Domenica Sport - N 2 del 12 ottobre 2014

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Juve-Roma, un can can creato ad arte www.domenicasport.org Nel bene o nel male l’importante è che se ne parli. Il vecchio trucco della comunicazione sembra alla base del can can mediatico sollevato dallo scontro al vertice tra Juve e Roma alla sesta di campionato. Non alla terzultima o penultima. Alla sesta. Quindi lontano anni luce da qualsiasi volata scudetto, quando in palio ci sono ancora una montagna di punti e tutto potrebbe succedere. Ma tant’è, il giochino si ripete. In un momento di stanca del calcio giocato e parlato, ecco arrivare il colpo di teatro. La partita clou con 5 reti segnate, 3 rigori, 3 espulsioni e l’inevitabile strascico di polemiche, veleni e scambi di accuse. Il titolo della Roma che il giorno dopo in Borsa perde il 3% e quello della Juve che guadagna l’1%. I telespettatori della Rai con la bava alla bocca davanti allo schermo per vedere i gol fino alle 23, ora in cui termina l’esclusiva di Sky sulle immagini pagate a caro prezzo. Fino a quell’ora il povero utente pubblico non pagante (o meglio pagante solo il canone Rai) ha dovuto sorbirsi i voli pindarici dei commentatori che hanno guardato per lui la partita nel monitor dello studio televisivo. Non c’è che dire: un bello “spottone” per la televisione a pagamento che sicuramente ci ha guadagnato in popolarità e in nuovi abbonati. Lo spettacolo è continuato il lunedì con due parlamentari che hanno avanzato delle interrogazioni al governo sul comportamento dell’arbitro Rocchi, mentre qualche quotidiano sportivo titolava già “campionato falsato”. Alla sesta. Tutto ciò accade per caso? Probabilmente no. Forse parlare di una regia occulta è eccessivo. A volte, però, per fare in modo che certe cose accadano, basta non fare niente per impedirlo. Se ci fosse davvero la volontà di prevenire gli errori arbitrali, per esempio, oggi esisterebbero tutti gli strumenti per farlo. Nell’era dei tablet, degli smartphone e delle app ci vorrebbe poco per dotare i campi di gioco delle tecnologie necessarie per aiutare un arbitro a capire se un fallo è stato commesso dentro o fuori l’area di rigore, oppure se un gol è valido o meno. A parole tutti sembrano d’accordo su questo, ma al momento di decidere c’è il fuggi fuggi generale. Come se l’introduzione di una innovazione così ragionevole, utile e perfino banale alla fine rischiasse di ledere gli interessi dei molti parassiti che si annidano nel mondo del calcio. Della serie continuiamo così, facciamoci del male.

Domenica Sport ANNO XVIII - N. 2 - 12 Ottobre 2014 (Stagione sportiva 2014-2015) - Quindicinale di informazione sportiva Direttore responsabile: Flavio Mariuzzo - Registrazione presso il Tribunale di Pordenone n. 438 del 15/09/1997 Costo di abbonamento annuale 10 Euro - Spedizione in a. p. - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Pordenone SEDE: Pordenone, Viale Trieste, 15 - Telefono 0434.240000 - Fax 0434.208445 - e-mail:info@domenicasport.org

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L'ESTATE D'ORO DEL TSN PORDENONE

Flavio Mariuzzo Il servizio a pag. 2-3

La squadra del Tsn Pordenone alla partenza per i campionati italiani Juniores 2014

SENTIERI PARALLELI

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UNA NUOVA RUBRICA DI SPORT E TURISMO

ATLETICA LEGGERA

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BRUGNERA FRIULINTAGLI PROMOSSA NELL'ÉLITE

SPORT PARALIMPICI

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RUGBY IN CARROZZINA A POLCENIGO

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SOTTO LA LENTE a cura di Piergiorgio Grizzo

TSN POR

AI CAMPIONATI ITALIANI ASSOLUTI 2014 IL TIRO A SEGNO NAZIONALE DEL FRIULI OCCIDENTALE SI È PIAZZATO AL SEDICESIMO POSTO SU 227 SEZIONI NEL RANKING PER SOCIETÀ. UN RISULTATO IN LINEA CON LO STANDARD DI UN CLUB CHE ORMAI DA ANNI FA PARTE DELL'ÉLITE NAZIONALE DELLA DISCIPLINA

LE OLIMPIADI 20

L'ex azzurra Daniela Ellero: “Nel nostro sport la prepar tutto il corpo, con un buon telaio muscolare. Inoltre il dove è necessario mantenere sangue freddo e concentra

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Quella del Tiro a Segno Nazionale di Pordenone è stata un'estate da incorniciare. Quest'anno i campionati italiani assoluti si sono tenuti in anticipo rispetto al solito, ossia a luglio, per lasciare spazio a settembre ai Mondiali, tenutisi a Granada, in Spagna. Ebbene, nell'ultima rassegna tricolore, tenutasi a Milano, i pordenonesi hanno vinto l'oro nella gara a squadre maschile della specialità Pistola Standard con il team composto da Alessandro Dall'Acqua, Mauro Braido e Andrea Piovesana. Quest'ultimo ha conquistato il metallo più prezioso anche nell'individuale, nella Pistola Standard 25 m e nella Pistola Libera 50 m. Negli uomini c'è stato poi il bronzo di Roberto Lucco nella P10 (pistola ad aria compressa). Sul versante femminile la solita splendida performance della ever green Daniela Ellero, capace di salire sul podio nella P10 (argento) e nella Pistola Sportiva 25 m (bronzo). In virtù di questi risultati il Tiro a Segno Nazionale di Pordenone si è piazzato al 16esimo posto nella classifica per società su un totale di ben 227 sezioni, lasciandosi alle spalle mostri sacri come Udine, Firenze e Vicenza. Un'estate da incorniciare, dicevamo, ma in realtà il mastro corniciaio è di casa al circolo naoniano, presieduto da ben

14 anni da Antonio Carrabba. Nel senso che per il nostro Tsn attestarsi nelle zone alte della classifica nazionale non è una novità, bensì semmai una conferma, un consolidamento. “Da diversi anni – spiega lo stesso Carrabba – ci attestiamo tra la 12esima e la ventesima posizione del ranking italiano”. Un fatto che, a pensarci bene, ha del sensazionale, se pensiamo che la piccola Pordenone riesce nel tiro a segno a misurarsi senza timori reverenziali con le sezioni delle grandi metropoli italiane, le quali, ovviamente, pescano da bacini di praticanti di gran lunga più vasti di quello nostrano. “YOUNG GUNS” E dietro ai tiratori della squadra Assoluti scalpitano le young guns, le giovani pistole, rappresentate dai ragazzi del floridissimo settore giovanile, seguiti dai tecnici Daniela Ellero, Roberto Lucco e Roberto Pizzo. Il tridente composto da Andrea Morassut, Alessandra Posocco e Valentina Pizzo, tutti ragazzi Under 15, ha conquistato l'oro nella gara a squadre (specialità P10) ai campionati italiani Juniores 2014. Anche qui una conferma perché lo stesso trio aveva vinto nel 2012 il titolo tricolore Allievi, sempre nella stessa specialità.


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RDENONE,

020 NEL MIRINO

razione fisica è importantissima. Bisogna essere tonici in l condizionamento aerobico è fondamentale in uno sport azione, tenendo il più possibile i battiti cardiaci a regime”

Il podio della specialità Pistola Standard Uomini a squadre

è stata componente della Nazionale italiana in pianta stabile per un decennio – la preparazione fisica è importantissima. Bisogna essere tonici in tutto il corpo, con un buon telaio muscolare, indispensabile per la ricerca della corretta postura. Inoltre il condizionamento aerobico è fondamentale in uno sport dove è necessario mantenere sangue freddo e concentrazione, tenendo il più possibile i battiti cardiaci a regime. Quindi la corsa è sempre alla base della preparazione”. Il Tsn Pordenone vincitore della gara a squadre ai Tricolori Juniores nella P10

Per Morassut nell'ultima edizione degli Italiani è arrivato anche l'argento nella gara individuale della P10. Il prossimo impegno per i virgulti del Tsn sarà ai primi di novembre con il Trofeo delle Regioni (categorie Allievi, Ragazzi e Juniores), a Napoli, dove faranno parte, insieme ai coetanei degli altri poligoni federali regionali (Trieste, Cividiale, Tolmezzo, Udine) della rappresentativa friulgiuliana. NON CHIAMATELI “CECCHINI” E' opportuno sgomberare il campo una volta per tutte da alcuni stereotipi che circolano attorno al tiro a segno. Intanto gli atleti di questa nobile disciplina olimpica non amano farsi chiamare “cecchini”. “Siamo tiratori sportivi – spiega

Daniela Ellero – inoltre le pistole e le carabine che utilizziamo noi non le chiamiamo armi, bensì attrezzi sportivi. Il significato di questo sport non è allenarsi ad abbattere un nemico, ma puntare a fare un dieci, a colpire il centro del bersaglio. La nostra filosofia è volta all'eccellenza, al miglioramento psico fisico, attraverso l'autocontrollo, la concentrazione, la meditazione. Ecco che l'attività sportiva diventa quasi un esercizio spirituale, perché in gara il tiratore deve essere capace di liberare la mente, di isolarsi, di focalizzare”. Altro luogo comune: quello diffuso che disegna il tiro a segno come uno sport dove l'aspetto fisicoatletico sia del tutto irrilevante. “Sbagliato – commenta Ellero, che

UN CLUB ULTRACENTENARIO Il Tiro a Segno Nazionale di Pordenone è la società sportiva più antica della provincia. E' stato fondato nel lontano 1883 e vanta quindi ben 131 anni di storia. Oggi conta una quarantina di agonisti, ma è frequentato anche per motivi ludici ed istituzionali (da guardie giurate, polizia municipale e altri rappresentanti delle forze dell'ordine); tra l'altro le principali entrate del club, con le quali viene sostenuta l'attività agonistica, arrivano proprio da qui. Tutti gli atleti sono supportati dalla EDITRICE: Associazione “La Voce”, Viale Trieste, 15 33170 Pordenone DIRETTORE RESPONSABILE: Flavio Mariuzzo COORDINAMENTO EDITORIALE: Piergiorgio Grizzo COLLABORATORI: Carlo Ragogna, Ferdi Terrazzani, Edi Morettin, Eugenia Presot, Stefano Boscariol, Claudio Deiuri, Emilio Felluga

società nella dotazione sportiva, nelle trasferte ed in ogni altra incombenza che derivi dalla pratica agonistica. Il proselitismo e l'opera di promozione del Tsn si concretizza anche in cicli di interventi nelle scuole della provincia (pur con le comprensibili difficiltà di natura logistica) ed in iniziative come “Porte aperte”, che domenica 5 ottobre ha consentito a centinaia di persone di provare gratuitamente le strutture del circolo. “Per preparare a dovere un tiratore servono non meno di otto anni – spiega il presidente Carrabba – il nostro obbiettivo nel medio termine è quello di allargare la base degli agonisti. Il sogno è quello di formare degli atleti che possano aspirare alla qualificazione alle Olimpiadi del 2020”. E centrare quindi l'unico obbiettivo che Daniela Ellero, per anni protagonista in azzurro ad Europei e Mondiali, non è riuscita a conquistare, ossia, per l'appunto, la rassegna a cinque cerchi. Per il sodalizio pordenonese sarebbe la chiusura del cerchio, il degno premio per la sua attività ultracentenaria. Nel frattempo dal 17 al 19 ottobre il circolo naoniano ospiterà i Campionati Italiani Veterani dello Sport, una kermesse che si tiene per la prima volta a Pordenone e che attirerà non meno di un centinaio di tiratori provenienti da tutta Italia. Per info sull'attività del Tsn ed iscrizioni il sito internet di riferimento è: www.tsnpordenone.it PROGETTO GRAFICO: Francesca Salvalajo FOTO: Andrea Deiuri, Elio Eberle, Pierpaolo Gianfreda, Claudia Marzano, B. Missinato, Ferdi Terrazzani, Mario Tomadini, Piergiorgio Grizzo, Archivio Domenica Sport IMPIANTI STAMPA: Visual Studio-PN STAMPA: Tipografia Sartor Pordenone Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana


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Il reportage fotografico completo sul nostro sito: www.domenicasport.org

SENTIERI PARALLELI

Viaggi fuori porta, alla riscoperta degli angoli più belli e misconosciuti del Friuli Occidentale

DIARIO DI UN VIAGGIO IN CANOA LUNGO L'ANTICA VIA D'ACQUA, PER CAPIRE L'INTIMO LEGAME CHE AGLI ALBORI HA UNITO PORDENONE CON IL MARE E QUINDI CON VENEZIA. UN PERCORSO ALTERNATIVO ORMAI QUASI DEL TUTTO SCONOSCIUTO, PERLOMENO NEL SUO PRIMO SEGMENTO E' il viaggio che ogni pordenonese dovrebbe fare almeno una volta nella vita. Un viaggio alle origini, dentro la storia, per capire l'intimo legame che agli albori ha unito la nostra città con il mare e quindi con Venezia, sintetizzato a meraviglia nel gonfalone cittadino, con le porte spalancate sui flutti. Pordenone è città d'acqua,

circondata da rivoli, stagni, polle di sorgiva e lambita dal fiume che le ha dato il nome, il Naone, oggi Noncello. Un fiume ed un porto fluviale, che rappresentavano il terminale di un antichissima via d'acqua. La quale per secoli ha unito l'Adriatico con l'entroterra friulano e le regioni del Nord.

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Il viaggio di cui sopra è dunque la discesa di quell'antica idrovia, da Pordenone fino al mare. Con una canoa a remi, il mezzo adatto a immergersi in un'atmosfera ovattata, un mondo parallelo che scorre lento come il fiume, lambendo strade trafficate e paesi. Il Noncello, che raccoglie acque di risorgiva affioranti nella zona di Cordenons (secondo alcuni studi sarebbero le stesse acque di un ramo del Cellina, che prima scompaiono nelle ghiaie e poi risalgono in superficie quando trovano l'argilla), a Pordenone è già diventato fiume vero e proprio. Ma la navigazione non appartiene più da decenni agli usi e alle tradizioni di noi naoniani. Se si esclude l'imbarcadero “Marcolin” e quello della Dogana di Vallenoncello (dove sosta un'enorme draga per lavori di manutenzione del fondale e delle sponde), non c'è traccia di pontili e imbarcazioni sul fiume eponimo della nostra città. Le strutture per la nautica da diporto iniziano a Prata, quando siamo già sul Meduna. Barchette di varie dimensioni sono attraccate alle sue sponde in varie anse, tra la stessa Prata e Pasiano. Poi si arriva sul Livenza e lì c'è la vera esplosione del diportismo fluviale, fino al mare attraversando strutture importanti a Meduna di Livenza, Motta, Torre di Mosto, La Salute. Un vero peccato, perché il segmento più suggestivo e più interessante sotto l'aspetto paesaggistico e naturalistico di tutta l'antica idrovia (Noncello – Meduna – Livenza) è proprio il primo, quello che riguarda il “nostro” Noncello. La partenza è da Rorai Piccolo, da quell'ansa del fiume, dove termine la sua corsa il Brentella, antico canale artificiale, realizzato durante il dominio della Serenissima per la fluitazione del legname. Prima il Noncello e poi il Meduna si attorcigliano in una moltitudine di meandri. Le sponde sono un teorema di platani e salici, popolati da una fauna vivace. Germani reali, anatre, tuffetti, qualche cigno. Dalle chiome più alte spiccano, gli aironi cinerini, il vero simbolo di questa


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NONCELLO,MEDUNA, LIVENZA VIAGGIO LUNGO I FIUMI DELLA NOSTRA STORIA

tratta dell'idrovia Alteri, eterei, volano tra un albero e l'altro spiegando le grandi ali. Dopo pochi chilometri da Pordenone, in comune di Prata, il Noncella incontra il Meduna, che a sua volta, si getta nel Livenza, poco dopo, in una località dal nome suggestivo, Tremeacque, in comune di Pasiano.

Da qui in avanti il panorama inizia a cambiare. Le spire del fiume si distendono, fino a diventare monotoni rettilinei da San Stino in poi. Il Livenza è un fiume vissuto, frequentato e amato dagli appassionati della nautica da diporto (lo dimostrano i sempre più frequenti imbarcaderi presenti da Pasiano in giù), sebbene le acque siano molto più inquinate di quelle dei suoi predecessori e le sponde non presentino la varietà di flora e di fauna riscontrabile più a monte. Iniziano, dopo San Stino, anche le “bilance”, le imponenti reti da pesca che vengono calate nelle acque del fiume, attraverso un complesso sistema di argani e verricelli. Perlopiù sono ormai inutilizzate; restano a silenziosa testimonianza di un passato prossimo nel quale anche la pesca sul Livenza costituiva una risorsa. Tra le chiome degli alberi fanno capolino di tanto in tanto i campanili dei paesi, un tempo preziosi punti di riferimento, oggi sostituiti dai dispositivi gps di cui ormai dispone un qualsiasi smart phone. Da San Stino (prima tappa del viaggio, dopo circa 9 ore di pagaiate) in poi, la navigazione si fa più difficoltosa, perché la corrente è quasi assente. Il fiume risente infatti in alcune fasce orarie dell'effetto dell'alta marea che proviene dal mare e che rende più impegnativa la pagaiata. Superato Torre di Mosto, sede di un importante imbarcadero, e La Salute, si entra in comune

di Caorle. Qui il Livenza si divide: il ramo principale prosegue verso Porto Santa Margherita, da dove sfocia direttamente in mare, mentre un canale secondario si addentra verso la laguna. Qui spuntano i primi casoni dal tetto di paglia, gli antichi ricoveri dei pescatori, oggi perlopiù riqualificati a residenze per la villeggiatura. Dopo l'ultimo tratto del Livenza, un monologo di canneti e di sponde

piuttosto spoglie, la laguna è un trionfo di luce e di spazio. Il viaggio termina in mare tra la spiaggia di Caorle e la lingua di sabbia, che rappresenta la punta estrema della Brussa. Qui, gli antichi burci provenienti da Pordenone, fin qui mossi in prevalenza dai remi, avrebbero spiegato la grande vela latina, e sfruttando il vento del mare avrebbero navigato per un'altra mezza giornata fino a Venezia.


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ATLETICA LEGGERA a cura di Piergiorgio Grizzo

AI RECENTI ITALIANI ASSOLUTI PER SOCIETÀ IL CLUB DEL DIRETTORE TECNICO EZIO ROVER HA CENTRATO UN RISULTATO STORICO, CONQUISTANDO LA PROMOZIONE IN SERIE A ORO SIA CON GLI UOMINI CHE CON LE DONNE. UN EXPLOIT MAI RIUSCITO AD ALCUN CLUB DELLA NOSTRA REGIONE

BRUGNERA BENVENUTA Il direttore tecnico Ezio Rover

Giada Carmassi, oro nei 100 ostacoli agli Italiani Promesse 2014

Erica Franzolini, autrice negli 800 metri di una delle migliori prestazioni stagionali a livello Assoluti

Ezio Rover: “Questo risultato è frutto di una cresci tra alcune società del nostro territorio, in primis B Un risultato storico, che nelle cronache nostrane forse non ha avuto il risalto che meritava. Agli ultimi Campionati Italiani Assoluti di Società, tenutisi ad Orvieto, la Brugnera Friulintagli ha conquistato la serie A Oro sia con la squadra femminile che con quella maschile. E' la prima volta in assoluto che un club della nostra regione ottiene un simile risultato sia con le donne che con gli uomini. In passato era capitato alla Libertas Udine tra i maschi e, a più riprese, al Cus Trieste tra le femmine, ma un successo su tutta la linea non era finora mai stato centrato. Brugnera, quindi, il prossimo anno gareggerà tra le 12 società più forti d'Italia (sono esclusi i gruppi sportivi militari), insieme a colossi come le due milanesi Bracco e Asics ed altri prestigiosi club. Sul versante femminile le altoliventine si sono imposte con 99 punti davanti alle piemontesi del Cus Torino, a quota 95 punti, e alle lombarde della Nuova Atletica Fanfulla Lodigiana sul terzo gradino del podio (91). Alla Friulintagli per un soffio non è riuscito il bis in cima alla classifica: al maschile, infatti, le maglie arancioni

dell’Atletica Vicentina hanno appaiato, quelle giallo-nere ottenendo però il primo posto grazie a più vittorie individuali (4 a 2, con i due ore in staffetta determinanti per i vincitori). Entrambe hanno concluso a 88 punti, mettendo in saccoccia la matematica promozione in serie A Oro per il prossimo anno. Al terzo posto l’Atletica Livorno (73). E pensare che entrambe le squadre della Friulintagli erano partite con il chiaro obiettivo di salvarsi. Ma ad Orvieto il club del presidente Carlo Carniello ha dato vita ad due giorni perfetta conquistando più medaglie e piazzamenti possibili. Il simbolo dell'impresa è stata Alessia Trost, tornata per l'occasione a gareggiare con la sua ''vecchia'' società di appartenenza. Due medaglie d'oro, una per giornata. La prima sabato, con un metro e 80 nel salto in alto; la seconda, a sorpresa, nel lungo, con la misura di 6 metri e un centimetro (vento contrario 0.4 m/s). Segno, questo, che la 21enne naoniana, nonostante una stagione non memorabile, c'è. Eccome se c'è. Trost


7 IL SIMBOLO DELL'IMPRESA È STATA ALESSIA TROST, TORNATA PER L'OCCASIONE A GAREGGIARE CON LA SUA VECCHIA SOCIETÀ DI APPARTENENZA. DUE MEDAGLIE D'ORO, UNA NEL SALTO IN ALTO CON UN METRO E 80, L'ALTRA, A SORPRESA, NEL LUNGO, CON LA MISURA DI 6 METRI E UN CENTIMETRO

FRIULINTAGLI, A IN PARADISO

La squadra della Brugnera Friulintagli, reduce dall'impresa di Orvieto, dove ha conquistato la promozione nella Serie A Oro

La saltatrice Alessia Trost, richiamata nel suo vecchio club per disputare gli Italiani a squadre

ita costante dell'atletica pordenonese, partita qualche anno fa con la collaborazione Brugnera, Libertas San Vito, Libertas Casarsa, Libertas Sacile ed Atletica Azzanese” è riuscita ad avere la meglio sia nei confronti della compagna di squadra Francesca Paiero (5 metri e 84) che sulla ''fiamma gialla'' Simona La Mantia (5 metri e 83), che indossava la divisa del Cus Palermo. La sua parte l'ha fatta anche Erica Franzolini, che è andata a vincere la gara degli 800 metri con 2'07''64. Secondo posto nei 3000 siepi per una sorprendente Sonia Lopes Conceicao con 10'51''85 e per le due staffette femminili: la 4x100 (Francesca Paiero, Giulia Chessa, Giada Carmassi, Elisa Paiero) ha chiuso in 47''73; la 4x400 (Veronica Camerin, Erica

Franzolini, Chessa e Lucrezia Zanardo) ha fatto fermare il cronometro a 3'50''50. Terzo Alberto Gasparin che nell'alto ha valicato l'asticella posta a 2 metri e 11. Smaltita l'euforia per un'impresa così eclatante, Ezio Rover ha commentato: “Questo risultato è frutto di una crescita costante dell'atletica pordenonese, partita qualche anno fa, grazie alla collaborazione messa in piedi tra alcune società del nostro territorio, in primis Brugnera, Libertas San Vito, Libertas Casarsa, Libertas Sacile ed Atletica Azzanese. Una sinergia virtuosa e

fruttuosa, che coinvolge di fatto tutto il mondo dell'atletica provinciale, dove la Friulintagli non è che la cuspide di una piramide che però coinvolge anche tutti gli altri sodalizi. “Per continuare l'avventura nell'elìte nazionale – avverte Rover – avremo bisogno del supporto di tutti: sponsor ed istituzioni. Dal punto di vista tecnico non servono stravolgimenti, ma solo qualche ritocco. In particolare bisognerebbe rinforzare il settore dei lanci tra le donne ed inserire un quattrocentometrista di spessore tra gli uomini’’.


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SPORT PARALIMPICI a cura della Redazione

NELLA LOCALITÀ PEDEMONTANA SI TERRÀ UNA SERIE DI RADUNI DELLA RAPPRESENTATIVA NAZIONALE IN VISTA DEGLI IMMINENTI IMPEGNI. UN'OPPORTUNITÀ PER LA DIFFUSIONE NEL NOSTRO TERRITORIO DI QUESTA SPECIALITÀ PARALIMPICA

POLCENIGO ACCOGLIE GLI AZZURRI DEL RUGBY IN CARROZZINA Nel frattempo una folta delegazione di rugbysti diversamente abili ha preso parte a Roma alla kermesse “Believe to be alive”, promossa da Papa Francesco e dal Cip

La delegazione del rugby in carrozzina in Vaticano

Foto di gruppo durante il recente raduno di Polcenigo

L’amministrazione comunale di Polcenigo ha accolto con grande disponibilità la richiesta della rappresentativa nazionale di rugby in carrozzina di effettuare una serie di raduni nell’ambito del programma di preparazione in vista dei prossimi, importanti impegni, tra i quali la partecipare agli Europei dell'aprile 2015 in Repubblica Ceca, dove gli Azzurri dovranno dare il massimo per sperare nel sogno di una presenza alle Paralimpiadi di Rio del 2016. Il comune pedemontano ha messo a disposizione la palestra delle scuole medie cittadine, dotata di tutto quanto serve alla pratica di un’attività sportiva che tenga conto delle necessità degli atleti disabili. Il team, rappresentato da una dozzina di atleti, staff tecnico ed alcuni accompagnatori al seguito, ha trovato un’ottima opportunità di alloggio presso le strutture dell’Albergo Diffuso Polcenigo, ovvero appartamenti attrezzati anche per l’accoglienza specifica delle disabilità, dimostrandosi quale valida alternativa alla usuale sistemazione standard alberghiera. Dopo l’accoglienza dei mesi scorsi data dai comuni di Fontanafredda e Sacile, ora anche Polcenigo si affianca quindi nella condivisione di un progetto di sostegno al programma voluto dalla Fispes, l’organo federale nazionale che governa lo sviluppo e traccia le direttive del wheelchair rugby. Questo sport vive dello spirito di gruppo e di questo si alimenta per crescere e diffondersi, nutrendosi dell’aspetto agonistico per trasformarlo, poi, in straordinario

Gli allenamenti nella palestra del comune pedemontano

contesto di amicizia ed inclusione sociale. E’ da molti ritenuto un modello alquanto positivo di come sia possibile superare una condizione di estremo svantaggio dando gran parte di se stessi in un impegno sportivo di grande intensità agonistica (per informazioni: www.fispes.it). Nel frattempo una folta delegazione di rugbysti diversamente abili ha preso parte alla kermesse “Believe to be alive”, promossa da Papa Francesco ed il Cip (Comitato Italiano Paralimpico). Il primo week end di ottobre ha visto a Roma la presenza di diverse centinaia di atleti che hanno promosso le proprie discipline di appartenenza, dando dimostrazioni e approntando brevi momenti agonistici negli spazi messi a disposizione nelle aree di via della Conciliazione. La parte sportiva è stata preceduta il sabato da una udienza con il Santo Padre nella mattinata di sabato 4. La Fispes che, assieme al Cip, governa le varie discipline, ha promosso la presenza del rugby in carrozzina ed è stata presente con una rappresentanza di alcune associazioni e della selezione nazionale. Quest'ultima, dopo la storica prima uscita in ambito europeo con la clamorosa vittoria a Dublino sull’Irlanda dello scorso anno e la successiva qualificazione ai campionati continentali di Anversa, ha raggiunto l'undicesimo posto nel ranking europeo e il sedicesimo in quello mondiale. Nel recente FriulAdria Six Nations Cup di Fontanafredda ha poi consolidato il proprio status di nazione emergente.

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VINCENTI, QUELLI DEL RUGBY CON LE RUOTE Il rugby in carrozzina troverà un momento di particolare valorizzazione con la prossima pubblicazione di un libro fotografico dal titolo “Vincenti. Quelli del rugby con le ruote. Storie di sport e di vita”. I contenuti saranno espressi sotto forma di racconti-intervista agli atleti protagonisti in questi ultimi due anni di un’esperienza entusiasmante, che li ha visti dedicare il proprio impegno all’interno della Rappresentativa Nazionale, assieme al gruppo di staff, volontari e dirigenti federali, ad un progetto sportivo di grande valore agonistico. Gli autori sono Elena Barbini per il contributo fotografico, il giornalista sportivo Giorgio Sbrocco per i testi, Gina Cavalieri e Claudio Da Ponte per la gestione organizzativa dell’iniziativa

letteraria (con prefazione per presidente Cip, Luca Pancalli, e postfazione di Alex Zanardi) L’iniziativa, realizzata anche con il sostegno di alcuni partner ed istituzioni, è finalizzata alla raccolta di fondi da destinarsi esclusivamente al sostegno e alla diffusione del movimento. Il libro va letto e condiviso nelle immagini soprattutto da chi vive la propria esistenza con una certa rassegnazione, parola che oggi molti tetraplegici, amputati o affetti da patologie rare, ancora non riescono a togliere dal proprio vocabolario. Questo libro vuole rappresentare una qualche forma di terapia d’urto che, come il duro contatto nel rugby, scuote, sostiene e spinge il gruppo verso una meta di vittoria, nello sport come nella vita. Per info: cladap@micso.net


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