Speciale Pesca n° 6/2020 supplemento alla pubblicazione bimestrale LA PESCA MOSCA E SPINNING
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Speciale Pesca n° 6/2020 supplemento alla pubblicazione bimestrale LA PESCA MOSCA E SPINNING
EDITORIALE
Direttore responsabile Eugenio Ortali Direttore editoriale Giulio Fascetti Progetto grafico Danilo Persico LA PESCA MOSCA E SPINNING
L
a quarta edizione del Fly Tying Experience, organizzato all’interno del Pescare Show di quest’anno, vedrà l’alternarsi di alcuni costruttori con le edizioni precedenti e l’arrivo di nuovi personaggi. Per i visitatori, sarà come sempre l’occasione per osservare tante belle mani al morsetto, per trarne qualche ispirazione, per chiedere consigli su tecniche e materiali; per i partecipanti, sarà l’opportunità di condividere due giorni di full immersion nella propria passione a fianco di amici altrettanto ‘malati’ di fly tying. All’interno di questo vasto gruppo, abbiamo individuato anche quest’anno sette costruttori che illustrassero nei loro articoli una delle mosche presentate a Vicenza: ne è scaturita una rassegna diversificata delle attuali tendenze italiane del settore, fra innovazione e rilettura della tradizione. Per quanto riguarda gli artificiali da spinning, come accaduto negli Speciali degli scorsi anni, abbiamo voluto affiancare con i nostri articoli la presentazione delle novità da parte delle aziende alla kermesse vicentina, mostrando il lavoro che sta a monte dell’inserimento delle esche nelle vetrine dei vari stand. Si va così dal momento della progettazione, per il soddisfacimento di precise esigenze dei pescatori, all’illustrazione delle caratteristiche peculiari di ogni artificiale. La nostra rassegna, in questo caso, mostra come il settore sia attraversato da un’attenzione che si divide tra la ricerca e la realizzazione tecnologicamente sempre più avanzate da parte dei grandi marchi e il lavoro minuzioso delle produzioni artigianali, tendente alla realizzazione di ‘pezzi unici’ fatti a mano, che abbiamo voluto seguire fino al mondo dell’autocostruzione, a noi particolarmente caro. Fermo restando l’impiego di esche tradizionali, magari con adeguati aggiustamenti, nel classico settore della pesca in laghetto. Di tutto questo abbiamo cercato di rendere conto.
redazione@lapescamoscaespinning.it www.lapescamoscaespinning.it www.facebook.com/MoscaeSpinning http://twitter.com/lapescaMeS www.flickr.com/photos/moscaespinning www.youtube.com/user/MoscaeSpinning Hanno collaborato a questo numero Ciro Aprea, Luca Barosselli, Marco Clari, Emmanuel Crosa, Renzo Della Valle, Andrea Gasparini, Alessandro Hoban, Giorgio Montagna, Francesco Paolini, Andrea Pegorin Gianluca Sulas, Stefano Ticchiati Loris Zecchinello Amministrazione, pubblicità, abbonamenti e arretrati Zona Franca Edizioni srl Via V. Veneto 169 • 00187 Roma tel. 06/42.90.38.54 abbonamenti@lapescamoscaespinning.it Pubbliche relazioni e pubblicità Renzo Della Valle renzo.dellavalle@gmail.com Giorgio Montagna jomontagna@tiscalinet.it Disponibile anche in versione digitale su www.ezpress.it Tutti i diritti riservati LA PESCA MOSCA E SPINNING ZONA FRANCA EDIZIONI srl Iscrizione ROC n. 26695 del 22.9.2016 Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 225 del 29.9.2014 Stampa: Tuccillo Arti Grafiche, S.S. Sannitica 87 Km 11 80024 Cardito (Napoli) Distribuzione: Press Di, Distributore stampa e multimedia srl - 20134 Milano
Speciale Artificiali Speciale - Giugno Estate 2018 2017
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sommario Speciale / La Pesca Mosca e Spinning
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BESTIE NEGLI ABISSI di Andrea Gasparini
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14 RAPALA BX LEGNO E PLASTICA di Renzo Della Valle
20 SURF CANDY di Stefano Ticchiati
26 BAY RUF MANIC di Gianluca Sulas
32 QUILL di Loris Zecchinello
38 CREDERE NEL LEGNO di Alessandro Hoban
44 BALLERINA di Andrea Pegorin
50 BOLIDI IN INVERNO di Giorgio Montagna
56 CLARIVALLETTA di Marco Clari
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62 NASCITA DI UN JERK di Francesco Paolini e Ciro Aprea
68 RHITHROGENA SEMICOLORATA
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di Luca Barosselli
72 AUTOCOSTRUZIONE: L’IMPORTANZA DEI COMPONENTI a cura della redazione
78 SEDGE di Emmanuel Crosa
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MONDO
UFO NEWS
UFO International Magazine
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COSTRUZIONE MOSCA
BESTIE NEGLI ABISSI
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chi non è mai capitato di assistere impotente alla visione di un grosso pesce in una profonda buca o corrente del fiume, senza poter fare nulla per portare quel meraviglioso esemplare al guadino e suscitare così l’invidia degli amici
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diAndrea Gasparini arred.gasparini@libero.it
Una ‘Bestia’ originale di Francesco Palù.
pescatori? Chi è dedito all’uso esclusivo della mosca secca si limiterà a osservare il pesce per alcuni secondi, stimandone peso e dimensioni prima di proseguire lungo la riva, facendo spallucce e precludendosi la possibilità di una grossa cattura. Chi invece ha una visione della pesca priva di condizionamenti avrà a Speciale Artificiali - Marzo-Aprile 2020
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ARTIFICIALI SPINNING
RAPALA BX: LEGNO E PLASTICA
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di Renzo Della Valle renzo.dellavalle@gmail.com
N
ello sviluppare imitazioni delle prede che fanno parte della dieta dei pesci predatori, quali minnow, lipless, crankbait o stickbait, si è sempre cercato di realizzare i particolari anatomici esterni nella maniera più vicina alla realtà. I dettagli dei fianchi del pesce, come squame e linea laterale, ma anche della testa, come occhi e branchie, sono sempre stati un obiettivo importante per le aziende specializzate. È risaputo infatti che alcuni particolari anatomici, quali gli occhi o la coda, servono ai pesci predatori per individuare meglio i punti vulnerabili delle prede, oltre che a condurre l’attacco con maggiori probabilità di successo. Ottenere esche molto realistiche nella forma e nei dettagli anatomici è quindi una priorità per tutte le aziende specializzate e la produzione delle hardbait di ultima generazione ha compiuto incredibili progressi in tal senso, anche se solo i marchi tecnologicamente più evoluti sono riusciti a centrare appieno l’obiettivo, riproducendo nelle fattezze qualsiasi preda dei pesci carnivori e, nel contempo, ottenendo imitazioni con un movimento molto simile al reale. Non si deve dimenticare, infatti, che il buon funzionamento di un’esca artificiale dipende principalmente dalla sua azione di nuoto, che è la prerogativa più importante ai fini della cattura: un artificiale, seppure perfettamente replicato nella struttura e nei dettagli esteriori, quasi sempre ha un effetto attirante nullo se non produce un’azione di nuoto realistica. Ma abbinare movimenti realistici a particolari anatomici perfetti non è semplice.
MATERIALI IN EVOLUZIONE Per anni il marchio Rapala ha cercato di ottenere la migliore e più fedele riproduzione dei particolari anatomici, convinta che raggiungere questo obiettivo potesse aumentare l’efficacia di un’esca finta. Com’è noto, sin dalla prima imitazione di pesce foraggio dotata di movimento naturale, ideata da Lauri Rapala nel lontano 1936, la fabbrica di artificiali che dal leggendario pescatore finlandese ha preso nome ha munito i suoi minnow di finiture atte a riprodurre al meglio i particolari esterni tipici di ogni specie di pesce foSpeciale Artificiali - Marzo-Aprile 2020
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COSTRUZIONE MOSCA
SURF CANDY
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uando devo scegliere un artificiale da attaccare al finale, la mia preferenza va ad esche costruite con materiali che attribuiscono loro vitalità e movimento, indipendentemente dal fatto che tali materiali siano naturali o sintetici. Prediligo quindi, per i predatori marini, esche costruite con materiali che, una
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volta bagnati, risultino voluminosi, sinuosi e brillanti. Abbinando materiali naturali come bucktail, pelo di volpe artica, nayat e lunghe piume delle spalle di gallo a flash e fibre sintetiche, si possono ottenere risultati favolosi in termini di movimento in acqua. C’è però un tipo di esca che, pur non avendo le caratteristiche descritte, è tra le mie preferite in assoluto e che, anche se di
concezione piuttosto recente, può essere ormai annoverata tra le mosche ‘classiche’ da utilizzare per insidiare i predatori marini: la Surf Candy. Ideata da Bob Popovic negli anni Settanta per ingannare gli striped bass e i pesci serra dell’Oceano Atlantico, nasce per imitare piccole anguille (sand eel) e pesciolini quali atlantic silverside, bay anchovy e muggini. In quegli anni, gli
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di Stefano Ticchiati sampei1@libero.it
rimanendo molto trasparente esaltava i colori dei materiali coperti, rendendoli più brillanti e aumentando l’aspetto imitativo dell’esca. Le prime Surf Candy non avevano occhi e veniva loro disegnato un piccolo segno rosso vicino alla testa, per imitare le branchie del pesce. Questo nuovo tipo di montaggio faceva sì che la forma, la consistenza e i colori dell’esca ricordassero quelli di una dolce caramella, con lo scopo di far ingolosire qualche pesce (e non qualche bambino!). Da qui il nome di Surf Candy. La svolta che rese molto popolare questa mosca si ebbe a metà degli anni Ottanta, quando Ed Jaworowski consigliò a Popovic l’utilizzo di un nuovo materiale sintetico, l’Ultra Hair, con il cui utilizzo la Surf Candy divenne praticamente indistruttibile, acquistando una fama sempre maggiore tra i pescatori americani. L’Ultra Hair, consistente in filamenti di nylon ondulato piuttosto rigidi e lunghi, oltre a ben imitare il corpo dell’esca presentava diversi altri vantaggi: in primo luogo era molto più economico dei materiali utilizzati sino a quel momento e poteva essere tinto in una varietà infinita di colori; inoltre, coperto
artificiali utilizzati per pescare in mare erano costruiti usando materiali naturali, su tutti il bucktail, usato anche per la sua facile reperibilità nel mercato americano. In tal modo, tuttavia, le esche risultavano sì imitative, ma anche molto fragili agli attacchi dei predatori, in special modo dei pesci serra, che con la loro dentatura le rompevano facilmente. L’obiettivo iniziale di Popovic, progettando la Surf
Candy, fu proprio quello di trovare una soluzione per rendere più resistenti le esche senza sacrificarne l’imitatività. Fu così che il costruttore americano pensò di coprire interamente il corpo della mosca, sempre in bucktail, con colla bicomponente, la cui funzione era proprio quella di proteggere i materiali di assemblaggio. La colla, oltre ad assolvere egregiamente allo scopo prefissato,
con l’epoxy, diventava lucido e brillante, rendendo ancor più imitativo l’artificiale. La nuova formula di assemblaggio, tuttavia, presentava un difetto: la grande trasparenza ottenuta metteva in evidenza il filo di montaggio utilizzato per la costruzione, il che, oltre a essere antiestetico all’occhio del pescatore, penalizzava l’imitatività dell’artificiale. Per ovviare all’inconveniente, Popovic iniziò a utilizzare del monofilo Speciale Artificiali - Marzo-Aprile 2020
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ARTIFICIALI SPINNING
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di Gianluca Sulas gianluca.sulas@email.it
BAY RUF MANIC L
a spigola è uno dei predatori simbolo della pesca con le esche artificiali nelle acque mediterranee. Certo, dai primi approcci alle tecniche di pesca odierne, di strada se n’è percorsa parecchia. Ogni volta che mi capita fra le mani una vecchia rivista o un libro di pesca degli anni Sessanta, mi perdo nell’osservare le foto e nel leggere le tecniche di pesca dedicate all’uso di quegli artificiali. Credo fossero periodi davvero romantici per la pesca, credo che quei pescatori fossero una specie di asceti mossi dal desiderio di cattura e comunione col mare. Da loro ho imparato davvero tanto. I tempi scorrevano lenti e l’evoluzione degli attrezzi da pesca seguiva quei ritmi. Gli artificiali in commercio erano realizzati prevalentemente in metallo o in balsa e non erano certo di facile gestione, soprattutto in considerazione del fatto che le canne da pesca, i mulinelli e i
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III di cop Molix.qxp_Layout 1 11/02/20 10:13 Pagina IV
IV di cop DUO.qxp_Layout 1 11/02/20 10:13 Pagina IV
UFO NEWS
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UFO International Magazine
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