piano del Cavallo un’offerta sportiva, di grande valenza turistica a basso costo e soprattutto a basso impatto ambientale. L’ultima “perla” organizzativa delle donne e degli uomini della presidente Laura Zin è arrivata in questa trascorsa estate con la “1^ edizione della Piankabike”, un vero successo che ha portato in quota oltre 450 entusiasti bikers. Una manifestazione nata seguendo il desiderio degli appassionati della mountain bike. Prima di concentrarsi sul 2014 i Montanaia >>

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La partenza della Sky Race

>> debbono portare a termine l’ultimo impegno stagionale organizzativo programmato per fine dicembre: la Piancavallo Express, tradizionale gara di scialpinismo in notturna, in collaborazione con la Scuola Val Montanaia, il CAI di Pordenone e Promotur. Per l’inverno 20132014 Montanaia Racing riproporrà il percorso di scialpinismo, nonché la risalita notturna infrasettimanale. Un’importante iniziativa, la prima in Italia, nata con la partecipazione della Promotur che ha realizzato il percorso dedicato. Il sodalizio si farà garante dell’osservanza delle norme comportamentali. Il programma invernale prevede non solo agonismo ma anche formazione. Lo scialpinismo è un’attività che negli ultimi anni sta coinvolgendo sempre più appassionati con un conseguente aumento degli incidenti. Montanaia Racing anche quest’anno organizza, a scopo di prevenzione, in Val dei Sass giornate informative sull’utilizzo dell’ARTVA, strumento per la ricerca di persone sepolte da slavine sotto la neve. Se l’inverno è dedicato allo scialpinismo, l’estate si conferma periodo ideale per la Mountain Bike e lo Skyrunning. A luglio si riproporrà la 2° edizione della Pianka Bike mentre a settembre, in concomitanza con la stagione estiva del Piancavallo, prenderà il via la 7° edizione della Skyrace Monte Cavallo. Il nuovo percorso, con la splendida salita al Monte Tremol testato per la prima volta nella passata edizione, valida come prova finale del campionato italiano 2013, verrà proposto, assoluta novità, come tracciato escursionistico permanente.

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>> progettuale, fondata sui principi del volontariato. Con queste premesse Montanaia Racing vive oggi con grande senso di responsabilità e appartenenza, il proprio ruolo sociale fatto non solo di agonismo. Il contributo che la Montanaia Racing offre per lo sviluppo e la divulgazione sportiva, ha riflessi importanti nel movimento turistico e più in generale nella frequentazione del nostro Piancavallo. Sommando le gare di scialpinismo, skyrunning e mountain bike, sono oltre mille gli atleti che ogni anno gareggiano nella piana del Cavallo in manifestazioni targate Montanaia Racing, senza contare l’indotto composto da appassionati che nel corso dell’anno frequentano i sentieri, i pendii e le piste da sci. Il senso e il significato di un’appartenenza

sono ben espresse e condensate nelle sottostanti righe dal coordinatore del team Michele Livotti: “La Sky Race Monte Cavallo è la punta di un iceberg fatto di storia, amicizia, comprensione e rispetto. Un evento prima di tutto umano, dove s’incrociano disponibilità, sacrifici, sostegni e tolleranza. Un momento di ritrovo e festa per chi ama un territorio che trova nella spontaneità del volontariato una preziosa risorsa per la sua valorizzazione”. Per questo e per il futuro possiamo auspicare di mantenere alta l’attenzione e la coscienza dei nostri amministratori, affinché sappiano far tesoro di tutte quelle iniziative di volontariato finalizzate a concrete progettualità mirate alla valorizzazione e promozione del nostro territorio montano”.

FOTONOTIZIA

Le podiste Giulia e Maria corrono verso Piancavallo passando nel sentiero dove è posto il famoso “Sasso della madonna”, non lontano dal Rifugio Semenza. Questa foto ha vinto su facebook il photocontest “Il sentiero degli orizzonti”, risultando la piu’ cliccata con il giudizio del pubblico. Il concorso indetto dalla A.S.D. Montanaia Racing aveva come tema “Corsa in montagna nel territorio Alpago, Piancavallo, Valcellina”



PANORAMI

Sospesi a mezz’aria

tra un cielo cobalto e il candore della neve Brevissima (e forse inutile) guida per vivere i silenzi offerti dalla montagna del Cavallo

foto e testo di MARIO TOMADINI(*)

La modesta sommità del Col Ceschet (metri 1384 s.l.m.), un bianco dosso nei pressi dell’alpeggio Valfredda di Marsure, offre un colpo d’occhio di straordinaria bellezza sulla pianura friulano-veneta, sulla costa e sulle Alpi Giulie. Ancora pochi metri e anche per questo appassionato si aprirà uno spettacolo meraviglioso

V

ivere la montagna in silenzio e percorrere i suoi sentieri in punta di piedi, è il minimo che possiamo fare per dimostrare la nostra gratitudine verso le cime e le forcelle che ci ospitano nelle nostre escursioni. La montagna va vissuta senza fretta e con un approccio penitente; solo così potremo ascoltare il suo respiro, rubare la sua anima per poi riconsegnarla ancora intatta. Le immagini che accompagnano queste righe ci hanno spinti in uno degli ambiti più panoramici della montagna del Cavallo ma nel pieno rispetto della Natura. Correva il giorno ventuno del mese di marzo dell’Anno Domini 2013 quando una serie di scatti di una qualsiasi digitale di poco pregio ha fermato il

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La storia delle nostre montagne è legata da sempre alla fede religiosa. Il crocifisso posto in Forcella di Giais è una presenza che unisce tutti gli uomini nell’amore per questi luoghi di silenzio e di pace

tempo sulla Casera di Valfredda e nel suo territorio che ogni volta riesce a regalarci nuove emozioni. Mentre in pianura ormai attendevano rondini e balestrucci, l’inverno rimaneva ancora caparbiamente aggrappato alla montagna del Cavallo e ai suoi magnifici campi di neve. Il sole e la temperatura di poco sotto lo zero avevano, di fatto, confermato che quella era proprio la giornata perfetta per i nostri vagabondaggi. L’orlo dei campi carsici riceveva i suoni, per fortuna ben ovattati, della febbrile vitalità della pianura; per contro il finto dinamismo della coltre nevosa avrebbe potuto convincerci che non eravamo a un tiro di schioppo da una stazione turistica ma tra i “tunturi” (colline) della Carelia finlandese o

Una striscia di un pallido biancore. E’ il mare che si è inserito tra terra, neve e cielo. Questo è il panorama che ci offre la Forcella di Giais (metri 1442 s.l.m.)


La Casera Valfredda di Marsure si è avvolta nel suo mantello di neve. Sullo sfondo il Monte Cavallo vigila come un severo gendarme

addirittura in un passo nepalese, magari in attesa di aggregarci a una colonna di uomini e yak diretti a Lhasa. Troppo bello e fin troppo facile lanciare la fantasia stando comodamente immersi in un ambiente di siffatta bellezza con le ciaspe che affondavano solo di qualche centimetro e i cristalli di neve si frantumavano producendo un suono argentino. La nostra sensibilità ci spingeva verso un atteggiamento prudente e rispettoso verso la stessa neve che ci sosteneva ad ogni passo e così le nostre orme si sovrapponevano quasi per non macchiare quel lenzuolo immacolato che doveva essere consegnato ancora intonso agli amici terrestri che nei giorni seguenti avrebbero seguito il nostro stesso

itinerario. Questo l’abbiamo appreso dai selvatici che seguono percorsi prestabiliti e solo in caso di necessità si avventurano per nuove strade. Sia che la progressione avvenga in sci o con le racchette è necessario trasformarsi in fantasmi che sfiorano il suolo e non lasciano nessuna traccia del loro passaggio. Era trascorso così il primo giorno di primavera ma non avevamo alcun rimpianto poiché non avevamo rubato nulla alla montagna, né la sua anima e tantomeno i suoi silenzi che per sopravvivere si erano affidati al vento mentre l’oscurità si apriva la via tra larici che negli ultimi aneliti di luce stavano assumendo le sembianze di velieri che sembravano lanciare la prora in un mare senza onde.

Alpeggio Casere dietro il Castellat. L’immobilità di questo larice è solo apparente; esso vive, si muove e respira al ritmo dettato dalle montagne del Gruppo del Cavallo che lo sorvegliano da lontano

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CORSA IN MONTAGNA

MMT,

l’unica 100 miglia italiana tutta d’un fiato Organizzata dall’Asd Magredi Mountain Trail di Maniago, la MMT 100 MILE è una gara podistica internazionale di ultra trail che, partendo da Vivaro, si sviluppa su gran parte dell’arco montano pordenonese, dal Piancavallo alla Val Tramontina, per un totale di 161 km (100 miglia) e 15 Comuni attraversati. La quarta edizione si terrà il 3 ottobre 2014

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Reuben Cheang, il concorrente di Singapore

di GIULIA PELOSI

P

iancavallo e la montagna pordenonese stanno diventando sempre di più un teatro per discipline sportive finora inedite nel nostro territorio. Al di là di tutto ciò che è legato alla neve, vi è un mondo di attività che si svolgono nel periodo “verde” e che richiamano sempre di più l’attenzione degli appassionati e dei media. Un esempio è il trail running (corsa in montagna), che vede nel nostro paesaggio l’ambiente ideale per esprimersi. A partire dalla 10 miglia internazionale Aviano-Piancavallo e per finire con l’avventurosa Sky Race organizzata dal Montaia Racing, le società sportive stanno puntando sempre di più su queste zone. Un esempio “estremo” è la MMT 100 MILE. Organizzata dall’Asd Magredi Mountain Trail di Maniago, la MMT 100 MILE è una gara podistica internazionale di ultra trail che, partendo da Vivaro, si sviluppa su gran parte dell’arco montano pordenonese, dal Piancavallo alla Val


La partenza della gara dalla piazza di Vivaro (Pordenone)

Tramontina, per un totale di 161 km (100 miglia) e 15 Comuni attraversati. Come è possibile correre per 161 chilometri? Sono in molti a chiederselo. Abbiamo incontrato Massimiliano Bello, presidente dell’associazione organizzatrice e direttore di gara. Max, da dove arriva questa idea di organizzare una gara così estrema? La tradizione delle 100 miglia è stata “importata” dagli Stati Uniti. Di gare lunghe ce ne sono diverse in Italia, molte sono a tappe, ma di 100 miglia in un’unica tappa finora c’è solo la nostra. L’idea è nata quasi per gioco nel 2010. Abbiamo iniziato organizzando una 55 km nel maniaghese. L’anno dopo ci siamo detti: perchè non provare ad allungare il percorso? Io abito a Piancavallo e amo la montagna, la scelta di portare la gara fino qui è stata naturale.

Massimiliano Bello, presidente dell’Asd Magredi Mountain Trail

Piancavallo, nel percorso, è il 40° chilometro di gara. La prima “fermata” importante o, come la chiamate voi, la prima “base vita”. Cosa significa precisamente? Gli atleti corrono singolarmente con il proprio equipaggiamento obbligatorio (zainetto con indumenti, telo termico, torcia frontale, borracce d’acqua, ecc.). L’organizzazione mette a disposizione ristori con cibi e bevande ogni 10 km circa. Una “base vita” è un ristoro più grande ed attrezzato degli altri, allestito in luogo coperto e riscaldato, dove gli atleti >>

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Alessandro Avoledo dell’Atletica Fiamme Cremisi (nella foto a fianco con Marco Turi)

SOTTO LA LENTE

MMT 100 MILE È UNA GARA INTERNAZIONALE DI TRAIL RUNNING (CORSA IN MONTAGNA) CHE SI TIENE OGNI ANNO NEL PRIMO WEEK END DI OTTOBRE. CON PARTENZA E ARRIVO A VIVARO, LA GARA SI DISPUTA IN TAPPA UNICA E SI SNODA ATTRAVERSO LA MONTAGNA PORDENONESE PER UN TOTALE DI 161 KM (100 MIGLIA) CON UN DISLIVELLO POSITIVO COMPLESSIVO DI 7.000 METRI. I COMUNI ATTRAVERSATI SONO BEN 14, NELL’ORDINE: VIVARO, VAJONT, MANIAGO, MONTEREALE VALCELLINA, AVIANO, BARCIS, ANDREIS, FRISANCO, TRAMONTI DI SOPRA, TRAMONTI DI SOTTO, MEDUNO, FANNA, CAVASSO NUOVO E ARBA. VI SONO RISTORI OGNI 10 KM CIRCA E TRE “BASI VITA” OGNI 40 KM (PIANCAVALLO, POFFABRO E TRAMONTI DI SOTTO) DOVE GLI ATLETI POSSONO MANGIARE PASTI CALDI E RIPOSARE. LA GARA È GIUNTA ALLA TERZA EDIZIONE E QUEST’ANNO HA RAGGIUNTO I 120 ISCRITTI (CONTRO I 60 DEL PRIMO ANNO). GLI ATLETI ARRIVANO DA TUTTA EUROPA E ANCHE DA OLTRE CONTINENTE (QUEST’ANNO ADDIRITTURA DA SINGAPORE E ISRAELE). 46

Romano e Gino, volontari della base vita di Piancavallo

possono mangiare piatti caldi, cambiarsi gli indumenti (se nesessario) e, perchè no, riposare un po’. Piancavallo è la prima di tre basi vita. Le altre sono a Poffabro e a Tramonti di Sotto. La preparazione del percorso di gara quanto tempo prima della data di start comincia? Tracciare il percorso in sé richiede qualche settimana ed è il lavoro minore! La parte più difficile è il reclutamento e il coordinamento della “forza lavoro”: Protezione Civile, Croce Rossa, CB, volontari. E non dimentichiamo i rapporti con le autorità e il marketing in generale. Si può dire tranquillamente che la preparazione della gara dura un anno intero. Ora, appena finita la terza edizione, siamo già al lavoro per la quarta, che si terrà il 3 ottobre 2014. Hai parlato dei volontari: quanti ne sono necessari per un evento così importante? Questa edizione ha impiegato circa 200 persone. Un numero impressionante, ma senza di loro la gara non potrebbe esistere. Grazie all’aiuto di volontari, pro loco, collaborazione di associazioni sportive e non, siete riusciti a svolgere la 3° edizione della MMT 100 MILE all’insegna della spendig rewiew. Visti anche i tagli sui bilanci dei Comuni interessati dal passaggio degli atleti, avete fatto un buon lavoro. Anche il sindaco di Vivaro Mauro Candido si è messo in prima linea ad aiutarvi. Il sindaco di Vivaro, così come tutte le altre autorità coinvolte, hanno dimostrato di credere in questa gara e ci hanno dato piena disponibilità a collaborare, mettendo a disposizione personale e supporti logistici. Per noi è fondamentale instaurare rapporti di fiducia in questo senso. Per principio non chiediamo mai nulla in termini economici. L’aiuto materiale e il supporto morale è quello che si serve per fare della nostra manifestazione un grande evento. >>


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LA LETTERA

“Dalla Germania con il cane per correre nei vostri boschi”

Ketty e Lorenza, anche loro volontarie della base vita

>> Una curiosità che hanno in molti: quanti e chi sono gli atleti che decidono di intraprendere questa incredibile avventura? Siamo partiti nel 2011 con una sessantina di iscritti. Quest’anno ne abbiamo avuti 120. Si tratta di atleti di alto livello, non giovanissimi, abituati alle sfide estreme e curiosi di esplorare sempre nuovi territori. Arrivano prevalentemente dall’Italia e dall’Europa. E ogni anno abbiamo qualche “ospite speciale” da luoghi impensabili: Singapore, Cina, Israele, USA. Come fanno, da così lontano, a venire a conoscenza di questa gara? L’ultra trail è uno sport “di nicchia” e chi è veramente interessato sa dove cercare informazioni. Sul web ci sono diversi canali dedicati dove siamo inseriti, e poi usiamo moltissimo Facebook e i forum che parlano di corsa. É anche un ottimo veicolo per pubblicizzare le bellezze del nostro territorio. Alcuni atleti partecipanti riferiscono che la vostra gara non ha nulla da invidiare all’Ultra Trail del Monte Bianco quanto a difficoltà. Siete soddisfatti di questo paragone con l’UTMB? Altrochè! L’UTMB è la gara più importante d’Europa e tra l’altro chi disputa la nostra gara riceve dei punti qualificanti per poter partecipare all’UTMB, che ogni anno riceve decine di migliaia di richieste di iscrizione. Che traguardi da raggiungere vi ponete per la prossima edizione? Contiamo di incrementare ulteriormente il numero di iscritti e di rafforzare la nostra immagine a livello mondiale, nonché di essere impeccabili dal punto di vista organizzativo. Ogni anno ci sono nuove problematiche da affrontare, ma dalla nostra parte abbiamo una grande passione e, quando c’è quella, tutto riesce più facile.

Carissimo team MMT, vi scrivo questa mail per complimentarmi e ringraziarvi per la bellissima gara appena disputata. È stata una grande sfida per me che sono un corridore piuttosto lento. Ho trascorso ben due notti e quasi due giorni in mezzo ai vostri bellissimi boschi assieme a Ronja, il mio fedelissimo husky siberiano. Molti mi chiedono perchè corro sempre in compagnia del mio cane. È una bella abitudine, siamo in simbiosi nella corsa come nella vita. E non è mica vero che correre con un cane rende la gara più facile. Al contrario: devo pensare sia per me stesso che per lui. E quando arriviamo entrambi alla meta provo una gioia indicibile. Quest’anno Ronja era un po’ troppo provato e quindi per il suo bene ho deciso di proseguire la gara da solo. A questo proposito devo ringraziare dei volontari che lo hanno riportato a Vivaro in albergo dove c’era mia moglie ad aspettarci. La seconda parte della gara, da solo, è stata molto dura. Di notte con la torcia frontale i segnali sul percorso si vedono molto bene. Di giorno è più difficile, bisogna prestare molta attenzione, e man mano che la stanchezza aumenta si perde lucidità mentale e risulta difficile anche individuare le indicazioni del percorso. E così ho deciso di dormine una mezz’oretta alla base vita di Tramonti di Sotto. Alla fine ce l’ho fatta, dopo 39 ore e 46 minuti ho tagliato il traguardo di Vivaro. Meraviglioso! Appena mi sono ripreso un po’, ho approfittato per fare qualche giro turistico con mia moglie Christina. Abbiamo visitato Spilimbergo, Udine e Venezia. Contiamo di tornare il prossimo anno e di visitare ancora meglio la vostra bellissima regione. Grazie ancora e complimenti! Stephen Hloucal 49



SOCIETÀ

Concerto di fisarmoniche organizzato a Piancavallo dagli Amici

La magnifica comunità degli Amici di Piancavallo Fondata dall’instancabile Cesare Folin, l’Associazione Amici di Piancavallo oggi conta 250 soci e rappresenta un punto di riferimento con le sue molteplici iniziative foto e testo di FERDI TERRAZZANI

S

toria di un legame che parte da lontano, che unisce l’acqua del mare con la montagna, il fascino lagunare di Venezia con la suggestione aspra del Piancavallo. Al centro di questa narrazione Cesare Folin, veneziano doc e presidente dell’associazione “Amici di Piancavallo 1267”, che nella metà degli anni 70 sbarca da pioniere sulla piana animato dalla prospettiva di costruir casa. Le aspettative di sviluppo del futuro polo turistico apparivano accattivanti, era partita la sfida epica che Piancavallo si accingeva ad affrontare. Si era iniziato da poco a “livellare” l’altopiano, il Park Hotel apriva ai >>

Il presidente Follin (a sinistra) con l’assessore Tassan del Comune di Aviano

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IL RICORDO

Rolly Marchi, un monumento dell’italian style La presentazione di una mostra promossa dagli Amici di Piancavallo

(fm) “Caro direttore e collega, ho visto la rivista di Pordenone, complimenti (veri) e grazie per lo spazio dedicatomi. Ho sempre un eccellente ricordo di Piancavallo, belle piste e alta atmosfera. Grazie e un sereno 2011. Milano, 14 febbraio 2011”. Firmato Rolly Marchi. Con questo breve ma significativo messaggio il grande giornalista sportivo ci ringraziava un paio di anni fa per aver parlato di lui in un appassionato articolo pubblicato su questa rivista. Si trattava di un pezzo sui tempi eroici di Piancavallo, quelli della Coppa del Mondo con Predieri, Rosenwirth e altri straordinari protagonisti di quella stagione irripetibile. Quel giornale finì nelle mani di Rolly Marchi a Cortina, portato da Mario Sandrin, il fondatore dell’Associazione La Voce, editrice di questa testata. Ne fu entusiasta e ci scrisse le poche righe che abbiamo riportato. Sembra poco, ma pensare che sono state vergate da una mano novantenne che dal 1936 al 2006 ha firmato le cronache di ogni edizione delle Olimpiadi invernali per i principali quotidiani italiani fa un certo effetto. Rolly se n’è andato il 14 ottobre 2013 lasciando un vuoto incolmabile di professionalità e di simpatia nel mondo del giornalismo, nel costume e negli sport invernali, dove, tra le altre cose, aveva creato il mitico Trofeo Topolino insieme a Mike Bongiorno. Addio e grazie maestro!

>> primi ospiti di tante stagioni, nel frattempo sorgevano impianti di risalita di “nuova generazione” contemporaneamente ai condomini. Folin nel suo vivere il mondo della montagna incontra Giancarlo Predieri, presidente dell’allora APT (Azienda di Promozione Turistica) negli anni di entusiasmo e fervore di un Piancavallo protagonista sulla scena internazionale. Per Cesare, che allora ricopriva la carica di presidente dei giudici della Regata Storica di Venezia, la separazione dall’acqua era impensabile tanto che prospettò a Predieri di organizzare una regata… a Piancavallo? No! Sul lago di Barcis. Il successo per questa “stravagante” iniziativa arrivò sin dalla prima edizione impreziosita dai costumi originali del 1400 della Regata Storica indossati dai vogatori. Da quel giorno la Regata delle Mascarete si svolge con cadenza annuale. L’appassionante sfida prevede che sette comuni di tradizione marinara vengano abbinati ad altrettanti comuni della Valcellina. Lo spettacolo è garantito, l’evento top, vero fiore all’occhiello per l’intera vallata, si svolge con le tradizionali imbarcazioni venete spinte da due vogatori (mascarete) a giugno. A fine regata in riva al lago per tutti i presenti viene preparata la tradizionale “sardellata”. La brillante intuizione di Folin, che ha trovato sin da subito il consenso e il sostegno delle istituzioni e delle associazioni di volontariato, richiama in valle ogni anno per assistere all’evento spettatori curiosi e appassionati. Un quadro, custodito in Sala Consiliare, suggella l’incontro

tra le comunità lagunari e montane donato dalla società Voga Veneta di Mestre raffigurante il Bucintoro (l’imbarcazione dei Dogi). Ancora si ricordano in Valcellina della mega sardellata organizzata da Folin in Prescudin negli anni 80, per un invito esteso a tutta la valle, ci vollero le carriole per trasportare il pesce. L’ultima sfida Folin l’ha lanciata nel 2009 quando affiancato da sette sostenitori ha fondato l’associazione “Amici di Piancavallo 1267”. Questa nuova avventura ha lo scopo primario di colmare tra gli habitué della località turistica, quella sensazione di vuoto lasciato dallo scioglimento della “Magnifica Comunità”. In pochi anni quel manipolo di associati si sono moltiplicati tanto da raggiungere le attuali 250 unità divenendo di fatto uno tra gli interlocutori di riferimento dell’amministrazione comunale in termini di scelte, strategie e investimenti nell’ambito turistico. L’amore per la nostra montagna ha stimolato gli Amici a dare il meglio di sé attraverso l’organizzazione di manifestazioni che rendono per tutti ancora più gradevole il soggiorno in Piancavallo. Le iniziative spaziano dalla creazione dei variopinti mosaici realizzati sui sassi apprezzabili in centro, alle mostre di pittura, scultura, agli incontri musicali, sportivi, gastronomici e ai tornei di bocce e briscola. Nella trascorsa estate il concerto di trenta fisarmoniche e il gemellaggio con gli equipaggi Ferrari ha raccolto i massimi consensi. Gli Amici di Piancavallo, gente che vive in una località che ama.



L’ANNIVERSARIO

Edelweiss,

compie 20 anni la stella alpina più amata di Piancavallo Un locale che nel corso degli anni è diventato punto di riferimento della ristorazione e della vita associativa dell’altopiano. Sull’onda della positiva estate appena trascorsa, la famiglia Menegon-Romagnoli ha in programma per la stagione invernale serate a tema, musica dal vivo e giochi d’intrattenimento per tutti come il famoso “Cervellone”

di SABINA TOMAT

E

ra il 1994 quando Raffaele Romagnoli assieme alla moglie Gianna e alla figlia Eva inaugurò la Pizzeria Edelweiss di Piancavallo. Erano gli anni d’oro del polo sciistico e ben presto il locale divenne un punto di riferimento per turisti, famiglie e residenti. Ora, vent’anni dopo, a portare avanti ciò che Raffaele aveva avviato, oltre alla moglie Gianna ci sono la figlia Eva assieme al marito Stefano Menegon. Le nuove leve, si sa, hanno sempre l’arduo compito di mantenere e, perchè no, migliorare ciò che è stato costruito negli anni con tanti sacrifici. Eva e Stefano sono la prova che impegno e passione possono portare ad ottimi risultati, anche in questi tempi non facili. “Sono una persona positiva per natura - ci spiega Stefano - le sfide non mi hanno mai spaventato. Professionalmente parlando, essere cresciuto in questo locale (Stefano ed Eva fanno coppia fissa da quando erano ragazzini, ndr) mi ha permesso di conoscere a fondo la realtà del Piancavallo e i gusti sempre mutevoli della clientela. Ogni annata è un nuovo capitolo che si apre, con nuove dinamiche e nuove problematiche. Ma quando gli obiettivi sono ben chiari tutto diventa uno stimolo per fare sempre meglio”. >>

Famiglia Menegon al completo

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Foto Ferdi Terrazzani

Una veduta esterna del ristorante pizzeria Edelweiss con la prima neve della stagione

Saletta privéè

Gianna con Marco e Anna

>> E l’obiettivo di Stefano ed Eva è indubbiamente quello di mantenere standard qualitativi molto elevati, nonché di rendere il locale sempre più versatile. “Siamo apprezzati perchè riusciamo ad accontentare tutti i tipi di clientela”, ci spiega Eva. “Dalla comitiva di sciatori alla coppia che vuole godersi una cenetta intima. Nel tempo abbiamo portato diverse migliorie ai nostri spazi e al nostro menu, così che qualsiasi richiesta possa essere soddisfatta senza mai dover rinunciare alla piacevolezza dell’ambiente e alla qualità delle pietanze”. È infatti consolidato il legame che l’Edelweiss ha saputo costruire con enti ed associazioni che proprio a Piancavallo operano e organizzano i loro eventi. Solo per citarne alcuni: il CAI, i team del Montanaia Racing e della Mmt 100 Mile, gli Amici di Piancavallo, le Scuole di Sci. L’Edelweiss fa anche parte della Cooperativa di operatori Piancavallo 1265, nata allo scopo di unire le forze per

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affrontare al meglio il mercato del turismo, e proprio Stefano ne è il vice presidente. “Siamo sempre aperti a nuove collaborazioni. Laddove c’è qualcuno che crede nel Piancavallo, sia tra i colleghi che tra i clienti, noi siamo a disposizione con la nostra esperienza, i nostri spazi e le nostre proposte”. E, parlando di proposte, la stagione invernale all’Edelweiss sarà ricca di eventi culinari e d’intrattenimento. Sull’onda della positiva estate appena trascorsa, la famiglia Menegon-Romagnoli ha in programma serate a tema, musica dal vivo e giochi d’intrattenimento per tutti come il famoso “Cervellone”. “Peccato che io non potrò partecipare”, ci dice Marco, primogenito di Eva e Stefano, “sarò troppo impegnato a lavorare in cucina”. “Non ti lamentare sempre!” lo rimbecca Anna, la sorellina, dalla sua postazione dietro il registratore di cassa. È proprio vero: buon sangue non mente!




GLI ANNALI

Cecilia Santin, la prima sciatrice nella storia del Piano del Cavallo (cortesia Franco e Antonio Pagotto)

Quelle peccaminose ma eleganti sciatrici Quando la neve si tinge di rosa: excursus sugli albori dello sci femminile. A Piancavallo iniziò negli anni 20 Cecilia Santin, la prima sciatrice. “Se sapessero come stanno male in pantaloni ci risparmierebbero questo non gradito spettacolo”, fu la feroce critica del conte Ottolenghi di MARIO TOMADINI

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ella montagna italiana l’arrivo dello sci femminile non era stato accolto con particolare simpatia dalla maggior parte dei praticanti maschi tanto che ancora negli Anni Venti del secolo scorso alcuni illustri e illuminati personaggi mal digerivano la presenza delle sciatrici nei campi di neve. Ugo Ottolenghi Conte di Vallepiana, ottimo sciatore, alpinista nonché autore di guide e manuali di pratica sciatoria così accusava le rappresentanti del gentil sesso: Il fingere di fare dello sci non giustifica la sguaiataggine di certe sciatrici. I troppi colori, fiocchetti, distintivi, ecc. stanno quasi sempre in ragione inversa all’abilità sciistica di chi li porta. Ed ancora: Se sapessero come stanno, in genere, male in pantaloni, ci risparmierebbero questo non >>

Questa cartolina nel retro reclamizzava una nota marca di caffè in auge in quell’epoca; siamo nei primi anni del Novecento e i moralisti non si erano ancora scagliati contro “i peccaminosi svolazzi” delle caste gonne della sciatrici (collezione Mario Tomadini)

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Forse lo sci è stato usato solo come pretesto per mostrare l’eleganza di queste due sportive delle neve e l’offerta del mazzolino di agrifoglio rafforza la delicatezza di questo quadretto. La cartolina è databile nei Primi Anni del Novecento e ha viaggiato da Milano a Torino nel dicembre 1912 (collezione Mario Tomadini)

>> gradito spettacolo ed userebbero i pantaloni solo per fare dell’alpinismo serio e non inutilmente. Peccato che il conte Ugo ignorasse, o meglio fingesse di non sapere, che la scelta di indossare le caste e morigerate “braghe” era stata più che obbligata in quanto le gerarchie ecclesiastiche non avevano perso tempo nel gettare anatemi contro quelli che erano considerati i peccaminosi svolazzi di certe gonne che secondo il loro giudizio s’alzavano troppo durante l’esecuzione dei volteggi a cristiania. Si trattava solo di qualche centimetro di velluto quando l’unità di misura di un malizioso moralismo si misurava in chilometri. Per fortuna quell’epoca è lontana; da tempo tutte le sciatrici, sia le celebrate campionesse sia le regine dell’umile spazzaneve, sono entrate a pieno diritto nella storia dello sci. Vorrei iniziare proprio dalle nevi di casa ricordando che la prima sciatrice nella storia del Piancavallo o Piano del Cavallo come si chiamava allora, è stata la Cecilia Santin, classe 1905, che dal 1925 al 1934 ha gestito assieme al fratello Elio il Rifugio Policreti al Col delle Lastre,

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Tratto grafico estremamente delicato e gentile per questa sorridente sportiva che aveva momentaneamente lasciato i campi di sci per... essere recapitata a Chioggia. L’illustratore è Bianchi e il disegno è datato 1937 (collezione Mario Tomadini)

Gli attrezzi da neve sembrano leggerissimi per questa delicata signorina, la cui bellezza è impreziosita dal fiocco rosso e dal rossetto dello stesso colore. Ho utilizzato questo disegno nel 2007 per l’immagine di copertina del mio volume QUEI MAGNIFICI CAMPI DI NEVE - Le origini e la storia dello sci pordenonese (1924-1941). La cartolina è stata spedita a Venezia, Sestriere di S. Croce, nel 1910 (collezione Mario Tomadini)

L’Art Decò rappresenta una sciatrice piuttosto distratta che non appare certamente interessata allo sci come disciplina sportiva. Anche il paesaggio innevato sembra solo una soluzione scenica che non toglie interesse alla figura femminile (collezione Mario Tomadini)

E’ ancora l’artista Bianchi che propone un’altra figura di sciatrice. In quest’occasione la nostra sportiva sembra prepararsi ad un cambio di direzione ma in realtà è la dimostrazione che il connubio tra tecnica ed eleganza è in grado di produrre un buon risultato (collezione Mario Tomadini)

oggi l’attuale zona residenziale del Collalto. La Cecilia imprimeva i magnifici campi di neve del Cavallo con sci della fabbrica Persenico di Chiavenna, regalo del papà Francesco. Dopo questa doverosa

citazione, per riparare all’ostracismo d’allora ho voluto proporre alcune immagini che uniscono bellezza ed eleganza per ricordare che lo sci femminile ha ispirato i disegnatori già nei primi decenni del Novecento.


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IL PERSONAGGIO

L’arte che dona la vita a tutto tondo

L’artista Mara Fabbro con Stefano Zecchi

La pittrice avianese Mara Fabbro realizza i suoi quadri con materiali a basso impatto ambientale o di riciclo. Una tecnica molto personale ispirata al cerchio ha suscitato l’attenzione della critica internazionale. Ha esposto a Venezia, New York e Lugano ottenendo grandi apprezzamenti

La

pittrice avianese Mara Fabbro ha studiato e lavorato da autodidatta per anni, sperimentando una tecnica personale che esprimesse il suo senso della pittura, ispirata dai temi della natura e dai cambiamenti climatici. Esprime il proprio pensiero attraverso il cerchio, simbolo e segno antico che risponde alle esigenze di armonia ed equilibrio, energia e spiritualità (Mandala) ed è quello che meglio rappresenta la totalità, l’unità e la connessione tra il dentro e il fuori. I suoi lavori sono materici e la scelta del materiale è determinata dalla volontà di ottenere un’opera “viva”. Le particolarità dei suoi lavori sono la plasticità della materia che esprime movimento ed energia, la corposità dell’impasto per ottenere il contrasto luce-ombra ed il colore che dona all’insieme intensità e profondità. Il risultato è un’immagine densa, corposa ma al tempo stesso brillante e attraente.
Per realizzare i suoi quadri sceglie materiali a basso impatto con l’ambiente, preferendo dov’è possibile, materiali di riciclo quali legno, fondi di caffé, cenere o sabbia, che le permettono di consegnare un’esistenza artistica anche a elementi considerati scarti o alla fine del loro ciclo di vita. Ha esposto a Venezia con la partecipazione di Stefano Zecchi, New York, Forlì, Montecarlo, alla Biennale di Palermo presentata da Vittorio Sgarbi, Portogruaro, Lugano e Montreux e altre località italiane tra cui Padova per la manifestazione Arte Padova con il prestigioso Studio GR di Sacile. Quali sono le differenze tra lavorare in Italia e all’estero? Lavorare in Italia oggi è come per tutti complicato, domina il pressapochismo. Lavorare all’estero è per me una necessità ma anche un grande piacere. New York è stata un’esperienza inaspettata e bellissima, l’energia che si respira è unica la gente è disponibile e curiosa. Ho ricevuto molti apprezzamenti soprattutto per l’originalità della mia tecnica ma la collaborazione a distanza è difficile e le Gallerie chiedono la presenza e la conoscenza diretta della persona. La Svizzera è stata una sorpresa. La gente ama le arti, va alle mostre, a museo, ai concerti e partecipa alle molte iniziative che ci sono, l’offerta è veramente ricca. C’è voglia di ascoltare e di capire, è molto gratificante. Qual è la tua percezione del mercato? Il mercato è sicuramente favorevole all’arte, soprattutto a quella degli investimenti, quindi dei big, si continuano a fare record d’asta e questo dovrebbe aiutare tutti gli altri artisti, famosi e meno ma purtroppo il ceto medio che sosteneva proprio quest’ultimi non ha più molto potere di acquisto perché spaventato dagli avvenimenti economici. I tuoi prossimi progetti? I miei prossimi progetti saranno il frutto di una ricerca che sto facendo già da un po’, rivolti ad uno dei beni più preziosi che abbiamo e che diamo per scontato: l’acqua. Sto preparando una mostra importante che desidero esporre il prossimo anno dopo l’estate in Italia, vicino a casa. 63


A DUE PASSI DA PIANCAVALLO

Palazza, il paradiso verticale dei camosci Fuori dai circuiti del turismo di massa la leggendaria val Zemola, alle spalle dell’abitato di Erto, si presenta ancora oggi come un mondo incantato nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane. Una dimensione parallela popolata da camosci, prati ripidissimi, fiori e panorami mozzafiato sul Cadore e sulla valle del Piave foto e testo di PIERGIORGIO GRIZZO

Italo Filippin, ex guardiacaccia del Parco

La

Palazza è una immensa prateria quasi verticale. Da agosto a novembre è un mare d’erba bruciato dal sole. In inverno è un soffice nevaio, in primavera si trasforma in un gigantesco giardino botanico, puntinato di genziane, di stelle alpine, di anemoni, rododendri, ginepri e gigli rossi. Il silenzio è rotto dal fischio dei camosci, che qui, nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane, prosperano insieme a cervi, stambecchi, marmotte. E’ l’epicentro di un mondo incantato, che inizia imboccando la leggendaria val Zemola, alle spalle del paese di Erto, sulla destra orografica del torrente Vajont, del quale il torrente Zemola è affluente. La vallata, un tempo frequentata da malgari, cacciatori e contrabbandieri, rappresentava una strada alternativa e poco Il monte Duranno visto dal Rifugio Cava Buscada

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battuta che univa la pianura friulana al Cadore e alla valle del Piave. Un “passaggio segreto”, praticato solo dagli abitanti di queste montagne, soprattutto ertani. Al cadere dell’Ottocento iniziò ad essere frequentata anche dai primi pionieri dell’alpinismo moderno, perlopiù tedeschi, svizzeri ed austriaci, attirati dal fascino selvaggio e ancestrale delle sue montagne. Fra tutte il mitico Duranno, che dalla Valcellina spicca per il suo caratteristico profilo affilato, che ricorda il becco di un rapace, e dalla Val Zemola ha la stazza del classico massiccio dolomitico. Dalla sua spalla e dalla forcella partono avventurose vie alpinistiche, vero banco di prova e rituale iniziatico anche per i climbers di oggi. La Val Zemola inizia come una stretta gola che poi si allarga in un catino di ghiaie. In novembre dà il meglio di sé, con i >>

Un vecchio argano della cava di marmo rosso del Monte Buscada

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CURIOSITÀ

Romeo e Giulietta traditi dalla fame da lupo Gli esami effettuati sulle carcasse di pecore sbranate rivelano che in Val Tramontina abita una coppia di lupi. Se la cosa va a buon fine a marzo potrebbe arrivare la prima cucciolata

(pg) Tutto è iniziato con la scoperta nei mesi scorsi di alcune pecore sbranate tra i pascoli verdi della Val Tramontina. Il pastore, Mauro Mesina, stentava a credere ai suoi occhi, ma aveva già intuito tutto. Viene dalla Barbagia, il cuore vero della Sardegna, millenaria terra di greggi e di lupi, e ci ha messo un battito di ciglia a capire che i suoi animali erano rimasti vittime del più leggendario dei predatori. Ha così allertato i guardiacaccia, che si sono immediatamente attivati. Marco Pavanello e Angelo Leandro Dreon, colleghi nel corpo della polizia locale della Provincia, accomunati dalla passione per l’ambiente, hanno preso a cuore la vicenda. Grazie ad una serie di foto trappole hanno individuato due esemplari. “Hanno dimensioni diverse – spiega Pavanello – e li abbiamo visti mangiare sulla stessa carcassa, quasi certamente sono una coppia”. Successivi esami del dna, effettuati sui residui di saliva lasciati sugli animali predati, hanno aggiunto altri elementi interessanti: un esemplare è di origine italica, l’altro viene probabilmente dai Balcani. Galeotti furono quindi i 66

boschi della Val Tramontina. Esiste peraltro anche un precedente illustre, la coppia che vive sui monti Lessini, tra le province di Trento e Verona: lei italiana, lui proveniente dalle foreste della Bosnia o della Croazia. Nella patria di Romeo e Giulietta si sono incontrati e hanno figliato. Lo stesso potrebbe capitare nella vallata pordenonese. “Dicembre e gennaio è la stagione degli amori – continua Pavanello – e se tutto va per il meglio a fine marzo potrebbe arrivare la prima cucciolata.” Nel frattempo, su iniziativa dello stesso Pavanello, di Angelo Leandro Dreon e di altri appassionati della materia, ricercatori, veterinari, esperti di scienze naturali, è stato creato un gruppo di lavoro, riunito nell’associazione Therion Research Group, che terrà monitorata la coppia. Con la prima neve sarà anche più facile seguirne gli spostamenti. Insomma, tutti sperano che questa fortuita unione possa andare a buon fine. Un po’ meno il pastore, legittimamente preoccupato per il futuro del suo gregge, per il quale si dovrà provvedere in maniera opportuna.

La grotta nel Valon di Buscada

Italo Filippin con l’autore dell’articolo


L’imbocco della Val Zemola

faggi bruniti, i larici che si infiammano di giallo e gli abeti verdi e lucidi. Negli anni Cinquanta fu costruito il primo segmento della rotabile, poi completata nella seconda metà dei Settanta. Una rasoiata sul fianco della montagna, sospesa su uno strapiombo vertiginoso, che nel primo tratto è di circa trecento metri. Su quel pauroso baratro si concentrano tantissime leggende popolari, che la penna dello scultore e scrittore Mauro Corona ha tradotto in capitoli dei suoi libri. La strada arriva fino alla Casera Mela, oggi trasformata in un apprezzato luogo di ristoro, gestito da Davide Corona Mosé. La valle negli ultimi tempi è stata protagonista di una vera e propria riscoperta, anche se mantiene le caratteristiche di isolamento e di asprezza, che tengono lontano il turismo di massa. Così negli ultimi anni anche altri vecchi rifugi sono diventati crocevia di viaggiatori, come la Casera Ferrera di Fabiano Corona, famosa per i suoi formaggi di capra, e il rifugio Cava >>

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L’anfiteatro delle Dolomiti della destra Piave visti dal crinale del Monte Buscada

>> Buscada, di Gianpietro e Roberta Corona, proprio ai piedi della Palazza. All’ombra del Duranno c’è invece lo storico rifugio Maniago, tenuto da sempre da Toni Corona. Tutti questi ristori in inverno sono aperti solo nei fine settimana, mentre nella bella stagione non chiudono mai. La rotabile accessibile a tutti si ferma a Casera Mela. Da lì in poi si procede solo a piedi oppure in fuoristrada con un permesso speciale rilasciato dal Parco. Continuando a risalire la valle, si arriva al rifugio Maniago; a sinistra, invece, inizia il vecchio sentiero che porta all’antica cava di marmo rosso del monte Buscada, al rifugio omonimo e alla Palazza. In realtà i clienti del rifugio possono arrivarci anche in auto, purché dispongano di un mezzo adatto, che abbia almeno la trazione integrale. Il sentiero parte dalla piazzola, all’epoca utilizzata per caricare sui rimorchi gli enormi blocchi, staccati dalla cava e portati a valle da un vagone che scivolava su una monorotaia. Un argano arrugginito è rimasto a testimoniare le fatiche di un tempo. Il dislivello è notevole (circa mille metri), ma la camminata nelle suggestioni del bosco di larici ripaga per ogni goccia di sudore versata. Nei pressi del rifugio ci sono ancora i vecchi argani e altri strumenti usurati, appartenuti alla cava, anch’essa ricorrente nei racconti di Mauro Corona, che vi passò in gioventù lunghe estati di lavoro. Da lì si può scollinare oltre il monte Buscada, ammirando a destra la Palazza in

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tutta la sua vastità, mentre nugoli di camosci si spostano da una parte all’altra della sterminata prateria. Sul crinale del Buscada l’occhio può cadere sul sottostante Cadore e sulla valle del Piave. Oppure ammirare lo spettacolare anfiteatro dolomitico di cime famose come il Pelmo, il Civetta e l’Antelao. Di fronte, sulla sinistra c’è la parete liscia a strapiombante del monte Borgà. Le due montagne sono divise da una stretta intercapedine, una gola nota come valòn di Buscada. Qui si apre una gigantesca nicchia, con una maestosa volta sorretta da una sola colonna, che sembra stata disegnata da un grande architetto del Rinascimento. In quella grotta bivaccarono generazioni e generazioni di cacciatori e anche mandrie immense di camosci. Volendo, per ripidi e pericolosi sentieri, si può scendere il valòn e risalire il Borgà, fino ai Libri di San Daniele, altra meraviglia di queste montagne: un teorema di lastroni di roccia impilati uno sopra all’altro come colonne di libri. Tutto questo, questi paesaggi ancestrali, queste montagne immobili e potenti, questo mondo sospeso tra le nubi e il fischio dei camosci, sono solo mille metri più in alto delle nostre automobili, a sole due ore dal mondo contemporaneo, dai cantieri, dai camion che corrono sulla statale 251, dalla pompa di benzina, dall’antenna dei telefonini. Una contiguità così irreale da farti credere di aver varcato per sbaglio la soglia di una dimensione parallela.


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Pian dei Tass, in Val Pentina è sempre il tempo delle mele Una splendida immagine del lago di Barcis ghiacciato (foto Terrazzani). Nelle altre foto l’agriturismo Pian dei Tass

di SABINA TOMAT

O

ltre Barcis, proseguendo sulla strada che costeggia il lungolago sulla sponda meno frequentata, ci si addentra nel territorio della Val Pentina. Sconosciuta ai più e meta preferita dagli intenditori che non amano l’affollamento tipico di certe giornate, la Val Pentina segue il corso dell’omonimo torrente che scende dalla montagna per poi immettersi nel lago di Barcis. Caratterizzata da boschi rigogliosi e acque limpide e selvagge, questa valle ospita per lo più abitazioni private nel tipico stile in pietra e legno. Una di queste, il Pian dei Tass, è stata costruita da Mario Tinor oltre vent’anni fa ristrutturando l’antica casa natia. L’idea iniziale era di farne una semplice casa per ferie, ma l’intraprendenza di Mario e in seguito del figlio Marco hanno

Immerso nella limpida valle che collega Piancavallo a Barcis, l’agriturismo della famiglia Tinor si distingue per la produzione biologica di mele e del relativo succo certificato

Alcune immagini dell’agriturismo Pian dei Tass in Val Pentina con il fondatore Mario Tinor e il figlio Marco. Sopra il frutteto 100% biologico

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fatto sì che attualmente la struttura ospiti due edifici con camere, un grazioso ristorante e oltre un ettaro di azienda agricola dominata dal frutteto. È proprio Marco Tinor, figlio di Mario, che con impegno e dedizione si occupa in prima persona del frutteto. “La mia è una produzione 100% biologica”, ci spiega Marco. “Le mele che raccolgo le utilizzo principalmente per la produzione del succo, di cui mi occupo ugualmente in prima persona.” Il laboratorio è semplice e funzionale, dotato di moderne strumentazioni per la trasformazione, il tutto rigorosamente secondo il metodo biologico. Di recente l’azienda agricola ha infatti ottenuto la certificazione da ICEA (Istituto di Certificazione Etica ed Ambientale). Le eccedenze vengono vendute a negozi bio e nei

mercati di Campagna Amica. “Sono fiero del mio lavoro”, prosegue Marco, “perchè penso che i nostri territori, seppur da molti punti di vista disagiati, vadano rivalutati e valorizzati, specialmente in questi tempi di crisi in cui molti giovani come me scelgono di trasferirsi all’estero”. Mario stesso, il padre di Marco, ha passato gran parte della sua giovinezza a costruire gallerie in Svizzera. Ora che è tornato alle origini è orgoglioso che il figlio abbia deciso di portare avanti il suo progetto. Oltre a Marco, anche mamma Olga e la sorella Shara si impegnano nell’attività. Il lavoro quassù è sicuramente duro e spesso molto legato alle dinamiche del meteo. Ma l’ambientazione e l’assoluta pace donano a questo territorio qualcosa di magico che ripaga di tutte le fatiche.

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ESCLUSIVO

Maggio 1959: il personale dell’istituto di geografia dell’università di Padova in visita alla diga del Vajont: la seconda da sinistra Mariapia Ferronato, il quarto da sinistra il prof. Giuseppe Morandini

Vajont,

l’allarme inascoltato delle allieve pordenonesi di Dal Piaz di MARCO PELOSI

La pordenonese Mariapia Ferronato nel 1959 ha discusso una tesi di laurea sull’erosione accelerata delle rocce nelle valli Settimana e Cellina, nella zona di Claut. Il suo gruppo di lavoro aveva segnalato il rischio di rottura dell’equilibrio di masse più o meno grandi su quei versanti poco distanti dal Monte Toc. “Se solo lo stesso allarme fosse stato evidenziato anche per la zona del Vajont…”

Mariapia Ferronato nel corso di una delle sue escursioni in val Cellina

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La manifestazione è inserita in uno scenario che ci riporta in epoche di altri tempi, con intrattenimento musiche antiche, stand enogastronimici tipici e anche qualche consiglio di esperti del settore per meglio apprezzare le offerte degli espositori


una relazione per il CNR per localizzare i fenomeni che avrebbero potuto portare alla degradazione del suolo, come frane, dilavamenti, smottamenti, scivolamenti, erosioni anomale. Il nostro gruppo doveva svolgere una ricerca sul campo». Ferronato ricorda i mesi dell’estate, in cui percorreva le valli del Pordenonese, effettuando rilievi, osservazioni e la raccolta di reperti geologici da studiare in un secondo momento in laboratorio. «Siamo giunti alla conclusione che in particolare la val Settimana era interessata da gravi danni causati dai fenomeni di erosione accelerata, che provocavano Mariapia Ferronato nel corso di una delle sue escursioni in val Settimana un’estesa distruzione dei boschi e dei prati, danneggiati periodicamente dalle acque. Fortunatamente la zona era ariapia Ferronato, pordenonese di nascita, poco abitata, però sconsigliammo la creazione di ulteriori dopo aver frequentato il liceo classico al presenze antropiche, proprio a causa della natura Vendramini, si è iscritta alla facoltà di geologica instabile della zona». Scienze naturali all’università di Padova. Al termine Mariapia Ferronato ricorda anche un degli studi accademici ha curato una paio di episodi curiosi: «Eravamo negli tesi sull’erosione accelerata nelle valli anni Cinquanta e c’era una mentalità Settimana e Cellina di Claut, proprio completamente diversa rispetto ad negli anni in cui era in costruzione – oggi. Ricordo che io e le mie compagne poco lontano da lì – la diga del Vajont. di università, per effettuare le nostre «Nel corso dei miei studi a Padova, ho camminate in comodità, ci eravamo scelto di specializzarmi in geografia. messe i pantaloni, che avevamo chiesto in Oltre agli esami di geografia fisica, prestito ai nostri fratelli. La popolazione antropica e ambientale, ho anche di Claut, appena ci vide, si scandalizzò. frequentato i corsi di mineralogia, Fortunatamente prese le nostre difese vulcanologia, paleontologia e don Giovanni Perin, un sacerdote di geologia». Ricorda la figura di Mariapia Ferronato mentre sfoglia Pordenone che era stato nostro compagno la sua tesi di laurea Giovanni Battista Dal Piaz, figlio di di università, che passava le sue estati in val Cellina per Giorgio, il geologo che ha elaborato alcuni progetti lo studio dei fossili. Don Perin rassicurò i clautani sulla per lo sfruttamento idrogeologico del Friuli e il nostra condotta morale e tutto si risolse». Ricorda anche Veneto, fra cui il primo studio sulla permeabilità una donna eccezionale: «Eugenia Basso Vedova, detta del terreno nella zona dove sarebbe sorta la diga del Gegia, la pioniera della Pussa. Era una coraggiosissima: Vajont. Come si sa la commissione parlamentare viveva tutta l’estate da sola al rifugio Pussa e accoglieva di inchiesta sul disastro del Vajont ha appurato che gli escursionisti che visitavano la val Settimana. Era una Giorgio Dal Piaz avrebbe purtroppo minimizzato il struttura semplicissima, ma ricordo sempre con nostalgia rischio della costruzione in quel sito di un manufatto la sua accoglienza, anche un po’ ruvida, ma rassicurante». del genere e l’impatto cui sarebbe stata sottoposta Tornando alla diga del Vajont: «Mi sono laureata nel la popolazione della valle. «Giorgio Dal Piaz noi lo 1959 e il professor Morandini mi ha chiesto di rimanere vedevamo poco: frequentavamo le lezioni del figlio, a svolgere delle ricerche all’istituto di geografia. Nel Giovanni Battista. Erano corsi difficili, incentrati mese di maggio andammo a fare una ricognizione a sugli studi sulla geologia delle Alpi Centrali, sul Erto, per vedere la diga, che era ancora in costruzione: massiccio dell’Adamello in particolare. Con i suoi ci veniva descritta come un manufatto eccezionale e assistenti abbiamo realizzato anche dei laboratori sul lo era veramente. Purtroppo non si è tenuto conto riconoscimento dei minerali, delle pietre geologiche, dell’impatto che avrebbe avuto sull’ambiente geologico dei fossili». della zona. Noi non avevamo studiato questo sito, ma Nel 1957 Mariapia Ferronato sceglie di laurearsi con avevamo segnalato che a pochi chilometri di distanza il professor Giuseppe Morandini in geografia. «Ho le infiltrazioni delle acque e delle piogge, il disgelo voluto fare una tesi sperimentale, così come alcune delle nevi, l’erosione delle acque fluviali, l’alterazione mie compagne di corso, tutte di Pordenone. Il docente chimica e fisica delle rocce, i manufatti umani avrebbero ci ha assegnato il compito di studiare l’erosione della potuto portare alla rottura dell’equilibrio di masse più zona delle Dolomiti friulane: io mi sono occupata o meno grandi, rendendo instabili i versanti montani della val Settimana e dell’alta val Cellina, Lidia della val Cellina e della val Settimana. Se solo lo stesso Palazzin della bassa val Cellina, Dina Rigo della val allarme fosse stato evidenziato anche per quella zona del Cimoliana. Il nostro professore doveva preparare Vajont…».

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APPUNTAMENTI

Doposci, uno slalom di iniziative Dopo il grande successo dell’anno scorso il 30 dicembre ritorna il Capodanno dei bambini, preceduto il giorno prima dal concerto della cover band di Fabrizio De André. Molto atteso anche il concerto degli ottoni del 25 gennaio di MARGHERITA VENTURELLI

La

neve ha anticipato quest’anno la stagione invernale a Piancavallo: ricco di sorprese, come di consueto, il carnet degli eventi proposti dall’Amministrazione Comunale in collaborazione stretta con le diverse realtà associative del territorio ed operanti nel comprensorio montano. Va innanzitutto segnalato che Piancavallo sarà teatro di studio ed formazione ospitando a febbraio il secondo convegno di architettura di montagna in collaborazione con il Politecnico di Torino nel quale verranno illustrati gli elaborati progettuali realizzati dagli studenti universitari. La stagione delle iniziative si aprirà con un giallo a cena: presso il ristorante Bornass, infatti, venerdì 13 dicembre alle ore 20 su prenotazione sarà possibile condividere la cena con Gianni Zanolin, già noto amministratore pubblico ed ora scrittore di successo con il suo primo romanzo. La presentazione del libro di Zanolin, “Il soldatino impazzito” edito da L’Omino rosso, inaugurerà la rassegna letteraria di Cultur@ intransito, che prevede altri due imperdibili appuntamenti con autori locali tra i quali Mario Tomadini (sabato 28 dicembre alle ore 18 nella saletta dell’Ente Turismo). Domenica 22 dicembre 2012 l’incontro con Jenny Barosco riapre Fantalibro, giunto al suo settimo anno di attività: il punto lettura è ospitato

Il Fantalibro, una iniziativa consolidata e sempreverde

nei locali dell’Ufficio turistico FVG, su iniziativa e cura della Biblioteca Civica del Comune di Aviano; tale servizio è operativo per tutto il periodo delle stagioni turistiche; esso è supportato ed alimentato da attività espressamente finalizzate alla promozione alla lettura che consistono in animazioni al libro, incontri con autori ed illustratori, presentazioni di nuove pubblicazioni, laboratori rivolti ai più piccoli, spettacoli ispirati a classici della letteratura… Per la stagione invernale si segnala il ritorno del Capodanno dei bambini, evento del

30 dicembre che ha segnato sempre un’alta ed entusiasta partecipazione di bambini e genitori; il 4 gennaio Ortoteatro riproporrà la Tombola… dei libri all’insegna di tante storie e libri in palio! Saranno realizzate per l’inverno ormai imbiancato le attività ormai consolidate promosse dal Servizio Cultura Turismo del Comune di Aviano ovvero: spettacoli teatrali per bambini e per adulti a cura dell’associazione Ortoteatro; gli appuntamenti festivi in attesa della Befana, nel pomeriggio del 5 gennaio >> 77



Il ristorante Genzianella innevato (foto Terrazzani)

Il bulldog Ettore scruta con sospetto l’obiettivo di Michele Salotto allo Snow Park di Piancavallo!

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Mauro Corona, un amico di Piancavallo (foto Terrazzani)

>> a cura di varie associazioni locali ed in particolare della Pro Loco Aviano; la rassegna Presepi, sempre curata dalla Pro Loco Aviano, che anche quest’anno propone un interessante percorso anche a Piancavallo con allestimento in varie location di presepi di pregevole qualità; Cimevisioni con diverse proposte cinematografiche presso la sala convegni in orario serale, tra i quali la speciale proiezione a cura dell’Unione spleleogica Pordenonese – Cai per il 2 gennaio. Si segnalano in particolare la novità che i turisti troveranno in questo inverno: i concerti ed in particolare domenica 29 dicembre un cover di Fabrizio De Andrè proposto dal gruppo Anime salve e sabato 25 gennaio il ritorno del concerto di ottoni della Brass Band. Inoltre, gli spettacoli in sala convegni: dal teatro popolare in parlata “Ocio Ada attenta Ida!”, sabato 28 dicembre, al cabaret di Zelig fissato per lunedì 30 dicembre, ed infine il Teatro di Magia venerdì 3 gennaio. Sulle piste infine tanta animazione a cura della Cooperativa Piancavallo 1265 che organizzerà anche altri eventi in sala convegni. Info: Ufficio Turismo FVG Piancavallo, 0434 655191, Biblioteca Civica del Comune di Aviano: 0434 652492, www.comune.aviano.pn.it

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Serata jazz a Piancavallo (foto Terrazzani)

Brindisi di fine anno

Spalare la neve... chi fa da sé fa per tre! (foto Terrazzani)



L’EVENTO

Maggio 2014,

Pordenone abbraccia gli alpini!

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Foto Ferdi Terrazzani

Foto Ferdi Terrazzani

La provincia di Pordenone e tutto il Friuli Venezia Giulia si stanno preparando ad ospitare l’Adunata nazionale degli alpini dal 9 all’11 maggio 2014. Attese oltre 300 mila persone. Un’occasione per far festa insieme ai nostri paladini della solidarietà, apprezzati e amati in tutto il mondo


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