La Piazza di Chioggia - 2012apr n43

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di Chioggia

LA PIAZZA

www.lapiazzaweb.it

Periodico d’informazione locale. Anno XIX n. 43

È DISTRIBUITA DA

L’appello Casson a Monti: “Sbloccare il patto di stabilità” pag.

Avis I donatori chioggiotti sono i più generosi

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Cultura locale Anche a Chioggia libri “accesi”, e social network “spenti”

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EDITORIALE

La crisi sta nei nomi dei veneti

LO NAZ/19/2010/CT 01 04 2010

COMITATO DI SANT’ANNA ALL’ATTACCO

Il Comitato di Sant’Anna di Chioggia si è riunito per presentare ai cittadini della frazione alla presenza del sindaco Giuseppe Casson e dell’assessore all’Urbanistica e ai trasporti, Mauro Mantovan, alcune delle questioni che devono essere affrontate urgentemente. pag.

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CALCIO, IL PRIMO SEMINARIO CLODIENSE

Importante iniziativa di aggiornamento tecnico organizzata dalla Clodiense calcio e, in modo particolare, dall’allenatore degli esordienti 99 neri Raffaele Barra. L’ occasione di confronto tra allenatori ed esperti calcistici è stata denominata Primo seminario Clodiense. pag. 18

di Mauro Gambin

C

Alla ricerca di una via per uscire dalla crisi

Categorie economiche, sindacati, politici e Caritas si confrontano sulla situazione di Chioggia

L’

occupazione a Chioggia ai tempi della crisi? Anche nel nostro territorio il mercato del lavoro soffre. Il dato è emerso nel corso della trasmissione dal titolo “Crisi del lavoro: Chioggia, istituzioni a confronto” in onda su Telechiara lo scorso 16 marzo in diretta dalla sala consiliare del Municipio di Chioggia. Di fronte ad uno scenario e ad una congiuntura economica negativa registrata su tutto il territorio nazionale, sono i numeri a parlare. Il termometro della disoccupazio-

ne degli iscritti al Centro per l’Impiego di Chioggia, che raccoglie coloro che rilasciano dichiarazione di disponibilità sia coloro che a seguito di licenziamento risultano inseriti nelle liste di mobilità, segnala una crescita del flusso in ingresso nello stato di disoccupazione. Gli iscritti sono infatti passati da 1848 del 2010 a 2271 del 2011 dove a risentirne è soprattutto il mondo femminile. E proprio gli ingressi del settore femminile sono passati da 925 del 2010 a 1221 del

2011, mentre per gli uomini le domande sono passate da 923 del 2010 a 1050 del 2011. Secondo il segretario di zona della Cisl Mauro Bonato un indicatore della situazione critica del mercato del lavoro locale è anche la presenza degli stranieri nel territorio. Gli immigrati a Chioggia sono solo il 3,1% della popolazione, il tasso più basso della provincia di Venezia. pagg.

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resce di settimana in settimana la lista dei nomi degli imprenditori, ma sarebbe giusto aggiungere anche quelli dei lavoratori dipendenti, che si sono tolti la vita dall’inizio della crisi per la mancanza di lavoro o per il senso di frustrazione derivante dal non aver trovato mezzi e risorse per continuare a far progredire l’azienda. La Cgia di Mestre parla di più di 50 persone, tra i quali molti sono i veneti. Si tratta di un fenomeno senza precedenti che nasce dalla disperazione e che tuttavia è lontano dall’essere compreso e capito se anche il neo patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, ha dichiarato che non sempre la chiesa ha inteso il dramma di chi è senza lavoro. Ma in Veneto prima del “dramma di chi è senza lavoro” andrebbe compreso che cos’è il lavoro. In una regione i cui abitanti si chiamano Marangon, Scarparo, Muraro, Ortolan, Contadin, Fornaro o Lanaro è evidente che il mestiere è una forma di identità. Il lavoro in veneto non è solo la fonte del reddito che permette un’esistenza più o meno decorosa alla quale non si riesce a rinunciare, come in molti hanno sostenuto, è un valore sociale fortemente correlato alla reputazione, all’onore e dunque al valore. continua a pag.

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EDITORIALE

segue da pag.

La crisi sta nei nomi dei veneti Ospedale

GIUSEPPE TUCCITTO PRIMARIO DI UROLOGIA Dopo la nomina dei primari di Chirurgia, Anestesia e Rianimazione e Cardiologia, all’ospedale di Chioggia è arrivato anche il primario di Urologia. E’ Giuseppe Tuccitto, ha 53 anni, è siciliano di nascita e trevigiano di adozione. Tuccitto è stato tra i primi urologi in Italia, alla fine degli anni Novanta, a impiantare un pacemaker vescicale. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova ha conseguito la specializzazione in Urologia a Padova e in Ostetricia e Ginecologia a Trieste. Proviene dall’ospedale di Treviso dov’era responsabile della struttura semplice di Urodinamica e Urologia funzionale. Tuccitto ha preso servizio a Chioggia lunedì 16 aprile ed ha già iniziato la sua attività operatoria chirurgica. Il neo primario ha le idee chiare sulle necessità della popolazione clodiense. “In prima battuta – ha detto – mi preoccuperò di abbattere le liste di attesa per la popolazione oncologica e, in secondo luogo, cercherò di fare di questo ospedale un centro di riferimento per la patologia funzionale del basso apparato urinario femminile e maschile (incontinenza urinaria, prolasso), un problema che colpisce una persona su dieci dopo i 50-60 anni”. Soddisfazione della Direzione Generale, che sta puntando molto sulla riqualificazione dell’ospedale, sia migliorando il confort alberghiero che potenziando i servizi con strumentazioni tecnologiche e risorse umane di grande professionalità. “Al dottor Tuccitto auguro un buon lavoro – ha dichiarato il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – certo che la sua esperienza e professionalità non potranno che essere una garanzia per i cittadini di Chioggia”. Dopo Urologia, sarà la volta di Ortopedia per cui l’Azienda ha pubblicato l’avviso per il nuovo primario.

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“Era un gran lavoratore”, infatti è la definizione che per prima esce dal cassetto dei ricordi quando ricorre la commemorazione di un caro estinto, perché in forma speculare dice già tutto, aver dedicato molto tempo al lavoro, infatti, significa averne dedicato poco alle stupidaggini, essere rimasto lontano per fisica stanchezza da tentazioni e vizi e di essersi occupati del proprio lasciando stare la “roba” degli altri. Insomma ligio e probo, significa gran lavoratore. Altrove i crumiri sono stati disprezzati ma per i veneti aver lavorato tanto e in silenzio ha significato formarsi un’identità collettiva nel periodo delle grandi migrazioni verso l’Argentina o lo stato di Rio Grande do Sul. Veneto nel mondo significa, gran lavoratore. Nei film della commedia all’Italiana del dopoguerra i veneti sul set hanno quasi sempre interpretato il ruolo di servi o di contadini. Umili ma indispensabili. Il valore positivo riconosciuto al gran lavoratore è rimasto valido anche dopo l’arcadia felix del Veneto rurale, durante gli anni del boom economico, delle partite Iva, del “magna e desmentega” il “lavoratore” non ha subito attacchi morali nemmeno davanti all’evidenza del puro materialismo, dell’accumulo di ricchezza da esibire se non da ostentare. Il lavoro in Veneto è stato usato anche come salvacondotto per svincolare l’obbligo del rispetto dell’ambiente o più semplicemente delle regole. Chi viene nel nome del lavoro, può molto in una terra come la nostra, esiste un’idolatria dell’impiego che è stata efficace anche nel tempo in cui non esisteva la disoccupazione e oggi che di lavoro non ce n’è tanto nei giovani rimane invalsa la volontà di identificarsi nella propria professione tanto da esibirla in forma di status e per questo, in modo paradossale, non appartieni al sistema produttivo, evitano i lavori più umili anche se più remunerativi. Il lavoro in Veneto invece è ancora una forma di identità e per questo la crisi non è solo economica ma sociale e valorale insieme. Mauro Gambin - direttore@lapiazzaweb.it

Museo civico

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Dallo scorso 14 aprile e per tutta la stagione estiva fino al prossimo 28 ottobre il Museo civico della laguna sud “San Francesco fuori le mura” aprirà alle visite anche la domenica mattina. Rimarrà aperto la domenica mattina dalle ore 9.00 alle ore 13.00. “Si tratta di un servizio e di un’opportunità in più che vogliamo offrire ai cittadini e ai turisti – spiega il sindaco Giuseppe Casson – per conoscere e scoprire il patrimonio conservato nel nostro museo civico, luogo ideale per cominciare ad accostarsi alle tradizioni culturali ed artistiche locali”.

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Erp, assegnati 14 nuovi alloggi a Cavanella D’Adige

CULTURA

Provincia

pag.

La mostra “Pittori chioggiotti del ‘900” pag.

ISOLA DELL’UNIONE

I nuovi spogliatoi dell’impianto sportivo pag.

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Musica

Regione

I GIOVANI INCONTRANO L’ORCHESTRA

SANITÀ

Undici Comuni al voto, 56 candidati sindaci pag. 22

AVIS

Donazioni: raggiunta l’autosufficienza ma che fatica pag. 23

REDDITI

Piano socio sanitario, ospedali in bilico pag. 28-29

SVILUPPO

Veneto Strade non è ancora fuori dal tunnel

ARTE

Dopo Venezia, sono nel MIranese i più ricchi della provincia pag. 26

pag.

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Gusmaroli, leggerezza ed invito al sorriso pag. 34

Straorinaria esperienza per gli allievi delle scuole medie ad indirizzo musicale di Chioggia, Cavarzere, Camponogara che il prossimo 25 maggio si esibiranno in concerto sul palco dell’Auditorium San Nicolò. Il progetto si concluderà con un gemellaggio con l’orchestra della scuola media ad indirizzo musicale di Conegliano. L’inizio del concerto è in programma per le 21. Info 348.5403277 3474967557

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Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752

Venezia Padova Rovigo Treviso

REDAZIONE:

Direttore responsabile

MAURO GAMBIN direttore@lapiazzaweb.it ORNELLA JOVANE o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 26 aprile CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL LORETO, VIA BRECCIA (AN)

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4 Argomento del mese CHIOGGIA E IL LAVORO Categorie economiche e sociali, sindacati e politici riuniti da Caritas per discutere dell’occupazione a Chioggia ai tempi della crisi, della relativa emergenza sociale e trovare insieme spiragli di manovra per guardare oltre e trovare la via per rinascere

Occupazione, difficile usc di Giovanna Bellemo

Gli iscritti al Centro per l’impiego di Chioggia sono saliti da 1848 nel 2010 a 2271 nel 2011

Stanno diminuendo le imprese di giovani passate dal 9 al 3%.“Siamo perdendo gli imprenditori del futuro”

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occupazione a Chioggia ai tempi della crisi? Anche nel nostro territorio il mercato del lavoro soffre. Il dato è emerso nel corso della trasmissione dal titolo “Crisi del lavoro: Chioggia, istituzioni a confronto” in onda su Telechiara lo scorso 16 marzo in diretta dalla sala consiliare del Municipio di Chioggia. Di fronte ad uno scenario e ad una congiuntura economica negativa registrata su tutto il territorio nazionale, sono i numeri a parlare. Il termometro della disoccupazione degli iscritti al Centro per l’Impiego di Chioggia, che raccoglie coloro che rilasciano dichiarazione di disponibilità sia coloro che a seguito di licenziamento risultano inseriti nelle liste di mobilità, segnala una crescita del flusso in ingresso nello stato di disoccupazione. Gli iscritti sono infatti passati da 1848 del 2010 a 2271 del 2011 dove a risentirne è soprattutto il mondo femminile. E proprio gli ingressi del settore femminile sono passati da 925 del 2010 a 1221 del 2011, mentre per gli uomini le domande sono passate da 923 del 2010 a 1050 del 2011.

Secondo il segretario di zona della Cisl Mauro Bonato un indicatore della situazione critica del mercato del lavoro locale è anche la presenza degli stranieri nel territorio. Gli immigrati a Chioggia sono solo il 3,1% della popolazione, il tasso più basso della provincia di Venezia. “Lo straniero per essere accolto e inserito in una comunità deve trovare alloggio a basso costo e lavoro fisso per il rinnovo del permesso di soggiorno – spiega Bonato – Un territorio con pochi immigrati è indice di un territorio con poca possibilità di lavoro regolare”. Non sono confortanti neanche i dati delle associazioni di categoria, pesca ed artigianato. “I pescatori sono alla canna del gas. Il settore sta vivendo uno dei momenti più critici degli ultimi 25 anni – ha dichiarato Marco Spinadin, responsabile Federcoopesca La crisi viene da lontano, forse avremmo dovuto leggerla prima”. “Sta crollando il modello della piccola impresa veneta. Nel giro di due anni il nostro territorio ha avuto un saldo negativo con meno il 15% delle imprese – dice Renzo Va-

“I

l segno di speranza è nel senso di responsabilità ed etica del lavoro delle nostre aziende – rileva il presidente dell’Associazione Artigiani Renzo Varagnolo – Dalla crisi si può rinascere”. In mezzo ad un panorama che si è delineato per lo più negativo c’è un comparto che sembra scalfito solo in parte dalla crisi. Il turismo, unica voce fuori dal coro. Marco Boscolo “Abbiamo un prodotto eccezionale e ci inseriaCamilletto mo in un contesto interessante – commenta Marco Boscolo Camiletto, presidente del consorzio ConChioggiasì - Non dobbiamo tralasciare la promozione e bisogna investire per creare un prodotto nuovo e competitivo per essere pronti per la ripartenza dell’economia. Le banche possono essere ancora al nostro fianco. Il mercato turistico nella complessità ha un tasso medio di crescita annua del 4%. I parametri ci danno fiducia e non possiamo perdere questo treno”. L’appello infine è per le nuove generazioni: “Per uscire dalla crisi bisogna studiare, bisogna essere preparati – conclude Camiletto - Auguro a tutti i ragazzi di raggiungere i massimi livelli di studio”. G.B.

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Un settore in crescita e che promette bene

ragnolo, presidente dell’Associazioni Artigiani – Nel settore giovanile stanno diminuendo in maniera drammatica le imprese con imprenditori al di sotto dei 29anni dal 9% al 3-4 % con una moria nei primi dei 3 anni. Stiamo perdendo una parte di imprenditori, la parte trainante nel futuro”.

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DAL TURISMO SEGNALI INCORAGGIANTI

Don Marino Callegari, direttore Caritas

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Argomento del mese 5 La politica

Giuseppe Casson, Lucio Tiozzo e Carlo Alberto Tesserin

scire dalla crisi ma si può Il direttore Caritas Don Marino Callegari

Dalla mancanza di lavoro all’emergenza sociale di Giovanna Bellemo

C

on queste performance negative del mondo del lavoro, la comunità locale si trova ad affrontare quotidianamente situazioni di difficoltà. “Non esiste la povertà, ma varie povertà che si differenziamo, dove a soffrire maggiormente sono i nuclei familiari – spiega il direttore della Caritas, don Marino Callegari – Oltre a situazioni estreme, oggi abbiamo nuovi poveri, famiglie monoreddito o bireddito che hanno perso il posto di lavoro in affitto o con un mutuo da pagare. La crisi nata come crisi finanziaria bene presto è diventata crisi economica, con la chiusura delle aziende, e sta divenendo crisi sociale nella relazione tra persone e nella fiducia nelle istituzioni”. Proprio accanto alle istituzioni, la realtà del volontariato, del privato sociale e della caritativa con i centri di ascolto e le parrocchie è in continuo movimento offrire le prime risposte ai bisogni di chi si trova in grave difficoltà. “Stiamo assistendo circa 1200 persone offrendo sia prima assistenza per i bisogni primari attraverso il Banco Alimentare e la Caritas, sia attraverso servizi di sostegno e di accompagnamento per chi principalmente ha bisogno di liquidità con interventi di tipo cognitivo – continua Don Marino –. Aiutiamo per esempio le famiglie nel gestire situazioni debitorie. Per esempio chi non riesce a pagare le bollette non è preparato ad utilizzare modalità alternative come la rateizzazione. Spesso ci si rifugia nel gioco o si chiede credito al consumo. Sono modalità contagiose nei modi di fare e nei stili di vita che cerchiamo di arginare”. Comune tuttavia è la sensazione di ripresa del territorio “La situazione emergenziale si può superare, oggi servono finanziamenti – continua Callegari - Per questo stiamo scommettendo con gli istituti di credito e con le fondazioni per tradurre questi fondi in buoni lavoro e fondi di solidarietà per il sostegno delle categorie in difficoltà”.

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Casson, Tiozzo, Tesserin

Importanti le scelte a livello locale

P

er uscire dalla crisi “bisogna investire innanzitutto nella conoscenza e nell’istruzione” esordisce il primo cittadino chioggiotto Giuseppe Casson. “Vivo con grande difficoltà questo momento perché le istanze dei miei concittadini sono molteplici e numerose”. Il problema, alla base di tutto, è ovviamente la mancanza di lavoro e la crisi che ha colpito molti settori, in primis quello della pesca. “I pescatori, che io ho sostenuto e sostengo nelle loro proteste, centrano perfettamente la questione: dal 2000 in poi la politica italiana è stata assente nei tavoli europei; proprio in quegli anni in cui si decidevano le sorti della pesca. Queste sono colpe che vanno denunciate con forza”. Le difficoltà “colpiscono innanzitutto i Comuni” ai quali, con le varie finanziarie Bossi-Berlusconi, ed ora Monti, sono stati tolti ingenti fondi, lasciandoli di fatto nell’impossibilità di gestire le tante questioni e i tanti problemi che affliggono un territorio. “Basti pensare che un Comune come il nostro, il più virtuoso della provincia nella stesura del bilancio, è impossibilitato dal redigerlo perché da Roma non sono ancora pervenuti i parametri che ci consentono di farlo nel modo corretto”. “La situazione è difficile” apre il consigliere regionale (Pd) Lucio Tiozzo, “perché si somma la crisi italiana alla debolezza strutturale del nostro territorio, legato alla mancanza di lavoro stabile. Molti impieghi, infatti, sono ciclici: basti pensare alle strutture balneari, ma anche alla pesca e all’orticoltura, due perni della economia chioggiotta”. Il vero tema, sembra essere dunque il lavoro. “Certo, le contingenze nazionali non aiutano, ma è fondamentale, ora più che mai, operare delle scelte importanti al livello locale”. Quali? “la prima, su cui si gioca la credibilità di questa giunta, è legata allo spostamento del mercato ittico di Chioggia: questo non è solo un problema prettamente urbanistico; si tratterà di ridisegnare la città e le attività economiche connesse. Portare il mercato fuori dalla città significa dar maggior forza al settore delle trasformazioni ittiche”. Pensare ad una città diversa, dunque “anche per quanto riguarda la riqualificazione della città, a partire da alcune semplici scelte, ad esempio rendendo pedonale i due splendidi centri storici di cui disponiamo”. Anche secondo Carlo Alberto Tesserin, consigliere regionale del Pdl, “la situazione è drammatica” ma secondo lui non si tratta di “una crisi congiunturale, dovuta al momento; la crisi che ha investito i settori strategici del nostro territorio “viene da lontano”. “Con il bilancio regionale si è cercato di dare un po’ di respiro, destinando migliaia di euro alla pesca e al ripascimento degli arenili”. Fondi, però, richiesti a firma dei consiglieri del Pd. “E’ necessario studiare un piano per promuovere e rilanciare le nostre specialità, e penso, ad esempio, al radicchio rosso. Chioggia ha la capacità di porsi con forza sul panorama nazionale con la propria realtà economicaproduttiva ma non ci si può improvvisare”. Per quanto riguarda il turismo “anche qui le potenzialità sono molte; aspettiamo che l’amministrazione comunale acceleri alcuni provvedimenti, specie nel settore urbanistico, consentendo alle strutture recettive di essere competitive”. Francesca De Luca


6 Chioggia I fondi della Legge Speciale Appello del sindaco Casson a Monti

“Sbloccare i vincoli del Patto di stabilità” “Siamo fra i Comuni più virtuosi del Veneto ma siamo costretti a tenere fermo tutto per non sforare” di Miriam Vianello

U

n accorato appello è quello che in questi giorni il sindaco di Chioggia, Giuseppe Casson, ha rivolto al presidente del Consiglio, in primis Mario Monti, per impiegare i 45 milioni ovvero i fondi della Legge Speciale per Venezia e Chioggia riferibili a specifici programmi di intervento non ancora impiegati e quindi contabilizzati nel bilancio quali residui attivi. “Siamo tra i Comuni più virtuosi del Veneto dichiara Casson - e il primo in provincia di Venezia con solo 60 euro di indebitamento per cittadino. Tuttavia nonostante il bilancio sia stato gestito bene negli anni, siamo costretti a tenere fermo tutto per non sforare il Patto di stabilità, che chiede la corrispondenza delle uscite alle entrate”. Oltre a Monti il sindaco si è rivolto ai ministri per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, alle Politiche agricole Mario Catania, all’ambiente Corrado Clini, ai beni e attività culturali Lorenzo Ornaghi, ribadendo la necessità di impiegare i fondi a favore di Venezia e della laguna. A maggior ragione ci sono Comuni che hanno ottenuto deroghe dai vincoli del patto, come Milano, per la realizzazione dell’Expo e Parma per la sede dell’Agenzia europea per la sicu-

rezza alimentare o i Comuni, come l’Aquila, colpiti da calamità naturali. Del resto come stabilisce l’art 1 della Legge n. 171/1973: “La salvaguardia di Venezia e della sua laguna è dichiarata problema di preminente interesse nazionale”. Vista infatti la situazione drammatica attuale, urge intervenire per proseguire e in alcuni casi ultimare i lavori di salvaguardia per un territorio che necessita di essere messo in sicurezza, per preser-

vare un centro storico considerato fiore all’occhiello del territorio Veneto. Chioggia infatti, attraversata da mezzi di trasporto di ogni tipo, necessita di esser risistemata per essere valorizzata. L’Amministrazione comunale sta cercando di sensibilizzare la comunità locale ed è disposta ad unire le forze, al di là dei partiti politici, per ottenere il bene della propria città.

L’Intervento

Difesa idraulica serve prevenzione di Anna Maria Martuccelli* segue da pag.

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Dal periodo post-bellico si è vieppiù trascurato il fondamentale rapporto tra sviluppo e compatibilità idrauliche ed i Governi hanno continuato a porre poca attenzione a quella che oggi è un’evidente priorità per qualsiasi prospettiva di rilancio dell’economia del Paese. Non mancano certo le conoscenze e i dati sullo stato del territorio (dalle Autorità di Bacino ai Consorzi di bonifica) e, accanto alla giusta riforma della Protezione Civile, serve un Piano Straordinario di Manutenzione del Territorio, cui deve accompagnarsi l’azione quotidiana di adeguamento del reticolo idraulico; in questo, occorre una forte sinergia con gli enti territoriali, in particolare fra Consorzi di bonifica e Comuni. L’Anbi lo evidenzia da tempo e, da ormai tre anni, produce un Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, tuttora disatteso in un Paese, dove si segnalano 500.000 frane ed oltre un milione di edifici a rischio idrogeologico, tra cui centinaia di ospedali e scuole. In questo quadro – conclude - le donne hanno un compito importante non solo nella diffusione della conoscenza, ma ormai anche nella governance dell’equilibrio ambientale del Paese per evitare che, con un’efficace immagine, a novembre l’Italia sia sempre sott’acqua.” *Presidente Federcoopesca-Confcooperative Veneto

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ASSEGNATI 14 NUOVI ALLOGGI A CAVANELLA D’ADIGE

I

n un momento di grande difficoltà per le famiglie italiane arriva uno spiraglio per chi, con difficoltà economiche, cerca una dimora per i propri cari. I prezzi delle case sono alle stelle e la gente è sempre più impossibilitata a sostenere le spese del mutuo. L’Ater di Venezia perciò ha deciso di costruire a Cavanella degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e la graduatoria definitiva con indicati i beneficiari è stata pubblicata sul sito istituzionale del Comune di Chioggia, dopo esser stata approvata con determinazione dirigenziale n.324 del 29.03.2012. “La graduatoria è già pronta - afferma felice l’assessore alla Casa Silvia Vianello (in foto) - e le lettere di assegnazione agli aventi diritto sono già state recapitate agli interessati. Si tratta di appartamenti quasi tutti molto grandi: il più piccolo è infatti di 56 metri quadri, in linea con le esigenze di una coppia. Quindi essi non verranno assegnati ai single, ma alle famiglie o, quantomeno, a famiglie di almeno due persone”. Non sono mancati alcuni problemi riguardanti l’impianto fognario e la relativa sistemazione, per garantire il buon funzionamento. Il Comune era convinto che fosse di competenza dell’Ater, che invece pensava

Silvia Vianello: “La graduatoria è pronta, le lettere di assegnazione già recapitate” l’esatto contrario, alla fine per fortuna si è risolto tutto e gli alloggi sono stati prontamente consegnati. Annualmente le famiglie che abitano nei nuovi alloggi dovranno certificare il proprio reddito, in base al quale verrà richiesto il contributo all’affitto dell’immobile. M.V.


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8 Chioggia Sociale

NEWS

Avis La 53esima Giornata del Donatore

Donatori chioggiotti tra i più generosi

Eventi e promozione

L’ASPARAGO DI CONCHE E IL PESCE DI CHIOGGIA, MATRIMONIO DI SAPORI

di Giovanna Bellemo

G

iorno di festa domenica 15 aprile per i soci dell’Avis di Chioggia per la 53ª Giornata del Donatore. Un momento pubblico nato per sottolineare l’importanza solidale della donazione, in cui l’Avis di Chioggia ha potuto rimarcare il suo lavoro sul territorio. In Provincia nel 2011 Chioggia e Sottomarina sono state le uniche realtà che hanno chiuso il bilancio in positivo con un aumento delle donazioni. “La generosità dei donatori chioggiotti è dimostrata dai dati con un aumento progressivo delle donazioni che sono passate da 3857 del 2010 a 4069 del 2011 – ha dichiarato Nevio Boscolo Cappon, presidente Avis Chioggia – Nel 2011 sono stati ben 187 i volontari che si sono avvicinati all’associazione per un totale di 2117 iscritti”. Al termine del corteo, accompagnato dai figuranti della Marciliana, e della Messa di Ringraziamento, il presidente ha premiato gli avisini benemeriti, riportati di seguito. Distintivo in oro con smeraldo: Angelo Boscolo Anzoletti e Daniele Voltolina. Distintivo in oro con rubino: Aldo Bacci, Aldo Bergamasco, Guido Boscolo Moretto, Luca Geneselli, Alberto Marella, Nuccio Pellegrin, Roberto Ravagnan. Distintivo d’oro: Cristiano Bacci, Danilo Boscolo Cegion, Matteo Boscolo Contadin, Gianfranco Boscolo Gioachina, Alberto Boscolo Mezzopan, Rino Boscolo, Marco Callegari, Elvis Cavaliere, Iller Chieregato, Roberto De Ambrosi, Andrea De Bianchi, Fabrizio Destro, Alberto Elia, Paolo Gamba, Francesca Memmo, Carla Neri, Claudio Nordio, Fabio Padoan, Roberto Padoan, Dimos Pagan, Endri Penzo, Giuliano Perini, Tiziano Porzionato, Angelo Ravagnan, Domenico Santaterra, Diego Spanio, Tullio Tiengo, Corrado Veronese, Giancarlo Vianello, Fabio Zennaro, Filippo Zemignani. Distintivo argento dorato: Roberto Baldo, Daniela Ballarin, Alessandro Bertaggia, Dirce Boscarato, Michele Boscolo Berto, Diego Boscolo Bocca, Fernando Boscolo Cegion, Max Boscolo Gallo, Massimiliano Boscolo, Andrea Chiereghin, Christian De Antoni, Carlo De Staefani, Nadir Destro, Mariarosa Ferro, Manuel Fornaro, Mauro Gibbin, Marco Pagan, Marino Passarella, Cristian Penzo, Diego Penzo, William Penzo, Massimo Perini, Viviana Perini, Marco Pugiotto, Denis Ravagnan, Alberto Scarpa, Tiziana Spanio, Nadia Stefanin, Dennis Tiozzo Brasiola, Mariantonietta Varagnolo, Andrea Veronese, Marco Vianello. Distintivo d’argento: Massimo Altafini, Andrea Bellan, Antonio Bellini, Sandro Biston, Mara Boscolo

Le donazioni sono passate da 3875 nel 2010 a 4069 nel 2011. In Provincia l’unica realtà che ha chiuso con un aumento Nel 2011 sono stati ben 187 i volontari che si sono avvicinati all’associazione per un totale di 2117 iscritti

Agostini, Roberto Boscolo Agostini, Sabrina BoscoloBielo, Sandro Boscolo Bielo, Fabio Boscolo Bocca, Gabriele Boscolo Bocca, Raffaele Boscolo Bomba, Claudio Boscolo Cegion, Lorenzo Boscolo Marchi, Sandro Boscolo Meneguolo, Alessandro Boscolo Nale, Alessandro Boscolo Pantalin, Rosetta Boscolo Zemello, Alberto Boscolo Zemelo, Lucio Bozzato, Marco Bullo, Pierluigi Bullo, Vanna Bullo, Elisa Casson, Alberto Ciriello, Gianluigi Corona, Claudio De Bei, Turiddu Di Giovanni, Andrea Fabris, Michela Franzoso, Milko Gandolfo, Lucio Ganzerla, Alessandra Gravina, Gianfranco La Faietta, Emma Longhin, Massimo Marangon, Rosa Marcello, Gabriella Marchetti, stefano Moneda, Daniele Nordio, Ermanno Nordio, Federico Padoan, Roberto Pagan, Marco Penzo, Giovanni Perini, Roberto Perini, Tiziana Perini, Vito Perini, Fabiano Poncina, Manuel Poncina, Pietro Rado, Roberto Rampazzo, Gianfranco Rossetti, Giuseppe Saggia, Lucia Salvagno, Elisabetta Sambo, Massimo Sassetto, Stefano Scuttari, Susanna Sfriso Pierluigi Signoretto, Rita Talaj, Enrico Tasso, Paolo Tiozzo Compini, Riccardo Tiozzo Compini, Daniele Tiozzo, Matteo Tiozzo Fasuiolo, Cristina Toso, Ivano Vangelista, Diego Varagnolo, Sara Varisco, Alessandro Veronese, Bruno Vianello, Catuscia Vianello, Ennio Vianello, Matteo Vianello, Nunzio Vistato, Gabriele Zennaro, Loretta Zennaro, Stefano Zennaro. Distintivo di rame: Federico Alfiero, Anna Maria Bagolin, Enrico Ballarin, Manuele Bertaggia, Daniela Bertotto, Anna Maria Borgato, Antonio Borgato, Sara Boscolo Begio, Rossano Boscolo Bielo, Cristian Boscolo Bocca, Massimo Boscolo Bozza, Laura Boscolo Bragadin, Wladimiro Boscolo Buleghin, Daniela Boscolo Capon, Massimo Boscolo Cegion, Massimo

Boscolo Cegion, Massimo Boscolo Chio, Samuele Boscolo Chio, Nicola Boscolo Contadin, Guido Boscolo, Gianni Boscolo Marchi, Roberto Boscolo Nale, Stefano Boscolo Pantalin, Stefano Boscolo Pecchie, Ranieri Boscolo, Emanuele Boscolo scalmanati, Silvia Boscolo, Valentina Boscolo Todaro, Evelis Boscolo Zemelo, Matteo Boscolo Zemelo, Albino Bozzato, Maurizio Bullo, Daniele Busetto, Mirco Busetto, Mauro Campa, Tiziano Cappon, Gilberto Carturan, Paolo Cester, roberta Cester, Gianni Ciriello, Fabio Cortazzo, Chiara Crepaldi, Mirco Dainese, Alberto Donaggio, Roberto Donin, Jenny Doria, Francesca Fanton, Patrizia Ferrara, Cristina Ferrarini, Cristian Fontana, Andrea Frosolone, Maria Gianni, Sabina Gianni, Massimo Gibbin, Alessandro Gradara, Frank Lamparelli, Fernando Lanza, Valter Lanza, Valeria Lazzarin, Tommy Lombardo, Marco Maistrello, Barbara Malieni, Marcello Mallardo, Alessandro Mantoan, Daiana Marsotto, Mauro Marzolla, Ivo Naccari, Mattia Nordio, Daniele Padoan, Giovanni Padoan, Elena Papili, Giuseppe Patrian, Elena Pellegrin, Alessia Penzo, Claudio Penzo, Favorita Penzo, Marco Penzo, Marco Penzo, Mariella Perini, Paolo Pilla, Gabriele Renier, Marcello Renier, Roberto Rossetti, Lucia Salvagno, Alberto Sambo, Enzo Sambo, Giancarlo Sambo, Daniela Scarpa, Manuel Scarpa, Ornella Schianta, Pietro Schiavon, Martina Signortto, Patrizia Signoretto, Dafne Tiozzo, Christian Tiozzo Fasiolo, Maria Teresa Tiozzo, Norina Tiozzo, Flora Tiozzo Pagio, Andrea Tiozzo Tonon, Rosy Tonello, Michele Vangelista, Katia Varagnolo, Luca Varagnolo, Davide Vianello, Diego Vianello, Denis Voltolina, Alberto Zagolin, Enrico Zambon, Daniele Zennaro, Ugo Zucchi.

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’asparago di Conche sposa a tavola il pesce di Chioggia in un viaggio tra i sapori che parte dalla terraferma e sbarca in laguna. E’ stato ad aprile e lo sarà anche a maggio: il prelibato re della tavola di Conche è il protagonista di una serie di iniziative nate dalla sinergia tra filiere, imprenditori orticoli, e categorie economiche locali. Confcommercio-Ascom Chioggia in collaborazione con Chioggia Ortomercato del Veneto e C.a.p.o. - Cooperativa agricola produttori ortofrutticoli di Conche promuove un percorso di valorizzazione di questa eccellenza gastronomica per far conoscere ed assaporare l’asparago di Conche. Un prodotto unico ed inconfondibile che si coltiva alle spalle della città lagunare fin dai primi anni sessanta del secolo scorso, e che si distingue per le sue peculiari caratteristiche territoriali e per le proprietà dovute ai terreni di origine alluvionale ad alta salinità e ricchi di limo tipici della gronda lagunare. Ed è proprio a Conche, in occasione della ventiquattresima edizione della festa dell’asparago, che si svolge ogni anno tra la seconda-terza decade di aprile e la prima di maggio, che debutta l’itinerario di promozione di questa delizia. Giovedì 19 aprile negli stand gastronomici della sagra, i ristoranti chioggiotti “El Fontego”, El Gato” e “Garibaldi” hanno presentato i piatti della tradizione di pesce elaborati per esaltare il gusto e il sapore delicato dell’asparago, preparato anche in dessert dalla gelateria artigianale “Sottozero”. Il tutto accompagnato da una selezione di vini Doc del Consorzio Colli Euganei. La festa di sapori “made in Italy” è continuata in Corso del Popolo tra Piazza Granaio e Municipio nei giorni 27, 28 e 29 aprile dove è stato allestito INGusto, un mercatino di prodotti enogastronomici IGP e Bio della tradizione italiana. In questa occasione l’asparago di Conche è stato coniugato al riso di Vicenza. Il piatto è stato offerto in cambio di un piccolo contributo che andrà in beneficenza A maggio l’ortaggio bianco e fragrante è ospite protagonista in cucina nei menù degustazione in tre successive serate mercoledì 9 maggio alle ore 20 al Ristorante “Garibaldi” a Sottomarina, mercoledì 16 maggio alle ore 20 al Ristorante “El Fontego” a Chioggia e mercoledì 23 maggio alle ore 20 al G.B. Ristorante “El Gato” a Chioggia.

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10 Chioggia Associazioni Il Circolo scacchistico Clodiense

Tornei, affermazioni e inaspettati successi Da febbraio ad oggi le attività dei brillanti maestri. Due le squadre impegnate ai Campionati italiani in serie A2, con fondate chiances di passare in A di Eugenio Ferrarese

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al settore giovanile alla partecipazione dei Campionati italiani con due squadre impegnate in serie A2 (e con qualche chances per passare in serie A) e in serie B. Il Circolo Scacchistico Clodiense ha iniziato il 2012 con molte attività che hanno coinvolto giocatori di tutte le età sia nei tornei individuali che in quelle a squadre. Le sale del Park Hotel di Sottomarina alla fine del mese di febbraio hanno accolto una sessantina di scacchisti provenienti da tutto il Veneto per la ormai tradizionale tappa del Grand Prix regionale under 16 e open (aperto a tutte le età e a tutte le categorie). E proprio il torneo open ha registrato una nuova vittoria del giovane maestro Fide chioggiotto Federico Boscolo, studente al secondo anno del liceo Veronese, che si è classificato al primo posto con 4,5 punti su un totale di 5 partite (quindi 4 vittorie ed un pareggio) precedendo due giocatori

di Mestre-Venezia, Fulvio Zamengo e Carlo Solinas. Il torneo giovanile principale A under 16 è stato vinto da Leonardo Beltrame di Noale con 4,5 su 5; secondo posto per Nicola Bellucco, terzo il chioggiotto Davide Griguolo. Nel torneo B riservato ancora agli under 16 “esordienti” vittoria per il giovanissimo vicentino Jacopo Motterle (5 vittorie su 6 partite) che ha preceduto i clodiensi Alessandro Oselladore e Filippo Ranzato entrambi con 4,5/6. Prima delle femmine la clodiense Greta Telsinskaite. Nel pomeriggio per gli accompagnatori è stata organizzata una visita guidata della città di Chioggia grazie alla collaborazione con l’associazione La Bricola. Oltre alle consuete coppe ai premiati sono stati consegnati prodotti tipici locali. Nel campionato nazionale a squadre sorprende in A2 il neopromosso Clodiense 1 composto da Federico Boscolo, Giorgio Piva,

Davide Bellemo e Max Boscolo in testa alla classifica a pari merito con Padova quando all’inizio della stagione l’obiettivo massimo era la salvezza. Il Clodiense 2 Leonildo Mosca, Stefano Bacchini, Paolo Litrico, Martino Aprile in serie B ha trovato un girone difficile e qualche prestazione meno brillante che ha compromesso i risultati. Il prossimo anno si ripartirà dalle serie inferiore e forse con qualche promettente giovane. Nei tornei individuali validi per il punteggio di merito (Elo), l’attività più impegnativa nel gioco degli scacchi, si segnala l’ottima prova del giovanissimo Lorenzo Lodici nel torneo di Montebelluna svoltosi a marzo che gli ha così consentito di superare i 1800 punti e ottenere la categoria di Prima Nazionale. Nel torneo internazionale di Pescara (Montesilvano) premi per il presidente del

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Nella foto in alto la premiazione del Torneo B, in basso giocatori del Torneo A Circolo Clodiense Leonildo Mosca e Federico la fase regionale. Quattro le squadre chiogBoscolo rispettivamente sesto e settimo nel- giotte qualificate: nel torneo riservato alle squadre maschili o miste la squadra Juniores la classifica assoluta. Il torneo sociale è giunto ai play off che del Liceo Veronese (campione provinciale) e si disputeranno in maggio. In gara Giorgio Allievi Righi (secondo ai provinciali); tra le Piva, Federico Boscolo, Luca Bellemo, Leo- squadre femminili vi sarà quella del Juniores nildo Mosca, Davide Bellemo, Aldo Boscolo Liceo Veronese (seconde ai provinciali) e la e Alberto Cruccu. squadra Allieve del Liceo Veronese (campioPer quanto riguarda i Giochi Studen- nesse provinciali). teschi il 19 aprile si è disputata a Vicenza

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12 Frazioni Sant’Anna Il Comitato locale incontra l’amministrazione e fa le proprie richieste

La sicurezza prima di tutto di Miriam Vianello

I

l Comitato di Sant’Anna di Chioggia si è riunito venerdì 13 aprile per presentare ai cittadini della frazione alla presenza del sindaco Giuseppe Casson e dell’assessore all’Urbanistica e ai trasporti, Mauro Mantovan, alcune delle questioni che devono essere affrontate alquanto urgentemente. Il problema principale emerso è la pericolosità del semaforo installato sulla Romea, che attraversa il paese e rende pericoloso qualsiasi tentativo di attraversamento da una parte all’altra. E’ stato infatti verificato che la durata del lampeggiante verde è di circa 9 secondi, tempo di certo che non consente ai tir che sfrecciano all’impazzata di poter frenare in tempo per il rosso. Ovviamente questo mette in pericolo la vita di chi è alla guida e deve fare i conti con chi noncurante della legge non rispetta i limiti. Nei prossimi giorni, come annunciato dai rappresentanti dell’amministrazione, saranno avviati degli incontri di trattativa con l’Anas, per riuscire a risolvere un problema che mette in pericolo l’intera frazione. Inoltre è stato evidenziato che la pista ciclabile non è mai percorribile, perché i parcheggi selvaggi all’interno della pista non permettono di circolare con le bici in una zona più tranquilla. A maggior ragione la collocazione delle poste ha accentuato il problema della mancanza di parcheggi e l’invasione delle auto nella pista ciclabile. A più riprese è stato chiesto di prevedere la presenza di un agente di Polizia locale, che garantisca la sicurezza nelle ore di punta. Le scarse risorse a disposizioni non lo consentono e quindi si stanno studiando altre possibilità per uscire da quest’empasse. Sono state infatti ipotizzate delle proposte alternative per trasferire le poste italiane, si sta cercando inoltre di aumentare le corse per le frazioni grazie alla Commissione trasporti che verrà prossimamente riunita e che prevede la partecipazione dei dirigenti scolastici e dei comitati delle frazioni. Sono stati molti gli intervenuti che hanno lamentato la scarsa partecipazione degli abitanti alle iniziative della frazione, ma che hanno sottolineato la volontà di voler risvegliare dal torpore la piccola realtà periferica. Nell’occasione è stato annunciato che lo scorso 10 aprile le frazioni di Sant’Anna, Cavanella, Cà Bianca, Cà Lino-Isola Verde hanno costituito il maxi comitato con l’intento di approvare lo statuto e procedere di conseguenza alla nomina del direttivo. Coordinatore del comitato è Luciano Serafini con il compito di elaborare un progetto comune, aprire tavoli di discussione in linea con i problemi emersi nelle frazioni, costruire la piena collaborazione con gli enti pubblici e creare eventi comuni per diventare protagonisti della propria città.

Si è intanto costituito il maxi comitato delle frazioni, il presidente è Luciano Serafini

La frazione di Sant’Anna

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IL MAESTRO RENZO CHIOZZOTTO CAVALIERE

I

l maestro Renzo Chiozziotto (in foto) Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”. Il Presidente della Repubblica, con decreto del 27 dicembre 2011, ha insignito dell’ambita onorificenza lo studioso chioggiotto classe’39, per oltre un trentennio insegnante nella frazione di Ca’ Bianca di Chioggia Dopo aver prestato servizio militare a Torino, è stato iscritto alla sezione del Fante di Chioggia, dove dal 1964 ha svolto per quasi quarant’anni le funzioni segretario. Con Padre Gontranno Tesserin e con il prof. Paolo Padoan ha redatto la “Positio super virtutibus” e la biografia documentata della causa del Servo di Dio Padre Raimondo Calcagno, di cui fu allievo e di cui quotidianamente segue il percorso con dedizione. Numerose le pubblicazioni sia di carattere religioso che patriottico; P. Raimondo Calcagno la santità delle cose quotidiane (1994); Filippo Neri - il santo della gioia (1995); Giovanni Giovenale Ancina - padre dei poveri (2004); Cesare Baronio (2006); In un nimbo di gloria (2007); Il tempo e il ricordo (2009) e Sulla rossa petraia del Carso (2011). Non è la prima onorificenza per il maestro Chiozzotto. Per il suo lavoro in campo sociale e caritativo nel 2001, il Sovrano Militare Ordine di Malta gli ha conferito la medaglia d’argento “Al Merito Melitense”, mentre nel 2010 il prefetto di Venezia, in memoria del padre Giuseppe, lo ha insignito della “medaglia d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra ed ai familiari dei deceduti”. Giovanne Bellemo


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14 Cultura locale Pittura La mostra retrospettiva

Pittori chioggiotti del ‘900

NEWS Giornata mondiale Unesco del libro

ANCHE A CHIOGGIA IL 23 APRILE I LIBRI SONO RIMASTI “ACCESI”, I SOCIAL NETWORK “SPENTI”

Un’operazione che si configura come una sorta di piccola storia dell’arte chioggiotta

Hanno aderito all’iniziativa anche gli studenti dei cinque istituti comprensivi di Chioggia

di Miriam Vianello

U

n evento di profonda cultura, come la mostra retrospettiva dei pittori chioggiotti, è organizzato dal Comune di Chioggia e patrocinato dalla Regione del Veneto grazie al contributo della Banca di Credito di Piove di Sacco e dell’Azienda Speciale per il porto di Chioggia. “Quest’operazione – come dichiara il professor Sergio Ravagnan, tra i maggiori promotori dell’iniziativa - mette insieme personalità anche molto diverse nella scelta di soggetti, stili e tecniche e si configura come una sorta di piccola storia dell’arte chioggiotta, perché questi protagonisti ci offrono una rassegna un po’ di tutti i generi: pittura storica, revival barocco di primo ‘900, ritrattistica alla Boldini, liberty, impressionismo, pittura di genere, neorealismo, espressionismo, surrealismo, astrattismo, ricerca informale”. Infatti dopo le due splendide mostre e la pubblicazione dei cataloghi dei pittori Luigi Pagan e Angelo Brombo grazie al

gruppo affiatato formato da Giorgio De Bei, Pietro Baldin, Piergiorgio Chiereghin, Ruggero Donaggio, Dino Memmo e Sergio Ravagnan, è stato possibile realizzare una mostra che coinvolge noti artisti locali che ritraggono frammenti di vita a partire dalla metà dell’800 per ripercorrere tutto il ‘900. Le tele di Aristide Naccari, Luigi Pagan e Walter Pregnolato, per citare alcuni tra gli autori presenti, saranno esposte al pubblico,

La locandina della mostra che sarà aperta al pubblico fino al 17 giugno prossimo che potrà contemplare le opere pittoriche più celebri. Inaugurata lo scorso 21 aprile sarà possibile visitare la mostra fino al prossimo 17 giugno presso il museo civico di Chioggia, che sarà aperto anche di domenica mattina, così da consentire ai turisti di conoscere il patrimonio pittorico cittadino così ricco di tradizione locale.

crea l’occasione di una scelta del libro in alternativa alla compagnia della tv e dei social network che troppo frequentemente e superficialmente impegnano il tempo e i pensieri degli adolescenti”. L’idea della Giornata mondiale del libro e del Diritto d’autore nasce in Catalogna dove è tradizione il 23 aprile, festa di San Giorgio, offrire una rosa per ogni libro venduto. Data dal particolare valore simbolico poiché il 23 aprile del 1616 vennero a mancare contemporaneamente Cervantes, Shakespeare e l’Inca Garcilaso de la Vega.

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l 23 Aprile libri “accesi”, tv e social network “spenti” per la giornata mondiale dell’Unesco del libro. Anche Chioggia ha promosso la giornata mondiale dell’Unesco del libro. Con una lettera inviata alle scuole e alle librerie del territorio, l’assessore all’Istruzione Silvia Vianello ha invitato gli studenti dei cinque istituiti comprensivi a partecipare all’iniziativa, “spegnendo per l’intera giornata del 23 aprile, tv e social network e accendendo al loro posto un libro”. “E’ importante incoraggiare il piacere della lettura tra i giovani – ha spiegato l’assessore Vianello –. Questa giornata Cavarzere. Pittura

ACCONCIATURE

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La ricorrenza è simbolica e vuole essere un omaggio a grandi autori che vennero a mancare contemporaneamente il 23 aprile del 1616, fra questi Shakespeare (in foto)

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)

A

Cavarzere è nata una nuova associazione culturale: si chiama “Tostart” ed è dedicata all’arte “decisa, impegnata”. Il debutto è stato coronato da una mostra dei suoi otto pittori, visitabile a palazzo Danielato fino al metà aprile. L’associazione ha sede a Cavarzere, ma uno solo di loro, Silvio Zago, è nativo di qui, mentre gli altri soci provengono da altre province del Veneto, soprattutto in quella di Padova. Oltre a Zago, ci sono i padovani Maurizio Bonato e Antonio Zago, Paolo Contin di Pozzonovo, Giuseppe Granzo del Trevigiano, Attilio Melato di Agna, Maurizio Paccagnella di Santa Maria di Sala, il miranese Francesco Volpato. Secondo Silvio Zago l’associazione rappresenta “un valore aggiunto per la città, dato che la mostra ha anche lo scopo di attirare a Cavarzere gli amanti dell’arte pittorica, nelle sue più varie espressioni”. Ora l’obiettivo di Tostart è quello di organizzare mostre itineranti nel Veneto, per aumentare la visibilità sul territorio. Come ha spiegato il critico Fanny Quagliato durante l’inaugurazione della mostra, tensione gestuale e tensione materica sono prerogativa di Maurizio Bonato, mentre Paolo Contin è attratto dalle forme geometriche; il passato mitologico è rievocato nelle opere di Giuseppe Granzo, mentre Attilio Melato trae ispirazione dal singolo oggetto d’arredo per offrirne una descrizione particolare. Maurizio Paccagnella esprime attraverso l’arte il contemporaneo malessere, mentre Francesco Volpato con le sue policromie fa riemergere gli elementi del caos. Enigmi e interessanti arabeschi descrivono lo spazio di Antonio Zago, mentre Silvio Zago descrive attraverso il colore una incontaminata bellezza naturale. Melania Ruggini


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16 Cultura locale Il caso L’itinerario a tappe fra i luoghi più caratteristici della città

NEWS

Una giornata per il Fondo per l’ambiente italiano

Il presidio Libera di Chioggia

LA MAFIA DIETRO CASA, POSSIBILITÀ DI CONTRASTO

di Eugenio Ferrarese

T

ra il Fai (Fondo per l’ambiente italiano) e l’Istituto tecnico commerciale “D. Cestari” di Chioggia è già attiva da diversi anni una collaborazione che fin dalla prima esperienza ha riscosso molto successo e apprezzamento. Da vent’anni la giornata Fai di primavera permette ad un vasto pubblico la visita di un centinaio di siti particolari, spesso inaccessibili, eccezionalmente aperti solo in questa occasione. Proprio nell’ambito di una di queste giornate, lo scorso sabato 24 marzo, gli studenti delle classi IV A e B Turistico del “Cestari”, con la collaborazione e assistenza dei docenti Gina Duse e Paola Valenti, hanno provato l’esperienza di “Apprendisti ciceroni” e per alcuni anche di fotografi “professionisti”, hanno guidato i visitatori appunto come dei Ciceroni attraverso un itinerario a tappe che comprendeva alcuni dei luoghi più caratteristici di Chioggia: Palazzo del Granaio e piazzetta, Portale a Prisca, vista dal ponte della Pescheria e dal ponte dei Filippini, Chiesa della Santissima Trinità, Fòntego delle farine, Loggia dei Bandi. L’evento è stato preceduto da una presentazione che si è tenuta giovedì 22 marzo nella sala consiliare del Comune di Chioggia con la partecipazione del presidente regionale Fai Maria Camilla Bianchini d’Alberigo, della professoressa Laura Corti (docente dello Iuav), dell’assessore alla Pubblica Istruzione Silvia Vianello, del responsabile della biblioteca civica Marialisa Freguggia e del dirigente scolastico dell’Itcs Cestari professoressa Antonella Zennaro. Gli interventi hanno fornito alcune nozioni per spiegare l’importanza della Giornata Fai di primavera e della figura del cantastorie chioggiotto, il “Cupido”, che un tempo si esibiva proprio nella piazzetta Granaio. Questo cantastorie imparava un racconto a memoria anche se aveva sempre con sé un libro da cui leggeva delle parti o faceva finta di leggere se era analfabeta. Nel corso della narrazione, il “Cupido” faceva delle interruzioni per richiedere una piccola ricompensa da parte del pubblico. Sabato 24 marzo il pubblico presente alla Giornata Fai di primavera ha potuto assistere dal vivo alla narrazione di un adattamento della “Rotta di Roncisvalle” eseguita Francesco Scarpa, cantastorie e attore della compagnia “I Rusteghi”. Questo progetto ha permesso agli studenti del corso Turismo dell’Itcs Cestari l’approfondimento delle conoscenze sulla città di Chioggia, la sua ricca tradizione culturale con svariati luoghi da scoprire ed inoltre sperimentare cosa significa essere una “guida” turistica e quindi le responsabilità che ne derivano: sapersi rapportare con le persone ed anche vincere la timidezza in queste situazioni.

Dalla collaborazione con l’istituto Cestari l’esperienza degli “apprendisti Ciceroni”, ovvero guide turistiche a Chioggia per un giorno

Il cantastorie nella Piazzetta del Granaio

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a mafia è dietro casa”, è il titolo del dibattito organizzato dal presidio di Libera di Chioggia in collaborazione con Coop adriatica e molteplici partner tra cui Il mappamondo, Slow food, I salesiani, Carità clodiense, Muraless e l’istituto alberghiero di Chioggia. Dopo gli incontri organizzati negli istituti superiori sul tema dell’immigrazione e del caporalato, il presidio di Libera lancia questa nuova iniziativa per rompere il muro del silenzio e dell’indifferenza: un confronto-incontro con Valentina Fiore, socia della cooperativa Placido Rizzotto e Maurizio Dianese giornalista e scrittore veneziano, ha pubblicato Il Bandito Felice Maniero (Il Cardo 1995) e con Gianfranco Bettin La strage (Feltrinelli 1999) e Petrolkiller (Feltrinelli 2002). Ha vinto nel 2003 il premio cronista dell’anno per un’inchiesta sulle nuove mafie nel Veneto. “La mafia è dietro casa. Il fenomeno mafioso e le possibilità di contrasto”. Una frase forte, per evidenziare che molto spesso i problemi si trovano sul ciglio di casa talvolta anche dentro, ma non ce ne accorgiamo, o fingiamo di non vedere. Il secondo leitmotiv della serata, infatti, è il “come stanno le cose e come è possibile cambiarle” anche attraverso la conoscenza di esempi virtuosi, come sono le cooperative sociali di Liberaterra, insieme di persone che, utilizzando i beni confiscati alla criminalità organizzata, ridonano dignità ai luoghi e producono prodotti di qualità per consumatori critici e attenti. Perché la mafia si combatte anche così, a suon di mozzarelle campane, vini pugliesi e tarallini calabresi, ma anche di marmellate piemontesi. Se alla mafia si tolgono i beni, questa viene privata della sua credibilità; pena peggiore della morte stessa. Per questo giovani donne e uomini, italiani e stranieri, ognuno con le proprie abilità e capacità hanno deciso di dar vita a realtà in cui il lavoro ha il sapore della libertà e della dignità. E il veneto? Anche in Veneto vi sono molti luoghi che potrebbero essere riutilizzati per fini sociali; allora perché questo non avviene? Il confronto servirà anche a capire quali sono i meccanismi che sottendono a questi processi. L’incontro, che è avvenuto lo scorso 27 aprile, è stato seguito da un “buffet della legalità”, a base di prodotti di Liberaterra e specialità locali, prevalentemente biologiche. Francesca De Luca


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A CHIOGGIA LA PRIMA “CASA” PER DISABILI: APRE A GIUGNO LA COMUNITÀ ALLOGGIO “DOPO DI NOI”

Dg Giuseppe Dal Ben: “E’ una conquista, dal punto di vista organizzativo, ma soprattutto da quello umano e sociale” Sbarca a Chioggia la prima “casa” per disabili: una comunità alloggio per dieci portatori di handicap, aperta 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno. È il nuovo servizio socio sanitario, che aprirà nel mese di giugno, realizzata per offrire agli ospiti accoglienza e gestione della vita quotidiana, orientata alla tutela della persona e allo sviluppo delle abilità residue, o anche alla realizzazione di esperienze di vita autonoma. La comunità alloggio, chiamata “Dopo di Noi”, sorge a Sottomarina, in via del Boschetto, ed è prevista nella programmazione del Piano di Zona 2011-2015. Si trova nel polmone verde della città, per favorire una cultura dell’integrazione sociale e dell’inclusione all’interno della comunità locale. A tal fine, in collaborazione con il Comune di Chioggia, è previsto un progetto di riqualificazione dell’area verde prospiciente la struttura. Si tratta di una abitazione civile di tipo familiare, nella quale favorire l’autonomia e la qualità di vita delle persone disabili e realizzata per dare una risposta alle preoccupazioni dei familiari che temono per il futuro dei propri figli disabili. La gestione della struttura, è stata affidata, con gara d’appalto, alla Cooperativa Sociale Emmanuel e sarà aperta, appunto, tutto l’anno. Dopo l’inaugurazione diventerà immediatamente operativa, con l’inserimento graduale dei 10 ospiti (persone adulte con disabilità accertata ai sensi della Legge 104/92, residenti nel territorio dell’Azienda ULSS 14, privi del nucleo familiare o

per i quali la permanenza nel nucleo sia temporaneamente o permanentemente impossibilitata). Due dei dieci posti, come previsto dalla normativa, sono riservati alla “Pronta Accoglienza o Accoglienza Programmata”, cioè a quelle formule temporanee che danno risposte – la prima - a situazioni di emergenza e urgenza non prevedibili (lutti, ricoveri ospedalieri, etc.) – la seconda - a quelle famiglie che necessitano di una pausa, di un periodo di sollievo e può avere una durata massima di 30 giorni l’anno. “Dopo di Noi” sarà aperta al territorio, alle realtà sociali e associative che vi operano, alla scuola e alle istituzioni; sarà attenta alle opportunità culturali, sociali e assistenziali e promotrice di incontri con il territorio. L’apertura del servizio permetterà il rientro nel territorio dell’Ulss 14 di alcuni disabili accolti da tanti anni nelle grandi strutture (ex GRIS), secondo un piano di rientro nel territorio definito dalla Regione Veneto. LA SODDISFAZIONE DEL DG DAL BEN «È con soddisfazione che guardiamo all’apertura della Comunità Alloggio “Dopo di Noi” – commenta il direttore generale della Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – perché colma una lacuna importante. Si tratta infatti della prima comunità realizzata a Chioggia, e finora eravamo stati costretti ad inviare i nostri disabili in strutture lontane, con tutti i disagi che si possono immaginare, sia per le famiglie che per l’Azienda sanitaria. Ora colmiamo

Informa

le Specia le a i c e p S

Ulss 14

Stefano Vianello - Direttore Servizi Sociali

questo vuoto: è una conquista, dal punto di vista organizzativo, ma soprattutto da quello umano e sociale». COME FUNZIONA L’accesso al servizio richiede una valutazione multidimensionale delle condizioni di salute della persona, che viene effettuata da un’équipe multiprofessionale, l’Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale (UVMD). La retta è suddivisa in quota sanitaria a carico dell’Ulss e quota sociale a carico dell’ospite e/o del Comune. Il disabile che viene accolto nella comunità alloggio è come se si trovasse in famiglia, in un clima di accoglienza sereno e rassicurante, la comunità diventa la sua nuova casa. Per ogni ospite, l’Unità Operativa Handicap elaborerà un progetto educativo

individualizzato il cui intervento socio assistenziale, oltre a soddisfare i bisogni primari (cura e igiene della persona), garantirà ai disabili una risposta adeguata ai bisogni di relazione, di autonomia personale e sociale e di sviluppo delle potenzialità. Inoltre, verrà dato spazio e rilevanza all’organizzazione quotidiana delle attività e del tempo libero. La struttura dispone di ampi spazi collettivi da utilizzarsi per le diverse esigenze delle persone nell’arco della giornata. Con questa nuova unità di offerta il “Dopo di Noi” diventa il “Durante Noi e Con Noi”, il futuro si crea nel presente dando la possibilità ai disabili di vivere in un’abitazione di tipo familiare con legami significativi e solidali, rispettosi dei diritti, della dignità e diversità di ognuno.

Per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it


Aprile 2012

Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14

PER I MALATI DI ALZHEIMER E LE LORO FAMIGLIE PARTE “ALZHEIMER CAFÈ” Dg Giuseppe Dal Ben: “Mettiamo in rete le famiglie con gli stessi problemi per non farle sentire sole” Conto alla rovescia per “Alzheimer cafè e non solo: un luogo di incontro per condividere un’esperienza”, un’iniziativa che l’Ulss 14 di Chioggia ha ideato per sostenere i malati di Alzheimer e le loro famiglie con la collaborazione dell’associazione Opera Baldo e del Centro Servizi F.F. Casson. “Il progetto – ha esordito Stefano Vianello, direttore dei servizi sociali - è giunto alla sua terza edizione. Siamo partiti tre anni fa un po’ in sordina, eravamo convinti che l’iniziativa avrebbe riscosso consensi, ma non tanti come realmente ha registrato. Lo scorso anno, infatti, non siamo riusciti a soddisfare tutte le richieste, del resto il progetto prevede un numero chiuso di utenti. Per permettere ad altre famiglie di parteciparvi, abbiamo deciso quindi di riproporlo anche quest’anno, ma con una novità: abbiamo assunto a progetto uno psicoterapeuta che tra i vari compiti dovrà anche sviluppare dei laboratori di gruppo”. “Alzheimer cafè” partirà il 12 aprile prossimo,

garantendo la partecipazione gratuita ad un massimo di quindici utenti, compresi i loro familiari. I nominativi delle famiglie potranno essere segnalati dal Distretto socio-sanitario, dall’assistente sociale del Comune o dai medici di medicina generale. Gli incontri, che si terranno al

pianterreno della Rsa “Il Girasole” di Sottomarina, avverranno a cadenza settimanale, ogni giovedì dalle 18.00 alle 19.30 nei mesi di aprile e maggio, per riprendere successivamente a ottobre e novembre dopo la pausa estiva. “Il progetto – ha detto il di-

rettore generale dell’Ulss 14 di Chioggia Giuseppe Dal Ben – vuole rispondere al bisogno dei familiari dei malati di Alzheimer di essere sostenuti da professionisti e dai componenti del gruppo che, come loro, condividono lo stesso problema, al di là di tutte le possibili differenze individuali. Il gruppo, infatti, rappresenta un’opportunità di “confronto sociale” e di “auto mutuo aiuto”: chi vi partecipa si rende conto di non essere il solo a dover fare i conti con problematiche giudicate complesse e di difficile gestione”. “Alzheimer cafè e non solo: un luogo di incontro per condividere un’esperienza” – ha aggiunto Dal Ben - mette in rete le famiglie che affrontano le medesime esperienze e così facendo diventa un ulteriore strumento che si integra con le tradizionali forme di intervento sociale e sanitario”. Per chi è interessato può chiamare a orario d’ufficio i seguenti numeri: 041.5534762 oppure 3664074343.

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO Trasferimento all’Ulss delle competenze per l’interdizione dal lavoro delle lavoratrici, per gravi complicanze della Gestazione. Dal 1 aprile 2012, sono trasferite all’Ulss le competenze, già della Direzione Territoriale del Lavoro, in materia di interdizione anticipata dal lavoro nel caso di gravi complicanze della gravidanza o di preesistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza. E’ stato individuato lo SPISAL, all’interno del Dipartimento di Prevenzione della nostra Azienda, come Struttura deputata all’iter autorizzativo con l’adozione finale del Provvedimento stesso di astensione anticipata dal lavoro. Si comunica il recapito dello SPISAL: Strada Madonna Marina 500 – 30019 Chioggia Tel 041/5534211 - Fax: 041/5534213 - E-mail: uo.spisal@asl14chioggia.veneto.it Oppure: poccari@asl14chioggia.veneto.it

Ulss 14 informa

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LO

SPORT in PRIMO PIANO

Calcio, il primo seminario Clodiense L’aggiornamento tecnico: un’occasione di confronto tra allenatori ed esperti

Il seminario si è svolto in parte in aula per la teoria e per la pratica allo stadio Aldo e Dino Ballarin

di Marco Lanza

I

mportante iniziativa di aggiornamento tecnico organizzata dalla Clodiense calcio e, in modo particolare, dall’ allenatore degli esordienti 99 neri Raffaele Barra. L’ occasione di confronto tra allenatori ed esperti calcistici è stata denominata Primo seminario Clodiense ed ha visto la relazione di mister Alessandro Musicco collaboratore delle Nazionali giovanili del club Italia. Musicco ha illustrato i temi della ricezione e della trasmissione della palla tenendo prima una parte teorica presso l’aula magna dell’ Itcs “Cestari“ e successivamente una seconda parte direttamente allo stadio “Aldo e Dino Ballarin“. Particolarmente attenta la nutrita schiera di addetti ai lavori che ha seguito anche le annotazioni proposte dal delegato provin-

ciale veneziano Figc Stefano Trevisanello, dal tecnico Andrea Pagan degli allievi del Cittadella, dal preparatore atletico degli allievi del Cittadella Dario Penzo e dal responsabile organizzativo del settore giovanile della Clodiense Matteo Doria. Alessandreo Musicco, ex allenatore delle giovanili del Milan, ha saputo deliziare gli intervenuti con innovative proposte di possesso palla e giochi di posizione. Particolarmente soddisfatto il maggiore organizzatore Raffaele Barra, collaboratore anche della rivista on line “Allenatore.net“, che ha ricevuto gli elogi del D.G. Mauro Boscolo Gallo e la disponibilità della società a promuovere nei prossimi mesi altri seminari che vedranno la presenza di tecnici qualificati.

ISOLA DELL’UNIONE INAUGURATI I NUOVI SPOGLIATOI DELL’IMPIANTO SPORTIVO

I

l sindaco Giuseppe Casson e l’assessore allo Sport Narciso Girotto hanno inaugurato i nuovi spogliatoi dell’impianto sportivo dell’Isola dell’Unione. L’intervento cominciò con la scorsa amministrazione, nel 2010, ed è costato 690.000 euro con un contributo regionale di 240.000. Secondo il sindaco “è il primo passo per la riqualificazione dell’intera struttura sportiva. In tempi difficili per le casse comunali poter inaugurare un’opera pubblica, seppur avviata dalla giunta Tiozzo, non è evento frequente”. Questo, però, è solo il primo dei numerosi interventi che l’amministrazione intende compiere nell’impianto. “È il primo tassello” sottolinea infatti Girotto, “di una serie di interventi che ridaranno a quel luogo la funzione originale: due esempi sono il rifacimento dell’anello di atletica, che permetterà alle scuole a chi pratica questo sport di avere un impianto per gli allenamenti, e lo spostamento delle tribune del campo da calcio che verranno poste nel lato lungo del campo mentre adesso sono situate dietro alla porta”. Inoltre “l’assegnazione dell’impianto alla società Clodiense” precisa “ci permette di ottimizzare la gestione e la sorveglianza, evitando il ripetersi di atti vandalici e garantendo una manutenzione più accurata”. In campagna elettorale si era parlato della costituzione di una sorta di “cittadella

L’assessore allo Sport Narciso Girotto

I vincoli del Patto di stabilità impediscono di realizzare la Cittadella dello Sport dello sport” che però sembra esser lontana dal concretizzarsi perché “i vincoli del Patto di stabilità difficilmente ci permetteranno di attivare le azioni che avevamo programmato, prevedendo un intervento di manutenzione sugli impianti coperti esistenti (palestre) e la realizzazione di altre strutture. “Tuttavia” conclude Girotto “noi consideriamo lo sport “promozione sociale” e quindi è nostra intenzione investire su questo settore, patto permettendo”. Francesca De Luca


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di Destro Anna

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Massima Valutazione e Disimpegno Polize

a Chioggia e Sottomarina

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VIAGGIO IN

PROVINCIA VENEZIA

Amministrative 2012 Si vota il 6 e 7 maggio prossimo in 11 Comuni del Veneziano

Sono in 56 a correre per la poltrona di sindaco, 78 le liste in competizione Affollata tornata elettorale, 8 gli aspiranti sindaci a Mira, 7 a Mirano e altrettanti a Jesolo. 145.503 gli elettori chiamati al voto di Ornella Jovane

S

ono 11 nel Veneziano i Comuni che il prossimo 6 e 7 maggio andranno al rinnovo del sindaco e del consiglio comunale, in una tornata “affollata” di aspiranti primi cittadini, se ne contano ben 56, e di liste, in tutto 78, distribuiti fra Campagna Lupia, Caorle, Jesolo, Marcon, Mira, Mirano, Musile, Noventa, Pramaggiore, Salzano e Santa Maria di Sala. Il primato spetta alle cittadine più popolose e importanti del territorio fra quelle chiamate al voto: il record è di Mira, dove i candidati in corsa sono ben 8, ma anche quelle di Mirano e Jesolo si rivelano poltrone assai ambite, contese da 7 aspiranti sindaci nell’uno e nell’altro caso. E proprio in queste tre città i risultati si preannunciano incerti - anche per via della frammentazione delle forze in campo - e non risolutivi al primo turno, molto probabilmente uscirà dal secondo turno del ballottaggio (in programma il 20 e 21 maggio prossimo) il nome del vincitore. E tuttavia a Mira, Mirano e Jesolo si consumano le sfide più appassionanti. Nel Comune più popoloso della Riviera il sindaco uscente Michele Carpinetti (Pd) si trova di fronte il suo ex assessore Paolino D’Anna, oggi consigliere provinciale eletto nelle fila del Pdl. Nella città del Miranese la sfida - dopo l’esperienza del commissariamento - è piuttosto “rosa”, con 4 candidate

A

rrivano le elezioni e nei comuni del Veneziano si mettono in lista o scendono in campo, a favore di una o quell’altra formazione, nomi più o meno noti. Il caso più eclatante è stato a Mira con la candidatura nella lista “Mira che cambia” della nota cantante lirica nazionale (di origine rodigina) Katia Ricciarelli. La Ricciarelli è capolista per la civica di Marilena Fusco. La cantante ha spiegato di essersi messa in lizza per la grande amicizia che la legava alla candidata sindaco e

donna su sette e, di queste, due donne fra le più accreditate al ballottaggio: Maria Rosa Pavanello (centrosinistra) e Marina Balleello (centrodestra), con carriere politiche di lungo corso ed entrambe profonde conoscitrici del territorio. Se vincesse una donna, Mirano avrebbe per la prima volta un sindaco “in gonnella”. Negli altri comuni, che sono tutti sotto i 15mila abitanti, si corre con il turno unico. A Musile, Noventa, Santa Maria di Sala, Campagna Lupia e Salzano il sindaco in carica ci riprova, a Caorle, Marcon e Pramaggiore, comunque vada, sarà eletto un nuovo sindaco. Gli elettori chiamati ad esprimere le loro preferenze sono in tutto 145.503 di cui 74.313 femmine e 71.190 maschi.

Istruzioni

COME E QUANDO SI VOTA NEGLI UNDICI COMUNI DEL VENEZIANO

T

utti al voto. Gli elettori residenti a Campagna Lupia, Caorle, Jesolo, Marcon, Mira, Mirano, Musile, Noventa, Pramaggiore, Salzano e Santa Maria di Sala saranno chiamati alle urne domenica 6 e lunedì 7 maggio per scegliere il loro sindaco. Il 6 e 7 maggio gli elettori di 11 Comuni della provincia di Venezia insomma si recheranno alle urne, ma con due sistemi sostanzialmente diversi. Per quanto riguarda otto Comuni su 11, questi conosceranno subito il nome del primo cittadino visto che votano con il sistema del turno unico, quello previsto per i Comuni che hanno meno di 15 mila abitanti. Questi sono tutti quelli finora elencati eccetto Mira, Mirano e Jesolo. Nei Comuni sotto i 15mila abitanti, tutto può succedere: basta un voto in più rispetto all’avversario per diventare sindaco. In cinque casi Forcolin a Musile, Nardese a Noventa, Bertoldo a Santa Maria di Sala, Livieri a Campagna Lupia e Quaresimin a Salzano i sindaci uscenti che si ricandidano per il secondo mandato cercheranno di difendere la poltrona dall’attacco degli sfidanti. In questi Comuni (quelli con meno di 15 mila abitanti), dove il limite del secondo mandato ha imposto un rinnovo totale invece, sarà comunque eletto un nuovo sindaco fin dalla sera del 7 maggio. I residenti nei tre

CURIOSITÀ I VIP SCENDONO IN CAMPO per il fatto che è sempre stata “innamorata della Riviera del Brenta e del suo splendido paesaggio immerso nelle ville”. La Ricciarelli ha partecipato anche ai festeggiamenti per l’arrivo del nuovo patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Ma fra le persone note in campo per le Comunali sempre a Mira non c’è solo lei in lista. Per la

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lista civica “Noi per Mira“ corre infatti come candidato consigliere il noto psicologo e psicoterapeuta Diego Luparelli, dello staff del concorso Rai di Miss Italia. Per la vicinanza con questa lista ha dato un concerto anche il noto cantautore veneziano Gualtiero Bertelli. Nel miranese il nome più noto alle cronache nazionali è quello di Adriano Sabbadin.

Comuni principali (Mira, Mirano e Jesolo), a meno che non si profili una vittoria al primo turno di uno dei candidati in lizza, dovranno ripresentarsi al voto il 20 e 21 maggio per scegliere uno tra i due candidati al ballottaggio. A creare problemi ai seggi, potrebbero essere le tante liste che si sono presentate. Cioè soprattutto il proliferare di tante civiche fra loro simili, potrebbero generare contenziosi per attribuzioni di voti e preferenze. Ogni Comune del Veneziano ha comunque messo a disposizione dei propri cittadini servizi per poter espletare il voto anche per persone disabili e malate. Possono partecipare al voto comunale anche i cittadini comunitari residenti, a patto che abbiano dato la loro adesione con l’iscrizione in una lista ad hoc che ha formato il Comune per questi cittadini. A.A.

Nome noto, suo malgrado, per l’uccisione del padre Lino Sabbadin macellaio di Caltana di Santa Maria di Sala da parte dei gruppi armati Pac a cui aderiva il terrorista Cesare Battisti. Sabbadin è con la “lista Salese” a Santa Maria di Sala quella del sindaco uscente Paolo Bertoldo. Nel veneto orientale, tanti i politici “noti” in lista soprattutto nell’area del centrodestra, ma nessun “vip“. Alessandro Abbadir

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Noi e gli altri 23 3 Avis 59esima Assemblea provinciale

Donazioni: raggiunta l’autosufficienza, ma si cercano nuovi donatori

Un momento dell’assemblea

di Ornella Jovane

U

n bilancio senza acuti ma, considerati i tempi e le grandi difficoltà, da valutare favorevolmente. L’obiettivo principale, l’autosufficienza trasfusionale, è stato centrato anche se non risponde pienamente alle aspettative della Regione, che poneva come condizione di aumentare le donazioni del 3 per cento. Ma bissando i numeri del 2010, con una rimonta del numero di sacche di sangue - ne mancavano 300 - , non rimane margine per le cessioni di sangue all’esterno. E questo è l’altro dato, il meno incoraggiante. I rappresentanti delle 43 sezioni Avis del Veneziano si sono riuniti a fine marzo a Martellago (nel Miranese) per la 59esima assemblea provinciale. Un’occasione per valutare e divulgare i dati del 2011 e riflettere sull’attività svolta e su quella che ci si appresta a svolgere nell’anno da poco iniziato. Nel 2011 le donazioni, tra sangue intero, plasma e piastrine, sono state 53mila 89, nel 2010 erano 53mila 148. Le sezioni nell’Asl 14 - Chioggia e Cavarzere - hanno avuto un buon incremen-

to di donazioni (6mila 498, 394 più del 2010); significativo anche il dato relativo alle sezioni nell’Asl 12 veneziana che, con un totale di 16mila 135, ha registrato un incremento di 115 donazioni rispetto allo scorso anno. In calo invece le donazioni nelle sezioni nell’Asl 10, del Veneto orientale, che ha ridotto il numero a 16mila 89, 326 in meno, e nell’Asl 13 Mirano - Dolo che si è fermata a quota 14mila367, 242 in meno. “L’anno appena trascorso - ha commentato il presidente provinciale Avis Maurizio Borsetto - sebbene sia stato costellato da diversi momenti critici, a volte anche demoralizzanti, si chiude positivamente almeno a mio modo di vedere”. “Contando anche i donatori non iscritti ad associazioni o Fidas, - ha aggiunto il direttore del Dipartimento trasfusionale di Venezia, Giorgio Marchiori - nel 2011 in provincia abbiamo avuto 46mila donazioni di sangue intero, 9mila di plasma, 2500 di piastrine, come nel 2010. L’autosufficienza è garantita, siamo in pareggio tra entrate e uscite, le sacche raccolte sono tutte trasfuse

ADOTTAMI Rasty. Cucciolo di circa 3 mesi. Maschio, incrocio labrador. Tutto nero con stella bianca. Carattere fiero ed equilibrato. Rasty è un amore di cane e farà la felicità di chi verrà ad adottarlo. Iro. Un altro abbandono invernale. Un mini pastore anziano di circa 10 anni e 15 kg. Trovato denutrito, senza forze, in una fredda notte, a bordo strada. E’ uno dei tanti sfortunati con un passato sconosciuto. Ha bisogno di una casa accogliente per trascorrere gli ultimi anni. Fiammetta è una micia di un anno e mezzo sterilizzata. Recuperata con tre cuccioli che subito sono stati adottati. Fiammetta ha bisogno di coccole e di una casa. E’ molto tranquilla e un po’ timorosa perché di sicuro è stata maltrattata. Ma è molto dolce. Dorotea. Meravigliosa cagnetta di kg.4, di circa 5 anni. Carattere meraviglioso e molto dolce.Dorotea è stata operata di piometra causa mancata sterilizzazione ed ha avuto l’asportazione di una fila mammaria. Ha superato bene l’intervento ed è in attesa di nuova casa. Desy, 8 anni razza pura, ex fattrice E’ stata usata e buttata via. Desy è speciale. Desy, oltre ad essere stata sfruttata, ha subito un incidente ma nessuno l’ha mai dal veterinario. Le sue ossa si sono saldate alla meglio e non può più fare lunghe corse. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia Onlus 3289620233

in casa, ma non riusciamo più a cederne come una volta alle regioni non autosufficienti”. L’appello dunque è: donare. “Abbiamo continuo bisogno - ha sottolineato Borsetto - di nuovi donatori che vadano a reintegrare quanti per raggiunti limiti d’età o per motivi sanitari hanno dovuto loro malgrado smettere”. Un invito che fa seguito ai dati del trend nei primi due mesi del 2012: le donazioni sono state 8mila 229, 244 in meno rispetto al 2010. E’ necessario quindi “aumentare l’indice di donazione” ha osservato il presidente Avis lamentando in questo contesto le difficoltà legate ai ritardi dei rimborsi alle donazioni da parte della Regione, che hanno avuto ricadute soprattutto sull’attività di sensibilizzazione finalizzata all’ampliamento delle adesioni. “Rispetto al 2005 - ha fatto notare ancora Borsetto - i donatori sono 4mila in più, ma la loro media di donazioni annue è scesa a 1,78”. Nel 2011 i volontari Avis erano 29mila 775, di cui 28mila 799 donatori effettivi.

Avis Giovani punta alla sensibilizzazione attraverso la rete con il primo social contest

E TU CHE DONATORE SEI?

L

’attività di sensibilizzazione è orientata in particolare al mondo giovanile attraverso un corposo e pluriennale progetto Avis-Gioco, che è stato illustrato nel corso dell’assemblea, e anche grazie alla vivace attività del Gruppo Giovani Avis che nel corso del 2011 ha dato vita a numerose inziative. Fra queste spicca il progetto del primo social contest Avis, partito lo scorso luglio e che si è concluso il 23 marzo scorso con una serata finale di premiazione. “E tu che donatore sei” è il titolo del progetto che si rivolgeva a giovani internauti invitandoli, attraverso anche l’invio di video, a riflettere sull’importanza e il valore sociale della donazione. L’iniziativa ha riscosso un bel successo come stanno a confermare i numeri:

350mila contatti in tutto, 10433 visualizzazioni totali per una media di 96 giornaliere e 86 utenti coinvolti in media al giorno. Il target raggiunto è soprattutto quello che rientra nella fascia d’età under 24 (il 63 per cento). Dieci sono stati i video promozionali che hanno fatto registrare 291.929 visualizzazioni totali. La sensazione, considerati i risultati, è di aver introdotto “un tema percepito come importante - è il commento a conclusione del progetto - in un ambiente sociale adatto con il giusto linguaggio, favorendo il dialogo e l’informazione tra coetanei”. I 1533 commenti ai video stanno a confermarlo. O.J.

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24 Territorio Servizi Siglato l’accordo fra Provincia e Comuni

Arriva il difensore civico provinciale Noventa di Piave, Scorzè, San Donà di Piave e Portogruaro hanno già firmato la convenzione di Alessandro Abbadir

I

Alberto Gobbo. Le funzioni del “difensore civico territoriale” sono estese alle attività delle aziende speciali, istituzioni ed enti controllati dai Comuni e dei concessionari di servizi comunali. In questi casi l’azione del difensore civico è rivolta direttamente alla struttura di volta in volta interessata. Di ogni intervento o proposta è data costante informazione anche al sindaco del Comune stesso. La Provincia mette a disposizione del Comune che ha sottoscritto l’accordo la struttura provinciale del difensore civico e garantisce le attività di coordinamento e servizio di segreteria. Il Comune si impegna a mettere a disposizione del difensore civico le strutture necessarie per l’esercizio in loco delle funzioni: logistica e supporto segretariale. Le spese relative alla sede sono a carico del Comune, e pure quelle per arredi, attrezzature, personale e quanto necessario per il buon funzionamento dell’ufficio. Le istanze possono essere indifferentemente inviate all’ufficio di Difesa civica comunale o provinciale.

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La firma del Protocollo fra i sindaci dei Comuni aderenti e il presidente della Provincia Francesca Zaccariotto

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Comuni sono costretti a tagliare, per esigenze di bilancio e per disposizioni previste dalla Legge Finanziaria le figure dei difensori civici, per questo è sorta a livello provinciale grazie ad una convenzione fra Comuni e Provincia la figura del “difensore civico territoriale” . Il difensore civico provinciale è l’avvocato Franco Zornetto. L’accordo siglato nelle scorse settimane è stato sottoscritto per ora da un nucleo ristretto di enti locali, ma la Provincia (ente coordinatore) spera che possano aderirne altri. Per ora si tratta dei Comuni di Noventa di Piave, Scorzè, San Donà di Piave e Portogruaro. Alla firma c’erano il Presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, il sindaco di Noventa di Piave Alessandro Nardese, il sindaco di Scorzè Giovanni Battista Mestriner, il vicesindaco di San Donà di Piave

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Nell’area dell’ex fabbrica di ghiaccio verrà realizzato il nuovo complesso residenziale denominato LA CORTE DI VIGO, è stato concepito per diventare il nuovo punto di riferimento nel comune di Chioggia. Offrire a Chioggia un progetto architettonico che potesse lasciare un segno nella città: è questo lo spirito che la società realizzatrice, nella progettazione di questo complesso residenziale, renderà Chioggia una destinazione privilegiata per chiunque volesse risiedere.Nell’ambito di un programma di riqualificazione ambientale, il centro storico di Chioggia aspira ad aumentare la qualità dell’offerta residenziale, sviluppando nuovi palazzi e aprendo nuovi spazi sulla laguna di Venezia. Nella progettazione si è cercato di creare un nuovo concetto di spazio dove vivere il tempo libero e le vacanze, utilizzando la dimensione umana come unità di misura, che farà di Chioggia un centro turistico d’avanguardia.All’interno dell’area di mq. 2.000 verranno costruite unità abitative completamente a contatto con la laguna, dotate di garage e dei servizi più moderni, con la possibilità di avere il posto barca privato.

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Nel caso in cui l’istanza pervenga alla Provincia, l’ufficio provinciale informerà celermente quello comunale per l’avvio congiunto dell’istruttoria, e viceversa. I servizi di protocollo, spedizione e archivio sono centralizzati in Provincia. Il difensore civico provinciale Franco Zorzetto è un avvocato libero professionista, interviene in caso di disfunzioni o abusi dell’amministrazione provinciale o convenzionata, promuove la soluzione conciliativa (mediazione) delle controversie, ha compiti di sollecitazione nei confronti dei responsabili dei procedimenti, tutela diritti ed interessi legittimi a garanzia di efficienza, correttezza, imparzialità e buon andamento dell’amministrazione pubblica, chiede notizie sullo stato delle pratiche, e se viene negato o differito l’accesso agli atti può richiedere per il cittadino il riesame dell’istanza. “Il ruolo che rappresento – dichiara l’avvocato Zornetto - è di garanzia, trasparenza, autonomia e tutela della legalità. Il cittadino che si rivolge al difensore civico chiede infatti una risposta chiara e concreta. Un aiuto ci arriva anche dalle tecnologie: molti casi li risolviamo rispondendo tramite posta elettronica. In questo modo si accorciano i tempi delle istruttorie e quindi della risoluzione delle pratiche, altre volte è importante essere sul posto e parlare al cittadino e al Sindaco”. L’avvocato Zorzetto riceve su appuntamento il martedì dalle ore 9.30 alle ore 11.30. Per prenotare gli incontri, telefonare al n. 041.2501613, dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 13; il martedì e mercoledì anche dalle ore 15 alle ore 18.



26 Economia

Economia 5

I dati prima della crisi economica I redditi dei veneziani nel 2009

NEWS

Dopo Venezia sono nel Miranese i più ricchi

Porto

CROCIERISTICA, VENEZIA LEADER

di Alessandro Ragazzo

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al tredicesimo Noale (12799 euro), al sedicesimo Scorzè (12614), al ventitreesimo, appunto, Santa Maria di Sala (11858 euro). Se il discorso è allargato anche alla Riviera del Brenta, il comune meglio piazzato è Dolo, al settimo posto, con 23315 euro per dichiarante e un reddito medio pro-capite di 13338 euro. Segue a ruota Stra (ottavo posto), mentre Fiesso d’Artico chiude la classifica dei primi dieci della provincia. Il resto è staccato, con molti comuni oltre la ventesima posizione. Mira si trova al dodicesimo posto, poi Pianiga (14°), Camponogara (26°), Fossò (27°), Vigonovo (29°), Campolongo Maggiore (34°) e Campagna Lupia (35°). Guardando in casa d’altri, i comuni più poveri della provincia sono Cavarzere (media di 10199 euro per abitante), Chioggia (10123), Eraclea (10082), Pramaggiore (10076) e Annone Veneto (9487).

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I

l settore crocieristico a Venezia non risente di alcuna crisi, nemmeno di un contraccolpo, nonostante la tragedia della Costa Concordia. A fare queste previsioni nelle scorse settimane è stato Massimo Bernardo presidente dell’International Propeller club veneziano. Proprio il Porto di Venezia questa estate dovrebbe avere un aumento delle “toccate” delle grandi navi del 15- 20%. Sono dati che arrivano direttamente da oltreoceano e cioè dalla “Sea Trade Conference di Miami”. Più “toccate” tradotto significa più grandi navi da crociera che sbarcano passeggeri a Venezia, per la gioia di operatori turistici economici veneziani e veneti. Venezia è il primo “Home port” del Mediterraneo, cioè quello con numeri di attracco delle grandi navi da crociera più elevato. Ad ora, nonostante l’altolà alle grandi navi del ministro Clini che con un decreto pone limiti severi per le aree delicate dal punto di vista ambientale, i limiti per la laguna alle navi superiori a 40 mila tonnellate di stazza, invece sono stati congelati per l’attuale mancanza di alternative allo sbarco dei passeggeri in centro. Insomma sembra che ora ci si ponga davanti ad una scelta, legata a rischi che finora molti avevano fatto finta di non vedere, atteggiamento che continua, tanto più in un periodo di crisi come questo dove in pochi vogliono rinunciare ad una entrata di soldi certa come quella dei turisti delle navi da crociera. A.A.

Il centro storico di Mirano, la città del Miranese fra le più “ricche”

Rif.: distribuzione febbraio 2012

eneziani, miranesi e marconesi. Questi i “più ricchi” della provincia relativi all’anno d’imposta 2009 e che arrivano dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Oltre a Mirano, tra i primi dieci ci sono pure Spinea e Martellago, mentre Salzano è all’undicesimo posto. In generale, tra i primi sedici della speciale classifica che comprende i quarantaquattro comuni della provincia, ci sono sei dei sette territori del Miranese. Più staccata Santa Maria di Sala, al ventitreesimo posto. Ora si dovrà vedere cosa succederà nei prossimi anni, quando saranno rese note le dichiarazioni dei compensi negli anni peggiori della crisi economica. C’erano po- se riferito all’intera popolazione 14318 euro. Il 51,2 chi dubbi sul fatto che in Laguna si stesse meglio che per cento dichiarava un reddito dai 15 mila ai 33500 altrove ma all’occhio balza proprio il Miranese, che ha euro, mentre l’1,4 per cento, pari a 221 contribuenti, un biglietto da visita tutt’altro che disprezzabile, a di- ha guadagnato oltre 100 mila euro. Marcon, che occumostrazione che nel comprensorio il livello di ricchezza pa il gradino più basso del podio, ha un reddito medio di 23427, per residente 14068, è piuttosto alto. mentre gli over 100 mila euro Nel dettaglio, si scopre come A Cavarzere sono stati 81, ovvero lo 0,9 per il reddito medio nel Veneziano è e Chioggia cento dei contribuenti. Mirano non stato di 14318 euro, quello regio- i redditi è messa male neppure a livello di nale 12821 e italiano 11706. I fra i più bassi dichiaranti di reddito del comune della provincia fasce di reddito, che risultano piuttosto alte. Sono 334 gli abitanti di Venezia siano stati 163323 su 270801, oltre il 60 per cento della popolazione. Cia- che hanno guadagnato tra i 70 e i 100 mila euro, in scuno, in media, ha denunciato 25039 euro, con una 186 tra i 60 e i 70 mila e in 346 tra i 50 e i 60 mila. media per abitante di 15101. Mirano non è che sia di- Poi via via troviamo tutti gli altri. Al quarto posto c’è staccata così tanto e presenta numeri di tutto rispetto. Il Spinea (13933 euro pro capite), al sesto Martellago reddito pro capite di ogni contribuente è di 24402 euro, (13528 euro), all’undicesimo Salzano (13013 euro),

Tutti i diritti riservati - rif. maggio 2012


Cultura provinciale 27 7 Pittura Al museo Correr fino al prossimo 8 luglio

L’arte di Klimt torna a Venezia “Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione”, in mostra disegni, documenti e altro dell’opera di quanti diedero vita alla secessione viennese

NEWS Stage e scambi culturali enogastronomici in Canada per studenti veneziani di talento

di Roberta Psqualetto

L

’opera di Klimt torna a Venezia per festeggiare del 1902, Hermine Gallia del 1904 e Il Girasole del 1907. Questa mostra offre, grazie ad un ciclo eccezionale il centocinquantesimo anniversario dalla nascita (1862-2012). La mostra è titolata “Klimt nel segno di dipinti, la possibilità di osservare rari e preziosi disegni, di Hoffmann e della Secessione” rimarrà aperta fino a do- mobili e raffinati gioielli, ma anche elaborate ricostruzioni e interessanti documenti storici, la genesi e l’evoluzione, menica 8 luglio ed è ospitata nelle sale del Museo Correr. Questa mostra, in precedenza a Vienna, è tra i pochis- in ambito architettonico e pittorico, dell’opera di Klimt e di simi appuntamenti al di fuori dell’Austria delle celebrazio- quanti con lui diedero vita alla Secessione viennese, personi “Klimt 2012”. A quasi un secolo dalla sua acclamata naggi come Minne, Jan Toorop, Fernand Khnopff, Koloman partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1910, Gustav Moser, e soprattutto l’amico di tante avventure intellettuali Klimt torna in laguna come protagonista di una straordina- e progettuali, Josef Hoffmann. Quasi in concomitanza con “Klimt/Hoffmann”, inauria esposizione. L’esposizione è frutto di una co-produzione tra la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Museo Bel- gurata il 31 marzo scorso e apereta fino all’11 luglio Ca’ Pesaro propone “Spirito klimtiano”: Vitvedere di Vienna, a cura di Alfreid Weidinger, uno dei massimi esperti L’opera dell’artista torio Zecchin e Galileo Chini e la grande austriaco decorazione a Venezia”. In mostra due dell’artista austriaco. Nelle sale del Correr sono riu- di nuovo a Venezia cicli famosi di Zecchin e Chini che tradussero le istanze della Secessione nel nite per la prima volta la Giuditta per il 150esimo campo delle arti applicate. I (1901) e l’opera Giuditta II dalla nascita Di Zecchin il ciclo delle “Mille e una (1909), acquistata alla Biennale del 1910 per la Galleria Nazionale Moderna di Ca’ Pesaro, notte” del 1914 che decorava la sala da pranzo dell’Hotel oltre ad alcuni capolavori del Belvedere di Vienna, l’istitu- Terminus, di cui Ca’ Pesaro conserva 6 delle 12 tele conozione proprietaria della più consistente collezione di olii su sciute. Nello stesso anno a Galileo Chini fu commissionata tela di Klimt, e altri provenienti da collezioni pubbliche e la decorazione del salone centrale del Palazzo dell’Esposiprivate tra cui Lady davanti al camino del 1898, Gli amanti zione della Biennale: 18 pannelli, ispirati con “pacata leti-

SAGRE E FESTE

TERRE DEI DOGI IN FESTA Il Centro storico di Portogruaro accoglierà nel fine settimana del 4-6 maggio prossimo Terre dei Dogi in Festa, la rassegna enogastronomica del Veneto orientale, finalizzata alla promozione dei prodotti tipici in particolare dell’area Doc Lison-Pramaggiore. La manifestazione quest’anno è all’ottava edizione e si è consolidata nel tempo quale momento importantissimo di promozione e valorizzazione del territorio. L’evento viene promosso con la collaborazione di Ascom-Confcommercio di Portogruaro e le associazioni vitivinicole la Strada vini doc Lison-Pramaggiore, il Consorzio tutela vini doc Lison-Pramaggiore, le organizzazioni dei produttori agricoli, l’Associazione Pro loco di Portogruaro e con i Comitati locali e Confartigianato.

FESTA DELLA FILATURA A SALZANO Si svolgerà il 26 e il 27 maggio prossimo la XXI edizione della Festa della filatura a Salzano, la manifestazione che ripropone la ricostruzione del processo produttivo del baco da seta, con dimostrazioni pratiche di lavorazione della materia prima con macchinari d’epoca autentici, intrattenimenti musicali e spettacoli teatrali. In un secolo, tra il 1850 e il 1950, si verificò uno dei passaggi più importanti e significativi della crescita sociale ed economica del territorio salzanese, grazie alla presenza di uno dei primi insediamenti produttivi della zona che trasformò profondamente la società rurale basata sull’agricoltura in una società operaia ed artigiana del primo periodo industriale. La Festa della filatura, che si avvale del patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Venezia, del Comune di Salzano e dell’Unpli provinciale, gode della ormai consolidata collaborazione per l’allestimento delle mostre sulla filatura della Sezione Bachicoltura dell’Istituto Sperimentale sull’Agricoltura dell’Università di Padova.

Un momento dell’incontro. Foto dal sito www.provincia.venezia.it

L

Una delle più famose opere della mostra zia”, come scrive lo stesso Chini, al tema della Primavera, in prestito dalla Gnam di Roma. La mostra è aperta tutti i giorni dalle ore 10 alle 19, il costo del biglietto è 16 euro (assieme ai Musei Civici) e ridotto 8 euro. Per maggiori informazioni si può prendere contatto con lo 0412405211.

Pubblicazioni Il più grande archivio in rete in Italia

La Grande guerra on line Contiene il Censimento dei caduti veneti

U

no straordinario patrimonio di materiale vario e testimonianze a disposizione di tutti, in rete, per conservare la memoria ed eventualmente approfondire la conoscenza di uno degli eventi che ha segnato per sempre il Veneto dello scorso millennio. Si tratta dell’archivio storico on line della Grande guerra, uno strumento moderno e sofisticato, a disposizone soprattutto delle nuove generazioni, che per la ricchezza di storie, reperti e vicende umane ha già conquistato il primato nazionale. La realizzazione dell’archivio che raccoglie in gran parte materiale inedito grazie alla collaborazione tra studiosi e famiglie, nasce dall’esigenza di rendere omaggio ai 48.374 caduti veneti della prima guerra mondiale ma anche per riscoprire e approfondire, in prospettiva del centenario della fine del conflitto che si celebrerà nel 2018, gli eventi che per lo più toccarono da vicino le città di Vittorio Veneto, Nervesa della Battaglia e nel Veneziano San Donà di Piave. L’Archivio della Memoria sulla Grande Guerra è un’iniziativa realizzata dal Centro Studi Storico Militari sulla Grande Guerra “Piero Pieri” di Vittorio Veneto, con il contributo della Regione Veneto, attraverso i fondi per la valorizzazione dell’identità veneta. L’archivio, che sarà via via implementato fino a creare un minuzioso Censimen-

to dei Caduti della Grande Guerra, è già consultabile al sito www.archiviomemoriagrandeguerra.it e contiene già più di 300 fotografie inedite raccolte da archivi privati e da singole famiglie, che disponevano di lettere, cartoline, fotografie e ricordi di loro congiunti caduti nelle sanguinose battaglie che si combatterono sulle montagne e sulla pianura del Veneto nella prima guerra mondiale. Foto e documenti sono stati raccolti, scansionati, catalogati tra il 2010 e il 2011. Il Censimento dei Caduti è partito in Veneto dalla provincia di Treviso, progressivamente interesserà anche le altre provincie venete fino ad arrivare a completare il tutto entro il centenario del 2018. I caduti veneti della Grande guerra furono 9331 del Trevigiano, 8641 padovani, 8401 di Vicenza, 6830 di Venezia, 6986 veronesi, 4386 bellunesi e 3799 di Rovigo. G.G.

o scorso 18 aprile all’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione, Commerciali e Turistici “E.Cornaro” di Jesolo si è tenuto il secondo incontro tra una delegazione veneta di emigrati in Canada e gli studenti dell’istituto scolastico. L’iniziativa era organizzata dall’associazione Veneziani nel Mondo, con il supporto del vicepresidente e assessore provinciale Veneziani nel Mondo Mario Dalla Tor e dell’assessore provinciale all’Istruzione Claudio Tessari, che hanno partecipato all’incontro, e con il Cfp provinciale di Chioggia e l’istituto professionale alberghiero di Jesolo. La delegazione era guidata dalla religiosa Suor Angèle, al secolo Angiola Rizzardo, veneta, emigrata in Canada, protagonista di programmi della tv canadese sull’enogastronomia veneta elaborata in stile canadese ed anche ambasciatrice ufficiale del ministero dell’Agricoltura canadese. Insieme a lei, la presidente dell’associazione Veneziani e Amici di Venezia e di Montreal, Concetta Voltolina, il presidente e vicepresidente nazionali dei cuochi e pasticceri del Quebec René Derrien e Denis Pasquin, la direttrice della Scuola di Cucina di Longueil Nancy Brisson e Giovanna Giordano da Montreal. “Plaudo all’iniziativa - ha commentato il vicepresidente della Provincia Mario Dalla Tor - e accolgo la vostra proposta di gettare le basi per un gemellaggio tra le scuole alberghiere che rappresentate e i nostri istituti professionali. Concordo con l’ipotesi di avviare per gli studenti di talento possibilità di scambi e stage, l’organizzazione di giornate formative, lezioni dimostrative e appuntamenti per approfondire la cucina veneta e le sue tipicità. E’ necessario creare opportunità e favorire scambi di cultura e conoscenza enogastronomica formando i nostri giovani, a sostegno di un settore economico primario come il turismo; la Provincia di Venezia è al primo posto nel Veneto e in Italia per presenze turistiche: 35 milioni nel 2011. Massima è la collaborazione per la stesura di un protocollo che definisca le azioni formative da avviare”. “Abbiamo coinvolto - ha osservato l’assessore Claudio Tessari - il centro di formazione provinciale professionale alberghiero di Chioggia e l’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione, Commerciali e Turistici “E.Cornaro” di Jesolo che sono un’eccellenza del territorio”.


28 6

IL VENETO

in PRIMO PIANO Sanità, nuovi tagli in vista

Piano socio-sanitario Fissati criteri guida per l’adeguamento ai costi standard 2013

Le aree con una popolazione tra i 200 e i 300 mila abitanti avranno una Ulss di riferimento. I posti letto per acuti saranno 3 ogni mille abitanti di Alessandro Abbadir

P

iano sociosanitario Veneto, è allarme per i tagli in vista. L’allarme è arrivato al punto che in molti fra gli amministratori e forze politiche temono per la chiusura di interi nosocomi. La Regione Veneto infatti, ha stilato nelle scorse settimane il nuovo piano per la riorganizzazione della sanità, che è arrivato all’esame della commissione competente contenendo già dei “criteri guida” ben precisi. Fra questi si è convenuto, per l’adeguamento dei costi standard per il 2013, che la dimensione ottimale di una azienda sanitaria in Veneto debba essere quella di struttura di servizio ad un’area di 200- 300 mila abitanti. Il numero dei posti letto fissati è di 3 per mille abitanti per quanto riguarda gli acuti. Il numero dei posti letto riguardanti le strutture di riabilitazione intensiva è di 0,5 posti letto per ogni mille abitanti (come al centro di riabilitazione “San Camillo” a Venezia per intenderci). Sarà invece di 1,2 posti letto ogni mille abitanti la percentuale riferita alle strutture intermedie, come quelle per malati terminali oncologici, per malati di

Alzheimer, ospedali di comunità in aree come quelle montane e lagunari con grande dispersione della popolazione. I nuovi criteri però, facendo un calcolo, portano ad una stima che prevede un taglio di circa 2000 posti letto a livello regionale. E questo rischia di comportare in alcuni casi tagli delle strutture ritenute non più funzionali lasciando scoperti interi territori e popolazioni che avranno a disposizione, solo l’ospedale del capoluogo di provincia. La “lista della paura” delle dismissioni in Veneto vede “nel mirino” i presìdi ospedalieri di Dolo, Piove di Sacco, Adria o Porto Viro, Noventa Vicentina, Valdagno, Bussolengo e “Borgo Roma” a Verona. A Dolo per cominciare il rischio in questa prospettiva è che vengano cancellati 365 di posti letto, a di Piove di Sacco 290, 230 ad Adria, 124 a Noventa Vicentina, 166 a Valdagno, 170 a Bussolengo e ben 682 all’ospedale veronese “Borgo Roma”. Contro queste fosche prospettive, si sono mobilitati sindaci, associazioni, comitati, sindacati e consiglieri regionali. In quinta commissione in particolar modo: il

presidente Leonardo Padrin (Pdl), e i consiglieri regionali Carlo Alberto Tesserin (Pdl) , Bruno Pigozzo (Pd), Carlo Sernaglia (Pd) e Federico Caner (Lega Nord). A fugare i timori più cupi ci ha pensato il consigliere regionale Bruno Pigozzo. “E’ indubbio – dice Pigozzo che ci possano essere preoccupazioni per i tagli in vista. Come consiglieri regionali cercheremo di salvaguardare in ogni modo il diritto alla salute. L’esame sul merito delle schede tecniche abbinate al Piano socio sanitario partirà in quinta commissione a metà maggio. Sulle schede ospedaliere la commissione avrà parere vincolante e siamo pronti a rimediare se sono state fatte delle forzature proponendo emendamenti anche in accordo con le forze di maggioranza”. Intanto forze politiche, e referenti territoriali in tutte le province, hanno avviato mobilitazioni, raccolte di firme e in qualche caso hanno ottenuto rassicurazioni, che gli ospedali nei territori di loro riferimento non verranno chiusi. Per capire che succederà concretamente però bisognerà aspettare qualche settimana.

Ulss 13 Dolo – Mirano

“NESSUNA CHIUSURA, SIAMO SOTTO FINANZIATI”

L

a paura è grande, l’ipotesi di una possibile chiusura dell’ospedale di Dolo in Riviera del Brenta ha fatto subito intervenire associazioni ed istituzioni che si sono mobilitate in sua difesa. Nelle scorse settimane, è stato chiamato direttamente in causa dalla Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 il direttore generale Arturo Orsini. Orsini ha spiegato che da quanto risulta, non è prevista alcuna chiusura dell’ospedale di Dolo (che insieme con quello di Mirano compone l’azienda sanitaria). Anzi, ha ribadito Orsini ai sindaci: sarà ben difficile chiudere una struttura che con 2700 dipendenti e essendo sempre sotto finanziata, è risultata un esempio di eccellenza a livello regionale. “Se stessimo a valutare il nuovo criterio - sottolinea il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 13 Fabio Livieri - questo è in Riviera e Miranese di 2,7 posti letto ogni mille abitanti, inferiore ai 3 previsti nelle nuove disposizioni. Sono stati stanziati 5 milioni per l’ammodernamento dell’ospedale di Dolo”. Soldi però che per altri sindaci non bastano proprio, visto che il “fabbisogno” richiesto e mai concesso, sarebbe di 40 milioni di euro. Resta poi aperta la questione dei territori “cerniera” e cioè quelli della Riviera Sud con i comuni di Campolongo Maggiore, Camponogara e Campagna Lupia. Questi sono nei guai più di altri perché oltre a Dolo si parla del rischio della chiusura di un altro ospedale per queste popolazioni di riferimento: quello di Piove di Sacco. “Se chiudono gli ospedali di Piove e Dolo - dice sconsolato il sindaco di Campolongo, Alessandro Campalto - non ci resta che Chioggia, Padova o Mestre, tutte località che con il traffico A.A. sono ad oltre un’ora di strada”.

SANITÀ PIOVESE IL CONSIGLIO COMUNALE VIGILA SUL FUTURO DELL’OSPEDALE

S

ono passate alcune settimane da quella sofferta conferenza stampa con la quale il direttore generale dell’Asl 16 Adriano Cestrone e il presidente della quinta commissione sanità regionale Leonardo Padrin si sono affrettati a smentire le notizie che paventavano la chiusura dell’ospedale piovese. Nel frattempo a palazzo Ferro Fini, in seno alla Quinta commissione, si è provveduto ad approvare il piano sanitario regionale con le relative schede ospedaliere. Ma qualcuno non si fida. Tant’è che il pubblico consesso di palazzo Jappelli ha elaborato ed approvato un ordine del giorno in

difesa dell’ospedale Immacolata Concezione. Il documento, presentato dall’opposizione e precisamente dai consiglieri Lino Conte, Stefano Chinaglia e Davide Gianella, è stato approvato all’unanimità e, quindi, anche dalla maggioranza. Nello scritto gli autori si dicono ancora allarmati circa il futuro del nosocomio la cui chiusura “sarebbe di una gravità inaudita, in quanto stiamo parlando una struttura che serve da punto di riferimento sanitario a oltre 70 mila cittadini che faticherebbero molto trovare risposte dall’ospedale S.Antonio. Ricordiamo le promesse fatte da Padrin e Cestrone nel fugare le preoccupazioni sulle sorti del nostro ospe-

dale – si legge sempre nello scritto – e che nei piani della Regione non vi è volontà di chiuderlo, pur nell’ambito del piano di razionalizzazione delle spese sanitarie. Rimangono comunque le nostre preoccupazioni circa il ritardo nel rimuovere le situazioni di sofferenza in cui versano alcuni reparti per la mancanza della figura apicale di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, Rianimazione, Medicina e Geriatria”. Il documento termina annunciando che il consiglio comunale piovese si ritiene in stato di agitazione permanente e ben vigile circa le decisioni regionali. Gianni Patella


Il Veneto in primo piano 29 7 Sanità Padova sarà la prima città veneta a testare il Pronto Soccorso provinciale

Confermate le tre Uls e gli ospedali principali di Nicola Stievano

N

ello scacchiere della sanità provinciale il nuovo piano regionale conferma le tre Uls e i principali ospedali, su tutti Padova che avrà un nuovo nosocomio sulla cui ubicazione ormai i giochi sembrano fatti. La struttura sorgerà a Padova Ovest e, insieme a Verona, sarà una struttura di riferimento nazionale, al vertice della rete ospedaliera. Quello di Padova sarà un “hub”, terminologia adottata dalla regione per definire gli ospedali di riferimento che avranno sede nei capoluoghi di provincia e potranno mantenere tutte le specialità. Ulteriore gradino è rappresentato dagli “spoke”, ospedali di rete che avranno un bacino di 200mila abitanti: Citta-

IN POLESINE

della – Camposampiero nell’Alta Padovana e ne anche per le schede relative alla dotazione il nuovo ospedale di Schiavonia fra Monselice ospedaliera: spetterà alla giunta adeguarle, ed Este nella Bassa. L’”offerta ospedaliera” si sentito il parere obbligatorio e vincolante della chiude con i “nodi di rete”: strutture per acuti quinta commissione. Nella nostra provincia non ci saranno variazioni significative per le tre Uls prevalentemente ad indirizzo riabilitativo. (la 16 cittadina e del Una riorganizzazioPiovese, la 15 del’Alta ne che significherà chiu- Alcuni reparti Padovana e la 17 della sura di reparti (è il caso dovranno chiudere, Bassa), tutte al di sopra ad esempio dei servizi di ora c’è attesa del limite dei 200 mila otorino che troveranno per le schede abitanti e quindi non tocposto solo negli ospedali delle strutture cate dalla riorganizzaziodi riferimento), o riconversione della struttura ospedaliera. Novità ne territoriale. Per quanto riguarda gli ospedali anche per i direttori generali poi dureranno tre a Padova il Sant’Antonio sarà una struttura “inanni e per non più di due mandati. Rivoluzio- tegrata” con Piove di Sacco mentre nell’Alta

Cittadella e Camposampiero dovranno razionalizzare i servizi. Non ci dovrebbero essere sorprese per gli ex ospedali di Montagnana e Conselve, entrambi ad indirizzo riabilitativo. Il centro di riabilitazione funzionale di Conselve, riferimento regionale, passerà sotto la gestione diretta dell’Uls 17 già nei prossimi mesi, come annunciato. Tutto bene dunque? Leonardo Padrin, presidente della Quinta Commissione regionale Sanità, parla di una vera e propria rivoluzione. Per il centrosinistra invece il vero terreno di confronto saranno le schede regionali sulle singole strutture, per le quali c’è molta attesa e qualche preoccupazione. Ma ormai indietro non si torna.

ADRIA SALVA, NON VERRÀ ACCORPATA ALL’ULSS 18 DI ROVIGO

I

l Polesine è salvo sul piano sanitario, dopo la decisione della V commissione regionale di tutelare la provincia di Rovigo per peculiarità e specificità del territorio. L’assessore regionale Pdl Maria Luisa Coppola e il consigliere Mauro Mainardi difendono l’autonomia dei due ospedali di Adria e Rovigo contro l’accorpamento e ribadiscono: “Le Ulss rimarranno due. I continui blitz del Carroccio con Antonello Contiero e di Cristiano Corazzari, sostenitori dell’Ulss unica, sono miseramente falliti. Un territorio come il nostro non può prescindere da una rete ospedaliera vicina anche alle realtà più marginali. Il Polesine, in un’ottica di riforma della sanità, non poteva essere trattato al pari delle altre zone metropolitane della pianura”. Ora la parola passa al consiglio regionale che dovrà discutere e approvare il piano. E ancora, commentano: “la Lega ha tentato di mettere a segno un blitz per accorpare le due Ulss di Adria e Rovigo, ma noi a questo giochetto non ci stiamo e faremo di tutto per

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rivendicare l’autonomia e la piena indipendenza delle due realtà. La partita attorno al piano sociosanitario è aperta e noi la giocheremo fino in fondo”. Secondo i due esponenti del centrodestra “i risparmi minimi derivanti dalla fusione delle due aziende sanitarie non giustificano lo smantellamento di un sistema che funziona e che consente di presidiare il territorio con professionalità e competenza. L’Ulss di Adria, in particolare, ha i conti in ordine e nel tempo è riuscita a costruire un piccolo sistema di eccellenza, accorparla non solo è sbagliato politicamente ma anche economicamente”. Anche Corazzari conferma:” Adria dovrà essere ospedale di rete. Non vogliamo però difendere i posti degli amici degli amici. Qui nessuno ha fatto blitz in commissione sanità, peraltro a guida Pdl. Ci possono essere dei punti di vista diversi che si attenuano con il confronto ma non con gli attacchi. Mainardi peraltro è stato eletto nel listino di Zaia e non dovrebbe parlare male dei suoi alleati!”. Me.Ru.

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30 8 Il Veneto in primo piano Società “Anziani per Padova”, il progetto promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Ulss 16

Il tempo nuovo degli over 65 Per la maggior parte sono attivi, coltivano hobby, in molti lavorano e aiutano i figli. Negli ultimi 10 anni hanno assunto un ruolo centrale di Ornella Jovane

L

a vecchiaia, un tempo nuovo nella società contemporanea. Nel corso dell’ultimo decennio gli anziani, anche in Italia, hanno assunto un ruolo sociale nuovo, diventando in molti casi fulcro e punto di riferimento per intere generazioni. Hanno una vita sociale attiva, sono autonomi, occupati in hobby e attività di volontariato e, in molti casi, sono di supporto ai figli in difficoltà sul piano lavorativo e occupazionale - non di rado come ammortizzatori sociali - e alle loro famiglie, sostegno per la cura e l’educazione dei nipoti. In Italia gli over 65enni che stanno in buona salute e continuano ad essere parte attiva della nostra società sono 11 milioni. E’ dunque evidente, considerato l’importante apporto che gli over 65 offrono alle comunità, la necessità e l’opportunità di riconoscere e restituire valore al ruolo sociale dell’anziano che, ancora oggi, nell’opinione comune continua ad essere visto troppo spesso solo come un paziente da assistere o un

“peso” economico da sostenere. Partendo da questo presupposto - la necessità di restituire valore sociale agli anziani - è maturato il progetto “Anziani per Padova”, che prende il via il 7 maggio e proseguirà fino al 13 del mese. Si tratta di un “contenitore” di inziative dedicate al tema dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. Un evento promosso dal Dipartimento interaziendale ad attività integrata dell’anziano dell’Azienda ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 e l’Università di Padova, insieme all’Assessorato alle Politiche sociali e per la famiglia del Comune di Padova, all’Ufficio scolastico provinciale e all’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, in collaborazione con CSV-Centro servizi per il volontariato della provincia di Padova, di enti e istituti di cura, e con l’ampio coinvolgimento della rete di associazioni che operano sul territorio. Inserito a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno europeo dell’invecchia-

mento attivo e della solidarietà tra le generazioni, il progetto padovano si configura ad oggi, a livello nazionale, come il più articolato degli eventi dedicati, tanto da aver ricevuto il patrocinio del Segretariato Sociale Rai. E proprio l’invecchiamento attivo, il dialogo e la solidarietà tra le generazioni saranno i temi al centro del ricco calendario: appuntamenti medico-scientifici, a partire dal Congresso nazionale della Società di Chirurgia geriatrica, il 10 e 11 maggio, all’aula Morgagni del Policlinico universitario, e dal convegno sulla carta etica dei servizi alla persona anziana; corsi di perfezionamento per operatori sanitari, ad esempio sugli aspetti etici, giuridici e assistenziali per l’umanizzazione delle cure anche in fase terminale; dibattiti su questioni di stretta attualità, come quelli sul modello solidaristico intergenerazionale, la cura domiciliare, le novità legislative in materia di previdenza; seminari sul rapporto tra terza età e tecnologie informatiche, le truffe agli

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Un contenitore di eventi incentrato sui temi dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni

Gli anziani hanno assunto una funzione fondamentale nell’organizzazione della società attuale

anziani... E ancora laboratori creativi, mostre, spettacoli di teatro e musica. Occasioni di riflessione sugli stili di vita che consentono di restare in salute più a lungo, ma anche di confronto tra generazioni, grazie al coinvolgimento di alcune scuole padovane, alcune delle quali saranno impegnate nel progetto a livello organizzativo. Fra gli ospiti che interverranno nei vari eventi in programma anche il famoso psicologo veronese Vittorino Andreoli che nella lectio dal titolo “La vecchiaia: tempio per un nuovo umanesimo”, affronterà il tema dell’invecchiamento come opportunità e conquista della

società contemporanea. La settimana sarà l’occasione per annunciare ufficialmente la nascita di una Fondazione promossa dal Dipartimento che avrà l’obiettivo di favorire la prevenzione in età adulta e di migliorare le condizioni di vita dei pazienti geriatrici. Per informazioni: ufficio attività creative terza età - Settore Servizi Sociali - Comune di Padova, via Giotto, 34 - 35137 Padova.Tel. 049 651255 fax 049 664814 Orario: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12, martedì dalle 15 alle 16:30. E-mail segreteriaterzaeta@comune. padova.it

PIÙ LONGEVI, PIÙ SPORTIVI E ANCORA LAVORATORI

D

all’elaborazione dei dati Istat 2011 e Auser 2012 risulta che gli over65 in Italia sono 12.301.000 (il 20,3% della popolazione italiana), di cui 16.000 ultracentenari. L’età media della popolazione è passata da 41,7 anni nel 2001 a 43,5 nel 2011. Tra il 1980 e il 2008 la speranza di vita alla nascita è cresciuta di oltre 8 anni. Oggi si attesta a 78,8 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne e continuerà a crescere nei prossimi 40 anni, arrivando a quasi 90 anni per le donne e 84 per gli uomini. La non autosufficienza. (dati Istat, 2011) Oltre 2.000.000 di anziani riportano una condizione di totale mancanza di autosufficienza per almeno una delle funzioni essenziali della vita quotidiana. Il 74% degli ospiti delle strutture residenziali presenti in Italia sono anziani con almeno 65 anni (75.868 sono autosufficienti e 225.182 non autosufficienti). Anziani e lavoro. (dati Istat, Auser, 2011) Il lavoro rappresenta il 10% circa del reddito degli anziani in Italia. 375.000 gli occupati. Dal 2004 al 2011 il numero di occupati tra i 55-64enni è aumentato dell’8% su tutto il territorio nazionale, passando dal 30,5% al 38% (dato Isfol, 2012). La regione con il tasso di occupazione più alto è il Trentino Alto Adige. Una vita attiva e impegnata. (dati Auser, 2012) Tra il 2001 e il 2010 la percentuale di anziani tra 65 e 74 anni che fa sport in modo continuativo è passata dal 4,4% al 9,8%.

In 10 anni il numero di anziani che pratica sport in modo continuativo è raddoppiato

Dal 2009 al 2010 è aumentato dell’1% il numero di coloro che si dichiarano in buona salute Nel 2010 gli uomini nella fascia d’età 65-74 che praticano attività fisica sono il 18% contro il 12,7% delle donne. Per gli over 75 si scende al 7,6% per gli uomini e al 4,1% per le donne. Gli over75 che svolgono attività fisica in modo continuativo sono passati da 1,4% a 3,5%, con un aumento del 2,1%. Anziani e salute. (dati Auser, 2012) Tra il 2009 e il 2010 si è registrato un aumento di oltre l’1% di coloro che si dichiarano in buona salute (per la fascia 6574 si passa da 36,9% a 38,8%, per quella over75 da 20,9% a 22,2%).


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32 Voci da palazzo

Voci da palazzo 11

Bilancio regionale Alla società sono stati assegnati 55 mila euro in 3 anni

Veneto strade non è ancora fuori dal tunnel P

BOTTA E RISPOSTA Laura Puppato e Renato Chisso

“NON VENDETE ILLUSIONI”

Vernizzi ha parlato di un ridimensionamento delle opere già progettate. Verrà data precedenza alla priorità ma manca un piano che ne stabilisca l’ordine

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opo l’allarme di default lanciato da Silvano Vernizzi, ormai qualche mese fa, i soccorsi sono arrivati per mettere al sicuro il futuro di Veneto Strade. L’amministratore delegato infatti aveva denunciato che se la Regione avesse confermato l’azzeramento degli stanziamenti per il 2012, come era apparso in un primo momento, per la società, partecipata al 30% dalla Regione, al 50% dalle sette provincie e al 20 dalle società autostradali, sarebbe stato il tracollo. Per gli addetti ai lavori la squilla è suonata più o meno come un “Niente nuovi cantieri, nessuna garanzia d’interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria”. L’outing di Vernizzi ha tuttavia messo in moto una serie di richieste da parte dei consiglieri regionali all’assessore al bilancio, Roberto Ciambetti, che in parte sono state accolte e soddisfatte. Tuttavia a Veneto strade non sono stati destinati i 100 milioni di euro chiesti da Dario Bond, nemmeno i 40 ritenuti una soglia sicura per il proseguo delle attività. Ne sono stati assegnati 55. In tre anni, però. 15 per il 2011, 20 per il 2012 e altri 20 per l’anno successivo. Pochi o tanti, questo è quello IL BILANCIO che Ciambetti ha deciso di scucire. Sforzata DI VENETO STRADE la soddisfazione espressa dell’assessore eneto Strade chiude con un bilancio in attivo di 32 mila Renato Chisso, anche se in occasione della euro con un patrimonio netto di 6.699.722 euro, con uno presentazione del bilancio di Veneto Strade stato del patrimonio attivo di 663.932.777. Nel 2011 ha ha cercato di ridimensionare l’entità del destinato il 62,93% delle risorse in opere viarie, il 25,74% al rischio corso in precedenza. “La società personale (in calo), l’11,32% al funzionamento della società. - ha attaccato Chisso - è stata bistrattata Giovanni Nel 2011 ha realizzato lavori per 29 milioni di euro. da opinioni rese in libertà”. Insomma per Vernizzi l’assessore si sarebbe trattato semplicemente di qualche parola sfuggita o detta in modo incauto. Più di qualcuno, invece, vero la Società può vantare crediti verso la il 2002 anno di inaugurazione di Veneto nel tentativo di chiusura dei rubinetti alla Regione per 117 milioni di euro che in Ve- Strade, comprese le opere complementari società avrebbe ravvisato un avvertimento neto Strade sono convinti di riscuotere entro al Passante di Mestre e all´A28, la società o comunque il tentativo da parte della Lega l’anno ma se così non fosse? Ed è ovvio che ha appaltato al 20 marzo 2012 interventi di ridimensionare l’azione del potente as- così non sarà visto che sul bilancio regionale per 875 milioni di euro: 200 progetti di cui sessore pidiellino. Non è detto, però, che pendono i vincoli imposti dal Patto di sta- 115 già ultimati o in fase di realizzazione. bilità. Il presidente Ver- Ma ci sono altri 800 milioni di progetti che i problemi siano finiti nizzi infatti è sembrato con i chiari di luna degli ultimi tempi rischiaper Veneto strade, per Ci sono altri mettere le mani avanti no alla grande. il Presidente esiste il 800 milioni Al vaglio dell’assessore Chisso c’è anquando ha parlato di un rischio che le risorse di progetti ridimensionamento del- che l’ipotesi di mettere in rete Veneto Strasiano poche per por- che rischiano le opere già progettate. de con l’altra società regionale Cav, Contare avanti le opere alla grande “Per il prossimo triennio cessioni autostradali venete, che controlla progettate. Lo stesso espetto è stato sottolineato anche dalla ca- – ha spiegato - ci sono di fatto sul tavolo il Passante di Mestre e un tratto dell’A4 con pogruppo del Pd, Laura Puppato, sostenen- 55 milioni, per questo stileremo una tabella lo scopo di mettere insieme risorse utili al do che con i 20 milioni di euro stanziati per delle priorità e su queste andremo ad inter- settore e dare fiato alle casse della società l’anno in corso e 120 di debito che pesano venire”. Senza mega piano triennale però con una ventina di milioni all’anno ma ad sulle casse della società, ora ridotti a 32, e quindi non si sa su quali basi verranno oggi si parla di se e ma appesi ai fili del sia fantascienza immaginare un’attività decise queste priorità. Da ricordare che per “forse domani”. che superi il limite dell’ordinario. A dire il i tre piani regionali approvati finora, dopo

NEWS

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er la capogruppo del partito democratico Laura Puppato è inconcepibile come i vertici di Veneto Strade abbiano il coraggio di continuare a vendere illusioni difendendo la funzionalità dell’ente e promettendo opere ed interventi a iosa. Se questi signori - precisa - ritengono che un utile 2012 di 32 mila euro e le risorse dell’ultima finanziaria regionale (10 milioni per il 2012) possano far fronte al consistente indebitamento che Veneto Strade ha con le banche e assieme assicurare la prosecuzione di vecchi e nuovi lavori, oltre alla manutenzione ordinaria della viabilità, forse non hanno ben capito la situazione in cui ci hanno portato. Davvero - si chiede la capogruppo del Pd - sono convinti che si possa con queste disponibilità andare molto oltre il pagamento degli stipendi dei dipendenti e la gestione di una struttura così imponente? Ritornino con i piedi per terra - aggiunge Puppato - facciano i responsabili e non i venditori di fumo, dicendoci chiaramente come l’ente pensa di realizzare gli interventi ordinari di propria competenza, cosa ne sarà delle opere pubbliche previste dal piano triennale e che destino avranno i cantieri programmati da 10 anni e ancora da aprire per un ammontare di 800 milioni. Ed a proposito di federalismo stradale, tanto caro all’assessore Chisso - conclude la Puppato - vorrei invitarlo ad andare a visitare i cantieri in corso e a spiegarci ad esempio perché sulla Pedemontana non risulta a tutt’oggi impiegato neppure un lavoratore veneto.

LA CAPOGRUPPO NON VENGA A “FARE FUMO”

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n vecchio e guerresco film d’epoca fascista raccontava di una battaglia navale tra la marina italiana e quella inglese. Sorpreso dal fuoco nemico, l’ammiraglio comandante faceva avanzare le cacciatorpediniere con un ordine preciso: ‘fare fumo’. Le coraggiose navi si lanciavano velocissimamente contro l’avversario e, virando sul fianco, emettevano una enorme quantità di fumo nerastro per impedire agli inglesi di vedere le navi da battaglia italiane. Gli inglesi però avevano il radar. Ecco, la capogruppo del Pd in Consiglio regionale mi sembra una cacciatorpediniera mandata a fare fumo, non avendo il radar”. L’assessore regionale alle politiche della mobilità prende da lontano le accuse della capogruppo Pd, che lamenta la scarsità di risorse della finanziaria regionale (“secondo lei 10 milioni di euro”) chiedendosi come possa Veneto Strade far fronte al consistente indebitamento con le banche e ai lavori. “Ricordo che quei presunti 10 milioni li ha votati anche lei, ma forse, causa fumo, non sa neppure cosa ha approvato, visto che si tratta di 15 milioni per il 2012, 20 per il 2013 e 20 per il 2014. L’esposizione bancaria è sempre un problema, ma se la capogruppo del PD avesse letto tutte le carte del bilancio di Veneto Strade Spa avrebbe scoperto che questa esposizione un anno fa era di 110 milioni di euro e oggi è calata a 36 milioni. Ci sono però crediti nei confronti della Regione per 117 milioni. In più la società ha anche degli utili, benché questi non rientrino tra gli scopi societari”. “Il vero problema non è l’esposizione della società, ma il fatto che la Regione non possa pagare ciò che le deve a causa del Patto di Stabilità, ma in ogni caso è un credito reale e non illusorio. Questa è la causa dell’indebitamento, rispetto a spese di gestione che sono diminuite e ad una confermata efficienza della struttura di fronte a problemi che sono e stanno diventando enormi a causa del drenaggio governativo di risorse locali. Questo ci porta a tenere i piedi ben per terra, su tutti i fronti infrastrutturali – dice ancora l’assessore – compreso quello della Pedemontana, che si paga da sé e rispetto alla quale abbiamo capito che la capogruppo del Pd lamenta una presenza di lavoratori siciliani, che in altra situazione sono stati ritenuti una sorta di portatori di interessi mafiosi. Mi fa piacere che la signora si sia anche lei convertita a privilegiare i veneti, ma il suo modo di proporre la cosa fuma di razzismo”.

“L’ASSESSORE LA SMETTA CON LE SUE TRAME DI FANTASIA”

“F

accio i complimenti all’assessore Chisso - scrive la capogruppo democratica - per l’approfondita cultura cinematografica d’epoca fascista. La cosa fondamentale è che Chisso non continui a proiettare le sue trame di fantasia. Resti piuttosto sul concreto, prima che quello su Veneto Strade diventi un film drammatico. L’unica cosa che continuiamo a chiedere - precisa la Puppato - è che venga detto con chiarezza cosa faranno operativamente gli oltre 200 dipendenti di Veneto Strade e come procederanno i cantieri ed i progetti. I fondi deliberati con l’ultimo bilancio sono stati stanziati anche grazie al lavoro emendativo del Pd, per cui so benissimo di cosa stiamo parlando. Proprio per questo ribadisco che le risorse attualmente a disposizione non riescono neppure a coprire gli appalti già fatti. La nostra - ribadisce - è una richiesta di chiarimenti tanto legittima quanto doverosa, alla quale la Giunta e i vertici di Veneto Strade devono altrettanto doverosamente rispondere. La cosa più sorprendente - conclude Puppato - è che Chisso e i suoi gridino al miracolo di fronte ad una situazione che in realtà sta pesantemente pregiudicando l’immediato futuro dell’ente. Non mi sembra una cosa normale: a meno che non abbiano la passione per i film dell’orrore...”.


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12 Cultura veneta 34 Intervista Il sottile viaggio ironico di Riccardo Gusmaroli

Nei vortici di barchette di carta, l’invito al sorriso L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi

di Alain Chivilò

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egli ultimi sei anni il mondo dell’arte è invaso da vortici di barchette di carta di diversi colori. L’autore è Riccardo Gusmaroli, nativo di Verona dal 1963, che abbiamo incontrato nel corso dell’inaugurazione della mostra personale alla Galleria Orler di Mestre. Capsule farmaceutiche, uova di gallina lavorate con un trapano odontoiatrico, cartine geografiche, francobolli, barchette e aeroplanini di carta sono alcuni materiali usati da Gusmaroli che non sono scherzi artistici tendenti alla provocazione, tema attuale dell’arte contemporanea, ma sono una sottile ironia che non fa quel passo successivo all’irretire l’usufruitore positivamente o negativamente. Oggetti quindi molto semplici ma decontestualizzati dalla visione quotidiana, come le barchette inserite all’interno di un ipotetico viaggio. Com’è nata l’idea delle barchette e degli aeroplanini? “Non mi è nata l’idea, perché a dire il vero c’è l’abbiamo dentro di noi da sempre. L’ho sfruttata in un altro modo, ossia la semplicità utilizzata per l’arte diventa fondamentale per la comunicazione. Ho utilizzato questi mezzi molto semplici per comunicare con l’arte”. La tematica del viaggio e dei relativi vortici. Cosa significano per lei? “Il viaggio mi ha sempre appassionato. E’ un modo per sviare, cambiare e fare una strada diversa da quella di tutti i giorni. Non si può sempre fare nella realtà, ma c’è la possibilità di farlo nel privato grazie all’arte. La mente è predisposta al viaggio e l’arte è il mezzo che ci aiuta in questo”.

Nella foto piccola l’artista veronese Riccardo Gusmaroli e alcune delle sue opere con i vortici fatti di barchette di carta I colori dei vortici hanno una preferenza? “Non ho particolari preferenze e motivazioni. Per esempio nel bianco, un non colore, si vede soltanto l’ombra, mentre negli altri c’è una tonalità che può portare verso altre direzioni. Diciamo che è un effetto sentimentale che l’opera assume sulle persone”. Quale importanza ricopre la fotografia nel suo agire pittorico? “Ho sempre fatto il fotografo, quindi utilizzo la fotografia per coprire, ossia quando dipingo la voglio distruggere. Questo con una sorta di simpatia, nel senso che cerco di cambiare l’aspetto fornendo una nuova vita. Libertà di materiali e superfici da utilizzare, passando per esempio attraverso i francobolli e le campiture monocrome. Ogni materiale è uno spunto per compiere qualsiasi lavoro. L’infinità del materiale a disposizione mi permette di lavorare su vari fronti, in modo da far capire meglio alle persone quello che sto facendo”.

La provocazione nell’arte. Quale personale opinione e quali sviluppi? “La provocazione nell’arte è una cosa inutile perché in fondo siamo capaci tutti a fare. Con le mie opere stimolo chi è di fronte a esse. Non do titoli ai lavori e non pretendo che una persona capisca il mio lavoro, ma che almeno sorrida. Cerco di dare la possibilità agli altri di vedere qualcosa di diverso”. Qual è il suo concetto di Arte? “La mia arte non da messaggi ma stimola le persone a capire qualcosa di se stessi. Tramite il mio lavoro do la possibilità agli altri di vedere in se qualcosa. Spesso non traspare il mio pensiero, non do messaggi ed è la cosa che preferisco. L’arte non è fatta per spiegare, ma per essere compresa. E’ un’interpretazione di ciò che vedi. Non sono concettuale come lavoro perché procedo d’istinto. Nella realizzazione delle opere aspetto che arrivi una stimolazione per sviluppare qualcosa”.

Casa dei Carraresi, Treviso

MANCIÙ ULTIMO ATTO

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a mostra “Manciù. L’ultimo imperatore”, a Treviso presso la Casa dei Carraresi, continua il successo di visite e critica tanto da prorogare la chiusura al 20 maggio. Un’occasione in più per approfondire, a casa nostra, l’ultima epopea del Celeste impero che conclude un viaggio iniziato nel 2003, chiudendo con questa quarta tappa 2500 anni di storia della Cina. Un percorso sapientemente curato dal sinologo Adriano Màdaro che ha tracciato e proposto contenuti sempre vincenti e accattivanti. Dal 15 febbraio scorso la mostra ha rinnovato dei reperti con un avvicendamento disposto dalla tutela del governo cinese che impone un’esposizione non più lunga di 3 mesi. Cinque vessilli imperiali sostituiti con altrettanti in una versione di nuvole stilizzate a forma di spirale posti all’ingresso della mostra. Lo stesso per gli abiti imperiali come la veste estiva, le calzature di concubina e il set di borsette di seta da appendere alla cintura come da tradizione del popolo Manciù. Due nuovi dipinti del più grande pittore del ‘700 cinese il gesuita milanese Giuseppe Castiglione, tre ritratti imperiali e la seconda parte del rotolo di seta dipinto nel 1751 da Xu Yang che mostra lo svolgersi della vita quotidiana a Shaoxing. Semplicemente un successo avvalorato da una proiezione finale di più di 100 mila visitatori. La macchina organizzativa non si ferma qui, perché dal 26 ottobre prossimo ci sarà la prima mostra al mondo dedicata al Tibet. Il grande lavoro in precedenza svolto di divulgazione della cultura cinese, unito a ottimi rapporti con le massime autorità, del curatore Màdaro, unico membro non cinese del consiglio direttivo permanente dell’Accademia Cinese di Cultura Internazionale, porterà in occidente una mostra unica e irripetibile che musei prestigiosi europei e statunitensi non sono mai riusciti a ottenere. Al.Ch.

TRE MOSTRE DA NON PERDERE Gipsoteca Canova a Possagno

LA “DANZATRICE” RITROVA I SUI CEMBALI

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anova e la danza” è la mostra, presso il Museo e Gipsoteca di Antonio Canova a Possagno (Tv) fino al 30 settembre, che sviluppa la poetica del ballo, del volo e della suggestiva leggiadria della danza. Antonio Canova (Possagno 1757 – Venezia 1822) si misura nella scultura con il motivo della figura in volo, traducendo il dinamismo della danza leggero e sinuoso, nel marmo o nel dipinto. La mostra ruota intorno al modello originale in gesso della “Danzatrice con i cembali”, eseguito 200 anni fa nell’atelier romano dell’artista, restaurata grazie alla ditta Fassa Bortolo e al Bode Museum di Berlino che espone l’originale in marmo che fu eseguito per l’ambasciatore russo a Vienna Andrei Razumovskij. Durante la Grande Guerra, l’opera era stata danneggiata da una granata nei cannoneggiamenti che colpirono Possagno a ridosso dal Monte Grappa, troncando braccia e cembali. Oggi a distanza di quasi cento anni, grazie a un processo inverso a quello tradizionale, è stata fatta la scansione cad del marmo di Berlino ricostruendo così le parti mancanti in gesso tramite la tecnica del reverse engineering. A questo la pulizia finale ha completato definitivamente il restauro. Un’esposizione di oltre cinquanta opere di grafica, scultura, disegno, pittura e gessi quali la “Danzatrice con le mani nei fianchi, la “Danzatrice con dito al mento, “Ebe” e “Tersicore”, oltre a opere mai esposte come per esempio i campi neri incisi da Martino de Boni su modello delle tempere di casa Canova. Al.Ch.

Contaminazioni artistiche

“GERMINAZIONI E SINESTESIE”

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l secondo piano di Casa dei Carraresi di Treviso, durante l’esposizione Manciù, è possibile visitare gratuitamente la mostra “Germinazioni e sinestesie” con opere di cinque artisti: Emilio Casarotto (Arcugnano 1942), Stefano Curto (Segusino 1966), Giuseppe Denti (Cremona 1939), Renate Füerst (Braunschweig 1941), Luciano Tonello (Vicenza 1960), e Carla Villani (Thiene 1948). Il titolo della mostra parte da due considerazioni: la sinergia di pittura e scultura con cinema, musica, danza, fotografia nell’ambito delle sinestesie che l’artista può far proprie attivando nel fruitore dell’opera connessioni che germinano potenzialità per visioni consapevoli e sensorialmente aperte. Facendo una carrellata di queste interpretazioni artistiche diverse, si parte dalla scultura femminile di Casarotto dal richiamo arcaico e enigmatico, ai luccicanti lavori di Curto con Swarovsky, pietre, altri cristalli e presenze coralline, ai colori accesi e gli azzurri monocromatici di Denti, all’astrattismo della Füerst con un’esplosione di tinte ben equilibrato, a Tonello e le sue immagini che si susseguono a ritmo serrato con colti riferimenti, fino alla Villani che con cromie particolari come l’ocra, il verde e il rosso etrusco ridisegna favole e nuove geografie fantastiche. Dopo Eugenio Carmi e Giorgio Celiberti sempre nello stesso luogo, una mostra organizzata dall’Associazione artistica e socioculturale ARTEFICIOlinea da vedere per apprezzare opere d’interessanti autori di diverse generazioni. Al.Ch.

Palazzo Loredan, Venezia

FINO AL 10 GIUGNO, 400 BOMBONIERE D’ARTISTA

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a confettiera era il nome, fin dal Quattrocento, del contenitore artistico che veniva donato alle spose per i confetti. Invece dal Settecento in Francia viene coniato il nome di bomboniére. Nel 1896 in Italia la regina Margherita, per le nozze del figlio Vittorio Emanuele di Savoia e Elena del Montenegro, da inizio alla tradizione che lega la bomboniera al giorno delle nozze, come ricordo di un giorno di gioia, regalando una scatola d’argento a tutti gli invitati. Il vetro rappresenta un materiale con cui designer e artisti hanno ideato le bomboniere e in quest’ambito la mostra “Miniature di vetro. La bomboniera d’artista” a Venezia, presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti di Palazzo Loredan, presenta 400 bomboniere provenienti da collezioni private fino al 10 giugno. In scena l’evoluzione delle bomboniere dagli anni ’30 con ciotole di grosso spessore, a quelle bizzarre e provocatorie dei ’50, fino al cambiamento in oggetto decorativo di varia forma non contenente più i confetti in quanto posti ora in un sacchettino separato, sistema tutt’ora utilizzato. Non solo produzione veneziana con Barovier & Toso, Seguso, Venini, Carlo Scarpa ma una buona rappresentanza della produzione mondiale d’artista con i designer nordici degli anni Sessanta da Tapio Wirkkala a Bertil Vallien, lo Studio Glass americano con Dale Chihuly, l’Australia con Clare Belfrage e Jane Bruce infine Yoichi Ohira. E’ stata creata una sezione con artisti italiani che hanno ideato pezzi unici ironici e provocatori sul tema del matrimonio e della bomboniera. Al.Ch.



36 Cultura veneta Arte Fino al 20 maggio alla Torre Massimiliana dell’Isola di Sant’Erasmo

Musica elettronica

“Graphic novel”, romanzi a fumetti italiani

UN CICLO DI SEMINARI SULLA MOSTRA “VISIONI DEL SUONO”

150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana di Vesna Maria Brocca

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all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, arriva a Venezia la prima mostra italiana di “graphic novel”, dedicata cioè ai romanzi a fumetti italiani. Sede espositiva di questa biblioteca immaginaria chiamata “Graphicnovel.it, Le roman graphique italien”, che accoglie 150 tavole originali tratte dai 15 romanzi a fumetti, presentati nella duplice edizione francese e italiana di altrettanti autori italiani, è l’antica Torre Massimiliana dell’Isola di Sant’Erasmo a Venezia. L’isola, considerata nei secoli come “l’orto di Venezia”, risplende nella sua vocazione floreale e agricola e ben si presta ad accompagnare il visitatore in lunghe passeggiate nella natura immersa tra terra e acqua e invita quindi a proseguire il percorso fino alla sede dell’esposizione nella suggestiva Torre, per scoprire questa forma narrativa contemporanea che usa il linguaggio del fumetto e lo declina in un’espressione autoriale esclusiva di cui l’Italia è capofila internazionale per qualità delle produ-

zioni. Questa biblioteca immaginaria accoglie le opere, tra le più rappresentative a livello internazionale, di 15 autori che sono: Vittorio Giardino, Lorenzo Mattotti, Igort, Leila Marzocchi, Gabriella Giandelli, Gipi, Davide Toffolo, Stefano Ricci, Davide Reviati, Sara Colaone, Giacomo Nanni, Manuele Fior, Piero Macola, Francesco Cattani, Alessandro Tota. Non solo fumetti, dunque, ma un vero e proprio viaggio attraverso le pieghe della nostra civiltà e della nostra storia, un’occasione per neofiti e appassionati del genere per scoprire nuovi scorci della contemporaneità italiana e vagare per le stanze di una vera e propria biblioteca virtuale. “Si tratta di una biblioteca immaginaria - spiega la curatrice della mostra, Paola Bristot - dove ci si riferisce alle immagini, parti integranti la scrittura verbo-visiva del fumetto, che costituiscono i riferimenti ideali degli autori, e alla capacità visionaria che evocano”. Prodotta dall’Associazione Vivacomix e dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Graphicnovel.it apre la stagione espositiva della Torre Massimiliana curata dall’Istituzione Parco della Laguna. Aperta al pubblico fino al 20 maggio nei seguenti orari: mercoledì-giovedì-venerdì dalle 15 alle 19, sabato-domenica dalle 11 alle 19. Per informazioni: tel. 041.2444142, www.parcolagunavenezia.it

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ino al 23 maggio, con cadenza settimanale nella giornata di mercoledì, in Aula Emiciclo all’Orto Botanico si tiene un ciclo di seminari che approfondiscono alcuni temi della mostra “Visioni del suono. Musica elettronica all’Università di Padova” aperta fino al 18 luglio negli spazi del CAM (Centro di Ateneo per i Musei) e organizzata dall’Università di Padova in collaborazione col Conservatorio “Cesare Pollini”, col sostegno della Regione Veneto, della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e della Fondazione Antonveneta. La mostra ripercorre il sodalizio nell’ambito della musica elettronica, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, tra Conservatorio e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova. Nascono infatti in quegli anni i primi corsi di Musica Elettronica, grazie alle sperimentazioni di Teresa Rampazzi e alle intuizioni del musicista Wolfango Dalla Vecchia, Direttore del Conservatorio di Padova dal 1971 al 1974, che si concretizzarono nella nascita, nel 1976, del Centro di Sonologia Computazionale (CSC) di Giovanni Battista Debiasi. I prossimi appuntamenti vedranno Federico Avanzini del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova approfondire, il 2 maggio, il legame tra Numero e suono, e Sergio Canazza sempre del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova spiegare, il 9 maggio, il rapporto tra Suono e società. Nuria Schoenberg Nono sarà la protagonista dell’appuntamento del 16 maggio dal titolo Luigi Nono e la musica elettronica. Il ciclo di incontri si concluderà mercoledì 23 maggio con il seminario tenuto da Nicola Bernardini, Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, e Giovanni De Poli, Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova, dal titolo Ricerca e produzione musicale oggi: SaMPL. L’entrata è libera fino a esaurimento posti.


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l conto alla rovescia è già iniziato. Il Salento attende con ansia la notte del 25 agosto. E’ la Notte della Taranta, la notte del raduno dei centomila nelle piazze e nelle vie di Melpignano. Il Festival della Notte della Taranta è giunto alla quindicesima edizione, in un crescendo di numeri che fa capire quanto questi eventi di musica, danza e tradizioni popolari arrivino dritti al cuore della gente, mantendendo intatto nel tempo il loro fascino magnetico. continua a pag. 14-16-17

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Di fatto la deregulation premia sempre i grandi e penalizza i piccoli, fino a portare alla desertificazione dei negozi nei centri più piccoli. Preoccupazioni legittime espresse da più parti, ma finora i veneti hanno fatto orecchie da mercante affollando i centri commerciali quasi ogni domenica

A

di Germana Urbani

lla fine anche l’ultimo tabù è caduto. Domenica 8 aprile, c’è chi la Pasqua l’ha festeggiata come di consueto in famiglia o al ristorante, magari salendo in montagna nonostante un clima infelice, e chi invece ha scelto l’ebbrezza della novità: fare la spesa da Billa, andare a fare shopping in uno dei centri commerciali che in Veneto hanno deciso di tenere aperto. A Pasquetta poi, non c’è stata storia: le eccezioni, il giorno prima limitate, sono diventate la regola. E adesso, sdoganata la festa religiosa, rimane da trasformare anche quella civile in una nuova occasione di shopping. Altro che resurrezione di Cristo, figurarsi poi la Liberazione dal nazifascismo, e l’omaggio ai lavoratori. L’elenco di negozi che resteranno aperti il 25 aprile e il primo maggio si srotolerebbe per l’intera pagina a volerli elencare tutti. Ci sono le catene di supermercati e i grandi centri d’informatica, i mercatoni e gli outlet, in attesa che si aggiungano i piccoli negozi spinti – in molti casi loro malgrado – a non chiudere per ragioni di concorrenza. E la polemica, ovviamente, si fa sempre più accesa. Da un lato gli esercenti, velocissimi a raccogliere l’assist offerto dal governo Monti con i suoi provvedimenti sulle liberalizzazioni per cancellare gli accordi appena sottoscritti con la Regione. Dall’altro proprio la giunta Zaia, la prima a trovarsi spiazzata e messa all’angolo, i sindacati, con le commesse in prima fila, le associazioni dei piccoli esercenti costretti a far fronte a nuove spese e le diocesi preoccupate della perdita di senso del giorno festivo. Non proprio voci di poco conto, vista la caratura politica e il radicamento sociale. Ma di fronte all’impeto

mostrato nei suoi primi mesi dal governo Monti a poco sono servite le levate di scudi. Anche i comuni, che pure per un paio di domeniche hanno provato a mandare in giro i loro vigili ad elevare contravvenzioni, si sono dovuti presto arrendere al fiume in piena. Agli enti locali rimane solo una carta in mano, la sentenza attesa dalla Corte Costituzionale che dovrà decidere a chi spetti l’ultima parola: alle regioni, visto che costituzione alla mano è loro la competenza sul commercio, o allo stato, partendo dal presupposto che in gioco vi sono le leggi della concorrenza? Nel frattempo, prediche della chiesa a parte, gli unici con qualche arma da brandire sono i sindacati. E allora ecco il moltiplicarsi di scioperi, banchetti, volantinaggi che hanno scandito gli ultimi mesi. Obiettivo dichiarato, non tanto bloccare la macchina da guerra della grande distribuzione con le assenze mirate dei dipendenti ma sollecitare i cittadini: “chiediamo un atto di responsabilità – ha spiegato il segretario veneto


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Attualità

>> Commercio

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mostrato nei suoi primi mesi dal governo Monti a poco sono servite le levate di scudi. Anche i comuni, che pure per un paio di domeniche hanno provato a mandare in giro i loro vigili ad elevare contravvenzioni, si sono dovuti presto arrendere al fiume in piena. Agli enti locali rimane solo una carta in mano, la sentenza attesa daldal la Corte Costituzionale che dovrà decidere a chi spetti l’ultima parola: alle regioni, visto che costituzione alla mano è loro la competenza sul commercio, o allo stato, partendo dal presupposto che in gioco vi sono le leggi della concorrenza? Nel frattempo, prediche della chiesa a parte, gli unici con qualche arma da brandire sono i sindacati. E allora ecco il moltiplicarsi di scioperi, banban chetti, volantinaggi che hanno scandito gli ultimi mesi. Obiettivo dichiarato, non tanto bloccare la macchina da guerra della grande distribuzione con le assenze mirate dei dipendenti ma sollecitare i cittadini: “chiediamo un atto di responsabilità – ha spiegato il segretario veneto

segue dalla pagina precedente

del commercio Cisl Maurizia Russo – alla nostra gente. Boicottare lo shopping domenicale significa farsi carico dei problemi delle commesse e delle loro famiglie, private del diritto alla festa. E significa lanciare un messaggio chiaro a chi ha deciso di disdire tutti gli accordi sottoscritti aprendo la porta a un vero e proprio far-west degli orari”. Non meno preoccupata la voce dei piccoli esercenti, spesso a conduzione familiare, che si sono trovati di fronte a un bivio: tenere aperto la domenica, specialmente nei centri storici, o lasciare le serrande abbassate? Nel secondo caso il rischio è quello di perdere una fetta di affari e clienti invogliati a fare shopping la domenica invece che nel corso della settimana. Ma nel primo caso la certezza è

di dover affrontare nuovi costi e “spremere” il quasi ogni domenica, Pasqua compresa. personale – di solito così ridotto da non poter Magari non comprano – al pari di tutti gli organizzare un minimo di turnazione per ga- italiani che, statistiche alla mano, il portarantire il riposo setfoglio lo aprono con I piccoli negozi del centro sempre maggiore timanale – senza avere alcuna garanoculatezza rimandancostretti all’ apertura zia di un aumento do a tempi migliori i per constrastare dei fatturati. Di fatto grandi acquisti – ma la concorrenza la deregulation preevidentemente trovamia sempre i grandi no le vetrine ben più e penalizza i piccoli, fino a portare alla de- interessanti della solita gita al parco, in monsertificazione dei negozi nei centri più piccoli. tagna o sul lungomare. E c’è un altro aspetto Preoccupazioni legittime, ma finora, det- che gioca a favore della grande distribuzione, to onestamente, i veneti hanno fatto orecchie continua alla pag. seguente da mercante affollando i centri commerciali

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n principio furono gli outlet. Per loro la domenica e le feste comandate – salvo una manciata nel corso dell’anno – non sono mai state un ostacolo. Anzi proprio sulla combinazione tra vacanza e shopping queste cittadelle artificiali hanno costruito in pochi anni il loro successo attirando clienti da centinaia di chilometri di distanza. In Veneto, dopo che diversi progetti erano stati bloccati, un grande outlet è sorto a Noventa di Piave. Ma sono in molti ad approfittare del fine settimana per raggiungere Mantova, Parma o spingersi fino a Barberino del Mugello e Serravalle sulla Milano-Genova. A guardarli sono tutti uguali, a partire dalla localizzazione strategica: sempre all’uscita da un casello autostradale, se possibile all’intersezione tra più direttrici di traffico. Pressoché identici anche i negozi che trovano ospitalità in edifici che fanno il verso all’architettura rinascimentale o ai borghi rurali: sono rappresentate tutte le grandi griffe della moda, con le collezioni dell’anno precedente offerte in vendita a prezzi scontati durante buona parte dell’anno e iperscontati nei periodi di svendita. Siccome a sfoggiare abiti “vecchi”, per quanto di firma e dell’anno precedente, c’è sempre il rischio di esser prese in castagna dalle amiche più aggiornate sulle ultime tendenze, all’inizio i frequentatori degli outlet preferivano mantenere un basso profilo e non fare troppa pubblicità. Poi, poco alla volta, il fenomeno è esploso fino a dare vita a un vero e proprio “popolo degli outlet”, sempre più standardizzato nei gusti e nel look, vera avanguardia dello shopping senza più limiti. Se non quelli, sempre più rigidi, della disponibilità residua sul conto corrente.


Attualità

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>> Commercio

ng in libera festa, ile che sia specie in un momento in cui per i giovani la disoccupazione sta diventando cronica. Visto il successo di clienti, infatti, stanno partendo centinaia di assunzioni mirate per i fine settimana. Tra i primi ad aprire il reclutamento via web è stato il gruppo Pam/Panorama, colosso dall’anima veneta ma presente in tutta Italia con 130 punti vendita con i suoi diversi marchi. Il target ideale è quello degli studenti, disponibili a trascorrere la domenica alle casse invece che con gli amici. Fatti due conti, tra retribuzione base e maggiorazione festiva, si tratta di una cifra che oscilla tra i 300 e i 400 euro per quattro giorni d’impegno al mese. Non ci vivi, è chiaro, ma è una buona integrazione alle entrate

I dipendenti guadagnano oltre 300 euro in più ma non si godono le feste familiari anche perché, finché sei al lavoro, non puoi andartene in giro a spendere. E così, come ricordano i saggi, i soldi che si guadagnano la domenica valgono sempre doppio. Con buona pace dei sindacati, della chiesa e anche dell’assessore regionale al commercio Isi Coppola. E se anche la Corte Costituzionale non fosse d’accordo, sarà davvero possibile tornare indietro?

GLI AFFETTI VENGANO PRIMA DEL GUARDAROBA

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ifficile trovare una voce fuori dal coro, se si interroga il mondo cattolico. C’è il parroco di Camposampiero che invita i suoi fedeli a confessare tra i peccati anche la spesa domenicale. Ci sono le associazioni ecclesiali che richiamano a non smarrire il valore del tempo trascorso in famiglia, badando più alla ricchezza degli affetti che a quella del guardaroba. Ci sono i vescovi, come il padovano Mattiazzo che l’anno scorso scelse di trascorrere il primo maggio in piazza con i sindacati e si è ripetutamente schierato accanto alle commesse nella loro battaglia. Una sintonia inedita, che è ritornata anche nelle parole che il nuovo Patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha consegnato in una lunga intervista al Corriere della Sera. Le aperture 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno, ha detto alla vigilia di Pasqua, sono “una riduzione impressionante dell’uomo. Trasversalmente il mondo cattolico e i sindacati, se non si guardano con sospetto, possono lavorare per l’interesse generale che non è quello dell’economia e della finanza”.

I NOSTRI PRIMI 25 ANNI Una vera festa in grande stile per i 25 anni della CMEV, la società cooperativa montaggi elettrostrumentali veneta con sedi operative a Campolongo Maggiore e Marghera, e con sede legale a Mira. Grandi elogi e premi da parte del presidente Tiziano Venturini a tutti i soci che, con spirito di appartenenza, hanno manifestato il proprio orgoglio per essere parte integrante della cooperativa. Tantissimi complimenti sono arrivati anche dalle autorità presenti: in primis il sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri e l’assessore provinciale Paolino D’Anna, il sindaco di Campolongo Maggiore Alessandro Campalto, l’assessore provinciale Claudio Tessari, l’onorevole Cesare Campa, il senatore Marco Stradiotto che nella precedente legislatura è stato proprio delegato per la cooperazione. Sono intervenuti anche il dottor Amedeo Piva, presidente della commissione regionale dell’ABI e il dottor Angelo Grasso, pre-

sidente di Confcooperative Venezia. Il presidente Tiziano Venturini ha inoltre letto i saluti inviati ai presenti da parte del presidente regionale Luca Zaia e l’assessore Elena Donazzan. La cerimonia della consegna dei premi è stata accompagnata dagli applausi del numeroso pubblico che ha reso omaggio all’operato dei soci Antonio Venturini, Denis Zampieri, Leda Lazzarini, Ivan Barina, Massimo Mingardo, Luca Gasparini, Andrea Barina,Massimo Baldin, Amadio Zampieri e il vice presidente Marino Capuzzo; premio speciale per i dipendenti veterani Luca Tomaello e Andrea De Marchi e per tutti i collaboratori. CMEV Società Cooperativa, fondata nel 1987, ha sviluppato il proprio core business in vari settori e in tutti gli ambiti con particolare interesse per quello industriale. Attualmente essi sono: progettazione; automazione e realizzazione di skid, energizzazione, manutenzioni elettriche e di automazione, analisi ambientale e di processo, revisione e taratura di strumentazione industriale. È sicuramente l’azienda leader nel settore, in costante ed

attento sviluppo, abile nell’ esprimere le proprie sinergie per offrire una risposta sempre più completa alle esigenze del mercato con soluzioni globali. L’intrattenimento organizzato dalla CMEV e condotto da Marco Lanza, ha visto anche la partecipazione di aziende amiche e concorrenti con testimonianze di alti dirigenti delle stesse. I soci e lo staff dirigenziale tutto hanno colto con grande impegno le sollecitazioni fatte dai sindaci presenti

e dall’assessore al lavoro D’Anna ribadendo che non solo in questa occasione, ma anche nel tempo a divenire la CMEV si farà promotrice, secondo le proprie possibilità, di una salvaguardia e uno sviluppo territoriale in grado di creare nuovo lavoro e nuovo benessere in tutta l’area circostante. Buon venticinquesimo CMEV!


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Rendez vous

>> Arte

Il Paesaggio interiore di Giovanni Cesca N

el panorama dell’arte italiana a San Donà di Piave, sua città natale, vive e lavora Giovanni Cesca (1947). Un’artista che ha interiorizzato diverse fasi artistiche per approdare da vent’anni al tema del paesaggio con ulteriori successive esplorazioni. Lungi dalla fotografia o da un iperrealismo modaiolo la sua pittura parte dall’osservazione di tutto ciò che ci circonda e da esperienze fatte, quindi da una realtà interpretata a livello mentale. Ossia riuscire a rendere un’essenza che la natura ci propone soprattutto attraverso l’ascolto. I territori della bonifica, i fiumi, i cieli, gli ambienti rarefatti dei pastelli, gli oggetti della sartoria e le sanguigne sono tutti paesaggi e luoghi interiori dove il Maestro sintetizza l’equilibrio tra ambiente, pensiero, cuore e mano. Un’evoluzione continua in cui i riflessi dell’acqua divengono informali però non intesi come casuali e d’impeto ma pacati, riflessivi e governati dalla tecnica, così anche gli aghi della sartoria richiamano nodi stilizzati di Scanaviniana memoria. Gli inizi avvengono attraverso lo studio dell’affresco. Come è avventa la scelta e perché proprio l’affresco? “L’affresco per me era la pittura, in quanto nel mio immaginario di ragazzino la intendevo quella dipinta sui muri delle chiese e dei palazzi. In virtù di ciò quando si è trattato di scegliere a Venezia se liceo artistico o istituto d’arte ho scelto quest’ultimo, che aveva la sezione di affresco e che m’interessava di più. L’affresco una tecnica legata alla tradizione mi affascinava molto e aveva un alto valore simbolico. Nel tempo è caduto un po’ questo perché all’Accademia bisognava poi rompere tutto come ci insegnava Saetti, ossia smontare tutto quanto per ricostruire altre cose”. Negli anni ha avuto come insegnanti Butera, Tonello, Disertori, Costalonga, Saetti, Zotti. Chi è rimasto maggiormente impresso? “C’è una figura all’istituto d’arte che era quella di Tonello, che ricordo per il senso di una grandissima bontà e per una figura che nella sua maestosità, in qualche modo, favoriva il discorso del rapporto con il mondo interiore. Una persona che mi ha dato una fiducia gran-

La sperimentazione è cominciata all’Accademia, dopo il contatto con le avanguardie storiche

L’osservazione di un mondo che apparentemente poteva sembrare banale, di cui non mi ero accorto. Poi mi sono detto: “Che cosa mi sto perdendo?” toccato gli ambiti del cubismo, simbolismo, surrealismo, informale fino al recupero delle origini con il naturalismo? “La mia sperimentazione è cominciata all’Accademia e li sono entrato in contatto con tutto il mondo delle prime avanguardie storiche, avvenuto con le varie visite alla Guggenheim, in cui si sentiva aria nuova rispetto a quello che si vedeva in giro, insieme anche ai primi libri che stavano uscendo. Negli anni ’60 a contatto con il mondo dell’avanguardia sia a livello teorico che pratico, ho capito l’importanza di cosa volesse

dissima e di grande saggezza. All’Accademia invece ricordo Saetti, un personaggio abbastanza ritroso, che fece un segno su un lavoro che stavo facendo, aprendo il braccio in un modo che tale apertura diventasse gesto e segno in rapporto con lo spazio e allo steso tempo apertura del corpo e del proprio dire con tutto il resto, dallo spazio circostante al foglio da disegno. Non essendosi frequentati i due, percepivo una continuità fra i mondi di Saetti e di Tonello, che mi hanno dato entrambi basi importanti, sulle quali io ho fatto conto per gli anni a venire”. Potrebbe parlarmi dei passaggi che hanno

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>> Arte 20 >> Intervista

Il Paesaggio interiore di Giovanni Cesca N

el panorama dell’arte italiana a San Donà di Piave, sua città natale, vive e lavora Giovanni Cesca (1947). Un’artista che ha interiorizzato diverse fasi artistiche per approdare da vent’anni al tema del paesaggio con ulteriori successive esplorazioni. Lungi dalla fotografia o da un iperrealismo modaiolo la sua pittura parte dall’osservazione di tutto ciò che ci circonda e da esperienze fatte, quindi da una realtà interpretata a livello mentale. Ossia riuscire a rendere un’essenza che la natura ci propone soprattutto attraverso l’ascolto. I territori della bonifica, i fiumi, i cieli, gli ambienti rarefatti dei pastelli, gli oggetti della sartoria e le sanguigne sono tutti paesaggi e luoghi interiori dove il Maestro sintetizza l’equilibrio tra ambiente, pensiero, cuore e mano. Un’evoluzione continua in cui i riflessi dell’acqua divengono informali però non intesi come casuali e d’impeto ma pacati, riflessivi e governati dalla tecnica, così anche gli aghi della sartoria richiamano nodi stilizzati di Scanaviniana memoria. Gli inizi avvengono attraverso lo studio dell’affresco. Come è avventa la scelta e perché proprio l’affresco? “L’affresco per me era la pittura, in quanto nel mio immaginario di ragazzino la intendevo quella dipinta sui muri delle chiese e dei palazzi. In virtù di ciò quando si è trattato di scegliere a Venezia se liceo artistico o istituto d’arte ho scelto quest’ultimo, che aveva la sezione di affresco e che m’interessava di più. L’affresco una tecnica legata alla tradizione mi affascinava molto e aveva un alto valore simbolico. Nel tempo è cadu

continua dalla pagina precedente

dire il Cubismo. Un altro innamoramento fu il Futurismo, poi Klee e via dicendo queste situazioni una dopo l’altra. Anche nel discorso del Surrealismo ho battuto abbastanza. Da questo poi sono passato a quella che si chiamava in quegli anni nuova figurazione, tanto che feci la tesi finale su Sutherland, un’artista che mi piaceva tanto a partire dal naturale, questa commistione tra magico e naturale che convivevano contemporaneamente, come se la materia fosse qualcosa che si fa e si modifica sempre in continuazione. Poi c’è stato un incontro a Firenze in casa di Carlo Ludovico Ragghianti che mi diede un segnale molto forte dicendomi: “Giovanni tu devi stare attento perché la tua bravura può fregarti, tu ormai devi rompere, devi tornare di nuovo a sperimentare, rompi, rompi, rompi”. Consiglio che ho seguito. Quindi nel ’73 ho cominciato di nuovo ad adoperare altri materiali fino a sentire il bisogno di situazioni più articolate, sempre più complesse. Dunque l’ambiente veneziano mi diventò stretto e cominciai a entrare in contatto con altre persone al di là del mondo strettamente artistico, aprendo un discorso più di carattere intellettuale di impronta, diciamo, un po’ europea. Negli anni ’80 ho iniziato a lavorare su questa mia figurazione legata un po’ alla rivisitazione del mito e dell’antico. Su questo scenario ho lavorato ed ho fatto la parte più significativa del mio curriculum. Nel ’90 avvenne la classica tegola che cadde in testa sulla mia esistenza e su tutto quello che mi circondava direttamente. Questa cosa mi ha veramente sconvolto perché fui a contatto con la morte e con tutte le domande sulla morte e sull’esistenza stessa. Da qui riparte tutto il discorso del ritorno al contemplativo e ritrovato me stesso. Ogni stagione ha la sua caratteristica, la sua particolarità, però in certi momenti della vita tu ti trovi a fare determinate cose, essendo convinto che vadano bene, ma ti succede anche di accorgerti di altre cose ancora che sono migliori delle precedenti. Sono comunque passati anni prima di mostrare i nuovi lavori. Quindi è nato questo discorso del figurativo e nell’osservazione di un mondo, che apparentemente poteva sembrare banale, di cui non mi ero mai accorto. Mi sono detto “che cosa mi sto perdendo” ed ho capito che conta come noi vediamo le cose. Ciò è fondamentale. Questo discorso non riguarda soltanto il paesaggio in senso stretto, quindi la contemplazione, ma uno scenario complessivo. Si apre e si rileva come un qualcosa di una grande potenza, forza magnetica ed energia, quindi è un’essenza e una veri-

Il Paesaggio interiore di Giovanni Cesca

tà che entrano in sintonia con questa grande bellezza. Successivamente mi sono portato alle origini del territorio e quindi si apre il discorso dei Veneti Antichi, ossia un progetto legato all’immaginario e al valore simbolico che viene attribuito a una cosa. Dal ’97 sempre in ambito figurativo ho cominciato a lavorare sul discorso della sartoria. Mio padre era sarto, muore e gli oggetti che lui adoperava tutti i giorni come i bottoni, le cesoie e altri sono diventati qualcosa di magico. Sono diventati degli amuleti ad alto valore simbolico. Non sono nature morte perché sono oggetti veri, impastati con la vita di una persona e continuano a essere presenti nella mente, viventi per l’esperienza, per tutto ciò che contano e che sono. Adesso invece sto facendo dei pastelli più rarefatti, poetici e d’interpretazione”.

di Alain Chivailò


10 L’intervista >> Arte

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arlare di Saverio Barbaro è come entrare nella storiografia antica in cui tematiche lontane si rendono attuali, perché riguardano quella sottile linea di confine tra mondo occidentale e orientale. Universi che in Barbaro non sono mai stati in conflitto, bensì in stretto rapporto e dialogo. Quasi novant’enne veneziano di nascita, ora vive nel veronese, non poteva che sentire proprio il legame con antiche civiltà che da prima dell’impero romano fino all’attuale cultura arabo-islamica sono state culla di civiltà come Bisanzio, l’attuale Siria e Tunisia per esempio. Il paesaggio orientale con i suoi soggetti, il Maghreb, il mal d’Africa che ne deriva sono messaggi di pace sempre inviati dal Maestro e che sono posti in evidenza come necessari dall’in-

Il mal d’Africa d formazione mediatica della nostra storia in fasi cicliche. Nel tepore che precede la primavera, lo abbiamo incontrato prima dell’antologica presso l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda, fino all’otto maggio, con presenti opere a olio dal ‘49 al 2009. L’arte è da intendersi più una vocazione o un dono, che un mestiere o una professione? “L’arte nasce a prescindere dal mestiere o dalla professione e da qualsiasi manifestazione di mercato, quindi di pagamento. Tiziano Vecellio domandava il denaro al Papa, ai duchi, ai principi per mantenere il suo apparato, ma non bisogna impostare la vita d’artista per avere i soldi. Quindi lo escludo categoricamente. L’arte nasce a prescindere dal fare seguire la professione,

“Vorrei che il nostro occid la mano all’oriente, non per ma per un senso di pace l’accademia, l’onorificenza, la glorificazione. Pensi a Berlioz, nel 1830 è a Roma all’Accademia di Francia e scrive quell’inimitabile opera che è la Symphonie fantastique. Era scappato da Parigi perché un suo amore non lo aveva corrisposto. Chiedeva denaro? Un’opera non capita subito perché troppo alta, ma apprezzata e presa d’esempio successivamente. Quindi Hector Berlioz non fece quell’opera per pagamento o per professione, ma per una grande disperazione d’amore. La bellezza infinita è proprio questa. Per esempio Mozart fece la stessa cosa e anche il “povero” Gino Rossi”. La cultura mediterranea e in special modo la cultura arabo-islamica come hanno influenzato la sua tematica pittorica? “Vi sono due grandi elementi: la cultura d’oriente e la cultura d’occidente. La cultura mediterranea dopo Egitto, Grecia e Roma ha avuto una specie di arricchimento con l’arrivo del mondo arabo, islamico. Abbiamo avuto dei secoli di civiltà arabo-islamica e il bacino del Mediterraneo è stato messo in equilibrio dai papi, da Carlo Magno e dalle lotte sostenute dai Bizantini per fermare l’avvicinamento a est del mondo arabo e dell’Islam. Le crociate non sempre sono state felici. Per me tutto questo ha influito al punto tale che da quasi cinquanta anni sento profondamente questo mondo straordinario, meraviglioso, abbastanza sconosciuto a noi occidentali, quindi non capito, non amato, non sentito, fatto da grandi civiltà passate e da incessante attualità. In quest’ambito il mio lavoro tende la mano da occidente. Vorrei che il nostro occidente tendesse la mano all’oriente, non per essere invaso, bensì tendere una mano per

un senso di pace, di umanità e in un certo senso di fratellanza. Purtroppo sembra dall’attualità che non avvenga. Per quanto riguarda il mio lavoro di questi ultimi cinquanta anni l’influenza dell’oriente è stata enorme, sia nel disegno, nella grafica, nella pittura e nella scultura. Se Matisse fa nascere tutta la sua pittura da luxe, calme et volupté, una stupenda poesia di Baudelaire, io invece sono partito dall’umanità dolorante di derivazione Maghreb. Il mio lavoro iniziale è stato un realismo alla francese. Matisse non ha mai avuto un’origine realista. Il realismo comportava tutto un mondo particolare, per lo più di dolore. E’ il mio mondo orientale è stato per esempio quello in cui la Francia conquistava l’Algeria. In quell’epoca mi trovavo a Parigi e ho sentito e capito questo grande problema che ha avuto la Francia con un forte realismo per il popolo. Quindi sono partito da la ed è sicuramente diverso da luxe, calme et volupté di Matisse. In certe situazioni mi sento più vicino a Picasso e Bacon. Ovviamente non è un rapporto di copia di Matisse o Picasso, bensì è l’arricchimento dell’energia estetica dei due che mi ha dato più di altri oltre che gli antichi. Non si può ignorare il mondo impressionista, pre-impressionista, postimpressionista e l’espressionismo tedesco, anzi c’è sempre una piccola pennellata che ti aiuta a essere Van Gogh primo espressionista, Bacon dopo, Kokoschka e Kandinsky per esempio. Ignorare, cioè non conoscere è povertà. Più si conosce meglio è, ma non per copiare, bensì per un arricchimento di sensibilità, di maturazione, d’esperienza: ossia limare, togliere ciò che non deve essere fatto e tenere il più possibile. Equilibrio continua alla pag. seguente


L’intervista 11

di Saverio Barbaro

cidente tendesse per essere invaso

comunque non facile”. Il soggiorno a Nizza, l’Africa del nord, il Marocco, la Tunisia, l’Algeria quale ispirazione pittorica le hanno dato? “Influenze da questi luoghi ne ho un po’ avute. L’ispirazione che ti da un luogo è fondamentale. Se lo hai sentito e lo trovi, di conseguenza sei all’interno: la palma, la bouganville, la casa bianca, il tetto piatto, le donne nere, gli uomini neri, ovviamente non biondi. In sintesi dici: qui sono io e qui ho trovato me”. I suoi nudi o figure femminili. Me ne può parlare? “La risposta dovrebbe essere complessa, perché se io le dico: faccio quel nudo perché è un amore mio è abbastanza banale. Se invece le dico che faccio un nudo

di una nera o di un’araba, per esempio, perché vorrei che quella donna araba potesse essere stretta da una mano occidentale cosa cambia? La donna araba sogna il suo amore e la pace, ma il mondo islamico e/o arabo viene calpestato da guerre, bombe e conquiste da parte americana per il petrolio, le terre, i mercati in una sorta di colonizzazione. Vorrei che una donna nuda, quieta, calma altro non desiderasse il proprio uomo, il proprio amore, i propri bambini, quindi luxe, calme et volupté. Queste donne nude sono la bellezza dell’oriente, della pace, della calma e della vita umanamente intesa lungi dalle guerre. Il mondo d’oriente è dolce e solenne. Le donne sovente hanno il dolore della povertà ma vogliono vivere in tranquillità, con le loro famiglie e con i silenzi infiniti dei loro deserti o dei fragorosi mercati dei

suq. Diamoci una mano e tendiamo una mano di fratellanza. Le donne arabe sono delle stelle, delle regine vestite d’oro, gli uomini sono ancora degli imperatori d’oriente, sono dei Gengis Khan, dei principi Mogul. Dunque dipingo le donne nude per reagire alle brutture. I vestiti orientali che indossano, da non confondersi con il folclore puro, sono un’essenza di popoli. Inoltre quando dipingo una palma è perché voglio lasciare questo messaggio: guardate che in quei paesi ove crescono le palme c’è una civiltà e oggi ci sono le guerre, i dolori, la fame, la miseria. Li dovrebbe esserci la pace, le donne dovrebbero essere felici nelle loro capanne e gli uomini dovrebbero essere felici per quel poco che lavorano”.

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12 Luoghi da scoprire >> Tra i Casoni della laguna di Caorle

In bicicletta nel mondo sospeso di un grande scrittore “I silenzi sono dolcissimi. I rumori sono quelli di un cefalo che qua e là guizza a mezz’aria e ricade nell’acqua (…). La laguna di Caorle rimasta antica nei suoi umori e nel sapore della vita”

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di Germana Urbani

uattro barche risalivano il canale principale verso la grande laguna a nord... Spuntò l’alba prima che giungessero alla botte di doghe di quercia immersa nel fondo della laguna... Il cacciatore... scese nella botte e il barcaiolo gli porse i due fucili... Ora c’era più luce, e il cacciatore riuscì a vedere il contorno basso della punta di là della laguna... più oltre c’era ancora palude ed infine il mare aperto... Osservò il cielo rischiararsi oltre il lungo margine della palude e vide in lontananza le montagne coperte di neve. Il colonnello udì uno sparo alle spalle dove sapeva che non c’erano appostamenti e voltò il capo a guardare di là dalla laguna gelata la lontana spiaggia coperta di falasco”. Poche righe scritte nel 1948 ma che, per chi ancor oggi ammira l’orizzonte lagunare tra canneti e acquitrini, restano attualissime. Probabilmente ciò è dovuto all’abilità dello scrittore, Ernest Hemingway, che dedicò alla laguna veneta tra Carole e Bibione il testo “Di là dal fiume e tra gli alberi “, pubblicato nel 1950 in America e solo nel 1965 in Italia. Merita senza dubbio una gita fuori porta questo luogo sospeso nel tempo tra terra e mare che non è ancora stato classificato come parco letterario ma potrebbe benissimo diventarlo. Si tratta della laguna veneziana situata tra Caorle e Bibione, una zona dove da sempre si pescano granchi, anguille e branzini, ma che è anche riserva di caccia, dato che vi nidificano diversi trampolieri e altri uccelli acquatici come il germano reale. Qui gli uccelli di passo sostano in pace. Se siete amanti della natura allora approfittate della bella stagione per visitare questo posto incantato: raggiungete Caorle in auto, scaricate la bici e imboccate la pista ciclabile che corre lungo la riva della laguna. Pedalare sopra quest’argine vi darà una visuale unica della splendida campagna veneta. Dopo appena mezz’ora potrete parcheggiare le biciclette e iniziare a pedi la visita vera e propria sull’ “isola dei casoni”. In questa dolce oasi, infatti, sono presenti degli edifici grezzi, a base rettangolare, con un unico locale, e tetto in canne essiccate posate su graticci di legno: i casoni. I pescatori, con le loro famiglie, vivevano qui per due-tre mesi all’anno, durante i periodi di

DOVE SI TROVANO

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l “casón”, è posto in un luogo sicuro leggermente sopraelevato al sicuro dalle maree. Spesso sorgono isolati per meglio dominare i tratti di laguna dove si svolgeva la pesca, ma anche raggruppati come a Falconeria o all’isola dei pescatori, alla confluenza tra Palangon e Nicesolo, detto anche Canalon. migrazione delle anguille. Se avete la fortuna di trovarne qualcuno aperto potrete visitarlo: al centro si innalza il focolare, aperto e senza canna fumaria, mentre tutt’attorno si sviluppa con pochissimi mobili la cucina e lungo le pareti stanno addossati letti. Molti di questi casoni sono abitazioni tutt’ora usate dai pescatori che personalizzano il loro casone come meglio credono. Chi ama la navigazione può visitare la laguna a bordo del bragozzo, una tradizionale imbarcazione lagunare che trasporta una quindicina di persone: un’esperienza che vale la pena vivere.

LA STORIA

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e prime notizie che testimoniano la presenza di queste strutture risalgono al II secolo d.C. Oggi è ancora possibile visitare alcune di queste rustiche abitazioni che conservano struttura e oggetti di un tempo. Fornito di due finestre e di una porta d’ingresso, il cason ha un “foghèr” nella zona centrale e il pavimento è in laterizio povero o in terra battuta



14 Sì, viaggiare PUGLIA

Il Salento greco che balla la pizzica

IMMAGINI DELLA PIZZICA CHE ANIMA LA NOTTE DELLA TARANTA A MELPIGNANO.

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l conto alla rovescia è già iniziato. Il Salento attende con ansia la notte del 25 agosto. E’ la Notte della Taranta, la notte del raduno dei centomila nelle piazze e nelle vie di Melpignano. Il Festival della Notte della Taranta è giunto alla quindicesima edizione, in un crescendo di numeri che fa capire quanto questi eventi di musica, danza e tradizioni popolari arrivino dritti al cuore della gente, mantendendo intatto nel tempo il loro fascino magnetico. Il festival, in due dense settimane di eventi, coinvolge ben 14 comuni della zona. Siamo in un angolo di Puglia dove si parla ancora greco. Sì, greco. Un greco antico che si chiama Griko ma che i greci di oggi capiscono perfettamente. Questo angolo di Puglia è la Grecìa salentina. Sì scrive proprio così, con l’accento sulla i. Nove comuni soltanto, poco a sud di Lecce e vicino ad Otranto: Calimèra, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino. Ma nel XVI secolo il Griko era parlato in gran parte del

territorio salentino. In Italia solo nella zona di Bova, in provincia di Reggio Calabria, esiste un’altra comunità ellenofona. Le comunità grike del Salento sono animate dall’attività di tante associazioni culturali, impegnate a valorizzare il patrimonio ancestrale di questa lingua sopravvissuta nel tempo. Come sono sopravvissuti certi riti religiosi, certi canti popolari e certe danze, la più famosa delle quali è la “pizzica tarantata”, usata per curare dal morso della tarantola (il temuto ragno). Pizzica che è il moto irrefrenabile che anima la lunga notte della Taranta. Ma nella Grecìa salentina, che qualche tempo fa ha ricevuto anche la visita ufficiale del presidente greco Kostis Stefanopoulos, sono sopravvissute anche antiche costumanze gastronomiche. Di natura popolare, naturalmente. Tradizioni che possono essere il filo conduttore di un turismo “slow”, culturalmente motivato. Non può mancare la mussakà a base di patate, pietanza che è parente stretto del piatto simbolo della CONTINUA ALLA PAGINA SEGUENTE


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16 Sì, viaggiare PUGLIA

PUGLIA

Il Salento greco che balla la pizzica

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l conto alla rovescia è già iniziato. Il Salento attende con ansia la notte del 25 agosto. E’ la Notte della Taranta, la

segue dalla pagina precedente

territorio salentino. In Italia solo nella zona di Bova, in provincia di Reggio Calabria, esiste un’altra comunità ellenofona. Le

Il Salento greco ch

penisola ellenica. All’insalata grika e alla salsiccia è dedicata persino una sagra, quella di Martignano, che si svolge ai primi di luglio, preambolo alla festa del patrono San Pantaleo di fine luglio e al lungo festival della Notte della Taranta. Un contributo forte al mantenimento di queste tradizioni gastronomiche (ma anche di quelle culturali) lo dà il Parco Turistico Culturale Palmieri che ha sede nel Palazzo Palmieri di Martignano. Nell’insalata grika esplodono tutti profumi del Mediterraneo: pomodori, “minunceddhe” (cetrioli), peperoni, cipolla bianca, peperoncino piccante, rucola selvatica, olive nere alla “capasa”. E ancora: capperi, origano, cacioricotta. Tutto condito con il profumatissimo olio extravergine d’oliva locale, frutto di quegli ulivi monumentali che adornano il territorio. La salsiccia, la gustosa salsiccia artigianale locale, fa da contorno all’insalata, sovvertendo per una volta i ruoli. Ma l’insalata grika può essere abbinata anche agli ottimi latticini della zona e al pane casereccio, cotto su forni alimentati da legna “profumata”. Un panorama dei sapori locali lo si trova

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all’agriturismo Masseria Chicco Rizzo di Sternatia, una monumentale, elegante e raffinata masseria di pietra chiara che combina gusto ed eleganza. Per chi voglia approfondire la cultura grika l’associazione Kaliglossa di Calimera ha un sito sempre aggiornato (www.kaliglossa.it). Ultimamente sta pubblicizzando il Premio Dafne, che è un concorso di poesia, canzone e teatro in lingua grika, e una scuola di lingua grika che inizierà a ottobre. Una vitalità culturale che è garanzia di sopravvivenza per questo straordinario relitto linguistico, miracolosamente conservatosi

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nei secoli nel Salento. Due escursioni consigliate per chi dalla Grecìa Salentina volessre approfondire la conoscenza del Salento più vero: Nardò e Presicce. Nardò è un trionfo del barocco. Il suo centro storico è una bomboniera ricamata nella pietra, ricca di palazzi e chiese. A lungo la cittadina rivaleggiò con Lecce sul piano artistico e culturale. La cattadrale, il cui primo nucleo risale al 1090, è il punto di partenza ideale per l’escursione nel centro storico, che raggiunge il suo clou di interesse a Piazza Salandra, straordinaria

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Sì, viaggiare 17

he balla la pizzica ALCUNE IMMAGINI DI TIPICITÀ LOCALI, CASTRIGNANO DEI GRECI, LA MASSERIA CHICCO RIZZO, L’EX TRIBUNALE A NARDÒ E UN FRANTOIO IPOGEO A PRESICCE

quinta di edifici barocchi. Poco lontano si erge la cosiddetta Osanna, singolare costruzione del 1603 a edicola. Nelle vicinanze di Nardò sorge il parco naturale di Porto Selvaggio con la sua preziosa oasi naturalistica. Presicce è la città degli ipogei e dell’olio lampante. Da non perdere la città sotterranea, ovvero il sistema di frantoi ipogei, unico in Italia per ampiezza e fascino, disseminato fra piazza del Popolo e le strade del centro storico. In quei frantoi sotterranei si produceva l’olio utilizzato per alimentare l’illuminazione pubblica. Veniva venduto

in anche all’estero. Le condizioni di vita in quei frantoi erano terribili. Gli operai salivano in superficie solo in occasione della grandi feste. Le perle di Presicce sono il Palazzo Ducale con il Museo Demoantropologico, il Museo della civiltà contadina e la Chiesa della Madonna degli Angeli che sorge in posizione appartata, vicino ad un B&B di charme, il “Giardino degli angeli”, dove si produce anche un ottimo olio extrarvergine di oliva. Poco lontano sorge la lunga spiaggia delle cosiddette “Maldive del Salento”, dalla sabbia bianchissima.

OSPITALITÀ SEMPLICE NELLE CASE A Vignacastrisi, piccolo borgo alle porte di Castro, 16 piccole strutture turistiche si sono costituite in associazione offrendo diverse proposte di ospitalità. Denominatore comune il calore dell’accoglienza salentina. Si va dalle dimore di charme, come il Palazzo Guglielmo di piazza Umberto I, alla casa vacanze, all’affittacamere, all’agriturismo al B&B ricavato nelle abitazioni, dove si è a contatto con la gente del posto. Il mare è a due passi. “Il rapporto qualitàprezzo, la genuinità dei nostri prodotti e il calore e la semplicità dell’accoglienza - dicono al B&B Il Melograno - hanno colpito quanti arrivano a Vignacastrisi per la prima volta”. Infine una dritta gastronomica: il ristorante Zio Tom di Santa Maria di Leuca (nella foto), pesce in riva al mare poco lontano dal faro del capo. Gestione familiare e tanta qualità nel piatto.

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Giardinaggio 19 >> Finestre fiorite tutta l’estate

Gerani e Petunie per delle balconate da guinnes Per abbondanti fioriture meglio esporre le piante in pieno sole e inumidire spesso ma solo quando il terreno è secco. Il concime liquido fa la differenza

F

di Germana Urbani

acile da coltivare, il geranio produce una quantità incredibile di fiori coloratissimi che renderanno gli angoli del giardino in cui disporrete i vasi o i vostri davanzali, un’esplosione di energia che qualsiasi passante ammirerà e un po’ vi invidierà. Ci sono diverse qualità di questo fiore. Il più diffuso è il geranio Zonale, con fusti tondi, carnosi e belli dritti, foglie grandi e tondeggianti. Ben si presta a svettare da vasi di terracotta in vari angoli del giardino, magari creando macchie di colore: tra i più belli il rosso scarlatto – rosso geranio, appunto – e il bianco puro. Molto comune ormai è anche il geranio Edera Semplice, utilizzato soprattutto per l’arredo di balconi e terrazze, proprio perché, anche in poca terra, esposizione a sole pieno e scarsa irrigazione, garantisce delle splendide fioriture. Il nome “edera” viene dal fatto che la pianta cresce verso il basso e pende ricca dalle balconate. Non sono disponibili molti colori se non il rosso, il rosa, il lilla e il bianco screziato. Sono molte di più le tonalità del geranio Edera Doppio, derivato da un incrocio tra i primi due e che presenta un fiore doppio.Molto bello il geranio Imperiale che si sviluppa soprattutto in altezza e presenta un portamento eretto, una grande quantità di foglie ed una fioritura abbondante. I fiori sono molto grossi ed il loro colore varia dal bianco al viola; il fiore è, inoltre, screziato e presenta molte sfumature. Ma non tutti i gerani hanno il potere di scacciare le zanzare come qualcuno crede.

CONSIGLI UTILI

P

iantate i gerani su vasi non troppo grandi e contenenti 3 parti di terra universale, 2 di torba, 1 di sabbia. Posizionate i vasi in pieno sole, se potete, così i fiori cresceranno rigogliosi e annaffiate il minimo che serve ad inumidire il terriccio secco. Aggiungete all’acqua del concime liquido e avrete fioriture strepitose. Ricordate però che i gerani vano costantemente cimati eliminando i fiori appassiti, mentre la potatura del geranio va fatta in primavera e autunno.

Solo la qualità di geranio odoroso lo fa. Queste piante si contraddistinguono, infatti, per il profumo che emanano. La fioritura è meno generosa rispetto alle altre specie ma la sua presenza rende il giardino un’oasi di raro piacere per l’olfatto. L’altro fiore ornamentale facile da coltivare in vaso o fioriera è la Petunia. Si può scegliere tra una quarantina di specie oggi in commercio anche se spesso le più comuni sono anche le più apprezzate. Sono davvero uno spettacolo gli ampi cespugli, densamente ramificati, che possono raggiungere un altezza pari a 25-60 cm. Se volete raggiungere un record con la vostra petunia tenete conto che per uno sviluppo ottimale dovrete usare un terreno ricco in materia organica, fresco e profondo. Utilizzate, dunque, un buon terriccio universale, mescolato con della corteccia finemente sminuzzata e con poca sabbia, per aumentare il drenaggio. Mescolate al terreno una piccola quantità di concime organico maturo o di humus; in seguito, da maggio a settembre, nutrite la pianta con del concime per piante da fiore, ogni 15-20 giorni, mescolato all’acqua delle annaffiature che devono essere frequenti soprattutto d’estate. Ricordatevi che queste piante preferiscono posizioni molto luminose, possibilmente soleggiate per almeno sei ore al giorno.

CONCIMARE, MA COME?

N

aturalmente, com’è per tutte le piante, anche queste vanno concimate periodicamente, ma seguire il metodo giusto è importantissimo. Ricordate di diluire il prodotto nel doppio dell’acqua consigliata e concimate con intervalli di tempo dimezzati. Questo permetterà alle piante di assorbire quasi la totalità del prodotto, che altrimenti sarebbe dilavato alla prima irrigazione senza concimi


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22 Benessere >> Riscoperto il tepore dell’erba appena tagliata

E se facessimo tutti un bagno di fieno? di Germana Urbani

Effetti curativi assicurati che dipendono dal contenuto di diverse erbe medicamentose. Queste possono variare molto in funzione della località

C

’era un tempo in cui la nostra campagna veneta quasi ogni casa aveva accanto il suo fienile e capitava spesso che qualche contadino stanco di un’intera giornata a faticare nei campi si riposasse abbandonandosi proprio sull’erba appena tagliata e ammucchiata ad asciugare al sole. Quei contadini mai avrebbero pensato che un giorno il fieno sarebbe diventato sinonimo di lusso, originale ed eccentrico, che avrebbe riempito le vasche da bagno di grandi hotel e resort di charme lungo tutto l’arco alpino e non solo. Come funziona è presto detto: si tratta di vere immersioni in erba fresca in via di fermentazione, durante le quali la temperatura raggiunge valori tra i 40 e i 70 gradi stimolando una forte sudorazione che persiste anche dopo l’applicazione. L’immersione nell’erba in fermentazione avviene a corpo nudo, eccetto il capo (che viene protetto), per 15-20 minuti la prima volta, fino ad arrivare, gradualmente, a 30. Sperimentata tutta la magia antica del fieno e dei suoi aromi, la persona viene avvolta in coperte calde e lasciata riposare per 40-60 minuti su un lettino di reazione, in una sala calda attigua a quella dei bagni, fino al recupero della sua naturale temperatura. La sudorazione, che nella prima fase è molto intensa, si protrae anche per 3-4 ore e lascia un senso di benessere che dura per tutto il giorno. In certi centri viene praticato un massaggio al termine della seduta. Quella che può sembrare una pratica eccentrica è considerata in realtà una vera e propria terapia, ora nota anche come “fitobalneoterapia”, composta, in media, da dieci sedute. In molti casi al cumarino, la sostanza profumata sprigionata dal fieno vengono aggiunti oli eterici (come le sostanze tanniche, gli acidi lattici, la provitamina A e la vitamina D) e ciò conferisce ai rimedi naturali del fieno altri effetti curativi. I vantaggi per il corpo e per lo spirito sono innumerevoli. Una vasca ricolma di fieno profumato e caldo dona a chi vi si immerge un piacevole benessere fisico dovuto alla sensazione di rilassamento frutto dell’intenso calore emanato dall’erba e dal forte ricambio idrosalino indotto dalla sudorazione; la pelle diventa tonica per la stimolazione della circolazione periferica e liscia per la purificazione dovuta alla forte sudorazione e all’assorbimento di principi attivi rilasciati dalle erbe.

ERBE UTILIZZATE: D’ALTA MONTAGNA

U

tilizzate da secoli dalla popolazione contadina come un rimedio casalingo, erbe come l’arnica, la camomilla di montagna, millefoglie, la veronica e la piantaggine, durante il bagno di fieno penetrano nella pelle apportandovi le loro caratteristiche curative. La temperatura, poi, fa il resto: apre i pori della pelle e facilita l’espulsione delle tossine accumulate.

LE PROPRIETÀ TERAPEUTICHE Tra le principali patologie che possono trovare sollievo da una terapia a base di bagni di fieno ci sono le artrosi, forme infiammatorie articolari e in particolare post-traumatiche dovute a fratture o altri incidenti e forme infiammatorie blande. Tra queste i benefici più evidenti sono stati riscontrati nei casi di artropatia psoriasica cioè di una malattia delle articolazioni provocata dalla psoriasi. Anche la colonna vertebrale può giovarsi notevolmente di una serie ripetuta di bagni di fieno a breve distanza l’uno dall’altro. Diversi studi clinici hanno riscontrato una significativa attenuazione del dolore nei pazienti che soffrono di spondiloartrite, cioè di ar-

trite a carico delle articolazioni vertebrali o di dolore Un ulteriore beneficio positivo: il bagno di fieno cronico della colonna vertebrale. Senza dimenticare che rinforza anche il sistema immunitario. Secondo osserquesta terapia può essere indicata anche nel caso di vazioni mediche persino le persone sofferenti di raffreddolori più circoscritti come quelli dore da fieno possono tranquillaIl cumarino, sostanza mente godere dei benefici effetti provocati dalla sindrome del tunnel carpale. sprigionata dal fieno, di questa cura. Per gli sportivi i bagni di fieI bagni di fieno hanno anche insieme ad oli eterici no accompagnati da massaggio effetti depurativi e dermatologiha effetti curativi ci. La forte sudorazione indotta finale possono essere una valida dall’alta temperatura libera la alternativa alle classiche terapie per recuperare in fretta la forma fisica in caso di spasmi pelle dalle varie impurità e le piante di cui il fieno è muscolari, contratture, rigidità articolari, reumatismi costituito sprigionano le loro benefiche essenze avvol non in fase acuta o attacchi di fibromialgia. continua alla pag. seguente


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24 Benessere >> Benessere in vacanza >> Riscoperto il tepore dell’erba appena tagliata

E se facessimo tutti un bagno di fieno? Effetti curativi assicurati che dipendono

dal contenuto di diverse erbe medicamentose.

di Germana Urbani

Queste possono variare molto in funzione della località

C

’era un tempo in cui la nostra campagna veneta quasi ogni casa aveva accanto il suo fienile e capitava spesso che qualche contadino stanco di un’intera giornata a faticare nei campi si riposasse abbandonandosi proprio sull’erba appena tagliata e ammucchiata ad asciugare al sole. Quei contadini mai avrebbero pensato che un giorno il fieno sarebbe diventato sinonimo di lusso, originale ed eccentrico, che avrebbe riempito le vasche da bagno di grandi hotel e resort di charme lungo tutto l’arco alpino e non solo. Come funziona è presto detto: si tratta di vere immersioni in erba fresca in via di fermentazione, durante le quali la temperatura raggiunge valori tra i 40 e i 70 gradi stimolando una forte sudorazione che persiste anche dopo l’applicazione. L’immersione nell’erba in fermentazione avviene a corpo nudo, eccetto il capo (che viene protetto), per 15-20 minuti la prima volta, fino ad arrivare, gradualmente, a 30. Sperimentata tutta la magia antica del fieno e dei suoi aromi, la persona viene avvolta in coperte calde e lasciata riposare per 40-60 minuti su un lettino di reazione, in una sala calda attigua a quella dei bagni, fino al recupero della sua naturale temperatura. La sudorazione, che nella prima fase è molto intensa, si protrae anche per 3-4 ore e lascia un senso di benessere che dura per tutto il giorno. In certi centri viene praticato un massaggio al termine della seduta. Quella che può sembrare una pratica eccentrica è considerata in realtà una vera e propria terapia, ora nota anche come “fitobalneoterapia”, composta, in media, da dieci sedute. In molti casi al cumarino, la sostanza profumata sprigionata dal fieno vengono aggiunti oli eterici (come le sostanze tanniche, gli acidi lattici, la provitamina A e la vitamina D) e ciò conferisce ai rimedi naturali del fieno altri effetti curativi. I vantaggi per il corpo e per lo spirito sono innumerevoli. Una vasca ricolma di fieno profumato e caldo dona a chi vi si immerge un piacevole benessere fisico dovuto alla sensazione di rilassamento frutto dell’intenso calore emanato dall’erba e dal forte ricambio idrosalino indotto dalla sudorazione; la pelle diventa tonica per la stimolazione della circolazione periferica e liscia per la purificazione dovuta alla forte sudorazione e all’assorbimento di principi attivi rilasciati dalle erbe.

ErbE utilizzatE: d’alta montagna

U

tilizzate da secoli dalla popolazione conta dina come un rimedio casalingo, erbe come l’arnica, la camomilla di montagna, millefo glie, la veronica e la piantaggine, durante il bagno di fieno penetrano nella pelle apportandovi le loro caratteristiche curative. La temperatura, poi, fa il resto: apre i pori della pelle e facilita l’espulsione delle tossine accumulate.

le proprietà terapeutiche

Tra le principali patologie che possono trovare sollievo da una terapia a base di bagni di fieno ci sono le artrosi, forme infiammatorie articolari e in particolare

trite a carico delle articolazioni vertebrali o di dolore cronico della colonna vertebrale. Senza dimenticare che questa terapia può essere indicata anche nel caso di dolori più circoscritti come quelli

Un ulteriore beneficio positivo: il bagno di fieno rinforza anche il sistema immunitario. Secondo osser vazioni mediche persino le persone sofferenti di raffred dore da fieno possono tranquilla

Il cumarino, sostanza

continua dalla pagina precedente

E se facessimo tutti un bagno di fieno?

COME SI PREPARA IL FIENO

P

roveniente da prati che si trovano ad un’altitudine che varia dai 1000 ai 1300 metri di altezza. Il metodo di raccolta prevede per il taglio la giusta cura e attenzione per mantenere l’integrità di fiori e foglie e di solito il fieno viene tagliato alla mattina presto, ancora bagnato dalla rugiada, o alla sera e lasciato riposare in grandi vasche per alcuni giorni, durante i quali subisce un processo di fermentazione.

gendo il corpo negli aromi del timo, della genziana, della valeriana, e via elencando.

LA FORMULA CONQUISTA IL VENETO Nel giro di pochi anni la lista delle località e delle strutture che hanno deciso di proporre ai loro ospiti la novità dei bagni di fieno si è molto allungata e, anche i grandi comprensori turistici della montagna veneta non si sono fatti scappare l’occasione di qualificare ancor di più la loro offerta. Dall’altipiano di Asiago alle più celebri località delle Dolomiti è tutto un fiorire di proposte confezionate con un occhio di riguardo all’week-end e alle fughe romantiche. Non tutte le località preparano il fieno con allo stesso modo. Sull’altopiano di Asiago, per esempio, viene fatto essiccare in modo da evitare la fermentazione. Solo così il fieno della zona mantiene intatte tutte le sue proprietà e non perde i pregiati oli essenziali che lo caratterizzano. Adagiati nella vostra vasca vi troverete immersi in una miscela arricchita da achillea, valeriana, equiseto, salvia, genziana, iperico, menta, timo, malva e ortica. Ma soprattutto è l’utilizzo del tarassaco, pianta dalle grandi proprietà depurative e detossinanti, a dare un tocco di originalità alla proposta. Ottimo nei trattamenti contro la cellulite, ritenzione idrica, stress, stimola e depura fegato, intestino e reni. A maggior tutela dei clienti, sull’altopiano il fieno viene periodicamente analizzato al fine di ottenere le autorizzazioni obbligatorie per le applicazioni al corpo. Qui, a differenza di altre zone, tra Asiago, Roana e Canove, vengono proposti soprattutto impacchi di fieno

che, certificati e selezionati, sono racchiusi in sacchetti di tessuto garzato, per garantire l’assoluta igienicità ed il rilascio delle proprietà delle piante officinali in esse contenute. Prima dell’applicazione i cuscini vengono riscaldati nell’apposita vaschetta a vapore, calibrata per assicurare la massima reidratazione dell’impacco stesso. Trattandosi di applicazioni monouso, al termine del trattamento, l’impacco viene eliminato. Se invece preferite sperimentare il bagno intero, nessun problema: l’apposito letto del benessere vi attende. Prima di immergersi in ogni “bagno” viene effettuata una spazzolatura sul tutto il corpo per stimolare la pelle ad assorbire tutti i principi attivi del fieno. Il trattamento dura circa un’ora e termina sempre con il “tempo di reazione”. Se la proposta vi incuriosisce, diamo uno sguardo al costo. Un Bagno romantico con dolci essenze orientali o un Bagno Alpino ai profumi di montagna per due persone alloggiate nella Spa suite di un hotel di classe medio-alta possono richiedere all’incirca 100 euro per un’ora di trattamento. Se a questo volete aggiungere anche un massaggio, molti hotel offrono appositi pacchetti di due ore per una spesa complessiva di 200 euro a coppia. Anche in tempi di crisi un sogno abbordabile per rilassarsi e riaccendere la passione messa a dura prova dalla quotidianità.


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26 Consigli di bellezza >> Addio buccia d’arancia

Stop alla cellulite senza bisturi di Germana Urbani

C

on la bella stagione il corpo si scopre e la pelle comincia a prendere il primo sole. Ma prima di “indossare” l’estate regalatevi uno scrub con i fiocchi. Lo scrub, detto anche gommage o peeling, oggi è un trattamento indispensabile poiché aiuta a eliminare le cellule morte che si concentrano su alcuni punti chiave del nostro corpo. Accarezzandoci, a seconda del il tipo di pelle, noteremo una certa rugosità sotto i talloni o vicino alle ginocchia; oppure ai gomiti o agli avambracci, senza escludere i glutei dove la pelle può inspessirsi notevolmente. Soprattutto in questi punti la pelle appare anche più scura e poco luminosa poiché le cellule morte, prive di acqua e brillantezza, non sono state eliminate naturalmente dal processo di rinnovamento della pelle. La pelle, infatti, si rinnova in continuazione, dallo stato profondo nascono le cellule vitali e fresche, man mano che arrivano in superficie, però, perdono acqua e luminosità. Dunque più tempo queste cellule restano nella superficie della pelle, più la pelle apparirà opaca e inspessita. Per questa ragione occorre aiutarla a rinnovarsi, cioè occorre che lo scrub viso e corpo, diventi una buona abitudine da coadiuvare con una sana alimentazione. Chi può permetterselo per lo scrub profondo si affida al centro estetico di fiducia, la gran parte delle persone, invece, sceglie un prodotto in profumeria o in erboristeria. In genere la crema per lo scrub è costituita soli-

La cellulite è un’ infiammazione dei tessuti sottocutanei che si traduce in un inestetismo che rovina la siluette Uno stile di vita sedentario e una dieta disequilibrata favoriscono la malattia

tamente di semi di nocciola o albicocca, in generale comunque di sostanze abrasive che “grattano via” le cellule morte restituendo alla pelle il suo aspetto giovanile e fresco. Ovviamente, non si deve esagerare con le applicazioni, altrimenti si rischia di rendere troppo sottile

la cute e quindi di indebolirla. Uno scrub efficace va effettuato ogni settimana per i primi tempi e poi ogni due settimane. Tenete conto che ogni parte del corpo necessita di una cura particolare con prodotti specifici. I piedi, per esempio, presentano una pelle più resi-

stente, ecco perché è possibile sfregare più a fondo con un prodotto a grana grossa per circa 10 minuti. Anche per il corpo servono degli scrub forti, che riescono a levigare perfino le zone tradizionalmente più ruvide, come il gomito o le ginocchia. Lo scrub può essere effettuato una volta a settimana o ogni 15 giorni. Si esegue sotto la doccia: prima risciacquatevi con acqua tiepida e poi passate allo scrub massaggiando con movimenti circolari per 5 o 10 minuti. Quindi risciacquare con acqua tiepida e passare al bagnoschiuma. Ricordate che, se siete amanti dell’abbronzatura, nel periodo estivo lo scrub va fatto più spesso, specie durante le vacanze al mare. Fate uno scrub la sera prima di esporvi al sole e vedrete che vi abbronzerete più in fretta con un colore più dorato rispetto a quella degli altri anni e che durerà anche molto di più. Continua alla pag. seguente

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Consigli di bellezza 29 >> Addio buccia d’arancia >> Addio buccia d’arancia

Stop alla cellulite senza bisturi di Germana Urbani

segue dalla pagina precedente

C

on la bella stagione il corpo si scopre e la pelle comincia a prendere il primo sole. Ma prima di “indossare” l’estate regalatevi uno scrub con i fiocchi. Lo scrub, detto anche gommage o peeling, oggi è un trattamento indispensabile poiché aiuta a eliminare le cellule morte che si concentrano su alcuni punti chiave del nostro corpo. Accarezzandoci, a seconda del il tipo di pelle, noteremo una certa rugosità sotto i talloni o vicino alle ginocchia; oppure ai gomiti o agli avambracci, senza escludere i glutei dove la pelle può inspessirsi notevolmente. Soprattutto in questi punti la pelle appare anche più scura e poco luminosa poiché le cellule morte, prive di acqua e brillantezza, non sono state eliminate naturalmente dal processo di rinnovamento della pelle. La pelle, infatti, si rinnova in continuazione, dallo stato profondo nascono le cellule vitali e fresche, man mano che arrivano in superficie, però, perdono acqua e luminosità. Dunque più tempo queste cellule restano nella superficie della pelle, più la pelle apparirà opaca e inspessita. Per questa ragione occorre aiutarla a rinnovarsi, cioè occorre che lo scrub viso e corpo, diventi una buona abitudine da coadiuvare con una sana alimentazione. Chi può permetterselo per lo scrub profondo si affida al centro estetico di fiducia, la gran parte delle persone, invece, sceglie un prodotto in profumeria o

La cellulite è un’ infiammazione dei tessuti sottocutanei che si traduce in un in estetismo che rovina la siluette Uno stile di vita sedentario e una dieta disequilibrata favoriscono la malattia

in erboristeria. In genere la crema per lo scrub è costituita solitamente di semi di nocciola o albicocca, in generale comunque di sostanze abrasive che “grattano via” le cellule morte restituendo alla pelle il suo aspetto giova-

nile e fresco. Ovviamente, non si deve esagerare con le applicazioni, altrimenti si rischia di rendere troppo sottile la cute e quindi di indebolirla. Uno scrub efficace va effettuato ogni settimana per i primi tempi e poi ogni due settimane. Tenete conto che ogni parte del corpo

necessita di una cura particolare con prodotti specifici. I piedi, per esempio, presentano una pelle più resi stente, ecco perché è possibile sfregare più a fondo con un prodotto a grana grossa per circa 10 minuti. Anche per il corpo servono degli scrub forti, che riescono a levi gare perfino le zone tradizionalmente più ruvide, come il gomito o le ginocchia. Lo scrub può essere effettuato una volta a settimana o ogni 15 giorni. Si esegue sotto la doccia: prima risciacquatevi con acqua tiepida e poi passate allo scrub massaggiando con movimenti circo lari per 5 o 10 minuti. Quindi risciacquare con acqua tiepida e passare al bagnoschiuma. Ricordate che, se siete amanti dell’abbronzatura, nel periodo estivo lo scrub va fatto più spesso, specie durante le vacanze al mare. Fate uno scrub la sera pri ma di esporvi al sole e vedrete che vi abbronzerete più in fretta con un colore più dorato rispetto a quella degli altri anni e che durerà anche molto di più.

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Prima o poi…il senso della vita gira e cambia tutto Intensità, lotta, passione vorremmo condissero per sempre la nostra storia. Ma quando la magia si ritira inizia l’arte di vivere e, forse, di amare

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Nahid, una giovane donna iraniana

Kates Shulman, scrittrice, attivista, femminista

Il giovane studente Kami Sahil

Sophia, giovane donna in attesa di un figlio

Alter Ego

Madri, figli, vittime innocenti

Scott York, il marito scultore

Khalidian, ragazza stupefacente, bellissima, della quale il protagonista si innamora

Il vento che trascina con sé la protagonista

Location

La periferia di Teheran

Un matrimonio a New York

Iran, il nemico per eccellenza di Israele

Londra anni Trenta in piena recessione

La povertà e la rinascita altrove

L’amore, il senso di responsabilità per l’altro, il peso positivo di una storia

Persone le quali, per un verso o per l’altro, sono al di fuori delle regole ferree imposte dal regime islamico

Il marito pittore spiantato

Nahid si alza all’alba per raggiungere a piedi il luogo in cui lavora come domestica, presso una signora tedesca. Un giorno viene licenziata. In grembo porta l’ennesimo figlio

Un matrimonio ventennale. Perfetto. Perché basato sull’autonomia di ciascuno dei coniugi. Un giorno però lui cade dal soppalco e si procura una grave lesione

Kami abbandona la provincia per le luci di Teheran. Vive dalla zia, ex vedette del cinema censurata dal regime islamico. Nel palazzo instaura dei legami forti

Sophia ha ventun anni, un avventato e romantico matrimonio da mandare avanti, fra bollette scadute, quadri invenduti e case fatiscenti. Aspetta un figlio e un cambio di scena

Sudabeh Mohafez Eroe - Eroina

Co-Protagonisti

Intrigo

Finale

Cosa dire del libro

Leggere… Leggere

Scott perde la memoria a breve Il riscatto attende gli umili altrove, Internet e la ragazza che ama gli termine e cambia completamente in un luogo straniero. La rinascita aprono altre porte. I due giovani carattere. La moglie decide di avviene grazie alla fuga, che non cercheranno di sfuggire alla realtà stargli accanto ma significa è rifiuto delle proprie radici, ma soffocante che li circonda, ma forse cambiare la propria vita nel bene e conservazione della loro linfa vitale si spingono un po’ troppo oltre nel male

Sophia ha talento ma non riesce mai a mettere un punto fermo, si lascia sbatacchiare qua e là dal caso, dalla sorte, dal volere altrui. Alla fine qualcosa cambia

Racconti che seguono le note malinconiche del ricordo della terra abbandonata: una rivisitazione poetica e moderna dell’autrice e delle sue Mille e una notte

Possono l’amore, il matrimonio, una vita a due condivisa davvero, sopravvivere allo scorrere del tempo? All’età, alla malattia? L’autrice risponde con coraggio e bello stile

Un romanzo potente, pulsante, sincero, incisivo, coinvolgente in cui l’estremo è narrato con lirismo adolescenziale

Un romanzo insolito e stuzzicante che si regge sulla leggerezza espositiva, quasi un enigma com’è la vita di ognuno

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i nostri Esperti PSICOLOGIA DEL LAVORO

Dott. Lara Tasso

La motivazione al lavoro

Leggiamo quotidianamente sui giornali di aziende che chiudono, di lavoratori senza futuro, di uomini e donne che nonostante sforzi e sacrifici non trovano un’occupazione, di imprenditori che arrivano a gesti estremi dopo aver tentato con tutte le forze di salvare ciò che avevano creato con impegno e coraggio. In uno scenario di questo tipo chi ha un lavoro se lo tiene ben stretto, ma questo non significa mettere in secondo piano il piacere e il coinvolgimento derivanti dallo svolgere un’attività. Si lavora solo per soldi? Per molti, che mettono la questione economica al primo posto, questa è una domanda retorica, ma la retribuzione non è né il primo né l’unico motivo per cui si lavora. Alcuni teorici individuano, oltre alla motivazione razionale-economica, la motivazione sociale, che spinge a lavorare per far parte di un gruppo, conoscere persone, ottenere uno status nella società, e la motivazione all’autorealizzazione che si basa sul bisogno di curiosità, di

apprendimento, di successo. Non sono poche le persone che sceglierebbero un lavoro anche meno remunerativo, ma meno monotono che permetta loro di imparare, di mettersi alla prova. Basti pensare all’alienazione derivante dal lavoro a catena e da altre attività ripetitive, dove l’uomo è ridotto a macchina per produrre, dove ogni movimento è controllato e registrato. Una parte importante nel lavoro è ricoperta dalla motivazione alla realizzazione (need of achivement) che si basa sul desiderio di creare qualcosa di difficile per la conseguente gratificazione che ne deriva. Le persone che hanno un alto bisogno di realizzazione tendono a preferire compiti di difficoltà intermedia, sono in grado di sopportare una gratificazione ritardata, tendono a raggiungere gradi elevati d’istruzione e sono più orientati alla speranza piuttosto che al timore. Tra i principali bisogni che si cercano di soddisfare attraverso il lavoro, uno spazio importante riveste la ricerca di successo

e potere. Il bisogno di successo si basa sulla motivazione a fare le cose nel miglior modo possibile per un intrinseco bisogno si affermazione, di perfezione e di eccellenza. Il bisogno di potere è l’esigenza di esercitare ovunque possibile il proprio controllo. Chi ha questo bisogno molto forte ama attrarre l’attenzione altrui su di sé, non teme il confronto e la competizione e mira a occupare posizioni di comando. Molte volte dietro questo bisogno si cela uno stato di disagio e insicurezza interiore che si riduce attraverso la strumentalizzazione degli altri per dimostrare le proprie capacità. La motivazione economica, quindi, fa parte di una schiera molto ampia di motivi che spingono al lavoro e che lo rendono piacevole. Chi lavora soltanto per la retribuzione raggiunge difficilmente alti livelli di gratificazione dalla propria attività, con conseguenti ripercussioni sulla qualità del proprio lavoro e della propria salute. Molte aziende sono consapevoli di questo, perciò investono sulla motivazione al lavoro dei

propri dipendenti puntando sull’affiatamento nei gruppi di lavoro, sul rendere i compiti interessanti e in grado di soddisfare il bisogno di realizzazione dei collaboratori. Le aziende che investono in questo avranno lavoratori con alti livelli di compliance, ossia attaccamento e coinvolgimento attivo alla realtà per cui lavorano, che si traduce, per esempio, nell’essere sempre puntuali, nel non perdere tempo in inutili conversazioni, nell’avere un atteggiamento corretto e onesto nei confronti del proprio lavoro.

Sarò lieta di rispondere alle vostre domande all’indirizzo e-mail: lara.tasso@libero.it

IL NOTAIO A cura di: Giannenrico Cocito, Notaio

Si avvicina il pagamento dell'Imu

Entro il 16 giugno 2012 dovrà versarsi la prima rata della celebre “nuova” imposta denominata IMU in parte sostitutiva della vecchia ICI. Essendosi creata una qualche confusione circa l’esatto calcolo delle aliquote comunali applicabili, per questa prima rata, sarà possibile far riferimento a quella legale (più avanti precisata), tenendo conto della eventuale modifica comunale e conguagliando il tutto al momento del pagamento della seconda rata del 16 dicembre 2012. L’imposta ha come presupposto il possesso di un bene immobile. Sono quindi tenuti alla corresponsione: il proprietario, l’usufruttuario,il titolare del diritto d’uso o d’abitazione, il titolare del diritto di enfiteusi, il titolare del diritto di superficie, il locatario di bene in leasing, il concessionario di beni demaniali. Il tributo riguarda anche gli immobili concessi in comodato d’uso avendo l’attuale testo di legge abrogato la disposizione che consentiva nella vecchia imposta ICI di assimilare all’abitazione

principale gli immobili concessi ad uso gratuito ai familiari. L’IMU è parimenti dovuta per gli immobili situati all’estero qualora nel possesso di persone fisiche residente in Italia. La base imponibile dell’imposta (ovvero il valore fiscalmente attribuito al bene di cui si ha il possesso) è determinata moltiplicando la rendita catastale dell’immobile (rivalutata del 5%) per un determinate coefficiente dipendente dalla categoria catastale dello stesso, ovvero: categoria A, C/2, C/6, C/7 moltiplicatore 160 categoria. B, C/3, C/4, C/5 moltiplicatore 140 categoria A/10, D/5 moltiplicatore 80 categoria D moltiplicatore 60 (65 dal 1.1.2013) categoria C/1 moltiplicatore 55. Per quanto riguarda le aree fabbricabili, la base imponibile è determinata in base al valore di comune commercio. Alcuni Comuni hanno predisposto dei regolamenti che in qualche

misura forniscono un’indicazione standard per ciascuna zona territoriale. Per i terreni agricoli, la base imponibile è data dal prodotto tra reddito dominicale ( rivalutato del 25%) e il moltiplicatore di 130 (110 per quelli nel possesso di coltivatori diretti o di imprenditori agricolo professionali). Per gli immobili siti all’estero, la base imponibile è data dal valore dell’immobile risultante dall’atto di acquisto o, se non presente, dal valore di mercato locale dell’immobile L’aliquota IMU ordinaria è dello 0,76% e scende allo 0 ,4% per l’abitazione di residenza. Tuttavia ai Comuni è data facoltà di aumentare o ribassare dette aliquote fino a 0,3 punti percentuali sull’aliquota ordinaria e fino a 0,2 punti percentuali sull’aliquota ridotta. Potrebbe perciò accadere che per gli immobili non adibiti a residenza si sia tenuti a corrispondere l’imposta con aliquota 0,96, più difficilmente si avrà una diminuzione allo 0,46. Sono di contro ammesse alcune detrazioni e

Giannenrico Cocito Notaio - Sarò lieto di rispondere ai quesiti dei lettori da inviarmi al seguente indirizzo:gcocito@notariato.it

precisamente di 200 euro per l’abitazione principale e di 50 euro per ogni figlio di età non superiore a 26 anni, purché ivi residente e fino al massimo di 400 euro. Per i fabbricati rurali strumentali alle aziende agricole, l’aliquota è dello 0,2 %. Vi sono altresì alcune esenzioni che per completezza si riportano: fabbricati classificati o classificabili nelle categorie catastali da E/1 a E/9; fabbricati con destinazione ad usi culturali; fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto; fabbricati di proprietà della Santa Sede; fabbricati appartenenti agli Stati esteri e alle organizzazioni internazionali; terreni agricoli ricadenti in aree montane o di collina; immobili utilizzati destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive. Il versamento dell’IMU viene effettuato dal contribuente solo mediante modello F24 (reperibile in banca o in posta).


I nostri esperti 33 L’OCULISTA

Occhio al... Viagra Dott. Valerio Crepaldi

Il Sildenafil il cui nome commerciale più diffuso è Viagra è un farmaco sviluppato inizialmente per la cura dell’angina pectoris per la quale dimostrò scarsa efficacia mentre gli effetti secondari sull’erezione del pene furono da subito evidenti. Spesso succede in medicina che un farmaco studiato per una certa malattia presenti effetti collaterali interessanti per un altro tipo di malattia e che nulla hanno a che vedere con lo scopo terapeutico prefissato. Ai dosaggi consigliati il Viagra non produce erezione se non c’è stimolazione sessuale. Altri farmaci con lo stesso principio di funzionamento in commercio sono il CIALIS e LEVITRA e tutti hanno come indicazione il trattamento dell’impotenza per disfunzione erettile. Il farmaco presenta diverse controindicazioni alcune modeste come nei pazienti con ulcera peptica, disturbi del fegato, anemia, leucemia, mieloma per citarne alcune. Controindicazioni importanti si hanno, invece, per quei pazienti che assumono farmaci per gli attacchi anginosi (nitrato di amile, isosorbide dinitrato, nitroglicerina) in SOLADRIA 285x185 panasonic.pdf

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quanto viene esaltata l’azione ipotensiva del Sildenafil che può portare a serie e gravi complicazioni. Controindicazione assoluta in oftalmologia si riscontra nei pazienti affetti da una malattia rara come la retinite pigmentosa. Il farmaco inibisce un enzima , localizzato non solo a livello dei corpi cavernosi del pene ma anche a livello della retina, determinante nella trasformazione dello stimolo luminoso in percezione visiva. In alcune non rare occasioni il farmaco ha prodotto casi di cecità (neuropatia ottica ischemica non arteritica). La perdita della vista improvvisa è in questo caso indolore frequentemente unilaterale ed è causata da blocco dell’afflusso di sangue al nervo ottico (infarto del nervo ottico). Quasi tutti i pazienti che hanno lamentato la comparsa di questa malattia presentavano fattori di rischio per questa patologia (ipertensione, diabete, iperlipidemia). E’ necessario valutare attentamente il rischio cardiovascolare ( essenziale e fondamentale parlare con il proprio medico di base)prima di assumere il farmaco. Va comunque segnalato, per

06/04/12

sdrammatizzare, che tale patologia ha interessato alcune decine di casi su milioni di assunzioni. Queste gravi reazioni avverse al farmaco sono state segnalate alcuni anni dopo il “lancio” e ora sono indicate come tali in maniera specifica e dettagliata sul foglietto informativo. Evidentemente i fatturati da “brivido” hanno spinto per non creare inutili allarmismi nei primi tempi. Effetti collaterali legati al consumo di viagra di più frequente riscontro sono: cefalea, congestione nasale, vampate di calore e,

per quanto riguarda l’oculistica, disturbi nella visione dei colori con temporanea alterazione nella percezione del bluverde, offuscamento del visus, aumentata percezione della luce. Attenzione particolare gli oculisti devono avere con i pazienti in terapia per il glaucoma. Il farmaco è ben tollerato alle dosi terapeutiche consigliate ma la sua assunzione per la complessità farmacologica che può interessare diversi distretti corporei richiede un’attenta valutazione medica rischio/beneficio.

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34 I nostri esperti RIVOLGITI ALL’AVVOCATO

Questioni di Giustizia

Michela Nuvoletto, avvocato del Foro di Padova

Buongiorno Avvocato, ho preso in affitto ad uso turistico per alcuni mesi nel periodo estivo un appartamento in una zona di balneazione, precisamente dal 1 maggio 2011 al 1 settembre 2011 da una società immobiliare, il contratto prevedeva il canone di locazione mensile e, a parte e alla fine, il pagamento delle spese relative alle bollette enel, gas e acqua. Premetto che ho pagato regolarmente tutto l’affitto, ma ho lasciato un assegno in deposito cauzionale per il saldo delle spese suddette. Mi si è presentato il proprietario chiedendomi delle somme molto elevate a titolo di spese condominiali e utenze, senza però portarmi alcuna documentazione giustificativa. Sono obbligato a pagarle?Se le pago posso avere la restituzione dell’assegno? Stefano.

Per porre le domande all’avvocato: direttore@lapiazzaweb.it

Caro Stefano, se il contratto di locazione ad uso turistico che Lei aveva stipulato prevedeva che il canone di locazione non fosse onnicomprensivo, ma Lei si impegnava a corrispondere a parte le spese condominiali e le somme relative alle utenze per il periodo in cui Lei ha utilizzato l’appartamento dovrà corrisponderle. Infatti, a seguito dell’entrata in vigore della disciplina sulla locazione degli immobili urbani di cui alla l. 392/1978, l’obbligazione del conduttore, concernente il pagamento degli oneri accessori è divenuta parte integrante della struttura sinallagmatica del contratto, con la conseguenza che il suo inadempimento, solo ove superiore a due mensilità del canone, dà al locatore il diritto di ottenere la risoluzione del contratto, ma in ogni caso ha diritto di pretenderne la rifusione. In questo caso la locazione è cessata, ergo il proprietario ha diritto ad ottenerne la rifusione, il conduttore però ha diritto di ottenere dal locatore l’indicazione precisa e specifica delle spese condominiali, nonché prendere visione dei documenti giustificativi, ciò in base a precisa e concordante giurisprudenza. La documentazione che Lei potrà richiedere è la seguente: il bilancio consuntivo delle spese condominiali, naturalmente scomputando le eventuali voci che riguardano la straordinaria manutenzione, dividendo le somme per i mesi in cui Lei ha avuto possesso dell’immobile; l’esibizione delle bollette integre e non alterate relative ai mesi in cui Lei ha goduto dell’immobile ed eventuali altre fatture. Dopo di che, se tutto è regolare, Lei sarà obbligato a corrispondere le spese, naturalmente se Lei ha consegnato un assegno, può pagare le somme e chiederne la restituzione ovvero autorizzarne l’incasso e, se questo non fosse sufficiente a coprire l’intero debito, aggiungere le somme corrispondenti, ricordandosi di farsi quietanzare per iscritto per le somme inferiori ad € 1000 pagate per contanti. Per info su questo articolo michela. nuvoletto@alice.it

L’ARCHITETTO

Sicurezza sul lavoro e obblighi del committente Dott. Massimo Cavazzana Architetto Tel. 049-9585333

Torino: un operaio muore e due restano feriti dopo la caduta da un ponteggio (altezza di 40 metri!) nel cantiere per la costruzione di un inceneritore. I due feriti sono stati trasportati al Cto. e sul posto oltre il Pronto Soccorso sono subito intervenuti i Vigili del fuoco, Polizia e 118. Già lo scorso 3 marzo, nel medesimo cantiere, un caposquadra, era morto dopo un salto nel vuoto da 30 metri! I vigili del fuoco avevano ipotizzato il cedimento dell’ impalcatura del ponteggio ma secondo i sindacati, che hanno anch’essi effettuato un sopralluogo nel cantiere, la caduta è dovuta al cattivo fissaggio di un cassero. Il cantiere è stato prontamente sospeso per i rilievi, mentre gli organi di vigilanza cercano di fare chiarezza sulle qualifiche dell’impresa, la formazione dei lavoratori, le responsabilità dell’appaltatore ed anche del committente. Il numero delle “morti bianche” in Italia sembra in continua crescita, nonostante le campagne informative e le ispezioni degli Enti di vigilanza per la sicurezza dei lavoratori. Le fatalità esistono ma i numeri parlano d’altro: già nei primi mesi dell’anno scorso, le

Sostieni Parent Project onlus con la tua dichiarazione dei redditi. Siamo l’associazione italiana di genitori con figli affetti da Distrofia Muscolare di Duchenne e Becker, malattia rara e degenerativa che colpisce i muscoli dei bimbi maschi. Aiutaci a sostenere le famiglie e a finanziare la ricerca di una cura. COME FARE: Nei modelli CUD, 730, UNICO e UNICO mini, firma nel primo riquadro a sinistra “Sostegno del volontariato e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale ecc” ed inserisci il Codice Fiscale dell’Associazione

05203531008 Mario Rossi

0520353 1008

Il 5 per mille è una quota di imposte a cui lo Stato rinuncia che può essere destinata alle organizzazioni no-profit, è gratuito per chi lo dona e non è in alcun modo alternativo all’8 per mille.

La tua firma. Il nostro codice fiscale.

morti sui lavoro sono state 460, su cui hanno contribuito le assunzioni a giornata, le violazioni delle norme di sicurezza ed il lavoro sommerso. Lombardia, Emiglia Romagna, Sicilia ai primi posti di questa triste classifica seguite da Veneto e Toscana. Non sono le fabbriche il settore più colpito: il settore agricolo è quello in cui si verificano il numero maggiore di incidenti mortali e subito al secondo posto si trovano le costruzioni. Le fasce d’età più a rischio sono quelle di quarantenni e cinquantenni, il 43.1% delle morti bianche totali. Alto è anche il numero di vittime tra gli ultrasessantenni pari al 30.2%. Tra le cause di morte, principalmente c’è la caduta dall’alto (23.9%), seguita dal ribaltamento di un veicolo o di un mezzo in movimento (22%); dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti sulle vittime (18.3%). Ma oltre alla tragedia per i lavoratori colpiti, vi è pure il dramma per i “responsabili” (o presunti tali)! E se è chiaro a tutti che si va a verificare la prevenzione eseguita dal datore di lavoro dell’impresa edile, forse non tutti sanno che anche per il committente la normativa prevede delle responsabilità! Spesso il committente, per esempio un privato cittadino che intende costruirsi casa, non dispone delle conoscenze tecniche per verificare che tutto sia in piena regola. La normativa principale per la sicurezza nei “cantieri temporanei ed edili” è il D.Lgs. 106 del 2009, che definisce figure e responsabilità. La normativa è complessa e di seguito andremo a riportare solo i punti principali che riguardano il committente. Il primo punto prevede che il committente, nei cantieri in cui vi è la presenza di più imprese esecutrici, anche non contemporanea, contestualmente all’ affidamento dell’incarico di progettazione, DESIGNI IL “COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE”. In secondo luogo, al committente , è chiesto di VERIFICARE L’IDONEITÀ TECNICO-PROFESSIONALE delle imprese affidatarie, esecutrici e dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori da affidare, con le modalità riportate nell’ All. XVII presente nel D.Lgs. stesso.Il terzo punto prevede che il committente richieda alle imprese esecutrici una DICHIARAZIONE DELL’ORGANICO MEDIO ANNUO per qualifica, corredata dagli estremi delle denunce dei lavoratori effettuate all’INPS, all’ INAIL e alle casse edili, nonché una DICHIARAZIONE RELATIVA AL CONTRATTO COLLETTIVO STIPULATO DALLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI più rappresentative, applicato ai lavoratori dipendenti. Infine il committente deve trasmette all’ufficio tecnico comunale, prima dell’inizio dei lavori copia della “NOTIFICA PRELIMINARE”, il DURC delle imprese o dei lavoratori autonomi ed anche una dichiarazione che attestanti l’avvenuta verifica della documentazione elencata ai punti due e tre, sopra descritti. La normativa è complessa ed è consigliabile rivolgersi, prima di iniziare i lavori, ad un vostro tecnico di fiducia, geometra, ingegnere o architetto per poter assicurare l’idoneo controllo sulla sicurezza del proprio cantiere. Sarò lieto di rispondere alle vostre domande inerenti gli articoli pubblicati od altri argomenti inerenti l’architettura e l’ urbanistica all’indirizzo mail: cavazzana@tin.it


I nostri esperti 35 IMPRESA

A cura di Lorenzo Sartiè

Non tutte le crisi vengono per nuocere Come diceva Einstein, i momenti di crisi sono pregni di grandi sofferenze, ma anche di grande impegno e di opportunità per costruire qualcosa di nuovo e di diverso. Questa recessione, che è una crisi finanziaria cagionata dallo sgonfiamento borsistico; ha causato grosse perdite patrimoniali alle banche, le quali hanno chiuso il credito, in primis alle aziende, e poi al credito più in generale. Queste difficoltà hanno avuto il triste merito di mettere in luce le gravi carenze imprenditoriali del nostro tessuto produttivo. Essere bravi a fare o produrre qualcosa è una cosa molto diversa dall’essere imprenditore. Abbiamo dimostrato di non essere preparati a fronteggiare situazioni emergenziali economiche e commerciali nel medio o lungo periodo, senza l’intervento sostenitore delle banche e del governo. Governo che tratta i suoi cittadini come sudditi con un’oppressione fiscale che non ha uguali, che impone piani economici e finanziari alle amministrazioni locali che, essendo da sempre bacino di clientela per le imprese fornitrici, hanno accumulato verso di queste, grazie ai tagli o ai “patti di stabilità”, un debito spaventoso. Debito che ha messo ulteriormente in crisi le aziende

e le imprese. Il risultato si può chiaramente leggere nelle decine di suicidi di imprenditori onesti, che non hanno retto all’onta morale di aver perso tutto, dopo anni di lavoro e sacrifici. Innovazione poca, sviluppo zero, lungimiranza quasi nulla. Potrebbe essere questo il teorema su cui basa l’analisi del piccolo imprenditore attuale. Non è solo colpa dei cinesi, dei paesi emergenti, del governo o delle banche se la situazione che vive la nostra imprenditoria è così triste e difficoltosa. Queste negatività hanno dimostrato che essere impresa al giorno d’oggi è una cosa ben diversa dal modello che abbiamo sempre perseguito. Ha messo in luce un modello di una micro imprenditoria isolata e isolazionista, polverizzata e dispersa. Incapace di assumere una dimensione, di diventare non solo un gruppo di imprenditori, ma anche una base sociale su cui lavorare, che sia in grado di porsi nel mercato con un modello più moderno e meno aggredibile. Tenutario di quelle tradizioni del lavoro che renderebbero più agevole difendersi in situazioni come questa. Invece si vanno a rincorrere disperatamente tutte le opportunità di lavoro in mercati sconosciuti, decidendo

di competere con aziende o imprese scorrette da essere escluse dal mercato. Invece di essere loro ad essere estromesse dal mercato. Sembra di essere di fronte alla teoria economica “Il mercato dei limoni” di Harkeloff, dove il mercato premia i peggiori e non i migliori. Qui i migliori non riescono a difendersi, anche grazie ad istituzioni assenti nel controllo e la tutela della qualità, all’assenza di normative di tutela per le imprese serie e corrette. Spesso siamo di fronte ad imprese che pur di sopravvivere sono scorrette, proponendosi a basso costo ed escludendo così i migliori, che sono onesti ed in regola. Ed in questo le associazioni di categoria hanno le loro responsabilità, che sono pesantissime. Essere imprenditore al giorno d’oggi è decisamente complicato. Servono istruzione, formazione, capacità interlocutoria e preparazione tecnica, lungimiranza e capacità gestionale. L’imprenditore di un mercato moderno deve avere la capacità di avere una dimensione d’insieme che lo portino ad uscire dal guscio o “dall’orto di casa”. Non basta più essere bravi a fare o produrre qualcosa. Bisogna creare la struttura aziendale, avere una strategia ed una tattica, dei piani marketing,

operativi o di trade marketing, organizzare il supply chain. Tutto questo spesso non c’è. Perché il piccolo imprenditore che costituisce la maggioranza del nostro tessuto sociale, ancora stenta a capire che la struttura è diventata importante tanto quanto saper fare bene una cosa. Molti non hanno la capacità di crearla per mancanza di conoscenza e di tempo o perché ha dei costi. Non c’è perché taluni ritengono che sia inutile “perché tanto mi arrangio io da sempre”. Abbiamo visto purtroppo i risultati. Ai colleghi che hanno deciso nell’oppressione del loro dolore di non essere più tra noi, dico solo “parce sepulta”, riposate in pace, nessuno qui pensa che siate stati dei vigliacchi, ma delle vittime. Ai colleghi che invece sono ancora qui, dico non mollate. Aggiornatevi ai tempi, fate squadra, abbandonate l’egoismo individuale, imprenditoriale e forcaiolo. Uscite dalla mentalità da bottegai. Lo dobbiamo per obbligo e dovere morali nei confronti di coloro che non ci sono più, affinchè non si debba più dire a un collega “parce sepulta”…

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I PUNTINI Colora gli spazi contraddistinti dai puntini

SOPRA E SOTTO

Risolvendo entrambi i giochi otterrete, rispettivamente, il nome e il cognome dell’attrice in foto

AMICA - BRAD - BRATT FIGLI - FRATELLO FULL FRONTAL I PROTAGONISTI PITT - PREMI - RUOLI - STUDI Chiave (5) - Il nome............................. Inserite all’interno dello schema inferiore le parole elencate in modo da completare il cruciverba. A schema ultimato, nelle caselle grigie, apparirà il cognome.

AB - ADA - BARE - EL - ELVIO ERO - FE - FE - GERE ITER - IVI - ORARIA - PD PINNA - RE - RUGA - SAN SPIRA - TO - TRII - UOSA USATO - VIP - VISNU THE ANIMALS (gli animali) Impariamo l’inglese

Gli sposi

• “Ieri ho preso un cane per mia moglie” “Ah, sì? E dove fanno questi scambi?” • Fra fidanzati; “Caro, se tu mi amassi!” “Ma no, non aver paura che non ti amasso!” • Un signore dice a sua moglie: “Sai cara, ho pensato che questa sera non potrai venire a teatro con quella tua vecchia pelliccia.” “Oh tesoro!” Esclama tutta felice la donna “E come hai risolto il problema?” “Ho comprato un solo biglietto!” • “Mia moglie ha perso la carta di credito” “E non hai sporto denuncia?” “No, perché ho scoperto che il ladro spende di meno!” • Due pazzi al manicomio: “E se ci sposassimo? L’altro risponde: “Ma sei pazzo!?” • Luigi incontra Mirko: “Ehi Mirko, mia moglie ha letto “I tre porcellini” e ha avuto tre gemelli, poi ha letto “Hansel e Gretel” e sono nati altri due gemelli!” “Luigi, scappo a casa!” “Perché?” “Mia moglie sta leggendo “La carica dei 101!”” • Una donna confida alla sua amica: “Anch’io ho un marito che è pazzo di me! Peccato che non sia il mio.” • Tra amiche: “Sai qual è la differenza tra un fidanzato e un marito?” “No quale?” “30 chili!”

• Una signora di una certa età torna a casa dopo essere stata dal parrucchiere. Trova il marito seduto in poltrona e gli dice: “Caro, non ti sembra che adesso con i capelli così corti, non sembro più una vecchia?” Il marito la guarda un po’: “Hai ragione, adesso sembri un vecchio.” • Un giorno una donna dice al marito: “Caro, sono passati 15 anni di matrimonio e se potessi tornare indietro nel tempo e fossi di nuovo sola, sai con chi mi sposerei?” “No, con chi?” chiede il marito. “Con te, tesoro!” “Questo è quello che credi tu.” • Ho spiegato a mio nipote cos’è il compromesso: se per le vacanze tua madre vuole andare al mare e tuo padre invece in montagna, il compromesso è che si va al mare, ma il papà può portarsi gli sci. • Dialogo tra anziani coniugi: Marito: “Chi comanda in questa casa?” Moglie: “Io!” Marito: “Era solo una verifica!” • Un notaio alla vedova: “Nel testamento di suo marito c’è scritto: ‘Ti lascio’.” “’Ti lascio’ che cosa?” Domanda la donna con impazienza. E il notaio: “Niente. Dice soltanto ‘Ti lascio’.” • Molte mogli sono contrarie al divorzio perché non vogliono dividere i soldi del marito con l’avvocato.

ANT - BEAR BEE - CAT CHEETAH CRAB CROCODILE DEER - DOG DUCK - EAGLE FINCH - FLY FOX - FROG GIRAFFE JELLYFISH LIZARD MALLARD OWL - PIG SHARK SHEEP WHALE WOLF

CHIAVE (4) - Un’animale.......................................................................................................... Aforismi sull’amore

Soluzioni:

• L’amore è qualcosa di così profondo che mai si potrà definire. Chi ama, mai potrà dire quanto ama, è infinito come l’universo. • Amare è breve, dimenticare è lungo. • C’è tutta una vita in un’ora d’amore.

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A tavola 37 CUCINA

VINO

Denis Meneghini

I

ABBINARE IL CIBO AL VINO

N OGNI ARTICOLO FINO AD ORA PUBBLICATO VI HO DETTO CHE UN VINO BEN SI ACCOMPAGNA AD UN DETERMINATO TIPO DI PIATTO, MA ORA HO LA SERIA INTENZIONE DI SPIEGARE CHE COSA VUOL DIRE L’ABBINAMENTO DEL VINO CON IL CIBO.

L’ABBINAMENTO CIBO-VINO È UNA VERA E PROPRIA OPERAZIONE MEDIANTE LA QUALE SI CERCA DI OTTENERE UN CONNUBIO

PERFETTO TRA IL VINO ED OGNI PIATTO, CON L’UNICO INTENTO DI PASSARE DAL DESIDERIO AL PIACERE PER MEZZO DI UNA PROPRIA CULTURA PERSONALE. CERTE VOLTE CI SARÀ SICURAMENTE CAPITATO, AL RISTORANTE O IN ENOTECA, DI ORDINARE DA MANGIARE E DI TROVARCI

SONO DIVERSE SCUOLE DI PENSIERO AL RIGUARDO; ALCUNI

SOSTENGONO CHE OGNUNO DI NOI DEVE LASCIARSI GUIDARE DAL PRO-

PRIO GUSTO PERSONALE, DALLE PROPRIE ESPERIENZE, SENZA SEGUIRE ALCUNA REGOLA.

SOLAMENTE

UN PRIMO PIATTO FRESCO, LEGGERO E COLORATO. IL PESCE È L’INGREDIENTE IDEALE PER CREARE RICETTE LEGGERE: GARANTISCE PIATTI ELEGANTI ED, ALLO STESSO TEMPO, POCO IMPEGNATIVI. IL TIPO UTILIZZATO PER QUESTA RICETTA È IL PIÙ COMUNE, PER QUESTO LO ABBIAMO VOLUTO ARRICCHIRE CON LE PRIMISSIME ZUCCHINE, UN PO’ DI MAIS A DARE COLORE ED UN INGREDIENTE DAL SAPORE PIÙ FRESCO, IL SEDANO. UNA PASTA ALL’UOVO È LA PIÙ INDICATA PERCHÉ PRENDE MEGLIO IL SUGO, INOLTRE, VOLENDO GIOCARE CON I COLORI….LA PAGLIA E FIENO È QUELLA CHE PIÙ SI ABBINA. UNA RICETTA DELICATA, MA ALLO STESSO TEMPO PROFUMATA GRAZIE ALL’AGGIUNTA DEL LIMONE, SIA IN SUCCO SIA NELL’OLIO, IDEALE PER LE PRIME GIORNATE DI PRIMAVERA DA PASSARE ALL’ARIA APERTA.

INGREDIENTI PER 5 PERSONE: 600G CHITARRINE ALL’UOVO PAGLIA E FIENO 900G MISTO PESCE (TOTANI, COZZE, POLIPETTI, SURIMI, CALAMARI, SEPPIOLINE, GAMBERETTI) 2 ZUCCHINE PICCOLE 2 CUCCH MAIS DOLCE PRECOTTO

A DIRE: E ORA CHE VINO CI METTO VICINO?

CI

CHITARRINE PAGLIA E FIENO AL RAGÙ DI MARE

IL NOSTRO PALATO ED I NOSTRI SENSI

SEDANO FRESCO

CI DIRANNO COME ASSAPORARE AL MEGLIO OGNI CIBO ED OGNI VINO,

¼ C IPOLLA BIANCA

OGNI SCELTA È ASSOLUTAMENTE SOGGETTIVA. IL NOSTRO GUSTO È IL

“GIUDICE SUPREMO”, SENZA AVERE BISOGNO DI ESPERTI. ALTRI DICONO CHE CI SONO DELLE REGOLE DA SEGUIRE AL FINE DI OTTENERE OTTIMI RISULTATI, NEL SENSO CHE LE CARNI ROSSE NON VANNO MAI ACCOSTATE A VINI LIQUOROSI BIANCHI, NESSUN GRANDE VINO ROSSO DEVE ESSERE SERVITO COL PESCE O CON CROSTACEI E MOLLUSCHI; I VINI BIANCHI VANNO SERVITI PRIMA DEI ROSSI; I VINI LEGGERI PRIMA DEI VINI PESANTI; I VINI FRESCHI PRIMA DI QUELLI A TEMPERATURA AMBIENTE; LA GRADAZIONE ALCOLICA DEVE ESSERE CRESCENTE; SERVIRE VINI FRESCHI D’ESTATE E VINI MENO FRESCHI D’INVERNO. INSOMMA CE N’È DAVVERO PER TUTTI I GUSTI MA AL FINE DI INCAPPARE IN ERRORI BANALI E GRATUITI È BENE RICORDARE ALCUNE COSE. E CIOÈ CHE UN PIATTO DI UNA DETERMINATA REGIONE BEN SI ACCOMPAGNA AD UN VINO DELLA REGIONE STESSA; VINI STRUTTURATI VENGONO PREFERITI D’INVERNO E VINI PIÙ FRESCHI D’ESTATE. INOLTRE SI PUÒ GIOCARE ABBINANDO IL VINO AL CIBO PER CONCORDANZA E PER CONTRAPPOSIZIONE. GIÀ, SIGNIFICA CHE AD UN CIBO GRASSO CI POSSO METTERE UN VINO ALCOLICO MA ANCHE UNA BOLLICINA: AD UN FORMAGGIO UN ROSSO IMPORTANTE MA ANCHE UN MOSCATO SPERO DI AVER RESO L’IDEA SU COSA SIGNIFICA ABBINARE IL VINO AD UN CIBO, ANCHE PERCHÉ SI RISCHIA MOLTE VOLTE DI VANIFICARE IL LAVORO DI CHI PREPARA IL CIBO METTENDO VICINO UN VINO CHE NON CI DARÀ MAI IL PIACERE CHE MERITA.

PEPERONCINO IN POLVERE OLIO EVO

OLIO AI LIMONI DI SORRENTO

VINO BIANCO SUCCO DI LIMONE DADO AROMATICO ALL’AGLIO E PREZZEMOLO, SALE

PROCEDIMENTO

PULIRE IL PESCE, MONDARE E TAGLIARE LE ZUCCHINE. IN UNA PADELLA CON UN FILO D’OLIO EVO FAR SOFFRIGGERE LA CIPOLLA AFFETTATA FINEMENTE, UNIRE IL PESCE E LE ZUCCHINE; INSAPORIRE CON IL DADO, UN PIZZICO DI SALE (SE NECESSARIO), IL SUCCO DI LIMONE E CUOCERE CON IL VINO BIANCO. A METÀ COTTURA AGGIUNGERE IL SEDANO TRITATO ED IL MAIS. CUOCERE LA PASTA IN ACQUA BOLLENTE SALATA, SCOLARLA E FARLA SALTARE IN PADELLA CON IL PESCE, AGGIUNGENDO UN FILO D’OLIO AL LIMONE. SERVIRE SPOLVERANDO CON UN PO’ DI PEPERONCINO.

DENISMENEGHINI@ALICE.IT

MANUELA E SILVIA BIZZO

SPIZZICHI E BOCCONI B

V. Petrarca 11 - Battaglia Terme (PD) Tel. 049 525680 Fax. 049 9101344 termelacontea@virgilio.it www.termelacontea.com

Lo Stabilimento La Contea apre la stagione termale da APRILE a NOVEMBRE. Convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale consente a tutti di fruire di un ciclo convenzionato di terapia termale all’anno presentando la ricetta del Medico di Famiglia o del Pediatra. Il nostro centro termale sito nella bellissima località dei Colli Euganei in provincia di Padova, sfrutta le fonti naturali di acqua ipertermale a 72° supermineralizzata del gruppo salso-bromoiodico, consente a tutti coloro che ne necessitano di sccedervi assistiti da Medici specialisti anche SENZA OBBLIGO DI SOGGIORNO.

Lo Stabilimento termale La Contea è una struttura dotata delle tecnologie più avanzate per tutti i tipi di cure termali. • Cure Fangobalneoterapia • Cure Inalatorie • Percorso Vascolari • Cure per la sordità Rinogena • Cure Fisiokinesiterapiche • Piscine termali immerse nel verde


38 Oroscopo ARIETE 21/03 AL 20/04

DAL

FASCINO CON IL VOSTRO LUI FATE PIÙ LA GUERRA CHE L’AMORE. I MOTIVI SONO FUTILI E DI FRONTE AI VERI PROBLEMI SIETE UNA COPPIA DI FERRO · SALUTE IMPONETEVI DI FARE UNA LUNGA PASSEGGIATA OGNI GIORNO PER CARICARE LA TENSIONE E RITROVARE SERENITÀ E GIOIA DI VIVERE

TORO DAL 21/04 AL 20/05

FASCINO VOLA T E ALTO SULLE ALI DELL’AMBIZIONE. MA SE NON SAPETE CONCILIARE ENTUSIASMO E PRAGMATISMO FARETE LA FINE DI ICARO · S ALUTE LA BELLA STAGIONE IN ARRIVO POTREBBE ACUIRE CERTE VOSTRE INTOLLERANZE E PROCURARVI PROBLEMI ALLA CUTE. FATE DEGLI ESAMI

GEMELLI DAL 21/05 AL 21/06

FASCINO UN MESE RICCO DI SVOLTE PER AFFARI E CARRIERA. IN AMORE POTETE RISCHIARE ANCHE L’IMPOSSIBILE, CUPIDO È CON VOI · S ALUTE SIETE IN FORMA MA L’ARRIVO DEL CALDO POTREBBE FARSI SENTIRE. BERE MOLTA ACQUA E SALI MINERALI, VI AIUTERÀ IN OGNI SITUAZIONE

Oroscopo UN MESE IN CUI GIOCARE A MESCOLARE LE FANTASIE MA MAI I COLORI A CONTRASTO: UN SOLO GIOIELLO MA IMPORTANTE È IL SEGRETO PER LA FELICITÀ

BILANCIA DAL 2 3/09 AL 22/10

FASCINO DITE STOP AGLI ERRORI CHE DANNEGGIANO LA VOSTRA COPPIA. SIETE ANCORA IN TEMPO PER RIMEDIARE E RICOSTRUIRE · S ALUTE LA SEDENTARIETÀ E LE RIPETUTE SOSTE AL RISTORANTE PENALIZZANO NON SOLO LA LINEA: ABBIATE MAGGIOR CURA DELL’ALIMENTAZIONE

SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11

FASCINO IL VOSTRO UMORE ALTALENANTE NON VI FACILITA IN AMORE. PROVATE AD USCIRE DI PIÙ CON GLI AMICI E A CONOSCERE GENTE NUOVA· S ALUTE LA FORMA È AL TOP, VA RINFORZATO L’EQUILIBRIO MENTALE CON ESERCIZI DI MEDITAZIONE E DI YOGA. NON SOTTOVALUTATE IL CONSIGLIO

SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12

DINAMICI E IPERATTIVI NON VI FERMATE UN ATTIMO E RISCHIATE DI PERDERE DI VISTA CIÒ CHE È PIÙ IMPORTANTE NELLA VOSTRA VITA · S ALUTE TROPPO SPESSO ARRIVATE A SERA ESAUSTI. FATEVI CONSIGLIARE DA ESPERTI DEI FIORI DI BEACH CHE POSSANO AIUTARVI FASCINO

CANCRO

CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01

DAL 22/06 AL 22/07

FASCINO I CONTRASTI NON MANCANO E, A PEGGIORARE LA SITUAZIONE, CONTRIBUISCONO DEI FICCANASO. RISVEGLIATE L’EROS IN LETARGO! · SALUTE UN SANO REGIME DI DEPURAZIONE È QUEL CHE VI SERVE PER STARE MEGLIO. SIETE ARRIVATI A QUESTO PUNTO DELL’ANNO UN PO’ APPESSANTITI

LEONE DAL 23/07 AL 23/08

FASCINO I

PROGETTI AMBIZIOSI AFFONDANO NELLA BUROCRAZIA E TRASCINANO IL BUON UMORE E L’ENERGIA CHE SERVE ANCHE ALLA COPPIA· S ALUTE ABBIATE CURA DI VOI, ULTIMAMENTE NON SIETE ATTENTI AL VOSTRO BENESSERE E IL FISICO NE RISENTE. FATE UN PO’ DI SPORT

FASCINO ABILISSIMI NELLE TRATTATIVE CENTRATE TUTTI GLI OBIETTIVI MA, CONQUISTATO L’INCONQUISTABILE, URGE UN GESTO DISTENSIVO · S ALUTE QUALCHE MALORE ALL’ORIZZONTE. E’ CONSIGLIABILE FARE UN CONTROLLO DAL DENTISTA E ANCHE DALL’OSTEOPATA

ACQUARIO DAL 21/01 AL 19/02

FASCINO CUORE

E SENSI SI FONDONO MAGICAMENTE E VI REGALANO EMOZIONI MOZZAFIATO. IL DIALOGO CON L’AMATO NON È MAI STATO COSÌ PROFONDO · S ALUTE SE STATE PENSANDO DI ISCRIVERVI IN PALESTRA PREFERITE LA PISCINA E IN PARTICOLARE L’ACQUA-GYM, LE CAREZZE DELL’ACQUA VI FARANNO BENE

VERGINE DAL 24/08 AL 22/09

FASCINO SIETE

CARICHI DI ENERGIE CHE SAPETE GESTIRE AL MEGLIO RITAGLIANDOVI DOLCI SPAZI DI RELAX CON IL PATER CHE RINGRAZIA· S ALUTE SE VI APPASSIONA FATICARE SUI PEDALI, QUESTO È IL PERIODO GIUSTO PER RIMONTARE IN SELLA E RITROVARE LA FORMA PERDUTA

FASCINO VI

PESCI DAL 20/02 AL 20/03

SENTITE BELLI E SEDUCENTI COME NON ACCADEVA DA TEMPO. CALAMITATE GLI SGUARDI E SIETE OGGETTO DI AVANCE AUDACI · S ALUTE E’ TEMPO DI DIETE: SIATE COSTANTI E CONVINTI CHE RAGGIUNGERETE GLI OBIETTIVI CHE VI SIETE POSTI. IL TRAGUARDO SPERATO VI ATTENDE



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I PREZZI DI TUTTI GLI ARTICOLI SONO VALIDI FINO AL 14/05/2012 SALVO ESAURIMENTO SCORTE. I PREZZI POSSONO VARIARE NEL CASO DI EVENTUALI ERRORI TIPOGRAFICI, RIBASSI O MODIFICHE ALLE LEGGI FISCALI. DISEGNI E FOTOGRAFIE HANNO VALORE PURAMENTE ILLUSTRATIVO.

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