La Pesca Mosca e Spinning 3/2015 anteprima

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Spedizione in abbonamento postale 70% - Roma - anno XV, numero 3 - GIUGNO-LUGLIO 2015

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n. 3 • GIUGNO- LUGLIO 2015 € 5,90 LAST MINNOW TOUR 2 PESCAVVENTURA FLY TOUR 3

A GIUGNO SU

MARE: 4 ARTICOLI

La seppia e l’arcobaleno Progetto marmorata Light vertical game Rotante minnow Lepre [14 pp.] Pescare italiano Yellow Sall y Tonno rosso Sakasa Kebari A j i ng g a m e M ar i o ‘ J a j a’ B os i o Alletterati Tenkara sul grande fiume Torrenti alpini e appenninici




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QUANDO IL MARE SI TINGE DI ROSSI

SAKASA KEBARI

di Diego Bedetti Grazie all’esperienza di captain nelle acque dell’Adriatico centrale, l’autore ci guida con sicurezza nella pesca del tonno rosso. Prima parte: scelta di canna e mulinello, individuazione dello spot, avvicinamento alla mangianza.

Torniamo sull’argomento Tenkara, di grande attualità, con riferimento agli artificiali, che, «a differenza di quelli utilizzati nella tradizione occidentale, non hanno l’intento di imitare uno specifico insetto, o una specifica fase del suo sviluppo: sono soltanto ‘forma, colore e vita’».

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A TENKARA SUL GRANDE FIUME

PESCARE ITALIANO

di Piero Letizia

di Giorgio Montagna

All’inizio un po’ incredulo, ma attirato dalla grande passione di un altro pescatore e dalla possibilità di far uso di un’attrezzatura più leggera, Piero ha sperimentato la pesca a Tenkara, elaborando nuove tecniche adatte al grande fiume e divenendone uno strenuo sostenitore.

Negli ultimi anni stiamo assistendo allo sviluppo di artificiali interamente prodotti nel nostro paese, spesso dedicati a una tipica pesca ‘nazionale’ come quella in laghetto. È dedicato al made in Italy questo articolo, che ne illustra le esche più rappresentative.

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LIGHT VERTICAL GAME

MARIO ‘JAJA’ BOSIO

di Francesco Li Bianchi e Rocco Alfieri

di Federico Renzi

In condizioni di mare calmo, con corrente assente e pesce apatico, ottimi risultati sono ottenibili da un incrocio fra l’inchiku classico e il light spinning, facendo uso di gommine da light game innescate su un amo piccolo ma robusto, direttamente o con corti braccioli e girelle.

Quando ha conosciuto Mario Bosio, Federico ha capito subito che le sue canne avevano qualcosa di speciale, legato sia all’estetica, sia alla possibilità di estrema personalizzazione. Con questa intervista, ha cercato di dar voce a un costruttore schivo e modesto, e di aprirci il suo mondo.

di Paolo Trabucchi

Hanno collaborato a questo numero Rocco Alfieri, Moreno Bartoli, Diego Bedetti, Massimo Cerino, Leonardo Dinelli, Michele Fanfani, Fabio Federighi, Loris Ferrari, Giovanni Fontana, Piero Letizia, Francesco Li Bianchi, Ferruccio Maltagliati, Ivano Mongatti, Giorgio Montagna, Francesco Paolini, Federico Renzi, Marco Sammicheli, Alberto Savegnago, Igor Stancev, Nadica Stanceva, Paolo Trabucchi.

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Pubblicazione periodica Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29 settembre 2014 Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl Direttore editoriale Giulio Fascetti Stampa: Arti grafiche Boccia spa, Salerno Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano

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AJING GAME

YELLOW SALLY

LEPRE

di Massimo Cerino

di Nadica Stanceva e Igor Stancev

di Fabio Federighi

L’ajing è la pesca del sugarello praticata con attrezzature leggere e gommine montate su piccole jig head. L’autore ce ne illustra tutti i dettagli tecnici, ma anche la natura più segreta, che, come in tutte le tecniche provenienti dall’Oriente, ha un’importanza fondamentale.

«Isoperla grammatica è un plecottero che vive in acque molto pulite e ossigenate, specie in chalk stream con fondo sassoso. Ed è talmente bello come insetto, con i suoi colori brillanti, che durante le schiuse ne sono attratti tanto i pesci che i pescatori...».

Caratteristiche fisiche; impiego nella storia del fly tying; utilizzo nella costruzione dei peli provenienti da maschera, orecchie e pelliccia; dubbing; realizzazione illustrata di un collare in asola. Con ben trentatré imitazioni. La vittoria del Contest va a Loris Zecchinello.

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TORRENTI ALPINI E APPENNINICI

ALLETTERATI

ROTANTE MINNOW

di Francesco Paolini

di Moreno Bartoli

di Ivano Mongatti Nato sui torrenti appenninici, l’autore si è poi innamorato di quelli alpini; qui spiega le differenze specifiche fra i due ambienti in relazione alla pesca a mosca. Con un ritorno più consapevole e maturo ai luoghi da cui è partito.

Rispetto a quella del tonno rosso, la pesca dell’alletterato ha una sua specificità non legata solo alle attrezzature più leggere. Francesco si sofferma a lungo sulla conoscenza delle caratteristiche delle mangianze – statiche e dinamiche – e sui modi per risolvere eventuali insuccessi.

Qualche volta il pescatore è indeciso se usare il rotante o il minnow. È ogni scelta sembra sbagliata. Gli autocostruttori possono facilmente risolvere il dilemma realizzando un artificiale ibrido, con le componenti e le caratteristiche di entrambi. Vince il Contest Marco Bersanetti.

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RUBRICHE

PROGETTO MARMORATA

LA SEPPIA E L’ARCOBALENO

di Alberto Savegnago e Giovanni Fontana

di Leonardo Dinelli e Ferruccio Maltagliati

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Tutte le difficoltà, passate e presenti, nella tutela della trota marmorata da parte delle associazioni di pescatori. Con approfondite informazioni sulla specie e il suo stato, nonché brevi note sulla sua pesca a spinning.

Gli studi scientifici sembrano dimostrare senza eccezione che la visone, nella seppia, è monocromatica. Come gestire allora l’impiego degli eging e dei loro colori? Alcune certezze e alcuni argomenti ancora da approfondire.

NOTIZIE SHOW ROOM MERCATINO

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fish facts

a cura di Marco Sammicheli però comune trovare reti illegali che arrivano anche a chiudere completamente gli sbocchi a mare, una delle forme di pesca più distruttive per alcune delle specie ittiche di maggiore pregio sia commerciale che ricreativo. Molte tra le reti calate sotto costa, anche a distanze legali, non sono comunque in regola con le norme, dal momento che la legge impone per motivi di sicurezza e pubblica incolumità che nelle ore notturne tutte le reti lasciate in posta siano segnalate da boe luminose. Capita frequentemente che tali boe luminose siano assenti e che ci si accorga della presenza delle reti solo con la luce del giorno. Quello che sembra un problema circoscritto e marginale di cui nessuno si occupa seriamente è in realtà tra le maggiori cause di degrado degli stock ittici che frequentano la prima fascia costiera e i pescatori ricreativi hanno lunga esperienza della inutilità di fare segnalazione alle autorità di controllo che per un motivo o per l’altro non intervengono. Il fenomeno è infatti ben conosciuto dai pescatori, che se lo raccontano o condividono qualche foto sui social network, concordando sulla sua gravità e sull’inerzia delle istituzioni che non lo contrastano efficacemente, rendendolo di fatto tollerato. APR Alleanza Pescatori Ricreativi ha lanciato una campagna per documentare le reti illegali in foce, invitando tutti i pescatori a filmarle o fotografarle con il telefono o con una fotocamera (indicando data e ora di ripresa e il luogo) e a condividere le immagini, che formeranno una raccolta da usare per sostenere la necessità e l’urgenza di risposte operative specifiche da parte delle autorità competenti. Le foto e i filmati pubblicati non costituiscono prova di attività di pesca illegale ma documentano situazioni nelle quali gli autori sono stati testimoni di azioni di pesca presumibilmente illegali. Per i dettagli dell’iniziativa: www.pescaricreativa.org.

APR, FIPSAS e PER IL MARE scrivono al Governo e al Parlamento

scatta una foto o gira un video con il tuo smartphone

RETI IN FOCE La legge italiana prescrive che in un raggio di 200 metri dalle foci non possano essere calate reti da pesca. Una misura sicuramente insufficiente per la tutela degli habitat sensibili: meglio sarebbe che la distanza fosse maggiore e che riguardasse tutta la linea di costa, e non solo le foci, allontanando le reti da riva. Sulle foci è

A D E RI S C I A D

iva.org

ricreat

esca www.p

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CONTRO LA LICENZA ONEROSA PER LA PESCA RICREATIVA IN MARE La proposta di legge del senatore Oliverio per l’istituzione di una licenza onerosa per la pesca ricreativa in mare (i cui proventi andrebbero oltretutto a favore della pesca professionale) minaccia di introdurre un forte fattore depressivo e destabilizzante in un comparto già in profonda crisi, con una scelta sbagliata ed economicamente controproducente. Le istituzioni continuano a evitare

APR

in omaggio un’esca ProQ 90 di Seaspin


un confronto stringente sul merito con i portatori di interessi, confermando la mancanza di conoscenza della materia e un approccio strumentale ai soli interessi della pesca commerciale. Le Associazioni nazionali di Pesca Sportiva e Ricreativa hanno quindi sottoscritto e inviato al Governo e al Parlamento una lettera aperta che esprime formalmente la contrarietà alla istituzione della licenza onerosa. Da chi pesca solo o prevalentemente in acque interne, la licenza per la pesca in mare viene a volte male interpretata, perché accomunata per senso a quella regionale confondendo i riferimenti di due contesti profondamente diversi. La licenza onerosa per la pesca ricreativa in mare è solo una tassa che non serve né a finanziare la gestione, né a darci dei diritti ma solo a limitare quelli che già abbiamo a favore della pesca commerciale. Una licenza che sicuramente non favorisce nessuna evoluzione del settore pesca verso una maggiore responsabilità, ma fa al contrario prevedere un aumento del distacco dei praticanti dal sistema di gestione a solo vantaggio della pesca illegale.

turismo di pesca

GUIDE E CHARTER DI PESCA Il turismo delle pesca ricreativa è stato sino ad oggi un settore marginale, fatto di molta depressione e qualche eccellenza, il tutto lasciato all’arbitrio e al caso, mancando sia un inquadramento degli operatori, sia la coscienza del potenziale economico del settore. L’argomento sta però tornando di attualità e bussa alle porte delle istituzioni con varie voci e posizioni. Tra queste emergono in progetti e dibattiti quelle che legano l’associazionismo della pesca commerciale e quello della pesca ricreativa, nell’idea della riconversione o dell’allargamento delle attività degli operatori della piccola pesca artigianale verso i servizi di charter. Si tratterebbe in qualche modo di un’estensione delle attività collaterali alla pesca commerciale che aggiungerebbe il servizio alla pesca ricreativa a quelli già regolamentati del pescaturismo e dell’ittiturismo. Se la possibilità di sostegno agli operatori della piccola pesca è una buona idea, non sembra però esserlo il fatto che questa sia l’unica o la principale strada indicata e sembra che in questo non venga percepito nessun rischio. Uno ad esempio potrebbe essere quello di creare un netto conflitto di interessi tra attività di pesca commerciale e ricreativa, la cui soluzione logica sarebbe verosimilmente quella di sacrificare la seconda, accessoria, neutralizzando il potenziale che i servizi di charter potrebbero rappresentare per la valorizzazione delle risorse di maggior pregio ricreativo. Soprattutto le regioni del nord est hanno visto la maggiore attività in questo senso, in uno scenario nel quale la pesca ricreativa risulta di fatto estromessa dal dibattito sulla gestione delle risorse e blandita con concessioni marginali. L’anello mancante della pesca turistica sono i pesci: se l’attività delle guide e dei charter in Italia è restata povera e marginale ben più che dalle carenze normative e organizzative, dipende dalla pescosità delle acque, degradata dal sovrasfruttamento commerciale e dalla pesca illegale e di norma insufficiente a raggiungere gli standard internazionali delle mete del turismo di pesca. La regolamentazione delle attività di guida e charter potrebbe però costituire un forte incentivo alla tutela delle risorse di riferimento della pesca ricreativa per creare nuova occupazione e resa economica a favore delle comunità locali e dell’economia dell’intero comparto. La speranza dei pescatori ricreativi è quella di una nuova categoria di giovani operatori interessati a fornire servizi senza rapporti con la filiera ittica e senza quindi l’alternativa se usare i pesci per i turisti o per il commercio. Lo sperano i pescatori locali, che non useranno i charter perché sarà interesse degli operatori la salvaguardia delle risorse, e lo sperano i pescatori turisti, che chiedono standard impossibili da trovare su una barca fatta per salpare reti e palangari.

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notizie gli ‘Artigiani della Fario’

IN VENDITA QUOTA SOCIETARIA DELLA S.V.A. La S.V.A., Società per la Valorizzazione dell’Abetone (http:// svapesca.it), è una realtà formata da soci provenienti da Emilia Romagna e Toscana, abili pescatori e amanti della natura, che nel corso degli anni hanno puntato alla valorizzazione e conservazione del patrimonio naturale nell’area del Parco del Frignano, che include Pievepelago, Sant’Anna e Fiumalbo. Luoghi di rara bellezza fanno da cornice a spazi ideali dove pescare. Le acque di pertinenza S.V.A. comprendono 32 km di torrenti e due meravigliosi laghi (Baccio e Santo), dove i soci esercitano i loro diritti di pesca. I soci S.V.A. hanno messo a disposizione dell’organizzazione la loro esperienza e soprattutto la loro passione per sviluppare un impianto ittiogenico all’avanguardia, dove nascono e maturano esemplari di Fario con tutti i requisiti richiesti per il ripopolamento delle acque. È attualmente in vendita una quota societaria della S.V.A. Per informazioni è possibile telefonare al n. tel. 05229321 chiedendo di Giorgio Panciroli, oppure scrivere all’indirizzo e-mail g.panciroli@ferrarini.it. La cessione della quota è soggetta a prelazione degli attuali soci.

trionfa Marco Ferracatena

DAIWA CLASSIC 2015 L’11 e 12 aprile scorso si è svolta l’ottava edizione del Daiwa Classic, che ha fatto registrare il tutto esaurito con oltre 140 partecipanti. La manifestazione si è dimostrata ancora una volta la più prestigiosa e ambita competizione nazionale di pesca a spinning ai pesci predatori, una due giorni guidata dall’esperienza organizzativa della società Insidefishing nel meraviglioso contesto ambientale del comprensorio Parco Laghi. Totalmente orientata al no kill e anche per questo positivamente apprezzata dagli agonisti, la classifica individuale ha visto prevalere la straordinaria capacità tecnica di Marco Ferracatena, che ha conquistato il titolo di Campione del Daiwa Classic sollevando il prestigioso trofeo, seguito al secondo posto assoluto da Michele Goretti e da Lodovico Concetti, giunto terzo; i primi tre classificati si sono aggiudicati ciascuno, oltre ad attrezzature Daiwa, un fantastico soggiorno di pesca in Svezia di una settimana offerto dal tour operator Pesca in Svezia (www.pescainsvezia.it). Per la classifica a squadre, invece, è salita sul gradino più alto del podio una delle squadre in gara del Teramo Spinning, composta dagli agonisti Ivan Di Cesare, Alessio Esposito, Marco Ferracatena e Giuseppe Di Andrea. Con un doveroso ringraziamento rivolto a tutti i partecipanti, l’appuntamento è per il prossimo anno, con una nuova edizione del Daiwa Classic che si arricchirà di interessanti novità.


S VA VENDESI

in provincia di Treviso

1° MEMORIAL SERGIO GILARDONI La giornata grigia e piovosa non ha pregiudicato l’esito della pescata a spinning nel ricordo di Sergio Gilardoni a un anno dalla sua scomparsa. Presso il laghetto Carpe Diem in località Albina di Gaiarine, in provincia di Treviso, il 22 marzo scorso una ventina di lanciatori e diversi amici di Sergio hanno trascorso una giornata sulle acque ricche di lucci, bass e trote iridee (ma anche di carpe e amur naturalmente), praticando un assoluto catch e release. Il memorial, voluto dal grande amico di Sergio, Jean Paul Gueritte, si è concluso presso il ristorante, Le Sorelle gestito proprio dalla compagna di Sergio, la signora Ivana Florida e situato in località Pederobba, sempre in provincia di Treviso. In tal modo è stata ricordata al meglio una persona squisita, un amico di grande disponibilità umana e un appassionato di spinning in acque sia dolci che marine. Ciao Sergio! (Giorgio Montagna)

QUOTA SOCIETARIA

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la videocompetizione di Caccia e Pesca

DIVENTA UNO DI NOI I canali Caccia e Pesca (Sky 235-236) lanciano la videocompetizione «Diventa uno di noi», che offre la possibilità a tutti gli appassionati della caccia e della pesca di entrare a far parte con un proprio video del palinsesto dei due canali. Per partecipare basta inviare all’indirizzo info@cacciaepesca.tv, nel periodo compreso dal 15 marzo alla fine di novembre 2015, un proprio video della durata di cinque minuti che racconti la propria passione, caccia o pesca, e la relativa liberatoria, scaricabile dal minisito dedicato su cacciaepesca.tv, che ne autorizza l’uso nelle piattaforme tv e web dei canali. I filmati, oltre a essere inediti e originali, non potranno contenere musiche coperte da copyright, pertanto i partecipanti potranno avvalersi della library musicale di Orla Music, messa a disposizione gratuitamente da Caccia e Pesca. Dal 1° dicembre 2015 al 31 gennaio 2016, tutti i video pervenuti saranno resi disponibili nel minisito dedicato all’interno di cacciaepesca.tv, per essere votati dal pubblico. Successivamente, dal 1° al 4 febbraio 2016, si riunirà una giuria di esperti, composta da membri della redazione dei canali Caccia e Pesca, a cui spetterà la valutazione finale dei contenuti e l’individuazione dei vincitori. A questi, uno per il canale Caccia e uno per il canale Pesca, verrà offerto un contratto, del valore commerciale di 6 mila euro, per la fornitura di un filmato della durata di un’ora ciascuno che entreranno a far parte del palinsesto dei canali Caccia e Pesca (Sky 235-236). Per ulteriori informazioni: Media Relations Digicast – tel. 02/25842061.

PER INFORMAZIONI: TELEFONARE AL N. 0522/9321 E CHIEDERE DI GIORGIO PANCIROLI OPPURE SCRIVERE ALL’INDIRIZZO E-MAIL G.PANCIROLI@FERRARINI.IT LA CESSIONE DELLA QUOTA È SOGGETTA A PRELAZIONE DEGLI ATTUALI SOCI

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novità giugno-luglio

HFCHANNEL Giugno e luglio sono mesi di grandi novità per la programmazione di HFChannel. Arrivano i tutorial dedicati al bass fishing con il mitico Max Mughini e quelli dedicati al fly tying cominciando con Paolo Pacchiarini. Mauro Borselli e il suo discepolo Claudio Rampazzo daranno inizio alla serie Alternative Fly Fishing. E ancora: un’incredibile avventura nella foresta brasiliana del Tocantis con Boris M. Salnicoff e Francesco Gargantini e altri straordinari documentari girati negli spot più spettacolari, come sempre con un’attenzione speciale alla pesca a spinning e a mosca. Ogni settimana produzioni inedite e la library di HfChannel, per sempre a disposizione degli abbonati. Per tutte le informazioni: www.hfchannel.tv.

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notizie

BASSFISHING

le novità per il bimestre

il 27-28 marzo sull’invaso del Coghinas

PESCA (SKY CANALE 236)

ITALYBASS NATION CHAMPIONSHIP 2015

A partire da lunedì 1 giugno alle 22.00 Pesca (Sky canale 236) presenta Adventure Angler. La serie è incentrata su una sequenza di straordinarie esperienze di pesca vissute in località esotiche. I particolarissimi spot di pesca vengono raggiunti dal protagonista, l’intrepido Micah Adams, ogni volta con mezzi diversi, ma sempre avventurosi: moto d’acqua, quad, biciclette, elicotteri, barche, cavalli... In ogni episodio vivremo con lo spericolato protagonista un’esperienza unica, preceduta dalla descrizione della location e delle sue particolarità che l’hanno fatta scegliere tra tante altre. Da mercoledì 10 giugno alle 21.00 Pesca presenta una nuova Serata DOC, serie di episodi prodotti in Francia. Il primo appuntamento è col documentario A cheppie in Bretagna: una breve storia di come la cheppia, pesce tipico della Gironda, dal 2006 abbia iniziato a migrare verso la Bretagna, e di come ora gli angler di questa zona possano dilettarsi nella pesca a mosca con questa combattiva e sorprendente grossa preda. Il 17 giugno è la volta di Spinning alle lecce, l’appassionante cronaca di una caccia alle lecce in Camargue, al seguito dell’esperto Cyril Gressot, che con la sua barca ha la possibilità di concretizzare un’impressionante serie di catture, tra le quali quella di un esemplare di straordinaria grandezza. L’ultimo appuntamento di giugno è il 24 con Carpe giganti, una sfida realizzata dal famoso pescatore Daniel Lawrence, che con la sua tecnica preferita, la pesca al colpo, dà la caccia alle grandi prede predilette da tanti appassionati, le carpe. Domenica 14 giugno alle 21.00 inizia Last Minnow Tour 2: dopo due anni torna l’appuntamento con Valerio Morini e i suoi viaggi di pesca in giro per il mondo con l’obiettivo di spendere il meno possibile. In dodici puntate davvero sensazionali, il nostro appassionato viaggiatore/pescatore visiterà i luoghi più stupefacenti dove praticare la pesca, come il deserto, per esempio, o una scogliera vertiginosa. Dai black bass del Marocco ai merluzzi del Baltico, dai coloratissimi ballan wrasse della Manica agli indemoniati cavedani sloveni, dalla Lituania all’isola di Minorca: con leggerezza e ironia verranno presentati pesci meravigliosi, paesaggi bellissimi, personaggi incredibili, e forse alla fine anche l’anima autentica dei luoghi visitati. A partire da lunedì 22 giugno alle 21.30, infine, Pesca presenta Pescavventura Fly Tour 3. Torna per la terza stagione inedita la serie dedicata al fly tying. Si tratta di dodici nuovi episodi, in cui vedremo all’opera esperti del settore incontrati durante i viaggi e le fiere in tutto il mondo. In ogni puntata scopriremo una nuova tecnica per creare mosche classiche, innovative, realistiche o bizzarre ma soprattutto utili per le nostre catture. Gli esperti italiani saranno affiancati da tanti nomi stranieri famosi in tutto il mondo, per mostrare allo spettatore i trucchi e i segreti più interessanti dell’arte della costruzione delle mosche artificiali.

Anche quest’anno non ho potuto mancare al primo appuntamento agonistico di stagione in terra sarda e mi sono presentato sull’invaso del Coghinas in coppia con l’amico Federico Ferretti di ProBoats. Si trattava della prima prova dell’ItalyBASS Nation Championship 2015 (Ray Marine Trophy), torneo che apre la porta all’agognato BASS Nation, che si svolgerà in USA nel 2016 e che, a sua volta, regalerebbe al primo classificato della North Division (quella in cui siamo inseriti noi italiani) l’accesso all’inarrivabile Bassmaster Classic. La seconda prova si svolgerà nel lago di Garda il 26 e 27 settembre. Venti sono stati i team iscritti, con una rinuncia dell’ultimo momento, tutti smaniosi di scontrarsi in queste splendide e pescose acque. La stagione, seppur ancora piovosa, prometteva qualche soleggiata tregua, mentre il lago presentava un livello medio-alto con la temperatura dell’acqua variabile tra i 12,5 e i 13,5 gradi. Condizioni ottime con il black bass in stato di pre-frega avanzato e grandi prospettive di catture di rilievo. Non avendo scelto di praticare i due giorni di pre-fishing concessi dal regolamento (preferendo l’esplorazione di altre acque sarde, purtroppo sferzate dal maltempo), alla partenza del Day1 avevamo scelto di battere l’ansa del Ponte Diana, ad est dell’invaso, molto ben conosciuta e da sempre ricca di pesci di taglia. Ma non avendo incontrato quasi nessuno degli altri 18 team in gara, probabilmente non si è rivelata una scelta vincente e anche se le condizioni di pesca erano buone non siamo riusciti a fare la quota, slamando diversi pesci. Al momento della pesatura quasi tutti i team hanno portato la quota e la classifica provvisoria dei primi tre si componeva così: Torsoli-Ventimiglia, 5 pesci per 6,810 kg; ZancanaroPalli, 5 pesci per 6,560 kg; Luciano-De Rosas, 5 pesci per 5,860 kg. A seguire altre buone pesate, ancora in grado di competere per il primo posto finale. Il big da 2,290 kg di Roberto Ventimiglia completava l’ottima prestazione degli amici fiorentini. La sera a cena ho scoperto che la tecnica che aveva reso di più era stata la pesca con i jig lanciati sottoriva su spot con salti di fondale fino a 7-8 metri di profondità, recuperati molto lentamente fin sotto la barca. Non essendo la mia tecnica preferita, nel Day2 non me la sono sentita di metterla in pratica, commettendo chiaramente un altro errore tattico determinante. D’altra parte, confidando nell’alta pescosità del lago, avevo deciso di usare esche di reazione, manovrate più velocemente, che alla fine hanno dato numerosi pesci, ma tutti di piccola taglia. Coerenti con le catture del primo giorno invece, Massimo Torsoli (mio boater storico) e Roberto Ventimiglia (grande amico e fedele compagno di pesca in ciambella), hanno perseguito la tecnica più redditizia illuminando la loro gara con una pesatura ancora notevole, stracciando di fatto tutta la concorrenza. Comunque tante le catture da parte di tutti i team in gara a testimonianza (se mai ce ne fosse stato ancora bisogno) della straordinaria pescosità dell’invaso sardo. La classifica finale ha visto quindi la coppia Torsoli-Ventimiglia (6,620 kg nel Day2) vincere con merito, e ha mantenuto il podio invariato rispetto al primo giorno, con Zancanaro-Palli secondi (5,250 kg nel Day2) e i locali Luciano-De Rosas terzi (5,170 kg nel


Day2). Come sempre impeccabile l’organizzazione a cura di ItalyBASS soprattutto nelle persone dell’inossidabile Vasco Lotti (presidente tutto facente) e dell’immarscescibile Filippo Melandri (Dott. Bass), uomo sempre a mollo, unico sollievo per i bass catturati e pesati da reimmettere con cura in acqua. Per la piacevolezza delle giornate passate in compagnia ci tengo particolarmente a ringraziare per la straordinaria ospitalità e simpatia i bass anglers sardi sempre più preparati, pronti ormai a sfidarci anche sul continente. Un saluto anche alle ragazze dell’Agriturismo Pedru Caddu, che ci sopportano e ottimamente rifocillano in questi divertenti giorni di pesca e di gare. (Michele Fanfani)

il 29 marzo sul lago di Massaciuccoli

CAMPIONATO ITALIANO PER SOCIETÀ CATEGORIA MOTORE ELETTRICO L’ultima domenica di marzo del 2015 è stato battuto il record italiano di partecipazione per un tournament di bass fishing: 60 barche in gara. Si è trattato del Campionato Italiano per Società (a squadre) - Categoria Motore elettrico che, grazie alla nuova formula, prevedeva tre squadre di due team ciascuna (al massimo) per ogni club. Questo ha permesso una larga partecipazione e ha sollecitato una grande competitività tra gli agonisti provenienti da quasi tutta la penisola. Il lago di Massaciuccoli si è presentato abbastanza in forma all’appuntamento con livello alto e la popolazione di black bass variamente distribuita, probabilmente in stato di pre-frega parecchio avanzato, tanto da creare qualche problema di ferrate a vuoto in diversi casi. I quasi 7 km quadrati della totale superficie del lago hanno permesso alle tante imbarcazioni di distribuirsi bene e di non creare disagi da sovraffollamento, anche se le zone più battute sono state (come sempre ad inizio stagione) soprattutto i canali con almeno una sponda appoggiata a terra. Tante le tecniche da poter mettere in atto in questo fantastico spot, ma una su tutte pare aver pagato di più: gomme di varia foggia innescate su classiche montature texas con piombi a proiettile da 3/8 a 3/4 d’oncia. Alla fine dell’imponente competizione è stato il team formato da Alessandro Vecchioni (vecchia volpe di palude e grande esperto del lago) e Rossano D’Aniello (Società Lenza Aglianese - squadra B) che ha messo in riga le restanti 59 coppie in gara. Quattro pesci e una pesata non eccezionale (3,300 kg) sono stati sufficienti per guadagnare la prima piazza che, sommata al tredicesimo posto dei compagni di squadra Elefanti-Melani (5 pesci per 2,050 kg) hanno dato al Club Lenza Aglianese il titolo di Campione Italiano di categoria per il 2015. In totale le quote di 5 pesci sono state solo 7, mentre ben 17 i cappotti. Forse il meteo non favorevolissimo e comunque la grande pressione di pesca non hanno aiutato il lago nel dare il meglio di sé. Massaciuccoli resta comunque uno dei pochi, se non l’unico, campo-gara per il bass fishing in grado di ospitare così tante barche in un solo giorno e per questo deve essere necessariamente trattato con il massimo riguardo. Per la cronaca si è classificata al secondo posto la squadra A della Società Lenza Etrusca (DamianiVetralla + Pieroni-Girotti) e al terzo la squadra B della Società Lucca Spinning Crew (Cortopassi-Faresin + Nativi Gaspari). La premiazione dell’evento organizzata dal Club Crazy Bass Anglers in collaborazione con il mitico Guru (Lampi) nel bellissimo giardino della Residenza d’epoca (B&B) La Piaggetta ha reso la manifestazione ancora più straordinaria e memorabile. (Michele Fanfani)


notizie

a cura dello Spinning Club Italia • www.spinningclubitalia.it

entrato in attività, con funzionalità piena

INCUBATOIO SCI DI TREVISO In stretta collaborazione con l’Ufficio Pesca della Provincia di Treviso, l’Ente Parco del Sile e la locale Fipsas, i volontari della Lenzatori Bassa Trevigiana e della sezione SCI di Treviso sotto la direttiva dell’ittiologo Marco Mancini hanno svolto nel bacino del Sile ripetute campagne di elettropesca volte alla cattura di riproduttori da spremere, così da poter inaugurare l’attività del locale incubatoio SCI finanziato da appositi fondi stanziati dalla Regione Veneto. La quantità delle uova raccolte in tal modo non è stata elevata ma l’attività di campionamento ha avuto il merito di sviluppare una maggiore conoscenza delle attitudini riproduttive del luccio in tali habitat, ponendo le necessarie premesse per una maggiore efficacia futura. È stato inoltre possibile descrivere con maggiore precisione le caratteristiche fenotipiche del ceppo di luccio autoctono del bacino del Sile. Il lotto di larve ottenute ha consentito di testare la funzionalità dell’impianto, che si è dimostrata perfetta, e di contribuire alla formazione dei volontari coinvolti nella realizzazione del progetto. Un progetto che potrebbe dimostrarsi decisivo per la ripresa della specie nelle acque di pianura venete. (Mauro Zanata, responsabile SCI incubatoio Treviso).

dedicato al luccio e agli altri predatori del lago

9° RADUNO ENDINE DAY Il raduno di pesca del 25 aprile sul lago di Endine è ormai diventato una piacevole tradizione che si appresta a varcare la soglia del decennio. Si tratta di un evento organizzato in maniera congiunta

dalla sezione lodigiana dello Spinning Club Italia e dal Predator Fishing Club rivolta all’insidia dei pesci predatori presenti nel lago e in particolare al luccio, che si svolge nello splendido specchio situato in val Cavallina. Durante la manifestazione è ammesso il ricorso a qualsiasi tecnica di pesca purché basata sull’impiego di esche artificiali, fatto che consente poi di premiare le migliori catture conseguite ricorrendo a ciascuna di esse. Un’altra caratteristica della giornata è il rigoroso e immediato rilascio del pescato dopo alcuni scatti fotografici che rappresentano l’unica testimonianza considerata valida delle catture conseguite. Nel corso della manifestazione la migliore cattura è stata conseguita da Sergio Moioli con un esemplare di 80 cm, seguito da Ruiz Florin Panà (66 cm) e Michele Plebani (60 cm). Quest’anno si è aggiunto un motivo in più per organizzare a Endine un evento ricreativo ma che si poneva anche l’obiettivo di sensibilizzare i pescatori a un maggior rispetto del pesce: è stato inaugurato a Endine Gaiano il primo incubatoio dedicato al luccio presente nella provincia di Bergamo, pensato proprio per qualificare la presenza di tale specie in quelle acque.

a Pavia

CORSO DI AVVIAMENTO Con il sostanziale sostegno organizzativo della sezione provinciale Fipsas Pavia e del suo presidente Roberto Battagin, è stato svolto dalla locale sezione SCI il primo corso di avviamento allo spinning per ragazzi e neofiti. L’iniziativa ha affrontato sia gli aspetti teorici che quelli pratici della disciplina e si è conclusa domenica 19 aprile con una uscita di pesca alla trota svolta nel laghetto di Trivolzio. Coordinatore per SCI è stato l’istruttore federale Roberto Granata, validamente affiancato dal responsabile di sezione Osvaldo Colombi e da una decina di soci. Una trentina i partecipanti al corso fra cui anche bambini in tenera età, accomunati dall’entusiasmo legato alla scoperta di una tecnica per taluno ancora misteriosa («Ma non si mette il verme?»). L’evento dimostra una volta di più quanto le sinergie possano produrre reciproci effetti positivi anche nel mondo della pesca e siano pertanto da ricercare ogni volta che sia possibile.

Spinning Club Italia sezione Lodi

RIPRISTINO AMBIENTALE DELLE MORTIZZE DEL BELGIARDINO L’area denominata Belgiardino, posta alla periferia nord della città di Lodi a immediato contatto col fiume Adda, rappresenta un polmone verde molto frequentato e apprezzato dai gitanti. Al suo interno, immersi in un’area boschiva, si situano alcuni stagni residuali di un antico corso fluviale che rappresentano un habitat naturale molto adatto alla riproduzione e allo sviluppo di specie ittiche autoctone come il luccio, tanto che da alcuni anni è stato posto il divieto di pesca ‘col vivo’ a maggiore tutela della specie. Al fine di migliorarne le caratteristiche ambientali favorendo la ricrescita del canneto sono stati posti in essere da parte del Comitato Adda Sud, partecipato da SCI, Fipsas, Mosca club Lodi e altre associazioni, in accordo col Parco Adda Sud, alcuni interventi volti al controllo della diffusione invasiva della pianta Amorfa fructicosa, che sta soppiantando in loco la nativa canna palustre. Gli interventi, che hanno compreso il taglio delle piante in eccesso e la piantumazione delle aree con canna palustre, si sono avvalsi dell’opera di un nutrito gruppo di volontari aderenti alla sezione SCI di Lodi, con l’obiettivo di contribuire a creare possibili zone di ripresa e diffusione dell’esocide.


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tecnica mosca

a TE N K A R A

sul grande fiume

S

PIERO LETIZIA [www.afcs-flyfishing.com]

enza la combinazione degli eventi che sto per descrivere, probabilmente, non avrei mai provato l’affascinante tecnica Tenkara. Specie dopo aver praticato la pesca a mosca per 45 anni, aver messo a punto una personale tecnica evolutiva e guidato professionalmente molti pescatori nelle complesse acque della Svezia sin dal 2000… Tutto è successo lo scorso giugno, appena venti giorni dopo l’incidente al mio polso destro. Avevo come ospiti presso il mio lodge svedese un gruppo di pescatori svizzeri che mi accingevo a guidare sul fiume Harkan in un tratto dove la pesca è particolarmente buona con livello medio-alto delle acque. Dopo alcune ore di buona pesca, Fausto decide di cambiare tecnica, passando dalla mosca al Tenkara. Mentre prepara l’attrezzatura, mi racconta della sua nuova esperienza, cominciata da circa un anno e mezzo e praticata nei soli fiumi di piccola grandezza con un approccio tecnico standard, acquisito tramite la lettura di vari canali informativi e i consigli di alcuni veterani. Un autodidatta, in pratica, senza alcuna esperienza in acque così grandi e complesse come quelle svedesi. La sua attrezzatura è così composta: una canna da Tenkara, incredibilmente sottile, lunga 3,60 m, una lenza costituita da un finale a treccia di 4 m, due spezzoni di filo a spessori decrescenti di 80 cm

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come finale, una Dry (un’imitazione di mia creazione). Effettua il suo primo lancio e io, fortemente incuriosito, osservo con attenzione l’approccio al sistema. Noto immediatamente che qualcosa non va con la presentazione, cerco di mettere a fuoco meglio la cosa nei successivi lanci e quindi chiedo se ci sia qualche motivo particolare per utilizzare un finale così corto. Fausto, concentrato nell’azione di pesca nella zona da me suggerita, risponde sinteticamente che l’approccio utilizzato è in linea con il sistema standard classico. Con una reazione un po’ brusca, lo invito a sostituire il finale corto con un normale finale di trafilato conico 9 ft 2x, con l’aggiunta di altri tre spezzoni di filo di spessore decrescente per un totale di almeno 1,5 m. In sostanza un finale lungo 4,20 m e una lunghezza operativa totale tra canna, lenza, finale e braccio di 12,80 m. Sebbene contrariato dalla modifica, Fausto ricomincia a pescare e cattura quasi subito un bellissimo temolo sul grande fiume. Non perdo l’occasione per affermare con un sorriso: «sono una guida professionista»! Poi, tornando serio, rimarco a Fausto che in fiumi di grandi dimensioni come l’Harkan, pieni di sassi e buche, e quindi di infiniti dragaggi, soprattutto quando si pesca a mosca secca bisogna utilizzare finali molto lunghi. Dopo il rilascio del pesce Fausto decide di accendersi una sigaretta e mi cede la canna per provare.


Nonostante l’infortunio al polso, che purtroppo mi ha impedito di pescare fino a quel momento, appena impugnata la canna rilevo una sensazione di leggerezza del sistema che mi dà la speranza di poter pescare senza troppi problemi, e magari di poterla usare per la restante parte della stagione… Comincio, con molta prudenza, a effettuare i primi lanci e appena al terzo tentativo ecco la mia prima cattura, il mio primo temolo a Tenkara. Una incredibile e piacevole sensazione, specialmente nella fase di recupero del pesce, che viene effettuata nella gran parte dei casi con le mani. Una grande gioia, davvero! Rilasciato il pesce, approfitto della sigaretta di Fausto, ancora accesa, e del suo sguardo sorridente e pieno di gioia nei miei confronti, per fare ancora una prova. Immediatamente un’altra cattura. Grande, fantastico, incredibile! Elettrizzato, restituisco l’attrezzatura. Fausto mi ha dato l’opportunità di esplorare un nuovo mondo e la speranza di poter pescare per il resto della stagione, per cui appena di ritorno al lodge la sera gli propongo qualche altra modifica per affrontare la prossima giornata di pesca. Frugo subito tra i cassetti del materiale usato per reperire vecchie code di topo leggere da adattare al nuovo sistema. Una volta trovata una DT3, taglio i due estremi predisponendo una lenza di 6 m e una di 7. Fausto, sebbene convinto dalla prima modifica effettuata sul fiume, è un po’ scettico sul nuovo suggerimento e cerca di convincermi a predisporne una più corta di 4 m. Concordo la messa a punto della nuova lenza, a patto che nella pescata del giorno seguente si utilizzi per prima quella intermedia di 6 m.

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I

Light vertical game FRANCESCO LI BIANCHI e ROCCO ALFIERI [ www.spinningsicilianord.org ]

l mare non è mai uguale: ogni giorno la luce, il vento, l’altezza delle onde e l’increspatura della superficie sono diverse, così che lo spettacolo che si offre alla vista è sempre unico per chi ama osservare. Capitano poi giornate, in particolare con l’arrivo della bella stagione, in cui tutto è estremamente quieto, senza una bava di vento, né una pur debole corrente in grado di spostare l’imbarcazione, che pare adagiata su uno specchio. Una situazione che invita alla contemplazione: specie gli amanti del vertical, dal momento che di solito le condizioni migliori per insidiare i grossi predatori che vivono in profondità utilizzando come insidia l’inchiku sono quelle di corrente sostenuta, magari accompagnate da mare con moto ondoso in scaduta (specie durante i periodi freddi, come più volte abbiamo avuto modo di scrivere su queste pagine). È tuttavia nella natura dell’uomo evolversi, sviluppare

possibilità nuove grazie al bagaglio di conoscenze acquisite nel tempo e all’esperienza. Ed è stato proprio in un giorno di calma piatta che abbiamo cominciato a pensare e sperimentare un approccio di pesca alternativo e leggero, incredibilmente leggero. Consci che un artificiale presentato nel modo più naturale possibile garantisce nella maggior parte dei casi risultati positivi, abbiamo deciso di stimolare i pesci, all’apparenza apatici, adottando un approccio che fosse leggero e con esche che rappresentassero, credibilmente, i piccoli crostacei, i cefalopodi o gli anellidi che popolano i fondali marini e di cui i nostri amici pinnuti vanno ghiotti. In barca portiamo sempre le nostre ‘cannette’ da light armate con lenze sottili, per cui è bastato guardarsi negli occhi un secondo per capirsi subito… In un attimo avevamo composto un artificiale ad hoc, che agganciato al moschettone ha preso subito la via delle profondità.

Sulla superficie di un mare perfettamente calmo si staglia la sagoma di Velella velella, l’affascinante specie appartenente all’ordine delle Anthomeduasae.


La nostra ipotesi si è dunque concretizzata in una commistione tra l’inchiku ‘classico’ e il light spinning. Abbiamo ridotto in scala, in termini di attrezzatura e di esche, tutto il complesso pescante, applicando un mix di fantasia e gioco per la composizione delle nostre insidie. Le prime prove sono state condotte utilizzando alcune gommine da light game innescate su un amo piccolo ma robusto, collegandole a un microinchiku tramite un corto bracciolo e una girella, il tutto usando libraggi di treccia-finale e attrezzatura molto sottodimensionati rispetto al solito. I risultati sono stati immediatamente positivi, i flash del corpo metallico hanno attirato il pesce e la soft bait flottante ha indotto all’attacco: sono stati così catturati i primi pagelli, una discreta tanuta e un sarago fasciato. Da lì a breve, abbiamo sperimentato anche l’utilizzo dei piccoli inchiku e kabura in maniera diretta, senza l’utilizzo dei braccioli, sempre arricchiti calzando le micidiali softbait da light sull’amo dell’assist. Adottando un approccio più dinamico, sono continuate le catture ed è anche aumentata la taglia dei pesci presi. Ad oggi stiamo ancora testando l’efficacia delle due soluzioni e sia l’una che l’altra hanno efficacia, come vedremo, con sfumature diverse. Sicuri di non aver inventato nulla – del resto i giapponesi questi microartificiali per qualche utilizzo li hanno creati – abbiamo voluto denominare tale approccio light Una perchia (Serranus cabrilla), preda piuttosto comune dei fondali misti e rocciosi. vertical game (LVG per abbreviazione e comodità) per distinguerlo appunto dalla pesca con gli inchiku più pesanti. Si tratta dunque di un mofondale, denticiotti, tracine di taglia, gallinelle… la lista do di pescare che non mira a sostituire le tecniche destisarebbe interminabile. Di certo, il divertimento è assicunate a pesci di mole importante, insidiabili dalla barca rato anche da specie meno pregiate e sicuramente più difquando sussistono le condizioni ideali, ma di un approcfuse, che regalano sempre la fantastica e indescrivibile cio molto divertente e utile quando si presentano condiemozione della mangiata sul fondo. zioni di mare calmo, con corrente assente e pesce decisamente apatico.

l’attrezzatura

le prede Di fatto, tutti i pesci presenti sul fondo e a mezz’acqua possono essere ingannati dalle nostre piccole insidie. Fino a questo momento, la specie che ha risposto maggiormente è il pagello, anche con esemplari di generose dimensioni. Un’altra specie particolarmente grintosa che abbiamo incannato, e che sa mettere a dura prova l’attrezzatura, è la tanuta, un pesce combattivo che, con la sua dentatura, potrebbe logorare qualsiasi terminale. Fortunatamente, per ora ci è andata bene, ma qualche rottura prima o poi verrà messa in conto. Un pesce la cui cattura è stata una sorpresa è il sarago fasciato, Diplodus vulgaris. Possiamo inoltre confrontarci con orate, cerniotte, pagri, scorfani di

I nostri tentativi sono stati rivolti a fondali che vanno da 40 a -60 metri, di natura mista fango-roccia ma non particolarmente ricchi di ostacoli. Si potrebbe pensare che sia stato un tentativo vano quello di pescare con pesi esigui e invece con un po’ di impegno ci siamo riusciti. Per presentare un’esca a queste profondità e renderla accattivante senza alterare minimamente la sinuosità della gomma che la correda, occorre, giocoforza, un’attrezzatura leggera, dedicata e al top. Consideriamo, in primis, che uno dei fattori principali da contrastare è la corrente, spesso forte, in una colonna d’acqua così consistente: per non soffrirne gli effetti, occorre un trecciato di ottima qualità, con un diametro sottilissimo, ma capace di resistere a prede di mole, alcune volte sproporzionate rispetto a tutto il com3/2015

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tecnica spinning

Q

pescare ITALIANO GIORGIO MONTAGNA [ jomontagna@tiscalinet.it ]

uesto articolo è dedicato alla pesca in laghetto – una pesca molto amata dai pescatori a spinning italiani, anche dai più giovani – con artificiali italiani, o meglio con artificiali prodotti interamente in Italia. Negli ultimi anni, infatti, accanto all’enorme diffusione di esche da spinning provenienti dall’America e poi sempre più dal Giappone – caratterizzate da un altissimo profilo tecnico e dedicate da un lato alle pesche più classiche, dall’altro alle nuove tecniche che proprio da quei paesi provengono – si è andata affermando una crescente attenzione per artificiali con il marchio di aziende italiane. E se alcune di queste aziende progettano qui i loro artificiali, facendo ricorso alla sensibilità dei nostri mi-

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gliori pescatori e alla capacità progettuale dei nostri tecnici, per farli poi realizzare nei paesi del Sol Levante, notoriamente depositari di tecniche produttive avanzatissime (artificiali che sono destinati in gran parte alle nostre acque, ma non di rado anche a quelle estere), altre aziende hanno voluto puntare interamente sul made in Italy, svolgendo anche la fase produttiva nel nostro paese. Così facendo, sono andate a rinverdire i fasti di una tradizione produttiva italiana che è sempre esistita, come ricorderanno tutti coloro che hanno qualche anno in più e che hanno praticato lo spinning in epoche pionieristiche, quando si andava a pesca con una semplice manciata di esche, come il classico cucchiaino Martin degli amici Angelo Pollastri e Walter Bressan, il rotante Veltic, il Cosacco o l’intramontabile Filibustiere nella sua prima versione.


Real Winner 7 cm Floating (7 g) e Casting (11 g), entrambi con ancorina VMC 7545 BN.

Alcuni hanno rilevato marchi i cui titolari avevano cessato la produzione, altri hanno iniziato una nuova attività, altri ancora hanno avviato nuove collaborazioni: tutti sono sostenuti dalla convinzione che il made in Italy abbia molto da dire anche in questo settore e che sposando cura artigianale, tradizione e innovazione tecnologica si possa dar vita a ottimi artificiali, particolarmente catturanti nelle nostre acque, a cominciare da quelle dei laghetti. Per pescare ‘all’italiana’ in acque italiane, con esche progettate e costruite da teste e mani italiane.

Real Winner I fratelli Renato e William Pasin iniziarono a costruire minnow quasi per gioco alla fine degli anni Ottanta: era il 1989 quando Renato assemblò interamente a mano la prima esca in legno di obeche. Poi, i loro sogni divennero gradualmente realtà e nel 1996 nacque ufficialmente l’azienda vera e propria, sostenuta dal consenso dei pescatori di tutta Italia per i loro pesciolini finti. È infine di quest’anno la nuova distribuzione dei loro prodotti, affidata all’azienda Majora Intelligent Fishing di Vignate, a testimonianza di un’ulteriormente rinnovata vitalità della produzione. Gli articoli Real Winner sono ben noti ai nostri lettori. Evidenziamo qui un paio di minnow della loro gamma, molto apprezzati da tutti coloro che insidiano le grosse trote iridee dei vari laghetti della nostra penisola, ossia il modello

da 7 cm nella versione galleggiante (7 g) e nella versione casting (11 g), privo di paletta direzionale. Quando le trote ad esempio si raggruppano nei pressi della superficie e sono magari un po’ apatiche, risentendo della situazione climatica non ottimale, il modello galleggiante, recuperato anche a bassa velocità, determina un movimento particolarmente accattivante, stimolando spesso la trota all’aggressione. Si tratta di un artificiale imperdibile nella tackle box degli estimatori della pesca a spinning in laghetto, da provare nelle diverse varianti di tonalità, che giocano un ruolo a volte determinante nell’esito della costanza di abboccate. Il modello casting è impiegabile soprattutto a lunga distanza, con abboccate emozionanti specie se le acque sono movimentate dalla presenza di vento che le increspa, garantendo attacchi decisi e splendidi combattimenti sportivi. (www.realwinner.it, www.majorafishing.com)


tecnica spinning mare

Aj in g g am e

G

MASSIMO CERINO [ massimocerino_001@fastwebnet.it ]

li ultimi tredicimila anni della storia umana, enciclopedicamente ripercorsi dallo studioso Jared Diamond nel saggio Armi acciaio e malattie, hanno consentito ad alcune culture di svilupparsi fino al viaggio sulla luna, al trapianto cardiaco e alla mappatura del genoma umano, mentre altre genti, ancora oggi, restano a un livello di sviluppo simile al neolitico. Perché? Che cosa ha favorito alcune popolazioni rispetto ad altre, visto che la ‘partenza’ è stata uguale per tutti? Perché nel 1533 fu Francisco Pizarro a conquistare Cuzco e successivamente tutto l’impero Inca, e non furono gli Inca, invece, a sbarcare sulle coste spagnole e sottomettere il re di Spagna e tutta l’Europa? Bella domanda. Ora, restringendo infinitamente il campo delle domande di carattere antropologico, potremmo chiederci, e difatti da tempo ce lo chiediamo, come mai in alcune aree geografiche si è sviluppata molto di più l’idea che la pesca ludica possa essere, e sia, un gioco tecnico fine a se stesso, sganciato da risvolti alimentari, mentre in altre zone si è ancora intimamente legati all’idea di portare a casa quello che s’è pescato, fosse anche ben poca cosa? Sicuramente

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la pesca nasce come esigenza alimentare e non come gioco, su questo non possono esserci dubbi di sorta. Oggi, tuttavia, ci sono le condizioni affinché un numero sempre maggiore di appassionati sposti il proprio punto di osservazione, privilegiando sempre di più gli aspetti tecnici di questa bellissima attività outdoor, e sempre meno quello legati all’èpa. Speriamo vivamente che ciò accada prima del picco di Hubbert che, presumibilmente, riporterà la popolazione mondiale alla consistenza numerica preindustriale. Ma questa è un’altra storia.

il nome delle cose Dopo questo incipit alquanto divagatorio, che nelle nostre intenzioni servirebbe a introdurre lo spirito adatto a discutere di spinning marino a piccoli pesci, senza un grande ritorno gastronomico né di quelle glorie che la grande mole di un pesce ancora conferisce al pescatore, possiamo passare a qualche considerazione di tipo manualistico, ma non prima di aver fatto un’altra piccola precisazione. È alquanto recente l’introduzione in Italia della pesca a piccoli predatori con attrezzature leggere e a noi pare che


con una certa leggerezza le sia stato attribuito, tra gli altri, il nome di rock fishing, mentre in realtà l’ortografia giusta è rockfishing, scritto, come si suol dire, ‘tutto attaccato’. E il motivo è presto detto. Il nome della tecnica, infatti, trae origine da un pesce molto simile allo scorfano, presente lungo le coste del Giappone, detto メバル, la cui pronuncia fonetica e la relativa translitterazione risponde a ‘mebaru’; ora, se traduciamo メバル dal giapponese all’inglese, abbiamo la parola ‘rockfish’, che poi tradotto in italiano è ‘scorfano’. Da cui consegue ‘rockfishing’, che significa pesca allo scorfano, e solo così i conti tornano. Diversamente, scrivendo ‘rock fishing’, approdiamo a ‘pesca dalle rocce’, che significa tutt’altro. Ma, volendo indulgere a raffinatezze linguistiche, a questo punto escluderemmo del tutto le rocce, chiamando ‘mebaring’ la nostrana pesca sul fondo dedicata ai piccoli predatori bentonici, e ‘ajing’ la pesca dedicata prevalentemente ai sugarelli, i piccoli carangidi a vocazione pelagica. Sono diversi i pesci – scorfano e sugarello –, diverse le attrezzature ad essi dedicate, diverso l’approccio; è corretto quindi che siano diversi anche i nomi, così da potersi intendere con precisione. Detto questo, tuffiamoci pure nel mare dell’ajing.

gli spot Solitamente è un mare calmo, quello dei sugarelli nostrani, che confina a nord col tramonto e a sud con l’alba. I suoi abitanti, quelli che interessano queste note, sono i Trachurus trachurus, del tutto simili a quelli delle coste nipponiche (Trachurus japonicus) e per pescarli da riva è solitamente necessaria una certa profondità, che in genere

non è meno di sette-otto metri. Lo spot ideale è costituito dai grandi bacini portuali, dagli antemurali e da tutte le sponde ripide davanti alle quali si raduna la minutaglia che costituisce l’alimento di questi piccoli predatori. A causa della loro abbondante presenza e delle abitudini gregarie, la pesca ad essi dedicata concede un bel divertimento a chi la pratichi con le giuste attrezzature che, soprattutto in fatto di esche e presentazioni diversificate, sono alquanto varie. Gli orari più interessanti, come dicevamo, coincidono con i cambi di luce e con le ore notturne. Insidiabile tutto l’anno, questo pesce dà il meglio di sé nei mesi estivi, in concomitanza con la folta presenza di avannotti, che costituiscono il suo foraggio. Va segnalato inoltre che l’ajing, e anche il mebaring, sono tecniche di pesca che si differenziano dal classico spinning in mare per il fatto che la ricerca dei pesci può avvenire anche in spazi molto ristretti, come accade ad esempio per il bass fishing. Se i lanci lunghi, orizzontali, tipici dello spinning marino, non danno gli esiti sperati, in ambiente portuale si può e si deve provare anche a calare le esche a piombo lungo la banchina, tra i natanti ormeggiati, negli angoli dei manufatti, e dovunque si ravvisino delle discontinuità o delle presenze che modifichino la linearità di un tratto di banchina, come grosse boe, chiatte ormeggiate, e via discorrendo. Altra zona privilegiata è quella di confine tra la luce dei fanali e l’ombra proiettata dalla banchina, o anche proprio sotto la luce di un faro; in altri termini non bisogna trascurare di perlustrare tutte le zone possibili, anche quelle che a prima vista potrebbero sembrare improbabili. Infine, se vediamo un cannista seduto su un panchetto che pesca con la bolognese e ha pasturato a bigattini o a sarda,

Sirasu Nerk 3 di Ima è la ‘pallottola d’argento’ tra le gommine da ajing game, essendo in grado di stimolare attacchi anche in condizioni di apatia dei pesci.

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costruzione mosca

Yellow Sally

L

a Yellow Sally (Isoperla grammatica) è un plecottero che vive in acque molto pulite e ossigenate, specie in chalk stream con fondo sassoso. Ed è talmente bello come insetto, con i suoi colori brillanti, che durante le schiuse ne sono attratti tanto i pesci che i pescatori... Al pari degli altri plecotteri ha un ciclo vitale caratterizzato da metamorfosi incompleta, mancante dello stadio di pupa. Gli adulti hanno colore giallo limone, con un corpo che misura 14 mm nella femmina e un po’ meno nel maschio, il che li caratterizza come plecotteri di dimensioni medie. Hanno due code, due lunghe antenne e due paia di ali ripiegate lungo il corpo quando l’insetto è a riposo.

NADICA E IGOR STANCEV [ danicamk@t-home.mk]





show room

due nuove canne da spinning

FAVORITE PROFESSIONAL e VARIANT Favorite è un marchio in grande crescita nel panorama europeo, sicuramente tra i più attivi e dinamici, in grado di offrire un’ampia gamma di canne da spinning sviluppate per ogni tipo di approccio in freshwater o in saltwater, con un particolare occhio di riguardo nei confronti delle tecniche light e ultralight. Tra le canne di maggior interesse nella vasta collezione offerta dalla Favorite, la Professional si distingue per la qualità dei materiali impiegati e la cura nelle finiture, con fusto in carbonio potente dotato di azione extra fast e vetta morbida, combinazione ideale per garantire la massima riserva di potenza e allo stesso tempo la perfetta sensibilità con l’esca. Una canna estremamente versatile in grado di adattarsi a una vasta gamma di impieghi (drop shot, wacky worm, carolina rig), soprattutto utilizzando soft bait. Il look è moderno, con impugnatura splittata in EVA e riporti in sughero, abbinato a una componentistica di prim’ordine composta da portamulinello Fuji e anelli Fuji Alconite. La gamma Professional è composta da sei canne da 6,8 piedi e quattro da 7,3 piedi), con azioni che spaziano da 1/5 g a 5/25 g. La serie Variant, invece, si distingue per l’incredibile rapporto qualità/prezzo. Una serie di canne molto vasta, progetta per adattarsi a ogni tipo di impiego, con l’utilizzo di ogni tipo di esca. Il look è essenziale ma allo stesso tempo moderno, con finiture ricercate e componentistica di grande affidabilità. Il fusto è in carbonio alto modulo con azione fast. La gamma Variant è composta da canne dai 6 agli 8 piedi, con azioni da 2-7 g a 15-45 g. Per ulteriori informazioni: Old Captain srl, via Varese 47, 21052 Busto Arsizio (VA), tel. 0331/382420, fax 0331/381063, www.oldcaptain.it, info@oldcaptain.it.

per la pesca a mosca saltwater

REDINGTON PREDATOR La serie più potente costruita da Redington, marchio di proprietà Sage, per la pesca in saltwater. Per chi cerca potenza, controllo e deve lanciare grosse mosche nel vento. Ecco le principali caratteristiche:

• canne da salt water/big game, azione veloce; • costruzione in Red Core technology 54 e 42 milioni di moduli per maggiore robustezza e tenuta; • rinforzi in carbonio nel butt section e negli innesti per maggiore robustezza; • tre tipi di butt a seconda dei modelli, la 12 e la 14 hanno il manico frontale; • portamulinello in alluminio anodiozzato, saltwater; • passanti oversize con trattamento Oxide Titanium per maggiore scorrevolezza; • fermamosca nascosto nel portamulinello; • puntini segna allineamenti su tutti i pezzi; • fodero di alta qualità. Garanzia a vita Redington by Sage. Prezzo 249,00 euro. Model Predator 6710-4 Predator 690-4 Predator 790-4 Predator 8710-4 Predator 890-4 Predator 983-4 Predator 990-4 Predator 1083-4 Predator 1090-4 Predator 1190-4 Predator 1290-4 Predator 1480-4

Handle A A A B B B B C C C D D

Length Line weight Rod weight 7’ 10” 6 3.8 9’ 0” 6 3.8 9’ 0” 7 3.9 7’ 10” 8 4 9’ 0” 8 4.1 8’ 3” 9 4.2 9’ 0” 9 4.2 8’ 3” 10 4.6 9’ 0” 10 4.5 9’ 0” 11 5.3 9’ 0” 12 5.5 8’ 0” 14 5.6

Disponibili da: Garue, via del Torchio 14, Milano, tel. 02/86453590, www.garueshop.com, www.garue.it, info@garue.it.

Carbolux, Precision, Realcast, XPeed

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alle rotture di lenza sulla prima fuga dei pesci allamati, permettendo l’uso di trecciati molto sottili, così da godere appieno l’emozione di ogni cattura. Cinque i modelli disponibili, dal 1025 dedicato alla Trout Area sino al 3000 e 3012H per tutte le tecniche tradizionali italiane oppure per lo spinning. Prezzo consigliato al pubblico: 610,00 euro. Modello radica di tuja, anelli monopiede, tubo ricoperto in cordura e garanzia incondizionata di 5 anni. Una ghiotta opportunità per chi vuole ampliare il proprio parco canne, potendo scegliere tra una vasta gamma di attrezzi di altissima qualità in grado di soddisfare quasi ogni tipo di esigenza, tecnica e gusto, a prezzi estremamente competitivi e con la ben nota assistenza post vendita della Pozzolini Fly Fishing . Per maggiori informazioni: Pozzolini Fly Fishing by A. Pozzolini, Via Trento 2a, 25014 Castenedolo, tel./fax 030/2131002, mobil +39.3346317910, www.pozzolinifly.com, info@pozzolinifly.com.

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Capacità bobina

Rapporto di recupero

0,11 - 120 m 0,11 - 150 m 0,18 - 125 m 0,23 - 200 m 0,28 - 200 m

4.8:1 (60 cm) 4.8:1 (64 cm) 5.7:1 (85 cm) 5.6:1 (95 cm) 4.7:1 (81 cm)

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Freno Peso (kg) (g)

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DAIWA EXIST 2015 Finalmente anche in Italia i nuovi gioielli di casa Daiwa. Rigorosamente prodotti in Giappone, gli Exist rappresentano il massimo tra i mulinelli a frizione anteriore, senza compromessi. Il corpo e il rotore in Zaion offrono una inimmaginabile leggerezza ma, al contempo, una solidità e rigidità tali da garantire il perfetto funzionamento della meccanica interna. Due Magsealed Bearing, i cuscinetti sviluppati con tecnologia Magsealed, sono stati posizionati ai lati del corpo, a protezione della Drive Gear. Questo, assieme alla piastra Magsealed a protezione del corpo e al rullino guidafilo Magsealed, rende gli Exist 2015 praticamente inattaccabili dagli agenti esterni quali sabbia, acqua salata e sporco di ogni tipo. La frizione Automatic Tournament Drag pone fine

disponibili in tre taglie e due colori

MULINELLI VALU BY VISION Quando l’attenzione per il miglior rapporto qualità/prezzo incontra un design moderno e all’avanguardia, il risultato non può che essere sorprendente. I nuovi mulinelli Valu della Vision stupiscono proprio per questi importantissimi particolari. La solida struttura Large arbor riprende la forma dei più blasonati Vision GT, solo leggermente inspessita. Il corpo in alluminio pressofuso è accessoriato con una frizione stagna micrometrica composta da dischi in acciaio e carbonio, azionabile con una comoda rondella in plastica ultraleggera. Corpo e bobina sono entrambi alleggeriti. Sono disponibili in tre diverse taglie (3/4 - 5/6 - 7/8) e in due colori (Shadow Grey e Cognac Brown). I prodotti Vision sono distribuiti in esclusiva per l’Italia da Old Captain srl, via Varese 47, 21052 Busto Arsizio (VA), tel. 0331/382420, fax 0331/381063, www.oldcaptain.it, info@oldcaptain.it.

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Awesome Hybrid Mono

THIS IS NOT FLUOROCARBON Che il fluorocarbon sia il monofilo maggiormente adatto alle pesca in heavy cover è un dato di fatto. È altrettanto certo, tuttavia, quanto sia ‘poco’ maneggevole a causa della sua rigidità, la quale, se consente ferrate ottimali e ottima resistenza alla rottura in presenza di ostacoli, d’altra parte viene enfatizzata quando il diametro impiegato supera gli 0.35 mm. Per questo motivo Black Flagg ha chiesto al suo ‘partnerincrime’ in Giappone di sviluppare un Fluorocoated Triplostrato, che oggi, dopo svariati stress test, ha convinto appieno, tanto da rendere orgogliosa l’azienda di introdurlo in esclusiva mondiale per il 2015. T.O.W. «This is not fluorocarbon» rappresenta l’avanzamento tecnologico cruciale per il futuro della pesca in cover con monofili. «This is not fluorocarbon», in quanto la copertura tripla di FC lo rende dello stesso colore del FC seppure la sua anima sia di un nylon rigido estremamente resistente. Ha la rigidità del fluorocarbon, ma è facile da lanciare anche nei diametri più sostenuti; sorprenderà soprattutto per la bassissima elasticità e la resistenza all’abrasione, oltre che per un ‘affondamento’ quasi simile al fluorocarbon. Disponibile in diametri gravosi, che potrete finalmente usare (se non vi piace la treccia) in serenità e… senza spendere una fortuna! Uno dei grandi vantaggi di questo T.O.W. «This is not fluorocarbon» è proprio il prezzo, in quanto, ripetiamo, «non è fluorocarbon», se non per il triplo strato che lo ricopre. Come per tutti i prodotti T.O.W., anche qui troverete l’ormai classico Parallel Spooling, per un ottimo imbobinamento e per lanci precisi dentro tutte le cover. Per ulteriori informazioni: T2 distribution srl, via Capinera 2, Boccaleone, 44011 Argenta (FE), tel. 0532/800555, www.blackflagg.com, info@t2distribution.com.

nuove code con tecnologia Connect Core

RIO IN TOUCH GALLEGGIANTI Fino ad ora le code di topo si allungavano, estendendosi con effetti negativi sia sulla ferrata che nel caricamento della canna durante il lancio; l’allungamento era del 30%, comportando perdita di energia nei lanci, di sensibilità e di feeling nelle ferrate. Rio ha ora introdotto la tecnologia Connect Core Ultra-Low Stretch, sviluppata nelle code in touch affondanti, anche nelle code galleggianti. Sono disponibili in cinque modelli:

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• Rio Gold In Touch • Rio Grand In Touch • Rio Perception In Touch • Rio Trout LT WF In Touch • Rio Trout LT DT In Touch Tutte queste code hanno: • Connect Core tecnology: inestensibilità; • Max Cast Tecnology: trattamento idorepellente per respingere l’acqua e per galleggiare meglio; • Agent X Tecnology: ultrascorrevolezza e durata; • Sure Fire Technology: settori colorati per capire la distanza della coda; • Easy ID Tag: tag identificativo del modello della coda (mai più code smarrite negli armadi!); • Front Welded Loop: loop frontale saldato; • Back Welded Loop: loop posteriore saldato. Cinque serie di code da fiume inestensibili, perfette per le massime prestazioni. Con profili differenti e lunghezze specifiche per tutti i tipi di pesca in acqua dolce. Dalla Rio Gold con belly lungo per roll cast, alla Rio Grand ultradecentrata per lunghi lanci, alla Trout LT per le pose più delicate. Prezzo: 82 euro. Per le caratteristiche di ogni coda, consultate il sito www.riolines.com. Disponibili da: Garue, via del Torchio 14, Milano, tel. 02/86453590, www.garueshop.com, www.garue.it, info@garue.it.

per lanciare i grossi artificiali da luccio

CORTLAND PRECISION PIKE Nel momento migliore per organizzare i fantastici viaggi in Svezia o in Irlanda alla ricerca del nostro predatore preferito, quella che vi presentiamo in questo numero è la Cortland Precision Pike, una coda già apprezzata da anni per la sua scorrevolezza, disegnata per lanciare con facilità pesanti artificiali da luccio come Bunny Leaches, anche contro vento. Utilizza l’esclusivo taper Rocket 2 con front molto corto per lanci di streamer, popper, bunny senza alcuno sforzo. Il colore cambia da rosso a verde, indicando il punto ideale di sollevamento e permettendo così lanci più efficaci. Per ulteriori informazioni: Majora Intelligent Fishing, tel. 02/95364376, www.majorafishing.com, www.majoraspinning.com.


the Ultimate lure

SEASPIN BUGINU 115 D C’è una frase che caratterizza e identifica perfettamente il Buginu 115 D: è semplicemente l’artificiale fondamentale per chi pesca in scogliera. Ovvero, come direbbero gli anglosassoni, the Ultimate lure. Il Buginu 115 D è l’artificiale cui il pescatore a spinning in scogliera non potrà mai più fare a meno e che darà sempre soddisfazioni mentre sta ‘lottando’ con il mare formato e il vento contrario. Quante volte si arriva nel posto previsto e le condizioni non sono come le immaginavamo? Quante volte per non rischiare troppo si è costretti a pescare da una postazione più elevata rispetto al solito, controllando sempre la grandezza dell’onda che sta arrivando, pronti a scappare in caso di pericolo? Quante volte in queste condizioni non si è tranquilli mentre si pesca? In questi casi saliamo ancora un po’, ma a quel punto l’efficacia degli artificiali da ricerca è ovviamente limitata. Siamo troppo alti sulla superficie dell’acqua e le nostre esche difficilmente rimangono in pesca fino all’ultimo. Con il Buginu 115 D tutti questi problemi sono definitivamente risolti. Anche se si recupera da scogliera alta, infatti, garantisce sempre un’azione corretta fino a sotto la nostra postazione, permettendoci di catturare i pesci che attaccano l’artificiale proprio all’ultimo momento, come spesso fanno i barracuda o le spigole. È la soluzione definitiva per pescare da postazioni alte con mare formato senza rinunciare alle lunghe distanze e soprattutto al piacere di personalizzare il proprio artificiale. La possibilità di personalizzare il recupero dell’artificiale, e dare di conseguenza al pescatore sempre nuove emozioni, fa parte del DNA della gamma di artificiali Seaspin e, anche in questo caso, è stato il problema fondamentale da risolvere da parte dello studio di progettazione del marchio. Infatti, nonostante si possa pensare al Buginu 115 D come a un artificiale poco gestibile, visto che tiene molto l’acqua, i tecnici del marchio sono riusciti a trovare un

perfetto equilibrio tra forma e funzione grazie al dimensionamento attento di tutte le superfici che lo compongono. La tipica forma a ventaglio della paletta, caratteristica di tutta la serie Buginu, che tra l’altro è un disegno registrato, è stata dimensionata perfettamente per svolgere la duplice funzione di permettere all’artificiale di rimanere in pesca fino all’ultimo e di avere nello stesso tempo la leggerezza necessaria affinché il pescatore non si senta vincolato dal nuoto dell’esca stessa, ma possa personalizzarla come meglio crede. Il tutto in un equilibrio perfetto. L’artificiale ha un’armatura passante com’è tradizione del marchio e una paletta e ancorette rinforzate resistenti alla corrosione marina. Indicato per tutti i predatori di scogliera come spigole, pesci serra, barracuda, dentici, è possibile utilizzarlo con successo anche nella traina. Per ora è commercializzato in dieci diverse colorazioni, che saranno ampliate dal prossimo inverno. Per ulteriori informazioni: Utopia Tackle s.r.l., tel. 338/2278600, massimo@utopiatackle.com, www.seaspin.com.

dotati di Color Change Technology

YO ZURI SASHIMI Ormai tutti i pescatori conoscono il brand Yo Zuri, noto ai più per la sua ampia offerta di artificiali per la pesca dei cefalopodi ma orientato ormai alla cattura di tutti i predatori, sia di mare che d’acqua dolce. Gli artificiali della linea Sashimi si rivolgono a entrambi, visto che la gamma comprende stickbait da tonno, popper di generose dimensioni, grossi minnow da traina, ma anche vibe lure, lipless, minnow e snodati di dimensioni decisamente più contenute. La particolarità di questi artificiali consiste nel presentare due colorazioni differenti a seconda del punto di vista in cui si guardano (Color Change Technology); semplicemente ruotando in mano l’artificiale ci renderemo immediatamente conto della notevole differenza tra le livree proposte: in pratica due artificiali in uno! Basterà metterli in moto con il recupero, che immediatamente inizieranno a mostrare livree diverse, anche dal punto di vista di un predatore in agguato e proprio come farebbe un vero pesce esca. Ovviamente le caratteristiche uniche non finiscono qui: proprio perché il target è spesso co-

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show room stituito da pesci dotati di dentatura di tutto rispetto, la verniciatura di questi artificiali è interna, per cui possiamo dimenticarci ‘spellature’ e salti di vernice che tanto affliggono gli artificiali della concorrenza. Il particolare profilo zigrinato del corpo degli artificiali Sashimi infine, costituito da piccoli segmenti che si ergono dalla superficie del corpo, permette una propagazione di vibrazioni incredibile, dovuta soprattutto alla maggiore turbolenza ed al maggiore spostamento d’acqua che generano durante il recupero rispetto ad artificiali con superficie del corpo liscia; decisamente un’ulteriore asso nella manica quando le condizioni sono particolarmente negative come l’alba, il tramonto, condizioni di acqua torbida oppure pesca sulle mangianze in mare. Infine una piccola curiosità: il nome Sashimi in Giappone si dà a i ‘big fish’ delle varie specie. Sembra infatti che questi artificiali facciano da soli una decisa selezione… Per ulteriori informazioni: Fassa Spa, tel. 02/522.0091, www.fassa.it, info@fassa.it.

da Black Flagg Raw Fishing Attitude

ALL-IN HEAVY COVER TECHNOLOGY Nel bassfishing ci si trova spesso a dover affrontare strutture molto intricate, le cosiddette heavy cover. Black Flagg Raw Fishing Attitude propone, sotto il nome All-In, una serie di prodotti specifici per affrontare questo tipo di spot. BF All-In Heavy Cover Jigg è un jig da cover che fornisce diverse prestazioni: cover penetration, alto hooking power, tenacità e una minima predisposizione all’incaglio… Per realizzarlo sono serviti quasi due anni di progettazione, ma si tratta dell’heavy cover jig più performante in commercio: amo Gamakatsu 594 FlatEye BlackNickel, Flat Bottom per un’azione standup impeccabile, Diamond Cut Head (DCH) per ottimizzare la capacità di penetrazione, weedguard e hook keeper all’altezza del compito. Ready for heavy cover session? All-In Heavy Cover Braid è una treccia nata, dopo numerosi test, per un utilizzo nelle pesche più ruvide all’interno delle heavy cover più impenetrabili. Queste le sue caratteristiche principali: • resistenza, per non temere di esagerare nel forzare e per poter cedere a qualsiasi tentazione di cover estrema; • sensibilità, per avvertire l’abboccata il prima possibile e poter ferrare ed estirpare la preda; • morbidezza, caratteristica fondamentale durante il lancio sia nel flipping che nel pitching, ma anche nella pesca con le frog;

• zero elasticità, per non cedere nemmeno un centimetro in fase di estirpo e per ferrare a distanze importanti anche nella pesca con le frog. Per rispondere a questi requisiti la scelta è caduta su un braid a 8 fili intrecciati tra loro in maniera perfetta, di colore grigio scuro per dare un tocco di personalità alla All In Heavy Cover Braid, ma anche perché il colore scuro riproduce il gioco di luci che si crea all’interno delle cover, habitat in cui amano stazionare i grossi black bass, e che la rende quindi virtualmente invisibile. Viene fornita in confezione da 100 m, che consente di caricare due volte il vostro mulinello, oppure di caricarne due. All-In Rigg è l’Ultimate Punching Tool di Black Flagg Raw Fishing Attitude: non è un jig, non è un piombo, ma una montatura (rig). Si tratta di un prodotto nuovo per il mercato italiano, che fonde le caratteristiche di uno skirted jig con quelle di una montatura Texas rig, il che consentirà ai ruvidi angler di pescare in heavy cover con amo offset, ma mantenendo l’appeal estetico di un jig. Rapporto qualità prezzo inarrivabile, con due pezzi per confezioni, praticamente al prezzo di un jig completo. Per ulteriori informazioni: T2 distribution srl, via Capinera 2, Boccaleone, 44011 Argenta (FE), tel. 0532/800555, www.blackflagg.com, info@t2distribution.com.

i noti siliconici ora distribuiti in Italia da Old Captain srl

BAITH BREATH La voce era già trapelata durante l’ultima edizione del Pescare Show di Vicenza, ma ora è ufficiale. La Old Captain srl, che quest’anno celebra i suoi 50 anni di attività, conferma l’accordo raggiunto per la distribuzione in esclusiva per l’Italia dei prodotti made in Japan Baith Breath. L’azienda Baith Breath Company, con sede a Toda City, Saitama -Japan, nasce nel 1997 e si impone subito come azienda leader nello sviluppo, produzione e distribuzione di esche siliconiche. L’altissima qualità del processo produttivo permette di offrire prodotti di ineguagliabile qualità, studiati in ogni minimo dettaglio e aromatizzati con ingredienti totalmente naturali a bassissimo impatto ambientale (sistema brevettato). Ogni singola esca è progettata impiegando tecnologie avanzate e con stampi esclusivi che rendono queste esche praticamente uniche e inimitabili. Grazie alla collaborazione con Morizo Shimizo, Baith Breath propone le migliori soluzioni per la pesca al bass. Tra i prodotti di spicco della gamma è importante evidenziare la gamma di shad TT.Shad, le creature della gamma Bys che, in varie configurazioni, propongono incredibili soluzioni per la pesca a Texas o a swimbait, e i vermoni Curly Tail, Vein e Linder. Una accurata selezione dei migliori prodotti Baith Breath è già disponibile per la distribuzione grazie a Old Captain. Per ulteriori informazioni: Old Captain srl, via Varese 47, 21052 Busto Arsizio (VA), tel. 0331/382420, fax 0331/381063, www.oldcaptain.it, info@oldcaptain.it.


nuova colorazione 2015

REAL WINNER BIANCO PERLA Il bianco perla è la nuova colorazione presentata da Real Winner nel 2015, disponibile su tutta la gamma di minnow palettati e lipless, ed è la colorazione che sta regalando il maggior numero di catture in tutti i campi, dai piccoli torrenti montani fino alle grandi profondità marine. La sua forza sta nella cangianza tendente all’azzurro, che permette all’artificiale di creare forti contrasti in tutte le condizioni di luce e acqua, che sia perfettamente limpida o totalmente torbida, con il sole a picco o durante la pioggia a tramonto, sfruttando la superficie lucida per emettere grandi quantità di flash, attirando così anche i predatori più apatici. Si tratta insomma di un artificiale h24 e per tutte le condizioni. Unito poi all’affidabilità ventennale dei minnow Real Winner, questa nuova colorazione non potrà far altro che regalarvi catture mozzafiato, esattamente come ha fatto nei lunghi e duri test prima della messa in vendita. Per ulteriori informazioni: Majora Intelligent Fishing, tel. 02/95364376, www.majorafishing.com, www.majoraspinning.com.

un’ampia gamma di rotanti e microndulanti

CUCCHIAINI FASSA La notevole quantità di novità che Fassa presenta nel 2015 non poteva prescindere dal mondo dello spinning leggero, con l’introduzione di un’ampia gamma di cucchiaini e microndulanti dal disegno sia classico che originale. Per la prima volta la nota azienda milanese presenta una gamma assai ampia di rotanti, che prevede i modelli da spinning classico, con la paletta formalmente tonda, adatti a coprire moltissime situazioni e ambienti di pesca, accanto a cucchiaini con paletta allungata, a foglia di salice, necessari a volte per affrontare i torrenti più impetuosi. Oltre alle forme, Fassa presenta un ampliamento notevole della gamma anche nelle grammature, per soddisfare le richieste sia di chi pesca nei laghetti in cui vengono immessi pesci di taglia, sia di coloro che ancora affrontano acque libere o riserve ricche di grosse trote, fario o marmorate.

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show room Proprio in quest’ottica vanno visti i rotanti Monster, grossi cucchiani ‘dressati’ con uno skirt in morbida e colorata gomma abbinata a una piccola testa in piombo che, nelle acque a forte pressione di pesca, dove i predatori ormai hanno davvero visto di tutto, potrebbero costituire una valida alternativa agli artificiali classici. Anche in questo caso doppia scelta nelle grammature e ben quattro colorazioni differenti. La novità forse più ghiotta consiste però nella gamma di microspoon, sia per le tecniche di pesca classica ultraleggera, sia per la Trout Area, che sta prendendo sempre più piede tra i giovani. In questo caso il design è davvero originale e consiste in una branchia e un occhio stilizzati in cui è racchiuso il nuovo logo dell’azienda. Grande preferenza, logicamente, è stata data alle colorazioni fluo, storicamente molto catturanti nei laghetti a pagamento. Anche per i microspoon, Fassa ha messo il massimo impegno nella scelta dei componenti: paletta made in USA di tre grammature differenti (3,5 - 4,0 6,0 g) e amo VMC, a garanzia di una qualità sicuramente sopra la media. Per gli amanti delle customizzazione, segnaliamo anche la novità dell’amo Gamakatasu LS3424F, inserito nel catalogo Fassa 2015 e studiato appositamente per l’abbinamento con cucchiaini ondulanti. Per ulteriori informazioni: Fassa Spa, tel. 02/522.0091, www.fassa.it, info@fassa.it.

Il WTD 150 prende la ‘T’ in prestito dal tarpon, e guardando la foto capirete il perché. Nasce come esca artigianale, ma segue poi uno sviluppo completamente differente, diventando un prodotto industriale. Una miscela esplosiva che riesce a combinare il talento dell’essere umano capace di soffermarsi sulle squame in rilievo sviluppate nei minimi dettagli con una cura certosina, una a una, e i vantaggi di una costruzione in ABS con tolleranze millimetriche tipiche della realizzazione in serie. Il WTD 150 mantiene un’azione walking the dog tradizionale, forse più fluida e comunque in grado di sopportare variazioni sul recupero senza spettinarsi. Anche quest’esca è stata corazzata con armatura passante e robuste ancorette SW, pronta per sfidare le prede classiche del Mediterraneo – serra, lecce, barracuda e pelagici –, ma anche predatori tipici dei reef tropicali, dove è stato testato a fondo senza cedimenti o spiacevoli rotture. Anzi, per essere più precisi, crediamo che questo WTD sia un’esca eccellente anche per la pesca media ai tropici e tra le sei livree disponibili ce ne sono alcune che vanno a pennello per i reef corallini. Misura 15 cm e pesa 42 g. Per ulteriori informazioni: Pro Tackles, tel. 051/887919, www.molixfishing.com.

Jugulo Long Jerk 180LC e WTD 150 T

NEWS MOLIX ESTATE 2015 Per l’estate 2015 Molix lancia due esche da mare, già presentate a Vicenza, che avevano suscitato molto interesse: i Jugulo Long Jerk 180LC e il WTD 150 T. Il Long Jerk è frutto di un lunghissimo sviluppo: riuscire a fare in modo che siano presenti tutte le caratteristiche che distinguono un buon jerk da un prodotto mediocre non è facile, neanche per i progettisti più smaliziati. Questo jerk vola lontano senza sfarfallare grazie al sistema di pesi trasferibili Molix D.L.S. (Dynamic Load System), nuota con facilità in poca acqua, ma una volta abbassato il cimino e jerkato con intensità scende ed esplora gli strati inferiori. Anche se è chiaramente un jerk da Mediterraneo per spigole, barracura e serra, abbiamo avuto la possibilità di provarlo anche in un ambito totalmente differente da quello per cui è stato progettato, un reef tropicale, e nonostante i predatori avessero denti smisurati le esche hanno resistito a molti assalti: un successo in parte dovuto anche all’armatura passante e all’eccellente ABS usato per la costruzione. Il Long Jerk 180LC è lungo 18 cm, pesa 30 g ed è disponibile in sei bellissimi colori speciali per il saltwater.

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per lucci e siluri

DELALANDE KING GRUB Il King Grub è la rivisitazione di quella che probabilmente è stata la prima tra tutte le esche siliconiche, il grubtail, chiamato ‘falcetto’ dalla vecchia scuola. Quello che Delalande ha fatto è stato prendere le caratteristiche di questa esca così efficace sui piccoli e voraci predatori e renderla invitante anche per quelli di taglia maggiore. Il King Grub è infatti ideale per la pesca al siluro se usato su grosse teste piombate e come trailer sui jig per la pesca al luccio. La quantità d’acqua smossa dall’enorme coda grub è praticamente insuperabile anche sui recuperi lenti, attirando così l’attenzione degli enormi predatori. Il King Grub vanta la tecnologia all’avanguardia di Delalande nella creazione di mescole per i suoi artificiali siliconici, al fine di rendere sempre più affidabili i propri inneschi. Le misure disponibili sono di 23 e 15 cm in una gamma di cinque colori. Per ulteriori informazioni: Majora Intelligent Fishing, tel. 02/95364376, www.majorafishing.com, www.majoraspinning.com.


nuove jig head da Maria Japan

SUBMARINER HEAD Da Maria Japan sono in arrivo sul mercato italiano, distribuite da Blue Springs, le nuove jig head Submariner Head, dedicate alla tecnica dell’aji e del mebaring, che si affiancano alle già collaudate Beack Head, ampiamente apprezzate dai frequentatori di tecniche light. Diciamo subito che queste nuove testine Submariner Head presentano un cospicuo numero di innovazioni nelle loro caratteristiche, segno di una particolare attenzione progettuale, che induce anche un certo contributo nell’affinamento tecnico dello spinning light in mare. Caratteristica di spicco, tanto per cominciare, è rappresentata dal gambo dell’amo che, disponibile in due lunghezze diverse, può essere scelto in ragione della lunghezza dell’esca montata, affinché l’uncino si trovi sempre a un’altezza ottimale rispetto al corpo dell’esca. Altra innovazione riguardante l’amo è data dall’assenza dell’ardiglione che, pur non penalizzando significativamente la tenuta sulla preda, ne consente una facile slamatura, riducendo al minimo possibile l’impatto sull’apparato boccale. Altro vantaggio dell’amo barbless è quello di aumentare talvolta le possibilità di disimpegno dagli arrocchi sul fondo, mettendo in tensione la lenza e poi mollandola di scatto. Va detto, infine, che la sua curvatura è doppia, secondo un disegno originale che non presenta la classica ‘pancia’, ma segue invece un andamento a due spigoli arrotondati, che lo rende molto efficiente nell’ingaggio. Da notare, infine, il piccolo nottolino glow presente sul gambo che, oltre a trattenere meglio l’esca in posizione corretta, una volta attivato, ne illumina il ventre in modo molto naturale, anche quando la gommina non è di per sé luminescente. L’ogiva di piombo in testa all’amo è stata anch’essa oggetto di notevole cura progettuale, che ne ha visto, anzitutto, aumentare la dimensione del sovrastante anellino, per un più facile

infilo della lenza. La grammatura della testina (da 0,3 a 2,0 g) è ora visibile in rilievo sulla fiancata del piombo, a patto, ovviamente, di disporre delle diottrie sufficienti a leggerla... Insomma, un piccolo strumento da pesca che sembra testimoniare, ancora una volta, la cura dei dettagli e l’efficienza tipicamente Japan. Per ulteriori informazioni: Blue Springs, tel. 0422/634083, www.bluesprings.it, info@bluesprings.it.

prodotta dalla Stonfo, si attacca con un magnete

VASCHETTA RACCOGLI SPORCO Ecco un accessorio di grande utilità nel rispetto dell’ambiente nel quale siamo soliti costruire le nostre mosche e a maggior ragione di quelli ‘estranei’ nei quali ci possiamo trovare ad esercitare la nostra passione. Chi costruisce mosche con continuità si è accorto a sue spese della grande quantità di residui prodotti, siano questi piume, filati, spezzoni di nylon, striscioline di plastica, avanzi di tinsel, pelo naturale e sintetico ecc. Tutti questi residui, per la maggior parte molto leggeri e volatili, tendono a disseminarsi ogni dove sul pavimento e sulle cose, con grande cruccio di chiun-

que desideri tenere in ordine e pulito un ambiente. All’inconveniente si può ovviare senza grandi problemi: vi sono prodotti in commercio, più o meno validi, consistenti in contenitori rigidi o flosci da applicare sotto il morsetto in modo da raccogliere i residui senza disperderli. In molti casi, tuttavia, si tratta di accessori ingombranti e poco pratici, specialmente per il trasporto e lo svuotamento. La vaschetta raccogli sporco (art. 614) prodotta dalla Stonfo sembra aver risolto molti di questi problemi. Si tratta di un contenitore di dimensioni ridotte (15x15x3 cm), ma sufficiente allo scopo, realizzato per stampaggio in materiale plastico semirigido e dotato di fondo a rete con maglie fitte, fondo che ha la caratteristica di trattenere lo sporco in aderenza. La vaschetta si fissa tramite un bottone magnetico a un supporto a stelo applicato all’asta del morsetto, il che consente di posizionarla proprio sotto il piano di lavoro o, a piacimento, dove si ritiene più utile. La praticità è sorprendente, in quanto una volta che la si voglia svuo-

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show room tare, basta staccarla con una leggera tensione dall’attacco magnetico; liberata dai residui, poi, la si riattacca semplicemente riavvicinandola al magnete. Non ingombra nel trasporto e la si può facilmente contenere nella cassetta di montaggio. Per ulteriori informazioni: Stonfo, tel. 055/8739615, www.stonfo.com, stonfo@stonfo.com.

in PVC Plavitex

GOODYEAR COMBI SPORT e CUISSARDE SPORT Andare a pesca indossando wader è di fondamentale importanza per chi pratica lo spinning e la mosca, sia fresh che saltwater, e l’impiego di un modello tecnico garantisce la massima funzionalità. Carson importa da qualche tempo i prodotti Goodyear, caratterizzati da un’altissima qualità dei materiali, e fra i vari modelli disponibili presentiamo qui il Combi Sport (wader intero) e il Cuissarde Sport (wader a cosciale). Siamo di fronte a prodotti realizzati in un materiale altamente tecnico, leggero e flessibile: il PVC Plavitex. Sono muniti di rinforzo alle ginocchia, cinghia elastica di chiusura, tasca interna ventrale (solo per il wader intero), cuciture realizzate con saldatura ad alta frequenza, suola PVC antistatica che resiste all’usura e agli idrocarburi. Disponibili nelle taglie dalla 38 alla 48 e nei colori sabbia e verde foresta. Per ulteriori informazioni: Carson, tel. 011/4501668, www.strikepro.it, www.carson.it, info@carson.it

è consigliata anche per chi si avvale di natante. Ricordate sempre che la disposizione ordinata delle nostre esche finte è essenziale per non perdere tempo, specie quando si ha a tiro la preda più importante della giornata. La borsa è reperibile nei migliori negozi specializzati nello spinning. Per ulteriori informazioni: Fassa Spa, tel. 02/522.0091, www.fassa.it, info@fassa.it. (Giorgio Montagna)

per chi ama l’ordine

RIO HEAD CASE e LEADER WALLET Rio propone due ottimi organizer pensati per riporre ordinatamente shooting head e finali. Rio Head Case è stato studiato per accogliere comodamente e all’asciutto tutto quello che vi serve per pescare: shooting head, code, mosche e altro. Disponibile anche il kit di inserti in nylon aggiuntivo. Logo Rio sul frontale, colore verde. Prezzo: 45 euro. Rio Leader Wallet è pensato invece per riporre finali, streamer o altro. Anche in questo caso è disponibile il kit inserti in nylon. Logo Rio sul frontale, colore verde. Prezzo 19 euro. Disponibili da: Garue, via del Torchio 14, Milano, tel. 02/86453590, www.garueshop.com, www.garue.it, info@garue.it.

Fassa propone una nuova borsa per gli artificiali

SPIN LINE 5 SCATOLE in Austria a trote e temoli con la mosca Oggi più che mai, vista l’ampia gamma di artificiali proposti dalle numerose aziende dedite allo spinning, occorre riporre le nostre imitazioni in modo ordinato, specialmente se le uscite a pesca sono ‘mirate’ a un preciso predatore. L’azienda milanese Fassa propone allo scopo la serie di borse Spin Line (da cinque ma anche da due scatole), indirizzate al lanciatore esperto che cura i dettagli sin dall’inizio della sua giornata piscatoria. Oltre alle scatole, ben capienti anche per chi ama pescare in mare o sfidare i grossi predatori d’acqua dolce come lucioperca, siluri e lucci, la borsa più grande è dotata di due tasche esterne e una frontale, utili per contenere i più diversi accessori. È ottima per chi pesca da riva ma

MÖLL: UN FIUME PER L’ESTATE Tra le numerose riserve di pesca a mosca gestite dall’Aktiv Hotel di Adriano Gargantini nella bellissima regione austriaca della Carinzia, quella sul fiume Möll si distingue per la purezza delle acque e per la stabilità dei livelli, che rendono questo incantevole corso d’acqua pescabile per tutta la stagione estiva. Il tratto riservato ai clienti dell’Hotel Gargantini è lungo quattro chilometri e si snoda da 300 metri sopra la confluenza del torrente Auenbach a Möllbrücke fino a 100 metri sotto il ponte della ferrovia, poco prima di


confluire nella Drava. Qui il Möll può essere considerato una tail water, in quanto si trova a valle di una diga che forma un piccolo lago tra gli abitati di Kolbnitz e Mühldorf; l’acqua a valle del lago viene in parte deviata in un canale che scarica nella Drava e quella rimanente nel Möll mantiene livelli stabili e linfe eccezionalmente limpide. Regno ideale per il temolo e per varie specie di salmonidi: fario, iridee e persino salmoni hucho, questi ultimi provenienti dalla vicina Drava. In caso di piene eccezionali la portata dell’acqua può aumentare, ma solo per qualche ora. In questo tratto il letto del fiume è abbastanza ampio e la corrente si mostra veloce, creando veloci raschi che si alternano a piane con buche poco profonde. Si tratta insomma della palestra ideale per chi inizia con la mosca, anche se non bisogna pensare che il pesce si faccia prendere facilmente. Trote fario e soprattutto temoli si mostrano selettivi e i più grossi esemplari che risalgono dalla vicina Drava non cedono le armi facilmente. Tuttavia una giornata passata nelle acque di questo splendido corso d’acqua ripagherà gli sforzi dell’appassionato di mosca con catture degne di foto ricordo. Per informazioni: Aktiv Hotel Gargantini, Mühlbacherstrasse 13, Frög 9232 Rosegg, Villach Land, Carinthia, Austria; www.trophyclub.it, albertogargantini@libero.it.


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MOSCA e SPINNING

• 3/2015




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