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Sanificazione degli impianti. Cosa è bene sapere
Per il contrasto di Covid-19 non sono state introdotte nuove procedure, ma la corretta manutenzione, oltre ad essere un obbligo, rappresenta un importante alleato..
Da sempre gli impianti aeraulici e di condizionamento dell’aria possono divenire, in caso di scarsa o inadeguata manutenzione, fonte di diffusione di microrganismi potenzialmente patogeni. Le varie disposizioni anti contagio Covid-19 non hanno introdotto nuove procedure circa gli impianti, ma vale la pena ricordare come una loro corretta gestione concorra in modo significativo alla salubrità degli ambienti. La pulizia e la disinfezione dei terminali interni di areazione e degli apparati filtranti (insieme agli interventi sulle unità esterne, sul motore, sul compressore, etc), rientrano tra gli interventi di manutenzione da effettuare periodicamente sull’impianto, previsti tra gli obblighi del datore di lavoro previsti dal D. Lgs. 81/2008 e devono essere svolti da impiantisti abilitati alla lettera c) del D.M. 37/2008. Tra gli interventi evocati in occasione della riapertura delle attività vi è la “sanificazione” degli impianti, chè è da intendersi come successione delle operazioni di pulizia meccanica delle parti degli impianti e della successiva attività di disinfezione degli stessi A nostro avviso, con il rischio Covid, sotto il profilo tecnico, non cambiano le procedure per la gestione degli impianti e le competenze rimangono le medesime. Il 21 aprile l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha aggiornato il documento “Indicazioni per la prevenzione e gestione degli ambienti indoor in relazione alla trasmissione dell’infezione da virus SARSCoV-2”. Questo documento è ripreso anche dall’Ordinanza di Regione Emilia Romagna n. 82, recante le disposizioni per la riapertura delle attività e prevede, oltre alla prioritaria attività di arieggiamento dei locali attraverso l’apertura di finestre, balconi, ecc, di mantenere continuativamente attivi gli impianti VCM (Ventilazione Meccanica Controllata), là dove presenti, eliminando la funzione ricircolo e la pulizia periodica (settimanale se l’ambiente è frequentato da più persone; ogni quattro settimane se al suo interno vi opera un solo addetto) degli apparecchi terminali locali (es. fancoil, ventilconvettori, ecc). Per quanto riguarda le attività produttive industriali e commerciali che non sono mai state sospese o hanno ripreso la propria attività in forza del DPCM 26 aprile, queste restano tenute al rispetto dei contenuti del protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, sottoscritto il 24 aprile 2020 fra il Governo e le parti sociali, nonché, per i rispettivi ambiti di competenza (Allegato 6 al DPCM 26 aprile). Protocollo che, in riferimento agli impianti di ventilazione e condizionamento, non prescrive ulteriori procedure rispetto a quelle già in capo ai datori di lavoro.