del Miranese Nord
Periodico d’informazione locale. Anno XX n.158 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
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Periodico d’informazione locale. Anno XX n.158 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Primo Piano Sicurezza, calano gli agenti a presidio del territorio pagg.
Noale Nel 2014 arriva il sottopasso di via Ongari
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Scorzè Il comune vuole cambiare Ulss
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Expo 2015, le ville venete aspettano i turisti
Amarezza metropolitana di Nicola Stievano
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Emergenza a Martellago, raddoppiati i furti Nel 2012 erano 76, ora sono passati a 145. Chieste telecamere per fermare le razzie
Expo 2015, una grande occasione anche per il Veneto di mettere in mostra i propri tesori artistici, architettonici, culturali ma anche paesaggistici ed enogastronomici. pag. 25 10%
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EDITORIALE
Salzano, regolamento per le associazioni Novità per chi voglia fare il volontario nel comune di Salzano. Il Comune ha deciso di regolamentare questa materia, sia che si decidesse di farlo in modo singolo che associativo. Si è deciso di mettere dei paletti, per cercare di avere una migliore sinergia proprio tra l’ente locale e i cittadini. pag. 8
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addoppiati i furti in abitazione nel comune di Martellago nei primi dieci mesi del 2013 rispetto all’anno precedente. Il dato è stato reso noto nel corso del vertice in prefettura tra tutti i sindaci del Miranese con il rappresentante del governo, Domenico Cuttaia. Ma a Martellago c’è preoccupazione per quanto è avvenuto nelle ultime settimane, con spaccate nei negozi, intrusioni nelle case, con addirittura un cittadino malmenato e garage trafugati. I cittadini hanno deciso di controllare il ter-
ritorio, qualcuno aveva anche proposto di fare le ronde e giustizia da sé ma il sindaco Monica Barbiero li ha diffidati a fare questo, puntando sulla collaborazione tra vicini, avvertire le forze dell’ordine, presidiare sì le proprie strade ma non fare violenza. Ciò è stato ribadito anche nell’incontro avvenuto in municipio con i rappresentanti dei cittadini. Cittadini che, nel frattempo, in 1300 hanno sottoscritto la raccolta firme per dotare il comune di telecamere e i firmatari vorrebbero che si iniziasse a presidiare i varchi,
per poi allargare il sistema anche nel cuore dei tre paesi. Moreno Bernardi (Un comune per tutti) e Alberto Ferri (Con Ferri si può fare e Lega) hanno attaccato la maggioranza, rea di aver sottovalutato il problema e si essersi mossa in ritardo. “Dal 2012 si sono create situazioni di emergenza – dice Bernardi – ma si è latitato. C’è uno “stato di guerra” e monta la rabbia della gente. Armiamo la polizia locale, e il prefetto vi ha obbligati a mettere le telecamere”. pag. 6
L’Intervento
Sì alla sicurezza alimentare, no alla demagogia di Giovanni Taliana*
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a lotta alla contraffazione alimentare e la sicurezza del consumatore sono troppo importanti per essere oggetto di demagogia e di polveroni mediatici. Siamo da sempre in prima linea nella difesa della qualità delle nostre produzioni e della sicurezza alimentare. Noale VE | via Bregolini 27 | 30033 Tel. 041.440106 www.mobilimichieletto.com
*Presidente della Sezione alimentari di Confindustria Padova
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l 2014 dovrebbe essere l’anno della città metropolitana Padova - Venezia -Treviso, durante il quale il progetto prenderà forma e finalmente decollerà dopo un lungo dibattito politico. Ma l’anno nuovo non si apre certo sotto i migliori auspici visto che l’intento di dare vita ad un grande sistema di relazioni fra i tre centri e i territori interessati rischia di essere ridimensionato, se non addirittura affossato, dalle carenze della rete dei trasporti. In una città metropolitana che si rispetti i collegamenti ferroviari e stradali dovrebbero essere potenziati al massimo, resi più efficienti e messi a disposizione dei lavoratori e di tutti coloro che si muovono quotidianamente all’interno dell’area. Solo così è possibile accorciare le distanze, rendere più facili gli spostamenti di uomini e merci. Invece questo 2014 si apre con i problemi di sempre soprattutto sul fronte del trasporti ferroviari. Nonostante i notevoli investimenti, specialmente sulla linea Padova - Venezia, il sistema ferroviario metropolitano, del quale si sente parlare ormai da un ventennio buono, è ancora al palo e i collegamenti, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario “cadenzato”, mostrano tutta la loro fragilità proprio in ambito locale. continua a pag.
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EDITORIALE
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Amarezza metropolitana
Economia
Segnali di ripresa per le imprese Segnali di ripresa dall’economia veneziana dai dati della Camera di Commercio: rispetto allo stesso periodo del 2012, fra giugno e settembre del 2013 hanno cessato l’attività quasi 800 aziende in meno, 3.978 contro 4.770. Sono piccoli segnali di una stabilizzazione della recessione che dovranno diventare più solidi nel 2014. Intanto analizzando nel dettaglio, il settore più in sofferenza, è quello delle costruzioni che ha perso oltre 500 ditte e l’industria in senso stretto che ne ha viste chiudere quasi 300.
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Ormai le proteste dei pendolari sono all’ordine del giorno e le notizie dei disagi si moltiplicano, al punto che la Regione ha intenzione di cancellare l’accordo per il trasporto locale con Trenitalia e individuare altre soluzioni. Proprio mentre andiamo in stampa arriva la notizia che il Governatore del Veneto Zaia ha revocato il contratto con Trenitalia invocando la possibilità di fare una gara per assegnare il servizio. “Mettiamo in discussione il fatto che ci possa essere solo ed esclusivamente un gestore per i treni regionali. - ha detto - Facciamo una gara, è una facoltà che ci viene data dalla legge”. Non è accettabile che migliaia di lavoratori ogni giorno siano in balia di ritardi, cancellazioni, disservizi e molte altre incognite che causano problemi a non finire. Non è accettabile che chi sceglie o è costretto a ricorrere ai mezzi pubblici si trovi a dover affrontare temi di percorrenza insostenibili, almeno il doppio rispetto a chi ricorre all’automobile. Ma anche per gli automobilisti muoversi all’interno della città metropolitana comincia a costare caro, molto caro. Ad inizio anno gli aumenti dei pedaggi su sistema autostradale tra Padova, Venezia, Treviso e Rovigo sono un’amara realtà con la quale sono chiamati a fare i conti anche gli autotrasportatori. A quanto pare è il prezzo da pagare per la costruzione del Passante, il quale però, con queste cifre rischia di essere sempre meno frequentato, soprattutto dai pendolari. Anche loro devono far quadrare i conti con costi sempre più alti e stipendi al palo. Mentre la politica sta cercando di correre ai ripari prevedendo sconti e agevolazioni per i residenti, soluzioni che probabilmente dovevano essere messe a punto prima dell’introduzione degli aumenti, c’è chi prevede un sensibile aumento del traffico sulla viabilità locale. E qui siamo ancora in pieno scaricabarile fra entri e Regione. Davvero un pessimo debutto per l’anno della Pa-Tre-Ve. di Nicola Stievano
Jesolo
Nasce la casa del turismo
Miranese Martellago A Jesolo ci sarà un unico luogo per dare risposte alle richieste delle centinaia di migliaia di turisti che arrivano li ogni anno. Questo il senso della “ Casa del turismo” un progetto della Provincia presentato nelle scorse settimane dalla presidente Francesca Zaccariotto. Il progetto prevede l’assegnazione alla rete associativa che la gestirà, degli spazi e dei locali, per 400 mq al primo piano dell’immobile Kursaal di Jesolo. La durata dei lavori è di 36 mesi, a partire dalla data di sottoscrizione del contratto, cioè inizio 2014. Sarà un modello per gli altri ambiti del territorio provinciale.
Un opuscolo del comune contro i ladri
Noale
Provincia Spazi aperti
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Sanità
Turismo: dalla costa alle città d’arte, si torna a vedere positivo
Sedazione palliativa o eutanasia mascherata? pagg. 28-29-30
Politica
Riconoscimento per la Torre dell’Orologio pag.
Regione
Aria di votazioni, 345 sindaci al rinnovo
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scorze’ Teatro Elios, tanti appuntamenti a gennaio pag. 9
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economia
spettacolo
Venezia stenta nella geografia veneta del benessere pag. 22
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Intervista ad Aldo Tagliapietra, storico leader de “Le Orme” pag. 32
Dolo-Mirano, Chioggia-Cavarzere
Lavori per 500mila euro negli istituti superiori
Lavori per 500mila euro programmati e approvati dalla Provincia per i distretti scolastici di Dolo e Mirano, e, nel basso Veneziano, Chioggia e Cavarzere. Le scuole superiori di Dolo e Mirano saranno interessate da una serie di interventi di manutenzione straordinaria per un importo complessivo di 200mila euro. Il progetto definitivo prevede la sistemazione dei serramenti e delle pareti, compreso il ripristino dei manti di copertura, degli istituti Lazzari, Musatti e Galilei di Dolo e Maiorana-Corner, 8 Marzo-Lorenz e Ponti-Levi a Mirano. Il progetto definitivo dei lavori di manutenzione straordinaria è stato approvato anche per le scuole della zona di Chioggia e Cavarzere, per un importo complessivo di 300mila euro. Gli interventi riguardano il completamento del consolidamento statico all’Istituto Marconi a Cavarzere e la manutenzione interna ed esterna dell’istituto Righi di Chioggia. Sport e territorio
La regione sostiene le 4 maratone venete
C’è anche la “Venicemarathon” nell’elenco delle 4 maratone venete che beneficeranno di complessivi 150mila euro, a titolo di sostegno che la Regione ha stabilito di assegnare per l’organizzazione degli eventi nel 2014. Treviso Marathon, Maratona di S. Antonio, Verona Marathon e Venicemarathon sono i quattro grandi eventi sportivi presi in considerazione - come ha spiegato l’assessore regionale allo Sport Marino Zorzato - per la loro rilevanza sul piano sportivo, ma anche sotto il profilo sociale e culturale. Nel dettaglio all’Associazione Sportiva Dilettantistica “Venicemarathon Club” verranno attribuiti 80mila euro, 30mila dei quali per la maratona di Venezia e 50mila per quella di Padova.
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Questa edizione raggiunge le zone di Martellago, Noale, Salzano, Scorzè per un numero complessivo di 16.429 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
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Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
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Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 dicembre 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese SICUREZZA Aggressioni e scippi per strada, di giorno e di notte, topi d’appartamento di nuovo all’opera in un crescendo di furti messi a segno nelle province venete. Una escalation che i soli agenti presenti nei territori non possono contrastare efficacemente
Allarme sicurezza: sempre pi
di Germana urbani
Pansa: “Nel 2014 caleranno ancora gli agenti di polizia e ci sarà ancora meno sicurezza”
Lipari: “Il problema è più complesso, riguarda il fatto che il sistema giustizia in Italia non funziona”
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’ Andrea, 23 anni, la vittima più grave dell’escalation di rapine e furti che negli ultimi mesi del 2013 ha investito in modo preoccupante il Veneto. Lui, un commesso di dicount, si è visto puntare la pistola alla testa e poi ha sentito lo sparo che l’ha costretto ad una difficile lotta per la vita. Ma la cronaca racconta quasi ogni giorno di signore più o meno anziane colpite brutalmente lungo le vie delle nostre città anche per un bottino di pochi euro. La gente ha paura e la preoccupazione degli amministratori locali è altissima tanto che non si contano le richieste di aumentare le forze dell’ordine di pattuglia sui territori. Molti i primi cittadini che hanno fatto appello anche al Governatore Zaia chiedendo risorse economiche, finanziamenti ai propri distretti di polizia, soldi che il più delle volte erano a bilancio in Regione e sono stati cancellati, così come è accaduto per l’impegno a finanziare le telecamere. In alcuni territori, come a Padova e nella Saccisica, verso fine anno sono arrivati rinforzi nell’ambito di competenza dell’arma dei carabinieri. Così sono stati intensificati i pattugliamenti e la presenza di agenti là dove sono sempre più in
materie prime Salgono prezzi e Furti
Sicurezza ferroviaria e furti di rame
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23mila euro e 38mila chilogrammi di rame trafugato. A tanto ammontano i danni provocati dai furti di rame sulle linee ferroviarie venete nei soli primi nove mesi del 2013. Un fenomeno che mette seriamente a rischio il buon funzionamento del trasporto ferroviario. Nel periodo preso in esame sono stati coinvolti 291 treni per un totale di quasi ottomila minuti di ritardo. Furti che sin troppo spesso restano impuniti. L’ultimo episodio ha bloccato per ore quaranta treni sulla tratta Venezia-Padova a causa dell’ennesimo furto di rame. I ladri hanno agito sulla linea AV VeneziaPadova fra le stazioni di Venezia Mestre e Pado-va Interporto. L’anomalia lungo la linea è stata rilevata dai sistemi di sicurezza e i treni in entrambi i sensi di marcia sono stati deviati sulla linea convenzionale con ingenti ritardi. Per ora questi furti hanno provocato solo ritardi e disagi ai cittadini in viaggio e alle Ferrovie ma se i sistemi di rilevamento dei problemi un giorno avessero un guasto improvviso? Questi furti sono pericolossimi eppure sempre più frequenti. I dati dell’Osservatorio Nazionale sui furti di rame sono significativi se si guarda ai primi 6 mesi del 2013: 11.040 furti (+12,1% vs 2012) per 2.720 soggetti denunciati (+41%) di cui 1.631 (+36,7%) in stato di arresto.
azione bande di ladri che non disdegnano di compiere danni e atti di vandalismo. Purtroppo però, operazioni come queste non potranno durare a lungo su un territorio e, soprattutto, non possono essere replicate all’infinito. Nel Veneziano i reati complessivi, nei primi otto mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono aumentati del 3,5 per cento. Con un’impennata dei reati predatori in particolare ad agosto dove i furti in casa sono aumentati del 14 per cento, mentre quelli nei negozi del 24 per cento. “Ogni tanto - ha affermato Alessandro Pansa, capo della Polizia all’assemblea dell’Associazione funzionari di polizia - qualcuno mi chiede di aumentare il livello dei controlli in alcune città. Voglio essere sincero con tutti: oggi non siamo in grado di accrescere la sicurezza da nessuna parte del territorio. E da nessuna parte vuol dire anche Venezia”. L’annuncio di Pansa è ancora più grave guardando al futuro. “Il prossimo anno caleranno ancora gli uomini e ci sarà ancora meno sicurezza”. E’ paradossale pensare che aumentano i reati e cala il numero di chi può contrastarli. “I reati predatori si com-
battono anche con la prevenzione - spiega infatti Diego Brentani, segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp - e questa la si fa mettendo agenti in strada. In questo momento siamo al lumicino. Se abbiamo gli uomini non abbiamo le macchine e viceversa. Poi finiscono i soldi per la manutenzione delle auto e queste si fermano. A riprova che stare in strada porta a risultati l’abbiamo avuta a gennaio 2013, quando sono stati messi per le vie la metà dei poliziotti arrivati per sostituire quelli che sono stati trasferiti. In nemmeno quindici giorni sono calati, del sessanta per cento, i reati predatori denunciati”. “Non è solo una questione di organici e mezzi - afferma però Francesco Lipari, se-gretario provinciale del sindacato di polizia Coisp - Il problema è più complesso, riguarda il fatto che il sistema giustizia in Italia non funziona. Chi commette reati si rende conto che nella gran parte dei casi la fa franca. Non solo, da tempo in Italia non c’è la certezza della pena”. “Chi commette la gran parte dei reati predatori - conclude Lipari - è consapevole del fatto che pochi giorni dopo, se non ore, si ritrova fuori e torna a fare quello che sa fare meglio: delinquere”.
Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano
iù ladri e sempre meno agenti Tornano le ronde Le vere risposte dovrebbero venire dalle istituzioni
Zaia ringrazia ma chiede un impegno al Governo di Germana urbani
S spalla pag 5 per vene-
e la sicurezza non arriva dallo Stato i cittadini si organizzano e tornano sulla strada a far la ronda. Sulle ronde si era tanto discusso anni fa, quando l’argomento sicurezza era cavalcato di gran carriera dalla Lega e da An. Ma dopo la regolarizzazione delle ronde non se ne era più vista una. Di fronte a una crescente domanda di sicurezza, però, in tutta la regione stanno tornando di moda i pattugliamenti delle associazioni di volontari. Alcuni, soprattutto giovani, girano armati di telefonini pronti a documentano tutto il possibile e a pubblicarlo in diretta sui social media. Scelte che possono essere molto pericolose e che hanno allarmato anche il prefetto Domenico Cuttaia che ha sottolineato quanto sia rischioso postare su Facebook foto o altro materiale di presunte situazioni di reato. Ma certamente è rischioso anche sostituirsi agli agenti nel controllo del territorio, una soluzione dal fiato corto, come riconosce lo stesso Governatore Luca Zaia, leghista della prima ora. “Io apprezzo la generosità con la quale queste persone si rendono disponibili a collaborare con le forze dell’ordine ma è evidente che questa non può essere la soluzione dirimente per prevenire e contrastare gli episodi malavitosi - ha detto il governatore Zaia - “Gli episodi criminosi, in base alle statistiche, sono in aumento e per contro si registra, a causa dei tagli statali, una drastica riduzione dell’organico degli agenti: ciò significa esporre a eccessivi pericoli le famiglie e le aziende. Il governo riveda le sue priorità”. Ma anche la Regione ha le sue mancanze e basta dare un’occhiata al bilancio regionale per verificare se Zaia e la sua Giunta crede nella necessità di investire o no in sicurezza. “Occorre pensare - ha sottolineato Piero Ruzzante, Consigliere regionale del Pd - che si è passati dai 5,6 milioni di euro del 2010 ai 100 mila euro del 2011, fino agli zero euro messi a bilancio per il 2012. Ma non erano proprio la Lega e il Pdl a ritenere la sicurezza e la lotta alla criminalità obiettivi strategici per il loro mandato? Beh, a giudicare dai numeri non si direbbe affatto”.
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Allarme sociale
Furti in abitazione in forte aumento U
n 2013 da dimenticare sotto il profilo dell’ordine pubblico e della sicurezza in provincia di Venezia dove i ladri in alcune aree si sono letteralmente scatenati e hanno provocato allarme sociale. Per tutta risposta sono sorti sul territorio, gruppi di vigilanza e autodifesa. Le zone più colpite dalle scorrerie di vere e proprie bande organizzate, prevalentemente dell’est europeo sono state quelle del Miranese (zona di Martellago), della Riviera del Brenta, diversi quartieri di Mestre e Sandonatese. Ma a tracciare un quadro della situazione è stato a dicembre il Prefetto Domenico Cuttaia. In provincia di Venezia sono aumentati del 12 per cento i furti in abitazione e preoccupa anche l’aumento dei borseggi, cioè i “furti con destrezza”. Sono diminuiti di gran lunga i furti di automobili, che sono stati 55 in meno e soprattutto le rapine in banca e quelle nei negozi. Continuano ad essere stabili e numerose le rapine in abitazione. Sono aumentati arresti e denunce: 719 i primi 6556 le seconde. Questo è un segno di un maggior impegno delle forze dell’ordine rispetto all’anno precedente. Cuttaia ha spiegato che uno dei mezzi più utili per fermare i furti e le rapine sono le telecamere, il problema è poi la presenza nelle sale controllo per osservare ciò che registrano in tempo reale, altrimenti la loro presenza è inutile. Cuttaia ha proposto che i volontari dei gruppi di autodifesa stiano vicini ai video delle sale controllo delle telecamere piuttosto che andare in giro con le ronde. Il Prefetto nella sua analisi della situazione fatta a fine anno, non ha risparmiato il fatto che si hanno dei segnali di infiltrazioni mafiose nell’economia veneta e veneziana. Il prefetto poi ha spiegato che l’attenzione deve essere massima nei settori in cui possono svilupparsi le organizzazioni criminali, in particolare a partire dallo spaccio delle sostanze stupefacenti, dal commercio abusivo e spesso di prodotti contraffatti e lo sfruttamento della prostituzione. Ma la paura più grande dei residenti è quella dei furti in abitazione. Ci sono stati anziani e famiglie che si sono trovati i ladri in casa di notte e proprio per questo, sono sorti nelle scorse settimane in Riviera gruppi di vigilanza di vicinato da parte di cittadini, che controllano fino a tarda ora le strade per evitare i raid di bande di predoni che razziano tutto. La denuncia arriva dai sindaci della Riviera, preoccupati per la brutta piega che potrebbe derivare da azioni sconsiderate di autodifesa o “giustizia fai da te”. I gruppi attivi sarebbero attualmente almeno cinque, sparsi fra Mira, Compagna Lupia, Camponogara e Campolongo. I sindaci spiegano che succede. “I cittadini - spiega Fabio Livieri, sindaco di Campagna Lupia e presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss13 - si sono organizzati da settimane in gruppi di autodifesa. Sono molto attivi nella frazione di Lova e anche a Campagna Lupia capoluogo. Sono gruppi di 10-15 persone che perlustrano il territorio e avvisano le forze dell’ordine in caso di movimenti sospetti. In un caso sono riusciti anche ad aiutare i carabinieri a fermare una banda di ladri pronta ad entrare in azione con arnesi da scasso. Ho anche incontrato i cittadini che partecipano a questi gruppi, e mi hanno assicurato che la loro funzione è quella di collaborare con le forze dell’ordine. Nessuno gira per le strade armato”. I primi a partire con questa esperienza erano stati a Mira ad agosto un gruppo di residenti della zona di via Molin Rotto a Gambarare. In estate quasi metà delle abitazioni erano state razziate. Per questo si era costituito un gruppo di vigilanza di vicinato. A.A.
6 Martellago Criminalità Vertice fra sindaci del comprensorio e il Prefetto Cuttaia
Raddoppiati i furti in abitazione
FOCUS Iniziativa del comune
Un opuscolo contro i ladri
Nel 2012 erano 76, ora sono passati a 145. Chieste le telecamere per fermare le razzie continue di Alessandro Ragazzo
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addoppiati i furti in abitazione nel comune di Martellago nei primi dieci mesi del 2013 rispetto all’anno precedente. Il dato è stato reso noto nel corso del vertice in prefettura tra tutti i sindaci del Miranese con il rappresentante del governo, Domenico Cuttaia. Ma a Martellago c’è preoccupazione per quanto è avvenuto nelle ultime settimane, con spaccate nei negozi, intrusioni nelle case, con addirittura un cittadino malmenato e garage trafugati. I cittadini hanno deciso di controllare il territorio, qualcuno aveva anche proposto di fare le ronde e giustizia da sé ma il sindaco Monica Barbiero li ha diffidati a fare questo, puntando sulla collaborazione tra vicini, avvertire le forze dell’ordine, presidiare sì le proprie strade ma non fare violenza. Ciò è stato ribadito anche nell’incontro avvenuto in municipio con i rappresentanti dei cittadini. Cittadini che, nel frattempo, in 1300 hanno sottoscritto la raccolta firme per dotare il comune di telecamere e i firmatari vorrebbero che si iniziasse a presidiare i varchi, per poi allargare il sistema anche nel cuore dei tre paesi. Moreno Bernardi (Un comune per tutti) e Alberto Ferri
Ladri in azione
C (Con Ferri si può fare e Lega) hanno attaccato la maggioranza, rea di aver sottovalutato il problema e si essersi mossa in ritardo. “Dal 2012 si sono create situazioni di emergenza – dice Bernardi – ma si è latitato. C’è uno “stato di guerra” e monta la rabbia della gente. Armiamo la polizia locale, e il prefetto vi ha obbligati a mettere le telecamere”. Anche Ferri parla di cittadini esasperati. “Vedendo i social network – commenta – mi ero accorto della situazione ma qui c’è stata impotenza delle autorità, non c’è stata una presa di posizione su queste cose. Se la gente reagisce in questo modo, forse non
avete comunicato quanto fatto”. Il sindaco Barbiero ha spiegato tutte le tappe della vicenda e ha replicato duro. “Abbiamo lavorato – aggiunge parlando di “fai da te” e telecamere – e credo che sia importante l’aiuto delle persone ma stando dentro le regole e seguire la linea delle forze dell’ordine. Le pattuglie dei carabinieri sono aumentate, ne abbiamo anche sei od otto che girano. Le telecamere? Nessuno ci ha obbligati a metterle. Non sono contraria ma gli esperti ci dicono che se manca il controllo permanente, non sono utili. Ma possono essere un deterrente”.
ontro i furti e la criminalità, il Comune ha deciso di dare qualche buon consiglio nel caso di dovesse aver a che fare con i malviventi. Si chiama “Per una città più sicura aiutiamo le forze dell’ordine a difenderci meglio” è, l’opuscolo di sedici pagine distribuite a tutte le 8.700 famiglie. Tra i suggerimenti ci sono la chiusura del portone d’accesso al condominio, prima di aprire controllare chi ha suonato e chi possiede la porta blindata, assicurarsi che abbia almeno tre punti di chiusura e la protezione contro disancoraggi e trapani. Chi ha l’antifurto, o volesse installarlo, meglio collegarlo ai numeri di emergenza e rivolgersi a ditte specializzate. Anche il rapporto di buon vicinato può servire, in modo che ci sia sempre qualcuno in grado di “badare” alle altre case. L’altro consiglio e avere chiavi non duplicabili in modo facile e, in caso di smarrimento, sostituire la serratura. Pubblicizzare il meno possibile le assenze e se si scopre un furto, non entrare in abitazione ma allontanarsi e chiamare le forze dell’ordine, da avvertire anche in caso di movimenti sospetti. Se lo si scopre poi, non toccare gli oggetti per non inquinare le prove. A.R.
Lavoro Pometon ancora in crisi
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orna la preoccupazione tra i lavoratori di Pometon di Maerne, dopo che l’azienda ha aperto una procedura di licenziamento per 29 dipendenti sui poco più di 170 in organico. Dopo il mancato accordo di inizio ottobre per l’azienda metallurgica, la proprietà aveva parlato di aprire la procedura di licenziamento per 42 persone. “A questo non è stato dato seguito – riferisce Alberto De Rossi di Fiom Cgil – ma a fine ottobre ne ha iniziata una seconda per 29 persone. Tra volontari e altri casi, una metà potrebbe essere individuata ma restano gli altri, che Pometon indica in fonderia e reparto del ferro dove non c’è possibilità di attingere. Vogliamo garanzie, che non ci siano esodati e penalizzati”. A inizio ottobre non si era trovato un accordo tra azienda, Fiom Cgil e Fim Cisl; i sindacati avrebbero voluto il prolungamento dal Ministero per lo Sviluppo Economico di un altro anno del contratto di solidarietà, per il quarto anno, e pure Pometon si era detta d’accordo ma chiedeva che nel 2014, per chi non fosse tanto distante alla pensione, potesse essere lasciato a casa. Anche meno dei 42 previsti. E qui Fiom Cgil non ne voleva sapere, mentre la Fim Cisl è disposta a parlarne. Quest’ultima, poi, aveva fatto un referendum per capire dai lavoratori quali mosse seguire. Ebbene, aveva visto prevalere i sì con 110 preferenze, sui 116 votanti, mentre i no erano stati stati 4, una scheda bianca e una nulla. Gli aventi diritti erano 173 e alle urne si è recato il 67,05% dei dipendenti. La Fiom Cgil aveva scelto di non partecipare. Il quesito ri-
guardava la proposta di prorogare di un altro anno il contratto di solidarietà, poi allungato di quattro mesi fino a febbraio, ma a ottobre 2014 Pometon avrebbe potuto lasciare casa 22-25 persone, ovvero quegli operai prossimi ad agganciare la pensione. Per integrare le eventuali perdite per l’uscita anticipata, l’azienda era disponibile a garantire 120 mila euro. E qui c’era stata la divergenza tra sigle. La questione Pometon, però, si inserisce in un più ampio discorso, che ha visto nei primi dieci mesi del 2013, secondo Fiom Cgil, un aumento del 20 per cento dei licenziamenti nel Miranese e nella Riviera, arrivando a quota 1100. Sono invece 1300 gli operai in contratto di solidarietà e c’è il rischio che per qualcuno possa trovarsi senza soldi. Così l’organizzazione sindacale chiede al governo, per il 2014, di rifinanziare l’ammortizzatore per l’80 per cento, pena gli operai si troverebbero a vivere con un reddito decurtato al 60 per cento. “Se non l’esecutivo non mette i soldi – fanno sapere da Fiom Cgil – molte piccole imprese saranno costrette a chiudere con una pesante A.R. ricaduta sociale”.
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Salzano
Opere pubbliche Da febbraio del 2014 cominceranno i lavori programmati
Arriva il sottopasso in via Ongari
Amministrazione
Il comune regola l’associazionismo
di Alessandro Ragazzo
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Il cantiere si troverà in un’area verde di circa 14.000 metri quadri, ad ovest di un piano di lottizzazione
arà l’anno del sottopasso di via Ongari a Noale. Anzi, i lavori dovrebbero iniziare a breve, entro la fine di febbraio. Prevedono anche una serie di altri interventi viari a Nord del centro storico. Infatti, sorgerà una strada che finirà sulla Noalese, all’imbocco della bretella di via Valsugana. Qui è stato fatto un rondò, del costo di 370 mila euro, che non solo dovrà rendere più fluida la circolazione ma anche fare parte integrante dell’anello settentrionale. Il sottopasso, invece, non si farà nell’attuale sedime; troppo stretta, infatti, la carreggiata e poi vicino ci sono le case. Troverà posto più a Est, nell’attuale area della fornace di via dei Novale, chiusa per cessata attività. Tutta la superficie sarà trasformata, con immobili residenziali e commerciali. Su via dei Novale, tra via Ongari e via Lancerotto sorgerà una rotatoria. In pratica, arrivando dalla variante alla Noalese, si potrà evitare tutto il centro storico e trovarsi sulla regionale, zona Capitelmozzo, dove sorgerà anche la casa per persone con disabilità del progetto Dopo di Noi. Gli operai, in questo caso, apriranno il cantiere del 2014 in un’area a verde di 14.000 metri quadri, ad ovest del piano di lottizzazione. Restano dei dubbi su come sarà attuato il progetto di via Ongari. Michele Boato e Rosanna Bolgan di della vecchia fornace, resterà il camino e a fianco sorAmico Albero chiedono al Comune di tornare indietro gerà il sottopasso di via Ongari. Il progetto è piuttosui suoi passi. “Diciamo no al sto avanti ma Boato e Bolgan si suo abbattimento – dicono – Costruito un rondò oppongono. “Dietro la fornace per lasciare spazio a una vasta che costa 370mila – commentano – c’era la cava area di solite costruzioni moder- euro per rendere d’argilla che ora costituisce il ne sfruttando cubature massi- scorrevole il nucleo di un’oasi naturalistica me”. In un primo momento, si traffico di pregio. Il manufatto è in matpensava che la fornace potesse toni rossi; è un’opera di archeotrovare posto da un’altra parte. Ma da tempo, per logia industriale molto bella. Si potrebbe ristrutturare quella superficie, si parla di nuove costruzioni e il e ricavarne appartamenti popolari e spazi comuni residenziale sarà 51 mila metri cubi mentre per il destinati a varie funzioni. Invece si vuole abbatterla commerciale ce ne saranno 20 mila. Come ricordo per lasciare il posto a costruzioni magari invendute,
Noale
La bretella di via Valsugana sulla Noalese
avulse da qualsiasi percorso storico e spesso orribili, che fanno guadagnare i soliti pochissimi che caricano poi sulla collettività le spese delle infrastrutture”. Dal municipio non ci stanno e difendono il progetto nato negli ultimi anni. “Abbiamo già un numero sufficiente di alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp) e di Piani di edilizia economica popolare (Peep) – replica Michele Celeghin – e per fare altre strutture di questo tipo servirebbero altre risorse. Perché Boato non si preoccupa della storica fornace di Spinea, allo sfascio e dove spesso ci vanno zingari e altri? Da noi è tutto in decadimento, servirebbero milioni di euro per sistemarla”.
N
ovità per chi voglia fare il volontario nel comune di Salzano. Il Comune ha deciso di regolamentare questa materia, sia che si decidesse di farlo in modo singolo che associativo. Si è deciso di mettere dei paletti, per cercare di avere una migliore sinergia proprio tra l’ente locale e i cittadini. Tra chi si occupa del pedibus, chi del riciclo libro e del trasporto delle persone, sono circa cinquanta i residenti impegnati. Ora si può presentare dei piccoli progetti per rendersi disponibili a fare dei lavori di manutenzione, o altro ancora, e poi sarà la giunta comunale a formalizzarlo. Ottenuto il via libera, sarà stipulato uno specifico accordo tra le parti. Di recente il Comune ha incontrato le associazioni e le scuole e presto saranno fatte delle assemblee per presentare la novità. “Così facendo – fa l’assessore alla Partecipazione Daniele Masiero – si condivideranno gli obiettivi con la gente, ci sarà una maggiore e più stretta collaborazione con i diversi soggetti e sarà sviluppata e rafforzata la comunità. I cittadini possono attivarsi in modo autonomo, creando delle iniziative di interesse generale, trovando un Comune che li sostenga». Gli interessati possono rendersi utili per la manutenzione del territorio, dipingere i locali, sistemare gli arredi, lavorare nel campo del giardinaggio, partendo dalle aiuole e proseguendo sulle aree verdi e la pulizia delle stesse. Chi volesse fare volontariato, dovrà presentare un modello all’ufficio Protocollo, indicando, su carta semplice, quali attività interessano, le attitudini e le competenze. Per partecipare, si deve essere residenti a Salzano e avere un’età compresa tra i 18 e i 75 anni. Anche in questo caso, dovranno essere valutate per poi essere accolte in base di volta in volta alle necessità del Comune. A.R.
Architettura
Un riconoscimento per la Torre dell’Orologio
A
rriva un riconoscimento per il progetto di sistemazione della torre dell’Orologio di Noale: alla terza edizione del concorso per il restauro dell’architettura “Tradizione devozione ambizione”, ideato e organizzato dal comitato provinciale dell’Unione nazionale Pro loco d’Italia (Unpli), ha ottenuto una menzione speciale. La torre è stata riconsegnata il 13 aprile con una cerimonia aperta a tutti, dopo un cantiere costato 750 mila euro, di cui 523.877,94 dal Comune e i restanti 226.122,06 con un contributo regionale. Il lavoro dell’architetto Patrizia Valle, che ha
permesso di recuperare dopo un anno di lavoro uno dei simboli della città dei Tempesta, è stato per riconosciuto all’interno della categoria Dimore storiche “per la forte valenza sociale e la sintesi equilibrata” si legge nel documento della commissione giudicatrice “per la capacità di coniugare la qualità del restauro architettonico con l’inserimento di elementi progettualmente originali e per la restituzione del valore identitario del luogo”. In undici mesi di intervento sono state pulite le mura interne ed esterne, oltre ai giunti, recuperata e restaurata la copertura e rimesse a nuovo le
merlature. Infine sono stati consolidati i solai in legno. Si è cercato di “accoppiare” il passato, che per Noale significa Medioevo, con il presente. Alta trentadue metri, un tempo l’edificio rappresentava l’entrata a est dell’antico borgo medievale. Ha due orologi circolari con i quadranti color celeste: uno guarda verso la Noalese con le cifre romane, l’altro è rivolto verso piazza Castello e ha i numeri arabi. Tutti i progetti vincitori sono stati esposti in una mostra patrocinata dall’Unisco e allestita fino al prossimo 31 gennaio in sala Torti di Villa Contarini a Piazzola su Brenta (Padova). A.R.
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Scorzè 9 Sanità Voto del Consiglio comunale contro la permanenza all’Ulss 13
Il comune vuole cambiare Ulss
Meglio l’Ulss 12 a Mestre oppure l’Ulss 9 di Treviso. Entrambe sono più vicine e comode rispetto a Dolo La direzione generale dell’Ulss 13 a Mirano
di Alessandro Ragazzo
V
ia dall’Ulss 13. Scorzè pensa di accasarsi in un’altra azienda, o meglio, chiede alla Regione di rivedere la geografia della sanità attorno alla futura città metropolitana tra Venezia, Treviso e Padova. Ma il voto in Consiglio comunale è chiaro, seppur con il voto contrario della minoranza: dove per arrivarci ci si impiega mezza giornata. Questo è il motivo principale della “fuga” verso altri lidi. La minoranza non ci sta, anche perché aveva chiesto di difendere innanzitutto l’ospedale di Noale come polo riabilitativo. “Ma il nostro ordine del giorno è stato bocciato – accusa il capogruppo del Pd Gianna Manente – e così si priva i cittadini dei servizi di day hospital e della lungodegenza riabilitativa. Sappiamo che andare a Dolo è un calvario ma cancellare Noale sarà un duro colpo per le famiglie che hanno deciso di assistere i propri anziani. Aggregarsi a Mestre o Treviso è aria fritta, chiacchiere, perché non è possibile farlo”. Dunque la battaglia è appena iniziata, anche perché il sindaco Giovanni Battista Mestriner contatterà gli altri sei colleghi del Miranese e metterà sul tavolo la sua proposta, magari per lanciare un’iniziativa condivisa. “Le schede ospedaliere sono chiare – spiega Mestriner – perché Mirano sarà un centro per acuti, Dolo sarà più medico. E in caso di ricoveri prolungati nei reparti di Medicina, per gli anziani e per la lungodegenza, i miei concittadini dovranno andare in Riviera: il posto più difficile da raggiungere, cambiando autobus diverse volte. Il Pd ha perso un’altra occasione per difendere gli scorzetani perché quando a loro conviene, ci annoiano con la città metropolitana, e posti di potere inclusi, annettendoci a Venezia”. E altrove che si dice? La proposta non sembra attecchire molto sugli altri sindaci del Miranese. “Per certi versi – spiega Maria Rosa Pavanello (Mirano) – Mestriner ha ragione. E ha ragione quando parla di trasporti e di difficoltà a raggiungere un determinato posto. Ma questa è una vicenda nota; più volte in conferenza dei sindaci abbiamo parlato di trasporti non all’altezza ma questa materia è di competenza regionale. Ci sono difficoltà anche ad andare a Mestre. Prima risolviamo questo aspetto. Poi dovremmo capire se le schede saranno applicate: soldi non ce ne sono”. Anche da Martellago e da Spinea arrivano dei dubbi e pure Michele Celeghin (Noale) è perplesso. “L’idea di
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ei appuntamenti, tutti alla domenica con inizio alle 17, per la stagione di prosa al teatro Elios di Scorzè che partirà il 26 gennaio, proposta dal Comune e da Arteven. Si inizierà con lo “Stand up Balasso” di Natalino Balasso, per continuare il 9 febbraio con la compagnia Flamenco Lunares che proporrà “El paso del tiempo”. Sempre a febbraio, ma il 23, “Week end” con Margherita Di Rauso, Stefano Vona Bianchini e Brenno Palcido. A marzo gli ultimi tre spettacoli; il 2, Alessandra Faiella, Margherita Antonelli, Claudia Penoni e Rita Pelusio saranno in scena con “Stasera non escort”, mentre il 16 arriveranno Angela Finocchiaro e Bruno Stori con “Open day”. Chiusura il 30 con “Gl’innamorati” di Carlo Goldoni con Isa Barzizza, Micol Pambieri e Stefano Antissunch. Chi volesse abbonarsi, potrà farlo alla biglietteria del teatro venerdì 24 e sabato 25 gennaio dalle 17 alle 19. Il costo sarà di 70 euro. Per informazioni, si può contattare l’ufficio Cultura del Comune al numero 041-5848273 o inviare una e-mail a cultura@comune.scorze.ve.it. Prevendite per i singoli appuntamenti dal 20 gennaio su www.vivaticket.it e un’ora prima dall’apertura del sipario il giorno dello spettacolo. A.R.
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12 Sguardo al Miranese Spinea Un sito di Alchimatica di Cittadella per conto di Confcommercio
Un portale per tutti i negozi Dopo il successo di Mirano con 80 attività online in un anno, nasce adesso “Vivi Spinea” di Filippo De Gaspari
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n unico sito per tutti i negozi di Spinea. Un solo portale, ma con pagine differenziate per ogni attività aderente, così da promuovere non solo i singoli esercizi, ma anche la città nel suo insieme. Dopo il buon successo di Mirano (80 attività online solo nel primo anno), nasce ora Vivi Spinea, il portale delle attività economiche presenti in città, realizzato dalla società Alchimatica di Cittadella per conto di Confcommercio del Miranese. I negozi di Spinea potranno avere la loro pagina dedicata all’interno di un unico portale web, così da offrire una panoramica completa e aggiornata di tutto ciò che la città può offrire in termini di prodotti e servizi. Con pochi clic si potrà scegliere dove fare shopping o mangiare una pizza, trovare un locale per un drink con gli amici o i negozi divisi per categoria merceologica. La convenienza sarà anche per le stesse attività, che senza avere per forza un proprio sito internet, potranno aggiornare di persona la propria pagina sul portale www.vivispinea. it, inserendo foto, profilo aziendale, eventi
Il centro di Spinea
in programma oppure offerte. Il cliente potrà trovare inoltre orari di apertura, termini delle promozioni e la mappa su come arrivare. Ad aderire sono già state oltre 40 attività economiche di Spinea, altre se ne sono aggiunte durante le feste di Natale. Vivi Spinea sarà anche un portale per eventi e manifestazioni organizzate in città. Già attivo, ad esempio, il collegamento con il sito della Pro Loco e naturalmente tutti gli aggiornamenti saranno anche su Facebook e Twitter. Una vetrina virtuale sempre online, che a breve potrà essere disponibile anche su smartphone e tablet, così da rendere Spinea e le sue attività davvero a portata di mano. “Il 2014 sarà un anno di novità - afferma la direttri-
ce di Confcommercio Miranese Tiziana Molinari - presto a Mirano e Spinea si affiancherà anche Vivi Noale, ma nel nuovo anno intendiamo fornire anche nuovi strumenti per promuoversi a tutti i nostri soci”. Intanto per partecipare a Vivi Spinea i commercianti potranno prendere contatti direttamente con la Confcommercio del Miranese. In arrivo potrebbero esserci anche adesivi da piazzare sulle vetrine per pubblicizzare l’adesione al progetto e presentare la propria pagina web. I clienti invece potranno chiedere anche l’iscrizione a una newsletter per essere sempre e costantemente informati su novità, eventi e offerte commerciali a Spinea.
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Solidarietà Nuovo servizio
Sportello d’ascolto della Croce Gialla
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un anno dall’accreditamento come centro di formazione per il rilascio dell’autorizzazione all’impiego del defibrillatore automatico esterno, ora la Croce Gialla di Spinea apre uno sportello d’ascolto per volontari e cittadini. Aumentati, con i nuovi ambiti d’impiego, anche numero di trasporti e volontari, così l’associazione ha deciso di dedicarsi anche alle tematiche emotive e relazionali che riguardano volontari e trasportati. E’ nato così lo “sportello d’ascolto”, realtà unica per le associazioni del territorio che si occupano di trasporto sociale, finanziato con il contributo del Centro di servizio per il volontariato della Provincia. “L’obiettivo - spiega il presidente Enrico Armelao con la psicologa dell’associazione Elisabetta Moro - è creare uno sportello gratuito all’interno dei nostri spazi, aperto sia agli iscritti che ai destinatari dei nostri servizi. Da un lato si tratta di prevenire eventuali difficoltà e abbandoni dei volontari alle prese con la sofferenza del prossimo, dall’altro ascoltare i sentimenti personali legati al mancato raggiungimento degli obiettivi nel percorso formativo e sostenere le difficoltà emotive del lavorare in equipe. Ma vogliamo anche offrire ai cittadini un punto di riferimento dove trovare ascolto per tematiche di difficile comprensione, in particolar modo legato alla persona che usufruisce del servizio di trasporto”. Per prendere contatti con il servizio ci si può rivolgere alla segreteria, dalle 8.30 alle 11.30, tutti i giorni feriali, chiamando lo 041-994850 o scrivendo a info@crocegiallaspinea.it. F.D.G.
viabilita’ Arrivano gli autovelox
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nche a Spinea arrivano gli autovelox. Il comune acquista i “bussolotti” arancioni tecnicamente detti “Velo ok”, già apparsi mesi fa a Mirano (tra l’altro subito imbrattati). Stretta dunque, su chi in città non rispetta i limiti. Ne sono stati acquistati sette, funzionanti solo in presenza della polizia locale sul posto, ma in arrivo in città c’è anche un T-Red al semaforo sulla camionabile di Fornase e alcuni pannelli luminosi per il rilevamento istantaneo della velocità. Le colonnine arancioni dei “Velo ok” verranno installate in centro urbano, in aree dove vige il limite dei 50 chilometri orari: via Rossignago nel tratto finale verso via della Costituzione, via Roma nel tratto tra via delle Industrie e la rotatoria della Fossa, via Fornase tra via Prati e via Bennati, via Matteotti tra via D’Annunzio e via Fornase, via Bennati nel tratto tra via D’Annunzio e via Parini, via Martiri della Libertà nel tratto tra viale Viareggio e la rotatoria di Crea e infine via Rossignago nel tratto iniziale verso via Roma. I dispositivi saranno installati entro l’inizio di quest’anno, ed entreranno quasi subito in funzione. Il loro compito sarà prevalentemente di deterrenza: non saranno sempre attivi, ma solo se nel raggio di qualche centinaio di metri si posizionerà una pattuglia per accertare nell’immediato la violazione. Niente multe inviate a casa dunque, ma nel dubbio, in prossimità dei piloncini arancioni, sarà sempre conveniente rallentare. “Lo scopo non è far cassa - assicura l’assessore alla Viabilità Gianpier Chinellato - ma dare una risposta ai tanti cittadini che chiedono il rispetto delle regole. Con gli autovelox sarà intensificato il controllo delle strade per scoraggiare comportamenti di guida pericolosi e migliorare la sicurezza stradale, riducendo il tasso di incidenti”. Il costo dei nuovi apparecchi elettronici è stato di poco superiore ai 14 mila euro. Il famigerato occhio elettronico T-Red invece verrà puntato al semaforo tra la provinciale 81 (via della Costituzione) e via Fornase, un incrocio “maledetto”, teatro in passato di numerosi e anche gravi incidenti. Avrà il compito di rilevare e sanzionare chi attraversa l’incrocio con disco rosso o giallo inoltrato, in particolare sulla direttrice Spinea-Marghera, quindi percorrendo la camionabile. L’obiettivo è ridurre la velocità dei veicoli in avvicinamento al semaforo. Il consigliere Alfonso Delfino (Idv) ha già chiesto però che il T-Red sia accompagnato da un contatore per segnalare agli automobilisti il tempo rimanente prima del cambio di colore del semaforo. Chinellato ha anche annunciato l’arrivo di alcuni pannelli luminosi, da 5 a 7, che il Comune installerà per segnalare la velocità agli automobilisti sulle strade di Spinea. F.D.G. Lo sfogo di una lettrice
“i mezzi pesanti in centro a Robegano sono pericolosi
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uongiorno Direttore Le scrivo in merito all’articolo pubblicato la Piazza n° 143 riguardante il parere negativo espresso dalla Provincia di Venezia e di Veneto Strade, al piano del comune di Salzano, per vietare il transito dei mezzi pesanti in centro a Robegano direzione Maerne-Noale. Le scrivo come residente ma anche come “mamma”. Ancora una volta abbiamo avuto la conferma che le richieste dei cittadini non vengono prese in considerazione e che le decisioni vengono prese sulla base di chissà quale logica nonostante, come si dice anche nell’articolo pubblicato, le segnalazioni di pericolo “certificato” per la salute dei cittadini. Ma come si può “bocciare” un piano del traffico così importante? Il transito dei camion in tale tratto è alquanto pericoloso! C’è un centro abitato, una strada stretta, un asilo e una chiesa a ridosso della strada... Perchè a Martellago per una situazione simile si è provveduto a costruire una strada “camionabile” e invece per Robegano il problema non sussiste? Non sto chiedendo di costruire nuove strade ma di trovare un’alternativa che potrebbe essere quella di utilizzare per l’appunto la nuova strada di Martellago. Spesso i camion transitano in Via xxv Aprile a velocità oltre i limiti e addirittura, e lo dico perchè ne sono stata testimone, passano con il rosso nel semaforo a ridosso della Chiesa.... per non parlare di quelli che transitano senza problemi nel senso già vietato. Io mi chiedo: cosa c’è sotto a questo NO? Mi viene da pensare, come spesso accade in Italia, che ancora una volta abbia abbiano avuto la meglio i “poteri forti” contro le effettive esigenze dei cittadini. E’ davvero necessario il morto per prendere una decisione che i cittadini chiedono per la propria sicurezza? E poi ci si chiede perchè la gente è arrabbiata con chi li dovrebbe rappresentare ....semplicemente perchè nulla di cui hanno veramente bisogno i cittadini viene fatto!!!! Mi scusi lo sfogo direttore ma davvero certe situazioni hanno dell’incredibile. B.
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CONCLUSI I LAVORI DELLA ROTONDA IN ZONA CAPITELMOZZO Celeghin: “Rispettati gli impegni ed i tempi previsti”
Si sono conclusi nei tempi stabiliti i lavori per la realizzazione della rotonda in via Noalese nord a Noale, un impegno che l’amministrazione comunale aveva intrapreso con l’apertura della bretella di collegamento con via Valsugana. Si tratta di un opera che rende sicuro l’accesso sulla statale sia dalla nuova bretella che nelle due direzioni della 515, verso Padova e verso Treviso. È stato predisposto inoltre un nuovo imbocco, in direzione est che congiungerà viabilisticamente la zona a nord di Noale con quella ad est, grazie anche ai lavori di realizzazione del sottopasso di via Ongari che partiranno entrò la fine del mese di febbraio 2014. “È un opera che migliora la sicurezza stradale dichiara l’assessore alla Viabilità Luciano Gobbato - e che nel contempo permetterà un flusso veicolare più fluido e sicuro per l’intera zona. Con la rotonda poi il transito delle auto verrà rallentato anche in relazione ai numerosi accessi laterali che in via Tempesta ci sono e che anche recentemente han visto incidenti proprio a ridosso degli stessi”. L’opera è costata circa 370.000 euro ed è stata realizzata dal consorzio che stà realizzando la nuova area residenziale. “Abbiamo chiesto, oltre a quanto previsto per gli oneri di urbanizzazione, la realizzazione di questo intervento, coscienti che lo sviluppo futuro dell’area necessitava un accesso/uscita in assoluta sicurezza - dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici Michele Cervesato - ora confido procedano celermente anche i lavori per la costruzione della Casa per persone con disabilità nell’ambito del Progetto Dopo di Noi, lavori che inizieranno nei primi mesi dell’anno in un area a verde di 14.000 metri quadri, ad ovest del piano di lottizzazione. Si tratta di due opere importanti che questa am-
ministrazione ha fortemente voluto anche per dare un segno concreto nel settore sociale” - conclude Cervesato. Con la rotonda si completa il complesso iter che ha visto la trasformazione di una zona adibita a capannoni in una zona con previsione urbanistica residenziale, nell’area verranno infatti realizzate casette unì o bi familiari di due piani al massimo. “Abbiamo rispettato tempi ed impegni conclude soddisfatto il sindaco Michele Celeghin - penso che anche questa rotonda rappresenti un importante tassello nel complesso sistema viabilistico che circonda il centro di Noale e che ora ha un altro importante snodo per la sicurezza di tutta la zona di Capitelmozzo“.
Gobbato: “Intervento per la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti” NUOVO SEMAFORO PEDONALE SULLA 515 E’ stato installato il nuovo semaforo sulla 515, in via Tempesta, un intervento richiesto dai cittadini delle vie De Pol, Mondini, Noalese nord. L’intervento si è reso necessario anche a fronte della pericolosità del passaggio pedonale. La stessa amministrazione noalese, nel corso dell’anno 2010 aveva installato un segnalatore luminoso per l’attraversamento stradale dei pedoni tra i due lati della 515 ma ora si è installato un impianto semaforico. I cittadini avevano chiesto attraverso una raccolta firme di poter avere un dispositivo semaforico e dopo un incontro con il comandante della Polizia Locale e l’assessore alla Viabilità si sono avviate le procedure per la richiesta all’ente che ha la gestione della s.r. 515, Veneto Strade. “Abbiamo trovato da subito la disponibilità di Veneto Strade ad effettuare l’intervento – dichiara l’assessore alla Viabilità Luciano Gobbato – dopo alcuni incontri tecnici e sopralluoghi per definire l’esatto posizionamento
A fianco il nuovo semaforo, sopra l’assessore alla Viabilità Luciano Gobbato
del semaforo, abbiamo chiesto il finanziamento per i lavori di installazione del semaforo. In poco meno di un mese abbiamo ottenuto il nulla osta a procedere e con la supervisione dell’ufficio tecnico comunale, Veneto Strade ha eseguito i lavori di scavo e apposizione del semaforo che è entrato in funzione già dalla prima settimana
di dicembre. Si tratta di un intervento atto ad aumentare la sicurezza della zona soprattutto per il transito dei pedoni e dei ciclisti che risiedono nelle due aree a ridosso della 515”. L’intervento è costato circa 13.000 euro, somma interamente finanziata da Veneto Strade – Settore Mobilità e Trasporti.
NOALE PREMIATA PER IL RESTAURO DELLA TORRE DELL’OROLOGIO Cervesato: “Orgoglio per tutta la Città”
Si è svolta in Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, sabato scorso, la consegna del premio “Tradizione, Devozione, Ambizione” che la Commissione del Concorso per il restauro dell’Architettura 2013 ha assegnato alla Città di Noale, alla Progettista arch. Patrizia Valle, alla presenza del sindaco dott. Michele Celeghin. Si è classificata seconda nella categoria “Dimore Storiche”, con menzione speciale il restauro della “Torre dell’orologio e porta a levante del Castello di Noale”. La Commissione era composta dall’arch. Ugo Soragni, Direttore Generale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, da Giuseppe Capocchin, presidente Fondazione Barbara Capocchin, da davide Desiderio della San Marco Image e Communication Manager, dall’arch. Fabris Vincenzo, Commissiario al Territorio della regione Veneto, da Marco Frison Segretario CNAPPC, dal prof. Amerigo Restucci Rettore Università Iuav di Venezia e da Fernando Tommasello, presidente Unpli di Padova. “Si tratta di un momento di orgoglio per la nostra Città- ha dichiarato con soddisfazione l’assessore ai lavori Pubblici Michele Cervesato – segno che il restauro conservativo dev’essere priorità nei programmi delle amministrazioni comunali. A Noale si è fatto un bel lavoro, ora dobbiamo proseguire su questa strada”. Oltre all’arch. Patrizia Valle era presente il sindaco Michele Celeghin che ha insistito sull’impegno intrapreso, anceh finanziariamente parlando, per il restauro della Torre: “Si è lavorato in sinergia con la Regione e la Sovrintendenza per realizzare al meglio l’intervento – ha dichiarato il primo cittadino noalese – ora il manufatto è bello, ma soprattutto è accessibile e il numero dei visitatori ci ha confortato sul fatto che la vocazione della nostra Città, al di la delle bellissime manifestazioni, va valorizzata sul fronte turistico”. Alla cerimonia è intervenuto il vicepresidente della Regione Marino Zorzato che ha sottolineato l’importanza della rivalutazione di preziosi manufatti presenti nella nostra Regione che ha il primato di essere la più visitata, turisticamente parlando, di tutta Italia.
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Sguardo al Miranese 15 Territorio
L’Intervento
Sicurezza Scoppia il caso a Mirano dopo la valanga di furti in queste settimane
La caserma? Non si fa più di Filippo De Gaspari
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Mancano soldi e uomini nonostante il comune abbia già acquistato il terreno e avviato i carotaggi per il cantiere
coppia il caso sicurezza, che a Mirano fa rima con tenenza. Ricordate il vecchio progetto di caserma dei carabinieri che il Comune doveva realizzare insieme a Santa Maria di Sala? Non si fa più dov’era previsto, all’incrocio tra via Cavin di Sala e via Scaltenigo: mancano soldi (secondo il Comune) e uomini (secondo il Ministero), e questo nonostante Mirano abbia già acquistato il terreno e avviato, tempo fa, i carotaggi preliminari al cantiere. Ma dopo che i sindaci sono andati dal prefetto, incalzati dai cittadini esasperati dall’ultima offensiva della criminalità registrata tra novembre e dicembre, ecco la nuova proposta: dare comunque una nuova caserma ai carabinieri di Mirano, in uno stabile più grande, magari sperando che in tempi migliori la stazione possa essere elevata al rango di tenenza con l’arrivo di ulteriori uomini. A farsi promotori della proposta sono stati gli stessi sindaci Maria Rosa Pavanello (Mirano) e Nicola Fragomeni (Santa Maria di Sala). Quest’ultimo ha anche ipotizzato tempi brevi di realizzazione, addirittura entro l’anno. Motivo? Si cerca uno stabile già esistente e di proprietà, per il quale sarebbero necessari solo alcuni lavori di adattamento. E lo stabile in questione è provinciale: ma più grande di quella attuale può diventare subito la caserma dei vigili del fuoco di via Petrarca. “Da un realtà”. E pazienza per le proteste già sollevate per lato lavoriamo per migliorare l’esistente: abbiamo l’addio ai pompieri. “Onestamente la loro presenza già messo in previsione lavori è limitata e la caserma sottoudi ampliamento della vecchia La struttura tilizzata” sentenziano i sindaci, stazione dell’Arma in via Vi- doveva sorgere per cui è molto più urgente ora valdi e fornito ai militari un all’incrocio con dare risposta ai bisogni di sicuappartamento più grande dove via Cavin di Sala rezza dei cittadini esasperati alloggiare – spiega Pavanello e via Scaltenigo da furti, scippi e rapine. L’im– dall’altro stiamo cercando pressione insomma è che una di ottenere una sede nuova già esistente e quella decisione sia già stata presa. A giocare a sfavore dei occupata oggi dai vigili del fuoco è un’ipotesi”. “E’ vigili del fuoco potrebbe essere stata la mancata imvero che la costruzione di una tenenza è sfumata – plementazione della caserma di pompieri di Mirano, aggiunge Fragomeni – ma l’alternativa di una caser- rimasta solo di volontari, con pochi mezzi e senza
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Lo dimostra il primo sì di Bruxelles all’etichetta sulla provenienza delle materie prime, risultato della forte pressione di Confindustria. È in Europa che si gioca la tutela di tutta la filiera agroalimentare, dall’agricoltura alla trasformazione, non a Roma. Di questo farebbe bene a occuparsi il ministro De Girolamo. L’industria alimentare italiana assorbe il 72% dei prodotti agricoli nazionali ma è strutturalmente obbligata a importare materie prime agricole a integrazione di una produzione nazionale insufficiente. Questo nel pieno rispetto della normativa europea. Siamo i primi a sostenere il potenziamento dei controlli, così estesi e penetranti da rendere sicuro il prodotto alimentare trasformato in Italia. Ma ogni strumentalizzazione o demagogia protezionistica rischia di diffondere messaggi ambigui e di pregiudicare l’intero settore agroalimentare, che è il secondo in Italia con 132 miliardi di fatturato, di cui 27 alla voce export. Il Veneto, con 4.900 imprese agroalimentari e oltre 35mila addetti, realizza l’11% di questo fatturato, pari a 14 miliardi. Nel primo semestre del 2013 le esportazioni venete di prodotti alimentari sono cresciute del 7,4% (Italia +6,7%). L’appello è ad evitare gli integralismi e a spostare l’attenzione sul futuro del made in Italy agroalimentare e sulle strategie per allargare i mercati. Non si può ridurre il tema a una lotta di confine. La contraffazione si combatte presidiando i mercati, promuovendo con più incisività i prodotti italiani di qualità, rafforzandone la reputazione negli altri paesi europei e nel mondo, sbocchi decisivi per tutta la filiera agroalimentare. Occupiamoci di come valorizzarne il potenziale, visto che altri paesi, come la Germania, esportano più di noi senza avere la nostra qualità e tradizione enogastronomica. Possiamo fare ancora meglio, valorizzando l’assoluta qualità del prodotto trasformato in Italia e spingendo sull’internazionalizzazione rafforzando le reti lunghe, stimolando i processi di aggregazione tra imprese. Sono le priorità su cui essere compatti e che ci auguriamo siano al centro del confronto con le forze politiche, anche in vista delle prossime elezioni europee. Siamo convinti che anche la Regione sia determinata in questa direzione, per rendere sempre più moderna e competitiva la filiera agroalimentare. *Presidente della Sezione alimentari di Confindustria Padova
Nozze d’oro per l’istituto professionale Ponti
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copertura H-24. Nonostante una media di oltre un intervento al giorno, anche se spesso in supporto alle squadre di Mestre e Mira, ciò non basta ai sindaci per mantenere i pompieri in città. Una decisione che non mancherà di far discutere, che però sembra trovare sponde anche in Provincia, proprietaria dello stabile di via Petrarca. Pronta a fare la propria parte è anche la presidente del Consiglio provinciale, la miranese Marina Balleello. Sembra invece già messa da parte la soluzione prospettata dai sindacati di polizia: Coisp e Ugl-Polizia di Stato avevano proposto un commissariato di pubblica sicurezza nel Miranese, in grado di offrire anche servizi, come ad esempio un ufficio immigrazione e passaporti.
di Giovanni Taliana*
Festeggiamenti
inquant’anni di Ponti. Ha compiuto mezzo secolo l’istituto professionale miranese, che ha diplomato migliaia di studenti dalla sua nascita ai giorni nostri. Mondo della scuola e città lo hanno festeggiato il 7 dicembre nell’auditorium della cittadella scolastica di Mirano, alla presenza di autorità, ex studenti e prof. L’Ipsia Giovanni Ponti è stato il primo istituto superiore di Mirano, fondato nel 1963 prima ancora del liceo, dell’Itis o dell’8 Marzo. Da allora è stata una presenza costante e significativa nella realtà miranese e punto di riferimento per tutto il comprensorio e anche della Riviera e del Camposampierese. Tra i motivi del successo è stata ricordata in particolare l’attenzione costante alle
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Pattuglie dei carabinieri nel territorio
Sì alla sicurezza alimentare, no alla demagogia
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realtà produttive e artigianali del territorio, con l’offerta agli studenti dell’opportunità di un primo approccio al mondo del lavoro attraverso attività di alternanza scuola-lavoro. Dall’anno scolastico 2013-2014 l’Itis Primo Levi e l’Ipsia Ponti si sono fusi in un unico istituto, dando vita al polo tecnico-professionale, l’Istituto di istruzione superiore “Levi-Ponti”. Proprio nell’anno del cinquantennale. Nei giorni del tributo a questa fetta di storia di Mirano autorità e scuola hanno ricordato il passato attraverso situazioni, avvenimenti, persone che, nell’ambito scolastico, hanno preparato il terreno che ha permesso la crescita e lo sviluppo dell’istituto. Presenti sindaci, assessori e rappresentanti provinciali, alunni di ieri e di oggi,
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docenti e molti tra il personale che ha lavorato nel corso degli anni all’interno del plesso di via Cavin di Sala, tra cui l’ex preside Paolo Perinelli, l’ex docente Ivan Ceola, l’ex assistente amministrativa Paola Pegoraro e li ex alunni Nicoletta Stevanato, Daniele Bordin e Giorgio Marchiori. Nell’occasione è stata anche scoperta una targa celebrativa. F.D.G.
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16 Sguardo al Miranese Santa Maria di Sala Dopo cinque anni ha chiuso i battenti
Caltana resta senza farmacia Serviva anche gli utenti dei centri vicini, cioè i residenti dei comuni di Mirano e Pianiga di Filipppo De Gaspari
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altana rimane senza farmacia: chiude il servizio per cui i cittadini si erano tanto battuti in passato. Dal 2 dicembre e dopo soli cinque anni dall’inaugurazione, la farmacia Casciaro ha già chiuso i battenti a causa della rinuncia della titolare. La dottoressa Mariella Casciaro, infatti, originaria di Lecce, ha ottenuto il trasferimento ad altra sede, più vicina a casa. Caltana ha così perso il servizio aperto da poco in via Marinoni 21. Ultimi medicinali venduti il 30 novembre, poi chiusi i battenti, spente le insegne e paese costretto a riprendere le sue vecchie bat-
Esposizione
taglie. Perché di vera battaglia si tratta. Non sarà facile, infatti, ottenere una nuova farmacia. Da un mese circa, i cittadini devono finire a Caselle o Santa Maria di Sala anche solo per acquistare un’aspirina. Una tegola per il paese, il più popoloso del comune, che ha subito fatto correre ai ripari il sindaco Nicola Fragomeni: già inviata, appena avuta notizia della chiusura, una lettera al governatore del Veneto Luca Zaia, in cui il sindaco chiede una veloce riassegnazione del servizio, di competenza regionale. L’obiettivo è ridurre al minimo i disagi e fare in modo
che la chiusura e l’assenza della farmacia a Caltana sia il più possibile temporanea. Da procedura, infatti, i tempi sarebbero eterni, in quanto il bando che aveva portato all’apertura della terza sede farmaceutica del Salese è ormai scaduto e per riattivarlo sono necessari fino a due anni. Tempi biblici che la giunta, e soprattutto i cittadini, non vogliono e non possono attendere. Così Fragomeni ha subito chiesto una gestione almeno provvisoria del servizio, in modo da prevedere una riapertura già entro gennaio, febbraio al massimo, in attesa poi di un’assegnazione
Mostra sulla donna nel mondo contadino
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ssere donna in campagna: storia, evoluzione e costumi di un’epoca che non è più la stessa. Il Comune di Santa Maria di Sala ha deciso di raccogliere vecchie foto e ricordi sul tema “La donna nel mondo contadino”, per crearne un archivio storico unico nel suo genere. In collaborazione con
definitiva. Nel frattempo la rinuncia della dottoressa Casciaro ha costretto l’Ulss 13 a rivedere il servizio di turno notturno e festivo per il 2014, sostituendo la farmacia di Caltana con quella nuova di Veternigo, aperta di recente. Resta il disagio a cui dovranno sopperire i residenti di Caltana, soprattutto gli anziani, per queste prime settimane del nuovo anno. Si torna a cinque anni fa: la battaglia per la farmacia a Caltana durava
l’assessorato alle Pari opportunità infatti il Comune sta organizzando da settimane una mostra fotografica che avrà come tema il lavoro della donna nel mondo contadino, dagli inizi del Novecento ai nostri giorni. Ma per farlo serve il contributo dei cittadini. Molti infatti posseggono ancora le prime foto in bianco in nero che ritraggono donne al lavoro nei campi o in casa: un tesoro inestimabile che ora il Comune si propone di recuperare e rendere pubblico. Chi fosse in possesso di vecchie
dagli anni Ottanta, con petizioni e raccolte di firme, l’ultima, 15 anni fa, con ben 6.800 sottoscrizioni raccolte, molte più degli abitanti del paese. Tante provenivano da fuori: la farmacia di Caltana, infatti, serviva anche utenti di centri vicini, residenti tra i comuni di Mirano e Pianiga. Ora l’obiettivo e avere al più presto una nuova inaugurazione come quella dell’ottobre 2008 e possibilmente, stavolta, definitiva.
foto o desiderasse raccontare ricordi e aneddoti di quei lavori, può portarli all’ufficio Cultura o alla biblioteca Farsetti, dove verranno scansionate e subito rese al proprietario, che quindi non dovrà rinunciarvi. Per ogni foto o racconto sarà riportata una didascalia (mestiere, luogo, data, nome del proprietario della foto). Per informazioni scrivere a info.eventi@comunesantamariadisala.it o telefonare al numero 041-487550. F.D.G.
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Ambiente Stop ai veicoli a benzina “Euro 0”, “diesel Euro 0”, “Euro 1” e “Euro 2
Tornano i divieti anti smog Limitazioni in vigore fino al 30 aprile nei comuni di Venezia, Mirano, Spinea e Santa Maria di Sala
di Alessandro Abbadir
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Inquinanti
ono iniziati nel 2013, ma continueranno fino ad aprile del 2014 i divieti anti smog introdotti dal comune di Venezia, Spinea, Mirano e Santa Maria di Sala. Una misura voluta per rendere l’aria più pulita e meno inquinata nei centro. I divieti sono scattati per le auto più inquinanti, per gli automezzi che non sono uniformati con i regolamenti europei in materia di inquinamento. Il divieto resterà in vigore fino al 30 aprile nel comune di Venezia. Deroghe sono consentite ai residenti. Ma chi non potrà circolare? Le limitazioni riguardano i veicoli a benzina “Euro 0”, “diesel Euro 0”, “Euro 1” e “Euro 2”. A questi è vietato entrare in città. Dove non potranno circolare? L’area off-limits per questi veicoli comprende la gran parte della terraferma mestrina: il centro di Mestre, ma anche le zone periferiche, quindi Marghera, Asseggiano, Gazzera, Trivignano, l’area di Favaro fino al centro abitato di Dese e ancora
Campalto e via Orlanda in direzione di Tessera. All’interno si potranno percorrere alcuni tragitti fino ai parcheggi attivi nel centro di Mestre. Quali gli orari dei divieti? I divieti sono in vigore dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 ma nelle giornate di martedì, mercoledì e giovedì sono previste finestre di libera circolazione per i veicoli dei residenti del Comune di Venezia dalle 10 alle 16. Il provvedimento è in vigore fino al 30 aprile 2014. Ma non finisce qui . Sono previste infatti dal piano comunale anche due domeniche senz’auto le cui date saranno concordate con Treviso e Padova. I provvedimenti riguardano non solo Mestre ma anche Mirano, Spinea e Santa Maria di Sala dove le auto inquinanti non potranno entrare con le stesse deroghe e limitazioni, nei centri dei paesi. Molte le deroghe previste che sono 23. Eccole: possono circolare infatti i veicoli a Gpl, gas metano; quelli con tre persone a bordo con la medesima
destinazione; trasporti pasti per mense e comunità; veicoli di portatori di handicap o destinati al trasporto verso strutture sanitarie pubblico o private; auto di medici, veterinari, forze dell’ordine, turisti stranieri e turisti diretti agli alberghi del centro cittadino, servizi manutentivi di emergenza, vigilanza privata, lavoratori dipendenti o autonomi con certificazione del datore di lavoro per i percorsi casa-lavoro, giornalisti in servizio di cronaca, autoscuole per lezioni di guida, operatori commerciali dei mercati rionali, agenti di commercio, trasporto merci. Per i genitori consentito l’accompagnamento dei figli a scuola (asili, materne, elementari e medie inferiori) per 30 minuti prima e dopo l’orario di entrata e uscita da scuola. Per le società sportive è consentito l’accompagnamento di giovani atleti limitatamente ai 60 minuti prima e dopo gli allenamenti.
benzo(a)pirene nuovo “oSServato Speciale”
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olveri sottili Pm10, polveri fini 2,5 e ozono non sono i “soli” inquinanti da contrastare nell’emergenza smog che interessa le Regioni del Bacino Padano. Lo fa presente l’assessore regionale alle Politiche ambientali del Veneto, Maurizio Conte, che alla lista aggiunge il benzo(a)pirene. Si tratta di un inquinante generato dalla combustione delle biomasse (legna e pellet) che da alcuni anni viene tenuto sotto la lente d’ingrandimento come L’assessore “osservato speciale”. Alla luce di questi nuovi elementi che emerMaurizio Conte gono dalla sfida per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo la Regione Veneto si è organizzata con il nuovo Piano di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera per mettere in campo le misure necessarie anche alla riduzione dell’inquinamento da combustione da biomassa, senza naturalmente penalizzare il ricorso a questa importante fonte di energia alternativa. “Le azioni - spiega l’assessore - riguardano la materia prima, che dev’essere di qualità e a filiera più corta possibile; i sistemi di combustione, che devono essere tecnologicamente avanzati, con alti rendimenti e basse emissioni. L’ultima azione è la necessità di un’adeguata manutenzione degli impianti e delle canne fumarie per ridurre al minimo le emissioni”. Un percorso che si sta compiendo in linea con le Regioni e i ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e dei Trasporti. O.J.
LOGISTICA “LOG IN vENEZIA”, MERCI NEI CAMIONCINI
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n sistema per inquinare di meno c’è . Ed è quello ideato dalla ditta “ Log- In Venezia” . Quali risultati ha ottenuto?Il sistema di consegna ecologico “Log – In Venezia” in 4 anni di attività (dal 2009) ha permesso di abbattere il numero di transiti di mezzi pesanti nel centro di Mestre. Ogni piccolo furgoncino evita il transito a Mestre di 11 tir. A spiegarlo sono gli stessi titolari dell’azienda “ Si tratta - spiegano i responsabili di Muovosviluppo scrl di Padova che gestiscono il sistema in una nota - di un sistema di immagazzinamento e accorpamento delle merci che arrivate ad Oriago si muovono verso Mestre con furgoncini che sono caricati il più possibile, visto che invece i tir dovrebbero andare a destinazione per poca merce attraversando il centro città ed inquinando. Abbiamo vinto un bando di gara del Comune di Venezia che ci ha permesso di usufruire di contributi pubblici”. Dal quest’anno lo stesso sistema potrà
essere utilizzato per il centro storico veneziano. Il sistema è stato nella sede di Oriago di Mira in via Brianza, in occasione della visita di una delegazione francese patrocinata dal comune di Clermont Ferrant interessata a conoscere il magazzino e il servizio di distribuzione della “Log in Venezia” che utilizza veicoli ecologici. Erano presenti anche rappresentanti dell’agenzia per l’ambiente ed il territorio nazionale, un rappresentante del Ministero dell’Ambiente francese, alcuni operatori privati del trasporto. “Dal 2013concludono i responsabili- i mezzi che vengono utilizzati per fare la distribuzione ecologica delle merci sono passati da 2 a 5. Dal 2014 il servizio potrà essere svolto anche su Venezia. L’obiettivo del Comune era di ridurre l’inquinamento ed il traffico merci in città. Concentrando i camion fuori dal centro, in città entrano solo veicoli ecologici”. Insomma un altro modo per avere meno smog in centro. A.A.
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Turismo I dati relativi al periodo gennaio-agosto 2013 di Apt e Provincia
Dallo storico vitigno
il vino bianco Turismo I dati relativi al periodoveniSSa, gennaio-agosto 2013 di Apt cHe Salva il territorio
Dalla costa alle città d’arte: Dalla si torna costa alle città a vedere positivo a vedere positivo S
ono soprattutto gli stranieri, in particolare i russi, a mantenere produttiva l’attività turistica nel Veneziano e a far tirare un sospiro di sollievo agli operatori del settore. Si salva la stagione lungo la costa, con qualche significativo incremento, ma sono le “prestazioni” delle città d’arte, Venezia in particolare, e dei territori interni a lanciare chiari segnali di ottimismo, verso il superamento di questo lungo periodo difficile. L’Azienda di promozione turistica, insieme all’assessorato provinciale del turismo, cominciano a tirare le somme della stagione 2013 nel Veneziano, riflettendo sui dati dell’intera provincia e delle singole località, rilevati da gennaio e settembre. Dal consuntivo emerge una complessiva stabilità, con 7.152.026 arrivi (+0,03% rispetto allo stesso periodo del 2012) e 31.373.339 presenze (-0,76%). Si riprende il settore balneare che, grazie ai turisti provenienti dai Paesi stranieri, pone un freno alla linea discendente di arrivi e presenze che aveva caratterizzato
l’andamento degli anni precedenti, e anzi fa intravedere una inversione di tendenza. A regalare le maggiori soddisfazioni agli operatori del settore sono soprattutto i turisti russi, che in tutte le località della costa veneziana fanno registrare percentuali positive a due cifre, sia per gli arrivi che per il numero delle notti trascorse. Jesolo è la località che piace particolarmente ai vacanzieri provenienti dalla Russia, che in questi mesi sono cresciuti del +9,5% negli arrivi e del +16,8% nelle presenze, ma anche meta apprezzata dai tedeschi che incrementano i loro arrivi del 2,3% e le presenze del 4,2%. Splende il sole sul bilancio di quasi fine stagione per Bibione e Caorle grazie soprattutto ai turisti svizzeri, ungheresi, polacchi e inglesi che per le loro vacanze italiane hanno scelto le due località della costa veneziana. Cavallino ed Eraclea sono state frequentate da un crescente numero di turisti provenienti dalla Repubblica Ceca, dalla Polonia e dal Regno Unito. Anche Chioggia, dove prevale rispetto alle altre città balneari del Veneziano la
ADOTTAMI
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presenza di turisti italiani, quest’anno conta una significativa percentuale negli arrivi e nelle presenze di stranieri, tedeschi e austriaci in particolare. Per quanto riguarda l’entroterra e le città d’arte, Venezia centro storico spicca con un +1,06% negli arrivi e +2,31% nelle presenze. Soddisfacenti anche i numeri per il territorio di Mestre-Marghera, specialmente nel comparto alberghiero, e per la Riviera del Brenta. Come emerge un po’ da tutti gli studi ed i monitoraggi, anche i dati di Apt confermano le mutate abitudini dei turisti moderni che prediligono viaggi “contenuti”, accorciando la durata dei soggiorni, pur muovendosi di più nell’arco dell’anno.
ono soprattutto gli stranieri, in particolare i russi, a mantenere produttiva l’attività turistica nel Veneziano e a far tirare un sospiro di sollievo agli operatori del settore. Si salva la stagione lungo la costa, con qualche significativo incremento, ma sono le “prestazioni” delle città d’arte, Venezia in particolare, e dei territori interni E proprio l’analisi dettagliata della moa lanciare chiari segnali di ottimismo, vervimentazione turistica nel corso so il superamento di questo lungodell’anno periodo può aiutare ad una migliore pianificazione, difficile. rinforzando le azioni di promozione peL’Azienda di promozione turistica,deiinsieriodi di maggior criticità. me all’assessorato provinciale del turismo, “Ora abbiamo a somme disposizione tutte le cominciano a tirare le della stagione informazioni che serviranno a pianifi 2013 nel Veneziano, riflettendo sui care dati ledell’intera future azioni di intervento, in vista della provincia e delle singole località, prossima ribadisce l’asrilevati dastagione gennaio eturistica” settembre. Dal consunsessore al Turismo Giorgia Andreuzza tivo emerge una complessiva stabilità,. con Dopo averarrivi analizzato i dati rispetto il presidente 7.152.026 (+0,03% allo Apt Enrico Miotto confermato le aspetstesso periodo delha2012) e 31.373.339 tative per (-0,76%). il futuro prossimo. “Per l’estate presenze appena iniziata con Si trascorsa riprende la il ripresa settore è balneare che,i turisti da paesi stranieri che straaugrazieprovenienti ai turisti provenienti dai Paesi spico peralla la prossima stagione nieri, siano pone imitati un freno linea discendente anche italiani”. di arrividaie turisti presenze che aveva caratterizzato
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’ stato giudicato tra i 100 migliori vini d’Italia dalla guida Golosario, l’andamento anniMassobrio precedenti, e anzi curata degli da Paolo e Marco fa Gatti. intravedere una inversione di tendenza. Decisamente apprezzabile per le regalareillevino maggiori soddisfazioni agli sueA qualità, premiato risulta lodeoperatori del settorepersono soprattutto i turisti vole e meritorio il prezioso contriburussi, chehain saputo tutte leportare localitàanche della costa veneto che sul piano ziana fannoeregistrare percentuali positive culturale ambientale al territorio. Si a due cifre,disiaVenissa per gli 2010, arrivi che per il numero tratta il bianco figlio delle trascorse. dellanotti prima vendemmia moderna di un Jesolo è la località che piace vino antichissimo, ottenuto da uvaparticoDolarmente ai vigneto vacanzieri provenienti rona in un creato nell’isola dalla veRussia, chedi in questi mesi neziana Mazzorbo, doposono aver cresciuti fortudelnosamente +9,5% negli arrivi e lodelstorico +16,8% nelle recuperato vitigno presenze, meta apprezzata dai lagunarema che anche rischiava la scomparsa. tedeschi arriviviti-del “E’cheil incrementano riconoscimentoi loro di una 2,3% e leeroica presenze del 4,2%.nel Splende coltura e riscoperta, cuore il sole sullaguna bilancioveneziana, di quasi fiche ne stagione della premia unper Bibione e Caorle ai turisti prodotto e forsegrazie primasoprattutto ancora un’idea: svizzeri, ungheresi, polacchi e inglesi un che quella di far rivivere e valorizzare perluogo le lorochevacanze italiane hanno scelto rischiava l’abbandono” hale due località della costa veneziana. Cavallicommentato il presidente della Regione noLuca ed Eraclea state frequentate da un Zaia sono riconoscendo alla famiglia crescente numero di turistiilprovenienti Bisol, che ha realizzato progetto di dalla reRepubblica Ceca, dalla Poloniadele territorio dal Regno cupero insieme all’esperto Unito. Anche Chioggia, dove prevale Roberto Cipresso, un grande merito.rispetto alle altre città balneari del Veneziano la
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Camillo. Maschio, taglia media contenuta circa kg.15 circa, 10-12 anni. Un quasi nonnino arrivato nei recinti a.p.a Di lui non c’è passato, ma essendo sterilizzato una casa sicuramente l’ha avuta! Al controllo veterinario risulta in buone condizioni. Camillo è stato operato ed aspetta una casa tutta per lui. Max. Cucciolotto maschio, giovane circa 7-8 mesi. Carattere tranquillo, taglia media circa kg.15-18. Recuperato ad una stazione di servizio. Era disorientato, seguiva tutte le auto, sperando di trovare quella che lo ha “mollato”. Max è buono, aspetta una casa, una famiglia e un po’ di serenità. Tre “neroni”. Cucciolotti di soli 3 mesi con il terrore negli occhi. Di loro non sappiamo nulla, solo che hanno paura di tutto. Sono 2 maschietti e 1 femminuccia. Se trovassero una famiglia amorevole con poco tempo e tanta buona volontà avrebbero più possibilità di recupero. Heidy. Femmina, taglia media circa kg.18. Di 7, 8 mesi circa. Carattere schivo e diffidente, ma tanto dolce se presa nel verso giusto. Heidy ha un vissuto tragico ed è per questo che la sua diffidenza prevale su tutto. La piccola è sterilizzata ed aspetta una persona comprensiva e piena di amore per lei. Punto. Maschio, taglia medio-piccola circa 10 kg. Di 8-10 anni . Il suo corpo e segnato dalla sofferenza. Recuperato per strada, ha il corpo curvo per due grosse ernie perianali. Dopo l’intervento che farà il prima possibile tornerà ad essere un cane normale e fiero. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia O.nlus 3289620233
Camillo. Maschio, taglia media contenuta circa kg.15 circa, 10-12 anni. Un quasi nonnino arrivato nei recinti a.p.a Di lui non c’è passato, ma essendo sterilizzato una casa sicuramente l’ha avuta! Al controllo veterinario risulta in buone condizioni. Camillo è stato operato ed aspetta una casa tutta per lui. Max. Cucciolotto maschio, giovane circa 7-8 mesi. Carattere tranquillo, taglia media circa kg.15-18. Recuperato ad una stazione di servizio. Era disorientato, seguiva tutte le auto, sperando di trovare quella che lo ha “mollato”. Max è buono, aspetta una casa, una famiglia e un po’ di serenità. Tre “neroni”. Cucciolotti di soli 3 mesi con il terrore negli occhi. Di loro non sappiamo nulla, solo che hanno paura di tutto. Sono 2 maschietti e 1 femminuccia. Se trovassero una famiglia amorevole con poco tempo e tanta buona volontà avrebbero più possibilità di recupero. Heidy. Femmina, taglia media circa kg.18. Di 7, 8 mesi circa. Carattere schivo e diffidente, ma tanto dolce se presa nel verso giusto. Heidy ha un vissuto tragico ed è per questo che la sua diffidenza prevale su tutto. La piccola è sterilizzata ed aspetta una persona comprensiva e piena di amore per lei. Punto. Maschio, taglia medio-piccola circa 10 kg. Di 8-10 anni . Il suo corpo e segnato dalla sofferenza. Recuperato per strada, ha il corpo curvo per due grosse ernie perianali. Dopo l’intervento che farà il prima possibile tornerà ad essere un cane normale e fiero. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia O.nlus 3289620233
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Spazi aperti 3 Dallo storico vitigno
e Provincia
d’arte: si torna
di turisti italiani, quest’anno conta ificativa percentuale negli arrivi e esenze di stranieri, tedeschi e auparticolare. quanto riguarda l’entroterra e le rte, Venezia centro storico spicca +1,06% negli arrivi e +2,31% nelle . Soddisfacenti anche i numeri per io di Mestre-Marghera, specialmenmparto alberghiero, e per la Riviera ta. e emerge un po’ da tutti gli studi nitoraggi, anche i dati di Apt confermutate abitudini dei turisti moderni diligono viaggi “contenuti”, accora durata dei soggiorni, pur muoveniù nell’arco dell’anno.
veniSSa, il vino bianco cHe Salva il territorio
E
E proprio l’analisi dettagliata della movimentazione turistica nel corso dell’anno può aiutare ad una migliore pianificazione, rinforzando le azioni di promozione dei periodi di maggior criticità. “Ora abbiamo a disposizione tutte le informazioni che serviranno a pianificare le future azioni di intervento, in vista della prossima stagione turistica” ribadisce l’assessore al Turismo Giorgia Andreuzza . Dopo aver analizzato i dati il presidente Apt Enrico Miotto ha confermato le aspettative per il futuro prossimo. “Per l’estate appena trascorsa la ripresa è iniziata con i turisti provenienti da paesi stranieri che auspico siano imitati per la prossima stagione anche dai turisti italiani”.
’ stato giudicato tra i 100 migliori vini d’Italia dalla guida Golosario, curata da Paolo Massobrio e Marco Gatti. Decisamente apprezzabile per le sue qualità, il vino premiato risulta lodevole e meritorio per il prezioso contributo che ha saputo portare anche sul piano culturale e ambientale al territorio. Si tratta di Venissa 2010, il bianco figlio della prima vendemmia moderna di un vino antichissimo, ottenuto da uva Dorona in un vigneto creato nell’isola veneziana di Mazzorbo, dopo aver fortunosamente recuperato lo storico vitigno lagunare che rischiava la scomparsa. “E’ il riconoscimento di una viticoltura eroica e riscoperta, nel cuore della laguna veneziana, che premia un prodotto e forse prima ancora un’idea: quella di far rivivere e valorizzare un luogo che rischiava l’abbandono” ha commentato il presidente della Regione Luca Zaia riconoscendo alla famiglia Bisol, che ha realizzato il progetto di recupero insieme all’esperto del territorio Roberto Cipresso, un grande merito.
22 Economia
Economia 5
Il progetto “Oltre il Pil” Presentato il primo rapporto Unioncamere e Camera di Commercio di Venezia
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Nella geografia veneta del benessere Venezia stenta L
L’indagine sul presente e le prospettive future
il SigniFicativo impatto degli imprenditori di cultura e creatività nell’economia veneziana
di Ornella Jovane
L
a provincia di Venezia, davanti solo a Rovigo, è quasi fanalino di coda del Veneto e decima tra quelle del Triveneto nella speciale graduatoria che misura il livello di benessere. A disegnare una nuova geografia del benessere nelle regioni italiane e nelle città metropolitane si sono cimentati Unioncamere Veneto insieme con la Camera di Commercio di Venezia e l’Università Ca’ Foscari che con il progetto “Oltre il Pil”, dal 2009, intendono revisionare gli strumenti e i parametri di misurazione puntando, oltre il dato del prodotto interno lordo appunto, a valorizzare le eccellenze e le qualità di un territorio. Sebbene il primo rapporto, dopo 4 anni di lavoro, metta in luce un Veneto ad elevato livello di benessere complessivo, tuttavia il Veneziano stenta a tenere il passo delle altre province venete. Non tanto sul piano materiale, in cui Venezia si posiziona bene tra le province nordestine, quanto piuttosto in relazione alle voci relative all’ambiente, la sicurezza, il lavoro, i rapporti personali e
Mentre il Veneto risulta secondo solo al Trentino, in Italia, Venezia si piazza al penultimo posto delle provincie venete sociali, senza riuscire ad eccellere nemmeno nell’istruzione. Complessivamente il valore rilevato nella graduatoria regionale è pari a 0,58 in una scala che varia da 0 (situazione di difficoltà e disagio rispetto la media) a 1. Un valore ben distante dallo 0,72 di Verona, che primeggia tra le province venete davanti a Padova (0,70), Vicenza (0,69), Belluno (0,67) e Treviso (0,62). A chiudere Rovigo con 0,46. Migliori i risultati di Venezia nel confronto con le altre città metropolitane nel quale si piazza in sesta posizione all’interno di una graduatoria guidata da Firenze, Genova
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Bologna e Milano. Nella comparazione con le altre regioni il Veneto, invece, si posiziona nel primo gruppo, quello ad elevato benessere complessivo, dietro solo al Trentino Alto Adige (0,82), con un valore di 0,68 che gli consente di stare davanti a Marche, Toscana, Valle d’Aosta, Lombardia ed Emilia Romagna. Compongono il secondo gruppo Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Piemonte e Molise. Rientrano nel terzo gruppo Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Lazio, Campania, Sicilia e Calabria.
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a cultura e la creatività hanno un peso non indifferente nell’economia veneziana che si è rivelato peraltro quantomeno stabile anche in tempo di crisi.Che anche con la cultura e la creatività si possa mangiare lo dimostra una ricerca commissionata dalla Camera di Commercio di Venezia al Laboratorio di Management delle Arti e della Cultura dell’Università Ca’ Foscari di Venezia i cui risultati sono stati presentati a fine dicembre. Dall’indagine emerge inoltre un’interessante connubio, che ha ampio margine di ulteriore potenziamento, tra sviluppo economico e sociale generato dai fenomeni di neo-imprenditorialità e di produzione culturale “informale” che vedono anche nell’universo dell’associazionismo e del non-profit un importante motore. Dalla “mappatura” di attività culturali e creative presenti nel territorio (condotta attraverso la classificazione Eurostat e adattata alle specificità della provincia) è risultato che le imprese e le unità locali presenti sono 13.975 e contano 32.738 addetti, rispettivamente l’8% e l’11% rispetto al totale provinciale. Di queste oltre la metà è da ascriversi alle attività classificate come appartenenti alle industrie creative. Dividendo il Veneziano in 5 ambiti (capoluogo di provincia e dintorni, Portogruarese, Sandonatese, area sud Chioggia, Cavarzere e Cona, area centrale), è emerso che le attività culturali sono preminenti nell’area di Venezia mentre quelle creative hanno un peso preponderante nell’ “area centrale”. Nel corso degli anni censiti la struttura produttiva ha avuto un andamento in costante crescita - in particolare le industrie creative - anche se con un tasso di sviluppo minore a quanto registrato dall’economia provinciale nel suo complesso. E tuttavia nel quadriennio 2009-2012, periodo di profonda crisi per l’economia nazionale e di stagnazione di quella provinciale, le attività culturali e creative sembrano dimostrare una certa tenuta. Quanto al contributo economico del settore, stimato come ricchezza generata in termini di valore aggiunto, nel complesso della provincia si stima 688.787.993 euro di valore aggiunto attribuibile al comparto culturale e 1.315.563.406 euro al comparto creativo, per un totale di 2.004.351.399 euro che se messo in relazione al dato complessivo del sistema economico provinciale equivale a poco più dell’8,5%. A questo andrebbero quindi sommati i 54 milioni di euro stimati di valore aggiunto generati dal non-profit.
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Cultura provinciale 25 Architettura, enogastronomia e turismo A Stra un convegno sulle grandi occasioni che si aprono con l’evento internazionale
Expo 2015, le Ville venete aspettano i turisti Si stima che circa 4 milioni di visitatori da Milano si sposterà a Venezia per visitare la città lagunare e i tesori del suo entroterra: le prestigiose dimore settecentesche della Riviera del Brenta e dintorni possono essere una imperdibile meta di Ornella Jovane
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1, NE/PD 46) art. 1, comma 27/02/2004 n° (convertito in Legge Postale - D.L. 353/2003 in Abbonamento s.p.a. - Spedizione n. 128 - Poste Italiane locale. Anno XX Periodico d’informazione
di Rovigo
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Enti locali Taglio delle Province, Delrio fa partire il countdown pag. 34
Porto Tolle Tensioni all’interno del Partito Democratico pag. 17
Centrale Enel Assolti i 25 attivisti di Greenpeacepag. 14
PORTO VIRO. ECOCENTRO PRONTO PER I CONFERIMENTI
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EDITORIALE
non ci avanti al dio palanca parenti”: sono fratelli, amici o è una delle frasi pronunciate intercettazioni della in una delle decine di rete di corruzione recente inchiesta sulla Poche parole legata agli appalti pubblici. una volta se ce ne che sintetizzano, ancora è il criterio adottato fosse il bisogno, qual infedeli e da imprenda funzionari pubblici ovviamente, che ditori complici. Il denaro, e grandi, gli “aggiustifica i favori piccoli procedure, il ritocco giustamenti” di gare e a danno del pubin corso d’opera, sempre di noi. ciascuno di conseguenza, blico e, di basta anche qualche CARCERE, IL pag. 8 Il denaro, sia “cash”, SERT euro di tanto in LE CONDIZION MIGLIORA banconota da 50-100 I SANITARIE di “regali” come pag. 26-27 tanto, che sottoforma anche una mano di il viaggio esotico ma piccolo lavoretto bianco in casa o qualche di piccorruzione nostrana, EDITORIALE dalla “extra”. E’ la pezzatura, quella dalla Giunta ed approvate colo cabotaggio e piccola consiliare predisposte regionale. Geremia Gennari, alla questione, la sala zona grigia di cui nessuno entro la C’è stato un taglio ad che alimenta una bassopolesane in merito è stata recentemente teatro V commissione Potranno avere inizio già chiarezza. E’ il primo l coro delle forze politiche l’ordine del giorno approvato portovirese di risorse, soprattutto considerevole conosce i contorni con riqualificazione di Porto ricordando e trasversalmente in consiglio comunale fine dell’anno i lavori di pubblico “L’ospedale tutti gli altri, fino ad di fornitura di si è alzato unanime certi farmaci, che al agosto all’unanimità schede dell’incontro passo che poi giustifica Rosolina che se del quartiere Norge di del presidio ospedalieIl tutto in nome la perdita decretata dalla da Venezia: pronto soccorso contro scandali. mutilato mantenimento Viro grandi il ai procurarsi pagando, vogliono devono per potersi arrivare ai residenti di capogruppo del presidio ospedaliema anche di Alessandro permetteranno quindi alle persone una volta precisare che soccorso” promosso dal del ospedaliere regionali “dio palanca”, ovviamente, detenute oltre a ro, ha voluto ancora Abbadir* all’aperto della Salute pronto di un millimetro: del alla libertà viene Viro Thomas Giacon e di moralità e di godere al meglio gli spazi ro della casa di cura Madonna “Porto Viro non arretrerà di di Uniti per Porto tolta di una distorta concezione centro della frazione scandalizzarsi loro anche la salute. alle Viro, appellativo che permetteva partecipato diversi rappresentanti se c’è da urlare o da sbarcare a Venezia, urne del 24 e18 pag. senso civico. Perché dunque 25 di Porto di assoluta cui hanno regionali Fondamentale emerge una situazionefebbraio compresi i consiglieri il nosocomio in posizione porrescorso l’intervento se “così fan tutti”? e che nel istituzionali Azzalin, oltre lo faremo. ine- alla sanità pubblica stricabile, o perlomeno davvero prestato dal Sert. parità rispetto Cristiano Corazzari e Graziano tutti accomu50% 40% pag. 3 difficilmente di Agenas (Agenzia Naziorisolvibile. 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xpo 2015, una grande occasione anche per il Veneto di mettere in mostra i propri tesori artistici, architettonici, culturali ma anche paesaggistici ed enogastronomici. Le aspettative sono consistenti se già i primi studi sull’impatto che l’appuntamento internazionale avrà sul territorio fanno prevedere che ben 8 milioni di persone da tutto il mondo si recherà a Milano per visitare i padiglioni dell’Expo. Gli stessi studi rivelano che il tempo dedicato alla visita sarà di circa 7-8 ore e che rimarrà un ampio margine per girare, da turisti, le aree circostanti. Il 47 per cento di questi 8 milioni di potenziali visitatori ha già dichiarato che approfitterà dell’occasione per recarsi a Venezia e conoscere la città lagunare ma anche le terre e le bellezze che vi stanno attorno. Una prospettiva allettante per il Veneto che potrebbe essere meta di 4 milioni di turisti provenienti da tutto il mondo nel semestre “caldo” del 2015, quello della durata dell’Expo. La consapevolezza della grande occasione di rilancio dell’attività turistica ha ispirato anche il convegno che lo scorso 10 dicembre si è tenuto a “Villa Foscarini Rossi, a Stra nella Riviera del Brenta, “Expo 20105, opportunità per il prodotto turistico delle ville venete”, promosso dall’associazione “Ville venete e castelli” insieme con “Dimore storiche aperte Expo 2015” e “Comitato Expo Venezia”. Fra le tante offerte che Venezia, il suo entroterra e tutto il Veneto possono mettere sul piatto d’argento a disposizione di tanti turisti le Ville Venete rappresentano un patrimonio di grandissimo prestigio. Se ne contano 5400 in tutto il Veneto, di queste 200 hanno già sottoscritto una “carta dei servizi”, una sorta di mappatura delle strutture che già sono in grado di ospitare i turisti. Una buona percentuale delle ville venete, infatti, oltre ad essere parte di un ricco patrimonio architettonico di inestimabile pregio, è attrezzata per l’ospitalità ricettiva. Un buon numero di esse, peraltro, è sede di aziende agricole, dove si producono le eccellenze della tradizione enogastronomica nostrana. “Le ville venete vengono riscoperte anche nella loro dimensione di aziende agricole - sottolinea l’assessore regionale per le produzioni agroalimentari Franco Manzato - una proposta interessante per le eccellenze che questo territorio sa produrre in termini così intensivi”. Un connubio di cultura e colture che potrebbe risultare davvero vincente e che per questo va gestito con consapevolezza e valorizzato con una attenta programmazione nella fase preparatoria. Lo sa bene l’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi che illustra le tappe di un articolato
percorso. “Entro il 2014 - spiega - prepareremo un percorso di formazione per migliorare la cultura dell’accoglienza e affinare la capacità di ospitare. A metà anno creeremo un by Ville Venete, metteremo a disposizione questa importante rete di ville agli operatori turistici che organizzeranno i pacchetti di visitatori all’Expo”. Ingenti risorse sono destinate a questi e altri progetti legati all’evento. “Nel bilancio di previsione 2014 - conferma l’assessore Finozzi - insieme con il presidente della Regione stiamo studiando un capitolo apposito per Expo 2015 per le risorse da destinare sia al turismo e alle attività. Non è ancora stata definita una cifra perché prima andremo ad istituire una sorta di “cabina di regia” che servirà a capire quali sono i progetti in campo, molti dei quali sono già stati messi a punto, e quali sono le risorse necessarie per realizzarli”. “Milano - ha sottolineato Giulio Bellemo, presidente Ville e Castelli veneti - non poteva fare a meno di Venezia e, pertanto, grazie ad una deroga speciale, costruiremo un padiglione all’interno del Vega. Lo abbiamo chiamato “Acqua”, un elemento fondamentale per il futuro dell’umanità”.
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l patrimonio artistico di Chioggia sbarca per la prima volta sul web. Opere pittoriche dalla fine del Trecento ai primi del Novecento, arte sacra, architettura, e la peculiare pianta urbana a lisca di pesce del Centro storico sono visitabili attraverso una dettagliata galleria fotografica e i video girati ad alta definizione. Il sito internet www. artechioggia.it riunisce in un museo online 24 opere pittoriche tra tele, pale, affreschi e sculture, oltre al meccanismo dell’orologio della torre campanaria romanica della chiesa di Sant’Andrea, attribuito a Jacopo Dondi. La navigazione nel sito è suddivisa in cinque aree storiche riunite attorno alle principali chiese di Chioggia, dal Duomo a San Domenico. La raccolta di opere copre in modo netto due periodi: da quelle più preziose del Trecento alla rifioritura del Seicento, ben rappresentato da “La consacrazione di San Nicolò vescovo di Myra” di Pietro Damini, custodito nella pinacoteca della SS. Trinità, sino al Settecento della pala d’altare della “Visita di Maria a Santa Elisabetta” di Francesco Fontebasso. Nel mezzo, due secoli di totale silenzio dovuti alla devastante Guerra di Chioggia. Una sezione del sito è dedicata a fornire informazioni complete su orari di apertura e di visita, prenotazioni e costi del biglietto dei musei e delle chiese. I filmati sono commentati in italiano e in inglese su testi di Dino Memmo e Sergio Ravagnan. L’idea e la realizzazione di artechioggia.it nasce dall’associazione culturale Chioggia Film di Francesco Bonivento e Paolo Serafini, che ha potuto beneficiare di una quota dei fondi annuali messi a disposizione dalla Fondazione Clodiense Onlus e di contributi della Provincia di Venezia, di soggetti privati, del Rotary Club di Chioggia e del CoS.B.M. mune di Chioggia.
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LO danza
SPORT in PRIMO LO S PORT in PIANO
A Mestre
una Scuola di danza per tutti
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estredanza è una scuola di danza; quest’arte si può praticare a ogni età all’interno di un livello di preparazione. Si può cominciare a danzare fin dall’età di 4 anni e poi procedere fino a novant’anni e oltre con il Pilates. Cristina Canetti è la titolare e insegnante di pilates e ci tiene a precisare che la danza è un’arte perché non è basata sulla preparazione atletica ma sul coinvolgimento di emozioni e gesti. “Abbiamo vinto diversi premi e partecipato a molte rassegne con concorsi comunali, provinciali e regionali – dice Cristina Canneti – per la danza classica abbiamo il maestro Franco Favaro e altri insegnanti italiani; non mancano quelli stranieri soprattutto francesi”. II corso di formazione gioco, per i più piccoli, è seguiti dalla propedeutica danza in generale per essere poi avviato alla danza classica contemporanea. La scuola di Mestre è una delle poche che offre anche un servizio di consulenza osteopatica ai suoi iscritti per tenere monitorati la salute di: ginocchia, piedi piatti e postura; consulenza importantissima soprattutto nell’età della formazione e dello sviluppo. La prossima primavera la scuola parteciperà alle rassegne e ai concorsi vari nella Regione e non solo. “Con rammarico dico che sarebbe bello fare rappresentazioni per la città se i costi dei teatri non fossero così proibitivi – conclude Cristina – sarebbe bello far vedere alla città il nostro lavoro rendendo tutti partecipi”. Per maggiori informazioni sulla scuola di danza si può visitare il sito: www.mestredanza.net; gli interessati possono partecipare gratuitamente a una R.P. lezione.
Venezia Tredicesima edizione danza del premio organizzato dal comune di Venezia A Mestre
Atleta dell’anno, la gara comincia At una Scuola di danza per tutti
di Roberta Pasqualetto
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enerdì 7 febbraio si terrà la tredicesima edizione del Premio Atleta dell’Anno del Comune di Venezia, al teatro Goldoni. Il premio sarà dato agli atleti segnalati dalle società sportive del comune di Venezia che, nel corso del 2013, hanno vinto un titolo italiano di qualsiasi disciplina sportiva, di qualsiasi federazione o ente di promozione e in qualsiasi categoria, oppure che abbiano partecipato a campionati europei o mondiali. Durante la serata di premiazione, sarà scelto l’Atleta dell’Anno, al quale sarà consegnato il Premio Giovani alla memoria di “Gianluigi Levorato” e il Premio “Master”. “Siamo giunti alla tredicesima edizione dell’Atleta dell’Anno la più importante manifestazione promossa dal Comune di Venezia che offre alle società sportive comunali e agli atleti una vetrina di qualità assoluta – dice l’assessore allo Sport Roberto Panciera. Questo appuntamento vuole dar risalto a un patrimonio prezioso e insostituibile: l’impegno quotidiano che è assicurato dagli atleti di tutte le discipline sportive, ma anche dai tanti volon-
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l maestro di arti marziali Christian Gonzales Y Herrera ha scritto il romanzo “L’orrore del lupo” e ha inventato un modo molto originale per presentarlo: un connubio di letteratura e karate. Le presentazioni del libro si tengono all’interno di palestre e nell’ambito della lezione; il maestro Herrera inizia raccontando la trama del libro e com’è nata l’idea poi legge alcuni passaggi del romanzo descrivendo minuziosamente i combattimenti tra i protagonisti e, con un allievo di karate, mostra le scene del combattimento con una sequenza di movimenti veloci e potenti. Da agosto 2013, a oggi, ha già fatto oltre trenta presentazioni tra queste: Trento, Trieste, Roma, Vicenza, Verona, Portogruaro, Udine, Padova e ovviamente Venezia nella sua palestra. Nel mese di gennaio inizierà il nuovo tour di presentazioni tra le varie tappe: Bergamo e Verona dove è molto richiesto. “Sicuramente il libro piace per l’abbinata romanzo e disciplina – dice il maestro Christian Gonzales Y Herrera – ho visto che nei motori di ricerca internet il mio metodo di presentare un libro è una prima mondiale: nessuno ha mai fatto niente del genere, io faccio il romanziere ma lo presento in veste di maestro karate”. Il metodo di presentare il libro di Herrera è sicuramente un modo per distinguere il suo romanzo nella marea di pubblicazioni, sfruttando la scia di successo che si lega al maestro che, nell’estate del 2013, ha vinto un
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IL VENETO
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Sanità Inchiesta sul fine vita
Sedazione palliativa o eutanasia mascherata?
Ridurre il dolore del paziente nei suoi ultimi giorni di vita è una questione umana, prima che etica. Tuttavia la sedazione palliativa, a volte, viene percepita come una forma di eutanasia: un modo di troncare la sofferenza insieme alla vita dell’ammalato di Alessandro Abbadir
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ine vita, un tema che fa paura, difficile da trattare e che pone problemi etici e medici importantissimi. Quello che intendiamo affrontare con questo numero della Piazza è il problema dell’utilizzo sempre più diffuso nel caso dei malati terminali, delle cure palliative e della fase conclusiva delle cure, la sedazione terminale palliativa. Va sgombrato subito il campo da un equivoco, la sedazione terminale palliativa non è eutanasia (che invece è un’azione che porta con mezzi specifici direttamente e volutamente la morte del paziente). Per sedazione terminale palliativa si intende: “la riduzione intenzionale della vigilanza con mezzi farmacologici, fino alla perdita di coscienza, allo scopo di ridurre o abolire la percezione di un sintomo, altrimenti intollerabile per il paziente, nonostante siano stati messi in opera i mezzi più adeguati per il controllo del sintomo, che risulta, quindi, refrattario”. Sono 100 mila i malati (prevalentemente oncologici) presi in carico ogni anno dal servizio di cure palliative in Italia. I dati più recenti riportano un ricorso alla sedazione terminale negli ultimi giorni di vita in percentuali che arrivano fino anche all’88% dei casi per i differenti setting assistenziali (ad es. ospedale, hospice, assistenza domiciliare). In Veneto le persone in carico alle cure palliative sono circa 7-8 mila ogni anno. A spiegare queste difficili questioni è il dottor Giovanni Poles medico specialista in Oncologia nell’area Cure Palliative al Policlinico San Marco a Mestre, e autore di numerose pubblicazioni sull’argomento. “Nelle fasi
terminali della vita - spiega il dottor Poles - si avverte la necessità di dover difendere la dignità della persona da un tecnicismo spesso immotivato ed eccessivo. Del resto il problema a volte si pone in senso opposto, rischiando di ricadere nel quasi totale astensionismo terapeutico. Non sempre è chiaro come ci si deve comportare nei confronti di trattamenti “vitali” come la nutrizione e l’idratazione artificiali. Di analoga difficoltà può spesso risultare la valutazione se fare trasfusioni su un ammalato con una prospettiva di vita limitata. Per tentare una risposta a tali interrogativi, si deve cercare di capire quali sono i criteri che possono permettere al medico di inquadrare un trattamento come accanimento terapeutico o, all’opposto, come astensionismo e, al limite, come eutanasia”. Il dottor Poles studioso da anni del problema va nello specifico. “L’accanimento terapeutico - spiega- viene definito dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) come “un trattamento di documentata inefficacia in relazione all’obbiettivo, a cui si aggiunga la presenza di un rischio elevato o una particolare gravosità per il paziente con un’ulteriore sofferenza, in cui l’eccezionalità dei mezzi adoperati è chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica. A volte però non è chiaro se anche per quanto riguarda alimentazione e idratazione artificiali si possa parlare di trattamenti sproporzionati (in questo caso si potrebbe talora giustificarne la sospensione)”. Poles poi affronta il tema della sedazione palliativa terminale “In questi
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casi come medici ci troviamo – spiega - nella necessità di sedare un malato in fase terminale quando siamo di fronte a sintomi non altrimenti controllabili. In altre parole la sedazione terminale è indicata per quei sintomi che incidono pesantemente sulla qualità di vita del paziente e che rispondono solamente al trattamento sedativo. La sedazione può essere reversibile e spesso viene utilizzata per ridurre i disturbi respiratori, quando il dolore stesso e altri sintomi non sono controllabili con le usuali terapie”. Poles poi vuol chiarire un aspetto importante. Da recenti dati scientifici risulta che l’intervento della sedazione terminale è pari in media a 2.8 giorni (media ponderata). La sopravvivenza di pazienti sedati in fase terminale non differirebbe da questi dati da quella dei pazienti non sedati. “La sedazione palliativa – spiega Poles - non ha la finalità di abbreviare la vita del paziente, pertanto non ha nulla che vedere con l’eutanasia ma deve essere gestita in modo attento e competente da parte del personale medico e infermieristico. Oltre all’esperienza, emergono altri due aspetti importanti dell’agire medico che difficilmente possono essere inquadrati nell’ambito di una norma: basi etiche solide, equidistanti da eutanasia ed accanimento terapeutico ed il fatto che ogni intervento deve essere valutato nella date circostanze”. Problemi importanti arrivano spesso nella gestione di questa delicatissima fase, nei reparti di ospedale piuttosto che negli hospice o nelle cure palliative a domicilio dove il personale è invece estremamente preparato.
fare una
FocuS
La scelta
il proceSSo deciSionale
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n aspetto etico di capitale importanza riguarda l’individuazione del “chi decide” l’inizio della sedazione terminale palliativa. Il percorso decisionale deve rispettare criteri etici internazionalmente riconosciuti e differenziati in base alla capacità mentale del malato. In particolare, se il malato è mentalmente capace al momento in cui insorge l’indicazione per compiere la sedazione, vale il criterio del consenso informato. In generale non si raccomanda né l’adozione di un modulo di consenso specifico né l’apposizione della firma del malato; si ritiene sufficiente una registrazione del consenso verbalmente espresso in cartella clinica da parte dei curanti. Nel limite del possibile è opportuno invitare il malato ad informare i suoi familiari delle decisioni prese, in modo da facilitarne l’accettazione e ridurre l’impatto emotivo. Se, invece, il maDuchenne lato non è mentalmente capace o non vuole partecipare alle decisioni, valgono, sul piano etico, le direttive o dichiarazioni anticipate. In assenza di tali disposizioni anticipate, la decisione può essere assunta dai sanitari curanti ricorrendo al giudizio sostitutivo, basato sulle volontà e i desideri espressi in precedenza dal malato ai suoi cari o all’équipe curante. In Duchenne caso di malato mentalmente incapace di cui non è possibile ricostruire volontà o orientamenti pregressi, o in caso di situazioni d’emergenza (in cui non sia possibile né ottenere il consenso informato o direttive anticipate né formulare un giudizio sostitutivo), i sanitari devono ricorrere al criterio del migliore interesse del malato, procedura decisionale che si fonda sul bilancio fra i benefici attesi e gli oneri previsti del trattamento terapeutico A.A. Duchenne
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Il Veneto in primo piano 11 29 Fine vita Strutture specializzate nelle cure dei malati terminali
Hospice, un aiuto alle famiglie
L’8O% dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma ci sono anche malati di Aids e Sla di Alessandro Abbadir
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ospice, delle strutture sempre più diffuse in Veneto per affrontare il tema delicatissimo della cura de malati terminali cioè alla fine della vita. In Italia, ogni anno circa un milione di persone si trovano a dover gestire una situazione estremamente difficile a causa di una prognosi infausta. Per andare incontro ai malati, ai famigliari e alle loro difficoltà sono nati gli hospice, strutture dedicate proprio a questo scopo. L’8O % dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma sono strutture aperte a tutti coloro che, in fin di vita, necessaria di un’assistenza, dai malati di Aids a quelli con malattie neurologiche a evoluzione progressiva, come la sclerosi laterale amiotrofica
(Sla). Come funzionano queste strutture? Non essendoci direttive nazionali, il funzionamento è variabile. In linea generale gli hospice si occupano di assistere i malati con un’aspettativa di vita breve, di pochi giorni o poche settimane. L’obiettivo di queste strutture è quello di migliorare la qualità di vita fino alla fine, agendo a più livelli. Si interviene sul piano fisico, prescrivendo trattamenti farmacologici o di altro tipo, come massaggi rilassanti, tecniche di respirazione, che controllino i diversi sintomi. Esistono hospice convenzionati con il servizio sanitario nazionale che a pagamento. Nel primo caso, la famiglia non deve sostenere costi. Il vitto e l’alloggio sono gratuiti, anche per un famigliare. La
la mappa
persona che assiste il malato, ha diritto ai principali, alla biancheria per il letto e al bagno. C’è la possibilità di portare da casa oggetti e anche piccoli mobili, che possano servire a far stare meglio la persona. Nell’hospice non ci sono orari di visita. L’obiettivo è aiutare il malato e i suoi famigliari a vivere al meglio la situazione. Si lascia massima libertà anche in questo campo: parenti e amici possono far visita alla persona quando vogliono e senza limiti di tempo. In quasi tutte le strutture c’è la possibilità di trascorrere la notte con il proprio caro: in ogni camera c’è un secondo letto, che può essere usato dai famigliari. L’idea è permettere al paziente di avere un parente accanto 24 ore su 24. Gli hospice
dovrebbero rappresentare la soluzione ultima, da adottare quando l’assistenza domiciliare non è fattibile per mancanza di fondi, per difficoltà della famiglia o perché il malato è solo. Invece oggi solo chi è in un hospice riceve l’assistenza e il supporto di cui ha bisogno. In Italia, e anche in Veneto sotto diversi aspetti insomma sembra mancare diffusamente la cultura dell’assistenza al malato terminale.
dove Sono le Strutture a padova, venezia e rovigo
S
ono 20 in tutto il Veneto gli Hospice attivi e collegati alle Ulss di riferimento. La provincia che ne vede di più sul suo territorio è quella di Padova con 5 strutture, 4 sono in provincia di Venezia, 3 a Vicenza e 3 a Verona, 2 a Treviso, 2 a Belluno e infine una a Rovigo. Per le province in cui esce il nostro giornale e cioè Padova, Rovigo e Venezia, andiamo nel dettaglio. In provincia di Padova ci sono: l’ Hospice “Il Melograno” Centro Residenziale di cure palliative presso la Rsa “Anna Moretti Bonora” a Camposampiero. C’è poi l’Hospice di Montagnana. A Padova centro, l’Hospice “Casa S. Chiara” all’ Istituto Suore Terziarie, il
“Centro Cura e Sollievo Paolo VI” alla Fondazione Opera Immacolata Concezione e per i bambini il “Centro regionale terapia antalgica e cure palliative pediatriche “Casa del Bambino” al dipartimento di pediatria dell’Ulss 16. A Rovigo l’Hospice “Casa del Vento Rosa” nucleo cure palliative a Lendirara. In provincia di Venezia, l’Hospice Casa Residenziale “Pia Opera Francescon” a Portogruaro e l’ Hospice Iris all’Ipab di San Donà”. C’è poi l’Hospice “Casa San Giovanni di Dio” all’Ospedale Fatebenefratelli a Venezia centro storico. Infine il centro Nazareth alla Fondazione Opera S.Maria della Carità padiglione Roncalli a Mestre.
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14 Il Veneto in primo piano 30 La normativa sulla sedazione palliativa Parla Elisabetta De Sepits, avvocato, docente di Biodiritto
“Il rischio? Dosi troppo elevate di narcotici” La sedazione palliativa è regolata dalla legge n. 38 del 2010, che prevede l’assistenza domiciliare palliativa anche per i minori di Alessandro Abbadir
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ulla questione abbiamo sentito per chiarirne i contorni legali della questione anche l’opinione di Elisabetta De Sepits, avvocato di Padova docente di Biodiritto, patrocinante in Cassazione, e autrice del libro “Eutanasia, tra bioetica e diritto”. “Curare non significa solo guarire, ma anche alleviare le sofferenze spiega l’avvocato De Septis - la medicina palliativa vede ancora la possibilità di curare, nel senso di prendersi cura del malato, anche nei pazienti che presentano stati clinici ormai irreversibili. Le cure palliative consistono nella somministrazione di farmaci capaci di lenire i dolori intollerabili dei malati terminali. L’assistenza prende in considerazione il malato nella sua completezza, con particolare attenzione alle sue necessità oltre che fisiche, psicologiche ed emotive, e coinvolge il suo nucleo familiare. La famiglia viene adeguatamente assistita e psicologicamente sostenuta per essere messa in grado di affrontare con il proprio congiunto l’iter completo della malattia, anche nella fase finale della vita. La materia è regolata dalla legge n. 38 del 2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”), la quale configura l’accesso alle cure palliative
come “diritto del cittadino”, prevedendo per i minori, per prima, a livello mondiale , il diritto di essere assistiti a domicilio”. L’avvocato De Septis va nel dettaglio della legge. ”Le norme prescrivono - spiega De Septis - che le strutture sanitarie che erogano cure palliative debbano assicurare un programma di cura personalizzata per il paziente e per la sua famiglia, nel rispetto di alcuni principi fondamentali quali la tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione, la tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine, l’adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia”. Ma c’è differenza dall’eutanasia. “Alla somministrazione delle cure palliative - continua l’avvocato - si contrappone l’aiuto farmacologico a morire che si inquadra nell’eutanasia, praticata con iniezione letale in Olanda, Belgio e Lussemburgo, dove da alcuni anni è stata legalizzata. Si tratta di fattispecie totalmente diverse. L’eutanasia fornisce un “aiuto a morire”, mentre al contrario le cure palliative rappresentano un “aiuto nel morire”. Le cure palliative non sono finalizzate alla morte del paziente, bensì ad esaudire la sua legittima richiesta di essere posto in
L’Avvocato Elisabetta de Septis condizione di sopportare i dolori causati dalla malattia e sono per questo riconosciute come doverose. L’eutanasia invece presuppone l’intenzione di provocare la morte del malato e, pur in mancanza di una definizione e di una disciplina specifica, nell’ordinamento giuridico italiano é configurata come reato, essendo riconducibile ad un delitto contro la vita”. L’avvocato fa anche una riflessione sociologica e di tipo penale. “In tempi nei quali il malato viene percepito sempre più come un costo che grava sulle limitate risorse della sanità pubblica - spiega - si teme che dietro cure palliative non correttamente somministrate, possano insinuarsi forme mascherate di eutanasia. Alle cure palliative può conseguire infatti l’accelerazione della fine del paziente. Nell’ipotesi in cui la cura sia proporzionata al dolore, l’eventuale anticipa-
zione della morte non è imputabile al medico che abbia somministrato le terapie antalgiche nel pieno rispetto di tutte le regole di cautela. Diversamente, qualora il medico, somministrando cure palliative con farmaci o inadeguati o in dosi non proporzionate, si assuma il rischio dell’accelerazione della fine del paziente, la sua condotta è commissiva e causale dell’evento morte. La colpevolezza assume, in tal caso, i caratteri del “dolo eventuale” ed il medico è imputabile di omicidio. Le cure palliative correttamente somministrate rappresentano invece l’alternativa all’eutanasia, in quanto umanizzano il processo del morire, assicurando al malato, considerato come una persona e non come un inutile peso, una morte dignitosa perché assistita e senza sofferenze”.
bIOETICA LE DIFFERENTI OPINIONI
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IL DIRITTO DI CAMBIARE
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el campo bioetico le opinioni sulla questione fine vita sono differenziate. L’ ”Associazione Luca Coscioni” anche in Veneto insieme ai radicali si batte anche per l’interruzione delle terapie che come posizione va oltre l’utilizzo e il sostegno alla sedazione terminale. “Al contrario dell’eutanasia – spiega in una nota l’associazione - la sospensione delle cure o l’interruzione delle terapie (cosiddetta “eutanasia passiva”) costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione italiana in base al quale: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Principio affermato, tra l’altro, dalla sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha prosciolto Mario Riccio, il medico che ha praticato a Welby la sedazione terminale. Tuttavia in Italia viene disatteso anche questo principio che conduce al fenomeno dell’eutanasia clandestina. In quest’ottica la battaglia radicale di Piergiorgio Welby ha incarnato la semplice applicazione del diritto di ogni malato a non essere sottoposto a terapie mediche contro la propria volontà. Altri casi dimostrano che nel nostro paese questo diritto viene spesso disatteso, anche in relazione agli anatemi integralisti lanciati quotidianamente dalle gerarchie vaticane”. Diversa l’opinione del mondo cattolico che con padre Ermanno Barucco dello Studio Generale Marcianum di Venezia, puntualizza le posizioni della chiesa sull’argomento. “Dal punto di vista etico - spiega Barruco - la sedazione palliativa è legittima e doverosa, e non va identificata, sul piano delle
intenzioni o dei mezzi usati, con un atto di eutanasia, che presuppone la deliberata finalità di accorciare e interrompere la vita per eliminare la sofferenza ad esempio con dosi eccessive di morfina senza motivi proporzionati”. “L’insegnamento della Chiesa cattolica – già espresso da Pio XII nel 1957 e confermato da Giovanni Paolo II nel 1997- spiega Barruco - afferma che è lecito sopprimere il dolore con narcotici, pur con la conseguenza non voluta di limitare la coscienza e di abbreviare la vita, se non esistono altri mezzi: in questo caso, infatti, la morte non è voluta o ricercata, nonostante che per motivi ragionevoli se ne corra il rischio, semplicemente si vuole lenire il dolore in maniera efficace (Evangelium vitae 65). Viene applicato il principio del duplice effetto: il fine oggettivo dell’azione e l’intenzione dell’agente è solo di lenire il dolore; l’effetto non voluto è di abbreviare di poco la vita. Ma la grande differenza rispetto all’eutanasia è che non si ottiene il primo effetto per mezzo del secondo, che rimane fuori dall’intenzione e non è direttamente provocato dai mezzi impiegati, ma dalla malattia che reA.A. sta la causa della morte”.
Il Veneto in primo piano 13 31 Molte le novità normative
Aria di votazioni: 345 sindaci a rinnovo Meno consiglieri, meno assessori e soprattutto meno minoranza. E se il comune non raggiunge i mille abitanti: solo il sindaco!
Rappresentanza di genere
doppia preFerenza e giunte paritarie
di Germana urbani
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uello che inizia è un anno che potremmo definire straordinario dal punto di vista elettorale. Primo perché a primavera i veneti saranno chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti in Europa ma anche perché si dovranno rinnovare ben 345 sindaci e relativi consigli comunali. Il dato più significativo, però, è che da questa tornata di amministrative i consigli comunali avranno profili e numeri molto diversi da quelli che abbiamo conosciuto sino ad oggi. Le elezioni amministrative impegneranno tutte le province con numeri considerevoli di comuni al voto ma l’unico comune capoluogo che va al rinnovo è Padova. Altri 60 i municipi da rinnovare nel resto della provincia, ben cinque quelli con popolazione al di sopra dei 15mila abitanti che potranno eleggere il primo cittadino col doppio turno: Cadoneghe, Monselice, Padova, Rubano, Selvazzano Dentro. Nel vicentino saranno 88 le amministrazioni da rinnovare. Anche qui sono cinque i comuni al di sopra dei 15mila abitanti che eleggeranno il primo cittadino quasi sicuramente al secondo turno. Sono Basano del Grappa, Schio, Valdagno, Arzignano e Montecchio. In provincia di Verona, invece, i comuni al voto saranno 52, quattro quelli al di sopra dei 15mila abitanti: Legnago, San Bonifacio, Negrar e Pescantina. Belluno, invece, rinnoverà le amministrazioni di 38 comuni, quasi tutti sotto i 5mila abitanti, mentre Rovigo ne rinnoverà 34 ma solo tre di medie dimensioni e comunque sotto i 15mila. Nel veneziano si voterà per il sindaco solo in 15 comuni, in tre di questi, Spinea, Scorzè e Noale, si voterà con il doppio turno. Le prossime amministrative, però, cambieranno il volto dei Consigli Comunali che potranno essere più “rosa”, grazie all’introduzione della doppia preferenza di genere che interesserà i comuni sopra i 5000 abitanti, ma soprattutto più ridotti per effetto della norma che, con l’obiettivo di ridurre i costi della politica, ha ridotto il numero di consiglieri e assessori comunali. In nome della famigerata spending review, nel 2011 il Governo Monti decise di tagliare le spese cominciando dal basso e, a dirla tutta, dalle briciole. Sì perché è vero che qualcosa si risparmierà ma è anche vero che il gettone di un consigliere
T I nuovi Consigli Comunali vedranno le minoranze ridotte a numeri scandalosi per la democrazia di un comune di medie dimensioni non è che una minuscola frazione del compenso pagato ad un parlamentare o ad un consigliere regionale. Ma quel che è peggio è che con questi tagli a farne davvero le spese sono le minoranze che, anche nelle città più grandi, si troveranno con una manciata di consiglieri. Guardando in profondità alle normative è possibile capire la portata del dimagrimento dei consigli comunali. Governerà solo il sindaco, senza assessori, nei Comuni che hanno fino a mille abitanti. Accanto a lui verranno eletti sei consiglieri invece che nove e tutte le competenze della giunta comunale verranno attribuite esclusivamente al primo cittadino.
Il numero dei consiglieri passerà da nove a sei, anche nei Comuni con popolazione da 1.001 a 3 mila abitanti, mentre gli assessori saranno al massimo due. I municipi con residenti tra i 3.001 e i 5 mila, avranno 7 consiglieri, non più 12, e la giunta sarà composta al massimo da tre persone. Cambierà relativamente poco per i Comuni che contano tra i 5.001 e i 10 mila abitanti: il numero dei consiglieri scende da 12 a 10, mentre quello degli assessori resta fermo a quattro. Riduzioni previste anche nei centri più grandi. I Comuni con il numero di abitanti tra 10.001 e 30 mila avranno 16 consiglieri, non più 20, quelli che hanno tra 30.001 e 100 mila abitanti, ne avranno 24 invece di 30, mentre per quelli con più di 100 mila abitanti o per i capoluoghi di provincia, come Padova, il numero di consiglieri scenderà da 40 a 32.
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PER INFORMAZIONI suglI INCONtRI:
ra le novità che investiranno questa tornata ci sono quelle introdotte dalla legge n.215 del 2012 pensata per rispondere alla sotto rappresentazione delle donne nelle istituzioni pubbliche, e in particolar modo “volta a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali”. Questa legge ha, di fatto, cambiato la normativa per l’elezione dei consigli comunali dei comuni che superano i 5000 abitanti. I cittadini, infatti, potranno esprimere due preferenze per i consiglieri comunali purché riguardanti candidati di sesso diverso. Se per errore la doppia preferenza, comunque non obbligatoria, dovesse andare a persone dello stesso sesso, la seconda preferenza verrà annullata. La legge inoltre prevede la cosiddetta “quota di lista”, che fa sì che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in lista per oltre due terzi del totale dei candidati. E’ vero, però, che solo nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, il mancato rispetto della quota potrà determinare la decadenza della lista. La norma, entrata in vigore già lo scorso anno, ha già dimostrato la sua efficacia in termini di presenze femminili nei neo-eletti Consigli Comunali. Si è registrata, infatti, una crescita robusta e diffusa delle donne, tanto che in termini assoluti esse raddoppiano mentre in termini percentuali la loro presenza è due volte e mezzo quella della precedente tornata. Da ultimo un recente emendamento, approvato alla Camera nella seduta notturna del 21 dicembre, nel corso dell’esame del ddl n. 1542-A di riforma degli enti locali (città metropolitana, province, unioni e fusioni di comuni) sancisce che nelle giunte comunali nessun genere può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento. Saranno pertanto illegittime le giunte con meno del 40 per cento di donne. Il testo deve ancora passare all’esame del senato ma se passerà anche lì il volto delle prossime giunte cambierà molto con buona pace di tutti.
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16 Cultura veneta 32 Intervista ad Aldo Tagliapietra
“Le mie verità nascoste” e “L’ angelo rinchiuso”, un’occasione per rivivere quarant’anni di carriera di Graziano Edi Corazza
A
ldo Tagliapietra ha una biografia lunga un braccio con Le Orme, band storica veneziana, di cui è stato leader; e poi ha una carriera solista importante. Scrive libri: “Le mie verità nascoste” è l’ultima fatica letteraria ma continua anche a cantare e con il suo nuovo disco “L’ angelo rinchiuso” ha toccato le corde più alte del “progressive”, nella migliore tradizione romantico/melodico/ progressiva italiana. Le due produzioni sono state l’occasione di questa intervista che ripercorre oltre quarant’anni della sua vita artistica. L’ultima volta che ti ho visto eri al concerto di Crosby, Stills, Nash... “Si’, belli, non li avevo mai visti conoscevo quattro/cinque loro canzoni e risentirle mi ha fatto piacere. Ero curioso di sentire e vedere come “tre” quasi settantenni se la cavavano dal vivo. Mi sono piaciuti ed ho visto come hanno conservato il loro entusiasmo”. Quali altri concerti sei andato a vedere negli ultimi anni? “Vedo spesso Tiziano Ferro e Gianna Nannini grazie al fatto che mio figlio Davide è chitarrista e lavora con loro. Davide è produttore e collabora anche con Ramazzotti ed Antonacci”. Pensavo mi parlassi anche dei Van Der Graaf Generator. So che sei loro amico soprattutto di David Jackson che ha suonato con te diverse volte... “Vuoi sapere una cosa? Non li ho mai visti dal vivo. Anche se siamo stati noi italiani a scoprirli prima dei loro paesi anglosassoni”. Hai presentato a fine estate 2013 il tuo ultimo disco “L’Angelo Rinchiuso” al Parco San Giuliano di Mestre suonandolo prima di “Felona e Sorona”... “Mi sembrava doveroso farlo vicino a casa. E’ stata una serata in cui il tempo ha tenuto e c’è stato un bell’afflusso di gente”. Il titolo: da dove nasce? “Da un vecchio quadro di Paul Whitehead. Quando viene in Italia mi manda sempre una cartolina. Una delle
ultime aveva impressa l’immagine di un suo quadro “Locked Angel”. E così è nato il titolo del mio ultimo disco”. Quali copertine ritieni le migliori che ha fatto? “Ne ha fatta di belle per i Genesis...” E anche per i VDGG. “Sì, giusto. Ma per me la più bella sua copertina è quella che ha disegnato per il mio penultimo disco del 2012 “Nella Pietra e nel Vento”. Poi come è andata a Milano in ottobre 2013? “E’ stata una serata esclusiva per i giornalisti nella quale ho presentato l’ultimo cd con “Felona e Sorona””. Cosa differenzia “Felona e Sorona” da questo tuo cd del 2013 e cosa li unisce? “Volevo che fosse una suite, il tema principale di questo mio ultimo lavoro discografico. Le mie composizioni rappresentano le mie due anime. Ho un’anima cantautorale da ballata ed un’anima progressive. In effetti se ascolti da “L’angelo rinchiuso” il brano “Passato e Futuro” ci sono arpeggi di organo che richiamano “Felona e Sorona””. Cosa ascoltavi quando avete composto con Le Orme “Collage” e cosa ascolti ora? “All’epoca 1969/1970 ascoltavo Quatermass, Atomic
Museo Diocesano di Padova
dal 18 gennaio “i colori del Sacro”, gli illuStratori raccontano il viaggio
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’uomo, fin dalle origini della sua storia, si è spostato, ha camminato per cercare terre fertili, nuovi orizzonti. Le tre grandi religioni monoteiste, inoltre, hanno tutte radici nella storia di popolazioni nomadi e le divinità si sono spesso rivelate a popoli in cammino o a singoli pellegrini. Il viaggio, dunque, è connaturato all’uomo e il viaggio è centrale anche nel suo rapporto con il soprannaturale. Per questo la settima edizione dell’ormai popolare mostra di illustrazioni e illustratori “I colori del sacro” sarà interamente dedicata al tema del viaggio. Dal 18 gennaio le tavole di illustratori di tutto il mondo, moltissimi da paesi “nuovi” finora non rappresentati, daranno corpo e colore all’esposizione che fino al prossimo 2 giugno rimarrà allestita al Museo Diocesano, di Padova. Abbiamo sollecitato illustrazioni – spiega Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano e curatore della Rassegna - che esplicitino il tema approfondendo sia quegli aspetti legati al desiderio di conoscenza e di scoperta che da sempre caratterizza gli spostamenti verso terre e popoli lontani, sia tutti i risvolti più di tipo psicologico, emotivo e spirituale che accompagnano le fasi del viaggio e che accomunano il sentire di chi parte, per qualsiasi meta, fosse anche un partire simbolico”. L’edizione 2014 della rassegna vuole quindi raccontare il viaggio come esperienza di vita tout court, ripercorrendo la storia, i testi sacri e i racconti pagani e mitologici, i riti e le tradizioni, nel tentativo di rivelare la dimensione emotiva e spirituale di ogni partenza e di ogni ritorno.
Rooster, E.LP., Yes. Eravamo molto influenzati dai suoni delle bands che prediligevano ballads e suite tastieristiche. Oggi non ascolto molte cose nuove”. Oggi alcuni giovani non conoscono il “prog”. Altri lo definiscono “dinosauresco”... “I giovani non sono interessati più di tanto a questa musica. Per loro è un genere che considerano coma la “musica classica del rock”. Noi sappiamo quanto è bella, comunque. Sia il progressive che la musica classica. Io amo molto la melodia e questa mi viene molto facilmente”. Produzione e distribuzione di un disco oggi quanto sono cambiati rispetto a quando hai iniziato? “Noi siamo stati venti anni con la Phonogram, oggi Universal che aveva grandi mezzi di produzione e di distribuzione. Noi ci preoccupavamo solo di fare musica; al resto pensavano loro. Le case discografiche oggi stanno scomparendo e sono state ridimensionate con internet. Io, senza contratto discografico, ho optato anni fa per l’autoproduzione insieme a Gloria (Tagliapietra, sua figlia, nda). Abbiamo la Clamore che è una società di comunicazione e produzione che con la Self distribuisce i miei lavori discografici e libri. Così ho il controllo
completo su tutta la proprietà editoriale della mia produzione di oggi”. I rapporti con le altre “Orme” oggi come sono? “Ognuno sta’ facendo la sua vita. Non aggiungo altro”. Ora sei in tour? Vuoi dirci dove possiamo vederti nei prossimi mesi? “Inizieremo a fare qualcosa da fine gennaio 2014. Intanto proseguo con questi “reading parole e musica”. Ci parli di questo tuo ultimo libro? “Le mie verità nascoste” è una autobiografia che nasce dalla voglia di narrare non solo della musica che ho fatto, dei viaggi, del sistema musicale vigente, di Sanremo ma anche dei miei pensieri, delle mie opinioni, della vita. In effetti, si chiama “Le mie verità nascoste” perché sono le mie. Il titolo è in parte preso da una canzone delle Orme scritta da me “Verità nascoste” appunto”. Immagino che anche “L’ angelo rinchiuso” racconti di te? “Sì, the “locked angel”, sono io che parlo, che racconto i miei pensieri attuali attraverso la musica. Una suite progressiva di 12 brani scritti da me ed arrangiati con la complicità di Matteo Ballarin ed Andrea De Nardi. Una suite che ha qualche collegamento con “Felona e Sorona”. Racconti ai nostri lettori di quando viaggiavate con un furgoncino 238 Fiat per andare a vedere i concerti fino a Londra... “Viaggiavamo con una 1100 fiat scassata non nostra. E noleggiavamo un furgoncino 238 Fiat per le nostre serate. Poi abbiamo acquistato una 125 Fiat. Con quella siamo a andati a Londra ed all’isola di White...” Avete visto l’ultimo concerto di Jimi Hendrix! “Esatto! Ed anche il primo grande live di Emerson Lake & Palmer”. E con le macchine come andò? “Poi quando siamo diventati “relativamente benestanti” abbiamo acquistato un bel Mercedes blu ed abbiamo iniziato anche a viaggiare in aereo”.
Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova
La bellezza torna dopo l’orrore
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e Tre Grazie, sono una delle opere scultoree più ammirate e conosciute del Canova ma in realtà sono sei: tre sono quelle del gruppo commissionato da Josephine de Beauharnais, moglie di Napoleone, oggi all’Ermitage di San Pietroburgo, le altre tre invece andarono al Duca di Bedford che, visto il gesso conservato nell’atelier romano dello stesso scultore, lo supplicò di creargli un ulteriore esemplare in marmo. A Possagno rimasero solo i gessi sui quali Canova aveva lavorato per preparare le versioni in marmo. La prima versione non si spostò mai dalla casa dell’artista, il secondo gesso, invece, quello servito per le Grazie inglesi, arrivò più tardi, giusto in tempo per venire, con altre opere conservate nella Gipsoteca, investito dalla nuvola di calcinacci causata dai cannoneggiamenti austroungarici durante la Prima Grande Guerra, quando Possagno, ai piedi del Grappa, era zona di battaglia. All’indomani del conflitto, Stefano e Siro Serafin, custodi e abilissimi restauratori, sanarono molti dei danni riportati dai fessi del Canova ma non agirono sulle Grazie di Bedford che deturpate trovarono sede nella sala del consiglio comunale di Possagno come stridente ricordo di un guerra terribile per il paese. A cent’anni dallo scoppio della Grande Guerra, però, mentre l’Europa si appresta a ricordare quel centenario, anche le Grazie “inglesi” risorgono, ritrovando tutte le loro parti. Quello che i Serafin non si sentirono di fare lo consente ora la tecnologia. Grazie alla collaborazione delle National Galleries of Scotland, di Edinburgo, proprietari del prezioso marmo, è stato possibile fotografare e scansionare l’opera e grazie all’elettronica si è riusciti a ricomporre le parti mancanti al gesso di Possagno. In mostra, fino al prossimo 4 maggio, si potranno ammirare entrambi gruppi delle Grazie, quello “russo”, e quello “inglese”. Insieme ai bozzetti delle due opere, fanno parte dell’esposizione le tempere, i disegni, le incisioni preparati da Canova per le grazie mentre una vera mostra nella mostra è costituita dall’esposizione delle crude immagini della Gipstoteca e dei Gessi di Canova all’indomani dei bombardamenti: immagini concesse da due archivi pubblici, drammatiche nella volontà di costituire una precisa documentazione di un orrore.
Cultura veneta 17 35 Grandi mostre Fino al prossimo 21 aprile al Museo d’Arte Moderna di Cortina
venezia - ca’ rezzonico
Sironi e Cortellazzo, dialogo tra chi non si è mai conosciuto P
una moStra per riScoprire pietro bellotti
Pur non essendosi mai incontrati di persona, il loro lavoro presenta tratti comuni, il loro sensibile li portò ad affrontare, tematiche esistenziali, solopur con esiti stilistici differenti
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opo il successo di critica e di pubblico ottenuto dalla mostra Mario Sironi. Anni ’40 e ’50, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo prosegue l’approfondimento sull’opera di Sironi dedicando la mostra della stagione invernale, che proseguirà fino al prossimo 21 aprile, all’incontro e al confronto tra due artisti che non si sono mai conosciuti, ma il cui lavoro presenta dei forti tratti comuni: Mario Sironi e Gino Cortelazzo. Si tratta del primo omaggio che il Museo delle Regole dedica all’artista di Este di cui possiede una pregevole scultura in alabastro. Gino Cortelazzo fu una delle voci più originali della scultura italiana del dopoguerra. Alla sua scomparsa, nel 1985, ha lasciato più di cinquecento sculture oltre ad opere plastiche di vario tipo, disegni e grafica. Opere di Cortelazzo si trovano in varie città e musei come la Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro, il MART e il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi appunto. Artista di ricerca, Cortelazzo, così come anche Mario Sironi, sperimentò ogni materiale: non smise di indagare le possibilità del bronzo ma lavorò anche la pietra, l’alabastro,
l’onice, perfino la cartapesta e la resina. Amò molto il ferro e il legno, ai quali spesso tornava. Sviluppò una personalissima idea di figurazione indiretta, basata sul suggerire stimoli visivi sui quali ogni spettatore potesse costruire una sua propria immagine, frutto del dialogo con la sua fantasia e la sua cultura. La mostra, curata da Luciano Gemin, architetto, collaboratore di Carlo Scarpa e grande amico di Cortelazzo, propone ventidue sculture messe a confronto con ventidue dipinti di Mario Sironi, tra cui il bellissimo Ritratto di Boccioni in trincea, dipinto quando Sironi e Boccioni condivisero i duri momenti della trincea durante la prima guerra mondiale e Il mio funerale piccola e struggente opera in cui Sironi immaginava il suo funerale con il carro funebre seguito da uno sparuto gruppo di persone: in effetti la sua previsione si avverò, morì a Milano in agosto e al suo funerale assistettero pochi intimi amici. Il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi custodisce nelle sue sale oltre novanta opere del pittore sassarese, quasi tutte appartenenti agli anni ’40 e ’50. Sono anni particolarmente difficili per Sironi, deluso dalla deriva totalitaria e
dal successivo crollo dell’ideologia fascista, straziato dalla morte della figlia, le opere che dipinse in questi anni, ispirate dal paesaggio montano di Cortina, sono intense e dure, di grande forza espressiva. Pur non essendosi mai incontrati di persona, molte sono le analogie che è possibile ravvisare nel lavoro di Sironi e Cortelazzo. Entrambi approfondirono con interesse ed attenzione l’arte contemporanea a loro, parteciparono, pur con il carattere schivo che li contraddistingueva, ai fermenti artistici e alle ricerche dei propri anni. Il loro animo sensibile li portò ad affrontare, nei propri lavori, tematiche esistenziali, pur con esiti stilistici differenti. L’opera di Sironi poi, pur utilizzando la pittura come mezzo espressivo, è estremamente scultorea, soprattutto negli anni di cui sono testimonianza le opere in mostra. Le montagne di Cortina, così forti e massicce, ispirarono molto il pittore e gli suggerirono un tratto altrettanto forte e dai volumi definiti per dare forma alle proprie sensazioni. Anche per Cortelazzo intensa fu l’esigenza di trovare, come scrisse il critico Mazzariol, nella materia la propria possibilità di essere messa in forma.
ietro Bellotti è l’ultimo nome di una dinastia famigliare già di per sé affascinante e ‘complicata’ dove tutti sono pittori, per di più specializzati in vedute. Bernardo Bellotto è suo fratello, Canaletto suo zio e forse sono stati i loro nomi ad eclissare il pur bravo Pietro. Per lungo tempo ritenuto un vedutista marginale oggi finalmente, grazie anche a recenti studi che ne hanno riabilitato il nome all’interno dell’arte veneziana del ‘700, Ca’ Rezzonico ospita la sua prima mostra monografica. L’esposizione curata da Charles Beddington, Alberto Craievich e Domenico Crivellari riunisce per la prima volta quarantatre dipinti provenienti da collezioni private europee e statunitensi, che ricostruiscono il percorso artistico di Bellotti, documentando con la maggior ampiezza oggi possibile il suo vasto repertorio figurativo. Faranno inoltre parte dell’esposizione, allestita nelle scenografiche sale al primo piano di Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano, i pochi dipinti firmati dal pittore e l’eccezionale nucleo di diciassette tele con vedute delle principali città europee, alcune delle quali firmate sul retro, il cui percorso collezionistico è documentato dal XVIII secolo: si tratta dei ‘dipinti pilota’ da cui è iniziata, a partire dal 1952, la riscoperta dell’artista. Il pittore, attraverso uno stile autonomo e personale, elabora le invenzioni di Canaletto ampliando il tradizionale repertorio veneziano con numerose vedute delle più importanti città d’Europa - oltre ad alcuni capricci architettonici - e rivelando, attraverso le opere oggi a lui attribuite, una personalità più complessa di quanto si potesse sospettare in passato.
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AFFARI DI FAMIGLIA
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
Cos’è il sexting
Cari Lettori e Lettrici, questo mese affronto il delicato fenomeno del SEXTING, una moda “negativa”, proveniente dall’America e diffusa negli ultimi anni anche in Europa, che purtroppo coinvolge prevalentemente i ragazzi/e dai 12 ai 18 anni di età ed ha per oggetto la diffusione di immagini a contenuto sessuale. ma in concreto che cos’è il Sexting? come si diFFonde? perché il Sexintg è pericoloSo? Mi sono occupata di SEXTING anche recentemente in qualità di relatrice al convegno nazionale per la sensibilizzazione sui rischi internet indetto da Internet In Sicurezza con il patrocinio della Provincia di Treviso e di Educomun – Centro di Eccellenza per l’educazione ai media e alla comunicazione- tenutosi il 19 dicembre 2013 presso la Provincia di Treviso in occasione della premiazione del 3 Concorso Nazionale rivolto agli studenti delle scuole superiori presenti sul territorio e avente come titolo il SEXTING. Il termine Sexting deriva dalla fusione di due termini sex (sesso) e texting (pubblicazione di un testo) ed indica, così come evidenziato anche su siti importanti quale quello di telefono azzurro “l’invio e/o la ricezione e/o la condivisione di
testi, video o immagini sessualmente esplicite o comunque inerenti la sessualità”. Le modalità con cui avviene la diffusione del materiale sono molteplici e tra loro eterogenee, potendo realizzarsi sia con la trasmissione attraverso siti internet, e – mail, social network o, più semplicemente, con l’invio di sms o mms mediante telefono cellulare. La pericolosità del sexting va individuata in una serie concatenata di fattori, tra i quali spiccano certamente il contenuto sessuale delle immagini condivise, la circostanza che in prima battuta i giovani sentiti sulla questione ritengono di “non vederci nulla di male” inconsapevoli della gravità del loro comportamento, nella diffusione incontrollata di quanto inviato tramite l’utilizzo della rete e dei social network, nell’incrementare il mercato della pornografia minorile e il rischio concreto per i minori di essere soggetti a ricatti e abusi di vario genere. A ciò si aggiunga che, il più delle volte, i ragazzi coinvolti “quasi per scherzo” anche in danno di propri coetani non sono consapevoli di trasmettere materiale dal contenuto pornografico. Sul punto si consideri però che dall’ottobre 2012 il legislatore italiano ha introdotto nel Codice
Penale un’espressa definizione di materiale a contenuto pedopornografico ricomprendendovi “…ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore degli anni diciotto per scopi sessuali”. IL SExTING E’ REATO? COSA FARE PER TuTELARSI DAL SExTING? Il sexting, nella misura in cui consiste nel ritrarsi in atteggiamenti sessualmente provocatori o in atti sessuali, e nell’inviare ad altri soggetti, attraverso sms o altri mezzi, la propria immagine così creata, non integra di per se stesso un reato penalmente previsto e dunque sanzionato dal nostro ordinamento. E’ per lo più quella condotta che viene posta in essere dopo l’adescamento del minore in internet che, carpita la sua fiducia, invia immagini o materiale dal contenuto sessualmente esplicito a un adulto che a sua volta può porre in essere altre condotte penalmente rilevanti quali ad esempio la detenzione di materiale pedopornografico, la pornografia minorile, la violenza sessuale. Nell’ipotesi in cui un minore venga coinvolto
in un fenomeno di sexting è necessario che lo stesso si confidi con un adulto di sua fiducia, denunci immediatamente all’Autorità Giudiziaria i fatti con dovizia di particolari e soprattutto non cancelli foto/filmati/ messaggi inviati e ricevuti sia perché inutile a lavare il proprio senso di colpa e vergogna ma, soprattutto, perché potrebbe cancellare prove importanti contro il soggetto che si è reso responsabile di condotte penalmente rilevanti. Vi chiedo di scrivermi anche in privato per raccontarmi cosa ne pensate, se siete o meno mai stati vittima di sexting e cosa avete fatto. Colgo l’occasione per AUGURARVI UN 2014 ricco di emozioni positive, prosperità, felicità e salute. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
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La Panama Trimmings azienda del piovese votata all’eccellenza Grazie all’intuizione e capacità imprenditoriale del presidente Paolo Pinato esporta in Europa e in centro e sud America fatturando oltre 10 milioni di euro Il suo ufficio è a dir poco accogliente, così come l’intero edificio della PANAMA TRIMMINGS in via Meucci al civico 24 di Piove di Sacco, da pochi anni ristrutturato secondo le direttive del presidente e amministratore delegato Paolo Pinato. Vetro, acciaio e legno dominano in una miscellanea piacevole e armoniosa che ti offre un colpo d’occhio luminoso. Nata a Vigorovea come ditta individuale nel lontano 1971, grazie all’intuito del padre Giuliano (prematuramente scomparso nell’89) successivamente ha preso in mano la conduzione dell’azienda Paolo Pinato 47 anni sposato con due figli. L’acume commerciale di Paolo ha fatto sì che la PANAMA TRIMMINGS crescesse sempre
più fino ad arrivare agli attuali 10 milioni di fatturato. L’azienda si è specializzata su due filoni: quello che commercializza accessori per il settore dell’abbigliamento, e quello della produzione di etichette di pelle e similpelle utilizzate dalle grandi marche e firme dell’abbigliamento mondiale. Il 70% del lavoro della PANAMA TRIMMINGS si rivolge all’estero e più precisamente nel nord e centro Europa oltre che al centro america. La PANAMA TRIMMINGS attualmente annovera una cinquantina di dipendenti, ma con quelli impiegati nell’indotto il numero oltrepassa il centinaio. Nel 2001 a Santiago del Cile per volontà di Paolo nasce Biesse Cile azienda che produce e
Paolo Pinato si è distinto anche nell’edilizia abitativa ed industriale. Quasi tutto suo l’investimento sulla Zona industriale Ovest di Piove di Sacco
commercializza in loco gli stessi prodotti (etichette ed accessori), oggi conta 35 dipendenti con una quota di penetrazione pari all’80% del consumo totale cileno di etichette per l’abbigliamento. Fino al 2006, vale a dire prima della crisi che ha attanagliato l’edilizia, Paolo Pinato si è distinto anche come costruttore edile in special modo nel saper investire nell’edificazione di capannoni industriali, tant’è che l’ampliamento della Zona Industriale ovest del piovese (in totale 60 mila mq coperti) è stata opera sua. “Ora però mi sono fermato – ci ha dichiarato - l’edilizia, sia quella industriale che abitativa, qui da noi non tira più e così mi sono orientato verso i Caraibi a S.Domingo dove il turismo mondiale richiede sempre più alloggi come riportato anche dal sole 24 ore del 21 novembre di quest’anno; là finora ho costruito 3 residence per una settantina di appartamenti totali e altri 30 sono in costruzione, oltre a 4 ville signorili. Brevettato pilota di aereo VFR, sin da giovane Paolo Pinato ha amato la velocità e le auto sportive. La sua passione lo ha portato a gareggiare nel Ferrari challenger e nel campionato europeo GT. “Ora però non corro più, ma non ho abbandonato del tutto le quattro ruote, mi piace con i miei due figli fare qualche giro in Kart a Jesolo. La sua filosofia di vita, comunque, è improntata alla ricerca del benessere fisico. Non manca mai, nella pausa pranzo, di frequentare la palestra che rimane vicino alla sua azienda: “Sono convinto che sia importante mantenersi in forma e non esagerare col cibo”. A 47 anni, insomma, Paolo Pinato si può considerare un imprenditore che sa come e dove investire le risorse e tracciare per la sua azienda un percorso sempre più votato alla crescita.
Paolo Pinato
Grande amante della velocità, Paolo Pinato ha acquisito il brevetto di pilota di aereo VFR ed ha gareggiato nel Ferrari challenger e nel campionato europeo GT
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