La Città
LA CITTA’ • Numero Sessantasette • Settembre 2013 • Registrazione presso il Tribunale di Pordenone, n. 493 del 22-11-2002 • Copia in omaggio Direttore responsabile: Flavio Mariuzzo • Editore: Associazione La Voce • Sede: Pordenone, Viale Trieste, 15 • Telefono: 0434-240000 • Fax: 0434-208445 • e-mail: info@domenicasport.org
In barba ai tagli cultura in crescita grazie alle idee Le idee vincono sempre. Sembrerà banale, ma è così. Noi a Pordenone ne siamo la dimostrazione concreta. Di idee ne abbiamo sempre avute tante. Dall’industria al sociale, passando per la cultura. Con la forza delle idee abbiamo dapprima trasformato botteghe cittadine in fabbriche moderne che hanno conquistato il mondo con i loro prodotti. Con la forza delle idee (e della volontà) abbiamo dato vita ad associazioni come la Via di Natale a cui si deve la nascita del Centro di riferimento oncologico di Aviano, il Cro, uno dei più quotati istituti italiani di ricerca. Ma è dal versante culturale che, in anni recenti, sono venute le intuizioni più brillanti: pordenonelegge, Pordenone Pensa, le Giornate del Cinema Muto, Dedica, il nuovo teatro Verdi e oggi anche il festival Le Voci dell’Inchiesta. Il comun denominatore di tutte queste iniziative è la sperimentazione. L’apertura di nuove strade, l’offerta di una prospettiva diversa, originale, creativa. Tutti gli operatori di queste realtà, in sede di presentazione dell’ultima edizione, non hanno mancato di rilevare i pesanti tagli dei contributi pubblici alla cultura. Tagli che li hanno fortemente penalizzati, costringendoli a rivedere i progetti e a ridurre i programmi. Cosa tutt’altro che facile: non è come strappare due pagine da un quaderno. È qualcosa di doloroso come far digiunare un figlio che deve crescere. Ebbene, soprende rilevare come tutte le iniziative prese in considerazione, malgrado un budget ridotto di circa il 30%, abbiano disegnato un’edizione di livello superiore a quella dell’anno precedente. La forza delle idee ha compensato la debolezza del portafoglio, evitando battute d’arresto nei rispettivi percorsi di crescita. Insistiamo su questo aspetto perché il cittadino spettatore, potendo continuare a consumare cultura pregiata, forse tende a non accorgersi dello sforzo che è stato fatto. Certo, se il teatro avesse cancellato la lirica o se pordenonelegge avesse ridotto le giornate, sarebbe stato più evidente. Invece si sono scelte strade in salita. Costi contenuti, maggiore collaborazione tra gli eventi (ormai è chiaro il ruolo di riferimento assunto dal teatro), nuova organizzazione (è nata la Fondazione pordenonelegge), formule fresche (l’iniziativa Amici di pordenonelegge), prospettive inedite (la visione del teatro a supporto del business delle imprese). Insomma, a Pordenone le idee non fanno difetto. L’importante è che ciò non diventi un alibi per giustificare la sottrazione di ulteriori risorse in futuro. Flavio Mariuzzo
Dal 18 al 22 settembre si rinnova l’appuntamento con la Festa del Libro nel cuore della città
LORSIGNORI
credit: Gigi Cozzarin
editoriale
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F
amiglie e imprese alla canna del gas. Il Paese perde posizioni e Lorsignori stanno a baloccarsi con l’agibilità politica di “nonno” Silvio CONTROCORRENTE
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pordenonelegge, una finestra spalancata sul mondo
La
leadership del bianco si sta spostando a Est. Entro fine anno la Polonia ci sorpasserà nella produzione di elettrodomestici
TEATRO
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Da Sergio Romano a Gianni Riotta, da Martin Amis a Daniel Pennac, da Mauro Corona a Carlo Lucarelli. La 14esima edizione resiste ai tagli imposti dalla crisi e appello del presidente Lessio continua a raccontare la società contemporanea con coraggio e curiosità, senza idee alle imprese: la musica precostituite di cultura da somministrare al pubblico ma reinventandosi ogni volta per favorisce l’internazionalizzazione stimolare un modo di vivere consapevole Il servizio da pagina 3 a pagina 7
L’
PORDENONELEGGE
PAROLA MIA
La via di uscita della letteratura
Il manifatturiero resta centrale e va sostenuto
di ALBERTO GARLINI
di SERGIO BOLZONELLO
Parte la quattordicesima edizione di pordenonelegge, con tante, tantissime novità. Ancora una volta il festival cercherà di intercettare il pubblico più attento e colto in una Italia che cerca un orientamento nel sentire quotidiano. Il popolo dei lettori oggi più che mai, messo alle corde da una crisi del libro sempre più insistente e da una dieta culturale troppo televisiva, vuole trovare un modo per incontrarsi, scambiarsi idee e raccontare storie. Questo credo sia il miracolo di pordenonelegge: dare un centro di gravità, un punto di riferimento per un sentire diffuso, per un modo di vivere la realtà consapevolmente. Oggi ne
Il manifatturiero ha trasformato profondamente questa terra, rendendola culla di uno dei più significativi sviluppi industriali del secondo dopoguerra e garantendo così ricchezza diffusa, servizi, autonomia e identità. Una crescita innescata da figure che riuscirono a combinare capacità imprenditoriali con un profondo senso di appartenenza e responsabilità verso questa terra. Le loro scelte rimangono, ancora oggi, insegnamenti validi per il presente povero, purtroppo, di coraggio, coesione e lungimiranza. Oggi ci troviamo in una condizione profondamente mutata rispetto a quegli anni; il nostro sistema economico è
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pordenonelegge festa del libro con gli autori 18|22 settembre 2013
www.pordenonelegge.it
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lorsignori
Settembre 2013
La Città
Il Paese perde competitività. In 15 anni le imposte centrali sono aumentate del 9% e quelle locali del 114%
Il mercato delle indulgenze di ALBERTO CASSINI
Viviamo in un’atmosfera paradossale: in un paese segnato dalla recessione, dalla contrazione del mercato del lavoro e dal collasso dell’apparato pubblico tutto è bloccato sol perché il più ricco di noi ha evaso le tasse. È ammissibile che ciò accada quando ogni settimana qualche piccolo imprenditore s’uccide perché di tasse ne ha pagate troppe?
Siamo purtroppo la periferia dell’Europa e quello dopo il ponte di Ferragosto è stato davvero un amaro risveglio. Nella gerarchia della competitività stilata dall’Unione Europea, l’Italia arranca al diciottesimo posto dopo Cipro e Portogallo (è l’ennesima umiliante retrocessione nelle classifiche internazionali). Regrediscono persino la Lombardia e le Venezie, che s‘erano attestate in passato nelle prime posizioni. Anziché preoccuparsene a monopolizzare l’agenda del governo è l’agibilità (orrendo neologismo del politichese) d’un quasi ottuagenario che in qualsiasi altro paese sarebbe stato da tempo rottamato. Ci si preoccupa soltanto del diritto di difesa, anziché –è un valore fondante delle democrazie occidentali- della difesa del diritto. Due stereotipi imperversano sulla ribalta dell’ultimo ventennio: il cafone ed il cortigiano. Sono il frutto di quelle classi che hanno vissuto una secolare emarginazione e che sono state sdoganate dalla deriva populista degli ultimi decenni: evidentemente dovevano smaltire appetiti arretrati. Da quando hanno approvato la sconsiderata riforma del titolo quinto della Costituzione, sganciando le Regioni dai controlli centrali,
le spese degli enti periferici sono schizzate del 75% e nessuno è riuscito più ad arginare la grande abbuffata. Nonostante certe patetiche millanterie (“meno tasse per tutti”) in quindic’anni le imposte centrali sono aumentate del 9% e quelle locali del 114%.! A Bruxelles ogni Regione (si sono accodate anche le province autonome di Trento e Bolzano) hanno proprie sedi di rappresentanza e sin qui passi anche se ci sarebbe da ridire sui costi: il Veneto per dotarsene ha speso 3.600.000,00 Euro, il Lazio 2.500.000,00. Ma è addirittura inconcepibile che la Campania (che non riesce neppure a smaltire la monnezza) abbia una sede a Manhattan che di solo affitto costa oltre un milione all’anno. Poiché i confronti non guastano dovremmo chiederci perché mai il Texas o l’Arkansas non abbiano una sede a Milano. E’, ahimè, il risultato della spocchia e delle smanie di grandeur di una classe politica che ha arruolato troppi patetici guitti, cui il successo ha dato alla testa. Queste manifestazioni di populismo deteriore (assolutamente inedite nella storia di qualsiasi altra democrazia occidentale), rischiano di lasciare indelebili cicatrici sul corpo devastato delle nostre istituzioni. Viviamo in un’atmosfera paradossale: in un paese segnato dalla recessione, dalla contrazione del mercato del lavoro e dal collasso dell’apparato pubblico tutto è bloccato sol perché il più ricco di noi ha evaso le tasse. È ammissibile che ciò accada quando ogni settimana qualche piccolo imprenditore s’uccide perché di tasse ne ha
La Città Periodico di informazione e opinione della città di Pordenone Tiratura 7.000 copie Editrice: Associazione “La Voce”, Viale Trieste, 15 (2°piano) Pordenone Direttore respONSABILE: Flavio Mariuzzo
pagate troppe? Se non si scrolla di dosso il proprio istrionico leader (ineguagliato cabarettista e uomo di spettacolo) il centro-destra non si trasformerà mai in una credibile forza liberale e popolare. E non è certo con improbabili misure di clemenza –il solito
mercato dell’indulgenze, che purtroppo deriva dalla nostra matrice cattolica (c’è mancata la Riforma)- che si può riscattare un’immagine ormai compromessa a livello planetario. Non va meglio sull’altro fronte, che ha consentito nel 2006 e nel 2013 una prodigiosa rimonta agli avversari, restando confinato nel recinto del proprio tradizionale elettorato: sembra abbian fatto proprio il motto degli studenti discoli “speriamo che me la cavo”. Accanto ai cafoni si sgomitano i cortigiani. Come scrisse l’illuminista Paul d’Holbac in un celebre libello (“Saggio sull’arte di strisciare ad uso dei cortigiani”: è stato ripubblicato dall’editore Melangolo e ne suggerisco la lettura a Lorsignori) essi nutrono un’unica ambizione: sedersi alla mensa dei potenti, blandirne la vanità, contendersene i favori (e garantirsi –aggiungo io- la
hanno collaborato a questo numero: Alberto Cassini, Alberto Garlini, Sergio Bolzonello, Nico Nanni, Piergiorgio Grizzo, Clelia Delponte, Vincenzo Marigliano, Franco Giannelli, Giuseppe Ragogna, Sabrina Delle Fave, Nino Scaini ProgETTO grafico: Francesca Salvalajo Foto: archivio La Città, Gigi Cozzarin, Ferdi Terrazzani, Italo Paties, Luca D’Agostino Impianti stampa: Visual Studio Pordenone Stampa: Tipografia Sartor PN
rielezione). I telegiornali ce ne ammanniscono quotidianamente un variegato campionario, son facce che ormai provocano la nausea. I pantagruelici sprechi (anche per la stazza del protagonista) della Regione Lazio e la corruzione in metastasi della sanità lombarda fan riflettere su come è stato eluso il referendum che con percentuali plebiscitarie (90,3%) abolì il finanziamento pubblico. Bastò poi un sotterfugio semantico –spacciando per rimborsi il finanziamentoper snobbare la volontà popolare. Ed eccoci ora ridotti a leccarci le ferite di vent’anni d’inammissibili sperperi. Con questa gente al timone (non riusciamo a liberarcene) abbiamo assistito al sistematico sdoganamento del peggio. Questi viados della politica sono personaggi privi di dignità e di senso dell’onore: siedono al governo per assicurarsene i vantaggi e trescano con l’opposizione per garantirsene le spoglie, sempre pronti a mutar casacca. De Gasperi e Nenni, due specchiati galantuomini, ne sarebbero inorriditi. Colpisce l’assuefazione e l’indifferenza della coscienza collettiva (ammesso che al nostro Paese ne sia rimasta una) e la rapidità con cui rimuove le frottole di Lorsignori. Aveva ragione Montanelli: “la menzogna non è un delitto quando la si professa in molti, lo è piuttosto la verità se la si pratica in pochi”. Ripenso alle balle che i soliti frottolieri locali (e foresti) ci hanno propinato sul carcere del castello e all’estenuato dibattito sul nuovo ospedale. A proposito di smemorati, rammentate quel leader che quando la crisi già mordeva l’economia ci rassicurava “bisogna esser ottimisti” (7 marzo 2009) e di rincalzo il successivo 16 maggio “i catastrofisti alimentano una crisi che ha origini soprattutto psicologiche”? E rammentate quando ribadì “l’Italia ha la possibilità d’uscirne prima e meglio degli altri…..siamo il Paese che sembra andar meglio in Europa”? E rammentate quel gigante dell’economia (da ministro sempre pronto a dar lezioni, mai disposto a riceverne) che pontificava su Il Sole 24Ore del 9 agosto 2008 “il peggio è passato…..basta allarmismi, la ripresa è vicina”? Temo avesse proprio ragione Flaiano “in questo Paese conviene non dire la verità, finiranno per non crederti”. p.s.: quella dell’IdealStandard è la cronaca di una morte annunciata, ma i nostri politici –sempre arroccati nella difesa dei propri privilegi (si vedano le recenti cronache su certi sfacciati rimborsi) ed intenti a gestire le proprie quotidiane camarille- non sembra se ne fossero accorti. Viene così cancellata un’azienda leader nel settore della ceramica industriale, nel quale la Destra Tagliamento vantava un secolare pedigrèe. È un dramma umano e sociale che coinvolge centinaia di famiglie e rivela una volta di più la colpevole inerzia d’una classe politica che ha assistito –reagendo solo a ceneri spente e ad esequie avvenute- al progressivo declino di troppe imprese d’eccellenza.
La Città
SPECIALE PORDENONELEGGE
Settembre 2013
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Il sistema locale risponde alla crisi e al taglio dei contributi pubblici alla cultura dando vita ad una Fondazione
Fondazione pordenonelegge.it La Festa del Libro volta pagina Il presidente della Camera di Commercio di Pordenone, Giovanni Pavan
Intanto, anche per il 2012, la provincia di Pordenone si conferma la seconda in Italia (dopo Arezzo) per il valore aggiunto della cultura sul totale dell’economia. Pavan: “Con l’offerta culturale che contamina il turismo e altre economie parallele siamo soltanto all’inizio. Pordenonelegge è paradigmatica”
Un recente rapporto Unioncamere – Fondazione Symbola certifica che la provincia di Pordenone è stata, nel 2012, la seconda del Paese nella speciale graduatoria stilata in base all’incidenza del valore aggiunto del sistema produttivo culturale sul totale dell’economia. Un risultato senza dubbio lusinghiero a cui Pordenonelegge ha contribuito in misura determinante. Ciononostante, quest’anno il budget dell’evento è stato ridotto di circa il 30% a causa del taglio dei contributi pubblici. Per tutta risposta gli organizzatori hanno messo in sicurezza la manifestazione dando vita alla Fondazione pordenonelegge.it onlus che dovrebbe agevolare il cosiddetto fund raising, ovvero la raccolta di finanziamenti da partner esterni. Di tutto questo abbiamo parlato con il numero uno della Camera di Commercio, Giovanni Pavan, che attraverso l’azienda speciale ConCentro, guida da sempre la macchina organizzativa del principale evento culturale pordenonese.
e, men che meno, nel corso degli anni, ha sentito impellente la necessità di riposizionarsi su altri mercati diversi da quello manifatturiero. Che comunque resta e resterà sempre l’attività core della Destra Tagliamento». Ci sono margini di miglioramento, secondo lei? «Se ci riferiamo al parametro specifico della graduatoria non lo posso dire, sarebbe un azzardo. Posso senza dubbio augurarmelo e augurarlo agli imprenditori cui la cultura sta in qualche modo contribuendo a lenire il dolore delle ferite provocate dalla crisi. Non è abbastanza, non lo è mai, ma se tutti fanno la loro parte il futuro può diventare d’improvviso meno in salita di quanto lo è oggi. Penso invece che con l’offerta culturale che contamina il turismo ed altre economie parallele, o viceversa, siamo soltanto all’inizio, i frutti di tali semine germogliano, se germogliano, nel medio termine.
Presidente Pavan, come commenta il risultato del rapporto Unioncamere – Fondazione Symbola? «Non posso certamente sottacere la mia soddisfazione, questo dato conferma che la scelta su cui alcuni anni fa si determinò in sede di Giunta camerale, con il massimo della condivisione possibile, era azzeccata. Lo sottolineo tenendo presente che ci precede Arezzo, capoluogo che si è ripetuto per il secondo anno di seguito, segno che in quella speciale classifica le posizioni si sono in qualche modo sedimentate, ci siamo insomma inseriti in un filone molto settoriale e specializzato, significa che gli investimenti dell’Ente camerale e del territorio, mi riferisco alle sue principali istituzioni, stanno dando i frutti che ci siamo augurati di poter cogliere forti di una programmazione condivisa. Un fatto che assume un valore ancor più grande, se possibile, considerando che la nostra provincia non ha mai avuto questo Dna specifico
Pordenonelegge è paradigmatica di quel che sto dicendo. Occorre avere pazienza, servono idee coerenti con la mission che è stata pensata e sottoscritta, in questo caso, quello della cultura, vanno creati eventi senza soluzione di continuità perché qualche fiammata qua e là non serve a nulla. Il contenitore Pordenonelegge può fare tutto questo fungendo anche da esempio di successo per altri imprenditori desiderosi di affrontare mercati specifici». Il ruolo della Fondazione pordenonelegge.it onlus va in questa direzione? «Certamente, direi che è centrale. Ricordo che la Giunta, lo scorso novembre, ne ha approvato l’istituzione finalizzandola alla promozione della cultura quale fattore di sviluppo sociale ed economico con azioni specifiche attente anche a valorizzare il territorio della provincia di Pordenone e, in modo più ampio, quello regionale. La mia proposta ha trovato pieno appoggio e condivisione tre le categorie produttive ed è una proposta di estrema importanza simbolica e sostanziale. Anche in questo caso la forte coesione sociale è stata elemento di garanzia per una felice riuscita dell’iter costitutivo. Tra gli obiettivi principali della Fondazione, che è venuta al mondo, devo dire coraggiosamente, nel peggior periodo di crisi economica dal Dopoguerra, il miglioramento della governance e della gestione finanziaria nel suo complesso, macro voci che sottintendono, come ampiamente dettagliato nella relazione di pre-voto, alla creazione di una struttura più snella e flessibile, e per questo a differente tasso di attrattività, verso eventuali partners privati esterni. Il denominatore comune che porta al benessere fungendo da volano, come si può facilmente constatare, è sempre presente».
foto Ferdi Terrazzani
F.M.
IL PUNTO DEL DIRETTORE ARTISTICO GIAN MARIO VILLALTA
“Siamo un punto di riferimento in Italia” Una direzione possibile per il futuro è legata allo sviluppo del progetto di scrittura legata al viaggio nella memoria e al turismo culturale, unitamente allo sfruttamento del web
Professor Villalta, quali sono le principali difficoltà che avete incontrato nella costruzione del programma 2013? L’annata si è rivelata faticosa su tutti i fronti: la crisi economica ha intaccato fiducia, risorse, prospettive e progetti già delineati. La crisi specifica del settore editoriale, inoltre, ha avuto un effetto disorientante rispetto alle procedure consolidate. Però abbiamo lavorato molto, stringendo i ranghi e tirando diritto, fino a raggiungere un risultato (il programma delle 5 giornate) di tutto rispetto, anzi, di straordinaria qualità. Le istituzioni e le associazioni del territorio ci sono state vicine, in questo frangente, e le case editrici, gli stessi autori, hanno riconosciuto l’importanza del festival e lo hanno scelto come uno dei pochissimi riferimenti importanti in Italia. Come sta evolvendo il progetto “pordenonelegge”? Quali obiettivi si dà oggi una rassegna che può definirsi matura? Già da quest’anno un paio di novità, quali un libro nuovo di Natalino Balasso da noi pubblicato e un progetto di scrittura legato al “viaggio nella memoria” (ma anche al turismo culturale), saranno indicativi di una direzione possibile. Accanto a questa iniziativa, molte altre, che hanno
l’intento di sfruttare il web insieme con la capacità di pordenonelegge di fare oramai da polo attrattivo per la letteratura su scala nazionale e oltre. Tutto sta a vedere come queste ipotesi di progetto verranno a declinarsi. Dipende dalla volontà e anche – ci speriamo tutti – da proiezioni meno buie sul futuro. Un grande sponsor nazionale non potrebbe portare un po’ di ossigeno all’organizzazione e aprire nuovi orizzonti alla festa del libro pordenonese? Questo discorso è rapidamente invecchiato. Oggi lo sponsor nazionale (o multinazionale) ti chiede di più di quello che è disposto a darti. Invece che di sponsor, parlerei di partner. Stiamo già lavorando in questo senso, e molti dei nostri partner sono preziosissimi sostenitori dal punto di vista economico, ma sono anche interlocutori autorevoli dentro un progetto condiviso. Questa credo sia la strada da percorrere, una strada faticosa, che richiede molto lavoro. Mi pare però quella più sensata, anche per le istituzioni, oggi che le risorse si fanno più esigue: progettare insieme, rendere proficua (e allo stesso tempo ancora più efficace) quella grande macchina creativa, organizzativa e di comunicazione che è diventata pordenonelegge. F.M.
Università della Terza Età Pordenone 32° anno accademico 2013-2014
ISCRIZIONI APERTE
da lunedì 2 settembre 2013 ore 16.00-18.00 (dal lunedì al venerdì)
Centro Culturale Casa A. Zanussi Pordenone Via Concordia 7 – Telefono 0434 365387 ute@centroculturapordenone.it www.centroculturapordenone.it/ute
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SPECIALE PORDENONELEGGE
Settembre 2013
La Città
Dal 18 al 22 settembre 2013 si rinnova l’appuntamento con pordenonelegge, la Festa del Libro con gli Autori
Una grande occasione L’EVENTO CLOU
SOTTO LA LENTE/1
Premio FriulAdria a Martin Amis, la miglior penna della prosa inglese
L’INAUGURAZIONE
Apre Sergio Romano con una lezione sulla democrazia
La democrazia, e cioè la forma di governo che conosciamo come tipico prodotto politico dell’Occidente, è sempre più spesso messa in crisi da una serie di nemici sia interni che esterni: questo sarà il tema della lezione magistrale di Sergio Romano che inaugurerà ufficialmente il Festival, venerdì 18 settembre alle ore 18.30, nella Sala grande del Teatro Verdi.
E’ il grande autore inglese Martin Amis, arguto e corrosivo critico del conformismo sociale, considerato la migliore penna della prosa inglese, il vincitore del Premio FriulAdria “La storia in un romanzo” edizione 2013, giunto alla sua 6^ edizione, promosso dal festival pordenonelegge di Pordenone con il festival èStoria di Gorizia, su impulso di Banca Popolare FriulAdria-Crédit Agricole, che sostiene da tempo entrambe le manifestazioni. Dopo Arturo Peréz-Reverte, Abraham Yehoshua, Art Spiegelman, Alessandro Baricco, Ian McEwan. Quest’anno viene assegnato a uno scrittore che ha spesso incrociato il suo percorso letterario con la Storia, attraverso ritratti memorabili e feroci come quello di Stalin, Koba il Terribile, e critiche ragionate e caustiche ai vari “ismi” che hanno caratterizzato sanguinosamente il Novecento. L’autore sarà a Pordenone sabato 21 settembre dove, alle ore 18, al Teatro Verdi, subito dopo la premiazione terrà un incontro per il pubblico del festival incentrato sul nuovo libro Lionel Asbo. Lo stato dell’Inghilterra (Einaudi), in uscita proprio in quei giorni, a pordenonelegge 2013 in prima nazionale. Martin Amis è nato a Londra, il 25 agosto 1949. E’ figlio d’arte: suo padre, Kingsley, morto nel ’95, è uno scrittore piuttosto noto in Gran Bretagna. Tra i suoi libri ricordiamo: L’informazione, Il treno della notte, Money, Altra Gente. Un racconto del mistero, Cattive acque, Esperienza, Koba il Terribile, Cane giallo, La casa degli incontri e Il secondo aereo. 11 settembre: 2001-2007. London Fields (Einaudi, 2009). Nel 2010 ha pubblicato La freccia del tempo e nel 2011 La vedova incinta.
Una banca che opera come una fondazione FriulAdria è da sempre capofila dei sostenitori privati. Ed è l’unica azienda pordenonese con una politica culturale Si rinnova anche quest’anno il connubio tra pordenonelegge e FriulAdria. Dalla prima edizione la Banca è il principale sostenitore privato del Festival. Ma è anche qualcosa di più. Ha istituito il Premio “La Storia in un romanzo”, diventato l’appuntamento clou della rassegna. Ha promosso il progetto “Pordenone città della poesia”, contribuendo a sviluppare questo filone all’interno del Festival. Ha di fatto messo in rete i principali eventi culturali sponsorizzati in Friuli Venezia Giulia: pordenonelegge, èStoria e il Premio Luchetta, legandoli con il filo della sensibilità per la storia. “Spesso si tende a fare di tutta l’erba un fascio accusando le banche di scarsa sensibilità – spiega il presidente Antonio Scardaccio – Per quanto ci riguarda, abbiamo continuato ad operare con senso di responsabilità anche durante la crisi. I numeri parlano per noi. Anche nel primo semestre abbiamo sostenuto le famiglie nell’acquisto della casa erogando quasi mille mutui. Inoltre, abbiamo finanziato l’economia reale erogando oltre 200 milioni al mondo delle imprese”. “Per quel che attiene gli interventi in ambito sociale e culturale poi – prosegue Scardaccio – da anni ci sforziamo di far passare un messaggio: non vogliamo essere solo uno sponsor bensì un partner, ovvero un punto di riferimento costante e uno stimolo allo sviluppo dei progetti. In questo senso, FriulAdria svolge un ruolo che va al di là del contributo finanziario richiesto allo sponsor e s’impegna più di quanto un’azienda privata sarebbe tenuta a fare. Pur muovendosi in una logica d’impresa, la nostra Banca destina ogni anno parte dell’utile di esercizio ad un fondo di liberalità che opera come una fondazione. Nessuno ci obbliga. Tuttavia, per noi si tratta di una peculiarità irrinunciabile che oggi ha trovato nella nostra casa madre francese, Crédit Agricole, una guida con la nostra stessa visione e con i nostri valori”.
PORDENO continua dalla prima
La via di uscita della letteratura
“PREMIO FRIULADRIA 2013”
Martin Amis Sabato 21 settembre, ore 18:00 Teatro Comunale Giuseppe Verdi
2008 Arturo Pérez-Reverte / 2009 Abraham Yehoshua 2010 Art Spiegelman / 2011 Alessandro Baricco / 2012 Ian McEwan
abbiamo più che mai bisogno. E infatti pordenonelegge quest’anno si pone il problema di affrontare i temi dell’economia. Una serie di incontri fra loro collegati cercheranno in individuare le ragioni sociali che ci hanno portato a questo punto e insieme cercare una via d’uscita. Menzioniamo alcuni dei protagonisti: una grandissima firma del giornalismo italiano, Gianni Riotta, per esempio, autore di una acutissima ricognizione sul mondo digitale. Riccardo Luna e Riccardo Donadon dialogheranno intorno alla rivoluzione degli innovatori. Sulla stessa lunghezza d’onda, Stefano Bartezzaghi ci porterà invece sulle soglie del pensiero creativo nell’epoca dei cellulari. Sogni concreti, sogni da realizzare, sogni che possono portare la vita verso traguardi inaspettati, saranno raccontati Marina Salamon. E poi, in una non esaustiva carrellata, tra gli altri protagonisti: Andrea Segrè, Massimo Cirri, Luciano
Gallino, Stefano Zamagni, Aldo Bonomi, Dario Di Vico, Paolo Possamai, Andrea Baranes. E chiudo con un incontro che indica una possibile speranza: Bruno Arpaia, Davide Rampello e Guido Guerzoni parleranno del valore della cultura e di come, soprattutto in un paese come l’Italia, possa rigenerarci anche economicamente. Pordenonelegge è infatti una manifestazione che guarda fiduciosamente al futuro, che non ha idee precostituite di cultura da somministrare al pubblico, ma che ogni volta si inventa daccapo, senza puzza sotto il naso, ma curiosa e coraggiosa, per raccontare ciò che avviene nel mondo, con tutti i suoi cambiamenti e le insicurezze, ma anche le opportunità che generano. E quest’anno, se posso, l’invenzione è stata di maggior respiro, proprio perché molti dei canoni che hanno narrato la cultura più recente, sembrano essere saltati, in continuità, certo, con alcune trasformazioni dell’ultimo decennio, ma in un rapporto di scala che fa pensare a una rivoluzione prossima ventura. Stiamo alla finestra, e guardiamo quello che succede, e dalla finestra di pordenonelegge succederanno tantissime belle cose. Ne dico solo qualcuna. Innanzitutto, ospite il grande scrittore inglese Martin Amis riceverà il Premio FriulAdria La storia in un romanzo. Amis, autore dalla penna corrosiva, ha spesso incrociato il suo percorso
La Città
SPECIALE PORDENONELEGGE
Settembre 2013
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È la quattordicesima edizione di una tra le più belle e attese manifestazioni dell’agenda culturale italiana
per ascoltare e capire L’INIZIATIVA
Amico di pordenonelegge, la novità dell’edizione 2013 per sostenere il Festival
ARTURO PEREZ REVERTE DANIEL PENNAC
Personaggi
Da quest’anno sarà possibile contribuire alla crescita del festival diventando Amico di pordenonelegge, o acquistando Il libro del Scritore di Natalino Balasso edito dalle edizioni Fondazione pordenonelegge, o ancora comprando i simpatici gadget del pordenonelegge shop con l’immagine della manifestazione. Come si diventa amico di pordenonelegge? Con un contributo di 20, 30 o 50 euro, si potrà diventare a tutti gli effetti “sostenitore” della manifestazione. Questo darà diritto ad alcuni vantaggi: un simpatico omaggio, uno sconto del 10% sull’acquisto dei gadget del festival disponibili nel pordenonelegge shop di Corso Vittorio Emanuele II e infine l’accesso ai codici per prenotare la partecipazione agli eventi. In particolare, con l’opzione da 20 euro sarà possibile avere 4 codici, con quella da 30 Euro si otterranno 7 codici mentre con quella da 50 Euro si avranno 12 codici. Ecco il semplice meccanismo che permetterà di diventare amico della manifestazione: da lunedì 9 e fino a sabato 21 settembre, nel sito www.pordenonelegge.it si potrà cliccare sul banner Diventa Amico di pordenonlegge (il pagamento dovrà essere effettuato a mezzo di bonifico bancario) e poi basterà farsi guidare dal sistema, che condurrà, clic dopo clic, alla scelta e prenotazione dei posti agli appuntamenti più graditi. Se invece non si ha confidenza con internet ci si potrà rivolgere al personale competente, che sarà a disposizione al piano terra di Palazzo Montereale Mantica in Corso Vittorio Emanuele II, 56 a Pordenone, da lunedì 9 e fino a sabato 21 settembre (con orario 9.00/13.00 e 15.00/18.00 esclusi sabato 14 e domenica 15). Per ragioni organizzative o di capienza degli spazi, non tutti gli appuntamenti in programma sono prenotabili. Le prenotazioni si possono effettuare e modificare fino alle ore 23.59 del giorno precedente l’evento. Trascorso questo termine il codice usato per la prenotazione non può essere più utilizzato. Naturalmente, per una corretta gestione dell’afflusso, ci si dovrà in ogni caso presentare sul luogo dell’evento almeno 20 minuti prima dell’inizio dello spettacolo, altrimenti non sarà più possibile accedere in sala.
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Carlo Lucarelli
YAN LIANKE
SUSANNA TAMARO
NELEGGE letterario con la Storia. L’autore sarà a Pordenone sabato 21 settembre e, subito dopo la premiazione, terrà un incontro per il pubblico del festival incentrato sul nuovo libro in uscita proprio in quei giorni dal titolo Lionel Asbo. Lo stato dell’Inghilterra. Altra importantissima novità sarà il libro del “scritore”: per la prima volta nella sua storia, pordenonelegge diventa editore. L’idea è nata da Natalino Balasso che ha proposto al festival una collaborazione: la produzione di un libro che eviti i normali canali di distribuzione per mettersi a disposizione del pubblico nei soli 5 giorni della manifestazione. Ecco che così nasce Il libro del scritore, prima raccolta di testi di un personaggio, creato dallo stesso Balasso, molto amato dal popolo del web. Tra gli scrittori stranieri vorrei ricordare John Banville, Peter Carey, Daniel Pennac, Arturo Pérez-Reverte e lo scrittore dissidente cinese Yan Lianke, che in dialogo con Renata Pisu ci darà una immagine inconsueta della Cina, un paese di cui sappiamo sempre troppo poco e che spesso si perde tra timori e fantasticherie. Ma pordenonelegge darà grande spazio anche agli autori italiani: l’inaugurazione sarà di Sergio Romano, con una imperdibile lectio magistralis sulla democrazia e i suoi nemici; ma come non parlare di Carlo Lucarelli, Lidia Ravera, Mauro Corona, Walter Siti, Antonio Moresco, Antonio Pascale, Paolo Giordano, Tiziano Scarpa e Diogo Mainardi o di autori più giovani come Marco Marsullo e Claudia Durastanti. Ma citare solo il nome di qualche autore ti fa ricordare di quanti non puoi citare per ragioni di spazio. Non possiamo poi dimenticare la poesia, che vista la qualità e la qualità degli incontri, è come se fosse un festival più piccolo
all’interno del festival. Come in una lunga maratona, ci sarà sempre modo di ascoltare poesia a Pordenone, con punte come Adam Zagajewksi, Titos Patrikios, Maurizio Cucchi e Nanni Balestrini, ma anche una nutritissima schiera di giovanissimi poeti. Un’ultima cosa: quest’anno la mappa dei sentimenti sarà tutta la femminile. Caterina Bonvicini, Federica Manzon, Paola Mastrocola, Francesca Melandri, Laura Pariani, Veronica Raimo, Lidia Ravera, Mariapia Veladiano saranno chiamate a raccontare, in otto incontri venerdì 20 settembre, altrettanti sentimenti: la Speranza, l’Odio, l’Inquietudine, l’Invidia, la Gelosia, l’Amore, la Felicità e l’Amicizia: chiavi di lettura per capire e raccontare la nostra vita intima. Insomma, credo che come sempre pordenonelegge sarà un festival in grado di cogliere i turbamenti e le gioie del contemporaneo e dare un’immagine viva, senza retorica, realistica ma senza inutili allarmismi, del mondo in cui viviamo. Ho sempre immaginato pordenonelegge così, come una boccata di aria pura, come un modo attraverso il quale possiamo tornare a respirare in sintonia con il mondo che ci sta intorno. E sulla base di questa esperienza crescere e trovare nuove energie per affrontare il domani. Oggi la cultura, il conoscere, il muoversi in una rete di senso dà il senso e la direzione del nostro muoversi, per non annaspare in problemi inutili e non lasciarsi mai scoraggiare. Nuove idee, nuovo slancio per ricostruire intorno a noi un mondo amichevole, domestico ma anche coraggioso. Alberto Garlini
Provincia di Pordenone
BRANKO LENART Sguardi sulla Stiria 14 settembre - 10 novembre 2013 Sale espositive della Provincia Corso Garibaldi, Pordenone
orari: sabato - domenica 10.00 - 19.00 In occasione di Pordenonelegge.it: da mercoledì 18 a domenica 22 settembre 10.00 - 20.00 ingresso libero
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SPECIALE PORDENONELEGGE
La Città
Viaggio alla scoperta dell’edizione 2013 di pordenonelegge accompagnati dalla curatrice Valentina Gasparet.
, e t n a D a ig P a p p Da Pe 8 1 r e d n u a m m a r il prog Anche quest’anno pordenonelegge strizza l’occhio ai più giovani: con quali iniziative e quali obiettivi? Da sempre il festival presta grande attenzione al pubblico dei più giovani, dai piccolissimi ai ragazzi delle scuole superiori. Cerchiamo di costruire un programma di qualità che si muova tra momenti di grande richiamo e proposte più ricercate e inedite, che possano rappresentare delle occasioni di riflessione, di creatività, di condivisione, ma anche proposte formative interessanti per studenti e insegnanti. Per i bambini della scuola primaria, oltre ai loro beniamini Geronimo Stilton e Peppa Pig, si alterneranno tra gli altri sul palco del festival grandi autori come Giorgio Scaramuzzino, Gek Tessaro, Anselmo Roveda, Mariapia Veladiano. A cinquant’anni dalla tragedia del Vajont, inoltre, si proverà a raccontare alle nuove generazioni una pagina complessa della nostra storia, attraverso tre storie raccontate da Alfredo Stoppa e Gabriele Clima, da Anna Paola Musetti e da Lucia Vastano. Ci sarà anche un focus sulle tematiche ambientali e bio, con l’incontro con Andrea Vico e Federico Taddia e con i laboratori sul riciclo, sull’orto e sull’alimentazione. E ancora laboratori sul cinema, sull’arte, sulle parole, letture ad alta voce e spettacoli di fiabe. Tra gli appuntamenti per i ragazzi delle scuole medie, oltre ai quattro incontri speciali con François Place, Guido Quarzo, Patrizia Rinaldi e Tommaso Percivale, legati al concorso “Caro autore, ti scrivo...”, un prezioso incontro sul tema dei diritti con Gherardo Colombo e un altro speciale sul fantasy con Francesco Gungui e Licia Troisi. Anche per la XIV edizione, numerosi saranno gli incontri a pordenonelegge dedicati ai ragazzi delle scuole superiori: dagli appuntamenti della Mappa dei sentimenti, quest’anno tracciata dalle scrittrici, all’incontro con i vincitori del Premio Campiello Giovani 2013, dalla lectio magistralis su Dante del filosofo Carlo Sini agli appuntamenti sull’economia, sulla scienza o sulla Grande Guerra. E poi, la poesia, il concorso Scrivere di cinema, le letture degli studenti del liceo Leopardi-Majorana, e molto molto altro. Percorsi, come fili da scoprire e da seguire, che possano suggerire ai ragazzi curiosità, spunti, riflessioni, magari anche nei giorni successivi, ritornando in classe o nel loro quotidiano.
C.so Vittorio Emanuele, 23 - Pordenone Tel. 0434-27070 aPErTo TuTTi i giorni dal marTEdì al sabaTo in orario continuato e TuTTi i lunEdi PomEriggio
: me un buon libro Il cachemire è co storia. a un o ontand cc ra a zz re ca ac culla e scoprire la re la nostra e a Vieni ad ascolta VERNO 2014. e AUTUNNO/IN on zi lle co a ov nu eri l libro da Falcon Buona festa de
NOVITÀ
L’anticipazione del nuovo libro di Mauro Corona Mauro Corona è forse il più affezionato autore di pordenonelegge, dove si presentano, anno dopo anno, le sue novità best selling. In occasione dell’incontro su ‘L’arte di vivere’, domenica 22 settembre al Teatro Verdi (ore 11), uno spazio speciale sarà riservato all’anticipazione della sua nuova fatica letteraria, un romanzo ancora inedito ma che lo scrittore confida di pubblicare a breve, «facendo fiducia ancora una volta a Mondadori». «“La leggenda degli uomini freddi” - ma il titolo è ancora provvisorio, spiega Mauro Corona - è un romanzo dedicato a un popolo che vive in una zona di montagna in cui nevica sempre, anche d’estate. Gli abitanti hanno imparato a farsi piacere la neve, e sono riusciti a coltivare il loro fiume come fosse un campo liquido … Tutto è bianco e purezza in quel mondo, persino le api sono bianche … E gli abitanti restano inorriditi dall’impatto con la città. La storia dura “mille anni di vita e una notte”. Poi arrivano rimbombi di tuono, uomini che si picchiano e all’improvviso il fiume scompare … Così gli uomini risalgono all’origine del fiume e scoprono che un muro ha bloccato tutto: capirete che in filigrana, fra le righe, l’allusione è alla storia del Vajont …».
D i l i b ro i n l i b r aperitivi e me o tra negozi, n ù g i a l l o - n e ro Commercianti e ristoratori cos’hanno in serbo? I bar, i negozi, le osterie, i ristoranti del centro storico di Pordenone si animeranno anche per la XIV edizione del festival, colorandosi di giallo e nero, accogliendo gli ospiti e il pubblico, facendosi promotori di incontri con gli autori che saranno piccole occasioni speciali di un piacevole e informale ritrovarsi e conversare intorno ai libri. A partire dalla sezione di Aperitivi con gli autori, realizzati in collaborazione con ERSA – Friulano & Friends in 10 locali del centro storico. Questi i locali, i libri, gli autori: Cucina33: Le mie ricette turche di Aysegul Turker Zanette; L’altrametà: I semi della terra di Davide Ciccarese; La Pasticceria: Il pasticcere a casa tua di Luca Diana; Complemento oggetto: Design in cucina. Oggetti, riti, luoghi di Valentina Auricchio, Aldo Colonetti, Alberto Capatti; La prosciutteria F.lli Martin Dok dall’Ava: Fulminata dall’amore. Ricette e consigli per amare di gusto senza bruciarsi troppo di Valeria Benatti; Libreria Quo Vadis?: Balkan circus di Angelo Floramo; La casa nella Prateria: Il gioco dei sogni proibiti di Enrico Padovan; Profumeria Atmosfere Grace: Tutto ciò che si vuole di Simonetta Lein; Être Concept Store: Vetro di Margherita Remotti; Caffè letterario Al Convento: Il soldatino impazzito di Gianni Zanolin. Ma non solo: sotto il coordinamento di ConCentro e di Pordenone with love, molte le iniziative che vedono coinvolti la città e il territorio. Innanzitutto l’apertura dei negozi del centro la domenica e durante le giornate della manifestazione; la creazione di speciali “menù pordenonelegge.it” con piatti tipici nei ristoranti del centro; nonché l’iniziativa “A spasso con il gusto”, realizzata con il sostegno di Fipe e dell’Associazione Sviluppo e Territorio e il coinvolgimento di 25 locali del centro. Una passeggiata enogastronomica nel “cuore di Pordenone” alla riscoperta dei prodotti tipici (dalla pitina al formaggio Asìno) e dei vini del territorio Pordenonese. Nella collaborazione con l’Associazione Sviluppo e Territorio si riconferma il servizio di babysitting e pedobus “In centro per... leggere. Il baby care a pordenonelegge.it”, realizzato con Bibliothè e Melarancia. Da segnalare infine, per chi arriva da più lontano i pacchetti proposti dal Consorzio Pordenone Turismo, che hanno avuto un ottimo riscontro tra i visitatori con prenotazioni da tutta Italia.
La Città
SPECIALE PORDENONELEGGE
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Le novità organizzative per il pubblico, gli appuntamenti per i giovani, le iniziative di commercianti e ristoratori
foto Ferdi Terrazzani
foto Ferdi Terrazzani
SOTTO LA LENTE
SOTTO LA LENTE
Aladura 2013: “Cambiamenti!” Sarà “Cambiamenti!” il tema dell’edizione 20132014 di “Aladura”, la rassegna di incontri proposti dall’omonima associazione presieduta da Stefano Bortolus e che inizierà con “pordenonelegge. it” e si protrarrà in città (nell’Auditorium Don Bosco) fino a gennaio. Giunta alla sesta edizione, Aladura è una presenza consolidata nel panorama culturale cittadino: dal 2008 a oggi 85 sono stati gli incontri proposti e oltre 11 mila le presenze. Dopo aver toccato vari temi, quest’anno viene proposto “Cambiamenti!”: «un tema – afferma Bortolus – centrato sul cambiamento nella società. Protagonista sarà l’uomomacchina pensante e capace di agire e dettare le tendenze, nel bene e nel male. Verrà fatto il punto della situazione con un occhio particolare al quotidiano, come l’economia e l’informazione, ma anche la vita, la morte, i cambiamenti climatici e geopolitici, tirando le somme sul ‘900 per dotarci di nuovi bussola e occhiali per cavalcare l’onda e non rimanere sommersi». Aladura apre con Lo zecchino di latta. Civiltà del denaro in crisi, incontro con il sociologo Luciano Gallino, il 18 settembre (20.30) a Palazzo Montereale Mantica, con replica per le scuole il 19 (9.30) nella
Tensostruttura San Giorgio; sempre il 19 (20.30) nell’Auditorium Don Bosco, con replica per le scuole il 20 (9,30) nella Tensostruttura di Piazza della Motta, incontro con lo storico Marcello Flores su Il secolo mondo. Il Novecento. Quindi (sempre nell’Auditorium Don Bosco): il 4 (20,30) e il 5 ottobre (9.00), l’antropologo Francesco Remotti parlerà su Cultura: una, nessuna, centomila. Cristianesimo in cammino sarà invece l’argomento affidato allo storico Roberto Morozzo della Rocca, venerdì 25 (20,30) e sabato 26 ottobre (ore 9.00). Due gli incontri di novembre: venerdì 8 (20,30) e sabato 9 (9.00) de L’ultimo giorno parlerà il filosofo Umberto Curi; venerdì 15 (20.30) e sabato 16 (9.00) lo storico Aldo Giannuli si soffermerà su Nella rete: libertà? Il 6 (20.30) e 7 dicembre (9.00) il demografo Massimo Livi Bacci parlerà di Tutto scorre: clima e emigrazioni. A gennaio – il 17 (20.30) e 18 (9.00) – sarà la volta della filosofa Francesca Bezzi impegnata su Lo scandalo del dono. Infine, il 28 (20.30) e 29 gennaio (9.00) concluderà il giornalista e geopolitologo Lucio Caracciolo per capire Il mondo domani: cambiamenti geopolitici. N.Na.
Divoratore di libri, a 14 anni scrive il suo primo romanzo
Pordenonelegge-esordi quest’anno lancia un giovanissimo autore locale: si tratta di Enrico Padovan che, a soli 14 anni, dopo aver vinto nel mese di maggio il premio letterario nazionale “Lama e Trama” 2013, presenta il suo primo libro, “Il gioco dei sogni proibiti” (edizioni l’Omino Rosso – Regional Store). Si tratta di una sorta di metaromanzo in cui il lettore, impotente, non può far altro che lasciarsi trascinare dalla corrente impetuosa delle parole, che lo scaraventano da una giungla ad un paradiso tra le nubi, da una stanza buia ad una città malata, mentre mille domande gli turbinano in testa. Dove si trova? Perché è preda di questa folle corsa tra mondi impazziti? E chi è il
SOTTO LA LENTE
Chi c’è dietro Tutti i nomi dei sostenitori pordenonelegge.it è un’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio I. A. A. di Pordenone attraverso la propria Azienda Speciale ConCentro e la Fondazione pordenonelegge.it e sostenuta da Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Pordenone, Comune di Pordenone, Fondazione CRUP, Pordenone Fiere, Banca Popolare FriulAdria e Cinemazero. Anche quest’anno sono numerosi i sostenitori di pordenonelegge.it che affiancheranno l’organizzazione collaborando alla realizzazione di progetti specifici (Partner), all’organizzazione di eventi dedicati (Sponsor evento) o come fornitori di servizi (Sponsor tecnici). L’edizione 2013 si avvarrà di importanti Partner per progetti specifici: oltre a, ITAS Assicurazioni, all’Assessorato alle attività produttive, risorse rurali, agroalimentari e forestali della Regione Friuli Venezia Giulia, all’ERSA l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, alla Banca di Credito Cooperativo pordenonese, si affiancano per la prima volta Servizi CGN e Graphistudio mentre conferma
foto Ferdi Terrazzani
il suo sostegno tecnologico Aleapro. Confermato anche per il 2013 il supporto delle associazioni di categoria provinciali: Unione Industriali Pordenone e Fondazione CRO Aviano Onlus, Confcommercio Imprese per l’Italia-Ascom Pordenone, Confartigianato Imprese Pordenone e Unione Provinciale Cooperative Friulane. Sosterranno eventi dedicati: Acteco, AMGA, ATAP, Banca Etica, Europe Direct, Farmacia Badanai Scalzotto, Friulovest Banca, Gea Multiutility, HydroGea, Interporto Centro Commerciale all’Ingrosso, Ordine degli Architetti PPC di Pordenone, Savio, Sim2. Lo spazio ragazzi avrà la collaborazione dell’Associazione La Voce, Coop Itaca, Casa di cura S. Giorgio, Friulovest Banca e Gymnasium. Fondamentale il supporto tecnico ancora in fase di definizione ma che già può contare su: Autosystem, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, Burger King, Centro Biblioteche Lovat, Dolomia, Libreria Martincigh, Planetario, Tesolin e la nuova entrata Trenitalia.
sadico burattinaio che si diverte a renderlo interprete non volontario di mille spettacoli? Seppur libero di vagare tra universi così interessanti e diversi, il lettore è in realtà imprigionato e preda del proprio stesso cervello, impossibilitato a fuggire. Riuscirà a trovare risposta ai propri interrogativi? O dovrà chiudere il libro, sudato e tremante, prima della fine del gioco? Solo il lettore più coraggioso vi entra, e solo quello più duro riesce ad uscirne. Lettore vorace, appassionato della vita, del fantasy e dell’heavy metal, Enrico risiede nella Pedemontana pordenonese. Marinella Chirico, giornalista Rai, introdurrà l’autore domenica 22 settembre alle 16 alla “Casa nella Prateria” di viale Martelli.
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La Città
L’ANNIVERSARIO
Anche la provincia di Pordenone si sta preparando a celebrare il centenario della Grande Guerra del 1914
Da Caporetto al Piave
Già da un anno è operativo un gruppo di lavoro a livello regionale. La Destra Tagliamento è rappresentata dal vicepresidente della Provincia Eligio Grizzo. L’obiettivo è di valorizzare a scopo culturale e turistico i luoghi che furono teatro di guerra
La via di Rommel diventa una app
foto Piergiorgio Grizzo
Il Tagliamento visto dal castello di Ragogna. La stretta di Pinzano e Ragogna fu nella grande guerra e fino all’epoca della guerra fredda un punto strategico di primaria importanza. Da qui parte l’itinerario della grande guerra che interessa la nostra provincia
di PIERGIORGIO GRIZZO
tutti gli scenari di guerra L’Europa si prepara a di cento anni fa, dal celebrare il centenario famigerato “tritacarne di della Grande Guerra, Verdun”, sul “fronte il conflitto che occidentale”, sconvolse il vecchio al territorio continente a dell’Isonzo, che partire dal 1914 visse le terribili e che assunse 11 battaglie tra proporzioni Eligio Grizzo il 1915, anno mondiali dell’ingresso in guerra con l’ingresso nelle ostilità dell’allora Regno d’Italia, degli Stati Uniti nell’ultimo anno di operazioni, il 1918. Il e la disfatta di Caporetto dell’ottobre 1917. significato è chiaro: dare una La futura provincia di rinfrescata alla memoria delle nuove generazioni, perpetuare Pordenone entrò sul tragico palcoscenico della guerra, il ricordo di quel tremendo dapprima come territorio bagno di sangue come logistico per il grande fronte monito per l’umanità. Una dell’Isonzo e dal novembre serie di iniziative, coordinate del 1917, dopo la rotta di dall’Unione Europea, Caporetto, come territorio avranno quindi inizio in
la vecia osteria del moro 30° La Grotta s.a.s. di Sartor I. & C. p.i. - c.f. 00575100938 Via Castello 2,0434|28658 [pn] laveciaosteriadelmoro.it info@laveciaosteriadelmoro.it chiuso la domenica
foto Piergiorgio Grizzo
Soldati italiani (credit Europeana)
di minori battaglie e grande cimitero di materiali e uomini quando l’esercito italiano in rotta definitiva iniziò un caotico e precipitoso ripiegamento, prima verso l’indifendibile linea di difesa, sul fiume Tagliamento, e poi sulla terza e ultima, quella attestata sul Piave. A cavallo tra ottobre e novembre di quell’anno infausto le nostre terre vissero giorni drammatici di eroismo e sacrificio, durante i quali gli italiani cercarono disperatamente di contenere la marea austro-tedesca e le manovre a tenaglia del nemico per sbarrare la strada alle truppe in ritirata verso il Piave. In Friuli Venezia Giulia si è costituito, già nell’estate del 2012, un gruppo di lavoro, costituito dai rappresentanti delle quattro provincie per iniziare una serie di interventi concertati, con l’obbiettivo di valorizzare, a scopo storico, culturale e turistico, i siti bellici presenti nelle quattro province legati alla prima Grande Guerra. Per la Provincia di Pordenone l’incarico è stato affidato al vice presidente, Eligio Grizzo, ex militare di carriera e soprattutto appassionato di lungo corso di storia contemporanea e di vicende belliche. “I principali siti d’interesse, per la provincia di Pordenone – spiega – sono a scavalco del fiume Tagliamento, pertanto il progetto di valorizzazione non potrà che essere in sinergia con la Provincia di Udine. Le direttrici sono essenzialmente tre: l’individuazione, il recupero dei siti e il loro collegamento all’interno di uno o più percorsi app, nonché la loro fruibilità anche attraverso le nuove opportunità multimediali.
I resti dell’ossario tedesco (mai utilizzato) di Pinzano
Mi riferisco alla possibilità di acquisire informazioni storiche sui luoghi e sul loro coinvolgimento nello scenario della guerra attraverso un sistema di app geografici”. I siti si concentrano nella zona a cavallo dell’antico guado sul Tagliamento di Pinzano Qui il 30 ottobre 1917, iniziò, in comune di Ragogna, l’ultimo episodio di resistenza italiana prima del definitivo ripiegamento sulla linea del Piave: gli austro-ungarici, temporaneamente bloccati, non riuscirono ad impadronirsi dell’importante ponte di Pinzano, ma riuscirono a sfondare le linee italiane a Nord del monte di Ragogna attraversando il ponte di Cornino (dal 30 ottobre - 3 novembre 1917). Il percorso da coprire attraverso app si articola lungo il territorio della pedemontana pordenonese a Nord di Pinzano, dove esistono siti storicamente importanti per le grandi vicende umane e per i tanti caduti sia italiani che austrogermanici ma nei quali restano poche tracce visibili della battaglia e degli accadimenti di guerra ( Vds. Cimiteri di guerra di Pradis di Clauzetto e Forno, Pielungo di Vito d’Asio). Anche nelle località di San Francesco, Val da Ros, Monte Forno, Borgata Cerdevol, Cuel d’Orton è però importante valutare i luoghi per il complesso degli episodi della battaglia, piuttosto che per i reperti storici ancora esistenti, se si escludono i cimiteri rimasti in zona. “Abbiamo bisogno di un innovativo sistema multimediale – continua Grizzo - che ridisegni il luogo e lo sviluppo
della battaglia di M. Forno, Pradis confrontandola dopo 100 anni con la manovra condotta sul terreno, ciò consentirà di immedesimarsi in uno scenario ancor oggi ben identificabile”. Nella zona si trovano i resti delle batterie permanenti e del fortino del Col Colat, nonché di un sacrario germanico (in comune di Pinzano). “Tutti elementi storici – spiega Grizzo – che però devono essere collegati al monte di Ragogna e al vicino Museo della Grande Guerra, sempre a Ragogna, in provincia di Udine”. “Non meno importante è il percorso che le truppe germaniche, condotte dall’allora tenente Erwin Rommel, che tenacemente fecero all’inseguimento delle truppe italiane, in fuga dopo la battaglia di Pradis, per tagliare loro la strada nella ritirata verso il Piave”. Il percorso scelto dalla futura Volpe del Deserto nei primi giorni di novembre, alla guida dei suoi fanti dell’AlpenKorps, era la strada costruita dagli alpini italiani tra il 1910 e il 1912, che collegava la Val Meduna alla Val Cellina attraverso Forcella Clautana. Un suggestivo sentiero, a tratti scavato nella roccia, ancor oggi utilizzabile. La “Via di Rommel” diventerà quindi un percorso turistico-storico, a portata di app e allo stesso tempo percorribile a piedi, che condurrà da Caporetto all’alto Piave lungo le aste dei fiumi del Friuli Occidentale. Un itinerario della memoria, che coniugherà alla perfezione il piacere di un bel trekking con l’interesse per la storia e per la conoscenza dei luoghi.
La Città
L’INTERVISTA
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Dal primo agosto l’imprenditore milanese Pietro Piccinetti ha assunto la guida di Pordenone Fiere SOTTO LA LENTE
Raccolta delle memorie sabato 21 settembre nella Loggia del Municipio In vista del centenario della prima guerra mondiale (1914-2014), il festival pordenonelegge. it e l’Associazione culturale “WW1 - dentro la Grande Guerra” promuovono un Collection Day di respiro nazionale ed europeo in una delle zone “più calde” del conflitto, il Friuli Venezia Giulia. Nel cuore della città e del festival, presso la Loggia del Municipio dalle 9 alle 20, chiunque possegga immagini, lettere, cartoline, cimeli o altri oggetti relativi al periodo che va dal 1914 al 1918 - o una storia da raccontare su parenti o conoscenti coinvolti – potrà ‘conferire’ il suo vissuto personale e quello dei suoi cari, contribuendo alla crescita di un prezioso archivio online e condividendo le proprie storie con il mondo. Il progetto accoglie con favore anche quel materiale che non sia strettamente connesso a tematiche militari, ma che rappresenti comunque la vita di tutti i giorni nel periodo della Grande Guerra. Gli esperti saranno a disposizione nel corso dell’intera giornata per la digitalizzazione di materiali e la registrazione dei racconti. Tutto il materiale verrà restituito il giorno stesso ai proprietari. Si raccomanda sin d’ora la pre-iscrizione su www.grandeguerra100.it/ pordenonelegge in modo da consentire la miglior gestione possibile delle attività ed evitare tempi d’attesa. In occasione del Collection Day, pordenonelegge promuoverà, sempre nella giornata di sabato 21 settembre, con WW1 un convegno articolato in due momenti di approfondimento sulle tematiche della Memoria e degli Itinerari letterari legati alla Grande Guerra. L’iniziativa del Collection Day troverà poi evoluzione in un progetto del festival legato alla scuola di scrittura pordenonescrive, in rapporto alla memoria storica e alla scrittura diaristica: con l’obiettivo di realizzare un’esperienza di recupero della memoria individuale e familiare e di costruire, in forma ‘collettiva’ e in sinergia con Turismo Fvg – Assessorato regionale alle Attività Produttive, importanti itinerari di turismo storico e culturale sul territorio del Friuli Venezia Giulia.
“Pordenonesi, tornate ad essere orgogliosi della vostra Fiera!”
Sopra Pietro Piccinetti; a destra una foto della conferenza stampa di presentazione della 67^ Fiera Campionaria del Friuli Venezia Giulia con l’intervento del presidente Alvaro Cardin
“In un momento storico come questo ritengo che la mission di Pordenone Fiere non possa essere che la creazione di posti di lavoro favorendo l’incontro tra domanda e offerta e sostenendo lo sviluppo delle imprese locali anche all’estero” Dall’1 agosto è il nuovo amministratore delegato di Pordenone Fiere. Pietro Piccinetti, ingegnere, 57 anni imprenditore, con una importante esperienza internazionale alle spalle, subentra ad Alessandro Zanetti che ha lasciato l’incarico qualche mese fa. Quali sono le linee guida della sua nuova gestione di Pordenone Fiere? In un momento storico come questo ritengo che la mission di Pordenone Fiere non possa essere che questa: creare posti di lavoro attraverso lo sviluppo delle imprese locali. La Fiera storicamente è nata per far crescere il territorio e tutto il tessuto sociale in cui è inserita: la nostra storia e quella delle altre Fiere in Italia lo insegna. Con tanto impegno, passione e dedizione dobbiamo tornare a fare questo per il bene di Pordenone e di tutta la regione, il grave momento che l’Italia sta attraversando ci impone di mettere al primo posto il lavoro! Come fa una fiera a creare lavoro? Realizziamo manifestazioni che servono a far incontrare domanda e offerta in modo che si creino affari: da una parte chi vende dall’altra chi compra. In un anno passano da qui 2.576 espositori e 274.183 visitatori Il valore di questo incontro non si esaurisce in fiera ma ha una importante ricaduta sul territorio del Friuli Venezia Giulia che può essere quantificato in oltre 50 milioni di euro
l’anno. Come si generano tutti questi soldi? Durante le nostre manifestazioni arrivano a Pordenone, e quindi in regione, molti visitatori ed espositori da altre regioni o dall’estero. Dormono nei nostri alberghi, mangiano nei nostri ristoranti, comprano i nostri prodotti locali. Quando tornano a casa parlano di Pordenone e della nostra regione e se si sono trovati bene possono decidere di tornarci con la loro famiglia o gli amici non solo per lavoro. Prima, dopo e durante la fiera molta gente lavora per noi o per i nostri espositori: allestitori, servizi logistica, trasporti, elettricisti, falegnami, agenzie di comunicazione, tipografie, hostess, fioristi, vivaisti, catering, noleggio auto, bus, taxi, servizi di pulizia, vigilanza. Una fiera con una forte impronta sociale oltre che economica, quindi. Non siamo un imprenditore che vuole arricchirsi con i proventi della sua azienda bensì una ventina di persone che si guadagnano lo stipendio cercando di far crescere la propria città e tutta la regione. Vorrei far vedere ai pordenonesi la fiera sotto una luce nuova perché ritornino ad essere orgogliosi di questa istituzione che è di tutti noi. Pordenone Fiere fa parte della grande squadra di pordenonelegge. La partecipazione al comitato promotore di
SOTTO LA LENTE
Parole in viaggio, la letteratura sale sull’autobus (cd) Atap è sempre in movimento, anche sulle strade della cultura e dunque non potrà mancare neanche quest’anno l’iniziativa Alla fermata dell’Autobus Incontri con gli autori, parole in viaggio, nell’ambito di Pordenonelegge.it, con un programma di 4 appuntamenti su un autobus esclusivo, in partenza da piazza Ospedale Vecchio. Venerdì 20 settembre alle 11 il focus sarà proprio sulle attività e sul percorso seguito dall’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale in provincia di Pordenone nel corso degli anni, all’insegna dell’innovazione, attento ai bisogni, come anche agli aspetti ambientali e alla sicurezza. Il presidente Mauro Vagaggini lo illustrerà personalmente supportato dai testimonial della campagna “Lo sport viaggia con noi”: Michele Pittacolo (ciclista paralimpico), Pamela Pezzutto (pongista paralimpica), Yvette Moro Piazzon
(maratoneta), Agostino Durante (ciclista amatoriale), Letizia Poser (pallavolista) e Davide Giozet (rugbista paralimpico). Persone molto speciali, che volentieri dialogheranno con il pubblico. Alle 17 per Parole in viaggio… protagoniste saranno le letture da grandi autori di viaggio, così come lo saranno sabato 21 settembre alle 11. Sempre sabato, ma alle 16, la meta fisica e letteraria sarà Barcis alla scoperta delle acque del Cellina e della Grotta della vecchia diga, assieme a Romina De Lorenzi e Sergio Dolce. Domenica 22 settembre ancora parole in viaggio alle 11 e gran finale alle 17 con Mauro Corona che racconterà gli itinerari reali e fantastici della sua vita. Gli incontri/viaggi (attorno alla città o verso la montagna) durano circa un’ora e sono realizzati in collaborazione con Comitato Libro Parlato S.Vito, C.A.I. Sezione di Pordenone e Unione Speleologica Pordenonese C.A.I.
pordenonelegge rientra perfettamente in questo mio modo di vedere il ruolo di Pordenone Fiere. Il festival letterario è una grande vetrina per il territorio e genera un importante indotto. Noi anche quest’anno siamo al fianco della Camera di Commercio in questo progetto che, non dimentichiamo, è nato proprio alla Fiera di Pordenone nel 1990 con Edit Expo. Cosa vorrebbe portare delle sue precedenti esperienze all’estero nella gestione della Fiera? Il percorso verso l’internazionalizzazione è indispensabile e questo tradotto in termini pratici significa non solo portare a Pordenone e in regione espositori e visitatori ma anche fare fiere all’estero. Lo scopo è quello di dare noi la possibilità alle piccole e medie imprese non strutturate di andare a presentarsi in mercati esteri aperti alle loro proposte e dove la crisi economica che viviamo in Italia non è così opprimente. Per i grandi gruppi Pordenone Fiere può essere un mezzo per aumentare la penetrazione sui alcuni mercati esteri. Un primo esempio è la partecipazione di Pordenone Fiere, insieme a 15 aziende del territorio, alla fiera IIDEX a Toronto il 26 e 27 settembre prossimi, la più importante manifestazione professionale dedicata al design in Canada. F.M.
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La Città
OPINIONI
Settembre 2013
CONTROCORRENTE È inutile girare attorno all’illusione di essere comunque i più bravi e i più creativi. continua dalla prima PAROLA MIA
Il manifatturiero resta centrale e va sostenuto interessato da profonde difficoltà che necessitano, per essere superate, di nuove politiche economiche basate non solo su logiche passive, bensì su azioni in grado di costruire linee d’indirizzo per il futuro. In questo quadro il nostro comparto manifatturiero è stato interessato, negli ultimi anni, da una profonda contrazione e ridimensionamento. Le conseguenze sono, purtroppo, visibili a noi tutti. E’ importante sottolineare però che, nonostante le profonde trasformazioni economiche degli ultimi due decenni, oggi più che mai, si è ribadita l’importanza del comparto manifatturiero a discapito di coloro che ipotizzavano il suo definitivo superamento nei paesi ad alto tasso di industrializzazione. Una tendenza internazionale questa rimarcata dalle politiche economiche americane, ferme a sostenere l’assunto che non si può generare innovazione senza manifatturiero, e dalla Comunità Europea che si è posta come obiettivo di passare, entro il 2020, dall’attuale 15,6% del Pil legato al manifatturiero al 20%. Queste indicazioni rimarcano pertanto l’importanza del manifatturiero e la necessità di considerarlo elemento centrale nella definizione delle future politiche economiche. La sua importanza consiste nella capacità di generare una maggiore crescita dell’intero sistema economico rispetto ad altri comparti. Inoltre, il manifatturiero è in grado di incarnare perfettamente, nel suo essere, le nostre tradizioni, la nostra storia, la nostra fantasia e la nostra flessibilità culturale e operativa; riusciamo, in esso, a veicolare i valori associati alla nostra qualità di vita, all’unicità dell’esperienza artigianale e alla creatività, valori che ci caratterizzano positivamente a livello internazionale. E’ pertanto necessario ripensare il
di SERGIO BOLZONELLO
nostro comparto manifatturiero per renderlo in grado di soddisfare le nuove esigenze del mercato e collocarlo in una posizione dinamica e propositiva rispetto alle nuove tendenze. Qualità, disponibilità e produttività della forza lavoro rimangono fattori chiave per pilotare programmi d’innovazione per le aziende del manifatturiero, ma per salvaguardare la competitività servono politiche in grado di offrire strumenti alle aziende per favorire i processi d’internazionalizzazione, di miglioramento dei processi produttivi e di capacità di innovazione sui propri prodotti. La rapida evoluzione nel tempo di vita dei prodotti comporterà, sempre di più, la costruzione di processi produttivi dinamici in grado di adattare i livelli di qualità e i ritmi produttivi alle specifiche condizioni del momento. Per questo sarà centrale la disponibilità di nuove tecnologie hardware e software e di nuove metodologie per il miglioramento delle prestazioni di fabbrica e per il controllo della qualità che siano in grado di garantire il raggiungimento dei target di qualità e produttività richiesti anche per produzioni in piccoli lotti. Altresì sarà fondamentale una piena integrazione agli standard della produzione sostenibile e della formazione del capitale umano per apportare un continuo arricchimento del processo produttivo. Occorre, quindi, dare sostegno alle aziende per adeguarsi a questi nuovi standard correnti del mercato e,
contemporaneamente, promuovere la nascita e lo sviluppo di nuove iniziative economiche che sappiano sviluppare progetti di qualità, con una visione durevole di sviluppo sia dal punto di vista economico, in termini di profittabilità, che sociale, in termini di collegamento con il territorio. La Regione per questo cambiamento può mettere a disposizione strumenti di incentivazione finanziaria, finanziamenti agevolati, contributi a fondo perduto e attività di sostegno alle imprese tramite Frie, Friulia, Finest e la stessa Banca Mediocredito del FVG. Ma soprattutto deve divenire “cabina di regia” per riunire assieme tutte le eccellenze private e pubbliche regionali. In altri termini fare sistema per coordinare ogni intervento di sviluppo e rendere attrattivo il territorio regionale per il sistema imprenditoriale. La Regione dovrà anche intervenire per far dialogare la “nuova” manifattura artigianale e industriale con le altre risorse territoriali come la cultura, il turismo, il rispetto e la cura dell’ambiente e dei paesaggi. Per fare questo serve coesione, partecipazione e responsabilità. Daniele Marini, direttore della Fondazione Nordest, in merito fa un’osservazione che trovo pertinente: “Il Nordest del passato era una metropoli inconsapevole, che è cresciuta senza programmazione. Quello del futuro dovrà essere una metropoli consapevole, non più chiusa negli steccati dei Comuni”. La manifattura della Provincia di Pordenone deve divenire un laboratorio per avviare un modello di ridefinizione dei suoi assunti. Parallelamente è urgente cogliere, prima che sia troppo tardi, le opportunità di nuovo sviluppo che possono avviarsi da segmenti produttivi in cui le competenze locali sono maggiormente consolidate. L’orizzonte ci offre un opportunità: diventare un vero e proprio progetto pilota per tutta la Regione. Il resto è solo responsabilità nostra.
di GIUSEPPE RAGOGNA
Rischia di sparire da Pordenone ogni riferimento alla Zanussi. Non è più un mistero che Electrolux possa delocalizzare le produzioni di Porcia in Polonia, dove da alcuni anni sono stati clonati i nostri distretti. C’è il timore che quelle nuove aree industriali, oggi emergenti, possano assorbire progressivamente le nostre fabbriche. Non a caso, Dario Di Vico, giornalista economico del “Corriere della Sera”, ha già pronosticato che a fine anno saranno proprio i polacchi a superarci. E il sorpasso avverrà sulla
Quali le ragioni della crisi dell’industria manifatturiera pordenonese? Abbiamo chiesto ai nos VISTO DA SINISTRA
Errore aver negato la crisi. Ricordate? I ristoranti erano pieni La crisi è profonda, ed ha investito tutti i settori. In regione, cervelli, aprendo nuove relazioni con l’UE e l’area asiatica, il tutto all’inizio, sembrò meno dura; poi, piccole e medie imprese, grazie ad un “new deal” che ha rialzato i tassi d’occupazione. artigianato, commercio ed agricoltura hanno Il fatto è che è stato reso possibile da un subito il colpo. Il disagio più alto è nel risultato elettorale chiaro e netto! Se almeno pordenonese perché asse del manifatturiero. ci fosse anche da noi, come nel resto dei Paesi Un errore fatale è stato l’aver negato la crisi avanzati, una destra seria si potrebbe discutere (ricordate i ristoranti pieni?) e così, mentre e condividere progetti di rinascita. Basterebbe altri Paesi dell’UE hanno sostenuto le loro soltanto coraggio e la volontà di voltar pagina economie, qui si è agito con politiche smettendola di perdere il 90% del tempo a restrittive. Si sarebbe potuto benissimo investire parlare dell’ex comico invasato e del suo blog; nelle aziende maggiormente competitive, di VINCENZO MARIGLIANO del condannato in via definitiva e delle regole favorire ricerca ed innovazione; cercare nuovi per il Congresso del PD e si affrontassero le cose mercati. In regione il contraccolpo sociale è vere: giovani e nuova imprenditoria femminile stato parzialmente assorbito grazie al ricorso massiccio alla CIG, senza sbocchi; nessuna riqualificazione per gli over 45 licenziati; ma non durerà... E non ci si pianga addosso, né si incolpino “i mal funzionamento dei Centri per l’impiego e del sistema della politici” se tutto e tutti sono paralizzati perchè lo dobbiamo solo formazione; burocrazia e mancanza di strumenti come i “buoni a noi stessi ed al risultato elettorale delle politiche. Constatazione lavoro”; incapacità di superare il “patto di stabilità” che blocca amara, ma incontestabile! Quale futuro? L’esempio degli USA i Comuni e rallenta la loro possibilità di investire. Basterebbe, dovrebbe dire qualcosa: grazie alle scelte di investimenti massicci appunto, ma non lo si fa semplicemente perché, votando, dell’Amministrazione Obama la locomotiva è ripartita favorendo abbiamo consegnato alle istituzioni lotte contrapposte e veti le alte professionalità, i centri di ricerca e le Università, attraendo incrociati. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso….
La Città
OPINIONI
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Forse abbiamo ancora qualche margine competitivo: ma quanto durerà? Occorre rompere l’immobilismo
e t n e t o p im e t is s s a e n o n Porde a c c la o p i s s u n a Z a ll e d m o o al b La leadership del “bianco” si sta spostando a Est. Secondo Dario Di Vico, che sarà a pordenonelegge sabato 21 settembre, entro fine anno ci sarà lo storico sorpasso della Polonia sull’Italia in fatto di elettrodomestici prodotti
base dei volumi di elettrodomestici prodotti. La leadership del “bianco” si sta spostando a Est. Queste nuove dinamiche mi hanno incuriosito. Così, mosso dalle analisi pubblicate a più riprese, ho programmato un viaggio di osservazione e di studio, da cui è nato il mio reportage per il “Messaggero Veneto”. Sulla cartina geografica mi sono segnato i centri dove opera Electrolux. Lì ci sono stabilimenti moderni, con piattaforme produttive di qualità elevata. Sono competitivi a ogni livello. E’ inutile girare attorno all’illusione di essere comunque i più bravi e i più creativi. Forse abbiamo ancora qualche margine competitivo: ma per quanto tempo durerà? Sarebbe meglio rompere finalmente l’immobilismo, che dura da anni, per rilanciare il nostro manifatturiero. Nei primi anni del Duemila, la multinazionale svedese ha esteso i suoi tentacoli nella Bassa Slesia, dove più forte è l’influenza tedesca in terra polacca. Nel distretto di Wroclaw (città capoluogo) sono state duplicate le fabbriche italiane, con le stesse specializzazioni: a Olawa, che è lo stabilimento più grande, si producono le lavatrici; a Zarow le lavastoviglie; a Swidnica le stufe e le cucine; a Siewierz le asciugatrici. Tutto è raccolto nel raggio di una cinquantina di chilometri, attorno alla capitale finanziaria e tecnologica della regione, per sfruttare la fitta rete della subfornitura. E’ chiaro che nel moderno bacino industriale, dov’è in gioco il primato tra più multinazionali, la competizione può
sfruttare condizioni molto vantaggiose. Le cifre sono impietose per i nostri stabilimenti. Il costo medio orario del lavoro in Italia è di 24 euro (di cui 8 di oneri sociali), contro quello polacco che è di 11 euro (di cui solo 2,5 di oneri sociali). La media di una paga netta mensile di un operaio è di 3 mila zloty, pari a 750 euro, ma circolano dati contrattuali più contenuti, soprattutto nelle zone periferiche, anche inferiori ai 600 euro. Sono retribuzioni che, rapportate ai prezzi di alloggi e beni essenziali, lasciano margini all’accumulazione di risparmi. Di fatto, si è prodotto nell’Est Europa il “miracolo” del nostro dopoguerra. I bassi salari sono in molti casi integrati, nell’ambito del nucleo familiare, dai proventi dell’attività nei campi (con la riproduzione della figura dei metalmezzadri), o dalle rimesse finanziarie degli emigranti. In realtà, la corsa a perdifiato della Polonia è sostenuta anche dall’affidabilità del governo che ha saputo investire con oculatezza gli abbondanti finanziamenti ottenuti per l’ingresso nella Ue (anno 2004). Ha avviato un piano di ammodernamento delle infrastrutture; ha attratto capitali stranieri; ha diffuso una forte cultura d’impresa. Praticamente, ha creato un ambiente favorevole agli investimenti e al lavoro: i terreni di proprietà pubblica sono concessi a prezzi stracciati, con licenze edilizie esecutive entro tre mesi; nelle zone economiche speciali (incubatrici di distretti industriali) gli sgravi fiscali sono pari al 50% di media sul capitale impiegato; l’aliquota sul reddito delle società è del 19%; i costi
stri opinionisti Franco Giannelli e Vincenzo Marigliano di esprimere il proprio punto di vista VISTO DA destra
Pesa il mancato passaggio di consegne tra padri e figli La grave crisi economica che si è abbattuta sul Paese ha colpito dove Armando ha lasciato al figlio Luigi una bella azienda che duramente il comparto del manifatturiero l’ingegnere ha saputo ingrandire e trasformare intaccando la base produttiva dell’industria in una corazzata capace di navigare sui mari in italiana al punto da causare la perdita di molti tempesta della concorrenza mondiale, la città posti di lavoro. Gli analisti dicono che la ha perso il riscontro familiare (e si sa quanto sia ripresa, già iniziata in USA, è prevista per il importante) di aziende come Zanussi, Savio, Ideal prossimo anno anche in Europa e che tutti gli Standard, GregorisColor, Pasta Tomadini, Vini sforzi devono essere concentrati sul rilancio Pavan, Casagrande, Dall’Agnese, ecc. perché la mia dell’industria. Seppure timidi, arrivano i generazione (1953), ma nemmeno quella dei miei primi segnali che lasciano intravvedere la luce figli, non ha trovato la capacità di proseguire la di FRANCO GIANNELLI in fondo al tunnel. Crisi alle spalle dunque? strada aperta dai padri. Quando il gioco si è fatto No, la luce in fondo al tunnel è solo una duro, non c’erano duri da far entrare in campo? locomotiva che ci sta venendo incontro! Il volano di una ripresa Aggiungi a questa incapacità o indeterminazione dei “figli” dei nostri effettiva deve ancora mettersi in moto e potrà avvenire solo quando capitani d’azienda l’arrivo dell’attuale crisi, più lunga anche se meno al manifatturiero, per ricercare nuovi mercati, verrà garantita maggior drammatica di quella del 1929, e la frittata è servita: un terzo della competitività che, però, presuppone minori costi di produzione e nostra gente sta andando verso la miseria, i professionisti spariscono, dell’energia, una pressione fiscale ragionevole e minor burocrazia con la classe media non ha più risorse, i ricchi non spendono e le banche processi autorizzativi destinati a far investire e non a delocalizzare. non finanziano. Questa volta, la colpa è tutta imputabile ai politici Per venire a Pordenone mi interessa capire se, nella vicenda, pesa ed ai Sindacati (su di loro mi fermerò un’altra volta), o anche agli anche il mancato “passaggio di consegne” tra padri e figli nelle imprenditori della mia generazione che non hanno avuto quella famiglie che hanno fatto grande la nostra industria. Cimolai a parte, marcia in più dei loro padri?
dell’energia sono del 20-30% inferiori ai nostri. Sono cifre che spiazzano l’Italia. E, purtroppo, in tempi di cambiamenti strutturali degli assetti produttivi, i gruppi multinazionali esercitano una costante “tortura psicologica”. La parola d’ordine è infatti “investigazione”. Questo tipo di strategia consiste in meticolosi raffronti su produttività e redditività degli stabilimenti sparsi nel mondo. Con i conti economici non si scherza, tant’è che le aziende ne traggono le conseguenze con tagli, ridimensionamenti e delocalizzazioni. Non trovando altre sponde, coloro che vogliono aggrapparsi a qualcosa, potrebbero pensare che l’euro sconquasserà in futuro anche gli equilibri a Est. Basta avere pazienza. E’ bene ricordare però che i passaggi non sono immediati. Né scontati. Il governo polacco, pur mantenendo un’impronta filo-Ue, è molto cauto sull’introduzione della valuta comunitaria, sulla quale i cittadini scaricano le paure della crisi. Se ne riparlerà nel 2015, dopo le elezioni. Intanto lo zloty, vecchio e arrugginito, continuerà a essere svalutato nei momenti di difficoltà, difendendo la competitività. E l’Italia? Gli imprenditori insistono su un taglio sensibile del cuneo fiscale, in modo da liberare risorse a beneficio di aziende e dipendenti. Sarebbe una mossa importante. Invece, il silenzio è assordante. Così il nostro Paese rischia di avviarsi verso l’inesorabile declino industriale.
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CITTADINANZA ATTIVA
Settembre 2013
La Città
Nuova iniziativa delle Acli provinciali sul tema dell’occupazione giovanile denominata “Giovani lavoro X” Il LanterNINO
RESPONSABILI CERCANSI Le perdite di posti di lavoro per crisi aziendali spesso dovute più a cattiva gestione che ad invitabili effetti del “mercato”- hanno ormai assunto dimensioni allarmanti sul piano sociale. Comportando per chi viene privato di quel diritto naturale celebrato nella Costituzione (che dichiara la nostra repubblica “fondata sul lavoro”) un danno economico e soprattutto esistenziale a volte quasi irreparabile. Tanto più singolare appare dunque che le vittime non valutino la possibilità di affidarsi, prima che alla politica o alla solidarietà, a strumenti di difesa attiva, probabilmente più efficaci e sicuramente più dignitosi, offerti loro dalla legge e peraltro di comune utilizzo nei casi di lesione di altri e non più importanti diritti. E che dunque in tali situazioni, al di là dei lamenti, nessuno provveda ad accertare, in modo sistematico quanto accurato, le eventuali responsabilità dell’evento dannoso. Nè più nè meno di quel che avviene, per esempio, nei casi di incidenti sul lavoro. E, come in quei casi, non di rado potrebbe emergere che l’incidente (quale pure in effetti è, al massimo grado, il tracollo di un’azienda) sia dovuto ad atti di cattiva gestione o organizzazione. Anche se penalmente irrilevanti, purchè caratterizzati da imperizia, imprudenza o negligenza: da valutarsi, si badi bene, non secondo il criterio del “buon padre di famiglia”, bensì considerando la particolare
competenza e professionalità richieste dal ruolo. Far valere la responsabilità degli autori in presenza di tali circostanze costituirebbe, a ben vedere, l’esercizio, oltre che di un diritto, di un dovere. Un’applicazione metodica ed intelligente di tale atteggiamento vigile e dinamico (che è stato validato per la prima volta dalla Cassazione già nel 1971 in una storica sentenza con cui, ironia della sorte, un’azienda venne risarcita per la morte in un incidente stradale di un suo prestatore d’opera !) da parte dei lavoratori e dei loro organismi di rappresentanza in effetti assumerebbe una particolare valenza in funzione non tanto risarcitoria e di rimedio al danno subìto, quanto soprattutto preventiva ed educativa. Quanto mai idonea ad eliminare quell’alone di immunità o deresponsabilizzazione che sembra accompagni chi riveste cariche aziendali, paradossalmente definite “di responsabilità”. Potrebbe inoltre offrire la più puntuale e concreta risposta, in ottica equitativa, a due spinose questioni che recentemente animano il dibattito non solo politico. Quelle concernenti la moralità di “certi” compensi e di “certe” nomine ai ruoli apicali di molte società. Che magari navigano in cattive acque. E magari godendo di sostegni pubblici. E assumerebbe così anche un forte significato etico. Nino Scaini (assinvicti@gmail.com)
“La Fornero invece di ridurre il precariato ha ridotto il lavoro!” Il triestino Alberto Meli, collaboratore per il settore politiche del lavoro del Patronato Acli nazionale, parteciperà alla tavola rotonda del 29 settembre ai PnBox Studios in cui i giovani avranno la possibilità di approfondire i nuovi aspetti contrattuali insieme ad imprenditori, sindacati e istituzioni
Quale lavoro e dunque quale futuro per le giovani generazioni oggi in Italia? A proporre la riflessione, in un programma di eventi che si terrà a settembre a Pordenone, saranno le Acli provinciali, storica realtà aggregativa di promozione sociale attiva sul territorio sui temi della cittadinanza attiva. “Giovani lavoro X” il titolo del progetto (tutte le info su: www.acli.pn.it), che prevede una serata musicale a sostegno dell’iniziativa sabato 28 settembre ai Pnbox Studios, con l’esibizione della cantautrice Pilar insieme al quintetto di musicisti pordenonesi Camerieri Italiani, e domenica 29 settembre al pomeriggio, sempre ai Pnbox Studios, una tavola rotonda a ingresso libero in cui alcuni giovani imprenditori pordenonesi racconteranno le loro storie e rappresentanti del mondo politico e sindacale incontreranno direttamente i giovani. Ma ci sarà anche spazio, nella prima settimana di ottobre, per alcuni laboratori formativi gratuiti sul tema “Trovare lavoro con i social network” (iscrizione obbligatoria scrivendo a joblab@ acli.pn.it). Tra i relatori della tavola rotonda ci sarà il triestino Alberto Meli, collaboratore per il settore politiche del lavoro del Patronato Acli nazionale, ente che si occupa della tutela dei lavoratori nei loro diritti previdenziali e assistenziali. Meli ha approfondito recentemente in particolare la riforma Fornero, che, afferma, “manca di un’anima e di un pensiero organico sul lavoro”. In riferimento alle modalità contrattuali previste dalla riforma per l’inserimento lavorativo dei giovani in particolare, così si esprime Meli: “Con l’obiettivo di incentivare le assunzioni con contratti a tempo indeterminato, la legge ha reso poco conveniente per i datori di lavoro il ricorso ai contratti di collaborazione, la forma finora più diffusa di inserimento dei giovani, introducendo una serie di vincoli quali una paga minima uguale a quella prevista dai contratti collettivi e la necessità di dimostrare che il collaboratore segua effettivamente un progetto reale, specifico e
temporalmente limitato. Oggi l’unica vera forma di inserimento prevista specificatamente per i giovani è l’apprendistato, che, di fronte all’attuale incertezza economica, non sempre è gradito ai datori di lavoro perché vincola per almeno tre anni. Alla diminuzione dei co.co.pro. non ha fatto dunque da contraltare un proporzionale aumento dell’apprendistato, perché comunque i datori di lavoro tendono a ricorrere ancora al co.co.pro. quando possibile o piuttosto al tempo determinato, stipulabile fino ad un anno senza l’obbligo di specificare una motivazione all’assunzione”. Di questi come dei tanti altri aspetti legati alla difficoltà occupazionale giovanile si parlerà dunque a settembre nell’ambito del progetto “Giovani lavoro X”. Un programma rivolto in primis ai giovani “affamati” di lavoro, ma allo stesso tempo un momento di riflessione per tutta la comunità su un aspetto così centrale per la vita del paese. Le Acli non sono nuove a questo genere di iniziative. Negli anni scorsi l’associazione si è fatta per esempio promotrice di una serie di incontri sul tema della partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, coinvolgendo rappresentanti del mondo produttivo e sindacale del territorio pordenonese. “Un momento di riflessione ricorda il presidente Nicola Fadel - che ha messo in luce il ritardo dell’Italia rispetto ad altri paesi come la Germania, in cui i rappresentanti dei lavoratori sono presenti all’interno dei consigli di amministrazione prendendo parte direttamente alle politiche aziendali. Uno dei principali obiettivi della nostra associazione è far crescere una cultura della cittadinanza attiva e dell’attenzione dei cittadini alla vita politica e sociale. Lo facciamo promuovendo diversi tipi di iniziative e percorsi tra cui i momenti di confronto pubblico tra cittadini e rappresentanti politici in occasione delle elezioni, o anche in corso di mandato, e attraverso l’azione dei circoli e dei servizi specifici che si occupano di diversi temi quali il lavoro, la pace, l’integrazione delle persone straniere”.
La Città
SOTTO LA LENTE
Settembre 2013
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A mezzo secolo dalla fondazione la Casa di Cura San Giorgio continua a rappresentare un’eccellenza sanitaria LA LETTERA
In risposta all’articolo di Nico Nanni “La guerra dei parcheggi” pubblicato sul numero di luglio riceviamo la seguente lettera che integralmente riportiamo
UNTERZIARIOCHE FA ECONOMIA Precisiamo. La corona da morto portata sotto la loggia non è costata nulla perché confezionata dai colleghi della categoria fioristi che hanno utilizzato materiali decomposti. In secondo luogo, visto i tempi assai difficili, non si è trattato di una manifestazione spiritosa, ma bensì di una protesta contro i rincari ingiustificati dei parcheggi. Del resto per ammissione degli stessi assessori (Conficoni e Zille) e del sindaco Pedrotti la manovra è servita per aggiustare i conti: “Quelle tariffe ci servono anche per far quadrare il bilancio”. Una bella menzogna dire poi che sulla questione si celano interessi di parte con il compiacimento di qualche politico. La nostra linea di comportamento è da sempre nettamente fuori da ogni logica partitica e si basa esclusivamente su decisioni assunte in forma assembleare, con il consenso unanime degli imprenditori. Se i rincari dei parcheggi nascondono complicità di qualcuno interno al mondo del commercio è bene che si faccia il nome, senza per questo nascondersi dietro il paravento di una categoria. Un’altra bugia (riteniamo che l’estensore dell’articolo sia rimasto per anni lontano dalla città, forse con residenza nel Burundi) il fatto di dichiarare che ‘la categoria dei Commercianti è sempre stata contraria a ogni proposta o scelta del Comune’. E bene sapere che la collaborazione in questi anni c’è sempre stata, intensa e a tutti i livelli istituzionali, su temi riguardanti lo sviluppo e l’ammodernamento della città (vedi il progetto Pisus, la city card, il censimento dei locali sfitti per rimetterli sul mercato ad affitto agevolato, le molteplici e partecipate iniziative promozionali), oltre al sostegno economico, non facile di questi tempi, agli eventi culturali come l’Estate in città, Pordenonelegge e Teatro Verdi. E poi dicono che i commercianti sono evasori. Con una pressione fiscale che tocca il 57 per cento c’è poco da stare allegri. Lo Stato ti preleva tutto costringendo le aziende a chiudere. E se negli anni passati l’azienda ha prodotto utili questi non sono finiti certamente all’estero, ma sono stati reinvestiti sull’impresa e sul territorio. Una precisazione anche sul controllo delle auto nella zona a traffico limitato. La categoria ha più volte prodotto documenti e fatto richiesta di maggiori verifiche agli organi preposti. Se fino ad oggi, però, non si è fatto nulla non è certamente imputabile al settore mercantile. E’ solo una questione di mentalità. I cittadini, che
neppure vogliono prendere i bus per il centro storico, usano l’auto, anzi i suv, per scaricare i propri figli davanti agli ingressi delle scuole, addirittura sopra le strisce pedonali. Tutto, ovviamente, è permesso. Lasciamo stare, poi, l’aspetto qualitativo del commercio che resta per la città, checché se ne dica, di livello. Del resto basta scegliere: ce n’è per tutti i gusti e le tasche. Veniamo invece al comportamento, e sono trascorsi molti anni ormai, di questa classe politica che ci ha portato nel profondo di questa crisi. Una classe impreparata sotto ogni punto di vista, incapace di adottare una seria programmazione al piano di sviluppo del Terziario. Con la devastazione del territorio regionale attraverso l’insediamento di nuove aree commerciali (da Pordenone fortemente contrastate anche attraverso azioni legali), le città si sono desertificate. Per non parlare poi delle liberalizzazioni selvagge che hanno reso la rete commerciale priva di qualsiasi regole e di precise professionalità. La lista, anche in questo caso, sarebbe lunga ma per quanto fatto scelleratamente dalla politica e meglio fermarci qui. Quando mai i politici hanno pensato di tagliarsi stipendi, prebende o vitalizi! Tanto e come sempre paga pantalone. E intanto gli operatori commerciali, così come le altre categorie economiche, sono allo stremo e ci mettono del proprio per riuscire a pagare il personale che proprio nel settore Terziario rappresenta il bacino più rilevante sotto l’aspetto occupazione che per l’economia locale. Bisognerà che qualcuno faccia un mea culpa anche in Friuli Venezia Giulia, ente con circa tremila dipendenti, regolarmente stipendiati da noi cittadini, per un territorio di appena un milione e 200mila abitanti. Maurizio Fioretti Presidente Gruppo Abbigliamento Ascom-Confcommercio (N. Na.) - Dalla lunga risposta dei commercianti – delle cui argomentazioni ci limitiamo a prendere atto – abbiamo capito soprattutto una cosa: che quella dei commercianti è una categoria benemerita, che non sbaglia mai, fa solo del bene e per questo le pubbliche amministrazioni devono dire loro sempre di sì. Ci pare che in troppi abbiano detto e dicano di sì, con il risultato che la soglia delle richieste (e delle lamentazioni) si sposta sempre un po’ più in là.
“Policlinico”, specialisti in coccole alla mamma Il reparto di Ostetricia e Ginecologia è il fiore all’occhiello di una struttura oggi dotata di tre sale parto e servizi all’avanguardia. Da inizio anno i nuovi nati sono già oltre 500. Il presidente Maurizio Sist: “Anche quando sono in ferie la prima cosa che chiedo ai miei collaboratori è quanti bambini sono nati!” È trascorso esattamente mezzo secolo da quando l’ingegnere pordenonese Mario Sist, uno dei primi laureati in ingegneria di un territorio che non era ancora diventato Provincia, concepì il progetto di una clinica privata capace di offrire un servizio sanitario alternativo e aggiuntivo rispetto a quello dell’Ospedale Civile. Correva l’anno 1963. L’Italia e il mondo intero stavano vivendo l’elettrizzante stagione di Kennedy, di Papa Giovanni, dei Beatles. Pordenone rispondeva con l’impennata industriale della Zanussi. Fu in quel clima culturale che nacque l’idea di dar vita alla casa di cura San Giorgio che ancora oggi assiste ogni anno migliaia di pordenonesi (e non solo) e ne viene ricambiata con l’affetto e la fiducia che si riservano ad una “istituzione”. Abbiamo fatto il punto su questa eccellenza locale con l’attuale presidente Maurizio Sist, che ha raccolto il testimone del padre recentemente scomparso. Chi era Mario Sist? Mio padre era originario di Vallenoncello ed era orgoglioso delle sue origini. Era una persona intraprendente su molti fronti. Come ingegnere progettò e visse tanto fuori città. E proprio in questo suo peregrinare lavorativo in giro per l’Italia vide diverse cliniche private di cui volle provare a ripetere l’esperienza a Pordenone. Condivise l’idea con dei fidati compagni di avventura, che ben conosceva: il dottor Piero Brisotto, che in città aveva oltre 5 mila assistiti; e poi i vari Pighin degli autotrasporti, Bertoja, Fracas, Boschi e altri ancora. Riuscì a coaugulare intorno a sé una squadra solida e motivata che lo seguì nell’iniziativa. Da lì iniziò un percorso di sviluppo e di continua evoluzione nelle strutture, nelle attrezzature e nei servizi proseguito fino ai giorni nostri.
svariati milioni di euro che ha portato alla realizzazione della parte nuova inaugurata ad inizio anno. Dal mese di luglio sono iniziati anche i lavori di sistemazione della parte vecchia dell’edificio, che procederanno piano per piano garantendo la continuità del servizio. Al completamento dei lavori anche di questa parte, la Casa di Cura potrà offrire complessivamente uno standard qualitativo più elevato, con stanze non più a tre letti bensì tutte doppie con bagno, tutte insonorizzate, climatizzate e dotate di televisori a led. Quali sono i vostri punti di forza? Diciamo che siamo concorrenziali su tutti i fronti. Però i nostri punti di forza
sono Urologia, Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia. Quest’ultimo ambito, in particolare, oltre a costituire un’autentica eccellenza, è uno dei servizi che curiamo con maggiore attenzione e che, personalmente, mi dà grande soddisfazione. Nel 2009 abbiamo raggiunto il picco di 975 nati in un anno. Poi c’è stato un calo delle nascite dovuto alla crisi. Ora ci attestiamo sui 750, che restano tantissimi considerando che l’Ospedale Civile ne conta poco più di mille ed è molto più grande di noi. Proprio nel reparto di Ostetricia è stato effettuato l’investimento più grosso, che ha dotato la struttura di tre nuove sale parto, una anche per il parto in acqua, e con una sala operatoria apposita creata dentro il gruppo parto. E’ questo un servizio sul quale ci si gioca molto in termini di credibilità e di immagine, per questo vogliamo che sia perfetto. Ma è anche un servizio che ci qualifica e ci rende felici di offrirlo. Anche quando sono in ferie la prima cosa che chiedo ai miei collaboratori è quanti bambini sono nati. Al 31 agosto siamo già a quota 472! Flavio Mariuzzo
Cos’è oggi il “Policlinico”? Oggi la Casa di Cura San Giorgio è un’azienda a tutti gli effetti che, seppur operando in un mercato protetto come quello della sanità, si muove in una logica di impresa, cercando sempre di migliorare il proprio servizio al cliente e di essere attrattiva verso i potenziali clienti. Abbiamo 350 collaboratori, 182 posti letto e un fatturato di circa 30 milioni di euro. I nostri assistiti provengono per il 40% da fuori regione e, grazie anche alla nuova viabilità, il Veneto rappresenta per noi un bacino sempre più importante. Con i nuovi lavori cosa è cambiato e cosa cambierà ancora? Per decisione del nostro Consiglio di Amministrazione, ogni anno l’80% dell’utile viene reinvestito in iniziative di ammodernamento della struttura. Questo ha consentito anche il recente investimento di
FRANK DITURI DELLE COSE NON VISTE
GALLERIA SAGITTARIA PORDENONE / 14 SETTEMBRE 17 NOVEMBRE 2013 FONDAZIONE CONCORDIA SETTE
www.centroculturapordenone.it/cicp
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Settembre 2013
CINEMA
La Città
Dal 5 al 12 ottobre ritornano a Pordenone Le Giornate del Cinema Muto, un “must” della cultura locale di Nico Nanni
Anny Ondra (Credits: Narodni Filmovy Archiv)
Ampi servizi apparsi sulla stampa internazionale (New York Times) e nazionale (Corriere della Sera) fanno supporre che il “clou” delle prossime “Giornate del Cinema Muto” (a Pordenone dal 5 al 12 ottobre) sarà la proiezione in prima mondiale (9 ottobre) di Too Much Johnson, un film di Orson Welles del 1938 considerato perduto, ritrovato con altre pellicole in una cassa abbandonata in una ditta di spedizioni di Pordenone, affidato a Cinemazero e ora finalmente restaurato dalla George Eastman House di Rochester (USA) con il contributo della National Film Preservation Foundation. Ma molti altri sono i motivi di interesse del festival, anche se il ritrovamento della pellicola, con tutto il mistero che lo circonda, “fa notizia”. Tuttavia, avverte Livio Jacob, presidente delle Giornate, «il film ritrovato è la copia-lavoro personale di Welles del film che doveva intervallare la messa in scena dell’omonima commedia di William Gillette di fine ‘800. Ma per vari motivi il progetto fu abbandonato». La prossima edizione delle Giornate risentirà dei pesanti tagli finanziari: un esempio si avrà già nell’evento di apertura (5 ottobre), senza l’orchestra. A inaugurare il festival sarà infatti il contemporaneo e pluripremiato Blancanieves, libero adattamento della fiaba dei fratelli Grimm dello spagnolo Pablo Berger, che «racconta di aver accarezzato il sogno di fare un film muto fin da quando, venticinquenne, aveva assistito alle Giornate alla proiezione di Greed di Eric von Stroheim accompagnato dall’orchestra con la musica scritta e diretta da Carl Davis» dice Piera Patat, del direttivo del festival. E proprio con Carl Davis le Giornate si concluderanno (12 ottobre): il maestro dirigerà in prima internazionale la sua nuova partitura di The Freshman (Viva lo sport, 1925), di e con Harold Lloyd (l’evento, realizzato grazie a Banca Friuladria-Crédit
Dal NYTimes al Corriere, faro sulla prima mondiale dell’Orson Welles ritrovato Credits: George Eastman House, Cinemazero-Cineteca del Friuli
L’incredibile ritrovamento della pellicola del 1938 “Too Much Johnson” considerata perduta e ritrovata in una cassa abbandonata di una ditta di spedizioni pordenonese è la “notizia” dell’edizione 2013 delle Giornate, che pure devono fare i conti con i pesanti tagli finanziari
Joseph Cotten, Arlene Francis (Credits: George Eastman House, Cinemazero-Cineteca del Friuli)
Agricole, avrà una replica il pomeriggio di domenica 13). Le sezioni in cui si articolano le Giornate comprendono una nuova “zoomata” sul cinema muto svedese con la retrospettiva “Sealed Lips” (“labbra sigillate”): una selezione di nove film svedesi della fine degli anni ‘20. Anche l’Ucraina avrà spazio grazie ai film prodotti negli anni ‘20 dalla VUFKU, struttura indipendente dal sistema centrale sovietico, che incoraggiava la sperimentazione, l’innovazione, l’avanguardia. Un nuovo importante capitolo riguarderà la presentazione della prima parte di un’ampia retrospettiva dedicata al Messico a cura dello studioso Aurelio De Los Reyes e incentrata sui documentari relativi agli ultimi anni della dittatura del generale Porfirio Diaz e al complesso periodo della prima grande rivoluzione del XX secolo, che portò alla nascita di un nuovo stato. I film sono stati restaurati grazie a un sostanzioso investimento del governo messicano e alla
Beggars of Life, con Louise Brooks
Edgar Barrier (Credits: George Eastman House, Cinemazero-Cineteca del Friuli)
sponsorizzazione della veneta IRCA-Zoppas Industries. Vi sarà poi la retrospettiva dedicata all’attrice ceca Anny Ondra, che festeggia anche i 60 anni del Narodni Filmovy Archiv di Praga; saranno ricordati i 50 anni della Deutsche Kinemathek di Berlino; continueranno “Il canone rivisitato”, ovvero l’esplorazione pluriennale dei “classici” del muto, e il “Cinema delle origini” con l’ultima tranche di film della australiana Collezione Corrick; il “cinema d’animazione” farà conoscere lavori poco visti degli animatori sovietici degli anni Venti; non mancheranno “Riscoperte e restauri” con un focus su film muti tedeschi. Il “cinema italiano” celebrerà il bicentenario di Giuseppe Verdi con il restauro di una preziosissima copia del film biografico Giuseppe Verdi nella vita e nella gloria, realizzato da Giuseppe De Liguoro nel 1913; dello stesso anno sarà I Promessi Sposi di Eleuterio Rodolfi, con Gigetta Morano.
Zapata (Credits: Filmoteca de la UNAM-Messico)
La Città
TEATRO
Settembre 2013
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Presentata la stagione 2013-2014 di prosa, musica, lirica e danza del Teatro Giuseppe Verdi di Pordenone
Musica nuova per le aziende Un cartellone più ricco e prezzi invariati, la rinnovata attenzione ai giovani e alle famiglie, nuovi progetti culturali e collaborazioni accanto al consolidamento di quelli già avviati, il massimo utilizzo di tutti gli spazi: nasce con queste caratteristiche la Stagione 2013-2014 del Teatro Verdi di Pordenone, che sarà inaugurata anche quest’anno – il 15 settembre - con un concerto-evento organizzato per sostenere la ricerca scientifica nella lotta ai tumori. Come si fa a fare sempre di più e sempre meglio con meno risorse? E soprattutto come è evoluta la missione del Teatro che recentemente ha rinnovato il proprio Cda confermando alla presidenza Giovanni Lessio? Proprio con lui abbiamo parlato di questi temi. Presidente, come è cambiato in questi ultimi anni il teatro? Lo sforzo più grande è stato far passare il messaggio che il teatro è un’impresa dello spettacolo. Per questo una delle prime cose che ho fatto da presidente è stato cercare un dialogo con le associazioni di categoria. Cosa ha portato a casa? Le associazioni hanno capito che il teatro può sposare le loro strategie per il territorio. Che può essere utile anche all’economia. Il rapporto con le aziende funziona? L’approccio è ancora troppo mecenatistico. La collaborazione con il teatro invece dovrebbe rientrare in una congegnata operazione di marketing e comunicazione. Abbinarsi ad un progetto culturale di qualità può migliorare il posizionamento di un’azienda. Può accrescere la visibilità di quell’azienda in un determinato mercato strategico per l’export. Può contribuire a sviluppare nuove relazioni a livello nazionale e internazionale. È su questi aspetti che vogliamo spingere, ma è un approccio che implica un cambio di mentalità. Ci vuole del tempo. Cosa fa il teatro per avvicinare gli imprenditori? Anche l’offerta culturale del teatro deve rispondere ai bisogni delle aziende. Uno di questi bisogni oggi è sicuramente legato al tema dell’internazionalizzazione. Per questo abbiamo rafforzato il settore della musica che, per definizione, è un linguaggio universale e trasversale. Per attuare efficacemente questa visione avevamo bisogno di un direttore artistico come
foto Luca D’AGOSTINO
Lessio: “Potenziato il linguaggio universale e trasversale della musica che può accompagnare l’internazionalizzazione delle imprese, favorirne le relazioni e la visibilità. Ma gli imprenditori locali devono crederci e stringersi intorno al proprio Teatro”
IL PROGRAMMA
Tra le macerie del dopoguerra morale con la commedia del grande Eduardo Su il sipario il 15 settembre con il concerto-evento finalizzato a raccogliere fondi per il Cro di Aviano. Il 18 subito una prima nazionale con il progetto Proust in collaborazione con pordenonelegge.it. A seguire il grande omaggio alla commedia di Eduardo e una rivoluzionaria stagione musicale
Per la sezione di prosa affidata alla direzione artistica di Emanuela Furlan, citiamo subito il focus su Eduardo De Filippo, attraverso la rappresentazione di alcuni suoi piccoli/grandi microcosmi che raccontano della caduta dei valori di cui vediamo oggi il “dopoguerra morale” ed economico. Un omaggio dovuto e voluto al grande drammaturgo declinato in un percorso ancor più accattivante perché sostenuto dal teatro della grande tradizione di Luca De Filippo (La grande magia, 31 gennaio, 1 e 2 febbraio), la ricerca di un camaleontico Fausto Russo Alesi (Natale in casa Cupiello, dall’8 al 10 novembre) e la modernità di uno straordinario Toni Servillo coadiuvato dall’eccellente prova del fratello Peppe (Le voci di dentro, 18 e 19 novembre). Arriva poi in teatro il premio Oscar Il discorso del re (dal 14 al 16 febbraio) di David Seidler, con Filippo Dini e Luca Barbareschi. E ancora, dal cinema, Quando la moglie è in vacanza (29, 30 novembre e 1. dicembre), celeberrima pellicola, ora nuova commedia musicale con Massimo Ghini, Elena Santarelli e la regia di Alessandro D’Alatri. Una nuova cifra stilistica caratterizza il cartellone musica e danza, realizzato dal nuovo direttore artistico Maurizio Baglini, che verte su tre temi di ampio respiro. Lo studium, ovvero la filosofia di ricerca e sperimentazione che porta la musica d’arte a una continua evoluzione. Da segnalare,
in particolare, la maratona con giovanissimi pianisti dell’Accademia di Hong Kong (Maratona Hong Kong, 10 febbraio, in esclusiva per il Teatro di Pordenone). Il progetto Proust (18 settembre, prima nazionale), con l’accostamento fra musica e la popolarità di pordenonelegge.it, si lega alla sperimentazione di cui l’arte necessita per rinnovarsi. Il secondo tema è quello della memoria. In luogo di un’unica giornata della memoria (27 gennaio), sei giornate, tutte celebrative di una riflessione storica necessaria. Gustav Mahler, già presente nella serata con Mario Brunello (19 ottobre, prima nazionale) in veste di solista e direttore, sarà veicolo fondamentale nella rivisitazione di compositori vittime perché ebrei. Il verdiano Nabucco (5 novembre) suggella il fattore diaspora e la commistione etnografica tra civiltà orientale e occidentale. La musica etnografica, infine, comprende concerti a tematica geografica, per scoprire, attraverso la danza classica, quella moderna e la musica di ogni profilo culturale - pop, classica, barocca e jazz- le geografie planetarie del panorama musicale. A partire dal concerto inaugurale con la fulgida Russia che si propone in due vesti contrapposte: radicata nella propria cultura storica con Čajkovskij ed esportata in America grazie a Rachmaninov.
Maurizio Baglini, un pianista di fama mondiale che, oltre a essere una garanzia di qualità, ha portato in dote al teatro un bagaglio di relazioni di alto livello. Quale posizionamento vuole darsi il teatro? La strada imboccata è quella della sperimentazione e dell’avanguardia, sul modello delle Giornate del Cinema Muto, che oggi portano a Pordenone esperti provenienti da ogni angolo del mondo e veicolano il nome e le peculiarità del nostro territorio. Allo stesso modo le prime assolute inserite nel programma 2013-2014 si propongono di incuriosire, di far parlare, di sorprendere con la qualità che anche un teatro di provincia può irradiare. Quindi dovrebbe essere interesse di tutti sostenere chi fa cultura di qualità. O no?
Scontiamo le rivalità campanilistiche e lo scollamento tra il capoluogo e i mandamenti. Il Verdi viene ancora vissuto come il teatro della città. Fatica a diventare un punto di riferimento a livello provinciale, anche se la situazione sta lentamente migliorando. Ciò che manca a Pordenone, inoltre, per esempio rispetto a Udine, è l’attaccamento alle proprie istituzioni e ai propri simboli. All’occorrenza le grandi aziende e le istituzioni friulane si stringono a difesa degli interessi del territorio. A Pordenone ciò non accade, anche quando al teatro vengono tagliati 300 mila euro di contributi pubblici. È così anche in altri ambiti, con progetti che restano al palo come l’ospedale, il carcere e l’università. F.M.
SOTTO LA LENTE
Sempre più Amici del Teatro La Stagione 2013-2014 è organizzata dall’Associazione Teatro Pordenone con il fondamentale sostegno dei soci fondatori, Comune di Pordenone, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia di Pordenone e la rinnovata adesione dei soci onorari Banca Popolare FriulAdria Crédit Agricole e Camera di Commercio di Pordenone. Gli Amici del Teatro per la Stagione 2013-2014 sono Aleapro, Casa di cura “San Giorgio” Pordenone, Cimolai spa, Confcommercio imprese per l’Italia - Pordenone, Confcooperative Pordenone, Cro di Aviano, Friulovest Banca, Futura, Graphistudio spa, Molino di Pordenone, Peressini spa, Progetto & Sviluppo, Servizi CGN, Tipografia Sartor, Unione Industriali Pordenone. La campagna abbonamenti è iniziata il 7 settembre, con precedenza ai rinnovi. Dettagli e informazioni complete sul sito www.comunalegiuseppeverdi.it, tel. 0434 247624
Comune di Pordenone Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Provincia di Pordenone
≥ Abbonamenti dal 7 Settembre Infoline 0434 247624 www.comunalegiuseppeverdi.it
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La Città
APPUNTAMENTI
Settembre 2013
Dal 14 settembre al 17 novembre alla Galleria di Arte Moderna una mostra sui linguaggi dell’informazione
Gianluigi Colin,
“
il filo rosso della creatività nel caos apparente della vita La mostra Gianluigi Colin - Caos Apparente, promossa dall’Amministrazione Comunale, con il sostegno di Veneto Banca e la partecipazione di IDeA FIMIT sgr, Fondazione Corriere della sera e De Plano, insignita della medaglia della Presidenza della Repubblica, verrà inaugurata a PArCo Galleria d’arte moderna e contemporanea “A. Pizzinato” il 14 settembre e rimarrà aperta fino al 17 novembre 2013. Si tratta di una mostra site specific, curata da Fulvio Dell’Agnese, che affronta il tema dei media e della comunicazione: una riflessione critica sul mondo dell’informazione che condiziona le nostre coscienze e le nostre vite. Di grande impatto visivo ed emotivo, con un allestimento site specific realizzato con la collaborazione di alcuni studenti neodiplomati all’Istituto d’arte di Cordenons, comprende un omaggio a Giovanni Antonio De’ Sacchis detto Il Pordenone, ai pordenonesi di ieri e di oggi. I testi del catalogo sono a cura di Fulvio Dell’Agnese, Aldo Grasso, Arturo Carlo Quintavalle, Vincenzo Trione. www.artemodernapordenone.it
di CLELIA DELPONTE
”
Davanti a un concittadino illustre, i cui meriti sono riconosciuti ufficialmente dall’Accademia San Marco, è sempre affascinante ripercorrere gli anni della gioventù e della formazione, per capire quali fatti e incontri hanno lasciato il segno. Nel caso di Gianluigi Colin fotografo, studioso e docente di comunicazione, artista dal forte impegno civile e art director del Corriere della Sera - fondamentale è stato l’aver seguito con slancio e naturalezza le proprie passioni, pittura, grafica, regia, fotografia, e soprattutto quell’atteggiamento curioso che l’artista consiglia ad ogni giovane che voglia intraprendere una professione nei media, ma non solo. Fu la curiosità a spingerlo ad assistere un anno prima agli esami di maturità, dove incontrò il fotografo del Messaggero Veneto che gli propose di sostituirlo la domenica. “Il mio primo reportage – ricorda Colin - fu ad un funerale a seguito di una sparatoria in una caserma. Usavo una Olympus 35 mm: ero più rapido degli altri e usavo il grandangolo, insomma avevo una visione moderna e dinamica”. Ma fu il Piccolo, redazione di Pordenone, ad essere un laboratorio a 360° … “E’ stata una scuola d’umiltà. Le prime riunioni le facevamo nella camera di Francesco Durante, con sua mamma che ci portava il caffè e la pastiera. Io facevo di tutto, dal fattorino al reporter: una gavetta straordinaria, nella quale già esprimevo le mie potenzialità multitasking. Con Pierluigi Odorico, che
GALLERIA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA ARMANDO PIZZINATO Viale Dante, 33 - PORDENONE
www.artemodernapordenone.it ORARI DA MARTEDI A S
Con la partecipazione di
Assessorato alla Cultura
NIC
IUSO LUNEDI
Con il sostegno
Catalogo
Gianluigi Colin con i neodiplomati all’istituto d’Arte di Cordenons
ricordo con grande affetto, andavamo a fare le foto col suo Galletto. Con lui avevo cominciato a lavorare al giornale della Provincia (per il quale facevamo grafica, titoli e alcuni pezzi) su richiesta del mio professore di filosofia, Guido Porro, che era assessore, persona di spessore che credeva nei giovani. Odorico, che scriveva molto bene, fu assunto nella redazione di Milano, dove si faceva Il Piccolo Illustrato, una sorta di antesignano dei magazine, e dopo breve lo raggiunsi perché c’era molto lavoro. Furono anni memorabili: il nostro primo alloggio era un albergo a ora nel cuore di Brera, frequentato da prostitute e travestiti, questi ultimi a me prima ignoti. Quando Pierluigi fu richiamato prima a Trieste e poi al Gazzettino, io rimasi a Milano e fui assunto al Corriere partecipando a un bando interno. A determinare l’assunzione furono di certo le mie molteplici competenze (fotografia, grafica, scrittura), ma anche il mio buon carattere e la mia capacità di risolvere i problemi, di non perdere mai la testa (esemplificata dal mio andare al lavoro fischiettando e giocherellando sul cordolo del marciapiede, che venne notato positivamente dal caporedattore): questo in virtù di una formazione avuta qui in Friuli, dove c’è la cultura del fare, una visione pragmatica dell’esistenza, con una madre di origini contadine, che mi ha trasmesso il senso profondo del legame con la terra e una visione semplice e saggia della vita”. Quali altre persone la sostennero negli anni della formazione dandole delle opportunità? “Marina Portelli, altra mia docente del liceo, che mi fece fare dei corsi di fotografia ai compagni e il parroco di Vito D’Asio che nel 1976 mi commissionò un film sulla storia del paese, che avrebbe poi girato il mondo tra le comunità friulane, per promuovere la raccolta fondi pro terremotati. Pordenone con tutti i suoi stimoli mi ha dato davvero la possibilità di andare a Milano”. Quale scuola ha seguito? “Sostanzialmente sono stato un autodidatta, ho seguito le mie passioni studiando per conto mio e sono andato a bottega al giornale. Però già al liceo avevo le idee chiare: il mio sogno era fare il fotografo per il National Geographic”.
LO SPIGOLO
Aspettando gli Alpini di Nico Nanni
Allora, il 2014 sarà l’anno degli Alpini a Pordenone! L’assegnazione alla città dell’adunata nazionale è un evento da far tremare i polsi: sul piano organizzativo (come farà una città di 50 mila abitanti a ospitare 300-400 mila persone nello spazio di un paio di giorni?) e sul piano delle ricadute che da esso potrebbero derivare a Pordenone e al suo territorio. Sul piano organizzativo non abbiamo dubbi che tutto filerà liscio come sempre nelle adunate alpine, ben conoscendo la capacità degli Alpini e dei loro dirigenti nel risolvere ogni tipo di problema (ci piace ricordare un fatto troppo spesso dimenticato: quando gli Stati Uniti d’America stanziarono fondi per realizzare opere durature nel Friuli terremotato, la gestione di quei fondi venne affidata proprio all’Associazione Nazionale Alpini e – per limitarci al solo nostro territorio provinciale – furono realizzate due scuole, a Maniago e a Spilimbergo, e un centro anziani a Pordenone). Ciò che invece ci preoccupa è il livello di capacità
10 E con soli
di “sfruttare” l’evento sul piano promozionale per la città e il Friuli Occidentale. Perché ciò sia possibile bisognerebbe che l’intera popolazione venisse sensibilizzata alla cosa, l’adunata non restasse un fatto “solo” degli Alpini, ma divenisse veramente un evento per tutti. Al momento – ci pare e speriamo di sbagliarci – la cosa è vissuta dai più o con ignoranza (non conoscenza) o con fastidio (oddio, chissà che casino in città!): manca insomma un vero coinvolgimento, che deve essere reale e consapevole e vissuto sin da ora e non solo nei giorni dell’adunata. Secondo punto: ma chi di dovere – enti pubblici, Camera di Commercio, associazioni di categoria e quant’altri – cosa aspettano a cercare le risorse necessarie per promuovere sin da oggi (non domani: potrebbe essere troppo tardi) Pordenone almeno in Italia? È vero che l’adunata è già in sé un ottimo veicolo promozionale, ma per essere efficace per il territorio andrebbe preparata a dovere. Attendiamo con fiducia!
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