di Chioggia
Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 127 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Primo Piano Il costo del lavoro per le imprese venete e il cuneo fiscale pagg.
Viabilità Prove tecniche di Ztl in centro storico
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www.lapiazzaweb.it
Eventi Ben 80mila visitatori per “Ottobre blu”
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EDITORIALE
Il caso deI tIfosI e del parcheggIo
Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano
Nonostante fosse stato aperto in tutta velocità il parcheggio nell’area ex Cavini per consentire ai tifosi della Clodiense di poter andare tranquillamente allo stadio, sono fioccate le multe. pag. 20
InvIto all’opera con “vIva verdI!”
Il 10 ottobre era il compleanno di Giuseppe Verdi e proprio in questo giorno è ripartito il tour all’interno degli Istituti Superiori secondari del Veneto che con una lezione-spettacolo. pag. 38
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Chioggia, in aumento le famiglie indigenti
Il caso “mediatico” della famiglia Ferracane spinge ad una riflessione sulla situazione in generale
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a vicenda della famiglia Ferracane ha richiamato l’attenzione, non solo mediatica, ma di tutta la cittadinanza sul problema della povertà a Chioggia e ha indotto a qualche riflessione. Analizzando i dati registrati dai servizi sociali, le persone che si sono rivolte agli sportelli di Palazzo Morosini negli ultimi due anni sono aumentate e la fascia sociale colpita dalle difficoltà economiche si è allargata. Se prima della crisi l’utenza dei servizi
sociali era costituita per lo più da una fetta della popolazione affetta da disagi e povertà “cronica”, oggi si rivolgono ai servizi sociali anche nuove famiglie che si ritrovano nell’indigenza dopo che il capofamiglia ha perso il lavoro. Infatti, a monte del disagio sociale sta la crisi economica nazionale che ha avuto conseguenze devastanti sull’occupazione. Nel caso di Chioggia, poi, la situazione congiunturale si è unita alle difficoltà che sta at-
traversando il settore della pesca, elemento fondante dell’economia clodiense. “L’amministrazione comunale ha cominciato a lavorare fin dal suo insediamento ai problemi sociali frutto della crisi – afferma l’assessore alle Politiche Sociali, Massimiliano Tiozzo - ma i servizi sociali possono intervenire solo a posteriori sul disagio causato dalla recessione economica”. pag.
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avanti al dio palanca non ci sono fratelli, amici o parenti”: è una delle frasi pronunciate in una delle decine di intercettazioni della recente inchiesta sulla rete di corruzione legata agli appalti pubblici. Poche parole che sintetizzano, ancora una volta se ce ne fosse il bisogno, qual è il criterio adottato da funzionari pubblici infedeli e da imprenditori complici. Il denaro, ovviamente, che giustifica i favori piccoli e grandi, gli “aggiustamenti” di gare e procedure, il ritocco in corso d’opera, sempre a danno del pubblico e, di conseguenza, di ciascuno di noi. Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche banconota da 50-100 euro di tanto in tanto, che sottoforma di “regali” come il viaggio esotico ma anche una mano di bianco in casa o qualche piccolo lavoretto “extra”. E’ la corruzione nostrana, di piccolo cabotaggio e piccola pezzatura, quella che alimenta una zona grigia di cui nessuno conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo passo che poi giustifica tutti gli altri, fino ad arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome del “dio palanca”, ovviamente, ma anche di una distorta concezione di moralità e di senso civico. Perché dunque scandalizzarsi se “così fan tutti”? continua a pag.
L’Intervento
Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking di Silvia Giuriato*
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e recentissime modifiche legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della ConvenzioConvenzio ne del Consiglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determinato dai delitti contro le donne. *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia
continua a pag.
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UNITÁ DI cHIoGGIA (Ve)
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EDITORIALE
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Davanti al “dio palanca” così fan tutti
Eventi
grande successo della mostra dI funghI
Grande successo per la quinta edizione della mostra di funghi organizzata dall’associazione micologica Amb di Chioggia. Ben 217 le specie di funghi proposte in seno all’ androne comunale e all’ interno della manifestazione “ La suca baruca de Ciosa “ organizzata dall’ ortomercato di Brondolo. Grande afflusso di pubblico in particolare nella giornata dell’ inaugurazione ufficiale che ha visto anche la presenza del vicesindaco Maurizio Salvagno, il presidente della Sst Guerrino Boscolo Cocuccia, il presidente di ortomercato Marco Boscolo Bacchetto, il presidente della Fgv Gianfranco Visentin, la direttrice di Ascom Chioggia Maria Grazia Marangon, il presidente della Amb di Chioggia Walter Boscolo Buleghin che ha fatto gli onori di casa a Gianfranco Visentin in qualità anche di segretario nazionale Amb. L’ associazione locale ricorda che le seratecorso continueranno sino al 25 novembre e, per le iscrizioni relative al 2014, bisogna contattare il 3664787121. Urbanistica
pIano casa, un successo
Sono 1.358 dall’inizio del 2013 le pratiche ricevute dai 44 Comuni della Provincia di Venezia relative all’ampliamento delle abitazioni previste dalla proroga della legge sul Piano casa approvata dal Consiglio regionale nel luglio scorso. Da marzo a maggio 2013 le pratiche presentate sono state 452, e gli dagli ultimi dati relativi al bimestre giugno-settembre 2013 di pratiche ne sono state presentate 701. Dal 2009, quando è entrata in vigore la legge sul Piano casa, fino ad oggi, sono state ben 9.507 le pratiche presentate per l’ampliamento delle abitazioni.
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Perché fare i moralisti e continuare a puntare i dito contro imprenditori e politici che hanno comunque fatto “girare” l’economia? Avranno anche rubato qualcosa - è la linea di pensiero che serpeggia nemmeno tanto sotterranea nel Nordest degli affari - ma se questo è il prezzo da pagare per permettere ad una azienda di lavorare perché vogliamo fare del terrorismo? Perché accanirci contro il funzionario che ha comunque dato il suo “contributo”, discutibile ma reale, a sostenere qualche impresa che deve impiegare i suoi lavoratori? E’ il sistema con il quale, continua chi è convinto di saperla lunga, dobbiamo fare i conti, voglia o non voglia. Altrimenti non si va da nessuna parte, altrimenti non si sta sul mercato. Affermazioni che suonano come un grande alibi collettivo e un’autoassoluzione equivoca, anche se molto di moda in questo difficile e confuso periodo. Ecco allora che bastano 50 euro per corrompere un funzionario, oppure un fine settimana a Milano Marittima “all inclusive” regalato ad un dipendente pubblico che dovrebbe essersi limitato a fare il suo dovere. E’ a causa del “dio palanca” e delle tante “piccole eccezioni” ad esso collegate se nel nostro Paese un’opera pubblica costa uno proposito e se ci vogliono anni per portarla a termine. Va da sé che ci si muove in una specie di giungla senza regole, in cui ha la meglio non il più bravo ma il più furbo, o il più “amico” del politico di turno. E’ questa scuola di pensiero che arriva a giustificare ogni forma di illegalità, non solamente i cosiddetti “peccati veniali”. Perché alla fine il “dio palanca” perdona tutto, basta assecondarlo. di Nicola Stievano
Strutture
uso delle palestre provIncIalI
Natale Aziende 2013
Regala il diritto al cibo
Concessione delle palestre provinciali in orario extrascolastico La provincia autorizza per il 2013-14 l’uso delle palestre, da parte delle associazioni sportive che però devono essere presentate entro il 30, con apposito modulo pubblicato sul sito-web della Provincia. Per quanto riguarda le palestre gestite in convenzione con i Comuni di Mirano, Dolo, Portogruaro, San Donà di Piave, Chioggia, Cavarzere e Jesolo e le Municipalità del Comune di Venezia, le assegnazioni saranno effettuate dai Comuni in base ai criteri da loro stabiliti per la gestione delle proprie palestre.
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Chioggia lavoro
partItI
La crisi continua a mordere nel basso Veneziano pag. 10
sanItà
Straordinario intervento di 4 ore a Urologia di Chioggia
sottomarIna
Provincia
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Volontari impegnati per una laguna pulita pag. 25
Regione polItIca
E’ Stradiotto il nuovo segretario provinciale del Pd pag. 32
L’onorevole che usa i social network. Nuovi linguaggi
ambIente
Allarme nutrie al cimitero di San Michele pag.
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personaggIo
arte
Mason, l’irresistibile passiJB1one per il collezionismo pag. 37
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Verona e Vicenza, un posto al sole per il paesaggio pag. 43
Violenza sulle donne
allo studIo un servIzIo dI supporto psIcologIco
Dopo il protocollo d’intesa con l’Ordine degli avvocati per l’attività di prima consulenza legale gratuita alle donne vittime di violenza, la Provincia di Venezia sta mettendo a punto un’analogo accordo di collaborazione con l’Ordine degli psicologi. Il testo discusso ed emendato in sede di Commissione pari opportunità verrà valutato dall’Ordine. L’intenzione - spiega l’assessore provinciale alle Pari opportunità Giacomo Gandolfo - è di arrivare alla firma del testo definitivo per il consiglio provinciale straordinario del 25 novembre prossimo, convocato in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054 numero verde 800 465040 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
Questa edizione raggiunge le zone di Chioggia, Sottomarina, Sant’Anna per un numero complessivo di 15.248 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 ottobre 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
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4 Argomento del mese LAVORO Nel 2014, il taglio del cuneo fiscale varrà 1,5 miliardi sull’Irpef per le fasce medio-basse (1,7 miliardi nel 2015 e 1,8 nel 2016) e 40 milioni sull’Irap quota lavoro (110 milioni nel 2015 e 200 milioni nel 2016). Per ridurre i contributi sociali sulle imprese è stanziato un miliardo nel 2014 (1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2015)
Cuneo fiscale e bonus giovani
di Alessandro Abbadir
La Cgia di Mestre: il taglio del cuneo porta in busta paga 14 euro netti al mese
Migliaia di richieste di assunzioni sono arrivate all’Inps per avere le agevolazioni del “bonus under30”
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l taglio del cuneo fiscale, farà ripartire l’economia italiana e anche quella veneta? Il governo pensa di si, le associazioni di categoria e i sindacati hanno più di qualche dubbio. Più efficace per incentivare le assunzioni sembra essere stato il bonus fiscale “under30”, fin nelle scorse settimane. In questo caso le richieste presentate in poco tempo dalle imprese venete sono state moltissime. Va ricordato che sono circa 170.000 i disoccupati in Veneto, per lo più dovuti alla massa di licenziamenti questi ultimi 5 anni. A pagare maggiormente questa situazione sono soprattutto le donne, che nel 60% dei casi si trovano disoccupate. Ma vediamo le cifre del taglio al cuneo fiscale. Nel 2014, il taglio varrà 1,5 miliardi sull’Irpef per le fasce medio-basse (1,7 miliardi nel 2015 e 1,8 nel 2016) e 40 milioni sull’Irap quota lavoro (110 milioni nel 2015 e 200 milioni nel 2016). Per ridurre i contributi sociali sulle imprese è stanziato un miliardo nel 2014 (1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2015). La riduzione del cuneo fiscale sarà dunque in tre anni: di 5,6 miliardi per le imprese e 5 miliardi per alleggerire il peso del fisco sui lavoratori .Il primo anno il cuneo di fatto varrà in tutto 2,5 miliardi. Attualmente si stanno studiando due ipotesi e alla fine dei calcoli, in termini di guadagno si tratta, di una disponibilità immediata in busta paga di 112 euro nel primo caso e di 502 euro nel secondo. A partire dall’anno d’imposta
coInvoltI 750 lavoratorI tra noale e scorzÉ
Per Aprilia la corsa più lunga
A
cque agitate nel polo del motociclismo dell’Aprilia nel veneziano. I 750 lavoratori hanno respinto il piano di ridimensionamento della produzione presentato dal patron di Aprilia Roberto Colaninno. I due stabilimenti di Scorzé e Noale producono 27 mila motoveicoli all’anno e l’occupazione tiene grazie al ricorso, in atto da 4 anni, ai contratti di solidarietà. Il piano Colaninno prevede invece che la produzione si assesti attorno agli 8-10 mila moto e motocicli: si fa presto a fare i conti dei lavoratori che sarebbero espulsi dall’azienda. Raccontando l’incontro di Pontedera Matteo Masier, della Fim Cisl veneziana, sottolinea come non sia possibile “curare Aprilia con la stessa medicina che si è usata per Guzzi perché, nei fatti, significa, far scomparire i due stabilimenti produttivi”. Per questo motivo il sindacato, che non nega l’oggettività della crisi, chiede una svolta nella strategia aziendale con un progetto industriale di investimenti che rilanci gli stabilimenti. Sindacati ed Rsu contestano all’azienda di non aver dato luogo nemmeno agli investimenti annunciati un anno fa, a partire dalla riorganizzazione ed il potenziamento del settore marketing e commerciale. La sensazione che si voglia andare ad una lenta e progressiva chiusura dei siti produttivi è confermata anche dagli altri interventi “è questo il futuro che si prepara per chi ha appena vinto il campionato mondiale Superbike costruttori?” si chiedono in molti. Per i lavoratori di Aprilia si apre quella che probabilmente sarà la corsa più lunga.
2013, per ottenere le compensazioni di crediti di imposte dirette superiori a 15mila euro (come avviene oggi per l’Iva), sarà necessario ottenere il visto di conformità di un professionista abilitato. Si incentiva poi la patrimonializzazione delle imprese che diventano più affidabili per le banche. Ed è previsto il rifinanziamento di 1,6 miliardi per il fondo di garanzia per le piccole imprese. Ma queste cifre vengono criticate dalla Cgia di Mestre con il suo segretario Giuseppe Bortolussi come troppo esigue per far ripartire i consumi e perciò l’economia reale. “Il taglio del cuneo fiscale – dice Bortolussi - potrebbe garantire ai lavoratori dipendenti una busta paga più “pesante” fino a 14 euro netti al mese. I vantaggi economici più “tangibili” sarebbero per i dipendenti con un reddito imponibile Irpef che oscilla tra i 15.000 ai 20.000 euro all’anno, uno stipendio mensile netto compreso tra i 950 e i 1.250 euro. Ritenere che con queste cifre mensili nette si possa dare un po’di serenità alle famiglie è una chimera. Stiamo parlando di cifre irrisorie che non permetterebbero ad una persona di concedersi neanche una birra e una pizza. Difficile far ripartire i consumi in questo modo”. Il taglio delle tasse sul lavoro dovrebbe poi favorire nuove assunzioni, visto che le imprese pagherebbero meno per i dipendenti, e anche su questi aspetti dell’operazione, i dubbi sono molti. Qualche risultato
però più consistente si pensa potrà vedersi nei prossimi anni quando il taglio sarà più netto. Più risultati sembra darli invece immediatamente il “bonus under 30” che prevede cospicue agevolazioni per le imprese che decidono di procedere con nuove assunzioni o con la trasformazione di rapporti di lavoro a tempo determinato in tempo. A livello nazionale i 4/5 delle richieste riguardano nuove assunzioni, mentre approssimativamente 1/5 si riferisce a trasformazioni dei rapporti in tempo indeterminato. L’incentivo, introdotto dall’articolo 1 del decreto legge 28 giugno 2013, è riconosciuto alle aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni privi di impiego da almeno sei mesi o senza un diploma di scuola media superiore o professionale, oppure che trasformino un rapporto di lavoro già esistente da tempo determinato in un rapporto a tempo indeterminato. Il beneficio, che è pari ad un terzo della retribuzione (fino a un massimo di 650 euro al mese) per una durata massima di 18 mesi (12 mesi per trasformazioni di contratti a termine in tempo indeterminato), può essere richiesto esclusivamente dalle aziende. Le domande devono essere presentate all’Inps per via telematica. In poche ore in Veneto sono state presentate migliaia di domande. Per il Veneto, il fondo a disposizione per le nuove assunzioni ammonta a 5,4 milioni per il 2013, 11 milioni per il 2014 e altrettanti per il 2015.
Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Dati Unioncamere per il veneziano
i per rilanciare l’occupazione La storia Un anno fa il via alla nuova formula che ha permesso di mantenere l’occupazione
Quando i dipendenti salvano l’azienda: Fonderie Zen fa scuola di Nicola Stievano
U spalla pag 5 per vene-
n esempio destinato a fare scuola nella lunga recessione che ha investito il nostro Paese. E ancora una volta, anche tra le difficoltà della crisi, il Veneto a fare da capofila, a dare il “buon esempio”. Stiamo parlando delle aziende salvate dai dipendenti, dai lavoratori che non si arrendono al fallimento e scelgono di impegnarsi in prima persona per mantenere la produzione e l’occupazione. Un anno fa proprio nella nostra regione, in provincia di Padova, le Fonderie Zen hanno ripreso l’occupazione e salvato decine di posti di lavoro grazie ad una formula fino ad allora pressoché inedita, poi replicata nel resto della Penisola. E sempre dal Nordest sono partite altre iniziative di lavoratori che da ex disoccupati sono diventati “azionisti” o “imprenditori” e garantendo un futuro ad aziende in crisi. Un anno fa le ex Fonderie Zen di Albignasego hanno riavviato l’attività produttiva, con una nuova compagine sociale (la Zen Fonderie Srl) e 115 dipendenti, di cui quasi la metà extracomunitari. Il progetto industriale, che ha ottenuto anche l’appoggio economico di Veneto Sviluppo Spa, finanziaria della Regione, è stato presentato con un esempio unico in Italia. “Per la prima volta anche i lavoratori – ricorda l’assessore provinciale al lavoro Massimiliano Barison - sono entrati nel capitale sociale dell’azienda e hanno concorso a salvarla da un sicuro fallimento. Noi ci abbiamo creduto e abbiamo fortemente voluto appoggiare questo progetto che rappresenta anche un segnale e un esempio per tutte le aziende oggi in sofferenza. Non è stato facile mettere insieme una filiera che va dai lavoratori, ai manager, agli investitori, ma è una sfida vinta per l’impresa, i dipendenti, il mondo del pubblico e del privato”. E’ stato il primo esempio di cogestione in Italia, in cui lavoratori, dirigenti, ma anche istituzioni pubbliche e fondi privati hanno costituto un’alleanza forte per salvare un’attività con ancora margini di rilancio.
ziane
Area sud la più in affanno
Nel 2013 in fumo 4160 posti di lavoro D
isoccupazione galoppante e imprese in difficoltà. I segnali di ripresa ci saranno anche a livello internazionale ma nel veneziano fanno proprio fatica a vedersi. I dati per le imprese sono arrivati dal report di Unioncamere . Le cifre sono pesantissime: a fine 2013, rivela il consueto report del sistema tessuto produttivo veneziano si ritroverà con oltre 4mila posti di lavoro in meno rispetto a inizio anno, 2mila e 800 nel comparto dei servizi e 1.360 in quello industriale Le assunzioni di lavoratori dipendenti sono in calo del 17% rispetto al 2012 e del 20% in confronto a cinque anni prima. Due terzi dei nuovi contratti sono a tempo determinato, mentre rispetto al 2012 cala del 5% l’utilizzo di rapporti cosiddetti atipici. Andiamo nel dettaglio nel veneziano quest’anno troveranno un posto di lavoro 15.290 persone: 13.120 avranno un contratto da dipendenti, mille entreranno con contratti di somministrazione (ex interinali), 660 con il co.co.pro e 510 con altri tipi di rapporto. Restano a casa 19.450 lavoratori dei quali 17.280 dipendenti. Ciò significa che il 2013 segnerà la perdita di 4.160 posti di lavoro. Solo quindici imprese veneziane ogni cento hanno messo in preventivo di assumere nuovo personale entro l’anno. Molte di queste non intendono assumere perché, pur avendone necessità, ritengono eccessivo il costo del lavoro e sperano che il taglio del cuneo fiscale favorisca l’operazione. Intanto si è svolto nella sede del Centro servizi di Mestre un incontro tra l’assessore provinciale alle attività produttive Lucio Gianni, e il direttore della Confapi Industria Veneto Pier Orlando Roccato. Si sono analizzati gli aspetti legati alla situazione difficile dell’area sud della provincia nei comuni di Cavarzere Cona e Chioggia . Qui aumenta la Cassa Integrazione Guadagni dell’ 8 per cento, così come le procedure di mobilità del 6 per cento, crolla il fatturato del 10-12 per cento, i settori più penalizzati sono l’edilizia, seguita dal metalmeccanico. Le prospettive di ripresa si allontanano al secondo semestre 2014, nel frattempo la situazione di crisi tende ad aggravarsi con ulteriore ricorso alla Cig e aumento del tasso di disoccupazione oltre l’11 ed il 12 per cento rispetto ad altre aree del Veneto. “La situazione del sud della provincia veneziana – spiega l’assessore Gianni - evidenzia dati molto preoccupanti. Ho convocato all’inizio di quest’anno, a Chioggia, una riunione con i sindaci e gli assessori alle attività produttive, dei Comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona per proporre e suggerire di creare, una sinergia di intenti per abbattere i “campanili” che dividono e, creano incomprensioni. Questo territorio ha grosse potenzialità, ma che se non vengono trasformate in opportunità imprenditoriali e produttive, con una forte azione unitaria, corriamo il grosso pericolo di trovarci fra un anno a constatare il peggioramento dei dati che oggi vengono evidenziati”. Per direttore di Confapi Industria Veneto Pier Orlando Roccato: ”Rispetto ad altre aree del Veneto la bassa veneziana soffre in maniera endemica della mancanza di uno sviluppo industriale consolidato negli anni. Si è puntato solo ed esclusivamente (vedi Chioggia) a sviluppare il sistema turistico senza procedere a pari passo a consolidare attività correlate. L’area poi vive la perdita occupazionale di Marghera. Serve dunque uno sviluppo del settore turistico con valorizzazione del patrimonio territoriale, che proceda con l’integrazione delle attività complementari. Una politica del credito agevolata per sviluppare attività che diano risposte ad un territorio che da troppi anni soffre”.
6 Chioggia Mobilità Obiettivo: la pedonalizzazione dell’insula di Chioggia
Prove tecniche di Ztl in centro storico La graduale trasformazione della viabilità coinvolgerà tutta l’area insulare: si vuole limitare il traffico veicolare e migliorare la qualità della vita dei cittadini di Sara Boscolo Marchi
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l centro storico di Chioggia diventerà una rilevazione degli estremi della targa dei Zona a Traffico Limitato. La graduale tra- veicoli saranno installate prima dell’estate sformazione della viabilità coinvolgerà insieme alle barriere mobili che precluderantutta l’area insulare, delimitata a nord da no ogni accesso, anche dalle calli, alla parte Piazzetta Vigo, a sud da Canale Perottolo, nord di Corso del Popolo. I sette varchi saranno situati in tutti i a est dalla Laguna del Lusenzo e ad ovest punti d’ingresso al centro storico: Campo dalla Fondamenta Canal Lombardo. Marconi, Fondamenta L’ o b i e t t i v o Canal Lombardo, Calle dell’amministrazione I sette varchi Duomo, Corso del Poè la reale pedonaliz- saranno situati polo (all’altezza della zazione dell’insula di in tutti i punti Chiesa di S. Giacomo), Chioggia. Partendo d’ingresso dalla definizione di al centro storico incrocio tra Fondamenta S. Domenico sud e una Ztl nell’intero centro storico di Chioggia, si vuole coniugare nord e Isola dell’Unione, testa di ponte per la necessità di limitare il traffico veicolare e la Ztl, dove, peraltro, è già stato realizzato migliorare la qualità della vita dei cittadini. un terminal intermodale per bus, auto e biLa proposta presentata dall’assessorato ciclette. In una prima fase, le telecamere alla Mobilità insieme ai Lavori Pubblici, ha svolgeranno un’azione di monitoraggio del già ricevuto la delibera della Giunta Comu- traffico di auto, motocicli e ciclomotori. Registreranno i movimenti di tutti conale il 15 ottobre: stanziati 250.000 euro per tutto il progetto. loro che frequentano il centro storico per Le strutture per il videocontrollo e la definire entro un anno, e basandosi sui dati
L’assessore alla Mobilità Mauro Mantovan, in alto corso del Popolo. A sx la planimentria della Ztl (fonte: Comune di Chioggia) raccolti, gli aventi titolo all’accesso e in quali modalità. “Ogni decisione sarà presa in un confronto aperto con i residenti e i portatori d’interesse di quest’area – assicura l’assessore alla Mobilità, Mauro Mantovan
– abbiamo intenzione di compiere un’azione educativa e non restrittiva sui cittadini chioggiotti. Il sistema di videocontrollo e sorveglianza della viabilità rientra nel piano di recupero e tutela dei centri storici.
La nostra priorità è trasformare Corso del Popolo nel salotto della città e valorizzare il patrimonio storico-artistico di Chioggia, con benefici collaterali per residenti, commercianti e turismo”.
OppOSIZIONE, INTERROGAZIONE DI BENIAMINO BOSCOlO (pDl) Al SINDACO
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Il consigliere comunale e coordinatore del Pdl Beniamino Boscolo Cappon
nterrogazione di Beniamino Boscolo al In secondo luogo, il coordinatore del sindaco Giuseppe Casson. PdL domanda a quali fini siano stati spesi Il consigliere comunale e coordina- i proventi dei condoni ambientali, per legge tore del Popolo della Libertà di Chioggia, (l. 308/2004) destinati alla salvaguardia Beniamino Boscolo Capon, rivolge un’inter- e al recupero dei valori paesaggistici o di rogazione comunale al sindaco e alla sua riqualificazione degli immobili interessati. Giunta per approfonInfine, Boscolo sollecidire alcune questioni Chieste delucidazioni ta il sindaco a fornire affrontate reiterata- sulle cifre incassate spiegazioni sulla premente in diversi con- dalla monetizzazione sentazione alla Corte sigli comunali e mai delle aree destinate dei Conti (secondo il a parcheggio DPR 267/2000) del chiaramente evase. debito fuori bilancio di In primo luogo, Boscolo chiede delucidazioni sulle cifre quasi due milioni di euro contratto dall’amconsiderevoli incassate dalla monetizzazio- ministrazione in carica tra il 1998 e il 2007 ne delle aree destinate a parcheggio che per danni nei confronti della Società Porto l’Amministrazione Casson, con una delibera S. Felice. Vorrebbe sapere quali provvedimenti risalente al 2010, aveva deciso di destinare esclusivamente alla creazione di nuovi sono stati presi dall’amministrazione a separcheggi pubblici o alla manutenzione di guito della presentazione di tale documentazione alla Corte dei Conti. parcheggi pubblici già esistenti. S.B.M.
8 Chioggia L’Intervento
Il caso Società L’impatto della recessione economica sul territorio
La povertà, colpisce una fascia sociale sempre più ampia di Sara Boscolo Marchi
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Nel caso di Chioggia la situazione congiunturale si è unita alle difficoltà che sta attraversando il settore della pesca, elemento fondante dell’economia clodiense
a vicenda della famiglia Ferracane ha richiamato l’attenzione, non solo mediatica, ma di tutta la cittadinanza sul problema della povertà a Chioggia e ha indotto a qualche riflessione. Analizzando i dati registrati dai servizi sociali, le persone che si sono rivolte agli sportelli di Palazzo Morosini negli ultimi due anni sono aumentate e la fascia sociale colpita dalle difficoltà economiche si è allargata. Se prima della crisi l’utenza dei servizi sociali era costituita per lo più da una fetta della popolazione affetta da disagi e povertà “cronica”, oggi si rivolgono ai servizi sociali anche nuove famiglie che si ritrovano nell’indigenza dopo che il capofamiglia ha perso il lavoro. Infatti, a monte del disagio sociale sta la crisi economica nazionale che ha avuto conseguenze devastanti sull’occupazione. Nel caso di Chioggia, poi, la situazione congiunturale si è unita alle difficoltà che sta attraversando il settore della pesca, elemento fondante dell’economia clodiense. “L’amministrazione comunale ha cominciato a lavorare fin dal suo insediamento ai problemi sociali frutto della crisi – afferma l’assessore alle Politiche l’affitto di una casa o l’assegnazione di un alloggio Sociali, Massimiliano Tiozzo - ma i servizi sociali comunale, seguendo la graduatoria. Gli interventi possono intervenire solo a podi questo tipo, in setsteriori sul disagio causato dalla Alla fetta di popolazione tembre 2013 sono colpita da disagi “cronici” stati oltre un centinaio. recessione economica”. Gli interventi assistenziali si aggiungono nuove Mentre per coloro che promossi dal Comune di Chiog- famiglie in crisi a causa non si trovano sotto la gia si dividono in due tipi, a della perdita del lavoro soglia del minimo vitaseconda dei destinatari. Per le le, dopo una valutaziofamiglie che vivono sotto la soglia di povertà del ne dell’indicatore Isee, vengono elargiti contributi minimo vitale, è previsto un aiuto economico per so- economici finalizzati, ovvero utili a pagare le bollette stenere le spese considerate essenziali, ad esempio o altre spese specifiche. Gli aiuti di questo tipo, in
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L’assessore ai Servizi sociali Massimiliano Tiozzo settembre, sono stati destinati a circa cinquanta casi. L’assessore Tiozzo, però, tiene a sottolineare: “Gli interventi assistenziali non hanno lo scopo di sostituire il reddito da lavoro, perciò stiamo investendo su associazioni e volontariato che aiutano l’amministrazione comunale ad arginare le situazioni d’emergenza con iniziative concrete, come ad esempio il Banco Alimentare o i Centri d’Ascolto Caritas”. Queste reti d’aiuto, insieme alle realtà produttive locali, offrono sostegno anche per il reinserimento lavorativo.
Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking di Silvia Giuriato*
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Sono stati introdotti strumenti giuridici per prevenire le violenze: il legislatore ha previsto delle aggravanti nei delitti di maltrattamenti, violenza sessuale ed atti persecutori. Ma non solo. L’intento è stato quello di attuare un regime di prevenzione, e ciò sia aggravando le pene per coloro che commettono i reati ma soprattutto prevedendo una serie di strumenti giuridici che consentano di impedirne la consumazione. Chi commetterà violenza domestica (percosse, lesioni, ovvero i cosiddetti reati sentinella), potrà essere inizialmente ammonito dal Questore. Quest’ultimo potrà chiedere al Prefetto di disporre la sospensione della patente di guida del destinatario dell’ammonimento, da uno a tre mesi. E ciò in assenza di querela: sarà sufficiente che i fatti vengano segnalati (purché in modo non anonimo) alle forze dell’ordine. Il Questore, procederà ad informare il soggetto ammonito della presenza dei servizi disponibili sul territorio (consultori familiari, servizi di salute mentale e servizi per le dipendenze): lo scopo è di eliminare, direttamente nell’autore, la spinta alla violenza. Coloro che subiscono reati di maltrattamenti in famiglia saranno poi maggiormente informati dello status del procedimento penale che le vede vittime, e potranno godere del patrocinio a spese dello Stato in deroga ai limiti reddituali. Esse potranno formulare istanza affinché la loro audizione venga resa in regime protetto. Questa modalità, eviterebbe la testimonianza di fronte all’autore del reato. Potrebbe vincere le resistenze di molte vittime a sporgere la querela. La querela nei casi di stalking, potrà esser rimessa unicamente avanti al Giudice, mentre nel caso vi siano state minacce aggravate non potrà esser ritirata. Le ipotesi di maltrattamenti sono state introdotte fra i reati per i quali è previsto l’arresto in flagranza, e comunque potrà essere applicata la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Il responsabile potrà esser controllato mediante il braccialetto elettronico e potranno esse disposte intercettazioni telefoniche. La nuova legge ha introdotto il potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, ove le vittime dei reati di violenza sessuale e di genere potranno trovare ausilio di operatori specificatamente formati. *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia
Dopo le accuse in televisione, le precisazioni dai Servizi sociali del Comune
Il caso della famIglIa ferracane e’ un po’ dIverso da com’è stato raccontato
alzati agli onori della cronaca dopo che sui social network si era diffusa la notizia che lo sfratto (dovuto all’insostenibilità del mutuo) li aveva costretti a vivere in auto, la famiglia Ferracane aveva raccolto molte dimostrazioni concrete di solidarietà. Approfittando dei riflettori mediatici, Leandra Ferracane, figlia ventiquattrenne di Nunzio Ferracane e Carmela Pepe, ospite della trasmissione di Santoro aveva dichiarato: “Eravamo una famiglia modello come quella del Mulino Bianco, poi ci siamo ritrovati per la strada. Abbiamo dormito in macchina e il sindaco ci ha ignorato. Le istituzioni hanno dimenticato noi cittadini italiani per favorire gli extracomunitari”.
Immediata la replica dei Servizi Sociali del Comune di Chioggia, che hanno tracciato un quadro più completo della realtà vissuta dalla famiglia originaria di Gela. Dalla nota emerge un padre arrestato per traffico internazionale di droga, un fratello con una casa di proprietà a Valli, un contributo mensile erogato dai servizi sociali di 307 euro mensili e la disponibilità espressa più volte dall’amministrazione comunale di contribuire alle spese relative all’affitto di una casa, anche per l’intero importo in un primo periodo, nel caso la famiglia avesse reperito un appartamento in locazione sul mercato privato.
Tutti particolari omessi dai protagonisti della vicenda e che smentiscono le accuse di disinteresse da parte delle istituzioni. Non solo, il documento dei servizi sociali di Chioggia aggiunge anche qualche altra informazione: il nucleo familiare sarebbe aiutato dalla famiglia d’origine di Gela, dalla madre, dai cognati e dalla suocera. La rete parentale sembrerebbe quindi in grado di supportare sufficientemente le difficoltà economiche di Nunzio Ferracane, nel caso in cui questi si ritrasferisse a Gela. Per il momento, grazie alla generosità di altri cittadini, la famiglia originaria di Gela sta beneficiando di un tetto, nell’attesa di risolvere la loro complicata situazione. S.B.M.
10 Chioggia Caritas, i casi del disagio Oltre alla crisi, le altre cause della povertà
Mancanza di lavoro, conflittualità, dipendenze: i problemi delle famiglie
neWs I dati del primo quadrimestre 2013 diffusi dalla provincia
lavoro, la crIsI contInua a mordere dI pIù nell’area sud del venezIano
Il Basso Veneziano, un territorio dalle grandi potenzialità che fanno fatica a diventare opportunità imprenditoriali
di Sara Boscolo Marchi
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maggio è stato inaugurato il Fondo di Solidarietà Caritas per il finanziamento di tirocini e percorsi d’inserimento lavorativo attraverso voucher e borse di lavoro. “L’assistenzialismo ha sempre creato dipendenza – dice don Marino Callegari, direttore Caritas di Chioggia – noi crediamo nell’autonomia della persona e siamo convinti che chi è in difficoltà necessiti di essere accompagnato, sostenuto, ma anche del partner), cui si aggiungono le dipenstimolato ed educato ad affrancarsi dalla denze per alcool, droga, gioco d’azzardo o il disagio mentale. C’è anche chi ha conti povertà.” Da gennaio a settembre di quest’anno, in sospeso con la giustizia e, ad esempio, si trova agli arresti si sono rivolte ai Centri d’Ascolto (CdA) di Da gennaio a settembre domiciliari. Davanti a tutte Chioggia e Sotto- 160 famiglie di Chioggia queste problematimarina circa 160 e Sottomarina che, i CdA stanno famiglie, molte delle si sono rivolte collaborando in quali sono tuttora as- ai Centri d’Ascolto modo proficuo con sistite dai volontari. La maggior parte degli utenti ha problemi il consultorio, il Sert (per le dipendenze), il d’occupazione, ma non mancano le com- Csm (per il disagio mentale) e l’Uepe (uffici plicazioni familiari (conflittualità di coppia per l’esecuzione penale esterna), oltre che e con parenti, maltrattamenti, abbandono con i servizi sociali del Comune di Chioggia.
Don Marino Callegari “Stiamo investendo molto sui minori – aggiunge l’assessore alle Politiche Sociali Massimiliano Tiozzo – per aiutarli ad uscire dalla cronicità del disagio e dalla marginalità in cui si ritrovano a crescere. Opera Baldo e Titoli Minori offrono percorsi formativi e di accompagnamento scolastico, inteso sia come aiuto nell’apprendimento, sia come vero e proprio accompagnamento fisico, qualora le famiglie non siano presenti. Allo stesso tempo – conclude Tiozzo - ci stiamo occupando anche di un’altra categoria a “rischio abbandono”: gli anziani, con contributi spesa per le badanti e assistenza domiciliare gratuita”.
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ecentemente si è svolto in Provincia un incontro organizzato dall’assessorato alle Attività produttive per analizzare i problemi causati dalla crisi economica che ha colpito il sud del Veneziano, in particolare i comuni di Chioggia, Cavarzere e Cona. I dati emersi si riferiscono al primo quadrimestre 2013 ed evidenziano una situazione ancora difficile per l’area in questione: aumenta la Cassa Integrazione dell’8%, così come le procedure di mobilità del 6% e crolla il fatturato del 10-12%. Il settore più penalizzato rimane l’edilizia, seguita dal metalmeccanico. “La crisi economica internazionale continua ad avere conseguenze drammatiche nel tessuto veneziano – commenta l’assessore provinciale alle Attività produttive, Lucio Gianni – e mette in discussione importanti realtà imprenditoriali. Diventa necessario mantenere un dialogo fra istituzioni e parti sociali per formulare proposte e azioni condivise. E’ necessario creare rapidamente una sinergia di intenti per abbattere i campanilismi che spesso portano ad incomprensioni”. Dalle indagini emerge inoltre che le prospettive di ripresa si allontanano al secondo semestre 2014, mentre la situazione tende ad aggravarsi rispetto ad altre aree del Veneto con un aumento del tasso di disoccupazione oltre il 12%. “Questo territorio ha grosse potenzialità – conclude Gianni - ma se non vengono trasformate in opportunità imprenditoriali e lavorative, corriamo il rischio di trovarci fra un anno a constatare il peggioramento dei dati che oggi vengono evidenziati”. S.B.M.
Chioggia 13 Sanità Urologia, dopo 10 anni di viaggi della speranza risolve il suo problema
neWs
Sottoposto a un delicato intervento di 4 ore, a Chioggia guarisce S
Cattedrale di Santa Maria Assunta
concerto dI natale dell’orchestra sInfonIca e coro “tullIo serafIn” Il 23 dIcembre prossImo
Non poteva urinare da solo e rischiava l’insufficienza renale di Ornella Jovane
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opo vari “viaggi della speranza” in diversi ospedali veneti, un’emergenza lo consegna agli specialisti di Chioggia che risolvono brillantemente il problema e gli restituiscono serenità e salute. Il fatto risale a ottobre di un anno fa, protagonista è un giovane oggi tretatreenne: dall’età di 20 anni soffriva di un problema alla vescica che gli impediva di urinare da solo. Via via la sua situazione si era aggravata e dopo più di 10 anni, di cure e di interventi che non producevano risultati apprezzabili, le speranze di guarire o quanto meno migliorare erano ormai ridotte al lumicino. Lo scorso ottobre, appunto, la svolta insperata. A causa di una complicazione che aveva provocato una iniziale insufficienza renale, il giovane si rivolge al Pronto soccorso dell’ospedale di Chioggia. Qui, eseguiti gli esami strumentali, i sanitari gli diagnosticano oltre al restringimento dell’uretra anche la presenza di un voluminoso calcolo vescicale.
Il primario di Urologia Giuseppe Tuccitto con l’équipe che ha eseguito l’intervento Un quadro delicato che comporta per il paziente una decisione importante. Il primario di Urologia Giuseppe Tuccitto è chiaro. “All’epoca ho spiegato al giovane - ricorda Tuccitto - che si sarebbe trattato di un intervento complesso della durata di quattro ore. L’operazione si divideva in due parti: asportazione del calcolo con una incisione addominale e prelievo del lembo di mucosa buccale per ricostruire il condotto uretrale ristretto”. L’operazione riesce con successo (viene
Turismo. Il bilancio della stagione da gennaio ad agosto 2013
chIoggIa e sottomarIna tengono bene anche se non è stata una stagIone eclatante
La conferenza stampa dello scorso 30 ottobre. In foto Tullio Galfrè, Enrico Miotto e Silvia Vianello
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l 2013 non è stato un anno eclatante ma si può essere soddisfatti per i numeri prodotti che rivelano una sostanziale tenuta, dopo una flessione negativa nel 2012 che aveva preoccupato non poco gli operatori del settore. E’ la conclusione a cui porta il bilancio sulla passata stagione turistica a Chioggia e Sottomarina tenendo conto dei dati a partire da gennaio fino ad agosto. Le considerazioni finali sono del presidente dell’Azienda di promozione turistica Enrico Miotto che lo scorso 30 ottobre ha tenuto una conferenza stampa insieme con l’assessore al Turismo del Comune Silvia Vianello, il direttore generale Apt Tullio Galfrè, il presidente dell’Associazione Albergatori di Chioggia e Sttomarina Giuliano Boscolo e il direttore Asa Paolo Dal Zotto, il presidente del Consorzio di Promozione Turistica “Con Chioggia sì” Marco Camilletto Boscolo. Rispetto ad altre spiagge del litorale, anche Veneziano, Sottomarina rappresenta in un certo senso una realtà a sè in quanto i turisti che la frequentano sono
per lo più di provenienza italiana, categoria piuttosto “difficile” in questi tempi di crisi . E tuttavia la tenuta nel 2013 fa ben sperare per il futuro. Il presidente Miotto ha voluto concentrare l’attenzione sulle opportunità di rilancio di quest’area anche puntando a mercati turistici europei. Expo 2015 potrebbe essere una ghiotta occasione non solo per la spiaggia di Sottomarina ma anche per Chioggia, città d’arte. Una delle carte che potrebbero rivelarsi opportune è la collaborazione fra associazioni, come già dimostra il positivo bilancio della sperimentazione tra Apt della Provincia di Venezia e l’Associazione Albergatori di Chioggia. Un concetto sul quale ha insistito il direttore generale di Apt Galfrè che ha sottolineato l’incremento, ben il 30 per cento in più, di servizi al pubblico in termini di accoglienza turistica e di informazioni con l’apertura in forma permanente dell’Ufficio di Chioggia in centro storico e raddoppiando gli orari di apertura al pubblico - da giugno a settembre - di quello di Sottomarina.
asportato un calcolo del peso di ben 300 grammi, un caso rarissimo) e anche il decorso operatorio è regolare: dopo venti giorni il paziente riprende a urinare da solo senza problemi. Una esperienza conclusa positivamente come sottolinea il giovane che ricorda il giorno del suo ricovero in ospedale a Chioggia, un anno fa, come l’inizio della sua rinascita. “Si tratta di un caso complesso - spiega il primario Tuccitto - in cui l’intervento chirurgico ha scongiurato il pericolo di portare il giovane ad un ulteriore danno renale che poteva condurre all’insufficienza renale grave e quindi alla dialisi”. Grande è la soddisfazione anche del direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben. “Interventi di questa portata - esclama - contribuiscono a rendere l’ospedale di Chioggia un contenitore di servizi di qualità e di competenza. Continuiamo così. Un grazie a tutti i sanitari di Urologia che hanno partecipato a questa delicata operazione”.
i svolgerà lunedì 23 dicembre, presso la Cattedrale di S. Maria Assunta di Chioggia, il tradizionale “Concerto di Natale” dell’Orchestra Sinfonica e Coro “Tullio Serafin” diretti dal M° Renzo Banzato; l’appuntamento, che giunge quest’anno al significativo traguardo della 19^ edizione, si inse- L’Orchestra e il coro “T. Serafin” risce all’interno delle iniziative natalizie programmate dall’Amministrazione comunale di Chioggia. Il programma del concerto, la cui presentazione sarà curata dal professor Paolo Padoan, sarà in primis dedicato alla produzione sinfonica e corale di ispirazione sacra di Giuseppe Verdi; insieme al compositore di Busseto saranno ricordati anche Richard Wagner, musicista tedesco coetaneo di G. Verdi (con il quale condivide infatti il bicentenario della nascita) e Pietro Mascagni, compositore livornese del quale si celebra nel 2013 il 150° anniversario della nascita. La serata prevede la presenza, accanto all’Orchestra Sinfonica e Coro “T. Serafin”, di due solisti di particolare rilievo, il basso Luca Gallo e il soprano Miranda Bovolenta, per un totale di oltre cento esecutori: il tutto sotto la puntuale direzione del M° Renzo Banzato, compositore, pianista, direttore d’orchestra e docente presso il Conservatorio di Trento. Indubbiamente un programma di grande fascino e notevole suggestione, ma soprattutto una serata dedicato a tre autorevoli compositori che hanno rappresentato, nella specificità del proprio stile, la storia dell’opera in Italia e in Germania. Date tali premesse il concerto non deluderà certamente le aspettative del numerosissimo pubblico che ogni anno attende con entusiasmo questo tradizionale appuntamento con la grande musica. La manifestazione, che gode del Patrocinio della Regione Veneto, è realizzata dalla Città di Chioggia in collaborazione con la Pro Loco di Chioggia. L’orario d’inizio è fissato alle ore 21.00; l’ingresso è libero.
14 Chioggia La quinta edizione Giornate intense, ricche di eventi e oltre 80mila visitatori per la manifestazione sul mare
Quattro bandiere per “Ottobre blu 2013” Nei pressi della Stazione Marittima dove si è svolto l’evento sventolavano la bandiera europea, quella italiana, quella della Marina militare e della Marina mercantile di Eugenio Ferrarese
La presentazione della Bandiera della Marineria clodiense, in alto la commemorazione ai caduti in mare, sotto il sottomarino Pelosi
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a manifestazione organizzata dal 19 al 27 ottobre dall’Azienda Speciale del Porto di Chioggia (della Camera di Commercio di Venezia ), in collaborazione con la Marina Militare, con l’Amni (Associazione Nazionale Marinai d’Italia), la Guardia Costiera e gli enti locali, ancora una volta è riuscita a catturare l’attenzione di migliaia di persone giunte nella città lagunare. Nei pressi della Stazione Marittima del porto dove sventolavano quattro bandiere - quella europea, quella italiana, quella della Marina Militare e quella della Marina Mercantile - vi erano all’ormeggio la Nave Euro, il sottomarino Pelosi (classe Sauro) e la nave idrografica Aretusa oltre alle unità navali della Cam Idrografica di Venezia ed altre imbarcazioni da lavoro. E all’interno della stessa Stazione è stata realizzata una esposizione di mezzi aerei e navali – la replica dell’aereo Bleriot con il quale fu compiuta la prima trasvolata del canale della Manica nel 1909, il “ siluro lenta corsa” (“maiale”) utilizzato durante la II guerra
Il tema della prossima edizione sarà dedicato a “Donna da mare” mondiale per gli attacchi subacquei, lo scafandro da palombaro per grandi profondità –, una selezione delle opere del noto artista Allan O’Mill, pittore ufficiale della Marina Militare Italiana, i “laboratori blu” per scoprire le profondità marine ed una mostra dedicata alle vicende del Vajont. Nelle aree adiacenti la stazione marittima erano state collocate le tensostrutture che ospitavano le “Eccellenze del Piave”, una esposizione enogastronomica di prodotti tipici che richiamano il rapporto tra l’economia montana e quella marinara che scorre lungo l’asse del fiume sacro alla Patria. E il ricordo più volte è andato al Vajont dopo la commovente cerimonia di apertura di Ottobre Blu 2013 presieduta proprio dalla presidentessa delle vittime del Vajont, N.D. Micaela Colucci. Assai intensa anche l’attività convegnistica con la partecipazione del pluricampione mondiale di apnea Enzo Maiorca che ha invitato al rispetto del mare e dei suoi fondali, la presentazione del nuovo
vessillo della Marineria Clodiense a cura dell’araldista Giorgio Aldrighetti, gli incontri relativi al futuro Piano Regolatore Portuale di Chioggia e sulla Sicurezza in mare, i corsi di immersione dedicati ai bambini con i Subacquei ed incursori del Comsubin della Marina Militare. “Ottobre Blu 2013”, proprio per le importanti presenze e per le sinergie concretizzatesi tra pubblico e privato, rappresenta un prestigioso elemento di promozione dell’unica realtà fluviomarittima italiana: il porto di Chioggia, nodo strategico della portualità alto adriatica. “L’aver avuto al nostro fianco il Ministero della Difesa, quello delle Infrastrutture e Trasporti, Il Dipartimento Architettura e Progetto dell’Università Sapienza di Roma, il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e il comune di Longarone – dichiara il Consigliere delegato dell’Aspo cap. Oscar Nalesso – ha premiato la nostra iniziativa. Ottobre Blu è riuscito nel suo intento cioè quello di promuovere non solo le strutture portuali, ma tutte quelle risorse economiche e umane di cui il territorio oggi dispone”. Nel corso della manifestazione è stato consegnato il “Barbotin d’oro 2013” all’amm. Tiberio Piattelli, comandante della Direzione Marittima del Veneto e della Capitaneria di Porto di Venezia, e sono stati premiati i tanti regatanti che hanno gareggiato nelle aree lagunari circostanti il bacino portuale di Chioggia. Le incerte condizioni atmosferiche non hanno invece consentito la prevista simulazione del combattimento aereo con velivoli della Prima guerra mondiale. Il concerto della Banda Musicale della Marina Militare domenica 27 ottobre ha infine concluso questa edizione di “Ottobre Blu”. Appuntamento al prossimo anno dedicato alle “Donna da mare”.
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le Specia le a i c e p S
Ottobre 2013
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
Servizio Sanitario Nazionale della Regione Veneto AZIENDA UNITA’ LOCALE SOCIO - SANITARIA n.14 Sede Amministrativa: Presidio Ospedaliero di Chioggia, Strada Madonna Marina, 500
Tel. 041/5534111 www.asl14chioggia.veneto.it call center: 848 800 997
A NOVEMBRE INIZIA LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE A partire dal 4 novembre p.v. sarà disponibile, presso gli studi dei Medici di Famiglia, dei Pediatri di libera scelta e degli ambulatori vaccinali del Servizio Igiene Pubblica, il vaccino antinfluenzale per la stagione 2013-14. L’influenza è una malattia causata da diversi virus influenzali. I sintomi più comuni sono febbre alta, spossatezza, inappetenza, dolori alle ossa e ai muscoli, mal di testa, faringite e tonsillite. Questi virus hanno la caratteristica di modificare molto spesso la loro struttura e per questa ragione ogni anno viene preparato un nuovo vaccino contro l’influenza. L’immunità, cioè la capacità indotta dal vaccino di contrastare l’infezione, dura per pochi mesi ed è perciò necessario vaccinarsi ogni anno con il vaccino appositamente preparato. In Italia, ogni anno, l’influenza causa circa 8000 decessi, il 10% circa dovuti alla polmonite da influenza e gli altri dovuti alle complicazioni correlate alla patologia di base (diabete, cardiopatie, broncopatie, etc…) e comunque per l’80% in soggetti oltre i 65 anni di età. La trasmissione da uomo a uomo del virus avviene attraverso le goccioline di saliva di chi tossisce o starnutisce ma anche attraverso il contatto con le mani contaminate dalle secrezioni respiratorie; per questo una buona igiene delle mani e delle secrezioni può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione dell’influenza. Le raccomandazioni sono quindi di coprirsi bocca e naso quando si starnutisce o tossisce e di lavarsi quindi le mani, usare mascherine in presenza di sintomi influenzali, quando ci si trova in ambienti sanitari. Una circolare del Ministero della Salute indica le categorie di soggetti per cui la vaccinazione antinfluenzale viene offerta gratuitamente: - soggetti di età pari o superiore a 65 anni - soggetti in età infantile ed adulta affetti da:
a) malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa la malattia asmatica), circolatorio, uropoietico ovvero altre severe condizioni patologiche che aumentino il rischio di complicanze b) malattie degli organi emopoietici c) diabete ed altre malattie dismetaboliche d) sindromi da malassorbimento intestinale e) fibrosi cistica f) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, inclusa l’infezione da HIV g) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici - bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di patologia disreattiva che richiede prolungata somministrazione di acido acetilsalicilico e a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale. La Circolare, indica, inoltre, l’opportunità di vaccinare, ai fini dell’interruzione della catena di trasmissione, alcune categorie quali:
- personale sanitario di assistenza - contatti familiari di soggetti ad alto rischio - addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo quali: a) insegnanti scuole dell’infanzia e dell’obbligo b) addetti poste e telecomunicazioni c) dipendenti pubblica amministrazione e difesa d) forze di polizia incluso polizia municipale e) volontari servizi sanitari di emergenza f) personale di assistenza case di riposo Infine, il personale che, per motivi occupazionali, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali: a) detentori di allevamenti b) addetti all’attività di allevamento c) addetti al trasporto di animali vivi d) veterinari pubblici e libero-professionisti Il vaccino va somministrato per iniezione intramuscolare, preferibilmente nel muscolo deltoide (muscolo della spalla); in genere un’unica dose è sufficiente negli adulti e nelle perso-
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Ulss 14
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ne che hanno già avuto precedenti vaccinazioni influenzali mentre nei bambini mai vaccinati prima contro l’influenza è raccomandata una seconda dose di vaccino, da somministrare dopo almeno 4 settimane dalla prima. Il vaccino antinfluenzale è in genere ben tollerato; talora però possono comparire disturbi quali: gonfiore e rossore nel punto di iniezione; febbre stanchezza, debolezza o dolore muscolare. Il vaccino verrà somministrato gratuitamente dal medico curante a tutti i pazienti aventi diritto secondo la circolare ministeriale; gli altri si possono rivolgere agli ambulatori vaccinali del Servizio Igiene Pubblica con i seguenti orari: CAVARZERE tutti i giovedì di NOVEMBRE dalle ore 10.00 alle ore 12.00 CHIOGGIA tutti i sabato di NOVEMBRE dalle ore 09.00 alle ore 11.00. I pazienti devono presentarsi con certificazione attestante la patologia, per i soggetti di 65 anni ed oltre è sufficiente un documento di identità.
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Ottobre 2013
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
Per approfondimenti è possibile consultare le pagine dedicate ai servizi sul sito aziendale dell’A.Ulss 14: ww.asl14chioggia.veneto.it
LA CITTADELLA SOCIO SANITARIA DI CAVARZERE POTENZIA L’AMBULATORIO ORTOPEDICO CON LA COLLABORAZIONE DELL’ULSS 14
La collaborazione tra Ulss 14 di Chiogga e Cittadella Socio Sanitaria porta a Cavarzere ulteriori cure per le patologie di Ortopedia. All’équipe che già opera in Cittadella si aggiunge l’ambulatorio del Dr. Gianpaolo Ferrari, primario dell’UO di Ortopedia dell’ospedale di Chioggia. Una modalità – è l’intento comune delle due realtà sanitarie – per coprire tutti gli ambiti della patologia ortopedica: dall’anca alla spalla, dal piede al polso, dalla mano al ginocchio. Il servizio è attivo dal 1° ottobre scorso, ed è comodamente prenotabile sia dal Cup dell’ospedale di Chioggia, sia direttamente presso la Cittadella (anche tramite il numero verde del call center 848 800 997 attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.00 alle ore 18.00 e il sabato dalle ore 8.00 alle ore 12.00). «Grazie a questa collaborazione – conferma Ferrari – chi si rivolge alla struttura di Cavarzere può trovare cura per la patologia dell’anca (che colpisce il 30% della popolazione), quella della spalla (20%
della popolazione coinvolta), i sempre più frequenti casi al polso e al piede, oltre alla cura delle patologie della mano, attività iniziata con l’apertura della Cittadella Socio-Sanitaria». Particolare attenzione viene riposta anche nei casi di ortopedia pediatrica. «Possiamo affrontare – confermano i medici – tutti i casi che insorgono in età scolare, tra i 6 e i 12 anni: dai problemi ai piedi alle alterazioni posturali, fino alla scoliosi». La Cittadella Socio Sanitaria di Cavarzere è attrezzata sia per l’attività ambulatoriale che per quella chirurgica. «Si tratta di un concreto esempio – commenta il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – di come la sanità va verso il cittadino, e non viceversa. Bisogna diffondere i servizi sul territorio, perché soprattutto nel caso delle patologie ortopediche, si deve cercare di semplificare la vita ai pazienti. Questo accordo con la Cittadella di Cavarzere, che già costituisce un valido presidio sul territorio, va nella direzione che auspichiamo».
VIENE OPERATO A CHIOGGIA E RICOMINCIA AD URINARE DA SOLO Aveva appena vent’anni quando ha cominciato a non essere più in grado di urinare da solo. Per un giovane chioggiotto, allora, era iniziato un incubo fatto di sofferenza fisica e psicologica che ha cercato di risolvere, negli anni a seguire, sottoponendosi a vari interventi chirurgici in diversi ospedali veneti. “Il tempo passava – racconta Paolo (nome di fantasia per rispettare la sua privacy) – ma nulla cambiava, anzi peggiorava. Tanto che ormai avevo perso le speranze, vivevo in solitudine il mio problema e avevo perso fiducia nelle istituzioni sanitarie”. “Il giorno in cui sono stato ricoverato all’Ospedale di Chioggia con urgenza – continua il giovane oggi trentatreenne – l’ho vissuto come il giorno della mia rinascita”. Paolo, infatti, a causa di una ritenzione d’urina con iniNella foto l’equipe di Urologia ziale insufficienza renale, nell’ottobre del 2012, era giunto in Pronto Soccorso a Chioggia. Durante gli esami strumentali, a cui era stato sottoposto immediatamente, oltre al restringimento dell’uretra, i sanitari gli avevano riscontrato anche la presenza di un voluminoso calcolo vescicale (una volta estratto, si scoprirà pesava ben 300 grammi, un caso rarissimo). Si decideva col paziente per l’intervento chirurgico. “All’epoca ho spiegato al giovane – ricorda il primario di Urologia Giuseppe Tuccitto – che si sarebbe trattato di un intervento complesso della durata di quattro ore circa. L’operazione, eseguita con successo, di divideva in due parti: asportazione del calcolo con una incisione addominale e prelievo di un lembo di mucosa buccale per ricostruire il condotto uretrale ristretto”. Il decorso operatorio era stato regolare e, rimosso il catetere vescicale, dopo ventun giorni, il paziente aveva ripreso atti minzionali normali. “Oggi – aggiunge Tuccitto - a distanza di quasi un anno, il paziente minge spontaneamente vuotando completamente la vescica e conduce una vita di relazione perfettamente normale. Si tratta di un caso complesso in cui l’intervento chirurgico ha scongiurato il pericolo di portare il giovane ad un ulteriore danno renale che poteva condurre all’insufficienza renale grave e quindi alla dialisi”. “Interventi di questa portata – ha evidenziato il direttore generale dell’Ulss 14 Giuseppe Dal Ben – contribuiscono a rendere l’Ospedale di Chioggia un contenitore di servizi di qualità e di eccellenza. Continuiamo così. Un grande grazie a tutti i sanitari di Urologia che hanno partecipato a questa delicata operazione”.
Ulss 14 informa
le Specia le Specia
18 Chioggia Manifestazioni L’ultimo fine settimana di ottobre iniziativa Lilt
Una Torre “rosa” a Chioggia, invito alla prevenzione di Eugenio Ferrarese
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ue enormi nastri rosa scendevano dalla facciata sud della Torre dell’orologio di Sant’Andrea a Chioggia in occasione della campagna “Nastro Rosa” per la prevenzione oncologica e sensibilizzazione delle donne sulla necessità di sottoporsi ai necessari esami per prevenire il tumore al seno promossa dalla Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori). Ogni anno è prevista l’illuminazione temporanea di rosa di alcuni tra i più famosi monumenti del mondo al fine di attrarre l’attenzione e di sensibilizzare la popolazione internazionale, specialmente femminile, con un gesto di forte impatto e valore simbolico. Negli anni scorsi, grazie anche alla collaborazione delle varie amministrazioni locali, sono stati illuminati di rosa alcuni tra i più famosi e storici monumenti italiani: l’Arco di Costantino a Roma, l’Arena di Verona, il Ponte Vecchio a Firenze… A Chioggia è toccato al millenario campanile di Sant’Andrea a Chioggia sabato 26 e domenica 27 ottobre 2013 “rivestito” con due lunghi nastri rosa - suscitando grande sorpresa tra le moltissime persone che ogni giorno transitano per la piazza – proprio in adesione a questa campagna di prevenzione del tumore al seno. Questa manifestazione è stata anche l’occasione per presentare, dopo una serie di incontri di scambio di esperienze e conoscenza con la sezione provinciale Lilt di Venezia, la Delegazione Lilt Sezione di Chioggia sorta grazie alla collaborazione di un gruppo di volontari nel territorio comunale, vista la sensibilità verso la malattia e la tutela psico-fisica del benessere della persona. Nella provincia di Venezia la Lilt è presente da oltre 30 anni e sul territorio nazionale fin dal 1922. Questa associazione promuove la cultura della prevenzione come metodo di vita attraverso un corretto stile di vita, la lotta al tabagismo, la lotta alla cancerogenesi ambientale e professionale. Molte le iniziative promosse dalla Lilt: ambulatori di prevenzione senologica, urologica, del melanoma, educazione alimentare, sostegno post-operatorio, ginnastica riabilitative per donne operate al seno, corsi per smettere di fumare, assistenza psicologica ai pazienti oncologici e ai loro familiari, fornitura gratuita delle protesi provvisorie per donne mastectomizzate, consulenza legale gratuita ed assistenza giudiziale e stragiudiziale (per pazienti oncologici), ma anche corsi di canoa per donne e di Nordic Walking aperti a tutti. E per informazioni sulle varie attività della Lilt delegazione di Chioggia: lilt. chioggia@gmail.com oppure ci si può anche rivolgere alla Lilt sezione provinciale di Venezia tel. 0419558443 e-mail LEGATUMORI-VE@libero.it
Un gesto di forte impatto e valore simbolico per una campagna rivolta soprattutto alle donne per sensibilizzarle alla necessità di controlli periodici, di stili di vita sani
La Torre dell’orologio di Sant’Andrea con i nastri rosa
neWs Volontariato organizzato
al vIa I nuovI corsI avulss
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’ iniziato il XIII corso di base per la formazione di nuovi volontari Avulss a Chioggia. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Star bene insieme nel territorio per essere promotori di salute, benessere e cambiamento” che Avulss promuove in collaborazione con le associazioni Anteas Chioggia e Cavarzere, Andos di Chioggia, Amcet Chioggia, 5 Martiri e Attiva Idea di Cavarzere. Il corso ha lo scopo di fornire una preparazione di base indispensabile a quanti desiderino operare nell’ambito del volontariato organizzato, affinché possano essere in grado di offrire una qualificata presenza a chi si trova in situazioni di bisogno e difficoltà. L’Avulss è un’associazione composta da volontari che s’impegnano a fornire un servizio di aiuto e sostegno, vicinanza, conforto e accompagnamento alle persone sofferenti, anziane, handicappate, sole e bisognose. Opera in collaborazione con parrocchie e altre associazioni del territorio nel settore dell’assistenza socio sanitaria. Organizza specifici corsi durante i quali i volontari possono acquisire i fondamenti d’igiene e assistenza ed essere preparati anche psicologicamente alla relazione d’aiuto. Gli incontri, cominciati il 4 ottobre, si svolgono presso il Distretto n.I dell’Asl.14 (Viale A. Vespucci - Sottomarina) e continueranno fino al 6 dicembre. Per informazioni, rivolgersi tutti i martedì dalle ore 9.30 alle 11 (tel. 328 1097059) presso la succitata sede. S.B.M.
20 Chioggia Il caso della domenica I 70 posti auto gratuiti sono poco utilizzati
neWs
I tifosi non usano il nuovo parcheggio, fioccano ancora multe “P
Il concorso per le scuole promosso dalla Congregazione Serve di Maria Addolorata
“padre emIlIo venturInI, una rete dI carItà IerI e oggI”
di Ornella Jovane
N
onostante fosse stato aperto in tutta velocità il parcheggio nell’area ex Cavini per consentire ai tifosi della Clodiense di poter andare tranquillamente allo stadio senza la preoccupazione della multa, i vigili hanno avuto modo di lavorare alacremente anche in occasione delle partite successive alla messa a disposizione dei 70 posti auto. Posti scarsamente utilizzati dai tifosi. Il caso era montato nelle prime settimane di ottobre. I tifosi si lamentavano delle contravvenzioni per sosta irregolare che puntualmente fioccavano ad ogni incontro di calcio casalingo. Denunciavano una scarsità di spazi in cui parcheggiare la propria auto durante la partita di calcio. Molti ricorrevano al parcheggio del vicino cimitero che consente una sosta di 60 minuti al massimo - troppo poco per assistere all’intero match di calcio - occupando spazi destinati a coloro che la domenica si recano a visitare i propri defunti al camposanto. Una situazione di disagio che il Comune
aveva provveduto a risolvere in tempi brevi. “Rispondendo alle sollecitazioni pervenute in merito alla necessità di disporre di posti auto gratuiti durante le partite casalinghe della Clodiense, - comunicava il dirigente comandante della Polizia locale di Chioggia, Michele Tiozzo, già lo scorso 25 ottobre - il Comune ha provveduto ad accelerare i tempi per l’acquisizione, la regolamentazione e la sistemazione di una nuova ampia area di parcheggio”. Area che era disponibile già dalla domenica successiva. “Gli oltre 70 nuovi posti auto disponibili - proseguiva - sono regolamentati con disco orario di 120 minuti, sufficiente per i tempi della partita e che comunque contribuiranno
Il comandante Michele Tiozzo ad aumentare i parcheggi a servizio del vicino cimitero”. Il comandante della Polizia locale ricordava inoltre che esiste un’alternativa, in ogni caso, comoda e conveniente. “Si segnala inoltre - spiegava - che il parcheggio a pagamento Sst, vicino al deposito Actv, consente una comoda sosta per oltre 200 autovetture a fronte di una tariffa (la più bassa di tutta la città) di 50 centesimi di euro l’ora: in pratica con un euro si può vedere comodamente tutta la partita”. Evidentemente le motivazioni non sono state sufficientemente convincenti, e le multe sono fioccate ancora...
adre Emilio Venturini, una rete di carità ieri e oggi”. E’ il tema del concorso rivolto agli alunni e agli studenti delle scuole, statali, comunali e paritarie, di Chioggia, Pellestrina, Castelfranco Veneto e Velo d’Astico (VI) promosso dalla Congregazione Serve di Maria Addolorata di Chioggia, per festeggiare il 140° anno di fondazione e il 40° anniversario dell’Istituzione della Scuola Primaria “Padre Emilio Venturini”. Varie sono le proposte rivolte alle scuole modulate in base al grado e all’ordine. Per la scuola dell’Infanzia, i bambini saranno impegnati nella produzione di disegni che prendano spunto dalle fotografie dei bambini che frequentano le scuole delle missioni in Messico e in Burundi. Gli alunni della scuola Primaria dovranno invece cimentarsi nella produzione di disegni che siano in continuazione della storia raccontata nel fumetto “Padre dei piccoli. Emilio Venturini servo di Dio” di Silvia Boscolo Bragadin; nel componimento di un acrostico in cui risulti il nome “Padre Emilio Venturini” o una frase di senso compiuto, legati alla sua figura o alla sua opera e dovranno inventare una storia verosimile (anche in power-point), raccontata da uno dei tanti bambini del popolo, ripresi nelle calli di Chioggia a fine Ottocento. La produzione di una lettera ad un coetaneo del Burundi o del Messico, per dare e chiedere informazioni su di sé, sull’ambiente di vita e di studio, la traduzione in francese, spagnolo o inglese di una breve versione della biografia di padre Emilio Venturini, ricavata dal fumetto “Padre dei piccoli. Emilio Venturini servo di Dio”, l’ abbinamento di una musica anche moderna alle parole dell’Inno “A padre Emilio Venturini” o la realizzazione di una composizione con testo e musica di propria invenzione, la riproduzione dell’ex voto che illustra la guarigione delle orfanelle dell’Istituto di San Giuseppe da una epidemia, saranno invece i lavori proposti per gli alunni della Scuola secondaria di I grado. I ragazzi delle scuole secondarie di II° grado potranno invece produrre un power-point in cui si illustra la realtà chioggiotta della seconda metà dell’Ottocento, ricavando le informazioni dalla cronaca cittadina del giornale “La Fede” (1876-1881), diretto da Padre Emilio Venturini o un power-point in cui si illustrano gli aspetti fisici, economici e socio-culturali di uno dei paesi in cui opera la Congregazione, Messico o Burundi. Il concorso, iniziato il 20 ottobre 2013, terminerà il 15 febbraio 2014. Giovanna Bellemo
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Chioggia 25 Sottomarina Una iniziativa del gruppo “Per la nostra laguna” e l’associazione di promozione sociale “Amico Giardiniere”
“Amo la laguna, quindi la pulisco!”
Una trentina di volontari sono stati impegnati per tutta la mattina del 20 ottobre nella pulizia della diga di Sottomarina e della zona vicina del Forte di San Felice di Eugenio Ferrarese
A
ll’appuntamento di domenica 20 ottobre erano presenti una trentina di volontari che per tutta la mattina sono stati impegnati nella pulizia della diga di Sottomarina e della zona vicina al forte di San Felice. Guanti da lavoro, qualche attrezzo per raccattare gli oggetti sparsi tra i “masegni” e capienti sacchi per raccogliere questa imponente massa di rifiuti. E’ la terza volta che il gruppo “Per la nostra laguna” e l’associazione di promozione sociale “Amico Giardiniere”, in collaborazione anche con “Lega Ambiente” e “Generazione identitaria”, promuove queste azioni di pulizia della diga di Sottomarina e di altre zone degradate. “La diga – hanno scritto nella locandina di presentazione della manifestazione - è un luogo simbolo del legame forte e vitale tra mare e laguna, dal 2011 inserita nel patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco, ma riteniamo anche che sia una carta di tornasole della qualità delle acque e del nostro livello di civiltà. La diga è diventata un luogo chiave della città, pur rimanendo interamente sotto la competenza del Magistrato alle Acque. E’ oggi uno dei più frequentati passeggi in ogni stagione, luogo ideale per le cure di iodio del mattino
presto, per uscite con la famiglia, bagni di sole o per feste notturne”. In effetti la diga di Sottomarina è una delle mete privilegiata dei turisti che affollano, non solo durante l’estate, la spiaggia di Sottomarina, ma manca dei servizi minimi essenziali. Ecco perché, accanto alla proposta di organizzare periodicamente la pulizia, è stata lanciata anche una raccolta di firme per una lettera aperta al sindaco di Chioggia per sostenere la trattativa della cessione del forte di San Felice dalla Marina Militare al Comune di Chioggia. Con questa lettera pubblica oltre a caldeggiare l’acquisto del forte si chiede l’avvio di un gruppo di progetto aperto alle associazioni interessate e ai privati disposti a investire nella riqualificazione del forte e dell’area verde retrostante, partendo dall’ottimo studio dell’arch. Alessia Boscolo Nata che è stato presentato recentemente nella sala del Consiglio comunale di Chioggia. Il gruppo Turismo Chioggia ha già manifestato pubblicamente interesse a partecipare e anche altri imprenditori sarebbero disposti a investire in questo progetto di riqualificazione dell’intera zona nord di Sottomarina. “Questa acquisizione e la riqualificazione – è scritto
FORTE DI SAN FElICE CANDIDATO COME pATRIMONIO DEll’UMANITà UNESCO
I volontari impegnati nella pulizia della diga di Sottomarina e dell’area vicina al Forte San Felice nella lettera inviata al sindaco - ci sembrano un degno coronamento della candidatura del San Felice all’Unesco a cui l’architetto Daniel Tiozzo ha lavorato in questi anni e che ora si è concretizzata. Speriamo quindi che lei saprà donare alla Città questa grande opportunità”. E qualche tempo fa analoghe richieste, con una lettera pubblica con 250 firme, erano state anche inviate al Magistrato alle Acque. In particolare si chiedeva al Magistrato la pulizia periodica della diga, la collocazione di cestini per raccolta differenziata e l’illuminazione
notturna come già fatto a Ca’ Roman. Per partecipate agli incontri e alle iniziative “Per la nostra laguna” si può contattare Alessandra Crocco (cell. 347 9144740) o Francisco Panteghini, presidente di “Amico Giardiniere” (cell. 328 7021253 e-mail info@ amicogiardiniere.it) Queste iniziative sono organizzate in accordo con Veritas e con il sostegno di “Darsena Marina del Sole” e “Ittiturismo” da Alessandro.
SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA con il patrocinio di:
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l Forte di San Felice candidato come patrimonio dell’umanità Unesco. La Giunta comunale ha aderito al progetto che mira all’inserimento nella lista dell’Unesco del sito “Le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVII secolo nel Mediterraneo orientale”. Una proposta di ampio spessore storico - culturale che vuole costituire un sito “seriale” transnazionale dei sistema difensivi messo in atto dalla Repubblica di Venezia lungo le coste Adriatiche e del Mediterraneo orientale con la costruzione di opere e città fortificate a protezione dei traffici commerciali. Presentata dall’amministrazione comunale di Bergamo, con il patrocinio e l’indirizzo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il progetto è stato già accolto oltre che da Venezia anche dalla città di Palmanova, di Peschiera del Garda e da altre città i cui territori un tempo erano appartenuti allo Stato della Serenissima Repubblica, situati in Croazia e Montenegro. Il programma ha infatti l’ambizione di coinvolgere le più importanti città della Repubblica veneziana tra il XV e il XVII secolo attraverso la formazione di una rete di partner selezionati tra i paesi storicamente legati a Venezia e che hanno conservato le testimonianze materiali di questo rapporto. “Con questo atto Chioggia, già sotto la tutela dell’Unesco, con il sito Venezia e la sua laguna, entra a pieno titolo in un nuovo strategico programma con un monumento
Il Forte San Felice storico, purtroppo oggi poco valorizzato, ma tra le testimonianze più imponenti e importanti della nostra storia quale il Forte di San Felice – spiega il sindaco Giuseppe Casson – Mi auguro che questo riconoscimento, possa accelerare l’iter per il recupero di questo antico manufatto e per la sua restituzione alla città”. “Si tratta di una proposta in linea con la nuova strategia dell’Unesco, volta ad una più accentuata condivisione dei valori tra i popoli e ad una maggiore garanzia di rappresentatività delle proposte di candidatura – spiega Daniel Tiozzo, presidente del consiglio comunale, tra i maggiori sostenitori dell’iniziativa – Il progetto complesso, frutto di un lavoro importante di due anni, già accolto a Roma dalla commissione nazionale dell’Unesco, sarà valutato tra le proposte che la commissione mondiale vaglierà a Parigi il prossimo anno”.
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26 Chioggia Territorio Verso i 200 anni dalla nascita del santo di Torino
L’urna di Don Bosco fa tappa a Chioggia Dal 21 al 24 novembre sarà presso la Casa Salesiana, una tappa del lungo pellegrinaggio delle reliquie che dal 2009 hanno attraversato il mondo di Eugenio Ferrarese
E
’ partito da Valdocco nei pressi di Torino il 25 aprile 2009 ed ora è ritornata in Italia per la fase conclusiva del pellegrinaggio. L’urna di don Bosco ha percorso molte regioni della Congregazione salesiana in Italia e nel mondo e adesso è la volta delle Case Salesiane del Nord-Est. All’interno di una statua - una riproduzione dell’originale che possiamo ammirare nel santuario di Maria Ausiliatrice a Torino; il corpo è opera dello scultore Gabriele Garbolino, i paramenti sacri di suor Anna Scaglia – è racchiusa una reliquia di don Bosco; il viso è stato ottenuto dallo stesso calco creato da Benvenuto Cellini all’indomani della morte di Don Bosco. Il pellegrinaggio si prefigge l’obiettivo di unire storie, culture, modi di sentire di popoli diversi, per prepararsi a festeggiare insieme un compleanno significativo: i duecento anni dalla nascita di Giovanni Bosco avvenuta nel 1815. Il suo “sogno dei
nove anni”, che rimase impresso per tutta la vita nella mente del santo, è divenuto realtà e milioni, miliardi di giovani in questo lungo tempo lo hanno riconosciuto e lo riconoscono come Padre. La Casa Salesiana di Chioggia si appresta, con entusiasmo ed impegno, ad accogliere l’urna di don Bosco nella città lagunare dal 21 novembre al 24 novembre 2013. L’idea del pellegrinaggio è nata dal Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pascual Chávez Villanueva, che desiderava in questo modo preparare la strada alle celebrazioni del bicentenario della nascita del santo di Torino. L’urna, di linea semplicissima, è realizzata quasi completamente in cristallo per permettere la miglior visibilità da parte di tutti e contiene la mano destra di Don Bosco, quella che il santo, padre e maestro dei giovani, ha sollevato innumerevoli volte per benedire i suoi ragazzi e per pregare con
loro e per loro. Dopo la prima tappa nel Lazio, l’urna ha viaggiato fino in Patagonia dove monsignor Cagliero, che seguì don Bosco fin dall’inizio della sua opera, si è diretto in missione con il primo gruppo di salesiani missionari. Dal Cile all’Argentina e alla Terra del Fuoco, al Brasile e agli altri Paesi dell’America Latina, l’urna è risalita verso il Messico e il Centro America, per volare in Asia, e quindi in Africa, fino al Madagascar. E ovunque l’accoglienza è stata gioiosa da parte di tutti, giovani e adulti. Tornata in Europa, le reliquie di S. Giovanni Bosco sono passate anche per Moldavia e Romania. Nella Cattedrale di Chioggia da sabato 16 a domenica 24 novembre sarà allestita la mostra sul Santo dei giovani “Un cuore che ama è un cuore che educa” per presentare la pedagogia salesiana e mostrare non solo l’importanza dell’azione educativa
Dal 16 al 24 novembre una mostra sul Santo dei giovani, uno spettacolo e tanti dibattiti oggi, ma di come l’amore e l’accoglienza siano i tratti evidenti dell’agire pedagogico di don Bosco. Accanto ai numerosi testi originari proposti, i pannelli espositivi presentano diverse foto della storia salesiana di Chioggia cominciata nel 1899 e che ha accompagnato molteplici generazioni di giovani e le loro famiglie. Mercoledì 20 novembre alle ore 21,00 don P. Fausto Frisoli, Consigliere Regionale
L’urna del santo che il 24 novembre, dopo la tappa di Chioggia sarà ospitata a San Donà di Piave per Italia Medio Oriente, interverrà al teatro don Bosco sul tema:“L’attualità di don Bosco Educatore”; giovedì 21 novembre a cura del gruppo teatrale don Michelangelo Aldegheri sarà presentato lo spettacolo “Don Bosco è qui!”. L’urna di don Bosco domenica 24 novembre 2013 partirà per San Donà di Piave, un’altra tappa del suo lunghissimo viaggio che si concluderà nel 2015.
28 Chioggia Anno Dondiano Il Comitato presieduto da Frascati ha organizzato molte iniziative
Dibattiti, manifestazioni ed eventi per celebrare i Dondi
Jacopo e Giovanni Dondi Dall’Orologio, padre e figlio medici di Chioggia che 700 anni fa portarono un importante contributo nel campo delle conoscenze e della ricerca scientifica di Eugenio Ferrarese
Le celebrazioni dondiane. In basso ricordo del 20 settembre dello scorso anno a Londra, la conferenza dell’ingegner Marisa Addomine sull’orologio di S. Andrea
I
l 26 dicembre del 1313 Jacopo Dondi era stato nominato medico condotto di Chioggia. Oltre che medico, Dondi era anche topografo, astrologo, astronomo, esperto di orologeria, studioso delle maree, docente presso l’Ateneo patavino, consigliere dei Carraresi, signori di Padova. Tra le sue opere più famose vi è l’ “Aggregator”, trattato di medicina che fece scuola per alcuni secoli nelle università europee; il “De fluxu et refluxu maris”, un originale trattato sulle maree che verrà in gran parte confermato da Newton e dalle moderne teorie; ed anche il famoso orologio della torre di Piazza dei Signori a Padova. I 700 anni trascorsi da quella nomina sono diventati l’occasione che hanno sollecitato vecchi e nuovi estimatori e studiosi del genio Dondiano a costituire un Comitato promotore per tributare un dovuto riconoscimento all’opera culturale e scientifica che, da Chioggia, la famiglia Dondi ha saputo generare nel XIV secolo, periodo in cui hanno spiccato il volo la ricerca e lo studio per le scienze, che hanno cambiato la vita degli uomini.
I Dondi Dall’Orologio di Chioggia furono protagonisti della cultura e della scienza nel XIV secolo Il Comitato Dondiano, presieduto da Angelo Frascati (che tra l’altro è anch’egli medico), ha organizzato nel corso dell’anno una considerevole mole di eventi di studio, di dibattito, spettacoli e mostre che hanno analizzato e celebrato la figura e l’opera di Jacopo e Giovanni Dondi Dall’Orologio, rispettivamente padre e figlio. Infatti anche Giovanni, come il padre, fu medico condotto e insegnò nelle Università di Padova, Pavia e Firenze medicina, logica ed astrologia. Autore di varie opere mediche e letterarie, fu intimo dei Carraresi, medico curante ed uno degli amici più cari del poeta Francesco Petrarca. La sua fama è soprattutto legata alla realizzazione dell’Astrarium, una macchina perfetta e complessa: si tratta di un misuratore del tempo, un congegno astronomico ed un calcolatore (una copia, pazientemente ricostruita, è esposta al Museo civico di Chioggia ed altre copie sono state realizzate in altri famosi musei sparsi nel mondo). Le celebrazioni dell’anno Dondiano
sono partite da alcuni interventi di presentazione che hanno coinvolto gli Istituti superiori di Chioggia, in particolare il Liceo Veronese e l’Istituto tecnico commerciale Cestari, e poi proseguite con incontri e conferenze organizzate all’Auditorium comunale e nell’Oratorio della chiesa della SS. Trinità a Chioggia con interventi di famosi e qualificati esperti nazionali e internazionali. Sono stati proposti anche dei concerti, delle visite guidate alla Torre di Sant’Andrea, che ospita il famoso orologio realizzato da Dondi, e una mostra itinerante che è stata allestita al Museo civico, nella parrocchia di Borgo San Giovanni, nella Tor-
La cerimonia di chiusura dell’anno dondiano si terrà il 7 dicembre in Sala consiliare re di Sant’Andrea , nell’atrio del Municipio in occasione del Palio de la Marciliana e in alcune scuole. Inoltre per tutte le classi degli Istituti scolastici che avranno visitato la mostra: “I Dondi dall’Orologio e Chioggia: protagonisti della cultura e della scienza del XIV secolo” esposta nelle sale espositive del Museo Civico di Chioggia ed avranno inviato la foto della classe è stato promosso il concorso “Scatta la foto e vinci!”: i partecipanti sorteggiati riceveranno in premio del materiale scolastico offerto dalle Farmacie di Chioggia. La cerimonia di chiusura delle celebrazioni Dondiane con apposizione di nuova lapide celebrativa di Jacopo e Giovanni Dondi Dall’Orologio, cittadini illustri di Chioggia sarà sabato 7 dicembre 2013 alle ore 10,00 nella Sala Consiliare del Municipio. Nel corso della cerimonia saranno anche consegnati i premi del concorso “Scatta la foto e vinci!”. Gli eventi delle Celebrazioni Dondiane su www.chioggia.org/centenario_dondiano
30 Cultura locale Scultura Selezionato con la sua opera “Simunlacrum” che raffigura il mito di Perseo e Medusa
Sandro Varagnolo tra i finalisti del Premio Nazionale Arte Novara di Eugenio Ferrarese
S
andro Varagnolo è stato scelto tra gli artisti finalisti al XIII Premio Nazionale Arte Novara selezionati dal comitato scientifico del premio, patrocinato dal Ministro per i Beni e per le Attività Culturali, Regione Piemonte, Provincia di Novara, Comune di Novara, Comune di Orta San Giulio, Atl della Provincia di Novara. La scultura presentata dall’artista chioggiotto è intitolata “Simulacrum”, frutto di sperimentazioni e contatti con noti artisti italiani, ma nello stesso tempo mantiene un legame con le radici popolari chioggiotte. Infatti l’opera è stata realizzata su di un supporto molto particolare: si tratta di un frammento di fasciame della poppa di un Bragozzo chioggiotto della fine dell’Ottocento che, adeguatamente trattato e mantenuto allo stato di originalità, ospita una pittura che l’autore definisce “senza tempo”. Nel dipinto è raffigurato il mito di Perseo e Medusa, le cui note vicende sono narrate in modo diverso dal consueto. “Da qua il nome dell’opera Simulacrum – spiega Varagnolo - che nella sua traduzione greco-latina significa idolo-statua, ma nei suoi contenuti più profondi, l’opera è una distorsio-
Sandro Varagnolo, a sx la scultura “Simulacrum” ne della realtà mitologica, in senso platonico, diventa essa stessa realtà in quanto questa storia non è mai esistita se non come simulacro”. La mostra degli artisti finalisti è stata allestita a palazzo Tornielli a Novara dal 26 ottobre al 10 novembre, quando saranno anche proclamati i vincitori. Sandro Varagnolo vive e lavora a Chioggia dove è nato 45 anni fa. Appassionato e studioso di arte antica, con particolare riferimento alle arti figurative del ‘600, per poi estendersi anche all’arte contemporanea, svolge anche
attività di ricerca storico-artistica del territorio clodiense – alcune sue ricerche sono anche comparse in “Chioggia - rivista di studi e ricerche” ed ha anche curato la presentazione del catalogo “Chioggia tra mito, storia e leggenda” del pittore Dino Memmo – ma si interessa anche degli aspetti politici e culturali della città e per qualche tempo ha fatto parte del Consiglio comunale. Nel giugno di quest’anno ha presentato le sue opere in occasione della mostra “I Viaggiatori del Tempo” allestita nella chiesetta di San Martino a Chioggia.
neWs Felice Nordio raccontava agli inizi del ‘900 di questo prete solitario che viveva nella torre campanaria
Il mIstero dI prete onse , “fantasma” della torre dI sant’andrea
L
uci fatue al calar della notte, passi e scricchiolii, strani rumori e fruscii. Ogni torre che si rispetti deve avere il proprio fantasma e la torre di Sant’Andrea non ne è da meno. Si narra che tra le strette stanze, ma soprattutto vicino alla torre campanaria al calar della sera si aggiri uno spirito un po’ tetro, ma innocuo. Di notte e quando non viene disturbato, continua il suo mestiere di orologiaio custodendo l’orologio più antico del mondo. Molte le ipotesi che si stanno formulando, ma ormai non ci sono più dubbi, si tratta di Prete Onse. Recenti ricerche negli archivi parrocchiali di Sant’Andrea hanno permesso di recuperare il ritratto di don Vincenzo Veronese, conosciuto in città come il prete Onse, poichè si occupava di “ungere” le ruote del meccanismo del manufatto medievale. Di lui si sa che venne pagato regolarmente come orologiaio dalle casse parrocchiali dal 1876 al 1888. Si trattava di un prete un po’ particolare così come lo descrive Felice Nordio, storico e bibliotecario responsabile a Chioggia nella prima metà del Novecento, in un manoscritto raccolto in “Ricordi e memorie clodiensi 1933-1934”. “Era un uomo che atteneva poco al suo Ministero spirituale – si legge tra le righe - Egli si era fatto il suo domicilio nella camera delle campane del campanile, di riparare gli orologi, faceva il falegname”. Il Veronese “apparteneva alla parrocchia di sant’Andrea ed era incaricato dell’orologio de campanile”. Il suo carattere serioso e particolare aveva contraddistinto la sua vita quasi da eremita in cima alla torre campanaria. Scrive ancora il Nordio: “Uomo molto serio e di poche parole, viveva sempre da solo e gli piaceva mangiare qualche piccione della Chiesa”. La sue esistenza solitaria si concluse con una morte improvvisa. Venne trovato senza vita all’interno dello stesso campanile. E il suo spirito continua a vagare indisturbato per continuare a preservare dall’incuria l’orologio più antico del mondo. I più coraggiosi, che vogliono salire sulla torre al calar delle tenebre, potranno se fortunati, sentire i suoi passi leggeri e timidi scendere e salire le scalinate, anche se il suo carattere schivo lo tiene ben lontano dai visitatori del museo. Di notte nelle giornate di nebbia guardando in alto, sulla vetta della torre, tra le campane si può scorgere ancora la luce flebile del suo lumino a petrolio. Giovanna Bellemo
Cultura locale 31 Libri La presentazione dell’ultima fatica letteraria di Francesco Lusciano
“Dov’è Kafka?”, il romanzo “matrioska” Un’opera articolata che sviluppa la sua trama tra storia e fantasia, in un intersecarsi di vicende e personaggi che hanno come filo conduttore la figura dello scrittore di Praga di Eugenio Ferrarese
N
ei luoghi in cui visse – all’inizio del Novecento - il famoso scrittore Franz Kafka una comitiva partita da Venezia compie un viaggio a Praga nel 1977 quando si stavano diffondendo le idee di “Charta ‘77”, un movimento allora clandestino guidato da Vaclav Havel, poi divenuto presidente della nuova repubblica ceca post-comunista, che tentava di contrastare la normalizzazione sovietica di Gustav Husak. Ma il “grigio potere” terrà lontano per trent’anni l’utopia del “socialismo dal volto umano” diffusosi ai tempi della “primavera di Praga” del ’68 e di Alexander Dubcek. In questo intrigo storico-politico si intrecciano le vicende di un turista veneziano, Marco Vian – ma molti anche i riferimenti autobiografici con la vita dell’autore di questo romanzo, Francesco Lusciano – che ritorna con alcuni amici a Marienbad, nota località turistico-termale, e nella capitale
Praga alla ricerca di una donna affascinante e un po’ misteriosa, Eva K., appassionatamente amata durante la breve e intensa vacanza più di trent’anni prima e poi non più rivista, e alla ricerca di Kafka. Tra storia e fantasia si viaggia dapprima tra le vie grigie di Praga nel 1977 che richiama quegli uomini grigi del romanzo “Il processo”, ligi ad un misterioso e dispotico potere, raccontati nell’opera di Kafka. Il ricordo di questo scrittore sembra però scomparso nonostante la sua indubbia fama mondiale: a quanto pare il comunismo non apprezza quegli autori “decadenti e borghesi” che mettono in qualche modo in discussione l’occulto, opprimente potere delle dittature. Le annotazioni del viaggio del protagonista del romanzo di Lusciano ci presentano dettagliatamente luoghi, vie, il cimitero ebraico, le grandi storiche piazze di Praga, il ponte Carlo, simbolo e orgoglio della città,
sempre alla ricerca della presenza di Franz Kafka e dei luoghi dove ha vissuto la sua tormentata vicenda umana – il conflitto col padre, gli amori irrisolti con le sue fidanzate – e dove ha scritto i suoi capolavori: “La metamorfosi”, “Il castello”, numerosi racconti e una infinita serie di lettere. E poi c’è un manoscritto realizzato da Kafka durante una vacanza a Marienbad: un testo che tutti cercano, ma nessuno poi riuscirà a trovare. E non mancano nemmeno i colpi di scena con l’avvelenamento delle due custodi del misterioso manoscritto e l’uccisione per gelosia della madre di Eva K., l’amante ceca poi abbandonata dal turista veneziano Marco Vian. Nella Talamini, in occasione della presentazione del libro di Lusciano avvenuta il 5 ottobre scorso nella Sala Consiliare di Chioggia, ha definito quest’opera articolata un “romanzo matrioska”: un intersecarsi di
A sx il romanzo “Dov’è Kafka?” in alto Francesco Lusciano storie ben organizzate che hanno come filo conduttore le vicende di Kafka e quelle del turista-scrittore Marco Vian – ovvero Francesco Lusciano – tra storia passata e presente. “Lusciano – ha aggiunto Nella Talamini – è un moderno Virgilio che ci accompagna in questo viaggio da Marieband a Praga “. Praga è ora una città “colorata”, affollata da turisti che seguono cartelli che indicano con chiarezza tutti i luoghi dove poter ritrovare le testimonianze della presenza di
Kafka in questa affascinante capitale europea. Marco Vian ritroverà Eva K. dopo 35 anni. E non mancheranno le rivelazioni, le nuove speranze di Praga post-comunista e le tristi realtà… Francesco Lusciano è stato a lungo docente di storia e filosofia all’Istituto Magistrale Goldoni di Chioggia, giornalista di quotidiani locali ed anche assessore alla Cultura di Chioggia fino al 2007.
la proposta di tre associazioni del territorio Amb, Gnl, Gr.A.N.Chio
conferenze e mostre per dIvulgare In modo pIacevole e dIvertente la conoscenza scIentIfIca
U
n ciclo di conferenze e mostre, dedicate alla divulgazione scientifica. Nascono dalla sinergia di tre associazioni clodiensi, che operano nel campo divulgativo, le “Serate naturalistiche 2013” che partite ad ottobre si concluderanno a gennaio. Organizzate dall’Associazione Micologica Bresadola Gruppo di Chioggia-Sottomarina (Amb), dal Gruppo Naturalisti “Linneo” (Gnl) e dal Gruppo Astronomia Nova Chioggia (Gr.A.N.Chio), gli eventi si rivolgono a tutti coloro che vogliono saperne di più sul mondo che ci circonda in modo semplice ed interessante: alunni e studenti delle scuole di ogni ordine e grado, turisti, appassionati di scienze e semplici cittadini. Un’occasione per far conoscere meglio alla cittadinanza il lavoro delle tre associazioni organizzatrici, nel campo della divulgazione scientifica e nella ricerca e per scoprire o riscoprire i tesori celati nel territorio e nei palazzi storici. Le conferenze avranno come location la sala adiacente al Museo Civico di Chioggia, San Francesco fuori le mura. Si inizia venerdì 15 novembre alle 21,00 con “La cometa Ison”, a cura del Gr.A.N.Chio. Si parlerà dell’arrivo della cometa, annunciata come il grande evento astronomico dell’autunno 2013, e di quando e come sarà osservabile. Sabato 30 novembre alle ore 17,30 sarà la volta dell’incontro “Entomologia urbana”, sugli insetti nelle abitazioni domestiche., curato dal Gnl. Il ciclo di conferenze si conclude sabato 11 gennaio 2014 alle ore 17,30 alla scoperta del “Il meraviglioso mondo dei funghi”, per scoprire dove si trovano e come si riconoscono, a cura dell’ Amb. Dopo la conclusione positiva della V Mostra Micologica, saranno organizzate aperture straordinaria della mostra naturalistica permanente del Gruppo Naturalistico Linneo a Palazzo Ravagnan (Calle Donaggio, Chioggia), che ospita oltre 2.000 specie tra molluschi, crostacei, conchiglie, minerali, fossili ed insetti, il 17 novembre 2013 e il 12 gennaio 2014, dalle ore 10.00 alle 12.00. E’ possibile prenotare l’apertura anche in altri giorni e orari. La mostra permanente di Palazzo Ravagnan rimarrà comunque aperta al pubblico con il consueto orario, tutti i mercoledì e venerdì dalle ore 17,00 alle ore18,30. Tutti gli eventi delle Serate Naturalistiche 2013 sono ad ingresso gratuito. Info: Gruppo Naturalisti “Linneo” sede e mostra permanente Palazzo Ravagnan (entrata da calle Donaggio), Chioggia (Ve) Tel. 041.491606 e 333.2904397 email: gn.linneo@ Giovanna Bellemo alice.it.
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VIAGGIO IN
PrOVINCIA VENEZIA
Politica Intervista al nuovo segretario del Partito democratico veneziano
Il Pd con Marco Stradiotto è alla ricerca di una nuova sintonia col territorio di Ornella Jovane
E
sempio, generosità e servizio, squadra, trasparenza e meritocrazia, donne, circoli, amministratori locali, innovazione, città metropolitana , lavoro, impresa, semplificazione, Veneto. Sono 15 le parole “strategiche” che Marco Stradiotto, ex sindaco di Martellago e parlamentare nelle due scorse legislature, candidato unico alla segreteria provinciale del Partito democratico veneziano, ha portato in giro per i circoli del territorio, ha fatto girare in rete e ha voluto condividere come presupposto per un confronto costruttivo con gli iscritti e gli elettori nel corso della fase congressuale. Quindici parole per stimolare proposte, opinioni, commenti che sono confluite in quel documento programmatico già imbastito prima, ma redatto nella sua veste ufficiale e conclusiva solo dopo aver celebrato il congresso in tutti i circoli della provincia. Stradiotto, a differenza del contesto nazionale, nei circoli territoriali, e così anche a Venezia, si è riusciti a fare sintesi delle diverse correnti, proponendo per
lo più un unico candidato alla segreteria essendo mai stato un uomo di corrente, ha del partito. Perché? A livello locale si è aiutato. Del resto, non avrei mai accettato più vicini alla concretezza dei problemi e una candidatura in contrapposizione”. Stradiotto, lei è stato definito vicino più lontani da una visione astratta della al premier Enrico Letta, ma di recente è politica? “Non in tutte le realità territoriali si è stato associato ai Renziani. Dove si colloarrivati a un candidato unico: in alcune pro- ca in realtà? “Sono molto amico del Presidente del vince si stanno confrontando in modo forte. Direi che non c’è una contrapposizione tra Consiglio, ritengo che Matteo Renzi sia una risorsa e che i due siano complementari. un modello nazionale e uno locale. Credo che a Letta e al Qui a Venezia si Pd faccia bene Renzi è riusciti a ragionare Stradiotto: nell’ottica di evitare “E’ necessario per come segretario: un partito più forte perspaccature sul nome il nostro Partito rilanciando, invece, sui farsi recepire utile mette al premier di operare scelte migliori temi, e ciò va dato atto alla società” nel suo Governo”. alle varie sensibilità che ci sono anche nel Pd di Venezia e che Venezia, territorio difficile, fortesi esprimeranno nelle Primarie nazionali. mente colpito dalla crisi economica che Rispetto ad altri circoli provinciali, dove si spesso si è tradotta, in politica, in voto parla di nomi e cognomi, qui si parla dei di protesta, prima alla Lega, poi al Moviproblemi. mento 5 Stelle. Come pensa di ricondurre Inoltre, l’individuazione della mia can- quei voti al Pd? didatura come persona super partes, non “Il fenomeno della Lega in passato, e
Marco Stradiotto del M5S oggi, sono il termometro del disagio. Il Pd recupererà consenso se riuscirà – è il mio primo obiettivo - a riconquistare la fiducia dei cittadini e per fare ciò deve essere un partito che si pone al servizio, che è coerente con ciò che dice e trasparente. L’esempio partirà da me: conserverò il mio attuale lavoro e l’incarico di segretario lo svolgerò come un servizio, come volontariato. Un segnale per far capire che la politica deve dare, appunto, l’esempio”. La Cgia di Bortolussi sostiene che questa Finanziaria porterà ad un aumento di un miliardo di euro delle tasse. E davvero così? “La Cgia di Mestre ci “allieta” spesso con le sue statistiche, ma credo che ci debba essere meno superficialità nel divulgare i dati. La cosiddetta “media del pollo” fa rumore, ma non dà gli strumenti utili per
affrontare i temi: nella fattispecie, scopriamo che le tasse in più le pagano le banche. Certo, ciò non significa che nella Legge di Stabilità non ci siano aspetti che si possano modificare e migliorare. Dobbiamo trovare il modo di far ripartire il Paese: se la spesa pubblica continua a pesare su una produzione e un Pil che calano, o non crescono, il sistema si soffoca”. L’elenco delle 15 parole si conclude con una sollecitazione alle diverse anime del Pd: “Oh issa!”. “Nel Partito democratico - chiosa Stradiotto - dobbiamo riscoprire e mettere in pratica la parola “oh issa!”: il Paese sta andando a rotoli e non possiamo permetterlo: mettiamo insieme le nostre forze e sincronizziamoci e riusciremo a vincere e a governare bene sia il Veneto che il Paese”.
Il SEGRETARIO USCENTE MICHElE MOGNATO “E’ l’UOMO GIUSTO pER AFFRONTARE lE SFIDE FUTURE”
“I
l Partito Democratico in provincia di Venezia, risente delle dinamiche congressuali, nazionali ma a livello locale ha dimostrato ottimi segnali di vitalità e radicamento. Riteniamo che la candidatura di Marco Stradiotto sia la più idonea in questa fase. Certo se qualcuno avesse voluto presentare una candidatura differente, bastava raccogliesse un centinaio di adesioni“. A spiegarlo è Michele Mognato, per anni vicesindaco a Venezia, ora deputato e segretario provinciale uscente. Mognato è la voce di Gianni Cuperlo nella Federazione, spiega come sia di fatto la scelta migliore quella che va a incoronare Marco Stradiotto segretario provinciale del Pd. “Marco Stradiotto - dice Mognato – è la persona giu-
sta nel posto giusto e nel momento giusto. Di lui si può apprezzare l’esperienza da amministratore, ma anche di parlamentare. E’ l’uomo giusto per fare da unione fra esperienza amministrativa locale e quadro di riferimento nazionale. Certo si tratta di gestire il partito e non fare l’amministratore o sedere in Parlamento. Si è convenuti su questa candidatura perché dà delle garanzie precise”. Per Mognato la segreteria di Stradiotto è anche la più preparata per gestire sfide importanti a livello comunale del 2014. “Alle ultime comunali a parte il caso anomalo di Mira finito in mano ai grillini – dice - Abbiamo consolidato le nostre posizioni conquistando comuni come Mirano e San Donà. Il prossimo anno bisognerà prepararsi per sfide im-
portanti prima fra tutte quella per il Comune di Venezia”. Al di là della scontata elezione di Stradiotto il partito veneziano si anima anche sulle vicende congressuali nazionali. La discussione nei circoli del Pd c’è. I circoli torneranno a riunirsi dal 10 al 17 novembre, dopo la parentesi del congresso provinciale, per eleggere i candidati alla convenzione provinciale in cui emergeranno i pesi veri delle varie mozioni che appoggiano i quattro candidati e cioè Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati, Gianni Pittella, nel veneziano. Lo sbarramento da superare è quello del 5 per cento. Saranno duecento i delegati dell’assemblea provinciale, all’assemblea nazionale. A.A.
Michele Mognato
Spazi aperti 33 3 Ambiente Sempre più diffuso il grosso roditore erbivoro
Nutrie, è allarme a Venezia Hanno devastato il cimitero di San Michele mangiando i fiori delle tombe dei defunti di Alessandro Abbadir
E
’ allarme nutrie in tutta la provincia di Venezia. I grossi roditori che un tempo si concentravano prevalentemente nell’area sud della provincia ora sono diffusi in tutto il territorio. Da Chioggia e Cavarzere da tempo si sono diffusi e ora infestano la zona sud della Riviera per poi passare nel miranese e nel Veneto orientale. Da poco però hanno anche fatto la loro pesante apparizione in centro a Venezia. Gli agenti della polizia provinciale hanno ricevuto diverse segnalazioni di avvistamento del roditore sempre più presente nel territorio. Il primo intervento è stato effettuato alla scuola elementare “Valeri” dove i genitori hanno allertato gli agenti, che con apposite gabbie hanno catturato le nutrie e provveduto a bonificare l’area interessata. Le nutrie hanno poi fatto tappa anche al cimitero di San Michele e, tra lo sbigottimento della gente si sono cibate dei fiori posti nelle tombe dei defunti. Grazie all’intervento degli agenti sono
stati catturati due esemplari e i custodi del camposanto hanno riferito che non hanno notato altre presenze dell’animale. Infine è giunta una segnalazione della presenza di nutrie alla scuola Sansovino di Cannaregio. La presenza di nutrie a Venezia era già stata segnalata la scorsa primavera con diversi animali segnalati nell’Isola di Sacca
Verranno inserite nel regolamento del Corpo la “carabina calibro 22”, funzionale all’abbattimento Sessola, dove c’era stato un primo intervento tampone. Ora è stato pianificato per la stagione invernale un intervento più efficace e duraturo”. L’assessore alla polizia provinciale Giuseppe Canali commenta “Invito i cittadini a segnalare tempestivamente alla Polizia Provinciale la presenza di questi animali
chiamando la centrale operativa (numero verde 800128580) per consentire un pronto intervento ed evitare che la popolazione di questi animali alloctoni aumenti in modo consistente. I cittadini tuttavia devono anche sapere che la nutria non è un animale aggressivo, è erbivoro e non attacca l’uomo se non per difendersi. La nutria è un animale che si riproduce velocemente, una femmina appena nata riesce già entro l’anno a procreare una nidiata di piccoli, e dunque le nutrie stanno invadendo anche l’ambito lagunare per la loro capacità di adattamento che rende sempre arduo il contenimento della specie”. Proprio per affrontare le nutrie la polizia provinciale ha chiesto di adeguare le armi in dotazione. L’amministrazione con questa modifica ha ravvisato la necessità di dotare il Corpo di polizia provinciale di armi più consone ai servizi cui sempre più è chiamato a concorrere il Corpo, tra i quali le numerose richieste
da parte delle Forze dell’ordine, Ulss e cittadini per l’abbattimento di animali di grossa taglia, sia selvatici che fuggiti da allevamenti, sia per il contenimento di specie alloctone quali la nutria. Per tale ragione verranno inserite nel regolamento del Corpo la “carabina calibro 22”, maggiormente funzionale all’abbattimento di nutrie, nonchè la “carabina lancia siringhe anestetizzanti” per evitare di uccidere l’animale anestetizzandolo. Per l’assessore Canali “Va preso atto che la presenza delle nutrie in questi ultimi anni
è cresciuta in modo notevole, e in particolar modo nei centri cittadini attraversati da corsi d’acqua. Stiamo intervenendo sia con il sistema del “trappolaggio”, sia con l’abbattimento secondo i piani di contenimento previsti. Il ricorso ad armi più idonee al loro utilizzo in ambienti urbanizzati consentirà, nel rispetto dei canoni di sicurezza, di non destare allarme tra i cittadini a causa delle detonazioni che, in particolare nel silenzio dell’orario notturno, sono maggiormente avvertibili”
ADOTTAMI Kevin, il bassottone. Maschio, circa 5-6 anni, taglia medio contenuta. Da circa 1 mese girava vicino ad una casa dove vivono 2 cani e delle brave persone. Quando ha visto che per lui c’era pappa ed acqua a disposizione ha deciso che poteva fidarsi. Dopo qualche giorno però è stato portato in rifugio Ora è un ospite a.p.a in attesa di famiglia. Nuvola rossa. Gattina di circa 3-4 mesi. Arrivata in un giardino dove c’era cibo ed acqua. Pensava di avere trovato un posto sicuro per crescere, ma non era così. La sua adozione è urgente. Noi volontari purtroppo non sappiamo dove metterla. Diana, pastore tedesco 8 mesi femmina. Comperata in allevamento e buttata via come un giocattolo rotto. E’ meravigliosa ma imperfetta: ha la displasia all’anca e alle zampette anteriori. Chi se n’è liberato ha evitato di affrontare costi e cure. Diana ha ora fatto il primo intervento, riuscitissimo, ma dovrà affrontarne altri . Two sisters. Segugette giovani circa 6-8 mesi, carattere pauroso, ma molto buone. Sicuramente prese per cacciare e visto che non erano in grado di farlo perché tenerle? Recuperate terrorizzate che vagavano disorientate. Queste due sorelline saranno affidate solo da compagnia anche separatamente. Presto verranno sterilizzate. Lilly. Cagnetta di 6 mesi, già sterilizzata, arrivata cucciola: aveva solo 2 mesi. Il suo carattere timido e molto pauroso non hanno facilitato la sua adozione. Ora è più espansiva. La vita del rifugio durante l’inverno è molto dura. Lilly pesa solo 5 chili. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia O.nlus 3289620233
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34 Mondo scuola Lotta alla contraffazione
La bella storia di una scuola vincente di Ornella Jovane
U
n linguaggio fresco, brioso e originale, uno stile efficace, ben costruito ma spontaneo, per esprimere in pochi minuti attraverso un filmato un messaggio “edificante” ed educativo: gli oggetti contraffatti fanno male alla salute e all’economia. I 21 studenti - selezionati tra le tre classi terze (A, B e C) della scuola secondaria di primo grado di Fossò dell’Istituto comprensivo Galileo Galilei - con il loro video dal titolo “La F... iesta (storia di regali indecenti)” hanno saputo stupire e convincere, prima la qualificata ed esigente giuria del concorso regionale “Ciak! Caccia al Falso”, istituito da Regione Veneto, Unioncamere e le Associazioni di consumatori operanti in Veneto, e poi i navigatori della rete. Questi ultimi con i loro voti li hanno premiati, “piazzandoli” al primo posto nella sezione “scuole” del concorso. Tutto ha inizio lo scorso aprile, quando la scuola di Fossò decide di procedere con un secondo corso di eccellenza, dopo quello fotografico dell’anno precedente, rivolto agli alunni delle (allora) classi seconde che avevano manifestato particolare motivazione e interesse nello svolgimento delle attività didattiche. Selezionati i 21 studenti, si è effettuata l’iscrizione al concorso che per il tema trattato - la lotta alla contraffazione - è apparso all’attuale dirigente scolastico, la professoressa Laura Contin, e ai docenti interessati al progetto, il professore di tecnologia Salvatore Salamone insieme alla collega Patrizia Borina, un utile esercizio di cittadinanza attiva, con stimolanti potenzialità sul piano multidisciplinare. Nulla è stato lasciato al caso e il percorso preparatorio è iniziato con un approccio teorico al tema in questione. “Dopo aver messo a fuoco i contenuti - racconta il professor Salamone - siamo passati alla fase più tecnica, relativa alle modalità di realizzazione del video, dalle riprese al montaggio”. I ragazzi si sono occupati in prima persona della sceneggiatura, interamente ideata da loro, dei costumi e degli oggetti, hanno disegnato le varie sequenze di ripresa, si sono assegnati i ruoli e hanno messo a punto le parti. Anche per la musica è stata fatta una scelta originale, un piacevolissimo e orecchiabile “tormentone” scritto insieme al professore di musica Stefano Ricatti ed eseguito col flauto dolce dagli stessi ragazzi. Fra i personaggi coinvolti anche alcuni esercenti di Fossò che, interpellati dagli studenti, si sono resi disponibili per interpretare un “ruolo” all’interno del video. Con il prezioso aiuto dei genitori, in particolare di Giorgio Bellingardo e Michele Gelmo, le singole sequenze filmate sono state montate ed è stato confezionato il video. “Un lavoro - spiega la professoressa Contin - che alla fine è diventato corale, grazie all’entusiasmo trascinante che studenti e insegnanti hanno saputo trasmettere non solo all’interno dell’istituto comprensivo ma anche a tutto il territorio”. Il video è stato realizzato nell’arco di un mese, tra fine aprile e maggio, con una cura certosina che ha portato gli studenti ad utilizzare tutto il tempo a disposizione, tanto da arrivare
L’Istituto comprensivo di Fossò primo al concorso regionale “Ciak! Caccia al falso” a consegnare a mano presso la segreteria del concorso, proprio all’ultimo minuto dell’ultimo giorno utile, il prezioso cd. L’arrivo delle vacanze estive non ha interrotto il cammino verso la vittoria. I ragazzi si sono tenuti in contatto tra di loro e, come un tam tam, il 15 luglio la bella notizia ha subito fatto il giro del paese: la prima selezione era stata superata, il video dell’istituto comprensivo di Fossò era stato pubblicato, selezionato fra i tre migliori, sul blog “Veneto consumatori” per essere votato. Fra questi sarebbe uscito il vincitore. “La F...iesta” è piaciuto subito in rete e le preferenze sono state numerose, a fine settembre se ne contavano oltre 200. Un “bottino” significativo con cui il 16 ottobre i 21 ragazzi con i loro docenti, la dirigente scolastica e i genitori si sono presentati a palazzo Balbi, sede della Regione Veneto, accolti dall’assessore regionale alle Politiche dell’agricoltura Tutela del consumatore Franco Manzato insieme alle altre due scuole selezionate - Itc Fusinieri di Vicenza e l’istituto “Agli Angeli” di Verona - per assistere alla proclamazione della vincitrice (nella foto in alto). Non si può raccontare a parole l’emozione e la soddisfazione provata dal gruppo di Fossò quando si sono resi conto di aver vinto i 6.500 euro messi in palio dal concorso. La dirigente, i docenti, i genitori e i ragazzi, uniti dalla stessa commozione, hanno esultato insieme - e non sono mancate le lacrime di gioia -, felici del risultato raggiunto. La commissione giudicatrice prima e quindi la rete ha premiato il modo in cui è stato proposto il messaggio e “confezionato” il video. “I ragazzi - commenta il professor Salamone - hanno scelto di creare un doppio piano di comunicazione per arrivare in modo efficace a stimolare la riflessione. C’erano le immagini, la storia di una festa di compleanno a sorpresa, e le parole, con cartelloni di commento inseriti fra una sequenza e l’altra con cui si voleva sottolineare la “morale” della storia”. Efficace anche la scelta di trasporre la narrazione in una dimensione senza tempo, attraverso l’uso del bianco e nero, virato seppia, che dava al videoclip un’apprezzabile patina “artistica”. I ragazzi hanno fatto la loro parte portando a casa il prestigioso premio e anche la considerevole somma, ora tocca alla dirigente scolastica mantenere la parola data. “Avevamo promesso che in caso di vittoria - spiega la professoressa Contin - avremmo inserito nel programma una visita scolastica all’estero. Si tratta ora di decidere la meta, ma il meritato viaggio di istruzione è assicurato”. Una bella, utile ed educativa esperienza che testimonia di un modo nuovo, frizzante e motivante di fare scuola, una buona scuola.
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6 Personaggio
Personaggio 37
L’intervista A tu per tu con un cultore dell’antiquariato della Riviera del Brenta
Franco Mason, collezionista per passione “Ho due magazzini dove colloco gli oggetti che raccolgo da oltre trent’anni” Roberta pasqualetto
F
ranco Mason, pensionato vive a Mira Porte e ha una passione molto particolare: collezionare oggetti. Franco colleziona ogni genere di cosa e condivide la passione con la moglie Carla Barberini, con la quale frequenta i vari mercatini alla ricerca di oggetti affascinanti. Quando nasce la passione di collezionare oggetti? “Sinceramente una risposta precisa non saprei darla, posso dire che mio nonno “Morobeo”, negli anni Quaranta, vendeva in giro diverse cose: castagne, patata americana, bagigi e bomboni, davanti alla chiesa o al cinema o, a porta a porta, la “smorga” (scarto della Mira Lanza) e spesso si faceva pagare con oggetti vecchi, quali chiavi, attrezzi o documenti, che a sua volta scambiava”. Dove trova questi oggetti? “Da una trentina di anni frequento i mercatini di antiquariato. Gli oggetti mi attraggono
molto e il desiderio di possederli e cresciuto con il tempo; per comprarli senza intaccare il bilancio familiare, partecipo a mercatini dell’antiquariato vendendo oggetti e cose trovate nei magazzini, garage e soffitte delle case di parenti, colleghi e amici”. Si può dire che questa passione è diventata uno stile di vita? “Certo; ha cambiato la mia vita e il tempo libero: le domeniche facevo i mercatini di antiquariato girando per il Veneto, e le regioni vicine, alla ricerca di nuove cose e oggetti particolari per le mie raccolte. Questo nuovo modo di girare mi ha dato anche l’opportunità di scoprire, vedere e conoscere altre città e paesi”. Il collezionismo è una passione associativa? “Molte persone hanno questa passione ed è bello condividerla: ogni domenica ci sono migliaia di visitatori che frequentano i mercatini
oltre ai venditori, con i quali prima o dopo, ci si ritrova e allora si chiacchiera su questo mondo meraviglioso. Un’altra bella cosa che offre questa passione è la concentrazione e l’impegno che ti fanno “staccare la spina”: per qualche tempo ci si isola, i problemi si allontano e si vive solo per la propria passione”. I suoi oggetti interessano anche gli altri? “Ho partecipato a più di cento mostre: tra feste paesane o all’interno di ville. Per me le mostre sono tutte belle, perché cerco sempre di accompagnare le mie cose con documenti o libri per illustrare la storia”. Qualche esempio di oggetti interessanti per le mostre? “Documenti e libri su Mira e sulla Riviera del Brenta, macchine per scrivere, calcolatrici materiale didattico, gioco oca, fischietti, domino, calamai, carte gioco, compassi, timbri, cucitrici, pinocchio, la cantina, cavatappi, tappatrici,
Nella foto Franco Mason caraffe, densimetri, sifoni bar, tutto martini, curiosità; del mondo contadino: gioghi, roncole, chiavi, tenaglie, seghetti, martelli, saldatori; del calzolaio: forme, pinze, martelli, calza scarpe, forme scarpe; dei parrucchieri: rasoi con affila lamette, usa e getta, lamette, macchinette taglia capelli. Pesi e misure, bilance, metri, calibri, compassi, livelle, filo piombo, cavalletti genio misura pressione gomme e sangue; tutto per il caffè: macinini, caffettiere, tostatori, libri e documenti e tutto sulla Mira Lanza con i 175 anni di storia, cartoline, prodotti, Calimero, documenti e molto altro ancora”.
Sorge spontaneo chiedersi dove tiene tutti questi oggetti. “Ho due magazzini che tengo molto ordinati, sono molto organizzato perché facevo un lavoro che lo richiedeva”. Per il futuro? “Se il comune di Mira mi mettesse a disposizione degli spazi potrei organizzare delle mostre o delle esposizioni sulle tradizioni locali: di recente ne ho fatta una legata alla biancheria della nonna, in piazza a Mira Porte, prossimamente ne farò un’altra legata agli antichi “costumi” dei neonati”.
38 Cultura provinciale
Cultura provinciale 9
Venezia La Fondazione Muve propone un catalogo ricco di appuntamenti
Autunno di mostre ai Musei civici veneziani Dall’inizio di novembre ha riaperto Palazzo Mocenigo con i nuovi percorsi museali dedicati al Profumo. Dicembre invece sarà un omaggio al Settecento con l’inaugurazione a Ca’ rezzonico di una monografica dedicata al pittore vedutista Pietro Bellotti di Roberta pasqualetto
L
a Fondazione Musei Civici di Venezia (Muve) propone un calendario ricco di appuntamenti e mostre per tutto l’autunno. Il primo novembre ha riaperto Palazzo Mocenigo con i nuovi percorsi museali dedicati al Profumo. Da gennaio 2013 il Palazzo è stato oggetto di un eccezionale intervento conservativo che ha consentito di recuperare non solo i principali elementi architettonici e strutturali, ma anche gli antichi arredi e i mobili, i fastosi affreschi, gli stucchi e i marmorini, i preziosi pavimenti e gli infissi. Il nuovo impianto, che oggi coinvolge diciannove sale al piano nobile del palazzo, ripropone le suggestioni di un’abitazione nobiliare veneziana del XVIII secolo e l’evolversi delle tendenze della moda, del costume e del tessile. Il progetto di riallestimento del museo, supportato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia e Laguna e dal Comune di Venezia, ha la supervisione scientifica del Maestro Pier Luigi Pizzi: architetto, regista, scenografo e costumista di
fama internazionale e si realizza sotto la direzione scientifica di Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia e la curatela di Chiara Squarcina, responsabile del Museo. All’interno del nuovo percorso anche un’inedita proposta museografica che riguarda la storia del profumo e delle essenze, affidato a Mavive Spa, partner principale di questa straordinaria operazione di recupero e valorizzazione della sede museale. Il finale d’anno sarà all’insegna del “Settecento”, dopo Palazzo Mocenigo sabato 7 dicembre si inaugurerà, al Museo del Settecento veneziano di Ca’ Rezzonico, una monografica dedicata al raffinato pittore vedutista Pietro Bellotti, fratello di Bellotto e nipote di Canaletto, con cui si darà il via all’iniziativa “Archivi del vedutismo” che proporrà nel tempo appuntamenti dedicati a protagonisti e aspetti poco noti di uno dei generi più amati della pittura del XVIII secolo. Il 12 dicembre nel museo di Cà Pesaro
ritorna in auge su Youtube, omaggio a Paolo Morelli
NEl VIDEO DI “lIÙ” DEGlI AlUNNI DEl SOlE, CHIOGGIA DEGlI ANNI SETTANTA
E’
scomparso qualche settimana fa Paolo Morelli, leader degli Alunni Del Sole. La band napoletana è stata, negli anni Settanta, una delle più importanti a livello nazionale e i suoi successi, “ Concerto “ su tutte, ma anche “E mi manchi tanto“ e “Un’altra poesia“ sono stati colonna sonora di stagioni estive vissute all’insegna del divertimento e del sorriso in un lungomare adriatico di Sottomarina sempre ricco di locali da ballo o di juke-box che si alternavano di notte al suono delle radio che proprio a quelle ore lasciavano spazio ai “ fili diretti“. Gli Alunni Del Sole, e quindi Paolo Morelli, non sono collegabili a Chioggia solo per questi motivi: nel 1978 riuscirono a vincere con “ Liù “ il Festival Bar e proprio da Chioggia, nell’ambito del “Disco Verde“, riuscirono a muovere i primi passi del loro cammino verso l’Arena di Verona, sede della finalissima. Proprio in You Tube il video di Liù, estrapolato dalla trasmissione televisiva “SuperClassifica Show“, è quello girato a piazza Vigo in uno scenario speciale che aveva saputo portare fortuna alla band napoletana che in quella occasione aveva stretto una sorta di gemellaggio con la radio locale per eccellenza di quel periodo, ovvero l’ormai scomparsa “Radio Chioggia Libera “ dei vari Zerlino Varagnolo, Tiziano
Marchesan, Carlo Pagan, Aldo Crivellari e, il sottoscritto, Marco Lanza che, all’epoca dodicenne, veniva chiamato Marco Junior. Liù fu programmatissima e divenne la colonna sonora dell’estate “sottomarinante” andando a trionfare, con la regia del padovano Vittorio Salvetti, in finale a Verona nella manifestazione relativa alle più ascoltate nei juke-box. Se ne è andato quindi anche Paolo Morelli, con Aldo Tagliapietra delle Orme, una delle più belle voci della musica italiana, però per Chioggia rimane il fascino delle belle immagini di quel video, ora cliccatissimo, con l’imponenza del ponte di Vigo, quasi a volerci ricordare che Chioggia e Sottomarina sono tra le poche città in Italia a poter abbinare mare e città d’ arte... ”Concerto“ cantavano gli alunni Del Sole, e questa volta non è “Un mare senza te“: è un mare anche abbinato alla cultura. Sul finire degli anni 70 forte fu anche l’ abbinamento sport e orticoltura con I Giochi senza Frontiere e la celeberrima Rosa di Chioggia... A volte c’è da pensare di dover avere l’imbarazzo della scelta per poter decidere da dove iniziare la ripartenza di Chioggia. Marco Lanza
Dallo scorso gennaio Palazzo Mocenigo è stato oggetto di un eccezionale intervento conservativo La sala 15, delle cinque di Palazzo Mocenigo dedicate al profumo, evoca il laboratorio dove si producevano le essenze
aprirà la mostra: “Camera 1953/1964 – Gli anni di Romeo Martinez”. La rivista “Camera”, pubblicata a partire dai primi anni ’20 in Svizzera, diventa negli anni ’50 e ‘60 un punto di riferimento internazionale per la fotografia, grazie all’impegno di Romeo Martinez (19111990), che la dirige dal 1953 al 1964. La sua importanza e unicità sono legate soprattutto al ruolo di sostegno e sviluppo della fotografia eu-
ropea in un periodo in cui industria, pubblicità e moda ricorrono massicciamente all’impiego strategico dell’immagine. Tra gli altri appuntamenti da non perdere: a palazzo Fortuny Tàpies Lo sguardo dell’artista “A very light art” e “Imbarcazioni da regata” a Ca’ Rezzonico fino al 24 novembre. A Cà Pesaro la mostra: The Sonnabend Collection esposizione prolungata fino all’8 dicembre. Al
museo Correr e a Cà Pesaro la mostra Vedova Plurimo fino a fine anno e Flora Viale -Frammenti sacri al Museo del Merletto fino al 5 gennaio 2014. A Palazzo Ducale la mostra: I doni di Shah Abbas il Grande alla Serenissima fino al 12 gennaio 2014; proseguiranno fino al 31 gennaio 2014 le mostre: Eraldo Mauro Camera Oscura - Slides e Anna Skibska entrambe al Museo del Vetro di Murano.
Celebrazioni di Giuseppe Verdi Una lezione-spettacolo in tour per le scuole superiori
Invito all’opera con “Viva Verdi!” I
l 10 ottobre era il compleanno di Giuseppe Verdi e proprio in questo giorno è ripartito il tour all’interno degli Istituti Superiori secondari del Veneto che con una lezione-spettacolo celebra le opere e la storia del grande musicista italiano nato 200 anni fa. Giuseppe Verdi non era di origine veneta, ma ha avuto un rapporto privilegiato con la nostra regione, in particolare con Venezia e il Teatro La Fenice in cui hanno debuttato alcune delle sue più importanti opere (Rigoletto 1851, La traviata 1853). La lezione spettacolo, rivolta agli studenti e presentata direttamente all’interno delle scuole, offre una valida opportunità didattica complementare e alternativa in quanto, attraverso il linguaggio teatrale, permette la diffusione della poetica musicale e delle correnti artistiche dell’Ottocento. La prima tappa di questo tour verdiano ha coinvolto il Liceo Veronese di Chioggia per poi proseguire all’istituto Marco Belli di Portogruaro, al Sant’Apollinare di Rovigo e in istituti di Conegliano, Verona, Vittorio Veneto, Castelmassa, Monselice, Villafranca di Verona, Este e così fino a dicembre all’interno degli istituti che ne hanno fatto richiesta, per un totale nell’anno 2013 di 60 istituti coinvolti nelle 7 province. “Viva Verdi! Invito all’opera. Questa non è una musica per vecchi” intende coinvolgere i nuovi adolescenti nelle vicende umane e artistiche del famoso compositore italiano. “Ho voluto indagare un po’ nella vita e nelle opere di questo uomo straordinario – spiega Andrea Pennacchi che interpreta la lezione-spettacolo -, a cui sono dedicate piazze e viali in ogni città, le cui “arie” ognuno conosce anche se non ha mai fatto da spettatore a un’opera lirica (basti pensare a “Va’ Pensiero”, o a “La donna è mobile”), e ne ho approfittato per conoscere e far conoscere meglio anche l’Opera Lirica stessa, genere un tempo adorato dalle masse e ora ridotto – tranne che in alcuni casi particolari – a costoso intrattenimento d’élite proprio qui, in Italia, la sua patria d’origine! Il risultato – grazie anche all’aiuto del musicista Giorgio Gobbo – è
La locandina dell’iniziativa stata la scoperta che Verdi e l’Opera sono tutt’altro che “roba per vecchi”, anzi: sono musica per giovani orecchie”. Questo progetto, promosso da Arteven con il sostegno della Regione Veneto, si inserisce nell’ambito delle proposte didattico-culturali indirizzate agli studenti degli Istituti Superiori del Veneto, un appuntamento che ha visto negli anni proporre con grande successo iniziative legate ai Moti del ‘48, al Ruzante, agli scritti del Palmieri, alla poesia del Petrarca, ai luoghi veneti descritti dal Teatro di Shakespeare, al duello tra Gozzi e Goldoni, alle architetture di Andrea Palladio, alle scoperte di Galileo Galilei e alla pittura rivoluzionaria del Giorgione, ai 150 anni dell’Unità d’Italia tramite la figura di Ippolito Nievo e ai fantastici viaggi in terre esotiche di Salgari. Eugenio Ferrarese
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SPOrt in PrIMO PIANO
Scacchi L’ottava edizione del torneo internazionale Open “Città di Chioggia”
Battaglie internazionali sullo scacchiere di Eugenio Ferrarese
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iocatori egiziani (il Maestro internazionalei Shoker Samy, n. 3 nella graduatoria del suo paese), serbi (il maestro internazionale Gojko Laketic), sloveni (il giovane emergente Zamar Kodelja Jurij), rumeni e albanesi, ma anche alcuni tra i più quotati giocatori italiani giunti oltre che da province venete (Venezia, Padova, Vicenza, Treviso e Belluno) anche dall’Alto Adige, dal Friuli, dall’Emilia, dal Lazio, dall’Abruzzo e dalla Puglia, si sono dati battaglie sulle scacchiere nelle prestigiose sale del Centro Congressi di Sottomarina che dall’11 al 13 ottobre ha ospitato l’ VIII edizione del torneo internazionale week-end Open “Città di Chioggia 2013”, organizzato dal locale Circolo scacchistico Clodiense con il patrocinio della Provincia di Venezia e del Comune di Chioggia.La partecipazione di 81 giocatori complessivi dei due tornei - 34 nel torneo A (per giocatori con Elo superiore a 1900) e 47 nel torneo B (per giocatori con Elo inferiore a 1900) - costituisce un record per il torneo internazionale di Chioggia e questo conferma l’apprezzamento per questa importante manifestazione scacchistica.
Vincitore del torneo principale è stato MI (maestro internazionale) serbo Laketic, secondo il MI egiziano Shoker e terzo il CM italo albanese Silvan Omeri; nel torneo B al primo posto il veneziano Gabriele Ballarin, secondo il trevigiano Simone Filippi e terzo il ferrarese Roberto Solinas. Per i giocatori di Chioggia solo un premio per Paolo Ranzato, nel torneo B, classificatosi primo tra gli “over 60”. La direzione del torneo era stata affidata all’esperto arbitro internazionale Renzo Renier di Cavarzere coadiuvato dall’arbitro chioggiotto Giovanni Minei. Agli ospiti non giocatori è stata anche offerta domenica 14 ottobre una visita guidata al centro storico di Chioggia, e in particolare alla famosa Torre dell’orologio di Sant’Andrea, con la collaborazione dell’associazione culturale La Bricola. I partecipanti alla manifestazione internazionale hanno espresso lodevoli giudizi per l’organizzazione curata dal circolo Clodiense, da quest’anno presieduto da Massimo Aprile, ed il pregiato materiale di gioco, costituito da postazioni con scacchiere e pezzi in legno, così come raramente avviene nei tornei organizzati in altre
Sport invernali
scII club mestre, rIsultatI da rIcordare
città. Il Circolo Scacchistico Clodiense sta ora ipotizzando anche la realizzazione di un torneo settimanale internazionale da tenersi nel corso dell’estate 2014 e, in collaborazione con il Circolo scacchistico di Padova, l’organizzazione del Campionato Regionale assoluto in programma alla Corte benedettina di Correzzola nei giorni 9, 10 e 11 maggio 2014. Nel corso dell’estate 2013 i giocatori del Circolo Clodiense sono intervenuti in vari tornei nazionali ed internazionali. A Forni di Sopra (Udine) nel mese di giugno il giovane diciassettenne maestro Federico Boscolo è riuscito a conquistare la “Seconda norma” di Maestro Internazionale grazie ad alcune prestigiose vittorie con il Gm Moskalenko e l’ex campione italiano Im Fabio Bruno. Federico nel mese di luglio ha disputato giocato anche il torneo di Parigi, successivamente i tornei di Civitanova Marche e in agosto il campionato italiano a Porto San Giorgio. Un altro giovane giocatore, Lorenzo Lodici, si è distinto nel campionato riservato ai Candidati maestri
sempre a Civitanova e in quello Under 14 di Courmayeur. Ad alcuni di questi tornei erano presenti anche Martino Aprile, Vanni Cecchetto, Giorgio Piva (bella vittoria con Im Alessandro Bonafede), Amleto Penzo e Ampelio Boscolo (torneo di Ortisei), Leonildo Mosca (al torneo di Andorra ha vinto il Mf francese Yannick Berthelot); i giovani Andrea Gebbin e Francesco Voltolina hanno conquistato la Terza Categoria Nazionale al torneo di Civitanova. L’attività scacchistica estiva si è infine conclusa con l’ormai tradizionale torneo lampo organizzato al Point Break di Sottomarina lunedì 2 settembre 2013 vinto quest’anno da Max Boscolo, che ha preceduto Leonildo Mosca e Davide Bellemo. Massimo Aprile, presidente del Circolo Scacchistico Clodiense, fa ora anche parte del Comitato regionale veneto della Federazione scacchistica italiana (Fsi) per il quadriennio 2013 – 2016 e nello stesso comitato regionale vi è un altro chioggiotto, Paolo Ranzato, quale rappresentante dei giocatori. Le attività del Circolo Clodiense sono on line su www.webalice.it/ampeliobos/
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o Sci Club Mestre è attivo da oltre 40 anni e svolge attività agonistica e promozionale degli sport invernali sotto la guida attenta del presidente Pierpaolo Pecere Il corso di sci per principianti ha ben 120 alunni; ovviamente non mancano i corsi e gli allenamenti per i cuccioli, gli allievi, i ragazzi, gli juniores, i veterani e i master. Durante tutta la stagione gli atleti partecipano a gare Provinciali, Regionali, Nazionali e Internazionali con risultati degni di nota. Durante i week end gli allenamenti della squadra Giovanile, dei Cuccioli, degli Allievi e dei Senior si tengono nel ghiacciaio a Solden in Austria. Il gruppo dei Master è capitanato da Giorgio Boato (campione Regionale e atleta di oltre 1.300 gare) tra gli allievi la punta di diamante è Alessandro Chiuso; degni di nota anche gli atleti: Angi, Bettini, Bossato, De Batista mentre tra i Senior: Manfrin, Pizzighello, Rigon e Dal
Ferro; tutti si allenano nei week end in Austria (Hintertux). La preparazione atletica si fa due volte la settimana nella palestra di via Cappuccina a Mestre. “Nel gennaio 2013 ho vinto il campionato Regionale ad Auronzo – dice il vice presidente Giorgio Boato – poi ci siamo classificati assieme agli ex campioni olimpici al trofeo Nazionale collocandoci settimi su 34 Società partecipanti alla finalissima. Per quanto riguarda il gruppo femminile ci sono le Dame (over 30) molto brave e sette ragazze nel gruppo Allievi . “Da anni stiamo puntando al gruppo di Giovanissimi, dai cuccioli agli juniores, con ottimi risultati – conclude Boato – si sono classificati al Trofeo Nazionale Topolino; la società punta ai giovani ma abbiamo una validissima squadra di Master”. Insomma è stata davvero una bella stagione. Per maggiori informazioni si può visitare il sito web: www.sciclubmestre.it R.P.
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IL VENEtO
in IlPrIMO PIANO Veneto in primo piano 1
La politica, internet e i social network
2.0, la politica nella rete Alla ricerca di nuovi linguaggi e nuovi canali per riallacciare i contatti con i cittadini, amministratori e politici twittano e dialogano con gli “amici” di Facebook
di Ornella Jovane
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a politica approda sui social network e ne fa ampio uso organizzativi dal mondo reale a quello virtuale per dirimere per veicolare idee, notizie, spunti di riflessione. I politici si quel rapporto conflittuale e diffidente che i cittadini hanno servono della rete per dare il via a dibattiti, per risponde- manifestato, in modo crescente negli ultimi anni, con la polire a sollecitazioni o provocazioni. In molti sono convinti che tica e la classe dirigente del Paese? internet in generale e, nello specifico, i social network siano La politica 2.0: potenzialità, rischi e opportunità. Con in grado di migliorare i rapporti tra i cittadini e le istituzioni Vincenzo Romania, ricercatore presso l’Università di Padova politiche. Si ricorre copiosamente alle reti sociali online per e docente della Sociologia della Comunicazione e Sociologia divulgare materiale informativo, promuovere forme di mobili- dei Processi Culturali, abbiamo approfondito il tema. tazione politica e partecipazione, consultando o coinvolgendo Come si adatta la politica ai social network? direttamente i cittadini in merito a questioni di dominio pub“I social network sono uno strumento accessibile, coblico, infine si mettono a disposizione nella rete informazioni nosciuto, un fenomeno di massa e per questo adatto anche che un tempo erano accessibili ai soli per la comunicazione politica. In Italia addetti ai lavori. E così si moltiplicano Facebook è diffuso tra più della metà le informazioni. della popolazione. E’ evidente che Del resto, i guru della comunicarappresenta un grande potenziale zione sostengono da tempo che il preanche a livello di utilizzo politico. sente vive sulla galassia digitale e che I social network hanno il vantagormai per “esistere” è indispensabile gio di essere uno strumento econoapprodare in questa dimensione. Le mico e di favorire una comunicazione community virtuali sono un fenomediretta con i cittadini, che vengono no sociale di massa che consentono inoltre sollecitati ad interagire con il di tessere quotidianamente fittissime proprio interlocutore. Questo modello reti comunicative. Contatti che possodi comunicazione alimenta un’idea di no offrire anche alla politica vantaggi trasparenza del politico e di coinvolgienormi. La comunicazione politica nel Non tutti i politici mento dei cittadini, utile ad aumentacyberspace è economica, veloce, illimi- sanno gestire in re il consenso e la partecipazione. La tata, multimediale, interattiva: in una modo appropriato rete, come mezzo per poter offrire a questo dirompente tutti la possibilità di prendere la parola parola efficace. Negli Usa Obama, in occasione strumento e intervenire, rappresenta un modello della prima campagna elettorale da di democrazia diretta. Naturalmente candidato alla Casa Bianca, riuscì, utilizzando in modo abile con i rischi che la democrazia diretta può comportare. Per il mezzo, a dimostrare le grandi – e ancora poco esplorate questo è un modello di comunicazione che va moderato e or- potenzialità che i social network potevano avere anche in ganizzato, affinché non diventi uno strumento incontrollato, politica. Dimostrò come la rete fosse un mezzo ideale per espressione di eccessi e intolleranza”. mobilitare i propri sostenitori ed ampliarne il numero, per I social network possono essere dunque utili a ricuciraccogliere fondi e captare larghe fasce di elettori, aumen- re lo strappo e colmare la distanza tra cittadini e politici? tando con la maggiore visibilità anche l’incisività della propria “Sì, la rete offre la possibilità di fare politica in modo azione. innovativo. I social network sono frequentati per lo più da In Italia il Movimento 5 stelle è figlio della rete, con pubblici di giovani e acculturati: due bacini interessanti da cui la sua attività di mobilitazione e reclutamento è arrivato a attingere consenso e a cui sollecitare partecipazione. ottenere un ampio consenso elettorale fino ad approdare in In Italia il Movimento 5 stelle è un esempio significativo: Parlamento. con un modello diverso dal partito politico tradizionale, avvaMa quanto sono social i politici nazionali e locali nel no- lendosi, più che di uno staff di politici, di figure professionali stro Paese? Quanti si confrontano con i cittadini attraverso specializzate nella comunicazione on line ha dimostrato che Twitter o Facebook e, soprattutto, vengono utilizzati in modo si può fondare un partito e creare un seguito semplicemente appropriato questi strumenti, con una strategia consapevole passando per la rete e per i social network. e un esito sempre favorevole e costruttivo? I vantaggi dei movimenti che nascono e vivono nella Infine, è sufficiente trasferire modelli comunicativi e rete e grazie alla rete sono rilevanti anche sul piano pratico:
Vincenzo Romania, insegna all’Università di Padova
l’economicità di una struttura “leggera” che si muove su in- le”. ternet rispetto ai costi e alla complessità dell’organizzazione Non tutti i politici sono in grado di gestire i social dei vecchi partiti; la snellezza e la velocità della comunicazio- network in modo adeguato. Non sono mancati anche da ne politica e il coinvolgimento diretto dei nuovi “militanti”. noi gli “scivoloni” e le cadute di stile. Con la marginalizzazione della figura dei militanti nei partiti “E’ necessaria una regolamentazione attenta dei lintradizionali e la perdita di coinvolgimento degli elettori proprio guaggi dei politici, che devono essere consoni e adatti. L’uso il cyberspace può aprire nuovi canali di riavvicinamento dei dei social network da parte della politica e di politici porta ad cittadini alla politica”. una forte personalizzazione sulla scena della comunicazione. I social network sono uno strumento adeguato a co- Questo processo consente ampia visibilità ma, contestualmunicare contenuti, spesso complessi e impegnativi che mente, anche un grosso rischio: è sufficiente un contenuto magari meritano approfondimento e riflessione? sbagliato, un’uscita “stonata” per mettere a rischio la propria “Fra i vantaggi di questo tipo di reputazione. Del resto non è neanche comunicazione vi è l’accesso veloce, Il dialogo diretto con questo un fenomeno esclusivo dei diretto e condiviso al dibattito, quindi i cittadini alimenta social network, ma esiste anche per un’ampia partecipazione in tempo un’immagine altri tipi di media. Quante volte nella reale. E’ indubbio che un abile comu- di trasparenza stampa vengono smentite dichiarazionicatore abbia più appeal utilizzando del politico ni rilasciate inopinatamente? formule accattivanti, slogan che sapE’ vero che c’è da parte dei nostri piano colpire e catturare consensi. politici ancora una certa impreparazioMa ricordiamo che i social network ne ad utilizzare in modo giusto i social sono solo uno strumento, limitato se network ma è anche vero che c’è chi si vuole approfondire un dibattito e a invece ha sviluppato una notevole abirischio di superficialità ma la questiolità nel manovrare questo strumento ne dei contenuti ed il processo di bain modo “furbo”. nalizzazione di essi è un fenomeno in E così non tutte le uscite “infeliatto anche nei media più tradizionali ci”, sono tali: talvolta sono costruite come ad esempio la televisione. Non ad arte per catalizzare l’attenzione su si vogliono approfondire le questiodi sé, talvolta sono sufficienti poche ni, si semplifica e si ricorre a slogan parole provocatorie per ottenere in populisti per allargare il consenso. La breve tempo quella visibilità che può banalizzazione è un fenomeno che riguarda i contenuti della aprire le porte giuste per fare, tramite i social network, rapipolitica e non gli strumenti con cui vengono comunicati”. damente carriera”. I social network consentono ai politici di bypassare Infine, concludendo? il “filtro” della stampa: è una dinamica corretta di in“Concludendo i social network sono un interessante formazione? strumento di comunicazione che come tale va considerato. “Una volta esistevano i comunicati stampa, adesso le Sta a chi lo usa farlo in modo appropriato e costruttivo, come comunicazioni vengono fatte tramite la rete e i social net- per tutti i media e gli strumenti di comunicazione. E’ vero work che veicolano direttamente ai destinatari le notizie. La che anche in politica può essere uno strumento per veicolare pubblicabilità diretta delle notizie ha il vantaggio di superare idee, stimolare interessi e raggiungere un pubblico sconfinato la “censura” e di avere una più ampia sfera di divulgazione, e anagraficamente molto ampio, arrivando fino ai giovamentre negli ultimi anni si registra un sempre più ridotto uti- nissimi, ma da solo non basta a risolvere il problema della lizzo del consumo di stampa, soprattutto cartacea. Vi sono disaffezione alla politica, della banalizzazione dei contenuti, tuttavia anche dei limiti. In primo luogo ci si affida alle ca- della scarsa partecipazione. Sui social network si può lanciare pacità comunicative del singolo politico e del suo staff che un tema di dibattito, si possono confezionare offerte diversipuò utilizzare con “furbizia” il mezzo ma deve farlo in modo ficate, tali da soddisfare un pubblico più ampio, si possono giusto e corretto. Il rischio è appunto di creare allarmismo o costruire reti di contatti, ma se non segue poi un incontro false aspettative. Cambia il sistema di verificare le notizie pubblico, una mobilitazione e impegno reali nell’attività polipubblicate sui social network e anche il modo di interpretar- tica, tutto rimane nella rete, virtuale”.
42 Voci da palazzo
Voci da palazzo 15
Territorio Sono passati tre anni dal cataclisma che ha messo in ginocchio il Veneto
Novembre, torna la paura delle alluvioni I bacini di laminazione di trissino e Caldogno sono gli interventi strategici per mettere in sicurezza i territori lungo l’asta del Gorzone e del Bacchiglione. Il ritardo dei lavori ha messo in fibrillazione la maggioranza di Palazzo Ferro Fini
L’opinione Federico Caner e Nicola Finco
“a cIacoe I Xe bonI tutI…”
di Fortunato Marinata
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ovembre è il mese della grande paura per i veneti, l’alluvione del 2010 è ancora una ferita aperta per molte comunità della nostra regione. Aperta perché la stagione degli indennizzi non si è ancora conclusa del tutto ma soprattutto perché molti di quegli interventi, ritenuti fondamentali per evitare che i fiumi tornino a fare paura, sono ancora lontani dal ritenersi conclusi. Purtroppo per il territorio compreso tra i Colli Berici, Euganei e Adige sono solo due i fiumi deputati a portare al mare l’acqua che cade in eccesso: Bacchiglione e Gorzone, su di essi è imperniata buona parte degli impianti idrovori deputati dal sollevare l’acqua dalle zone depresse del Veneto centromeridionale. Due fiumi, va detto, le cui arginature sono quelle fatte alla fine dell’800 in ragione di un territorio completamente diverso da quello attuale. Un tempo fossi, scoli e canali permettevano lo sgrondo delle terre e trattenevano l’acqua in campagna senza far arrivare una massa d’acqua imponete alle idrovore, mandandole in sofferenza. Oggi, invece, l’eccessiva cementificazione ha creato le condizioni contrarie, ossia grandi quantitativi d’acqua arrivano agli impianti di sollevamento quasi in un solo colpo creando grandi difficoltà per il loro smaltimento. Deflusso, tuttavia, ancora più improbabile se il Gorzone o il Bacchiglione sono già in piena con il rischio che gli ottocenteschi argini cedano di schianto. La Regione ha cercato di risolvere a monte il L’alluvione di tre anni fa tra Montagnanese ed Estense problema, con la creazione di due bacini di laminazione nel Vicentino. Il primo è stato previsto a Trissino, per la lavori ancora qualche anno fa. I lavori, però, sono andati anni dall’alluvione di Ognissanti del 2010 – questa il tono sicurezza dei comuni lungo l’asta idraulica Agno-Guà Fratta avanti a rilento, e malgrado l’assessore regionale Maurizio dell’interrogazione presentata dall’esponente vicentino del Gorzone, quali Megliadino San Fidenzio, Saletto, Ospeda- Conte avesse più volte rassicurato che i cantieri rispettavano Pdl alla propria maggioranza - molti lavori di manutenzione letto Euganeo, Carceri e Vighizzolo i tempi, in realtà i lavori non sono anco- ordinaria e straordinaria per garantire la sicurezza idrogeod’Este, il secondo a Caldogno sul tor- toniolo: ra finiti. Entro fine anno i bacini dovreb- logica sono stati fatti, lo riconosciamo, ma purtroppo alcune rente Timonchio in modo da mettere “Perché bero essere pronti ma intanto novembre opere molto importanti come la realizzazione degli invasi in sicurezza i comuni lungo l’asta del la sicurezza è già qui e la paura dei fiumi in piena di Caldogno e Trissino, sono ferme al palo nonostante siaBacchiglione, quali Vicenza, Veggia- aumenti ci ritorna. Anche il consigliere regionale no finanziate”. “Il nostro tessuto economico e sociale, già no, Ponte San Nicolò e Casalserugo. vogliono i fatti!” del Pdl e presidente della commissione provato dalla crisi - conclude Toniolo - non reggerebbe ad Di che si tratta? Della realizzazione Affari Istituzionali del Consiglio veneto, un’altra alluvione. Troppe le famiglie e le attività econodi due grandi aree da inondate per scolmare la piena dei Costantino Toniolo, ha incalzato la propria maggioranza miche che hanno subito gravi danni! Perché la sicurezza rispettivi fiumi. Il Commissario delegato dal Presidente del nell’accelerare la realizzazione dei due interventi, tirandosi aumenti ci vogliono i fatti!”. Consiglio, Prefetto di Verona Perla Stancari, finanziò i primi addosso gli strali di colleghi di coalizione. “Sono passati tre Costantino Toniolo (pdl)
“QualI cIaccole? nel vIcentIno non sI vede un cantIere”
“D
a amministratore pubblico mi sono sizione, ma strumento costruttivo per sollevare sempre battuto per la difesa del tertemi finalizzati al bene comune. Il tono della ritorio, sia da Sindaco e consigliere mia domanda sulla situazione degli invasi che di Caldogno, sia da assessore provinciale berisono previsti nel Vicentino era proprio quello co, sia ora che sono in Consiglio Regionale con di fare il punto seriamente sulla situazione un ruolo legislativo e di controllo rispetto all’eprecisa Toniolo - un’azione di stimolo verso la secutivo di Palazzo Balbi! L’attacco in risposta Giunta per far procedere le cose, come il padre ad una mia interrogazione che vuole essere fa con il figlio impegnato negli studi. Pertanto Costantino costruttiva, è semplicemente personalistico e la trasparenza richiesta non riguarda l’agire delToniolo strumentale! Dobbiamo dare risposte concrela Regione, e quindi della Giunta, che ha fatto te sul problema della sicurezza idraulica ed evitare questi molto, ma chiarire assieme la situazione che c’è in questo personalismi da parte dei consiglieri: la mia domanda era momento: i lavori a Trissino sono bloccati e a Caldogno si è tecnica e rivolta alla giunta. In questo caso Caner e Finco concluso l’iter, ma non si vede un cantiere. Facciamo l’elensbagliano ad interpretare lo strumento dell’interrogazione - co di quello che manca per arrivare all’obiettivo, perché lo spiega Toniolo - non è un’arma ad uso esclusivo dell’oppo- scopo è l’obiettivo finale, la sicurezza idraulica. Apprezzo
la tempistica efficiente dell’iter procedurale, ma i cantieri non li vedo ancora. Da amministratore locale e provinciale ho sempre lavorato con gli enti “superiori” al fine di realizzare l’invaso di Caldogno. - ricorda l’esponente del PdL - Il Comune, anche con la mia presenza di amministratore, ha pensato al bene generale, alla sicurezza idraulica non solo di Caldogno, Rettorgole e Cresole, ma anche della Città di Vicenza e di tutti i territori a Sud sull’Asta del Bacchiglione. Il Comune di Caldogno con il sottoscritto amministratore – puntualizza - ha accettato un’opera importante sul suo territorio (altro che sindrome di “non nel mio giardino”), ha lavorato in una difficile opera di concertazione finalizzata alla realizzazione di un’opera necessaria per la sicurezza idraulica di tutto il territorio veneto. Altro che chiacchiere!”.
Federico Caner e Nicola Finco
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n tre anni la Regione ha investito a Vicenza 26 milioni di euro concludendo 61 interventi per la sicurezza idraulica, disponendo l’iter d’appalto per 86 milioni delle due casse di espansione di Caldogno e Trissino e per altri 90 milioni il progetto dei tre invasi a Merola, viale Diaz a Vicenza e Montebello (oggi in fase di Via)”. Questa è stata la replica di Federico Canel e Nicola Finco, rispettivamente capogruppo leghista in Consiglio regionale e presidente della commissione Ambiente, alla richiesta di sollecito arrivata da Toniolo. “Mentre Galan – sono andati giù duri i due leghisti - aveva ignorato il problema, adesso Zaia lo sta risolvendo nel pieno rispetto degli iter statali. Che, ricordiamo, sono lunghi per due motivi: evitare ricorsi che bloccherebbero le opere e scongiurare infiltrazioni mafiose. Costantino Toniolo, ex sindaco di Caldogno che negli anni nulla ha fatto per prevenire le esondazioni, dovrebbe ben saperlo. Ma a volte la propaganda politica si fa sulle spalle della gente, nella maniera più squallida possibile. Se Toniolo, che parla di poca trasparenza negli appalti, ha rimostranze o denunce, vada di corsa in Procura, faccia un esposto e vedremo gli esiti: diffamare in questo modo chi lavora per risolvere emergenze accantonate da 80 anni è squallido e propagandistico. Impressionante poi – rimarcano i due esponenti leghisti - la puntualità con cui Toniolo interviene sui lavori per le casse di espansione nel Vicentino: sempre a ridosso di un allarme meteo. Sembra quasi un mettere le mani avanti, un ‘io l’avevo detto’: tollerabile da un esponente dell’opposizione, meno da uno della maggioranza, che nonostante sia presidente della commissione Affari Istituzionali pare non conoscere le leggi in materia. Invece di pontificare su chi sta seguendo l’iter per le grandi opere – proseguono Caner e Finco -, Toniolo dovrebbe smetterla di fare politica sulle disgrazie della gente e su chi sta lavorando per prevenirle. Invece di vaticinare sulla stampa, Toniolo potrebbe chiedere lumi a Galan su quanto non è stato fatto in 15 anni, o meglio muovere il suo Governo a Roma e concedere al governatore Zaia i poteri speciali necessari per accelerare le opere antialluvione. Ma si sa qual è il detto veneto: a ciacoe i xe boni tuti…”.
16 Cultura veneta
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Mostre A Verona quattro secoli di storia dell’arte nella pittura di paesaggio
Un posto al sole per il paesaggio Marco Goldin propone una mostra dedicata ad un genere dell’arte. Anche quest’anno l’esposizione sarà divisa tra Gran Guardia e Basilica Palladiana di Alain Chivilò
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arco Goldin e la sua Linea d’Ombra ripropongono, dopo il grande successo, una doppia esposizione divisa tra Verona e Vicenza, invertendo le sedi rispetto al recente binomio che trattò la ricerca, nei secoli dell’arte, sulla figura e sul volto umano. Fino al 9 febbraio 2014 presso il Palazzo della Gran Guardia è di scena “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Novecento”. Il secondo capitolo delle esposizioni è dunque dedicato alla storia del paesaggio in Europa e in America dal ‘600 al ‘900. Uno studio della natura dal XVII secolo, per giungere ad alcuni dei maggiori pittori del secondo ‘900. Una presenza superiore alle novanta opere condurrà il visitatore all’interno di sei sezioni. Il Seicento. Il vero e il falso della natura: opere di Lorrein, Poussin, Hobbema, Van Ruisdael, Van Goyen e Seghers narrano l’evoluzione della pittura del paesaggio dalla resa immaginaria e artefatta fino allo studio della realtà e del vero della natura. Da questo secolo la natura, da sfondo di ambientazione, emerge come fulcro dell’indagine artistica in un rapporto continuo tra la rappresentazione del vero e del falso. Il Settecento. L’età della veduta: tre nomi su tutti con Canaletto, Bellotto e Guardi con opere poco note al pubblico italiano. Romanticismi e realismi: l’800, ossia il secolo della natura. Una trentina di quadri di Turner, Constable e Friedrich per arrivare al realismo di Corot, Coubert e della scuola di Barbizon. La disamina
tocca la Scandinavia, l’Est Europa fino all’America della Hudson River School. L’impressionismo e il paesaggio: venticinque opere d’impressionisti e post impressionisti quali Renoir, Sisley, Pissarro, Caillebotte, Van Gogh, Gauguin e Cézanne. Dai primi contatti con i pittori del periodo precedente fino alle esposizioni nello studio di Nadar giungendo alla negazione stessa della pittura en plein air. Monet e la nuova natura: con venticinque opere apre una vera e propria piccola monografia alla sua arte. Il focus è maggiormente posto sugli agli anni ottanta che segnano un cambiamento verso la modernità nella rappresentazione del paesaggio. Monet rovescia, utilizzando dapprima gli elementi proprio del realismo, il concetto stesso di paesaggio dipinto trasformandolo in una visione spirituale e interiore anticipando le ricerche artistiche successive. Il paesaggio del Novecento: dall’evoluzione del post-impressionismo fino alle avanguardie. Bonnard, Matisse e Picasso fino ad alcune esperienze astratte sia europee sia americane, da De Staël a De Kooning e Pollock. Invece per il contemporaneo sono rappresentate per l’America opere di Diebenkorn e Wyeth mentre per l’Europa Garcia e Richter. Artisti che descrivono in chiave attuale la natura. Dunque a livello complessivo si tratta di una mostra contenitore che permette di vedere l’Arte ad ampio spettro, secondo una curatela ormai collaudata e affidabile.
Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini
Fino al 24 novembre in tre sedi veneziane
Il laboratorio di Sze
UNO STRESS DI VETRO
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l motto della mostra è fatto da una somma algebrica tradotta in Arte ossia: Artisti internazionali + vetro = Glasstress. Fino al 24 novembre tre sedi, costituite da Palazzo Cavalli – Franchetti / Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti (Campo S. Stefano), Berengo Centre for Contemporary Art and Glass (Murano) e la Scuola Grande Confraternita di San Teodoro (San Marco), costituiscono l’esposizione dedicata al vetro d’arte “Glasstress. White Light/White Heat” giunta alla sua terza edizione. Tutto ruota sul coinvolgimento di artisti provenienti da tutto il mondo per la creazione d’innovative e straordinarie opere confrontando luce e calore con aspetti intrinsechi del vetro e della sua lavorazione. A livello storico è stata la grande passione per l’arte contemporanea e per il vetro che hanno portato Berengo a creare Glasstress. Tutto è iniziato dal 2009 riunendo complessivamente oltre 200 artisti. In questa edizione l’evento ha unito, nella propria fornace a lavorare con entusiasmo e con spirito di gruppo, 65 artisti di
fama internazionale. Molti di loro si sono confrontati per la prima volta con questo materiale duttile e luminoso facendo nascere opere di alto valore artistico e comunicativo. Il successo si riassume nelle parole di Adriano Berengo: “ho capito che Glasstress ha raggiunto un importante obiettivo quando ho visto tre artisti di nazionalità diverse, nella nostra fornace di Murano, parlare fra loro. Era la prima volta che s’incontravano e si scambiavano le loro impressioni sul vetro, sulle tecniche e sugli esperimenti che stavano conducendo. Il dialogo ha modificato in modo sostanziale i progetti di ciascuno. Ecco, questo è Glasstress: un luogo d’incontro per gli artisti di tutto il mondo che si confrontano con il vetro”. Artisti quali Mimmo Paladino, Francesco Gennari, Joana Vasconcelos, Zhan Wang, Jan Fabre, Loris Cecchini, Aldo Mondino, Thomas Schutte, Joseph Kosuth, Mona Hatoum, Tim Noble &Sue Webster, solo per citarne alcuni, illumineranno la visita con opere di luce. Al.Ch.
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l Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini, fino al 24 novembre, presenta “Sarah Sze: triple point”. Come afferma la stessa artista “al centro della mostra è la nozione di bussola e come noi ci situiamo in un mondo perennemente disorientante. Ciascuna delle sale opera come un sito sperimentale, in cui gli oggetti tendono a diventare strumenti o montaggi per misurare o modellare la nostra posizione nello spazio e nel tempo. L’aspirazione a costruire modelli che catturino la complessità e l’impossibilità di quell’impresa, è il punto centrale dell’opera”. Un grande laboratorio che la Sze compone di “resti archeologici di esperimenti falliti”. Dal 1990 l’artista Sarah Sze, classe ‘69, ha sviluppato un’estetica scultorea che trasforma gli spazi attraverso mutamenti radicali di scala, colonizzando spazi trascurati o periferici, dialogando con il tessuto e la storia di un edificio. La percezione dello spettatore e l’esperienza architettonica sono spostate attraverso interventi specifici di grandi dimen-
sioni. A livello tecnico tutto parte dalla definizione che la termodinamica indica al termine “triple point” che designa una singolare combinazione di temperatura in cui tutte le tre fasi di una sostanza (gassosa, liquida e solida) coesistono in perfetto equilibrio. La triangolazione, cioè la misurazione della distanza da tre punti ordinali, è anche usata per determinare un punto specifico dello spazio. L’opera di Sze fa riferimento a entrambi questi concetti, la fragilità dell’equilibrio e il desiderio costante di ritrovare stabilità e posizione. Contrariamente ad altri allestimenti di altri artisti, in questa edizione l’ingresso del Padiglione è stato trasferito a una vecchia porta di uscita a sinistra della rotonda d’ingresso. All’interno lo spettatore incontra strutture improvvisate, alcune apparentemente ancora in costruzione, che richiamano modelli, macchine e strutture come in un planetario, un osservatorio, un laboratorio, un pendolo e dispositivi di misurazione o elementi per localizzare i corpi nello spazio. Al.Ch.
18 Cultura veneta 44 Arte a Venezia Due eventi espositivi fino al 24 novembre
Vedova/Lichtenstein: coppia vincente Alle opere dell’americano, suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997, fa da contrappunto la serie Carnevali dell’artista veneziano di Alain Chivilò
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li spazi espositivi della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova sulle Zattere, direzione Punta della Dogana, propongono in concomitanza della Biennale due eventi espositivi fino al 24 novembre: “Roy Lichtenstein Sculptor” curata da Germano Celant al Magazzino del Sale e “Emilio Vedova … Cosìdetti Carnevali …” curata da Celant e Fabrizio Gazzarri allo Spazio Vedova. La mostra dedicata a Lichtenstein, uno tra gli esponenti della Pop Art americana, ha focus sulla produzione scultorea dell’artista. Quarantacinque opere suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di
A metà degli anni ’60 le immagini interpretate dai mass-media diventano fonte di creazione bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997. E’ proprio dalla metà degli anni sessanta che le immagini interpretate dai mass-media, in special modo dall’ambientazione del fumetto, diventano fonte di creazione. I bicchieri, le esplosioni, le tazze e le teste tridimensionali sono alcuni aspetti di tali lavori. Invece le opere di Emilio Vedova raccolgono nello stesso titolo, Carnevali, lavori realizzati tra il 1977 e il 1991 a testimonianza di un periodo originale per l’artista. Legno, plastica, metallo, maschere, graffiti, combustioni, stampe, corde, carte sono uniti secondo la sperimentazione del collage e dell’assemblaggio. Storicamente il coinvolgimento del Maestro e il Carnevale si data con la premiazione alla Biennale di San Paolo nel 1954, al di la di una tradizione veneziana in cui l’utilizzo di maschere era costume di vita. Situazioni irreali fatte di mistero, contraddizione, confusione che in Vedova diventano reali nell’esecuzione informale.
neWs l’assessore Sernagiotto
“dal governo almeno 18 mIlIonI al socIale”
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l futuro è virtuale. Detto così sembrerebbe un’ovvietà, il domani è sempre ipotetico e addirittura se interpretato con pessimismo, virtuale, potrebbe anche significare inconsistente. Tuttavia è solo di museo virtuale che vogliamo parlare e virtuale, nella fattispecie, va inteso come tecnologico, nella massima espressione in cui può intendersi oggi: ossia come sinonimo di “web”. Attraverso internet, da pc, tablet e smartphone, sarà, infatti, possibile compiere un “virtual tour” e conoscere da vicino 400 opere storico-artistiche di rilevanza mondiale presenti a Venezia. Il progetto, che probabilmente farebbe rabbrividire Goethe, già dalla presentazione, avvenuta lo scorso 15 ottobre, promette la realizzazione del più grande museo virtuale in Italia. Utilizzando strumenti multimediali, riprese fotografiche ad altissima qualità finalizzate alla rappresentazione tridimensionale di quattrocento capolavori veneziani, i virtual tour avranno come oggetto il Tesoro della Basilica di San Marco, lo Statuario pubblico della Serenissima, la Tribuna di Ca’ Grimani a Santa Maria Formosa e lo spazio tra l’area marciana e Piazza San Marco con le sue sculture. La visita virtuale di quest’ultimo ambiente sarà arricchita dalla “decostruzione” del Leone alato posto sulla sommità della colonna: le tecnologie utilizzate nella rappresentazione tridimensionale consentiranno di distinguere i diversi restauri succedutisi nel tempo, ripercorrendo la storia e l’evoluzione iconografica del simbolo per antonomasia dell’antica Serenissima. L’intervento è realizzato nell’ambito di “Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimonio condiviso”, di cui la Regione Veneto è partner, finanziato attraverso il Programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.
di Chioggia Periodico d’informazione locale. Anno XX n.127 - Ottobre 2013 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it www.lapiazzaweb.it
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Intervista
Lino Dinetto, pittura che diventa bellezza pagg.
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Luoghi da scoprire
I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblico Da dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa
alle pagg. 5-6
Il giardino d’autunno. Japelli e l’Ottocento pag.
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Salute
Con il freddo arrivano i “mali di stagione” pag.
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Sì, viaggiare Umbria: nel magico mondo di Barbanera
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o scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Barbanera vi veniva raffigurato con i suoi “strumenti di lavoro”. Quelli dell’astronomo dell’epoca: un rudimentale telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera, personaggio misterioso, circondato da un alone di leggenda, visse in Umbria nel XVIII secolo. In una terra in cui la tradizione tipografica ha radici molto antiche. Oggi il suo nome è sinonimo stesso di lunario, perché dal 1743 il suo almanacco viene pubblicato con regolarità, ogni anno prima di Natale. continua a pag. 16-18-20
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I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblico Da dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa di Germana Urbani
S
ulla carta sembra la soluzione definitiva a tutti i peggior disagi che i pendolari dei treni veneti hanno dovuto sopportare in questi anni. Un sogno all’orizzonte, rincorso a lungo con il progetto sempre in itinere della metropolitana di superficie, che fino ad oggi non, si è mai realizzato. Ora le cose potrebbero cambiare davvero. Ma per la prova del nove i cittadini dovranno attendere il 15 dicembre, data in cui entrerà ufficialmente in vigore il nuovo orario cadenzato dei treni regionali. Ideato nell’arco di due anni da un ingegnere veronese, Domenico Menna, il nuovo servizio ferroviario locale cadenzato prevede dei treni a frequenza regolare: stesso posto stesso orario, e dunque, facilmente memorizzabili. Da Mestre, ad esempio, al minuto 03 partiranno i treni veloci per Rovigo, al minuto 19 per Verona Porta Nuova, al minuto 49 per Vicenza, al minuto 54 per Padova. Lo shuttle Mestre-Padova, invece, partirà dal binario giardino al minuto 35 e da Padova rientrerà a Mestre al minuto 53. Tutto questo avverrà dalle 7 alle 22, tutti i giorni. Una vera rivoluzione del sistema regionale della mobilità su rotaia che vedrà passare sulle tratte principali treni ogni dieci minuti. Se così sarà la rete ferroviaria complessivamente verrà rafforzata, tanto che, promettono dalla Regione, nessun passeggero trascorrerà più di un’ora senza un treno per la sua destinazione. “L’obiettivo è migliorare il servizio, spiega l’assessore regionale alle politiche
della mobilità del Veneto Renato Chisso - fornendo più treni e più capienti, con più possibilità di collegamento e di coincidenze, più fermate”. “So molto bene che cambiare abitudini e spostare orari inciderà su comportamenti per così dire consolidati – aggiunge Chisso – ma il lavoro che abbiamo fatto darà certamente più risposte positive di quanto non sia in grado di fare il servizio come è attualmente strutturato. Il nuovo sistema sarà unico nel suo genere in Italia, studiato sulla base dei flussi di mobilità delle persone, basato su regionali lenti, regionali veloci e coincidenze tra linee diverse che si intersecano tra di loro, servito da una trentina di convogli in più rispetto agli attuali”. La novità che rende contenti tutti, soprattutto i pendolari, riguarda l’incremento delle corse possibile anche grazie ad un parco convogli che comprenderà 20 nuovi complessi Stadler, 9 nuovi convogli Vivalto, 14 nuove carrozze doppio piano e il revamping di 316 vetture Trenitalia a Media Distanza.
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Attualità
>> Tutti di corsa per non perdere la coincidenza
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I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblico Da dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa di Germana Urbani
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ulla carta sembra la soluzione definitiva a tutti i peggior disagi che i pendolari dei treni veneti hanno dovuto sopportare in questi anni. Un sogno all’orizzonte, rincorso a lungo con il proget progetto sempre in itinere della metropolitana di superficie, che fino ad oggi non, si è mai realizzato. Ora le cose potrebbero cambiare davvero. Ma per la prova del nove i cittadini dovranno attendere il 15 dicembre, data in cui entrerà ufficialmente in vigore il nuovo orario cadenzato dei treni regionali. Ideato nell’arco di due anni da un ingegnere veronese, Domenico Menna, il nuovo servizio ferroviario locale cadenzato prevede dei treni a frequenza regolare: stesso posto stesso orario, e dunque, facilmente memorizzabili. Da Mestre, ad esempio, al minuto 03 partiranno i treni veloci per Rovigo, al minuto 19 per Verona Porta Nuova, al minuto 49 per Vicenza, al minuto 54 per Padova. Lo shuttle Mestre-Padova, invece, partirà dal binario giardino al minuto 35 e da Padova rientrerà a Mestre al minuto 53. Tutto questo avverrà dalle 7 alle 22, tutti i giorni. Una vera rivoluzione del sistema regionale della mobilità su rotaia che vedrà passare sulle tratte principali treni ogni
della mobilità del Veneto Renato Chisso - fornendo più treni e più capienti, con più possibilità di collegamento e di coincidenze, più fermate”. “So molto bene che cambiare abitudini e spostare orari inciderà su comportamenti per così dire consolidati – aggiunge Chisso – ma il lavoro che abbiamo fatto darà certamente più risposte positive di quanto non sia in grado di fare il servizio come è attualmente strutturato. Il nuovo sistema sarà unico nel suo genere in Italia, studiato sulla base dei flussi di mobilità delle persone, basato su regionali lenti, regionali veloci e coincidenze tra linee diverse che si intersecano tra di loro, servito da una trentina di convogli in più rispetto agli attuali”. La novità che rende contenti tutti, so-
Renato Chisso
segue dalla pagina precedente
La Regione ha già acquistato venti nuovi treni svizzeri e ne comprerà altri nove L’unico neo che si può ravvisare potrebbe essere colto nella necessità di fare diversi cambi per un unico viaggio. Ma, considerando che il modello è la metropolitana delle grandi città, i veneti nell’usare il treno dovranno ricordare come per spostarsi a Parigi da un posto all’altro occorra scendere anche più volte da un convoglio e prenderne un altro. Il nuovo orario prevede, infatti, che i diversi convogli siano tra loro “sincronizzati”.
In questo modo sarà possibile transitare da un regionale veloce (che ferma solo nelle stazioni principali) a un regionale lento (che ferma ovunque) e lungo direttrici dove oggi il servizio è non solo spezzettato ma non esistono coincidenze (Conegliano – Treviso – Vicenza, per esempio). Questo peraltro elimina le interferenze oggi esistenti fra tratte non elettrificate e tratte non elettrificate, che sono più razionalmente servite da convogli a trazione dedicata a fronte di interferenza quando il transito è misto. Con questi cambiamenti epocali è lecito dire che la mobilità veneta si adegua agli standard europei e non è facile per una Regione che ha un sistema di mobilità non a raggiera, ma diffuso da e verso città che si collocano appunto in un contesto policentrico e metropolitano, dove l’attuale servizio
fino ad oggi non è riuscito a dare le risposte che chiedevano i viaggiatori e soprattutto i pendolari. “Per tutti noi – ribadisce Renato Chisso – in primo luogo Regione ma anche Trenitalia, il cadenzamento è una scommessa, nella quale crediamo, che abbiamo deciso di accettare e che vogliamo vincere. Siamo di fronte ad una nuova filosofia della mobilità pubblica – continua l’assessore regionale – che non coinvolgerà solo il treno ma anche il trasporto su gomma, all’interno di un sistema integrato al cui centro ci sono non gli aggiustamenti di un sistema ereditato dal passato, ma le esigenze e le richieste degli utenti, dei pendolari, dei lavoratori, degli studenti e la necessità di dare le migliori risposte possibili in un quadro di compatibilità economica”.
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Attualità
>> Soppressi otto treni interregionali che collegano Venezia con Milano
Pendolari: “La Regione ci ripensi” Raccolte oltre 25mila firme per la causa di 36mila pendolari. Il Veneto non ha più i soldi per garantire il servizio svolto da quattro coppie di interregionali veloci
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di Germana Urbani
endolari sul piede di guerra e una raccolta firme che ha già superato quota 25.000 e serve per spingere la Regione Veneto a riconsiderare la decisione di sopprimere dal 15 dicembre, come deciso la scorsa estate, gli 8 “treni dei pendolari interregionali” Venezia-Milano utilizzati da 36 mila passeggeri ogni giorno. A quanto pare, per colpa dei tagli dallo Stato, il Veneto non ha più soldi per garantire il servizio svolto da quattro coppie di treni interregionali veloci Milano – Venezia. Né la Lombardia stanzierà i 4 milioni di euro necessari a salvare i convogli di Trenitalia che saranno, quindi, cancellati. Per l’asses-
sore regionale Chisso si tratta di un falso problema: i convogli saranno sostituiti da 13 coppie giornaliere di “Frecce” regionali Venezia – Verona che oggi non ci sono, che si affiancheranno ai treni cadenzati Milano – Verona di TreNord. Secondo l’assessore, dunque, i pendolari veneti vedranno più che triplicato il servizio veloce, oltre ad avere un servizio orario che fermerà in tutte le stazioni. Il cambiamento, paradossalmente, scontenta i pendolari ma costa molto di più alla Regione. Le 13 coppie di Frecce regionali, il cui costo a catalogo a carico del Veneto sarà di circa 16,7 milioni l’anno a fronte dei
10,7 milioni pagati oggi dalla Regione per le quattro coppie di interregionali, potranno tranquillamente collegarsi in coincidenza con i già esistenti treni orari regionali lombardi Milano – Verona (oggi sono 11 nel corso della giornata, oltre ai quattro interregionali in questione). “Secondo Trenitalia – ha ricordato l’assessore – la coincidenza è facilmente realizzabile nel capoluogo scaligero sul medesimo marciapiede per quanti sono interessati a proseguire il viaggio lungo questa direttrice, tenuto altresì conto che il Veneto ha previsto il prolungamento oltre Verona
di un paio di regionali non veloci”. Studenti il doppio del costo del nostro biglietto per e lavoratori pendolari però sembrano non una Freccia, o accontentarci di un ancora più voler sentir ragioni e sulle coincidenze avan- sovraffollato regionale, affidandoci alle care e amate coincidenze. zano forti dubbi. Purtroppo, chiunque abbia mai preso un “Aspettare un’ora in più il treno successivo – dicono dal Comitato -, forse, è treno sa, ed è proprio il caso di dirlo, che le coincidenze non scomodo ma accettaGli abbonamenti esistono. Troviamo bile per una persona inaccettabile che che decide di farsi un per Frecce veloci la regione Veneto weekend fuori città, costeranno abbia preso questa ma di certo non per molto di più decisione con un un pendolare, non atto di forza sul per un lavoratore che deve rendere conto di un’ora di ritardo al presupposto cinico che un lavoratore, oggi, proprio datore, non per uno studente che non ha alternative: o rinuncia al lavoro, o perde una lezione, un giorno sì e l’altro paga di più, perché uno stipendio, anche se pure”. E se non bastasse del cambiamen- decurtato del costo spropositato di un abto ne risentirà anche il portafogli. “Da di- bonamento mensile di una Freccia, in una cembre saremo costretti a sborsare quasi famiglia, è meglio di niente”.
Le priorità UNA BUONA POLITICA DEI TRASPORTI SU ROTAIA VA FINANZIATA BENE
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152 milioni di tagli sui servizi pubblici universali previsti tra le misure dell’ultima legge di Stabilità preoccupano non poco Mauro Moretti (nella foto) amministratore delegato di Trenitalia, intervenuto ad un convegno veneto proprio sul tema dei trasporti. “Se le cose restano così - ha commentato – non mi resta che stilare una relazione sui servizi che non si possono più fare”. Occorre, dunque, una programmazione oculata e un concorso maggiore dei cittadini nelle spese per il servizio.“Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice - ha affermato Moretti - ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti”. Secondo l’ad di Trenitalia, per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare “quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo. Quante aziende di trasporto stanno in piedi oggi in Italia? - ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprenditori - Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infrastrutture? Voglio dire questo perché altrimenti non sta in piedi niente, altrimenti
non ci salviamo”. E per risolvere o almeno arginare il problema del sovraffollamento dei treni non vi è altra via che stanziare “più risorse - ha affermato - perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima efficienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfilacciatura indubbiamente c’è, anche se occorre tempo per una programmazione dei servizi a medio-lungo termine”.
10 L’intervista >> Nato ad Este nel 1927 è oggi un artista di fama internazionale
Dinetto dipinge la poesia con cui coglie “Non mi interessa far della letteratura a me interessa far della pittura che diventi bellezza, che è il sommo perchè è la poesia della vita” di Germana Urbani
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ottantasei anni Lino Dinetto dipinge ancora ogni giorno perchè la sua, prima di tutto è una vocazione. Egli si è consacrato alla bellezza moltissimi anni fa, quando ancora giovanissimo, in un’Italia piegata dalla guerra lasciò Este, città natale, per recarsi a Venezia dove, dal colorismo veneziano ricevette una lezione basilare, trovando in esso una risposta alla sua spiritualità. Oggi le sue opere esprimono una personalità fuori del comune. In ciascuna tela il maestro segue un ordine non dato dallo spazio esteriore, ma piuttosto dal suo proprio spazio personale e, sebbene in alcuni quadri si possano identificare elementi di paesaggio, personaggi e oggetti, l’impeto delle trasfigurazioni, il suo patetismo plastico e il colore sono elementi essenziali della sua scrittura artistica. Maestro, lei è stato un cittadino del mondo nonostante sia nato ad Este. Ma c’è qualcosa di veneto nelle sue opere “La dominante della mia pittura, oltre che la struttura, è il colore. Ogni quadro è prima di tutto un tema di colore... Un tema coloristico. Direi che in molti dei miei quadri l’impronta veneta si può ritrovare nelle atmosfere soffuse, tipiche del paesaggio veneto, nei toni lagunari”. E mentre parla indica i suoi temi di colore e spiega “questo grigio, questo ocra...Sono tutti temi che sono stati scelti uno alla volta, ma non scelti nel senso di una programmazione razionale, direi che sono emersi come necessità dei miei
giorni, delle mie vivenze”. La tela è dunque uno spazio che accoglie non la realtà delle cose ma ciò che affiora dalla coscienza. “Per dipingere occorre prima d’ogni altra cosa vivere i propri sentimenti. Non si inventa mai nulla. Che cosa possiamo fare con la nostra testa? Ciò che conosciamo, non possiamo fare quello che non conosciamo. Allora anche i temi delle mie tele sono il frutto di ciò che ho vissuto o che vivo. In un quadro per esempio, emerge un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di domenica si vestiva come un signore, si metteva una farfallina bianca sul vestito e andava a fare dei piccoli spettacoli domenicale nei paesi dei dintorni. Ad un certo punto dello spettacolo tirava fuori un gallo, lo guardava intensamente e il gallo rimaneva stecchito e lo buttava lì, sul tavolo. Io, che ero molto piccolo, mi chiedevo come faceva a farlo e lo interrogavo. Lui diceva che erano giochi di prestigio, cose dell’altro mondo... Questo ricordo di qualcosa che ho vissuto entra nell’opera ma con i contorni sfocati. Il vestito del mago, che non ricordo bene se era un po’ rosso o un po’ blu, l’ho dipinto con entrambi i colori, così, per non staccarmi troppo dal mio ricordo. Mentre il viso l’ho dipinto d’azzurro perchè è un sogno. E’ sognato. E così la gran parte degli altri temi che affronto. Sono cose che ho vissuto, che mi hanno toccato”. Dinetto dipinge la realtà che, filtrata dall’esperienza e depositata nel subconscio, affiora dalla coscienza attraverso i sogni
e la memoria, e si ricostruisce come una storia nuova dove prendono posto istinti, sensazioni, pensieri, sentimenti, cultura. E questo avviene anche quando dipinge su commissione opere a tema religioso. “Prendiamo la grande tela del Golgota o Crocifissione, si chiami come si vuole. Ciò che è dipinto è il frutto di una lunga riflessione, personale, intima. Allora io ho pensato: ma guarda te Dio è stato tradito e crocifisso. Che cosa ha fatto l’umanità?! Quanto contava anche allora il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di allora... E riflettendo su tutto ciò nel quadro ho evidenziato i soldi...i denari. In un angolo ho messo il tradimento...Pietro, il gallo... E poi la croce. Ma è la riflessione che ho fatto ad essere in primo piano. Ho messo qui dentro delle immagini che io ho vissuto per una vita dentro di me. Io sono cattolico, ho studiato catechismo... E anche qui, come in altre tele, tutto ciò che vedete son tutte cose vissute fuori e dentro di me”. Passeggiando tra le tele si susseguono nature morte, figure femminili, paesaggi e opere di non immediata lettura. Opere che narrano eventi ma ridotti a simbolo, a mito. “Non è possibile spiegare tutto della mia pittura. Come avviene per tutto ciò che si può definire arte. In una tela ci può essere cronaca, forse letteratura ma difficilmente si arriva a far poesia che è il traguardo più alto. L’arte è simile alla vita che, a mio veder, si sviluppa su tre i gradini: la prima è la cronaca, poi viene la continua alla pag. seguente
L’intervista 11
e raccoglie la vita letteratura, quindi la poesia che è la sintesi di tutto. La poesia non ha confini, la poesia sei tu, è la tua anima e non solo. C’è anche la coscienza, importantissima, quasi una guida occulta. Per esempio. Cos’è che fa comprendere ad un pittore di aver finito il quadro? Non è facile da capire. Una volta mi trovavo con famoso scultore, Marino Marini. Prese un gessetto rosso e lo fece correre lungo una gamba di una sua scultura in piedi fermandolo appena sopra la caviglia. Io gli chiesi: maestro come mai questo segno? E lui rimase un po’ perplesso, poi guardandomi mi disse: “lo sai che non lo so nemmeno io perchè l’ho fatto. Però ci voleva!”. Questa è opera della coscienza artistica che dirige verso la poesia”. Dicendo queste parole Dinetto ride sornione come colui che conosce della vita anche i segreti più indefiniti dell’equilibrio della creazione. Lui che ha attraversato un secolo pittorico tra i più dirompenti di tutta la storia dell’arte. “Già da giovanissimo capii che noi pittori italiani dovevamo continuare quella grande storia che si era fermata. Quando io ero a Milano e frequentavo Carrà e gli altri, era tangibile il bisogno
di andare oltre l’ottocento e quello che avevano fatto gli impressionisti. Il cubismo era una novità, certo, però si dipingeva al modo degli impressionisti anche se le figure erano squadrate e rotte in modo da far vedere anche il retro. Il cubismo era accettabilissimo, perchè no, una scoperta , una nuova dimensione spaziale della forma. E in pittura si adopera tutto ciò che è buono. Io mi resi conto che bisognava continuare nelle novità ma occorreva farlo lungo la strada della nostra pittura italiana che in quel tempo era una pittura che mirava in parte ai valori plastici. Io però mi sentivo più dentro al pensiero filosofico, alla pittura metafisica delle cose. Per cui andavo avanti con le mie figure, col mio segno”.
E il segno è molto importante per lei, forse fondamentale. “Il segno non è il disegno. E’ il segno che lascia il segno, il segno deve lavorare da solo e deve rifare la figurazione come intendo io, mettendo sempre al primo posto la costituzione dell’oggetto che non è la copia del dato naturale. Una volta fui davanti a Picasso e lui teneva un libro sotto braccio. Le sibille e i profeti.. di Michelangelo. Ad un certo punto un signore gli chieste se apprezzasse Michelangelo. Lui aprì il libro e cominciò a seguire i contorni della figura che c’era disegnata dicendo: “Mi piace perdermi in questa misteriosa montagna” ...Era una testa...Col dito Picasso faceva il percorso del segno...
12 L’intervista >>
Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vita
14 >> Nato ad Este nel 1927 è oggi un artista di fama internazionale
Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vita “Non mi interessa far della letteratura a me interessa far della pittura che diventi bellezza, che è il sommo perchè è la poesia della vita” di Germana Urbani
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ottantasei anni Lino Dinetto dipinge ancora ogni giorno perchè la sua, prima di tutto è una vocazione. Egli si è consacrato alla bellezza moltissimi anni fa, quando ancora giovanissimo, in un’Italia piega ta dalla guerra lasciò Este, città natale, per recarsi a Venezia dove, dal colorismo veneziano ricevette una lezione basilare, trovando in esso una risposta alla sua spiritualità. Oggi le sue opere esprimono una personalità fuori del comune. In ciascuna tela il maestro segue un ordine non dato dallo spazio esteriore, ma piuttosto dal suo proprio spazio personale e, sebbene in alcuni quadri si possano identificare elementi di paesaggio, personaggi e oggetti, l’impeto delle trasfigurazioni, il suo patetismo plastico e il colore sono elementi essenziali della sua scrittura artistica. Maestro, lei è stato un cittadino del mondo nonostante sia nato ad Este. Ma c’è qualcosa di veneto nelle sue opere “La dominante della mia pittura, oltre che la struttura, è il colore. Ogni quadro è prima di tutto un tema di colore... Un tema coloristico. Direi che in molti dei miei quadri l’impronta veneta si può ritrovare nelle atmosfere soffuse, tipiche del paesaggio veneto, nei toni lagunari”. E mentre parla indica i suoi temi di colore e spiega “questo grigio, questo ocra...Sono tutti temi che sono stati scelti uno alla volta, ma non scelti nel senso di una programmazione razionale, direi che sono emersi come necessità dei miei
giorni, delle mie vivenze”. La tela è dunque uno spazio che accoglie non la realtà delle cose ma ciò che affiora dalla coscienza. “Per dipingere occorre prima d’ogni altra cosa vivere i propri sentimenti. Non si inventa mai nulla. Che cosa possiamo fare con la nostra testa? Ciò che conosciamo, non possiamo fare quello che non conosciamo. Allora anche i temi delle mie tele sono il frutto di ciò che ho vissuto o che vivo. In un quadro per esempio, emerge un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di
e la memoria, e si ricostruisce come una storia nuova dove prendono posto istinti, sensazioni, pensieri, sentimenti, cultura. E questo avviene anche quando dipinge su commissione opere a tema religioso. “Prendiamo la grande tela del Golgota o Crocifissione, si chiami come si vuole. Ciò che è dipinto è il frutto di una lunga riflessione, per personale, intima. Allora io ho pensato: ma guarda te Dio è stato tradito e crocifisso. Che cosa ha fatto l’umanità?! Quanto contava anche allora il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di allora... E riflet riflettendo su tutto ciò nel quadro
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Anche lui sottolineava non l’importanza del disegno ma del segno, l’elemento che scopre le cose”. La scoperta pittorica sta, dunque, nell’andare oltre la realtà naturale. “Il dato naturale è la trasmissione identica di un’immagine, con qualche accento in più con qualche cosa in meno. Questo, per esempio, fa il naturalismo dell’ottocento e anche l’impressionismo, che non ha fatto altro che muovere il colore, copiato poi anche dall’astrattismo. Solo la pittura italiana si è staccata da tutto questo! La nostra è una pittura mondiale... sembra di no, eppure è così. Nessuno mai è riuscito, com’è riuscito per esempio Morandi, a fare dei capolavori con dei colori e delle stesure che nessuno ha mai potuto fare. Noi siamo arrivati al colore base, significa scarnificare bruciare fisicità del colore e portarlo al colore anima. Non è più passaggio del piacere dell’occhio solo. Deve andare dentro, nello spirito. Questo io sento in un quadro come
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
L “Pianoforte blu”, in cui appaiono dei piani assolutamente inventanti, che non c’entrano nulla col vero. Tutto viene creato con dei toni base che devono darmi il senso della musica. Musicalità, il senso del piacere del silenzio profondo e di una musica lontana che mi viene addosso piano piano. E’ così difficile per me arrivare a questi che io chiamo i toni base calibrati, fermati tra questo colore e quest’altro attraverso anche l’uso della materia in modo da distinguerli ancora di più”.
ino Dinetto nasce ad Este nel 1927 dove apprende le prime nozioni d’arte. Giovanissimo si reca a Venezia per dedicarsi agli studi di genere e poi a Milano dove frequenta gli studi di Sironi e Carrà. Esordisce come muralista realizzando alcuni affreschi in Liguria, Veneto e Toscana. Qui riceve la sua prima commissione importante: un’Ultima Cena per il refettorio dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore a Siena. Un’opera di 40 metri quadri, dimensioni immense per il giovane Dinetto. Nel 1950 inizia ad affrescare la cattedrale di S. Josè, a Montevideo in Uruguay dove rimarrà a lungo dirigendo anche le sezioni di pittura e disegno all’Istituto de Bellas Artes di Montevideo. In questi anni vince prestigiosi premi internazionali di pittura e gli viene organizzata una memorabile personale al Museo d’arte moderna di S. Paolo del Brasile. Nel 1960 Dinetto torna in Italia dove riprende la pittura murale e su vetro. Gli vengono commissione opere monumentali in tutto il Paese tra cui la cappella di Santa Chiara del Santo di Padova. Accanto a queste il maestro porta avanti una “enciclopedia” di opere che rappresentano l’umana avventura: la figura femminile,il paesaggio veneto e toscano, nature morte, pagine di ricordi e altro. Moltissime le mostre, le personali e i concorsi che l’hanno visto protagonista di successo. Fino all’ultima personale di Este realizzata dopo tanto aver desiderato tornare al suo paese natio.
14 Luoghi da scoprire >> L’arte dell’architetto Giuseppe Jappelli a Saonara
L’autunno nei colori di villa Cittadella-Vigodarzere Un giardino segreto da vivere, scoprire e respirare. Una villa che ospita la storia di una grande famiglia ma anche le visioni di un artista eclettico
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di Germana Urbani
’ottocento Veneto fu un tempo in cui i grandi architetti disegnarono il territorio secondo l’arte del buon gusto e della misura. Le meraviglie che ancor oggi resistono dietro un alto muro di cinta o custodite tra le fronde di bellissimi giardini ci riportano la sapienza di altri mondi di cui, oggi, non possiamo che avere nostalgia. Uno di questi “giardini segreti” si trova nella bassa pianura padovana, ai confini meridionali di Saonara, in provincia di Padova. Si tratta di un giardino all’inglese progettato da Giuseppe Jappelli, il famoso paesaggista e arredatore che nel 1817 fu chiamato da Antonio Vigodarzere, influente e colto nobiluomo di Padova, per progettare e portare a termine un giardino che doveva essere in assoluta sintonia col paesaggio agreste, in modo che non si percepissero i confini della sua proprietà, dove sorge la villa padronale. Ancora oggi è un vero spettacolo vivere il parco ellittico di Villa Cittadella-Vigodarzere che in autunno si tinge di colori caldi a ricordarci che anche se immersa nella nebbia la natura continua ad essere esuberante. Molti di questi alberi vantano una lunga storia. Infatti, a inizio Ottocento Antonio Vigodarzere fece piantumare oltre 35.000 alberi sui 13 ettari che destinò a giardino. Certo pensava alla bellezza del luogo ma anche all’opportunità di lavoro che ciò comportava per gli abitanti del paese, in quegli anni afflitti da una pesante carestia. Jappelli organizza il giardino su una grande area quadrangolare, circondata da fossati, il cui settore nordovest, dietro la barchessa, è destinato a orto e frutteto. Partendo dalla Villa, pure disegnata da Jappelli, e seguendo il prato, si raggiunge un lungo tunnel in pietra e sasso. Attraversandolo si ha la sensazione , voluta, di liberazione, premiata con la visione ampia e liberatoria del laghetto. Passeggiare attorno al lago regala serenità ad uno sguardo che non può distrarsi, attratto solamente dai riflessi del sole sull’acqua. Il percorso è un saliscendi formato da una cortina di collinette create dallo scavo del lago stesso e che rendono impossibile vedere cosa c’è oltre. Nella penisola occidentale del laghetto si nota un piccolo moderno chalet circondato da rovine. Questo è il luogo che ospitava la collinetta artificiale dove erano celate le grotte, distrutte nella seconda guerra mondiale. A ovest del laghetto si trova la Cappella dei Templari, in stile neogotico, con sottesi significati massonici. All’interno è conservato il sepolcreto con finte tombe costruite con elementi in parte provenienti dall’antica chiesa padovana di Sant’Agostino, demolita nel 1817-1818. Dalla parete di fondo del sepolcre-
to un andito introduce alla Camera del Giudizio, a pianta circolare conclusa da volta a cupola. Da questo vano partiva il percorso ipogeo che conduceva alla grande grotta, dove il visitatore era sorpreso dal gigantesco simulacro di 4 metri di Baffomete, divinità rigeneratrice con gli attributi di Cibele e Venere. Saonara appartiene oggi al conte Lodovico Valmarana, erede dei Cittadella Vigodarzere, che ha curato negli anni lavori di recupero del giardino.
L’ARCHITETTO JAPPELLI A PADOVA
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iuseppe Jappelli, architetto e ingegnere veneziano tra i massimi esponenti dello stile neoclassico nel Veneto, era specialista nell’invenzione di artificiosi paesaggi, e rimane noto ai più per aver progettato nel 1831 lo storico Caffè Pedrocchi a Padova. A tutti gli effetti egli è stato uno dei massimi propugnatori dell’architettura civile in Italia ed elesse Padova sua città d’adozione e spazio urbano ideale per lo studio di un progetto di sviluppo moderno. Sono gli anni della caduta della Serenissima e del successivo dominio napoleonico e austriaco che vedono, dopo secoli, un significativo momento di rinnovamento. Del suo piano di riordino lungimirante restano a Padova alcuni mirabili frammenti: oltre al Caffè Pedrocchi, il Macello Comunale che oggi ospita l’Istituto d’arte Pietro Selvatico, il Teatro Verdi, le case e i giardini Treves e Giacomini ora Romiati.
16 Sì, viaggiare UMBRIA
Nel magico mondo di Barbanera
A SPELLO NELLO SPLENDIDO COMPLESSO RURALE DI SAN GIUSEPPE (UN EX BACHIFICIO CON IL SUO PARCO) È STATA REALIZZATA LA CASA DI BARBANERA DOVE LA FAMIGLIA CAMPI OLTRE A REALIZZARE I CELEBRI ALMANACCHI E LUNARI, FAMOSI DAL ‘700 E OGGI DISTRIBUITI IN 2.500.000 COPIE HA CREATO UNA FONDAZIONE NEL CUI ARCHIVIO SONO ILLUSTRATI OLTRE 250 ANNI DI STORIA POPOLARE DA VISITARE ANCHE IL PREZIOSO ORTO-GIARDINO in CopeRtina l’eX BaCHiFiCio
oRa seDe Della ReDaZione Dell’eDitoRiale CaMpi. seguono: il CalenDaRio lunaRio 2014 e il FRanCoBollo CHe poste italiane DeDiCÒ a BaRBaneRa. QuinDi: sCoRCi Del paRCo e sale Dell’aRCHiVio stoRiCo Della FonDaZione. in alto: spello, l’oRto BotaniCo Di san giuseppe e un’eDiZione stoRiCa Dell’alManaCCo
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o scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Barbanera vi veniva raffigurato con i suoi “strumenti di lavoro”. Quelli dell’astronomo dell’epoca: un rudimentale telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera, personaggio misterioso, circondato da un alone di leggenda, visse in Umbria nel XVIII secolo. In una terra in cui la tradizione tipografica ha radici molto antiche. Oggi il suo nome è sinonimo stesso di lunario, perché dal 1743 il suo almanacco viene pubblicato con regolarità, ogni anno prima di Natale. Una delle prime edizioni di questo piccolo frammento di cultura popolare italiana, quella edita nel 1762 a Foligno in un unico foglio (“Discorso generale del famoso Barbanera per il 1762”, edito da Pompeo Campana), è conservata nel museo della Fondazione Barbanera, che ora ha sede a Spello nel bel complesso rurale di San Giuseppe chiamato “Casa di Barbanera”, immerso nella campagna umbra e circondato da un giardino all’italiana e da un ricco orto botanico. Nel museo allestito dalla famiglia Campi, titolare della casa editrice di Foligno (che ora ha sede nel complesso di Spello), sono ammirabili tanti pezzi unici che per-
mettono di ripercorrere la lunga storia del popolare almanacco e delle tradizioni ad esso collegate, molte delle quali ancora così vive nelle campagne italiane. Sì, perchè Barbanera è ancora molto ascoltato: le sue previsioni del tempo sono utili a chi deve scegliere, ad esempio, i giorni giusti per la semina dei campi, e vengono seguiti anche i suoi tanti consigli, legati all’agricoltura ma anche al “fai da te” domestico in materia di piante, ortaggi, frutta e altro. E
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18 Sì, viaggiare UMBRIA
Nel magico mondo di Barbanera
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o scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Bar banera vi veniva raffigurato con i suoi “strumenti di lavoro”. Quelli dell’astrono mo dell’epoca: un rudimentale telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera,
mettono di ripercorrere la lunga storia del popolare almanacco e delle tradizioni ad esso collegate, molte delle quali ancora così vive nelle campagne italiane. Sì, perchè Barbanera è ancora molto ascoltato: le sono utili a chi
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poi i consigli su salute e benessere, alimentazione, oroscopi... Il calendario, l’almanacco e le tante altre pubblicazioni di Barbanera, orgoglio della famiglia Campi, costituiscono tutt’oggi un piccolo grande patrimonio di conoscenza, o meglio un distillato di saggezza contadina. Sì, perchè è sempre valido il motto “Gli astri il sole e ogni sfera or misura Barbanera, per poter altrui predire tutto quel che ha da venire”. Giambattista Campitelli (1780-1824) fu il primo editore tipografo a proporre una versione del Barbanera in opuscolo o libretto di una sessantina di pagine (il formato che poi si affermerà fino ai giorni nostri): il primo di cui si ha notizia è del 1793 e identifica Barbanera come astronomo parigino. Giovambattista Bocci Campitelli riuscì, alla fine del XIX secolo, a far conquistare ai lunari di Barbanera una diffusione quasi nazionale (ne distribuiva circa 400.000 copie nell’Italia centromeridionale). La famiglia Campi è subentrata nella pubblicazione del
celebre almanacco dal 1929 per iniziativa di Feliciano Campi, concorrendo insieme ad altre tipografie alla stampa dell’opera che all’epoca era diretta dal senatore Benedetto Pasquini. Durante i principali flussi migratori che portarono gli italiani oltreoceano, vennero editate speciali versioni del Barbanera stampate in diverse città tra cui New York o Buenos Aires, che univano ai contenuti classici d’almanacco indicazioni pratiche per gli emigranti, come istruzioni per il viaggio o consigli sulle “rimesse” di denaro alle famiglie rimaste in Italia, informazioni che fanno del Barbanera d’oltremare uno strumento di mediazione interculturale. Fino alla metà degli anni Settanta, il lunario fu utilizzato soprattutto dai ceti rurali, che ne apprezzavano le previsioni del tempo e i consigli per l’agricoltura. L’indicazione delle festività, le ricorrenze dei santi, i consigli ed i proverbi ne fecero - appeso in cucina o nella stalla - un indispensabile strumento per le attività domestiche quotidiane. Venduto per fiere e mercati da cantastorie e venditori ambulanti, il Barbanera si acquistava ogni anno a partire da settembre. Dalla metà del XX secolo i diritti di pubblicazione del calendario, dell’alma-
nacco e del lunario di Barbanera sono di proprietà dell’Editoriale Campi. I principali canali di diffusione sono le edicole, le librerie, l’omaggio diretto da parte di aziende ai propri clienti quale strenna di fine anno, per un totale di oltre 2.500.000 copie. La raccolta di documenti legati alla figura di Barbanera, alla sua tradizione e al mondo degli almanacchi e dei calendari in genere, ha portato alla costituzione di un archivio storico all’interno della Fondazione Barbanera 1762 che contiene oltre 6.000 almanacchi italiani ed esteri pubblicati dal XVII secolo ad oggi, oltre a 15.000 documenti di vario genere (pensieri, recensioni, bossi tipografici, bozze di stampa, fotografie, aneddoti, curiosità) riguardanti Barbanera, la sua storia, la sua fortuna e il legame con la cultura popolare e almanacchistica italiana e non solo. Quest’anno, accanto al nuovo Almanacco 2014 in edicola da metà novembre e al Calendario-Lunario, Barbanera ha in serbo una novità: un calendario speciale di cui il cibo è il vero grande protagonista. “Barbanera dei cibi felici”, realizzato in collaborazione con l’Università dei Sapori di Perugia. Continua alla pagina seguente
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Mese per mese e stagione per stagione, una vera festa del cibo, con consigli, ricette, proverbi, il dolce o la frittella del santo e le regole di una sana alimentazione. Un calendario lunario, dove la Luna sarà attenta alleata nell’orto e in cucina, un allegro vademecum per tutto l’anno, un caro amico cui affidarsi ogni giorno per godere di un cibo sano, buono, genuino, che non si spreca. Un cibo che sa anche raccontare la sua storia, ricordare tradizioni, simboli, usanze, per riscoprire le meraviglie che portiamo ogni giorno in tavola.
IL VOLUMETTO CARO A D’ANNUNZIO La Fondazione Barbanera 1762 nasce con l’obiettivo di raccogliere, conservare e valorizzare con attività di ricerca, espositive ed editoriali la grande tradizione almanacchistica europea, che ha in Barbanera il suo più autorevole erede e continuatore. A partire dallo studio dei documenti conservati presso l’Archivio Storico (oltre 50mila tra lunari, almanacchi e altre testimonianze di editoria popolare dal XVI secolo ad oggi: c’è pure la lettera con cui Gabriele D’Annunzio definì il Lunario che teneva sempre sul comodino “Il fiore dei tempi”), si occupa della diffusione dei valori di una tradizione attenta a interpretare i segni del tempo, che si ispira a uno stile di vita in armonia con i cicli stagionali e che guarda al rapporto tra cielo-terra-uomo e al saper fare come quotidiano esercizio al buon vivere. La Fondazione ha sede a Spello nello stesso complesso rurale, il San Giuseppe, che ospita la sede dell’Editoriale Campi, storica casa editrice del Barbanera. La visita guidata al complesso di Spello consente di ammirare anche la villa padronale (un ex bachificio) e i giardini. Il complesso si estende su sette ettari. Da lì si gode anche una splendida vista sul borgo di Spello, la cittadina dove Pinturicchio ha affrescato la Cappella Baglioni, opera che qualcuno ha definito “la cappella Sistina dell’Umbria”. Info: www.barbanera.it - info@barbanera.it
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22 Consigli di bellezza >> La regola di base per ogni donna: mai uscire senza
Belle e giovani grazie al fondotinta La tecnologia ne inventa ogni giorno di nuovi, perchè questo prodotto è una seconda pelle che copre le macchie e i segni di stanchezza, idrata e uniforma di Germana Urbani
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n make up curatissimo ha una base davvero perfetta per il volto che lo indossa. E i protagonisti sono senza dubbio i nuovi fondotinta iper tecnologici che, grazie alle loro caratteristiche promettono un effetto photoshop. Il colorito spento di certi incarnati viene ravvivato e scompaiono anche le imperfezioni più difficili senza incappare nell’odioso effetto mascherone. Certo occorre trovare la nuance identica al colorito del proprio incarnato e la texture che assicuri l’effetto seconda pelle. Una curiosità su tutte: nei beauty store Sephora un matching device ideato da Pantone analizza la pelle della consumatrice per consigliarle il fondotinta più appropriato: questo servizio gratuito si chiama Color Profile ed è in grado di trovare la nuance perfetta all’interno di un’ampia scala di toni. Certo le nuove formule di cui si compongono i fondotinta puntano su trasparenza, luminosità e sensorialità. L’elemento fondamentale sono gli oli evanescenti che sostituiscono gli oli pesanti che rimanevano dopo l’applicazione e “ungevano la pelle”. I nuovi oli evaporano lasciando la pelle setosa, ricca di pigmenti colorati, ma mai più unta. L’altro elemento che
guida la ricerca su questo prodotto è la luminosità. Un elemento non di poco conto perchè il tempo passa e il viso di una donna non è più quello di un tempo, la pelle molto spesso è spenta e poco “vitale”. Per rimediare alcuni marchi incorporano nelle loro proposte polveri a effetto soft-focus e pigmenti sferici: da Pupa con il fondotinta Active Light a Deborah Milano con il suo Radiance Creator, passando per Shiseido con Sheer and Perfect Foundation. Luminosità costante è promessa anche da Givenchy con le nove nuance di Teint Couture Fluido , mentre da Guerlain arriva il tecnologico Tenue De Perfection che esalta il naturale bagliore della pelle. Contrasta il colorito spento e opaco senza segnare le rughe Teint Visionnaire di Lancôme, un fluido leggero con tanto di correttore incorporato nel pack. Ma le nuove texture sono attive perfino contro le rughe perchè incorporano anche virtù idratanti e antiage che li rendono perfetti per le pelli mature. Il Fondotinta Correttore Invisibile di Eisenberg, nella nuova tonalità Naturale Porcellana, ha una formula tri-molecolare con tanto di filtro solare. Youth Liberator Serum Foundation di Yves Saint Laurent
agisce, invece, come un vero trattamento contrastando i sei principali segni dell’età. Ha virtù nutrienti anche il fondotinta Extra-Comfort Spf 15 di Clarins con olio di argan bio. Senza parabeni e dermatologicamente testato, Perfecting Supreme Foundation Cream di Transvital ripara i danni causati dall’invecchiamento con un finish matte e vellutato. Infine il Fondotinta+Primer Uniformante di Collistar affina la grana cutanea con un esclusivo complesso idratante. Chi ha la pelle grassa deve scegliere bene soprattutto nei momenti di stress. Meglio scegliere un fondotinta opacizzante. Quelli compatti, in questi casi, sono da preferire: ProFinish di Make Up Forever, per esempio, deve il suo potere alla polvere di Nylon che assorbe le untuosità in eccesso. Le più esperte possono optare per un fondotinta minerale come quello di Youngblood: Loose Mineral Foundation non contiene talco, oli o profumi e si stende con il pennello kabuki. E ancora Pure Finish Mineral Powder Foundation di Elizabeth Arden con un complesso minerale che stimola la produzione di collagene.
I prodotti di ultima generazioni sono liquidi come sieri, leggeri, e quasi invisibili
24 Benessere >> Partita la campagna antinfluenzale, pronti i vaccini per chi è a rischio
Influenza in arrivo: meglio correre ai ripari Lavarsi spesso le mani, stare a dovuta distanza da chi tossisce o starnutisce e non scambiare troppi baci e abbracci può aiutarvi a prevenire ma... di Germana Urbani
LE REGOLE DI IGIENE DA NON DIMENTICARE
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l Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie raccomanda di seguire alcuni consigli abbastanza attentamente. 1.Lavarsi spesso le mani e, in assenza di acqua, usare dei gel alcolici. In particolare occorre farlo dopo essersi soffiati il naso o aver tossito o starnutito. Questo gesto semplice ed economico è utile a ridurre la diffusione di diversi altri agenti infettivi. 2. Ricordarsi di coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e subito dopo lavarsi le mani 3. Evitare contatti ravvicinati in caso di malattie respiratorie febbrili in fase iniziale
LA NATURA AIUTA A PREVENIRE E CURARE CON NOCCIOLE E MIELE
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’influenza arriva più o meno ogni anno e persone al di sopra dei 65 anni di età e in persoattacca l’organismo con un’intensità più ne che soffrono di diabete, malattie immunitarie o meno grave. Anche se spesso viene o cardiovascolari e respiratorie. sottovalutata, essa costituisce un importante In questi casi, spesso si ricorre all’ospedaproblema di sanità pubblica a causa del numero lizzazione per il trattamento, soprattutto se si di casi che si verificano in ogni stagione e che tratta di persone anziane. Ma ciò comporta una può essere più o meno elevato a seconda della serie di ripercussioni sulla ricettività dei reparti trasmissibilità del virus influenzale circolante. ospedalieri con possibili disfunzioni operative. I virus dell’influenza tendono a presentare Non si riflette abbastanza su quanto ogni anno l’influenza deterogni anno variazioni e Soggetti più a rischio: mini costi elevati a caproprio per questo si rico della comunità, sia determina ogni anno bambini, anziani e coloro in termini di spesa sal’epidemia influenzale che soffrono di patologie nitaria (farmaceutica nel mondo che può incroniche e respiratorie e ospedaliera) che di teressare anche coloro costi sociali, per le asche hanno già subito una infezione o che sono stati vaccinati l’anno senze dal lavoro per cure proprie e dei familiari. Fare attenzione all’igiene personale e di chi precedente. È possibile che la malattia abbia un decorso asintomatico, ma nella maggior parte ci sta attorno è la prima regola da seguire per dei casi i sintomi più comuni possono includere combattere in anticipo il virus. La trasmissione, infatti, si può verificare febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari e delle articolazioni, cefalea e malessere generale. per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi Nei casi non complicati, normalmente, i sintomi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il si risolvono spontaneamente entro una settima- contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. na dalla comparsa ma non sempre a così. I più attuali studi scientifici confermano Infatti, in occasione del cosiddetto picco influenzale, non sono pochi i casi gravi e le che le misure di protezione personali (buona complicanze dell’influenza, più frequenti nelle igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie)
hanno un ruolo importante nel limitare la diffusione dell’influenza. Certo non basta a fugare ogni rischio di contagio. Per questo il Ministero della Salute ogni anno invita la popolazione a vaccinarsi, perchè il vaccino antinfluenzale rappresenta un efficace strumento di prevenzione dell’influenza stagionale, di cui possono beneficiare specialmente i soggetti più a rischio, come i bambini, gli anziani e coloro che soffrono di patologie croniche, specialmente a carico dell’apparato respiratorio. In molti ancora si interrogano sui rischi e sui benefici che può comportare il vaccino e spesso si ripetono allarmismi sull’uso di questa strategia preventiva dei sintomi influenzali. In ogni caso ogni anno il sistema sanitario nazionale avvia vere e proprie campagne di vaccinazione per proteggere chi si trova particolarmente a rischio. E chi preferisce le cure omeopatiche sappia che esiste anche un vaccino antinfluenzale omeopatico. Si tratta dell’oscillococcinum, che si assume da settembre a marzo con una dose a settimana, passando ad una dose ogni 8 ore, per 24 ore, in caso di primi sintomi dell’influenza, e ad una dose mattino e sera per quattro giorni quando i sintomi sono evidenti. E’ venduto in globuli, che si sciolgono sotto la lingua.
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olete combattere i malanni partendo dalla tavola? Ebbene scegliete le nocciole e consideratele un forziere di sostanze curative: rinforzano le difese, sono ricostituenti, combattono infiammazioni e le malattie delle vie respiratorie. Le nocciole racchiudono molti principi nutritivi: oleosi come tutti i semi, sono stati progettati dalla natura per consentire lo sviluppo di una nuova piantina. Di conseguenza sono ricchi di proteine, grassi insaturi, vitamine. La nocciola, ricca di oli dall’azione emolliente, è quel che ci vuole per prevenire o curare i disturbi di stagione come tosse e raucedine, ma anche in caso di influenza e raffreddore per accelerarne la guarigione. Serve in particolare quando l’aria condizionata usata in estate ha fiaccato il nostro apparato respiratorio con il rischio di incappare facilmente in bronchiti ricorrenti. Allora, alle prime avvisaglie, tre volte la settimana assumete nell’arco della giornata due manciate di nocciole tritate finemente e unite a due cucchiai di miele. Dal momento che sono leggermente ipertensive (fanno crescere la pressione arteriosa), è bene che coloro che soffrono di ipertensione non ne abusino, meglio dimezzare la quantità. Per quel che riguarda il miele, invece, niente di nuovo. Lo sanno nonne e mamme che è un prezioso alleato naturale per i mali del cattivo tempo umido. In questo periodo privilegiate le qualità più amare, come quello di nespolo o corbezzolo: sono un toccasana per il fegato, le vie urinarie, il sangue e le difese. Si tratta davvero una sostanza di cui non si dovrebbe fare a meno, anche per dire addio agli zuccheri raffinati o peggio ai dolcificanti. Il top di prevenzione, depurazione e rinforzo del sangue e del sistema immunitario si ottiene dolcificando con miele una tisana di fiori, foglie e radici, proprio di corbezzolo, al mattino dopo colazione e la sera prima di dormire (3 cucchiaini di fiori-foglie-radici per due tazze d’acqua). Questa tisana è un potente anti-arteriosclerosi, disinfiamma e disinfetta le vie urinarie e protegge il fegato, l’organo della forza e della vitalità, come ci ricorda la medicina cinese. Un altro miele scuro, è quello di nespolo, prodotto soprattutto sulla costa ionica. Associato a quello di timo, attiva nei tessuti capacità antibatteriche veramente speciali.
Giardinaggio 25 >> E’ il fiore dell’oro, il trionfo della vita sulla morte
Crisantemi: come fuochi d’artificio in giardino Sono fiori sono bellissimi e molto scenografici ed esistono in un’incredibile varietà di forme e colori. Quelli sfioriti ripiantateli per il prossimo anno
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e ogni anno in questa stagione vi ritrovate a constatare che i Crisantemi sono fiori bellissimi e vi ripromettete di piantarli, dovete farvi un appunto per la prossima primavera perchè è quello il periodo migliore per seminarli o interrarli, assicurandovi così una splendida fioritura nel prossimo autunno. Chi non li ama, è perchè li associa troppo con le festività dei santi e dei morti. In realtà, però, come fiori sono bellissimi e molto scenografici. Esistono in un’incredibile varietà di forme e colori, ma sfortunatamente non sopravvivono tutte all’inverno, indipendentemente dalle cure ricevute. I più simpatici sono i crisantemi pompom, una delle varietà più comuni dalla forma simile ad una pallina. Poi ci sono quelli molto simili al fiore d’anemone che presentano una o due file di petali intorno alla parte centrale. Altri assomigliano a grandi margherite ma i più particolari sono i crisantemi a ragno, non sono molto comuni, con petali lunghi e cascanti. Si tratta in generale di piante dalla facile coltivazione, che fioriscono all’inizio dell’autunno, quando le temperature sono già fresche. Perciò non dovrebbero mancare nel giardino di chi desidera piante fiorite anche in autunno. Grazie alla loro corolla fitta, creano un tappeto fiorito perfetto per decorare i giardini dove si potranno creare angoli suggestivi anche coltivando questi fiori in vaso. Solitamente queste piante si coltivano in luogo soleggiato, non temono il freddo, anche se può capitare che inverni molto rigidi possano danneggiare le foglie. Vedrete però che dal cespo di radici, in primavera, ricominceranno a svilupparsi nuove foglie. E’ consigliabile porre a
IL FIORE D’ORO
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Questi fiori non dovrebbero mancare nel giardino di chi desidera piante fiorite anche in autunno
di Germana Urbani
l nome Crisantemo in greco vuol dire “fiore d’oro”. In Corea e in Cina questo è il fiore dei festeggiamenti mentre in Giappone è il fiore nazionale. La sua bellezza viene celebrata ogni anno dall’Imperatore che, in occasione della fioritura, apre al pubblico i giardini della Reggia, presentando le più recenti varietà a tutti gli invitati. Per noi occidentali di religione cristiana rappresenta il fiore del dolore probabilmente perchè la sua fioritura coincide con la festa di tutti i Santi e defunti.
Natale Aziende 2013
Regala il diritto al cibo Vuoi fare un regalo che renda felici tante persone? Fallo insieme ad ActionAid! In questo modo la tua Azienda potrà sostenere la lotta contro la fame e aiutare chi ha più bisogno Scegli il tuo regalo su www.actionaid.it/nataleaziende e contattaci: aziende@actionaid.org - tel. 02 74200 int. 255/250
dimora i crisantemi in luogo riparato dal vento visto che alcune varietà producono fusti molto lunghi. Se dovete scegliere il terreno, ricordate che i crisantemi preferiscono terreni sciolti, molto ben drenati, soffici e ben aerati. E’ consigliabile, dunque, aggiungere al terriccio della sabbia, per aumentare il drenaggio dell’acqua, e del letame ben maturo. E pensando alla fioritura autunnale, in primavera ed in estate annaffiate saltuariamente, evitando di bagnare il terreno finché è umido. Mentre gli esemplari in vaso vanno bagnati con regolarità, evitando gli eccessi. Da marzo a ottobre, poi, ricordate di fornire del concime per piante da fiore, ogni 15-20 giorni. La vostra pianta, per regalarvi le fioriture abbondanti che trovate sulle piante delle fiorerie, dev’essere cimata. Tagliate dunque il fusto principale prima che compaia il bocciolo apicale e le ramificazioni primarie, cioè quelle che compaiono sul fusto principale all’ascella delle foglie, prima che sia apparso il bocciolo secondario. In questo modo la pianta produrrà ramificazioni di secondo ordine che daranno origine a boccioli coronati terziari e di conseguenza a fiori più piccoli ma molto più numerosi. Se volete coltivare, invece, fiori recisi ricordatevi a giugno di cimare il fusto principale, avendo cura di lasciare non più di 6 ramificazioni primarie. In questo modo otterrete dei fiori bellissimi.
TRATTAMENTI
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e vi trovate tra le mani una pianta sfiorita, non la buttate. Tagliate tutti i rami sfioriti di un terzo della loro lunghezza, a partire dalla punta, con una forbice affilata. Nella prima giornata di sole, rinvasiamo la pianta in un bel vaso capiente: basterà del terriccio universale con un paio di pugni di stallatico sfarinato e uno strato di argilla espansa o sassolini sul fondo del vaso. Annaffiate e lasciate senza paura il vaso all’esterno, in modo che prenda pioggia e neve. Con l’approssimarsi della bella stagione, spunteranno nuovi getti, forti e vigorosi.
26 Crucilibro
Occorre riscrivere la propria storia per comprenderne davvero il nucleo
La vita di ognuno sembra mossa da un destino esteriore. Ma è l’Io più profondo a compiere scelte determinanti: siano fughe o ritorni
Brunella Schisa
Enrico Carofiglio
Eugenio Scalfari
Joel Dicker
Emma, neolaureata in Lettere
Enrico Vallesi, scrittore
Eros, signore dei desideri
Marcus Goldman, giovane scrittore
Alter Ego
L’anziana prozia Carolina
Salvatore, un amico d’infanzia
Narciso, l’amore che ciascuno ha per se stesso
Harry Quebert, stimatissimo scrittore americano
Location
Napoli
Firenze
La vita che si gioca giocando
Aurora, New Hampshire - New York
Uomini bellissimi e donne volitive
Ricordi e riflessioni
Il Destino, Edipo e infine la Morte
Il cadavere di Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni
Eugenio Scalfari mette ora al centro della sua riflessione la partita della vita, e le regole complesse con cui si alternano al gioco gli istinti, i sentimenti, la coscienza ragionante, la nostra identità
Estate 1975. Nola Kellergan, 15 anni, scompare misteriosamente. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Ma nella primavera del 2008, il professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d’America, viene accusato dell’omicidio
Conosce le vite degli uomini Salvatore, il compagno di scuola I momenti autobiografici, bellissimi e infedeli e delle donne turbolento che gli aveva insegnato le narrazioni, gli incontri, i volitive della famiglia Cortesi e come difendersi dalla violenza della ricordi, sono sempre sorretti inizia a capire se stessa; ed è strada. Ai ricordi di Enrico si alterna da un’inesauribile tensione sempre più chiaro che all’anello il racconto del suo ritorno nella intellettuale e filosofica ma capaci è legato un segreto bruciante... città natale e le riflessioni sulle di aprirsi, ora piú che mai, anche Forse solo lei può scoprire la verità gioie e delusioni del matrimonio e alle passioni e agli slanci, persino nascosta nel passato del suo mestiere di scrittore alla malinconia
Il cadavere della ragazza viene ritrovato nel giardino della villa dello scrittore. Convinto dell’innocenza di Harry, un suo amico scrittore, Marcus Goldman, abbandona tutto e decide di condurre la sua personale inchiesta
Un ritorno a casa in cerca di Rievocando sul filo dell’emozione risposte ai propri tormenti, per le vicende di una grande famiglia scoprire quello che tanti anni prima borghese napoletana, la Schisa dà si era lasciato alle spalle, ma anche vita a un racconto luminoso, un per capire cosa è diventata nel affresco di intensa umanità frattempo la sua vita
Il libro è un viaggio dentro e fuori di noi, alla scoperta del sé e dell’altro, guidati da un Io che è l’unico possibile testimone diretto dell’esperienza.
Un giallo che travolge il lettore e lo calamita dalla prima all’ultima pagina. Geniale, divertente, appassionante, capace di stregare prima la Francia, poi il mondo intero
Eugenio Scalfari L’amore, la sfida, il destino Einaudi, pp. 134 € 17.50
Joel Dicker La Verità sul caso Harry Quebert Bompiani, pp. 784 € 19.50
Eroe - Eroina
Co-Protagonisti
Intrigo
Finale
Cosa dire del libro
Leggere… Leggere
Mentre sorseggia il cappuccino Dopo la laurea Emma viene invitata come ogni mattina Enrico legge a casa della prozia che le regala un sul giornale che in un conflitto a anello di famiglia molto singolare. fuoco con i carabinieri, è rimasto Lei, invece di partire per le vacanze ucciso un rapinatore. Il nome della inizia a scavare nel passato di vittima fa riemergere in lui ricordi famiglia importanti
Brunella Schisa La scelta di Giulia Mondadori, pp. 312 € 16.50
Gianrico Carofiglio Il bordo vertiginoso delle cose Rizzoli, pp. 250 € 18.50
di Germana Urbani · www.mondadori.it>rizzoli.rcslibri.corriere.it< >www.einaudi.it< >bompiani.rcslibri.corriere.it<
26 Concerti e non solo Concerti e non solo 27
Mille e ancora mille...
1099
Pagina a cura di Graziano Edi Corazza
IN VENETO 12 luglio - Padova, Stadio Euganeo
LIGABUE “MONDOVISIONE TOUR - STADI 2014”
EVENTO ESTATE 2014: LIGABUE live allo Stadio Euganeo di Padova. Il primo grande appuntamento dell’estate 2014. Il 26 novembre 2013 esce il nuovo album di inediti “Mondovisione” Il 12 luglio 2014 arriva Ligabue! Lo so siamo in anticipo. Ma se si pensa che ormai i biglietti si acquistano sempre più via internet posso dire che la ricerca del biglietto è già iniziata. L’appuntamento con la rockstar italiana sarà allo Stadio Euganeo, a Padova, che dopo gli eventi dell’estate 2013 e la lunga programmazione invernale, si conferma “Città della musica” anche per il 2014. L’attesa cresce e infatti le date di Roma (30 e 31 maggio allo Stadio Olimpico) e Milano (6 e 7 giugno allo Stadio San Siro) sono già raddoppiate. Per la data di Padova i biglietti sono iniziati in prevendita dal 5 novembre. Il 26 novembre 2013, ad oltre 3 anni da “Arrivederci, Mostro!”, uscirà “MONDOVISIONE”, il nuovo atteso album di inediti di LIGABUE. «Mi procuro una frattura durante un concerto – afferma il LIGA – e 2 minuti dopo può vedere la caduta un mio amico di Los Angeles. È ufficiale: siamo tutti in mondovisione. Mondovisione però è anche la “visione di un mondo”». “MONDOVISIONE” (Zoo Aperto/Warner Music), prodotto da Luciano Luisi, è stato anticipato dal primo singolo “Il sale della terra”, al 1° posto della classifica dei brani più trasmessi in radio (dati Earone) ed ai vertici della classifica di iTunes. Sono già oltre 4 milioni le visualizzazioni su YouTube del video ufficiale del brano (video online al link http://youtu.be/IUWtAUKYmAQ ). «“Il sale della terra” – dichiara LIGABUE – parla di una crisi che non è solo economica, ma sociale e di comportamento. Ha a che fare con il bisogno di potere, con le conseguenze prodotte da chi vuole conquistare il potere a ogni costo e a ogni costo mantenerlo. È una crisi talmente drammatica che non sono riuscito a non raccontarla in una canzone: in genere non lo faccio».
EVENTI
“Il muro del suono”, “Ciò che rimane di noi”, “La terra trema, amore mio”, “Il volume delle tue bugie”, “La neve se ne frega”, “Siamo chi siamo”, “Il sale della terra”, “Nati per vivere (adesso e qui)”, “Per sempre”, “Tu sei lei”, “Con la scusa del r’n’r”, “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”: sono questi (non nell’ordine di quella che sarà la tracklist) i titoli dei brani che saranno contenuti nel nuovo album, “postati” da LIGABUE sui suoi social network ufficiali. Inoltre, è in libreria “La vita non è in rima (per quello che ne so)”, intervista a LIGABUE sulle parole ed i testi, curata da Giuseppe Antonelli. Il volume, edito da Laterza, contiene in anteprima i testi integrali dei brani del nuovo album. Roncade (tv) - New Age - Sabato 23 novembre 2013
BRING ME THE HORIZON I Bring Me The Horizon, arrivano in Italia per presentare il loro ultimo lavoro: “Sempiternal” San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 23 novembre 2013
BLUE IN CONCERTO
Continua il tour italiano dei Blue... Saranno nuovamente in Italia per tre imperdibili date... Conegliano (tv) - Zoppas arena Domenica 1 dicembre 2013
MAX PEZZALI - MAX 20 LIVE TOUR Max Pezzali da novembre stà portando il suo nuovo spettacolo dal vivo nei palasport delle principali città italiane. Il nuovo e attesissimo tour farà tappa giovedì 14 novembre al PalaGeorge di Montichiari (BS), sabato 16 al PalaFabris di Padova ed infine domenica 17 alla Zoppas Arena di
Conegliano (TV). Il nuovo album “Max 20” contiene 5 inediti – tra cui il primo singolo “L’universo tranne noi” – e 14 duetti con i più grandi artisti della scena musicale italiana, nei brani che hanno segnato la carriera di Max. Pubblicato lo scorso 4 giugno, l’album si trova da settimane ai vertici delle classifiche di vendita.
SGUARDO A NORDEST AVERE LA BARBA, NASCE UN CONCORSO NAZIONALE IDEATO DA VENETI
San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 14 dicembre 2013
GUE’ PEQUENO
Il secondo album da solista è stato dichiarato disco d’oro a sole tre settimane dall’uscita e l’estate ha visto Guè Pequeno impegnato in affollati dj set in tutta Italia. Ora è tempo di presentare live il suo “Bravo Ragazzo”, uscito a giugno 2013 per Universal. Guè Pequeno, forte del successo e dell’esperienza del precedente tour da solista, porterà sul palco uno show inaspettato e carico delle mille sfaccettature della sua personalità senza dimenticare il sound internazionale dell’album. Padova (Pd) - Gran teatro Geox Sabato 14 dicembre 2013
ROBERTO VECCHIONI
Porta per titolo “Io non appartengo più” il nuovo album di inediti di Roberto Vecchioni, in tutti i negozi di musica a partire dall’8 ottobre e anticipato in radio dal singolo “Sei nel mio cuore”. Il disco arriva a distanza di quasi tre anni dalla raccolta “Chiamami ancora amore” e a sei anni dall’ultimo album di inediti “Di rabbia e di stelle”. Queste le parole attraverso le quali il prof. Vecchioni racconta il suo nuovo progetto: “’Io non appartengo più’ potrebbe essere definito un soliloquio davanti alla fine ma che non ha niente a che vedere con il nichilismo, lo sconforto, la resa… Piuttosto è la presa d’atto che l’essere umano più di tanto non riesce a fare, non riesce a dare: talvolta stringe la mano degli altri perché nel buio non capisce niente o si rivolge al cielo, talvolta si convince che deve farcela da solo”.
R
acconti, foto e opere d’arte sui barbuti: l’esperienza social diventa un libro. E gli organizzatori veneti partono con un tour in tutta Italia a caccia di interviste. Che fosse un’idea dirompente lo si era capito fin dall’inizio. “Avere la barba” nasce infatti come cristallizzazione di un fenomeno esistente, una moda, un trend, una mania, uno stato mentale: chiamatelo come volete, ma di fatto è un sentimento diffuso. “Quando inizi a farla crescere, c’è sempre un motivo”, dicono Claudio Traina, event manager bassanese con la passione dei tatuaggi, Alessandro Toso di Cittadella, appassionato di arte contemporanea, e Diego Santi di Castello di Godego, nel Trevigiano, fotografo per diletto. In pochi mesi sui social network e sul sito internet www.averelabarba.it i contatti sono stati migliaia. E solo scorrendo le interviste, le parole, i commenti del popolo del web si capisce il perché. “La barba è qualcosa di intimo, trasversale, antico: noi vogliamo solo permettere a tutti di raccontarla”, dicono ancora i tre veneti ideatori del progetto, che in questi giorni sono in giro per l’Italia a raccogliere interviste e pareri. “Intervistiamo chi ci contatta, vogliamo raccogliere più emozioni possibili”, spiegano. E proprio questi temi sono al centro del concorso letterario e artistico lanciato dai tre per raccogliere in un libro l’esperienza web di questi mesi. Il concorso è già iniziato e si concluderà il prossimo 31 gennaio 2014. È aperto ad opere letterarie (massimo 15.000 caratteri), artistiche o foto sul tema della barba. Il premio? È il fatto stesso di partecipare nel creare la filosofia condivisa dell’Avere la barba, e questo la dice lunga sullo stile del gruppo e sul perché i fans si sommano ad ogni ora. Tutte le opere saranno infatti diffuse tra la community dei barbuti. Le più meritevoli avranno la possibilità di entrare nel libro, che sarà pubblicato nell’estate 2014, e che rappresenterà l’opera omnia del progetto, raccogliendo testi, interviste e immagini del mondo barbuto. L’iscrizione al concorso è gratuita, i dettagli sono nel bando reperibile su www.averelabarba.it. Non resta che ricordare chi sono i tre barbuti al centro dell’attenzione nazionale, anche a seguito di recensioni sui blog di moda. Ad ideare il progetto, tre menti. Claudio Traina, 22enne residente a Bassano del Grappa, nel Vicentino, organizzatore di eventi e già noto nell’ambiente underground per la creazione di un marchio di vestiti, oltre che per la propria passione per i tatuaggi. Alessandro Toso, 26enne di Cittadella, nel Padovano, che cura il blog www.unoravanti.com, dal quale dal 2010 propone lavori di giovani artisti. Di professione, lavora in una web agency. Inoltre da un anno sviluppa autonomamente “The event finder”, un’applicazione web che permette di ricercare eventi. Il terzetto si chiude con Diego Santi, 27enne di Castello di Godego, nel Trevigiano, appassionato di fotografia che da poco ha lanciato il sito di annunci gratuiti www.greenclick.it con lo scopo di risollevare il settore del verde e favorire il vero mercato a chilometro zero. Di professione, aiuta a trovare lavoro agli altri. Per contatti e informazioni - Ufficio Stampa di Avere la Barba - info@comunicazionelive.it
POCHI SOLDI PER LA CULTURA AI COMUNI VENETI: DOVE TROVARLI?
G
irando per i vari uffici della Cultura dei vari Comuni Veneti ci vengono comunicate spesso alcune osservazioni:”Ci sono pochi soldi per la cultura. Per le manifestazioni.” Viene da riflettere... Perchè la Cultura è il nostro passato ed il nostro presente da conservare e tramandare alle generazioni future. Ormai molte manifestazioni vengono effettuate solo grazie agli sponsor. Tutto bene. Ma non si possono organizzare nei piccoli centri grosse manifestazioni con nomi popolari che richiamino un pubblico numeroso. Costa troppo. E nelle grosse città si riesce a metterne in piedi molto poche. E sempre di meno. Eppure il grande violinista Accardo ha dichiarato: ”Con i soldi di una sola serata del Festival di San Remo si terrebbe in piedi per un anno l’ orchestra della Rai!” E’ una questione di scelte. Scelte che vengono fatte negli alti livelli delle Istituzioni Pubbliche. Se si spendono in una direzione non si possono investire in un altra. E se alcune spese vedono contrapposti ideali e visioni della politica, sul
fiume di denaro pubblico erogato in stipendi vari per le cariche ricoperte dai vari politici regionali e provinciali, per i loro ‘’portaborse’’, per i rimborsi, ecc. ecc. siamo “quasi” tutti d’ accordo: ci vuole una riduzione sostanziale. I soldi che non arrivano ai Comuni per organizzare eventi culturali e/o ricreativi e/o feste di piazza potrebbero benissimo essere “ricavati” dai tanti stipendi ai politici regionali e provinciali, con grande soddisfazione del popolo. Di tutti noi. L’abolizione delle province porterebbe trasferimenti economici maggiori ai comuni e così dicasi per una riduzione drastica degli emolumenti ai consiglieri ed assessori regionali. Che ci vuole? Un pò di volontà. Nient’ altro. In fondo: diminuire i soldi pubblici ai politici regionali e provinciali e girarli direttamente nelle casse comunali non sarebbe cosa grave. Occuparsi della “cosa pubblica” è comunque e sempre un onore. Soprattutto quando lo si fa per lai Cultura. Cultura che inizialmente è una
spesa ma poi nella sostanza genera lavoro per i diretti interessati ed indotto economico per gli esercizi commerciali della zona nella quale la manifestazione viene organizzata.
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i nostri Esperti AFFARI DI FAMIGLIA
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Furto di identità in rete di privati e aziende
Cari Lettori e Lettrici, questo mese affronto un tema purtroppo sempre più attuale ovvero il furto di identità in rete e le sue conseguenze. Sino a qualche anno fa i modi attraverso i quali poteva essere rubata l’identità di una persona erano per lo più legati al furto del suo portafoglio e all’apertura dei sacchetti dell’immondizia nei quali, rovistando, venivano carpite informazioni importanti sull’identità del soggetto. Ora, con l’uso dilagante della rete e in particolare dei social network da parte pressoché di chiunque, il rischio del furto di identità o sostituzione di persona si è incrementato in maniera esponenziale anche nei confronti delle aziende. Ma andiamo con ordine. Cosa esattamente è il furto di identità? Il furto di identità consiste nell’ottenere informazioni personali riservate di un soggetto privato e/o giuridico al fine di sostituirsi ad esso (in tutto o in parte) attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, e
così procurarsi e/o procurare ad altri un indebito vantaggio (es. ottenendo credito con false credenziali, compiere azioni illegali) o di recare un danno (es. perdere la propria reputazione di buon pagatore e rendere difficile se non quasi impossibile ottenere nuovi finanziamenti o mutui). Come fare per tutelarsi? Quali accorgimenti adottare? Innanzitutto, quando si naviga in rete bisogna essere cauti e aver attenzione massima nel fornire i propri “identificatori personali” – ovvero i propri dati personali e le credenziali di accesso ai conti correnti- in quanto i ladri di identità sono in agguato e non attendono altro che una nostra disattenzione. Gli accorgimenti che i singoli soggetti possono adottare per proteggersi dai furti di identità sono molteplici e tra questi possono annoverarsi: la modifica con continuità delle password, la distruzione particellare dei propri documenti personali (es. estratti conto, bollette pagate, contratti assicurativi,…) prima di essere gettati nella spazzatura, fornire i propri
dati identificativi solo se effettivamente necessario, non conservare insieme carta di credito o bancomat con i relativi codici di accesso, controllare frequentemente il proprio conto corrente, mantenere sempre aggiornati i programmi e in esecuzione il software antivirus e il firewall. E se rubano l’identità cosa fare? Innanzitutto bloccare immediatamente le carte di credito e tutti i conti correnti, avvertire la propria banca, il proprio provider e tutti i soggetti con i quali si usava la carta di credito, sporgere una denuncia querela avanti l’autorità. Quale tutela dà il nostro ordinamento giuridico? Il comportamento illecito di chi ruba l’identità di un altro soggetto con le finalità e conseguenze sopra indicate integra il reato di cui all’art. 494 del codice penale che prevede la punizione sino a un anno di reclusione. A titolo esemplificativo segnalo anche che secondo la Cassazione integra il medesimo reato anche il comportamento di chi apre un account di posta elettronica intestandolo
LO SPAZIO DELL’ETICA
al nome di un altro soggetto. Al riguardo, infatti, non vi è dubbio che ciò determina l’induzione in errore di chi si trova ad interloquire che è convinto, giustamente, di farlo con persona diversa da quella che allo stesso viene fatta credere. Analoga considerazione giuridica va fatta per chi, una volta rubate le credenziali di accesso di un profilo facebook di un altro soggetto, lo utilizza indebitamente. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
Analisi di alcuni dei motivi dell’accettazione della contraccezione ormonale Anselm Zurfluch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler 2000) alcuni motivi che portarono ad una rapida accettazione della contraccezione ormonale negli anni settanta del secolo scorso. (Oggi 140 milioni di donne assumono la contraccezione ormonale.) 1. Un motivo storico: Varie civiltà praticarono da secoli una regolazione delle nascite senza ricorso alla chimica. Era una prassi collettiva. La pillola rappresentava quindi un altro mezzo allo stesso scopo. 2. Un motivo sociale: La pillola è stata inventata, tra l’altro, per arginare “l’esplosione demografica” nel Terzo Mondo. La Tv per anni, alla sera riportava gli effetti catastrofici del boom demografico suscitando nelle persone un senso di corresponsabilità per questa
calamità. Quindi la rinuncia ad aumentare il numero dei figli sembrava giustificata a causa del sovrappopolamento, della fame, dell’inquinamento … 3. Un motivo materiale: La crescita economica del dopoguerra era, dal punto di vista storico, un fenomeno unico; il miracolo di Marshall. Ma nonostante la ricchezza il mondo industrializzato divenne refrattario ai figli. Nelle repubbliche socialiste dell’ Unione Sovietica invece la contraccezione ormonale non si affermò, perché sapeva troppo dell’occidente. Si usava l’aborto come un mezzo contraccettivo. In Georgia, in Lituania … l’aborto veniva praticato come UNICO intervento “sanitario” gratuito, con effetti devastanti per le popolazioni. 4. Un motivo culturale: Ogni società, per poter funzionare, ha bisogno di
un’ideologia, di una cultura di massa. La società di benessere non è stata un’eccezione. I valori, quali inizialmente favorirono la società di consumo come lavoro intenso, senso del dovere, stabili relazioni familiari, sono stati interpretati in maniera diversa negli anni settanta. Emersero i valori come individualismo (non da confondere con il personalismo cristiano), tempo libero e ferie, una vita indipendente … Questi motivi, riportati un po’ per sommi capi, favorirono un’accettazione della pillola, la quale agisce sulla mucosa uterina in modo tale da impedire l’annidamento dell’ovulo fecondato (= del bambino). Siccome la pillola non è un farmaco sostenibile per venti o più anni in cui la donna è potenzialmente fertile e siccome non è consigliabile, per ragioni di salute, abortire ogni
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
anno, si è aggiunta un’altra tecnica: la sterilizzazione. Nell’anno 2000 si sapeva della sterilizzazione di almeno 200 milioni di persone nel mondo. Mentre il sovrappopolamento non è assolutamente un pericolo incombente né Italia, né Lituania, né Cina … Tanti di quei pochi bambini che arrivano alla dodicesima settimana di gravidanza sono sottoposti ad una diagnostica prenatale invasiva. In Germania muoiono, ogni anno, in seguito alle complicanze legate a questa diagnostica, 700 bambini (senza contare quelli in cui si riscontrano le malattie e vengono abortiti). Giovanni Paolo II chiamò questo andamento ostile alla vita “la cultura della morte”, ricordando che l’unica Via per ridare la speranza all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, di cui il Vangelo sovrabbonda.
elevato peso specifico (massetti) a quello o quelli più “soffici”. Per la costruzione degli edifici del tipo
di laterizio possono essere rettificati, quindi con una geometria precisa, nel qual caso si usa come legante la malta termica o
pressione di vapore a 200 °C, composti da sabbia quarzifera e calce viva, i blocchi in calcestruzzo cellulare composti da una
(Segue nel prossimo numero)
I nostri esperti 29
Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it
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SALUTE
Viaggio nella terapia alternativa (2° puntata) Nella prima puntata, parlando di mal di schiena e di ernie, abbiamo visto che esistono cure alternative sia per curare il mal di schiena sia per curare ernie ed abbiamo incontrato un nuovo termine: Osteokinetica. Dopo aver visto in cosa consista l’Osteokinetica sono passato a vedere una delle cause di accentuazione del dolore: il “blocco muscolare”, ed ho spiegato cosa sia ripromettendomi, nella puntata successiva, di spiegare perché e come si formi. Questo è quello che vedremo in questa puntata.
assumendo posizioni scorrette da seduti, a cui si aggiungono stress, alimentazione sbagliata, cenapoltrona-televisione-letto, fumo, alcolici, ecc. mettiamo sotto pressione il nostro corpo il quale si difende rispondendo agli stress fisici ed emotivi con una serie di meccanismi fisiologici di difesa: un aumento di tono e una contrattura di difesa dei muscoli; modificazioni vasomotorie, iperattività simpatica, alterazioni ormonali, altre modificazioni umorali plasmatiche e dei liquidi extracellulari.
Perché si formano i blocchi muscolari? I blocchi muscolari possono essere causati da agenti esterni (un evento emotivo stressante, quale un trauma, un incidente automobilistico o un problema correlato all’attività lavorativa; sforzi fisici inusuali, il persistere in una postura protratta ma più spesso siamo noi stessi la causa con la pessima vita sedentaria che conduciamo.
Come avviene la contrattura di difesa? - Il punto più sensibile del tessuto limitrofo o una fascia del muscolo affaticata dallo stress invia il suo segnale di condizione di stress al sistema nervoso centrale; - il sistema nervoso centrale risponde facendo contrarre diversi muscoli associati al punto di dolore; - i muscoli contratti si stancano e la stanchezza provoca risposte simpatiche che inducono modificazioni vasomotorie nel contesto dell’area grilletto (o di blocco o trigger) e attorno ad essa; - il nostro corpo, sempre più sotto pressione, libera in circolo altissimi quantitativi di radicali liberi; - i radicali liberi aggrediscono le cellule bloccando la loro risposta (basti pensare che una loro azione continua provoca il precoce invecchiamento delle cellule e varie patologie gravi come il cancro, malattie dell’apparato cardiovascolare, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, enfisema polmonare, cataratta, morbo di Parkinson e Alzheimer, dermatiti, ecc.); danneggiano i globuli rossi causando la rottura
Come si formano i blocchi muscolari? Quando la causa è un agente esterno (traumi) le articolazioni, specialmente quelle intervertebrali, possono subire delle modificazioni funzionali che provocano una irritazione vertebrale che, a sua volta, ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e della eliminazione dei rifiuti. I tessuti meno nutriti subiscono disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione che portano al blocco muscolare. Quando la causa siamo noi stessi conducendo una vita sedentaria (automobile, bicicletta elettrica, ascensore, taglia siepe a motore, motosega, ecc.),
delle cellule (emolisi); - l’organismo, per difendersi dai radicali liberi, produce radicali liberi superossidi che peggiorano la situazione aggravando lo stato infiammatorio; - l’infiammazione ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e la eliminazione dei rifiuti e provoca disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione; - la scarsa irrorazione delle articolazioni provoca una malnutrizione delle vertebre e dei tessuti adiacenti; - la scarsa irrorazione provoca gonfiore dei legamenti, edema, basso apporto di antiossidanti ed i tessuti diventano più sensibili alle pressioni ed alla gravità manifestando dolore miofasciale, dolorose artralgie, discopatie, nevralgie; - l’articolazione sofferente secerne istamina; - l’istamina impedisce una buona circolazione arteriosa; - la cattiva circolazione provoca una ischemia locale; - l’ischemia provoca alterazioni nell’ambiente extracellulare delle cellule affette, con liberazione di mediatori algogeni (istamina, chinine, prostaglandine), modificazioni osmotiche e del pH, che insieme incrementano la sensibilità dei nocicettori di quella zona; - l’aumento del flusso di impulsi in partenza dai nocicettori accresce I’attività motoria e simpatica che, a sua volta, incrementa il dolore creando un circolo vizioso; - quando la contrazione incomincia ad affaticare i muscoli, in una situazione di stimolazione simpatica e di alterazioni biochimiche locali, anche i punti trigger
di tali muscoli cominciano ad attivarsi, sommandosi al circuito di feedback positivo ed allargando il dolore ai muscoli contigui. Alla fine lo stress dovuto al dolore e alla fatica, sommato all’aumento della tensione muscolare e del tono simpatico in tutto l’organismo, si traduce nell’attivazione di blocchi o zone grilletto in muscoli situati a distanza dall’iniziale area del dolore; - se alla vita sedentaria si aggiunge il sovrappeso, la massa grassa aggrava tutte le articolazioni, intrappola tutte le vitamine liposolubili, come la vitamina E o il betacarotene, neutralizzando così una buona parte delle sostanze antiossidanti a noi necessarie. In questa seconda puntata nella Medicina alternativa, esaminando le cause di accentuazione del dolore, abbiamo visto cosa siano i “blocchi muscolari”, perché e come si formino e come avvengano le contratture di difesa. Nella prossima puntata vedremo in cosa consista l’eliminazione dei blocchi muscolari.
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OGGI BAMBINA... DOMANI INFERMIERA Investire nei bambini di oggi è il miglior modo per costruire un domani di giustizia e benessere condiviso. Sostieni a distanza una bambina del Sud del mondo attraverso i progetti del Cesvitem: bastano 20 euro al mese per regalare un futuro migliore, a lei e al suo popolo. Per informazioni visita il sito www.cesvitem.org o chiama lo 0415700843 Ce.Svi.Te.M. Onlus via Mariutto 68 - Mirano (VE) Tel. 0415700843 info@cesvitem.it www.cesvitem.org c/c postale 10008308 Codice fiscale 90022130273
30 I nostri esperti L’ARCHITETTO
Le costruzioni massicce in muratura, il risparmio energetico ed il confort abitativo (parte terza) Risparmio energetico, efficienza acustica, materiali da costruzione. Un fabbricato efficiente dal punto di vista energetico può consumare un decimo rispetto un edificio “tradizionale”, giustificando l’investimento per la realizzazione di un involucro performante che si rivela sempre un buon investimento anche economico per i risparmi che si possono ottenere nei consumi di energia. Non si può sottovalutare, inoltre, il contributo per la tutela dell’ambiente, con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica concausa dell’effetto serra che provoca il riscaldamento del pianeta terra. La costruzione massiccia (Foto 1), grazie alla sua massa, ha un buon comportamento acustico rispetto il rumore esterno; l’attenzione va posta sulle finestre, che sono il punto debole, scegliendole fra quelle con un buon indice di isolamento acustico e curandone attentamente la posa in opera. Per ovviare al rumore di calpestio il mercato offre svariati prodotti; va osservato il principio massa-molla-massa alternando nella stratigrafia dei pavimenti gli strati con elevato peso specifico (massetti) a quello o quelli più “soffici”. Per la costruzione degli edifici del tipo
Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto
che stiamo trattando si utilizza il laterizio pieno, semipieno, porizzato lavorati, generalmente, con malta di calce; i blocchi di laterizio possono essere rettificati, quindi con una geometria precisa, nel qual caso si usa come legante la malta termica o
miscela di sabbia quarzifera, cemento e calce con l’aggiunta di polvere di alluminio come agente espandente, i blocchi di granuli di argilla espansa a 1.200 °C, i blocchi-cassero in legno-cemento prodotti con la mineralizzazione di un impasto di legno di recupero e cemento; questi blocchi vengono posati a secco ed all’interno viene gettato il calcestruzzo armato; ne esistono diverse versioni, riconducibili alla tipologia di blocchi con inserti di materiale isolante polistirene o sughero. Le capacità isolanti dei blocchi nominati variano dai valori elevati dei blocchi in laterizio normale (isolano poco), a valori medi nel caso dei blocchi cassero il legno-cemento a valori bassi (isolano bene) nel caso dei porizzati e dei blocchi in calcestruzzo cellulare; alcune fornaci hanno messo a punto blocchi rettificati in laterizio da tamponamento con buone prestazioni termiche grazie alla prevalenza dei vuoti rispetto le parti piene; altre Foto 1: Costruzione massiccia in laterizio. ancora commercializzano blocchi rettificati colle apposite per ridurre il ponte termico riempiti con materiale isolante (perlite, lana delle fughe di malta. Meno diffusi sono di roccia ecc.) per migliorarne le prestazioni i blocchi in silicato di calcio, prodotti a termiche. pressione di vapore a 200 °C, composti da sabbia quarzifera e calce viva, i blocchi (Segue nel prossimo numero) in calcestruzzo cellulare composti da una
Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it
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SALUTE
Viaggio nella terapia alternativa (2° puntata) Nella prima puntata, parlando di mal di schiena e di ernie, abbiamo visto che esistono cure alternative sia per curare il mal di schiena sia per curare ernie ed abbiamo incontrato un nuovo termine: Osteokinetica. Dopo aver visto in cosa consista l’Osteokinetica sono passato a vedere una delle cause di accentuazione del dolore: il “blocco muscolare”, ed ho spiegato cosa sia ripromettendomi, nella puntata successiva, di spiegare perché e come si formi. Questo è quello che vedremo in questa puntata.
assumendo posizioni scorrette da seduti, a cui si aggiungono stress, alimentazione sbagliata, cenapoltrona-televisione-letto, fumo, alcolici, ecc. mettiamo sotto pressione il nostro corpo il quale si difende rispondendo agli stress fisici ed emotivi con una serie di meccanismi fisiologici di difesa: un aumento di tono e una contrattura di difesa dei muscoli; modificazioni vasomotorie, iperattività simpatica, alterazioni ormonali, altre modificazioni umorali plasmatiche e dei liquidi extracellulari.
delle cellule (emolisi); - l’organismo, per difendersi dai radicali liberi, produce radicali liberi superossidi che peggiorano la situazione aggravando lo stato infiammatorio; - l’infiammazione ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e la eliminazione dei rifiuti e provoca disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione; - la scarsa irrorazione delle articolazioni provoca una malnutrizione delle vertebre e dei tessuti adiacenti; DONA IL TUO 5 PER MILLE - la scarsa irrorazione provoca gonfiore dei legamenti, ad AISMME ONLUS. Inserisci edema, basso apporto di antiossidanti ed i tessuti il codice fiscale dell’associazione Perché si formano i blocchi muscolari? Come avviene la contrattura di difesa? diventano più sensibili alle pressioni ed alla gravità I blocchi muscolari possono essere causati da agenti - Il punto più sensibile del tessuto limitrofo o una fascia manifestando dolore miofasciale, dolorose artralgie, attivarsi, sommandosi al 9 2 1 8 1di 0tali4muscoli 0 2 8cominciano 5 e la tuaadfirma nella esterni (un evento emotivo stressante, quale un trauma, del muscolo affaticata dallo stress invia il suo segnale discopatie, nevralgie; circuito di feedback positivo ed allargando il dolore dei redditi (CUD, 730, Unico) un incidente automobilistico o un problema correlato di condizione di stress al sistema nervoso centrale; - l’articolazione sofferente secerne istamina; dichiarazione ai muscoli contigui. Alla fine lo stress dovuto al dolore all’attività lavorativa; sforzi fisici inusuali, il persistere in - il sistema nervoso centrale risponde facendo contrarre - l’istamina impedisce una buona circolazione e alla fatica, sommato all’aumento della tensione una postura protratta ma più spesso siamo noi stessi la diversi muscoli associati al punto di dolore; arteriosa; muscolare e del tono simpatico in tutto l’organismo, causa con la pessima vita sedentaria che conduciamo. i muscoli contratti si stancano e la stanchezza provoca la cattiva circolazione provoca una ischemia locale; si traduce nell’attivazione di blocchi o zone grilletto in con il patrocinio di risposte simpatiche che inducono modificazioni - l’ischemia provoca alterazioni nell’ambiente muscoli situati a distanza dall’iniziale area del dolore; Come si formano i blocchi muscolari? vasomotorie nel contesto dell’area grilletto (o di blocco extracellulare delle cellule affette, con liberazione di - se alla vita sedentaria si aggiunge il sovrappeso, la Quando la causa è un agente esterno (traumi) le o trigger) e attorno ad essa; mediatori algogeni (istamina, chinine, prostaglandine), massa grassa aggrava tutte le articolazioni, intrappola articolazioni, specialmente quelle intervertebrali, - il nostro corpo, sempre più sotto pressione, libera in modificazioni osmotiche e del pH, che insieme tutte le vitamine liposolubili, come la vitamina E o il possono subire delle modificazioni funzionali che circolo altissimi quantitativi di radicali liberi; incrementano la sensibilità dei nocicettori di quella betacarotene, neutralizzando così una buona parte provocano una irritazione vertebrale che, a sua volta, - i radicali liberi aggrediscono le cellule bloccando zona; delle sostanze antiossidanti a noi necessarie. WWW.AISMME.ORG ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e della la loro risposta (basti pensare che una loro azione - l’aumento del flusso di impulsi in partenza dai VERONICA PIVETTI eliminazione dei rifiuti. I tessuti meno nutriti subiscono continua provoca il precoce invecchiamento delle nocicettori accresce I’attività motoria e simpatica che, In questa seconda puntata nella Medicina alternativa, Testimonial della nostra campagna di sensibilizzazione Un bambino su 500 nasce affetto da una malattia metabolica ereditaria: solo 1 volta su 4 viene ricodisturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione cellule e varie patologie gravi come il cancro, malattie a sua volta, incrementa il dolore creando un circolo esaminando le cause di accentuazione del dolore, che portano al blocco dell’apparato cardiovascolare, diabete,permette sclerosi una vizioso; nosciuta in muscolare. tempo. Lo Screening neonatale metabolico allargato diagnosi precoce visto cosa siano i “blocchiSostegno muscolari”, perché AISMME -abbiamo Associazione Italiana Quando la causa siamo noi stessi conducendo multipla, artrite reumatoide, enfisema polmonare, - quando la contrazione incomincia ad affaticare i e come si formino e come avvengano le contratture che evita al bambino gravielettrica, handicap o la morte. sito dell’associazione si posMalattie Ereditarie Onlus una vita sedentaria (automobile, bicicletta cataratta, morbo diNel Parkinson e Alzheimer, dermatiti, www.aismme.org muscoli, in una situazione di stimolazione simpatica e diMetaboliche difesa. Nella prossima puntata vedremo in cosa ascensore, taglia siepe informazioni a motore, motosega, ecc.), cura, ecc.); danneggiano globuli rossi causando la rottura metaboliche di alterazioni biochimiche locali, anche i punti info@aismme.org trigger consista l’eliminazione ☎049.99.00.700 dei blocchi muscolari. sono trovare sui centri diagnosi ei screening delle malattie ereditarie.
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I nostri esperti 31
Il problem solving PSICOLOGIA DEL LAVORO
Dott. Lara Tasso
La vita di tutti i giorni è costellata di problemi, e proprio per questo una competenza fondamentale è quella di essere in grado di gestirli, per riuscire a raggiungere i propri obiettivi. La capacità di risolvere i problemi (problem solving) è una competenza trasversale molto cercata dalle aziende, che cercano di rilevarla attraverso domande mirate nei colloqui di lavoro, e spesso costruendo situazioni che mettono in difficoltà il candidato, per vedere come le gestisce. Il problem solving è una competenza strategica, ritenuta da molti ancora più importante delle competenze tecniche e specifiche. Per un’azienda è più importante avere nel proprio staff persone che sanno risolvere e gestire la complessità, anziché collaboratori esperti da un punto
di vista tecnico e specialistico, ma che si bloccano davanti alla prima situazione che diverge dal percorso principale. Il problem solving si può affinare attraverso la pratica, e anche attraverso determinati studi. Facoltà come ingegneria o filosofia, per esempio, aiutano i propri studenti a sviluppare più di altre questa competenza. Il problem solving può essere descritto come la capacità di osservare la realtà da punti di vista diversi, mettendo insieme risorse logiche, critiche e creative. Il problema non è l’ostacolo, ma è una condizione che ci spinge a trovare nuove soluzioni per raggiungere gli obiettivi quando siamo in presenza di un impedimento. Per esempio, se lungo la strada trovo un grosso macigno che mi impedisce il passaggio,
la soluzione potrebbe essere quella di percorrere un piccolo tratto fuori dalla carreggiata, per poi riprendere il percorso. Il problema ci spinge, quindi, ad un cambiamento, e per questo non è sempre negativo, ma può anzi tradursi in opportunità perché ci permette di individuare nuove alternative. In molte situazioni la soluzione dei problemi deriva dalla conoscenza, in altre da insight creativi. In quest’ultimo caso la soluzione può sembrare improvvisa, anche se spesso è il risultato di una serie di ragionamenti precedenti. Ne sono un esempio tutte quelle situazioni in cui non riusciamo a trovare la soluzione, ma ad un certo punto si accende come una lampadina e si risolve il problema. Uno dei tanti ostacoli alla
soluzione dei problemi è, per esempio, il trinceramento, che consiste nell’utilizzare sempre la stessa strategia per risolvere problemi che sono, invece, diversi da quelli affrontati in precedenza. Un altro ostacolo è rappresentato dall’utilizzo di stereotipi, che ci portano
ad ipergeneralizzare, senza osservare con attenzione gli aspetti contingenti della realtà. Per concludere, evidenziamo che se c’è il problema c’è necessariamente anche una soluzione, sta a noi allenare la nostra mente per trovarla in poco tempo.
DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – Tel. 3381151335 – e-mail: lara.tasso@libero.it
IL DIRITTO PER IL CITTADINO
Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin
Che cos’è il certificato di agibilità e cosa fare quando manca
Il certificato di agibilità attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati (così dice l’art. 24 T.U. D.P.R. 380/2001). Ricorderà il lettore che una volta si parlava anche di abitabilità; così infatti si esprimeva una vecchia legge del 1934, secondo cui l’occupazione di un edificio, senza la preventiva certificazione di abitabilità, costitutiva il presupposto di un illecito penale. Nel tempo, con l’emanazione di altre leggi, al termine abitabilità si era affiancato quello di agibilità, senza che fossero chiari i confini tra i due concetti. Fino a quando, con l’entrata in vigore del Testo Unico sull’Edilizia (T.U. 380/2001), il termine “abitabilità” è stato sostituito dal
termine “agibilità”. È importante, prima di tutto, precisare che avere in mano il certificato di agibilità non garantisce la regolarità urbanistica ed edilizia del fabbricato trasferito e non sana eventuali abusi commessi, tant’è vero che il Comune ben può avviare un procedimento per la repressione di abusi edilizi commessi anche con riguardo ad edifici già dichiarati agibili. Occorre, quindi, prestare attenzione a che il venditore abbia anche tutta la documentazione che provi la regolarità urbanistica del bene (licenza, concessione edilizia, permesso di costruire, eventuali condoni ecc.). Sotto il profilo formale, va rilevato che nella compravendita di edifici non grava sulle parti, in particolare sul venditore,
l’obbligo di allegare il certificato di agibilità; la sua mancanza, infatti, non determina l’invalidità dell’atto posto in essere, anche perché non esiste nessuna norma, sia per il contratto preliminare che per il definitivo di vendita, che prescriva l’allegazione dello stesso sotto pena di nullità. Si possono quindi vendere ed acquistare edifici anche in mancanza del certificato di agibilità e questo non configura alcun illecito. E così accade frequentemente, del resto, nel caso di acquisto di immobili c.d. “sulla carta” (da costruire o in corso di costruzione). Nella sostanza, però, le cose sono in parte diverse, perché è chiaro che con la sottoscrizione del contratto di vendita, l’acquirente intende non solo ottenere la proprietà
dell’immobile, ma anche servirsi di tale bene in futuro. Qualcosa, quindi, non funziona se chi compra un immobile per abitarlo poi non lo possa fare per mancanza del certificato in questione. Pur non mancando discussioni sul punto, la giurisprudenza riconosce che la vendita di un immobile destinato ad uso abitativo, ma sprovvisto dell’agibilità determini la carenza di una qualità essenziale del bene, per cui, in favore dell’acquirente, scatta il
diritto a risolvere il contratto e ad ottenere il risarcimento (es. Cass. 29 agosto 2011, n. 17747). In conclusione, il consiglio per evitare brutte sorprese, in casi “sospetti”, è quello di svolgere alcune verifiche direttamente con l’ufficio competente del Comune di riferimento, per verificare se vi sia qualche motivo ostativo al rilascio dello stesso, e rivolgersi ad un notaio di fiducia, segnalando immediatamente casi sospetti.
DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN mceolin@notariato.it
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Chiave (8) - Ha recitato nel film........................................................................... I Colmi
• Qual è il colmo per un falegname? Essere licenziato in tronco. • Qual è il colmo per un computer? Non
avere programmi per la sera. • Qual è il colmo per due scheletri? Essere amici per la pelle. • Qual è il colmo di una sarta? Perdere il filo del discorso.
• Il colmo per un riccio? Non saper dire battute pungenti. • Qual è il colmo per un dipendente ENEL? Essere in bolletta. • Qual è il colmo per un robot? Essere svitato.
Aforismi sull’Amore • Se tu non mi ami, non importa. Sono in grado di amare per tutti e due. • L’amore è più temerario che l’odio. • L’amore è la poesia dei sensi. Non esiste se non è sublime. Quando c’è, esiste per sempre e va aumentando di giorno
in giorno. • La gentilezza a parole crea confidenza. La gentilezza nei pensieri crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore. • La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, essere amati a dispetto di quello che si è.
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Milioni di bambini nel Sud del mondo crescono malnutriti e senza diritti. Ma chissà cosa potrebbero fare se potessero avere cibo, acqua potabile, cure mediche e un’istruzione. Adotta un bambino a distanza, aiuterai lui e la sua comunità a costruirsi un futuro migliore. Oggi cambiare il mondo dipende da te. Un giorno, dipenderà da lui!
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Oroscopo PRESENTATEVI ALLE PORTE
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FASCINO RiseRVeRete VostRe MiglioRi Doti intellettuali eD espansiVe ai RappoRti ConsoliDati. DiFFiDate Del MoRDi e Fuggi · S ALUTE eVitate stRapaZZi e aliMentaZione DisoRDinata, e CuRate paRtiColaRMente il Riposo e il RilassaMento
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FASCINO ReCupeReRete gRinta e seX-appeal. i sentipRenDeRanno stRaDe apeRte e lineaRi: BanDo alle DietRologie · SALUTE aBituDini piÙ salutaRi, QualCHe attiVitÀ all’aRia apeRta e tRattaMenti linFoDRenanti soRtiRanno eFFetti MiRaColosi
SAGITTARIO DAL 23/11 AL 21/12
CAPRICORNO DAL 22/12 AL 20/01
nuoVo slanCio DinaMiZZaRe i MÉnage piÙ aBituDinaRi pRopositiVi nei ConFRonti Di eVentuali nuoVe aMiCiZie · SALUTE Buoni stiMoli peR RenDeRe ContinuatiVo l’iMpegno nel Fitness, e i Buoni pRopositi Con ottiMi RisContRi
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SCORPIONE DAL 23/10 AL 22/11
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CANCRO 22/06 22/07
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Paolo e Vittorio Fontana, pionieri della produzione di bici di qualità
Olympia fiore all’occhiello del made in Italy, con 120 anni di storia
120 anni: le ruote delle bici Olympia, di Piove di Sacco (PD) hanno attraversato due secoli di strade e sono arrivate, più tecnologiche e ricercate che mai, nel XXI secolo.
120 Anni, un traguardo importantissimo, che poche aziende nel mondo della bici possono vantare. Imparare dal passato ma guardare al futuro: ecco come opera Olympia oggi. E a EXPOBICI Padova 2013 l’azienda vede riconosciuta la propria storia con un premio alla “carriera” ed uno alla sua bici “LEADER”, bici che ha vinto il premio “INNOVATION AWARD 2013”, consegnato a Padova in occasione del EXPOBICI. Azienda leader nel settore dell’ mtb e delle bici da corsa, fiore all’occhiello del Made in Italy ciclistico, Olympia, con sede a Piove di Sacco (PD) è un marchio profondamente radicato nel territorio veneto (è probabilmente il secondo produttore della regione, per quantità/qualità); tuttavia le sue origini ci portano in Lombardia e precisamente, a Milano. Fondata nella capitale meneghina da Carlo Borghi, nel 1893, Olympia è uno dei più vecchi marchi della storia del nostro ciclismo, secondo solo a Bianchi (1885). Attenta alle tendenze di mercato ed alle innovazioni (basti pensare che nella sua gamma di inizio attività figuravano anche apprezzati modelli di motocicli e di velocipedi) Olympia si dedica, nel tempo, unicamente al ciclismo. Con le maglie Olympia, dai caratteristici colori bianchi con fascia nera, corrono tanti grandi: da Enrico Mollo, che arriverà secondo al Giro d’Italia (1940) a Gaetano Belloni (il rivale di Girardengo) fino a Pietro Chiappini che con i colori Olympia vincerà una Milano-Torino (1941) e arriverà 3° alla Milano-Sanremo (1941) davanti a Fiorenzo Magni. Dinamico e attento alle mode, Borghi affida l’immagine di Olympia ad uno dei più grandi illustratori del tempo (papà di tanti cartelloni famosi, dal Campari allo champagne Cliquot al Fernet Branca): Luciano Achille Mauzan. Le maglie storiche Olympia, i poster di Luciano Achille Mauzan e tanti memorabilia storici, sono tuttora oggetto di un acceso mercato del collezionismo. Agli inizi degli anni 60’ del secolo scorso, Olympia passa nelle mani
Paolo e Vittorio Fontana BICI MOD. LEADER VINCITRICE DEL PREMIO INNOVATION AWARD 2013
Padova Fiera premia Cicli Olympia Quest’anno Olympia festeggia 120 anni di attività e in occasione di Expobici 2013, la fiera internazionale della bicicletta che si è tenuta a Padova lo scorso settembre, Olympia ha visto riconosciuto il contributo dato alla regione ed al ciclismo: dalle mani di Paolo Coin, AD di PadovaFiere S.p.A., l’azienda ha ricevuto un premio per i suoi 120 anni di attività. Parimenti, la sua bici Leader, gioiello da strada dotato di freni a disco e telaio in multifibre di carbonio alto modulo, ha ricevuto l’Innovation Award per la creatività, le soluzioni tecnologiche ed il design.
della famiglia Fontana che ne trasferisce la produzione in Veneto. Negli anni ’80 i giovani cugini Fontana, Paolo e Vittorio, rilevano l’eredità dei genitori e rilanciano il
marchio. Oggi, l’azienda è sempre di proprietà della famiglia Fontana e a Paolo e Vittorio si sono aggiunti i figli: Michela Fontana (figlia di Paolo) e Antonio Fontana (figlio di
Vittorio). La Olympia del 2000 opera nel modernissimo stabilimento di 4400 mq di Piove di Sacco (PD) ed il gruppo conta anche il prestigioso marchio
Scapin e, con azionariato diverso, il marchio Frera. Scapin, altro storico brand veneto, è sinonimo nel mondo di altissima tecnologia e artigiana capacità ed un suo modello di mtb, la “Rudolf”, è addirittura assurto all’olimpo del design, vincendo il premio italiano “Compasso d’Oro”. Anche Olympia, nel 2009, viene inserita nell’ADI DESIGN INDEX, annuario italiano del design che raccoglie le produzioni più blasonate. Il gruppo Olympia conta una forza lavoro interna di 25 dipendenti ed un indotto di oltre 200 persone: tutta la progettazione, il design e l’assemblaggio (manuale, per scelta e cura, senza catene di montaggio!) delle bici è interno all’azienda. La gamma copre tutti i segmenti di mercato, nella fascia alta, medio alta e media: mtb da competizione XC, mtb da escursione, mtb da discesa, bici da strada, bici ibride, city bike, pregevoli bici da turismo, una bici pieghevole (ZIP- per la barca o l’auto /caravan) ed una gamma particolarmente apprezzata di bici elettriche. Oggi, telai dalle forme sofisticate, leggerissimi, si affiancano a biciclette destinate ad un pubblico amatoriale, che tuttavia richiede qualità e finitura ineccepibili. Fiore all’occhiello del brand è anche la presenza sportiva, in particolare nel settore della mountain bike di alto livello, dove Olympia è sponsor di atleti di calibro internazionale, come il campione marathon Marzio Deho. Molte le iniziative in corso per festeggiare i 120 anni di attività: tra di esse anche un modello esclusivissimo, la 849, con un telaio che riporta in auge la Superleggera ed infrange la barriera degli 850g di peso. E tra le idee curiose segnaliamo la pagina facebook https://www.facebook.com/OlympiaBikes?fref=ts : gli utenti sono stati invitati a “postare” la loro bici Olympia, di qualsiasi epoca e modello. Così, si creerà un meraviglioso album virtuale che farà scoprire il glorioso marchio attraverso i suoi due secoli di storia.