L AN X
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Ephemeris discipulorum licei gymnasiique M.Foscarini
DICEMBRE 2013 - Numero 12 - Anno 27 “Ho imparato cosi tanto dai miei errori che sto pensando di continuare a farne” Anonimo
SomMario ERRARE HUMANUM ERAT
L AN X
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Ephemeris discipulorum licei gymnasiique M.Foscarini
IL LANX È DISPONIBILE ANCHE ONLINE SU ISSUU.COM ALLA VOCE lanxfoscarini
Mia nonna ha una soffitta in cui non entro da anni. In questa soffitta c'è un badile. E a me fa ridere la parola badile. La mia compagna di banco sostiene che sulle tartine col gorgonzola ci vada mascarpone ed anche � erba cipollina. Alla mia età la prozia Luisona saltava i fossi per lungo. Poi li hanno interrati.
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Editoriale
Maria Vittoria Buiatti
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Ipse Dixit
Ulisse (Nessuno)
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Rubrica: Riflessioni
Francesca Ballin
Ma tutto questo non c'entra proprio niente con quello che volevo dire. Infatti con questo mio articolo di spalla intendevo 6 solamente esplicitare il quiz che la redazione ha cripticamente lanciato nello scorso numero. � La tacita domanda del gioco era : " quale sarà il tema del prossimo Lanx?" come sicuramente tutti gli acuti lettori avranno notato, gli articoli erano intrisi di indizi. Vi ringraziamo per aver partecipato così numerosi, a 7 breve comunicheremo il vincitore. Per i meno acuti, che si sono lasciati trarre in inganno e hanno interpretato i refusi di 8 stampa come clamorose "sviste" dovute all' ignoranza degli autori, sveliamo il mistero. Il filo conduttore è infatti "gli errori"! Il premio che verrà assegnato allo studente o alla stu- 9 dentessa più rapido/a ad intuire la soluzione è un pacco di salviette verdi da tenere di scorta per quando in bagno non c'è più nulla con cui asciugarsi le 10 mani. Ci scusiamo ma a causa della crisi non ci sarà nessun premio di consolazione. 11
di Benedetta Favaro
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LANX / DICEMBRE 2013
Gli errori: riflessioni (e divagazioni)
Rubrica: Attialità for dummies 2.0
Lisa La Marra
Errori Periodici
Leonarda Artale
Riflesse Riflessioni
Eddy Lizia
Critica dell’errore puro
Stefano Pravato
Tratti in inganno
B.F.
Avere gusto nell’errore
Silvia Fregonese
Speciale
Silvia Fregonese
La nuova Ala Est: l’inizio di un viaggio
Ode al fanciullino
Ida ac
Autogestione: perché?
Pietro Mangini
12 Oroscopo & Posta
René De’ Ecarte
Lanx Direttore:
EDITORIALE
Benedetta Favaro (3B)
Redazione:
Francesca Ballin (3DE) Beatrice Campisi (4AE) Silvia Fregonese (4AE) Lisa La Marra (4AE) Leonarda Artale (1AE) Marina Barecchia (3B) Stefano Pravato (1CE) Stella Oran (1CE) Marco Zecchillo (1CE)
Disegni:
Silvia Fregonese (4AE) Furio Visintin (Veterano)
Impaginazione:
Benedetta Favaro (3B) Marco Ciotola (Veterano)
Responsabili di produzione:
Giacomo Zamprogno (3B)
Per info e suggerimenti rivolgersi a:
Benedetta Favaro (3B) Silvia Fregonese e Lisa La Marra (4AE)
Oppure potete contattarci all’indirizzo e-mail:
foscarini.lanx@gmail.com
Hanno collaborato in questo numero: René De’ Ecarte Ulisse (Nessuno) Ida ac
Disegno di copertina: Silvia Fregonese (4AE)
“Sbagliando si impara”. Se non la frase più comune tra i liceali sicuramente nella top ten del nostro vocabolario. A volte può essere una scusa, altre volte una morale, altre ancora una vera lezione: dal mio punto di vista ogni errore in parte lo è. Questi compagni di vita ci permettono di rimetterci in gioco in qualsiasi ambito; ogni uomo può sbagliare, ma non deve dimenticarsi che può anche rimediare. Spesso ci viene ripetuto che commettere errori è negativo, che non abbiamo capito, che abbiamo deluso, che abbiamo torto, ed inevitabilmente la nostra coscienza bussa alla porta e dice “è si, hai proprio sbagliato!”. Per capire di aver preso un granchio in fondo non abbiamo bisogno di qualcuno che ce lo dimostri, noi lo sappiamo già benissimo, forse non abbiamo il coraggio di ammetterlo. Ecco, questa è la questione: il coraggio. Prendere delle cantonate significa aver osato, averci provato senza la sicurezza o la consapevolezza di un successo, ma
aver tentato ugualmente senza demordere. Se ognuno di noi vedesse ogni sbaglio come una piccola impresa saremmo tutti ottimisti e felici, ma è chiaro che non è così; tendiamo a colpevolizzarci per i nostri strafalcioni come se ogni azione fosse irreversibile. Forse lo è, nel senso che non la potremo mai ripetere esattamente identica, però abbiamo la possibilità di rimediare correggendo ciò che non ci è sembrato giusto e sfruttando ancora quel coraggio che è l'errore. Errare, sbagliare, è come errato e sbagliato, è come dire che se sbagli allora sei nel male, nel non vero, nel non giusto. Fare un ragionamento del genere è come vedere tutto o bianco o nero, senza darsi possibilità di mettersi in gioco, di tentare; nessuno di noi è nato già educato o con un libretto delle istruzioni. Ognuno di noi ha la possibilità di imparare, di formarsi e l'errore è solamente un esempio di apprendimento, è una possibilità, ma non una fine. (continua a pagina 4)
di Maria Vittoria Buiatti LANX / DICEMBRE 2013
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Ipse Dixit
Ipse Dixit
IOVANE: I prof, tranNe quelLi catTivi, sono tutTi buoni. MEZZAROBA: Ricordo di averti visto dopo gli esami di recupero. TIZIANO: No, prima. MEZAROBA: No, dopo, ricordo di aver pensato: "Meno male che lo vedo ora che è stato promosSo, se no mi acColtelLava in questa calLe buia". VOI: L'anNo scorso mi pareva di andare alLa deriva, quest'anNo mi sento in pieno Egeo! SABBADIN: RagazZi, ci sono pomerigGi dove non sapeta cosa fare e cercate lo spacCiatore nuovo: ecCo l'arte vi preserva da questo!
MEZZAROBA: Cambiamo argomento, cambiamo argomento, cambiamo argo e poi mento. ANDREA: Prof, non mi interRoghi dal posto! SABBADIN: Siete abituati al confesSionale, questa cosa è poco laica! MEZZAROBA: Tagliati i capelLi, DolcetTa, che sembri un cinghiale anguicrinito! Che sia come Sansone? AlLora non tagliarteli fino a venerdì che c'è versione! MEZZAROBA: E alLora vi propongo voti altisSimi e declamo "Andreolo è un profesSore che tormenta a tutTe le ore" e voi mi dite "ma prof, é sprecato! Vada a fare il poeta!"
ANDREOLO: Ma gavè bevuo? Vi siete mangiati un ANDREA: Ma a me non piace Pisano! SABBADIN: Cosa sono, un juke-box? Se non ti piace barile di Mon-cheri e il liquore vi ha dato alLa testa? cambi bar e torni quando c'è la musica che piace a te?
Nos Diximus NICCOLO': Ho tropPi pochi muscoli nelLa mano mentre la Gei ha solo quelLi. per questo scrivo poco. MARINA: E' di MagritTe? Di quanti chili? MEZZAROBA: Per il campo da TenNis sono già d'accordo con il prof. Andreolo.. NICCOLO': Un dopPio? Contro l'AntonelLi e la Caprani?
EDITORIALE
SOFIA: Sono diventata tropPo calma e patata! EDOARDO: Prof, scusi se la disturbo, ma mi ha preso in ostagGio la matita di Ulisse (Nessuno)
di Maria Vittoria Buiatti
(continua da pagina 3) L'errore è la libertà di fare ciò che tu ritieni giusto, l'errore è la libertà di rompere le convenzioni ed andare oltre, di superare i propri limiti e magari poi tornare indietro e rivedere tutto il percorso. L'errore è l'inizio di una via che è unica per ciascuno di noi e che porta a quella che è la verità per noi. Non esistono fallimenti, ma solo tentativi. Sbagliare è una possibilità in più che ci viene data quindi perché sprecarla?
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LANX / DICEMBRE 2013
Rubrica
Gli errori: riflessioni (e divagazioni)
Ci è stato detto un sacco di volte (tante che deve avere per forza della verità in sé, ed abbastanza,anche, perché non ci abbiamo mai pensato seriamente) che “è sbagliando che si impara”. Soprattutto a scuola, gli errori rivestono un ruolo fondamentale; sono, in un'immaginaria catena che costituisce anello dopo anello la nostra formazione, un passaggio obbligato ed imprescindibile. Sbagliare non è soltanto un'eventualità o una possibilità, e neppure si riduce a pegno da pagare in vista di un sapere futuro; assume, invece, i connotati di una tappa fondamentale dell'esperienza. Wilde aveva intriso di ironia il celebre aforisma in cui affermava che “l'esperienza è il nome che diamo ai nostri errori”: noi lo prendiamo un po' più sul serio. Non posso dire se sia giusto o no, ed è probabile anche che nessuno sia in grado di farlo; il fatto è che gli errori, a dispetto di opinioni e giudizi, e soprattutto indipendentemente dal nostro controllo, esistono, e fanno parte della nostra quotidianità. Non è poi così difficile accettare di averne commessi; messo da parte l'orgoglio, resta da compiere un'impresa ben più ardua, ovvero trovare il modo di ricavare dall'errore un insegnamento; si tratta di incamminarsi per un sentiero tortuoso e dissestato, e tentare di arrivare a vedere il panorama dall'alta vetta dell'esperienza. Risulta quasi pericoloso imbarcarsi in quest'avventura dove nessuno ci può guidare e siamo affidati soltanto a noi stessi; pure, diventa necessario riuscire a superarla, se davvero vogliamo crescere. Nel mondo in cui viviamo, che continua a incitarci a nascondere i nostri errori, a cercare sotterfugi sempre nuovi pur di non ammettere di aver sbagliato, governati da consuetudini che ci negano la possibilità di costruire la nostra personalità sulla solida base della consapevolezza di poter sbagliare, la scuola è il primo luogo dove possiamo imparare che gli errori sono un nostro diritto, ed hanno un valore. È soltanto impegnandoci e collaborando, continuando ogni giorno a ricercare un insegnamento non soltanto da ciò in cui riusciamo bene, ma anche e soprattutto da ciò che ci riesce peggio, che abbiamo la possibilità di essere umani davvero; non macchine finalizzate al risultato, ma esseri che riconoscono l'importanza del viaggio da compiere per arrivare alla meta. Impariamo ad imparare, prendiamoci il diritto di sbagliare.
di Francesca Ballin LANX / DICEMBRE 2013
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Rubrica
Attualità for dummies 2.0
Pino, Prosciutti e Prescrizione Situazione tipo: un negozio di alimentari denuncia il furto di due prosciutti. Fatte le dovute indagini, emerge che il signor Pino è sospettato di aver rubato i due preziosi alimenti. Si apre un processo, valido per i successivi quattro anni. Prima dell’udienza di Pino ce ne sono altre 1206, quindi la data del processo viene fissata in prossimità della scadenza dell’accusa, cioè poco prima delle scadenza dei quattro anni. Per un caso (più o meno) fortuito, però, il giudice si vede impossibilitato a presenziare al processo. La seduta viene quindi ulteriormente posticipata a una data che sfora il limite di tempo previsto. Il signor Pino a questo punto non può più essere incriminato e l’accusa di aver rubato i prosciutti decade. Ora, se vi è ben chiara la vicenda del signor Pino, diventa molto semplice applicare a tanti altri reati penali il principio di quella che viene chiamata prescrizione. Come potete immaginare però questa pratica, pur essendo pensata per tutelare gli imputati, certe volte può danneggiare chi i torti li subisce. E’ giusto quindi lasciare in libertà un possibile ladro di prosciutti? È possibile evitare che il giudice vada in ferie nel periodo di un processo vicino all’archiviazione? A voi il compito di cambiare le cose.
di Lisa La Marra
Opinioni
Errori Periodici
Appena ho scoperto il tema centrale del Lanx di questo mese, ho fatto davvero fatica a trovare un'ispirazione: mi sembrava troppo banale ribadire per l'ennesima volta le solite cose del tipo “sbagliando si impara”, frasi che sentiamo ogni giorno e dappertutto, proprio perché sbagliamo in continuazione da quando siamo nati, e non la smetteremo mai. Qualunque persona può essere lì in agguato con una penna rossa mai scarica, a volte per pignoleria, altre volte semplicemente per farci capire che possiamo sempre e comunque migliorare. Certo, non sempre è facile ammettere le proprie sviste e sarà capitato certamente a tutti di voler vedere al rogo qualcuno che ce le ha fatti notare senza neanche troppi indugi. Noi adolescenti siamo i maghi dell'errore: sappiamo ripeterlo all'infinito, smettere immediatamente; riusciamo a nasconderlo con maestria, ma poi non ci tratteniamo e lo confessiamo ridendo per la nostre sciocchezze... Come sto facendo io in questo momento: vedete che anche io alla fine sto parlando di cose che tutti conoscono? Ho inevitabilmente sbagliato ancora... e temo (o spero?) di non smettere mai.
di Leonarda Artale
Attualità
Riflesse Riflessioni
Catastrofe: continui crolli circondano città! Che cosa capita? Celate crepe cinta cigolanti, corti circuiti, colonne chiostri che crollano, cavi contorti, classi contate. Chi colpevole causa caos? Che cause? Contemporanea crisi, cospicui costi. Critica complessiva: circostanze cacose!
di Eddy Lizia
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LANX / DICEMBRE 2013
Opinioni
Critica dell’errore puro Quando si parla di errore umano si intende una stupidaggine prodotta da qualche persona che l’ha fatta grossa provocando effetti negativi, e ovviamente scaricando le colpe su altri. Qualunque sia la natura mistica di questo oscuro termine abusato e sopravvalutato, una cosa è certa: l’autore dell’errore umano non è mai lo stesso che lo fa notare… L'attività umana, da Adamo ai giorni nostri, è costellata da innumerevoli sbagli, ora insignificanti, ora catastrofici. Da ciò si può intuire che gli strafalcioni appartengono alla sfera delle (poche) competenze umane patrimonio di tutti (se non prendo un abbaglio). Ma allora, perché solo alcuni tipi di errore sono detti umani? Non lo so. Forse l’unico motivo per cui non si chiamano solo errori e basta è che, dato il concetto per cui identificare nei propri simili i responsabili delle proprie disgrazie è utile per ripulirsi la coscienza, aumentare il proprio livello di autostima ed accrescere le difese immunitarie, appare chiaro che l'uomo ha saputo trarre goduria diabolica dall'aver capito che, mediante opportuni stratagemmi, può mettere nei guai un proprio simile. Lo scaricabarilismo, quindi, ha portato ad identificare quel tipo di errori come umani, anche quando sono semplici castronerie perfettamente evitabili. Va bene, è inutile nasconderlo: se volete proteggervi da un errore umano mentre siete in crociera, per esempio, controllate almeno che il capitano non sia proprio QUELLO LI’. L'errore umano è preesistente all'uomo; nessuno ovviamente ha mai avuto il coraggio di affermarlo a testa alta, eppure lo sanno tutti. Nella realtà dei fatti, esso è precedente ad ogni cosa, perfino al Big Bang. Stava lì, ad occupare l'immensa e vacuità pre-tutto, in attesa dello sviluppo di un Sistema solare dotato delle condizioni essenziali per la sopravvivenza e la continuità della specie. Quando anche questa condizione fu soddisfatta, l'errore umano si diffuse nel mondo, evolvendosi ed assumendo le caratteristiche attuali. Chiunque ne è portatore. Può essere che esso trascorra gran parte del tempo in forma latente, per poi fare un'improvvisa e teatrale comparsa, rendendo il portatore lo zimbello della situazione. Come è giusto che sia: un errore è sempre umano ma non è mai casuale. Comunque il malcapitato è sempre colpevole. Chi si ritiene inattaccabile dall'errore umano è in realtà portatore per niente sano dell' “errore umano originale". Questo spiega anche perché i camici bianchi occupino le primissime posizioni nella classifica degli errori umani con le peggiori conseguenze (seguiti ovviamente dalla stirpe degli Schettini). Non esistono DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) particolarmente efficaci per mettersi al riparo dagli effetti devastanti di un errore umano. Istintivamente si è portati ad indossare due pannoloni ultra-assorbenti, oppure andare in giro con un ombrello di acciaio inossidabile. C'è chi si chiude in casa, chi si tappa le orecchie, chi costruisce un bunker sotterraneo, chi aderisce a Scientology, chi pensa di giocare d'anticipo suicidandosi o massacrando ignari passanti. Non manca chi si imbottisce di psicofarmaci e chi si trasferisce in qualche sperduto monastero. Nessuna di queste tattiche però mette al sicuro al 100% dall'errore umano. L’errore umano c’è sempre stato e sempre esisterà, per nostra grande sventura. Cercate perlomeno di non farlo dilagare troppo.
di Stefano Pravato LANX / DICEMBRE 2013
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Opinioni
Tratti in inganno Era una tiepida (gelida) giornata di sole (diluviava) e, assieme ai miei (poco) simpatici compagni di classe, mi apprestai ad accompagnare un gruppo di impavidi (piagnucolosi) studenti con i loro intrepidi (odiosi) insegnanti alla Biennale. Incredibilmente nè i ragazzi nè i professori (con a seguito presidi e parentado) hanno richiesto di andare in battello dalla stazione ai giardini facendosi accompagnar da me. Ma soprattutto, gli adulti non sono scesi alla fermata prima (disguidi di cui non sarei stata incolpata se fosse avvenuto). Fortunatamente, essendo inizio ottobre, nessuno si è lamentato per il freddo e tutti hanno prestato la massima attenzione alla spiegazione della guida comportandosi sempre in modo molto educato. Non sono stata insultata da un docente e non ho dovuto girare assieme alle mie amiche per tutta l' area espositiva cercando "Stefano quello coi nostri panini". Infine non abbiamo appreso da una telefonata che i vincitori del concorso per cui tutto quell'adorabile ammasso di gente che è venuto a Venezia se ne erano tornati in albergo senza avvertire e non siamo state pregate di far loro da postine. Dunque, visto che tutte queste cose non sono successe, è stata una giornata bellissima, in cui ho appreso che i pranzi al sacco della biennale son ottimi, che l' apparenza inganna("va gratis alla biennale e ti offrono anche il pranzo") e che non bisogna mai fidarsi di Zampretta e Dolciogno.
di B.F.
Curiosità
Avere gusto nell'errore
Errare humanum est. Abusiamo ancora una volta di questa espressione d'antico lignaggio e concediamoci un tour fra gli errori che han fatto la storia della cucina. Partiamo dai biscotti con le gocce di cioccolato, che furono prodotti la prima volta da Ruth Wakefield, quando la cuoca, a corto di cacao, mise nell'impasto scaglie di cioccolato sperando che fondessero. Ciò non accadde ed una nuova ricetta venne venduta alla Nestlé per gratificare i palati delle moltitudini. I ghiaccioli invece furono inventati da Frank Epperson, che dimenticò un bicchiere di limonata sul porticato con dentro uno stecco. Durante la notte la bibita gelò e la mattina l'undicenne scoprì che la sua svista aveva avuto esiti meravigliosi. Aspettò di compiere 18 anni e brevettò il gelato col nome di Popsicle. La crepe Suzette pare sia nata dalla goffaggine di Henry Charpentier, che, preparando una crepe per Edoardo VIII, fece cadere del liquore che a contatto col fuoco si infiammò. Non avendo tempo da perdere, assaggiò la crepe e trovandola squisita la fece comunque servire al principe, che la apprezzò. E le patatine? Anche queste nate per sbaglio. Difatti il cuoco George Crum, dopo che un cliente ebbe più volte rimandato indietro le sue patate fritte lamentandosi del loro spessore, decise per ripicca di tagliare le patate molto sottili e farle croccanti e salate. Invece di far un dispetto al cliente, il suo piatto fu apprezzato ed acclamato. Ma la lista degli incidenti culinari dal grande successo è lunga: la salsa Worcestershire, la tarte tatin, i cornflakes, i nachos, la Coca-cola, i coni gelato e chi voglia aggiungere le sue ricette, si accomodi!
di Silvia Fregonese
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LANX / DICEMBRE 2013
Speciale inaugurazione
La nuova Ala Est: l'inizio di un viaggio Il 14 ottobre 2013 è una data che passerà alla storia del Foscarini e, seppur più discretamente, anche a quella di Venezia. Durante la cerimonia di inaugurazione di sabato neppure le temperature glaciali e i discorsi troppo lunghi sono riusciti a spegnere l'entusiasmo per la nascita di questa "Ala Est"dal nome che ci sembra a dir la verità un po' estraneo, perchè noi studenti siamo abituati a chiamarlo, anche se probabilmente ancora per poco tempo, l'"ala nuova". Ed in effetti si tratta del primo edificio scolastico completamente nuovo da molti anni nella storia veneziana, e di uno dei pochi in Italia di classe energetica A, completamente costruito seguendo i dettami della bioedilizia. I complimenti per l'impegno del nostro rettore, del consiglio di amministrazione e di tutte (e non sono poche) le organizzazioni coinvolte nella realizzazione dell'edificio, sono fioccati nei discorsi delle autorità invitate a parlare alla cerimonia, ovvero la presidente della Provincia Zaccariotto, l’assessore all’edilizia scolastica Gasparotto, la soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici Renata Codello, l'architetto responsabile Alessandro Pedron, due professori universitari, Mario Infelise e Carlo Magnani, il dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Domenico Martino, e infine Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia. E non dimentichiamo l'intervento della nostra rappresentante d'istuituto, Maria Vittoria Buiatti, il cui discorso è stato forse quello che più ha colto il significato di questo nuovo edificio per noi, che la scuola la abitiamo e in essa abbiamo bisogno di trovare una seconda casa. Una casa a volte piena di tormenti, certo, ma pur sempre casa.�E a voler confermare le sue parole è il massiccio contributo che come studenti abbiamo dato, non solo nell'organizzare la cerimonia, ma pure nel sopportare senza perdere il senno il fracasso dei lavori degli ultimi mesi, sottofondo costante delle lezioni, la cui assenza ora ci priverà di una scusa per non avere sentito nulla della spiegazione. Questa inaugurazione ha due facce, da una parte è l'inizio formale e gioioso di un nuovo viaggio, dall'altra è un addio, carico di una certa nostalgia, per coloro di noi che ricordano ancora gli anni scorsi. Ma per citare Lev Tolstoj: “come sempre suole accadere in un lungo viaggio, alle prime due o tre stazioni l'immaginazione resta ferma nel luogo di dove sei partito, e poi d'un tratto, col primo mattino incontrato per via, si volge verso la meta del viaggio e ormai costruisce là i castelli dell'avvenire”. Quindi non meravigliatevi, una di queste mattine mentre camminate sui tappeti rossi che rivangano i ricordi del buffet di sabato, di vedere un'allucinazione in cui sventolate orgogliosi il diploma di maturità, appesi come scimmie felici ai frangisole. Dopotutto sono solo castelli in aria.
di Silvia Fregonese
LANX / DICEMBRE 2013
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Pensieri
Ode al fanciullino
O giovane tu che mi fissi con aria stupita, dimmi cos'è che ti sconvolge? Temo non sia la mia beltà n'è lo sgargiante colore della mia veste. O giocondo figliuolo, credo di indovinare ciò che desta la tua espressione tanto bovina. Che sia forse il tuo sconcerto provocato dalla vista delle mie fattezze da fanciulla che si apprestano ad uscire da un angusto locale, tutto bianco ( compresa quella strana sedia di ceramica col buco al centro) che sulla porta, su di un cartello altrettanto candido reca scritto MASCHI? O tenero pargoletto, quando il simposio si protrae a lungo e gli altri odorosi alloggi fruibili non sono, non dobbiamo forse liberare la vescica anche noi indifese giovinette? Te ne prego, inesperto rampollo, non t'inquietar e non mostrar più il ceruleo occhio da prodotto ittico lungamente lessato.
di Ida ac
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Autogestione: Perché?
Approfondimento
Da molti anni mi sento rifare la domanda 'perché autogestione?' e finora purtroppo non ho saputo dare risposte abbastanza soddisfacenti. Finalmente però adesso ne posso dare una. E' semplice: autogestisco perché voglio dare un esempio di come voglio il mio percorso di studi. Credo infatti che la scuola debba per prima cosa istruire chi ci entra a vivere in una società e perciò debba insegnare a essere critici per poter diventare un individuo e non una marionetta che fa quello che gli viene detto. L'attuale sistema infatti non insegna a pensare sui temi proposti ma semplicemente a impararli, imponendo un blocco di nozioni uguale da troppo tempo che tende a rendere secondaria la sensibilità di ogni ragazzo. nfatti la ormai classica lezione frontale provoca questo effetto collaterale: tende a far passare il punto di vista del docente come vero ed unico possibile, reprimendo un'eventuale diversa lettura dello studente. Questo porta a valutare tutti i giovani secondo uno stesso metro povero e eccessivamente egualitario che non tiene minimamente conto delle propensioni naturali di ognuno ma valuta solamente quello che si è in grado di ripetere, stile pappagallo. Credo che tutto ciò sia sbagliato ed è per questo che ormai da almeno 5 anni si continua quasi ininterrottamente a manifestare per le strade, perché si chiede una riforma della scuola che abbia un senso, che sia una Riforma, non un semplice taglio ai fondi, che riesca a cambiare non solo la scuola in sé ma anche il modo in cui gli italiani guardano i giovani, che sono giovani uomini pensanti con delle loro idee e dei loro principi, e non una massa acefala di cuccioli da ammaestrare secondo un modo di pensare ormai obsoleto per la società multietnica in cui viviamo oggigiorno, ma che vuole essere conservato in nome di chissà quale principio. Voglio una scuola che parli argomenti attuali e non solo di quanto bella era la classicità, una scuola in cui parli di tematiche che riguardano le persone della mia età come la legalizzazione delle droghe leggere piuttosto che conoscere vita morte e miracoli di personaggi più o meno secondari che vissero mille anni fa, una scuola che mi spieghi che corpo e mente vanno conosciuti alla stessa maniera, senza svalutare l'importanza di uno dei due, una scuola che mi insegni l'importanza del rispetto delle altre persone, una scuola che mi guidi nel mio diventare persona, creando un ambiente creativo e stimolante, aperto all'innovazione, senza creare competizioni distruttive tra i ragazzi imponendo loro di sacrificare il tempo che dedicherebbero ai loro interessi per dedicarlo studio. Questa è la scuola che vorrei e per questo io autogestisco.
di Pietro Mangini
LANX / DICEMBRE 2013
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Oroscopo
OROSCOPO
dato che gli scioperi dell' ACTV sono diventati una tradizione come la festa della salute ma senza dolcetti. E che i battelli sono come la Madonna (li vedono solo i miracolati), svegliateci prima per non arrivare in ritardo e fare come Alex Schwartz in calle Racchetta.
Se siete Marco Pannella o Oliver Twist è momento giusto per prenotare in mensa. porzioni sono sufficienti a soddisfare fabbisogno calorico giornaliero medio una formica.
non disperate nelle difficoltà. Anche nei momenti più bui i vostri cari vi sosterranno numerosi come le fans di Zamprogno fuori dalla 3B a ricreazione
Non fatevi illusioni. Se vi dicono che siete indie sappiate che significa che siete sciatti e vi vestite male.
Cercate di non entrare nella spirale delle canzoni natalizie interpretate da afroamericane gorgheggianti e il vostro Natale sarà per lo meno tollerabile.
Luna in trigono con Mercurio a densità 13 volte maggiore di quella dell'acqua. Avete superato il vostro limite mensile di selfies. Niente più foto per due settimane, nemmeno a Natale.
Non siate scriteriati nel fare nuove zie: il buon gusto di una persona è nalmente misurabile in base al modo questa addobba l'albero. Non fidatevi chi mette le lucine.
Venere in quadratura con Urano impoverito. Gli astri dicono di non essere prolissi come Kant all'Oktoberfest.
amicirazioin cui MAI di
C'è aria di cambiamento. Il momento che stavate aspettando per tagliarvi i capelli, partire per un'avventurosa crociera o fare una rinoplastica è arrivato.
Sole in congiunzione a 6° con massime di 15° sereno variabile con locali piovaschi. Questo mese sarà particolarmente intenso, tanto che Piero ed Alberto Angela vi dedicheranno una puntata di Ulisse.
I pesci rossi sono gli animali domestici più en vogue nelle classi del foscarini. Comportatevi di conseguenza o, se volete fare gli anticonformisti, addottate un varano.
Magicarp usa splash ma non succede nulla.
POSTA "La Giorgia dice che voi maschi del foscarini siete tutti brutti" da un'amica della Giorgia "Odio chi è falso, mellifluo e fa le manche strategiche" da Bugs Bunny "Il tuo commento sul mio stile di scrittura ha ferito il mio orgoglio. Te la farò pagare.” da The Boss
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