Domenica Sport - Speciale Pordenone Calcio

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Suppl.1 al n. 16 di Domenica Sport del 18-05-2014 ANNO XVII - (Stagione sportiva 2013-2014) Quindicinale di informazione sportiva Direttore responsabile: Flavio Mariuzzo Coordinamento editoriale: Piergiorgio Grizzo Foto: Archivio Domenica Sport Progetto grafico: Francesca Salvalajo Registrazione presso il Tribunale di Pordenone n. 438 del 15/09/1997 Spedizione in a. p. - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Pordenone SEDE: Pordenone, Viale Trieste, 15 Telefono 0434.240000 - Fax 0434.208445 www.domenicasport.org e-mail:info@domenicasport.org

PORDENONE CALCIOSpeciale

DOPO LA GRANDIOSA ADUNATA DELLE PENNE NERE, VENERDÌ 16 MAGGIO PIAZZA XX SETTEMBRE OSPITERÀ LA FESTA UFFICIALE PER LA PROMOZIONE DEL PORDENONE CALCIO IN LEGA PRO, CON INIZIO ALLE ORE 20

E PENSARE CHE LA CHIAMANO

“PORDENOIA” di Piergiorgio Grizzo

La promozione del Pordenone Calcio, domenica 4 maggio, ha colorato di neroverde piazza XX Settembre con i giocatori stessi protagonisti e mattatori, sull'ormai mitico pullman scoperto, di una bella e spontanea festa popolare. Un moto genuino che solo il calcio nel nostro Paese sa suscitare. Perché, nonostante i suoi tanti mali, resta il gioco più amato, più diffuso, più intellegibile. Una festa che è stata il degno “aperitivo” di quanto è accaduto nel fine settimana successivo con il colossale carnevale alpino rappresentato dall'87esima adunata delle Penne Nere, un evento epocale che per tre giorni ha trasformato la nostra città in una specie di Rio De Janeiro. Una mareggiata di festa, entusiasmo, sorrisi, solidarietà, aggregazione. Una bella botta di vita per Pordenone, che ormai sembra averci preso gusto. Infatti venerdì 16 maggio la principale piazza cittadina ospiterà

un'altra grande kermesse, la festa ufficiale per la promozione dei Ramarri, con inizio alle ore 20 . E l'estate sportiva deve ancora cominciare. Alle porte ci sono i Mondiali in Brasile, che potrebbero prolungare ancora quest'onda di festa, di calore e di entusiasmo. E poi c'é ancora chi si lamenta. Chi dice che Pordenone è una città grigia, anonima, dove non c'è mai niente da fare. Chi la chiama “Pordenoia”. Paradossalmente sono gli stessi che, per esempio, quando ci sono le grandi manifestazioni come l'Adunata, spariscono per l'interno week end. Quelli che non partecipano mai a niente, quelli che sanno solo criticare, “gufare” o peggio remare contro. Purtroppo ce ne sono tanti qui da noi. Ed è forse questo il più grande limite della nostra città e del nostro territorio. L'incapacità di fare sistema, di lavorare, faticare e gioire assieme. Troppe invidie, troppe fazioni,

In primo piano nella foto: Denis Maccan, autore del goal del 2 a 1 ad Este, che ha sancito la promozione del Pordenone Calcio

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SPECIALE PORDENONE CALCIO LA PROMOZIONE NELLA LEGA PRO UNICA DEL PORDENONE CALCIO È ARRIVATA DOMENICA 4 MAGGIO 2014, GRAZIE AL 2-1 DI ESTE E AL CONCOMITANTE 1-1 DEL MARANO, RIVALE DI TUTTA UNA STAGIONE, A MONFALCONE

2014, L'ANNO DEL RAMARRO

Si ritorna in terza serie nazionale dopo ben 50 anni. La società neroverde da quando è ritornata nelle mani di gente credibile, con solide radici nel territorio, ha dimostrato di saper lavorare con passione ed umiltà La promozione nella Lega Pro unica della società del presidente Mauro Lovisa è arrivata domenica 4 maggio 2014, grazie al 2-1 di Este e al concomitante 1-1 del Marano, rivale di tutta una stagione, a Monfalcone. E' stato il degno epilogo di una stagione trionfale per il Pordenone di mister Parlato, determinato e consapevole della propria forza nell’andarsi a prendere quell’obiettivo che era in agenda dall’estate. Un’agenda di idee chiare e concrete della dirigenza, di investimenti, oltre che sulla prima squadra, sul settore giovanile, il Pordenone del futuro (un futuro nazionale), che intanto forma giocatori-uomini e regala titoli (Juniores tra le top 16 d’Italia, Allievi regionali e sperimentali, Giovanissimi sperimentali campioni Fvg). La serie C è tornata in riva al Noncello dopo 12 anni. Si trattava di C2, però. Questa è Lega Pro unica, serie nobile fra la B e quella che sarà la nuova D. Una terza serie che mancava così da 50 Il bomber Emil Zubin anni. La città ha dato subito un segnale forte, riempiendosi di neroverdi festanti. Ad accogliere gli eroi di Este, giunti su un pullman scoperto, c’era una piazza XX Settembre piena di gente, passione ed entusiasmo. Tantissimi ragazzi del Settore giovanile e collaboratori della società, gli ultras sempre presenti e sempre più numerosi, famiglie, sponsor, simpatizzanti, curiosi, addetti ai lavori. Insomma, il 2014 sarà ricordato come l'anno del Ramarro, definizione coniata

sulle colonne del Gazzettino da un nostro stimato collega. E l'oroscopo cinese non c'entra: in questa stagione i neroverdi hanno saputo puntare dritti alla promozione e ad uno spettacolare doppio salto di categoria. Chi vince attira le folle festanti, è normale. E infatti al “Bottecchia” quest'anno si è rivisto finalmente un buon pubblico. Ma non c'è solo questo nel nuovo, riconquistato appeal di quella storica e gloriosa maglia neroverde. Il Pordenone Calcio in questi ultimi anni, da quando ha fatto pulita di avventurieri e faccendieri, ed è tornato nelle mani di gente credibile, con solide radici nella società sportiva e nel territorio, ha dimostrato di saper lavorare con passione ed umiltà. Ha rifondato un settore giovanile, fatto di ragazzi che risiedono qui. E si sa che il primo bacino di sostenitori di un club sono proprio gli atleti stessi e le loro famiglie. “Siamo e continueremo ad essere una società pulita e trasparente. Pochi proclami, tanto lavoro ed obbiettivi fattibili, un passo alla volta. Stiamo cercando di gestire una società di calcio come fosse un'azienda, con ruoli, competenze e responsabilità ben chiare. Vogliamo valorizzare al massimo le nostre risorse umane, leggasi i tanti ragazzi che si allenano sui campi del centro Bruno De Marchi”. Insomma, la società e la squadra ci sono, la città pure. Prepariamoci a vivere l'esaltante avventura che si chiama Lega Pro.

ANNO SPORTIVO 2013-'14. PORDENONE CALCIO PROMOSSO IN LEGA PRO

LA STAGIONE E LA SOCIETÀ IN SINTESI

Il mister Carmine Parlato

Nella stagione 2013-'14 il Pordenone Calcio è stato autore di una cavalcata trionfale, culminata con la vittoria nel campionato di serie D (Ramarri primatisti con 85 punti) e la promozione in Lega Pro, anche detta Serie C, ossia la categoria che, con la recente riforma dei campionati, costituirà dal prossimo anno la terza serie nazionale. Il traguardo è stato centrato solo all'ultima giornata, con la vittoria in trasferta sull'Este (1 a 2, goal decisivo di Denis Maccan). Un finale al photofinish, nonostante la squadra abbia incassato una sola sconfitta in stagione ed abbia accumulato un punteggio record. Ma il suo principale competitor, il Marano Vicentino, ha a sua volta viaggiato a passo di record. E così ha fatto la Sacilese, terza classificata, a dimostrazione di quanto il campionato appena concluso sia stato equilibrato e competitivo. La squadra neroverde ha avuto il miglior attacco e la miglior difesa. Emil Zubin, capitano, italo-croato, è stato il capoccanoniere del girone (27 reti in 28 gare giocate). 14 sono stati i giocatori a segno. Zanardo 9 centri (e 9 assist), Maccan 7 e così via.

Il 19 gennaio, con la doppietta al Dro, Zubin ha toccato quota 200 gol in carriera fra serie C e D. Sicuramente fra i migliori giocatori di tutta la categoria. Il Pordenone ha collezionato una striscia record nelle prime 10 gare, tutte vinte, e ha subito il primo gol alla decima giornata. La sua porta è rimasta inviolata per 853 minuti. Questo l'esito degli scontri diretti con il Marano Vicentino: all'andata a Pordenone 2-0 neroverde (doppietta di Zubin), al ritorno 0-0. Negli ottavi di Coppa Italia, gara secca a Pordenone, vittoria neroverde 2-1 (Bearzotti,Zubin; Ferretti). I Ramarri si sono fatti onore anche nella Tim Cup 2013/2014: Nocerina-Pordenone 0-2, PescaraPordenone 1-0.Nella Coppa Italia di serie D sono arrivati fino ai quarti di finale, prima di essere eliminati dal Pontisola. Dietro alla prima squadra c'è anche un settore giovanile al vertice in Friuli Venezia Giulia in tutte le categorie e con piazzamenti nazionali. Il vivaio neroverde, che ha il suo quartier generale nello splendido centro sportivo “Bruno De Marchi”, conta oltre 200 tesserati.


TRE DOMANDE AL VICE PRESIDENTE DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA, SERGIO BOLZONELLO, APPASSIONATO DI CALCIO, EX GIOCATORE E TIFOSO NEROVERDE DI LUNGHISSIMO CORSO

“UNA SOCIETÀ SOLIDA, CHE HA GRANDI PROSPETTIVE PER IL FUTURO” Tre domande secche a Sergio Bolzonello, ex sindaco di Pordenone, oggi vice presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Da primo cittadino della nostra città è stato tra i principali artefici della rinascita del Pordenone Calcio e del nuovo corso guidato dal presidente Mauro Lovisa. Soprattutto è un appassionato di calcio (giocatore nelle fila del mitico Don Bosco) e un tifoso neroverde di lunghissimo corso. - Da tifoso di vecchia data e da uomo delle istituzioni come ha accolto questo successo sportivo? “Si tratta di una vittoria e di una promozione che aspettavamo da dodici anni. La soddisfazione è enorme sia per il risultato sportivo ottenuto, sia per la consapevolezza che tale traguardo è stato reso possibile grazie all’impegno di una solida società che ha grandi prospettive per il futuro”. - Tornando al Bolzonello tifoso, quali sono i ricordi più belli e le delusioni più cocenti legate al “grande romanzo” del Pordenone Calcio?

“Momenti difficili sono stati la sconfitta in casa con il Valdagno che ha precluso la promozione del Pordenone Calcio e poi gli anni della retrocessione a seguito delle note vicende societarie. All’opposto, un momento di straordinaria gioia è stata la promozione in serie C del Pordenone Calcio durante il mio primo anno di mandato da Sindaco. Ed è una coincidenza per me estremamente significativa che ora, al mio primo anno d’ incarico come Vicepresidente della Regione, la nostra squadra ritorna a giocare nel campionato di serie C”. - Se fosse lei oggi il presidente della squadra, cosa farebbe per prima cosa in vista dell’ingresso nei “Pro”? O meglio che suggerimenti si sentirebbe di fare al presidente Lovisa? “Mauro Lovisa non è solo il presidente del Pordenone Calcio, ma è soprattutto un grande amico a cui sono molto riconoscente per il suo impegno e passione; valori che ovviamente sono condivisi da tutti coloro che sostengono questa squadra. Il Presidente non ha bisogno di suggerimenti, ma solo il sostegno di nuovi

NEI PROGRAMMI DEL PRESIDENTE DEI RAMARRI, MAURO LOVISA, UNA SALVEZZA SENZA AFFANNI IL PROSSIMO ANNO E UN'ALTRA PROMOZIONE DA RAGGIUNGERE NEL MEDIO TERMINE. SEMPRE CON LA POLITICA DEI PICCOLI PASSI

PENSARE IN GRANDE, LAVORARE DURO Mauro Lovisa è il bomber che infiniti lutti addusse alle avversarie dei Ramarri. Il cannoniere più prolifico della storia neroverde con una media “mostruosa” di quasi un goal a partita (58 centri in 60 match tra il 1995 e il '97). Il Pordenone Calcio è una società ricca di storia, blasone e tradizioni. Oggi, dopo alterne fortune, ha finalmente raggiunto quella solidità societaria che è il necessario viatico per arrivare ad obbiettivi importanti. La città di Pordenone meritava una squadra che possa reggersi in piedi stabilmente sul palcoscenico del calcio professionistico e finalmente sembra averla trovata. Proprio questo è stato l'obbiettivo primario della dirigenza giudata dall'ex bomber, che da giocatore non ha raggiunto il professionismo, anche se lo avrebbe ampiamente meritato, ma ora ha saputo conquistarlo per la società che presiede e per la città. Ed ora, sempre mantenendo il profilo basso, come è nel suo stile, il presidentissimo sta già programmando il futuro. “Intanto punteremo a consolidare la categoria, salvandoci possibilmente senza soffrire troppo, ma l'obbiettivo nel medio termine, diciamo nell'arco di 3-4 anni potrebbe essere la serie B. Continueremo a lavorare con il profilo basso, ma pensando in grande. E' la nostra filosofia da quando eravamo in Eccellenza”. “Credo – riprende Lovisa - che questa città se lo meriti e che il nostro territorio abbia le risorse necessarie per raggiungere questo traguardo. Ho notato un risveglio nell'imprenditoria pordenonese, c'è un rinnovato entusiasmo, negli ultimi tempi ho visto allo stadio gente che non vedevo da dieci anni”. “Altro progetto da mettere in agenda – continua – è quello di un nuovo stadio. Un impianto all'altezza di una città che vuole crescere, che possa servire il territorio per i prossimi conquanta anni. Per il calcio, ma anche per il grande rugby internazionale e per altri eventi. Ci stiamo già ragionando, ovviamente è un'idea che non si concretizzerà dall'oggi al domani”.

imprenditori e della passione dei tifosi; due elementi questi fondamentali per proseguire questo percorso di soddisfazioni che, sono certo, ci regalerà ancora nuovi ed importanti traguardi”.

I COMMENTI DI GIANPAOLO ZUZZI, GIANCARLO CALIMAN, EMILIO FELLUGA E DEL SINDACO DI PORDENONE, CLAUDIO PEDROTTI

“UNA VITTORIA PER LA CITTÀ” Gianpaolo Zuzzi è socio, insieme ad Ezio Maccan e Mauro Lovisa, della Srl che controlla il Pordenone Calcio. Un imprenditore da sempre vicino al mondo dello sport e al calcio in particolare. “Questa promozione mi ha regalato una gioia immensa – spiega – è l'ideale conclusione di un ciclo iniziato una decina di anni fa, quando rifondammo il Pordenone, ripartendo da una culla del calcio cittadino, il Don Bosco. All'epoca la squadra blu arancio era arrivata in Promozione, una categoria difficile da gestire per la dimensione oratoriana e allo stesso tempo la società neroverde stava rischiando la perdita del titolo sportivo. Con l'allora sindaco Sergio Bolzonello, anch'egli ex oratoriano, portammo il Don Bosco al Bottecchia.” “Insomma – continua Zuzzi – sono orgoglioso di aver contribuito a questa rifondazione. Penso, nel mio piccolo, di avere fatto qualcosa per la mia città. Per il futuro spero che la nostra classe imprenditoriale sia meno indifferente, che si riesca a coinvolgerla un po' di più”. Grandissima soddisfazione anche per Giancarlo Caliman, delegato provinciale del Coni di Pordenone: “La promozione del Pordenone in Lega Pro è un fatto storico per la città. Un ritorno atteso decenni. La terza serie è la dimensione che Pordenone meritava e credo che avere il Pordenone così in alto sarà sicuramente un grande stimolo per tutto il nostro movimento calcistico”. Infine il pensiero di un grande e stimato uomo di sport, l'ex presidente

del Comitato Olimpico del Friuli Venezia Giulia, Emilio Felluga: “A volte il destino sa anche scrivere delle splendide storie. Che bello essere in serie C sta scritto in un poster e mi permetto di aggiungere, che è ancora più bello se il tutto avviene nell'ambito di una meravigliosa festa del proprio pubblico in un momento euforico creato dagli alpini. Con tante storie negative che il calcio professionistico sta ultimamente offrendo, mi permetto di aggiungere la mia soddisfazione per questa promozione, che avviene in un clima di autentica sportività in una citta ancora sana. Vivi complimenti ed un sentito grazie da chi ama lo sport vero!”. Così il sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti: “Sembra quasi che il modo di reagire a questa crisi che morde ogni giorno abbia portato ad una reazione che è cominciata nello sport. E' un segnale importante per tutta la città che ci aiuterà ad affrontare, con lo stesso spirito, i problemi che abbiamo davanti. Quello del Pordenone calcio non è un risultato arrivato per caso: società robusta, presidente Lovisa grande ex e di particolare leadership, team di gestione preparato ed esperto. Quello che deve essere sottolineato ancora di più è il settore giovanile, vero tesoro della società. E adesso, cosa ci aspetta? Credo che sia dovere di tutti essere vicini a questa squadra per seguirne il viaggio, aiutandola al meglio. L'amministrazione farà la sua parte e sarà di stimolo a livello regionale perché il nostro ruolo ed il nostro valore vengano concretamente riconosciuti”.


Un ringraziamento speciale alla TIPOGRAFIA SARTOR

SPECIALE PORDENONE CALCIO LA GRANDE SAGA DEL PORDENONE CALCIO RIPERCORSA DA PIERLUIGI BASSO, TIFOSO DI LUNGHISSIMA DATA. I RUGGENTI ANNI SESSANTA, LA DELUSIONE DI VALDAGNO, L'ERA DI UGO CAON. FINO AL NEW DEAL PARTITO DAL DON BOSCO E PROSEGUITO CON MAURO LOVISA

CINQUANT'ANNI DI ININTERROTTA MILITANZA NEROVERDE

“Ho iniziato a seguire il Pordenone a sei anni, contagiato da mio zio Carlo, che era un tifoso sfegatato. Fu lui a portarmi allo stadio le prime volte e a farmi innamorare dei colori neroverdi. Era la stagione 1963-'64”

>> continua dalla prima pochissimo spirito di appartenenza. Sia da parte dei nuovi che dei vecchi pordenonesi. Perché siamo noi i primi a sottovalutare la nostra terra, a minimizzarne i pregi e le ricchezze, a non riuscire a superare quel complesso di inferiorità, che ci auto relega in una dimensione da provincia piccola piccola. La vittoria del Pordenone Calcio non è il simbolo del riscatto e della rinascita, non risolverà i problemi dell'Electrolux e dell'Ideal Standard, non rilancerà la nostra esangue economia. E' solo un fatto sportivo. Ma, visto che il calcio nel nostro Paese non è solo sport, ma fenomeno di massa e di costume, questa promozione può aiutare anch'essa, noi tutti, a ritrovare l'orgoglio di essere figli di questa terra. La crescita di un territorio non si misura solo con i fatturati, ma anche con la capacità di fare vivere bene la propria gente, creando occasioni di aggregazione, di socialità, di condivisione, di arricchimento culturale. Pordenone offre tanto, più di quanto noi stessi immaginiamo, nella cultura, nell'arte e nello sport. Dobbiamo crederci, interessarci e partecipare. Solo così possiamo crescere ancora. Il Pordenone Calcio può diventare l'icona sportiva del nostro territorio. A patto che riesca a competere anche nel professionismo continuando ad attingere dai nostri vivai, coinvolgendo anche le altre società, e creando una squadra che non sia una legione straniera di semplici mercenari, ma una squadra che parli pordenonese. Fatta in massima parte di ragazzi nati e cresciuti qui, che si facciamo vedere in città, che la vivano, che respirino la nostra aria. In questo senso sembra che la società di Lovisa stia già lavorando bene: alle spalle della prima squadra sta già crescendo un settore giovanile di ottimo livello. L'uomo copertina di questo speciale non poteva essere che Denis Maccan, pordenonese doc, un cognome e un volto nostrani. L'autore del goal partita ad Este, l'atto che, di fatto, ha sancito questa storica promozione. Il mio personale sogno sarebbe vedere in serie B un Pordenone Calcio composto da 11 Denis Maccan, cioè di ragazzi nati tra Pordenone, Brugnera, Sacile, Azzano, Pasiano, San Vito, Casarsa, Aviano, Maniago, Spilimbergo. Undici ragazzi che parlino il nostro dialetto e che siano orgogliosi di vestire la maglia neroverde, di vivere qui e di orgogliosamente contribuire, nel loro piccolo di giocatori di calcio, alla crescita a tutto tondo della nostra terra.

Da sinistra: il Pordenone 1962-'63. Mauro Lovisa festeggiato dai tifosi al termine della vittoriosa stagione 1995-'96. Foto tratte dal libro di Dario Perosa "Pordenone Calcio- La storia dei Rammarri", Edizioni Biblioteca dell'Immagine

Erano cinquant'anni che il Pordenone Calcio non militava nella terza serie nazionale, quella che all'epoca era la serie C e che oggi si chiama Lega Pro. Cinquant'anni di vittorie, sconfitte, delusioni, illusioni, successi, che costituiscono una grande, appassionante saga sportiva. Pierluigi Basso, commercialista, classe 1957, tifoso neroverde di lunghissima militanza, questi cinquantanni li ha vissuti tutti, tra la tribuna e il “prato” del “Bottecchia” ed anche sui campi degli spareggi o delle trasferte di cartello affrontate dai Ramarri in questo mezzo secolo. “Ho iniziato a seguire il Pordenone a sei anni – racconta – contagiato da mio zio Carlo, che era un tifoso sfegatato. Fu lui a portarmi allo stadio le prime volte e a farmi innamorare dei colori neroverdi. Era la stagione 1963-'64.” “Quegli anni – continua – non erano particolarmente esaltanti per il Ramarro. La società viveva ancora dei ricordi dell'epoca felice del presidente Cirielli, quando in società c'era anche Lino Zanussi e il Pordenone era una filiale della Juventus. Gli anni di Renato Cesarini allenatore, di giocatori come Del Grosso e Aggravi. E poi della squadra allenata da Ninni Varglien, che conquistò un terzo posto finale a quota 40 punti, alle spalle della Pro Patria, promossa in Serie B, e del Bolzano, che rappresenta l'apogeo agonistico del club”. “Erano anni ruggenti, in cui le domeniche allo stadio avevano ancora il sapore di una sagra paesana. I pordenonesi doc alla domenica dopo pranzo si ritrovavano al Caffè Municipio e quindi si dirigevano al “Bottecchia”, che era la vera “radio” del tifo neroverde. Lo storico gestore Bruno Redivo si interessava di informare tutta la città del risultato del match, quando il Pordenone giocava in trasferta. Non c'erano all'epoca coperture televisive o radio e per i tifosi non c'era quindi altro modo che telefonare al Caffé”. “Nel 1970, invece, ci fu il giorno nero della storia neroverde, il famigerato spareggio di Valdagno, da tutti considerato la più grande delusione nella storia del Ramarro. Dopo un campionato emozionante si dovette ricorrere allo spareggio, disputato contro il Trento sul rettangolo, appunto, di Valdagno. Quattromila pordenonesi incitarono la squadra, un vero e proprio esodo, ma al termine del match arrivò una cocente sconfitta per 2-0. Peccato perché quella era una grande squadra, con i terzini Iut e Piva,

Renzulli all'ala e Dal Balcon centravanti. Lauro Canese portiere e al centro della difesa “Ruspa” Bernardis, sanguigno friulano, rimasto nel cuore dei tifosi per la sua grinta”. “Arrivò poi la gestione di Ugo Caon, che si aprì con la promozione in C2, conquistata il 20 maggio 1979, davanti a tremila persone allo stadio “Bottecchia”: la squadra superò il Montebelluna e di quella partita si ricorda soprattutto lo splendido goal di testa di Del Frate, imbeccato magistralmente da un cross di Ezio Vendrame”. Negli anni Ottanta ci furono campionati di sofferenza in serie C. Di quel periodo ricordo soprattutto la grinta del grandissimo Adriano Fedele, protagonista prima in campo, poi in panchina”. “Nel 1989 – '90 iniziò la parentesi da dimenticare di Giuseppe D’Antuono, che fece precipitare la squadra addirittura in Prima categoria”. “Seguirono la lenta risalita e gli anni di Ettore Setten, durante i quali si videro al Bottecchia anche degli ottimi giocatori. Su tutti quel Giovanni Soncin, che, a detto degli addetti ai lavori, rimane il giocatore più raffinato che abbia vestito la casacca neroverde nelle epoche più recenti. Senza dimenticare tra gli anni Novanta e il 2000 i vari Daniele Pasa, Soave, Prediali, Baiana”. “Il ritorno in C2 avvenne nel 2001-'02 con in panchina prima Adriano Fedele e quindi Paolo Marin. Qui probabilmente si vide il Pordenone più bello, quello in grado di esprimere il gioco più spettacolare”. “Poi un'altra parentesi da dimenticare con la gestione di Lino Mungari e quindi, nel 2004-'05, la rinascita partita dal Don Bosco e architettata da Giampaolo Zuzzi, ex presidente oratoriano, Gian Paolo Zanotel e dall’allora sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello”. “Il resto è cronaca, con la vittoria ad Este e la bellissima festa in piazza, che a breve sarà replicata. La notizia della promozione si è sparsa a macchia d'olio. Ho ricevuto perfino una telefonata dal Vietnam, dall'amico Carlo Zavagno, che da qualche anno ha aperto un'attività imprenditoriale in quel paese. Tra l'altro la sua squadra aziendale veste le maglie neroverdi del Pordenone Calcio. Come a dire che il Ramarro vanta dei tifosi appassionati anche dall'altra parte del mondo”.


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