n. speciale
15 GENNAIO 2016
anno 30
N LA X
Ephemeris discipulorum licei gymnasiique M. Foscarini
X
LAN
LA NOTTE DEL LICEO CLASSICO
Il liceo classico Liceo Classico: cinque anni di corso. Per alcuni, gli studenti attuali, cinque anni di “sgobbate”, di carichi di studi, di compiti, di soddisfazioni e delusioni; anni di patemi d’animo, assediati da aspettative di tutti (famiglia e docenti), anni di veglie per studio ed organizzazione clandestina per copiare i compiti. Per altri, quelli che hanno già alle spalle il corso di studi del Liceo, è il ricordo di cinque anni di vita spensierata, libera da responsabilità e da impegni. Sono gli anni della gioventù, quando tutto era diverso da ora. In tutti un sentimento comune: il senso di appartenenza ad una istituzione scolastica di pregio, che nessuna legge iniqua potrà cancellare. Dire io frequento, oppure ho frequentato, il Liceo Classico, è una affermazione di se stessi che gratifica e soddisfa. La cultura del Classico e dei classici, così feconda e ricca da diventare un possesso irrinunciabile per ciascuno, è un arricchimento che oltrepassa i confini, abbatte gli ostacoli, rende l’uomo libero, padrone del proprio pensiero e della propria coscienza. Sotto il segno della cultura si combattono tante battaglie per vincere una unica guerra: il mantenimento della libertà ed autonomia di giudizio. Benvenuta la manifestazione a carattere nazionale, “La notte bianca del Liceo Classico”, che permette ancora una volta ed in modo trasparente a ciascun Istituto di mostrare e svelare la propria ricchezza di saperi. In un arco temporale così breve, una notte, le capacità di ciascuno, docente, discente, personale Ata, si concretizzano e finalizzano sinergicamente per la riuscita di questo evento. Quest’anno il Liceo Foscarini offre a tutti coloro che interverranno una preziosa gamma di attività, che caratterizzano le peculiarità degli studenti: la recitazione di testi teatrali, le esecuzioni musicali, l’allestimento di mostre fotografiche, la ideazione ed il montaggio di video, tutte competenze queste in cui sono declinate le capacità del singolo e la interazione proficua e collaborativa del gruppo. Un momento importante è riservato alla lettura ed alla interpretazione di testi classici. Interverranno ospiti illustri, veneziani e non, per ricreare con le letture di passi di autori e di opere che ciascuno di loro considera “classico”, una atmosfera che sarà unica proprio perché condivisa da tutti i presenti. Daranno una loro interpretazione del “classico”, irrinunciabile per i contenuti e depositario di saperi, a cui risponderanno gli studenti con scelte e letture di passi, in cui ciascuno troverà un po’ di se stesso e della sua anima.
Prof.ssa Tiziana Voi
In queste pagine, gli studenti del Foscarini rispondono alla domanda: “perché hai scelto il liceo classico?’” direttrice: francesca Ballin 5de, vicedirettrice: leonarda Artale 3ae
LA NOTTE DEL LICEO CLASSICO “perché mi piace l’etimologia”
XX
N AN LLA
“...perché non volevo fare lo scientifico!”
“per ingenua attrazione verso il latino ed il greco”
“boh”
Disco ergo sum Anche se conoscere il significato di “lanx” è piuttosto interessante mi rendo conto che potrebbe non essere la sola ragione per cui ancora oggi ci si decide a varcare la soglia del liceo classico e a frequentarlo pazientemente per cinque anni. Come testimonia il nostro autorevole sondaggio, le motivazioni sono delle più disparate; ed, ahimé, non riguardano soltanto la sete di sapere che arde nella gola di quanti dopo aver gettato anche solo un’occhiata di sfuggita al nostro stupendo giornalino non possono evitare di arrovellarsi su di un dubbio esistenziale che è già stato oggetto di tanti fiumi d’inchiostro: “ma cosa vorrà dire?” Io, com’è ovvio, rientro in questa categoria ed è per questo che mi sono iscritta al Foscarini. Ma ammetto che, forse, ci sono aspirazioni più alte che lo studio delle letterature e delle lingue classiche può soddisfare. Senza disturbare Calvino, che immagino essere l’ospite d’onore di diverse notti bianche come la nostra, mi limiterò ad alcune considerazioni riguardo ad un altro articolo, probabilmente meno noto, firmato Virginia Woolf, Sul fatto di non sapere il greco - un titolo dalla versatilità sorprendente, che ben si adatta al flusso di coscienza (tanto caro alla scrittrice) di qualsiasi malcapitato di fronte ad una versione, ma anche ad una serie di dottissime argomentazioni sullo studio della produzione classica. La tesi è che la letteratura greca sia in grado, in qualsiasi epoca la si legga, di dare voce e parole adeguate all’impeccabile ritratto umano che ammiriamo nei capolavori della sua scultura. E, a rifletterci, non si può darle torto: leggiamo i classici per ritrovare l’archetipo delle emozioni che, pur filtrate dal nostro contesto e mediate da qualche migliaio di anni di storia umana, scopriamo nostre. Non si pensi però che la questione sia arroccata sulle alte vette dei sentimenti eroici che in qualche raro momento ci è capitato di sfiorare: la gamma è ben più ampia, non disdegna i contorni poco rifiniti delle pulsioni più elementari né la risate - cui non riusciamo proprio a resistere quando, attraversato il Mediterraneo, ci sediamo a teatro per assistere ad una commedia latina e restiamo sbalorditi nel vedere recitare sulla scena le nostre stesse caricature. Insomma, potrebbe capitarci di trovarci con qualche indizio in mano per rispondere a una domanda che ci tormenta - no, non “che significhi bilancia?”, ma: “chi siamo?”
Francesca Ballin PS: significa “piatto della bilancia”!
“perche’ quella volta ho sbagliato”
“perche’ valorizza la cultura”
Ipse Dixit - Nos diximus Siete la generazione 2.0: più 0 che 2! Casamichele Laura: Non saprei cosa fare. Fanello: Parla da sola. Ascolta. La quadra parla da sola. ludovica: Aveva commesso matricidio... no, scusi, marricidio berlini: Aveva ucciso Mirrina di Athenaze? elisa: Crono mangiava i suoi figli perché il frigo era vuoto!
Viaggiatori in un mare di aoristi Anche quest'anno ci troviamo ad organizzare e partecipare alla notte nazionale del liceo classico: è un'occasione per coinvolgere la cittadinanza, per vivere la scuola in una diversa veste e, perché no, anche per accogliere aspiranti studenti ginnasiali. Ciò che caratterizza il liceo classico è lo studio del latino e del greco, appunto le lingue classiche, e la relativa letteratura. Sono materie che ogni “giovane matricola” si trova a dover studiare per la prima volta, per ore e senza magari capirne l'importanza. Dopo quasi due anni di greco e latino, confesso senza paura che a volte le versioni sembrano non avere alcun significato e che ripetere parole incomprensibili tutto il pomeriggio può far venire il mal di testa; ma sono sicura, nonostante lo abbia da poco capito, che studiare qualcosa di completamente diverso dalle materie scolastiche più consuete, qualcosa che ci obblighi a stimolare il ragionamento e ad esercitare la costanza nello studio, sia un ottimo modo per diventare studenti più pronti ad affrontare lo "studio matto e disperatissimo". Inoltre trovarsi davanti ad una versione diventa una sfida, a volte perfino un gioco. Riuscire a trovare il senso delle parole, collegare i pensieri, sono necessità che ci spingono ad ampliare le nostre capacità e ci permettono di riflettere meglio. Il liceo classico è certo una scuola difficile, impegnativa, che continua a mettere alla prova i suoi studenti, ogni giorno, ogni pomeriggio. Ma ci insegna che lo studio è importante, perché alla fine è proprio questo che insegnano i greci: il piacere della scoperta, l'importanza della curiosità, o meglio della "curiositas", come quella di Odisseo. Aperto alle nuove culture e nei confronti di popolazioni diverse, era senz’altro un vero viaggiatore, come desideriamo essere tutti noi mentre, con in mano il vocabolario, ci avventuriamo verso nuove mete per la nostra conoscenza.
Caterina D’Angelo
“perché allena la mente”
“perché ho imparato cosa vuol dire Lanx!”
“perche’ alla mamma piaceva”