del Miranese Nord
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Periodico d’informazione locale. Anno XX n.143 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Noale Energia rinnovabile da una discarica pag.
Salzano A Robegano i tir continueranno a transitare
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Speciale Aspettando la Santa Notte, 5 fiabe sul Natale
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dicembre con eventi per tutti i gusti
Dicembre, mese di cultura e di eventi un po’ in tutto il Miranese, tra presepi, mercatini e possibilità di vedere qualche bello spettacolo. Ce ne sarà per tutti i gusti, perché saranno protagonisti sia gli adulti che i bambini, con iniziative nei teatri e nelle biblioteche. A Mirano, arriveranno due big con Paolo Rossi e ... pag. 16 10%
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18-23 EDITORIALE
omicidio Zacconi, risarcimento stataLe Ottanta mila euro nelle tasche di Anna Maria Giannone, madre della 20enne Jennifer Zacconi di Olmo uccisa nell’aprile del 2006. Dopo quattro anni dalla richiesta, il giudice di Roma, Francesco Salvati ha stabilito la cifra che dovrà pagare la Presidenza del Consiglio. pag. 11
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I tanti nomi e modi di pagare l’Imu di Mauro gambin
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Casello sul Passante, servono le mitigazioni A Cappella, nei due lati dell’autostrada, sono stati costruiti i quattordici piloni in calcestruzzo
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lavori del casello del Passante tra Cappella e Martellago stanno proseguendo e secondo il programma, per la fine del 2014 dovrebbero chiudersi, compresa la costruzione della tangenziale a nord e del collegamento da via Boschi, entrambe a Martellago, oltre alle rotatorie che sorgeranno lungo il tracciato. Ma il comitato Cappella Vive teme che le opere di mitigazione promesse saranno realizzate con gran fatica. Pochi soldi e il rischio che non si facciano i 1300 metri di barriera di terreno alta 5 metri. Da sempre
critico sul progetto a forma di diamante rovesciato e dell’impatto che avrà sul territorio e sull’agricoltura, molto importante da queste parti, il comitato teme di non vedere realizzato quanto promesso. Nei due lati dell’autostrada sono stati costruiti i quattordici piloni in calcestruzzo, sette per parte, dove sarà appoggiato il cavalcavia lungo 575 metri per collegare l’entrata e l’uscita al casello. Sarà costruita pure una complanarina, che sorgerà sul lato est del Passante, dalla Moglianese al casello. Sarà lunga poco meno di un chilome-
tro e sfrutterà l’attuale contro-strada di servizio. Se a questo si somma l’inquinamento e il maggior traffico di mezzi, i residenti non stanno troppo tranquilli per quello che potrebbe avvenire dal 2015 in poi. “Cappella è stata allagata l’ultima volta a maggio 2013 – fanno sapere i rappresentanti – e il Dese ha tracimato anche lo scorso anno, ha rotto vent’anni fa e l’ultima volta lo stava per fare gli argini sei anni fa, tanto che la popolazione era già stata tutta evacuata. pag. 12
al primo di gennaio verrà reinserito il pagamento dell’imposta sugli immobili anche per le prime case. Resta da definire come si chiamerà, forse Iuc o Tuc, mentre è accertato che insieme a questa si dovranno pagare anche le tasse sui rifiuti e sui servizi indivisibili, rispettivamente siglate Tari e Tasi. Comunque si pagherà. E’ certo. L’Imu, insomma, è stata tolta solo per quest’anno e forse non è nemmeno così. La Cgia di Mestre, infatti sostiene, che la copertura economica necessaria al governo per l’eliminazione della prima rata dell’imposta non sia stata reperita. All’erario mancherebbero i 925 milioni di euro di maggiori entrate Iva versate dalle imprese a seguito dell’impegno della Pubblica amministrazione di pagare 7,2 miliardi di euro di debiti scaduti e altri 600 milioni di euro dalla sanatoria rivolta ai concessionari dei giochi. Il governo aveva considerato fondamentali queste risorse per ripianare il mancato gettito dall’Imu. Pare non ci saranno. Dunque cosa succede? Esiste una clausola, al decreto che ha cancellato la prima rata dell’Imu sull’abitazione principale, che lascia libera una strada al Governo per reperire le risorse.
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L’Intervento
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n un Paese il cui tasso di disoccupazione giovanile è arrivato a sfiorare il 40% (dati Istat, agosto 2013), si fa ancora più urgente la necessità di strumenti efficaci per orientare i giovani nelle scelte formative e professionali, a garanzia di un loro più facile inserimento nel mondo del lavoro. *vice direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto
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Direttore Sanitario Dr. Roberto Pernice. Informazione sanitaria ai sensi della legge 248 del 04.08.2006
EDITORIALE
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I tanti nomi e modi di pagare l’Imu
Nomine in Provincia
eLisa vigoLo è iL nuovo assessore aL biLancio E’ una giovane donna di 32 anni e viene da Camponogara il nuovo assessore provinciale al Bilancio, nominata, al posto di Pierangelo del Zotto, dissidente ed espulso dalla Lega e per questo privato dell’incarico in Provincia, lo scorso 12 novembre dalla presidente Francesca Zaccariotto. Si tratta di Elisa Vigolo (in foto), eletta consigliere di minoranza per la Lega Nord nel Comune rivierasco, che avrà le deleghe al bilancio e al patrimonio. Un incarico impegnativo per la libera professionista, laureata in scienze dell’alimentazione e tecnologie alimentari, ma anche un riconoscimento di grande soddisfazione, come ha avuto modo di affermare il neo eletto assessore che ha promesso di impegnarsi, attraverso un dialogo con tutti, “per portare i massimi benefici al territorio veneziano”. Elisa Vigolo ha quindi sottolineato la sua attenzione verso... “i più piccoli”. “Intendo raccogliere le istanze soprattutto dei Comuni più piccoli - ha detto - che nell’ente Provincia hanno finora trovato un interlocutore utile, competente e in grado di ascoltarli”.
In Provincia con Confcommercio
La giornata naZionaLe deLLa LegaLità
La Provincia di Venezia, sede per discutere di legalità nel corso delle iniziative organizzate in occasione della Giornata Nazionale, lo scorso 11 novembre, da Confcommercio-Imprese per l’Italia. Si è trattato di una giornata di mobilitazione nazionale per discutere e sensibilizzare, soprattutto le giovani generazioni, ai temi della legalità: comportamento corretto e rispetto delle regole, commercio abusivo e acquisti di merce contraffatta, concorrenza sleale e sicurezza.
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Clausola di salvaguardia, si chiama la postilla. Chi salvaguardia? Le fasce deboli della società? Le imprese colpite dalla crisi? Nient’affatto, la clausola di salvaguardia, si fa per dire, salvaguardia il ministero dell’Economia che per coprire la parte di gettito mancante, potrà dar luogo a un provvedimento di legge che preveda l’aumento degli acconti Ires e Irap in capo alle imprese e delle accise sul gas, l’energia elettrica e le bevande alcoliche. Dunque la prima rata dell’Imu del 2013 la pagheremo con molta probabilità nel 2014 e attraverso un prelievo che non presenterà alcuna progressività a tutela delle fasce più deboli. Corrente e gas, infatti, li pagheremo tutti: poveri e ricchi. Il calcolo dell’Imu, se non altro, era sulla base delle rendite catastali che per quanto falsate da un catasto tutto da aggiornare, non erano del tutto cieche. Purtroppo non è finita: i Caf lamentano che l’approvazione del decreto legge con il quale è stato cancellato, solo parzialmente, il versamento di dicembre sulle abitazioni principali è arrivata troppo a ridosso delle scadenze. Di conseguenza le amministrazioni comunali non avranno il tempo per risolvere la confusione generata dalla norma che consente ai comuni di far pagare la quota di imposta, relativa all’eventuale aumento stabilito nel 2012 e nel 2013, rispetto all’aliquota ordinaria del 4 per mille. Dunque, esiste un’esponenziale pericolo che nel computo non mancheranno errori nella determinazione degli importi da pagare entro il 16 gennaio, con l’elevatissimo rischio di dare il via a un enorme contenzioso tra contribuenti e amministrazioni locali. A questo punto la domanda più ovvia che può passare per la mente è una sola: a cos’è servito togliere quest’anno l’Imu che, tra l’altro, era un’imposta nemmeno tanto disprezzata dagli italiani? di Mauro Gambin - direttore@lapiazzaweb.it
Allarme di Federcaccia
i cinghiaLi sono un pericoLo
Allarme cinghiali: possono provocare vittime. Federcaccia provinciale insiste con la Provincia di Venezia affinché emetta le autorizzazioni ai cacciatori in possesso di abilitazione, che consentano l’abbattimento degli ungulati dei quali fanno parte i cinghiali, sempre più diffusi allo stato brado nel Veneto orientale e nell’ara sud della provincia. “Il problema è il pericolo per chi viaggia in auto- dice Luciano Babbo presidente di Federcaccia Venezia. Vanno autorizzati gli abbattimenti Abbiamo una quarantina di persone in possesso della speciale abilitazione”.
Regione
Miranese approfondimento Nel 2014 si decide il futuro dell’Aprilia
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Corsi per affrontare l’Alzheimer alla casa di riposo
La provincia investe oLtre un miLione di euro
Lavoro
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L’occupazione tra scuola e professionalità
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Una piazza intitolata a don Antonio Bordignon
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Sicurezza stradale
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A Palazzo Ducale l’arte della diplomazia veneziana pag.
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mostre d’arte
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A Treviso le magie del Gange. L’India da vedere
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Ok dalla provincia per l’ adesione da parte al bando della Regione del piano nazionale della sicurezza stradale e di un progetto integrato ad hoc. Il progetto prevede misure e azioni per il miglioramento della sicurezza su tutta la rete stradale provinciale, soprattutto nei punti critici.Il costo complessivo degli interventi ammontano per il prossimo biennio ad euro 1 milione 294 mila euro. Il finanziamento della Provincia di Venezia pari ad euro 884 mila e 420 euro. Un’altra parte di circa 400 mila euro sarà messa dalla Regione
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.
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Padova, via Svezia 9 Tel. 049 8704884 Fax 049 6988054 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
Questa edizione raggiunge le zone di Martellago, Noale, Salzano, Scorzè per un numero complessivo di 16.429 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 28 novembre 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
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4 Argomento del mese COMMERCIO, PARERI A CONFRONTO Interviste tra i negozianti di alcuni centri del Veneto, il periodo natalizio è l’occasione più ghiotta per incrementare il fatturato e cercare di uscire dalle secche della crisi dei consumi. Ottimismo a fasi alterne, a risentirne maggiormente sono i negozi di abbigliamento. Va meglio per settori specialistici come l’ottica. Si lavora meno con l’oro mentre cresce l’argenteria, “I clienti stanno riacquistando fiducia, pian piano”.
“E’ cambiato il m
di Roberto Marangoni e Nicoletta Masetto
Nel Padovano prevale una moderata fiducia, in particolare fra i negozi storici
In Polesine c’è meno ottimismo, i negozianti di Adria hanno contestato anche la politica dei saldi
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empo di Natale, cosa si aspettano i commercianti dal mese più “caldo” dell’anno quanto a vendite? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati. A nord di Padova prevale, a sorpresa, l’ottimismo: “Sono settimane inaspettate con segno positivo su tutto il fronte e incremento delle vendite. I consumatori sono tornati a comprare. Una fiducia timida all’inizio ma che, in queste ultime settimane, non è mai venuta meno. Se, allora, il buongiorno si vede dal mattino …c’è da ben sperare per questo mese di dicembre segnato dalle festività natalizie, mese di acquisti per eccellenza”. Parola di Enore Micaglio, commerciante doc, con negozio di ottica in pieno centro a Cadoneghe, in piazza Insurrezione all’ombra del municipio. Il signor Enore appartiene a una famiglia dalla lunga e pluridecennale tradizione proprio nell’ambito dell’occhialeria e dell’ottica. Negozi col marchio “Micaglio” si trovano in tutta la provincia, da Cadoneghe a Vigonza, da Ponte di Brenta ad Albignasego, e anche fuori nel veneziano. “Siamo ormai alla terza generazione – spiega –. I negozi ora sono gestiti dai nostri figli”. In piazza Insurrezione, oltre al signor Enore, troviamo la moglie e altri dipendenti. “La gente sta riacquistando piano piano fiducia. I nostri clienti esigono un prodotto di alta qualità, sono
tra i negoZi deL veneZiano
Meno fiori e meno cappuccini al bar
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el veneziano intervengono il titolare di una fioreria e un barista di Oriago e Mira. “I fiori fino a 5 anni fa – spiega Marcello Vinante titolare della fioreria. Al Molino di Oriago - erano comprati dalle persone come abbellimento, per momenti quasi quotidiani. Cioè per la casa, la tavola, e occasioni anche di galanteria. Con l’arrivo della crisi economica la gente ha ridotto gli acquisti all’essenziale, cioè alle grandi ricorrenze o festività come compleanni, giorno di commemorazione dei defunti, matrimoni occasioni speciali, Pasqua e Natale. E’ chiaro che in questo modo anche i nostri introiti si sono ridotti nonostante il prezzo dei fiori sia ribassato. L’acquisto di piante e fiori è nella mentalità del consumatore, fra le prime cose sacrificabili, quando invece abbelliscono e rendono piacevole con la loro presenza la vita di tutti i giorni“. Per Eros Lorenzin titolare a Mira Taglio del Bar da Eros: “Le presenze di avventori al mio bar sono diminuite e molti avventori abituali, si limitano a consumazioni essenziali; un caffè, un gingerino. Già cappuccini e le brioche la gente non li prende più con la frequenza di un tempo. Se prima facevano colazione in bar 4 volte alla settimana, ora si fermano una due volte al massimo. Da qualche mese a questa parte però comincio ad intravedere segnali di ottimismo più frequenti”. A.A.
più attenti al proprio benessere, a cominciare dalla vista. Con gli occhi si lavora, si studia: una vista curata e in buono stato è indispensabile per fare qualsiasi cosa. La moda? E’ importante certo, ma in seconda battuta rispetto alla salute. Un buon occhiale è di sicuro un ottimo investimento oltre a un regalo utile. Per dicembre sono ottimista: novembre ci ha dato un primo, confortante assaggio. Il compito di ogni commerciante, allora, è quello continuare a offrire il meglio e non deludere così è una clientela tornata ad avere fiducia”. La musica cambia tra i commercianti adriesi, il Natale che arriva sembra calcare l’atmosfera della crisi che investe ogni settore. Per attirare la clientela ci si affida per lo più alle iniziarive di Adria Shopping che tra le idee porterà la “blak free day” con sconti particolari in determinati orari. Su come la pensano gli addetti siamo passati in tour iniziando dall’oreficeria-gioelleria Mantovani di via Badini, nel settore dal 1970. L’azienda si qualifica altresì per la creazione artigianale dei gioielli, secondo le esigenze del cliente. “I tempi sono cambiati ed è cambiato il modo di spendere - spiegano i fratelli Giancarlo e Renzo - il calo è conseguente alla situazione generale, abbiamo quindi dovuto diversificare, allargando la gamma, si lavora molto meno con l’oro, mentre è in crescita
l’argenteria con l’utilizzo di pietre e nuovi materiali e per Natale abbiamo lanciato l’oggettistica in promozione attraverso la “The new faschion”. “Gli incassi sono dimezzati rispetto al 2008 - ci dice Mattea Soncini di Paciughino, abbigliamento per bambini, presente in città da oltre quarat’ann i- ritengo nettamente sbagliati i saldi in questo periodo, ma anche le date dei saldi in generale, colpa, sottolinea, non certo di chi amministra che si deve invece adeguare alle decisioni delle associazioni di categoria”. Per Natale a Paciughino non ci sono iniziative particolari, se non legate ad Adria Shopping “il nostro motto - prosegue Mattea - è la serietà e professionalità di sempre” e per finire un monito ai colleghi “Occorrerebbe più unione tra i commercianti, basti pensare che non riusciamo ad essere tutti aperti almeno la prima domenica di ogni mese come si era prospettato”. “Il cambiamento totale sulle vendite lo stiamo vedendo proprio quest’anno - afferma Alda Schettino di Glamour abbigliamento, da giovanissima nel settore commerciale- non gira gente e non ci sono soldi in giro”. Anche per lei “I saldi fatti in questo modo rovinano il mercato. Per Natale – conclude Alda - non abbiamo promozioni particolari ma gli sconti gli facciamo comunque perchè la gente li chiede”.
Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano
Associazioni di categoria
modo di spendere” La storia Luisa Callegarin racconta il suo Baby-Bazar
Il negozio dell’usato che punta al consumo ecosostenible di Ornella Jovane
U spalla pag 5 per vene-
sato, lotta agli sprechi e consumi ecosostenibili diventano le parole chiave di una nuova strategia di vendita, che evidentemente vuole essere una risposta alla contrazione dei consumi ma che si rivela, alla lunga, qualcosa di più profondo e significativo. In una parola una nuova filosofia di essere commerciante e di porsi ai propri potenziali acquirenti. Il contesto è quello degli articoli - attrezzature, abbigliamento, puericultura e giocattoli - per bambini e per mamme in dolce attesa: un terreno particolarmente “fertile” per sperimentare questo nuovo sistema di stare sul mercato. “Abbiamo aperto il nostro Baby Bazar - racconta la titolare Luisa Callegarin - un anno e mezzo fa, fra scetticismo e curiosità. Si tratta di un marchio in franchising di negozi dell’usato. Il nostro a Scorzè, con 350mq, è il più grande del Veneto”. Non si può parlare propriamente di negozio, nel senso tradizionale del termine, né si possono definire clienti coloro che vi fanno acquisti. In realtà si tratta di un grande spazio d’incontro. “C’era bisogno, soprattutto in questi tempi di difficoltà economica, di attirare dentro il Bazar le persone, di fare in modo che si affezionassero a questo ambiente, che lo sentissero familiare”. E così la titolare con il suo staff ha cominciato a proporre una serie di iniziative: incontri con esperti sulla gestione del neonato nelle prime fasi di vita, su come affrontare la gravidanza, corsi pratici come ad esempio il cambio del pannolino. I bambini hanno uno spazio attrezzato dove giocare, assistere a spettacoli o letture animate. “Abbiamo cominciato a conoscere le mamme che venivano a fare acquisti qui da noi, - prosegue Luisa Callegarin - abbiamo creato un bel gruppo anche su Facebook e siamo molto presenti e attivi anche nel territorio, in tutte le iniziative locali”. All’interno il negozio trabocca di merce usata, accuratamente selezionata, fornita dagli stessi clienti ma anche da negozi che hanno chiuso, moltissimi in questo ultimo anno, o aziende in difficoltà. Si tratta di una forma di lotta allo spreco, ma anche di educazione ad un consumo “ecosostenible”. “Nel nostro spazio - sottolinea la titolare - proponiamo anche i pannolini lavabili e riutilizzabili che noi consigliamo caldamente, al posto degli “usa e getta”. Vogliamo proporre di cambiare una mentalità e uno stile di vita che “consuma, spreca e butta via”.
ziane
I commercianti offrono alberi e luminarie ai centri T
ante le iniziative in tutto il veneziano da parte delle associazioni di categoria per ravvivare i centri cittadini in occasione del Natale. In prima fila ci sono quelle dei commercianti che in Riviera del Brenta, Miranese, Mestre, Chioggia e Cavarzere offrono, insieme a comuni e Pro Loco: luminarie, alberi di natale ed eventi per tutti i gusti. Partiamo dalla Riviera del Brenta, dove ci sarà un albero di Natale offerto dai commercianti per rendere “i centri della Riviera del Brenta più luminosi di fronte alla crisi”. L’iniziativa è promossa dall’ Ascom del comprensorio. L’Ascom è chiara e fa capire che si tratta anche di un segnale di speranza che i commercianti vogliono dare di fronte alla crisi. “Anche in questo momento difficile - dice Francesca Materazzo per l’associazione di categoria - i commercianti scendono in piazza non per protestare in modo negativo, ma dando un segnale forte della loro presenza professionalità a servizio della comunità nei comuni di Mira dolo Fiesso, Fossò, Strà Campagna Lupia Vigonovo”. In cosa consisterà l’iniziativa? “Si accenderà un albero natalizio - spiega l’Ascom - con i bigliettini dei commercianti e addobbi creati da loro. Le luci saranno a led basso consumo per rispettare il patto dei sindaci In continuità all’accensione dell’albero ci sarà un pomeriggio di shopping prenatalizio con sconti particolari”. Nell’occasione tutti i commercianti ristoratori associazioni del territorio della Riviera, ma anche cittadini rappresentanti delle amministrazioni comunali, e parroci “sono invitati ad unirsi per accendere l’albero in un momento solenne di condivisione in gesto tradizionale e semplice che rappresenta i valori dei nostri commercianti”. E’ stato stilato un calendario delle iniziative per l’accensione dell’albero: a Fiesso sarà il primo dicembre alle 15, a Stra il 4 dicembre alle 20. Il 6 a Campagna Lupia alle 19,30. A Dolo sarà il 7 dicembre alle 15.30. A Mira il 7 dicembre ore 19.30. A Pianiga il 10 dicembre alle 19.30. Il 14 dicembre a Fossò alle 19,30. A Mirano e nel resto del miranese si è mossa Confcommercio che non si è fermata di fronte alla crisi, e vuole porre fine ai natali tristi e bui. Alla faccia della crisi insomma, a Mirano torneranno i mercatini, nel weekend dell’Immacolata, le bancarelle di “shopping italiano” il 15 dicembre e, novità assoluta, tra dicembre e gennaio farà capolino in piazzetta Vittorio Emanuele II, anche una pista di pattinaggio, realizzata con ghiaccio sintetico e quindi a basso consumo. Per le luminarie, dopo il buio degli ultimi anni, Confcommercio ci riprova con le lampadine. Insomma basta austerità, non se ne può più e sulla stessa linea di Mirano con luminarie, mercatini ed eventi si sono mossi anche a Spinea, Noale, Martellago e Scorzè. Intanto anche nel comune di Venezia e a Mestre non mancheranno le luminarie ovviamente nel centro storico (Piazza San Marco, Rialto) con mercatini veneziani prettamente natalizi. A Mestre in piazza Ferretto un grande abete natalizio è arrivato donato dalla Val di Ledo e ci saranno nei fine settimane iniziative di animazione proposte dai commercianti del centro (via Mestrina, via Caneve, via San Girolamo, i locali della piazza) e dalle categorie. Il comune da parte sua, assicura le luminarie a stella in piazza Ferretto, come lo scorso anno. Infine, l’amministrazione, illuminerà poi una decina di chiese e piazzette del territorio, in particolare quelle della municipalità. A chi farà domanda per mettere le luminarie, verrà anche fornita la corrente gratuitamente, se lo richiederà. Centinaia di commercianti però per rendere più bella la propria zona, si sono autotassati e hanno comprato di tasca propria altre luminarie. Non sono mancate iniziative a Chioggia con appuntamenti natalizie concentrate su tre domeniche di dicembre. Un modo per incentivare anche la fruizione dei negozi abbelliti a festa e con sconti convenienti per l’occasione. A Cavarzere infine con i commercianti si è attivata molto la Pro Loco, che ha organizzato eventi culturali, mercatini fra cui la presenza a fine dicembre dell’orchestra A.A. della Fenice di Venezia.
6 Approfondimento Economia La casa motoristica di Noale ad un bivio con l’arrivo del nuovo anno
2014, si decide il futuro dell’Aprilia
La fetta attuale di mercato Aprilia è di 8-10 mila pezzi, oggi se ne producono 25-27 mila, qualche anno fa si arrivava a produrne anche 100 mila di Alessandro Ragazzo
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nizia una fase delicata per l’azienda Aprilia. Entro il 31 gennaio si dovrà risolvere la questione del contratto di solidarietà e il nodo più difficile da sciogliere è Scorzè, dove questo provvedimento non potrà essere rinnovato, mentre a Noale si può ragionare su altri dodici mesi. Insomma, oltre 700 dipendenti, equamente divisi tra le due fabbriche, con il fiato sospeso per capire quale sarà il loro futuro. Anche perché il patron di Piaggio, Roberto Colaninno, in una riunione con i sindacati ha parlato di sovradimensionamento, che significa come qualcosa dovrà per forza cambiare. La fetta di mercato Aprilia è di 8-10 mila pezzi annui, oggi se ne producono 25-27 mila, nei tempi belli si arrivava anche a 100 mila. Questo significa che se a Scorzè ci sono 350 dipendenti, si dovrà arrivare sui 100-120: un terzo. A Noale ancora non si sa ma non è che si possa stare tranquilli. Eppure Aprilia continua a vincere nel mondo delle corse, ultimo trionfo dei cinquantadue messi sinora in cassaforte nel campionato Costruttori in
Superbike. E per il 2014 ha già in tasca il contratto di Marco Melandri. Insomma, non proprio l’ultimo arrivato. I dipendenti si sono fatti sentire, eccome, in queste settimane con una protesta pacifica durante la Maratona di Venezia e il Salone del motociclo di Milano. Qui hanno addirittura distribuito un volantino in cinque lingue: italiano, inglese, tedesco, cinese e giapponese Il luogo del presidio non è stato scelto a caso, perché tra i padiglioni di Rho-Pero ci sono più di mille espositori arrivati da trentacinque Paesi di tutto il mondo. “Siamo orgogliosi del nostro mestiere – si legge nel volantino – sappiamo di offrire un sogno a chi usa tutti i giorni uno scooter per andare al lavoro, a scuola o per godere del proprio tempo libero, in una grande città o nel piccolo borgo. Sappiamo di offrire un sogno anche a chi ama lo stile, la potenza e l’innovazione nel viaggiare in moto. Noi vogliamo continuare a fare il nostro mestiere, a offrire veicoli di qualità, alta tecnologia e fascino. Siamo, però, preoccupati per i pochi e sbagliati investimenti fatti
dal management Piaggio per rilanciare il marchio, il futuro di quest’impresa non può ridursi a un nome sui libri di storia. Vogliamo che questa avventura continui, chiediamo di investire sul nostro marchio e di credere nel futuro di questa azienda”. Critica la politica. “In questi anni – commenta il sindaco di Scorzè Giovanni Battista Mestriner – l’azienda ha distribuito utili in presenza di ammortizzatori sociali. Se non crede in Aprilia, non può chiederlo agli altri di farlo”. Per il collega di Noale, Michele Celeghin è positivo che le trattative riprendano. “Il presidente di Piaggio Roberto Colaninno – aggiunge – ha parlato del ritorno in Moto Gp dal 2016 e mi auguro sia un segnale che vada verso la giusta direzione. Gli investimenti sono positivi se accompagnati a piani di sviluppo industriale. Ritengo utile l’apertura, anzi la riapertura del tavolo negoziale tra sindacati e azienda. Attendo gli esiti della trattativa ma soprattutto gli sviluppi di questa delicata fase negoziale tra Fiom Cgil e Fim Cisl e Aprilia. Continueremo a
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Lo stabilimento dell’Aprilia essere in prima linea a difesa della fabbrica. Per l’assessore alla Lavoro della Provincia, Paolino D’Anna, il marchio deve rimanere nel territorio. “Spero esca un vero piano industriale – osserva – che possa garantire i
lavoratori”. Da parte sua, Donazzan si è detta disponibile a tenere aperto il tema Aprilia, che considera un patrimonio non solo della provincia di Venezia ma dell’intero Veneto. Lo stesso faranno Provincia e Comuni.
lE TRATTATIvE lE POSIZIONI E I SINDACATI
I
ncontri, telefonate, riunioni attorno a un tavolo con l’assessore al Lavoro della Regione Elena Donazzan e il collega della Provincia Paolino D’Anna. Sono stati giorni frenetici per la vicenda Aprilia, con il presidente Roberto Colaninno che ha sì annunciato il ritorno in Moto Gp per il 2016 ma sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl e sindaci chiedono il rispetto degli impegni e certezze per i lavoratori. Coinvolti non solo i sindaci interessati in prima persona alle sedi delle fabbriche, ovvero Noale e Scorzè, ma anche tutti i sindaci del Miranese perché Aprilia dà da mangiare a tanti nel comprensorio ma anche delle province come Padova e Treviso. “Bene che l’azienda abbia partecipato all’incontro con la Donazzan – spiega Adriano Pomiato di Fiom Cgil – ma la trattativa vera a propria iniziata a metà novembre. I riflettori devono restare accesi sulla vicenda”. Per Matteo Masiero di Fim Cisl, se le risposte saranno ancora insoddisfacenti, le iniziative proseguiranno. “Aprilia non deve sparire – fa sapere – e questo marchio deve restare attivo”. Il tutto in un mercato che pure a ottobre ha zoppicato e parecchio. Dal Ministero dei Trasporti fanno sapere che nei primi dieci mesi dell’anno, le immatricolazioni dei cinquantini registrano appena 28.814 unità, dunque meno 36,3%. Maggiore la flessione negli scooter con 7.255 veicoli e un meno 18,9%. Nel complesso, la situazione delle due ruote è ancora difficile con un immatricolato che si ferma a 10.300 unità, pari al meno 15,1% rispetto allo stesso mese del 2012. Più negativi i cinquantini con 2.519 ciclomotori, pari
al meno 26,8%. Sul mercato interno – spiega il presidente di Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori) Corrado Capelli – le moto sembrano sulla strada di un nuovo equilibrio, con un calo minimo, ma rimane necessario l’intervento di una politica stabile e che vari riforme industriali e del lavoro. Non si è ancora sbloccata la scarsità di credito al consumo e verso le aziende. Gli utenti hanno bisogno di azioni concrete: ad esempio, portare in detrazione alcune spese per l’acquisto e il possesso dei mezzi, defiscalizzare l’acquisto di dispositivi di protezione, come i caschi, i paraschiena o l’airbag. Rendere le infrastrutture adeguate per chi viaggia su due ruote significherebbe spingere più persone a scegliere la mobilità sostenibile. I veicoli usati, con una lieve contrazione del -4%, sviluppano oggi volumi di tre volte superiori a quelli del nuovo. Quindi è evidente che lo scooter e le moto sono e rimangono nelle aspirazioni e nelle abitudini di uso degli italiani. Ma dobbiamo consentire l’accesso alle nuove generazioni e restituire A.R. alle famiglie potere d’acquisto”.
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8 Noale L’Intervento
Territorio Urbanistica L’associazione Amico Albero punta i piedi e chiede al comune un dietrofront
Area fornace, stop al cemento di Alessandro Ragazzo
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10 mila metri cubi di commerciale sono stati spostati nel settore residenziale. I volumi resteranno invariati
a fornace di Noale è stata chiusa l’anno scorso, ora si vuole abbatterla per costruire sulla vasta area le solite costruzioni moderne usufruendo di cubature massime. E noi diciamo no.” A parlare sono Michele Boato e Rosanna Bolgan di Amico Albero, che chiedono al Comune di tornare indietro sui suoi passi. In un primo momento si pensava che la fornace potesse trovare posto da un’altra parte, invece con la chiusura, è arrivata anche la fine dell’attività dopo decenni. Il progetto, a stralci, prevede negozi, appartamenti, uffici, parcheggi e verde, anche se restano dei dubbi su quando si potrà realizzare. L’idea era stata votata dal Consiglio comunale ancora a metà dello scorso anno, con l’astensione della minoranza, con alcuni cambi di volumetria rispetto a quanto previsto in un primo momento. Infatti 10 mila metri cubi di commerciale sono stati spostati nel residenziale, i volumi resteranno invariati e tutta la riqualificazione interesserà 50.550 metri quadrati. Il governo locale, comunque, ha dato alcune prescrizioni. Così il residenziale sarà 51 mila metri cubi anziché 41 mila, compensato dal commerciale, che dai 30 mila metri cubi scenderà a 20 mila. Della vecchia fornace resterà il camino, considerato uno dei simboli del centro cittadino. Nella Ma Boato e Bolgan si dicono contrari. “Dietro la forzona sorgerà pure una rotatoria per la bretella che nace – dicono – c’era la cava d’argilla che ora costidovrà proseguire oltre con il sottuisce il nucleo di un’oasi natutopasso di via Ongari che sarà Nella zona sorgerà ralistica di pregio. Il manufatto realizzato in futuro. L’attuale se- una rotatoria per è in mattoni rossi; è un’opera dime della strada, infatti, è trop- la bretella, che di archeologia industriale molto po stretto e impedisce di aprire proseguirà oltre bella. Si potrebbe ristrutturare e i cantieri. Per questo intervento via Ongari ricavarne appartamenti popolari si useranno i 6 milioni di euro e spazi comuni destinati a variottenuti lo scorso anno. E’ inserito all’interno del rie funzioni. Invece si vuole abbatterla per lasciare Sistema ferroviario metropolitano regionale (Sfmr). il posto a costruzioni magari invendute, avulse da Insomma, anche qui la situazione è piuttosto avanti, qualsiasi percorso storico e spesso orribili, che fanno anche perché il progetto definitivo è stato approvato. guadagnare i soliti pochissimi che caricano poi sulla
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L’area in discussione
collettività le spese delle infrastrutture”. Ma dal municipio non ci stanno. “Non capisco la posizione di Boato – replica l’Amministrazione – perché noi abbiamo già un numero sufficiente di alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp) e di Piani d di edilizia economica popolare (Peep). Non dimentichiamoci che per fare altre strutture di questo tipo servirebbero altre risorse, al cospetto di standard urbanistici già di molto saturi. E perché Boato non si preoccupa della storica fornace di Spinea, allo sfascio e dove spesso ci vanno zingari e altri? Da noi è tutto in decadimento, servirebbero milioni di euro per sistemarla e poi di questo progetto se ne parla da tanti anni”.
La buona alleanza tra la scuola e il mondo produttivo di gianna Marisa Miola*
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Una necessità invocata oggi dagli stessi studenti. I giovani si interrogano. Pongono domande di senso: Quale futuro? Quali scelte compiere? Come incamminarsi nel campo degli studi e nel campo del lavoro? Perché è così difficile capire e scegliere? Perché il lavoro sembra sempre più un miraggio? Domande ardue a cui la società adulta è chiamata a rispondere, nessuno escluso: operatori della scuola, educatori, docenti, dirigenti, genitori, ma anche, e soprattutto, imprenditori, professionisti, artigiani, politici e amministratori. Ma spesso sono i giovani stessi a dare alcune prime risposte ai loro coetanei, quei giovani che compiono esperienze formative e preprofessionali, che si misurano con gli stage, che saggiano le proprie forze con i tirocini estivi, che guardano all’alternanza scuola lavoro come ad una opportunità, via via più diffusa, di contatto autentico tra il sapere scolastico e le competenze, nutrite di conoscenze e abilità acquisite e messe alla prova durante le attività didattiche laboratoriali, competenze che si vanno definendo di concerto tra scuola e impresa, tra saperi disciplinari ed esercizio reale sui problemi. Nella nostra regione i numeri ben premiano le esperienze “ponte” tra scuola e lavoro. Durante la 23esima edizione di JOB&Orienta, il salone nazionale sull’orientamento, scuola, formazione e lavoro, in Fiera a Verona, abbiamo presentato alcuni dati di bilancio: nell’anno scolastico 2012/2013 sono stati 992 i percorsi di alternanza scuola-lavoro realizzati, per un totale di 19.172 studenti coinvolti e nel 2013 sono 123 i neodiplomati nei 6 Istituti Tecnici scientifici veneti, e già 80 di loro hanno trovato lavoro (65%). Il successo di queste esperienze è per la scuola veneta non solo motivo di orgoglio ma un incentivo per continuare sulla strada dell’innovazione e delle alleanze in particolar modo con il modo produttivo economico. *vice direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto
Associazioni
soLo donne aLLa conquista deLL’adriatico
a sede a Noale l’associazione sportiva di vela d’altura il cui equipaggio, formato di sole donne, sta ottenendo importanti risultati sulle acque della laguna veneta e di tutto l’Alto Adriatico. Il suo nome è We.sailingteam, dove il “we” sta per “noi” proprio all’inglese, ma soprattutto per “woman experience”, esperienza donna. Provengono da diverse esperienze veliche e diversi circoli, tutte accomunate dal desiderio di mettersi in gioco e dalla voglia di sacrificarsi. Domeni-
ca 10 novembre l’equipaggio rosa è stato protagonista del secondo posto al campionato svoltosi a Caorle, su una Paltu25 con al timone Matteo Pitari per Nautilandia. Le veliste veneziane hanno ricevuto il premio a Muggia (Ts) come “Boat of the day” per la migliore prestazione durante il campionato Irc Mittel Europa Criterium, con l’imbarcazione YumeII un First 34.7, uno scafo di dieci metri agile e potente. “Stiamo assieme dal 2010 - spiega la presidente Rossana Bocus - dopo
che avevamo fatto esperienze veliche in circoli diversi. Siamo atlete dilettanti che condividono questa passione per la vela in mare”. In pochi anni il we.sailingteam si è imposto sulla scena, solitamente maschile, come unico equipaggio femminile a disputare, in modo continuativo durante l’anno, le regate di vela d’altura che ci svolgono lungo la costa da Chioggia a Rovigno, in Croazia. “Ora - riferisce la presidente - abbiamo deciso di farci conoscere anche sul territorio, a partire da Noale dove
abbiamo la sede. Il nostro è uno sport che chiede affiatamento, in gara ma anche nella vita. Siamo desiderose di promuovere lo spirito che ci accomuna, invitando persone che come noi abbiano voglia di impegnarsi e condividere un’esperienza straordinaria”. A.R.
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10 Noale Ambiente Innovativa scelta in tema di energia alternativa in via Bigolo
Fotovoltaico al posto della discarica Ci sono 4158 moduli, che permetteranno di evitare di emettere 550 tonnellate annue di Co2 di Alessandro Ragazzo
A
ttivo da inizio novembre, a metà dello stesso mese è stato inaugurato il nuovo impianto fotovoltaico nato laddove c’era una discarica, in via Bigolo a Noale. Un fabbisogno per 350 famiglie e con la possibilità di allargarlo anche ad altri, questo progetto fa un po’ scuola a livello italiano e mette fine ad anni di vicende, tra polemiche prima, bonifiche e rilancio dopo. Il contratto sottoscritto con Veritas prevede un suo diritto di superficie fino al 2032, mentre fino al 2021 c’è un accordo per la gestione post operativa dell’area, con a carico dell’azien-
Interventi
da alcuni interventi, tra cui l’analisi dell’acqua di falda e il prelievo del percolato. Lì c’era una ex cava di argilla, dove sono stati conferiti rifiuti urbani e speciali per molti anni, provenienti non solo da Noale ma anche dai comuni vicini, soprattutto dal Miranese. Qui, fino al 1991 sono stati scaricati rifiuti dalla stessa Noale ma anche da Martellago, Salzano, Scorzè, Santa Maria di Sala e Trebaseleghe. Nel 2004, il Comune di Noale acquistò l’area e, nel frattempo, è stato trasferito il percolato e sono stati fatti altri interventi di sicurezza. A gennaio
2012, Comune e Veritas hanno sottoscritto un contratto ventennale di diritto di superficie per quest’ultima, in cambio di un canone annuo di 30 mila euro come entrata della Tariffa di igiene ambientale (Tia). Di seguito è stata fatta una copertura con limo argilloso e del terreno vegetale. Il nuovo impianto conta su 4158 moduli, che permetteranno di evitare di emettere 550 tonnellate annue di anidride carbonica e di produrre energia per 1.150.000 kilowattora all’anno e la superficie dei pannelli occupa 6.782 metri quadrati. L’area complessiva, invece, è di
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a giunta di Noale ha approvato il piano triennale delle opere pubbliche. Piano che poi sarà, per forza di cose, vincolato dalle risorse a disposizione e che in questo momento non sono poi un granché. Ma il documento deve essere approvato e così il governo di Michele Celeghin ha
Pannelli solari circa 65 mila metri quadrati. E dunque, si potrebbe allargare in futuro e l’ipotesi non sembra del tutto remota. “Questo è il nostro augurio – spiega l’assessore all’Ambiente del Comune Renato Damiani – perché ci sono molte potenzialità in quel sito. Ormai il progetto è partito e il fabbisogno per i cittadini potrebbe aumentare”. Anche perché
inserito lavori per 2,37 per gli anni 2014, 2015 e 2016. Per il 2014, si immagina una spesa di 1.220.000 di euro, con quella più onerosa da sostenere per il restauro di Palazzo Scotto (750 mila euro) in piazza XX Settembre. Poi è stato inserito il parcheggio di piazza Cappelletta (270 mila euro) e il viale d’ingresso del cimitero di Briana (200 mila). Per il 2015, spazio all’erba sintetica per il campo da calcio di Noale (480 mila euro) e la pista ciclopedonale di
quella superficie è sviluppata su quattro lotti, progettati immaginando la impermeabilizzazione del fondo. Per ora ne è stato sfruttato uno ma in municipio si guarda già oltre. In base alle richieste ricevute, su Noale ci sono ora 232 impianti fotovoltaici, frutto degli investimenti fatti sia dal Comune, che dagli stessi cittadini.
via Ronchi a Moniego (170 mila). In totale, l’esborso sarà di 650 mila euro. Nel 2016 la giunta ha inserito due opere da 250 mila euro ciascuna: l’asfaltatura delle strade e la sistemazione, con abbattimento delle barriere architettoniche, dei marciapiedi, per agevolare gli spostamenti degli anziani e portatori di handicap. Gli investimenti maggiori sono previsti per il 2014, si dimezzano nel 2015 per calare ancora nell’anno successivo. A.R.
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12 Noale A Cappelletta Raccolte 250 firme per dare un nome alla piazza della frazione
“La piazza intitolata a don Antonio Bordignon” di Alessandro Ragazzo
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en 250 firme, tra cui quelle dell’assessore noalese all’Ambiente Renato Damiani e del consigliere di Uniti per rinnovare Vittorino Attombri, per chiedere alla giunta di intitolare la piazza di Cappelletta all’ex parroco del paese don Antonio Bordignon anziché al carabiniere Salvo D’Acquisto. La vicenda tiene banco nella frazione di Noale, dopo la volontà espressa dal governo locale di assegnare lo spazio alla memoria del militare dell’Arma. Ma molti in paese non ci stanno. Tutto è nato dopo l’approvazione di una delibera, dove si indicava il nome di D’Acquisto, medaglia d’oro al valore militare e ucciso il 23 settembre 1943 dalle SS tedesche e che risparmiò altri cittadini dalla fucilazione. Prima che sparassero urlò “Viva l’Italia”. Era nato a Napoli in 15 ottobre 1920 e si arruolo quando non aveva ancora 19 anni. Quel 23 settembre furono fatti dei rastrellamenti e catturate con la forza ventidue persone a caso, tra cui lo stesso D’Acquisto. Tutto era nato il giorno prima, quando alcuni soldati tedeschi che ispezionavano delle casse di munizioni abbandonate, furono investiti dall’esplosione di una bomba a mano: due furono i morti e altrettanti feriti. Per i tedeschi la responsabilità era di anonimi attentatori e al carabiniere fu chiesto di fare i nomi dei responsabili. Lui rispose che era stata accidentale. Gli altri prigionieri furono lasciati liberi, mentre D’Acquisto rimase solo davanti al plotone di esecuzione. Ma nella frazione qualcuno preferisce il sacerdote, parroco dal 1939 al 1971,
Don Antonio è stato parroco nella frazione di Noale dal 1939 al 1971 che offrì la propria vita per salvare tredici persone condannate alla morte durante la seconda guerra mondiale. Fu insignito di medaglia d’oro al valore civile dal Comune di Noale e della Croce di Gran Cavalieri dell’Ordine Militare e Ospedaliero di Santa Maria di Betlemme nel 1968. “Non ho potuto partecipare alla seduta di giunta – dice Damiani – ma in questi giorni sono stato avvicinato da molti cittadini, che si sono detti amareggiati per una decisione dove non sono stati né informati né consultati. Si potrebbe interpellarli”. E anche una lettera nella scrivania di Celeghin è arrivata per chiedere di ripensarci e scegliere il nome di don Antonio da dare alla piazza, dove sono in corso dei lavori di sistemazione, compresa la creazione di parcheggi. Così è stata organizzata una raccolta di firme. “Don Antonio Bordignon, parroco dal 1939 al 1971 – si legge nel documento
Il comune punta sul nome di Salvo D’Acquisto, ma il paese reclama la sua storia
La chiesa della frazione Cappelletta
dove sono allegate le sottoscrizioni – guida importante per tutta la comunità, semplice e molto amato, fu sacerdote pio, umile e molto generoso, fino a offrire la propria vita per salvare tredici persone condannate alla fucilazione durante la seconda guerra mondiale. Per questo gesto eroico, fu insignito di Medaglia d’Oro al valore civile dal Comune di Noale e della Croce di Gran Cavaliere dell’Ordine militare e ospedaliero di Santa Maria di Betlemme nel 1968. Fu pastore zelante nel suo ministero e molto attivo nelle opere parrocchiali”.
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lla memoria di Rhoda De Bellegarde De Saint Lary la cittadinanza di Noale. A deciderlo è stato il Consiglio comunale, che in questo modo ha voluto ricordare la crocerossina volontaria nata nel 1890. Dagli assistiti era definita come “angelo di carità” e fu insignita della Medaglia d’argento al Valor Militare per il suo coraggio, senso del dovere e profondo altruismo. Diplomatasi infermiera nel 1917, è stata al fronte durante la prima guerra mondiale con la sorella Margherita. Dopo un inizio a Cormons (Gorizia) nel 1916 come interprete nelle ambulanze radiologiche inglesi, Rhoda lavorò all’ospedale di Gradisca (Gorizia). Entrambe furono trasferite a Stigliano di Santa Maria di Sala, dove nel castello fu allestito un piccolo nosocomio. Il soggiorno di Rhoda nel nostro territorio non fu lungo. Nel settembre del 1918 anche nel salese si manifestarono i primi casi della terribile influenza “spagnola”, che in tutta Europa aveva mietuto decine di milioni di vittime, più di quelle causate dalla stessa guerra. Anche Rhoda de Bellegarde ne fu colpita, ancora quand’era in giovane età. Il 13 ottobre del 1918, all’età di 28 anni, morì proprio a Stigliano e poi fu sepolta nel cimitero di Briana. A.R.
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14 Martellago - Noale Il caso Dopo quattro anni dalla richiesta il giudice ha stabilito la cifra
Omicidio Jennifer lo stato risarcisce la famiglia
neWs Ambiente
scoperta nuova discarica abusiva
La sentenza crea un precedente, la famiglia comunque pensa ad un ricorso amministrativo di Alessandro Ragazzo
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ttanta mila euro nelle tasche di Anna Maria Giannone, madre della 20enne Jennifer Zacconi di Olmo uccisa nell’aprile del 2006. Dopo quattro anni dalla richiesta, il giudice di Roma, Francesco Salvati ha stabilito la cifra che dovrà pagare la Presidenza del Consiglio. La condanna è dovuta all’inadempimento di una direttiva europea, la numero 80 del 2004, da parte dello Stato. Per il tribunale, non è stata data “completa attuazione, poiché si è limitato a regolare (peraltro tardivamente) la procedura per l’assistenza alle vittime di reato, commesso in un altro Stato membro, le quali risiedano in Italia”, ma non è stato dato seguito a quella parte della direttiva, “che imponeva agli Stati membri di provvedere a che la normativa interna prevedesse un sistema di indennizzo delle vittime di reati intenzionali violenti commessi nei rispettivi territori, entro il termine dell’1 luglio 2005”. La vicenda di Jennifer, prossima a partorire, è della primavera 2006, sepolta viva dal suo ex fidanzato, e padre del piccolo Hevan, in un campo dietro a un distributore di benzina in via Circonvallazione a Maerne. Braccato dagli inquirenti per diversi giorni, Niero, all’epoca 34enne, era stato ritrovato a Milano dai carabinieri dopo una settima-
na dalla scomparsa della giovane. La coppia doveva vedersi vicino ai campi sportivi di Olmo: si pensava a un incontro chiarificatore, invece è stato l’inizio di un delitto. Dall’ammissione dell’uomo al gratuito patrocinio era, però, emersa la sua impossibilità a liquidare la somma alla famiglia di Jennifer. Così dalla signora Zacconi e dal nonno della giovane, assistiti dai legali Claudio Defilippi e Debora Bosi, è partita qualche anno fa la richiesta di condannare la Presidenza del Consiglio e il Ministero della Giustizia della mancata attuazione della direttiva europea. Questa assegna “alle singole vittime di reati intenzionali violenti, alle quali non sia stato possibile conseguire il risarcimento del danno del reo, il diritto a percepire dallo Stato membro di residenza l’indennizzo equo e adeguato”. Per l’avvocato Defilippi, la sentenza ha il merito di “imporre allo Stato italiano l’obbligo di tutelare la sicurezza dei propri cittadini. Il provvedimento spiega anche che non si possono perseguire allo stesso modo reati come la truffa, ad esempio, e fatti intenzionali di violenza ma questo sarà un problema che dovrà affrontare il legislatore”. Il legale potrebbe presentare ricorso contro la sentenza, perché la famiglia chiedeva un risarcimento complessivo di 500 mila euro.
uLss 13 Pier Fortunato Calvi
SANITà NEll’AREA NORD, SI CAMbIA
Il Pier Fortunato Calvi a Noale
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on sarà più l’ospedale che tutti hanno imparato a conoscere per una vita. Il Pier Fortunato Calvi di Noale, a cui si servono tantissimi utenti di Martellago e dell’area nord del Miranese, rientra in una più ampia strategia regionale, che ne rivedrà le competenze e i servizi. Il direttore generale dell’Ulss 13, Gino Gumirato, è stato invitato a partecipare a un Consiglio comunale straordinario, proprio perché riferire ai rappresentanti locali quali saranno le mosse da compiere in un futuro neanche troppo lontano. Sono stati confermati i 40 posti per l’ospedale di comunità e rimarranno la riabilitazione ambulatoriale, cardiologica e Medicina dello Sport. Resta anche l’Unità territoriale di assistenza primaria (Utap), se i medici (oggi sei in futuro sette ndr) pagheranno un affitto più alto dell’attuale. Non è tutto, perché ci sarà il trasloco
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La vittima Jennifer Zacconi A questo punto, solo Giannone avrà il risarcimento richiesto mentre resta escluso il nonno. Di più, perché condannata a pagare è solo la Presidenza del Consiglio, mentre se la cava il Ministero. “La sentenza – commenta la donna – mi ha preso un po’ alla provvista; con i miei legali l’avevamo preparata ancora quattro anni fa e a metà novembre è arrivato il pronunciamento, che crea un precedente, la prima volta in Italia. Mi auguro che d’ora in poi lo Stato tuteli anche noi, famiglie delle vittime, non solo gli assassini come successo sinora”.
In venti anni i posti letto per acuti si ridurranno del 55 per cento
del personale amministrativo da Dolo e Mirano, mentre è stato bloccato il trasferimento dei servizi del San Camillo del Lido e si darà il via al piano delle vendite dei padiglioni attuali, eccetto il nuovo. Gumirato ha spiegato come in vent’anni, tra i dieci passati e quelli successivi, i posti letto per acuti si ridurranno del 55 per cento. “Un discorso che non vale solo per noi – riferisce – ma per tutta l’Europa Occidentale. Questo perché la sanità va bene, nonostante questa azienda sanitaria sia la meno finanziata: qui ho 1500 euro a cittadino, quand’ero a Modena 1800 euro. Non siamo in grado di tenere in piedi gli edifici: devo abbandonare gli affitti di Mirano, Dolo e Noale. Quest’ultima non avrà più i 74 posti di lungodegenza ma avrà il resto, compresa l’Utap se si pagherà un affitto più adeguato. All’Ulss 13 sono stati assegnati 111 posti letto intermedi e di questi, 40 sono per Noale. In questo momento non ci sono i soldi: per averli, vanno fatte economie di scala, pressioni politiche e via dicendo”. Una delle ipotesi di cui si è parlato negli ultimi mesi è il possibile arrivo di Noale di quei posti letto riabilitativi gestiti dall’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs). Il sindaco Michele Celeghin ne aveva parlato con il segretario regionale della sanità Domenico Mantoan, il direttore generale di Irccs Francesco Pierobon e il predecessore di Gumirato, Arturo Orsini. Ma qui le porte sembrano chiuse, almeno per quanto riguarda un futuro a breve termine. Così è tornata in auge un’altra opzione, ovvero trasferire a Noale i dipendenti dell’azienda sanitaria sparsi tra Mirano e Dolo. Questo perché Gumirato ha parlato chiaro, dicendo che in futuro non si vorranno più pagare gli affitti. L’obiettivo sarebbe spostarne 350 ma non si ancora se tra questi ci saranno gli 80-90 del Dipartimento di Prevenzione. Non è escluso che in futuro la nuova entrata alle strutture sia vicino all’attuale obitorio, spostandola dall’attuale piazzale della Bastia. A.R.
li agenti del Nucleo operativo ambientale (Noa) del comando provinciale Rangers d’Italia hanno trovato una discarica a cielo aperto nella zona di via Bembetti a Martellago, non distante dalla variante di via delle Motte, che collega via Roma alla Castellana. Durante le ispezioni, sono stati rinvenuto polistirolo, sacchetti di nylon, scorie di materiale edile, sacchi di sabbia e cemento, resti di calcestruzzo, detriti ma anche vestiti, scarpe, giubbini, giacche, maglie e delle lastre, forse di amianto, gettate in mezzo alla vegetazione. Ora l’obiettivo è non solo trovare chi abbia gettato tutto ciò ma anche chi dovrà farsi carico della bonifica, che non potrà essere dilungata troppo. Intanto è già scattata una denuncia alla Procura di Venezia, alla Provincia, al Comune di Martellago che sta seguendo il caso. “Sì, ci hanno informati – spiega l’assessore all’Ambiente Serenella Vian – anche se l’area sembra privata”. Nel frattempo, gli agenti hanno delimitato l’area con del nastro segnaletico e hanno affisso dei cartelli, invitando i passanti a fare attenzione per la presenza di un possibile pericolo e restarne alla larga. A.R.
ChIESA RESTAuRATO l’AFFRESCO Il dipinto restaurato nella chiesa di Martellago
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ita nuova per l’affresco del soffitto della chiesa di Martellago grazie ai lavori di restauro finanziati da Banca Santo Stefano, nei suoi 50 anni di fondazione. E così ci si è chiesti cosa si potesse fare per celebrare in modo degno questo compleanno. I lavori sono iniziati il 20 settembre e si chiuderanno per Natale, tanto da voler fare l’inaugurazione il 26 dicembre. Si tratta del dipinto chiamato “Martirio ed esaltazione di Santo Stefano” realizzato tra il 1770 e il 1780 da Giovan Battista Canal, e dei fregi laterali di Domenico Fossati. In totale 445 metri quadrati di superficie. Il progetto è stato approvato dalla diocesi di Treviso e l’intervento si attua su un’area di 370 metri quadrati di navata centrale e di 75 metri quadrati del presbiterio. A detta dell’architetto Flavio Caputo, l’opera presentava polvere e delle fratture di materiale. Il restauro, affidato alla ditta Gatto, prevede una pulitura generale e poi ci sarà il consolidamento della parte lignea di sostegno. Inoltre, per renderlo più luminoso, sarà installato un impianto apposito. Nessun problema per le funzioni, perché si stanno adottando delle impalcature mobili. Il dipinto raffigura il martirio di Santo Stefano. Sempre a metà del Settecento, Domenico Fossati incorniciò con fregi di ispirazione naturalistica e quadrature architettoniche le parti laterali inferiori del soffitto. L’opera è stata realizzata il modo tradizionale, con due strati di intonaco fissati con elementi di legno detti “picagne”, che si aggrappano alla struttura principale del tetto. Gli esperti hanno trovato una discreta conservazione della struttura lignea, avendo subito un restauro una trentina d’anni fa. Altro discorso per l’affresco, che evidenzia in più punti dei distacchi della pellicola pittorica, fratture superficiali, esfoliazioni e colature. Inoltre tutta la superficie presenta dei depositi di polveri spesse e consistenti, che alterano le sue qualità cromatiche e le sua dimensione figurativa. Il regista Marco Agostinelli sta realizzando un documentario proprio sul restauro. “L’augurio – spiega il presidente di Banca Santo Stefano Onorato Zanata – è che l’affresco, restituito all’originaria bellezza, sia testimonianza per le giovani generazioni, perché possano comprendere del passato anche la saggezza”. Un altro privato finanzierà il rifacimento dell’altare. A.R.
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16 Scorzè Passante I comitati alzano la voce a lavori del casello in corso
“Vogliamo le opere di mitigazione” A Cappella, nei due lati dell’autostrada, sono stati costruiti i quattordici piloni in calcestruzzo di Alessandro Ragazzo
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lavori del casello del Passante tra Cappella e Martellago stanno proseguendo e secondo il programma, per la fine del 2014 dovrebbero chiudersi, compresa la costruzione della tangenziale a nord e del collegamento da via Boschi, entrambe a Martellago, oltre alle rotatorie che sorgeranno lungo il tracciato. Ma il comitato Cappella Vive teme che le opere di mitigazione promesse saranno realizzate con gran fatica. Pochi soldi e il rischio che non si facciano i 1300 metri di barriera di terreno alta 5 metri. Da sempre critico sul progetto a forma di diamante rovesciato e dell’impatto che avrà sul territorio e sull’agricoltura, molto importante da queste parti, il comitato teme di non vedere realizzato quanto promesso. Nei due lati dell’autostrada sono stati costruiti i quattordici piloni in calcestruzzo, sette per parte, dove sarà appoggiato il cavalcavia lungo 575 metri per collegare l’entrata e l’uscita al casello. Sarà costruita pure una complanarina, che sorgerà sul lato est del Passante, dalla Moglianese al casello. Sarà lunga poco meno di un chilometro e sfrutterà l’attuale contro-strada di servizio. Se a questo si somma l’inquinamento e il maggior traffico di mezzi, i residenti non stanno troppo tranquilli
I piloni del casello di Cappella
per quello che potrebbe avvenire dal 2015 in poi. “Cappella è stata allagata l’ultima volta a maggio 2013 – fanno sapere i rappresentanti – e il Dese ha tracimato anche lo scorso anno, ha rotto vent’anni fa e l’ultima volta lo stava per fare gli argini sei anni fa, tanto che la popolazione era già stata tutta evacuata. E ora, col Passante che fa da barriera a est, i rischi per Cappella si moltiplicano. Ma ora c’è un nuovo problema: emerge che non ci siano i pochi soldi per la mitigazione e soprattutto che non ci sia la terra per quella barriera. Con tutto quello che
scavano”. E questa è l’altra questione che sta a cuore a Cappella Vive. “Ci riesce difficile comprendere – si legge in una nota – che da 26 ettari manchi la terra per una duna perimetrale dell’area da boscare. Ancor più difficile è capire perché si sta facendo tale scempio. Qual è l’obiettivo? Solo se si considera che dall’area escono ogni giorno, anche in questo novembre, fino a settanta camion al giorno carichi di terriccio, forse si capisce che dietro a tanto scavare si potrebbe celare qualcosa. Forse un commercio di terreno di alta qualità?”.
neWs lavori pubblici
interventi per oLtre 6 miLioni di euro
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nvestimenti cospicui per il Comune di Scorzè, con la giunta che ha approvato il piano triennale delle opere pubbliche 2014-2016. Ci sono restauri, ampliamenti, sistemazione delle strade per un valore totale di 6.048.400 euro. Il tutto dipenderà dalle risorse a disposizione. La spesa massima prevista è per il prossimo anno con oltre 3,3 milioni di euro, mentre per il 2015 si dovrebbe scendere a poco più di 2 milioni di euro, per assestarsi a 700 mila euro alla fine del triennio. Tra gli interventi indicati per il 2014 ci sono l’ampliamento della scuola elementare di Cappella e la costruzione della materna: in totale 550 mila euro che significano l’esborso più alto. Poi, tra le altre cose da fare, il restauro di Villa Orsini, la pista ciclabile sulla Castellana (terzo stralcio), entrambe per 400 mila euro, su via Onaro (250 mila euro), la sistemazione del teatro Elios (290 mila euro), l’asfaltatura delle strade (330 mila euro) e le rotatorie in centro a Peseggia (260 mila euro) e in via Moglianese (ex consorzio agrario) per 220 mila euro. Inoltre c’è l’adeguamento della scuola media di Peseggia (190.400 euro), il campo sportivo di Cappella (220 mila euro) e la sistemazione di via Moglinaese (200 mila euro). Per il 2015, spazio soprattutto ad ampliare la elementare di Scorzè (un milione 370 mila euro) e a restaurare la barchessa di Villa Toffolo. Infine nel 2016, ci dovrebbe essere la manutenzione degli impianti luce pubblici, degli edifici comunali per il risparmio energetico. A.R.
PARTITO DEMOCRATICO POPAIZ SEgRETARIO Alessandro Popaiz e il logo del partito
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lessandro Popaiz è il nuovo segretario del Pd di Scorzè. Succede a Gigliola Scattolin. Popaiz, 26 anni e dottore informatico di Rio San Martino, faceva già parte del direttivo e della segreteria uscente. Popaiz sarà coadiuvato da una squadra composta da diciassette elementi e non è escluso che più d’uno possa essere in lista per le elezioni comunali della prossima primavera. Elezioni in cui, come annunciato, il Pd sceglierà il suo candidato sindaco con le primarie: nei prossimi mesi se ne dovrebbe sapere di più, anche sui nomi a chi correrà per diventare sindaco. “Le primarie sono il pane del nostro partito – spiega l’ex segretario locale Gigliola Scattolin – e quindi questo strumento servirà a consultare i cittadini e a scegliere insieme i candidati più autorevoli, nel caso in cui ci sia la disponibilità di più nomi. Ora è prematuro parlarne: siamo in una fase di confronto. In questi
anni abbiamo fatta una bella evoluzione, introducendo anche risorse nuove e fresche. Stiamo andando avanti con serenità e uniti nell’obiettivo da raggiungere”. Non è stata decisa ancora la data, perché prima si dovrà capire quando si andrà al voto e questa decisione spetterà al governo. Ma almeno sulle mosse future non sembrano esserci dubbi, mentre sono ancora in alto mare le eventuali alleanze. E sull’elezione di Popaiz, il Pd ha pochi dubbi. “Continuiamo sulle basi di unità e collegialità – si legge in una nota del partito – fino alla ricerca di approfondimento e di dibattito sui temi locali ma anche su quelli che un po’ più da lontano influenzano e determinano la qualità della vita dei cittadini del territorio di Scorzè”. A lui, dunque, subito il compito di portare il partito alle urne e preparare la campagna elettorale che, di fatto, è pronta per essere lanciata. A.R.
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18 Salzano Salute Iniziativa alla casa di riposo Don Allegri
Alzheimer, piaga sempre più diffusa
biblioteca
un progetto per i disabiLi
Il gruppo di auto-aiuto-muto coinvolge i famigliari, anche quelli che non sono nella struttura assistenziale di Roberta Pasqualetto
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a casa di riposo di Salzano, Don Vittorio Allegri, in collaborazione con l’Ulss 13, organizza una serie d’incontri per i parenti di persone affette da Alzheimer con lo scopo di sostenere le famiglie nella gestione quotidiana del malato. Gli incontri si terranno presso la casa di riposo il primo lunedì di ogni mese, dalle ore 17 alle 19, fino a giugno 2014. La dottoressa Monica Miatto, responsabile degli incontri, lavora da 25 anni nel settore e ha deciso di mettere tutta la sua esperienza e le sue conoscenze al servizio delle persone. “L’idea degli incontri nasce all’interno della casa di riposo, assieme alla collega psicologa Fabiana Filippi con la quale abbiamo deciso di fare qualcosa per aiutare le persone in difficoltà. Dieci anni fa, abbiamo pensato a questo tipo di progetto come a un servizio per sostenere i parenti degli ammalati. Il gruppo di auto-aiuto-muto coinvolge i famigliari, anche quelli che non sono nella casa di riposo, li invita a raccontare la loro esperienza per condividere con persone nella stessa situazione”. Gli incontri di quest’anno sono otto, ed è possibile chiedere dei colloqui singoli all’interno della casa di riposo. I partecipanti raccontano quello che vivono o possono chiedere indicazioni pratiche e le dottoresse li seguono e li aiutano a trovare possibili soluzioni in base alla criticità: assistenza, come coinvolgere altri parenti nell’aiutare l’ammalato, ecc; in base alle domande che emergono si danno suggerimenti o si cerca di trovare un esperto che risponda. “Quando emergono cose particolari cerchiamo dei professionisti, quali assistenti sociali, geriatri, avvocati, per rispondere alle domande - dice la
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dottoressa Monica Miatto - i professionisti hanno sempre dato il loro servizio in forma gratuita”. L’importanza di questi gruppi spesso è legata alla rete di solidarietà che si forma tra i partecipanti, tutte persone accomunate dallo stesso problema. All’interno di questo percorso è possibile frequentare un corso di strategia per sviluppare la memoria, le esercitazioni sono tenute dalla psicologa Lisa Rossi, ogni secondo lunedì del mese con calendario prestabilito. La quota d’iscrizione è di 30 euro e da accesso al gruppo di ascolto e al “training cognitivo e strategie di memoria” e ai colloqui individuali, E’ possibile iscriversi anche a corso già iniziato. Per maggiori informazioni 041 437500 o scrivendo alla mail ascolto@casaripososalzano.it
l centro polifunzionale Archimede di Salzano assieme alla biblioteca comunale hanno avviato un progetto sociale titolato: “Costruendo l’inclusione...”. Il centro polifunzionale comprende due diurni occupazionali “Tangram 1” e “Merlino” gestiti da Acli Coop, e accolgono persone con disabilità. La biblioteca comunale offre servizio pubblico e promuove la diffusione della cultura principalmente attraverso la lettura del libro. Queste due realtà sono diventate partner di un progetto sociale. “Le persone diversamente abili – spiegano Silvia Molin, Coordinatrice del Centro Tangram 1 e Sara Bobbo, Presidente di Acli Coop – si trovano troppo spesso a vivere situazioni di esclusione: dal mondo del lavoro, dalle relazioni e dalle attività sociali. Per questo è necessario promuovere strategie e immaginare possibilità che permettano di ampliare connessioni concrete, positive con il territorio in cui queste persone vivono”. Il progetto è partito a novembre e si svolgerà in modo sperimentale fino a giugno 2014, attraverso piccole attività, di volta in volta condivise tra queste: riparazione dei volumi, loro allineamento a scaffale, sistemazione primi libri. Tutte mansioni, che consentiranno di coltivare la passione della lettura e di creare una piccola officina di comunità. “La possibilità che la biblioteca si metta in gioco in questo progetto – continua il Consigliere Delegato alla Cultura Maria Grazia Vecchiato – ci è sembrata, da subito, una sfida intrigante e irrinunciabile soprattutto perché la biblioteca è un luogo d’incontro a tutto campo, uno spazio di relazione intergenerazionale in cui si R.P. possono ben inserire gli ospiti di “Tangram 1” e di “Merlino”.
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Salzano 19 Traffico La Provincia da parere negativo al piano del Comune
Robegano, nessuno stop ai tir in centro di Roberta Pasqualetto
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a Provincia di Venezia ha dato parere negativo alla richiesta dell’amministrazione salzanese di vietare il transito dei mezzi pesanti in centro a Robegano, direzione Maerne-Noale, già vietata nel senso inverso. E’ passato più di un anno da quando il Sindaco di Salzano, Alessandro Quaresimin, assieme a quello di Martellago, Giovanni Brunello, hanno inviato alla Provincia la richiesta di emissione dell’ordinanza di divieto del transito dei mezzi pesanti nei centri abitati di Martellago capoluogo, per i veicoli provenienti dalla Strada Provinciale n. 36 e diretti a Nord, e di Robegano per i veicoli provenienti dalla Strada Provinciale n. 38 e diretti a Ovest, direzione Noale, diventata effettiva dall’apertura a giugno del 2012 della nuova bretella di Robegano (rientrante tra le opere complementari del Passante autostradale appositamente predisposta). L’amministrazione comunale salzanese, non vedendo arrivare risposta alle sue domande, ha richiesto un incontro: in settembre si sono svolte due sedute, presso il Prefetto, presenti i Comuni, la Provincia e Veneto Strade. Quest’ultima, che rappresenta la viabilità regionale, ha dato parere negativo. Dopo numerosi solleciti, incontri e misurazioni sui flussi di traffico, a ottobre di quest’anno la Provincia di Venezia ha formalizzato il proprio dissenso all’emissione dell’ordinanza di divieto di transito per
A dire di no è stata Veneto Strade, nonostante tanti solleciti ed incontri effettuati i mezzi pesanti, a seguito del diniego di Veneto Strade ente competente per conto della Regione Veneto della nuova bretella di Robegano. “Senza entrare nel merito dei tempi che sono occorsi agli enti interessati per formulare una risposta, come Sindaco, ho dovuto interessare il Prefetto della questione – dice il sindaco di Salzano Alessandro Quaresimin – rimango sconcertato della decisione, che non prende in considerazione le preoccupazioni, più volte segnalate, sulle criticità legate alla sicurezza del centro di Robegano, in particolare per la presenza di alcuni siti sensibili quali: l’asilo nido, la scuola materna, la chiesa e la piazza. Tutti luoghi di grande affluenza per le persone, e collocati nelle vicinanze della carreggiata stradale”. Il sindaco conclude dicendo che l’assessore regionale alla viabilità, Renato Chisso, è stato informato di tutta la questione, l’amministrazione salzanese confida che si possa riconsiderare il parere basandolo esclusivamente su valutazioni tecniche, e bilanciando quindi le criticità viarie esistenti. Sembrerebbe trattarsi della solita questione
Il sindaco Alessandro Quaresimin: ”Non si è tenuto conto delle preoccupazioni della gente”
Tir sulle strade del comprensorio
all’italiana, dove nonostante le segnalazioni di pericolo certificato per la salute e l’incolumità delle persone non si provvede in alcun modo. Purtroppo alcuni casi similari, e speriamo non in questo, deve prima succedere un incidente perché le autorità si convincano della gravità effettiva della situazione. Alla faccia delle tante promesse fatte da tutte le parti nelle varie campagne elettorali che si susseguono nei territori.
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ono iniziati i lavori al sistema di drenaggio stradale nel territorio di Salzano. Questo genere di lavori di manutenzioni ha lo scopo di prevenire i rischi dovuti alla forte piovosità e, un po’ alla volta, punta a sistemare tutto il territorio comunale. I lavori sono stati realizzati in collaborazione con Veritas s.p.a. e, nei mesi di ottobre e novembre, sono stati effettuati interventi di pulizia delle caditoie stradali nella parte ovest di Robegano e nella parte nord-ovest del capoluogo. Questi lavori sono stati realizzati con un’apposita attrezzatura e hanno consentito la sistemazione dei condotti di deflusso dell’acqua piovana lungo le strade e la pulizia di circa 550 caditoie, per una spesa complessiva di sette mila e cinquecento euro. Il consigliere Lino Muffato, delegato alla Manutenzione del territorio, ha sottolineato l’importanza dell’intervento che migliora il deflusso delle acque specialmente nei periodi di piogge consistenti, evitando possibili criticità legate agli allagamenti. “Mi riprometto anche per i prossimi anni – dice Muffato – di dare continuità a questo tipo di lavori indispensabili per impedire gli allagamenti, pian piano arriveremo a coprire tutto il territorio comunale”. R.P.
20 Cultura Appuntamenti Il calendario tra presepi, mercatini e qualche bello spettacolo
Un dicembre pieno di... eventi A ridosso di Natale, Beppe Fiorello, presenterà “Penso che un sogno così…”. Nella biblioteca di Maerne una serie di letture per i bimbi di Alessandro Ragazzo
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icembre, mese di cultura e di eventi un po’ in tutto il Miranese, tra presepi, mercatini e possibilità di vedere qualche bello spettacolo. Ce ne sarà per tutti i gusti, perché saranno protagonisti sia gli adulti che i bambini, con iniziative nei teatri e nelle biblioteche. A Mirano, sempre alle 20.45 arriveranno due big con Paolo Rossi e Giuseppe Fiorello. Il primo sarà in scena venerdì 6 con “L’amore un cane blu”, scritto da Stefano Dongetti e Alessandro Mizzi, con le musiche curate da Emanuele Dell’Aquila ed eseguite dal vivo da “I virtuosi del Carso”. A ridosso di Natale, lunedì 23, toccherà a Beppe Fiorello, che presenterà “Penso che un sogno così…”, con un viaggio nella vita di Mimì (Domenico Modugno). La regia sarà Giampiero Solari. Biglietto intero 18 euro, ridotto 15, studenti. Per le giovani compagnie emergenti, domenica 22 dicembre alle 21 al teatrino Belvedere di Mirano arriverà Marcon D’Agostin con “Per non svegliare i draghi addormentati”. Biglietto intero 8 euro, ridotto (per gli under 26) 6 euro. Per
i piccoli dell’asilo e i bambini della scuola elementare, venerdì 13 dicembre, al teatro di Mirano alle 10, Ketti Grunchi proporrà “La chiamarono Maria”, con la partecipazione di Delfina Pevere, la scenografia e le luci di Yurji Pevere. Biglietto unico a 4,50 euro, con ingresso gratuito per i piccoli portatori di handicap, le insegnanti e gli accompagnatori. La prenotazione è obbligatoria e si deve chiamare il numero 041-4355536. A Scorzè, spazio alle letture animate giovedì 12 alle 17 in biblioteca. Saranno protagoniste le fiabe e le filastrocche di Gianni Rodari. La partecipazione è libera ma anche in questo caso è meglio chiamare ai numeri 041-5847383 oppure 041-445068 o spedire una mail a biblioteca@comune.scorze.ve.it. Qualche ora più tardi, spostandosi al teatro Elios, appuntamento alle 20.45 con “Il conflitto di Carlos”, che salirà sul palco con “Il dio del massacro”. Nella biblioteca di Maerne, spazio ai più piccoli con una serie di letture animate, in collaborazione con “Il libro con gli stivali” di Mestre, sempre al mer-
La biblioteca di Maerne coledì e sempre per i piccoli dai 6 ai 10 anni. Si partirà il giorno 4, con “Assaggi di Roald Dahl”, mentre sette giorni più tardi, toccherà al sindaco Monica Barbiero intrattenere i bambini. I posti saranno sempre limitati ed è meglio prenotarsi al numero 041-640331 o spedire una e-mail all’indirizzo biblioteca@ comune.martellago.ve.it. Natale a Maerne significa presepio vivente. Così da martedì 24, in campiello Marzenego, si rinnova la magia dell’iniziativa, giunta alla ventino-
vesima edizione. I volontari sono al lavoro da settimane per allestire la scenografia, dove sarà ambientata la nascita di Gesù. L’inaugurazione avverrà lunedì al termine della messa delle 23, mentre le animazioni scatteranno dal giorno seguente. A Natale e a Santo Stefano, infatti, saranno proposte dalle 14.30 alle 18.30 e proseguiranno domenica 29 dicembre, mercoledì primo e domenica 5 gennaio. L’ultima è prevista per lunedì 6 gennaio, giorno dell’Epifania.
A Noale
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he xé qualche faliva che ‘nascianta de belo par che me diga: la ciama del bon, ma non se leze quanto!”. Questo il messaggio finale letto dal vate durante la Pirola Parola attorno alla Rocca di Noale dello scorso gennaio. Stavolta si spera in una 2014 migliore e l’appuntamento, come al solito, sarà per la sera precedente all’Epifania, domenica 5 gennaio. Sarà la notte del Panevin de’ a Pifania, organizzata dalla Pro loco e che si svolgerà nell’area attorno al Rocca. Si tratta di una degli avvenimento di maggior spicco non solo del Miranese ma dell’intera provincia, con spettatori provenienti anche da fuori comune. Tante le famiglie che giungeranno nella città dei Tempesta, per una festa che coinvolge grandi e piccini. Ci saranno i carri dei borghi, con maranteghe, befane, pastori. Dopo l’accensione del fuoco, si attenderà il “pronostego” del vate che, in base alla direzione che prenderà il fumo, dirà ai presenti come sarà il prossimo anno. Prima si assisterà alla lettura da parte dei rappresentanti di ciascun borgo dei “lamenti” rivolti verso le autorità politiche nazionale e cittadine. Come sempre, al termine della manifestazione, ci sarà la consegna delle mega-calze della befana A.R. tra vin brulè e pinza.
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Giovani ciclisti, raffica di vittorie Gi asd neW futsaL cLub
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sd New Futsal Club si occupa di calcio A5 e calcio A8, ed è un’ associazione sportiva dilettantistica affiliata all’ente di promozione sportiva Csain riconosciuta dal Coni. Il presidente Casadoro Diego organizza prevalentemente campionati di calcio per i ragazzi del A5 e del calcio A8 amatoriali, ma da quest’anno ha deciso di collaborare con un maestro invernale di tennis, e per la prima volta a Venezia, per realizzare un torneo in primavera. Il torneo di tennis si terrà in un campo di nuova generazione, campionato di beach football (calcio sulla sabbia). Tutte le manifestazioni vengono svolte al circolo Sporting Club di Mestre in via Terraglietto 22, dove la società ha un contratto di gestione dei campi. “La nostra associazione ha preso questa denominazione da 2 anni – dice il presidente Diego Casadoro - prima si chiamava Dimensione Sport. Iil campo è rimasto lo stesso da sei anni e anche i partecipanti sono rimasti gli stessi”. La società negli anni trascorsi si è creata un gruppo arbitri tesserati regolarmente Csain e organizza ogni anno con istruttori qualificati un nuovo corso arbitri completamente gratuito. La società conta più di 50 squadre e oltre mille soci annui regolarmente tesserati ed assicurati. Per maggiori informazioni si può visitare il sito dimensionesport.beepworld.it; l’associazione si trova R.P. in via Terraglietto al civico 23 a Mestre.
A Mestre
di giacomo Piran
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a provincia di Venezia si conferma grande fucina di giovani ciclisti. La riprova è arrivata durante i campionati italiani di ciclismo su pista che si sono svolti a fine ottobre al velodromo Fassa Bortolo di Montichiari in provincia di Brescia. I corridori veneziani hanno conquistato due titoli italiani, quattro medaglie d’argento e un bronzo. La prima maglia tricolore è stata conquistata da Giovanni Longo (Selle Italia) che ha vinto nella specialità della “Velocità a squadre Open” assieme a Luca Ceci, Giacomo Del Rosario e Paolo Marti. Per la cronaca Giovanni Longo dal prossimo anno vestirà la casacca della Fausto Coppi Gazzera Videa, andando a rinforzare la squadra del presidente Renato Marin. L’altro titolo italiano è stato appannaggio di Paolo Simion, ex Zalf e dal prossimo anno al Gs Mastromarco, che ha vinto l’oro nella specialità “Inseguimento a squadre Open” assieme ad Elia Viviani, Michele Scartezzini, Marco Coledan e Alex Buttazzoni. I corridori, nella distanza dei 4
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’Associazione di Scacchi Dilettanti Capablanca di Mestre organizza dei tornei aperti a tutti per divertirsi con questo gioco strategico che, in molti, hanno paragonato a uno stile di vita. Il più volte campione del mondo, Garry Kasparov, in uno dei suoi libri scriveva che puoi anche essere un vero tti are ogge z z li a e talento e conoscere tutte le mosse del monr i vità puo lus. roject on do ma se non hai un vero obbiettivo finale di tempo e creati P t n e r a P un pèo’ pegno olidali di non vincerai mai. Il Campionato ConSociale nto in im ercatini s le m ta i r o e tu p naelisi una tipologia di torneo riservato erai il ecker. artigaiiasoci Trasformdi Mestre, la vittoria henne e B c u D e r svolge durante tutto l’arco della stagione. I 29 settembre, Gran Prixm la sco fia auTommaso istrèoandata la dOpen tornei validi per il punteggio Elo, di rilevanza nelotorneo Dorigo contr nazionale o internazionale, durano 3 o più con 4.5 punti su 5, davanti ad un gruppo giorni, e il tempo di riflessione è di circa 2 ore a 3.5 compostowww.parentproject.it da Giorgio Piva, Francesco a testa per ogni partita; durante la stagione Bortolussi, Mattia Pomponio, Marco Stefan e Duchenne è organizzato un circuito di tornei lampo, il Alessandro Balzan. Nel torneo A riservato alle cui tempo di riflessione è di 5 minuti a testa; categorie giovanili, al primo posto c’era Davinei tornei a squadre ogni squadra è formata de Poloniato con 4.5 su 5, davanti a Dennis da 4 giocatori, e il risultato della squadra è Posocco e Giovanni Sartor a 3.5 e Andrea dato dalla combinazione dei risultati di ogni Petrella e Giovanni Serraglio a 3. Il circolo singolo giocatore. Alcuni tornei sono gratuiti, Duchennepartecipa attivamente da anni al Campionato altri prevedono il pagamento di una quota nazionale Italiano a Squadre, e a vari tornei attorno ai 5/10 euro (salvo i tornei più im- a squadre di diversa rilevanza, riservati anche pegnativi). Il circolo Asd di Mestre organizza agli Under16 o agli Under20 e femminili. Da corsi nelle scuole e nelle biblioteche dei terri- anni organizza i campionati provinciali, e il tori nella zona di Mestre e dintorni, mettendo torneo di Mestre del circuito del Grand Prix a disposizione persone competenti e con del Veneto, e collabora nell’organizzazione Parent Project Onlus esperienza sia per adulti sia per bambini. Le del torneo Internazionale di Mogliano. Nel Insieme X fermare la Duchenne lezioni si svolgono solitamente nell’arco diDuchenne un corso degli anni molti soci sono approdati alle Via Aurelia, 1299 - 00166 Roma paio di mesi e permettono di imparare le basi gare deiTel. campionati regionali e italiani, con 0666182811 - Fax 0666188428 del gioco e le principali nozioni tecniche. I soci ottimi risultati. Il circolo si trova in via Andrea Numero Verde 800 943 333 del circolo hanno a disposizione anche parti- Costa 38/A a Mestre; l’iscrizione stagionale colari corsi in base alle proprie capacità e alle è di 35 euro; è possibile iscriversi anche a R.P. proprie aspirazioni. Nello scorso torneo, del stagione iniziata. Duchenne
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sd New Futsal Club si occupa di calcio A5 e calcio A8, ed è un’ associazione sportiva dilettantistica Mirano, nella specialità del “Inseguimento affiliata all’ente di promozione a squadre Open” e da Giovanni Mirisola sportiva Csain riconosciuta dal (Vc Bianchin), cresciuto ciclisticamente nel Coni. Il presidente Casadoro Gc Maerne Olmo, nella specialità del “InseDiego organizza prevalenteguimento a squadre Juniores”. Il bronzo è mente campionati di calcio per stato conquistato da Paolo Simion nella spei ragazzi del A5 e del calcio A8 cialità del “Inseguimento individuale open”. amatoriali, ma da quest’anno Buone prestazioni anche nella specialità ha deciso di collaborare con un “Corsa a punti Open” sulla distanza dei 40 maestro invernale di tennis, e km (160 giri del velodromo di Montichiari), per la prima volta a Venezia, dove hanno partecipato quattro corridori veper realizzare un torneo in neziani: Paolo Simion, Francesco Lamon e primavera. Il torneo di tennis si il duo della di Fausto Gazzera, terrà in un campo di nuova generazione, campionato beachCoppi football (calcioMaurizio sulla Damiano e Matteo Malucelli. i protakmsabbia). equivalenti giri, hanno fatto se- svolte Tutte ale16 manifestazioni vengono al circolo Sporting Club diTutti Mestre in gonisti del ciclismo veneziano troveranno gnare il tempo di22,4’06’’098. Le quattro via Terraglietto dove la società ha un contratto di gestione dei campi. si“La nostra dicembre Belvedere medaglie d’argento sonoquesta statedenominazione ottenute poidail 215anni associazione ha preso – dicealil Teatro presidente Diegodi si terrà la Festalo del Ciclismo rispettivamente da: Paolo Simion nella spe- Mirano, Casadoro - prima si chiamava Dimensione Sport. Iildove campo è rimasto stesso da organizzata dal anni comitato della cialità sei anni dellae“Velocità anche i partecipanti a squadre Open” sono nella rimasti Provinciale gli stessi”. La società negli trascorsi provinciaCsain di Venezia della Federazione Cicliformazione si è creatacomposta un gruppoanche arbitridatesserati Elia Viviani regolarmente e organizza ogni anno con stica Italiana.gratuito. DuranteLalasocietà giornata saranno e istruttori Marco Coledan; qualificati sempre un nuovo da Paolo corso Simion arbitri completamente conta più società, allenatori e atleti nella di 50 specialità squadredella e oltre“Americana mille soci annui Open”regolarmente in premiate tesserati eddirigenti, assicurati. Per maggiori che si sono distinti nell’ultima stagione. coppia informazioni con Marco si puòColedan; visitare ildasitoFrancesco dimensionesport.beepworld.it; l’associazione si trova R.P. Lamon Colpack), nell’Uc in via (Team Terraglietto al civicocresciuto 23 a Mestre. A Mestre
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’Associazione di Scacchi Dilettanti Capablanca di Mestre organizza dei tornei aperti a tutti per divertirsi con questo gioco strategico che, in molti, hanno paragonato a uno stile di vita. Il più volte campione del mondo, Garry Kasparov, in uno dei suoi libri scriveva che puoi anche essere un vero talento e conoscere tutte le mosse del mondo ma se non hai un vero obbiettivo finale non vincerai mai. Il Campionato Sociale è una tipologia di torneo riservato ai soci e si svolge durante tutto l’arco della stagione. I tornei validi per il punteggio Elo, di rilevanza nazionale o internazionale, durano 3 o più giorni, e il tempo di riflessione è di circa 2 ore a testa per ogni partita; durante la stagione è organizzato un circuito di tornei lampo, il cui tempo di riflessione è di 5 minuti a testa; nei tornei a squadre ogni squadra è formata da 4 giocatori, e il risultato della squadra è dato dalla combinazione dei risultati di ogni singolo giocatore. Alcuni tornei sono gratuiti, altri prevedono il pagamento di una quota attorno ai 5/10 euro (salvo i tornei più impegnativi). Il circolo Asd di Mestre organizza corsi nelle scuole e nelle biblioteche dei territori nella zona di Mestre e dintorni, mettendo a disposizione persone competenti e con esperienza sia per adulti sia per bambini. Le lezioni si svolgono solitamente nell’arco di un paio di mesi e permettono di imparare le basi del gioco e le principali nozioni tecniche. I soci del circolo hanno a disposizione anche particolari corsi in base alle proprie capacità e alle proprie aspirazioni. Nello scorso torneo, del
29 settembre, Gran Prix di Mestre, la vittoria nel torneo Open è andata a Tommaso Dorigo con 4.5 punti su 5, davanti ad un gruppo a 3.5 composto da Giorgio Piva, Francesco Bortolussi, Mattia Pomponio, Marco Stefan e Alessandro Balzan. Nel torneo A riservato alle categorie giovanili, al primo posto c’era Davide Poloniato con 4.5 su 5, davanti a Dennis Posocco e Giovanni Sartor a 3.5 e Andrea Petrella e Giovanni Serraglio a 3. Il circolo partecipa attivamente da anni al Campionato nazionale Italiano a Squadre, e a vari tornei a squadre di diversa rilevanza, riservati anche agli Under16 o agli Under20 e femminili. Da anni organizza i campionati provinciali, e il torneo di Mestre del circuito del Grand Prix del Veneto, e collabora nell’organizzazione del torneo Internazionale di Mogliano. Nel corso degli anni molti soci sono approdati alle gare dei campionati regionali e italiani, con ottimi risultati. Il circolo si trova in via Andrea Costa 38/A a Mestre; l’iscrizione stagionale è di 35 euro; è possibile iscriversi anche a R.P. stagione iniziata.
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Dove puoi trovare l’atmosfera del Natale
Anche quest’anno il Natale si potrà festeggiare in villa, in particolare a Villa Venier Contarini di Mira dove si svolgeranno incontri per promuovere il territorio attraverso l’arte e la musica. Protagonisti musicali sarà il “Trio Barocco“ che darà modo alla villa di riprender vita ed essere ridonata a cittadini e visitatori. Tutto questo grazie all’ encomiabile lavoro di Irw. L’istituto regionale per le ville venete è stato istituito nel 1979 e, in questi anni, ha provveduto al consolidamento e al restauro delle ville venete. Strategicamente, con l’avallo delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, si propone di assicurare e sostenere la conservazione del patrimonio culturale e favorirne la pubblica fruizione e valorizzazione per preservare la memoria storica della società veneta. Le linee di azione sono quattro: attività istituzionali, gestione di ville regionali, studi, ricerche e pubblicazioni,attività promozionali. L’attività di sostegno alla conservazione vede attualmente accresciuto il ruolo dell’ istituto che opera con interventi diretti di restauro e con la concessione dei supporti finanziari di proprietari. Presidentessa è la dottoressa Giuliana Fontanella: “Da circa 3 anni l’istituto ha la sede operativa in villa, è una sfida che la Regione ha voluto vincere. E’ importantissimo conoscere e far conoscere la Venezia di terraferma e, da sempre, la Riviera è l’espressione di Venezia che, con Nella foto Villa lungimiranza, si è spostata in terraferma. In questo modo è stato Venier Contarini di Mira, sotto Giuliana riscoperto il ruolo dell’ agricoltura e di tante eccellenze venete, ed Fontanella, è tornato basilare il ruolo della casa che viene “donata“ anche agli presidente altri“. Entrare in queste ville è, in effetti, equivalente all’iniziare un dell’Istituto viaggio nella fantasia, ritrovando se stessi: “Certamente, la creatività Regionale Ville Venete deve essere sempre un patrimonio, un riferimento anche economico; noi siamo orgogliosi dell’ istituto perchè appartiene alla politica più nobile: da 55 anni questo istituto è un ente nazionale. Siamo fieri del lavoro che è stato svolto in passato da Beppe Mazzotti, Silvio Negro, Renato Ceveze, dal marchese Roi, dal Comisso; ora dobbiamo farlo comprendere a tutti“. Qualè il messaggio che, ora, l’istituto vuole inviare?: “Dobbiamo aprire le ville, condividere quel messaggio che il Palladio ha portato a tutto il mondo; noi dobbiamo farci conoscere dai ragazzi, promuovere il turismo scolastico e in particolare il turismo accessibile: una scomessa vinta è stata rendere completamente accessibili un buon numero di ville, organizziamo eventi per tutti perchè la gente deve sentirsi come a casa propria“. “Lavoriamo con grande dinamismo, la nostra è una officina di nuove opportunità culturali ed economiche; incentivare l’utilizzo della villa è cambiare il corso storico che voleva che a gustare questi tesori fossero in pochi: l’unica condivisione con l’esterno era la chiesa. Ora nelle ville possono entrare tutti e sentirsi a casa propria“. Mostre, bandi, premi, rendono sempre più vivo un ambiente che aveva conosciuto un lungo periodo di abbandono. Con passione la presidentessa Giuliana Fontanella e il direttore Carlo Canato stanno facendo veramente un gran lavoro.
Tanti appuntamenti in provincia con il Natale. In Riviera a Stra il 4 dicembre alle 20 cui sarà festa in piazza e accensione dell’albero con i commercianti. Stesso rito il 6 a Campagna Lupia alle 19,30. A Dolo sarà il 7 dicembre alle 15.30. A Mira il 7 dicembre ore 19.30 in piazza Municipio. A Pianiga il 10 dicembre alle 19.30 in piazza a Cazzago. Il 14 dicembre in centro a Fossò alle 19,30. Sempre in Riviera a Fiesso da venerdì 27 e fino all’Epifania, sarà possibile visitare la tradizionale mostra dei Presepi. Lunedì 6 gennaio giornata conclusiva dei festeggiamenti con l’arrivo del Presepio Vivente sopra alcune barche e gondole che andranno a collocarsi all’interno di una capanna e poi, all’imbrunire, i fuochi d’artificio. A Mirano i mercatini, nel weekend dell’Immacolata (8 dicembre), le bancarelle di “shopping italiano” il 15 dicembre. Tra dicembre e gennaio farà capolino in piazzetta Vittorio Emanuele II, anche una pista di pattinaggio, realizzata con ghiaccio sintetico e quindi a basso consumo. A Noale l’appuntamento più suggestivo come al solito, sarà per la sera precedente all’Epifania, domenica 5 gennaio. Sarà la notte del Panevin de’ a Pifania, organizzata dalla Pro loco e che si svolgerà nell’area attorno al Rocca.
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Viaggio nel Natale del passato, del presente e del futuro di Roberta Pasqualetto
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harles Dickens verso la metà dell’800 diede alla stampe il suo romanzo “Canto di Natale”. Un’opera rimasta attuale, tanto e vero che non si contano i film o i cartoni animati nei quali lo spilorcio Ebenezer Scrooge viene visitato nella notte dallo spirito del Natale del passato, del presente e del futuro. Pur essendo uno scritto leggero, di fantasticheria, in realtà il paesaggio che sta alle spalle del taccagno protagonista è quello reale dell’Inghilterra nella fase di superamento della rivoluzione industriale, dove la lotta per i diritti dei lavoratori stavano affiorando in tutta la loro carica di tensione. L’impegno nella lotta alla povertà e allo sfruttamento minorile, all’analfabetismo e, d’altro canto, all’assoluto bisogno di un’affermazione dei valori umani, sono temi che Dickens affronta ammantandoli con gli spiriti dei natali di epoche diverse. Abbiamo cercato di fare lo stesso percorso anche noi con un’inchiesta tra le generazioni per capire quanto siamo cambiati e quale sia il vero spirto del Natale.
Natale passato dario carraro ha 86 anni e vive a crea, una frazione di spinea; ricorda che da bambino si sentivano molto le feste “Quando ero piccolo si soffriva la fame, ma le feste erano molto sentite. Cominciavamo a festeggiare la vigilia, mangiando gli spaghetti in salsa. La mattina di Natale andavamo a messa digiuni, per fare la comunione, poi si pranzava con parenti e amici: mangiavamo cotechino e panettone, tutto preparato in casa”. E i bambini? “I bambini mettevano una letterina sotto il piatto dei genitori: scrivevano gli auguri e le promesse di essere più buoni. I genitori, di solito, avevano già preso qualcosa per i figli, poteva essere un semplice pezzo di mandorlato. In casa non mancavano le decorazioni: c’era il presepio fatto da me con il gesso, e un albero di natale preso dai campi che decoravamo con cose di famiglia”. Come sono cambiate le cose? “Economicamente in meglio ma abbiamo perso il valore delle tradizioni”. Che consiglio darebbe ai giovani? “In questi tempi di crisi gli consiglierei di imparare a fare più lavori possibili e di non perdesi d’animo! Devono cercare di essere sempre umili e modesti e accontentarsi di più di quello che viene”. Che cosa vorrebbe trovare sotto l’albero? “La cosa che desidero più al mondo è la salute per mio figlio”. agnese brugnera ha 86 anni e vive a malcontenta Come trascorreva il Natale quando era ragazza? “Facevamo il presepe con il cartone perché non c’erano i soldi per comprarlo fatto. Il giorno di Natale andavamo a messa, per quell’occasione il parroco scopriva una vetrinetta dove all’interno c’era il presepe. A pranzo si mangiava un pochino meglio, rispetto al solito, ma senza niente di particolare perché c’era tanta miseria, mica come adesso che si spendono tanti soldi”. Si facevano i regali? “I regali si ricevevano a capodanno: mio papà, la sera prima, preparava sul comò della camera un mucchietto con bagigi e castagne e noi, fratelli e sorelle, la mattina del primo gennaio, entravamo in camera per fare gli auguri e prendere un mucchietto di frutta”. Le piace ancora festeggiare il Natale? “Il Natale di adesso mi piace di più perché è più allegro, una volta mi piaceva solo perché era un’occasione di vedere i parenti”. Ha un consiglio da dare ai giovani? “I giovani hanno troppo e vorrebbero avere sempre di più, non si accontentano; gli farei una predica per fargli capire quali sono le cose veramente importanti della vita”. Che cosa vorrebbe trovare sotto l’al-
bero? “La salute e un po’ di pace e tranquillità per me e la famiglia, e poi anche la pace nel mondo, in giro c’è troppo subbuglio”.
Natale presente monica arbore ha 38 anni e vive a mestre; trascorrerà il natale con i suoi “E’ un’usanza consolidata trascorrere il Natale in famiglia, è il mio modo personale per ringraziare che tutti stiamo bene, oltre che motivo per riflettere su quello che è successo durante l’anno. Mi rendo conto che la situazione della società è tesa e forzata: tante persone stanno male e vivono le feste in solitudine”. Sotto l’albero ci saranno molti regali?
“Per quanto mi riguarda farò i regali essenziali, se potessi ne farei di più; io sono fortunata perché di solito ne ricevo tanti, anche non materiali, molta gente mi vuole bene e me lo fa presente nel periodo delle feste”. Qual è il messaggio del Natale? “Il messaggio dovrebbe essere consapevolezza e riconoscenza per la propria fortuna, godendo di quello che si ha; penso che il valore è soggettivo: c’è chi lo vive come un disastro e chi felicemente come i bambini”. Che cosa vorresti trovare sotto l’albero? “Vorrei trovare l’amore e avere conferma di un rapporto che sta nascendo”. Vuoi dare un consiglio ai bambini? “Il mio consiglio è di natura pratica: scartate i regali piano e uno per volta, ne avete tanti, gustatevi il momento. Quando ero piccola io ne ricevevo un paio e solo dai genitori”. cesare cappello ha 51 anni e vive a venezia Come trascorrerai il Natale? “Lo trascorrerò lavorando! Mi piacerebbe stare con la mia famiglia e i miei figli ma il sistema non me lo permette: devo mantenere degli impegni economici e sono costretto a rinunciare a cose importanti come lo stare assieme”. Sotto l’albero ci saranno molti regali? “Sotto l’albero c’è il regalo più importante: la salute; finche c’è salute c’è speranza e per me non sono importati gli oggetti, io faccio regali ai miei cari ma non per forza a Natale, non sono tradizionalista con le feste”. Qual è il messaggio del Natale? Il messaggio un tempo era quello religioso, adesso si è trasformato in un evento com-
merciale, penso che per il 99,9% sia la festa del consumismo. Natale dovrebbe essere un’elemosina a chi ne ha bisogno e un lavoro per chi non ce l’ha; inoltre non ha senso essere più buoni un giorno l’anno”. Un consiglio per i ragazzi? “Se dovessi parlare ai miei figli, cosciente del fatto che non sono legati alla religione, gli direi di guardare il mondo con occhi positivi e buoni 365 giorni l’anno, il messaggio di natale è valido ma non deve essere legato solo alla festa”.
Cerchi di essere più buona durante il Natale? “E’ si! Gesù ci insegna a essere più bravi”. Cosa ti porterà babbo natale? “Mi porterà una barbie principessa; l’anno scorso ho ricevuto tantissimi giochi”. A Natale però c’è anche chi non sta bene. “Ci sono tanti problemi e c’è anche qualcuno che muore, ci vuole un mondo pieno di amore; io chiedo che la nonna stia bene”.
Natale futuro
samuele è un bambino di 5 anni vive ad arino, una frazione di dolo Cosa ti porterà babbo natale? “Mi porterà una macchina telecomandata, un cacciatore di mostri e un camion dei pompieri; ho scritto io la letterina a babbo natale: ho copiato i nomi dei giochi”. Cosa si fa il giorno di Natale nella tua famiglia? “Faccio la recita con la scuola e andiamo tutti in chiesa per ricordare la nascita di Gesù. Il giorno di Natale, il mio papà, fa una faccia con la scatola del panettone, ci divertiamo tanto. Io aiuto la mamma a fare da mangiare, mi metto il grembiule e faccio quello che mi dice lei”. Che cosa diresti a babbo natale se lo vedessi? “Se vedo babbo natale gli chiedo tanti regali e se vedo Gesù gli chiedo che mamma e papà stiano bene”.
gaia è una bambina di 5 anni che vive nel comune di dolo Come si festeggi il Natale nella tua famiglia? “Noi abbiamo già fatto l’albero e anche il presepio, da tanto oramai. Il presepio è vicino alla televisione e per l’albero abbiamo dovuto fare posto. A Natale stiamo tutti insieme con la zia e i nonni e c’è anche un tavolo piccolo per i bambini, si mangia di più del solito”. Hai scritto la letterina a babbo natale? “L’ha scritta mio fratello per me perché lui è bravo a scrivere ed è più grande: è alle elementari. Babbo natale arriva dal Polo Nord con la slitta, è già venuto anche l’anno scorso”.
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Fiabe d’autore
di Annalisa Fracasso
La fiaba del piccolo luca e dello zio gigi
“L
assame star che go da far!” Il piccolo Luca si rannicchiò sulla sua poltroncina preferita schiacciando nervosamente i tasti della playstation. La voce della mamma gli diventava estremamente antipatica quando udiva queste parole. Non capiva perché anche la sera fosse sempre tanto impegnata: i piatti da mettere nella lavastoviglie, i panni da infilare nella lavatrice, le briciole da tirar via dal pavimento… Uffa! C’era sempre qualcosa tra lui e la mamma. Qualcosa che Luca non capiva ma che non gli piaceva. Allora andava a tirare il polsino della camicia di papà, ma questi, dopo avergli rifilato una bella grattatina nei capelli, poi però tornava immancabilmente a smanettare col telecomando della tv. C’era sempre qualcosa tra lui e il papà. Qualcosa che Luca non capiva ma che non gli piaceva. Una volta lo zio Gigi, che abitava in campagna, gli aveva regalato un bel micio, ma l’esserino peloso, colpevole di essersi rifatto le unghie sul divano, fu ben presto allontanato. A Luca si strinse il cuore quando gli ordinarono di preparare una scatolina da scarpe con uno straccetto dentro per poterlo far stare comodo durante il breve tragitto tra casa sua e quella dello zio, ma tant’é…. Quando la mamma aveva deciso c’era poco da fare. Lo zio, quando arrivò, fu di poche parole. Aprì l’ampio giubbotto che indossava e fece in modo di farci stare dentro scatola e micio, poi, prima di andarsene, fece l’occhiolino al piccolo Luca, da dietro a uno strano paio di occhialetti rotondi che il bimbo non ricordava di avergli mai visto indossare
prima. C’era sicuramente qualcosa tra lui e lo zio. Qualcosa che Luca non capiva ma che gli piaceva. Mancavano solo pochi giorni al Natale. Luca era stato in giro tutto il pomeriggio. Finito il doposcuola era passato con la mamma al centro commerciale. “Devi ricordarti di scrivere la letterina a Babbo Natale!” gli aveva detto la mamma mentre il piccolo indugiava, come tutti gli altri bambini, di fronte alla vetrina del negozio di giocattoli. Poi la mamma aveva incontrato un’amica e così Luca aveva avuto ancora più tempo per starsene lì a guardare e a immaginare cosa mai avrebbe potuto chiedere a questo benedetto Babbo Natale. In verità, ora che era alle elementari non ci credeva più da un pezzo, ma è ovvio che, come tutti i suoi amici ‘faceva finta’ che fosse tutto vero. Mentre aspettava che la mamma finisse le sue chiacchiere, vide uscire lo zio Gino dal negozio di giocattoli. L’uomo si accorse di loro e, visto che il piccolo Luca sembrava parecchio annoiato, mentre le due donne chiacchieravano decise di accompagnarlo al bar dove gli offrì una bella ciambella. Anche lo zio se ne mangiò un paio e si sporcò pure le mani e la faccia di olio e zucchero. Che goloso pasticcione! In effetti la sua pancia era aumentata di un bel po’ dall’ultima volta che l’aveva visto. Luca pensò che a volte le persone cambiano davvero in fretta. La sera si impegnò a scrivere la sua bella letterina per Babbo Natale, ma non si sentiva tanto ispirato. Gli venne da dire semplicemente questo: “ Caro Babbo Natale, quest’anno non so proprio cosa chiederti. So solo che sono stanco dei soliti giocattoli e che mi sento un po’ triste! Pensaci tu! Ciao! Luca”
Assieme alla firma c’era rimasto un po’ di unto sulla lettera. Mentre pensava e scriveva, Luca aveva finito un pezzetto della ciambella che gli era rimasto in tasca dal pomeriggio. Quella stessa sera, un po’ più tardi, lo zio Gigi passò a salutare. Disse che non sarebbe stato con loro per Natale; doveva assolutamente fare un viaggio al quale teneva moltissimo e per il quale aveva trovato un imperdibile ‘last minute’ . Finita la breve visita, Luca e la mamma lo accompagnarono alla porta. Mentre lo vide salire in macchina Luca avrebbe potuto giurare che le scarpe che
indossava, così nere e lucide, non gliele aveva mai viste indosso prima d’ora. A Natale, quando Luca si svegliò, trovò mamma e papà che lo fissavano, accanto al letto. Avevano entrambi un sorriso dolce e malinconico, uguale a quello di quella volta che era stato in ospedale. Ai piedi del letto, un grazioso gattino dormiva beatamente in un cestino di vimini, tra fogli di carta leggera e colorata, un po’ unta e sporca di zucchero….
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Fiabe d’autore
di Cristian Tanduo
E
La piccola anna non vedeva la nonna da quasi un anno quando scoprì che si trovava in Casa di riposo. Un giorno Anna di nascosto dei genitori andò a trovarla. Fu per l’anziana uno dei più bei giorni della sua vita…
ra trascorso quasi un anno dall’ultima volta che Anna aveva visto la nonna. In principio, i suoi genitori le avevano spiegato che si era ritirata a vivere in una specie di centro per anziani, un luogo dove avrebbe passato tempi più sereni, in compagnia di persone della sua stessa età, a condividere ricordi ed esperienze andate, accudita e aiutata da specialisti e medici che le avrebbero reso la vita più semplice e sicura. Ma ad Anna, la cosa era sembrata da subito sospetta. La nonna non era malata, sapeva ragionare a modo e riusciva a badare a tutte le faccende di casa senza l’aiuto di chicchessia. Per questa ragione non conosceva il motivo per cui se n’era andata e, segretamente, aveva condotto alcune indagini personali finché era venuta a conoscenza che il luogo in cui abitava era a un paio di isolati di distanza, in un maestoso complesso di mattoni rossi, dove stava scritto sopra il grande ingresso ad arco: “casa di riposo”. In questo modo, una mattinata in cui entrambi i genitori si erano assentati per lavoro, aveva deciso di fare una scappata nel centro di ricovero, per andare a trovare la nonna e avere qualche delucidazione in merito al suo allontanamento. La bambina sgattaiolò fuori di casa mezzora dopo che i suoi genitori erano partiti. Si caricò sulle spalle lo zainetto e si avviò di gran carriera lungo il marciapiede che conduceva alla casa di riposo. Nel sacco aveva cacciato alcuni dolcetti e qualche giocattolo. Arrivò qualche minuto dopo. Sotto il suo sguardo svettava il grande complesso per anziani. Si presentò al ricevimento e spiegò che voleva dare un saluto alla nonna, prima di andare a scuola. L’addetta al servizio di portineria titubò per qualche istante, dopodiché fu persuasa dalle spiegazioni della bambina e la accompagnò nello stanzino dove alloggiava l’anziana. Anna trovò
la nonna seduta su una seggiola, silenziosa e con lo sguardo rivolto al giardino di fuori che uno strato di neve immacolata ricopriva come ali d’angelo. - Nonna - esclamò Anna dall’ingresso. L’anziana si voltò di scatto. Restò immobile per qualche attimo, quindi, prima che i suoi occhi si sciogliessero in pianto, tese le braccia verso la nipote. Anna si fece vicina e si
lasciò stringere con dolcezza. Si sentiva un po’ imbarazzata. Tuttavia, dopo qualche tempo di attesa, decise di rompere il silenzio. - Perché sei andata via? - domandò, spalancando i grandi occhi azzurri.La nonna lasciò trascorrere una pausa. - E’ una lunga storia, bambina mia. Se soltanto avessi potuto scegliere, sarei rimasta con te.
Anna non comprese il significato di quella frase. A ogni modo, con l’allegra sollecitudine dei bambini, afferrò lo zaino e ne rovesciò il contenuto per terra. Alla vista dei piccoli tesori radunati ai suoi piedi, l’anziana si sollevò in piedi e raggiunse la bimba, stringendo a sé il capo dorato. - Ti piacciono? - domandò Anna. - Sì. E’ il più bel regalo che abbia mai ricevuto. Anna guardò la nonna di sotto in su. - Non te ne andare - disse con un sibilo di voce. - Da questo posto? - rispose l’anziana con la voce rotta. - Sì. Promettimelo. La nonna fece un cenno con il capo, dopodiché sentì sfilarsi via il corpo della nipote. Anna uscì dall’edificio e ritornò a casa. Arrivò il Natale. Anna era tutta infervorata, scese le scale e spacchettò i regali. Sarebbe stata una bella festa, in compagnia della sua famiglia e degli zii che erano giunti da tanto lontano. Tuttavia, mancava l’ultimo ingrediente per rendere quella giornata la più speciale dell’anno. Scivolò fuori senza farsi vedere. Quando, alcuni minuti più tardi, il campanello suonò, il padre di Anna andò ad aprire la porta. Davanti al suo sguardo stupito si stagliavano le figure di sua figlia e della madre di lui. Non riuscì a dire nulla. Nonostante ciò, fu Anna a toglierlo dall’imbarazzo. - Vi siete dimenticati di invitare l’ospite più importante! - esclamò raggiante. Dopodiché, nonna e nipote entrarono nel grande vestibolo decorato a festa.
Studio Dentistico CARRARO PAOLO
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Studio Dentistico CARRARO PAOLO TECNICHE DI SBIANCAMENTO INFORMA
CHE COS’E’ LO SBIANCAMENTO? Insieme di procedure che utilizzano determinati prodotti le cui azioni chimico-fisiche portano ad un colore del dente che si presenta complessivamente più bianco se comparato alle condizioni cromatiche iniziali. I prodotti utilizzati possono essere a base di PEROSSIDO DI IDROGENO (H2O2) o di PEROSSIDO DI CARBAMIDE (H2O2 + Urea). Questi preparati, una volta applicati sulla superficie dello smalto, liberano ossigeno e “decolorano” le sostanze pigmentanti contenute nel dente.
trice e sono eliminabili con seduta d’igiene orale. Organica del dente e vengono eliminate con trattamenti sbiancanti.
SELEZIONE DEL PAZIENTE Controindicazioni al trattamento sbiancante: - presenza di gravi malattie sistemiche - allergia ai componenti del prodotto - malattia paradontale - gravidanza - minori di 18 anni - pazienti non collaboranti da un punto di vista igienico - forti fumatori e bevitori
risultati - 6-8 tonalità - miglioramento nel range del colore di partenza - necessità di un trattamento (ridotto) a distanza di 12-18-24 mesi - proporzionali alla motivazione del paziente (regole da rispettare durante il trattamento)
LE DISCrOMIE DENTALI Le discromie dentali si possono suddividere in: ESTRINSECHE: situate all’esterno del dente INTRINSECHE: sono incorporate nella ma-
INFORMA
Vero e falso Lo sbiancante elimina: - le discromie dovute all’età VERO - le discromie dovute al fumo o agli alimenti VERO - le discromie da tetracicline VERO (tipo 3: 6 mesi di applicazione!!) - le discromie da fluorosi VERO (80% dei casi)
PrINCIPALI CATEGOrIE DI SISTEMI SBIANCANTI 1) SISTEMI SBIANCANTI Prodotti professionali Prodotti professionali ad uso domiciliare Prodotti professionali ad uso ambulatoriale
2) SISTEMI SBIANCANTI PrOFESSIONALI AD USO DOMICILIArE I sistemi professionali sono prodotti sbiancanti contenenti una quantità superiore al 6% di principio attivo. Vengono prescritti dal dentista, e sono utilizzati a casa dal paziente per un periodo variabile da una a quattro settimane.
SISTEMI SBIANCANTI PrOFESSIONALI AD USO AMBULATOrIALE Lo sbracamento professionale eseguito alla poltrona è un trattamento che richiede meno tempo (circa 1-2 ore) rispetto a quello domiciliare. I prodotti utilizzati hanno concentrazioni maggiori di perossido (del 30% o più). L’azione sbiancante di questi prodotti interessa soprattutto lo smalto ed in minor misura la dentina garantendo un buon risultato immediato ma di minor durata. Per questo motivo l’associazione del trattamento professionale ambulatoriale e del trattamento professionale domiciliare può portare a risultati migliori e più duraturi. Lampade Applicazioni di un gel che viene attivato dalla lampada e quindi dal calore.
CONCLUSIONE Tutti i prodotti per lo sbiancamento dentale, sia professionale che “fai da te”, sfruttano come principio attivo o perossido di idrogeno o quello di carbamide; ciò che varia è la concentrazione e il metodo di applicazione del prodotto. In generale, comunque, si può affermare che il trattamento alla poltrona è più indicato per trattare discromie estrinseche superficiali che coinvolgono lo smalto, e per avere un miglioramento immediato del colore. Il trattamento professionale domiciliare è invece preferibile per trattare discolorazioni Carraro della dentina.Dott. Diverse sono lePaolo opinioni riguardanti i prodotti “da banco” che, pur risultando talvolta efficaci, sono un rischio Uno staffper i pazienti che ne intraprendono l’utilizzo senza prima di professionisti interpellare l’igienista o l’odontoiatra. Tutti qualificati i prodotti sbiancanti, professionali e non, per la tua salute orale provocano una lieve e transitoria sensibilità che svanisce con l’utilizzo di gel o collutori al fluoro. Da un punto di viste etico, l’igienista deve informare il paziente dei limiti, dei possibili problemi del trattamento e della necessità Studio Dentistico del rispetto delle pratiche di igiene e di abituCARRARO PAOLO S.r.l. dini alimentari corrette al fine di garantire una maggior durata del trattamento. NOALE (VE) - I pazienti dopo il trattamento sbiancante deVia Corte La Bova, 11 vono evitare di assumere caffè, vino rosso e Tel. e Fax 041. 5801211 far uso di tabacco per mantenere a lungo il colore ottenuto.Aperto nei giorni: Lunedì - Mercoledì - Venerdì Orario dello Studio: Dalle ore 9.00 alle 19.00
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in Piazza splendide Pensa che i tuoi antenati erano delle - Certo che lo sei, utile e importante! ti hanno e com rda gua po; tem hanno levigato nel rocce che il vento, la pioggia e il sole o con molta vuoi di più? - spiega mamma Cign reso bello: bianco e rotondo; che cosa dolcezza. festa, mi non potermi muovere per venire alla - Beh! Per la verità, anche il fatto di fa soffrire tanto! - si lamenta Paolino. la tua trilema! Tu vuoi muoverti! Ora capisco - Ah! Furbacchione, ecco il vero prob eeee... a, lcos qua fare gna biso realizzare! Direi che stezza. Hai proprio un bel sogno da forse io ti posso aiutare. di Donata Mi farai un incantesimo? ? - dice il povero Paolino - E, come? vero Dav dere. Sei Fornasiero nella notte di Natale tutto può acca - Può darsi! - dice mamma Cigno c’è da piccolo non , el seria Guarda che questa è una cosa disposto ad ascoltarmi con attenzione? bosco di Colle scherzare. Allora sei pronto? Fiorito, come lino - Certo, certo, prontissimo! - dice Pao ali le bractutti gli anni, anim occhi: - pensa intensamente di avere gli dere chiu a a invit lo o Cign ma Mam o scon e piante si riuni be vanno su e giù, così, ino, si muovono le senti? Poi, le gam pian pian Ora, sei? ci il cia; are nizz per orga omando! Ora pensa ad un bel Tieni sempre gli occhi chiusi, mi racc e! ben , così rio ri prop Albe le. Nata ico mag , pane, , lo vedi? Ecco! Ora dalla tua bocca impegnati nei preparativi. Acqua, vino con gli occhietti che guardano il cielo te den sorri o visin o così! piccoli e grandi, giovani e vecchi sono più anziano ancora, respira! Respira Paolino! Brav sono il menù deciso da Re Arturo, il lupo esce un respiro, poi un altro e un altro focacce, polpette, verdure e dolcetti - Ehi, Paolino, tutto bene? Ti vedi? Agita le del bosco. acchia corn alla uello comincia a muoversi e prende vita. fring si il chiu dice i o occh Cerv gli ico Paolino, ancora con - Non dimenticare le bacche per l’am valle a o don scen che gli orsetti di Monteverde - E tu, non scordarti del miele, lo sai apposta per quello! chi per te a stirare i propri grembiulini bian Le api operose e diligenti, sono inten fanno erini cant grilli i tre, Men lle dai mille colori. servire in tavola con l’aiuto delle farfa ci. Il ecni pirot li taco spet gli o aran tte, le lucciole prep in le prove per il concerto di mezzano che o rgon ridendo e cantando ma non si acco o, clima è festoso, tutti si danno da fare bosc del gini qualcuno che soffre. Infatti, dai mar mezzo a tutto questo trambusto c’è minare. arriva un pianto sommesso. intorno. , guarda il cielo e … comincia a cam - dice mamma Cigno, guardandosi braccia, muove le gambe, alza la testa lioso, le avig mer è ma , gioia - Chi mai potrà essere così disperato? ! Ma sono proprio io? Che brillano al sole. bello che me che lacri ita, due Casp ge Oh! scor etto lagh ndo! Oh, perbacco che Ma ecco che verso la riva del le mie braccia si alzano e sto balla ti succede Paolino, sei triste , Che vono muo lino! si Pao be o sass gam il mie lui, rio prop - Santo cielo, ma è o, nuotando verso di lui. sogno stupendo! lla, va verso il lago, sorride a stamattina? – gli dice mamma Cign obile, imm o, ferm qui pre sem ile, za sull’erba, volteggia come una farfa inut o dan sent lino, mi Pao ale, e, mor di giù o tant - Hii, hiii, sono inato da una musica che solo lui sent Cigno e le dedica una piroetta. Poi trasc ma e mam sa o. mos lcun com qua rda re gua aiuta lo r senza pote e i tuoi ma Cigno sorride, : - Non dire scemenze Paolino, tu e e va verso il bosco. Anche mam olino felic sass ride il ia ragg inco o Cign ma Mam fare le case, Natale magico. li! Lo sai che gli uomini vi usano per pensa che anche quest’anno sarà un fratelli sassolini siete utili e indispensabi ? terra della o egn sost il siete . Vuoi capire che voi le dighe, le gallerie e tante altre cose serio che io sia utile? - chiede Paolino. sul si Pen ero? - Ma no, dici davv
N
o Nel piccolo bosco di colle fiorit tutti fervono i preparativi per Natale, o, sono entusiasti e felici tranne paolin un piccolo sasso che si sente inutile.
di Francesco Danie
letto babbo natale, abituato ormai ai dall’incontro inaspettato con un ba tempi moderni, rimane spiazzato mb commuove e lo stupisce per la sua ino, diverso da tutti gli altri, che lo sensibilità e i suoi valori. a slitta scendeva lentamente vers
L
o terra; l’uomo che la guidava, abit uato ai grattacieli altissimi ricoperti zioni, vecchie di secoli che si affa di vetro e luci colorate, trovava stra cciavano sulle sponde di quel cors ne quelle lussuose abitao d’acqua, tutto curve che attravers permetteva di osservare un mon ava la pianura. C’era una splendid do fatto di piccoli centri abitati, circo a luna, quella notte che gli ndato da campagne ghiacciate, dov divertita a scorazzare. Con uno spe e, sicuramente, Billy la renna che cchietto e una pila, controllò il viso trainava la slitta si sarebbe , la barba e i capelli bianchi come noleggio e non voleva rovinarla, cost il latte, infine spazzolò la divisa da ava una fortuna. Lesse con cura la Babbo Natale, l’aveva presa a lista dei regali per i bambini, questa facendo bene attenzione; l’anno volta voleva fare le cose per bene. scorso qualcuno gli aveva detto: Cominciò a calarsi nei camini “Buttati che è morbido” e per poc meglio non fidarsi. Più leggeva le o non si rompeva il collo; era succ richieste dei regali, più si stupiva; esso in un’altra zona e comunque era con vint linea con i tempi, qui invece si ritor o che tutti i bambini di questo mon nava al passato, tutte cose norm do, volessero giocattoli tecnologici: ali, delle quali non ricordava nem Playstation o altro in datamente scivolò, scendendo da meno il nome. Era quasi arrivato un camino; per fortuna non si era alla fine del suo giro quando sba fatto male e non aveva fatto rum lo osservavano attentamente anz ore. Si guardò attorno, la stanza i erano quattro; con la torcia elettrica era semi buia e notò due occhi che diede forma a un bambino che lo scodinzolare. “Tu sei Babbo Natale, guardava curioso e a un cagnolino non è vero? - Disse il piccolo con che non sapeva se ringhiare o una voce un po’ incredula – Mi hai contento di averti visto; per televisio portato le cose che ti ho chiesto? ne ormai ti hanno declassato, dico Dim mi di sì, ti prego, sono così no che Babbo Natale non esiste Rimase di stucco. e che i regali sotto l’albero vengon o mes si da papà e mamma”. “Beata ingenuità ma allora esistono ancora bambini degni di questo nom e; sono felice, finalmente un po’ Accarezzò il cagnolino che lo ann di luce: sono il Babbo Natale più usava, forse un osso era rimasto felice di questa terra”. sul fondo del sacco, così da acconten “Puzzle” ma lo vuoi di legno perc tare anche lui. “Vediamo un po’, hé odi la plastica, eccolo qui; poi tu mi hai chiesto un un paio di scarpe sportive ma eleg a proposito dorme? Meglio, altrimen anti nello stesso tempo: bene, ecco ti qui diventa un casino; dunque fatto. Tua sorella invece… lei desidera una bicicletta perché accontentati tutti e due, contento? così è indipendente e può andarse C’è pure l’osso per il cagnolino. Ade ne in giro dove vuole: voilà sso, però, mi devi spiegare il perc in queste occasioni a tutti i bambini hé di questi regali diversi da quelli del mondo; a proposito quanti ann che abitualmente consegno i hai tu e quanti ne ha tua sorella?” “Io ho nove anni già fatti e mia sore lla dodici, il cane ha nove mesi ed è un bastardino abbandonato, lo abb Per i regali: è vero la voglia di ave re qualcosa come tutti gli altri bam iamo portato a casa e poi non è più andato via. bini era tanta ma data la situazion bisogno delle scarpe così i miei gen e economica questi sono utili e ci itori si sono risparmiati i soldi; mia va bene lo stesso; io avevo sorella con la bicicletta va dove vuo ultimamente; girano pochi soldi, le così si risparmia la benzina. Sai papà è a casa dal lavoro e la mam com’è, non tira aria buona ma si arrangia in giro con dei picc desideri; solo una cosa prima che oli lavoretti domestici; comunque tu vada via, avresti per caso un libro grazie per avere esaudito i nostri di fiabe da regalarmi? Sai, ogni libera la mia fantasia, farla volare tanto, mi piacerebbe leggere qua nel cielo come fai tu con la tua slitta lcosa di fantastico, lasciare . Ecco sì, questo va benissimo, graz Dovevo capirlo subito che c’era qua ie ma perché scappi così in fretta? lcosa di strano in questo posto, que Ciaooooo.” l ragazzino mi ha spiazzato, qua andava a pensare che ci fossero si mi vergognavo di avergli chiesto ancora bambini così. Ma sarà solo spiegazioni ma chi un’eccezione o è tutto il paese che gli assomiglia? “Dai Billy corri che siamo in ritardo…”
Fiabe d’autore
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di lino Perini
carlino abitava di fronte ad un orfanotrofio ma non si era mai reso conto della situazione di quei bambini. Era il primo giorno delle vacanze di Natale e Carlino, in punizione nella sua stanza, si fermò a guardarli con più attenzione. Si sentì un bambino fortunato.
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l suo nasino era schiacciato sul vetro della finestra che dava sul cortile dell’orfanotrofio. Dei bambini stavano rincorrendosi. Sembravano felici anche se il freddo, si poteva notare da lontano, arrossava il loro viso ed ogni tanto dovevano portarsi le mani alla bocca per cercare di riscaldarle. Carlino era in castigo. Era il primo giorno delle vacanze di Natale e la mattina si era alzato tardi. La mamma gli aveva chiesto d’iniziare a fare i compiti e lui aveva risposto svogliatamente che era in vacanza e che aveva tanto tempo per fare le lezioni per casa. Già questo aveva infastidito la mamma che, quando poi aveva chiesto al figlio di aiutarla a preparare la tavola per il pranzo e sentitasi rispondere che non era compito suo, decise di rinchiuderlo nella sua cameretta a meditare. Carlino guardava dalla finestra e invidiava quei ragazzini che sembravano spensierati e potevano giocare tranquilli. Dopo un po’, però, apparve una suora che chiamò i ragazzini. Qualcuno fece finta di non sentire e continuò a correre fra i sassi e a nascondersi dietro le siepi. Qualcun’altro aveva un pallone e continuava a calciarlo contro un cancello. La suora ripetè altre due volte il suo invito a rientrare ed alla fine prese il primo che passò vicino a lei e lo tirò a sè. Il piccolo sembrò sorpreso e cominciò a piangere per il gesto. Gli altri un po’ s’impaurirono ma fecero ancora finta di nulla. Alla fine, però, altre suore uscirono in cortile e allora più d’uno pensò bene di non rischiare di dover rientrare in refettorio rimproverato dalle suore. Proprio allora la mamma chiamò Carlino per il pranzo. Lui si sedette a tavola silenzioso. La mamma si aspettava delle scuse che però non arrivarono. Il papà era al lavoro e a tavola erano solo loro due. Fu così che all’improvviso Carlino disse. - Come mai ci sono dei bambini nel convento di fronte alla nostra casa? La mamma, benché cercasse di mantenersi seriosa dopo l’arrabbiatura precedente, non poté evitare una piccola smorfia sul volto, simile ad un mezzo sorriso. - Intanto non è un convento. - Disse riprendendo il suo fare serioso. - In ogni caso quei bambini vivono con le suore perché sono senza i genitori. - Sono fortunati, allora, perché possono fare quello che vogliono. - Rispose d’istinto Carlino. La madre rimase delusa della frase ed attese un po’ per replicare. - Quindi tu saresti più felice se io e tuo padre non ci fossimo più? L’ultima frase risultò sgradita e portò Carlino ad interrogarsi sul come sarebbe stata la sua vita senza i genitori. Non rispose e pensò. La sera, dopo cena, il papà di Carlino volle sapere dalla moglie com’era andata la giornata e, saputo che il figlio aveva tenuto un comportamento poco educato e rispettoso, lo rimproverò. Carlino sembrò amareggiato ma non volle replicare alla parole severe del padre che gli ordinò, per punizione, di andare a letto senza guardare la televisione nonostante la moglie avesse precisato che era già stato in punizione e che per tutto il giorno non aveva giocato e visto la tivù. Benché dispiaciuto, Carlino andò a letto e cominciò a pensare. Non riusciva a dormire e continuava a pensare. Pensò così tanto che si addormentò stremato. Dormì molto agitato ed ogni tanto pronunciò anche delle parole. Quando si svegliò la mattina si sentiva stanco. Guardò la sveglia sul comodino e si accorse che erano le sette e che dalla stanza dei genitori si udivano i passi leggeri del padre che si alzava per prepararsi per la nuova giornata lavorativa. Si sorprese di essersi svegliato così presto ma non sentiva il bisogno di dormire ancora. Allora si diresse verso lo scrittoio dove solitamente studiava, prese una carta e con la penna cominciò a scrivere. Caro Babbo Natale, lo so che sono stato cattivo e non merito alcun regalo ma volevo chiedertene uno lo stesso. Io sono fortunato perché ho mamma e papà ma ci sono tanti bambini che sono senza i genitori. Questo Natale il regalo fallo a loro, lo meritano più di me. Carlino
10 30
IL VENETO
in PRIMO PIANO
Lo stage è la chiave di volta per l’occupazione che si crea in classe
Come scegliere la scuola giusta che apre le porte del lavoro?
Gli istituti professionali sono la porta d’accesso preferenziale per il lavoro. Altrimenti occorre puntare su altissima specializzazione di germana urbani
I
l lavoro, non c’è o ce né poco per pochi. zienda italiana in posizioni d’alto profilo. Dovendo scegliere la scuola superiore è Altri due pre-requisiti fondamentali sono il meglio orientarsi seguendo le materie che problem solving e gioco di squadra. Sempre ci piacciono di più o è meglio tener conto di più le aziende cercano persone curiose e delle professioni più richieste in regione? analitiche, capaci di risolvere autonomamenIl giusto mezzo è sempre la risposta te i problemi. E se un tempo si pensava che migliore, perchè trovarsi sui banchi a fare i il profilo migliore fosse quello degli ordinati conti con troppe ore di matematica se pro- e silenziosi oggi i più apprezzati sono colore prio la calcolatrice non è nelle nostre corde che sanno fare gruppo, arricchendolo con i non porterà altro che guai e forse vi troverete propri contributi originali. a scrivere l’ennesima pagina di abbandono Ma queste cose non si imparano necesscolastico. In Italia l’11,9% degli iscritti al sariamente stando chini sui libri. Anzi. Gli primo anno delle scuole superiori abbandona esperti di lavoro sottolineano l’importanza gli studi. di dedicarsi a sport di squadra, o anche ad Per questo è importantissimo orientare attività come gli scout o il volontariato, per bene i ragazzi e le famiglie nella scelta della imparare a relazionarsi con gli altri per un scuola che costruirà un pezzettino impor- comune obiettivo. tantissimo del loro Accanto a quefuturo. La disoccupazione sto, poi, la scuola Importantissimo, veneta si attesta deve fornire compeper tutti i genitori, è al 33%, precarizzazione tenze utili ad entrare tener conto del fatto giovanile senza subito nel mondo del che il mercato del precedenti lavoro o a proseguire lavoro non è esaurito, gli studi con succesma si è fatto molto competitivo. Perciò la so. Importantissime, poi, le esperienze di scuola superiore deve servire ai ragazzi per stage in azienda: nell’anno scolastico 2012acquisire bene i pre-requisiti e immaginare 13 il 45,6% delle scuole superiori italiane ha da subito come vorranno specializzarsi dopo utilizzato l’alternanza scuola-lavoro come il diploma. Conoscere l’inglese è sicuramente metodologia didattica per sviluppare le comil pre-requisito per eccellenza tanto che gli petenze previste dall’indirizzo di studi, un esperti dicono che tra cinque anni chi non incremento maggiore che arriva al +57,6% parla inglese come fosse la prima lingua lo segnano i licei. non avrà alcuna speranza di entrare in un’aLa storia che ha fatto più scalpore a
Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della Regione Veneto Job&Orienta Verona, la fiera dell’orientamento, è quella di Andrea Massini, diplomato all’Istituto tecnico superiore di meccatronica di Vicenza, che dopo 10 mesi di tirocinio ha spuntato subito un contratto a tempo indeterminato nella stessa azienda. “Per cercare lavoro già a scuola - conferma Elena Donazzan, assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della Regione Veneto - la Regione ha messo a punto per gli Istituti tecnici superiori ad alta specializzazione tecnologica degli stage che garantiscono un tasso di occupazione molto elevato, tanto che il Veneto è la prima regione quanto a esperienza di alternanza scuola-lavoro. Accanto a questi ci sono le work experience, esperienze di lavoro di 12 mesi per disoccupati e inoccupati in cui la Regione paga una borsa di studio e l’azienda, al termine, può
decidere se confermare il lavoratore” Queste metodologie di insegnamento innovativo, basato sull’apprendimento esperienziale attivo, rivolte agli studenti che hanno compiuto i 15 anni, secondo i dati Indire (Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa), hanno portato in azienda lo scorso anno scolastico quasi 3mila studenti della sola provincia di Verona, per la maggior parte iscritti agli istituti professionali e tecnici, anche se stanno crescendo i licei. Le strutture ospitanti sono per la maggior parte imprese del settore manifatturiero, alberghiero e della ristorazione, ma anche studi professionali, pubblica amministrazione, associazioni di categoria, scuole e asili, così come onlus e associazioni di volontariato. Certo che i dati rispetto agli Its del Ve-
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neto devono far riflettere bene visto che si sono qualificati in questi mesi i primi 123 diplomati Its e ben il 65 per cento di loro ha già trovato occupazione. Si tratta di un lavoro per lo più coerente con il percorso di studi fatto, e nella maggior parte dei casi presso le aziende in cui avevano fatto lo stage. E chi ha sviluppato maggiormente “l’intelligenza nelle mani” può fare la differenza nell’attuale mondo del lavoro: il 70% degli studenti Enaip, per esempio, pur nell’attuale contesto di crisi, a un anno dalla qualifica trova un’occupazione, che nel 65% nei casi è coerente con il titolo conseguito. Certo è che questo non si allinea proprio con quelli che paiono essere i sogni dei genitori italiani che nel 22% dei casi sogna il figlio dottore, seguito dal 20% che lo vorrebbe industriale.
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Il Veneto in primo piano 31 11 Ricercati addetti alle vendite che sanno specializzarsi sul prodotto
La professionalità generica non trova sbocchi
di germana urbani
“Q
uando un’azienda veneta cerca un’impiegata contabile – riferisce Carlo De Paoli, fondatore e presidente del gruppo “In Job” - in realtà non si accontenta di una collaboratrice che sappia gestire la contabilità, ma vuole un’amministrativa esperta nel ciclo passivo che sappia utilizzare il software Sap”. Intervenuto alla fiera Job&Orienta di Verona l’uomo che ha trovato un’occupazione a 50mila persone ha stilato una sua classifica dei lavori più richiesti in questo momento in regione. Il podio del profilo più richiesto spetta al tecnico commerciale in ambito metalmeccanico e chimico, segue il programmatore e l’ingegnere collaudatore o addetto al controllo qualità. Dopo la terza posizione si trovano l’impiegata contabile, il direttore tecnico in ambito metalmeccanico, il manutentore elettromeccanico, il controller, l’export manager, l’operaio specializzato, e - al decimo posto - il project manager. Dati
un po’ diversi da quelli del secondo trimestre 2013 forniti dal Sistema informativo Excelsior che fornisce una panoramica sui settori di attività che assumono di più in regione. A far la parte del leone, anche perché il dato è riferito all’inizio del periodo estivo, è il comparto del turismo e della ristorazione, con il 39% delle assunzioni complessive. Traina anche l’insieme dei servizi, che si assicura il 32% delle assunzioni nel suo complesso, ripartite tra servizi alle persone (14% delle assunzioni complessive), servizi operativi (6%) e servizi in genere (12%). Il commercio “conta” il 10% delle assunzioni complessive. In base alle previsioni relative le professioni più richieste in Veneto sono quelle per cuochi e camerieri, che contano 5.520 assunzioni nel solo periodo aprile-giugno 2013. Seguono i commessi e altro personale addetto alla vendita. Vengono dopo gli addetti all’accoglienza, all’informazione e all’assistenza dei clienti. Chiudono la classifica dei
neWs
primi cinque profili richiesti i conduttori di mezzi di trasporto e macchinari mogili e personale di segreteria e servizi generali. Nonostante la crisi, insomma, il lavoro si trova ancora, anche se il saldo rimane negativo rispetto agli scorsi anni. Verona, per esempio, tra le provincie venete, conquista la palma del territorio con il maggior numero di nuove entrate:14.270 nuovi posti di lavoro. Ma anche per il capoluogo scaligero, come per il resto della regione, il saldo occupazionale previsto per fine anno è pesantemente negativo: 4.210 posizioni bruciate per un dato percentuale del -1,9%. Il calo più limitato è quello registrato nella provincia di Vicenza, con 7.400 entrate a fronte di 10.120 uscite e un tasso del -1,2%. Particolarmente negativo il dato padovano, con 7.890 entrate contro 13.120 uscite e un tasso del -2,3%. Male anche Venezia, con 13.120 entrate e 17.280 uscite (-2,2%). “Gli elenchi servono a poco – spiega il presidente
di In Job – e soprattutto non dicono che le figure generiche non servono più, c’è bisogno di personale ultra specializzato. Sono ricercatissimi gli addetti alle vendite ma non è sufficiente avere semplici competenze di marketing. Oggi la vendita del prodotto viene fatta da tecnici che capiscono nel dettaglio ciò che stanno offrendo al cliente. Quindi anche qui, occorre preparazione specifica”.
iL mercato deL Lavoro punta suLLa La professionaLità
A
causa della crisi, le aziende venete che devono assumere preferiscono puntare su persone che hanno già lavorato per tre o quattro anni in altre aziende. Questo accade perché c’è bisogno di persone competenti, che aiutino le imprese ad affrontare i rischi del mercato. Quindi, nonostante le nuove assunzioni costino meno, il mercato registra un calo generale del 9%. Eppure per alcuni lavori è difficilissimo trovare il personale adatto anche in questi anni in cui la disoccupazione sta toccando i suoi massimi storici. Ricercatissimi dalle imprese ad alto tasso di innovazione, per esempio, sono export manager che parlino russo o cinese. Quelle figure disposte a rappresentare le nostre migliori industrie nei mercati attualmente in espansione: Cina, Russia, Brasile, Sud Africa. Persone che conoscano la lingua e la cultura e
che, soprattutto, siano disposte a partire e trasferirsi per un periodo. Nonostante le cronache ci raccontino di giovani che partono per l’estero senza problemi, queste figure rimangono mosche bianche eppure saranno sempre più richieste. Tra le altre professioni su cui puntare pare esserci anche quella dell’infermiere. Secondo la Fondazione Italia Orienta oggi ci sono 391mila paramedici ma entro il 2020 ne occorreranno quasi altrettanti, 266mila. “Entro il 2016 - continua la fondazione - saranno richiesti anche 100mila nuovi posti di lavoro nel campo della green economy: gli enti pubblici e le imprese ad oggi sono già obbligati a servirsi di un energy manager, chi supervisiona e promuove il risparmio energetico.
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12 Il Veneto in primo piano 32 L’idea giusta “A Natale regalo dolci meravigliosi fatti da me”
Dilagano i corsi di cucina e cakedesign Per capire quanto sia dilagante la cake-mania basta dare una scorsa sul web: tra blog, video tutorial e siti internet ce n’è per tutti i gusti
di germana urbani
I
n tutta la regione si registra una fioritura di angolo-cucina dove uno chef intrattiene volontecorsi di cucina amatoriali e semi-professionali rose e volonterosi che si cimentano soprattutto che è davvero difficile spiegare nel suo in- in dolci dal design particolare. Sì perchè nell’insieme. Molti sono organizzati da ristoranti o sieme del fenomeno, sono le torte e i dolcetti a agriturismi e sono “Hands-On” cioè corsi pratici farla da padrone, realizzati sempre più spesso dove si indossa un grembiule e si realizzano le con pasta di zucchero e decorazioni creative. Certamente, in questo dilagare di corsi ed ricette creando delle specialità da veri gourmet esperienze socializzanti, molto peso l’hanno in cucina spalla a spalla con lo chef. avuto le numerose Altri, invece, più trasmissioni televisive alla mano, sono orga- Arrivano dagli Usa che, anche grazie al nizzati da associazioni o e ci conquistano la digitale terrestre, hansemplici amatori che si apple pie, il cheese no invaso le nostre trovano insieme, in sedi cake, i bagles e di fortuna o anche in chocolate chips cookies case sorprendendoci con piatti semplici e Patronato, e riscoprono, realizzandoli seduta stante, ottimi piatti della gustosi, torte scenografiche e tematiche. Trasmissioni che certamente hanno avuto il merito cucina veneta. E con gli acquisti che calano anche i nego- di riportare in primo piano il gusto del cucinare zi di oggettistica per la casa si danno da fare. che, anche per le giovani venete nate dopo il Sono molti quelli che allestiscono all’interno un miracolo economico, aveva lasciato spazio ai
piatti pronti e surgelati. Anche la rete, però, fa la sua parte. Tanto che tra i professionisti più richiesti in campo giornalistico pare esserci quello del blogger di cucina! E difatti blog, video tutorial e siti internet di cucina non si contano, specie se si parla di dolci e dolcetti. Una prova tangibile del fenomeno è che sono aumentate le vendite di attrezzature e prodotti per la pasticceria e il cake design: stampi e cutter sono un grande aiuto nella decorazione così come gli stampi in silicone ad espulsione per pasta di zucchero e biscotti.
OPEN HOUSE
I veneti non sfuggono, dunque, alla moda del momento che ha fatto registrare al Cake Design Festival di Milano, giunto quest’anno alla terza edizione, 13.000 presenze. Gli esperti di nuovi trend sostengono che il cakedesign “ha cambiato la prospettiva comune sui dolci ci ha insegnato a guardarli, prima di mangiarli. E la pasticceria professionale o casalinga non sarà più come prima”. E, se in qualche caso, sarà ancora uguale a prima, certamente la prospettiva e il valore che si attribuisce a queste delizie è cambiata, tanto che non sono pochi coloro
che a Natale regaleranno dolci ben confezionati fatti nel forno di casa propria. Sarà anche un po’ merito della crisi, ma il gusto per il fai da te sta tornando prepotentemente e, se si tratta di cucinare, colpisce indifferentemente uomini e donne. L’arte di stare dietro i fornelli e di trasformare farina, zucchero, uova e burro in splendidi dolci appassiona anche i più piccoli che, giocando con le pentole di mamma, si allenano ad usare i cinque sensi e imparano che le merendine non nascono dagli alberi. Ben venga il buon gusto!
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el cesto dei dolci da regalare non deve mancare GingerMan, il biscotto di pan di zenzero diventato sinonimo del Natale anche in Italia. Si dice sia nato alla corte di Elisabetta I, ma che furono poi i Fratelli Grimm, con Hansel e Gretel a diffonderlo in Germania. In segui-
to, cominciò a essere appeso agli alberi di Natale. Con la fine del 1800 il buffo omino, sbarcato oltreoceano, divenne una favola: The Gingerbread Man, che, anche senza lieto fine, lo rese celebre in tutto il mondo.
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Il Veneto in primo piano 35 13 Grandi opere Il Cipe ha approvato il preliminare del corridoio autostradale Orte - Mestre
Via libera alla Romea Commerciale tra le proteste Costerà 9,8 miliardi e sarà realizzata interamente in project financing. La prima pietra è prevista per il 2015
vaLdastico sud, pronta neL 2014
di Alessandro Abbadir
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a Romea Commerciale si farà. Il Cipe, il comitato interministeriale per la programmazione economica ha dato il via libera all’opera. Dovrebbe partire nel 2015. I comitati insorgono e promettono in Veneto una nuova Val di Susa. Con il via libera al progetto preliminare si punta ad un nuovo corridoio autostradale (396 chilometri) Nord-Sud in grado di collegare Mestre a Orte. Un’opera da 9,8 miliardi che sarà realizzata interamente in project financing. Il promotore è la Gefip Holding del gruppo Bonsignore, proposta riconosciuta di pubblico interesse nel 2003 e poi modificata. Il nuovo preliminare aggiornato, con relativo piano finanziario, dovrà andare in gara, con la possibilità per altri soggetti privati di aggiudicarsi la concessione (49 anni) migliorando le condizioni a base d’asta. Dopo l’approvazione da parte della Corte dei conti, ci sarà un bando internazionale pubblico entro aprile 2014 e in fine nel primo trimestre 2015 dovrà essere posta la prima pietra. Ma qual è per le istituzioni l’utilità dell’opera? La Nuova Romea, serve a colleghere Mestre a Ravenna fornendo una dorsale strategica al collegamento tra il Veneto e il Sud Italia e tra questo e l’Europa centrale e dell’Est. Il Cipe ha stabilito che l’opera
dovrà essere realizzata entro il 2021, anche se ha consentito che alcune tratte possano essere realizzate e messe a pedaggio anche prima, per cominciare a produrre flussi di cassa. Si lascerà per ultima la tratta più complessa, cioè l’attraversamento appenninico Perugia-Cesena. C’è però un punto di domanda. Ancora non è stato sciolto il nodo relativo alla partenza (o arrivo) della nuova autostrada la cui definizione è rinviata alla progettazione definitiva. Si tratta del tracciato da Lughetto, nel comune di Campagna Lupia, alla connessione con il sistema autostradale. Due le ipotesi: l’ingresso a Roncoduro, sul Passante, o l’inserimento in A4 con uno svincolo a Villabona, in connessione con la Tangenziale di Mestre. Su questo dovrà essere presa una decisione in accordo con le istanze del territorio. E già è cominciata da parte di alcuni sindaci (quello di Dolo Maddalena Gottardo) la sindrome “ …si ma non nel mio territorio”. Il comitato “Opzione Zero” alla notizia dell’approvazione del progetto ha annunciato che sarà lotta durissima, come in Val di Susa contro quello che definisce uno scempio ambientale. Nelle scorse settimane “Opzione Zero” ha organizzato una manifestazione di protesta sulla attuale Romea,
neL vicentino
E
Un momento della protesta un flash mob con un centinaio di manifestanti che ha bloccato la circolazione. Per i comitati è un’opera inutile “non serve a un bel niente, visto che i dati del traffico commerciale dal 2008 con la crisi sono crollati del 30%”. “È incredibile - spiegano per il comitato Opzione Zero Mattia Donadel, Rebecca Ruvoletto e Lisa Causin come l’approvazione del progetto preliminare della Orte-Mestre arrivi proprio a pochi mesi dall’approvazione da parte della Commissione Europea del nuovo Corridoio Baltico-Adriatico, una connessione che dovrebbe mettere in relazione via ferrovia i porti dell’Alto Adriatico con il nord Europa, seguendo la linea Ravenna, Bologna, Padova, Venezia, Trieste. Un progetto per il quale sono previsti ingenti finanziamenti
europei e che seppellisce definitivamente ogni marginale utilità della Romea Commerciale. Una strada che devasterà il territorio di 4 regioni. E’ anche un’operazione pericolosa per i conti pubblici: oltre al miliardo e mezzo di sconto fiscale, anche gli altri 8,5 miliardi che la Gefip Holding, dovrebbe anticipare, finiranno per essere pagati dai cittadini. Ad oggi non esiste un piano economico-finanziario che attesti la sostenibilità dell’opera, e pure le stime sui flussi di traffico previste appaiono inattendibili e sovrastimati. Se i pedaggi non saranno in grado di garantire il rientro degli investimenti, sarà lo Stato a dover restituire i soldi alle banche tassando i cittadini e tagliando servizi essenziali”.
’ stato inaugurato solo da qualche mese il nuovo segmento di Valdastico Sud, dal casello di Montegaldella-Longare fino al nuovo snodo di Albettone-Barbarano Vicentino. I chilometri percorribili della Valdastico Sud arrivano dunque ora a 15, su un totale di 54 totali. L’apertura dell’intero tratto, cioè dei caselli di Santa Margherita d’Adige e Piacenza d’Adige: si potrà percorrere interamente la Valdastico Sud entro la fine del 2014. Due anni di ritardo rispetto alla tabella di marcia programmata. L’A31, punta ad avvicinarsi sempre più al territorio padovano. Il casello di Barbarano si trova infatti a 2,5 chilometri dal territorio padovano, ossia dai confini di Rovolon. L’accesso è al momento il più vicino ai colli Euganei, ed è raggiungibile attraverso una bretella che attinge da est ma anche dalla Riviera Berica. Chi proviene da Montagnana, Este, Lozzo Atestino ed Ospedaletto Euganeo può dunque raggiungere Vicenza entrando a Barbarano e risparmiandosi qualche minuto di stop ai semafori della Berica. A.A.
veneto meridionaLe gruppo europeo
avanti tutta con La nogara-mare, 107 Km daL poLesine a verona
E
’ solo una questione di tempi burocratici, ormai, la realizzazione dell’auto- strade già esistenti ed in programma: l’A22, come già detto, ma anche l’A31 strada regionale medio padana veneta Nogara–Mare Adriatico. La Regione Valdastico Sud, l’A13 Bologna-Padova e la Nuova Romea. La Nogara-Mare si Veneto, a fine novembre, ha definitivamente aggiudicato la concessione estenderà per 107 chilometri, dalla provincia di Verona, a Nogara, all’innesto relativa all’importante arteria che da Adria porta fino al Veronese. Un intervento, con la statale 12 dell’Abetone e del Brennero, e terminerà ad Adria, nel Polesiquesto, da 2 miliardi di euro. La concessione dell’autostrada regionale medio ne. La strada prevede due carreggiate a due corsie di marcia della larghezza di padana veneta è stata affidata al costituendo Raggruppamento temporaneo di 3,75 metri, oltre ad una corsia d’emergenza di 3 e ad un margine interno di imprese (peraltro promotore dell’opera) tra Autostrada 5, per un totale di 26 metri complessivi di larghezza. I Brescia Verona Vicenza Padova spa, Confederazione Au- I residenti non tratti sono quattro, con altrettante interconnessioni con tostrade spa, Società delle Autostrade Serenissima spa, pagheranno la rete autostradale esistente: A22 del Brennero, A31 Astaldi Concessioni srl, Astaldi spa, Impresa di costruzioni il pedaggio sulle brevi Valdastico Sud, A13 Padova-Bologna ed E55 Nuova RoIng. E. Mantovani spa, Itinera spa, Technital spa e Sina distanze, investimento mea. Sono previsti 13 svincoli: Isola della Scala, Nogara spa. Questa concessione prevede la progettazione defini- da 1,9 miliardi di euro est, Casaleone, Legnago, Villabartolomea, Castagnaro, tiva ed esecutiva, la costruzione e la gestione dell’opera. Badia Polesine, Canda/Trecenta, Castelguglielmo/San Ma anche la progettazione preliminare (con studio di impatto ambientale) de- Bellino, Fratta Polesine, Rovigo sud, Gavello, Adria. Oltre al collegamento che da finitiva ed esecutiva, la costruzione e la gestione del collegamento fra la nuova Nogara porta verso ovest fino all’A22 in territorio di Nogarole Rocca, l’impianto autostrada e la A22 del Brennero in provincia di Verona. Grazie a questa nuova oggetto di concessione ha disegnato altri 64 chilometri di viabilità complementainfrastruttura verrà migliorata notevolmente l’accessibilità alle principali auto- re, a partire dai collegamenti con l’ospedale di Legnago, quello di Trecenta e tra
l’A31 e la banchina portuale di Canda, nel Rodigino. Il pedaggio è basato sull’esazione dinamica mediante l’impiego di tecnologia free flow, con esenzione della durata di 15 anni per i residenti che devono percorrere fino a 15 chilometri. L’investimento per realizzare l’opera è notevole: a fronte di un costo complessivo del progetto posto a base di gara di circa un miliardo e 901 milioni di euro, la proposta del promotore ammonta a poco più di un miliardo e 877 milioni. Ni.Ce.
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Lo sviluppo sostenibile parte dalla consapevolezza e dall’orgoglio di appartenere ad un territorio di grande valore ambientale, culturale e sociale
Presidente Gennari quali le novità di questo fine anno? Il Tribunale Amministrativo Regionale Veneto con sentenza 1324/2013, nel giro di 15 giorni dal 14 novembre 2013, ha rigettato il ricorso presentato dal Comune di Porto Tolle contro l’adozione, avvenuta nel dicembre 2012, del Piano Ambientale del Parco del Delta del Po. Con questo atto, che si spera conclusivo, ci si propone di girare pagina sulla precedente collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Porto Tolle. La visione condivisa degli obiettivi dell’intero territorio del Delta del Po deve prevalere sulle questioni localistiche puntuali che in materia ambientale e di sviluppo economico hanno poco significato. Il patrimonio naturale è di tutti e deve essere considerato come un bene pubblico. E’ ovvio che la conservazione del bene non può essere penalizzante per un territorio e, la giusta condivisione delle scelte, dovrà sempre di più passare attraverso la partecipazione delle comunità locali del Delta del Po. Nella riunione del Consiglio del Parco, svoltasi il giorno 29 novembre 2013, si è, con soddisfazione, ratificata la presenza in Consiglio e nel Comitato Esecutivo del Sindaco del Comune di Porto Tolle Claudio Bellan e del Vicesindaco Mirco Mancin che porteranno il loro contributo in termini di proposte per il territorio di Porto Tolle e per l’intero Delta del Po. Quindi una proposta di un nuovo percorso di discussione e risoluzione delle problematiche presenti con la condivisione di obiettivi comuni che spero porti grandi risultati. Tra gli obiettivi comuni la candidatura a Riserva di Biosfera MAB UNESCO del Delta del Po che contiene, nel Piano di Azione, la realizzazione di interventi concreti per lo sviluppo sostenibile dell’area del Delta del Po.
©PH Daniele Soncin
Quali sono gli interventi di prossima attuazione? Oltre agli interventi per la vivificazione delle lagune ed il monitoraggio delle acque di transizione, importante azione da attuare sarà la partecipazione dell’intero territorio del Delta del Po ad EXPO 2015 a Milano. Il tema della valorizzazione delle risorse
economiche locali sta impegnando l’Ente Parco del Delta del Po in diversi settori sia a carattere regionale che internazionale. La valorizzazione del riso e dei prodotti ittici locali come elemento su cui far convergere una serie di interessi economici diventa importante banco di prova per l’intero sistema istituzionale e non del Delta del Po. Partendo dal concetto di conservazione del valore naturale si dovranno proporre, ad una vetrina mondiale, le eccellenze del territorio anche in termini culturali, archeologici e di tradizioni locali. In altri termini un territorio di alto valore naturale accogliente ed orgoglioso delle proprie tradizioni. Su questi concetti la creazione di un consorzio che valorizzi, dalla Provincia di Verona, Vicenza ed il Delta del Po, il paesaggio e la produzione di riso creerà una importante sinergia fra potenzialità, presenti e in via di sviluppo, nel settore. Le produzioni ittiche, la “rivoluzione blu” che in questi giorni ha avuto importanti consensi nell’assemblea plenaria del Comitato delle Regioni europee relativamente alle produzioni ittiche del Veneto, sono filoni trainanti che la Regione Veneto e il Parco del Delta del Po intendono valorizzare al fine di dare concretezza al concetto di sviluppo sostenibile. Sempre nell’ambito di EXPO 2015 il collegamento con EXPO Venezia con il progetto per la navigabilità – accessibilità translagunare costiera da Venezia al Delta del Po è un altro importante tassello di quel mosaico di interventi che il Parco del Delta del Po e la Fondazione Ca’ Vendramin sta attuando. Altra importante vetrina mondiale sarà la presenza del Parco del Delta del Po, come territorio candidato a Riserva di Biosfera MAB – UNESCO, nel Castello di Vigevano a Vigevano, all’interno dell’esposizione mondiale dei territori classificati dall’UNESCO come Riserve di Biosfera MAB. Questa presenza sarà contrassegnata da una forte collaborazione fra il Parco del Monviso piemontese, il Parco del Ticino lombardo, il Parco del Delta del Po veneto ed UNESCO Venezia per una valorizzazione dell’asta fluviale del Po e dei territori riconosciuti da UNESCO.
Le attività, dell’Ente Parco, realizzate ed in corso di realizzazione quali settori principali hanno riguardato? L’Ente è motore di innumerevoli iniziative di carattere sociale, economico, culturale e di valorizzazione e promozione del territorio che coinvolgono associazioni culturali e le proloco dei comuni del Delta. Nella attuale programmazione Europea, 2007 – 2013, l’Ente Parco ha in corso di conclusione progetti che, in un ottica di visione strategica di sviluppo sostenibile, abbracciano diversi settori economici e di tutela. Nella conservazione e valorizzazione delle aree di interesse comunitario (Zone Protezione Speciale) il progetto Valli e lagune, all’interno del programma Europeo LIFE +, per un valore di 4,5 milioni di euro. Nel settore della valorizzazione della pesca importante progetto di promozione è, in collaborazione con Impresa pesca - Coldiretti Rovigo, il progetto “Pesca Amica”, per un importo nei due anni di circa 100 mila euro. Nella valorizzazione del territorio anche a fini turistici il progetto Slow Tourism nell’ambito del programma Europeo Interreg Italia Slovenia,
importo 103 mila euro. Sempre nella logica di rete di operatori economici e dei luoghi del Delta del Po da preservare, il progetto Climapark, nel programma Europeo Interreg Italia Slovenia per un importo di 340 mila euro. Il progetto Ecomuseo del Parco del Delta del Po finanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del Programma POR per un valore di 1,8 milioni di euro permetterà di attivare un circuito di visitazione e valorizzazione dell’intero Delta del Po. Il progetto di Piste ciclabili del Parco del Delta del Po, anche questo nell’ambito del programma regionale POR, per un valore di 1,6 milioni di euro, andrà ad attivare una infrastrutturazione dell’offerta turistica e territoriale a beneficio degli operatori che nello sviluppo sostenibile credono e con l’Ente Parco condividono. Sempre nella logica dell’offerta di turismo sostenibile il progetto di bike sharing, anche se ridotto circa 260 mila euro, consentirà di avere un sistema di noleggio biciclette a favore degli operatori interessati ampliando l’offerta ai visitatori. La progettualità nel programma LEADER +, con il supporto del GAL Delta del Po, ha visto e vedrà la partecipazione dell’Ente Parco in iniziative per la creazione di itinerari culturali ed enograstronomici per la valorizzazione delle eccellenze produttive locali. Attività ed investimenti per 6 – 7 milioni di euro che il Parco porta come ricaduta nel territorio dimostrando come le aree protette se aperte al territorio possono diventare motore di sviluppo elevando la qualità della vita ed incentivando le attività economiche. Le reti di paternariato a livello Nazionale ed Europeo consentono al parco di essere costantemente coinvolto nelle innumerevoli iniziative progettuali che intercettano risorse economiche da portare nel territorio. Ecco allora che la rete Delta chiama Delta, Deltamed, Adriapan, sistema dei parchi del Veneto, Federparchi e speriamo aree Riserva di Biosfera sono un valore importante che il parco ha costruito e che nelle programmazioni europee rivestono grande importanza. La collaborazione con i delta del Danubio in Romania, dell’Ebro in spagna, la Camarque in Francia, con le aree protette in Slovenia, Croazia, Grecia, Serbia, Bosnia, Albania, Germania, Polonia, Austria nonché la partecipazione con la Regione Veneto, la Camera di Commercio di Rovigo, il Consorzio di Bonifica delta del Po e la Fondazione Ca’ Vendramin a importanti progetti internazionali non da ultimo la missione in Messico consente al Parco del Delta del Po di avere una visibilità e visione internazionale di notevole livello. Qual è il rapporto con la Regione Veneto in queste azioni di sviluppo? Importante è la sensibilità che l’Assessore ai Parchi Franco Manzato in collaborazione con l’Assessore all’Economia Isi Coppola dimostrano verso il Parco del Delta del Po ed il Delta del Po. Ricordo da ultimo il pieno appoggio nel sostenere la candidatura a Riserva di Biosfera – MAB UNESCO ma anche l’attenzione alle richieste di finanziamenti su progettualità che in questi anni abbiamo fatto per la valorizzazione e la tutela del territorio. Nella rete dei parchi regionali siamo un punto di riferimento che con il coordinamento regionale svilupperà importanti progetti di tutela e promozione dei territori
ad alta naturalità. La nuova proposta di legge regionale di razionalizzazione del sistema dei parchi non modifica le intenzioni regionali di vedere l’area del Delta del Po elemento basilare della politica di tutela del sistema regionale delle aree protette. Perché il primo Piano Paesaggistico Regionale di Ambito viene sperimentato proprio in questo territorio? E’ molto significativo che per il primo Piano Paesaggistico sia stato scelto proprio il territorio del Delta, che insieme alla laguna di Venezia forma l’ambito “Arco Costiero Adriatico”. Si tratta a livello regionale del primo vero “Piano Paesaggistico” redatto congiuntamente fra le autorità che hanno competenza per la tutela e la valorizzazione del paesaggio, e cioè lo Stato e la Regione. Non è un caso che sia stato scelto proprio questo territorio, perché vi è una presenza molto rilevante di beni paesaggistici: il Parco prima di tutto, che è paesaggisticamente vincolato ai sensi dell’art 142 del codice, ma anche ad esempio i 300 metri dalle coste, i 150 metri da fiumi, ecc., per non parlare dei vincoli ex art. 136, primo fra tutti il vincolo cosiddetto “galassino” del 1985 denominato proprio “Delta del Po” e numerosi altri vincoli più puntuali. Ma la discussione sulla presenza di tutti questi beni paesaggistici è resa più interessante dalle tante attività antropiche che qui si svolgono. Non è un territorio statico, “imbalsamato”, ma è un territorio vivo, dinamico, che si muove, ed è proprio per questo il contesto ideale per applicare la sfida della pianificazione paesaggistica ed ambientale. Si può ben dire infatti che la pianificazione paesaggistica è una “sfida”: la sfida di ricomporre i conflitti tra tutela e sviluppo, coniugare le necessità di tutela dei beni paesaggistici e le opportunità di trasformazioni territoriali sostenibili. Quale sintesi agli obiettivi di sviluppo? Voglio concludere riportando, con soddisfazione, quanto accolto nel documento nazionale “AREE PROTETTE E RETE NATURA 2000 STRUMENTI PER CONIUGARE LA CONSERVAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO” in discussione il giorno 11 e 12 dicembre 2013 a Roma all’interno della Conferenza Nazionale sulle aree Protette e Biodiversità, a cui anche noi parteciperemo: “…..In sintesi, le aree protette costituiscono una componente essenziale di due obiettivi strategici del benessere dei cittadini: la conservazione dell’ambiente e lo sviluppo economico, entrambi irrinunciabili nel contesto di un futuro sostenibile. A volte, i due obiettivi sono stati posti in contrapposizione ed è diffusa, presso una parte dell’opinione pubblica, la credenza che i due obiettivi siano tra loro inconciliabili. E’ vero il contrario, ma la soluzione della compatibilità passa necessariamente attraverso una rimodulazione di alcune delle attuali politiche, sia di conservazione che di sviluppo economico”. Spero che questo richiamo alla rimodulazione delle attuali politiche si conservazione e sviluppo economico che porteremo all’attenzione nazionale che ha trovato condivisione a livello Regionale possa trovare terreno fertile in ambito locale.
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38 Cultura veneta Mostra a Treviso Casa dei Carraresi fino al 13 maggio
Le magie del Gange per un India senza tempo Per noi occidentali la mostra offre la possibilità di entrare in mondo ricco di storia per cercare di capirne l’essenza di Alain Chivilò
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ndia, India, India paese lontano dai mille misteri. Ci ar- ture di pietra. La chiave di lettura, per un’evoluzione culturale rivarono brevemente come visitatori Alessandro Magno trattata così estesa, verte su due aspetti complementari per e i Romani con il loro impero, ma la sua evoluzione è la cultura del popolo del Gange: il Tempio e la Corte. Infatti stata sempre legata alla storia del continente asiatico. A Tre- i cerimoniali nei luoghi di culto sono simili a quelli del re nel viso, Casa dei Carraresi fino al 13 maggio 2014, la mostra suo palazzo in un confine tra impegno etico e piacere, tra “Magie dell’India. Dal Tempio alla Corte, capolavori d’arte ricchezza e frugalità dove l’arte ha la funzione di unirli in indiana” ripercorre il vissuto di una svariate rappresentazioni. Per chi ha civiltà. Dopo la sapiente disamina La chiave visitato la mostra dell’anno scorso sul della Cina, attraverso le sue dinastie e di lettura Tibet troverà un filo rosso di unione, il Tibet, il curatore Alessandro Màdaro della mostra verte inerente al così chiamato pantheon e il comitato scientifico deliziano il su due aspetti: il hindu con rappresentazioni divine visitatore italiano e non solo con un Tempio e la Corte quali Shiva, Vishnu, Rama e Krishna. altro affascinante viaggio. Il focus ideL’Hinduismo è una delle sette religioni ato verte su due principali analisi: l’arte nell’India classica e professati nel paese assieme alle autoctone Jainismo, Sikhil’India dei Maharaja. Nella prima sezione viene coperto un smo, Buddhismo e a quelle esterne come il Cristianesimo, arco temporale che parte dal 2000 a.C. giungendo al 1600. l’Islam e la regione dei Parsi. Nel percorso espositivo, sempre Un periodo molto lungo testimoniato da reperti quali per coinvolgente, si giunge al favoloso mondo dei Maharaja, esempio immagini di bronzo, oggetti rituali, altorilievi e scul- secondo asse esplicativo della mostra, nel quale i reperti
esposti narrano i luoghi, la vita e il gusto estetico all’insegna del lusso e sfarzo. Le tende, i tramezzi di stoffa, le stuoie, i dipinti, i gioielli, i libri sacri, le armature e i pugnali per citare alcune tipologie. Altra tematica sapientemente testimoniata è l’arte erotica vista, non nella sua frivolezza, ma nel trattato del Kamasutra, redatto da Vatsyayana nel 200 d.C. al fine di creare la perfetta armonia nell’arte amatoria tra spirito e fisico. A conclusione la via delle Indie con Marco Polo e Nicolò
Terza edizione de “La Biennale di Fotografia”
Scultura
Un click tra Grappa e Alpini
SIMON bENETTON OSSERvA TREvISO
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imon Benetton finalmente espone a Treviso. Questa è la principale constatazione che onora il Maestro, demiurgo del ferro, che sta calcando da decenni gli scenari dello scolpire la materia. La sua ricerca chiave partì dalla riproduzione modulare che assimila tuttora il concetto di standardizzazione moderno e di replicabilità infinita attuale. Da qui l’analisi degli elementi naturali, l’introduzione di punti luci con il vetro fino ad arrivare alle vorticosità che si aprono all’infinito. “Opere monumentali” è la mostra a cielo aperto che vede fino al 30 gennaio dodici sculture inserite in nove siti del capoluogo della Marca: “L’Occhio del Ciclope” a Varco Manzoni (viale Cairoli), “Pilastro universale” a Piazza Trentin, “Foglie” in Vicolo del Gallo (Buranelli - lato Municipio), “Piramide” in via Campana (Buranelli), “Fili d’erba” in Piazza del Battistero, “Incontro” in Piazza Ancillotto, “Il giardino dei cinque filosofi” Piazza dell’Umanesimo Latino, “Intensione ed estensione: perfettibilità”, Piazzetta Botter (Museo S. Caterina), “Foglie”
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Manucci rappresenta il ponte tra India e Italia. Come fu per la cultura degli altipiani del Tibet, anche quella della terra d’India non è così semplice da comprendere per noi occidentali privi di appropriati approfondimenti, però a Treviso si apre una possibilità: entrare in mondo ricco di storia per cercare di carpire l’essenza, situazione che non può essere esplicata in un canonico viaggio turistico che prevede ogni giorno una meta da fotografare lungo le distese dell’India.
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e “Oasi” in via Giacomelli (Biblioteca Comunale di Città Giardino), “Foglie2” in Piazza Unità d’Italia (quartiere S. Liberale), “Oltre l’orizzonte” in Piazza Martiri Belfiore (quartiere S. Maria del Rovere). Come dichiarato dall’assessore alla Cultura di Treviso Luciano Franchin. “Abbiamo accolto con molto entusiasmo la proposta di patrocinare una mostra diffusa dedicata alle sculture monumentali di Simon Benetton, inaugurandola nell’autunno 2013 per rendere omaggio all’ottantesimo compleanno di questo grande scultore trevigiano. Questa mostra costituisce per noi un’importante occasione per ripensare la presenza di opere di alto valore artistico nell’intera città che diventa un luogo di arte a disposizione di tutti”. Infatti l’idea alla base è di unire la cittadinanza all’arte nei luoghi dei singoli quartieri con spunti per riflessioni ulteriori, che eliminano il così chiamato guarda e passa. Un compleanno dolce per l’ottantenne Maestro Simon Benetton che si ritrova profeta in patria. Al.Ch.
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a terza edizione de “La Biennale di Fotografia”, a Bassano del Grappa, delizia l’appassionato e non solo con scatti d’autore ideati da noti fotografi e semplici appassionati. Un programma ricco di spunti, mostre e incontri che sta coinvolgendo l’intera cittadina in una lunga serie di eventi dedicati al vasto mondo della fotografia. Fino al prossimo gennaio, un programma ricco di mostre e incontri s’intervalla in un palinsesto dedicato al vasto universo dell’impressione. Il filo conduttore che unisce gli eventi prende il titolo di “Libere Interpretazioni”. Bassano fotografica nasce, in anno dispari affiancandosi alla più celebre biennale veneziana nel suo periodo conclusivo, nel 2009. Tra le esposizioni più significative, Mimmo Jodice instaura un legame con le opere del Canova al Museo Civico di Bassano. Un affascinante omaggio al più importan-
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te scultore italiano del Neoclassicismo, visto attraverso lo sguardo di uno dei più grandi interpreti con fotografie di grandi dimensioni. A questo, Daniele Pellegrini, il fotografo che con Cesare Gerolimetto ha effettuato il primo giro del mondo in camion, espone nella pinacoteca del Museo Civico “Antologia”: esperienze di viaggio filtrate dalla sua lunga militanza di fotogiornalista documentarista. Infine a Palazzo Sturm alle fotografie di Francesco Fontana dedicate alla danza, si da spazio alle scuole con la tematica “la città vista dai ragazzi”, ideata dall’Istituto Comprensivo Jacopo Vittorelli di Bassano e “libere interpretazioni” prodotta dal Liceo Artistico G. De Fabris di Nove. Un evento da vivere, fatto d’innumerevoli clicks a misura d’uomo attraverso contenuti interessanti. Al.Ch.
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Mostra a Venezia Fino al prossimo 12 gennaio, a Palazzo Ducale
L’arte delle diplomazia veneziana L’esposizione racconta, attraverso opere e documenti, le relazioni diplomatiche della Serenissima Repubblica con le grandi potenze del Mediterraneo di Roberta Pasqualetto
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Abbas il Grande (1587-1629) entrambi uniti dal comune intento di contrastare la minacciosa espansione ottomana. Durante il regno di questo scià sono almeno tre i periodi durante i quali i doni e le contropartite fanno intravedere un vero e proprio commercio avviato grazie al rapporto diplomatico. Ed è proprio su questo scambio che si costruisce la mostra, inedita ed evocativa, allestita nella Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale, che, prende spunto dalla grande tela di Gabriele Caliari, raffigurante Il doge Marino Grimani che riceve gli Ambasciatori persiani (1603), esposta nella Sala delle Quattro Porte. Il percorso espositivo si apre con alcune incisioni, provenienti dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe e dalla Biblioteca del Museo Correr, in cui sono illustrati i volti dei protagonisti dell’epoca, dettagliatamente ritratti da artisti europei. Osservando i dettagli di queste rappresentazioni si possono conoscere i costumi della corte Safavide, la moda nella foggia delle vesti, dei tessuti e dei gioielli. Una sezione è de-
dicata alla rappresentazione cartografica della Persia e presenta mappe e portolani utilizzati dai viaggiatori per orientarsi nel Mediterraneo orientale e nel Medio Oriente, la cui qualità rivela la straordinaria capacità tecnico-scientifica dei cartografi. Nelle sale sono esposti documenti curiosi: un atlante di piccole dimensioni del Theatrum orbis terrarum di Abramo Ortelio, il primo in formato tascabile e documenti risalenti al XVII secolo, tra i quali spiccano i firmani originali col sigillo dello Shah conservati presso l’Archivio di Stato di Venezia, e dai quali si evince la costantemente promessa di collaborazione e amicizia, suggellata dai doni ma anche dalla richiesta dettagliata dei persiani per la fornitura di alcuni manufatti veneziani, sia di pregio, sia destinati all’uso quotidiano. Il costo del biglietto d’ingresso è 16 euro, ridotto 8; per maggiori informazioni: info@fmcvenezia.it
un Libro a 50 anni daLLa morte di gigi candiani
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Mestre esiste un Centro Culturale e una piazza che da dicembre si arricchiranno di nuove strutture d’intrattenimento e acquisti. Tale area è dedicata a un’artista nativo nell’omonima città che dalla seconda guerra mondiale deliziò la cittadinanza con opere gentili, dolci e mai aggressive. Il pittore in questione è Gigi (Luigi) Candiani. Effettivamente non tutti conoscono l’agire di questo artista e di conseguenza nel cinquantenario della morte e i 110 anni dalla nascita si rende necessaria un’azione per destare la memoria. In quest’ambito nasce il libro, edito da Alcione Editore, “Gigi Candiani Tessere di vita” scritto dal giornalista e critico d’arte Alain Chivilò. In quest’opera l’autore traccia e unisce un excursus di critica assieme a frammenti di vissuto dell’agire umano e artistico del Maestro. La città di Mestre è il luogo di nascita e morte (5/7/1903 – 14/9/1963), dal quale Gigi Candiani partì per immortalare, pittoricamente parlando, su tavola le campagne del veneziano, le isole della laguna di Venezia, i Colli Euganei, Berici e Asolani, fino alle valli di Comacchio. Da qui l’opera dedica la prima sezione a una disamina critica contemporanea e passata nella quale l’autore evidenzia tre principali tematiche che riguardano l’Arte di Candiani: un costante studio della luce nell’irradiamento solare tra alba e tramonto, passando per una capacità fotografica immediata di bloccare e scegliere una porzione di paesaggio da dipingere, concludendo in una simbiosi nella bianca materia prima lavorativa del lavoro di fornaio. Nella seconda parte invece, si identificano tessere di vita attraverso le quali Chivilò scova e codifica particolari di vita artistica del pittore Gigi Candiani come per esempio i segreti per stendere l’imprimitura sulla tavola, le peripezie dei suoi viaggi nel recarsi a pennellare fino alla dialettica artistica del tempo. Un libro snello di occhio contemporaneo, che riporta alla luce la vita e l’agire del pittore di Mestre Gigi Candiani all’interno di una possibile sintesi: atmosfere rarefatte racchiuse in un’intima ricerca tra forme della natura e colori.
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ltimi giorni per poter visitare la mostra ”I doni di Shah Abbas il Grande alla Serenissima” aperta fino a domenica 12 gennaio a Palazzo Ducale. L’esposizione è curata da Elisa Gagliardi Mangilli, con il coordinamento di Camillo Tonini e patrocinata dall’Ambasciata d’Italia a Teheran, dalla Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica e dall’Università degli Studi di Udine. L’esposizione racconta, attraverso opere e documenti, le relazioni diplomatiche di Venezia con le grandi potenze, rapporti consolidati con l’invio di delegazioni e doni reciproci quali prassi strategica molto diffusa soprattutto con l’Oriente. La Serenissima doveva continuamente dimostrare la sua forza contro gli avversari e i rapporti diplomatici e di ambascerie avevano finalità commerciali attraverso le quali, Venezia, riusciva a evitare eventi bellici. Un esempio interessante è rappresentato dagli scambi intercorsi tra la Repubblica e una delle più importanti potenze dell’epoca, la Persia Safavide, al tempo di Shah
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Un PIccolo angolo dI canada nelle alPI dove Una natUra senza comPromessI Ha Portato all’IstItUzIone dI Un Parco e dal 2009 la tUtela da Parte dell’Unesco daglI sPettacolarI orrIdI della valcellIna alle emozIonI adrenalInIcHe del canYonIng PratIcaBIle all’acQUa ParK PradIs con la gUIda dI Un sImPatIco danese sotto natale I dUe PIttorescHI BorgHI dI PoffraBro e andreIs ProPongono PresePI artIgIanalI e mercatInI dI cose semPlIcI VISITA ALLA DIGA DEL VAJONT, PER NON DIMENTICARE
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ilderness senza compromessi, come piace agli americani. Un’area di natura selvaggia dove l’uomo non ha modificato nulla, ma proprio nulla, dell’ambiente originario. Questo angolo di Canada della nostra catena alpina si chiama Dolomiti Friulane. In lingua locale Dolomitis Furlanis, che suona anche meglio. Un’area che si trova a cavallo fra Veneto e Friuli Venezia Giulia, sospesa fra le province di Belluno, Pordenone e Udine, delimitata dai fiumi Piave, Tagliamento, Cellina e Meduna. Difficile spiegare in una parola cos’è quest’area naturale che oggi è tutelata dall’istituzione del Parco naturale regionale delle Dolomiti Friulane e, dal 2009, dal prestigioso riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità” concesso dall’Unesco. Le Dolomiti Friulane sono il regno di chi ama il silenzio, la natura incontaminata e al contempo rifugge le mode, le abitudini mondane di certe località sciistiche. In una parola il regno di chi ama la montagna vera. All’interno di quest’area troviamo una straordinaria varietà di attrazioni e di ambienti naturali. Dai canyon della Valcellina (ora la vecchia strada incassata in una parete rocciosa da brivido è diventata un percorso turistico usufruibile a piedi o a bordo di un trenino), ai sentieri che si spingono oltre la Val Cimolana. In alto, verso le pietre che sfidano il cielo. Per gli amanti del brivido (ma quello calcolato e sicuro) c’è persino la possibilità di fare del canyoning. A Clauzetto c’è l’Acqua Park Pradis, dove Amrit Laue, un simpatico danese con il pallino dell’avventura, conduce gli escursionisti in una fantastica discesa nel ventre della montagna, fra le acque impetuose del torrente Cosa e fra ripide pareti di roccia. Lasciandosi trasportare dalla corrente. Un’esperienza straordinaria, carica di adrenalina. Fra cascate e orridi. Amrit offre tutto il necessario per l’escursione e soprattutto dà sicurezza. Poi nel suo
in copertina: un’iMMagine onirica colta sulle doloMiti friulane d’inverno. a destra in alto: il borgo di poffabro a natale, una cascata ghiacciata e ciaspolata sulla neve fresca, al centro: ciMolais. sotto, da sinistra: un altro scorcio di poffabro e pastori in una piazzetta del borgo; il palaghiaccio di claut e una gara di curling; aMrit laue nel suo ristorante furletto e durante un’escursione di canyoning all’acqua park pradis
ristorante “Furletto”, gestito insieme alla moglie, ci si può rifoccilare con le bontà tipiche della cucina della montagna friulana. Ad esempio con delle ottime tagliatelle al cinghiale. In questa stagione le Dolomiti Friulane continuano a esercitare il fascino della montagna vera, proponendo attività che non sono certo quelle reclamizzate dai depliants più vistosi. Fondo, sci alpinismo, passeggiate con le racchette da neve (ciaspole) lungo percorsi di straordinaria bellezza paesaggistica che si snodano nell’intatto e silenzioso scenario delle Dolomiti Friulane, in Alta Valcellina, con partenza da Cimolais e da Claut il cui modernissimo Palaghiaccio è punto d’incontro per gli appassionati di pattinaggio e di curling, quello sport curioso che assomiglia alle bocce e si vede in tv soltanto alle Olimpiadi. A Claut ha sede l’unico Centro Federale Italiano per il Curling. E ancora, iceland sulle cascate ghiacciate, corse su slitte trainate da cani, escursioni in motoslitta, passeggiate con le ciaspole al chiar di luna con cena in rifugio. Insomma, esperienze alla Jack London. Nel periodo natalizio le Dolomiti Friulane permettono di ritrovare lo spirito più genuino e autentico della montagna, viverne le tradizioni, gustarne i sapori, ma anche di andare alla scoperta di piccoli paesi dalle caratteristiche architetture in pietra arenaria a vista e legno, quali ad esempio Poffabro e Andreis (sedi di due centri visita del Parco), che fanno da teatro a due manifestazioni ricche di fascino e semplicità. Poffabro, presepe tra i presepi.. Sbucano inaspettati
A Erto, uno dei paesi che costituiscono il territorio del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, si trova la Diga del Vajont. Teatro, esattamente mezzo secolo fa, di una delle più spaventose catastrofi mai accadute in Italia. Costata la vita a 1.910 persone, fra cui 484 bambini, residenti a Longarone e nei paesi vicini. Tragedia causata dalla frana del monte Toc nel lago artificiale della diga costruito, nonostante i tanti ammonimenti, dalla Sade e poi ceduto all’Enel. Il diastro provocò morte e desolazione nella valle sottostante. Era il 9 ottobre 1963. A memoria della tragedia è stato allestito il Museo del Vajont visitabile al Centro Visite del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane di Erto e Casso. Dal 2007 è stato aperto al pubblico il coronamento della diga.L’organizzazione delle visite è affidata al Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Si possono percorrere i primi venti metri di coronamento e osservare l’impressionanate scenario della frana del Monte Toc e della valle sottostante di Longarone, città spazzata via in pochi secondi dalla forza d’urto dell’acqua. Un altro museo sulla tragedia è stato allestito in centro a Longarone. Per informazioni: Parco Naturale delle Dolomiti Friulane di Cimolais (Pn), tel. 0427 87333, fax 0427 877900. Percorso coronamento diga del Vajont: biglietteria all’ufficio informazioni Diga del Vajont, tariffa: 5 euro a persona, durata delle visite: 40 minuti circa.
dai ballatoi, sui davanzali delle finestre, dagli angoli più segreti dei cortili secenteschi o dove il tempo ha creato un minuscolo anfratto in un muricciolo: sono decine i presepi che, nel periodo natalizio,trasformano ogni anno in un fiabesco museo all’aperto Poffabro, uno dei Borghi più belli d’Italia incastonato nelle Dolomiti Friulane. Dal 14 dicembre al 12 gennaio artisti e semplici appassionati espongono all’aperto presepi tradizionali in porcellana, gesso e legno, che si affiancano a quelli realizzati in materiali e con tecniche innovative e fantasiose: il vetro, le stoffe destrutturate, le stoppie, i saponi intagliati, il rame battuto e la lana. E ancora, presepi in cioccolato e dolci, ambientati su sfondi di cotone, cruda pietra o accogliente paglia e quelli che riproducono la vita di questo incantevole borgo di montagna, con scenografie che raccontano in scala e con particolare cura le piazze e le vie del paese. Alcuni raggiungono dimensioni ragguardevoli, altri sono accolti in scenografie fantasiose, anche molto piccole: un minuscolo pentolino in rame, una radice d’albero, una pagnotta che culla al suo interno un piccolissimo Gesù. Il tutto si snoda in una suggestiva ambientazione, con decorazioni di frutta, fiori e legno, musiche natalizie e luci soffuse, capaci di incantare ogni anno migliaia di visitatori e trasformare lo stesso Poffabro in un presepe en plein air, particolarmente suggestivo da visitare all’imbrunire, quando si accende di mille luci di candele. Ad Andreis nevica la fantasia. Sono una sessantina di alberi di Natale decorati con originalissimi addobbi fatti a mano i protagonisti di “Ad Andreis nevica la fantasia”, che
dall’1 dicembre al 7 gennaio invade gioiosamente di colori, luci, profumi questo piccolo borgo nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane. Abeti scintillanti che segnano e illuminano un itinerario che fa scoprire ai visitatori viuzze, cortili, porticati e l’architettura spontanea e particolare di Andreis, preservata intatta nei secoli. Gli addobbi sono realizzati solo a mano da piccoli gruppi di gente del posto, fatti da donne, bambini, ragazzi e anziani, che lavorano insieme e si trasmettono a vicenda saperi e capacità, in un laboratorio creativo che li impegna tutto l’anno. Per prepararli si usa materiale di scarto e di riciclo, oppure legno, muschio, pigne e altro materiale naturale della zona, o ancora lana, carta, stoffa. Il resto dell’incanto lo crea Andreis, coronato dalle vette innevate della Dolomiti Friulane. L’1, 8 e 15 dicembre, la piazza del paese si anima con le bancarelle di Natale di un mercatino speciale, fatto di cose semplici create con il cuore, realmente artigianali, che - lontano dall’omologazione e dalla standardizzazione - riportano indietro nel tempo e fanno gustare il piacere del dono inconsueto ed unico: addobbi e corone natalizie, giochi per bimbi e decorazioni per l’albero, piccole golosità tradizionali e capi d’abbigliamento fatti a mano o tessuti a telaio. A fare da sottofondo, musiche e cori. Il resto dell’incanto lo crea Andreis, coronato dalle vette innevate della Dolomiti Friulane. www.comune.andreis.pn.it. Per informazioni sulle Dolomiti Friulane: tel. 0427 71775 - info@piancavallodolomitifriulane.it - www.dolomitifriulane.info
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Senza APE non si vende
L’8 ottobre di quasi dieci anni fa (2005) entrò in vigore il d.lgs. 19 agosto 2005 n. 192 con il quale venne data attuazione alla direttiva comunitaria 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia, il tutto al fine di allineare la legislazione italiana alla normativa europea in materia di efficienza energetica e di contenimento dei consumi. In breve, con la normativa citata, si prescriveva l’obbligo di dotare i fabbricati di un apposito certificato da cui risultasse il rendimento energetico dell’edificio. Dal 2005 ad oggi si sono susseguite ben sei modifiche/integrazioni/ sostituzioni della normativa in oggetto, creando non pochi problemi pratici; se in prima battuta si vide la coesistenza dell’AQE (attestato di qualificazione energetica) con l’ACE (attestato di certificazione energetica) e poi del solo ACE, ora tutto è pare spazzato via dell’APE (attestato di prestazione energetica). Infatti la l. 90/2013, di conversione in legge del d.l. 63/2013 (in vigore dal 4 agosto 2013), ha introdotto, in sostituzione del “vecchio” ACE il nuovo APE, rendendone obbligatoria l’allegazione a compravendite e nuove locazioni; ciò sta a significare che l’APE deve essere esibito in originale al Notaio, che provvederà a farlo sottoscrivere ai contraenti e ad unirlo, quindi, al contratto di vendita. La mancata allegazione dell’APE è colpita con la sanzione della nullità; il contratto stipulato, cioè, è nullo e questo produce conseguenze molto gravi in capo a tutti i protagonisti della vicenda. Nullità significa, prima di tutto, sanzioni disciplinari gravissime per il Notaio rogante (che mai, quindi, procederà al rogito in mancanza di idoneo APE); significa, poi, che il trasferimento immobiliare non risulta avvenuto e che quindi l’acquirente perde i soldi e non risulta proprietario di nulla; significa, poi, certo, che l’acquirente potrà chiedere in restituzione il prezzo pagato ma significa anche che il rischio raddoppia se il venditore fallisce: in questo caso, infatti, l’immobile è del fallimento e l’acquirente ha diritto ad un rimborso in moneta fallimentare e dunque con inevitabile diminuzione; ancora, significa, che se la banca ha ottenuto in garanzia un bene da un proprio debitore che ha “acquistato” con una compravendita nulla, l’ipoteca concessa è del tutto inesistente. Anche la nuova normativa, peraltro, ha confermato alcune vecchie eccezioni, in forza delle quali l’allegazione dell’APE non risulta necessaria; così anche senza APE si potranno vendere, garage, box,
by Paolo Marani
cantine, capannoni, fabbricati in costruzione, legnaie, stalle, depositi, fabbricati agricoli non residenziali ecc., cioè, in sostanza, tutte quelle costruzioni in relazione alle quali, per la loro natura o per lo stato in cui si trovano, non è necessario garantire un confort abitativo minimo. DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN mceolin@notariato.it
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raffreddare, passare nel cutter il pollo con la panna e aggiustare di sale.
pelare le pere e cuocerle cuocere le castagne secche (precedenteMente aMMollate in acqua) per 1 ora e 1/2. sbianchire le verze e raffreddare veloceMente. cuocere i cavoletti in acqua e nel vino rosso.
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