Lanx 4/27

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NUMERO 4

APRILE 2014

N LA X

ANNO 27

Ephemeris discipulorum licei gymnasiique M. Foscarini


aprile 2014QUATTRO

SomMario

“Bisogna somigliarsi un po' per comprendersi, ma bisogna essere un po' differenti per amarsi.”

Paul Géraldy

INDICE

LANX Direttore

3

Indie-pendente Editoriale

BENEDETTA FAVARO ZOE AMBRA INNOCENTI

4

Diversità Lettere ai posteri

FRANCESCA BALLIN BENEDETTA FAVARO

5

Ipse dixit Nos diximus

6

Pillow fight day

LISA LA MARRA

7

Diversi tra i banchi

STEFANO PRAVATO

Nathalie Carraro (Veterana) Furio Visintin (Veterano)

8

La diversità in noi

LEONARDA ARTALE

Giacomo Zamprogno (3B)

9

Poliedrica nornmalità

SILVIA FREGONESE

Alvise Dolcetta (3B) Giacomo Zamprogno (3B)

10

Giochi

11

Test

12

L2

Benedetta Favaro (3B)

Vicedirettore

Lisa La Marra (4AE)

Redazione

Francesca Ballin (3DE) Beatrice Campisi (4AE) Silvia Fregonese (4AE) Lisa La Marra (4AE) Leonarda Artale (1AE) Marina Barecchia (3B) Stefano Pravato (1CE) Stella Oran (1CE) Marco Zecchillo (1CE)

Disegni

Impaginazione

Responsabili di produzione Collaboratori Paola Fox Ulisse (Nessuno)

Fondatori nuova edizione Furio Visintin Alex Talon

Non la sapevi Oroscopo Posta

Nuovo progetto grafico Giacomo Zamprogno

Numero dal rilancio del periodico dell’autunno 2011: 17 Per informazioni e suggerimenti potete rivolgervi ai membri della redazione o scrivere alla mail foscarini.lanx@gmail.com. Il Lanx è disponibile anche online su issuu.com alla voce lanxfoscarini. La copertina di questo numero è opera di Nathalie Carraro. L’edizione del mesile è a cura del Liceo Marco Foscarini con la collaborazione della Cassa di Risparmio di Venezia.

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OPINIONI

INDIE-PENDENTE Benedetta Favaro

Adesso mi dovete spiegare cos'è successo. Per anni e anni sono stata una "sfigata coi maglioni della nonna" perché indossavo (ed indosso) maglioncioni di lana in inverno e maglioncini di cotone nelle mezze stagioni - di solito in estate non metto maglioni però rigorosamente provenienti da guardaroba altrui (mamma, papà, nonna) e perché ascoltavo musica sconosciuta. Poi da un giorno all'altro ho cominciato a sentirmi dire "come sei indie", "indie la tua borsa", "che indie il tuo maglione" e così via. Me ne stavo rintanata nel mio mondo, con un golf addosso sorseggiando tè e divorando biscotti pepparkakka dell'Ikea quando il mondo é stato invaso dagli indie. Uomini e donne, i migliori mocciosi e mocciose che si autoproclamano indipendenti, che dicono di ascoltare musica non mainstream e di vestirsi non alla moda. Ora io lancio un appello: ero una felice sfigata coi maglioni della nonna che ascoltava musica strana, con scarpe che nessuno aveva e che tutti trovavano brutte perché poco fashion; adesso vengo bollata come indie, come una dei tanti. Rivoglio la mia unicità, la mia diversità! Aiuto!

LANX APRILE 2014

EDITORIALE Zoe Ambra Innocenti Ciao a tutti i Foscariniani vecchi e nuovi. Per chi non mi conoscesse (credo il 97% di tutto l’istituto, data la percentuale di lettori del Lanx all’epoca della mia “dirigenza” insieme alla mia compare Maddalena Casanova), sono Zoe, la direttrice del giornalino scolastico dell’anno scorso. Vi chiederete per quale motivo sia io a scrivere questo editoriale, visto che ormai (con mio grande sollievo, ma anche un pizzico di nostalgia) non sono più una studentessa del buon caro vecchio Liceo Foscarini. La risposta è semplice: me l’ha chiesto la mia amica Benedetta Favaro. E siccome le voglio tanto, ma tanto, ma tanto bene, le ho detto di sì, nonostante il tomo di teoria del romanzo per il mio esame di letteratura mi stia puntando dalla scrivania con la pretesa di aprirlo e studiarlo fino allo sfinimento (quasi rimpiango letteratura greca). Mi è stato riferito che il tema di questo mese è la diversità e mi sono subito

posta un quesito: perché non poteva essere il cioccolato? Ne so molto di più ed è molto meno impegnativo parlarne. Non mi va proprio di ricadere nei soliti luoghi comuni. E lo ammetto senza mezzi termini: non ho nessun tipo di ispirazione, qualche perla di saggezza o elucubrazione filosofica in merito. Dico solo questo: la diversità, in soldoni, è tutto ciò che è differente da noi, che giudichiamo estraneo, lontano dal nostro modo di essere. Riguardo a questo pensavo di raccontarvi la part i c o l a r e fauna studentesca che popola le aule dell’Università di Bologna, dove mi sono iscritta per studiare arte e cinema. Sì, perché molti studenti “bolognesi” sono decisamente “diversi”, diversi prima di tutto da me, ma penso anche da molti di voi (anche se forse in alcuni tipi di loro potreste anche riconoscervi). CONTINUA ALLA PAGINA 6

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RUBRICA

Diversità

Francesca Ballin Scriveva Cicerone che “in natura non vi sono cose diverse che non siano tuttavia degne di eguale lode”. Non era forse suo intento, ma aveva pienamente enucleato il cardine di un dibattito destinato a protrarsi nei secoli, individuando le più disparate correnti di pensiero; quello della diversità è uno dei più grandi motivi umani ricorrenti, non tanto per il grande interesse che fa scaturire, quanto perché costituisce per tutti una costante che accompagna il nostro cammino di individui. Negli ultimi tempi, il confronto sui temi che interessa si è espanso ancora, grazie in particolare alla presenza tangibile della dimensione quotidiana della globalità che, osannata o aspramente criticata, persiste comunque nel proprio diffondersi : all'instaurazione di meccanismi sociali più ampi corrispondono possibilità ancora maggiori di sperimentare l'incontro con l'entità astratta, vastissima, comunemente etichettata come “il diverso”. Seppure non possiamo fornirne una definizione e dei tratti univoci e chiari, il diverso è la condizione fondamentale perché noi stessi siamo in grado di percepire la nostra identità; nelle forme in cui si manifesta, ci fornisce l'occasione di confrontarci personalmente, quasi fosse uno specchio critico che abbiamo a disposizione. Ma mettersi in discussione richiede volontà, pazienza, energie: e molto spesso, preferiamo spenderci per ammirare la nostra immagine riflessa da vetri opachi, che pure la abbelliscono, ma ce la riportano oscurata dai difetti, piuttosto che muovere anche soltanto un passo verso un'introspezione che, mediata dal confronto con gli altri, diventa occasione di “introspezione”. Dimentichiamo, perché troppe volte ce lo siamo sentito ripetere come una cantilena noiosa e vuota, che la diversità è uno spunto interessante di crescita e arricchimento; non ci scambiamo esperienze ma soltanto sguardi diffidenti, e soffochiamo così con l'indifferenza la preziosa possibilità che chi è diverso ci offre di conoscere chi siamo.

LETTERE AI POSTERI

Benedetta Favaro

CAPITOLO IV

IL DURO LAVORO DEL DIRETTORE

A quanto pare i test piacciono molto al reading public lanxiano, per ciò ve ne propongo uno un po' particolare! Domanda 1 (prima e ultima): ti nominano direttore del lanx. Come reagisci? A. Organizzi un mega party invitando chiunque, bidelle comprese,per festeggiare l'evento B. Su modello senecano tenti ripetutamente il suicidio ma ti va sempre male e sei costretto a vivere ed accettare la carica. Maggioranza di rispose A: speriamo che nessuno ti nomini mai direttore perché saresti più impegnato a metterti in mostra che a pensare al bene del giornale. Maggioranza di risposte B: nonostante paia impossibile, saresti un bravo direttore, che pensa poco a farsi vedere e tanto a lavorare bene. Lo so che sembra un controsenso: com'è possibile che uno che ambisce al ruolo di guida del Lanx sia meno bravo di uno a cui tale posto non interessa? Per spiegarvelo ho bisogno di fare una breve digressione. Molti sognano di diventare giornalisti, più per lo status che per la professione in sè. Essere giornalisti per davvero significa volersi battere ogni giorno, nelle grandi e nelle piccole cose, per far sapere a tutti cosa succede nel mondo, per aumentare la consapevolezza, per far pensare la gente, per cambiare le cose almeno un pochino. Coloro che hanno questo come intento sono o saranno dei bravi giornalisti e metteranno la propria notorietà in secondo piano. Chi invece è ossessionato dal proprio ego potrà anche diventare famoso ma alla fine, che differenza avrà fatto essere giornalista? Non avrebbe ottenuto lo stesso risultato cantando sulle navi da crociera? Ecco svelato il mistero: un bravo direttore ha a cuore il suo giornale, non si concentra solo sul diventare famoso. Quindi vi prego: se mai prenderete il mio posto sappiate che è molto divertente sentirsi "il boss" ma ricordatevi che la parte difficile di questo "lavoro" sta nel moderare gli animi, non far torto a nessuno, nel tenere a mente che i complimenti andranno molto ai singoli giornalisti e che la carne...la prenderete tutta voi!

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PUNTI DI VISTA

IPSE DIXIT BONAVOGLIA: Ma tutTi col cafFè? GIACOMO: Prof. siamo distrutTi! SOFIA: Perché è martedì! BONAVOGLIA: Veramente è mercoledì! BERLINI: Francesco legGi! FRANCESCO: Pantès... BERLINI: No, è pantes! Altrimenti diventa diretTamente pantène, lo shampoO! LUCA: Poleì.. BERLINI: Ma che poleì! Si vabBè... la polenta.

BERLINI: Giovani, Costanzo Cloro si chiamava così per la carnagione chiara e non perché amasSe particolarmente la piscina. PALOSCHI: I gas nobili sono snob, non si agGregano mai tra di loro. Parlando di genetica mendeliana CAMILLA: Come nei denti di leone... no... bocChe... PALOSCHI: VabBè denti, bocChe.. posSiamo dire cavità orale!

BERLINI: Non è etì! Etì, etì telefono a casa!

SECCI: Būoni, poi vi facCio giocare con le bambole, ma adesSo būoni!

BERLINI: Vedete quel kai? Non è il verso del cane, significa e.

POPULIN: Mi sembrate delLe vaporiere! DelLe cafFetTiere che bolLono!

BERLINI: Perché mi guardi come se fosSi una coreana che parla in tasmano?!

BERLINI:Fate il Pensum C per casa! No dai sarebBe tropPo.. Sospiro di solLievo delLa clasSe BERLINI: Fatelo fino alLa penultima domanda.

BERLINI: Non dirmi che non è pane, ed è focacCia, perchè io ti sto chiedendo la focacCia. AlLa prese con problemi con la LIM BERLINI: RagazZi, in confronto Mr. Bean è un genio! BERLINI: Ti do un aut aut: o mangi la minestra o salti fuori dalLa finestra.

BERLINI: Voi a 19 anNi vi preparate per l'università. Augusto si preparava alLa conquista del mondo. ArRivando ad Atene MADARO: Avete fame? Salamina!

NOS DIXIMUS LUCA: La prosSima volta faremo l'aoristo capPatico. DAVID: Ha mai sentito parlare delL'aoristo andicapPatico invece?

ANDREOLO: Sapete perché il padre di MusSolini chiamò suo figlio Benito? ELISABETTA: Perché era un bravo bambino?

ANDREOLO: Conoscete il motTo "se avanzo seguitemi, se indietregGio fucilatemi”? FRANCESCA: Cosa? Cucinatemi?

ANDREOLO: L’antico proverbio cinese dice: la vendetTa... ONESTO: Va selvita con liso fledDo!

Ulisse (Nessuno)

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STORIA

#pillowfightday Lisa La Marra

Caro lettore, vuoi interrompere la solita routine e fare qualcosa di diverso? Allora abbandona tutto quello che stai facendo, usa il fantastico mondo dei social network e organizza un Pillow Fight Day. Cos’è? Una battaglia in cui tu e i tuoi amici potete sfidarvi a colpi di cuscino. Requisiti? Un bel guanciale di piuma e tanta voglia di sfogarsi. A cosa serve? Oltre che a riempire i capelli della morosa di simpatici piumini e a dare una lezione epica all’amico che ti batte sempre a Call of Duty, pare che quest’attività sia molto utile per far divertire persone di tutte le età in modo sano. È una iniziativa che ha preso piede in tutto il mondo e che, assicurano molti, diverte follemente. Potrà sembrarvi impossibile, ma esiste un circolo di persone provenienti da tutto il mondo che aspettano anni interi per riunirsi e prendersi allegramente a cuscinate. Quindi, se anche voi avete finito i soldi per le sigarette e/o lo spritz ma volete assolutamente trovarvi in campo con i vostri amici, organizzate un Pillow FightDay. Non ve ne pentirete!

EDITORIALE CONTINUA DALLA PAGINA 3

Zoe Ambra Innocenti

Prima di tutto ci sono i cosiddetti “alternativi”, i quali sono un po’ ovunque a dire il vero, che si vestono con pantaloni larghi, kefiah, hanno piercing dappertutto e fumano come turchi. C’è poi la categoria dei “perfettini”, sempre curatissimi dalla testa ai piedi, i quali guai a presentarsi all’università senza cravatta o struccate. Questi individui, spesso, sono iscritti a quelle facoltà che sono considerate “serie”, come per esempio giurisprudenza o ingegneria, e vi giuro che non ho mai visto uno di questi studenti travestirsi o scherzare e ridere con gli amici e i familiari in occasione della loro laurea, come qui sarebbe normale. Anche all’università, ebbene sì, esistono i “secchioni”, che io solgo chiamare i “so tutto io”, che si devono per forza mettere in mostra a lezione, alzando continuamente la mano e ostentando a tutti la loro erudizione. Atto che, nella maggior parte dei casi, viene del tutto ignorato dal professore, il quale fa parlare tranquillamente questo tipo di studente, per poi non calcolarlo più di tanto, a differenza di quanto accade al liceo. Da non dimenticare sono i “colorati”, ovvero coloro che hanno tutto, e dico tutto, colorato: vestiti, borsa, astuccio, penne, occhiali, bici (chissà forse anche le mutande, ma questo mi è, per ora, impossibile verificarlo). Poi vabbeh, ovviamente ci sono i tatuati, i barboni (una volta credo di aver visto un possibile fratello di Gandalf), i nerd, gli hindie, gli hipster, gli Erasmus (soprattutto spagnoli e di notte particolarmente molesti) e chi più ne ha più ne metta. L’Unibo è un ricettacolo di diversità insomma, e il tutto è molto divertente, provare per credere. Venite a farvi una serata qui e non vorrete più tornare a Venezia! Ragassuoli belli, a questo punto vi saluto, sperando di non avervi annoiato troppo e augurando a tutti un fine anno scolastico radioso e di successo (tranne a Paola Fox che mi scrive sempre oroscopi tremendi).

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STORIA

Diversi tra i banchi

Stefano Pravato La diversità è sentita come qualcosa di negativo e molto spesso la si fa pesare in maniera alquanto esagerata. Questo accade perché la gente ha paura di quello che non riesce a capire fino in fondo (come, per esempio,l’estraneo che viene da lontano, o chi non possiede caratteristiche simili alle sue).Fin dall’inizio del loro inserimento nel sistema scolastico, tutti i bambini sono costretti a fare i conti con la diversità di opinioni, di aspetto fisico, di gusti,ecc. I ragazzi “diversi” dalla maggioranza si sentono esclusi, presi in giro e non accolti volentieri nei vari gruppi o associazioni. Ricordiamoci però che chiunque potrebbe cader vittima della discriminazione, in contesti differenti, perciò non ne faremo una tragedia. Si sentono tanti casi di discriminazione attraverso i mass-media, ma, nonostante tutto, le varie istituzioni che cercano di far fronte ad essi, non riescono ad eliminarli totalmente o li ignorano. La discriminazione è esercitata da tutti e in qualsiasi luogo, anche dove forse potrebbe, in realtà, non esserci: nelle scuole, nei luoghi di svago, per strada, negli oratori, ecc… Quasi ogni settimana si sente di ragazzi che hanno picchiato,offeso o umiliato con espressioni pesanti altri loro coetanei, solo perché “diversi”, solo perché hanno qualche disturbo fisico oppure perché appartenenti ad altre religioni , etnie o addirittura perché provenienti dalle zone di periferia. Spesso a scuola, però, le differenze tra le persone arricchiscono le nostre esperienze e insegnano al rispetto reciproco. L'unico modo per vivere pacificamente insieme agli altri è accettare le differenze. Una volta accettata l'idea che le differenze esistono e che nonostante alcune siano positive, altre possono non piacerci; bisogna convincersi che la vita sociale ci impone di tollerare anche certe situazioni, che possono risultarci non gradite.

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STORIA

La diversità in noi

Leonarda Artale

Degli esseri umani si può dire tutto, ma non che non siamo diversi l'uno dall'altro: fisicamente, caratterialmente, biologicamente, di opinioni e di gusti... proprio per questa nostra soggettività i modi di vedere le cose cambiano, e per questo quindi cambia da soggetto a soggetto il concetto di diversità. Stando al vocabolario, la diversità è “L’esser diverso, non uguale né simile”... ma chi è che decide ciò a cui potrebbe essere “uguale o simile”? Ciò che per me può essere considerato normale, per un' altro individuo può essere qualcosa di davvero inconcepibile, e non serve neanche andare tanto lontano per cogliere questi diverse attitudini (per me per esempio è normale ed educato non fissare i quadri al muro alle sei del mattino, ma per un vicino di casa non è sempre così...). Detto questo, sicuramente non basterebbero 900 o 1200 battute senza contare gli spazi per definire ciò che è la diversità... ma forse non è fattibile neanche in un libro intero: tutto cambia quando vediamo quello che ci circonda con occhi diversi, tutto cambia quando notiamo qualcosa che prima non veniva considerato o che veniva snobbato e questo è troppo un qualcosa di precario, passeggero, impalpabile e variabile perchè si possa immobilizzare sulla carta... la diversità è quindi in tutti gli uomini: ogni individuo è diverso dagli altri, ma nello stesso momento sta a noi determinarla.

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SPECIALE

Poliedrica normalità

Silvia Fregonese

Fra le tante accezioni di diversità, questa è quella che trovo più curiosa: non essere normali. E siccome le mie parole risulterebbero fin troppo normali, quindi assolutamente poco diverse, userò quelle di altri per parlarne. Il narcisismo delle piccole differenze è l'ossessione di renderci diversi da quello che ci risulta più familiare e simile a noi. Freud Ho scelto di esibire le mie diversità, come Pippi Calzelunghe leggendaria e unica, autentica emozione la mia vanità, lucidata a nuovo forse esploderà. Gianna Nannini Genio e follia hanno qualcosa in comune: entrambi vivono in un mondo diverso da quello che esiste per gli altri. Arthur Schopenhauer Ogni volta che la gente è d'accordo con me provo la sensazione di avere torto. Oscar Wilde Anormale. Non conforme alla media. Nel campo del pensiero e dell'azione, essere indipendente equivale a essere anormale, ed essere anormale equivale a essere detestato. Ambrose Bierce Un soggetto normale è essenzialmente uno che si mette nella posizione di non prendere sul serio la maggior parte del proprio discorso interiore. Jacques Lacan "Descriviti con una parola": Unica. Mi sento quasi originale, poi butto l'occhio sulla risposta del mio compagno di banco: Unico. Essere unici è così scontato e normale, che cancello e vado contro lo spirito di spontaneità previsto dal test. Riscrivo a caratteri cubitali: POLIEDRICA.

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GIOCHI

UNISCI I PUNTI

PREMIO IPSE DIXIT E NOS DIXIMUS DELL’ANNO Vota anche tu il miglior IPSE DIXIT e il miglior NOS DIXIMUS 2013 - 2014. scrivendo alla mail del LANX. Nel numero di Maggio scoprirete chi avrà vinto, assieme a due segnalazioni per gli IPSE DIXIT e due segnalazioni per i NOS DIXIMUS scelti dalla Redazione.

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TEST

CHI TI ASSOMIGLIA? A) Cosa fai nel tempo libero? 1. Giochi a dama con la nonna 2. Parapendio estremo 3. Vai al cinema sperando di incontrare George Clooney 4. Nulla. Assolutamente nulla B) In una giornata di pioggia? 1 Impari a cucire a macchina 2. Prendi una canoa e ti concedi al rafting 3. Un bel film migliorerà il tuo pomeriggio 4. Vai a pesca. Dalla finestra C) 1. 2. 3. 4.

La tua materia preferita? Letteratura greca Educazione fisica Storia Nessuna. Voglio solo uscire da questa scuola.

D) Il tuo cibo preferito? 1. Spaghetti al pomodoro 2. Sushi e tempura 3. Popo corn 4. Noccioline poco tostate E) Il tuo partner ideale? 1. Ermenegildo Zegna 2. Vasco Rossi 3. James Dean 4. Jeff Buckley F) Il tuo animale letale preferito? 1. L’upupa 2. Lo squalo bianco con cui fai il bagno in piscina le domeniche d’estate 3. L’anaconda 4. Il crotalo G) La tua macchina ideale 1. Un’utilitaria usata 2. Una sportiva 3. La macchina dei Flintstones 4. Non ho voglia di andare in concessionario Maggioranza di risposte 1: Sei un giovane nerd pieno intelligente e pieno di speranze. Un giovane Luca Canali. Continua così. Maggioranza risposte 2: Bear Grylls ti aspetta. Nuota con lui nel Rio delle Amazzoni con un coltello tra i denti. Maggioranza di risposte 3: Hai lo stile di Steve McQueen e la voglia di fare di Mark Zuckerberg, ma non andare sempre al cinema. Maggioranza risposte 4: Un nullafacente in confronto è pieno di cose da fare ma ricordi Johnny Depp prima di darsi al cinema.

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L2 OROSCOPO

AMMETTILO, NON LA SAPEVI

Super Mario ha il cappello perché il suo creatore non sapeva disegnare i capelli. Nel 1979 ha nevicato nel deserto del Sahara. Il bacio più lungo è durato 58 ore, 35 minuti e 58 secondi.

NonLaSai

Paola Volpe

Con gli spremiagrumi ci puoi spremere anche i sottaceti. Se non ci riesci sei razzista.

Non puoi più accettare di vivere in una società musicalmente ipocrita in cui i Gemelli Diversi non sono veramente gemelli.

Oggi imparerai che: l'abito non fa il Bayern Monaco.

Se il tuo partner riesce a leccarsi il gomito e tu no, devi troncare la relazione sedutastante, stante seduta, tastante un'asta e tante ante.

Visto che sei politicamente impegnato, perchè non fai le campagne per i matrimoni tra le industrie di scarpe e i colbacchi? Eh? Dannato hippie.

I Ringo sono biscotti politically correct perchè ai grassi idrogenati polinsaturi non importa di che colore sei.

Rispetta i vegani perchè sono persone come te; li puoi anche usare come tosaerba ergonomici quando si chinano per allacciarsi le scarpe.

Non sono d'accordo con la tua opinione, ma darei la vita affinchè tu abbia sempre il diritto di esprimerlalalala, scusa, dicevi?

Se ti guardi troppo allo specchio poi diventi asimmetrico.

L'estate è alle porte. Venite in 3B e firmate anche voi la petizione contro i sandali da uomo con gli straps.

Pensavo che tu fossi diverso, invece hai due narici come tutti gli altri. Dovresti vergognarti.

M'illumino Di mensa.

POSTA “Perchè dopo tante proposte non si potrebbe pensare definitivamente di mettere la frutta in vendita nelle macchinette?” da Anonimo “I pesci della IIIB sono di nuovo vivi e vegeti. Ci tenevamo a farlo sapere ad animalisti e occhi indiscreti.” da IIIB


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