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GENNAIO 2015

anno 29

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Ephemeris discipulorum licei gymnasiique M. Foscarini


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EDITORIALE

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inutile ricordarlo, lo so, ma questo è il momento dell’anno che in assoluto noi studenti odiamo di più. La mattina dei primi giorni di gennaio, dopo le feste, quando suona la sveglia, il nostro tempo di reazione al “drin, drin!” è ancora molto lontano dai favolosi sprint del 2014, il nastrino che tiene il segno della data di oggi è sconsolatamente fermo a metà dell’agenda e non dà segno di volersi muovere di un giorno, per non parlare della temperatura esterna, che si abbassa di pari passo con il ritmo delle lezioni. Come tirarsi fuori da questo preludio di anno quasi apocalittico? Svariando nel magico mondo di internet le soluzioni l’umanità ha trovato per affrontarlo! Per ora, ahimè, a parte i video di gatti che fanno propositi per l’anno nuovo e i blog di sedicenti guru che sproloquiano sui metodi più efficaci per combattere lo stress e l’effetto yo-yo, c’è solo una notizia che mi ha fatto davvero sorridere: il Silly Holidays Calendar. Si tratta di un calendario di ricorrenze strane creato dalla designer Annica Lydenberg per rompere la monotonia della vita quotidiana e esilarare chi lo possiede ogni giorno dell’anno. Tra le ricorrenze possiamo trovare il “Be Late For Something Day” (Giorno del “Sii in ritardo per qualcosa”) o addirittura il “Stay Home Because You’re Well Day” (Giorno del “Sta’ a casa perché stai bene”). Mica male la vita con Annica, no?

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ibertà, diritti universali, Islam, fondamentalismo, guerra, identità occidentale, terrore. Forse non basterà a riassumere i fatti parigini che da ore continuano a interrogare ognuno di noi ma è ciò che mi tiene in ostaggio, che tiene in ostaggio il mio libero pensare consumando questi pochi momenti di silenzio e riflessione. Nello scrivere questo articolo una parola mi porta a giustificare questo mio stallo: inconsapevolezza. Nella vita quotidiana non è facile rendersi conto di ciò che siamo, che siamo diventati, ciò per cui i nostri padri hanno combattuto, ciò per cui le nostre nazioni hanno lottato e patito. Si è inconsapevoli, purtroppo, di quelle conquiste, di quei diritti così fondamentali da scuotere il mondo "occidentale " se minacciati. Ora questo mondo "occidentale " si trova davanti ad un bivio: considerare l'attentato, l'atto di guerra solo spunto di odio, di chiusura mentale e di altro fuoco o invece, come credo, spinta per un processo che ci porti ad essere consapevoli. Il bersaglio di questo attacco sono state le fondamenta della libertà ed è arrivato il momento di conoscerle e salvaguardarle: "impugnata " deve essere la nostra identità di uomini liberi.

Giuliano Gualandi

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OPINIONI

11 Settembre europeo

Riflessione sull’attentato al giornale satirico Charlie Hebdo

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l 7 gennaio 2015 è stato un giorno nero per la libertà di pensiero e di espressione. E’ stato inevitabile che, subito dopo l’uccisione di 12 persone tra poliziotti e disegnatori del giornale satirico Charlie Hebdo, da parte di tre fondamentalisti islamici, i leader populisti di destra -nostrani e d’oltralpe- subito generalizzassero questo fenomeno minoritario nella religione islamica, dando sfogo a grotteschi deliri più o meno paranoici: alcuni infatti hanno commentato “questo è l’Islam”, o “gli immigrati tuoi vicini di casa sono pronti a sgozzare in nome della loro religione”. Ma questi astuti strumentalizzatori, la cui unica ambizione è quella di racimolare più voti, forse dimenticano nelle loro considerazioni che gli attentatori non hanno alcuna relazione con il vero islam. Non è per islamismo, né per nessun’altra ideologia politico-religiosa, che quelle persone

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hanno ucciso. È piuttosto per odio, per disprezzo e rifiuto delle idee illuministe e per avidità (come nel caso dell’ISIS). Gli stessi strumentalizzatori, poi, dimenticano che esistono fondamentalisti di tutte le religioni: come Anders Bering Breivik, il neonazista (protestante) norvegese responsabile della morte di 77 persone, e addirittura buddisti (come dimostrano le violenze contro la minoranza islamica della Birmania). Giungiamo quindi alla conclusione che il nemico non sia la cultura musulmana, bensì il fanatismo, cioè una mancanza di spirito critico, che purtroppo esplode in violente manifestazioni di violenza proprio come quella contro Charlie Hebdo. Personalmente ritengo che i terroristi disonorino e non rendano giustizia a una cultura, quella islamica, che per secoli è stata molto più evoluta della nostra, molto più arretrata in epoca medievale. Di certo c’è che larga parte del mondo islamico non è stata minimamente influenzata dall’illuminismo, rimanendo cioè calcificata sul rifiuto della distinzione tra politica e religione. I disegnatori e i giornalisti di Charlie Hebdo hanno pagato con la morte la loro coraggiosa decisione di pubblicare vignette ritenute offensive per la comunità islamica. Ma Charlie Hebdo non è una rivista islamofoba, ma soltanto una rivista di satira. Che fare quindi? A questo punto, noi giornalisti di tutto il mondo, ammirando l’esempio di questi martiri della libertà di pensiero, non possiamo far altro che proclamare ad alta voce “Nous sommes tous Charlie”!

Stefano Pravato

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OPINIONI

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“Vivos los queremos”

Criminalità organizZata e istituzioni barcolLanti: la preocCupante situazione del MesSico

a notizia della sparizione di 43 studenti nei pressi della città di Iguala, Guerrero in Messico ha avuto in tutto il mondo notevole risonanza. Anche in Italia, dove è arrivata il 30 settembre scorso (i fatti sono precedenti, risalgono al 26 settembre), l’opinione pubblica è stata scossa dal racconto della barbarie perpetrata nei confronti dei giovani e sono nate diverse iniziative e manifestazioni spontanee a sostegno degli attivisti messicani, occupati nella rivendicazione del diritto alla giustizia. Anche le istituzioni si sono mobilitate e il Ministero degli Affari Esteri ha dichiarato il proprio impegno affinché si possa far luce sugli avvenimenti di Iguala. Di chiaro c’è però ancora ben poco; del resto, è da molto che le vicende del popolo messicano sono circondate da un alone torbido. Quella dei 43 studenti è soltanto l’ultima di una lunga serie di stragi ai danni di attivisti e oppositori alla linea politica governativa. La cornice di sfondo ad avvenimenti simili, che hanno dell’incredibile alle orecchie di chi ne ascolta il racconto, è la complessa realtà messicana, da decenni afflitta dalle attività criminali di innumerevoli cartelli della droga e abbandonata all’arbitrio criminale dalle istituzioni al cui interno le infiltrazioni malavitose si propagano a macchia d’olio. Lo scenario è costellato di sparizioni, assassinii, violenza indi-

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scriminata; i gruppi armati piagano la popolazione, spesso prendendo in prestito armi e uniformi della polizia. Sarebbe proprio questo il caso dei fatti del 26 settembre, quando un manipolo di uomini in divisa ha aperto il fuoco su 3 pullman carichi di studenti della scuola normale di Ayotzinapa. L’accusa al processo ha sostenuto riguardo agli assalitori che si trattasse di membri dei Guerreros Unidos, un nucleo armato alle dipendenze del narcotraffico. L’ordine potrebbe essere partito perfino dal sindaco della città, Abarcas, a riprova degli stretti legami tra la criminalità e le istituzioni. L’intero Messico si è mobilitato chiedendo a gran voce di avere indietro gli studenti. I cortei nella capitale contavano migliaia di persone, e la protesta ha presto assunto dimensioni ben più ampie, non soltanto a livello numerico ma anche di rivendicazioni: i manifestanti hanno contestato apertamente il presidente Peña Nieto, chiedendone le dimissioni. Dal canto suo, il capo di stato ha promesso riforme del sistema di sicurezza. Si attendono ancora gli ultimi sviluppi della questione, ma i recenti arresti di membri di organizzazioni criminali dello stato di Guerrero e l’identificazione, a dicembre, dei resti di uno studente lasciano presagire una prossima svolta. Natale è passato ma le foto dei 43 scomparsi sono ancora sull’albero che alcuni attivisti hanno addobbato a Città del Messico; rendere loro giustizia è un imprescindibile proposito per l’anno nuovo. Francesca Ballin


OPINIONI

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Capitolo 1: Londra

i troviamo nel cuore di Londra, precisamente a Carnaby Street. Negli anni sessanta in questo quartiere iniziava una sorta di rivoluzione, in cui i giovani puntavano a essere di tendenza, ossia ad esprimere se stessi anche attraverso un nuovo modo di vestire. Motivi geometrici, bandiere inglesi, camicie con il collo tondo, contrapposizione del bianco e del nero e pantaloni strettissimi rigati. Era la moda dei Mods. Tutti gli atelier iniziarono ad insediarsi nella fervente Carnaby Street, che era diventata come una passerella all'aperto in cui sfoggiare la propria personalità. Fu un periodo creativo in molti campi, periodo che ha visto nascere fenomeni come i Beatles e i Rolling Stones. Qui nacquero anche dei capi che tutt'ora usiamo, come la minigonna, un emblema per intere generazioni. Vi siete mai chieste da dove è partito tutto ciò? A crearla fu Mary Quant nella sua graziosa boutique. È davvero da ammirare perché è riuscita creare un pezzo originale, che dà valore alle donne senza però sembrare volgare. Una minigonna indossata in maniera intelligente, con calze coprenti colorate, proprio come facciamo oggi. Quante volte avete optato per una minigonna quando avevate in programma una festa? Beh, ringraziate Mary! Erano anni dove la moda non era così industrializzata come ora, tutto era originale e meno perbenista. Ora a Carnaby street è rimasto ben poco, non c'è più l'atmosfera di una volta. Ho avuto la fortuna di vederla con i miei occhi, adesso è un posto tranquillo dove passeggiare, nel quale, però, se si fa attenzione, si percepisce ancora quella sensazione di libertà e avanguardia di un tempo.

Aurora Martella

Luoghi da vedere almeno una volta nella vita

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l mondo è ricco di fantastici luoghi e città da vedere: Londra, Parigi, New York e molte altre. Ma cercando in internet si possono trovare delle immagini di posti di straordinaria bellezza: alle Maldive, per esempio, esiste un’isola chiamata Vaadhoo,dove di notte le stelle si riflettono sul mare e grazie a dei micro organismi presenti nell’acqua l’intera spiaggia risplende di luci in cielo e in terra regalando uno spettacolo assolutamente mozzafiato. Un altro fantastico luogo è quella che viene chiamata “altalena sospesa nel vuoto”. Si trova in Equador e consiste in una casa sull’albero dalla quale pende una’altalena molto particolare, che riport ai visitatori ai tempi dell’infanzia. Da qui ci si può dondolare per godere di una vista fantastica sul vulcano Tungurahua ancora attivo a 2.666 metri d’altezza. Come avrete capito, è un’attrazione adatta ai più temerari. Che dire? Il mondo è ricco di fantastici posti da visitare almeno una volta nella vita, ma voglio ricordare che tra questi c’è anche Venezia la nostra splendida città, che anche con l’acqua alta e i ponti da attraversare, rimane sempre una delle città più belle del mondo.

Laura Ruggi

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PUNTI DI VISTA

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L' ESIGENZA DELL' ARTE

a storia dell'uomo è sempre stata contraddistinta da forme artistiche, seppure primordiali. L'arte nasce come espressione di un'esigenza dell'uomo legata alla propria vita quotidiana o alle proprie aspirazioni. Arte è propiziare un certo evento attraverso simboli e graffiti; è l'ossessionata ricerca della perfezione stilistica come elogio all'ideale indefinito di perfezione; arte, tuttavia, è anche lo schizzo di un infante che allegramente rappresenta la sua famiglia. Ogni forma artistica è di per sé unica e in quanto degna di encomio. Generalmente è impossibile un giudizio oggettivo che possa catalogare l'opera in questione; non ci è dato comprendere l'interezza dell'ideale dell'artista ideale. L'arte va studiata amata e non per forza compresa! Essa rappresenta il massimo esempio delle capacità umane poiché coniuga mens et manus come teorizzavano i latini. La valenza artistica dell'operato del XIX e XX secolo hanno sottolineato il carattere silenziosamente polemico che emerge da un semplice quadro, da una scultura provocatoria o da un'ilare vignetta. Salvaguardiamo e appassioniamoci a un patrimonio che per quanto noi possiamo ignorare e denigrare ci irradia di conoscenze uniche e profonde

Marco Scalabrino

SpezZa una matita, milLe ne nasceranNo La reazione di un artista alL’indomani delL’atTentato che ha scosSo il mondo intero

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banale dirlo, ma è anche un dato di fatto: la strage presso la sede del settimanale satirico "Charlie Hebdo" ha scosso inevitabilmente tutti, rendendo il 7 gennaio quasi un "11 settembre europeo", in cui la libertà di espressione si è rivelata essere come la mina di una matita: tanto capace di grandi imprese, quanto facile da spezzare. I social network rigurgitano di immagini a proposito di questo triste evento e tra queste di certo ne spicca una, ovvero quella di Banksy. La vignetta, il cui significato è "spezza una matita, mille ne nasceranno", ha già però creato dei dubbi, poiché sembra che il suo vero creatore sia la fumettista Lucille Clerc... ma quando mai il nome di Banksy è stato sinonimo di certezza? Artista di Bristol, classe '74, ha sempre fatto parlare di sé senza vie di mezzo, descritto come un genio o come un vandalo, un agitatore di folle che nessuno ha mai visto ma che tantissimi seguono, perché le sue opere satiriche affrontano in modo diretto ma profondo temi che fanno parte del nostro quotidiano e del nostro essere uomini: politica, cultura ma soprattutto etica. Dal cattivo ragazzo che lancia i fiori fino ai due poliziotti che si baciano, passando per Travolta e Jackson armati di banane, il messaggio è sempre lo stesso ed è anche quello della misteriosa vignetta: un'arte a favore della pace indipendentemente da chi firma l'opera, perché davanti a questi eventi siamo tutti uguali.

Leonarda Artale

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PUNTI DI VISTA

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STUDIARE E’ CONTRO LA MAFIA

Per capire come combattere la mafia è necessario conoscere che cosa sia. Probabilmente molti di voi avranno l’idea del mafioso come signore elegante, che porta occhiali scuri e parla siciliano stretto. Oggi, la mafia è molto più di lotte tra clan a colpi di pistola. Le organizzazioni criminali di stampo mafioso- Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita- gestiscono traffici illeciti come quello della droga e della prostituzione, investendo poi il ricavato nelle più insospettabili attività economiche. E’ per questo che, giuridicamente, uno degli strumenti più efficaci per contrastare la criminalità organizzata è la confisca dei beni: appartamenti, ville, terreni edificabili o agricoli diventano proprietà dello Stato. Grazie alla legge 109/96, questi beni devono essere riutilizzati a fini sociali: spesso infatti sono assegnati ad associazioni senza scopo di lucro o a cooperative sociali. L’approvazione di questa legge, di iniziativa popolare, è stata la prima conquista di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro la mafia”, coordinamento che oggi riunisce più di 1500 associazioni, 400 scuole e numerosi singoli cittadini. Libera nasce come reazione della società civile alle stragi di Capaci e Via d’Amelio, che videro assassinati i giudici del primo grande processo istituito contro Cosa Nostra, Giovanni Falcone, insieme alla moglie Francesca Morvillo, e alla sua scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinari) e Paolo Borsellino. E nasce dall’idea di un prete cui era stata affidata come parrocchia la strada, Don Luigi Ciotti, già fondatore del Gruppo Abele, associazione che si occupa del recupero dei tossicodipendenti, contesto nel quale questo prete un po’ ribelle iniziò ad interrogarsi sulle cause della tossicodipendenza, arrivando così alla mafia. Oggi, i beni confiscati sono circa 12000, e molte delle cooperative che li gestiscono aderiscono a Libera, che organizza su di essi campi di volontariato e di formazione. Personalmente, penso che l’esperienza di un campo di “E!STATELIBERI!” (così si

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chiama il settore di Libera che organizza i campi) sia una delle più belle e formative che io abbia mai vissuto. Vivere insieme a coetanei che condividono i tuoi interessi e le tue sensibilità crea legami di amicizia indimenticabili, e conoscere familiari di vittime della mafia o chi è a contatto quotidianamente con questo fenomeno, fa capire pienamente l’importanza e l’urgenza di combatterlo. Per questo, ciò che si impara in un campo ha un valore molto maggiore della sola settimana in cui si svolge. Forse, dopo aver letto queste parole, molti di voi proveranno ancora un forte senso di impotenza di fronte alla domanda “come fare a sconfiggere la mafia?”. La risposta non è difficile come sembra. Sono stati scritti fiumi d’inchiostro sulle dinamiche delle organizzazioni mafiose, ma possiamo capire tutti che ciò che le caratterizza è una mentalità fondata sulla violenza, sulla minaccia e sull’egoismo. Se dunque la mafia è un modo di pensare, le armi per combatterla sono quelle della cultura, dell’inclusione, dell’agire non per il proprio guadagno, ma per gli altri. “La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarsi”, scriveva Rita Atria, suicida a 19 anni perché rimasta sola nel cammino della giustizia, dopo aver scelto di denunciare le frequentazioni mafiose della sua famiglia. La consapevolezza dei nostri diritti, primi tra tutti quello al lavoro, troppo spesso di questi tempi inteso come un favore o un privilegio di pochi, può crescere e farsi sentire in noi solo attraverso la cultura: “la cultura è la sveglia delle nostre coscienze”, dice Luigi Ciotti. E’ per questo che la mafia noi la combattiamo ogni giorno, con il semplice atto di essere studenti consapevoli. Sofia Pavanini

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PUNTI DI VISTA

IPSE DIXITra un po

, t statica te elettriz o r t t e l e, sare ito l e s n s i a f l c i s qua r la bbiamo enti pe A r r : o i c n i e rar Morand no a gi n a r e c n comi Fort: Come fa al zati ius all'ablativo ? Alio? Ah, alio roncino olio e pepe o i d o e amo di, io lo o o l o i m el o lo a Fort: Heg Dal Bò: Perché mi guardate tutti come un fenomeno da baraccone? ovoca ’Astenosfera pr ll de e ch ac pl e ostamento dell Calebiro: lo sp iche erezioni vulcan Maria Vitto ria: Ma pro f, è vero c ibernazione he gli astr ? onauti vann Dal Bò: Fal o in so! L’ibern azione uman Al massimo a è qualcos esiste la p a che non e ennichella. siste.

dei criceti! n quelli di prima: sono co sa co al qu te fa : in ad Sabb

Sebastian: 0, x ugua le Dal Bò: Cos’è? All’ improvviso sei dive ntato Yoda? Sabbadin: Consiglio sempre quella famosa visita psichi atrica… io così. Unni? critto propr s i l a g h E l : e o g c e i H r n , E fighi i Unni sono Gottardi: Gl Dal Bò: Gi anni, tu d evi avere re e stare due obiett zitto! ivi nella vita: stud ia

NOS DIXIMUS co? ! romanti è l insieme e g i e c H r i i c o s v cora u Secondo devo an , NUZZO: o s o EDOUAR Non l D: Ent ANDREA: ra VOI: C omasch mbi di Como. i. . EDOUAR EDOUARD D: Sì, : Vorre maschi i fa ! insomma re l’ispettor , l’isp e del l ettore a di qual voro… o san cosa! itario…

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SPORT

Lo sport come non l’avete mai visto Quando noi pensiamo allo sport ci viene subito in mente una partita di calcio regolamentata da cartellini gialli e rossi, una gara di sci minuziosamente cronometrata, una corsa di atletica che segue pedissequamente le regole del CONI, la partita di basket scandita dai suoi quarti, una gara di nuoto decisa al fotofinish... ma la top ten che vi propongo qui di seguito vi stravolgerà questo modo di pensare lo sport!

Top ten dello sport impensabile: 10)Il caso più estremo di partita truccata 2010, partita Barhain-Togo, un amichevole che risulta essere stata truccata da un ccanito scommettitore che per saldare i suoi debiti ha truccato la partita... sostituendo i giocatori del Togo con persone qualsiasi. 9)Donna corre 500 km di seguito in 86 ore, senza dormire Kim Allen ha raggiunto questo record lo scorso dicembre 8)Gare di biathlon per carri armati L’esercito russo ha organizzato lo scorso agosto questa curiosa gara alla quale partecipavano squadre di quattro nazioni: Russia, Kazakistan, Armenia e Bielorussia, tutte equipaggiate con carri armati T-72B. 7)Gare di surf… per cani: A fine settembre si è svolta in California, la quinta edizione di una insolita gara di surf: infatti, i concorrenti sono… cani. Inteso proprio come animali a quattro zampe, e non come surfisti particolarmente inetti. 6)Canestro da 170 metri di altezza: Un gruppo di “artisti del basketball”, hanno fatto canestro lanciando la palla dalla cima della Reunion Tower di Dallas, a circa 170 metri di altezza. 5)Il Motoball: Il Motoball, come il nome lascia intuire, combina motociclismo e calcio: le due squadre, composta da quattro giocatoriin sella ad una moto ed un portiere, e devono mandare in porta un pallone dal diametro di 40 cm e dal peso di un chilo. 4)Il “Tiro del Varano”: Il “tiro del varano” (per la posizione che assumono i partecipanti durante la gara che ricorda quella del rettile), è sostanzialmente una variante di tiro alla fune, dove i contendenti anziché tirare la fune con le braccia, devono usare collo e testa per portare l’avversario oltre la line e vincere così la gara. 3)L’uomo dalle gambe d’acciaio: Mak Yuree, esperto di art marziali, detiene il record di maggior numero di mazze da baseball rotte con un solo calcio: tre2)Maestro di kung fu buca noci di cocco con un dito: Ho Eng Hui è un maestro di kung fu che ha un’arma molto potente: il suo dito indice. Talmente potente che è in grado con un dito di perforare il guscio di una noce di cocco, facendone sprizzare fuori l’acqua 1)Il water-portiere: Si tratta di un water computerizzato e robotizzato in grado di parare praticamente qualunque tipo di tiro verso la porta. Il water è infatti dotato di sensori posizionati sulla porta, di un motore ad alta velocità che ne regola la posizione, e lancia una palla contro il tiro in arrivo deviandolo lontano dallo specchio della porta. Filippo Semenzato

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OROSCOPO Iniziate bene il nuovo anno, basta essere scontrosi col prossimo, sì alla positività che la Luna è favorevole.. o forse no, non si sa.

Sempre così equilibrati, sapete sempre cosa fare! Sarebbe ora di aprire un numero verde per “persone disperate in cerca di consigli”.

Il vostro partner si sente trascurato ma non preoccupatevi.. tanto siete già cornuti!

Siete un po’ troppo sfrontati, ogni tanto dovreste tenere la bocca chiusa e non dar aria alla vostra bella lingua velenosa.

Siete sempre al top della classifica: compiti copiati, verifiche saltate, merendine rubate e siete in pole position.

In questo mese instaurerete un bellissimo rapporto con due amici di lunga data: Mister Letto e Mister Pigiama, vedrete, non vi tradiranno mai!

Vedete solo nero, le tenebre si sono impossessate di voi.. magari accendete la luce!

Grrrr, aggressive! Iniziate l’anno alla grande.. come si dice?! Notte da leoni e giornate da … ?! La gente pensa che voi siate così buoni e perfettivi come degli angioletti.. ma d’altronde anche il Diavolo una volta era un angelo.

Fidatevi di più della gente che vi sta accanto, la cosa peggiore che vi possa succedere è che vi uccidano, ma anche in questo caso più di una volta non può succedere. Periodo di tensione e di dubbi, esigete delle risposte ma attenti a non affogare nei mari dei vostri pensieri che vi tormentano.

Siete richiesti da molte persone, ma non saranno loro a fare la prima mossa per cui.. chi non dorme non piglia pesci!


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