Imprese & Territorio 03 2022 - Concorrenza sleale: l'abusivismo minaccia le imprese

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Periodico di informazione di Lapam Confartigianato

Visione, valori e capacità di leggere i bisogni. Ecco come si rilancia l’azione associativa Intervista a Francesco Giacomin, Segretario di Confartigianato Vicenza

L’imprenditore civile: non solo profitto Un’intervista ad Alberto Frassineti della Scuola di Economia Civile

Dieci anni dopo: indagine Lapam sull’Area Nord Il Presidente Luppi: “Siamo ripartiti grazie alla tenacia degli imprenditori”

OCCHIO AI FURBI! METTETEVI SOLO IN BUONE MANI! CAMPAGNA

NAZIONALE CONTRO L’ABUSIVISMO

Concorrenza sleale: l’abusivismo minaccia le imprese La nostra campagna di sensibilizzazione

03 MAGGIO/GIUGNO 2022

Noi impresa - periodico di informazione di Lapam Confartigianato Imprese - Poste italiane SPA - Sped. in abb. post. D.L 353/2003 - (Conv. IN L.27/02/2004 N°46) - art.1, Comma 1, DCB (Modena C.P.O) - Euro 2


COSTRUTTORI DI FUTURO, SIAMO NOI. Il valore artigiano protagonista del domani.

2022 Il mondo corre veloce, noi con lui: artigiani, imprese, commercianti e professionisti siamo chiamati tutti insieme a costruire il nostro domani, per affrontare le grandi sfide che verranno. Per questo ci impegniamo ogni giorno a rendere migliore il nostro Paese, favorendo la crescita e lo sviluppo economico nel rispetto dell'ambiente e gettando le basi per un futuro sostenibile, a misura d'uomo.

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EDITORIALE

Occhio ai furbi ‘Occhio ai furbi: mettetevi solo in buone mani’ il titolo della campagna anti abusivismo di Confartigianato nazionale, a cui come Lapam abbiamo aderito in modo convinto, è evocativo e molto significativo. A maggior ragione guardando ai dati che il nostro Ufficio studi ha stimato sui lavoratori abusivi indipendenti, che sono ben 16.400 tra i 9.400 di Modena e i 7.000 di Reggio Emilia. Un numero oggettivamente enorme, che segnala un malessere che durante la pandemia si è purtroppo acuito e che mette in seria difficoltà le imprese sane. Andan-

do a valutare le categorie più colpite da questa autentica piaga possiamo valutare quanto siano danneggiate le piccole imprese: edilizia (muratori, imbianchini), il settore acconciatura ed estetica, elettricisti e idraulici, tassisti, giardinieri, fotografi e videoperatori e traslocatori. Per alcune categorie, e penso in particolare al benessere, questo tema è purtroppo legato strettamente non solo ai danni economici diretti e indiretti, ma anche a un vero e proprio pericolo per la salute dei cittadini, ma più in generale questa campagna

vuole alzare un velo su un fenomeno che, purtroppo, non passa mai di moda. Per questo, come Lapam Confartigianato, facciamo la nostra parte e vogliamo mettere i riflettori sull’abusivismo: troppe persone si improvvisano professionisti, ma ci sono ancora troppi cittadini che non si affidano alle imprese e ai professionisti seri e che, invece, devono prestare maggiore attenzione. È fondamentale che questa campagna veda schierati in prima linea tutti: cittadini, amministrazioni locali, imprese e professionisti.

Carlo Alberto Rossi Segretario Generale Lapam Confartigianato

n° 03 - 2022

Imprese & Territorio 3


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MAGGIO GIUGNO 2022

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

6

pagina Visione, valori e capacità di leggere i bisogni. Ecco come si rilancia l’azione associativa

8

pagina Luppi sul decreto aiuti: "Misure di buon senso sul caro bollette, ma basta ai bonus una tantum"

9

pagina Correggio, l’inaugurazione della nuova sede Lapam è l’occasione per parlare di giovani e futuro

IN COPERTINA

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pagina Campagna Nazionale contro l'Abusivismo

15

pagina Concorrenza sleale: l’abusivismo minaccia le imprese pagina 16

Tasso di irregolarità dell'occupazione per regione

17

pagina Le stime del nostro Ufficio Studi sul lavoro sommerso

AUTORIPARAZIONE

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pagina Cambio gomme: perché è importante affidarsi a officine specializzate pagina 23

Autoriparazione. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo

IMPRESE DEL VERDE

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pagina Tutto il meglio di Euroflora 2022 pagina 25

pagina 17

Imprese del Verde. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo

pagina L’imprenditore civile: non solo profitto

pagina 17

IMPIANTISTI

pagina 11

pagina 18

10

Chi è Alberto Frassineti

13

pagina Dieci anni dopo: indagine Lapam sull’Area Nord

La situazione dei lavoratori abusivi a Reggio Emilia La situazione dei lavoratori abusivi a Modena I dati regionali su abusivi e non regolari

FOCUS

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pagina Occupazione e mercato del lavoro

Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg.Trib di Modena n°457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore Responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari. Hanno collaborato a questo numero: Daniele Casolari, Monica Salvioli, Narumi Giovanelli, Elena Baraldi, Matteo Roversi, Enzo Fanì, Manuel Reverberi, Alberto Belluzzi, Laura Roncaglia, Letizia Budri, Silvia Spattini, Michele Tiraboschi. Progetto grafico e impaginazione di Luca Pellacani - fotografie di Riccardo Nora e Luca Monelli, archivio fotografico Lapam, Freepik, PixBay, Shutterstock Stampa Golinelli SpA. Per la pubblicità su Imprese&Territorio: contattaci@lapam.eu tel. 059 893 111

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pagina Arriva il caldo e riapre la campagna su impianti di condizionamento e refrigerazione pagina 28

Impianti. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo

EDILIZIA

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pagina Edilizia: firmato il nuovo contratto nazionale del comparto artigiano

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pagina Superbonus: obbligo SOA, un'altra barriera burocratica pagina 31

Edilizia. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo


ALIMENTAZIONE

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pagina Un viaggio nell’espresso dalla coltivazione alla tazzina

MOVIMENTO DONNE IMPRESA

LAVORO

pagina Premio europeo per donne innovatrici 2022

pagina Salario minimo legale: è davvero necessario?

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MODA COMMERCIO

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pagina Il POS non è più opzionale, ma è anche un vantaggio

pagina Moda Makers: la 13ª edizione torna in presenza

EXPORT

MOVIMENTO GIOVANI IMPRENDITORI

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CULTURA

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pagina Sapelli: “Con Spirito Artigiano rilanciamo un’idea di lavoro e di esistenza ricca di significato” CASSETTA DEGLI ATTREZZI

pagina Food made in Modena: +12,9% di export rispetto i livelli pre-pandemia

pagina Zamagni: “Nella biodiversità economica l’artigianato sarà importante”

TURISMO

SCUOLE E ISTRUZIONE

pagina • Fisco • Lavoro • Bandi • Ambiente

pagina Così alla Scuola Alberghiera scoprono il mondo del lavoro

FORMAZIONE

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pagina Progetto di sviluppo turistico dell’Appennino modenese

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TRASPORTO pagina

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Trasporto. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo

BENESSERE

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pagina Cosmoprof: conclusa con successo la 53° edizione pagina 41

COMUNICAZIONE pagina

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Comunicazione. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo

INNOVAZIONE

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pagina Se la pandemia blocca gli investimenti

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pagina Corsi e Formazione organizzata da FORMart DELIBERE CONSIGLIO DIRETTIVO GENERALE Su www.lapam.eu è possibile consultare gli estratti delle delibere dei verbali del Consiglio Direttivo Generale di Lapam Confartigianato Imprese Modena, Reggio Emilia.

Benessere. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo scansiona il QrCode con il tuo Smartphone


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Visione, valori e capacità di leggere i bisogni. Ecco come si rilancia l’azione associativa Un’intervista a Francesco Giacomin, Segretario di Confartigianato Vicenza, in occasione della sua visita in Lapam con una delegazione di colleghi veneti

F

rancesco Giacomin è una pietra miliare nella storia di Confartigianato. Già Segretario della Federazione regionale Veneta, dal 1994 al 2002 è stato Segretario nazionale della Confederazione. Ha ricoperto incarichi dirigenziali in società di pubblico servizio, in istituti di credito ed enti locali, ha insegnato nelle Università di Roma Tre e Trieste e raccontato il nostro mondo in un recente saggio dal titolo: “Il ritorno della rappresentanza dei corpi intermedi (ed. Posteditore 2021)”. Da settembre 2020 è Segretario di Confartigianato Vicenza. Gli abbiamo rivolto alcune domande in occasione della visita di una delegazione dell’as-

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sociazione veneta presso la nostra sede centrale. Segretario Giacomin, oggi due importanti realtà territoriali di Confartigianato - Vicenza, Modena e Reggio Emilia, si sono incontrare. Quali sono gli obiettivi di questo appuntamento? «Confartigianato Vicenza e Lapam sono due realtà associative importanti. Due associazioni datoriali che hanno, secondo me, lo spirito giusto per confrontarsi e per imparare reciprocamente. Siamo curiosi, abbiamo le orecchie aperte, altrimenti non saremmo ai livelli in cui siamo e vorremmo continuare questa tradizione di confronto. Due realtà molto simili che operano in due regioni pragmatiche».

A suo avviso quale deve essere la chiave per il rilancio dell’azione e dell’incisività della rappresentanza datoriale? «È necessario saper leggere e rispondere ai bisogni degli associati. Esistono bisogni materiali e bisogni immateriali. Bisogna saperli cogliere entrambi, coltivando la capacità di leggere anche quelli inespressi e poi bisogna saperli rappresentare con efficacia e perseveranza ai purtroppo tanti decisori». D’altro canto, come si rinnova verso le imprese lo stimolo ad una partecipazione attiva alla vita associativa? «È un tema difficile. Un bel gruppo di imprese ha raggiunto il cosiddetto limite d’età e non sempre la loro continuità è garantita dal


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO mano a queste imprese. Bisogna capire queste relazioni di filiera che la pandemia ha contribuito a cambiare». In che senso? «Molti committenti si sono resi conto del ruolo strategico dei propri fornitori. In parte questo amore rimane, per altri è già passato. Ma alcune catene globali del valore si sono rotte e in futuro potremmo assistere ad un “near-shoring” nell’area europea o del mediterraneo. Dopodiché ogni imprenditore è padrone del proprio destino e se fa bene, fa guadagnare tutti».

passaggio generazionale. Spesso poi quando questo avviene, gli imprenditori più giovani hanno approcci diversi dai loro genitori. In questo senso dobbiamo essere un po’ “strabici”, attrezzati per parlare una nuova lingua… Capire gli associati più giovani. È vero anche che ci consideriamo costruttori di comunità e questo messaggio vale per tutti». Vicenza, Modena e Reggio Emilia, hanno un tessuto produttivo vocato al manifatturiero. Quali sono le azioni più incisive che un’associazione datoriale può mettere in campo per assecondare e “servire” questa vocazione? «Puntare su formazione, innovazione tecnologica e organizzativa. Nelle nostre regioni "manifatturiero” vuol dire subfornitura e vuol dire filiere. La realtà delle piccole e micro imprese nelle filiere è ancora poco nota. Esiste poca letteratura a riguardo, ma se non capiamo i legami tra committenti e fornitori, non saremo in grado di dare una

Spesso le azioni di ascolto della base associativa producono proposte che tuttavia non trovano sponda nella politica, sia essa locale o nazionale. Come si affrontano la frustrazione e il rischio di rassegnazione che ne derivano? «Non bisogna mai demordere. Talvolta le associazioni si fanno carico degli interessi generali più dei partiti politici. Ci sono partiti o movimenti che rincorrono i nostri associati dicendo: “viva l’artigianato, viva il commercio”. Poi nella pratica fanno poco o nulla. Dall’altro lato noi - che siamo portatori di interessi di parte - dobbiamo dire loro: “fate il vostro mestiere”, perché se non c’è attenzione verso l’interesse generale, salta il paese». In un’intervista per il nostro magazine, Giulio Sapelli ha esortato i dirigenti e i funzionari di Confartigianato a considerarsi maggiormente come “classe dirigente”. Lei cosa ne pensa? «Sono d’accordo. Noi abbiamo il dovere di formare classe dirigente. Vicenza ha una bella esperienza di scuola quadri, con tanto di comitato scientifico ed esami formali e abbiamo toccato con mano i risultati positivi. Tuttavia è necessario anche

l’impegno e la dedizione personale. Bisogna crescere anche in cultura generale, non solo particolare». A suo avviso Rete Imprese Italia rappresentava un tentativo di rinnovare il modello di rappresentanza datoriale? Perché è naufragato? «Certamente rappresentava un tentativo di innovare, dettato dalla necessità di occupare lo spazio della rappresentanza dei piccoli che Confindustria si era arrogata come suo ma nel tempo non più sostenuto da una visione comune. Un'unità di questo tipo non dura a lungo senza il sostegno di una visione comune di futuro e una condivisione di valori. Questi elementi sono venuti a mancare». Nel suo saggio “Il ritorno della rappresentanza dei corpi intermedi” affronta il tema della comunicazione che oggi sembra avere un ruolo preminente rispetto all’azione concreta. Come devono porsi le associazioni datoriali che spesso affrontano temi iper specialistici, in un’epoca in cui è il titolo gridato ad attirare l’attenzione del pubblico? «Purtroppo ciò che non si comunica non è. Dopodiché è anche vero che non puoi comunicare ciò che non c’è. Quindi noi che abbiamo molto, dobbiamo crescere nella comunicazione, unire il molto che abbiamo, semplificarlo un po’ e imparare a raccontare».

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Luppi sul decreto aiuti: "Misure di buon senso sul caro bollette, ma basta ai bonus una tantum" Il presidente della nostra associazione analizza l’ultimo decreto del Governo, che peserà sulle casse dello Stato per 14 miliardi

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el “decreto aiuti” varato dal Governo ci sono misure di buon senso, che vanno nella direzione di alleviare il caro bollette e il caro carburanti, anche in favore del mondo dell’autotrasporto. Ma i 6 miliardi spesi a pioggia con un bonus da 200 euro per chi guadagna meno di 35mila euro l’anno ci lascia molto perplessi. Era meglio, anche stavolta, evitare i bonus una tantum e finalizzare queste risorse nel taglio del cuneo fiscale. Solo un minor costo del lavoro può incentivare la competitività delle aziende e mettere più denaro anche nelle tasche dei lavoratori. Il presidente Gilberto Luppi analizza l’ultimo decreto del Governo, che peserà sulle casse dello Stato per 14 miliardi. Non si tratta di dire che questi 200 euro non servano a nulla, ma di certo non sono risolutivi e d’altro canto sono solo l’ultimo di una

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serie infinita di bonus più o meno utili e utilizzati. La logica del cosiddetto “helycopter money” ci pare non risponda alle esigenze di un Paese che ha bisogno di lavoro e di imprese competitive sui mercati. La pandemia prima e ora la guerra stanno segnando in modo profondissimo le imprese e riuscire a rimanere aperti è sempre più difficile. Ma senza imprese che competono, che innovano, che producono beni e servizi, siamo destinati a un rapido declino e non ci sarà ‘bonus terme’ che tenga. È chiaro che diminuire il cuneo fiscale in modo strutturale è la soluzione. Darebbe sollievo alle imprese e premierebbe il lavoro vero, non la speculazione o i furbetti. Le imprese e specialmente quelle che restano sul territorio, formate da persone che vivono e lavorano in pochi chilometri, producono ricchezza per tutti, tutti i giorni.


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Correggio, l’inaugurazione della nuova sede Lapam è l’occasione per parlare di giovani e futuro Inaugurazione preceduta da un convegno sugli effetti della pandemia e sul sostegno che gli adulti possono offrire ai giovani

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rasformare un’occasione istituzionale in un evento dal contenuto sociale ed educativo. L’inaugurazione della nuova sede Lapam di Correggio è stata anche questo. Un momento per riflettere sugli effetti della pandemia sui più giovani, presentare loro il contesto economico e produttivo in cui vivono e raccogliere alcuni spunti da parte di una professionista, la psicologa Silvia Sabattini, dell’associazione Pro.di.Gio. L’evento che ha preceduto il taglio del nastro della nuova sede Lapam di via Finzi, dal titolo “Pandemia e socialità” si è svolto mercoledì 27 aprile e ha visto la partecipazione di due scuole locali, l’Istituto Luigi Einaudi e il Convitto Nazionale Rinaldo Corso. Il dibattito, preceduto dalla presentazione del tessuto produttivo locale, curato da Monica Salvioli, dell’Ufficio Studi Lapam, ha visto impegnata la dottoressa Sabattini e il giornalista e presidente della categoria Comunicazione della nostra associazione, Paolo Seghedoni. «Dopo questo difficile periodo - ha spiegato la dottoressa Sabattini dobbiamo far conoscere ai più gio-

vani il mondo “fuori dalla stanza”, rendendolo più interessante. Se è vero che oggi abbiamo la possibilità di collegarci online con chiunque in qualsiasi momento, è anche vero che attraverso l’uso di questi dispositivi può crearsi l’illusione che tutto ciò che desideriamo è già in casa nostra. Bene, come educatori o genitori dobbiamo far conoscere il mondo esterno e renderlo più interessante di quello che può essere visto da uno smartphone in una stanza. Non possiamo limitarci a dire stop all’utilizzo di determinati devices, ma semmai aggiungere cose che possono offrire loro grandi soddisfazioni». Il dibattito con gli studenti delle scuole ha quindi confermato quanto emerso da una recente rilevazione ISTAT sulla DAD (in cui il 70% degli intervistati ha affermato di trovare più faticoso seguire la didattica a distanza) e sugli effetti perniciosi del distanziamento sociale di cui le conseguenze iniziano ad essere indagate ora. Al termine dell’ini-

ziativa rivolta alle scuole, il sindaco di Correggio, Ilenia Malavasi, ha quindi tagliato il nastro della nuova sede, accompagnata dal presidente della nostra associazione, Gilberto Luppi, dal segretario generale Carlo Alberto Rossi e dal segretario di sede, Matteo Vezzani. «Lapam rappresenta le piccole e medie imprese che caratterizzano la maggior parte del tessuto economico locale - ha commentato il sindaco Malavasi - ed è quindi una ricchezza per il territorio avere una sede che sia punto di riferimento per lo sviluppo delle aziende locali». «Questa inaugurazione rappresenta la volontà dell’associazione di continuare ad investire anche sulla provincia di Reggio Emilia, perché crediamo in questo territorio e nelle sue imprese» ha concluso il presidente Luppi.

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

L’imprenditore civile: non solo profitto Un’intervista ad Alberto Frassineti della Scuola di Economia Civile: “Lavorare per la realizzazione della persona e per il bene comune fa bene alle aziende. I piccoli devono fare la loro parte”

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a Scuola di Economia Civile rappresenta un modo nuovo di guardare all'uomo, al lavoro, all’ambiente. Per dirla con le parole della Scuola stessa, si tratta di “una storia di persone che credono nell'impresa come luogo in cui si realizza pienamente la nostra umanità. L'economia civile è un cantiere ancora in costruzione, una storia ancora tutta da scrivere”. Per sa-

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perne di più abbiamo intervistato Alberto Frassineti, tra i promotori della Scuola di Economia Civile ed ospite della nostra associazione, lo scorso 9 maggio. Cosa si intende per economia civile, come è possibile, in poche parole, definire questo modello? «In realtà è molto semplice, e lo dice la parola stessa: riportare l’aspetto del civile all’interno delle matrici economiche per ridare

all’economia la sua vera dimensione di luogo in cui occuparsi della casa comune». Quali sono le differenze tra questo paradigma con il concetto classico di economia? Quanto è necessario nel burrascoso panorama odierno adottare un approccio di questo tipo, che mette la persona al centro del modello? «La situazione odierna è il frutto di un’economia che ha puntato


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO solo al profitto a ogni costo: in buona sostanza abbiamo bruciato il futuro dei nostri giovani, trascurato beni comuni come l’ambiente, l’acqua e così via. L’economia civile parte da un punto di vista completamente diverso: efficienza ed efficacia restano due parametri fondamentali senza i quali non si può fare economia, ma al tempo stesso questi principi non sono più sufficienti. È necessario riportare al centro dell’agire economico prima di tutto la persona, con le sue relazioni e il suo benessere, l’impegno a costruire civiltà, l’ambiente, l’attenzione per il prossimo, per ciò che si costruisce e per i cosiddetti “stakeholder muti”, come l’ambiente e come le stesse giovani generazioni, che di fatto non hanno voce». Qual è il legame di questo paradigma economico con la sostenibilità? «Certamente si tratta di concetti che sono strettamente collegati tra di loro, penso anche all’economia circolare, ad esempio, ma bisogna fare attenzione perché oggi si parla ancora principalmente di sostenibilità sotto il profilo economico. L’economia civile ha una prospettiva a 360 gradi: parte della sostenibilità dei valori, della cultura, del territorio, delle relazioni. È un concetto molto ampio, non si tratta della semplice somma dei suoi vari aspetti, ma del loro prodotto. Se fosse una somma aritmetica, si potrebbe essere molto bravi a fare profitto, ma anche pessimi con l’ambiente o nell’ambito

delle relazioni e la sostenibilità che otterremmo sarebbe comunque positiva. Al contrario, come insegna il professor Stefano Zamagni che in questo campo è forse uno dei massimi esponenti nel nostro Paese, se manca anche uno solo di questi aspetti non c’è sostenibilità totale, bene comune totale. Basti pensare che un numero moltiplicato per zero fa zero…». Imprenditore civile si nasce o si diventa? «Mi piace pensare che un imprenditore è civile se rimane fedele al nocciolo di verità che c’è nei suoi sogni: egli è sempre qualcuno che ha qualcosa da dare agli altri tramite un prodotto o un servizio. In questo scambio c’è sempre un profitto, un ritorno: l’economia civile scatta quando il profitto e il costruire impresa non mirano solo ad un bene individualistico, ma anche a costruire il bene comune. Si tratta di fare lo scatto di passare da individui a persone, che si occupano di altre persone, affiancando al parametro classico della mera realizzazione personale anche quello della realizzazione degli altri. Sicuramente alcuni imprenditori hanno una predisposizione in quest’ottica, ma esistono moltissimi percorsi con cui si può entrare nel paradigma dell'economia civile e modificare l’impresa in questo senso».

Lapam è formata per la maggioranza da piccole imprese: si può dire che abbiano una sorta di approccio involontario ai temi della sostenibilità e dell’economia civile? Quanto è importante stimolare anche le piccole realtà a fare la loro parte? «Sicuramente è fondamentale coinvolgere anche le realtà più piccole, perché quando si è in crisi di mezzi e di risorse è molto facile mettere in crisi anche i valori. Certamente il piccolo imprenditore che nasce dall’esperienza personale, dal territorio o magari da un clima familiare, ha tutta una serie

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di relazioni territoriali che lo rinforzano e per questo è sicuramente una persona che ha un potenziale intrinseco molto forte: il piccolo imprenditore, il commerciante, chi conduce realtà di per sé di piccole dimensioni, per questo può e deve fare economia civile».

Chi è Alberto Frassineti Laureato in Ingegneria nucleare all’Università di Bologna, Alberto Frassineti è consulente di ridisegno, socio fondatore della Scuola di Economia Civile Cofondatore della Scuola di Eco-

nomia Civile, fa parte del corpo docente e ne è stato Consigliere Delegato. Ha collaborato in qualità di docente, con l’Università degli Studi di Milano Bicocca, con l’Università di

Bologna, con l’Università di Pisa e con l’Università Cattolica e altre università. Già Consigliere Delegato della SEC.

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Dieci anni dopo: indagine Lapam sull’Area Nord Il Presidente Luppi: “Siamo ripartiti grazie alla tenacia degli imprenditori”

“L

’Area Nord ha saputo rialzarsi, ha dimostrato resilienza, tenacia e coraggio e le imprese sono state determinanti per la rinascita del territorio. Ora le sfide che ci troviamo davanti sono globali, ma sapremo far tesoro di quanto è accaduto dieci anni fa per rimanere competitivi”. Gilberto Luppi, presidente Lapam e imprenditore della zona del cratere sismico, commenta così i dati presentati dall’Ufficio studi dell’associazione. Dati che, in parte, sono frutto del campione di imprese Lapam. Gli ultimi dati aggiornati al 31 marzo 2022 rilevano 7.766 imprese attive nell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, di cui 2.643 artigiane, pari a oltre una su tre (il 34%). Rispetto al I trimestre 2012 (pre sisma) si contano 945 imprese in meno (-10,8%), calo a doppia cifra più che doppio rispetto al -4,6% registrato in media a livello provinciale. Nell’artigianato il calo è del -17,9%, pari a 576 imprese in meno (-11,5% in media provinciale). Il calo delle imprese sul territorio, e in particolare dell’artigianato, è tuttavia iniziato già dal 2008 anche a seguito della crisi finanziaria. Nel lungo periodo (I trimestre 2007 - I trimestre 2022) si sono perse infatti 1.168 imprese dell’Area Nord, pari ad un calo del -13,1% (più marcato del -5,2% registrato in provincia), mentre è del -24% il

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calo nel comparto artigiano (superiore rispetto al -18,5% medio provinciale). Nell’ultimo anno (I trimestre 2021 – I trimestre 2022) sono tornate a crescere le imprese totali dell’Area Nord (+6 unità) dopo 10 anni consecutivi di calo, che determinano un +0,1% (+0,9% il valore provinciale). L’Ufficio studi Lapam ha analizzato il territorio per macrosettori di attività, notando una maggior concentrazione di imprese nell’Agricoltura (18,8%), nel Commercio e Autoriparazione (18,5%) e nei Servizi alle imprese2 (17,9%). Confrontando il numero di imprese attive ad oggi (I trimestre 2022) con i dati pre sisma (I trimestre 2012) la Manifattura risulta essere il settore con il calo più marcato, con un -21,8% (341 imprese in meno), seguito per calo percentuale di imprese da Agricoltura (-19,9%, pari a 363 imprese in meno) e Commercio e Autoriparazione (-14,7%, 247 imprese in meno). Al contrario risultano in crescita i Servizi alle persone (+11,2%, 48 imprese in più) e i Servizi alle imprese (+3,3%, 45 imprese in più). Interessante notare come, dal 2012 al 2019, l’occupazione nella zona sia cresciuta del 4,5%, mentre i disoccupati sono scesi del 18,7%, con un tasso di occupazione complessiva di +3,6 punti. Il valore aggiunto nel 2019 (ultimi dati disponibili) ammontava a 1,6 miliardi di euro,

l’11% complessivo dell’intera provincia di Modena. Venendo al campione Lapam (imprese associate dell’Area Nord sul totale del campione extraprovinciale), si osservano dati molto interessanti nell’ultimo biennio: le ore lavorate nel corso del 2021 vedono un rimbalzo del +11,8% rispetto al 2020 (in linea con il +14,2% del campione complessivo), ma rimangono ancora inferiori di un -3,8% ai livelli pre crisi del 2019 (segna invece un completo recupero del +0,9% il campione totale). Nel dettaglio le imprese della Manifattura che hanno sede nei comuni dell’Area Nord hanno registrato nel 2021 un competo recupero delle ore lavorate rispetto al 2019 (+1,9%) in linea con il +2,3% del manifatturiero del campione totale, con un rimbalzo del +11,1% sul 2020 (lievemente inferiore rispetto al +14,5% del totale). Per quanto riguarda il fatturato, sempre valutando il campione Lapam, nel 2021 resta inferiore del 5,8% rispetto al 2020 (calo in linea con il -5% del campione complessivo), e del -12,7% al di sotto rispetto ai livelli del 2019 (dato leggermente più contenuto rispetto al -13,3% del totale). Nel dettaglio per macrosettori di attività, emerge che nessuno di questi ha recuperato i livelli di fatturato pre Covid (2019). La Manifattura è l’unico settore che si ferma ad un calo inferiore al 10%


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO sul 2019 (-8,7%), mentre i servizi alle persone – che qui comprendono le imprese del commercio, autoriparazione, dell’alloggio e ristorazione – sono l’unico comparto che nell’ultimo anno ha visto un rimbalzo (+12,6%) del fatturato rispetto al 2020. Rispetto al campione complessivo, il fatturato delle imprese dell’Area Nord è calato meno sul

2019 nella Manifattura (-8,7% vs -19,2%), nei Servizi alle imprese (-10,5% vs -27,4%) e nei Servizi alle persone (-12,9% vs -17%). Al contrario il calo è stato più marcato per le imprese dell’Area Nord nel Commercio e autoriparazione (-12,3% vs 5,4%) e nelle Costruzioni (-14,7% vs -1,1%). Il presidente Lapam, Gilberto

Luppi, conclude: “Il sisma non è passato senza conseguenze, e non poteva essere altrimenti, ma il tessuto economico ha retto e, con lui, quello sociale. L’Area Nord è vitale e, a dieci anni da quel terribile 2012, vuole continuare a dare un contributo importante”.

-11% 

8.711

7.766

3.219

2.643

8.800 8.400

Imprese attive totali

le imprese totali dell'Area Nord. I dati si riferiscono al 1° trimestre di ogni anno

8.000 7.600 -18% 

Imprese attive artigiane

le imprese artigiane dell'Area Nord. I dati si riferiscono al 1° trimestre di ogni anno

3.400 3.000 2.600 1° trim.

1° trim.

2012

2013

1° trim.

2014

1° trim.

2015

1° trim.

2016

1° trim.

2017

1° trim.

2018

1° trim.

2019

1° trim.

1° trim.

2020

Agricoltura

Commercio e autoriparazione

Manifattura

Servizi (Alloggio e Ristorazione, Servizi alle persone, Servizi alle imprese)

2021

1° trim.

2022

Macrosettori imprese attive

1° trimestre

1° trimestre

1° trimestre

1° trimestre

Periodo precedente al sisma

Periodo precedente alla pandemia

Periodo di restrizioni causa pandemia

"Oggi"

2012

2019

2021

I dati si riferiscono al 1° trimestre degli anni "chiave".

2.289

-15%  1.438

-5%  1.323

-22%  1.220

1.462

2.269

1.437

1.302

1.234

1.485

2.226

1.500

1.300

1.289

1.611

2.210

1.685

1.394

1.561

1.825

-20% 

+4% 

Costruzioni

2022

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IN COPERTINA CAMPAGNA CONTRO L'ABUSIVISMO

Campagna Nazionale contro l'Abusivismo Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani!

C’è un’Italia ‘sommersa’ che minaccia il lavoro dei piccoli imprenditori, la sicurezza dei cittadini, l’occupazione regolare e sottrae risorse finanziarie allo Stato. Questo tempo di crisi e di incertezza fa proliferare i furbi che si spacciano per artigiani, ma che di legale non hanno nulla: nessuna qualificazione, autorizzazione o permesso, niente tasse, né contributi, nessun rispetto per le norme e per la sicurezza. I falsi artigiani si annidano ovunque, ma colpiscono soprattutto i settori dei trasporti, degli impianti, dell’edilizia, dell’autoriparazione, del benessere e della comunicazione.

Lapam Confartigianato Mette in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori ‘improvvisati’. Valorizza la qualità, la durevolezza nel tempo, il rispetto delle norme, la convenienza e la sicurezza del lavoro ‘a regola d’arte’. Richiama le Autorità ad un’azione di controllo e repressione del fenomeno e di contrasto all’evasione fiscale e contributiva.

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IN COPERTINA CAMPAGNA CONTRO L'ABUSIVISMO

Concorrenza sleale: l’abusivismo minaccia le imprese La nostra campagna di sensibilizzazione contro un fenomeno in crescita, oltre 3 milioni i lavoratori irregolari e gli abusivi

L

a concorrenza sleale esercitata dagli abusivi rappresenta una seria minaccia verso le piccole e micro imprese che rispettano le regole. Non solo. Dopo due anni di pandemia e di fronte all’aumento dei costi di energia e materie prime, l’abusivismo è una forma di vera e propria concorrenza sleale. Idraulici, muratori, tassisti, traslocatori, giardinieri, parrucchiere ed estetiste, autoriparatori, devono fare i conti con gli irregolari che propongono prezzi più bassi, forniscono servizi di qualità inferiore e non pagano le tasse. Proprio per questo la nostra associazione torna a denunciare un fenomeno che l’aumento dell’inflazione rischia di amplificare e ag-

gravare. Secondo i dati della Consi attesta sul 10,7% e il Nord Est federazione, pubblicati il 6 maggio si ferma al 9,2%. Maglia nera per scorso con una campagna stampa, la Calabria, dove non è regolare sono 710mila imprese più esposte un quinto (21,5%) degli occupati alla concorrenza sleale esercitata della regione, seguita da Campada circa un milione di operatori abusivi, il 14% Guarda le singole campagne dei soggetti che svolper le categorie: gono attività indipenAutoriparatori pag. 23 dente. Imprese del Verde pag. 25 Un numero cresciuto Impianti pag. 28 dello 0,6% negli ultimi Edilizia pag. 31 dieci anni. Trasporti pag. 38 Secondo i dati di ConBenessere pag. 41 Comunicazione pag. 47 fartigianato, abusivismo e lavoro sommerso non risparmiano nessuna regione nia (18,7%), Sicilia (18,5%), Puglia d’Italia, ma il Mezzogiorno ha il re(15,9%), Molise (15,8%) e Sardegna cord negativo con il tasso di lavoro (15,3%). Il tasso più basso di lavoro irregolare sull’occupazione totale irregolare sul totale degli occupati pari al 17,5%, mentre il Centro Nord (8,4%) si registra nella Provincia

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autonoma di Bolzano. Ma, secondo le stime, è nel Nord che si annida il maggior numero di abusivi che si fingono imprenditori. La classifica regionale vede infatti in testa la Lombardia dove l’economia sommersa ne “arruola” 130.800. Seguono la Campania (121.200), il Lazio (111.500), Sicilia (95.600) e Puglia (78.100). A livello provinciale, Roma batte tutti con 84.000 abusivi, seguita da Napoli (59.500), Milano (47.400), Torino (30.600), Salerno (26.100). Il Presidente di Confartigianato Marco Granelli chiede «tolleranza zero per un fenomeno che sottrae

lavoro e reddito ai piccoli imprenditori e risorse finanziarie allo Stato, oltre a minacciare la sicurezza e la salute dei consumatori». Confartigianato ha quindi lanciato una campagna di informazione dal titolo “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”. Tre gli obiettivi dell’iniziativa: mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati; valorizzare la qualità, il rispetto delle norme e la sicurezza del lavoro dei veri artigiani e infine richiamare le istituzioni ad un’azione di contrasto capillare all’evasione fiscale e contributiva.

Tasso di irregolarità dell'occupazione per regione Percentuale di occupati non regolari su occupazione totale

3,2 milioni

Lavoratori irregolari in Italia

di cui

1 milione 14,4%

Abusivi Lavoratori indipendenti non regolari

Tasso di abusivismo percentuale di abusivi su lavoratori indipendenti totali

La nostra Confederazione quantifica in 3,2 milioni di lavoratori irregolari e gli operatori abusivi in Italia nei diversi settori, veri e propri fantasmi che popolano il sommerso, quel mondo parallelo che vale oltre 200 miliardi di euro e rappresenta l’11,3% del PIL e quasi il 13% di valore aggiunto. Se fosse un settore, stima Confartigianato, sarebbe il terzo settore più numeroso dell’economia italiana, preceduto dai servizi che contano 16,3 milioni di addetti e dal manifatturiero che ne conta 4 milioni.

Calabria

21,5%

Campania

18,7%

Sicilia

18,5%

Puglia

15,9%

Molise

15,8%

Sardegna

15,3%

Lazio

15,3%

Abruzzo

14,5%

Basilicata

14,3%

Umbria

13,0%

Liguria

11,8%

Toscana

10,5%

Marche

10,5%

Lombardia

10,0%

Piemonte

10,0%

Valle d'Aosta

9,8%

Friuli-V.G.

9,7%

P.A. Trento

9,5%

Emilia-Romagna

9,5%

Veneto

8,8%

P.A. Bolzano

8,4%

Italia

12,6% 5%

10%

15%

20%

Dati elaborati da: Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat

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Le stime del nostro Ufficio Studi sul lavoro sommerso Una situazione molto difficile anche sul nostro territorio

L

a stima dei lavoratori indipendenti non regolari che emerge da una approfondita indagine sull’abusivismo e sull’economia sommersa, elaborata dal nostro ufficio studi, parla di 9.400 persone a Modena e 7.000 a Reggio Emilia. Numeri molto elevati, rispettivamente al secondo e terzo posto in regione dietro i 14.200 di Bologna, e addirittura al 32esimo posto in Italia per quanto riguarda Modena, dati che indicano una situazione delicata. Il presidente Gilberto Luppi senza tanti giri di parole sottolinea: La concorrenza sleale degli abusivi e del mercato sommerso va denunciata con forza. Questa analisi fa notare una situazione molto difficile anche nella nostra regione e sul territorio della provincia. Il riferimento è al 2019, ultimo anno disponibile con i dati Istat, ma è evidente che la pandemia ha ulteriormente acuito il fenomeno.

La situazione dei lavoratori abusivi a Reggio Emilia Prendendo a riferimento i quattordici mestieri maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale e includendo sia i servizi di riparazione di beni per uso personale

e per la casa sia i restanti mestieri operanti nella manutenzione e riparazione di autoveicoli (in particolare carrozzieri ed elettrauto) si delinea in provincia a fine 2021 un totale di 8.994 imprese attive con un’alta vocazione artigiana. Le imprese artigiane perimetrate sono infatti 8.090 e rappresentano l’89,9% del totale, quota circa 3 volte superiore rispetto al 30,9% osservato per il totale economia. L’artigianato è particolarmente esposto in quanto in tali mestieri si concentrano il 44% delle imprese del comparto, quota 3 volte il 15% rilevato per il totale imprese.

La situazione dei lavoratori abusivi a Modena Prendendo a riferimento gli stessi quattordici mestieri si delinea in provincia a fine 2021 un totale di 9.686 imprese attive con un’alta vocazione artigiana. Le imprese artigiane perimetrate infatti sono 8.340 e rappresentano l’86,1% del totale, quota circa 3 volte superiore rispetto al 31,1% osservato per il totale economia. Anche in questo caso l’artigianato è particolarmente esposto in quanto in tali mestieri si concentrano il 41,9% delle imprese del comparto, quota quasi 3 volte il 15,5% rilevato per il totale imprese.

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I dati regionali su abusivi e non regolari Tornando ai dati regionali le categorie maggiormente esposte al lavoro indipendente irregolare sono: l’edilizia acconciatura ed estetica elettricisti e idraulici tassisti giardinieri fotografi e video operatori traslocatori

I numeri che emergono sono peggiori rispetto alle aspettative – ribadisce il presidente Luppi – e, come abbiamo già fatto, chiediamo un intervento più incisivo da parte delle autorità competenti. Il fenomeno del sommerso e dei lavoratori indipendenti irregolari danneggia in modo pesante le imprese, sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori, sottrae risorse allo Stato e, soprattutto nelle professioni più delicate, rischia di provocare danni. Come associazione abbiamo lanciato la campagna ‘Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani’ contro l’abusivismo: è fondamentale che anche i cittadini sostengano questa campagna.

Lavoro sommerso

Nelle province di Modena e Reggio Emilia

Reggio Emilia

Modena

7.000

Numero stimato di lavoratori indipendenti non regolari

9.400

8.994

Imprese attive nei settori più esposti al lavoro indipendente irregolare

9.686

89,9%

Di cui artigiane

86,1%

Dati elaborati da: Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat e Camera di Commercio delle Marche

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FOCUS OCCUPAZIONE E LAVORO

Occupazione e mercato del lavoro L'analisi del nostro Ufficio Studi

I

l prolungarsi della guerra in Ucraina e l'amplificazione della crisi energetica potrebbero ostacolare il percorso di ripresa dalla recessione causata dalla pandemia. Le assunzioni previste dalle imprese modenesi e reggiane per maggio 2022 segnano un rallentamento rispetto allo stesso periodo 2021, e restano inferiori ai livelli pre Covid. Nel mese in esame le MPI fino a 49 dipendenti danno il contributo maggiore alla domanda

di lavoro, infatti oltre la metà delle assunzioni complessive sono previste da micro e piccole imprese (il 59,8% a Modena e il 57,1% a Reggio Emilia). Il tasso di occupazione dell’Emilia-Romagna è il 2° più elevato a livello nazionale e sei province su nove figurano tra le prime 15 in Italia per valori più alti del tasso. Tuttavia la maggior parte delle province emiliano-romagnole (tra cui Modena e Reggio) non recupe-

Assunzioni previste

Modena

dalle imprese per il mese di maggio

6.000

ra i livelli del tasso pre crisi. Altre conseguenze preoccupanti della pandemia sul mercato del lavoro sono l’aumento dell’inattività e la crescita del fenomeno dei NEET (giovani non inseriti né in un percorso di studi né in uno di lavoro). Inoltre anche nel 2022 permangono le criticità dovute alla difficoltà di reperimento di profili professionali.

Reggio Emilia

6.260

-23,6%  rispetto al 2019

5.980

5.000

4.780

4.470

4.000

3.890

-24,4%  rispetto al 2019

3.380

3.000

2.000

1.000

0

2019

2021

2022

A maggio 2022

oltre 2 lavoratori su 5 risultano difficili da reperire Modena: 41,6% Reggio Emilia: 41,9% Fonte: Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior

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FOCUS OCCUPAZIONE E LAVORO

Mercato del lavoro principali tassi del 2021

Modena Reggio Emilia

312 mila

239 mila

Occupati

Persone di 15-64 anni che svolgono un lavoro

67,7% 

-2,2 punti rispetto al 2019

Tasso di occupazione Rapporto tra occupati e popolazione residente di 15-64 anni

14 mila Disoccupati

Persone di 15 anni e più in cerca di lavoro

4,4% 

-2,1 punti rispetto al 2019

67,8% 

-2,5 punti rispetto al 2019

13 mila Tasso di disoccupazione Rapporto tra i disoccupati e l'insieme di occupati e disoccupati con 15 anni e più

129 mila

5,1% 

+1,1 punti rispetto al 2019

96 mila

Inattivi

Persone di 15-64 anni che non hanno un lavoro e non lo stanno cercando

29,1%

NEET

16,2%

Giovani di 15-29 anni che non lavorano e non studiano rilevazione al 2020

+4 punti rispetto al 2019

+2,9 punti rispetto al 2019

Tasso di inattività Rapporto tra inattivi e popolazione residente di 15-64 anni

Percentuale di NEET su popolazione residente con 15-29 anni

28,4% 

+1,6 punti rispetto al 2019

15,3% 

+2,9 punti rispetto al 2019

Fonte: ISTAT

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AUTORIPARATORI

Cambio gomme: perché è importante affidarsi a officine specializzate Le raccomandazioni del presidente di categoria, Daniele Michelini, per evitare spiacevoli disavventure e viaggiare sicuri

M

igliorare la sicurezza stradale, evitare sanzioni, ridurre i consumi di carburante. Sono questi i motivi principali per cui è importante scegliere e montare pneumatici adatti ai diversi periodi dell’anno. Dal 15 aprile, e con un mese di tolleranza, tutti gli automobilisti che hanno installato gomme invernali dovranno procedere al cambio degli pneumatici. Un appuntamento annuale, cui professionisti del settore raccomandano di prestare massima attenzione. «Non ci stufiamo di dirlo - spiega Daniele Michelini, presidente della categoria autoriparatori Lapam - è importante “curare” la manutenzione della propria vettura per evitare spiacevoli disavventure. Il cambio gomme è un’occasione per verificare lo stato di salute degli

Livio Lazzari Referente categoria Autoriparatori

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pneumatici e per verificare aspetti non trascurabili in strada, quali ad esempio la convergenza o, per le vetture che ne dispongono, l’allineamento delle gomme con i cosiddetti ADAS, i sistemi di assistenza alla guida di ultima generazione». Verifiche importanti che troppo spesso vengono trascurate dagli automobilisti. Eppure gli pneumatici sono l’unico elemento della vettura a contatto con l’asfalto e di conseguenza richiedono la massima efficienza possibile. Proprio per questo la nostra associazione raccomanda di eseguire i controlli presso officine specializzate e competenti. «È necessario affidare la manutenzione dell’auto a personale specializzato - prosegue Michelini - capace di intervenire, quando necessario, con cognizione di causa,

esperienza e certificazioni. D’altra parte, la professionalità degli autoriparatori è stabilita dalla Legge 122/92 che specifica i requisiti tecnici e le attrezzature da utilizzare per garantire un elevato grado di sicurezza. Nel caso delle gomme, la loro affidabilità deriva da alcuni parametri che devono essere regolarmente controllati. Si va dallo spessore del battistrada, alla pressione del gonfiaggio, alle eventuali irregolarità come tagli e abrasioni, che ne riducono la performance, impattando negativamente sulla sicurezza, sui consumi di carburante fino alle emissioni di anidride carbonica». Una raccomandazione importante per garantire non solo la propria, ma l’altrui sicurezza.

059 893 111 livio.lazzari@lapam.eu


AUTORIPARAZIONE

Autoriparazione. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo Scegli bene a chi affidare la tua auto

Non risparmiare sulla sicurezza

La tua vita non ha prezzo LA QUALITÀ È CONVENIENTE con i veri artigiani niente brutte sorprese

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IMPRESE DEL VERDE

Dai micropaesaggi ai giardini ornamentali, tutto il meglio di Euroflora 2022 La 12ª edizione della mostra internazionale del fiore e delle piante ornamentali

S

i è chiusa domenica 8 maggio a Genova la dodicesima edizione di Euroflora, la mostra internazionale del fiore e della pianta ornamentali, che si è svolta nei Parchi e nei Musei di Nervi a Genova dal 23 aprile all’8 maggio. Euroflora, già riconosciuta dagli organismi internazionali di settore, è il palcoscenico più autorevole per florovivaisti, paesaggisti, regioni e comuni italiani, eccellenze imprenditoriali del settore e Paesi Esteri. La XII edizione ha ottenuto il prestigioso riconoscimento dell’AIPH, l’associazione internazionale dei produttori orticoli, ed è inserita nel calendario dei più importanti eventi mondiali dedicati al florovivaismo. I visitatori, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno potuto ammirare il meglio del florovivaismo italiano e non solo. Sono stati allestiti all’incirca

Matteo Roversi Referente categoria Giardinieri

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90 giardini, 10 progetti di architettura del paesaggio realizzati dopo un concorso estremamente selettivo, “Micropaesaggi”, più di 300 partecipanti tra grandi collettive e singole aziende, espressione delle eccellenze produttive del Paese, Comuni e realtà istituzionali di primo piano come il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e il Ministero della Transizione Ecologica. Uno dei risultati più importanti è stato il ritorno delle grandi aziende florovivaistiche italiane, sia a livello di singole aziende, sia sotto l’egida delle collettive regionali. Molte aziende presenti nel gruppo giardinieri Lapam di Modena e Reggio Emilia hanno partecipato all’evento fieristico, riscontrando con soddisfazione la massiccia presenza di visitatori, l’ottima organizzazione e le maggiori novità del settore.

059 893 111 matteo.roversi@lapam.eu


IMPRESE DEL VERDE

Imprese del verde. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo Se devi curare il tuo giardino

o potare i tuoi alberi

Affidati solo a mani esperte I VERI ARTIGIANI sono sicuri e convenienti

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IMPIANTI

Arriva il caldo e riapre la campagna su impianti di condizionamento e refrigerazione Un focus su riciclo e riutilizzo dei gas refrigeranti recuperati, che aiutano l’ambiente, ma anche il portafogli

C

ome ogni anno, in questo periodo, Lapam fa il punto con la Categoria, ponendo l’attenzione sulla gestione degli F-Gas, con un occhio di riguardo al futuro. Lo ha fatto lo scorso 4 maggio, durante una serata di approfondimento tecnico - finalmente in presenza - in cui si è partiti ricordando il termine, con la fine dello stato di emergenza sanitaria, del regime derogatorio dei termini di validità delle certificazioni F-Gas personali e aziendali: i certificati scaduti tra il 31 gennaio 2020 e il 31 marzo 2022 avranno validità per i 90 giorni successivi, ovvero fino al 29 giugno 2022. Importante, quindi, procedere ai rinnovi e mantenere la validità delle certificazioni e la conseguente possibilità di caricamento degli interventi in Banca Dati F-Gas. Si è poi amplia-

Letizia Budri Referente categoria Impianti

26 Imprese & Territorio

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ta la panoramica, accennando alla proposta legislativa avanzata nelle settimane scorse dalla Commissione europea, per aggiornare il Regolamento UE 517/2014 e allinearlo a European Green Deal e European Climate Low - nonché ai più recenti impegni assunti con il Protocollo di Montreal. Una proposta che prevede ulteriori limitazioni di impiego, ma anche incentivi all’uso di alternative meno impattanti. La maggiore riduzione della massima quantità di HFC che può essere immessa sul mercato avverrà entro il 2030, passando dal 21%, attualmente in vigore, a circa il 5%. Ciò al fine di raggiungere una riduzione di oltre 40 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030 - superiore alla riduzione attesa con la normativa vigente – e arrivare a un risparmio totale di 310 milioni di tonnellate di

059 893 111 letizia.budri@lapam.eu


IMPIANTI

CO2 entro il 2050. Prendendo le mosse dal vigente Regolamento, che già prevede e incentiva il riciclo e la rigenerazione del gas recuperato, si è osservato come - a fronte delle restrizioni sulla messa in commercio previste - la capacità degli operatori del settore di riutilizzare il gas refrigerante recuperato risulterà strategica, anche e soprattutto, sul versante economico. Essere in grado di riutilizzare il gas recuperato che, diversamente, dovrebbe essere conferito come rifiuto, determina il doppio vantaggio di non dover sostenere il costo di acquisto di nuovo gas e di non dover pagare per lo smaltimento. Questo “vantaggio competitivo”, però, può essere esercitato solo in presenza di un know how specifico, per l’attività formativa riferita alle certificazioni personali e aziendali, rappresenta un’ulteriore opportunità professionalizzante. L’impiantista manutentore deve essere in grado di affrontare criticamente una serie di considerazioni che includono l’analisi della storia del sistema di refrigerazione, del tipo e delle condizioni del refrigerante proveniente dal circuito frigorifero; l’individuazione del motivo della rimozione del refrigerante; la valutazione dello stato dell'impianto o dell'apparecchiatura e la definizione se essa debba essere o meno rimessa in servizio.

Chi è il nuovo Presidente del Consiglio direttivo della Categoria Impianti di Lapam? Si chiama Mirko Guidelli e nella seduta del 18 maggio è subentrato a Guido Gasparini alla guida della Categoria. 53 anni, sassolese di nascita è socio amministratore dell’impresa reggiana Immerclima S.r.l., che da

oltre 20 anni opera come centro di assistenza tecnica specializzato in riparazione e manutenzione di caldaie,condizionatori e addolcitori di numerosi marchi leader di mercato. Guidelli partecipa al Consiglio direttivo della Categoria da diversi anni e nel riconoscere l’importanza

di avere un catasto regionale degli impianti termici efficiente e aggiornato, ha sempre orientato la sua attività di consigliere - tra le altre - alla promozione di conoscenza e utilizzo del CRITER.

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IMPIANTI

Impianti. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo Devi sistemare il tuo impianto elettrico?

Hai una perdita in casa?

Sulla sicurezza non si scherza AFFIDATI SOLO ALLE IMPRESE ABILITATE

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EDILIZIA

Edilizia: firmato il nuovo contratto nazionale del comparto artigiano Rinnovato il contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area Edilizia, comparto artigiano, che sarà in vigore fino al 30 settembre 2024

A

NAEPA Confartigianato Edilizia, insieme ad altri sindacati di categoria, ha firmato l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area Edilizia, comparto artigiano, che sarà in vigore fino al 30 settembre 2024. Il rinnovo del contratto interessa una platea di 506 mila dipendenti in 126 mila imprese con dipendenti del settore dell’edilizia, che rappresentano oltre un terzo (36,1%) delle imprese attive, e prevede un incremento a regime, al primo livello di 92 euro lordi sui minimi tabellari con le seguenti tranches: 52 euro nel mese di maggio 2022 e 40 euro a luglio del 2023.

I termini dell'accordo L’accordo sottoscritto il 4 maggio interviene in una fase di ripresa post-pandemia, che ha fatto registrare nel 2021 un aumento del valore aggiunto del 13,6% rispetto ai livelli del 2019. Il comparto mantiene un andamento positivo anche nella prima parte di quest’anno: nei primi due mesi del 2022 la produzione delle costruzioni registra

in Italia un aumento del 18,8% su base annua, più intenso del +7,0% dell’Eurozona. In questo contesto la sottoscrizione del contratto nazionale fa leva su alcuni punti che caratterizzano le specificità del mondo artigiano per aumentare il livello di competitività e di qualificazione del settore per rafforzare la salute e la sicurezza dei lavoratori e la qualità del lavoro, in un contesto di mercato particolarmente complesso, in cui la ripresa del settore deve comunque far i conti con molte variabili critiche che vanno dall'aumento del costo dell’energia e dei carburanti alla difficoltà di reperire materie, attrezzature e manodopera specializzata.

I punti cardine dell'accordo Per questo, i punti cardine del nuovo CCNL muovono nella direzione della qualificazione delle imprese, attraverso il riconoscimento delle professionalità degli addetti, il ricorso alla formazione, il rafforzamento della figura dell’imprenditore, della sicurezza e della formazione dei lavoratori, con l’istituzione

dell’innovativa figura del “Mastro formatore artigiano”, che riconosce e valorizza la competenza e la professionalità acquisita dallo stesso in cantiere negli anni, unita ad un sistema premiale per le imprese virtuose che contribuiscono alla riduzione del fenomeno del sotto inquadramento dei lavoratori, in una logica di contrasto al dumping. L’accordo prevede anche una più adeguata caratterizzazione dell’elemento variabile della retribuzione centrato anche sull'andamento aziendale, attraverso un innovativo sistema contrattuale di riforma dello strumento in una logica di riduzione del cuneo fiscale. Vanno nella direzione di valorizzare le specificità della piccola e media impresa anche le previsioni contrattuali che adattano il regime di orario di lavoro alle esigenze temporanee dell’impresa, previa comunicazione ed eventuale confronto con il sindacato, soprattutto nelle tipologie di lavorazioni tipiche del settore, quali lavori nei centri storici delle città ed interventi di riqualificazione e manutenzione di edifici situati in aree con restrizione di accesso.

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EDILIZIA

Superbonus: obbligo SOA, un'altra barriera burocratica L'appello di Confartigianato

A

ncora una barriera burocratica nella travagliata storia degli ecobonus. Con l’emendamento al DL Crisi Ucraina approvato nella notte il Parlamento si assume la grave responsabilità di escludere circa l’80% di micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia introducendo nuove e incomprensibili barriere burocratiche. Confartigianato e CNA stigmatizzano l’estensione dell’obbligo di qualificazione SOA per lavori legati agli ecobonus di importo superiore ai 516 mila euro a partire dal primo gennaio 2023. Pur nella riformulazione del provvedimento che ne attenua l’impatto, cui le Organizzazioni artigiane hanno lavorato nel fine settimana per convincere i parlamentari sulla inopportunità della norma,

Alberto Belluzzi Referente categoria Edilizia

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quanto approvato – sottolineano Confartigianato e CNA – costituisce un principio inaccettabile, che esclude di fatto dai lavori di riqualificazione le imprese che non lavorano per gli appalti pubblici ed estende al settore privato un sistema pensato per i lavori pubblici, che nulla ha a che fare con la qualificazione delle imprese. Servirebbe, piuttosto, una legge che riconosca il profilo professionale ed i requisiti delle imprese edili. Sappiamo peraltro che anche nel pubblico le SOA non hanno dimostrato particolare efficacia e non hanno alcuna utilità nel contrasto delle frodi. Unico effetto della norma: l’ennesimo rallentamento dell’esecuzione dei lavori e l’apertura di un business rilevante per le società che rilasciano attestazioni SOA.

059 893 111 alberto.belluzzi@lapam.eu


EDILIZIA

Edilizia. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo Ci sono tanti "muratori"

e tanti "pittori"

Il mestiere non si improvvisa ATTENZIONE AI FURBI Mettiti solo in buone mani

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ALIMENTAZIONE

Un viaggio nell’espresso dalla coltivazione alla tazzina Una full immersion nel mondo del caffè

L

a storia del caffè si intreccia alla leggenda. Si narra infatti che un pastore di capre etiope lo scoprì accidentalmente nel IX secolo d.C. vedendo che una sera i suoi animali, avendo ingerito le bacche rosse della pianta, non rientravano all’ovile e risultavano iperattive. Si sarebbe quindi recato al monastero vicino con tali frutti per chiedere spiegazioni e da allora in poi i monaci avrebbero approfittato dell’effetto energetico di un decotto a base di caffè per proseguire le loro orazioni nelle ore notturne.

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Matteo Roversi Referente categoria Alimentazione

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Questo è solo un piccolo cenno tra storia e leggenda, ma tutti sappiamo quanto sia importante a livello economico e culturale il caffè per il nostro territorio. Per questo motivo abbiamo creato una masterclass insieme a Federico Bobbio, esperto di caffè, Simone Previati e Stefano Cevenini di Full Service, dove si andava a capire dove proviene, come viene coltivata e come trattare la materia prima. Una vera e propria full immersion nel mondo del caffè tra teoria e pratica che ha raccolto pareri molto positivi dai partecipanti, i quali hanno potuto portare a casa anche diversi “trucchi del mestiere”.

Alla fine della masterclass abbiamo posto qualche semplice domanda ai nostri relatori: Simone Previati, quanto è importante la formazione per gli operatori del settore, quindi bar, ristoranti e più in generale pubblici esercizi? «La formazione è molto importante a mio avviso in modo da elevare la qualità percepita del consumatore, sfruttando al massimo il prodotto stesso attraverso la conoscenza teorica e tecnica». Stefano Cevenini, quali sono i segreti per un espresso da campione? «Gli ingredienti sono semplici, prima di tutto la pulizia, poi lavorare con la giusta quantità di caffè macinato chiedendo consiglio anche al torrefattore, compiere i movimenti giusti, utilizzare un’acqua pulita, un'attrezzatura corretta e far trascorrere il tempo di estrazione adeguato al prodotto». Federico Bobbio, quanto è importante la conoscenza del prodotto caffè e delle modalità di produzione per chi lo utilizza? «Il caffè è il secondo prodotto più esportato al mondo dopo il petrolio, sapere da dove viene, come viene coltivato e processato è molto importante per poterne dare il giusto valore e il giusto risalto in estrazione».

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COMMERCIO

Il POS non è più opzionale, ma è anche un vantaggio Cosa prevede la normativa, le nostre proposte alla politica e alcuni buoni motivi per averlo

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al 1° luglio 2022 chi non mette a disposizione dei propri clienti il POS, il dispositivo che permette di accettare pagamenti con carta di credito, debito e prepagata attraverso la lettura di un chip, rischia una sanzione. È questa la novità più significativa dopo che, nell’ormai lontano 2014, era diventato obbligatorio senza rischio di sanzioni per esercenti e professionisti. Un salto in avanti stabilito dal cosiddetto “Decreto PNRR2” (DL n.36/2022) che ha anticipato la data prevista per adeguarsi alla normativa (in precedenza era fissata al 1° gennaio 2023) e che mira ad avvicinare l’Italia agli altri stati europei. Ma cosa rischiano i ritardatari? Le sanzioni previste dal legislatore sono pari ad un 4% del valore del singolo pagamento, cui vengono aggiunti 30 euro verso coloro che non accettano pagamenti con le carte o APP dedicate (vedi pagamenti contactless).

Un trend in continua crescita C’è da chiedersi tuttavia se il salto in avanti richiesto dal governo fosse così impellente. I dati del nostro Ufficio Studi dimostrano infatti Laura Roncaglia Referente categoria Commercio

come negli ultimi anni gli investimenti da parte delle imprese in questa tecnologia siano in costante crescita. Nel 2021 il 58,1% delle imprese del comparto alloggio, turismo e ristorazione si sono dotate di POS, contro il 43,9% del 2020 e il 31,3% del periodo 2015/2019. Nel commercio al dettaglio e all’ingrosso il dato è ancora migliore, 77,8% nel 2021, contro il 68,8% del 2020 e il 60% del periodo 2015/2019.

Il commento Licom «I dati dell’Ufficio Studi sono importanti e molto incoraggianti», spiega Cinzia Ligabue, presidente Licom. «La nostra associazione ha sempre spinto le imprese del settore verso il digitale e oggi è fondamentale permettere ai clienti di poter scegliere come effettuare i pagamenti. Tuttavia rimangono dei nodi irrisolti. I piccoli esercizi commerciali infatti non devono pagare commissioni bancarie troppo alte, accettabili solo dai grandi gruppi commerciali, bensì essere facilitate. Proprio per questo chiediamo una franchigia fino a 10/15 euro sulle commissioni»

I vantaggi per commercianti e imprese Ma quali sono i principali vantaggi del POS? Se volessimo riassumerli in due parole potremmo dire che questa tecnologia aumenta la cosiddetta customer satisfaction, cioè la soddisfazione del cliente per il servizio offerto dall’attività a cui si è rivolto. Ma ci sono altri indubbi vantaggi, tra cui offrire la possibilità di accettare pagamenti in qualunque valuta e con varie APP per smartphone. Servizi indispensabili ad esempio per chi lavora con clienti stranieri, giovani o digitalmente “avanzati”. Ricevere pagamenti tramite POS inoltre accelera e semplifica la gestione dei flussi economico-finanziari dell’azienda e quindi il controllo gestionale. L’importo di ogni transizione di pagamento, infatti, viene immediatamente digitalizzato e inserito all’interno dell’estratto conto bancario. Infine, il pagamento POS rende l’impresa più innovativa ed è il primo passo verso una digitalizzazione ormai sempre più necessaria per restare al passo con i tempi.

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EXPORT

Food made in Modena: +12,9% di export rispetto i livelli pre-pandemia Le tensioni sui prezzi preoccupano il settore.

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a guerra in Ucraina sta producendo straordinarie tensioni sui prezzi delle commodities agricole, in particolare il mais e, in misura maggiore, il grano: Russia e Ucraina insieme rappresentano quasi il 30% delle esportazioni globali di grano. Lo shock dei prezzi determinerà effetti di lungo periodo: secondo il Fondo monetario internazionale, nel 2023 i prezzi delle commodities alimentari rimarranno superiori del 7,5% sul 2021 e del 39,5% sopra ai livelli del 2019. I dati, forniti dal nostro Ufficio studi, evidenziano le criticità sui prezzi del food e, di conseguenza, sui prezzi al consumo.

I dati di Modena A marzo Modena registra un aumento dei prezzi dei prodotti alimentari del 4,5%, in accelerazione rispetto al 3,7% di febbraio.

Alle tensioni lungo le filiere globali alimentari, aggravate con lo scoppio della guerra, sono esposte le 745 micro e piccole imprese modenesi attive nel settore alimentare, che danno lavoro a 4.419 addetti, pari al 39,3% dell’occupazione del settore, nel quale è marcata la connotazione artigiana: sono 471 le imprese artigiane, con 2.526 addetti, pari ad oltre un quinto (22,4%) degli addetti del settore. Il settore rappresenta il perno della filiera dell’agroalimentare italiano, a cui è dedicata Cibus 2022, la manifestazione che si tiene fino oggi a Parma, e che vede la partecipazione di Confartigianato Imprese Alimentazione e di alcune aziende nostre associate. Nonostante il succedersi di pandemia, crisi energetica e accelerazione dei costi delle materie prime determinata dalla guerra in Ucraina, le imprese italiane della produzione alimentare hanno registrato una migliore performance rispetto

ai competitor europei. Negli ultimi dodici mesi a febbraio 2022 in Italia la produzione alimentare è del 2,3% superiore al corrispondente periodo pre-pandemia, facendo meglio dei produttori di Francia (+1,6%), Spagna (+1%) e di Germania (-0,1%). L’Ufficio studi chiude la sua approfondita analisi con un dato confortante. Il food made in Modena si conferma protagonista sui mercati internazionali, con le esportazioni del 2021 che risultano del 12,9% superiori ai livelli pre-pandemia del 2019. Nel corso del 2021 la provincia di Modena ha infatti esportato prodotti alimentari per un valore complessivo di 1,4 miliardi di euro. I principali paesi partner, che assorbono complessivamente il 42,5% delle esportazioni dell’ultimo anno, sono Germania (in crescita del 4,7% sul livello del 2019), Stati Uniti (che fanno registrare un aumento del 2,5% sul 2019) e Francia (arrivata a un +2,7%). Germania

+4,7% 

Export alimentare

del "food made in Modena" e principali paesi di esportazione. Dati del 2021

rispetto al 2019

1,4

Francia

miliardi di €

+2,7% 

+12,9%  rispetto

rispetto al 2019

al 2019

Stati Uniti

+2,5% 

rispetto al 2019

Matteo Roversi Referente internazionalizzazione e mercati esteri

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TURISMO

Progetto di sviluppo turistico dell’Appennino modenese Il valore aggiunto alla nostra Regione

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oi come associazione abbiamo deciso di seguire questo progetto, perché crediamo che l’Appennino Modenese sia un valore aggiunto alla nostra Regione, abbiamo luoghi meravigliosi da scoprire e un consiglio che possiamo darvi può essere di visitarlo, specialmente in estate, quando le temperature in pianura si alzano e il bisogno di andare in cerca un po’ di fresco, di attività sportive e al tempo stesso di tranquillità aumenta. Perciò si andrà a valorizzare le strutture turistiche associate e il mondo dell’imprenditoria che gravita intorno al turismo del nostro appennino, si conferma in pieno la mission intrinseca nell’associazione stessa Lapam Confartigianato Modena e Reggio Emilia. Con noi sta collaborando la consulente e associata Federica Ghinelli, 28 anni, residente a Montese, appassionata viaggiatrice e musicista. Dopo gli studi in lettere all'Università ha conseguito un Master di I Livello in Valorizzazione Turistica e Gestione del Patrimonio Culturale, con l'intento di adoperarsi per la promozione e lo sviluppo turistico dell'Appennino. Consulente turistica con partita Iva, collabora con diverse realtà che hanno l'obiettiLaura Roncaglia Referente categoria Turismo

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vo di promuovere lo sviluppo del turismo in questi territori, tra cui Appennino Bike Tour. Il suo obiettivo è quello di aiutare imprese turistiche, associazioni a valorizzare le potenzialità del territorio e delle proprie strutture. A Quali esempi di territori, che sono stati capaci di aumentare la loro capacità ricettiva, ti stai ispirando? «Per quanto riguarda l'assunzione delle buone pratiche, sto prendendo a modello le aree che hanno rivitalizzato borghi quasi disabitati organizzando delle cooperative di comunità. In questo senso alcune case vuote sono state adibite a B&B e gestite in maniera cooperativa. Mentre per i modelli turistici fondati sulle attività outdoor, sto studiando il sistema della Val di Fassa e del Trentino in generale, che, con la creazione della Brand Identity, il marchio comune è riuscita a promuovere anche territori meno conosciuti» Che ruolo devono avere le istituzioni piuttosto che gli enti pubblici a sostenere la promozione turistica? «La commistione tra pubblico e privato è importante per la promozione turistica e la valorizzazione 059 893 111 laura.roncaglia@lapam.eu


TURISMO e gestione del patrimonio culturale. Sinergia nella ricerca dei fondi (bandi, art. bonus, sponsorizzazioni, Crowdfunding), ma anche nella gestione stessa (es. una persona comune che nota un sentiero non ben curato, è bene che lo segnalo agli uffici del comune competenti, che devono farsi carico della segnalazione e, se non in prima persona, coinvolgere gli enti superiori che devono fare la manutenzione). Molto importante anche il tavolo di coordinamento per il turismo, con attori pubblici e privati». C'è una trasformazione del turista, che cosa cerca adesso e quali sono le nuove esigenze? «Sopratutto causa Covid, sono cambiate le tendenze mondiali del mercato turistico. Turismo Sostenibile ed Esperienziale, di Prossimità, Destagionalizzazione, turismo slow sono solo alcune delle componenti del nuovo mercato. Spopolano i pacchetti che permettono di fare

esperienze di vita contadina (es. Visita alla stalla, vendemmia)». A supporto abbiamo elaborato con l’Ufficio Studi, un questionario in Google Moduli, rivolto a tre diversi rispondenti: al turista, ai residenti e agli imprenditori del territorio. Si è chiesto di inserire i principali punti di interesse, e quali sarebbero gli aspetti da migliorare per potenziare il turismo, indicare la vocazione turistica del territorio (escursionismo, enogastronomia e turismo culturale etc), infine è stato richiesto a tutti di valutare la connessione Internet locale. Questo sondaggio è stato diffuso attraverso i social e sul nostro sito web, con l’aiuto dei Segretari di sede dei comuni coinvolti, le imprese associate e cittadini, al fine di ottenere una “fotografia” di com’è oggi il turismo nelle aree analizzate.

SONDAGGIO

sul

TURISMO IN APPENNINO

COMPILA IL QUESTIONARIO Indagine rivolta ai turisti, ai cittadini e alle imprese dei Comuni montani della provincia di Modena, con lo scopo di raccogliere suggerimenti per avviare una progettazione condivisa dello sviluppo turistico

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TRASPORTO

Trasporto. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo Scegli bene a chi affidare le cose a cui tieni

e le persone che ami

Sulla sicurezza non si risparmia OCCHIO AI FURBI mettiti solo in buone mani

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BENESSERE

Cosmoprof: conclusa con successo la 53ª edizione Confartigianato protagonista con il convegno sul progetto Erasmus dedicato alla sostenibilità ambientale nei saloni d’acconciatura

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ono arrivati visitatori da più di 140 paesi e gli espositori sono stati più di 2.700 provenienti da 70 paesi. Possiamo dire che questa cinquantatreesima edizione di Cosmoprof si sia chiusa con successo, grazie anche agli investimenti del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di ICE (l’agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane) nell'ambito dei progetti per la promozione dell'industria del beauty italiano nei principali mercati. Un ruolo di rilievo lo ha svolto anche Confartigianato grazie alla qualificata presenza all’evento di Camera Italiana dell’Acconciatura “Evoluzione Professione Acconciatore: la nuova normalità e i saloni

green” con la presentazione del progetto Erasmus “Green Salon – le competenze del parrucchiere del 2030 per la sostenibilità” che ha visto tra i relatori la Presidente di Confartigianato Benessere Tiziana Chiorboli, Vice Presidente di Camera Italiana dell’Acconciatura, Daniele Gizzi, Responsabile Ambiente di Confartigianato e Presidente Albo nazionale gestori ambientali ed il direttore di IVL Franca Bandiera. Sono stati presentati dati interessanti che raccontano che abbiamo ripreso ad andare dal parrucchiere per taglio, colore e piega, e che il consumo di cosmetici nei saloni nell’ultimo anno è aumentato del 21,3% e continua a crescere. Nell'anno delle chiusure la categoria non ha perso tempo puntando

tutto su formazione, digitalizzazione e innovazione, dimostrando la propria resilienza. Ora è la volta di puntare sulla svolta sostenibile delle imprese con l'obiettivo di far diventare green i saloni nei prossimi dieci anni. Sono questi in sintesi i risultati dell’ambizioso progetto europeo Erasmus Plus che ha coinvolto anche l’Italia, presentato al meeting organizzato dalla Camera Italiana dell'Acconciatura. Il responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia Gian Andrea Positano commenta così i dati presentati a Cosmoprof: «Si sposta il consumo dei cosmetici per la cura capelli tra le mura domestiche a favore del ritorno alla frequentazione dei saloni dove

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BENESSERE la vendita di prodotti cosmetici è aumentata del 21,3% nell’ultimo anno. Si torna nei saloni per fare taglio, piega e colore e, da un sondaggio che abbiamo condotto su oltre 3.300 imprenditori, risulta che grazie al ritorno dei clienti nei negozi nell’ultimo anno si registra anche un aumento del numero di persone che vi lavorano e una maggiore diversificazione dell’offerta». Da una nuova indagine condotta in Italia su oltre 300 imprenditori e studenti del settore all'interno del progetto europeo Erasmus Plus dedicato alle competenze dei parrucchieri nei saloni del futuro, intitolato 'Sustainable salon', entro i prossimi otto anni le competenze dei parrucchieri includeranno programmi per il risparmio energetico (per il 74,40%), risparmio di acqua (70,10%), pulizia dell’aria (62,10%), riduzione dei rifiuti (61,10%) e autonomia energetica (26,60%). Franca Bandiera, direttrice dell’Istituto Veneto per il lavoro che ha contribuito al progetto, spiega: «Il progetto Erasmus, finanziato dall'Unione europea, ha l'obiettivo di predisporre la figura dell'acconciatore in un futuro prossimo, entro dieci anni e riguarda in particolare l'Olanda, la Spagna, il Belgio e l'Italia. Ad oggi il 47% dei parrucchieri italiani adotta qualche pratica di sostenibilità ma si apprestano a diventa-

Elena Baraldi Referente categoria Benessere

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re green mettendo tra le priorità dei prossimi anni azioni realmente sostenibili». Come si realizza un salone green? Lavaggio, taglio, piega, trattamenti di cura per i capelli, manicure e gestione del salone includeranno i principi della sostenibilità. Bandiera conclude: «Dal sondaggio fatto presso i parrucchieri italiani risulta che in cima c’è la raccolta differenziata e la riduzione dei rifiuti, segue l’uso di prodotti biodegradabili e materiali sostenibili, il risparmio energetico e dell’acqua. Poi l’uso di energie rinnovabili, il riciclo dei capelli, la purificazione dell’aria e l’uso di carta riciclata». Tiziana Chiorboli, presidente nazionale di Confartigianato Benessere, conclude: «Questo ambizioso progetto, è stato fortemente voluto dalla Categoria. Il confronto con i partner internazionali ci permetterà di sviluppare strumenti e modelli affinché l'obiettivo di sostenibilità sia realizzabile anche adattando le certificazioni ambientali attuali, che sono pensate per le imprese più grandi. Ora è necessario riformularle per le piccole e medie realtà dei saloni italiani, così da renderli virtuosi sul fronte della sostenibilità».

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BENESSERE

Benessere. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo Dall'estetista...

e dalla parrucchiera...

La salute è una cosa seria ABUSIVISMO? NO GRAZIE scegli la qualità a la sicurezza dei professionisti artigiani

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MOVIMENTO EDILIZIAIMPRESA DONNE

Premio europeo per donne innovatrici 2022 Un bando della Commissione europea rivolto alle imprenditrici che hanno avuto un impatto rilevante in campo innovativo

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a Commissione europea ha pubblicato il bando per il Premio europeo per le donne innovatrici 2022, rivolto a tutte le donne imprenditrici e innovatrici che sono state capaci di creare un impatto rilevante sull'ecosistema dell'innovazione, trasformando le proprie idee in prodotti o servizi nuovi e avanzati a beneficio dei cittadini europei. Scopo di questo premio è di aumentare la consapevolezza pubblica sul potenziale dell’imprenditoria femminile e sull'importanza che il

contributo delle donne può dare all'ecosistema dell'innovazione. Il premio serve anche a creare esempi virtuosi, capaci di ispirare altre donne a diventare esse stesse innovatrici. I premi previsti sono di 100.000 euro per le prime tre classificate nella categoria principale “Women Innovators”, e di 50.000 euro per le prime tre donne under 35 (al momento della candidatura) classificate, che si aggiudicheranno il premio speciale “Rising Innovators”.

È possibile inoltrare la propria candidatura fino al 18 agosto 2022 e la valutazione delle proposte ricevute avverrà tra agosto e novembre 2022. La consegna dei premi si terrà invece tra novembre e dicembre 2022. Scansiona il QrCode per accedere al testo completo del bando e altri documenti utili

Elena Baraldi Referente Movimento Donne Impresa

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Le candidature saranno valutate e classificate in base ad alcuni criteri: breakthrough innovation: l'azienda fondata o co-fondata dalla candidata fornisce un prodotto o un servizio veramente innovativo. La candidata dimostrerà cosa rende questo prodotto o servizio unico, in relazione ad altre soluzioni esistenti; impatto: il prodotto o servizio affronta un bisogno o una sfida specifica della società, con benefici significativi per i cittadini e per l'economia. La richiedente

deve supportare la propria risposta con dati numerici, compresi le misure e gli indicatori di performance; ispirazione: la candidata ha mostrato una leadership attiva e ha giocato un ruolo fondamentale nel successo dell'azienda. Per partecipare al bando è necessario rispondere a questi criteri di eleggibilità: essere donna, avere la residenza in uno Stato membro dell'UE (compresi i Paesi e territori d'oltremare) o in un Paese associato a Horizon Europe; essere fondatrice o co-fondatrice di una società innovativa attiva registrata almeno due anni prima del termine di presentazione della candidatura. Le candidate che hanno già ricevuto un premio UE o Euratom non possono ricevere un secondo premio per le stesse attività. Non è previsto un limite d’età per candidarsi alla categoria principale, ma le candidate idonee per entrambe le categorie di premi possono scegliere solo una delle due. In entrambe le categorie, due o più co-fondatrici di una stessa azienda possono presentare una domanda congiunta, a condizione che entrambe soddisfino i criteri di ammissibilità, e competere per un unico premio di categoria.

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MODA

Moda Makers: la 13ª edizione torna in presenza Bilancio positivo per la fiera internazionale. Aumentano espositori e buyers

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al 10 al 12 Maggio si è tenuta la 13ª edizione di Moda Makers, la fiera internazionale delle PMI produttrici del fashion Made in Italy, che per la seconda volta è tornata nel quartiere fieristico di Modena Fiere, per svelare ai visitatori provenienti da tutto il mondo le proprie Collezioni Primavera/Estate 2023. Il numero delle aziende che hanno partecipato è aumentato di un 10% rispetto all’edizione invernale, nonostante il difficile momento storico, legato non solo al calo degli spostamenti internazionali ma anche alle conseguenze date dalla guerra Russo-Ucraina. Hanno esposto 37 aziende, ed è stata registrata la visita di oltre 200 buyers provenienti dall’Italia e da diversi paesi europei. Un interesse dovuto anche al traguardo recentemente raggiunto dalla kermesse, che ha fatto sì che Moda Makers abbia ufficialmente ottenuto il riconoscimento di "Fiera internazionale". «Il fatto che il numero di imprese espositrici per questa edizione sia aumentato è un ottimo segnale di ripresa e di speranza» ha sottolineato il vice sindaco di Carpi Stefania Gasparini. «Questo grazie ad un ottimo lavoro di squadra. L'impegno che continuiamo a darci è comunque quello di mantenere tutti i fornitori e l'organizzazione logistica sul territorio carpigiano a partire dalle offerte di alloggio, alla

Laura Roncaglia Referente categoria Moda

ristorazione e a tutto l'indotto che la fiera ha sempre portato in città, eventi serali compresi, che finalmente quest'anno si sono potuti realizzare in presenza». «In un clima generale così complicato non era affatto scontata la riuscita di Moda Makers», sottolinea Roberto Guaitoli, presidente Lapam moda «invece si è rivelato ancora un evento centrale nel contesto della moda italiana e non solo. E ciò a testimonianza della felice intuizione che Lapam e le altre associazioni del territorio, unitamente al Consorzio ExpoModena, hanno dato vita a questa manifestazione. La presenza crescente degli espositori con le collezioni della primavera/estate 2023 e la qualità dei buyers intervenuti, hanno determinato anche per questa edizione il buon esito di Moda Makers che, va sempre ricordato, è rimasta l’unica manifestazione di questo specifico segmento del comparto moda. Un doveroso ringraziamento per la buona riuscita della manifestazione all’Ente organizzatore e alla Camera di Commercio e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi fornito all’evento».

Quali sono i prodotti presenti? La merceologia esclusiva è costituita da articoli di abbigliamento donna (maglieria, confezione, capispalla) o da accessori affini (cappelli, sciarpe, guanti, ecc.). Le aziende possono offrire diverse tipologie di prodotti, come nelle edizioni precedenti: prodotti a marchio proprio con marchio del cliente (white label) sviluppati su specifiche del cliente (private label) Moda Makers è stata organizzata da ModenaFiere e dal Consorzio Expo Modena; a promuovere l’evento Carpi Fashion System, di cui fanno parte LAPAM Confartigianato, CNA, Confindustria Emilia, Camera di Commercio Modena, Fondazione CR Carpi e Comune di Carpi, Fondazione Democenter e ForModena.

Guarda il video sul nostro canale Youtube Scansiona il QrCode per acceder al Video

059 893 111 laura.roncaglia@lapam.eu n° 03 - 2022

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GIOVANI IMPRENDITORI

Zamagni: “Nella biodiversità economica l’artigianato sarà importante” Il docente universitario invita il mondo della piccola imprenditoria ad essere protagonista

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’impresa che verrà – Noi giovani protagonisti del futuro” è stato il tema al centro del convegno che si è tenuto lunedì 16 maggio all’hotel Carlton di Bologna. Un dialogo tra il professore Stefano Zamagni, docente di Economia politica all’Università di Bologna; Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna; Lorenzo Bernardi, presidente Giovani imprenditori di Confartigianato Emilia-Romagna, moderato dal giornalista Valerio Baroncini.

La biodiversità economica «Siamo in una fase storica nella quale l'artigiano è destinato a crescere, dopo un lungo periodo dove l’idea prevalente era invece che l'artigianato dovesse scomparire - ha affermato il professor Zamagni -. Ora invece è chiaro che se vogliamo rilanciare il tasso di imprenditorialità dobbiamo andare verso una biodiversità, l’economia per avere successo deve puntare su una pluralità di forme d'impresa. E l’impresa artigiana sarà quella che meglio delle altre saprà valorizzare i contenuti della quarta rivoluzione industriale. Quindi la politica deve tenere conto di ciò e

con le sue leggi deve assecondare questo processo» «Nella mia ancor giovane attività di imprenditore mi sono trovato a fare poche scelte, ma a prendere tante decisioni - ha detto Lorenzo Berardi -. Viviamo in un mondo che cambia velocemente e in questo contesto i giovani devono essere al tempo stesso saggi e coraggiosi. Non c’è più un percorso formativo, il cosiddetto garzone di bottega, che ti permetteva di crescere in maniera equilibrata, oggi si esce dagli studi e bisogna essere subito pronti a fare impresa».

Un mercato del lavoro che cambia «I dati ci dicono che il 43% delle richieste di lavoro non sono esaudite perché mancano le professionalità, servirebbero delle persone già formate ma non ce ne sono - ha affermato Davide Servadei -. In secondo luogo vi sono molti giovani che accettano un posto di lavoro, ma dopo pochi anni cercano di cambiare. Il posto fisso non è più l’obiettivo di gran parte dei nostri studenti. Purtroppo per i mestieri professionalizzanti, come lo sono molti nell’ambito dell’artigianato, questa volatilità è penalizzante. La mancanza di professionalità va a

Luca Monelli Referente Movimento Giovani Imprenditori

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discapito della qualità». «Sottolineo due aspetti sui quali dovremo riflettere e con i quali la politica dovrà interrogarsi. Negli ultimi tre anni negli Stati Uniti cinque milioni di lavoratori hanno abbandonato un lavoro sicuro, in Italia siamo a 400 mila. Dall’altra parte le imprese non riescono a trovare lavoratori adeguati alle caratteristiche del loro processo produttivo. Due fenomeni che sembrano in contraddizione, ma non è così - ha spiegato Zamagni -. Il lavoro umano ha due dimensioni: acquisitiva ed espressiva. Nel primo caso l’essere umano lavora per acquisire il potere d’acquisto con il quale soddisfare le proprie necessità. A questa dimensione corrisponde il concetto di lavoro giusto. E questa è stata la grande battaglia del movimento sindacale ed operaio a partire dalla seconda metà dell’Ottocento fino ad oggi. Purtroppo ci siamo dimenticati dell’altra dimensione, quella espressiva. L’essere umano attraverso il lavoro e con il lavoro esprime il proprio potenziale di vita. A questa dimensione corrisponde il concetto di lavoro decente. Quelli che abbandonano hanno un lavoro giusto ma non decente. In quel lavoro quella persona non si realizza, nell’ambiente di lavoro il modello di organizzazione

059 893 111 luca.monelli@lapam.eu


GIOVANI IMPRENDITORI era tale per cui era costretta a fare un lavoro talmente ripetitivo e alienante che non ce la faceva più, fino all’umiliazione. Purtroppo oggi nessuno, nemmeno il sindacato, parla di lavoro decente. E chi soffre di più di questa situazione sono le donne, che possono accettare di prendere meno soldi, ma non di essere umiliate. Bisogna cambiare l’attuale organizzazione del lavoro. I modelli alternativi ci sono, ma in Italia non si vogliono applicare». «La pandemia ha messo un taglio tra quello che era prima e quello che sarà, noi dovremo avere la forza di prendere in mano il nostro futuro - ha aggiunto Bernardi -. Per diventare protagonisti bisogna metterci la faccia, l’artigiano è quello che ti viene in casa è una persona visibile».

La conazione La conazione come modello per il futuro. “La conoscenza deve esser messa al servizio dell'azione, e l'azione non può essere esercitata se non a partire dalla base di conoscenza, questo è il modello leonardesco della bottega artigiana - ha spiegato Zamagni -. In Italia non si vuole cambiare il modello formativo. Però qualcosa si muove, Dal prossimo ottobre in 27 istituti liceali di 13 regioni verrà sperimentato un nuovo modello di liceo su quattro anni. Si chiama Trend (Transizione energetica e digitale) e l’idea è proprio basata sulla conazione. E’ stato voluto da 42 imprese medio grandi italiane che si sono messe assieme per trovare le

risorse. Il mondo artigiano non può restare fuori da questo percorso. Poi dovete stringere accordi con il mondo dell’università, vi sono nuove possibilità su base locale, si possono avviare rapporti con i singoli dipartimenti”.

Lo scontro tra due scuole di pensiero «Stiamo andando verso uno scontro tra due scuole di pensiero: transumanista e neoumanista. La Transumanista ha la sua roccaforte in California, dove è stata fondata l’Università della singolarità, finanziata a suon di dollari da Gafam (un’aggregazione che comprende Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft). Il loro concetto è che entro il 2050 non ci sarà più bisogno dell’essere umano. Il progetto Neoumanista non vuole certamente fermare il progresso, ma questo deve essere al servizio dell’umanità. Non deve sostituire il lavoro delle persone, lo deve potenziare e soprattutto eliminare gli aspetti deteriori. La sede è a Bruxelles. Mentre negli Stati Uniti grandi gruppi stanno investendo sul loro progetto, nel nostro continente nessuno è disponibile a finanziare il progetto europeo. Solo Papa Francesco ha istituito un gruppo per studiare l'intelligenza artificiale, ha capito che nessuno sta facendo qualcosa per contrastare l'avanzata dell’idea transumanista. Speriamo possa essere un punto di partenza per un nuovo interesse». ha concluso Zamagni.

Chi è Stefano Zamagni Stefano Zamagni è un economista e accademico italiano, ex presidente dell'Agenzia per il terzo settore,

apprezzato in tutto il mondo per i suoi studi in materia di economia sociale. Dal 27 marzo 2019 è pre-

sidente della Pontificia accademia delle scienze sociali.

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RAPPORTI CON LE SCUOLE

Così alla Scuola Alberghiera scoprono il mondo del lavoro Settanta studenti scoprono il mondo del lavoro grazie alle lezioni dei nostri esperti: dal tessuto economico alla simulazione del colloquio di lavoro

I

mparare a conoscere le “regole del gioco” del mercato del lavoro già sui banchi di scuola. Nasce da questa esigenza la nostra collaborazione con la Scuola Alberghiera e di Ristorazione di Serramazzoni che ha coinvolto circa 70 studenti del terzo anno dell’istituto gestito dallo IAL Emilia-Romagna. Lo spiega bene la direttrice Giovanna Cammelli: “Quando ci siamo rivolti a Lapam per la docenza del modulo didattico riguardante il mercato del lavoro non pensavamo potesse avere una tale efficacia. L’idea era di far conoscere ai ragazzi quello che li attende nel prossimo futuro. Tra lezioni teoriche e simulazioni, i docenti di Lapam sono riusciti a stimolare l’interesse degli studenti, non solo coi contenuti, ma anche con i metodi didattici utilizzati, e hanno saputo coinvolgere i nostri ragazzi in modo straordinario”. In classe si è parlato di domanda e offerta con una panoramica a 360 gradi sul mercato del lavoro. I temi toccati hanno spaziato dagli strumenti per la ricerca attiva del lavoro, alle tipologie dei contratti, con particolare riferimento al contratto collettivo nazionale del loro setto-

Elena Baraldi Referente rapporti con le Scuole

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re, dalla composizione del tessuto economico locale alla realizzazione di un curriculum efficace. Particolarmente apprezzate sono state le simulazioni, soprattutto quella del colloquio di lavoro, resa possibile dalla collaborazione con i ristoratori e gli albergatori locali associati. Come spiega la direttrice Cammelli: “I ragazzi si sono messi alla prova e sono stati entusiasti dell’esperienza, che andava a completare l’intero percorso. Ho avuto buoni ritorni anche dagli imprenditori del mondo della ristorazione che si sono prestati, anche a loro è servito questi tipo di confronto”. A fine mese gli studenti affronteranno l’esame per diventare operatore della ristorazione e per alcuni inizierà la carriera professionale: “Per questo è stato importante questo ciclo di lezioni condotte da Lapam – sottolinea la direttrice –. Per la nostra scuola, da sempre vicina al mondo del lavoro come confermano le 350 ore di stage obbligatorie per ogni studente, questo percorso rappresenta uno step estremamente utile, valorizzato dal contributo di Lapam”. Daniele Casolari, responsabile sindacale dell’associazione, sotto-

linea: “I contenuti di cui hanno parlato Monica Salvioli, del nostro ufficio studi, e Nicola Boschetti e Barbara Storti dell’ufficio rapporti di lavoro, sono stati inerenti al mercato del lavoro; al ruolo dei servizi offerti da Centri per l’impiego, agenzie interinali e informagiovani; agli strumenti di ricerca attiva del lavoro; alle tipologie di contratto di lavoro, ai CCNL di settore con focus sul loro contratto; alle parti sociali; al curriculum e alla lettera di presentazione e alle simulazioni dei colloqui di lavoro.” “Per noi questo percorso è molto importante – prosegue Casolari - perché le imprese del settore faticano molto a reperire giovani preparati e orientati a questo lavoro. Abbiamo perciò coinvolto le cinque classi terze della del percorso di studi ‘Operatore della ristorazione’, per un totale di 80 ore, con il coordinamento di Elena Baraldi, referente Lapam per i rapporti con le scuole. Abbiamo accettato con piacere la proposta per docenze specializzate e qualificate per il modulo sul mercato del lavoro – conclude Casolari - e siamo molto soddisfatti del lavoro svolto”.

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COMUNICAZIONE

Comunicazione. Campagna Nazionale contro l'Abusivismo Quando gli attimi sono irripetibili

e i ricordi indelebili...

La professionalità non è un dettaglio SCEGLI UN ARTIGIANO Scegli la qualità

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INNOVAZIONE

Se la pandemia blocca gli investimenti Un’analisi dell’Istat certifica il “crollo” della spesa per innovazione. Un dato preoccupante, trasversale a piccole e grandi imprese

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odici miliardi in meno rispetto al triennio precedente. A tanto ammonta la differenza rilevata dall’Istat in una recente analisi sugli investimenti innovativi nelle imprese italiane. Un vero e proprio “crollo” - come lo definisce l’Istituto di statistica - della spesa sostenuta per le attività più innovative delle imprese (di prodotto o processo ndr.) che passa da 45,5 miliardi del periodo 2016-2018 a 33,6 miliardi nel 2018-2020. Una fotografia preoccupante da cui si distinguono alcuni elementi: la trasversalità del fenomeno che interessa piccole e grandi imprese, la maggior propensione all’innovazione dell’industria, la scarsa capacità di fare “sistema” con soggetti esterni quali Università, centri di competenza, digital innovation hub, etc…Procediamo con ordine.

Il ruolo della pandemia «Fra le cause della sospensione o contrazione dell’innovazione - si legge nel report - vi è stata l’emergenza sanitaria che ha interessato il 64,8% delle aziende con attività

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INNOVAZIONE innovative, in particolare le più piccole (66,7%)». L’analisi evidenzia come la propensione all’innovazione cresca all’aumentare delle dimensioni aziendali, tuttavia la pandemia ha prodotto una contrazione degli investimenti rispetto al triennio precedente che ha interessato tutte le imprese, indipendentemente dalla loro dimensione. Le piccole imprese (10-49 addetti) sono le più colpite da questa inversione di tendenza (il 66,7% ha smesso di innovare), ma anche le medie (50-250 addetti) e le grandi (250 addetti e oltre) non fanno meglio. L’Istat certifica come oltre un quinto delle medie e grandi imprese del campione ha differito o annullato i piani di investimento previsti, a causa dell’emergenza generata dalla pandemia da Covid-19. Decisioni che, neanche a dirlo, generano un mancato fatturato per i diretti interessati. L’indagine, conclusa a dicembre 2021, ha coinvolto oltre 160mila imprese ed evidenzia come il numero delle aziende disposte a investire in innovazione di processo o prodotto, cala in particolare nell’Industria (-7,2%) e nei Servizi (-3,9%). Controcorrente il comparto Costruzioni, dove le attività innovative aumentano del 3,3%.

Quale innovazione? Ma quale tipo di innovazione promuovono le imprese italiane? Secondo l’Istat prevale la tendenza a innovare i processi aziendali piuttosto che a sviluppare nuovi prodotti per il mercato (43,6% contro 26,8%), ma rispetto al triennio 2016-18 diminuiscono sia la quota di imprese che realizzano innovazioni di prodotto (-4,3%), sia di quelle che investono in nuovi processi (-3,8%). Se una consistente parte del nostro tessuto produttivo tira i remi in barca, rimane però uno zoccolo duro di imprese definite “radicali”

che sviluppano e vendono prodotti innovativi. Sono il 14,6% del totale, un sottoinsieme composto prevalentemente da grandi imprese, ma al cui interno cresce il numero delle piccole (raddoppiano rispetto al 2016-18, passando dal 6,6% al 13,6%). Cosa sta avvenendo al paese dei brevetti e della creatività made in?

Innovazione aperta questa sconosciuta Parte della risposta - forse - può essere rintracciata nella mancata collaborazione tra imprese e soggetti esterni. Solo un terzo degli innovatori infatti innova collaborando con altri soggetti, come Università o centri di competenza, mentre meno del 20% acquista innovazioni realizzate all’esterno. La maggior parte delle imprese sviluppa innovazione avvalendosi delle proprie risorse. Ma è sufficiente per competere sui mercati globali?

Le altre cause Fare innovazione costa, ma ad essere sostenute dagli incentivi pubblici rimangono ancora poche imprese, perlopiù grandi (il 23,7%) - e in misura minore piccole (15,9%) - e di alcuni specifici settori come il farmaceutico o l’informatica. Non solo mancanza di risorse finanziarie, gli ostacoli all’innovazione sono anche altri. Il campione rilevato lamenta costi troppo elevati, forte concorrenza sul mercato, mancanza di personale specializzato e di partner con cui collaborare. Ostacoli che tuttavia non hanno impedito alla maggior parte delle imprese con attività innovative (il 55,6%) di introdurre il lavoro a distanza (smart working) durante il periodo di riferimento. Un’innovazione forzata dagli eventi, ma pur sempre un’innovazione.

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LAVORO

Salario minimo legale: è davvero necessario? Un contributo di Silvia Spattini e Michele Tiraboschi a proposito di dinamiche retributive, salario minimo e dei presunti mille CCNL

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ì, sono quasi 1.000 i CCNL depositati al CNEL (992 al 31 dicembre 2021). Tuttavia, consultando i dati provenienti dagli Uniemens (le comunicazioni obbligatorie che i datori di lavoro devono inviare all’INPS su retribuzioni e contribuzioni dei dipendenti), emerge che soltanto meno della metà, 419 CCNL, sono rilevati nel 2021 in queste dichiarazioni. Sarebbe quindi opportuno, nella comunicazione pubblica e anche nel confronto politico, sottolineare questo dato per evitare equivoci e malintesi su una presunta patologia del nostro sistema di relazioni industriali. Va anche segnalato che questi 419 CCNL, rilevati e quindi utilizzati, sono applicati a 12.914.115 di lavoratori dipendenti del settore privato, impiegati presso 1.461.446 di datori di lavoro. Inoltre, di questi, soltanto 162 sono firmati da CGIL-CISL-UIL, ma coprono 12.527.049 di lavoratori (97,0%). Questi dati smentiscono chi afferma che queste sigle sindacali non governano più la contrattazione collettiva per la maggior parte del-

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la forza lavoro, oppure che lasciano scoperti moltissimi lavoratori. Smentiscono anche quanti sollevano l’urgenza di una legge sindacale o di una legge sul salario minimo legale sul presupposto, non fondato, di una estrema polverizzazione del nostro sistema di contrattazione collettiva. Sul fronte salariale, i dati ISTAT (nov. 2020) rilevano retribuzioni contrattuali orarie lorde da un minimo di 6,15 euro degli operai agricoli con la qualifica più bassa ad un massimo di 56,85 euro per le figure apicali del settore del credito, con un valore medio di 14 euro e quello mediano è 12,57 euro. Con riferimento, invece, alla retribuzione lorda per ora lavorata, nel 2019 l’ISTAT ha calcolato un valore medio di 18,2 euro per il totale dell’economia per i dipendenti regolari, che diventava di 17,1 euro se si computano anche i lavoratori irregolari. Infatti, l’ISTAT stima per questi lavoratori una retribuzione media pari a poco meno della metà di quella dei lavoratori regolari e un tasso di irregolarità pari a 15,1%, misurato come dipenden-


LAVORO ti irregolari sul totale in unità di lavoro equivalenti a tempo pieno. Sono inoltre individuati il settore agricolo e quello del lavoro domestico come i settori con la maggiore incidenza di irregolarità, pari rispettivamente al 39,7% e al 58,6% delle unità di lavoro equivalente a tempo pieno. Per ragionare sull’eventuale necessità del salario minimo per garantire livelli retributivi minimi adeguati, sono utili alcuni altri dati relativi alle posizioni lavorative a “bassa retribuzione”, individuate come quelle con retribuzione oraria inferiore ai 7,66 euro lordi (dati 2018). Secondo l’ISTAT sono circa il 6% (5,9%) del totale delle posizioni: concentrate in alcuni specifici settori e riguardanti, soprattutto, lavoratori appartenenti a categorie note come le più svantaggiate sul mercato del lavoro (donne, stranieri, giovani). Ma questa ultima circostanza non può dipendere dalle retribuzioni fissate dalla contrattazione collettiva, perché queste non discrimino tra uomini e donne, italiani e stranieri, etc. Pertanto, il problema del lavoro povero (se non per alcune figure professionali o settori specifici) non pare potersi attribuire alle retribuzioni fissate dalla contrattazione collettiva, ma piuttosto dalla modalità di applicazione dei contratti nei confronti delle diverse categorie di lavoratori o nei diversi contesti (aziendali o geografici) e dalle caratteristiche del rapporto di lavoro. Il problema delle posizioni lavorative a “bassa retribuzione” non può essere nemmeno attribuito all’elevato numero di CCNL o dei contratti definiti in gergo sindacale “pirata”, poiché si è già detto che i CCNL effettivamente applicati sono meno della metà di quelli depositati e ancora meno

sono quelli applicati alla stragrande maggioranza dei lavoratori. Invece, per i dati sopra indicati, il problema dei lavori a bassa retribuzione dovrebbe essere ricercato nell’alta diffusione del lavoro irregolare che lascia i lavoratori privi di ogni tutela, compresa quella relativa ai salari minimi contrattuali. Altre cause del lavoro povero sono la discontinuità e frammentarietà dei rapporti di lavoro e il limitato numero di ore di lavoro (c.d. part time involontario). A tutto ciò, ci aggiunge anche la crescente diffusione di lavoro occasionale o di forme di lavoro senza contratto (tirocini extracurriculari) che per definizione sono escluse dalla applicazione della contrattazione collettiva. Invocare, allora, il salario minimo legale come soluzione per tutelare le fasce di lavoratori che percepiscono basse retribuzioni significa non conoscere le dinamiche retributive sopra descritte, né le relazioni industriali Se i sostenitori della legge sul salario minimo legale o della legge sulla rappresentanza e l’efficacia generalizzata del contratto collettivo hanno buoni argomenti per sostenere l’inadeguatezza del sistema contrattuale italiano rispetto alla fissazione di minimi retributivi, è ora di tirarli fuori. La storiella dei 1.000 contratti collettivi nazionali davvero non regge e sorprende che provenga da autorevoli studiosi che pure per lungo tempo hanno avuto ruoli istituzionali presso il nostro ente previdenziale con tutta la possibilità dunque di conoscere la realtà di questi contratti e delle dinamiche retributive sottostanti.

L’articolo integrale di Silvia Spattini e Michele Tiraboschi è pubblicato in Bollettino ADAPT, 9 maggio 2022, n. 18, visionabile sul sito: www.bollettinoadapt.it

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CULTURA

Sapelli: “Con Spirito Artigiano rilanciamo un’idea di lavoro e di esistenza ricca di significato” L’economista e presidente della Fondazione Manlio Germozzi, presenta il sito internet che rilancia il meglio del saper fare italiano

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iulio Sapelli è instancabile…e per fortuna aggiungiamo noi. L’ultima iniziativa dell’economista, professore, saggista, è il sito internet “Spirito Artigiano”, un luogo di riflessione che si propone di raccogliere “idee e testimonianze per un artigianato che trasforma l’Italia”. Un’iniziativa nata su impulso della Fondazione che porta il nome del fondatore di Confartigianato, Manlio Germozzi, e di cui Sapelli è presidente. Professor Sapelli, cos’è Spirito Artigiano e quale obiettivo si pone? «Lo dice il nome stesso. Rappresenta un invito a crescere in spiri-

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tualità e profondità culturale. Far conoscere al mondo cos’è l’artigianato e chi sono gli artigiani. Persone che creano e accrescono il patrimonio spirituale dell’umanità. Vogliamo uscire da una visione materialistica e ridare una dignità culturale e spirituale che gli artigiani hanno sempre avuto. La fondazione ha avuto un grande presidente, Manlio Germozzi, del quale io indegnamente seguo le orme, che aveva questa sensibilità anche profondamente religiosa. Intendiamoci, Spirito Artigiano si fonda su basi laiche, scientifiche, economiche e culturali, ma con un surplus rivolto principalmente alle giovani generazioni che rappresentano il mio grande cruccio».

In che senso? «Credo che l’artigianato debba parlare ai giovani e dare loro una speranza». Mancava un luogo di riflessione all’interno della nostra Confederazione? «Direi che manca ancora adesso. Ci sono i luoghi deputati alla formazione, alla discussione economica, politica e sindacale. Io mi auguro che Spirito Artigiano sia un luogo dove si discuta dei problemi dell’umanità e della spiritualità umana così come sappiamo noi, aggregando intorno a Confartigianato un gruppo di intellettuali, imprenditori e imprenditrici, che lavorano sul territorio per il bene comune».


CULTURA Un proposito che sembra rifarsi alla regola benedettina… «Certamente. È la regola benedettina». Quali sono i principi a cui si deve ispirare la rappresentanza datoriale oggi? «Manca una linea di principio perché non c’è ancora stato un approfondimento culturale profondo. Gli uomini e le donne che lavorano in Confartigianato si dedicano ancora troppo poco alla riflessione culturale. Bisogna essere degli intellettuali organici e bisogna pensarsi come classe dirigente. Quindi bisogna dedicare parte della discussione a temi umanistici. Senza questi approfondimenti seguiremo visioni meccanicistiche, come fu Rete Impresa Italia. Bisogna invece crescere in statura, ma riflettendo approfonditamente su temi umanistici. Anche per questo in Spirito Artigiano trovano spazio voci come quelle del sociologo Mauro Magatti e tanti altri che hanno come fine una visione più globale ed umanistica della realtà». A proposito di grandi temi, la formazione scolastica e l’incapacità di far incontrare domanda ed offerta rimane un aspetto critico del nostro sistema… «Dobbiamo uscire dalla visione che attribuisce disvalore al lavoro manuale. Pensi per un momento alla Cappella Sistina. Quando Dio incontra l’uomo, incontra la sua mano. Già Michelangelo, nel suo genio, indicava come nel lavoro manuale risieda tutta la spiritualità dell’uomo. Una proposta possibile è che l’Italia segua l’esempio fran-

cese, cioè che tutte le scuole superiori diventino Licei. Questo perché il nostro mondo si nutre anche di immagini e perché la tecnologia rischia di relegare gli istituti tecnici e professionali all’emarginazione». Cambiamo argomento. Come legge l’attuale scenario internazionale? «Per ciò che riguarda la guerra russa in Ucraina è evidente come non eravamo pronti a quanto accaduto. Ora dobbiamo sconfiggere i russi, perché quella russa nei confronti dell’Ucraina è un’aggressione, ma come hanno detto alcuni voci illuminate, quali quella del filosofo Jürgen Habermas o di Papa Francesco, bisogna anche negoziare. È essenziale ricostruire un’atmosfera per arrivare ad un nuovo trattato di Helsinki del 1975, che richiami tutte le grandi potenze e i paesi che non hanno votato la risoluzione dell’ONU contro la Russia, a riprendere la strada della coesistenza pacifica. Le sanzioni economiche sono un colossale errore che distruggeranno il tessuto industriale europeo prima e quello americano poi. Quindi bisogna pronunciarsi, come fa la Francia, contro le sanzioni economiche. L’Italia deve essere più decisa, aiutare militarmente l’Ucraina, ma allo stesso tempo rifiutare le sanzioni economiche». Di mezzo però ci sono gli Stati Uniti… «Anche la signora Yellen, Segretaria del Tesoro USA, ha detto chiaramente al presidente Biden che le sanzioni rischiano di far schizzare alle stelle il prezzo del petrolio, compromettendo la sua rielezio-

ne alle elezioni di medio termine. La gente non sa che i prezzi delle materie prime sono fissati dalla finanza, non dalla politica. Se aumentano per un paese, aumentano per tutti. Inoltre avvantaggerà i paesi più forti che si impossesseranno delle industrie dei paesi economicamente più fragili, come sta avvenendo in Italia da molti decenni». Un altro fattore di forte instabilità è generato dalla politica dei “contagi zero” perseguita dalla Cina. Una politica che sta strozzando le catene globali del valore… «La Cina è un paese che si va avviando verso la decomposizione. Xi Jinping ha perso la lotta politica all’interno del partito perché ha fallito sul Covid. Quindi la Cina ha davanti a sé un periodo di grandi rivolgimenti che ancora non sono visibili, ma lo saranno presto. Tra questi, la fuga dei capitali americani dal paese. Quindi è ora di dire basta ad una subalternità con una dittatura spietata e terroristica. Naturalmente dalla globalizzazione non si torna indietro, ma quella che si sta prefigurando sarà una globalizzazione su aree economiche “significative”. Un processo lungo e doloroso perché si innesta su una transizione energetica folle e imposta dall’alto, che non valuta le conseguenze negative dell’abbandono dell’auto a motore a scoppio a favore dell’elettrificazione che non porterà ne’ lavoro, ne’ maggiore efficienza nei trasporti».

Chi è Giulio Sapelli Giulio Sapelli, professore ordinario di Storia economica all’Università degli Studi di Milano ed editorialista del “Messaggero”, è una delle

voci più originali e fuori dal coro tra gli economisti italiani. Intellettuale poliedrico, unisce storia, filosofia, sociologia e cultura uma-

nista in uno stile personalissimo e profondo. Ha all'attivo più di 400 pubblicazioni.

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&

CASSETTA DEGLI ATTREZZI

Fisco

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto Aiuti

Obbligo di fatturazione elettronica per i regimi forfettari

Il “decreto PNRR 2” (DL n.36 2022) interviene anche sui cosiddetti regimi forfettari, estendendo anche a questi soggetti l’obbligo di fatturazione elettronica dal 1° luglio 2022. Restano esentate da quest’obbligo, fino al 1° gennaio 2024, le imprese con ricavi fino a 25mila euro. Durante la discussione parlamentare del decreto, Lapam Confartigianato proporrà di posticipare al 1° gennaio 2023 l’avvio del nuovo adempimento. Tra le semplificazioni richieste anche: l’abrogazione del sistema di reverse charge e split payment, la riduzione delle ritenute sui bonifici bancari per spese che danno diritto a detrazioni, l’eliminazione dell’obbligo di trasmissione delle liquidazioni periodiche IVA e l’innalzamento del limite di compensazione dei crediti fiscali in assenza di visto.

Contributo a fondo perduto per le discoteche e sale da ballo

Con Provvedimento 18 maggio 2022, l'Agenzia delle Entrate ha definito le modalità di accesso al contributo a fondo perduto riservato alle discoteche e alle sale da ballo, ai sensi dell'art 1 comma 1 del DL n. 4 2022. Il provvedimento approva il modello di presentazione dell'istanza; le relative istruzioni; le specifiche tecniche. Le istanze di accesso al contributo potranno essere presentate a partire dal 6 giugno 2022 e fino al 20 giugno 2022, mediante i canali telematici dell'Agenzia delle Entrate.

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Dopo due passaggi in Consiglio dei ministri (il primo lunedì 2 maggio e il secondo, invece, giovedì 5 maggio) e due settimane di attesa, il decreto "Aiuti" (DL n.50/2022) è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 17 maggio. Con il provvedimento il Governo punta a mettere in campo una serie di interventi a sostegno di imprese e famiglie del valore complessivo di 14 miliardi per fronteggiare il caro energia ma non solo. Si va dallo sconto energia ai 200 euro una tantum, dalle agevolazioni per l’accoglienza dei profughi ucraini. Per le imprese crescono i crediti per gli investimenti in beni materiali e immateriali e nella formazione. Mentre arrivano modifiche sia sul calendario del 110% per le villette unifamiliari sia per la cessione dei crediti.

Lavoro Validi sino a fine giugno i protocolli anti Covid nei luoghi di lavoro A seguito dell’incontro tenutosi in data 4 maggio 2022 tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero della Salute, Ministero dello Sviluppo Economico, INAIL e tutte le parti sociali è stata confermata fino al 30 giugno 2022 la validità del Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro del 6 aprile 2021, che aveva aggiornato la precedenti versioni sottoscritte il 14 marzo e il 24 aprile 2020. Entro il 30 giugno, è in previsione un nuovo incontro per verificare l’opportunità di apportare aggiornamenti al Protocollo che tengano conto dell’evoluzione della situazione epidemiologica. Alla luce delle novità sopra richiamate, in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto, è confermato l’obbligo di utilizzare mascherine chirurgiche o dispositivi di protezione individuale di livello superiore. Tale uso non è necessario nel caso di attività svolte in condizioni di isolamento. Per un maggiore approfondimento circa le ulteriori disposizioni confermate fino al prossimo 30 giugno si rimanda al Protocollo del 6 aprile 2021.


CASSETTA DEGLI ATTREZZI

Bandi Voucher internet veloce in tutta Emilia Romagna Con un comunicato sul sito bandaultralarga.it, le autorità informano che dal 9 maggio è possibile far richiesta dei “voucher” per l’attivazione dei servizi a banda ultralarga in tutti i comuni della regione. Precedentemente infatti Regione Emilia Romagna aveva disposto di dare priorità alle imprese site nei comuni montane. Ora questo limite è stato revocato dallo stesso ente. Le imprese interessate possono richiedere un contributo da un minimo di 300 euro ad un massimo di 2.500 euro, per servizi di connettività a banda ultralarga da 30 Mbit/s ad oltre 1 Gbit/s. Le imprese possono richiedere il contributo direttamente agli operatori di telecomunicazioni che si saranno accreditati sul portale dedicato all’incentivo, attivato da Infratel Italia che gestisce la misura per conto del Ministero dello sviluppo economico. Il contributo erogato potrà variare in considerazione delle diverse caratteristiche di connettività e in presenza di diversi incrementi della velocità di connessione rispetto a quella già disponibile in sede, realizzati con qualsiasi tecnologia che soddisfi le prestazioni richieste.

La CCIAA di Reggio Emilia eroga contributi per ottenere certificazioni ambientali, etiche, sociali

Quattro nuovi bandi Gruppo Azione Locale (GAL) per le imprese montane

La Camera di Commercio di Reggio Emilia comunica sul proprio sito l’erogazione di contributi a fondo perduto per l’acquisto di servizi utili ad ottenere il primo rilascio di certificazioni ambientali, etiche e sociali nel periodo che va dal 16 maggio 2022 al 31 dicembre 2023. Il plafond a disposizione delle micro e piccole imprese con sede nella provincia di Reggio Emilia è di 145mila euro. Il bando della Camera di Commercio di Reggio Emilia prevede un’agevolazione pari al 50% dei costi sostenuti e ammissibili al netto di iva, fino al raggiungimento dell’importo massimo di contributo pari a 14mila euro (oltre la premialità di 250 euro relativa alrating di legalità). Attenzione, l’investimento minimo ritenuto ammissibile dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia non può essere inferiore a 5mila euro.

Il GAL Antico Frignano e Appennino Reggiano ha pubblicato quattro nuovi bandi dedicati alle imprese. In particolare il Gruppo di Azione Locale eroga contributi per investimenti in qualificazione dei sistemi manifatturieri di qualità (con scadenza 30 settembre 2022), per la valorizzazione dei castagneti da frutto (con scadenza 30 settembre 2022), per la qualificazione e la diversificazione delle imprese turistico ricettive (con scadenza il 18 novembre 2022) e per la qualificazione e diversificazione delle piccole attività di servizio per un turismo sostenibile (con scadenza il 18 novembre 2022). Il Gruppo di Azione Locale (GAL) è una organizzazione che opera nelle aree svantaggiate delle regioni europee per favorire lo sviluppo delle zone rurali, dove la densità di popolazione è bassa e minore la diffusione di servizi. I GAL sono prevalentemente società consortili o cooperative, che nascono per gestire i fondi comunitari, legati alla iniziativa europea LEADER “Liaison Entre Actions de Developpement de l’Economie Rurale” (Legame tra le Azioni di Sviluppo dell’Economia Rurale) ed operano nell’ambito del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) per l’attuazione della Misura 19 del Piano di Sviluppo Rurale regionale, che sostiene lo sviluppo locale di tipo partecipativo nelle zone rurali.

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58 Imprese & Territorio

n° 03 - 2022

Operazione Rif. PA 2021-15614/RER approvata con DGR 962/2021 in data 21/06/2021 co-finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020 Regione Emilia-Romagna

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