Delta dic2013 n157

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Primo Piano Dilagano i furti nelle abitazioni, la gente ha paura

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Porto Viro Resoconto del Sindaco: Conti in ordine opere al via

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Ossessione nordica Roverella, la nuova mostra apre il 22 febbraio

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EDITORIALE

località Norge, nuovi marciapiedi e area verde

Amarezza metropolitana di Nicola Stievano

E’ stato recentemente pubblicato l’avviso di aggiudicazione definitiva dell’appalto per gli imminenti lavori di realizzazione di nuovi marciapiedi e per la sistemazione dell’area verde in località Norge Polesine a Rosolina pag. 6

sala eracle, domeniche a teatro fino al 16 febbraio

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Enel rinuncia a 100 milioni, timori per la riconversione

Governo impegnato nel riavviare una trattativa con il colosso dell’energia elettrica Torna anche quest’anno dopo il grande successo delle precedenti edizioni, la rassegna teatrale dedicata ai più piccoli “Domeniche a Teatro” nella sala Eracle portovirese. pag. 8 50%

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un tavolo al quale siederanno ministero, regione, comune ed Enel. La verità - ha spiegato, invece,il consigliere regionale del Pd - è che in questo momento non c’è richiesta di energia, che produrre in Italia costa comunque troppo. Nei bilanci di Enel non c’è traccia dei finanziamenti dei progetti di riconversione. Anzi, è stato anche interrotto il pagamento alla Regione dei canoni per il prelievo di acqua che ammontava a circa 13 milioni di euro pagg. 14

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incoraggianti dal ministro dell’Ambiente Adrea Orlando. Secondo quanto riportato dal primo cittadino lo scorso 30 dicembre, infatti, il Governo si sarebbe impegnato ufficialmente nell’ avviare una trattava con il colosso energetico per avviare la prima fase dell’operazione riconversione passando comunque per lo smantellamento immediato dei serbatoi e di uno dei quattro gruppi. Inoltre, prima della fine del mese dovrebbe tenersi un incontro con il preidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e successivamente

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a rinuncia da parte di Enel ai 100 milioni di finaziamento europeo per Porto Tolle ha messo tutti in allarme, in quanto la ricusa dell’ingente contributo di denaro da parte del colosso dell’energia è stato letto come la pietra tombale del progetto di conversione a carbone della centrale. In realtà sembrerebbe esserci ancora un po’ di margine di manovra nella trattativa tra Governo ed Enel, per la riconversione della Centrale, e in tal senso recentemente il sindaco Claudio Bellan ha ricevuto risposte

l 2014 dovrebbe essere l’anno della città metropolitana Padova - Venezia -Treviso, durante il quale il progetto prenderà forma e finalmente decollerà dopo un lungo dibattito politico. Ma l’anno nuovo non si apre certo sotto i migliori auspici visto che l’intento di dare vita ad un grande sistema di relazioni fra i tre centri e i territori interessati rischia di essere ridimensionato, se non addirittura affossato, dalle carenze della rete dei trasporti. In una città metropolitana che si rispetti i collegamenti ferroviari e stradali dovrebbero essere potenziati al massimo, resi più efficienti e messi a disposizione dei lavoratori e di tutti coloro che si muovono quotidianamente all’interno dell’area. Solo così è possibile accorciare le distanze, rendere più facili gli spostamenti di uomini e merci. Invece questo 2014 si apre con i problemi di sempre soprattutto sul fronte del trasporti ferroviari. Nonostante i notevoli investimenti, specialmente sulla linea Padova - Venezia, il sistema ferroviario metropolitano, del quale si sente parlare ormai da un ventennio buono, è ancora al palo e i collegamenti, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario “cadenzato”, mostrano tutta la loro fragilità proprio in ambito locale.

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EDITORIALE

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Amarezza metropolitana

Vivificazione delle lagune

Finanziamento ai Comuni

Il mondo della molluschicoltura combatte contro la perdita di prodotto a causa della scarsa vivificazione delle lagune. La Regione Veneto è intervenuta assegnando circa 2 milioni di euro agli enti pubblici e ai Consorzi per realizzare interventi efficaci ed efficienti per implementare la produttività. “In questo modo – ha spiegato il consigliere regionale del Carroccio, Cristiano Corazzari - evitiamo di distribuire contributi a pioggia e anzi ne sblocchiamo finalmente l’erogazione, creando una rete di interventi sistemici da parte delle amministrazioni locali che possano essere più efficaci nel loro complesso per tutto il settore della pesca”.

Ormai le proteste dei pendolari sono all’ordine del giorno e le notizie dei disagi si moltiplicano, al punto che la Regione ha intenzione di cancellare l’accordo per il trasporto locale con Trenitalia e individuare altre soluzioni. Proprio mentre andiamo in stampa arriva la notizia che il Governatore del Veneto Zaia ha revocato il contratto con Trenitalia invocando la possibilità di fare una gara per assegnare il servizio. “Mettiamo in discussione il fatto che ci possa essere solo ed esclusivamente un gestore per i treni regionali. - ha detto - Facciamo una gara, è una facoltà che ci viene data dalla legge”. Non è accettabile che migliaia di lavoratori ogni giorno siano in balia di ritardi, cancellazioni, disservizi e molte altre incognite che causano problemi a non finire. Non è accettabile che chi sceglie o è costretto a ricorrere ai mezzi pubblici si trovi a dover affrontare temi di percorrenza insostenibili, almeno il doppio rispetto a chi ricorre all’automobile. Ma anche per gli automobilisti muoversi all’interno della città metropolitana comincia a costare caro, molto caro. Ad inizio anno gli aumenti dei pedaggi su sistema autostradale tra Padova, Venezia, Treviso e Rovigo sono un’amara realtà con la quale sono chiamati a fare i conti anche gli autotrasportatori. A quanto pare è il prezzo da pagare per la costruzione del Passante, il quale però, con queste cifre rischia di essere sempre meno frequentato, soprattutto dai pendolari. Anche loro devono far quadrare i conti con costi sempre più alti e stipendi al palo. Mentre la politica sta cercando di correre ai ripari prevedendo sconti e agevolazioni per i residenti, soluzioni che probabilmente dovevano essere messe a punto prima dell’introduzione degli aumenti, c’è chi prevede un sensibile aumento del traffico sulla viabilità locale. E qui siamo ancora in pieno scaricabarile fra entri e Regione. Davvero un pessimo debutto per l’anno della Pa-Tre-Ve. di Nicola Stievano Impianti elettrici

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Sicurezza idraulica

Troppe tane di nutrie e volpi

Volpi e nutrie in sovra numero. L’allarme è partito dagli esponenti polesani della Lega in Regione e in Provincia indicando soprattutto nella campagna di Rivà di Ariano Polesine le situazioni più pericolose. Nella frazione deltizia è stato riscontrato che diverse tane stanno creando non pochi problemi sul paino della sicurezza idraulica. Alla stregua delle nutrie, le volpi scavano le proprie tane negli argini con veri e propri cunicoli, mettendo in grave pericolo, in caso di piena del fiume, quanti risiedono lungo il Po. Pesca Legge speciale

Lavori sempre troppo lenti

Serve un piano a lungo termine per la pesca. Ne è convinto il consigliere regionale del PD Graziano Azzalin. “Bisogna pensare ad una legge speciale per il Delta che preveda semplificazioni e una gestione integrata – ha spiegato - sono andato a vedere i lavori che la Regione ha finalmente avviato alle bocche del porto di Pila, l’intervento era stato deliberato già da un anno con relativo finanziamento, ma i lavori sono partiti solo ora. Simili ritardi non sono più accettabili”.

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Pesca amica/miglio zero: dal mare alla tavola pag. 13

Regione Sanità

Province, Delrio le trasforma in enti di secondo livello pag. 23

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mondo scuola

La Cps gode di scarsa considerazione pag.

Sedazione palliativa o eutanasia mascherata? pagg. 32-33-34

Politica

Aria di votazioni, 345 sindaci al rinnovo

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spettacolo

Un milione di euro per la subsidenza

Verrà rifinanziato con almeno un milione di euro il capitolo di spesa relativo alle opere per contrastare il fenomeno della subsidenza nel territorio della provincia di Rovigo. Ne è convinto l’assessore regionale alla difesa del suolo Maurizio Conte che, in occasione dell’assestamento di bilancio, ha chiesto che la somma venga messa a disposizione per poter procedere quanto prima alla programmazione degli interventi da realizzare a cura dei Consorzi di bonifica. Nel frattempo, porterà all’approvazione della Giunta regionale un provvedimento con il quale la somma sarà comunque anticipata con i fondi ancora a disposizione dell’assessorato. Ricerca idrocarburi

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Finanziamenti dalla Regione

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Intervista ad Aldo Tagliapietra, storico leader de “Le Orme” pag. 36

La giunta regionale del Veneto ha negato il permesso di ricerca idrocarburi in Polesine, richiesto dalla società Northsun Italia S.p.A. di Roma. La richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto di ricerca idrocarburi, denominato La Risorta”, nel territorio dei Comuni di Adria, Gavello, Taglio di Po, Villanova Marchesana, Corbola, Papozze ed Adriano Polesine della Provincia di Rovigo e di Comuni in Provincia di Ferrara, era stata presentata dalla ditta romana nel dicembre dello scorso anno. Conclusa l’istruttoria tecnica, la Commissione regionale VIA aveva espresso a luglio parere interlocutorio non favorevole. Successivamente la società Northsun Italia aveva trasmesso le proprie osservazioni in merito ai motivi ostativi. A novembre la Commissione regionale VIA è tornata a riunirsi ma ha confermato con parere definitivo il giudizio non favorevole di compatibilità ambientale sul progetto, che la giunta regionale ha fatto proprio. Cur

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Questa edizione raggiunge le zone di Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Ariano, Porto Tolle per un numero complessivo di 15.457 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 28 novembre 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese SICUREZZA Aggressioni e scippi per strada, di giorno e di notte, topi d’appartamento di nuovo all’opera in un crescendo di furti messi a segno nelle province venete. Una escalation che i soli agenti presenti nei territori non possono contrastare efficacemente

Allarme sicurezza: sempre pi

di Germana urbani

Pansa: “nel 2014 caleranno ancora gli agenti di polizia e ci sarà ancora meno sicurezza”

Lipari: “Il problema è più complesso, riguarda il fatto che il sistema giustizia in Italia non funziona”

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’ Andrea, 23 anni, la vittima più grave dell’escalation di rapine e furti che negli ultimi mesi del 2013 ha investito in modo preoccupante il Veneto. Lui, un commesso di dicount, si è visto puntare la pistola alla testa e poi ha sentito lo sparo che l’ha costretto ad una difficile lotta per la vita. Ma la cronaca racconta quasi ogni giorno di signore più o meno anziane colpite brutalmente lungo le vie delle nostre città anche per un bottino di pochi euro. La gente ha paura e la preoccupazione degli amministratori locali è altissima tanto che non si contano le richieste di aumentare le forze dell’ordine di pattuglia sui territori. Molti i primi cittadini che hanno fatto appello anche al Governatore Zaia chiedendo risorse economiche, finanziamenti ai propri distretti di polizia, soldi che il più delle volte erano a bilancio in Regione e sono stati cancellati, così come è accaduto per l’impegno a finanziare le telecamere. In alcuni territori, come a Padova e nella Saccisica, verso fine anno sono arrivati rinforzi nell’ambito di competenza dell’arma dei carabinieri. Così sono stati intensificati i pattugliamenti e la presenza di agenti là dove sono sempre più in

materie prime salgono prezzi e furti

Sicurezza ferroviaria e furti di rame

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23mila euro e 38mila chilogrammi di rame trafugato. A tanto ammontano i danni provocati dai furti di rame sulle linee ferroviarie venete nei soli primi nove mesi del 2013. Un fenomeno che mette seriamente a rischio il buon funzionamento del trasporto ferroviario. Nel periodo preso in esame sono stati coinvolti 291 treni per un totale di quasi ottomila minuti di ritardo. Furti che sin troppo spesso restano impuniti. L’ultimo episodio ha bloccato per ore quaranta treni sulla tratta Venezia-Padova a causa dell’ennesimo furto di rame. I ladri hanno agito sulla linea AV VeneziaPadova fra le stazioni di Venezia Mestre e Pado-va Interporto. L’anomalia lungo la linea è stata rilevata dai sistemi di sicurezza e i treni in entrambi i sensi di marcia sono stati deviati sulla linea convenzionale con ingenti ritardi. Per ora questi furti hanno provocato solo ritardi e disagi ai cittadini in viaggio e alle Ferrovie ma se i sistemi di rilevamento dei problemi un giorno avessero un guasto improvviso? Questi furti sono pericolossimi eppure sempre più frequenti. I dati dell’Osservatorio Nazionale sui furti di rame sono significativi se si guarda ai primi 6 mesi del 2013: 11.040 furti (+12,1% vs 2012) per 2.720 soggetti denunciati (+41%) di cui 1.631 (+36,7%) in stato di arresto.

azione bande di ladri che non disdegnano di compiere danni e atti di vandalismo. Purtroppo però, operazioni come queste non potranno durare a lungo su un territorio e, soprattutto, non possono essere replicate all’infinito. Nel Veneziano i reati complessivi, nei primi otto mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono aumentati del 3,5 per cento. Con un’impennata dei reati predatori in particolare ad agosto dove i furti in casa sono aumentati del 14 per cento, mentre quelli nei negozi del 24 per cento. “Ogni tanto - ha affermato Alessandro Pansa, capo della Polizia all’assemblea dell’Associazione funzionari di polizia - qualcuno mi chiede di aumentare il livello dei controlli in alcune città. Voglio essere sincero con tutti: oggi non siamo in grado di accrescere la sicurezza da nessuna parte del territorio. E da nessuna parte vuol dire anche Venezia”. L’annuncio di Pansa è ancora più grave guardando al futuro. “Il prossimo anno caleranno ancora gli uomini e ci sarà ancora meno sicurezza”. E’ paradossale pensare che aumentano i reati e cala il numero di chi può contrastarli. “I reati predatori si com-

battono anche con la prevenzione - spiega infatti Diego Brentani, segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp - e questa la si fa mettendo agenti in strada. In questo momento siamo al lumicino. Se abbiamo gli uomini non abbiamo le macchine e viceversa. Poi finiscono i soldi per la manutenzione delle auto e queste si fermano. A riprova che stare in strada porta a risultati l’abbiamo avuta a gennaio 2013, quando sono stati messi per le vie la metà dei poliziotti arrivati per sostituire quelli che sono stati trasferiti. In nemmeno quindici giorni sono calati, del sessanta per cento, i reati predatori denunciati”. “Non è solo una questione di organici e mezzi - afferma però Francesco Lipari, se-gretario provinciale del sindacato di polizia Coisp - Il problema è più complesso, riguarda il fatto che il sistema giustizia in Italia non funziona. Chi commette reati si rende conto che nella gran parte dei casi la fa franca. Non solo, da tempo in Italia non c’è la certezza della pena”. “Chi commette la gran parte dei reati predatori - conclude Lipari - è consapevole del fatto che pochi giorni dopo, se non ore, si ritrova fuori e torna a fare quello che sa fare meglio: delinquere”.

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Argomento del mese 37 5 Focus

iù ladri e sempre meno agenti x Zaia ringrazia ma chiede un impegno al Governo

Tornano le ronde Le vere risposte dovrebbero venire dalle istituzioni di Germana urbani

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e la sicurezza non arriva dallo Stato i cittadini si organizzano e tornano sulla strada a far la ronda. Sulle ronde si era tanto discusso anni fa, quando l’argomento sicurezza era cavalcato di gran carriera dalla Lega e da An. Ma dopo la regolarizzazione delle ronde non se ne era più vista una. Di fronte a una crescente domanda di sicurezza, però, in tutta la regione stanno tornando di moda i pattugliamenti delle associazioni di volontari. Alcuni, soprattutto giovani, girano armati di telefonini pronti a documentano tutto il possibile e a pubblicarlo in diretta sui social media. Scelte che possono essere molto pericolose e che hanno allarmato anche il prefetto Domenico Cuttaia che ha sottolineato quanto sia rischioso postare su Facebook foto o altro materiale di presunte situazioni di reato. Ma certamente è rischioso anche sostituirsi agli agenti nel controllo del territorio, una soluzione dal fiato corto, come riconosce lo stesso Governatore Luca Zaia, leghista della prima ora. “Io apprezzo la generosità con la quale queste persone si rendono disponibili a collaborare con le forze dell’ordine ma è evidente che questa non può essere la soluzione dirimente per prevenire e contrastare gli episodi malavitosi - ha detto il governatore Zaia - “Gli episodi criminosi, in base alle statistiche, sono in aumento e per contro si registra, a causa dei tagli statali, una drastica riduzione dell’organico degli agenti: ciò significa esporre a eccessivi pericoli le famiglie e le aziende. Il governo riveda le sue priorità”. Ma anche la Regione ha le sue mancanze e basta dare un’occhiata al bilancio regionale per verificare se Zaia e la sua Giunta crede nella necessità di investire o no in sicurezza. “Occorre pensare - ha sottolineato Piero Ruzzante, Consigliere regionale del Pd - che si è passati dai 5,6 milioni di euro del 2010 ai 100 mila euro del 2011, fino agli zero euro messi a bilancio per il 2012. Ma non erano proprio la Lega e il Pdl a ritenere la sicurezza e la lotta alla criminalità obiettivi strategici per il loro mandato? Beh, a giudicare dai numeri non si direbbe affatto”.

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Sicurezza in Polesine

Aumentano gli illeciti “V

ia Verdi nel mirino dei ladri”, “Scippa un’anziana e fugge in scooter” “Ripulito dai ladri il bancomat”, hanno questo tono i titoli dei giornali locali che ogni mattina riportano i principali episodi di furto accorsi la notte o i giorni precedenti. Non passa giorno senza spaccate, furti, scippi e la paura cresce anche in Polesine dove, con il settantesimo posto nella graduatoria delle province più criminose d’Italia, ci si dovrebbe sentire relativamente al sicuro. Invece non è così. Da una parte perché la psicosi dei ladri è veloce a diffondersi, dall’altra perché la percezione dell’impunità di questo tipo di reati è tangibile tra i cittadini, ma è evidente pure che anche in provincia di Rovigo gli illeciti sono cresciuti. I dati non sono freschissimi ma i rilevamenti diffusi dal Ministero degli interni, riferiti al 2011, parlano di un più 7,2%. Non è poco ed è probabile che le percentuali negli ultimi anni siano aumentate. Del resto sono aumentate tutte le forme di illeciti: i furti in casa, ad esempio, hanno fatto registrare un più 31,6% per cento tra il 2010 e il 2011. E ancora a crescere sono stati anche i borseggi: 194 nel 2010 diventati 195 nel 2011 (0,5%). In aumento anche le truffe: 300 nel 2010 diventate 326 nel 2011 (+8,7%). E si parla ovviamente di episodi denunciati alle autorità, mentre il fenomeno reale potrebbe essere ancora maggiore. Dunque esiste un problema sicurezza che in Polesine non ha ancora raggiunto livelli di emergenza ma è innegabile che il fenomeno è in aumento. Cresce per diversi motivi, in parte legati alla composizione della nuova società e in parte legati anche Insicuri anche al periodo storico che stiamo vivendo. La se nella graduatoria crisi, insomma, c’entra, come c’entrano i delle provincie più focolai di illeciti che si riscontrano attorno criminose si occupa ad alcune comunità di immigrati ma non è il 70esimo posto da escludere che anche i nuovi metodi di comunicazione siano i responsabili dell’aumento di qualche punto percentuale tra le registrazioni di illeciti. Infatti non è raro trovare sui social network post con pubblicate le date esatte della partenza per le vacanze o le immagini d’interni della propria casa. Tutte indicazioni estremamente interessanti per i male intenzionati. Ma sempre per rimanere in ambito di “nuove tecnologie”, non mancano notizie di vere e proprie curiosità legate agli illeciti, come ad esempio i due ragazzi “beccati”, recentemente, mentre rubavano un motorino seguendo le istruzioni di un’Ap scaricata gratuitamente nel loro telefonino. Anche queste “amenità” sono figlie del nostro tempo. Che cosa si può fare? Di sicuro non aspettarsi un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine, il loro numero è destinato a diventare sempre meno appropriato ad un servizio di sorveglianza decente. Il buon senso obbligherebbe anche al lasciar perdere iniziative estemporanee di autodifesa o di sorveglianza del territorio. L’unica cosa da fare è cambiare i nostri stili di vita, evitando quelle disattenzioni che ci potrebbero costare caro: portoncini di casa con le chiavi inserite, borsette in vista sui lunotti delle automobili, aprire le porte a chi non è stato annunciato in precedenza. Il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza ha pubblicato qualche mese fa un vademecum di carattere pratico e divulgativo volto a diffondere una più consapevole cultura della sicurezza tra i cittadini. Si tratta di un piccolo prontuario di consigli e regole di prudenza da seguire nella gestione dell’abitazione privata, dei mezzi personali di trasporto e del proprio esercizio imprenditoriale, nonché nell’uso del web e della segreteria telefonica. Fo.Ma.


6 Rosolina Opere pubbliche Pubblicato l’avviso di aggiudicazione definitiva dell’appalto

Norge, nuovi marciapiedi e area verde La ditta loredana Co.Gi.Pa. Srl si è aggiudicata l’appalto per i lavori nella località rosolinese. In 120 giorni la consegna dei lavori di Elisa Cacciatori

E

’ stato recentemente pubblicato l’avviso di aggiudicazione definitiva dell’appalto per gli imminenti lavori di realizzazione di nuovi marciapiedi e per la sistemazione dell’area verde in località Norge Polesine a Rosolina. Stando a quanto previsto dal criterio di aggiudicazione secondo il prezzo più basso, la ditta loredana Co.Gi. Pa. Srl è l’aggiudicatrice dell’appalto dei lavori con un ribasso pari al 16,561 % dall’offerta prezzi unitari, lanciata in sede di gara. L’importo contrattuale sarà quindi pari a 33.565,30 comprensivi degli oneri di sicurezza ed Iva esclusa su un importo a base d’asta soggetto a L’ingresso alla località Norge dalla Provinciale ribasso di 38.853,61 euro per il progetto che complessivamente avrà una durata dei lavori di 120 giorni. Gli interventi che si andranno a soprattutto delle famiglie. Si procederà poi con l’arredo urbano che compiere in questi mesi interesseranno l’area centrale della frazione porterà nella zona le panchine per potersi godere appieno il relax all’aria aperta e alcuni giochi per i più piccoli. rosolinese. Qui saranno realizzati i marciapiedi In un secondo momento si conta di andare ad lungo le strade principali cui seguiranno gli in- In futuro terventi necessari per la sistemazione dei par- verranno posizionate intervenire anche nell’area situata nei pressi del monumento creato per i cinquant’anni di Norge cheggi. In futuro si procederà inoltre alla qua- panchine e alcune Polesine nel 2003 dove manca una vera e prolificazione delle aree verdi ricreative attraverso strutture ludiche pria identità dello spazio che è attualmente cail posizionamento delle panchine e di alcune per i più piccoli ratterizzato da sassi e verde. In linea con quanto strutture ludiche per i più piccoli. Il progetto di riqualificazione mira così a migliorare la fruibilità di alcuni spazi fon- si potrebbe andare a progettare, è in corso d’opera uno studio volto damentali per la vita all’aperto della località. Saranno definiti i posti a dar maggior risalto e valore all’area conferendole il giusto valore auto e sistemate le aree verdi per ottimizzarne l’utilizzo da parte quale centro della frazione.

società Avis rosolinese

Distribuite le benemerenze

L

’Avis rosolinese nel centro civico comunale ha celebrato la trentaseiesima festa del donatore e la ventisettesima festa Aido radunando gli associati per la consegna delle benemerenze. Per l’occasione, com’è tradizione, dopo la deposizione della corona d’alloro al monumento ai caduti di piazza delle libertà, i presenti hanno partecipato alla messa e, a seguire al centro sociale parrocchiale sono stati conferiti i riconoscimenti ai soci benemeriti per numero di donazioni e “anzianità” calcolati sino alla data del 31 dicembre 2012. Il distintivo in rame è stato conferito a Mirco Destro, Isabella Gherbin, Marco Milan e Sebastiano Zerbin. Ad essere omaggiati del distintivo d’argento sono stati Arianna Bergo, Stefano de Grandi, Alessandra Freguglia, Silvia Garavello, Mattia Mazzon e Marco Milan. L’argento dorato è spettato a Sofia Barison, Simone Bordina, Marco Boscolo Agostini, Luca Corinaldesi, Moreno Finotto, Giulia Ghezzo, Clelia Giolo, Andrea Mantoan, Marco Milan, Devis Santin e Nicole Serra. Mentre Alessandro Concon, Simone Crepaldi, Giuliano Ferrazzi, Marta Ghezzo, Caterina Tiozzo hanno ricevuto il distintivo in oro. L’oro con rubino è stato donato a Rosetta Mantoan e Fernando Pozzato. L’evento è stato occasione per il direttivo Avis di presentare la programmazione degli eventi del 2014. La realtà associativa rosolinese, attualmente conta più di 140 iscritti e nell’ambito delle attività proposte quest’anno riconfermerà l’organizzazione delle occasioni di incontro consolidate e apprezzate quali le biciclettate di maggio e settembre e riproporrà, dopo il buon esito dell’edizione 2013, il torneo di beach volley. El.Ca.

Elena Paganin sindaco dei ragazzi Il primo cittadino tra i più giovani è stata eletta con un largo suffragio alla scuola secondaria

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E

’ Elena Paganin il neo sindaco dei ragazzi eletto alla scuola secondaria di primo grado Marin Sanudo il Giovane con la stragrande maggioranza dei voti. La studentessa, che frequenta la seconda classe della scuola, già durante la campagna elettorale si era distinta per intraprendenza. Alle consultazioni per l’elezione del primo sindaco dei ragazzi, progetto discusso e approvato anche nell’ambito del consiglio regionale rosolinese, era presente anche l’assessore all’istruzione Giovanni Crivellari che ha presenziato alle operazioni di voto e alla proclamazione del vincitore. “Il progetto del sindaco dei ragazzi - dichiara l’assessore comunale Crivellari - nasce dalla volontà congiunta di scuola e amministrazione di creare un progetto didattico che potesse coinvolgere in maniera attiva gli alunni alla vita civica della scuola e del loro paese. Sono già molte le proposte che i ragazzi hanno messo in campo per migliorare vari aspetti della vita scolastica, e come amministrazione, assieme agli insegnanti, saremo al loro fianco per dare una mano”. A fianco del neosindaco sono stati eletti anche gli alunni che faranno parte della giunta dei ragazzi e che sono Alberto Grossato, Filippo Ferro, Sara Nalin, Gaia Zennaro e Alberto Ferro. Infatti, ogni classe della scuola media, e le classi quinte delle primarie, hanno scelto al proprio interno due consiglieri, che hanno poi concorso alla candidatura a sindaco o a membro della giunta. “Questo progetto - conclude Crivellari - è inoltre

L’assessore Crivellari con il neo sindaco Elena Paganin importante perchè rappresenta una possibilità per i ragazzi di acquisire l’abitudine ad un civile confronto sulle idee, nel doveroso rispetto reciproco, che ci auguriamo possa essere loro utile come esperienza”. L’iniziativa, al primo anno di attivazione, vede la collaborazione degli istituti del comprensivo con l’amministrazione comunale e, come confermato dall’assessore alla pubblica istruzione “ha come finalità principali il coinvolgimento dei ragazzi alla vita pubblica dando loro piccole responsabilità e la possibilità di confronto nel rispetto delle opinioni altrui”. Ogni classe interessata ha eletto due rappresentanti impegnati nella campagna elettorale e che, a seconda dei voti, ricopriranno le cariche di assessori o di sindaco. In quest’ultimo caso, vista la durata del mandato biennale, si sono potuti candidare solo i ragazzi di prima o di seconda media. El.Ca.


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8 Porto Viro Amministrazione Il sindaco Gennari fa il bilancio dell’anno appena trascorso

Conti in ordine, opere al via

Il resoconto tracciato dal primo cittadino è tutto positivo, le imposte comunali non sono state inasprite e sono in cantieri diversi interventi per la città

Sociale Servizi e Cultura

Biblioteca (In)visibile, libri per ipovedenti

di Elisa Cacciatori

A

gli albori del nuovo anno, il sindaco di Porto Viro Geremia Gennari traccia un resoconto dell’attività svolta nel 2013 e tutt’ora in corso d’opera. “I conti sono in ordine e il patto di stabilità pienamente rispettato, nonostante i tagli da parte del governo centrale – spiega - è stato approvato il bilancio pluriennale 2013/2015 e non sono stati accesi nuovi mutui dal 2007; il monte debiti è diminuito di circa quattro milioni di euro e si è anzi in attesa di un credito sicuro ed esigibile vantato su Polesine Acque. Porto Viro è tra i comuni più virtuosi per l’applicazione delle aliquote Imu, mentre le aliquote Tares (come pure per la Tia) sono state mantenute tra le più basse di tutta la provincia, per cui i cittadini pagheranno la stessa cifra dell’anno scorso, più l’aggiunta di 0.30 euro/mq da versare direttamente allo stato”. In corso d’opera la messa in opera degli interventi previsti nell’ambito del cazione del Collettore Padano, con una nuova pista progetto per i lavori di “realizzazione di sei opere ciclabile, postazioni per la pesca sportiva e un campubbliche nel territorio comunale di Porto Viro, con- po di gara per kayak con annessa clubhouse, già giunta all’acquisizione di beni immobili”. “Motivo di validato dal Coni”. Diversi interventi sono previsti grossa soddisfazione per la sua unicità è il cosiddet- anche nell’ambito di un piano triennale di lavori, to Progettone – considera in approvato dalla giunta municimerito - un programma di sei Approvata una pale. “I lavori interesseranno opere pubbliche che impegne- convenzione la riqualificazione dello stabile ranno la nostra Città Cantiere per un contributo della pineta di via Cao Marina, per buona parte del 2014. Tra di 35.000 euro agli da adibire a laboratorio e punto i lavori previsti, grazie alla per- istituti scolastici di ricerca naturalistica, le banmuta dell’ex campo di calcio di chine di ormeggio, i pontili di Contarina, interventi alla viabilità, alla manutenzio- Porto Levante e l’adeguamento in termini di sicune delle strade e all’illuminazione pubblica, il nuovo rezza per il traffico veicolare nelle vie Badaloni e Di arredo urbano di Piazza Garibaldi, il completamento Vittorio, nonché fondi previsti per la manutenzione dello stadio della Cittadella dello Sport e la riqualifi- straordinaria delle scuole, delle palestre, degli edifici

FOCUS

T

Il primo cittadino di Porto Viro, Geremia Gennari

L comunali e della Sala Eracle. Ancora in campo scolastico, è stata approvata una convenzione per un contributo di 35.000 euro agli istituti scolastici cittadini, con un’appendice per l’acquisto di 26 nuovi personal computer”. Progetti in vista anche sul fronte dell’implementazione dell’offerta turistica. “In sinergia con il Parco e con il Gal Delta del Po, è stato approvato un contratto di comodato per la Sala Bassan, che vedrà ospitare il Centro Documentazione Cinematografica, con tutta una serie di sottoprogetti per la valorizzazione del nostro territorio. Inoltre è stato approvato un protocollo d’intesa per la realizzazione della ‘Ciclovia Vento, Venezia-Milano-Torino lungo il Fiume Po’, che diventerà il più lungo tracciato ciclabile d’Italia e promuoverà l’economia e il turismo sostenibile nelle regioni attraversate”.

Spettacoli per i più piccoli

“Domeniche a Teatro”, alla sala Eracle fino al 16 febbraio

orna anche quest’anno dopo il grande successo delle precedenti edizioni, la rassegna teatrale dedicata ai più piccoli “Domeniche a Teatro” nella sala Eracle portovirese. Dopo l’anteprima che eccezionalmente ha avuto luogo venerdì 27 dicembre con l’evento speciale “Concerto in si be – bolle” di Michele Cafaggi, il nuovo anno ospiterà la serie di spettacoli la domenica con inizio alle ore 16. A gennaio il primo appuntamento è domenica 12, con “Varietà

prestige”, uno spettacolo di figura e marionette sulle note di brani musicali degli anni Venti. Domenica 19 andrà in scena la storia di un naufrago “In mezzo al mare”, mentre il 2 febbraio Gek Tessaro porterà alla scoperta delle storie di insetti e piccoli abitanti del prato in “Bestiolini”. Il programma terminerà domenica 16 febbraio. Sul palco, le avventure di Mago Merlino sempre in lotta contro la perfida Morgana in “La bottega di Merlino”. La serie di eventi realizzati dall’as-

sessorato alla cultura portovirese in collaborazione con Arteven, è il fiore all’occhiello del teatro per ragazzi del territorio e vanta, tra le sue caratteristiche, il costo del biglietto unico bloccato a 4 euro. Quest’anno gli spettacoli scelti per la programmazione, come specificato dall’assessore alla cultura Maura Veronese, si caratterizzano per essere testi concepiti non solo per stupire i bambini ma anche per dare uno spunto di riflessione agli adulti. El.Ca.

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a Biblioteca di Porto Viro da oltre tre anni sta portando avanti in collaborazione con la Provincia di Rovigo il progetto Biblioteca (In)visibile, un’iniziativa che ha permesso alla struttura di promuovere azioni mirate per chi è affetto da cecità o ipovedenza, ma che coinvolge anche i più piccoli che dimostrano disturbi dell’apprendimento, tipici dell’età scolare. “Per questo motivo – spiega in proposito Enrica Scabin, operatrice della biblioteca civica - lo slogan di questo progetto è “In Biblioteca c’è un libro anche per te”. Il servizio è dotato infatti di audiolibri, un formato di libro, letto spesso da lettori famosi, che l’utente può portare a casa e facilmente ascoltare usando il pc o il lettore cd”. E non è tutto. Agli affezionati della carta stampata che hanno problemi di ipovedenza, la biblioteca propone libri a grandi caratteri: questi testi sono caratterizzati dal fatto di essere stampati su carta non lucida, con un font di 16 o 18, con un’interlinea; tutti accorgimenti che facilitano la lettura, e “stancano” di meno gli occhi. Per i “non vedenti certificati” o per coloro che soffrono di disturbi dell’apprendimento, come nel caso della dislessia, è possibile provvedere alla richiesta di audiolibri al “Centro del libro parlato” di Verbania. “Si tratta di una serie di interventi – continua Scabin – che si sono resi indispensabili per le biblioteche che sempre più spesso, offrono i loro servizi ad una cittadinanza con un’età media sempre più elevata e con un livello culturale medio alto, ai quali risulta difficile dover rinunciare alla lettura. In virtù di tutte queste azioni la biblioteca ha ottenuto un fondo da parte della Provincia di Rovigo da poter spendere per l’acquisto di audiolibri, libri a grandi caratteri e libri tattili per i più piccoli”. El.Ca.


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Lorenzo Belloni

La Camera di Commercio di Rovigo e Padova Promex per l’internazionalizzazione delle imprese polesane La Camera di Commercio di Rovigo, sottolinea il presidente Lorenzo Belloni, ha da tempo avviato un rapporto di collaborazione con Padova Promex, l'azienda speciale della Camera di Commercio di Padova per l'internazionalizzazione, per realizzare iniziative atte a supportare le imprese polesane sui mercati esteri,

grazie a questa collaborazione, nel 2013 abbiamo realizzato due missioni imprenditoriali, all'estero, che sono state ideate e organizzate sulla base di una specifica progettualità e che sono state dirette verso paesi che possono offrire sbocchi interessanti per le aziende del Polesine. La prima missione, che avuto anche un carattere istituzionale, è stata quella che si è recata in Serbia e Montenegro dal 4 al 7 novembre, organizzata in collaborazione con Unindustria, grazie ai contatti intervenuti con la Camera di Commercio di Belgrado, una cui funzionaria ha effettuato un stage a Rovigo nell'ambito del progetto "Talenti stranieri in Italia", finanziato dal Fondo di perequazione e realizzato nelle primavera di quest'anno dalla nostra azienda speciale Polesine Innovazione. La seconda missione che si è recata negli Emirati Arabi dal 24 al 27 novembre scorso, è stata il naturale seguito del progetto “Attrazione di imprese matricole nei percorsi di internazionalizzazione in provincia di Rovigo“, realizzato nell'anno 2012 con il cofinanziamento del Fondo di perequazione e con la collaborazione di Padova Promex, perché, dopo una fase formativa, far fare ad alcune imprese un'esperienza concreta di esplorazione di un mercato estero, anche consentendo loro di visitare una grande manifestazione espositiva internazionale, come la fiera “The Big Five”. Le due missioni hanno visto una larga partecipazione di imprese polesane, le quali hanno valutato positivamente l'esperienza fatta e i risultati conseguiti. non solo: esse hanno incominciato a relazionarsi tra di loro, ponendo così le premesse per un sistema territoriale che potrà portare a interessanti sviluppi. In una fase di marcata recessione della domanda intera, sottolinea il presidente Belloni, l'internazionalizzazione è il solo fattore che consenta alle imprese di poter essere performanti e competitive e di poter contare su reali prospettive di crescita. Per questo motivo, la Camera di Commercio di Rovigo, auspicando di poter contare ancora sulla collaborazione di Padova Promex, darà continuità al proprio impegno per ampliare la platea delle aziende polesane che operano sui mercati internazionali, in modo da accrescere il tasso di apertura verso l'estero del sistema produttivo provinciale, che deve internazionalizzarsi per essere più competitivo e poter contare su maggiori opportunità di sviluppo per il futuro. Guerrino Gastaldi - Presidente Padova Promex: la collaborazione in atto tra Padova Promex, Azienda Speciale della CCIAA di Padova, e la CCIAA di Rovigo con lo scopo di favorire percorsi di internazionalizzazione delle imprese polesane, si è concretizzata quest’anno con l’accompagnamento di una delegazione di aziende a Dubai, iniziativa che ha raccolto grande soddisfazione da parte dei partecipanti, nonché con l’organizzazione di una missione istituzionale ed imprenditoriale in Serbia e Montenegro. Ci auguriamo che tale sinergia possa proseguire nel futuro, con attività sempre più mirate allo sviluppo dell’area polesana oltre confine.

MISSIOnE In MOnTEnEgRO E SERBIA 4 - 7 novembre 2013 (Podgorica - Belgrado)

La proposta di organizzare una “missione imprenditoriale ed istituzionale in montenegro e serbia 2013” è stata avanzata da Unindustruia Rovigo, grazie ai contatti con una funzionaria della Camera di commercio di Belgrado, che ha ha effettuato nella primavera di quest'anno uno stage presso gli uffici dell'Associazione, grazie a un progetto realizzato, con il contributo del Fondo di Perequazione intercamerale, dalla Camera di commercio di Rovigo. Questo progetto si è imperniato sul corso superiore “Spring School on International Commercial Trade and Financial Law” - sul tema del diritto del commercio internazionale, che ha coinvolto 10-15 studenti stranieri, provenienti dall’Area dei Balcani. La Spring School, tenutasi nel mese di giugno 2013, ha visto la compartecipazione di UnindustriaRovigo, la Camera di Commercio Rovigo, il CUR ed il Dipartimento dell’Economia dell’Università di Padova. La missione. pertanto e stata ideata ed attuata in stretto raccordo con l'Ente camerale, ione di Unindustria Rovigo e Padova Promex con il coinvolgimento della Camera di Commercio di Belgrado, dell'Unindustria Serbia e dell’Ambasciata Italiana a Podgorica. La missione plurisettoriale ha avuto luogo dal 4 al 7 novembre 2013 e si e focalizzata su due aree dei Balcani: il Montenegro e la Serbia. La tappa del Montenegro e stata prevista a seguito di una precedente missione esplorativa di Unindustria Rovigo, che a maggio 2013 aveva realizzato una missione esplorativa con i maggiori rappresentanti del comparto edilizio. Alla missione in Serbia Montenegro hanno partecipato nove imprenditori polesani, accompagnati da rappresentanti di Unindustria Rovigo e di Confindustria Serbia. In Montenegro, a Podgorica la rappresentanza imprenditoriale polesana ha avuto odo di apporfondire le prospettive di sviluppo di quel paese grazie agli inocntri avuti con Ambasciatore Italiano, i responsabili locali della European Bank for Reconstuction and Delevelopment e con il Ministero della Pesca ed Agricoltura visto il forte interesse del Distretto Ittico di Rovigo. In Serbia, i nostri imprenditori hanno avuto modo di dialogare con i rappresentanti delle istituzioni locali, della Camera di Commercio di Belgrado, dell’Ambasciata Italiana, dell' Ufficio ICE e della Camera di Commercio Italo-Serba(Oliver Lepori). Questi incontri si sono conclusi con la sigla dell’Accordo di Collaborazione tra Unindustria Rovigo e la Camera di Commercio di Belgrado. Sono stati effetuati, inoltre, circa una cinquantina di incontri bilaterali tra imprese polesane e serbe La missione ha rappresentato un’occasione significativa per approfondire le opportunità offerte dai mercati montenegrino e serbo. Le Autorita locali hanno accolto con grande interesse l’iniziativa polesana, auspicando che da essa nascano partnership strutturare e durature. Unindustria Rovigo, congiuntamente a Confindustria Serbia, intende promuovere azioni di follow up con il coinvolgimento diretto delle imprese interessate. Tra i settori di maggiore interesse su cui concentrare gli sforzi, sono statri individuati: la filiera dell'agroalimentare e pesca, le infrastrutture idriche ed energie rinnovabili, le materie plastiche e riciclaggio e della logistica.

MISSIOnE ESPLORATIVA A DUBAI 24 - 27 novembre 2013

A seguito del Progetto "Attrazione di imprese polesane nei percorsi di internazionalizzazione" del 2012, che ha visto l’individuazione delle aziende polesane potenziali esportatrici, la Camera di Commercio di Rovigo, assieme a Padova Promex, azienda speciale della Camera di Commercio di Padova con la quale l'Ente camerale rodigino è convenzionato per le attività rivolte all'estero, ha inteso proseguire l'itineratrio avviato tramite il progetto “Sviluppo di percorsi di internazionalizzazione per le imprese polesane, in prosecuzione del Progetto Matricole”. A continuità del Progetto Matricole, che ha visto coinvolti con ricerche di mercato gli Emirati Arabi ed il Qatar, nell’ambito di questo nuovo progetto è stato organizzato il giorno 17 ottobre 2013, presso la CCIAA di Rovigo, un seminario informativo sui due mercati, nel quale è intervenuto il segretario generale della Camera di Commercio Italiana per gli Emirati, dott. Mauro Marzocchi. In seguito a ciò, il cuore del progetto ha previsto la realizzazione di una missione esplorativa a Dubai, durante la quale i partecipanti hanno avuto una prima presa di contatto con operatori esteri, tramite l’organizzazione di colloqui B2B. Sono state selezionate, tramite anche la collaborazione della Camera di Commercio Italiana per gli Emirati, 6 aziende polesane, appartenenti ai settori: lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, produzione macchinari ed impianti di lavorazione frutta e verdura; produzione e commercio mobili ed arredamento; produzione resine; turismo; produzione seggiolini da auto per bambini. Le aziende sono partite per Dubai il giorno 24 novembre. Il 25 novembre hanno avuto luogo gli Incontri con operatori emiratini pre selezionati secondo un’agenda pre-organizzata di appuntamenti; sono stati organizzati nel complesso 26 incontri B2B tra operatori polesani ed operatori emiratini. Il giorno successivo, gli operatori polesani hanno partecipato ad un incontro informativo con un consulente fiscale ed un consulente bancario locali, che hanno illustrato come operare a livello fiscale e bancario nel Paese. Le aziende polesane, inoltre, hanno avuto la possibilità di visitare la fiera internazionale The Big Five, durante la quale vi è stata la possibilità di incontrare ulteriori operatori esteri. Vi è stata un’alta soddisfazione delle aziende partecipanti verso l’iniziativa e vi è la volontà di ripetere un’esperienza simile, coinvolgendo eventualmente anche altri Paesi.


Porto Tolle 13 Progetto “Pesca amica/ miglio zero” Realizzato dall’Ente parco in collaborazione con Coldiretti

Dal mare alla tavola La scommessa è la valorizzazione delle eccellenze ittiche e molluschicole del Delta polesano attraverso la creazione di filiere corte: dal pescatore-acquacoltore al rivenditore-ristoratore di Elisa Cacciatori

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arde in saore, cefali e alici a “miglio zero”, pescati poco al largo del Delta del Po, tornano sulle tavole di una rete di ristoratori nell’ambito del progetto “Pesca amica/ miglio zero”, realizzato dall’Ente parco del Delta in collaborazione con Coldiretti Impresa pesca ed i finanziamenti del Fondo europeo per la pesca. La scommessa è la valorizzazione delle eccellenze ittiche e molluschicole del Delta polesano attraverso la creazione di filiere corte: dal pescatoreacquacoltore al rivenditore-ristoratore. Dello stato del progetto ne hanno recentemente discusso al ristorante Ocaro di Polesine Camerini i rappresentanti della Coldiretti Rovigo, che col settore specializzato Impresa pesca, dal 2011, hanno sostenuto e incoraggiato le filiere ittiche corte sul modello di quelle agricole per arrivare alla vendita diretta del prodotto ittico col marchio identificativo blu e azzurro “pesca amica miglio zero”. Col presidente provinciale Mauro Giuriolo, erano presenti il vice Mauro Visentin, il presidente di zona Adriano Tugnolo ed il responsabile di Impresa pesca Alessandro Faccioli. “Bisogna ripartire da ciò che abbiamo, il prodotto ed il territorio – ha considerato Giuriolo - non in maniera sparsa, ma facendo sistema, cooperative ittiche e pescatori, attorno al prodotto polesano, un’indiscutibile eccellenza, riconosciute anche a livello europeo con la Dop per la cozza di Scardovari, andando a renderlo fruibile direttamente al consumatore. E’ l’unico modo che abbiamo per recuperare il reddito delle famiglie che lavorano nel settore e per rilanciare l’economia del territorio, con tutto l’indotto”. “Le filiere ittiche corte sono un fatto economico che si lega strettamente con la vita stessa del parco del Delta – ha aggiunto il presidente del Parco, Geremia Gennari, supportato dal direttore Marco Marco Gottardi e dal vice presidente Giorgio D’Angelo - operatori e amministratori devono essere i primi convinti di avere un ottimo prodotto ittico e ciascuno per le proprie competenze, deve imparare a presentare al di fuori un unico prodotto che si chiama territorio che parte dalle eccellenze ittiche e agricole, come il riso Igp, e arriva al turismo, passando per le attività economiche che vi si collegano”. Il sindaco di Porto Tolle, Claudio Bellan, ha ribadito di “essere pronti a collaborare con tutte le istituzioni coinvolte, in quanto i prodotti del primario e della pesca, uniti con l’offerta ambientale, sono la chiave del nostro futuro”.

Nelle foto il primo cittadino Claudi Bellan, il presidente provinciale di Coldiretti, Mauro Giuriolo, e il presidente di zona Adriano Tugnolo

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Approvata la “Disciplina delle attività turistiche connesse al settore primario”

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l vicepresidente della commissione Agricoltura Graziano Azzalin è intervenuto in consiglio regionale durante la discussione che ha portato all’approvazione della legge di modifica delle norme di “Disciplina dell’agriturismo, ittiturìsmo e pescaturismo”, divenuta con 45 voti favorevoli, “Disciplina delle attività turistiche connesse al settore primario”. “Rispetto alla proposta della Giunta – commenta Azzalin – è stato salvato l’equilibrio di quella che è a tutti gli effetti una legge quadro, cancellandone gli aspetti di appesantimento burocratico, inasprendo al contempo il sistema sanzionatorio”. Secondo Azzalin è sbagliata la prospettiva di chi parla di concorrenza sleale nei confronti di alberghi e ristoranti. “Innanzitutto stiamo parlando di 700 attività agrituristiche a fronte di 20mila esercizi. Un’implementazione degli agriturismi può avere un effetto attrattivo che non sottrae, ma aggiunge opportunità”. “Per quanta riguarda il settore del turismo legato alla pesca, spiega Azzalin - le nuove modifiche eliminano l’obbligo di prevalenza delle attività ittiche mettendo così sullo stesso piano attività ricettive e attività produttive. La legge consente inoltre, grazie ad un articolo aggiuntivo proposto dall’aula, di impiegare i due milioni di euro di contributo straordinario stanziati con la finanziaria 2013 a favore dei pescatori di vongole della laguna di Venezia e del Delta, anche mediante interventi di enti pubblici, in modo da avviare le opere di vivificazione delle lagune”. El.Ca.


14 Porto Tolle Centrale Nessuna decisione da parte di Enel. Bellan dal Ministro dell’Ambiente

Governo deciso a far partire lo smantellamento dei serbatoi Prima di fine mese un incontro al quale parteciperanno ministero, regione, comune ed Enel che dovrebbe far chiarezza sull’eventualità che la riconversione prenda avvio

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a rinuncia da parte di Enel ai 100 milioni di finaziamento europeo per Porto Tolle ha messo tutti in allarme, in quanto la ricusa dell’ingente contributo di denaro da parte del colosso dell’energia è stato letto come la pietra tombale del progetto di conversione a carbone della centrale. E se non è già così molto probabilmente ci siamo vicini secondo il consigliere regionale di Verso Nord, Diego Bottacin intervenuto con un commento sulla situazione di stallo che da anni tine congelato il futuro dell’impianto di Polesine Camerini. “Ad azzoppare – speriamo non definitivamente - il progetto non è stata certo l’Enel, ma quel sistema burocratico italiano talmente complicato e controverso da fare impallidire Kafka. Dopo aver presentato il progetto di conversione nel 2005, passati Diego Bottacin la bellezza di 8 anni, Enel alla fine del 2013 non sa se e quando potrà procedere con l’apertura del cantiere. Nel frattempo il mercato energetico incoraggianti dal ministro dell’Ambiente Adrea Orlando. Secondo quanto è mutato e continuerà a seguire movimenti e trasformazioni a un passo riportato dal primo cittadino lo scorso 30 dicembre, infatti, il Governo si sarebbe impegnato ufficialmente nell’ avviare una decisamente più rapido delle statuarie procedure trattava con il colosso energetico per dare impulso italiane. Non abbiamo capito – ha concluso Botta- Bottacin: alla prima fase dell’operazione riconversione, pascin - che il tempo per la decisione degli interventi “Un iter burocratico non è infinito e le aziende che non trovano rispo- talmente complicato sando comunque per lo smantellamento immediato dei serbatoi e di uno dei quattro gruppi. In tal ste se ne vanno, portando lavoro e investimenti e controverso da altrove”. In realtà sembrerebbe esserci ancora un fare impallidire Kafka” senso, inoltre, prima della fine del mese dovrebbe tenersi un incontro con il preidente della Regione po’ di margine di manovra nella trattativa tra Governo ed Enel, per la riconversione della Centrale di Polesine Camerini. Veneto, Luca Zaia, e successivamente un tavolo al quale siederanno miIn tal senso, recentemente, il sindaco Claudio Bellan ha ricevuto risposte nistero, regione, comune ed Enel.

FOCUS Mancata riconversione della Centrale

Azzalin: “Enel ha fornito solo alibi”

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e istituzioni locali e regionali hanno fatto tutto il possibile per dare un futuro alla centrale di Polesine Camerini, mentre i vertici di Enel hanno continuato ad addure nuovi alibi. La modifica alla legge istitutiva del Parco del Delta è stata l’ennesima conferma di come, andando al vedo, si sia scoperto il bluff di Enel: fino a quando il famoso articolo 30 (che inizialmente consentiva solo l’alimentazione a metano, ndr) non è stato modificato, sembrava che fosse l’unico ostacolo, invece, una volta rimosso, ne sono stati segnalati di nuovi”. Il consigliere regionale polesano Graziano Azzalin, intervenendo nella sala consiliare di Porto Tolle all’incontro tra istituzioni locali e parti sociali per fare il punto sul futuro della centrale polesana dopo l’incontro a Roma con il ministro per l’Ambiente Andrea Orlando, ha ribadito che l’unico orizzonte realistico per l’impianto che sorge sul Delta del Po è avviarne lo smantellamento. “Il problema delle autorizzazioni è un falso problema – ha dichiarato - La verità è che in questo momento non c’è richiesta di energia, che produrre in Italia costa comunque troppo rispetto alla delocalizzazione. Nei bilanci di Enel non c’è traccia dei finanziamenti dei progetti di riconversione. Anzi, non solo vi è stata la rinuncia ai 100 milioni di euro per l’impianto di cattura dell’anidride carbonica, ma dal 2013 è stato anche interrotto il pagamento alla Regione dei canoni per il prelievo di acqua che ammontava a circa 13 milioni di euro che, fra l’altro, sarebbero dovuti finire per metà in investimenti per la difesa del suolo”.

Centrale Crivellari interroga sulla demolizione del primo gruppo

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’onorevole Diego Crivellari ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla centrale di Porto Tolle. Il deputato chiede al Governo “come e se intenda attivarsi per sbloccare almeno i lavori per il primo dei quattro gruppi”: ciò in considerazione delle “ricadute positive in termini occupazionali che questa decisione comporterebbe per il territorio”. La questione è nota: in attesa di una decisione definitiva attesa da tempo da parte della commissione nazionale di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) che deve pronunciarsi sul futuro dell’impianto e sulla sua riconversione a carbone, Enel spa ha chiesto nel frattempo, poter demolire uno dei quattro gruppi dell’impianto, intervento già previsto nel progetto di riconversione e che potrebbe rappresentare al contempo una prima anche se parziale risposta dal punto di vista occupazionale. Nello specifico, come sottolineato dettagliatamente nel documento di Crivellari, “si potrebbero impiegare da 80 a 100 persone per almeno un anno di lavoro e a costo zero, considerato che le circa 20mila tonnellate di ferro del manufatto potrebbero garantirne la copertura economica”. Un aspetto “non certo secondario specie se considerata la peculiarità del territorio in cui l’impianto insiste, con un’economia votata in larghissima parte solo all’attività ittica e turistica”: questa richiesta, avanzata da parte dell’azienda e condivisa a sua volta dal Comune di Porto Tolle ha trovato una sponda da parte del Ministero dell’Ambiente solo di recente. Una svolta positiva in questa direzione rappresenterebbe un beneficio immediato lungo

un cammino accidentato che si trascina ormai da diversi anni: l’iter della riconversione, dopo la richiesta dell’azienda presentata nel gennaio 2011, era stata infatti stoppata qualche mese dopo, il 17 maggio 2011, quando con sentenza del Consiglio di Stato, era stata annullata la decisione del TAR del Lazio che a sua volta con il decreto del 29 luglio 2009 del Ministero dell’Ambiente aveva dato parere positivo alla VIA. Quanto al’intervento di riconversione, una volta a regime, potrebbe invece dare lavoro a 800 persone circa tra dipendenti e indotto, per un investimento complessivo di circa 2,5 miliardi di euro, senza dimenticare che il solo cantiere per i lavori darebbe nel tempo lavoro ad ulteriori 1500 persone con punte di 3000 e rilanciare un impianto che con Brindisi e Civitavecchia (peraltro già riconvertiti e pienamente operativi) risulta essere tra i siti più grandi non solo del Paese ma anche tra i primi in Europa, forte dei suoi quattro gruppi da 660 Megawatt l’uno per una potenza complessiva di 2640 Megawatt (capace dunque di generare circa l’8% del fabbisogno energetico nazionale).


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16 Sguardo ad Adria Iniziative L’esponente del Comitato di Bottrighe è andato oltre la protesta

Scuole medie, Bergo querela due dirigenti regionali

NEWS Sanità in città

Ridotti i tempi di attesa in ospedale

La denuncia è stata corredata della documentazione comprovante che il plesso scolastico aveva raggiunto il numero di istituti necessario per l’apertura di Martina Celegato

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a vivace protesta che si era accesa a Bottrighe qualche mese fa, in occasione della riapertura dell’anno scolastico, ha avuto una nuova e inattesa fiammata. Nella popolosa frazione di Adria, infatti, fin dall’estate era iniziata a circolare con una certa attendibilità l’ipotesi che la locale scuola media potesse tornare ad aprire i battenti dopo un anno di stop, imposto dal mancato raggiungimento del numero minimo di studenti per l’apertura delle aule. La convinzione era andata facendosi sempre più consistente quando i numeri degli iscritti parevano essere consistenti, permettendo la riapertura. Tuttavia la ripresa delle lezioni alla scuola media di Bottrighe non c’è stata, nonostante le comunicazioni e gli inviti a riaprirla da parte del “Comitato per la salvaguardia del plesso scolastico di Bottrighe”, nato proprio per tutelare il diritto alla formazione nella frazione adriese. Già notevoli erano state le polemiche che avevano acceso il confronto fra i portavoce della frazione e l’Amministrazione adriese, anche se, a dire il vero, negli ultimi mesi le critiche erano state rivolte principalmente agli enti regionali, colpevoli di non dare ascolto a quelle che erano state le richieste della cittadinanza. E’ da ricordare che il Comitato aveva raccolto 1300 firme a sostegno della riapertura della scuola media e che durante un consiglio comunale di qualche tempo fa, dedicato

FOCUS

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appositamente alle scuole di Bottrighe, era stato approvato all’unanimità il mantenimento del plesso per un servizio, definito nell’occasione, “davvero su misura per i cittadini”. In seguito alla seduta pubblica, tuttavia, le comunicazioni erano state inoltrate a chi di dovere, ossia alle pubbliche amministrazioni coinvolte, ai dirigenti scolastici e allo Iur di Venezia, senza però ottenere un feedback per l’anno scolastico in corso e quindi tacitamente confermando la chiusura delle aule per il plesso di Bottrighe. L’ultimo colpo di coda sulla vicenda della chiusura delle medie della frazione adriese è arrivato qualche settimana fa ad opera di Alberto Bergo, esponente del “Comitato per la salvaguardia del plesso scolastico di Bottrighe”, che ha sporto denuncia contro due Dirigenti della Regione per aver violato gli obblighi dovuti alla Pubblica amministrazione non prendendo in considerazione i dati e i solleciti arrivati per la riapertura della scuola media di Bottrighe, ad oggi non funzionante. Solleciti avvenuti presentando i numeri concreti di iscritti e frequentanti potenziali, che già avevano fatto richiesta. La querela, infatti, è stata corredata della documentazione comprovante che il plesso di Bottrighe aveva raggiunto gli standard imposti dagli obblighi di legge per l’apertura della scuola, requisiti, tuttavia, che a parere dello stesso Bergo sono stati completamente ignorati

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Nella foto Alberto Bergo, esponente del “Comitato per la salvaguardia del plesso scolastico di Bottrighe” dalle autorità competenti. Da qui la sua decisione di chiamare direttamente in causa, per omissione e per violazione degli obblighi da pubblico ufficio, due dirigenti della Regione Veneto delegati alla pubblica istruzione, responsabili di Regione Veneto e IUR. L’azione di Bergo, tuttavia, non è limitata a questo, contestualmente ha attaccato l’Amministrazione di Palazzo Tassoni sul fronte delle opere pubbliche. In questo caso l’oggetto della protesta è stato sollevato dalla lista civica “Ora Cambia”, di cui Bergo pure fa parte, in merito al rifacimento dei manti stradali di Bottrighe ridotti, secondo gli esponenti della civica, ad uno stato di impossibile utilizzo. La protesta si è spinta fino alla richiesta di dimissioni del Sindaco, Massimo Barbujani, suffragate dalle 237 firme raccolte tra i residenti Bottrighe che da tempo chiedono il rifacimento dei nastri d’asfalto.

n ottimo obiettivo quello raggiunto dell’ospedale adriese che è riuscito nell’intento di fornire un servizio eccellente ai cittadini abbattendo i tempi di attesa per i vari codici di emergenza dei pazienti al pronto soccorso e offrendo delle infrastrutture di tecnologiche all’avanguardia. Il monitoraggio dell’attività ha portato a statistiche promettenti soprattutto per la risoluzione degli interventi del pronto soccorso. Informazione immediata dei pazienti e familiari coinvolti nell’emergenza, accompagnata da procedure ben definite in base al codice attribuito all’arrivo presso la struttura sono il punto di forza del servizio. Codice rosso con intervento direttamente all’interno del pronto soccorso, codice giallo e verde con assistenza in area calda, pazienti senza emergenza con intervento ambulatoriale e pazienti pediatrici o donne in gravidanza direttamente spostati nei reparti di competenza per un intervento mirato e preciso. Come riporta il comunicato stampa ufficiale: “Nel 2012 vi sono stati complessivamente 24.212 accessi (comprese le prestazioni di Osservazione Breve Intensiva – OBI), secondo la seguente classificazione di priorità all’uscita: 58% con codice verde; 13% con codice giallo; 27% con codice bianco; 2% con codice rosso. I tempi d’attesa registrati, dal triage alla presa in carico del paziente, classificati secondo il codice di triage all’ingresso, sono stati nel 2012 i seguenti: accesso immediato per il codice rosso, 13 minuti per codice giallo, 20 minuti per codice verde e 30 minuti per codice bianco. Tempi brevissimi che hanno permesso alla Ulss di Adria di mantenere la sua efficienza e confermare il suo ruolo da protagonista nella sanità polesana. Ma.Ce.

Sicurezza

Continuano i controlli a tappeto sulle strade polesane

ontinueranno anche nelle prime settimane del 2014 i controlli a tappeto sulle strade polesane che coinvolgono anche la Compagnia di Adria in un’attività di monitoraggio e controllo delle persone al volante, soprattutto in orario notturno. Tali controlli sono stati concentrati in particolar nel periodo delle festività e continueranno con la stessa puntualità nei week end. La Compagnia di Adria, in prima linea nelle scorse settimane si conferma come punto di riferimento

per la sicurezza stradale che nell’ultimo periodo ha portato al ritiro di diverse patenti per guida in stato di ebbrezza e diverse altre infrazioni del codice della strada. Una vera e propria task force attivata a favore della sicurezza su tutte le strade che nelle ore serali diventano teatro di episodi pericolosi. Va detto che non è solo il territorio di Adria ad essere depositato ai controlli dell’arma locale, i posti di blocco spaziano in tutto il circondario arrivando fino a Rovigo e Porto Viro, dove nelle scorse settima-

ne si sono registrati episodi relativi a ritiri di patente e perdita di punti da parte di alcuni guidatori poco accorti. Ma non solo gli episodi legati al consumo di alcool sono stati oggetto dei controlli dell’arma della città etrusca, gli agenti hanno annoverato fra le segnalazioni anche utilizzo improprio del cellulare, guida senza dispositivi di sicurezza, mancata assicurazione del mezzo e sorpassi azzardi, particolarmente pericolosi viste le nebbie fitte del bassopolesine. Ma.Ce.

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Enti locali Taglio delle Province, Delrio fa partire il countdown 34

Porto Tolle Tensioni all’interno del Partito Democratico pag. 17

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PORTO VIRO. ECOCENTRO NTI PRONTO PER I CONFERIME

EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano

non ci avanti al dio palanca parenti”: sono fratelli, amici o è una delle frasi pronunciate intercettazioni della in una delle decine di rete di corruzione recente inchiesta sulla Poche parole legata agli appalti pubblici. una volta se ce ne che sintetizzano, ancora è il criterio adottato fosse il bisogno, qual infedeli e da imprenda funzionari pubblici ovviamente, che ditori complici. Il denaro, e grandi, gli “aggiustifica i favori piccoli procedure, il ritocco giustamenti” di gare e pag. 6 a danno del pubin corso d’opera, sempre di ciascuno di noi. ZIONE blico e, di conseguenza, ROSOLINA, RIQUALIFICANORGE basta anche qualche CARCERE, IL pag. 8 Il denaro, sia “cash”, SERT DEL QUARTIERE euro di tanto in LE CONDIZIONI MIGLIORA banconota da 50-100 SANITARIE di “regali” come pag. 26-27 tanto, che sottoforma anche una mano di il viaggio esotico ma piccolo lavoretto bianco in casa o qualche di piccorruzione nostrana, EDITORIALE dalla “extra”. E’ la pezzatura, quella dalla Giunta ed approvate colo cabotaggio e piccola consiliare predisposte regionale. Geremia Gennari, alla questione, la sala zona grigia di cui nessuno entro la C’è stato un taglio ad che alimenta una bassopolesane in merito è stata recentemente teatro V commissione Potranno avere inizio già chiarezza. E’ il primo l coro delle forze politiche l’ordine del giorno approvato di risorse, soprattutto considerevole conosce i contorni con riqualificazione trasversalmente portovirese pubblico “L’ospedale di Porto ricordando in consiglio comunale fine dell’anno i lavori di tutti gli altri, fino ad di fornitura di è alzato unanime e ca si all’unanimità giustifi dell’incontro poi che agosto che certi farmaci, che passo Rosolina dalla schede soccorso al se del quartiere Norge di del presidio ospedaliecontro la perdita decretata ospedalie- Viro mutilato da Venezia: pronto scandali. Il tutto in nome procurarsi pagando, vogliono devono ai residenti di potersi capogruppo per il mantenimento una volta precisare che arrivare ai grandi presidio di Alessan permetteranno quindi alle persone ovviamente, ma anche soccorso” promosso dal ospedaliere regionali del voluto ancora pronto dro ha del palanca”, ro, “dio detenute oltre a Salute Abbad del e all’aperto della spazi Giacon ir* di un millimetro: alla libertà viene Viro Thomas di moralità e di godere al meglio gli ro della casa di cura Madonna “Porto Viro non arretrerà di di Uniti per Porto tolta di una distorta concezione centro della frazione scandalizzarsi loro anche la salute. alle Viro, appellativo che permetteva partecipato diversi rappresentanti se c’è da urlare o da sbarcare a Venezia, urne del 24 e18 pag. senso civico. Perché dunque 25 di Porto di assoluta cui hanno regionali Fondamentale emerge una situazionefebbraio compresi i consiglieri il nosocomio in posizione porrescorso l’intervento se “così fan tutti”? e che nel istituzionali Azzalin, oltre lo faremo. ine- alla sanità pubblica stricabile, o perlomeno davvero prestato dal Sert. parità rispetto Cristiano Corazzari e Graziano tutti accomu50% 40% pag. 3 difficilmente di Agenas (Agenzia Naziorisolvibile. Un continua a pag. 10 30% all’onorevole Diego Crivellari, il declassacaos politico che rapporto annuale 6 60% 50% pagg. 4-5 e rischia sanitari) ha indicato come portare spediti unico scopo dopo 30% 20% a nuove consultazinale perdii servizi nel trat- nati da un SULLA S.S. 434 50% ospedaliere 10% prio quello che Pro- miglior centro del Veneto avvenuto con le schede secondo iloni. 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18 Sguardo a Rovigo L’Intervento

Infrastrutture Interrogazione di Tiozzo e Azzalin

Interporto, per la Regione non è più strategico I

due consiglieri regionali del Pd, Lucio Tiozzo e Graziano Azzalin, hanno deciso di voler vederci chiaro sulla decisione della Regione di cedere le quote di Sistemi territoriali nella società per azioni Interporto di Rovigo. “Con le delibere, numero 1937 e numero 1931 del 28 ottobre sulla razionalizzazione delle partecipazioni regionali, infatti, la Giunta ha incaricato Sistemi Territoriali di procedere, alla dismissione delle partecipazioni, ritenute ‘non più strategichè, di Interporto di Rovigo, del quale è il primo azionista con il 32,94% delle quote. Gli altri azionisti principali sono: Comune di Rovigo con il 15,54% di quote; Provincia di Rovigo con il 15, 29% e Consorzio Zai Ente pubblico economico con il 15%. “Stiamo parlando del primo terminal fluviale italiano – spiegano i due consiglieri, per giustificare la loro incredulità alla scelta di Palazzo Balbi - che ha fatto della modalità fluvio-marittima uno dei suoi punti di forza. Nel Ptrc – hanno rimarcato – si parla di completare il sistema delle reti infrastrutturali di valenza nazionale ed interregionale; nel Piano regionale dei trasporti si sottolinea come il sistema idroviario Padano-Veneto ricopre notevole

Nelle due foto i due consiglieri del Pd, Graziano Azzalin e Lucio Tiozzo importanza non solo a livello regionale, ma anche a livello comunitario, rientrando nella rete transeuropea delle vie d’acqua e negli schemi del trasporto combinato come parte integrante del Corridoio Adriatico. Nel dettaglio, si specifica che l’Interporto di Rovigo si pone ‘come motore per l’area emiliana e del basso Veneto in un contesto di sviluppo sostenibile’, dati i vantaggi, in termini economici e ambientali. Non solo, ma l’Unione Europea ha appena approvato la richiesta presentata di finanziamento di studi ed attività in merito alla navigabilità del Po da Cremona al Mare Adriatico per un budget di 2 milioni di euro, cofinanziandolo al 50%, mentre i rimanenti fondi sono stati messi da Regione Lombardia, Emilia Romagna e Veneto/AIPo. In più, la Camera ha approvato, nella seduta del

26 novembre, la proposta di legge quadro in materia di interporti, che autorizza la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 per la loro implementazione”. Alla luce di tutte queste considerazioni, Azzalin e Tiozzo pongono una domanda: “La Regione ritiene realmente non strategica la funzione dell’Interporto di Rovigo o la cessione di quote è un modo per mascherare gli insuccessi gestionali di chi lo ha guidato? Perché in entrambi i casi c’è di che preoccuparsi. Per questo, con la nostra interrogazione, chiediamo che oltre a far chiarezza sulla situazione, si prenda in considerazione l’idea che la Regione non abbandoni al suo destino l’Interporto di Rovigo, ma trovi una soluzione per offrire una prospettiva di crescita, magari anche attraverso Veneto Sviluppo”.

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Sì alla sicurezza alimentare, no alla demagogia di Giovanni Taliana*

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Lo dimostra il primo sì di Bruxelles all’etichetta sulla provenienza delle materie prime, risultato della forte pressione di Confindustria. È in Europa che si gioca la tutela di tutta la filiera agroalimentare, dall’agricoltura alla trasformazione, non a Roma. Di questo farebbe bene a occuparsi il ministro De Girolamo. L’industria alimentare italiana assorbe il 72% dei prodotti agricoli nazionali ma è strutturalmente obbligata a importare materie prime agricole a integrazione di una produzione nazionale insufficiente. Questo nel pieno rispetto della normativa europea. Siamo i primi a sostenere il potenziamento dei controlli, così estesi e penetranti da rendere sicuro il prodotto alimentare trasformato in Italia. Ma ogni strumentalizzazione o demagogia protezionistica rischia di diffondere messaggi ambigui e di pregiudicare l’intero settore agroalimentare, che è il secondo in Italia con 132 miliardi di fatturato, di cui 27 alla voce export. Il Veneto, con 4.900 imprese agroalimentari e oltre 35mila addetti, realizza l’11% di questo fatturato, pari a 14 miliardi. Nel primo semestre del 2013 le esportazioni venete di prodotti alimentari sono cresciute del 7,4% (Italia +6,7%). L’appello è ad evitare gli integralismi e a spostare l’attenzione sul futuro del made in Italy agroalimentare e sulle strategie per allargare i mercati. Non si può ridurre il tema a una lotta di confine. La contraffazione si combatte presidiando i mercati, promuovendo con più incisività i prodotti italiani di qualità, rafforzandone la reputazione negli altri paesi europei e nel mondo, sbocchi decisivi per tutta la filiera agroalimentare. Occupiamoci di come valorizzarne il potenziale, visto che altri paesi, come la Germania, esportano più di noi senza avere la nostra qualità e tradizione enogastronomica. Possiamo fare ancora meglio, valorizzando l’assoluta qualità del prodotto trasformato in Italia e spingendo sull’internazionalizzazione rafforzando le reti lunghe, stimolando i processi di aggregazione tra imprese. Sono le priorità su cui essere compatti e che ci auguriamo siano al centro del confronto con le forze politiche, anche in vista delle prossime elezioni europee. Siamo convinti che anche la Regione sia determinata in questa direzione, per rendere sempre più moderna e competitiva la filiera agroalimentare.

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Enti locali Il disegno di legge “Svuota province”

Delrio dribbla i paletti dell’incostituzionalità

Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia, oggi ministro per gli Affari regionali

L’idea del ministro non è quella di cancellare le Province ma di trasformarle in enti di secondo livello

La presidente Tiziana Virgili

di Lorenzo Zoli

“i tagli non porteranno nessun risparmio”

E

’ tornato ad attaccare le Province, facendosi padre di un disegno di immediata ricaduta positiva: vale a dire che consentirebbe comunque di legge che, in breve tempo, si è guadagnato l’appellativo di “Svuota raggiungere lo scopo. Che è ridurre le spese di rappresentanza politica province”. Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia, oggi mi- che sono, secondo questa interpretazione, quelle maggiori e sulle quali in nistro per gli Affari regionali, è al centro della discussione politica. Con la una ottica di tagli sarebbe necessario intervenire. Sempre nel corso della sua proposta che vorrebbe trasformare questi enti locali in enti di secondo medesima audizione, poi, il ministro ha voluto fornire un chiarimento grado. In sostanza, non ci sarebbero più le elezioni provinciali o un con- importante, rispondendo a una domanda non secondaria, in questo mosiglio provinciale, ma le nomine politiche avverrebbero con il medesimo mento di crisi. Ha infatti escluso in maniera categorica ogni ipotesi di licenziamento dei lavoratori che, al momento, sono meccanismo con cui si investono, appunto, i refealle dipendenze delle amministrazioni provinciali. renti degli enti di secondo grado, come possono Esclusa in maniera L’idea, al contrario, sarebbe quella di valorizzare essere determinate aziende municipalizzate o categorica la loro esperienza in altri settori della pubblica ampartecipate. O come si elegge lo stesso presidente ogni ipotesi ministrazione. Differenti le reazioni. Da una parte della Repubblica, ha puntualizzato nei giorni scorsi di licenziamento l’Anci, ossia l’Associazione dei Comuni italiani, lo stesso Delrio, rivolgendosi a chi criticava il suo dei lavoratori non ha chiuso le porte in faccia alla proposta. Non progetto. Una questione complessa, questa. Con, sullo sfondo, sempre lo spettro dell’incostituzionalità. Dal momento che altrettanto entusiaste, chiaramente, le amministrazioni provinciali, che le Province sono enti espressamente previsti dalla Carta. Ed è proprio que- sarebbero rese inutili da questa riforma. Due, comunque, le evidenze. La sto fatto - certamente non secondario - che le ha salvate nel recentissimo prima è che i tempi, comunque, per realizzare la trasformazione in enti passato, ossia la scorsa estate, dal primo disegno di legge che voleva di secondo grado non si annunciano brevi, visti il numero e la complessità abolirle. Investita del problema, infatti, la Corte costituzionale ha senten- dei versanti sui quali sarà necessario intervenire. La seconda è che, nel ziato che un intervento del genere non è, al momento, pensabile. Varato frattempo, non sono mancati gli esempi di province che non sono andate questo nuovo disegno di legge, il ministro Delrio è stato ascoltato anche al voto, in attesa che si capisca da che parte finirà per tirare il vento. Il in commissione Affari costituzionali. Dove, a quanto trapelato, avrebbe tutto con il rischio che anche su questo fronte si possa finire per investire spiegato che l’intenzione non sarebbe affatto quella di cancellare le Pro- la Corte costituzionale del problema. Senza poi citare i dubbi di coloro vince, ma, appunto, quella di trasformarle in enti di secondo livello. Ma- che mettono in discussione il reale risparmio che potrebbe derivare da gari un escamotage, ma che avrebbe, secondo chi lo ha escogitato, una tutta la manovra.

“N

non ci sarà nessun risparmio”. E’ chiara l’idea che la presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili ha del disegno di legge presentato dal ministro Delrio e che ha già avuto il via libera dalla Camera. “Lo dico e lo ripeto - prosegue il numero uno di Palazzo Celio - In primo luogo serve una modifica della Costituzione. Poi, anche ammesso che il progetto vada in porto con il voto favorevole anche da parte del Senato, il vero effetto sarebbe quello di fare venire meno l’unico ente che, al momento, svolge una funzione di cuscinetto tra i Comuni e le Regioni”. E, secondo la Virgili, sarebbero invece proprio questi gli enti ai quali sarebbe necessario mettere mano, in una ottica di vigorosi tagli. Con i consigli regionali simili a veri e propri “parlamentini”, molto costosi per la comunità. Certo, secondo il disegno di legge rimarrebbero delle competenze in capo alle amministrazioni provinciali, come le scuole superiori e l’ambiente, con una importante funzione di coordinamento. Il che, comunque, non elimina il problema fondamentale: il mancato risparmio. “Tra l’altro - prosegue la presidente - non solo non si avrebbe un risparmio complessivo, ma, nella prima fase di attuazione della riforma, si avrebbe persino un aggravio di costi, per cambiare le cose. E queste sono cose che il ministro sa benissimo, sarebbe necessario che qualcuno gliele ricordasse”. Il tutto senza parlare dei costi che già si stanno sostenendo, per il commissariamento di quelle province alle quali non è stato consentito di andare al voto. Lo.Zo.

MuRARO: “DIMENTICATE FuNZIONI FONDAMENTALI NON RICONDuCIBILI AI COMuNI O ALLA REGIONE”

C

on il ddl Delrio passato alla Camera la geografia istituzionale del Veneto potrebbe cambiare notevolmente. A partire dal 7 giugno 2014, 5 Province su 7: Belluno, Padova, Rovigo, Vicenza, Verona diventeranno ente di secondo grado amministrate da tre organi istituzionali: presidente, consiglio e assemblea di sindaci. La Provincia di Venezia dal 1 gennaio 2014 avvierà l’iter di passaggio per diventare città metropolitana. La sola Provincia di Treviso resterà in carica con gli organi amministrativi attuali fino a scadenza di mandato. Per quanto riguarda le funzioni, vengono considerate come fondamentali per le nuove Province: pianificazione territoriale, trasporti e viabilità provinciale, programmazione rete

scolastica ed edilizia scolastica, d’intesa con i Comuni; per le altre il ddl Delrio non norma il passaggio ad altro ente, ma saranno lo Stato e la Regione, secondo le rispettive competenze a decidere. “Appare – dichiara il presidente dell’Upi Veneto, Leonardo Muraro – del tutto incoerente l’emendamento di sottrarre alle Province la tutela dell’ambiente e la difesa del suolo, funzioni tipiche di un ente di area vasta, da destinare non si sa bene a quali enti. Impossibile immaginare una gestione a livello comunale; si pensi alla pianificazione e alle autorizzazioni degli impianti di gestione dei rifiuti, alle emissioni in atmosfera, agli scarichi industriali, alla valutazione di impatto ambientale, ai controlli, agli aspetti sanzio-

natori. Sono state dimenticate funzioni fondamentali, non riconducibili al livello comunale o alla gestione delle Regioni, quali l’organizzazione e la gestione dei servizi per l’impiego e le politiche per il lavoro e la formazione professionale, malgrado i numerosi emendamenti presentati in Commissione e in aula e non discussi per la fretta di concludere i lavori. A perdere – conclude Muraro - saranno i territori, in termini economici e democratici. Oltre, non a avere un risparmio economico effettivo resta tanta confusione sulle gestione delle funzioni e non solo. Il rischio maggiore è che di fronte al peso delle città metropolitane gli altri territori rischieranno di essere di serie “b” anche in termini di trasferimenti economici”.


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Spazi aperti 23 25 Grandi opere E’ arrivato il via libera da parte del Cipe

Nuova Romea, percorribile nel 2021 Diventerà uno dei più importanti corridoi commerciali europei. Ma non piace a tutti. nel Veneziano annunciate proteste: “Faremo come in Val di Susa” di Lorenzo Zoli

A

ttraverserà 11 province e 48 Comuni, per una modernare anche la viabilità di contorno, ossia svincoli lunghezza complessiva di 396 chilometri. E’ la e strade provinciali, così da rendere più facile l’accesso Romea Commerciale, nota anche come Nuova alla nuova autostrada. In Polesine, in particolare, la sua Romea. Ossia l’autostrada che collegherà direttamente costruzione porterà con sé anche la sistemazione e il Mestre a Orte, anticamera di Roma. Un’opera viaria miglioramento di due strade provinciali che costituiscoche entrerà di diritto tra i maggiori corridoi commerciali no attualmente la spina dorsale dei collegamenti con il Delta del Po: sono la Adria-Loreoeuropei. L’ok dal comitato intermiRosolina e la Adria-Taglio di Po. nisteriale Cipe, responsabile per le Collegherà A livello nazionale, poi, lo decisioni in tema di grandi opere, è direttamente scopo fondamentale della nuova arrivato nei giorni scorsi. E il primo Mestre a Orte, autostrada è quello di avere una a mostrarsi soddisfatto è stato il go- anticamera arteria che colleghi il Nord Est al vernatore del Veneto Luca Zaia, che di Roma Sud Italia e la costa adriatica con ne ha parlato come di una conquisa importante per il territorio. Sottolineando, in particolare, quella tirrenica. Dando, nel contempo, uno sbocco verso come la nuova autostrada consentirà di incrementare i l’Est Europa. Un progetto importante anche per le modalità con le quali sarà realizzato: il ministro Maurizio collegamenti con Chioggia e con il Delta del Po. Molto importante, sempre secondo il giudizio di Lupi ha infatti chiarito che sarà realizzato con la formula Zaia, anche il fatto che il Cipe, nel licenziare il progetto, del project financing, quindi affidandosi a capitali privati. abbia accolto anche tutte le prescrizioni che erano state Il contributo statale sarà indiretto, concretandosi nella previste dalla Regione. In particolare, la necessità di am- defiscalizzazione. Secondo le proiezioni, la Romea com-

L’immagine di come dovrebbe apparire l’autostrada merciale dovrebbe essere pronta e operativa nel 2021. Non tutti, però, sono egualmente entusiasti della novità. Ambientalisti e comitati cittadini, infatti, in varie realtà che saranno toccate dal progetto hanno già dichiarato guerra a quest’ultimo. Nel Veneziano, per esempio, i 5 Stelle, i comitati cittadini e Sinistra ecologia e libertà hanno già annunciato che ricorreranno a manifestazioni come flash mob e presidi sulle strade per bloccare la realizzazione dell’opera. Secondo questo punto di vista non solo dannosa dal punto di vista dell’impatto ambientale e della cementificazione che provocherebbe, ma anche inutile. Alla luce della pesante diminuzione che il traffico commerciale ha subito in questi anni di crisi. Facile

pronosticare, poi, come sicuramente non mancheranno ricorsi al Tar contro la realizzazione; e altrettanto facile desumere che la prima conseguenza sarà, come minimo, l’allungamento dei tempi di chiusura del cantiere. Il ricorso alla giustizia amministrativa, in particolare, è già stato annunciato. Mentre i comitati si stanno organizzando a livello nazionale, cercando il dialogo con tutti i contrari che, seguendo appunto il tracciato del nuovo progetto, vanno dal Nord Est sino alla capitale. Sino all’annuncio scandito poche ore dopo l’annuncio del “sì” riservato dal Cipe alla Romea commerciale: “Faremo come in Val di Susa”.

VALDASTICO SuD L’APERTuRA SLITTA Il deputato del Pd Diego Crivellari ha firmato l’interrogazione sui ritardi presentata alla Commissione trasporti

A

che punto siamo con la Valdastico? In particolare, con la Valdastico Sud, ossia la parte dell’autostrada che dal Vicentino dovrebbe arrivare al Padovano e al Polesine? Lo ha chiesto il deputato Pd Diego Crivellari, A lato firmando con altri onorevoli Democratici l’interDiego rogazione sui ritardi presentata alla CommisCrivellari sione trasporti. La domanda più importante è quella volta a conoscere se i tempi di consegna e apertura dell’opera, fissati per fine anno, saranno o meno rispettati. “La conclusione dei lavori - recita un passaggio dell’interroga- luglio ha visto la procura distrettuale antimafia zione - riveste particolare importanza al fine di di Venezia emettere ben 27 avvisi di garanzia, rendere agevole il trasporto di persone e merci a coronamento di una grossa inchiesta nella rompendo l’isolamento viario di una vasta quale viene ipotizzato e contestato, tra l’altro, zona del Basso Veneto, in particolare il Basso il reato di traffico illegale di rifiuti in forma orvicentino e la Bassa padovana”. Per avere una ganizzata. Al momento, dell’intera opera che idea della stima dei ritardi che si sono via via ac- era stata preventivata, sono agibili e ultimati cumulati, basti pensare che unicamente due tratti, enla prima tabella di marcia Al momento trambi nel Vicentino. Per prevedeva una apertura per sono agibili i restanti, come detto, la lotti successivi, gli ultimi dei unicamente data di consegna è slittata quali, comunque, sarebbe- due tratti al dicembre del 2014. ro diventati percorribili nel nel Vicentino Pure questa, tuttavia, ora 2010. Tre anni fa, quindi, non appare certa. Di qui la l’intero tracciato avrebbe dovuto essere piena- richiesta, allora, di Crivellari e dei colleghi, per mente percorribile. Così non è. Anche l’interro- sapere a che punto siano realmente i lavori. Tegazione, comunque, riconosce come i problemi, nendo anche conto che, in Polesine come nella in questi anni, non siano mancati: partendo dal Bassa Padovana, negli ultimi anni lo sviluppo ricorso al Tar che era stato proposto nel 2005 industriale e urbanistico è stato pianificato anda varie realtà, infatti, si arriva all’alluvione del che tenendo conto proprio dell’imminente rea2010, sino, infine, all’inchiesta che lo scorso 3 lizzazione di questa opera. Lo.Zo.

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28 Mondo scuola

Mondo scuola 25

Organismi studenteschi Il caso polesano

La Cps gode di scarsa considerazione tra gli studenti Si tratta dell’unico organismo legalmente riconosciuto, che ha diritto e possibilità di interloquire direttamente con il Ministero dell’istruzione. Forse non è conosciuto di Mattia De Poli

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siste anche in Polesine da almeno quindici anni un organismo studentesco provinciale, riconosciuto a livello nazionale da vari testi normativi, ma i protagonisti di questa struttura spesso ancora oggi non la conoscono o non ne conoscono a fondo le potenzialità. In virtù del Dpr 567 del 1996 e in linea con lo “Statuto delle studentesse e degli studenti” del 1998, tutte le ragazze e tutti i ragazzi che frequentano gli istituti superiori della provincia di Rovigo sono stati chiamati lo scorso ottobre al voto per eleggere i loro rappresentanti nell’assemblea della Consulta provinciale degli studenti. In tutto i delegati, scelti democraticamente all’interno della singola scuola, avrebbero dovuto essere ventidue, ovvero due per ogni istituto. Tuttavia, l’assemblea della

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Cps polesana, che rimarrà in carica per due anni, conta oggi solo ventuno membri, perché in una scuola si è proposto un solo candidato. Simone Targa, già presidente della Consulta e oggi supporto esterno, segnala questo dato come indizio della scarsa considerazione che gli stessi studenti ripongono in un organismo, l’unico legalmente riconosciuto, che ha diritto e possibilità di interloquire direttamente con il Ministero dell’istruzione. Non solo tutte le consulte provinciali sono parte di un coordinamento regionale, che offre occasioni di confronto sulle buone prassi e gestisce un finanziamento ministeriale, ma tutti i presidenti partecipano una volta all’anno alla Cnpc, ovvero al Coordinamento nazionale dei presidenti delle consulte, a cui partecipa anche il ministro in carica. La

scarsa considerazione nasce probabilmente dalla modesta conoscenza di questa organizzazione: alcune informazioni sono reperibili facilmente attraverso la rete internet sul sito www.spazioconsulte.it oppure su facebook, la Cps di Rovigo ha un profilo proprio. E, poiché si tratta di una struttura ufficiale, è possibile reperire notizie relative ad essa anche sul sito dell’Ufficio scolastico provinciale di Rovigo. A novembre l’assemblea con tutti i delegati si è riunita e ha individuato la nuova giunta, composta dal presidente Giacomo Gasparetto, dal vicepresidente Giuliocesare Casari Bariani, dal segretario Claudia Bedendo e da altri quattro membri: a loro spetta il compito di far conoscere e di far crescere in Polesine questa realtà nei prossimi due anni.

Progetti per ilfuturo

“giornata del ricordo e dell’impegno” e “rovigocrea”

a Consulta provinciale degli studenti di Rovigo, i cui organi direttivi sono stati da poco rinnovati, si appresta a riprendere il cammino intrapreso negli anni precedenti. Il 21 marzo verrà riproposta la “Giornata del ricordo e dell’impegno”, realizzata in collaborazione con l’associazione “Libera”, con varie attività che da Rovigo ad Adria, da Badia a Porto Tolle, hanno lo scopo di ricordare le vittime delle mafie. Grande impegno è stato profuso anche nella realizzazione del progetto biennale “Sentieri di bioetica”, che ha visto la partecipazione di tre esperti, ricercatori o docenti universitari, protagonisti

di altrettanti incontri a Rovigo, Adria e Badia. Le conferenze hanno fornito spunti interessanti per un concorso: prima della fine dell’anno scolastico si è tenuta una cerimonia ufficiale alla presenza di varie autorità civili. Rimane da concretizzare il progetto “Rovigocrea”, già impostato nel biennio precedente e da realizzare tra la fine di maggio e l’inizio di giugno: si tratta di una giornata dedicata a tutte le forme d’arte praticate dagli studenti, dalla musica alla pittura, dalla scultura alla danza, senza dimenticare la moda e la cucina, con apposite esibizioni nelle piazze del capoluogo polesano. M.D.P.

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Cultura provinciale 29 Palazzo Roverella Il prossimo 22 febbraio prenderà il via la nuova mostra

Aspettando “L’ossessione nordica”

appuntamenti a fratta Per tutta Gennaio i “Giovedì d’Inverno”: arte, cultura e cucina

A partire dal 1895 le biennali di Venezia cominciarono ad ospitare le tele di svizzeri, tedeschi e scandinavi, come Böcklin, Klinger, Klimt e Munch: i paesaggi, i ritratti e gli interni, i miti e la realtà erano rappresentati con modi e sensibilità insoliti, esotici, profondi e impressionanti. Una sorta di ossessione che non mancò di influenzare gli artisti italiani di Mattia De Poli

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a nuova mostra in programma a palazzo Roverella a Rovigo dal 22 febbraio al 22 giugno punta ancora una volta sull’originalità: per la prima volta verranno messi a confronto le opere dei pittori “nordici” e quelle degli artisti italiani che ne subirono il fascino e l’influenza. A partire dal 1895, con la prima edizione, e poi negli anni dell’inizio del Novecento le biennali di Venezia cominciarono ad ospitare le tele di svizzeri, tedeschi e scandinavi, come Böcklin, Klinger, Klimt e Munch: i paesaggi, i ritratti e gli interni, i miti e la realtà erano rappresentati con modi e sensibilità insoliti, esotici, profondi e impressionanti. E la loro presenza non passò inosservata. Anzi, già nel 1901 il critico Vittorio Pica, il critico italiano forse più aggiornato e internazionale dell’epoca, rilevò una sorta di “ossessione nordica” nelle opere di pittori italiani di tutte le età, come de Chirico, Previati, Fortuny e Wolf Ferrari: tutti furono contagiati dalla particolare visione della realtà e del mondo. Il percorso prende il via dal racconto delle prime Biennali e dalla loro evoluzione: da vetrina dell’arte storica e pompier al trionfo del Simbolismo con successiva forte attenzione alle Secessioni di Monaco, Vienna, Darmstadt e alle conseguenze sui vari filoni dell’arte italiana. Il percorso espositivo presterà attenzione al momento svizzero della cultura tedesca – con Böcklin e Hodler – così come ai grandi viennesi e tedeschi – Klimt, Klinger e von Stuck – impegnati tra evocazioni mitologiche e dense

interpretazioni simboliste dei miti non meno che della vita e dell’anima della belle époque mitteleuropea. Il paesaggio, nelle sue valenze interiori e in tutte le sue sinfoniche coloriture, l’inquieta e silenziosa natura nordica, gli interni domestici, maschere e ritratti in cui la figura umana, concepita tra tradizione accademica e indagine interiore, si fa carico dei nuovi strumenti di conoscenza e descrizione delle psiche nelle sue molteplici e contraddittorie valenze. Un percorso di enorme fascino, ricco di infinite sfaccettature, frutto di sensibilità diversissime. E proprio per questo seducente e, oggi, ineludibile. L’idea e il titolo dell’esposizione temporanea sono nati da qui. La nuova proposta di palazzo Roverella promette di replicare i successi di pubblico degli allestimenti precedenti: dal 2006 ad oggi, infatti, di anno in anno il numero di biglietti staccati è sempre andato aumentando. Quel silenzio e quel senso di inquietudine che in molti avvertirono un secolo fa osservando queste tele continua a contagiare anche l’osservatore di oggi. E forse nella società contemporanea simili opere possono assumere un significato ancora più profondo ed attuale.

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ra arte, cultura e cucina nei giorni 16, 23 e 30 gennaio a Fratta Polesine si svolgono i “Giovedì d’inverno”, promossi dal Comune, dalla Provincia di Rovigo, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Museo Archeologico Nazionale frattense. L’iniziativa è stata presentata recentemente dalla presidente nonché sindaco di Fratta Polesine Tiziana Virgili e dall’assessore provinciale alla cultura e turismo Laura Negri. La rassegna partirà il prossimo 16 gennaio con “Un viaggio nella storia dei tempi” l’iniziativa si comporrà di due momenti: prima una visita al Museo Archeologico Nazionale seguita da una cena alla Locanda Mulino al Pizzon. La serie di appuntamenti proseguirà il 23 con “I piatti di Goldoni” anche in questo caso la prima parte dell’iniziativa prevede la visita a Villa Badoer e successivamente la cena al ristorante Palladio. L’ultimo appuntamento si terrà il 30 gennaio con “L’uomo in frac”, visita al Museo Giacomo Matteotti e cena al ristorante Villa Gardenia. La quota di partecipazione per ogni singolo appuntamento è di � 25,00 tutto compreso e sino ad esaurimento dei posti, l’appuntamento per le visite guidate è alle ore 19,00 con la successiva cena alle ore 21,15. Per Informazioni e Prenotazioni: Comune di Fratta Polesine: tel. 0425.668030 int.11 email: info@comune.frattapolesine.ro.it sociale@comune.frattapolesine.ro.it Me.Ru.

in breve Teatro Lendinara

Occhiobello

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rassegna all’altezza del ballarin

el bicentenario di fondazione, il Teatro comunale “Ballarin” di Lendinara propone una stagione di prosa all’altezza della sua storia. Inaugurato il 3 settembre 1814, nel corso del Novecento ha attraversato periodi felici ed altri meno fortunati fino alla riapertura, avvenuta il 2 settembre del 2007: nella sesta rassegna di questa nuova vita vengono proposti sei appuntamenti con spettacoli di vario genere, che cercano di andare incontro ai gusti di un vasto pubblico e che sconfinano nel canto, nella musica e nella danza. Il teatro si conferma un utile specchio della società, che fa riflettere su quello che è stato e su quello che ancora oggi siamo. Il debutto è stato affidato a un classico della commedia musicale, “Aggiungi un posto a tavola” di Pietro Garinei e Sandro Giovannini (23 novembre), a cui è seguita la commedia “Sior Tita Paron”. Nel 2014 il primo appuntamento è in programma per il 18 gennaio: teatro e danza si fondono “Romeo e Giulietta, l’amore continua…”, proposta dalla Rbr Dance company. Il 21 febbraio è in programma l’evento con i grandi nomi: Ivana Monti, Daniele Liotti, Rosario Coppolino e Debora Caprioglio interpreteranno “Elephant man” di Giancarlo Marinelli. Maria Paiato, invece, attrice originaria di Stienta e ormai apprezzata a livello nazionale, è la protagonista di “Anna Cappelli, uno studio”, in calendario per il 7 marzo. Il sipario si chiuderà, infine, il 22 marzo con un classico dell’operetta: “La vedova allegra”. Tutti gli spettacoli hanno inizio alle ore 21. M.D.P.

riflettere a teatro

nche quest’anno il teatro Comunale di Occhiobello ospiterà nomi di eccezione e un folto pubblico proveniente da varie zone della provincia di Rovigo nonché dalla vicina città estense nella stagione teatrale, organizzata dal Comune e dall’associazione culturale Arkadis. “La forza di questa rassegna è il portare in scena un teatro che non cerca di rappresentare, attraverso la finzione, una realtà - spiega Marco Sgarbi, presidente di Arkadis - è un teatro che cerca di “essere” realtà offrendo nuovi spunti di riflessione e soprattutto di discussione e di crescita, attraverso quella verità che ogni sera lo rende differente dalla replica precedente”. Il 6 dicembre Eugenio Allegri porta sul palco “Berlinguer, pensieri lunghi”. Un viaggio che parte da lontano ed attraversa le contraddizioni di nostri tempi, le ideologie, le utopie abbandonate, tradite, perseguite, e tutto ciò che riguarda ognuno di noi. Il 20 dicembre è il tempo di Biancofango con “Porco mondo”, ovvero la storia di un’esistenza disperata e affascinante. La vita di una coppia “gettata” sul palcoscenico e raccontata con la crudeltà che solo la realtà ha. Dopo la pausa natalizia, si riprenderà il 31 gennaio, con “Muri – Prima e dopo Basaglia” con Giulia Lazzarini. Le testimonianze delle infermiere che ricordano cosa fossero i manicomi prima di Basaglia e di quanto la sua rivoluzione fu epocale: un’importantissima conquista sociale che rischia di finire nell’oblio dell’indifferenza generale. Per un San Valentino diverso potreste portare il vostro compagno/a a teatro per la messa in scena di “Mai morti” di Renato Sarti ed interpretato da Bebo Storti. Il fascista nostalgico, ripercorrendo a ritroso i propri ricordi, ci riporta nell’Italia fascista del nazionalismo, del razzismo, della xenofobia spinta all’estremo. La rassegna si concluderà il 28 febbraio con “La fabbrica dei preti” con Giuliana Musso. Un racconto dai mille linguaggi. Come si legge in copertina lo spettacolo “ci racconta di noi, delle nostre ipocrisie, paure, fragilità. E così, “mentre ridiamo di loro, ridiamo di noi stessi”. F.D.L.


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Lo NEWS

Sport in primo piano Calcio Dopo 13 anni da commissario tecnico

“Un campione a scuola”

Lubian e Cecchetti alle medie di Papozze

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’ cominciata dalle scuole medie di Papozze, l’ottava edizione di “Un campione a scuola” l’iniziativa promossa dall’assessorato allo sport della Provincia, il Coni ed i Panathlon di Rovigo e Adria. Protagonisti Lorenzo Lubian e Filippo Cecchetti, due giovani atleti della Vea Femi Cz Rugby Rovigo che si sono raccontati ai ragazzi dimostratisi interessati. “Il messaggio che cerchiamo di trasmettere a voi studenti con questa iniziativa - ha detto l’assessore Leonardo Raito - è che lo sport e lo studio possono andare di pari passo. Sono entrambi fondamentali per la vostra crescita. Pur campioni, ad un certo punto arriva il momento di smettere, e se avete studiato, se siete preparati potrete contare su una maggiore sicurezza altrimenti vi troverete in difficoltà”. Ad introdurre l’iniziativa oltre a Raito, la professoressa Cinzia Ghirelli e la Preside dell’Istituto, Laura Cassetta. Dopo avere mostrato ai ragazzi un video che ripercorre la storia del Rugby a Rovigo, i due giovani atleti hanno raccontato come è nata la loro passione per questa disciplina. “Io ho iniziato a giocare abbastanza tardi – ha detto Lorenzo Lubian – prima avevo provato diversi sport, tra cui le arti marziali, poi mio cugino Edoardo mi ha invitato a provare e mi è piaciuto subito. Non ho tralasciato gli studi, mi sono diplomato e adesso frequento il terzo anno di lingue”. Filippo Cecchetti, invece, ha iniziato da giovanissimo. “Anch’io ho continuato gli studi, ho frequentato la ragioneria e adesso sono al terzo anno di Economia e Commercio. Faccio anche il vigile del fuoco, perchè mi piace aiutare gli altri e questo spirito di altruismo me lo ha trasmesso il rugby. Per me la Rugby Rovigo non è solo una squadra sportiva ma una famiglia a cui posso anche chiedere dei consigli se ho bisogno”. Cr.Ag.

Zuccarin non siede più sulla panchina del Delta di Cristiano Aggio

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opo 13 anni, sulla panchina del Delta Porto Tolle non siede più Fabrizio Zuccarin che aveva portato il Porto Tolle dalla Seconda categoria fino ai professionisti. Il tecnico di Scardovari, è stato sollevato dall’incarico dopo il flop dei bianco-celesti, in casa contro la Vecomp Verona, datato 3 novembre, che aveva fatto seguito al passo falso di Ferrara contro la Spal. A quel punto la decisione del presidente Mario Visentini è stata inesorabile, affidando la conduzione tecnica della squadra a Paolo Favaretto, ex mediano di Perugia e Bassano Virtus, ex trainer di Pievigina e Venezia, lo scorso anno nel Lazio all’ Aprilia (in Seconda Divisione), dov’era subentrato. Il nuovo commissario tecnico si avvarrà dello stesso staff tecnico di Zuccarin, con l’unica differenza che gli allenamenti saran-

no pomeridiani. La società, in una nota, ha espresso profondo rammarico per l’esonero e ha ringraziato l’ex allenatore “per il lavoro fin qui svolto con impegno, professionalità, dedizione e competenza e, in modo particolare, per l’eccezionale traguardo della promozione in Lega Pro raggiunto lo scorso anno, senza dimenticare che il nome di Zuccarin è legato alla storia e ai successi della società deltina fin dalla sua nascita e lo rimarrà in modo indelebile per sempre, come mister e come uomo”. A Favaretto, si chiede di ripetere l’exploit laziale con l’Aprilia, quando prese per mano una squadra penultima in classifica portandola quasi ai play off.

L’ex allenatore del Delta 2000, Fabrizio Zuccarin

Il nuovo allenatore si avvarrà dello stesso staff tecnico di Zuccarin

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IL VEnETO

in PRIMO PIAnO

Sanità Inchiesta sul fine vita

Sedazione palliativa o eutanasia mascherata?

Ridurre il dolore del paziente nei suoi ultimi giorni di vita è una questione umana, prima che etica. Tuttavia la sedazione palliativa, a volte, viene percepita come una forma di eutanasia: un modo di troncare la sofferenza insieme alla vita dell’ammalato di Alessandro Abbadir

F

ine vita, un tema che fa paura, difficile da trattare e che pone problemi etici e medici importantissimi. Quello che intendiamo affrontare con questo numero della Piazza è il problema dell’utilizzo sempre più diffuso nel caso dei malati terminali, delle cure palliative e della fase conclusiva delle cure, la sedazione terminale palliativa. Va sgombrato subito il campo da un equivoco, la sedazione terminale palliativa non è eutanasia (che invece è un’azione che porta con mezzi specifici direttamente e volutamente la morte del paziente). Per sedazione terminale palliativa si intende: “la riduzione intenzionale della vigilanza con mezzi farmacologici, fino alla perdita di coscienza, allo scopo di ridurre o abolire la percezione di un sintomo, altrimenti intollerabile per il paziente, nonostante siano stati messi in opera i mezzi più adeguati per il controllo del sintomo, che risulta, quindi, refrattario”. Sono 100 mila i malati (prevalentemente oncologici) presi in carico ogni anno dal servizio di cure palliative in Italia. I dati più recenti riportano un ricorso alla sedazione terminale negli ultimi giorni di vita in percentuali che arrivano fino anche all’88% dei casi per i differenti setting assistenziali (ad es. ospedale, hospice, assistenza domiciliare). In Veneto le persone in carico alle cure palliative sono circa 7-8 mila ogni anno. A spiegare queste difficili questioni è il dottor Giovanni Poles medico specialista in Oncologia nell’area Cure Palliative al Policlinico San Marco a Mestre, e autore di numerose pubblicazioni sull’argomento. “Nelle fasi

terminali della vita - spiega il dottor Poles - si avverte la necessità di dover difendere la dignità della persona da un tecnicismo spesso immotivato ed eccessivo. Del resto il problema a volte si pone in senso opposto, rischiando di ricadere nel quasi totale astensionismo terapeutico. Non sempre è chiaro come ci si deve comportare nei confronti di trattamenti “vitali” come la nutrizione e l’idratazione artificiali. Di analoga difficoltà può spesso risultare la valutazione se fare trasfusioni su un ammalato con una prospettiva di vita limitata. Per tentare una risposta a tali interrogativi, si deve cercare di capire quali sono i criteri che possono permettere al medico di inquadrare un trattamento come accanimento terapeutico o, all’opposto, come astensionismo e, al limite, come eutanasia”. Il dottor Poles studioso da anni del problema va nello specifico. “L’accanimento terapeutico - spiega- viene definito dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) come “un trattamento di documentata inefficacia in relazione all’obbiettivo, a cui si aggiunga la presenza di un rischio elevato o una particolare gravosità per il paziente con un’ulteriore sofferenza, in cui l’eccezionalità dei mezzi adoperati è chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica. A volte però non è chiaro se anche per quanto riguarda alimentazione e idratazione artificiali si possa parlare di trattamenti sproporzionati (in questo caso si potrebbe talora giustificarne la sospensione)”. Poles poi affronta il tema della sedazione palliativa terminale “In questi

casi come medici ci troviamo – spiega - nella necessità di sedare un malato in fase terminale quando siamo di fronte a sintomi non altrimenti controllabili. In altre parole la sedazione terminale è indicata per quei sintomi che incidono pesantemente sulla qualità di vita del paziente e che rispondono solamente al trattamento sedativo. La sedazione può essere reversibile e spesso viene utilizzata per ridurre i disturbi respiratori, quando il dolore stesso e altri sintomi non sono controllabili con le usuali terapie”. Poles poi vuol chiarire un aspetto importante. Da recenti dati scientifici risulta che l’intervento della sedazione terminale è pari in media a 2.8 giorni (media ponderata). La sopravvivenza di pazienti sedati in fase terminale non differirebbe da questi dati da quella dei pazienti non sedati. “La sedazione palliativa – spiega Poles - non ha la finalità di abbreviare la vita del paziente, pertanto non ha nulla che vedere con l’eutanasia ma deve essere gestita in modo attento e competente da parte del personale medico e infermieristico. Oltre all’esperienza, emergono altri due aspetti importanti dell’agire medico che difficilmente possono essere inquadrati nell’ambito di una norma: basi etiche solide, equidistanti da eutanasia ed accanimento terapeutico ed il fatto che ogni intervento deve essere valutato nella date circostanze”. Problemi importanti arrivano spesso nella gestione di questa delicatissima fase, nei reparti di ospedale piuttosto che negli hospice o nelle cure palliative a domicilio dove il personale è invece estremamente preparato.

focus

U

La scelta

il processo decisionale

n aspetto etico di capitale importanza riguarda l’individuazione del “chi decide” l’inizio della sedazione terminale palliativa. Il percorso decisionale deve rispettare criteri etici internazionalmente riconosciuti e differenziati in base alla capacità mentale del malato. In particolare, se il malato è mentalmente capace al momento in cui insorge l’indicazione per compiere la sedazione, vale il criterio del consenso informato. In generale non si raccomanda né l’adozione di un modulo di consenso specifico né l’apposizione della firma del malato; si ritiene sufficiente una registrazione del consenso verbalmente espresso in cartella clinica da parte dei curanti. Nel limite del possibile è opportuno invitare il malato ad informare i suoi familiari delle decisioni prese, in modo da facilitarne l’accettazione e ridurre l’impatto emotivo. Se, invece, il malato non è mentalmente capace o non vuole partecipare alle decisioni, valgono, sul piano etico, le direttive o dichiarazioni anticipate. In assenza di tali disposizioni anticipate, la decisione può essere assunta dai sanitari curanti ricorrendo al giudizio sostitutivo, basato sulle volontà e i desideri espressi in precedenza dal malato ai suoi cari o all’équipe curante. In caso di malato mentalmente incapace di cui non è possibile ricostruire volontà o orientamenti pregressi, o in caso di situazioni d’emergenza (in cui non sia possibile né ottenere il consenso informato o direttive anticipate né formulare un giudizio sostitutivo), i sanitari devono ricorrere al criterio del migliore interesse del malato, procedura decisionale che si fonda sul bilancio fra i benefici attesi e gli oneri previsti del trattamento terapeutico A.A.


Il Veneto in primo piano 11 33 Fine vita Strutture specializzate nelle cure dei malati terminali

Hospice, un aiuto alle famiglie

L’8O% dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma ci sono anche malati di Aids e Sla di Alessandro Abbadir

H

ospice, delle strutture sempre più diffuse in Veneto per affrontare il tema delicatissimo della cura de malati terminali cioè alla fine della vita. In Italia, ogni anno circa un milione di persone si trovano a dover gestire una situazione estremamente difficile a causa di una prognosi infausta. Per andare incontro ai malati, ai famigliari e alle loro difficoltà sono nati gli hospice, strutture dedicate proprio a questo scopo. L’8O % dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma sono strutture aperte a tutti coloro che, in fin di vita, necessaria di un’assistenza, dai malati di Aids a quelli con malattie neurologiche a evoluzione progressiva, come la sclerosi laterale amiotrofica

(Sla). Come funzionano queste strutture? Non essendoci direttive nazionali, il funzionamento è variabile. In linea generale gli hospice si occupano di assistere i malati con un’aspettativa di vita breve, di pochi giorni o poche settimane. L’obiettivo di queste strutture è quello di migliorare la qualità di vita fino alla fine, agendo a più livelli. Si interviene sul piano fisico, prescrivendo trattamenti farmacologici o di altro tipo, come massaggi rilassanti, tecniche di respirazione, che controllino i diversi sintomi. Esistono hospice convenzionati con il servizio sanitario nazionale che a pagamento. Nel primo caso, la famiglia non deve sostenere costi. Il vitto e l’alloggio sono gratuiti, anche per un famigliare. La

la mappa

persona che assiste il malato, ha diritto ai principali, alla biancheria per il letto e al bagno. C’è la possibilità di portare da casa oggetti e anche piccoli mobili, che possano servire a far stare meglio la persona. Nell’hospice non ci sono orari di visita. L’obiettivo è aiutare il malato e i suoi famigliari a vivere al meglio la situazione. Si lascia massima libertà anche in questo campo: parenti e amici possono far visita alla persona quando vogliono e senza limiti di tempo. In quasi tutte le strutture c’è la possibilità di trascorrere la notte con il proprio caro: in ogni camera c’è un secondo letto, che può essere usato dai famigliari. L’idea è permettere al paziente di avere un parente accanto 24 ore su 24. Gli hospice

dovrebbero rappresentare la soluzione ultima, da adottare quando l’assistenza domiciliare non è fattibile per mancanza di fondi, per difficoltà della famiglia o perché il malato è solo. Invece oggi solo chi è in un hospice riceve l’assistenza e il supporto di cui ha bisogno. In Italia, e anche in Veneto sotto diversi aspetti insomma sembra mancare diffusamente la cultura dell’assistenza al malato terminale.

dove sono le strutture a padova, venezia e rovigo

S

ono 20 in tutto il Veneto gli Hospice attivi e collegati alle Ulss di riferimento. La provincia che ne vede di più sul suo territorio è quella di Padova con 5 strutture, 4 sono in provincia di Venezia, 3 a Vicenza e 3 a Verona, 2 a Treviso, 2 a Belluno e infine una a Rovigo. Per le province in cui esce il nostro giornale e cioè Padova, Rovigo e Venezia, andiamo nel dettaglio. In provincia di Padova ci sono: l’ Hospice “Il Melograno” Centro Residenziale di cure palliative presso la Rsa “Anna Moretti Bonora” a Camposampiero. C’è poi l’Hospice di Montagnana. A Padova centro, l’Hospice “Casa S. Chiara” all’ Istituto Suore Terziarie, il

“Centro Cura e Sollievo Paolo VI” alla Fondazione Opera Immacolata Concezione e per i bambini il “Centro regionale terapia antalgica e cure palliative pediatriche “Casa del Bambino” al dipartimento di pediatria dell’Ulss 16. A Rovigo l’Hospice “Casa del Vento Rosa” nucleo cure palliative a Lendirara. In provincia di Venezia, l’Hospice Casa Residenziale “Pia Opera Francescon” a Portogruaro e l’ Hospice Iris all’Ipab di San Donà”. C’è poi l’Hospice “Casa San Giovanni di Dio” all’Ospedale Fatebenefratelli a Venezia centro storico. Infine il centro Nazareth alla Fondazione Opera S.Maria della Carità padiglione Roncalli a Mestre.

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14 Il Veneto in primo piano 34 La normativa sulla sedazione palliativa Parla Elisabetta De Sepits, avvocato, docente di Biodiritto

“Il rischio? Dosi troppo elevate di narcotici” La sedazione palliativa è regolata dalla legge n. 38 del 2010, che prevede l’assistenza domiciliare palliativa anche per i minori di Alessandro Abbadir

S

ulla questione abbiamo sentito per chiarirne i contorni legali della questione anche l’opinione di Elisabetta De Sepits, avvocato di Padova docente di Biodiritto, patrocinante in Cassazione, e autrice del libro “Eutanasia, tra bioetica e diritto”. “Curare non significa solo guarire, ma anche alleviare le sofferenze spiega l’avvocato De Septis - la medicina palliativa vede ancora la possibilità di curare, nel senso di prendersi cura del malato, anche nei pazienti che presentano stati clinici ormai irreversibili. Le cure palliative consistono nella somministrazione di farmaci capaci di lenire i dolori intollerabili dei malati terminali. L’assistenza prende in considerazione il malato nella sua completezza, con particolare attenzione alle sue necessità oltre che fisiche, psicologiche ed emotive, e coinvolge il suo nucleo familiare. La famiglia viene adeguatamente assistita e psicologicamente sostenuta per essere messa in grado di affrontare con il proprio congiunto l’iter completo della malattia, anche nella fase finale della vita. La materia è regolata dalla legge n. 38 del 2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”), la quale configura l’accesso alle cure palliative

come “diritto del cittadino”, prevedendo per i minori, per prima, a livello mondiale , il diritto di essere assistiti a domicilio”. L’avvocato De Septis va nel dettaglio della legge. ”Le norme prescrivono - spiega De Septis - che le strutture sanitarie che erogano cure palliative debbano assicurare un programma di cura personalizzata per il paziente e per la sua famiglia, nel rispetto di alcuni principi fondamentali quali la tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione, la tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine, l’adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia”. Ma c’è differenza dall’eutanasia. “Alla somministrazione delle cure palliative - continua l’avvocato - si contrappone l’aiuto farmacologico a morire che si inquadra nell’eutanasia, praticata con iniezione letale in Olanda, Belgio e Lussemburgo, dove da alcuni anni è stata legalizzata. Si tratta di fattispecie totalmente diverse. L’eutanasia fornisce un “aiuto a morire”, mentre al contrario le cure palliative rappresentano un “aiuto nel morire”. Le cure palliative non sono finalizzate alla morte del paziente, bensì ad esaudire la sua legittima richiesta di essere posto in

L’Avvocato Elisabetta de Septis condizione di sopportare i dolori causati dalla malattia e sono per questo riconosciute come doverose. L’eutanasia invece presuppone l’intenzione di provocare la morte del malato e, pur in mancanza di una definizione e di una disciplina specifica, nell’ordinamento giuridico italiano é configurata come reato, essendo riconducibile ad un delitto contro la vita”. L’avvocato fa anche una riflessione sociologica e di tipo penale. “In tempi nei quali il malato viene percepito sempre più come un costo che grava sulle limitate risorse della sanità pubblica - spiega - si teme che dietro cure palliative non correttamente somministrate, possano insinuarsi forme mascherate di eutanasia. Alle cure palliative può conseguire infatti l’accelerazione della fine del paziente. Nell’ipotesi in cui la cura sia proporzionata al dolore, l’eventuale anticipa-

zione della morte non è imputabile al medico che abbia somministrato le terapie antalgiche nel pieno rispetto di tutte le regole di cautela. Diversamente, qualora il medico, somministrando cure palliative con farmaci o inadeguati o in dosi non proporzionate, si assuma il rischio dell’accelerazione della fine del paziente, la sua condotta è commissiva e causale dell’evento morte. La colpevolezza assume, in tal caso, i caratteri del “dolo eventuale” ed il medico è imputabile di omicidio. Le cure palliative correttamente somministrate rappresentano invece l’alternativa all’eutanasia, in quanto umanizzano il processo del morire, assicurando al malato, considerato come una persona e non come un inutile peso, una morte dignitosa perché assistita e senza sofferenze”.

BIOETICA LE DIFFERENTI OPINIONI

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el campo bioetico le opinioni sulla questione fine vita sono differenziate. L’ ”Associazione Luca Coscioni” anche in Veneto insieme ai radicali si batte anche per l’interruzione delle terapie che come posizione va oltre l’utilizzo e il sostegno alla sedazione terminale. “Al contrario dell’eutanasia – spiega in una nota l’associazione - la sospensione delle cure o l’interruzione delle terapie (cosiddetta “eutanasia passiva”) costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione italiana in base al quale: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Principio affermato, tra l’altro, dalla sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha prosciolto Mario Riccio, il medico che ha praticato a Welby la sedazione terminale. Tuttavia in Italia viene disatteso anche questo principio che conduce al fenomeno dell’eutanasia clandestina. In quest’ottica la battaglia radicale di Piergiorgio Welby ha incarnato la semplice applicazione del diritto di ogni malato a non essere sottoposto a terapie mediche contro la propria volontà. Altri casi dimostrano che nel nostro paese questo diritto viene spesso disatteso, anche in relazione agli anatemi integralisti lanciati quotidianamente dalle gerarchie vaticane”. Diversa l’opinione del mondo cattolico che con padre Ermanno Barucco dello Studio Generale Marcianum di Venezia, puntualizza le posizioni della chiesa sull’argomento. “Dal punto di vista etico - spiega Barruco - la sedazione palliativa è legittima e doverosa, e non va identificata, sul piano delle

intenzioni o dei mezzi usati, con un atto di eutanasia, che presuppone la deliberata finalità di accorciare e interrompere la vita per eliminare la sofferenza ad esempio con dosi eccessive di morfina senza motivi proporzionati”. “L’insegnamento della Chiesa cattolica – già espresso da Pio XII nel 1957 e confermato da Giovanni Paolo II nel 1997- spiega Barruco - afferma che è lecito sopprimere il dolore con narcotici, pur con la conseguenza non voluta di limitare la coscienza e di abbreviare la vita, se non esistono altri mezzi: in questo caso, infatti, la morte non è voluta o ricercata, nonostante che per motivi ragionevoli se ne corra il rischio, semplicemente si vuole lenire il dolore in maniera efficace (Evangelium vitae 65). Viene applicato il principio del duplice effetto: il fine oggettivo dell’azione e l’intenzione dell’agente è solo di lenire il dolore; l’effetto non voluto è di abbreviare di poco la vita. Ma la grande differenza rispetto all’eutanasia è che non si ottiene il primo effetto per mezzo del secondo, che rimane fuori dall’intenzione e non è direttamente provocato dai mezzi impiegati, ma dalla malattia che reA.A. sta la causa della morte”.


Il Veneto in primo piano 13 35 Molte le novità normative

Aria di votazioni: 345 sindaci a rinnovo Meno consiglieri, meno assessori e soprattutto meno minoranza. E se il comune non raggiunge i mille abitanti: solo il sindaco!

Rappresentanza di genere

doppia preferenza e giunte paritarie

di Germana urbani

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uello che inizia è un anno che potremmo definire straordinario dal punto di vista elettorale. Primo perché a primavera i veneti saranno chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti in Europa ma anche perché si dovranno rinnovare ben 345 sindaci e relativi consigli comunali. Il dato più significativo, però, è che da questa tornata di amministrative i consigli comunali avranno profili e numeri molto diversi da quelli che abbiamo conosciuto sino ad oggi. Le elezioni amministrative impegneranno tutte le province con numeri considerevoli di comuni al voto ma l’unico comune capoluogo che va al rinnovo è Padova. Altri 60 i municipi da rinnovare nel resto della provincia, ben cinque quelli con popolazione al di sopra dei 15mila abitanti che potranno eleggere il primo cittadino col doppio turno: Cadoneghe, Monselice, Padova, Rubano, Selvazzano Dentro. Nel vicentino saranno 88 le amministrazioni da rinnovare. Anche qui sono cinque i comuni al di sopra dei 15mila abitanti che eleggeranno il primo cittadino quasi sicuramente al secondo turno. Sono Basano del Grappa, Schio, Valdagno, Arzignano e Montecchio. In provincia di Verona, invece, i comuni al voto saranno 52, quattro quelli al di sopra dei 15mila abitanti: Legnago, San Bonifacio, Negrar e Pescantina. Belluno, invece, rinnoverà le amministrazioni di 38 comuni, quasi tutti sotto i 5mila abitanti, mentre Rovigo ne rinnoverà 34 ma solo tre di medie dimensioni e comunque sotto i 15mila. Nel veneziano si voterà per il sindaco solo in 15 comuni, in tre di questi, Spinea, Scorzè e Noale, si voterà con il doppio turno. Le prossime amministrative, però, cambieranno il volto dei Consigli Comunali che potranno essere più “rosa”, grazie all’introduzione della doppia preferenza di genere che interesserà i comuni sopra i 5000 abitanti, ma soprattutto più ridotti per effetto della norma che, con l’obiettivo di ridurre i costi della politica, ha ridotto il numero di consiglieri e assessori comunali. In nome della famigerata spending review, nel 2011 il Governo Monti decise di tagliare le spese cominciando dal basso e, a dirla tutta, dalle briciole. Sì perché è vero che qualcosa si risparmierà ma è anche vero che il gettone di un consigliere

T I nuovi Consigli Comunali vedranno le minoranze ridotte a numeri scandalosi per la democrazia di un comune di medie dimensioni non è che una minuscola frazione del compenso pagato ad un parlamentare o ad un consigliere regionale. Ma quel che è peggio è che con questi tagli a farne davvero le spese sono le minoranze che, anche nelle città più grandi, si troveranno con una manciata di consiglieri. Guardando in profondità alle normative è possibile capire la portata del dimagrimento dei consigli comunali. Governerà solo il sindaco, senza assessori, nei Comuni che hanno fino a mille abitanti. Accanto a lui verranno eletti sei consiglieri invece che nove e tutte le competenze della giunta comunale verranno attribuite esclusivamente al primo cittadino.

Il numero dei consiglieri passerà da nove a sei, anche nei Comuni con popolazione da 1.001 a 3 mila abitanti, mentre gli assessori saranno al massimo due. I municipi con residenti tra i 3.001 e i 5 mila, avranno 7 consiglieri, non più 12, e la giunta sarà composta al massimo da tre persone. Cambierà relativamente poco per i Comuni che contano tra i 5.001 e i 10 mila abitanti: il numero dei consiglieri scende da 12 a 10, mentre quello degli assessori resta fermo a quattro. Riduzioni previste anche nei centri più grandi. I Comuni con il numero di abitanti tra 10.001 e 30 mila avranno 16 consiglieri, non più 20, quelli che hanno tra 30.001 e 100 mila abitanti, ne avranno 24 invece di 30, mentre per quelli con più di 100 mila abitanti o per i capoluoghi di provincia, come Padova, il numero di consiglieri scenderà da 40 a 32.

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ra le novità che investiranno questa tornata ci sono quelle introdotte dalla legge n.215 del 2012 pensata per rispondere alla sotto rappresentazione delle donne nelle istituzioni pubbliche, e in particolar modo “volta a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali”. Questa legge ha, di fatto, cambiato la normativa per l’elezione dei consigli comunali dei comuni che superano i 5000 abitanti. I cittadini, infatti, potranno esprimere due preferenze per i consiglieri comunali purché riguardanti candidati di sesso diverso. Se per errore la doppia preferenza, comunque non obbligatoria, dovesse andare a persone dello stesso sesso, la seconda preferenza verrà annullata. La legge inoltre prevede la cosiddetta “quota di lista”, che fa sì che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in lista per oltre due terzi del totale dei candidati. E’ vero, però, che solo nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, il mancato rispetto della quota potrà determinare la decadenza della lista. La norma, entrata in vigore già lo scorso anno, ha già dimostrato la sua efficacia in termini di presenze femminili nei neo-eletti Consigli Comunali. Si è registrata, infatti, una crescita robusta e diffusa delle donne, tanto che in termini assoluti esse raddoppiano mentre in termini percentuali la loro presenza è due volte e mezzo quella della precedente tornata. Da ultimo un recente emendamento, approvato alla Camera nella seduta notturna del 21 dicembre, nel corso dell’esame del ddl n. 1542-A di riforma degli enti locali (città metropolitana, province, unioni e fusioni di comuni) sancisce che nelle giunte comunali nessun genere può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento. Saranno pertanto illegittime le giunte con meno del 40 per cento di donne. Il testo deve ancora passare all’esame del senato ma se passerà anche lì il volto delle prossime giunte cambierà molto con buona pace di tutti.

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16 Cultura veneta 36 Intervista ad Aldo Tagliapietra

“Le mie verità nascoste” e “L’ angelo rinchiuso”, un’occasione per rivivere quarant’anni di carriera di Graziano Edi Corazza

A

ldo Tagliapietra ha una biografia lunga un braccio con Le Orme, band storica veneziana, di cui è stato leader; e poi ha una carriera solista importante. Scrive libri: “Le mie verità nascoste” è l’ultima fatica letteraria ma continua anche a cantare e con il suo nuovo disco “L’ angelo rinchiuso” ha toccato le corde più alte del “progressive”, nella migliore tradizione romantico/melodico/ progressiva italiana. Le due produzioni sono state l’occasione di questa intervista che ripercorre oltre quarant’anni della sua vita artistica. L’ultima volta che ti ho visto eri al concerto di Crosby, Stills, Nash... “Si’, belli, non li avevo mai visti conoscevo quattro/cinque loro canzoni e risentirle mi ha fatto piacere. Ero curioso di sentire e vedere come “tre” quasi settantenni se la cavavano dal vivo. Mi sono piaciuti ed ho visto come hanno conservato il loro entusiasmo”. Quali altri concerti sei andato a vedere negli ultimi anni? “Vedo spesso Tiziano Ferro e Gianna Nannini grazie al fatto che mio figlio Davide è chitarrista e lavora con loro. Davide è produttore e collabora anche con Ramazzotti ed Antonacci”. Pensavo mi parlassi anche dei Van Der Graaf Generator. So che sei loro amico soprattutto di David Jackson che ha suonato con te diverse volte... “Vuoi sapere una cosa? Non li ho mai visti dal vivo. Anche se siamo stati noi italiani a scoprirli prima dei loro paesi anglosassoni”. Hai presentato a fine estate 2013 il tuo ultimo disco “L’Angelo Rinchiuso” al Parco San Giuliano di Mestre suonandolo prima di “Felona e Sorona”... “Mi sembrava doveroso farlo vicino a casa. E’ stata una serata in cui il tempo ha tenuto e c’è stato un bell’afflusso di gente”. Il titolo: da dove nasce? “Da un vecchio quadro di Paul Whitehead. Quando viene in Italia mi manda sempre una cartolina. Una delle

ultime aveva impressa l’immagine di un suo quadro “Locked Angel”. E così è nato il titolo del mio ultimo disco”. Quali copertine ritieni le migliori che ha fatto? “Ne ha fatta di belle per i Genesis...” E anche per i VDGG. “Sì, giusto. Ma per me la più bella sua copertina è quella che ha disegnato per il mio penultimo disco del 2012 “Nella Pietra e nel Vento”. Poi come è andata a Milano in ottobre 2013? “E’ stata una serata esclusiva per i giornalisti nella quale ho presentato l’ultimo cd con “Felona e Sorona””. Cosa differenzia “Felona e Sorona” da questo tuo cd del 2013 e cosa li unisce? “Volevo che fosse una suite, il tema principale di questo mio ultimo lavoro discografico. Le mie composizioni rappresentano le mie due anime. Ho un’anima cantautorale da ballata ed un’anima progressive. In effetti se ascolti da “L’angelo rinchiuso” il brano “Passato e Futuro” ci sono arpeggi di organo che richiamano “Felona e Sorona””. Cosa ascoltavi quando avete composto con Le Orme “Collage” e cosa ascolti ora? “All’epoca 1969/1970 ascoltavo Quatermass, Atomic

Museo Diocesano di Padova

dal 18 gennaio “i colori del sacro”, gli illustratori raccontano il viaggio

L

’uomo, fin dalle origini della sua storia, si è spostato, ha camminato per cercare terre fertili, nuovi orizzonti. Le tre grandi religioni monoteiste, inoltre, hanno tutte radici nella storia di popolazioni nomadi e le divinità si sono spesso rivelate a popoli in cammino o a singoli pellegrini. Il viaggio, dunque, è connaturato all’uomo e il viaggio è centrale anche nel suo rapporto con il soprannaturale. Per questo la settima edizione dell’ormai popolare mostra di illustrazioni e illustratori “I colori del sacro” sarà interamente dedicata al tema del viaggio. Dal 18 gennaio le tavole di illustratori di tutto il mondo, moltissimi da paesi “nuovi” finora non rappresentati, daranno corpo e colore all’esposizione che fino al prossimo 2 giugno rimarrà allestita al Museo Diocesano, di Padova. Abbiamo sollecitato illustrazioni – spiega Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano e curatore della Rassegna - che esplicitino il tema approfondendo sia quegli aspetti legati al desiderio di conoscenza e di scoperta che da sempre caratterizza gli spostamenti verso terre e popoli lontani, sia tutti i risvolti più di tipo psicologico, emotivo e spirituale che accompagnano le fasi del viaggio e che accomunano il sentire di chi parte, per qualsiasi meta, fosse anche un partire simbolico”. L’edizione 2014 della rassegna vuole quindi raccontare il viaggio come esperienza di vita tout court, ripercorrendo la storia, i testi sacri e i racconti pagani e mitologici, i riti e le tradizioni, nel tentativo di rivelare la dimensione emotiva e spirituale di ogni partenza e di ogni ritorno.

Rooster, E.LP., Yes. Eravamo molto influenzati dai suoni delle bands che prediligevano ballads e suite tastieristiche. Oggi non ascolto molte cose nuove”. Oggi alcuni giovani non conoscono il “prog”. Altri lo definiscono “dinosauresco”... “I giovani non sono interessati più di tanto a questa musica. Per loro è un genere che considerano coma la “musica classica del rock”. Noi sappiamo quanto è bella, comunque. Sia il progressive che la musica classica. Io amo molto la melodia e questa mi viene molto facilmente”. Produzione e distribuzione di un disco oggi quanto sono cambiati rispetto a quando hai iniziato? “Noi siamo stati venti anni con la Phonogram, oggi Universal che aveva grandi mezzi di produzione e di distribuzione. Noi ci preoccupavamo solo di fare musica; al resto pensavano loro. Le case discografiche oggi stanno scomparendo e sono state ridimensionate con internet. Io, senza contratto discografico, ho optato anni fa per l’autoproduzione insieme a Gloria (Tagliapietra, sua figlia, nda). Abbiamo la Clamore che è una società di comunicazione e produzione che con la Self distribuisce i miei lavori discografici e libri. Così ho il controllo

completo su tutta la proprietà editoriale della mia produzione di oggi”. I rapporti con le altre “Orme” oggi come sono? “Ognuno sta’ facendo la sua vita. Non aggiungo altro”. Ora sei in tour? Vuoi dirci dove possiamo vederti nei prossimi mesi? “Inizieremo a fare qualcosa da fine gennaio 2014. Intanto proseguo con questi “reading parole e musica”. Ci parli di questo tuo ultimo libro? “Le mie verità nascoste” è una autobiografia che nasce dalla voglia di narrare non solo della musica che ho fatto, dei viaggi, del sistema musicale vigente, di Sanremo ma anche dei miei pensieri, delle mie opinioni, della vita. In effetti, si chiama “Le mie verità nascoste” perché sono le mie. Il titolo è in parte preso da una canzone delle Orme scritta da me “Verità nascoste” appunto”. Immagino che anche “L’ angelo rinchiuso” racconti di te? “Sì, the “locked angel”, sono io che parlo, che racconto i miei pensieri attuali attraverso la musica. Una suite progressiva di 12 brani scritti da me ed arrangiati con la complicità di Matteo Ballarin ed Andrea De Nardi. Una suite che ha qualche collegamento con “Felona e Sorona”. Racconti ai nostri lettori di quando viaggiavate con un furgoncino 238 Fiat per andare a vedere i concerti fino a Londra... “Viaggiavamo con una 1100 fiat scassata non nostra. E noleggiavamo un furgoncino 238 Fiat per le nostre serate. Poi abbiamo acquistato una 125 Fiat. Con quella siamo a andati a Londra ed all’isola di White...” Avete visto l’ultimo concerto di Jimi Hendrix! “Esatto! Ed anche il primo grande live di Emerson Lake & Palmer”. E con le macchine come andò? “Poi quando siamo diventati “relativamente benestanti” abbiamo acquistato un bel Mercedes blu ed abbiamo iniziato anche a viaggiare in aereo”.

Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova

La bellezza torna dopo l’orrore

L

e Tre Grazie, sono una delle opere scultoree più ammirate e conosciute del Canova ma in realtà sono sei: tre sono quelle del gruppo commissionato da Josephine de Beauharnais, moglie di Napoleone, oggi all’Ermitage di San Pietroburgo, le altre tre invece andarono al Duca di Bedford che, visto il gesso conservato nell’atelier romano dello stesso scultore, lo supplicò di creargli un ulteriore esemplare in marmo. A Possagno rimasero solo i gessi sui quali Canova aveva lavorato per preparare le versioni in marmo. La prima versione non si spostò mai dalla casa dell’artista, il secondo gesso, invece, quello servito per le Grazie inglesi, arrivò più tardi, giusto in tempo per venire, con altre opere conservate nella Gipsoteca, investito dalla nuvola di calcinacci causata dai cannoneggiamenti austroungarici durante la Prima Grande Guerra, quando Possagno, ai piedi del Grappa, era zona di battaglia. All’indomani del conflitto, Stefano e Siro Serafin, custodi e abilissimi restauratori, sanarono molti dei danni riportati dai fessi del Canova ma non agirono sulle Grazie di Bedford che deturpate trovarono sede nella sala del consiglio comunale di Possagno come stridente ricordo di un guerra terribile per il paese. A cent’anni dallo scoppio della Grande Guerra, però, mentre l’Europa si appresta a ricordare quel centenario, anche le Grazie “inglesi” risorgono, ritrovando tutte le loro parti. Quello che i Serafin non si sentirono di fare lo consente ora la tecnologia. Grazie alla collaborazione delle National Galleries of Scotland, di Edinburgo, proprietari del prezioso marmo, è stato possibile fotografare e scansionare l’opera e grazie all’elettronica si è riusciti a ricomporre le parti mancanti al gesso di Possagno. In mostra, fino al prossimo 4 maggio, si potranno ammirare entrambi gruppi delle Grazie, quello “russo”, e quello “inglese”. Insieme ai bozzetti delle due opere, fanno parte dell’esposizione le tempere, i disegni, le incisioni preparati da Canova per le grazie mentre una vera mostra nella mostra è costituita dall’esposizione delle crude immagini della Gipstoteca e dei Gessi di Canova all’indomani dei bombardamenti: immagini concesse da due archivi pubblici, drammatiche nella volontà di costituire una precisa documentazione di un orrore.


Cultura veneta 17 37 Grandi mostre Fino al prossimo 21 aprile al Museo d’Arte Moderna di Cortina

venezia - ca’ rezzonico

Sironi e Cortellazzo, dialogo tra chi non si è mai conosciuto P

una mostra per riscoprire pietro bellotti

Pur non essendosi mai incontrati di persona, il loro lavoro presenta tratti comuni, il loro sensibile li portò ad affrontare, tematiche esistenziali, solopur con esiti stilistici differenti

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opo il successo di critica e di pubblico ottenuto dalla mostra Mario Sironi. Anni ’40 e ’50, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo prosegue l’approfondimento sull’opera di Sironi dedicando la mostra della stagione invernale, che proseguirà fino al prossimo 21 aprile, all’incontro e al confronto tra due artisti che non si sono mai conosciuti, ma il cui lavoro presenta dei forti tratti comuni: Mario Sironi e Gino Cortelazzo. Si tratta del primo omaggio che il Museo delle Regole dedica all’artista di Este di cui possiede una pregevole scultura in alabastro. Gino Cortelazzo fu una delle voci più originali della scultura italiana del dopoguerra. Alla sua scomparsa, nel 1985, ha lasciato più di cinquecento sculture oltre ad opere plastiche di vario tipo, disegni e grafica. Opere di Cortelazzo si trovano in varie città e musei come la Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro, il MART e il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi appunto. Artista di ricerca, Cortelazzo, così come anche Mario Sironi, sperimentò ogni materiale: non smise di indagare le possibilità del bronzo ma lavorò anche la pietra, l’alabastro,

l’onice, perfino la cartapesta e la resina. Amò molto il ferro e il legno, ai quali spesso tornava. Sviluppò una personalissima idea di figurazione indiretta, basata sul suggerire stimoli visivi sui quali ogni spettatore potesse costruire una sua propria immagine, frutto del dialogo con la sua fantasia e la sua cultura. La mostra, curata da Luciano Gemin, architetto, collaboratore di Carlo Scarpa e grande amico di Cortelazzo, propone ventidue sculture messe a confronto con ventidue dipinti di Mario Sironi, tra cui il bellissimo Ritratto di Boccioni in trincea, dipinto quando Sironi e Boccioni condivisero i duri momenti della trincea durante la prima guerra mondiale e Il mio funerale piccola e struggente opera in cui Sironi immaginava il suo funerale con il carro funebre seguito da uno sparuto gruppo di persone: in effetti la sua previsione si avverò, morì a Milano in agosto e al suo funerale assistettero pochi intimi amici. Il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi custodisce nelle sue sale oltre novanta opere del pittore sassarese, quasi tutte appartenenti agli anni ’40 e ’50. Sono anni particolarmente difficili per Sironi, deluso dalla deriva totalitaria e

dal successivo crollo dell’ideologia fascista, straziato dalla morte della figlia, le opere che dipinse in questi anni, ispirate dal paesaggio montano di Cortina, sono intense e dure, di grande forza espressiva. Pur non essendosi mai incontrati di persona, molte sono le analogie che è possibile ravvisare nel lavoro di Sironi e Cortelazzo. Entrambi approfondirono con interesse ed attenzione l’arte contemporanea a loro, parteciparono, pur con il carattere schivo che li contraddistingueva, ai fermenti artistici e alle ricerche dei propri anni. Il loro animo sensibile li portò ad affrontare, nei propri lavori, tematiche esistenziali, pur con esiti stilistici differenti. L’opera di Sironi poi, pur utilizzando la pittura come mezzo espressivo, è estremamente scultorea, soprattutto negli anni di cui sono testimonianza le opere in mostra. Le montagne di Cortina, così forti e massicce, ispirarono molto il pittore e gli suggerirono un tratto altrettanto forte e dai volumi definiti per dare forma alle proprie sensazioni. Anche per Cortelazzo intensa fu l’esigenza di trovare, come scrisse il critico Mazzariol, nella materia la propria possibilità di essere messa in forma.

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ietro Bellotti è l’ultimo nome di una dinastia famigliare già di per sé affascinante e ‘complicata’ dove tutti sono pittori, per di più specializzati in vedute. Bernardo Bellotto è suo fratello, Canaletto suo zio e forse sono stati i loro nomi ad eclissare il pur bravo Pietro. Per lungo tempo ritenuto un vedutista marginale oggi finalmente, grazie anche a recenti studi che ne hanno riabilitato il nome all’interno dell’arte veneziana del ‘700, Ca’ Rezzonico ospita la sua prima mostra monografica. L’esposizione curata da Charles Beddington, Alberto Craievich e Domenico Crivellari riunisce per la prima volta quarantatre dipinti provenienti da collezioni private europee e statunitensi, che ricostruiscono il percorso artistico di Bellotti, documentando con la maggior ampiezza oggi possibile il suo vasto repertorio figurativo. Faranno inoltre parte dell’esposizione, allestita nelle scenografiche sale al primo piano di Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano, i pochi dipinti firmati dal pittore e l’eccezionale nucleo di diciassette tele con vedute delle principali città europee, alcune delle quali firmate sul retro, il cui percorso collezionistico è documentato dal XVIII secolo: si tratta dei ‘dipinti pilota’ da cui è iniziata, a partire dal 1952, la riscoperta dell’artista. Il pittore, attraverso uno stile autonomo e personale, elabora le invenzioni di Canaletto ampliando il tradizionale repertorio veneziano con numerose vedute delle più importanti città d’Europa - oltre ad alcuni capricci architettonici - e rivelando, attraverso le opere oggi a lui attribuite, una personalità più complessa di quanto si potesse sospettare in passato.


Protagonisti a Nordest

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Commercializza e produce etichette per l’abbigliamento con oltre un centinaio di dipendenti

La Panama Trimmings azienda del piovese votata all’eccellenza Grazie all’intuizione e capacità imprenditoriale del presidente Paolo Pinato esporta in Europa e in centro e sud America fatturando oltre 10 milioni di euro Il suo ufficio è a dir poco accogliente, così come l’intero edificio della PANAMA TRIMMINGS in via Meucci al civico 24 di Piove di Sacco, da pochi anni ristrutturato secondo le direttive del presidente e amministratore delegato Paolo Pinato. Vetro, acciaio e legno dominano in una miscellanea piacevole e armoniosa che ti offre un colpo d’occhio luminoso. Nata a Vigorovea come ditta individuale nel lontano 1971, grazie all’intuito del padre Giuliano (prematuramente scomparso nell’89) successivamente ha preso in mano la conduzione dell’azienda Paolo Pinato 47 anni sposato con due figli. L’acume commerciale di Paolo ha fatto sì che la PANAMA TRIMMINGS crescesse sempre

più fino ad arrivare agli attuali 10 milioni di fatturato. L’azienda si è specializzata su due filoni: quello che commercializza accessori per il settore dell’abbigliamento, e quello della produzione di etichette di pelle e similpelle utilizzate dalle grandi marche e firme dell’abbigliamento mondiale. Il 70% del lavoro della PANAMA TRIMMINGS si rivolge all’estero e più precisamente nel nord e centro Europa oltre che al centro america. La PANAMA TRIMMINGS attualmente annovera una cinquantina di dipendenti, ma con quelli impiegati nell’indotto il numero oltrepassa il centinaio. Nel 2001 a Santiago del Cile per volontà di Paolo nasce Biesse Cile azienda che produce e

Paolo Pinato si è distinto anche nell’edilizia abitativa ed industriale. Quasi tutto suo l’investimento sulla Zona industriale Ovest di Piove di Sacco

commercializza in loco gli stessi prodotti (etichette ed accessori), oggi conta 35 dipendenti con una quota di penetrazione pari all’80% del consumo totale cileno di etichette per l’abbigliamento. Fino al 2006, vale a dire prima della crisi che ha attanagliato l’edilizia, Paolo Pinato si è distinto anche come costruttore edile in special modo nel saper investire nell’edificazione di capannoni industriali, tant’è che l’ampliamento della Zona Industriale ovest del piovese (in totale 60 mila mq coperti) è stata opera sua. “Ora però mi sono fermato – ci ha dichiarato - l’edilizia, sia quella industriale che abitativa, qui da noi non tira più e così mi sono orientato verso i Caraibi a S.Domingo dove il turismo mondiale richiede sempre più alloggi come riportato anche dal sole 24 ore del 21 novembre di quest’anno; là finora ho costruito 3 residence per una settantina di appartamenti totali e altri 30 sono in costruzione, oltre a 4 ville signorili. Brevettato pilota di aereo VFR, sin da giovane Paolo Pinato ha amato la velocità e le auto sportive. La sua passione lo ha portato a gareggiare nel Ferrari challenger e nel campionato europeo GT. “Ora però non corro più, ma non ho abbandonato del tutto le quattro ruote, mi piace con i miei due figli fare qualche giro in Kart a Jesolo. La sua filosofia di vita, comunque, è improntata alla ricerca del benessere fisico. Non manca mai, nella pausa pranzo, di frequentare la palestra che rimane vicino alla sua azienda: “Sono convinto che sia importante mantenersi in forma e non esagerare col cibo”. A 47 anni, insomma, Paolo Pinato si può considerare un imprenditore che sa come e dove investire le risorse e tracciare per la sua azienda un percorso sempre più votato alla crescita.

Paolo Pinato

Grande amante della velocità, Paolo Pinato ha acquisito il brevetto di pilota di aereo VFR ed ha gareggiato nel Ferrari challenger e nel campionato europeo GT


i nostri Esperti Cultura veneta 39

AFFARI DI FAMIGLIA

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cos’è il sexting

Cari Lettori e Lettrici, questo mese affronto il delicato fenomeno del SEXTING, una moda “negativa”, proveniente dall’America e diffusa negli ultimi anni anche in Europa, che purtroppo coinvolge prevalentemente i ragazzi/e dai 12 ai 18 anni di età ed ha per oggetto la diffusione di immagini a contenuto sessuale. ma in concreto che cos’è il seXting? come si diffonde? perché il seXintg è pericoloso? Mi sono occupata di SEXTING anche recentemente in qualità di relatrice al convegno nazionale per la sensibilizzazione sui rischi internet indetto da Internet In Sicurezza con il patrocinio della Provincia di Treviso e di Educomun – Centro di Eccellenza per l’educazione ai media e alla comunicazione- tenutosi il 19 dicembre 2013 presso la Provincia di Treviso in occasione della premiazione del 3 Concorso Nazionale rivolto agli studenti delle scuole superiori presenti sul territorio e avente come titolo il SEXTING. Il termine Sexting deriva dalla fusione di due termini sex (sesso) e texting (pubblicazione di un testo) ed indica, così come evidenziato anche su siti importanti quale quello di telefono azzurro “l’invio e/o la ricezione e/o la condivisione di

testi, video o immagini sessualmente esplicite o comunque inerenti la sessualità”. Le modalità con cui avviene la diffusione del materiale sono molteplici e tra loro eterogenee, potendo realizzarsi sia con la trasmissione attraverso siti internet, e – mail, social network o, più semplicemente, con l’invio di sms o mms mediante telefono cellulare. La pericolosità del sexting va individuata in una serie concatenata di fattori, tra i quali spiccano certamente il contenuto sessuale delle immagini condivise, la circostanza che in prima battuta i giovani sentiti sulla questione ritengono di “non vederci nulla di male” inconsapevoli della gravità del loro comportamento, nella diffusione incontrollata di quanto inviato tramite l’utilizzo della rete e dei social network, nell’incrementare il mercato della pornografia minorile e il rischio concreto per i minori di essere soggetti a ricatti e abusi di vario genere. A ciò si aggiunga che, il più delle volte, i ragazzi coinvolti “quasi per scherzo” anche in danno di propri coetani non sono consapevoli di trasmettere materiale dal contenuto pornografico. Sul punto si consideri però che dall’ottobre 2012 il legislatore italiano ha introdotto nel Codice

LO SPAZIO DELL’ETICA

Analisi di aonale Anselm Zurfluch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler 2000) alcuni motivi che re la speranza all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, di cui il Vangelo sovrabbonda.

Penale un’espressa definizione di materiale a contenuto pedopornografico ricomprendendovi “…ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore degli anni diciotto per scopi sessuali”. IL SEXTING E’ REATO? COSA FARE PER TuTELARSI DAL SEXTING? Il sexting, nella misura in cui consiste nel ritrarsi in atteggiamenti sessualmente provocatori o in atti sessuali, e nell’inviare ad altri soggetti, attraverso sms o altri mezzi, la propria immagine così creata, non integra di per se stesso un reato penalmente previsto e dunque sanzionato dal nostro ordinamento. E’ per lo più quella condotta che viene posta in essere dopo l’adescamento del minore in internet che, carpita la sua fiducia, invia immagini o materiale dal contenuto sessualmente esplicito a un adulto che a sua volta può porre in essere altre condotte penalmente rilevanti quali ad esempio la detenzione di materiale pedopornografico, la pornografia minorile, la violenza sessuale. Nell’ipotesi in cui un minore venga coinvolto

in un fenomeno di sexting è necessario che lo stesso si confidi con un adulto di sua fiducia, denunci immediatamente all’Autorità Giudiziaria i fatti con dovizia di particolari e soprattutto non cancelli foto/filmati/ messaggi inviati e ricevuti sia perché inutile a lavare il proprio senso di colpa e vergogna ma, soprattutto, perché potrebbe cancellare prove importanti contro il soggetto che si è reso responsabile di condotte penalmente rilevanti. Vi chiedo di scrivermi anche in privato per raccontarmi cosa ne pensate, se siete o meno mai stati vittima di sexting e cosa avete fatto. Colgo l’occasione per AUGURARVI UN 2014 ricco di emozioni positive, prosperità, felicità e salute. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)


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PSICOLOGIA DEL LAVORO

La gestione del tempo

by Paolo Marani

DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – e-mail: lara.tasso@libero.it

Saper gestire il proprio tempo (time management) è una abilità molto importante per riuscire a portare a termine con successo i propri obiettivi, senza rischiare un negativo eccesso di stress e una inutile dispersione di risorse. La frenesia di tutti i giorni, tuttavia, rende questo non sempre facile, e spesso i piani della giornata o della settimana vengono solo parzialmente raggiunti, aumentando le cose da fare nelle volte successive. Per facilitare la gestione del tempo, indicherò di seguito alcuni suggerimenti. In primis, è bene fare una lista scritta delle attività da svolgere, tagliandole una ad una appena terminate. E’ bene, inoltre, che gli obiettivi siano realistici e raggiungibili. Uno studente che, per esempio, deve organizzare lo studio in vista di un esame, non potrà pianificare di studiare in un giorno duecento pagine, se in media riesce a farne cinquanta. Porsi obiettivi non realistici comporta, infatti, sconforto e abbandono del compito. Per programmare bene i propri impegni, è fondamentale conoscersi bene, tenendo conto che è importante prendersi delle pause e dei momenti di stacco. Alcune persone, per esempio, rendono meglio di mattina (morning people), mentre altre hanno livelli più alti la sera (evening people): capire a quale gruppo si appartiene permette di concentrare, se possibile, i compiti che richiedono più sforzo nel momento della giornata in cui siamo più produttivi. Dopo pranzo, inoltre, è bene ridurre i compiti che richiedono un maggiore sforzo cognitivo, in quanto le risorse del nostro organismo sono concentrate nella digestione. Un altro importante aspetto, è di dare una diversa priorità ai compiti da svolgere, così da distinguere quelli che devono assolutamente essere terminati, da quelli che è possibile procrastinare. Teniamo anche conto che, dove è possibile, è bene delegare, sia in campo lavorativo sia domestico. Si pensi, per esempio, all’importanza dell’equa distribuzione dei compiti tra moglie e marito nella gestione della casa. Quando si pianifica, è bene stimare quanto tempo si pensa di dedicare a ciascun compito, stando pronti a modificare il proprio programma in itinere, nel caso in cui ci renda conto di aver sottostimato o sovrastimato il carico di lavoro. E’ sempre bene tener conto di possibili imprevisti, che possono ritardare il programma. Per questo, è consigliabile non riempire ogni momento della giornata di cose da fare. Ricordiamo, inoltre, di lasciare il giusto spazio agli affetti, alle relazioni interpersonali, e anche ai momenti vuoti di attività, ma pieni di significato, poiché ci portano a pensare e riflettere.

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