Riviera est febb2014 n23

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della Riviera Est

Tel. 041 462 410 Cell. 339 70 50 450 di Grigoletto Loris & Alan

30010 PROZZOLO di Camponogara (VE) iofgrigolettosas@virgilio.it www.impresafunebregrigoletto.com

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n.23 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Maltempo Il Veneto deve risolvere il problema acqua pagg.

Mira Romea commerciale, si chiede il ritiro

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pag.

www.lapiazzaweb.it

Campolongo Scuola elementare, la Regione non paga

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EDITORIALE

Comunali, parte la corsa dei candidati

Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi di Nicola Stievano

Il prossimo 25 maggio si voterà per le elezioni amministrative comunali. I cittadini del comune di Camponogara, che ha meno di 15 mila abitanti, voterà con una sola scheda per eleggere sia il Sindaco che i consiglieri comunali pag. 14

mira, un bando per la storia locale

Il comune di Mira ha aperto un bando per la raccolta d’immagini sulla storia del territorio presso l e biblioteche comunali. Questo tipo di raccolta è rivolto a tutti i cittadini pag. 19 10%

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O

Mira, diminuiscono i residenti e i matrimoni Il paese torna sotto quota 39 mila abitanti. Diminuiscono per la prima volta gli stranieri

C

alano gli abitanti, Mira scende sotto quota 39.000 residenti. Diminuisce, infatti, di quasi 300 unità la popolazione del più popoloso comune della Riviera del Brenta a fine 2013: in tutto sono 38.871 (19.927 femmine e 18.944 maschi). Altri dati significativi: sono in diminuzione le nascite e i matrimoni. Oriago si conferma la frazione più popolosa, Mira Porte è l’unica a crescere sia pure di poco (+14 residenti). Calano per la prima volta pure gli stranieri. Fra questi la nazionalità rumena la più

numerosa (757). Ma torniamo sul calo dei residenti, un risultato determinato sia dalla negatività del saldo naturale, che di quello migratorio a cui è andato a sommarsi, per la prima volta, il calo degli stranieri. I nati sono, infatti, ‘solo’ 298 (erano 346 nel 2012), mentre i morti sono stati 337. Negativo anche il saldo migratorio con 1332 persone cancellate dall’anagrafe per passaggio ad altro Comune e 1158 iscritte in arrivo. Pressoché stazionario il numero delle famiglie 16.504 (erano 16.510 nel

2012). Significativo è poi il fatto che ben 9.900 (il 60%) siano composte da uno o al massimo 2 componenti. Andando a distinguere i dati tra le frazioni, Oriago è la realtà più popolosa con 10.751 residenti (-79 rispetto al 2012). Seguono poi Mira Taglio con 7.967 residenti (-56 dal 2012) e Mira Porte con 6.718 (+14). C’è Gambarare con 4.373 abitanti e Borbiago con 4.152. In coda Malcontenta, che nella parte che ricade nel Comune di Mira conta 2.560 residenti, e pag. 6 Marano con 2.350.

L’Intervento

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“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” ulla difesa idrogeologica del territorio, il Veneto si gioca il proprio futuro. L’errore politico, culturale, in ogni caso storico, compiuto puntualmente da chi ha governato e governa il Veneto da vent’anni, è stato quello di considerare questo capitolo di bilancio come un investimento ‘a fondo perduto’.

rmai è un dato di fatto, una tendenza confermata anno dopo anno. Ogni pioggia intensa, in qualsiasi periodo dell’anno, si trasforma il “allerta meteo” con la concreta possibilità che il sistema dei nostri fiumi entri in crisi in più punti contemporaneamente, provocando allagamenti tanto nei centri urbani quanto in aperta campagna. L’ultimo episodio è la prova che ormai il nostro territorio non è più in grado di reggere l’urto delle precipitazioni sempre più concentrate e intense. Se fino a qualche anno fa in queste occasioni si parlava di “evento eccezionale”, ora siamo di fronte se non alla norma, a fenomeni che si ripetono cono una certa frequenza, almeno due - tre volte nel corso dell’anno. Un fatto del quale bisogna prendere atto, evitando di trincerarsi dietro all’ineluttabilità del clima. Del resto le responsabilità delle emergenze continue e dell’ormai evidente dissesto idrogeologico non possono essere scaricate esclusivamente sulle “avverse condizioni meteo”, ma vanno individuate sull’impatto di decenni di espansione urbanistica, per molti aspetti selvaggia o quantomeno poco controllata, di sviluppo di infrastrutture che non è andato di pari passo con gli interventi su una rete idraulica e di scolo rimasta ferma agli inizi del Novecento, quando non addirittura peggiorate. continua a pag. 3

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EDITORIALE

segue da pag.

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Ad ogni pioggia intensa il nostro Veneto va in crisi

Incontri

16 mila pratiche in Provincia nel 2013

E’ stata pubblicata la relazione della direzione generale sui procedimenti di cui si è occupata la Provincia nel corso 2013. Cioè tutte quelle pratiche burocratiche avviate con la presentazione di una richiesta da parte dei cittadini o delle imprese veneziane: autorizzazioni, licenze, nulla osta, pareri, visti. Nell’anno 2013 sono stati complessivamente 16 mila 469 i procedimenti conclusi tra i 30 e i 60 giorni, di cui solo 46 procedimenti in ritardo, pari allo 0,27 del totale. Il risultato raggiunto è indice per la presidente Francesca Zaccariotto “da un lato di maggiore produttività del personale, dall’altro di una più efficace organizzazione generale”.

Girando fra i centri invasi o minacciati dall’acqua si sente spesso dire, per lo più dagli anziani: “Quando ero giovane vedevo scavare lungo i fiumi, adesso da molti, troppi, anni non si fa più”. Un luogo comune? In parte può essere, ma è un dato di fatto che i nostri fiumi sono stati lasciati in balia di sé stessi e quelli più fragili, come il Bacchiglione, per fare un esempio, ne risentono parecchio. Per non parlare di altri corsi d’acqua, dal Muson dei Sassi al Fratta Gorzone, che presentano un regime quasi torrentizio. L’alluvione del novembre del 2010 ha insegnato qualcosa e ha spinto la Regione ad investire sulle opere di prevenzione del rischio, a monte come a valle, mettendo in cantiere, non senza difficoltà in questo periodo di grave crisi economica, lavori che dovrebbero portare a qualche beneficio. La strada però è ancora lunga e tutta in salita, come ha dimostrato l’ultima emergenza. Il nostro territorio, dalla pedemontana al litorale, dal Polesine ai Colli Euganei, martoriati dalle frane che inghiottono vigneti e strade, è costellato da decine di criticità che possono avere conseguenze drammatiche durante le ondate di maltempo. Così, ancora una volta, prima bisogna cercare i soldi per riparare i danni e magari riconoscere anche qualcosa a chi ha avuto l’acqua in casa o ha riportato gravi conseguenze nella propria azienda. Di nuovo il denaro serve per intervenire dopo l’emergenza, rendendo ancora più impegnativo trovare le risorse per tutte le opere che dovrebbero invece servire a prevenire e a ridurre le calamità. Siamo comunque di fronte ad una maggiore coscienza civica su questo tema, dopo un lungo periodo di sostanziale indifferenza, perché ormai nessuno può dirsi veramente tranquillo di fronte alle conseguenze del dissesto idrogeologico, nessuno può chiamarsi fuori dalla responsabilità di tutelare il nostro territorio. di Nicola Stievano

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Riviera L’assessore provinciale Raffaele Speranzon ha premiato a Ca’ Corner, , il pilota di Burano Luca Tagliapietra che nei mesi scorsi si è laureato campione del mondo a Como nell’endurance classe S1, aggiudicandosi tutte le prove in programma. Il pilota di Burano, campione mondiale di motonautica è stato premiato nuovamente a Montecarlo dal principe Alberto di Monaco, presidente mondiale della Federazione mondiale di motonautica, in occasione di una cerimonia a hanno partecipato tutti i campioni del mondo nelle diverse categorie di motonautica. Erano presenti il delegato veneto del Fim Federazione italiana motonautica Paolo Meneghini e Aldo Benedetto Tagliapietra vicepresidente della scuderia che supporta il pilota

MIRA

economia

Piove, vanno sott’acqua le strade di Oriago pag. 9

Camponogara

Inaugurato il nuovo asilo parrocchiale di Calcroci pag.

Campagna Lupia L’idrovora di Lova sarà potenziata

Provincia

pag.

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ambiente

Territorio: Piani delle acque, previsti 240 interventi

la mostra

Regione società

La protesta di artigiani, piccoli imprenditori e commercianti pag. 20

pag.

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Villa Pisani: Luce sulla Venezia di fine ‘800 pag. 28

Cyberbullismo, i giovani e le insidie della rete pagg. 24-25-26

sicurezza

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni pag. 27

arte Al Museo Correr l’architettura di Léger pag.

Vongole, monitoraggi in laguna

Vongole, da marzo a settembre verranno monitorate con cadenza quindicinale le diverse aree della laguna veneziana. Con il Piano seme per le vongole relativo al 2014 messo a punto dalla società Gral (Grandi risorse alieutiche lagunari) partecipata dalla Provincia di Venezia, ci si propone di controllare i livelli di crescita della risorsa giovanile e verificare che non vi siano eventuali predazioni. Si terranno inoltre sotto controllo dimensioni e quantità. “Ritengo - ha commentato l’assessore provinciale alla Pesca Giuseppe Canali - che una ricerca del seme svolta in maniera scientifica e puntuale ci consenta non solo di essere immediatamente pronti alla sua raccolta, ma anche di non lasciarlo in balia di eventuali predazioni”.

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Premiato il pilota Tagliapietra

Da marzo a settembre

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Povertà e indigenza

distribuzione delle eccedenze: una rete

Azioni di aiuto per la povertà: verrà implementato e migliorato, anche attraverso la creazione di un sistema regionale efficace di rete e di gestione delle diverse forme di aiuto alle persone indigenti, il sistema di raccolta e distribuzione delle eccedenze alimentari. Un progetto regionale, discusso in Provincia di Venezia a fine febbraio, che - dopo l’istituzione da parte della Giunta del Veneto, del tavolo di lavoro in collaborazione con tutti i soggetti attivi sul fronte della solidarietà - prevede un programma formativo e informativo sugli interventi in materia di distribuzione delle eccedenze e di sostegno al disagio sociale. La Provincia di Venezia si è messa a disposizione per coordinare il territorio di competenza relativamente alle risorse, le persone e l’esperienza sul campo.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà Srl DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE e

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Padova, via Lisbona 10 Tel. 049 8704884 Fax 049 6988054 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

Questa edizione raggiunge le zone di Mira, Camponogara, Campolongo, Campagnia Lupia per un numero complessivo di 16.443 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 26 febbraio 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese TERRITORIO Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e il bellunese a causa della neve. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano). E’ piovuta molta più acqua che nel 2010. Non ci sono stati crolli arginali

Alluvioni, danni per oltre

di Alessandro Abbadir

Zaia: “Per la messa in sicurezza del territorio ci servono 2 miliardi 700 milioni”

L’Autorità di Bacino accusa: troppa cementificazione e un sistema di difesa idraulico fermo

A

lluvioni in Veneto, danni per centinaia di milioni di euro (oltre mezzo miliardo) con oltre 130 territori comunali coinvolti dall’ondata di maltempo. Questo il bilancio fatto nelle scorse settimane da comuni, protezioni civili e Regione a fronte di eventi che hanno messo in ginocchio tantissime aree della nostra regione, e che si sono sviluppati lungo un inverno nevoso in montagna e piovoso in pianura. Le zone colpite sono state tantissime: Veneto orientale, Bassa e Terme padovane, Pedemontana di Treviso e Vicenza, litorali veneziani e per il problema della neve la montagna bellunese. Ma ecco la conta dei danni nello specifico presentata dal governatore Luca Zaia al Governo e al capo della protezione civile Franco Gabrielli, costo che si aggira sul mezzo miliardo di euro ma che al conto consuntivo sarà superata di molto. Pesanti i danni alle rete di infrastrutture viarie e di servizio (145 milioni) e ancor più quelli alla rete idraulica principale e secondaria (213 milioni di euro concentrati nel Veneziano e nel Padovano); quindi le famiglie e le attività produttive colpite da nevicate ed esondazioni (73 milioni); i dissesti idrogeologici (37 milioni); la rimozione di neve, lo smaltimento di rifiuti, gli interventi igienico-sanitari (15); le sofferenze dell’agricoltura (10); le operazioni di soccorso pre-

state dai vari corpi e dal personale civile (5). Tutto ciò senza tener conto dei contraccolpi alla stagione turistica invernale e dei disagi subìti dalla popolazione dell’area del bellunese a causa di nevicate di 4 metri. In ginocchio anche la rete turistica in pianura, basti pensare alle decine di alberghi nell’area di Montegrotto Terme, Terme Euganee e Tribano che sono stati messi direttamente fuori uso per settimane. E poi le alluvioni nel Portogruarese e le mareggiate sui litorali che hanno devastato chilometri di arenile a Jesolo e Sottomarina. Il governatore del Veneto sottolinea però che dal 2010 diverse cose sono state fatte. ”E’ piovuta molta più acqua che nel 2010 - spiega Luca Zaia - quando finirono allagati 150 km quadrati di territorio. Però i 925 interventi puntuali di ripristino, consolidamento e realizzazione di interventi di difesa idraulica attuati in questo triennio si sono per ora dimostrati decisivi. Non abbiamo avuto stavolta crolli arginali come allora. Ma i danni sono altissimi. “Gli allagamenti ci sono anche questa volta ma più limitati, con centinaia di famiglie evacuate e aziende in sofferenza. Ma il vero problema ogni volta è e sarà anche nel futuro, la tenuta degli argini. Con il piano straordinario successivo all’alluvione del 2010 la Regione ha erogato 24 milioni nel 2013 e ne

stanzierà ulteriori 100 milioni da qui al 2015. Noi abbiamo iniziato a lavorare sui primi bacini di espansione, ma per attuare integralmente un piano di messa in sicurezza ci servono 2 miliardi 700 milioni - spiega Zaia - a fronte dei quali come Regione riusciamo a reperire dai 50 ai 100 milioni l’anno: troppo poco. Lo Stato deve intervenire, il governo deve dimostrare coraggio e volontà di finanziare i grandi bacini di laminazione. Poi c’è anche un problema di burocrazia che è risolvibile, dando ai Presidenti di regione pieni poteri in tema di lavori pubblici”. ”I fenomeni atmosferici sono sempre più intensi e violenti per i cambiamenti climatici e a questo va aggiunta la trasformazione del territorio. La cementificazione del territorio produce che a parità di piogge le acque superficiali sono di più. Anche le piogge aumentano. E se questo è colpa del clima, la trasformazione del territorio è opera dell’uomo. C’è da sottolineare inoltre che la rete di difesa idraulica è quella del secolo scorso. Gli ultimi interventi sono stati fatti durante il fascismo e prevedevano difese per un territorio agricolo. Nel frattempo i campi sono diventati un’area metropolitana, capannoni, villette e cemento. Il sistema non regge più. Una rete più moderna aiuterebbe a ridurre l’emergenza”.

nel padoVano

Assegnati 2 milioni di euro al Genio Civile

E

’ arrivata quest’anno parte dei fondi per le alluvioni del padovano del 2010. A gennaio infatti quasi due milioni di euro sono stati assegnati al Genio Civile di Padova per interventi urgenti finalizzati al ripristino di situazioni di particolare criticità, conseguenti ai danni provocati dall’alluvione del 2010. L’assegnazione, disposta con un provvedimento della giunta regionale su relazione dell’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte, rientra nel piano di assegnazione delle risorse finanziarie ripartite con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 marzo 2013. Per il 2013 in tutta la Regione sono state destinate risorse per circa 10 milioni di euro “per realizzare interventi in conto capitale nei territori colpiti dagli eventi alluvionali in Veneto che hanno determinato l’esondazione di fiumi e torrenti, con conseguenti allagamenti di centri abitati e movimenti franosi, nonché gravi danni alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati e ai beni mobili, l’interruzione di collegamenti viari. Per il superamento dell’emergenza il governo aveva provveduto anche alla nomina di un Commissario delegato”. E’ stata rinviata a successivi provvedimenti la programmazione delle risorse relative alle annualità 2014 e 2015. A.A.

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Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano

e mezzo miliardo di euro Consorzi di bonifica Il presidente Giuseppe Romano indica quali sono le opere indispensabili

“Sicurezza idraulica, piano quinquennale da 1,3 miliardi per il Veneto” di Nicola Stievano

U spalla pag 5 per vene-

n piano di investimenti da un miliardo e 350 milioni, con centinaia di cantieri lungo i corsi dei fiumi per i prossimi cinque anni, per la sicurezza idraulica in Veneto. Lo chiedono i consorzi di bonifica, ricordando che i progetti ci sono già, ma è necessario recuperare le risorse. “Già dal 2010 - ricorda Giuseppe Romano, presidente dell’Unione Veneta Bonifiche - per garantire la difesa idraulica veneta i consorzi hanno presentato 629 progetti del valore di 1 miliardo e 350 milioni euro. E’ il più grande piano di difesa idraulica della Regione, prevede opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena e di canali scolmatori o collettori, consolidamenti arginali e sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del nostro territorio”. Il sistema idraulico veneto è complesso e delicato, e oltre ai grandi fiumi comprende una rete di canali e corsi d’acqua minori che solcano l’intera pianura. Durante le allerte meteo sono almeno cinquecento uomini della bonifica impegnati a sorvegliare, 24 ore su 24, il livello dei fiumi, il funzionamento degli impianti e manufatti con l’impiego di circa un migliaio di mezzi e macchine operatrici (trattori, escavatori, pompe idrovore mobili), lungo le reti idrauliche. Inoltre, 400 impianti idrovori, grazie alle loro 1000 pompe, muovono 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo, continuando l’incessante attività di pompaggio per evitare la sommersione di ampie distese di territorio e per ripristinare le situazioni più critiche. I consorzi, dopo l’ultima emergenza maltempo, ribadiscono la necessità di destinare risorse al settore della difesa idraulica per la realizzazione di un grande piano, che preveda la concretizzazione delle grandi opere e delle infrastrutture necessarie.

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Richiesta dei comuni

“L’Idrovia va completata” A

llarme dissesto idrogeologico in diverse zone del veneziano, con allagamenti, e cedimenti di argini e fontanazzi. Nel Miranese nel Veneto Orientale, a Chioggia e Riviera del Brenta, questo inverno poco freddo, si è caratterizzato per una piovosità davvero insolita. I consorzi di bonifica si sono dati da fare e hanno cercato di mettere mano ai progetti e agli interventi per poter evitare negli anni a venire nuove emergenze. Un’opera che da anni è sul tavolo è il completamento dell’Idrovia Padova Venezia. I sindaci della Riviera del Brenta, puntano sul completamento dell’Idrovia Padova - Venezia per risolvere i problemi di sicurezza idraulica del comprensorio e chiedono che la Regione presenti entro l’anno, il progetto preliminare per la sua realizzazione. In questo clima, il Genio Civile nelle scorse settimane alla Conferenza dei sindaci a Camponogara, ha presentato tre studi di fattibilità, che puntano a mettere definitivamente in sicurezza il territorio da possibili allagamenti per esondazioni dei fiumi, e scarsa tenuta della rete idrica ed urbana. L’idrovia Padova-Venezia, completata, sarà lunga circa 28 chilometri, e di questi circa la metà sono già stati fatti agli inizi degli anni Sessanta. A Vigonovo e Gambarare sono stati realizzati anche tratti di canale con invasi d’acqua, chiuse e sbocco in laguna. L’ingegner Bruno Da Lio (Genio civile) ha così prospettato tre soluzioni. La prima dal costo di 100 milioni, prevede la realizzazione di un canale scolmatore. Un canale non navigabile che servirebbe solo allo scarico delle acque dal bacino del Padovano e dalle reti consortili dell’area. La seconda soluzione prospettata, prevede la costruzione di un canale navigabile di classe quinta (cioè largo dai 40 metri in su) costerebbe complessivamente 320 milioni di euro e permetterebbe il transito di chiatte di navigazione di standard europeo. La soluzione più completa del canale navigabile di “classe quinta super” prevede infine anche un sistema di noli e attracchi, sul modello di quelli presenti ad Amburgo in Germania o a Rotterdam in Olanda. Costerebbe complessivamente 460 milioni di euro. “I costi - ha spiegato Da Lio durante la conferenza potrebbero comunque anche essere abbattuti del 30% con bandi europei e accorgimenti specifici”. I consorzi di bonifica Acque Risorgive e Bacchiglione–Brenta presenti con i rispettivi direttori e i presidenti, hanno sottolineato come la soluzione idroviaria sia di fatto la più completa per la messa in sicurezza del territorio e possa non confliggere, anche in caso di attraversamento a raso degli altri fiumi, con il sistema complessivo idrico dei bacini. Insomma a detta dei tecnici con il completamento dell’Idrovia, risolverebbe anche il problema allagamenti in Riviera e nel Padovano. Il presidente della Conferenza dei sindaci Giampietro Menin e il sindaco di Campolongo Alessandro Campalto “sollecitano la Regione a presentare entro l’anno il completamento dell’Idrovia con canale navigabile, fornendo anche uno studio di impatto ambientale specifico”. Se il progetto non verrà presentato entro l’anno, infatti, si rischia di perdere i finanziamenti collegati ai bandi europei previsti per opere del genere. I sindaci hanno infine chiesto un’audizione in commissione regionale ambiente per esporre le loro convinzioni. Sulla vicenda interviene anche il comitato Opzione Zero con dei distinguo. “Siamo a favore della soluzione del completamento dell’idrovia Padova-Venezia - spiega il presidente del comitato Mattia Donadel - a patto che sia compiuto uno studio di impatto ambientale e idraulico dettagliato sulle conseguenze dell’opera in laguna. Siamo contrari invece all’idea di realizzare un canale scolmatore, che lascerebbe la possibilità di costruire una strada accanto al sedime idroviario”. Il completamento dell’Idrovia per Donadel ha i suoi rischi. “C’è il rischio, infatti - dice - che con l’idrovia si interri un chilometro e mezzo di laguna dalla foce, con i detriti in arrivo da Padova e Vicenza. Vanno poi valutati gli A.A. aspetti di intersezione idraulica con gli altri canali come il Novissimo”.


6 Mira

In breve

Territorio Arrivano i dati dagli uffici demografici del 2013

Calano gli abitanti e i matrimoni Mira torna sotto quota 39 mila residenti. Diminuiscono per la prima volta anche gli stranieri

Asilo Nido, esteso l’orario Una buona notizia per le famiglie che portano i loro piccoli all’asilo nido comunale “Primo volo”. Dando corso ad una possibilità di estensione dell’orario del servizio, prevista nella gara di appalto e quindi senza costi aggiuntivi. Da marzo funziona un prolungamento dell’orario di apertura dalle 16 alle 17.30.

di Alessandro Abbadir

C

alano gli abitanti, Mira scende sotto quota 39.000 residenti. Diminuisce, infatti, di quasi 300 unità la popolazione del più popoloso comune della Riviera del Brenta a fine 2013: in tutto sono 38.871 (19.927 femmine e 18.944 maschi). Altri dati significativi: sono in diminuzione le nascite e i matrimoni. Oriago si conferma la frazione più popolosa, Mira Porte è l’unica a crescere sia pure di poco (+14 residenti). Calano per la prima volta pure gli stranieri. Fra questi la nazionalità rumena la più numerosa (757). Ma torniamo sul calo dei residenti, un risultato determinato sia dalla negatività del saldo naturale, che di quello migratorio, a cui è andato a sommarsi, per la prima volta, il calo degli stranieri. I nati sono, infatti, ‘solo’ 298 (erano 346 nel 2012), mentre i morti sono stati 337. Negativo anche il saldo migratorio con 1332 persone cancellate dall’anagrafe per passaggio ad altro Comune, e 1158 iscritte in arrivo. Pressoché stazionario il numero delle famiglie 16.504 (erano 16.510 nel 2012). Significativo è poi il fatto che ben 9.900 (il 60%), siano composte da uno o al massimo 2 componenti. Andando a distinguere i dati tra le frazioni, Oriago è la realtà più popolosa con 10.751 residenti (-79 rispetto al 2012). Seguono poi Mira Taglio con 7.967 residenti (-56 dal 2012), e Mira Porte con 6.718 (+14). C’è Gambarare con 4.373 abitanti e Borbiago con 4.152. In coda Malcontenta, che nella parte che ricade nel Comune di Mira conta 2.560 residenti, e Marano con 2.350. Anche gli stranieri sono in calo per la prima volta (-84): al 31 dicembre i residenti erano

Nicky studentessa premiata al Quirinale

3.114, rispetto ai 3.198 di fine 2012. Anche qui le donne sono più degli uomini: 1689 rispetto a 1.425. I cittadini comunitari sono 945, gli extracomunitari 2.168, c’è anche un apolide. Ben 84 le nazionalità rappresentate, 10 in più dell’anno precedente. Quella più numerosa è la rumena con 757 residenti, seguono la Moldavia con 491 (di cui ben 309 donne), il Marocco con 244, la Macedonia con 226 e l’Albania con 188. Gli acquisti di cittadinanza sono stati 57. In decisa flessione, i matrimoni, ma questo è un trend che si conferma, se pensiamo che erano stati 144 nel 2011, per scendere a 118 nel 2012 ed arrivare a 98 nel 2013. Forse il dato più eloquente della crisi economica che colpisce tanti nuclei familiari, assieme a quello del calo delle nascite. I matrimoni civili si confermano in maggioranza (64) rispetto a quelli religiosi (34).

Nicky Passarella, studentessa dell’Istituto Comprensivo Mira 1, è stata premiata dal Presidente della Repubblica, per il Concorso “Donne per le Donne”. Nicky, ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria con un’opera artistico creativa dal titolo “Made in Italy?”. “Ho rappresentato una donna indiana - dice - che cuce con una vecchia macchina da cucire le magliette che noi ragazzi indossiamo, e poi ho ritagliato tutte le etichette che sono riuscita a trovare: nessuna ha la scritta made in Italy. Quella donna avrà tempo da dedicare ai suoi bambini?”

Borbiago, addio a Causin l’ultimo dei combattenti E’ morto all’età di 90 anni Dorino Causin, l’ultimo rappresentante dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Borbiago. “Causin era conosciuto in paese spiega il consigliere del Pd Guerrino Palmarini. Per tanti anni ha curato il monumento dei caduti, e ha organizzato le manifestazioni e commemorazioni pubbliche in ricordo degli eventi bellici”. La notizia della sua morte ha fatto il giro del paese e in tanti hanno portato alla famiglia il loro cordoglio.

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are azioni sociali e contemporaneamente aumentare la sicurezza di chi è più debole. E’ questa l’opportunità che offrono da marzo i volontari dell’Associazione “Centro anch’io” di Oriago. Una opportunità pensata per tanti anziani con difficoltà a muoversi da soli che non possono fare la spesa, ma anche uno strumento di maggiore sicurezza nei confronti di furti e scippi. Sono tante, infatti, le attività che quotidianamente si praticano al Centro Anziani di Oriago, grazie al lavoro volontario dei soci dell’Associazione “Centro anch’io”. Si va dal laboratorio intergenerazionale del giovedì, al servizio di trasporto per le visite in ospedale, o presso i centri di riabilitazione, per chi non dispone di un mezzo proprio e ha difficoltà di deambulazione. Ci sono momenti di incontro per apprendere semplici lavori manuali, corsi di alfabetizzazione informatica, serate di lettura o di divulgazione socio-sanitaria, c’è la vivace attività del coro polifonico e della Compagnia teatrale “Quelli dell’Orsa Minore”. Sulla questione si spiega il comune di Mira. “Ultimamen-

te – dice l’assessore alle Politiche Sociali Francesca Spolaor – l’impegno di alcuni volontari si sta concentrando su un servizio semplice ma di grande utilità: la spesa assieme. Un’iniziativa che prevede l’accompagnamento ai negozi o al supermercato, una volta alla settimana, di un gruppo di persone per lo più anziane, aiutate da un operatore comunale e da due volontari. In questo modo si favorisce la socializzazione a persone che per problemi oggettivi, per difficoltà a spostarsi o sempre più spesso per timore di essere vittime di furti o scippi, quasi non escono più di casa e perdono così i vantaggi di una buona vita di relazione”. Chi volesse saperne di più sul servizio “spesa assieme”, ma anche sulle tante altre opportunità messe in campo dai volontari dell’Associazione “Centro anch’io”, può telefonare allo 041 5631794, o fare visita al Centro Anziani, in via Lago di Misurina 15 a Oriago. Il comune di Mira spera che questa iniziativa utile dal punto di vista della sicurezza venga mutuata in tante altre frazioni del territorio comunale. A.A.



8 Mira Interventi Consiglio comunale straordinario nelle scorse settimane

“Romea Commerciale, il progetto va ritirato”

L’Intervento

“Sulla difesa idrogeologica la Regione ha speso male e poco” di lucio Tiozzo*

di Alessandro Abbadir

segue da pag.

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o secco del Consiglio comunale di Mira al corridoio autostradale Orte-Mestre. L’ordine del giorno approvato chiede “il ritiro del progetto preliminare approvato dal CIPE a novembre, l’individuazione di alternative più sostenibili, più economiche e più efficaci (come la deviazione del traffico pesante verso la A13) e un programma di interventi urgenti per la messa in sicurezza della SS309 Romea”. Al sindaco Alvise Maniero e alla giunta il Consiglio ha chiesto inoltre l’impegno a valutare azioni legali per contrastare la realizzazione del progetto. Il documento, proposto dai gruppi “Mira fuori dal Comune” e “Movimento 5 Stelle”, ha visto il voto dei consiglieri di maggioranza e di Donadel (Mira fuori del Comune) e l’astensione di Marcato (Noi per Mira). I Gruppi del Pd e di Forza Italia sono usciti in precedenza dal Consiglio. E’ questo in sintesi il succo del Consiglio comunale straordinario tenutosi a Mira nelle scorse settimane sull’autostrada OrteMestre, a cui hanno partecipato i sindaci di Campagna Lupia, Camponogara, Dolo, Mirano, il vice sindaco di Codevigo e funzionari tecnici della Regione e dell’Anas. Molti i cittadini presenti, i comitati e le associazioni. Il dibattito ha fatto emergere il grande timore dei comuni per l’impatto devastante che l’autostrada potrebbe avere sul territorio, qualunque sia l’ipotesi di tracciato finale. E’ emersa l’ipotesi di innestarla nell’ultimo tratto sull’autostrada A13, e procedere ad una completa messa in sicurezza dell’attuale Romea. L’Anas, presente con l’ingegner Ettore de la Grennelais, ha manifestato piena disponibilità, sottolineando “come nei prossimi anni per la sicurezza in Romea sono previsti investimenti per cinque milioni di euro. Tra i lavori rientra anche il sottopasso di via Bastie”. Il dibattito è stato caratterizzato dal confronto tra chi, come i sindaci, parte dalla constatazione che il progetto è ormai avviato, e a questo punto serve unità e condivisione delle scelte per ottenere attenzione sulle esigenze del territorio, e chi punta ancora al ritiro del progetto e

NEWS

Il sindaco Alvise Maniero: “L’autostrada è una violenza e le violenze si rigettano” Traffico sulla Romea

a fermare tutta l’opera. “Il progetto o lo gestiamo o lo subiamo – ha osservato il consigliere Fabio Zaccarin, mentre Roberto Marcato si è chiesto se a questo punto abbia senso chiederne il ritiro. “Meglio piuttosto coinvolgere tutte le amministrazioni della Riviera e del Miranese - ha detto - così da realizzare la più efficace unità e sinergia sulle proposte di modifica”. Netto, il rifiuto dell’autostrada da parte delle associazioni e dei Comitati che sono intervenuti nel dibattito. Per Luca Lazzaro, Cia Venezia “Questa nuova arteria assorbirà ingenti capitali, meglio utilizzabili per la sicurezza idrogeologica del nostro territorio e anzi, creerà problemi idraulici più gravi”. Rebecca Rovoletto di Opzione Zero ha detto che “Una scelta del Cipe può comunque essere revocata. Il consigliere Mattia Donadel ha ricordato

il successo della lotta unitaria contro l’elettrodotto Terna. Con loro si è trovato pienamente d’accordo il sindaco Alvise Maniero: “Il documento - ha detto a conclusione del dibattito Maniero - presentato al Consiglio parla chiaro. L’opera che si vuole realizzare è devastante per il territorio, e lo è ancor di più per l’economia del nostro paese. Si regge, infatti, sulla truffa del project financing che dà ai privati l’opportunità di un investimento a rischio zero, dal momento che le eventuali passività saranno ripianate con soldi pubblici, cioè degli stessi cittadini che nel frattempo pagheranno anche il pedaggio per circolare sull’autostrada. Il progetto è una violenza e le violenze si rigettano”. Alla fine il voto ha detto no in toto al progetto e ne ha chiesto, conseguentemente, il ritiro.

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Un errore fatale per due motivi. Da un lato perché l’incuria e la scarsa manutenzione hanno trasformato anche gli eventi atmosferici di media portata in una spada di Damocle calamitosa. Dall’altro perché si è rivelata tremendamente miope la visione di chi non ha mai considerato la tutela ambientale come risorsa, come garanzia di una tenuta economica e produttiva di un intero territorio: basti pensare a quante famiglie e aziende sono state irrimediabilmente messe in ginocchio a causa di un’alluvione. Cambiare passo significa spostare le logiche di gigantismo che, fisicamente, hanno intasato fino all’inverosimile la terra veneta in direzione dell’unica, vera, grande opera che doverosamente deve essere ora compiuta, rendendo sicure, compatibili con l’ambiente ed ugualmente produttive le nostre terre. Questo lo si può fare approvando una nuova legge regionale contro il consumo del suolo, proposta che il PD ha presentato da mesi. Ma anche puntando su norme urbanistiche, anche importanti per l’economia locale, come il Piano Casa, che non privino comunque le amministrazioni locali del loro compito di vigilare su ogni forma di speculazione dannosa per il territorio stesso. Di sicuro è indispensabile mettere a disposizione le risorse: per la voce ‘Tutela del territorio’ la Giunta Zaia aveva previsto per il 2014 uno stanziamento di 166,8 milioni. Praticamente gli stessi soldi del 2013 (165,9 milioni) e addirittura meno di quelli stanziati nel 2012 (175,6 milioni). E’ evidente che così non va e che si debba fare uno sforzo straordinario per aumentare di molto questa cifra. Il PD ha proposto un piano di investimenti decennale: 100 milioni in più, rispetto alla proposta della Giunta, nel 2014 e 50 milioni per ognuno dei successivi nove anni, da destinare esclusivamente ad opere infrastrutturali straordinarie di difesa permanente, che esulano dall’ordinaria manutenzione. Basti pensare ai bacini di laminazione, piuttosto che alle barriere subacquee per la tutela degli arenili, per i quali ormai la periodica attività di ripascimento si rivela dispendiosa ed insufficiente. Il presidente Zaia non si limiti ad invocare finanziamenti statali, gli stessi che peraltro hanno consentito di realizzare una parte di interventi negli ultimi anni: decida di fare la propria parte e di investire per il futuro del Veneto. * Capogruppo PD in Consiglio regionale

Cantieri

A maggio aperta la bretella per l’autostrada

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rriva una buona notizia. Per metà maggio sarà aperta la nuova bretella di collegamento fra l’autostrada e la brentana. Ma non solo. Prima sarà aperta la pista ciclabile parallela a via Valdarno- Monte Sommo. Lo spiega l’assessore ai lavori pubblici Luciano Claut. “Sono prossimi a finire - dice - i lavori sulla bretella di collegamento tra la regionale 11 e il casello autostradale di Oriago, attraverso via Monte Sommo e via Valdarno. Veneto Strade ci ha comunicato che a

fine marzo sarà percorribile la pista ciclabile che corre parallela alla strada, mentre per l’apertura della bretella al traffico automobilistico l’appuntamento è nella prima metà di maggio. Si tratta di una notizia positiva, perché la chiusura di via Monte Sommo per la costruzione del nuovo ponte sullo scolo Zezenigo e della nuova viabilità di raccordo con via Giovanni XXIII, aveva costituito un grosso problema per gli automobilisti, ma soprattutto per il centro di Oriago e per via Boldani a Borbiago dove

si era indirizzato il traffico di attraversamento. Per l’apertura completa della strada al traffico basterà aspettare altri due mesi”. C’è anche un’altra buona notizia. “Veneto Strade - spiega Claut - ci ha informato che entro aprile sarà elaborato il progetto del sottopasso ciclabile di via Monferrato a Borbiago, per il quale i cittadini e l’amministrazione si sono vigorosamente battuti nei mesi scorsi”. Si tratta, però, in questo caso di una promessa da verificare scrupolosamente. Da tempo infatti,

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i cittadini aspettano il via libera al progetto, progetto che tra l’altro era già stato annunciato anche su facebook dall’assessore regionale Renato Chisso. Restano invece sempre problematiche le questioni collegate ai due cantieri presenti contemporaneamente sulla regionale 11.

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Mira 9 Territorio Piove ma nell’area del Lusore non funzionano le pompe perché vecchie

Oriago allagata, montano le proteste In sofferenza: via Basilicata, via Ghebba, via Emilia e via Liguria. A mollo, 25 fra magazzini, pianterreni e scantinati di Alessandro Abbadir

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icurezza idraulica, diverse vie di Oriago, la più popolosa frazione di Mira, sono andate sott’acqua nelle scorse settimane. All’inizio del mese due pompe sono andate in tilt e venticinque famiglie si sono trovate con magazzini e scantinati allagati a pochi metri dal canale Lusore, in via Ghebba. A lato del canale Lusore, infatti, erano state posizionate nel giro degli anni, tre pompe di aspirazione che servono a rendere sicura tutta l’area. Visto che ne funzionava solo una, non era sufficiente a drenare l’acqua dalla rete di scolo e riversarla nel ca-

Comune

nale gestito dal Consorzio di bonifica. Sono finite sott’acqua via Basilicata, parte di via Ghebba, via Emilia e via Liguria. In tutto a mollo, 25 fra magazzini, pianterreni e scantinati di altrettante famiglie e due negozi. I residenti si sono svegliati nel corso della notte e hanno chiamato i pompieri. L’acqua però era già salita a 30 - 50 centimetri, negli scantinati e magazzini. Le polemiche non si sono fatte attendere. “E’ da mesi – spiega Paolo Gasparini residente in via Liguria – che segnaliamo al comune di Mira che le pompe sono vecchie ed obsolete. Ma cosa

aspettano che finiamo sott’acqua ad ogni pioggia? Gli uffici tecnici e dei lavori pubblici hanno assicurato che queste pompe saranno sostituite in tempi rapidi. Speriamo sia vero”. I residenti poi segnalano un altro problema sempre sul Lusore dal punto di vista idraulico. “Da anni – spiegano – segnaliamo che un fossato scarica sul Lusore, anche quando è in piena, a causa del malfunzionamento di una boa che regola i flussi. Cosa aspetta il Consorzio di Bonifica a ripararla o a sostituirla?” Intanto è partita l’ultima fase dei rilevamenti per la redazione del Piano

I lavoratori bocciano la riorganizzazione dell’ente

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’assemblea generale dei lavoratori del comune di Mira ha bocciato il nuovo assetto organizzativo voluto dalla giunta grillina del sindaco Alvise Maniero. A spiegarlo sono tutte le sigle sindacali: Cgil, Cisl e Uil e le Rsu. L’accusa è che la riorganizzazione sia stata fatta in modo poco attento e che

Allagamenti della Acque di Mira, con la rilevazione della rete urbana di deflusso delle acque piovane. Le operazioni dureranno quattro settimane (fino a metà aprile) e si svolgeranno ogni martedì e giovedì. ”Con questa serie di rilevazioni – spiega l’assessore comunale Luciano Claut – completeremo il Piano delle Acque, un piano che partendo dalla rete già attiva, individuerà gli interventi per superare le criticità esistenti”. Va ricordato comunque che sono molte le zone di Mira che sono a rischio idraulico. C’è quella a

porti alla paralisi della macchina amministrativa di Mira che conta 150 dipendenti. “Il nuovo assetto organizzativo che è stato approvato – spiegano nella nota Cgil Cisl e Uil – non tiene conto soprattutto in una prospettiva di analisi preventiva, della dimensione e complessità dei servizi dei carichi di lavoro delle mansioni e delle professionalità esistenti. La giunta ha perseguito un modello di riorganizzazione astratto e decontestualizzato, senza tener conto della specificità del comune

nord della Brentana ad Oriago fra il Lusore e la camionabile, via Valdarno e la zona di via Malpaga a Borbiago. A Mira Taglio nel quartiere di via Gramsci: vanno sott’acqua via Toti, via Pavesi, via Dante. Situazione in via di miglioramento grazie al funzionamenti di pompe idrovore ad attivazione automatica a ridosso dei canali Comuna e Serraglio. In sofferenza a Mira Porte via Don Minzoni, via Mocenigo, via Valmarana e la zona di via Molin Rotto a Gambarare, dove a tracimare qui son sempre canalette e fossati.

di Mira”. Pesanti le considerazioni. “Questa riorganizzazione voluta dalla giunta – spiegano nella nota – persegue con perseveranza quasi maniacale, un approccio iper formalista della burocrazia a scapito dei risultati del funzionamento dei servizi e del raggiungimento degli obbiettivi“. I sindacati chiedono alla giunta grillina dopo la decisione dell’assemblea dei lavoratori, di “sospendere immediatamente gli atti di riorganizzazione adottati”. A.A.

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10 Campolongo Lavori pubblici Il comune aspetta da anni il contributo da oltre 800mila euro

Elementare, la Regione non paga Il sindaco Campalto “Senza soldi i lavori saranno interrotti” di Alessandro Abbadir

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a Regione Veneto non eroga i fondi per la costruzione della nuova scuola elementare di Campolongo, e il sindaco Alessandro Campalto insieme ai consiglieri regionali del Pd Bruno Pigozzo, Lucio Tiozzo e Giampiero Marchese insorgono e chiedono spiegazioni al presidente Luca Zaia. Sembra uno scherzo, ma nell’Italia degli inghippi burocratici non è così. Se i soldi comunque non arrivano, i lavori che dovrebbero concludersi quest’anno a settembre, saranno di fatto interrotti. Sabato 16 marzo inoltre è stata organizzata dal comune e dai genitori una protesta all’interno del cantiere della scuola in costruzione. Ma facciamo un passo indietro. “Nel 2012 – spiegano i consiglieri regionali e il sindaco – il comune di Campolongo ha avviato i lavori per la realizzazione della nuova scuola elementare che dovrebbero terminare entro il prossimo mese di settembre, e dovrebbe ospitare 200 bambini circa. Finora il comune ha sostenuto con grande sacrificio questo importante progetto, il cui costo com-

La scuola elementare progettata a Campolongo Maggiore plessivo è di oltre 1,6 milioni di euro anche grazie al contributo di 819.032 euro assegnato dalla Regione Veneto per l’edilizia scolastica”. Il comune di Campolongo però, spiega che i lavori la cui conclusione è prevista per il mese di settembre 2014, sono partiti a spese dell’ente locale e del contributo assegnato dalla Regione non si è visto nemmeno l’ombra. “Ad oggi purtroppo – continua il sindaco – a causa del fatto che la Regione non ha versato neppure parzialmente il contributo assegnato, non siamo come Comune nelle condizioni di farci carico per intero della spesa, per motivi di rispetto del Patto di stabilità.

Cultura Incontro con Boris Pahor

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lezione da un maestro di letteratura e storia sul tema della discriminazione razziale e del rispetto dei diritti umani. Questo il senso dell’incontro che si è tenuto al palasport di Liettoli di Campolongo con lo scrittore Boris Pahor, centenario autore italiano di nazionalità slovena. Pahor più volte candidato al Nobel per la letteratura. Ha incontrato 500 studenti delle scuole medie di Campolongo e Mira e ha raccontato loro la sua lunga esperienza di vita. Il professore, nella sua lezione, ha testimoniato ai ragazzi, gli orrori del passato e la sua chiara condanna a tutti i totalitarismi e dittature. Pahor nato nel 1913 ha vissuto gli anni dell’occupazione italiana. Dopo l’8 settembre del 1943 a causa dell’armistizio di Badoglio, i tedeschi, divenuti nemici degli italiani, lo catturarono perché italiano nel 1944, lo portarono nei campi di concentramento francesi nei Vosgi. Lì Pahor si finse infermiere e poté così salvarsi da una prima conta verso i forni crematori, successivamente fu portato a Bergen Belsen e lì vi rimase fino alla liberazione del campo. Tornato a Trieste si laureò a Padova nel 1947 e successivamente si mise a scrivere libri in lingua slovena, tradotti poi in tutte le lingue come il best seller Necropoli. Pahor è stato insignito in Francia della Lègion d’onore, e poi è stato più volte candidato al premio Nobel per la letteratura. Ad accoglierlo a Campolongo c’era il sindaco Alessandro Campalto. L’incontro è stato organizzato dalle associazioni Mondo di Carta ed Auser in collaborazione con il comune di Campo-

Sta avanzando il concreto rischio del blocco delle attività da parte dell’impresa per mancato pagamento dei lavori eseguiti”. I consiglieri regionali hanno presentato una interpellanza urgente il sindaco e i genitori dei bimbi ancora ospitati nella vecchia scuola, ormai inadeguata hanno organizzato nel cantiere della nuova scuola in costruzione una manifestazione dal titolo chiarissimo ”I bambini non aspettano: loro crescono”. Insomma, il braccio di ferro continua, e si attende dalla Regione Veneto il contributo assegnato, al più presto possibile. Altrimenti a farne le spese saranno proprio i bambini.

NEWS Politica

Molena eletto segretario del Pd

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olitica, tempo di novità a Campolongo. Stefano Molena 42 anni dipendente Concessionarie Autostradale Venete, è il nuovo segretario del Pd unione comunale. Assieme a Molena è stato eletta anche la nuova segreteria del Pd: Davide Vecchiato, Antonio Paggiarin, Lorenza Paggiarin, Dario Albiero, Dario Chiericato, Elena Milani, Elena Andreatto, Angela Grigoletto, Paolo Bordin, Daniele Campalto. “Come Pd puntiamo Stefano Molena a porre l’attenzione – spiega il nuovo segretario Molena – sui problemi di Campolongo Maggiore e delle sue frazioni. I temi su cui focalizzarci saranno la sicurezza idraulica, la Città Metropolitana di Venezia, l’Unione comunale della Riviera del Brenta, lavoro, di scuola, di stato sociale locale, risparmi nella P.A. Su questi temi ci dovremo confrontare senza strumentalizzazioni. Nell’ottica di apertura e coinvolgimento di tutte le sensibilità del centro sinistra, in piena autonomia, consapevoli di dover impegnare tutte le energie vive della società locale disponibili a dare una mano seria, al futuro del nostro partito. Ci impegniamo a costruire un percorso collettivo per creare un dibattito locale sulla qualità e sulle risposte che anche l’attuale amministrazione comunale sta dando, prendendo atto delle mutate condizioni economiche e sociali che ci obbligano a dare risposte nuove, in grado anche di metterle in campo. Vogliamo continuare ad essere una delle più grandi forze politiche del territorio (che esprime il sindaco Alessandro Campalto) che guarda alla crescita di Campolongo Maggiore, senza lasciare indietro nessuno, consapevoli che la coesione sociale, l’essere una comunità, sia la migliore risposta alla crisi che viviamo”. A.A.

Economia Artigiani

Crisi, l’impresa femminile tiene

longo e l’istituto Diego Valeri. Intanto sempre a Campolongo un altro appuntamento culturale è in programma il prossimo 4 aprile. Ci sarà il “processo pubblico” per Dante Alighieri, padre della lingua volgare italiana. A recapitargli il “rinvio a giudizio” è stato il Pm padovano Sergio Dini per conto del “Tribunale speciale di Campolongo” con l’accusa di narcolessia. È stata fissata la data del “processo pubblico” che si terrà nella sala consiliare di Campolongo il 4 aprile. Presidente della “corte giudicante” sarà Graziana Campanato la presidente della Corte d’Appello di Venezia che condannò Felice Maniero e ne confiscò i suoi beni. Questa la curiosa iniziativa organizzata dalle associazioni Auser e Mondo di Carta. Dante dal canto suo ha come avvocato difensore Marco Matterazzo del foro di Venezia. Il medico Maurizio Berto spiegherà i sintomi della narcolessia nella stesura del libro più letto e tradotto al mondo. Nelle vesti di Dante AliA.A. ghieri ci sarà lo scrittore Francesco Fioretti.

L’ex Macello a Dolo

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’imprenditoria femminile in Riviera del Brenta tiene nonostante la crisi. Sono questi i dati che emergono dall’Associazione Artigiani ”Città della Riviera del Brenta” riferiti all’ultimo quinquennio, quello cioè in cui la crisi ha colpito più duro. Nell’anno 2009 le ditte individuali iscritte all’associazione erano il 15,75, sul totale complessivo delle individuali, rappresentavano il 9,85% della cifra complessiva riferita alla totalità delle aziende (sono circa 1200 le aziende associate in tutto). Nell’anno 2010 erano rispettivamente il 15,97% e il 9,75 % del totale. Una piccola flessione è arrivata con il 2011 quando le aziende individuali femminili sono scese al 14,50 % e sul totale delle ditte all’8,82%. Nell’anno 2012 già i dati sono migliorati con una risalita delle aziende individuali femminili al 15,61% s e sul totale delle ditte al 9,54

Dopo una flessione nel 2011, la percentuale delle imprenditrici è tornata ad aumentare

%. Ancora meglio è andata nel 2013 con le aziende individuali al 16,36% e la presenza femminile sul totale delle ditte al 9,52%. “Questi dati – spiegano il presidente dell’Associazione Artigiani Salvatore Mazzocca e il segretario Franco Scantanburlo – sono un segnale importante, incoraggiante che premia la preparazione e tenacia delle nostre imprenditrici artigiane della Riviera, di fronte alla crisi economica in atto. Imprenditrici che oltre ad avere la responsabilità di impresa, devono confrontarsi ogni giorno con quella pesante eredità fatta di stereotipi, pregiudizi, ma anche diversità di approccio al lavoro, insito nella natura femminile“. Esistono però anche delle criticità specifiche che Antonella Boldrin presidente del Comitato Donne e Impresa dell’Associazione Artigiani Città della Riviera del Brenta vuole sottolineare. “Fare impresa e essere donna spesso – dice – in un periodo di crisi come questo anche nel comprensorio della Riviera è doppiamente difficile. Si notano a volte tempi più lunghi negli iter per l’accesso al credito. Essere donna non facilita le cose, è un atteggiamento mentale diffuso che fa fatica a scomparire”. Salvatore Mazzocca e il funzionario Diego Favero, sono chiari. “Il miglior modo per superare logiche che sono state ereditate nel tempo – spiegano – è quello per la donna imprenditrice di procedere senza renderle un fardello psicologico, la legislazione è già chiarissima in tema di diritti e non ammette discriminazioni e su questo saremo sempre vigili e attenti. Le differenze di genere legate ad esempio a maternità e periodo di allattamento devono poi essere smussate da politiche di pari opportunità sempre più precise”. Per comprendere e valorizzare i problemi legati alle tematiche femminili l’Associazione Artigiani ha organizzato insieme al Centro Italiano Femminile (Cif) e al comune di Dolo, nelle sale dell’ex Macello, una settimana esperienziale con quattro serate a tema che hanno avuto grande successo. R.P.



12 Camponogara Interventi L’amministrazione uscente illustra il progetto “Luce 2”

Piano luce, si punta al risparmio Il 25 % dei costi energetici di un Comune, sono ascrivibili all’illuminazione stradale di Roberta Pasqualetto

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igliorare e potenziare la pubblica illuminazione per garantire un servizio più efficiente e dare più sicurezza ai cittadini e risparmio e sostenibilità. Questo è lo slogan adottato dal comune di Camponogara che vuol intervenire attraverso la riqualificazione energetica, la manutenzione straordinaria, l’adeguamento a norma e l’adeguamento tecnologico (alcuni dei quali in corso di realizzazione), agli impianti di pubblica illuminazione nel territorio. “Si tratta di lavori che abbiamo programmato in base al progetto Luce 2 – dice il sindaco Giampietro Menin – e in adeguamento al piano luce approvato dall’amministrazione comunale di Camponogara, al fine di dotare di una rete d’illuminazione pubblica sempre più moderna ed efficiente, riducendone anche i costi della bolletta elettrica che oggi rappresenta una delle voci maggiori di spesa del bilancio comunale a causa dell’obsolescenza di alcune reti”. Gli interventi risolveranno disservizi legati alla obsolescenza degli attuali impianti, e ridurranno in modo rilevante il consumo energetico e i relativi costi per la collettività. L’illuminazione stradale, infatti, genera tra il 15% e il 25 % dei costi energetici di un Comune. Il consumo di energia elettrica che deriva dall’illuminazione pubblica, è stato stimato in circa il 2% dei consumi nazionali. Ciò corrisponde a 5.917 milioni di kWh annui, che a loro volta equivalgono a circa il 3% delle emissioni che il nostro paese deve abbattere per raggiungere gli obiettivi di Kyoto. Questi dati ci fanno riflettere sulla possibilità di ottenere dei risparmi in tempi in cui è indispensabile farlo. In particolare saranno sostituite tutte le lampade al mercurio, con lampade ai vapori di sodio ad alta pressione e agli ioduri metallici, ad elevata efficienza, e/a Led, nei parcheggi e nei parchi. Saranno ottimizzati i parametri illuminotecnici delle strade, e adottati gli orologi crepuscolari astronomici. Tutto ciò comporterà una diminuzione delle emissioni di gas effetto serra e si ridurranno anche le emissioni luminose, contribuendo così alla riduzione dell’inquinamento luminoso. I citta-

Storia Un concorso sulle Foibe

“Scrivi una pagina in più“

Claudio Tessari e Alessandro Cuk presentano il concorso

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l via la seconda edizione del concorso “Scrivi una pagina in più” rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado della provincia, sulle drammatiche vicende del confine orientale e sull’esodo della popolazione istriana di Fiume e della Dalmazia. Scopo del concorso è quello di promuovere la conoscenza e la riflessione sul dramma di 350 mila italiani costretti ad abbandonare le proprie terre. Hanno aderito le amministrazioni comunali di Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Fiesso D’Artico, Fossò, Mira, Salzano, Scorzé, Stra, Vigonovo. E’ intervenuto Alessandro Cuk, presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Venezia. “Il concorso chiude - ha spiegato l’assessore alla pubblica istruzione provinciale Claudio Tessari - idealmente le iniziative che abbia-

Lampioni stradali a Camponogara

dini pertanto possono contare su nuovi e migliori servizi con meno oneri per il Comune, che punta a incrementate le logiche del risparmio e abbattere gli sprechi, una modalità amministrativa di cui l’appalto tramite Consip è concreta testimonianza, che caratterizza l’amministrazione attuale fin dal suo insediamento. Questo progetto oltre ad avere un risparmio economico, ha anche la valenza di riduzione dell’inquinamento. Un argomento molto sentito da questa amministrazione e di grande rilievo in questo periodo storico. Il nuovo contratto per la gestione dell’illuminazione pubblica cittadina prevede anche un monitoraggio del servizio, e un call center con il numero verde 800382960 per le segnalazioni di guasti da parte dei cittadini.

Al primo classificato 500 euro, al secondo 300 e al terzo 200. Altri tre premi in libri mo promosso anche quest’anno nelle scuole superiori in tutto il territorio della provincia per la Giornata del Ricordo. La giornata è stata istituita dallo Stato per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo delle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Il concorso permetterà a centinaia di nostri ragazzi di riflettere e di vivere un’esperienza che va al di là della pura didattica”. Per il presidente Alessandro Cuk: “Questa è una pagina di storia che fino a poco tempo fa era poco conosciuta. Per questo abbiamo impostato come associazione un grande lavoro con tutte le scuole collaborando con enti come la Provincia di Venezia e associazioni, alla presentazione di libri, spettacoli, testimonianze, in grado di far conoscere veramente cosa ha rappresentato questa tragedia. Di recente abbiamo stampato, in collaborazione con il Ministero, una scheda-opuscolo che stiamo distribuendo nelle scuole e non solo, che presenta in modo semplice una breve sintesi storica. Il nostro impegno è stato molto apprezzato e questo ci sprona a continuare su questa strada”. Il concorso “Scrivi una pagina in più” è destinato agli alunni delle scuole secondarie di primo grado della provincia. Le scuole possono inviare gli elaborati entro il 16 aprile. Ogni scuola potrà partecipare con più classi e studenti. Il concorso prevede la produzione di un testo della dimensione massima di tre pagine, o di una presentazione in formato elettronico da inviare con posta elettronica. Una commissione appositamente costituita composta da persone indicate dagli enti promotori, appronterà una graduatoria dei lavori presentati e segnalerà i vincitori. Al primo classificato andranno 500 euro, al secondo 300 e al terzo 200. Altri tre premi in libri andranno agli elaborati segnalati. Insomma anche degli incentivi in denaro per premiare i giovani più bravi. Info mail: concorso.esuli@istruzionevenezia.it. S.H. G.G.

Il 30 marzo

Festa di Primavera tutto pronto

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l comune propone, per domenica 30 marzo, la quinta festa di primavera in concomitanza con il mercatino dell’antiquariato che si tiene ogni prima domenica del mese. Durante l’ultima domenica di marzo, dalle 9 alle 20, in piazza Mazzini, ci saranno una trentina di stand di operatori commerciali alimentari, vivaisti e produttori agricoli che esporranno: piante, fiori, e articoli da giardino, esposizione di prodotti agroalimentari. Questa festa paesana ha sempre molto successo nel territorio probabilmente per il suo richiamo all’inizio della primavera o per il legame alla terra e alle piante. Inizialmente si era pensato di realizzare la festa di primavera con quella degli hobbisti ma, per i produttori ed espositori di fiori, sarebbe stato più complicato per la fioritura. Cosi si è deciso di fare in due date: la prima domenica di marzo esporranno gli hobbisti e l’ultima i fiori e le piante. E’ possibile seguire l’evento sul social network facebook al profilo “festa di primavera a Camponogara”. Sabato 22, si terrà una serata di beneficenza raccolta fondi per Aurora Masato, una bambina di quattro anni rimasta in sedia a rotelle dopo un incidente stradale sulla Romea. L’evento prevede una sfilata di moda con bambini e adulti nel Palazzetto dello Sport di Prozzolo. Alcune pasticcerie locali e supermercati offriranno il buffet ai partecipanti. Il ricavato della vendita dei biglietti andrà alla piccola Aurora per finanziaR.P. re parte delle sue cure.

calcroci Inaugurato l’asilo parrocchiale

E’

stata inaugurata il 16 marzo alla presenza del vescovo di Padova la nuova scuola dell’infanzia parrocchiale “Maria Bambina” di Calcroci che già ospita 75 bambini. A spiegare di che struttura si tratta, e la storia dell’asilo parrocchiale di Calcroci, ci pensa il parroco della frazione di Camponogara don Carlo Pampalon. “L’asilo – spiega Don Carlo – è stato edificato in due anni dal 1950 e nel 1953 fu benedetta la cappella annessa. Le prime suore di Calcroci, Suore Minime del Suffragio, arrivano nel settembre 1954. Nel 1955 fu eretta la parrocchia di Calcroci. Nell’aprile 1969 l’asilo parrocchiale passò dalla primitiva costruzione, ormai inadeguata, agli ambienti del sotto chiesa. Il sotto chiesa è rimasto la sede della scuola materna parrocchiale fino al 20 dicembre 2013. Dal 7 gennaio 2014 la scuola dell’infanzia “Maria Bambina” con quattro classi, ha la nuova sede nel grande edificio di Piazza don Teodoro Burattin 1, cioè nel centro

parrocchiale rimesso a nuovo e sistemato ad asilo. Per realizzarlo ci sono voluti tre anni di lavoro. Nel prossimo futuro il sotto chiesa, ex scuola materna, diventerà il centro parrocchiale per tutte le attività pastorali della comunità cristiana”. Alla messa di inaugurazione hanno partecipato oltre al vescovo di Padova e al sindaco, la Madre generale delle Suore Francescane adoratrici della Santa Croce di Casoria (Napoli), i sacerdoti del vicariato col vicario foraneo don Massimo Draghi, le suore di Noventana e quelle del vicariato di Campagna Lupia. All’evento c’erano centinaia di persone, a dimostrazione di come la struttura fosse molto attesa da tutta la comunità di Calcroci da anni. “L’asilo parrocchiale – hanno spiegato molti residenti – svolge una funzione importantissima qui a Calcroci dove nel corso degli ultimi 15 anni sono arrivati tantissime nuove persone ad abitarci. Per questo siamo contenti di questa nuova struttura risistemata”. A.A.


Campagna Lupia 13 Sicurezza idraulica La quinta commissione provinciale approva la delibera

Idrovora di Lova, via libera al potenziamento di Alessandro Abbadir

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ia libera dalla provincia al progetto di potenziamento dell’idrovora di Lova di Campagna Lupia con l’approvazione della delibera ad hoc. Un progetto che una volta attuato metterà in sicurezza idraulica i territori dell’area sud della Riviera e cioè Camponogara, Campagna Lupia e Campolongo Maggiore, ma anche Dolo e Mira. In Provincia, infatti, nelle scorse settimane si è riunita la quinta commissione Protezione civile, Ambiente, Ecologia, Caccia e Pesca, presieduta da Diego Vianello. Ha esaminato la delibera di giunta su “Osservazioni sul progetto sottoposto a valutazione d’impatto ambientale regionale relativo alla ricalibratura della rete scolante di bonifica a sevizio di 1750 ettari” e al potenziamento dell’impianto idrovoro di Lova, e della botte a sifone sottopassante il canale Taglio Novissimo, proposto dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive. Era presente ai lavori il tecnico provinciale Guido Frasson. “Il progetto nasce - spiega in una nota la Provincia - con lo scopo di affrontare le criticità idrauliche ed ambientali del bacino denominato “Settima Presa Superiore” avente una superficie di 4.050 ettari compresi nei comuni di Dolo, Mira, Campagna Lupia, Camponogara, Campolongo Maggiore e Piove di Sacco. Di questi attualmente 1.750 sono a scolo naturale e 2.300 con bonifica meccanica (bacino afferente all’idrovora di Lova). Le acque di scolo dei sottobacini defluiscono nella laguna di Venezia attraverso botti a sifone che passano sotto il canale Nuovissimo. Una

La portata attuale complessiva dell’impianto è di 11.900 litri al secondo, ed è insufficiente

L’idrovora di Lova

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NEWS Scuole

Servono due aule in più alla Leopardi

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Sono stati stanziati dalla Regione 3 milioni di euro per un primo stralcio dei lavori è Lugo del comune di Campagna Lupia, dove convergono i due collettori principali di “acque alte” (scolo naturale per gravità) denominati Brenta Secca e Tronco Comune. L’altra è a Lova dello stesso comune, subito a valle dell’impianto idrovoro omonimo, al quale convergono i due collettori principali di “acque basse” (bonifica meccanica) “Fossa del Palo” e Boligo. La portata attuale complessiva dell’impianto di Lova, è di 11.900 l/s. (litri al secondo) ed è insufficiente alla luce dei recenti e sempre più frequenti eventi alluvionali”. La Regione ha finora finanziato 3 milioni di euro per un primo stralcio dei lavori che puntino alla soluzione dei problemi. “Il progetto e lo studio d’impatto ambientale sono relativi ad uno stralcio progettuale - continua nella nota la provincia - per il potenziamento dell’impianto idrovoro di Lova di ulteriori 2,5 mc/sec rispetto all’attuale. Gli inter-

venti legati alla rete di bonifica generale (come la ricalibrazione corsi d’acqua) saranno affrontati in ulteriori stralci, qualora vi sarà la disponibilità economica”. Nella delibera approvata ci sono osservazioni che riguardano il previsionale d’impatto acustico e il contenimento della torbidità derivante dalle operazioni di scavo. Per il consigliere Guerrino Palmarini (Pd): “Con questo intervento si provvede ad un necessario potenziamento dell’impianto. Come Provincia dobbiamo sollecitare che vengano assegnati ulteriori finanziamenti per completare anche gli altri interventi per mettere in sicurezza il territorio.”

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al sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri arriva una richiesta: servono due nuove classi per la scuola elementare del paese perché dal prossimo anno scolastico, a causa dell’aumento demografico ci saranno 35 bambini in più che, al momento, non si sa dove mettere. “Chiediamo a Governo e Regione - spiega - che ci finanzino gli interventi di risistemazione dell’edificio”. Campagna Lupia è alle prese da una decina d’anni con l’aumento demografico che ha portato la popolazione da 5.800 abitanti a quasi 7100. “Non si è perseguito un aumento demografico spiega Livieri - puntando su condomìni e palazzoni, ma su residence e villette per famiglie. Sia nel capoluogo che nelle frazioni di Lughetto e Lova. Sono cresciute anche le nascite e ora le aule per i bimbi non bastano più”. I soldi per una ristrutturazione interna della elementare Giacomo Leopardi, che è all’interno dell’istituto comprensivo Aldo Moro, non ci sono. “Abbiamo le mani legate - dice Livieri - Non possiamo investire o spendere a causa del patto di stabilità. Siamo decisi a chiedere uno stanziamento ad hoc, per poter sistemare in tempi rapidi le aule, recuperandole da spazi interni, prima dell’inizio del prossimo anno scolastico”. A.A.


14 Approfondimento Camponogara Ancora nulla di definito fra gli sfidanti da contrapporre la ricandidatura del sindaco Menin

Opposizioni, candidature in alto mare Pascale De Falco (centrodestra) e Elisa Boscaro (Movimento 5 Stelle) smentiscono la loro partecipazione di Roberta Pasqualetto

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l prossimo 25 maggio si voterà per le elezioni amministrative comunali. I cittadini del comune di Camponogara, che ha meno di 15 mila abitanti, voterà con una sola scheda per eleggere sia il sindaco che i consiglieri comunali. Ciascun candidato alla carica di sindaco sarà affiancato dalla lista elettorale che lo appoggia, composta dai candidati alla carica di consigliere. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato sindaco, con accanto a ciascun candidato il contrassegno della lista che lo appoggia. Sarà eletto sindaco, il candidato che otterrà il maggior numero di voti. Per il comune di Camponogara, al momento, l’unico candidato certo è l’attuale sindaco in carica Giampietro Menin del Pd. “Stiamo redigendo il programma elettorale e mettendo le basi per quelli che saranno i punti di forza, per la riqualificazioni del territorio totale quali: parchi, strade, marciapiedi, viabilità e per fare delle collaborazioni con le realtà locali quali associazioni parrocchie e scuole. Nella giunta ci sarà un cambiamento e un rinnovo con l’incremento di più presenze femminili: puntiamo a persone giovani che sono importanti per futuro e per il loro apporto di nuove idee”. Per quanto riguarda la Lega Nord, al momento non è ancora stato reso noto il nome del candidato alla poltrona di sindaco ma c’è una rosa di possibili leader. “In questo

momento – dice Elisa Vigolo consigliere comunale lista “patto per i cittadini” – delicato e importante per il futuro del nostro territorio l’impegno della sezione Lega Nord è incentrato nella creazione di un programma elettorale che ha come priorità la qualità della vita e mette al primo posto il cittadino. Stiamo valutando una serie di persone che fanno parte del mondo della politica e cittadine di Camponogara, punteremo molto sull’ambiente e su un Comune a misura di cittadino dal più piccolo al più grande. Un’importante decisione per il futuro è quella delle scuole se vogliamo continuare a temporeggiare o risolvere il problema una volta per tutte con i fondi europei e con i bandi”. Per quanto riguarda Sel, non si conoscono ancora i nomi di possibili candidati. “Stiamo valutando con il Gruppo se, decidere di partecipare alla competizione elettore oppure no – dice Rosalia Tassetto consigliera e lista “sinistra per Camponogara” – noi abbiamo sempre fatto critiche costruttive e cercato di porre delle soluzioni su una rivisitazione della crescita urbanistica del paese, le nostre idee sono di sviluppo generale nel contesto più ampio della Riviera del Brenta. Abbiamo criticato questa amministrazione per scelte costose quali la caserma, spesa che dall’anno prossimo cadrà sulle spalle dei cittadini. Anche il distretto ha avuto un prezzo da pa-

Il municipio di Camponogara gare in perdita di territorio e in ulteriore urbanizzazione. Noi abbiamo un’idea diversa di sviluppo del territorio. A Calcroci è sorto un comitato di cittadini che hanno perso un’area verde diventata edificabile poi la rotonda in via 8 Marzo, nata da un accordo pubblico privato al limite della legittimità. Abbiamo svenduto pezzi di paese per soldi ,ma questo cambierà la qualità di vita nel paese”. Anche per quanto riguarda il Pdl manca il nome del possibile candidato. “Siamo ancora in trattativa e non abbiamo ancora un candidato sindaco – dice Pascale De Falco consigliere gruppo “lista civica Camponogara” – il nostro programma punterà al sociale per dare delle risposte

al problema della disoccupazione giovanile e per tutte quelle famiglie in difficoltà. Un altro punto di forza sarà l’ambiente: stop alla cementificazione e riqualificazione al mondo della scuola provvedendo alla manutenzione davvero necessaria. Non mancheremo di investire nella cultura per sviluppo della persona”. De Falco aveva smentito in modo categorico nelle scorse settimane di essere lui il candidato sindaco. Dal Movimento 5 Stelle non emerge nulla, si era vociferato su una possibile candidatura di Elisa Boscaro ma lei smentisce in modo categorico e dichiara di non aver mai pensato di presentarsi alle amministrative.

STRA In campo tre liste

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tra è uno dei due comuni della Riviera, assieme a Camponogara, in cui questa primavera si voterà per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale. Il comune di Stra ha una estensione di 8,78 km quadrati e comprende, oltre al capoluogo, le frazioni di Paluello e di San Pietro. La popolazione, dato del 31 dicembre scorso, è pari a 7644 cittadini di cui 3949 donne e 3695 uomini. Attualmente il comune è amministrato da sindaco Mario Collini “Stra Rialzati” che ha già confermato di non volersi ricandidare. Finora sono due le liste che si sono presentate per le prossime elezioni comunali: “Crescere è futuro”, che candida l’attuale vicesindaco Maricla Sartori, e “Insieme” che al momento della realizzazione di questo articolo non ha ancora annunciato il suo candidato, che potrebbe essere Caterina Cacciavillani. Alle due liste potrebbe aggiungersi anche il “Movimento 5 Stelle” che in queste settimane ha promosso dei gazebo nelle piazze del comune di Stra per incontrare i cittadini. La prima ad ufficializzare la propria candidatura, con una presentazione svoltasi il 25 gennaio in villa Foscarini Rossi, è stata Maricla Sartori (Crescere è futuro). “Cinque anni fa, con una raccolta firme, mi era stato chiesto di candidarmi. Allora ho detto di no perché non mi sentivo pronta - ha detto nel suo intervento - Oggi però non siamo gli stessi di allora. Questi anni in amministrazione sono serviti a me e alla squadra di giunta per crescere. Ho capito prima di tutto che la politica deve essere fatta a contatto quotidiano con i cittadini.

Oggi abbiamo più esperienza e più conoscenza di cosa significa amministrare. E con noi ci sono tanti volti nuovi, tanti giovani. Per questo posso dire che mi sento pronta”. Poche settimane dopo è stata ufficializzata la nascita della lista civica “Insieme”. “Nel Comune di Stra si è aperta una nuova fase elettorale - si legge nel comunicato stampa che ha riunito un gruppo di persone che con spirito di rinnovamento e onestà intellettuale si sono trovate concordi attorno a dei principi fondanti centrati sul rispetto della libertà e dignità del cittadino. Il primo obiettivo è di rinnovare il quadro politico locale, superando la frammentazione che da anni divide la cittadinanza, per puntare a una nuova e forte alleanza tra cittadini. Si è creata così la nuova lista civica “Insieme”, cui hanno aderito i gruppi “Strada Comune”, “Il mio paese” e “Stracentrosinistra”. Una lista aperta ai cittadini di qualunque ispirazione ideale e politica, decisi a costruire un progetto comune attraverso il metodo democratico G.P. e la partecipazione”.


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Enti locali Taglio delle Province, Delrio fa partire il countdown 34

Porto Tolle Tensioni all’interno del Partito Democratico pag. 17

Centrale Enel Assolti i 25 attivisti di Greenpeace

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PORTO VIRO. ECOCENTRO NTI PRONTO PER I CONFERIME

EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano

non ci avanti al dio palanca parenti”: sono fratelli, amici o è una delle frasi pronunciate intercettazioni della in una delle decine di rete di corruzione recente inchiesta sulla Poche parole legata agli appalti pubblici. una volta se ce ne che sintetizzano, ancora è il criterio adottato fosse il bisogno, qual infedeli e da imprenda funzionari pubblici ovviamente, che ditori complici. Il denaro, e grandi, gli “aggiustifica i favori piccoli procedure, il ritocco giustamenti” di gare e pag. 6 a danno del pubin corso d’opera, sempre di ciascuno di noi. ZIONE blico e, di conseguenza, ROSOLINA, RIQUALIFICANORGE basta anche qualche CARCERE, IL pag. 8 Il denaro, sia “cash”, SERT DEL QUARTIERE euro di tanto in LE CONDIZIONI MIGLIORA banconota da 50-100 SANITARIE di “regali” come pag. 26-27 tanto, che sottoforma anche una mano di il viaggio esotico ma piccolo lavoretto bianco in casa o qualche di piccorruzione nostrana, EDITORIALE dalla “extra”. E’ la pezzatura, quella dalla Giunta ed approvate colo cabotaggio e piccola consiliare predisposte regionale. Geremia Gennari, alla questione, la sala zona grigia di cui nessuno entro la C’è stato un taglio ad che alimenta una bassopolesane in merito è stata recentemente teatro V commissione Potranno avere inizio già chiarezza. E’ il primo l coro delle forze politiche l’ordine del giorno approvato di risorse, soprattutto considerevole conosce i contorni con riqualificazione trasversalmente portovirese pubblico “L’ospedale di Porto ricordando in consiglio comunale fine dell’anno i lavori di tutti gli altri, fino ad di fornitura di è alzato unanime e ca si all’unanimità giustifi dell’incontro poi che agosto che certi farmaci, che passo Rosolina dalla schede soccorso al se del quartiere Norge di del presidio ospedaliecontro la perdita decretata ospedalie- Viro mutilato da Venezia: pronto scandali. 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Sguardo alla Riviera est 17 Dolo, viabilità Il comune contatta 400 famiglie con una indagine campionaria a domicilio

Piano del Traffico, ecco i questionari Installate le apparecchiature per il conteggio automatico del traffico lungo alcune strade di Giacomo Piran

C

ontinuano le attività che porteranno il Comune di Dolo a stendere il Put Piano Urbano del Traffico. E’ partita in questi giorni un’indagine campionaria a domicilio, mediante la distribuzione di questionari a circa 400 nuclei familiari del Comune di Dolo, per integrare le informazioni in merito agli spostamenti acquisite con i sondaggi su strada. Sono state inoltre recentemente installate apparecchiature per il conteggio automatico del traffico veicolare lungo alcune vie del territorio comunale. I rilievi si protrarranno fino al 15 marzo. I

Servizi

dispositivi impiegati sono rilevatori Ecodoppler, posizionati a bordo strada, che, senza condizionare il regolare deflusso, consentono di registrare il numero di veicoli in transito e la classe di lunghezza. Sono previsti anche rilievi a mezzo videocamera presso le intersezioni più rilevanti per il traffico, programmati nelle giornate di martedì, mercoledì e giovedì, nelle fasce orarie di punta cioè dalle 7 alle 9 e dalle 17 alle 19. “Tre sono gli obiettivi che il settore Lavori Pubblici punta a ottenere - si legge nel comunicato stampa - miglioramento delle

condizioni di circolazione e di sicurezza stradale; riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico; risparmio energetico. Il Piano Urbano del Traffico prevede il ricorso a sistemi tecnologici, su base informatica, di regolamentazione e controllo del traffico. Il fine, è quello di consentire le modifiche ai flussi della circolazione stradale che si dovessero rendere necessarie a seguito degli studi”. Dallo scorso ottobre sono iniziate le attività propedeutiche per la redazione del Piano Urbano del Traffico. E stata realizzata un’indagine agli automobilisti in transito,

La Cisl trasferisce la sua sede in via piave

D

al 5 febbraio l’Ust Cisl e UnionServizi Cisl di Dolo ha una nuova “casa”. Gli uffici del sindacato si sono infatti trasferiti nella sua sede operativa che è situata in via Piave 5, all’altezza dell’incrocio con via Matteotti, zona via Zinelli, lungo la strada regionale 11 Brentana. La nuova sede funge

Il traffico in centro con l’ausilio della Polizia Locale dell’Unione dei comuni ‘Città della Riviera del Brenta’ durante gli orari di punta. Le interviste realizzate, hanno consentito di acquisire informazioni in merito agli spostamenti di attraversamento e di scambio nell’area interessata. Già dopo le prime rilevazioni, sono emerse le particolarità del traffico dolese. “Il Comune di Dolo è interessato da forte pendolarismo - prosegue la nota redatta dal

anche da centro mandamentale per i comuni della Riviera del Brenta. A riguardo è intervenuto Giovanni Conte, responsabile Cisl della Riviera del Brenta, che raccontato la decisione di lasciare dopo 20 anni la sede di via Foscarina. “La nuova sede è grande 250 metri quadri – esordisce Conte – risultando più grande e spaziosa della precedente. Il cambiamento possiamo definirlo come una scommessa della sede Cisl Confederale che ha voluto dare più accoglienza e servizi a cittadini e lavoratori in

Comune di Dolo - per la presenza nel suo territorio di servizi rilevanti per la Riviera del Brenta, quali: il Giudice di Pace, i plessi scolastici provinciali, l’ospedale, le sedi amministrative e operative di enti gestori di reti. Le problematiche di congestione della circolazione stradale si registrano in centro a Dolo, dove si intersecano la strada regionale n. 11 Brentana e nelle strada provinciali 19 verso il Piovese e 26 verso Mirano”.

questo momento di crisi”. Gli uffici offriranno assistenza fiscale e legale, pratiche di successione, disoccupazione e mobilità. Saranno ospitate le categorie dei lavoratori del comparto statale (pubblico impiego, sanità, scuola, poste e telegrafonici), del comparto privato (chimici, edili, metalmeccanici, commercio) e i pensionati. Gli uffici rimarranno aperti dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30 mentre il numero di telefono è lo 0412905860 G.P.

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Cultura locale 19 Memoria Curiosa iniziativa del comune di Mira

Tradizioni

Storia del paese, aperto un bando N

La processione di Borbiago

Si intende creare un archivio di documenti fotografici che riguardano i luoghi, le tradizioni, i mestieri e la vita delle passate generazioni di Roberta Pasqualetto

I

l comune di Mira ha aperto un bando per la raccolta d’immagini sulla storia del territorio presso le biblioteche comunali. Questo tipo di raccolta è rivolto a tutti i cittadini e ha lo scopo di recuperare, archiviare e far emergere la memoria del territorio e dei suoi abitanti. Le immagini, che andranno a costituire un archivio di documenti fotografici, ritrarranno momenti di vita privata e collettiva, eventi locali e storici, attività lavorative, attrezzature e ritratti di personalità o luoghi d’interesse storico e artistico. L’amministrazione comunale di Mira, con questo lavoro, intende creare un archivio di documenti fotografici che riguardano i luoghi, le tradizioni, i mestieri e la vita delle passate generazioni, attraverso la raccolta e la digitalizzazione di foto fornite dai cittadini, da fotografi professionisti, da fotoamatori, associazioni, aziende e istituzioni. Le foto di famiglia, oltre al chiaro valore sentimentale per le persone, possono essere importanti testimonianze private, ritratti e auto-rappresentazioni della storia di una comunità

e di com’è cambiata nel tempo. L’obiettivo finale è quello di far emergere, recuperare e archiviare, i documenti fotografici reperibili nella convinzione che siano materiali preziosi per la difesa della memoria di un territorio e dei suoi abitanti, come fonti inedite e indispensabili per la ricerca storica, sociale e antropologica. Altro obiettivo è di fornire un servizio ai cittadini, offrendo loro la possibilità di vedere e conservare, anche in formato digitale, documenti del passato personale e collettivo. L’archivio digitale realizzato con tutto il materiale raccolto, sarà fruibile nelle biblioteche del Comune di Mira, e sarà salvato in formato digitale consultabile on-line. L’archivio fotografico sarà costituito da tutte le fotografie alle quali sarà riconosciuto un valore storiografico del territorio e dei suoi usi e costumi. La scelta delle fotografie sarà presa a giudizio insindacabile dai curatori della raccolta, le fotografie, una volta digitalizzate, saranno restituite ai proprietari. La consegna del materiale fotografico sarà fatta su appuntamento presso le biblioteche

Un’immagine dei mestieri di un tempo comunali di Mira il mercoledì mattina e a Oriago il lunedì pomeriggio; la prima fase di raccolta terminerà il 31 maggio poi ci sarà una seconda raccolta. Questo progetto ricorda l’ultima tendenza che gira in facebook dove ci sono dei gruppi aperti dedicati a paesi, tra questi ci sono i gruppi: “Sei di Oriago se…” o “sei di Mira se...” dove cittadini attuali o del passato pubblicano foto,

scrivono commenti e riportano ricordi storici del territorio e di persone che hanno lasciato il segno. Il meccanismo è di iscriversi al gruppo e di vedere e leggere tutto quello che pubblicano gli altri iscritti, i due gruppi hanno avuto un’altissima adesione da parte di persone di tutte le età: Oriago ha superato le mille e cinquecento iscrizioni e Mira arriva quasi a duemila persone.

el mese di marzo si terranno due appuntamenti a Borbiago: domenica 16 l’ASD Gruppo Podistico Capiteo terrà una corsa podistica non competitiva e, domenica 23, la parrocchia di S. Maria Assunta organizza una processione dedicata alla Madonna. Il 16 marzo si terrà la 14° edizione di “4 passi in campagna” una corsa podistica con tre lunghezze di percorso: 9, 12 e 21 chilometri. La giornata inizierà alle ore 8, in centro a Borbiago alle 9.15; si correrà anche una mini competizione di 3 km dedicata ai bambini. Il percorso di gara si svilupperà verso le zone periferiche, in direzione sud-ovest, procedendo nelle aree rurali della campagna circostante, si rientrerà verso la zona della partenza per poi continuare nelle zone della campagna a nord del paese. Domenica 23 alle 10 si celebrerà la messa presieduta dal Patriarca di Venezia e poi, si festeggerà la Madonna, con una processione lungo le strade. “Questo evento vuole essere un modo di celebrare la festa della Madonna il 25 marzo - dice don Carlo - vorremmo farla diventare una tradizione per la Madonna e per il santuario. Porteremo la Madonna in carrozza trainata da cavalli, per chiedere a Maria che ci accompagni nel nostro cammino. La festa della Madonna era molto sentita in questo territorio e ci piacerebbe riprendere questa R.P. tradizione”.

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La manifestazione a Roma Artigiani, piccoli imprenditori e commercianti in piazza

“Abbiamo fatto sempre da soli, ora il Governo ci deve aiutare”

Semenzato, Confartigianato Venezia: “Siamo quelli del Made in Italy, che producono eccellenze, e rischiamo di scomparire” di Ornella Jovane

“R

appresentiamo l’ossatura del tessuto economico del Paese, una fetta significativa di società che da sempre ha lavorato in silenzio, per conto proprio, nell’ombra, senza mai chiedere nulla. Ora basta! La crisi economica e finanziaria di questi anni ha travolto e investito anche noi e ci ha messo in ginocchio. Questa volta non ce la facciamo da soli. E’ tempo ormai che la politica faccia la sua parte. Chiediamo al governo quello che è un diritto sacrosanto: di metterci in condizione di lavorare in libertà”. Poche parole, determinate, magari amare, ma ancora speranzose e dialoganti, sono quelle pronunciate dal presidente provinciale di Confartigianato, Marco Semenzato, che il 18 febbraio era a Roma, insieme ad una nutrita rappresentanza degli artigiani ma anche di commercianti e piccoli imprenditori che, tutti insieme, hanno sfilato in Piazza del Popolo nella manifestazione nazionale organizzata da Rete Italia Imprese per denunciare le difficoltà di un sistema produttivo al collasso.

Manifestanti veneziani a Roma il 18 febbraio scorso “E’ stata una manifestazione sentita e partecipata, come da tempo non se ne vedevano e per la prima volta le diverse categorie hanno deciso di mobilitarsi sotto un’unica bandiera“ commenta Semenzato raccontando la trasferta romana degli artigiani che dal Veneziano hanno aderito un po’ da tutto il territorio, riuscendo ad organizzare tre pullman pieni, a cui, nella conta, vanno ad aggiungersi coloro che hanno deciso di spostarsi in treno. “Come Confartigianato - riferisce - eravamo oltre un centinaio”. Dalla provincia, contando anche le organizzazioni del commercio e della piccola impresa, sono giunte a Roma un migliaio di persone. “Una significativa rappresentanza - fa osservare - che si faceva portavoce di un numero ben più elevato di persone. Ma di questi tempi è difficile scegliere di chiudere l’attività per una giornata intera...”. Che cosa ha fatto scattare la molla che ha spinto le categorie produttive fino a Roma?

“La necessità di recriminare l’attenzione della politica. Da troppo tempo ormai, - commenta indignato - invece, avvertiamo una distanza cosmica che ci fa percepire la classe politica e dirigente di questo Paese come qualcosa di molto lontano dalle nostre esigenze, dai nostri problemi. Ci siamo trovati a Roma in una fase di passaggio per il Governo, tra un presidente del consiglio e un altro. Ma era fondamentale che chi si fosse insediato dopo la crisi di Governo fosse cosciente del fatto che ci siamo anche noi, che siamo ancora in grado di reagire e di denunciare la nostra stanchezza ad essere considerati carne da macello”. “Senza impresa non c’è l’Italia. Riprendiamoci il futuro” è lo slogan dietro il quale si elencano tutte le richieste del mondo produttivo delle pmi: una politica del credito che permetta di rilanciare gli investimenti, un alleggerimento della pressione fiscale, un costo del lavoro che renda più competitivi, una burocrazia più leggera e razionale. “In estrema sintesi chiediamo al go-

verno un’opera incisiva di salvaguardia delle piccole attività produttive e dei posti di lavoro” spiega Semenzato. “Quando ci siamo contati in Piazza del Popolo a Roma - prosegue nel racconto - ci siamo rincuorati, perché abbiamo potuto constatare di fatto, al di là delle cifre che non sempre rendono l’idea della realtà, che siamo in tanti. Per un giorno siamo usciti dalla condizione di “invisibili” del mondo produttivo e, insieme, ci siamo fatti vedere, conquistando l’attenzione dei media. Ora, il nostro obiettivo è di sfruttare al massimo questa visibilità per urlare - arrabbiati ma non incattiviti - le ragioni di un popolo di piccoli e medi imprenditori che, a differenza delle grandi aziende di società di capitali, ogni giorno rischia in proprio, trascinando con sè nel rischio la propria famiglia. Vogliamo ricordare alla politica che siamo un patrimonio da valorizzare: le nostre attività sono agili, snelle, si riorganizzano velocemente per assecondare le sempre nuove richieste del mercato. Siamo in continua evoluzione. Siamo quelli del Made

in Italy, che producono eccellenze, qualità, originalità nella specificità delle tecniche di produzione e nel prodotto finale”. Eppure le storie dei nostri giorni raccontano di un tessuto sociale e produttivo storico che di giorno in giorno, con la chiusura costante di attività anche di lunga tradizione, rischia di estinguersi. “Quando - osserva - nel saldo tra mortalità e natalità di piccole e medie imprese si bilancia il numero delle attività che chiudono con quello di quante avviano il loro business - saldo che comunque rimane decisamente negativo - non si tiene presente il fatto che le nuove aziende, per lo più individuali, non sono imprese strutturate ma nascono sulla spinta della potente crisi occupazionale e spesso rappresentano l’ultima spiaggia per chi è rimasto senza lavoro. Non è un caso che sono quelle a più elevato rischio di mortalità”. Il tempo degli alibi - dicono - è finito per la politica, ora nell’elenco delle priorità del Governo ci devono essere anche loro.

lA TESTIMONIANZA COMMERCIANTI ESASPERATI: “AlMENO ABBIAMO fATTO SENTIRE lA NOSTRA VOCE”

“N

on riusciremo forse a cambiare le cose, ma almeno ci abbiamo provato. Abbiamo fatto sentire le nostre ragioni perché siamo stanchi di subire sempre in silenzio e di fare i conti tutti i giorni con difficoltà e disagi, spesso più grandi di noi. Senza parlare di chi, e sono in molti, ha deciso di gettare la spugna e alla fine ha pensato di chiudere la propria attività. Non è giusto. Al di là delle nostre vetrine, ci sono storie di sacrificio quotidiano, di coraggio e di pensieri che non ci fanno dormire la notte. E pensare che abbiamo tanto entusiasmo e voglia di fare!”. C’era anche Elena Testoni, titolare del negozio di parrucchiera, Le Kiome di Elena a Maerne di Martellago, a manifestare a Roma. Racconta di una giornata speciale, caratterizzata da una profonda solidarietà nata dal confronto di storie più o meno simili e dalla condivisione degli stessi disagi.

“Ci hanno tolto il futuro” commenta e poi osserva: “Ma come faccio io ad andare avanti se l’unica dipendente che ho mi costa, in tasse, il doppio dello stipendio che porta a casa? Non posso mica lasciarla per strada, ha una famiglia anche lei da mantenere! E così sacrifico il mio stipendio, stringo i denti, nell’attesa di tempi migliori”. Nel viaggio in treno verso Roma si raccontavano le loro vicende, di attività storiche destinate a chiudere di qui a qualche mese, dopo decenni di lavoro, investimenti e progetti andati in fumo, magari sacrificando anche la casa per tentare di risalire la china. Di commercianti costretti a licenziare i propri figli perché non in grado di pagare loro gli stipendi e scoraggiati dall’impossibilità di vedere una prospettiva per il domani. O.J.

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Spazi aperti 23 3 Territorio In provincia si fa il punto dell’attività svolta nel 2013

Piani delle Acque, previsti 240 interventi Sono stati approvati da 17 comuni, adottati in prima fase da 3 comuni, redatti da altri 3 di Alessandro Abbadir

P

iani delle Acque in provincia di Venezia, molto è stato fatto. I piani delle acque sono uno strumento importantissimo di messa in sicurezza idraulica del territorio, con i quali è possibile controllare e correggere le criticità che provocano allagamenti ed esondazioni. Una costante degli ultimi 15 anni. Nel 2013 la Provincia ha svolto per i Piani delle Acque: il monitoraggio dello stato di attuazione; il supporto alla realizzazione e degli interventi previsti, la realizzazione di uno strumento per organizzare e consultare in modo rapido le informazioni contenute, e ha reso più diretta l’attività di monitoraggio Quadro d’Unione. La Provincia ha inoltre contribuito economicamente alla redazione dei piani, cofinanziando progetti e interventi idraulici considerati come necessari dai piani delle acque stessi. Ciò è stato reso possibile in base alla Legge regionale n. 11/01, utilizzando prevalentemente risorse derivanti dalla percentuale di canoni del demanio idrico trasferiti dalla Regione.

L’attribuzione delle risorse si basa sull’esame da parte della commissione di valutazione, composta dai dirigenti dell’ente, che verifica le priorità di intervento su base tecnica. I piani sono stati approvati da 17 comuni: Annone Veneto, Cavallino Treporti, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Cavarzere, Dolo, Fiesso d’Artico, Fossò Marcon, Martellago, Pianiga, Quarto d’Altino, Salzano, Santa Maria di Sala, Scorzè, Stra. Adottati in prima fase da 3 comuni: Gruaro, Portogruaro e Pramaggiore. Redatti da 3 enti locali: Fossalta di Piave, Mirano, Venezia. Affidati da 18 comuni: Ceggia, Musile di Piave, Noventa di Piave, Spinea, Caorle, Chioggia, Cinto Caomaggiore, Concordia, Eraclea, Fossalta di Portogruaro, Meolo, Mira, Noale, San Donà di Piave, San Michele al Tagliamento, San Stino di Livenza, Torre di Mosto, Vigonovo. Gli interventi previsti dai piani delle acque dei Comuni che lo hanno già approvato a fine 2013, sono circa 240. In riferimento

al loro stato di attuazione, 183 non sono stati ancora realizzati, 6 sono in fase di progettazione, 8 in fase di realizzazione e 43 sono stati realizzati. “I piani delle acque - spiega il presidente della commissione consigliare provinciale urbanistica Michael Valerio - hanno un ruolo chiave per quanto riguarda le buone prassi adottate nell’ambito delle politiche locali. Dal 2009 ad oggi sono stati compiuti importanti progressi in un ambito di attività che in passato non era stato adeguatamente valorizzato. Coscienti del buon lavoro svolto, abbiamo visto che non è ancora completato, e pertanto questa tematica deve rimanere prioritaria”. Tra le altre attività sviluppate in questi anni: trasferimenti delle risorse per i piani e gli interventi, promozione e la partecipazione di attività di coordinamento, pubblicazione di un testo divulgativo in materia, redazione della proposta di schema di regolamento fossi privati, divulgazione di regole per la corretta gestione.

AgRICOlTuRA NASCE AgRINSIEME

L

’agricoltura nel veneziano si unisce. E’ nato “Agrinsieme”, il coordinamento di tre associazioni di categoria cioè Cia, Confagricoltura e Cooperative Italiane. Un marchio che diventa il primo del settore in termini di rappresentanza, è stato presentato nella sede della Cia a Marghera. Aderisce ad Agrinsieme complessivamente oltre il 50% delle aziende della provincia, leggi 6000, per quasi 10 mila addetti. A spiegare l’operazione è il direttore della Cia Mario Quaresimin. “Non si tratta di una fusione - spiega Quaresimin - il coordinamento integra patrimoni e valori che vengono esaltati in una strategia unitaria. Agrinsieme costituisce pertanto un reale valore aggiunto rispetto a quanto le organizzazioni hanno realizzato autonomamente. Ci impegneremo su semplificazione burocratica, corretta gestione delle risorse naturali e promozioni di nuove aggregazioni per relazioni economiche e strumenti di servizio per accrescere la competitività e il valore aggiunto del nuovo ruolo della cooperazione agricola”. Vasta la rappresentanza per area. Sono rappresentati in Agrinsieme molti imprenditori del Veneto Orientale, noto per l’altissima qualità del vino, ma anche aziende del settore orticolo di Chioggia e Cavarzere e del radicchio nel Miranese. Resta fuori dal consorzio la Coldiretti che rappresenta il 40% circa della rappresentanza. A.A.

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IL VENETO

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di Ornella Jovane

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li atti di prepotenza e le forme di comporta- proprio dall’anonimato, si trasformino e diano il peggio mento aggressivo che si esercitano nel web di sè”. possono creare danni enormi sugli adolescenti Ma, forse, il peggiore dei connotati che si possono che le subiscono perché si sentono fragili, soli e indifesi attribuire al cyberbullismo è la disumanizzazione dell’atto proprio in quel mondo virtuale nel quale si erano rifugiati. stesso. Incapaci di affrontare la minaccia o, nei casi più gravi la “Se nella realtà - esemplifica lo psicoterapeuta - fra persecuzione, vivono con disperazione l’umiliazione della gli spettatori che assistono ad un atto di prepotenza o di vessazione che si traduce in pensieri tormentati, difficoltà violenza ad un certo punto c’è chi interviene per fermare esistenziale ed incapacità di trovare una via di uscita”. lo scempio, nella rete manca il ritorno empatico, si assiste Il bullismo informatico e le nefaste conseguenze “passivi” come se si stesse vedendo un film, senza che che può avere sulla vita dei ragazzi è un tema di gran- nessuno intervenga”. de attualità che la cronaca ha recentemente richiamato “I social network - commenta Busato - sono una inteall’attenzione dei media con il caso della ragazza di Cit- ressante forma di partecipazione e di comunicazione che tadella che si è tolta la vita lanciandosi dall’ultimo piano tuttavia va utilizzata con responsabilità. Fondamentale da di un albergo, spinta a suicidarsi dalle offese di probabili questo punto di vista è il ruolo degli adulti che devono, sencoetanei sul sito web Ask.fm. Quali sono le caratteristiche za remore e con autorevolezza, lavorare sull’educazione del bullismo informatico, quali le degli adolescenti”. In che modo? conseguenze e come difendersi dagli Un atteggiamento “Rendendo - risponde concluimbarazzante attacchi on-line? dendo Busato - i giovani consape“Il cyberbullismo - risponde Lino si può trasformare voli di rischi e pericoli della rete, Busato, psicologo e psicoterapeuta in video che sviluppando nei nostri ragazzi il - ha delle specifiche caratteristiche si ricorderà all’infinito senso critico per attrezzarli a saper che rendono, rispetto al bullismo distinguere tra il bene e il male. nella vita reale, ancora più disastrose le conseguenze. Non è un compito facile nè circoscritto alle occasioni ma un Innanzitutto è sufficiente un singolo episodio per procurare lavoro che si deve svolgere nei tempi lunghi, sin dalla scuodanni enormi nei confronti della vittima. Un atteggiamento la primaria. E’ fondamentale il passaggio dell’educazione imbarazzante, colto magari occasionalmente durante una socioaffettiva, insegnare cioè ai bambini a stare insieme, festa, si può trasformare in un video scomodo o umiliante educarli all’accettazione dell’altro, al rispetto dell’altro e a che postato, sui social network, apre ad una vetrina ster- vedere e sentire le sofferenze e le emozioni di chi ci sta minata di testimoni. L’umiliazione sarà dilagante anche nel di fronte”. tempo. Il fatto in sè non è circoscritto al momento in cui “Comportamenti basati su forme di prepotenza eserciaccade, ma disponibile 24 ore su 24 nel web. La vittima tate da uno o più soggetti su un minore, ovvero i cosiddetti dell’aggressione subisce l’umiliazione e, nei casi più gravi, atti di bullismo legati all’età, ci sono sempre stati. Ciò che la persecuzione senza tregua, che si dilata all’infinito nello è cambiato, nella rete, non è tanto l’impatto in termini spazio e nel tempo”. quantitativi del fenomeno quanto, piuttosto, il grado di “L’anonimato dietro cui si può tranquillamente na- percezione dello stesso e soprattutto la gravità dell’effetto scondere il “carnefice” è un’altra delle caratteristiche del provocato su chi lo subisce”. Tommaso Palumbo, primo cyberbullismo - prosegue Busato - che spiazza e inquieta la dirigente della Polizia di Stato, dirigente del Compartimenvittima. Accade che ragazzi che nella vita reale non avreb- to Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto, è bero mai comportamenti discutibili, nel web, incoraggiati impegnato in iniziative di sensibilizzazione ed informazio•TINTEGGIATURE E DECORAZIONI PER INTERNI •FORNITURA DI di CIDROPITTURE, allegaro Alessio di Callegaro Alessio TRATTAMENTI PER TINTEGGIATURE E DECORAZIONI PER INTERNI LEGNO E LINEA BIO FORNITURA DI IDROPITTURE, TRATTAMENTI PER LEGNO E LINEA BIO SOLUZIONI DI ILLUMINAZIONE A LED •SOLUZIONI DI P.za Fernando Milani 5 A LED INTERVENTI DI BRICOLAGE E PICCOLE RIPARAZIONI. ILLUMINAZIONE •INTERVENTI DI Liettoli di Campolongo Maggiore (VE) CONSEGNE A DOMICILIO email Gecor.casa@libero.it BRICOLAGE E gecor.casa@libero.it PICCOLE RIPARAZIONI. Cell. 339 6241182 Cell 3396241182 •CONSEGNE A DOMICILIO P.za Fernando Milani 5 Liettoli di Campolongo Maggiore (VE)

GECOR.casa

In alto Lino Busato, psicologo e psicoterapeuta, sotto Tommaso Palumbo, dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto

ne rivolte ai giovani e agli adulti, genitori ed educatori, sul ficazione della vittima”. tema dei social network, della navigazione sicura e sui “Nei nostri uffici – racconta – giungono genitori che pericoli, più o meno nascosti, della rete. richiedono di oscurare video o rimuovere foto e messag“Un tempo – spiega – ci si muoveva in modo sponta- gi mortificanti per i propri figli. Va precisato tuttavia che neo, oggi l’attività in chiave di prevenzione è strutturata e l’operazione richiede il necessario intervento dell’Autorità progettata. La Polizia Postale e la Polizia di Stato si muove giudiziaria e non sempre è agevole e scontata. Senza conin team con il Dipartimento di Pubblica sicurezza del Mi- tare il fatto che, nel tempo di permanenza in rete, video, nistero dell’Interno, col Miur e in partnership con le stesse foto e messaggi possono essere scaricati e i fruitori si molaziende che offrono servizi per la navigazione in internet”. tiplicano a dismisura”. Rivolge l’attenzione in modo specifico al mondo dei Ci sono poi da tener presente le conseguenze legali e social network il progetto itinerante “Una vita da social” penali causate dalla richiesta di rimozione o oscuramento che la Polizia Postale e la Polizia di Stato stanno portando di materiali da internet, dal momento in cui si decide di sul territorio. “Ci muoviamo con un trak attrezzato con fare ricorso alle autorità giudiziarie. aula multimediale – spiega il primo dirigente – nel quale Insomma quella che nella vita reale può essere conorganizziamo incontri con gli studenti e la cittadinanza. siderata una ragazzata, legata alle intemperanze dell’età La presenza di testimonial, personaggi famosi del mon- e catalogata come un comportamento tipico adolescendo dello sport, della cultura e dello ziale, da punire ma nell’ambito spettacolo vicini ai giovani, aiutano Quello che nella vita ristretto della famiglia o comunque a veicolare in modo ancora più reale è una del contesto nel quale si consuma, efficace i messaggi “educativi e “ragazzata” nella rete e tuttavia con una buona dose di informativi” che andiamo portando può diventare un tolleranza, nella rete può diventare reato perseguibile in giro per le città”. facilmente un reato perseguibile. Le tappe venete del percorso “Le nuove tecnologie – fa ositinerante sono programmate per il prossimo 14 aprile a servare il dirigente di Polizia postale - che hanno potenPadova e il 15 a Venezia. zialità enormi, possono perciò diventare insidiose in caso Ed è proprio la tematica dei social network che richia- di comportamenti “insani”, come appunto gli atti di bullima la maggiore attenzione e soprattutto invita a tenere smo, che, se nella vita reale abbiamo imparato ad arginaalta la guardia nell’ambito degli incontri a rischio cyber re, non siamo ancora in grado di gestire con padronanza bullismo. nel web, soprattutto perché non abbiamo ancora fatto gli “La maggiore differenza tra un atto di bullismo nella anticorpi per tenere sotto controllo le conseguenze, che a vita reale e uno subito nella rete – spiega Palumbo – è volte possono essere davvero dolorose”. l’enorme risonanza che quello informatico riesce ad avere, L’unico fronte sul quale si può lavorare con profitto per la possibilità, che offre il web, di moltiplicare all’in- rimane dunque quello della prevenzione. finito i testimoni e l’atto stesso. Una scena di violenza “I figli – conclude Tommaso Palumbo - vanno seguiti, ripresa dallo smartphone – non necessariamente da un ancora prima che nella rete, nella vita reale: vanno responamico o conoscente della vittima che subisce ma anche da sabilizzati ed educati ai valori e al rispetto dell’altro. Vanno una persona sconosciuta che si trova per caso ad assistere sensibilizzati e va insegnato loro che ogni azione che comall’atto di bullismo – una volta postata su Facebook o piono nei confronti degli altri ha delle conseguenze delle su WhatsApp avrà una platea sterminata di visitatori. E quali sono essi stessi responsabili e di cui sono chiamati a questo con la conseguenza di aumentare lo stato di morti- rispondere”.

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Il Veneto in primo piano 11 25 Il saggio”Il profumo dei limoni Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” di don Jonah Lynch

Dall’illusione di essere ovunque al rischio di distacco dal mondo reale di Ornella Jovane

I

l profumo intenso dei limoni, il ruvido della buccia gialla, il loro sapore asprigno. Tatto, olfatto e gusto: sono i tre sensi stimolati dalla vista delle piante che si affacciano nel giardino, verso il quale casualmente lo sguardo si rivolge. La realtà in tutta la sua pienezza non può essere vissuta nella rete: tre quinti di essa, tre dei cinque sensi, non viene percepita. E’ questa la premessa che ha ispirato “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” il saggio pubblicato da don Jonah Lynch nel 2011 e che tutt’ora ispira il vicerettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo a Roma negli incontri con i genitori e docenti sul tema in questione. Recente, al riguardo, il suo intervento a fine febbraio a Vigonza (nel Padovano) sul tema “Io voglio educare”, un ciclo di incontri per non lasciare soli i figli (e anche i genitori) nel mondo virtuale. Nel suo libro “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook” lei analizza l’orizzonte delle nuove tecnologie, ne rileva le utilità e i vantaggi ma mette in guardia anche dai limiti e dai disagi. Ci aiuta don Lynch a capire? “È bellissimo poter comunicare in tempo reale con chiunque, in qualunque parte del mondo, raggiungere agevolmente informazioni un tempo quasi introvabili. Al tempo stesso, questa quasi “onnipotenza” del web e della tecnologia in ge-

nerale è anche il suo lato insidioso: l’illusione di poter essere ovunque, poter sapere tutto e contattare chiunque. La vita digitale presenta questa illusione di illimitatezza, che può generare un distacco dal mondo in cui possiamo agire, toccare, sentire i profumi…”. La tecnologia ha avuto un impatto significativo nella vita di tutti, ma imponente in quella dei giovani, tant’è che noi adulti definiamo le nuove generazioni come “nativi digitali”. Non è che in nome di questa definizione accettiamo - noi adulti - in modo incondizionato e talvolta acritico la massiccia invadenza della dimensione virtuale nella vita dei nostri ragazzi? “Secondo lei, i nostri figli appartengono alla nostra stessa specie? Cioè, chi è nato dopo la rivoluzione tecnologica, che ha prodotto Facebook, Google e gli altri, ha la stessa natura di me e di lei? A mio parere, la natura umana più perfetta è quella di Maria, madre di Gesù. E il Concilio Vaticano II ha detto che Cristo svela l’uomo all’uomo. In Lui, cioè, impariamo chi siamo. Certamente Cristo non è stato un passo intermedio nell’evoluzione verso l’”uomo digitale”. Educare ai tempi di Facebook non è poi così semplice: gli adulti hanno gli strumenti e le conoscenze adeguate per dare ai ragazzi un’educazione idonea a sapersi gestire con autonomia e senza farsi male nella vita che sgorga in “rete”, nelle relazioni che si creano con i social

network? “Educare non è mai stato semplice. La realtà tutta mette sempre alla prova la nostra libertà. Siamo sempre liberi di scegliere di allontanarci dalla verità, da ciò che è bello e vero, ma portiamo anche le conseguenze di quelle scelte. Partecipare alla vita dei ragazzi significa partecipare alla loro giornata, interessarsi a loro, ascoltarli. Educarli vuol dire anche proporre le cose più belle che conosciamo. Se siamo convinti di ciò che diciamo, saremo credibili. In particolare, nell’educazione all’uso delle tecnologie, della rete, vale come sempre dare l’esempio. Quanti di noi adulti sanno rinunciare alle notizie sul telefonino o all’ultimo video su Facebook? Ai ragazzi che educo ho proposto il “digiuno digitale”, il fare a meno, per gran parte della giornata, degli strumenti tecnologici. Domandiamoci: utilizziamo i nostri mezzi di comunicazione, o ne siamo schiavi? Impariamo noi adulti a decidere: ora spengo il cellulare, mi concentro interamente sulla persona che è qui, davanti a me. Questa riscoperta può darci la forza di accompagnare anche i nostri ragazzi”. Si possono creare relazioni di qualità attraverso i social network? O una società iperconnessa in realtà rivela solo delle enormi solitudini, o quanto meno delle relazioni superficiali? “Senza dubbio l’”iperconnessione” può assottigliare lo spessore dei nostri rapporti, può renderli fugaci, veloci come

A lato Don Jonah Lynch sotto il suo volume “Il profumo dei limoni. Tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook”

un tweet o un sms. D’altra parte, però, il web e tutto ciò che offre fa parte della realtà, il web stesso è parte della realtà. Nell’esperienza di una grande amicizia, l’altra persona diventa parte di me, in maniera così profonda che sentiamo la ristrettezza del canale digitale, che è, per sua natura, selettivo, che lascia da parte, inevitabilmente, tante sfumature della realtà”.


26 12 Il Veneto in primo piano Il docente e le nuove tecnologie. Consigli del professor Pietro Gavagnin agli educatori

“Anche gli adulti devono esserci in rete, senza paura” “Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione” di Ornella Jovane

“I

l cielo in una stanza: opportunità e pericoli della rete” è il titolo emblematico di un ciclo di tre appuntamenti che iniziati il 14 marzo a Mestre, presso la scuola media “Don Milani”, proseguiranno il 27 del mese a San Donà di Piave, all’istituto “Ippolito Nievo”, e il prossimo 11 aprile a Chioggia al Galileo Galilei. Agli incontri, organizzati dal Forum provinciale associazione genitori scuola di Venezia, prenderà parte il professor Pietro Gavagnin, docente al Liceo Morin di Mestre, vincitore con il suo progetto pgava.net della sezione “docente dell’anno” al premio nazionale 2013 “Anp per l’innovazione”. Una iniziativa, giunta alla quinta edizione, che si pone come obiettivo quello di diffondere l’uso delle tecnologie informatiche nell’insegnamento. E’ lui, insegnante ed esperto di informatica, che spiega agli adulti, genitori ed educatori, come gestire il confronto con la wireless generation. Quali sono le opportunità e i pericoli della Rete per gli adolescenti?

“Di pericoli ce ne sono. Ma sono sostanzialmente gli stessi pericoli che incontriamo nella vita: quando usciamo, quando ci rapportiamo agli altri, quando manipoliano i nostri dati. L’importante è non farsi prendere dal panico perché altrimenti non lasceremo più uscire i nostri figli neppure per strada o dagli amici. Un innocuo coltello da cucina può servire per spezzettare alcuni semplici rametti di prezzemolo ma può essere anche un’arma pericolosissima! Opportunità ce ne sono molte ed anzi, oggi quando non possiamo connetterci tutti noi sentiamo come una sensazione di mancanza. Internet non solo è serbatoio quantitativamente sconfinato di conoscenza ma può essere il motore o l’occasione per instaurare nuove relazioni (pur con le dovute cautele). Se si usa con acutezza. Se si usa con competenza. Se si usa con coscienza. Se si usa con conoscenza”. Come possono i genitori “prevenire” i pericoli? “Non credo servano proibizioni (che

hanno un effetto spesso contrario). Con i giovani le figure di “mediazione” (genitori, insegnanti) devono convincersi che sia importante “esserci”, nonostante noi genitori sappiamo bene che a volte è difficile: i nostri figli devono sapere che ci siamo. Per aiutarli, per consigliarli, per indirizzarli, per proteggerli. Una delle vie maestre per la promozione della sicurezza on line è una combinazione equilibrata di protezione e responsabilizzazione”. Cosa dire ai ragazzi perché si proteggano dalle violazioni del web? “Quello che ci si sente dire quotidianamente: non “distribuire” a cuor leggero dati personali. Non accettare facilmente “amicizie” da persone che non si conoscono. Non aprire allegati o compilare e spedire form senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Purtroppo però uno dei pericoli della rete che purtroppo sta diventando sempre più una moda è il Sexting (sex+texting = autoscatti in pose sexy). E qui ritorniamo al discorso di prima. Per noi adulti è necessario esserci. Ma non passivamente. Ciò a cui

Il professor Pietro Gavagnin dobbiamo tendere è una educazione, una formazione complessiva della personalità del ragazzo che serva sempre, online e offline”. Come possono gli adulti inserirsi con autorevolezza e tutelare i ragazzi dalle insidie che il web nasconde se ne sanno meno e sono meno attrezzati di loro? “Devono attrezzarsi. Ovvio. Scusi se mi ripeto ma in quell’”esserci” di cui ho parlato in precedenza ci sta dentro tutto! Lo so, può essere difficile. Ma può risultare anche divertente e…utile! Per quanto riguarda gli insegnanti ad esempio è assolutamente necessario saper usare il web, e per questo è necessario praticarlo. E’ lo stesso motivo per il quale nelle scuole professionali insegnano docenti che praticano un certo mestiere. Quando mi riferisco alla necessità di un aggiornamento serio da parte degli insegnanti non voglio sottolineare l’importanza di “contenuti” (e qui si spiega l’inutilità dei

vari corsi e progetti che l’amministrazione negli anni ha organizzato) quanto l’importanza di pratiche, di “buone” pratiche. E’ fondamentale non avere paura del mezzo, è fondamentale saperlo dominare”. E’ vero che i ragazzi temono il bullismo virtuale? In che misura? “Il bullismo è molto più diffuso offline che online ma esser vittima di cyberbullismo è un’esperienza dolorosa per la maggior parte dei ragazzi intervistati nelle indagini scientifiche che si fanno periodicamente. Per questo motivo, dati alla mano, posso confermare che il bullismo virtuale faccia male (l’85% dei giovani che l’hanno provato si sono dichiarati infastiditi o turbati) credo anche per una sensazione di solitudine e di impotenza che la vittima sente e che viene moltiplicata e amplificata dalla “solitudine” tipica del mezzo: usiamo la rete standocene da soli”.

lA CuRIOSITÀ DAglI STATI uNITI lA MODA DEl fACEBOOK-lIfT PRENDE PIEDE ANChE IN ITAlIA Anche in Italia si ricorre al ritocco estetico per apparire più giovani nella foto di Facebook

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i solito è l’impietosa videocamera del telefono o del computer, oppure è una fotografia scattata da amici e condivisa in rete. Capita di rivedersi da un’ottica diversa e, spesso, si scopre un’immagine di sé che non ci si aspetta. Doppio mento, occhiaie e qualche ruga che erano sfuggite, magari, davanti allo specchio, vengono invece alla luce con i nuovi social network e i nuovi media. E la bellezza nell’era 2.0 non fa sconti a nessuno. “Oggi si scattano foto o si girano video con maggiore frequenza rispetto al passato e ci sono quindi anche più occasione per confrontarsi con la propria immagine e con i segni del tempo - osserva Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano -. Si notano più facilmente i cambiamenti: una piccola ruga, l’occhiaia più marcata o la palpebra leggermente cadente che attribuisce un’aria stanca ci fanno vedere come effettivamente ci vedono gli altri”. Negli Stati Uniti hanno già ribattezzato la tendenza “facebook-lift”. Pur essendo difficile misurare il fenomeno, qualche segnale del diverso approccio dei pazienti c’è anche in Italia: innanzitutto “i pazienti quando

si presentano in studio hanno ben chiaro dove vogliono intervenire e cosa attenuare. Inoltre i modelli di riferimento non sono più tanto i divi del cinema o delle passerelle, come poteva essere fino a qualche tempo fa, quanto loro stessi, solamente qualche anno prima”, continua il chirurgo estetico. I social stanno diventando quindi lo specchio del tempo che passa. Cambiando così l’approccio alla chirurgia estetica. “In effetti prima ci si rivolgeva dal medico estetico in occasioni di importanti cambiamenti nella propria vita: un matrimonio o una separazione, una gravidanza o un nuovo lavoro, erano questi i principali motivi che spingevano i pazienti, indistintamente uomini e donne, in studio -, ricorda Gilardino. - Oggi la tendenza è diversa. Chi era diffidente anche davanti ad una iniezione di filler, chiede di poter migliorare il proprio aspetto attenuando qualche segno del tempo dal proprio viso”. Le richieste si concentrano prevalentemente nella zona del volto. “Nella maggior parte dei casi si tratta di attenuare qualche ruga del contorno occhi oppure restituire volume a delle labbra che si sono assottigliate troppo”.


Il Veneto in primo piano 13 27 Sicurezza Troppi mendicanti professionisti che, spesso, molestano i cittadini

Povertà o racket? Lotta congiunta agli accattoni Le tre provincie Padova, Treviso e Venezia stringono un patto per combattere l’accattonaggio crescente mettendo insieme le forze di polizia

Mendicanti violenti Le donne hanno paura

di germana urbani

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iro di vite per arginare un fenomeno crescente dietro al quale, però, non c’è solo la miseria. Probabilmente c’è anche la malavita organizzata. Da marzo polizie locali, questure e prefetture dei tre capoluoghi Padova, Treviso e Venezia si riuniranno per fare il punto della situazione e definire strategie per affrontare il problema come un’unica realtà urbana: la città metropolitana. Al vertice saranno invitati anche i funzionari delle rispettive Questure. La giunta di Treviso ha dato il via a quest’azione congiunta sicura che ci voglia una visione ampia del problema per provare a risolverlo, in quanto esisterebbe una struttura organizzata che usa alternativamente le tre città facendo leva su persone disperate che finiscono in questa rete. Le prime voci di denuncia di questo fenomeno sono venute da chi i poveri li conosce bene. Tra loro il direttore della Caritas veneziana, monsignor Dino Pistolato, che ha accolto la decisione con un plauso. “L’elemosina è un atto di misericordia – ha detto – ma più volte abbiamo denunciato che l’accattonaggio sta diventando un business per qualcuno. Furboni che chiedono il pizzo per mendicare in un angolo di strada, con percosse e minacce, che sfruttano e ricattano gente in situazione d’indigenza. Quindi bene se si riesce a fare una barriera comune in un territorio vasto e che chi se ne occuperà colpisca davvero il racket e non i veri poveri”. Contro l’accattonaggio i primi cittadini e la polizia locale non possono quasi nulla, solo elevare delle sanzioni che dovrebbero servire almeno come deterrente ma che in realtà non risolvono granché. A Padova nel 2013 sono state elevate 619 sanzioni per accattonaggio molesto. “Siamo arrivati a oltre 50 a carico di una singola persona - precisa Ivo Rossi -. Questa attività

ha già portato la polizia locale a fare richiesta alla questura di allontanamento di 8 persone”. A Treviso nello stesso anno sono state 250 le sanzioni e dall’inizio del 2014 sono già una settantina. Non serve a nulla neanche sequestrare il denaro che il mendicante ha raccolto sino al momento della sanzione. Questi torna comunque a fare il suo “mestiere” il giorno dopo. “Quando le sanzioni non hanno più effetto – ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza di Treviso Roberto Grigoletto – occorre trovare rimedi efficaci. Gli accattoni molesti legati al racket verranno riconosciuti dalla polizia locale, saranno identificati dagli agenti e accompagnati in questura. Verrà loro notificato un provvedimento di pubblica sicurezza, il foglio di via. Se torneranno a Treviso nei tre anni di allontanamento, verranno definitivamente allontanati con un decreto penale”. “Sono contrario all’introduzione del divieto di accattonaggio” aveva detto l’estate scorsa il sindaco di Venezia Orsoni, dichiarando in anticipo che non aveva intenzione di replicare Cacciari che, per risolvere la questione del centro storico, fece un’ordinanza apposita tra mille polemiche. Certo con la prefettura si è valutata l’applicazione del foglio di via con rientro coatto, e ora questa convenzione PaTreVe dà una ulteriore spinta verso la regolamentazione di un fenomeno che a Mestre e Venezia è davvero pesante. I tre sindaci solleciteranno anche interventi su scala nazionale per colpire le organizzazioni criminali che molto spesso stanno dietro a questi mendicanti: “Chiederemo - conferma il primo cittadino di Treviso l’introduzione di un reato che punisca lo sfruttamento in forma associativa dell’accattonaggio”.

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In alto a sinistra il sindaco di Padova Ivo Rossi, di seguito Giorgio Orsoni sindaco di Venezia e sotto Giovanni Manildo, sindaco di Treviso

veva alzato un vero e proprio polverone la scelta del parroco di San Lorenzo a Mestre che, nei giorni della messa aveva deciso di impiegare dei giovani come “guardie parrocchiali” allo scopo di allontanare i mendicanti rom che, appostati sul sagrato o, peggio, durante le unzioni all’interno della chiesa, chiedevano ai fedeli l’elemosina. Quindi don Fausto Bonini, un uomo mite, aveva deciso di blindare le messe. “Se anche don Fausto Bonini – aveva commentato il sindaco Orsoni -, che è una persona di grande equilibrio e dedito alla carità, è arrivato a prendere questi provvedimenti è chiaro che il problema il problema ha raggiunto un grado limite”. Orsoni ci tiene però a sottolineare come occorra stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio. “Confondere l’accattonaggio riconducibile al racket con chi mendica per necessità sarebbe un errore. E anche sul fronte del racket – ha proseguito Orsoni - serve una netta distinzione tra sfruttati e sfruttatori. Ma di questo se ne devono occupare le forze dell’ordine”. Ma il problema sicurezza c’è e lo sentono soprattutto le donne che, mentre fanno le loro spese in centro si vedono improvvisamente avvicinare da uomini che insistentemente chiedono un euro o di più. “Mendicare è possibile – afferma Leda Cossu, anima del volontariato mestrino – ma la violenza è un’altra cosa. Tra gli accattoni violenti c’è chi alza anche minaccioso il bastone verso le donne, fingendo di zoppicare, controllandole a distanza. Una violenza che fa paura”. E certo di questa situazione non sono felici i commercianti che conoscono bene il problema che, a detta loro è stato tollerato o sottovalutato troppo a lungo. “ In molte zone della città – ha detto Dario Corradi, dell’Ascom - si è abbassato il livello di vivibilità. E quando sento che i turisti di un bus vengono circondati e viene loro impedito di scendere perché non sganciano l’euro, allora dico che non è accattonaggio, ma criminalità, che va combattuta e che danneggia l’immagine della città. Noi commercianti però vediamo i vigili solo quando si tratta di controllare se lo spazio del plateatico è stato sforato di cinquanta centimetri. È giusto che lo facciano, non voglio dire di no, ma ci piacerebbe venderli in azione anche per prevenire episodi come questi”.


28 Cultura provinciale

Cultura provinciale 9

L’evento Al Museo Nazionale di Villa Pisani fino al 2 novembre prossimo

inFanzia

Luce sulla Venezia di fine ‘800

La principessa Rubino di Svjetlan Junakovic

Un viaggio nella città raccontato dal famoso editore Ferdinando Ongania in 200 preziose foto incisioni

“Le immagini della fantasia” al Candiani

di Ornella Jovane

U

n viaggio fotografico nella Venezia tra la seconda metà Marco, personaggi che si spostano in gondola, pescatori in Canadell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, raccontato le della Giudecca, signore che passeggiano in Piazzetta con gli dal famoso editore lagunare Ferdinando Ongania (1842- ombrelli parasole. Nel suo atelier nel sottoportego della Piazza, ai numeri 72, 1911) con un linguaggio lontano da stereotipi e con l’intento di annotare gli angoli più silenziosi e “minori” del poetico pa- 73 e 74 dell’Ala Napoleonica, nella Venezia di fine Ottocento, si vendevano libri d’antiquariato, incisioni antiche, dipinti di artisti esaggio. Si intitola “Luce su Venezia. Viaggio nella fotografia dell’Ot- contemporanei e fotografie del tempo, oltre a oggetti d’arte di tocento” la mostra che verrà inaugurata il 12 aprile prossimo e vario genere e, con i proventi di questa attività, Ongania faceva stampare libri d’arte illustrati, che riscuoterimarrà aperta al pubblico fino al 2 novemvano enorme successo. bre al Museo Nazionale di Villa Pisani a Stra. Accanto ai palazzi Questo divenne un frequentato punto Un percorso scritto di luce (photo-grafia) e ai luoghi più celebri, in duecento preziose foto incisioni, originali sono visibili gli angoli d’incontro per artisti, scrittori, bibliofili e studiosi fra cui John Ruskin, Pompeo ottocentesche, che registrano fedelmente più silenziosi e l’immagine della città, i campi, le calli, le “minori” del paesaggio Molmenti, Pietro Selvatico, Alvise Zorzi e Camillo Boito: ci si confrontava sull’emerisole, restituendone in maniera dettagliata la maestosità dei palazzi a specchio sull’acqua e delle aree genza di conservare e restaurare i monumenti di Venezia, sulla monumentali rese poi celebri dal vedutismo di Canaletto e dei necessità di tutelare il patrimonio artistico e architettonico della suoi seguaci. Ma accanto a quelle che diventeranno le icone città a partire dalla documentazione dei beni. Ferdinando Ongacittadine, c’è la suggestione di una “Venezia minore”, cercata e nia avvia così il progetto di far fotografare i luoghi della città e frequentata da poeti e fotografi ispirati dalla poetica del vero di i suoi abitanti. Foto che confluiscono nella duplice collezione, oggetto della mostra promossa dalla Soprintendenza per i Beni fine Ottocento. Ongania, con “Calli e canali” prima e poi con “Calli, canali Architettonici e Paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, e isole della laguna”, racconta la sua Venezia, colta nella realtà Padova e Treviso, organizzata da Manus al Museo di Villa Pisani quotidiana con velieri che solcano le acque del bacino di San e curata da Myriam Zerbi e Sabina Vianello.

eVenti

a cura di Ornella Jovane

ULTIME VISITE AI CAPOLAVORI DEL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI VENEZIA Ultime date per le visite guidate gratuite ai capolavori di arte classica del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, in programma il sabato pomeriggio alle 15.30, curate dal personale del museo. Sono ancora in calendario le date del 22 e 29 marzo prossimo: si potranno apprezzare le celebri sculture greche e romane, ma anche epigrafi, marmi e busti, bronzetti, ceramiche, gioielli, oggetti etruschi, egizi, romani e della Mesopotamia, gemme, avori e una collezione numismatica. Ingresso e biglietteria al Museo Correr. Biglietto unico del percorso integrato “Musei di Piazza San Marco”, gratuito per i residenti e nati nel comune di Veenzia. Info 0412967663 email: sspsae-ve@beniculturali.it

A PERDIFIABA, ALTRI 4 INCONTRI DI LETTURE ANIMATE PER BAMBINI Altri 4 incontri in programma per la seconda edizione “A Perdifiaba”, il ciclo di letture animate per bambini organizzato a palazzo Grimani a Venezia. L’evento che lo scorso anno incontrò un ottimo successo di pubblico e di critica, tanto che se ne parlò abbondantemente anche nei media nazionali, è stato riproposto a partire dallo scorso dicembre in 10 incontri. L’attenzione è puntata verso altri paesi e continenti, per incoraggiare i bambini alla curiosità verso altre lingue, culture e tradizioni. Gli attori della Compagnia Pantakin hanno messo e metteranno in scena antiche fiabe russe ed ebraiche, africane e dei balcani, francesi della Corte del Re Sole e fiabe popolari inglesi, tradizionali norvegesi e giapponesi, le fiabe irlandesi riscritte dal poeta William Butler Yeats e quelle inedite del popolo rom. Quest’anno da segnalare anche la partecipazione del Conservatorio di Musica di Venezia “Benedetto Marcello”, i cui insegnanti ed allievi, coordinati dal professor Tiziano Bagnati, curano i raffinati interventi musicali negli appuntamenti speciali per rendere ancora più suggestivi e festosi gli incontri. Gli eventi sono ad ingresso libero per i bambini, per gli adulti l’ingresso è compreso nel costo del biglietto d’ingresso al Museo di Palazzo Grimani. I prossimi incontri sono programmati per il 15 e il 29 marzo, il 12 e la festa finale del 26 aprile, sempre alle 15.

Il CONCORSO luCE SullA VENEZIA DI OggI

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all’Ottocento ai giorni nostri. In concomitanza con la mostra è stato promosso un concorso fotografico per accendere una Luce sulla Venezia di oggi. “Luce su Venezia. Viaggio nella fotografia contemporanea” ha lo scopo di sensibilizzare veneziani e turisti ai temi dell’arte e della cultura incentivando la conoscenza del patrimonio artistico e culturale della città, in modo creativo ed originale. I 30 migliori scatti saranno esposti a Villa Pisani. Si stimolerà in questo modo un confronto e una riflessione sulla città, com’era alla fine del XIX secolo e così come si presenta attualmente. Le foto possono essere realizzate con qualunque apparecchio fotografico, anche smartfhone o iPad. Le tre immagini che avranno ricevuto il maggior numero di preferenze dai visitatori, invitati a votare, saranno decretate vincitrici in occasione della cerimonia di premiazione che avrà luogo a Villa Pisani il prossimo 7 settembre.

“L

e immagini della fantasia” protagoniste della 25esima Mostra di Sàrmede approdano al Centro culturale Candiani di Mestre e saranno in esposizione fino al prossimo 13 aprile. Il tema ispiratore dell’edizione di quest’anno attinge dall’immaginario fiabesco dell’Estremo Oriente: Cina, Corea, Giappone e Mongolia. In mostra una selezione di opere di famosi illustratori che hanno raccontato con il proprio stile personale e la propria sensibilità artistica i racconti della tradizione orientale, dalla quale emerge una visione particolare dell’infanzia, dominata dalla poesia, dai ritmi della vita e dalla riscoperta di un tempo passato, un tempo nella sua dimensione umana, tipico e indiscusso protagonista della filosofia orientale. Accanto all’esposizione artistica il Candiani offre alle scuole e alle famiglie pacchetti didattici con visite guidate e laboratori pittorici. La mostra è aperta al pubblico dal mercoledì alla domenica, dalle 16 alle 20.

Fotografia Fino al 18 maggio prossimo a palazzo Franchetti la mostra

Le suggestioni del paesaggio full color di Franco Fontana “I o credo che la fotografia non debba documentare la realtà, ma interpretarla. La realtà ce l’abbiamo tutti intorno, ma è chi fa la foto che decide cosa vuole esprimere. La realtà è come un po’ come un blocco di marmo. Ci puoi tirare fuori un posacenere o la Pietà di Michelangelo”. Era il 1978 quando Franco Fontana, il celebre fotografo conosciuto in tutto il mondo, definiva il suo modo di intendere la fotografia proprio commentando uno dei suoi scatti, che poi diventò immagine-simbolo del suo repertorio, un’immagine scattata a Baia delle Zagare, in Puglia, di seguito impiegata per una campagna del Ministero della Cultura Francese. Inaugurata a metà febbraio e aperta al pubblico fino al prossimo 18 maggio, a palazzo Franchetti, a Venezia, si racconta con una grande retrospettiva, oltre 130 fotografie, la lunga storia artistica di Franco Fontana, tra i primi in Italia a schierarsi, negli anni ‘60 con tanta convinzione e fermezza a favore del colore . La mostra è promossa dall’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti ed è curata da Denis Curti e prodotta da Civita Tre Venezie in collaborazione con Venezia Iniziative Culturali. Suddivisa in diverse sezioni tematiche, la mostra propone i paesaggi degli esordi, negli anni ‘60, passando per le ricerche dedicate ai paesaggi urbani, le piscine e il mare. Come fosse un ritrattista, infatti, Fontana mette in posa il paesaggio, ne sceglie il lato migliore con la consapevolezza che la fotografia vede il mondo diversamente dall’occhio umano. Fra i tratti distintivi, l’esaltazione del colore, non più mezzo ma messaggio, attore protagonista del suo linguaggio visivo. I suoi colori sono accesi, brillanti, talmente vibranti da apparire irreali. I suoi paesaggi iperreali, sono più veri del vero sino a divenire surreali, i corpi, figure umane svelate dalla luce o sublimate in ombre lunghe, sono come paesaggi.

La Puglia, 1987 Particolare Nel 1979 Fontana allarga la sua ricerca volgendo lo sguardo verso gli Stati Uniti, dove attraverso una lunga serie di viaggi, approda alla sua personalissima definizione di paesaggio urbano. Nel 1984 inizia la serie Piscine, dove porzioni di sinuosi corpi di donna (e a volte d’uomo) sono esaltate da colori squillanti, in uno spazio sospeso, di cui spesso non si vedono i confini. Nel 2000 inizia la serie dei Paesaggi immaginari, in cui l’invenzione sul reale arriva ai massimi livelli. In questo caso il fotografo, che non disdegna la tecnologia digitale, riafferma la propria libertà interpretativa della realtà tramite l’immaginazione. La mostra è aperta al pubblico da lunedì a domenica, escluso il martedì, dalle 10 alle 19. Il costo del biglietto è di 9 euro intero e 7 ridotto. Info e prenotazioni 0418620761



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14 Cultura veneta

Cultura veneta 31

Grandi mostre Fino al 2 giugno al il Museo Correr di Venezia

L’architettura di Léger Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento di Alain Chivilò

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’opera “La ville” (La città) di Fernand Léger eseguita nel 1919, proveniente dal The Philadelphia Museum of Art, rappresenta un valido motivo per visitare la mostra, “Léger. La visione della città contemporanea” che, fino al 2 giugno, il Museo Correr di Venezia propone ai visitatori italiani e non solo. Oltre 100 opere tracciano la vita artistica di un pittore che ha riflettuto e indagato i mutamenti sociali e tecnologici avvenuti nel corso del Novecento, evidenziando anche aspetti meno conosciuti, lungo un percorso di cinque sezioni che caratterizzano l’esposizione: la metropoli prima della Grande Guerra, il pittore della città, la pubblicità, lo spettacolo e lo spazio. Léger, nato in Normandia ad Argentan nel 1881 e deceduto a Gif-sur Yvette ad agosto 1955, elabora uno stile personale che trae le basi dal movimento cubista, passando per una scomposizione astratta e futurista, quest’ultima in una versione statica. La sua pittura è un’ideazione architettonica all’interno della quale gli scenari e le persone vivono di vita propria in equilibri di forme geometriche e colori. A un occhio contemporaneo le forme umane richiamano mondi cibernetici molto più vicini a una visione fantascientifica dei nostri giorni. Lo stesso maestro nel 1914 scrisse un interessante pensiero basilare per il suo proseguo artistico: “Se l’espressione pittorica è cambiata, è perché la vita moderna l’ha richiesto… La vista dal

finestrino della carrozza ferroviaria e dell’automobile, unita alla velocità, ha alterato l’aspetto abituale delle cose. Un uomo moderno registra cento volte più impressioni sensoriali rispetto a un artista del diciottesimo secolo… La compressione del quadro moderno, la sua varietà, la sua scomposizione delle forme, sono il risultato di tutto questo”. Ecco dunque la chiave di lettura per un’arte d’avanguardia all’interno di un mutare continuo di cent’anni fa. Nel percorso espositivo si possono ammirare dipinti quali il “Fumo sui tetti” datato 1911, “Il tipografo” del 1919, “L’uomo con un bastone” (1920), “Elemento meccanico” (1925) fino al cortometraggio “Ballet mécanique” (1924) e al film, caratterizzato da oggetti d’uso comune che interagiscono attraverso differenti prospettive, “L’inhumaine” che vide la presenza di Man Ray a livello artistico e Dudley Murphy alla regia. Nell’ambito della rappresentazione urbana, vero filo rosso del Correr, sono presenti opere di artisti che hanno condiviso una sperimentazione innovatrice come Robert Delaunay, Francis Picabia, Marcel Duchamp, Charles-Edouard Jeanneret-Gris conosciuto come Le Corbusier, Piet Mondrian e Lazar’ Markovic Lisickij con pseudonimo El Lissitzky. Dunque una mostra imperdibile, per la qualità delle opere, per un Légier che come definiva Le Corbusier è “l’unico i cui dipinti richiedano una nuova architettura”.

Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, lettere e Arti di Venezia

Il COlORE DI fONTANA

Cà Pesaro, “Dialoghi americani” fino al 4 giugno

Giuseppe Panza di Biumo, un collezionista d’annata

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otografare è un atto di conoscenza: è possedere. Quello che si fotografa non sono immagini ma è una riproduzione di noi stessi. La creatività non illustra, non imita, ma interpreta diventando la ricerca della verità ideale. La fotografia creativa non deve riprodurre ma interpretare rendendo visibile l’invisibile”. Così il fotografo modenese Franco Fontana, classe 1933, introduce il suo concetto per click impressi partendo da un’inquadratura della realtà. In Italia è stato uno dei primi a intendere il colore non come elemento che ponga troppa evidenza ai dettagli di un ritratto o di uno scenario, ma come un attore protagonista ricco di messaggi. Fu proprio una sua foto, scattata nel 1978 a Baia delle Zagare in Puglia caratterizzata da essenziali fasce cromatiche, ad assumere il manifesto per il suo modo d’intendere l’arte fotografica. Tutto questo viene riunito all’interno della prima retrospettiva che la città di Venezia dedica a Fontana. Oltre 130 fotografie sono ospitate all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti per un’ampia panoramica della sua carriera. Gli esordi partono dagli anni ’60 partendo da elementi tipici del Neorealismo per porre successivamente il suo focus a componenti estetici ed esiti visivi. Dopo viaggi all’estero, tra cui New York, dal 1984 dedica la sua attenzione al ciclo Piscine nel quale porzioni di corpi, maggiormente di donna, sono esaltati da colori veraci. Nel 2000 con i Paesaggi Immaginari, attraverso anche l’elaborazione digitale, unisce alla realtà una buona visione d’immaginazione. La sua forza rimane comunque in paesaggi reali che nella sua personale scelta di rappresentazione vivono in costanti ritmi dimensionali sospesi in un equilibrio tra irreale e reale vera sua connotazione artistica. Suggestioni naturali che diventano quasi introspettive, nelle quali l’assenza dell’uomo traccia quasi la sua presenza, mentre gialli vivi si evidenziano in scenari d’effetto. Una mostra di Franco Fontana che, dopo Gianni Berengo Gardin, Maurizio Galimberti e Sebastião Salgado, pone Venezia capitale della fotografia. Al.Ch.

iuseppe Panza di Biumo è stato un collezionista e appassionato d’arte che ha dedicato una vita a scovare e comprare opere di artisti che si sono affermati successivamente o che lo erano già. Di famiglia possidente, nacque a Milano nel 1923 lasciando definitivamente la sua collezione nel 2010 sempre nella città della Madonnina. La sua passione per l’arte iniziò dalla metà degli anni cinquanta, trovandosi nel pieno fiore dell’arte che stava passando da moderna a contemporanea. Lo sviluppo della pittura d’azione, dell’informale, della pop art, dell’arte concettuale e di altri movimenti lo videro presente nel periodo cruciale dell’arte mondiale. Di estrema sensibilità scoprì nuovi artisti ponendosi come mecenate degli stessi, perché il collezionare era una vera e propria filosofia di vita che doveva attribuire alla sua vita un’etica e un’estetica. Proprio per questo successe che non comprò le opere di Lucio Fontana in quanto all’epoca non gli diede un sentimento artistico positivo. Valutazioni che fece anche per altri artisti, ma nessuna delle sue scelte inficiò l’abnegazione encomiabile che negli anni fu avvalorata da donazioni ai più importanti musei mondiali. Nel 2014 Venezia, nelle sale di Cà Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dedica un omaggio a Giuseppe Panza di Biumo con la mostra “Dialoghi americani” fino al 4 giugno. Una quarantina di lavori provenienti dalla stessa collezione Panza, dal Moca di Los Angeles e dal Guggenheim di New York testimoniano il percorso artistico attraverso 27 artisti. Una piccola parte di una collezione vastissima suddivisa in tre periodi: 1955 – 1965 dall’informale europeo alla pop art, 1966 – 1976 arte minimale, concettuale e ambientale, 1987 – 2010 arte organica, arte dei piccoli oggetti e arte monocroma. Si potranno vedere Franz Kline con Buttress acquistato nel 1956, Claes Oldenburg, Robert Rauschenberg, Walter De Maria, Roy Lichtenstein, Mark Rothko, Richard Serra, Donald Judd, Joseph Kosuth, Hanne Darboven e Al.Ch. altri sempre di alto contenuto artistico.

musica i remorse Festeggiano 20 anni

È

un anno importante per i Remorse, la band veneziana che festeggia i suoi primi 20 anni di carriera, con una storia di spessore alle spalle e un’altra, almeno guardando i presupposti, altrettanto interessante davanti. È l’occasione per Daniele Zabeo, Riccardo Cavicchiolo e Samuele Favaro, per guardarsi indietro e tracciare un bilancio del loro percorso, mentre esce in questi giorni il loro quinto disco, su etichetta Hot Steel Records, anticipato dal singolo “Evasore sociale”. La band nasce come quartetto punk-hardcore nel febbraio 1994, per uscire con il primo demo-tape “Cracker” un anno dopo, subito scritturata dalla Nobrain Records. Il debutto su cd arriva alla fine del 1998 quando esce “Handle with care”, con ottimi riscontri di vendite e buone recensioni nazionali. A supporto del disco, i Remorse partono per un tour di spalla ai francesi Burning Heads, toccando tutta la penisola, da Palermo a Treviso. Nel 2000 il gruppo effettua due tour italiani di una trentina di date di spalla ai Raw Power. A settembre 2001 i Remorse girano l’Europa, ancora con i Raw Power e a novembre esce “Balance of visions” su Nobrain Rec, ospite Mauro “Mp” Codeluppi dei Raw Power. I responsi della critica ufficiale sono lusinghieri. All’inizio del 2002 ecco anche il primo video, “Face scored with scars”. Durante tutto l’anno la band suona moltissimo e comincia a scrivere i nuovi pezzi: agli inizi del 2004 esce il nuovo album dal titolo “A clown smile” su Sana Records che porta la band a firmare un contratto con la canadese Sudden Death Records. Il disco contiene “Eleven: changed”, scritto dal poeta Gongales Jr., che all’indomani dell’11 settembre 2001 aveva scritto un articolo-poesia su un giornale della Florida che poi ha concesso alla band. Il disco porta i Remorse ad una notevole considerazione a livello nazionale e non solo, con importanti riscontri in campo hardcore-crossover-metal. A metà del 2005 la band decide di bloccare i live per scrivere i nuovi pezzi e intraprende un nuovo percorso. Nel marzo 2009 esce Commutarte, il disco del cambiamento. La band volta pagina, allontanandosi dalle influenze musicali hardcore, cantando un disco interamente in italiano e con sonorità più vicine al funk-alternative-rock. Qualcosa di nuovo, destinato a un vasto pubblico, dagli amanti dei Primus a quelli dei Verdena, passando per i Pearl Jam, Metallica, Red Hot Chili Peppers, Afterhours ed Angeli. Il gruppo è di nuovo spalla, stavolta di Meganoidi, Pino Scotto, Sick Tamburo. Nel 2012 i Remorse hanno eseguito tre date esclusive per il diciottesimo anno di attività che poi li ha portati a settembre a suonare al prestigioso Home F.D.G. Festival di Treviso con Il Teatro Degli Orrori, Afterhours e altri.


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LO basKet

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SPORT in PRIMO LO S PORT in PIANO carta dei Valori reYer

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uando si parla di tifoseria spesso si pensa ad affermazioni offensive e a gesti di violenza e d’inciviltà. La risposta dell’Umana Reyer a questi episodi negativi è la Carta dei Valori, una sottoscrizione di valori e principi che sono alla base di una sana tifoseria e che, dalla sottoscrizione, ha già superato il migliaio di adesioni. La Reyer è la prima società professionistica certificata ESI2010 e si ispira alle dieci regole fondamentali della carta dei valori Esicert Istituto Certificazione Etica nello Sport. Nella carta si enunciano i valori sani dello sport Reyer quale progetto sportivo e sociale, aperto a chiunque voglia liberamente sostenerlo; simbolo di aggregazione trasversale e non di divisione e contrapposizione; strumento di educazione per i giovani; opportunità d’incontro, confronto e socializzazione tra generazioni; occasione per tifare a favore senza provocazioni; e questi sono solo alcuni dei punti importanti. Il presidente Luigi Brugnaro tiene a sottolineare i veri valori che devono accompagnare i tifosi: “La Reyer è storicamente simbolo di aggregazione e non di divisione e contrapposizione. Questo avevano in mente i suoi fondatori nel 1872 e questo intendevo ereditare e valorizzare nel 2006 quando ho riunito le compagini maschile e femminile, con la prima che militava in serie B contando sulla presenza appena di una ventina di appassionati durante le partite. Sono convinto che, oggi, dobbiamo compiere un salto culturale. Non è in discussione la venezianità, né tanto meno la reyerinità. Continuare a ragionare in termini campanilistici, R.P. con il pretesto della goliardia, vuol dire avere lo sguardo corto”.

A marzo competizioni internazionali abasKet Bibione

A marzo co

Gare di motocross sulla sabbiaGare di Roberta Pasqualetto

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no sport molto accattivante è sicuramente il motocross su sabbia: sia per il fattore spettacolare sia per quello emozionante. Una competizione molto importante si tiene nella spiaggia di Bibione ed è organizzata dal Moto Club B.B.1 Bibione. Nata nel 1987, ritorna anche quest’anno la più importante manifestazione motociclistica fuoristrada dell’intero Nord-Est Italia. Un emozionante spettacolo di motocross sulla sabbia che mette in competizione grandi campioni ed entusiasma tutti gli amanti delle due ruote. Le competizioni a Bibione sono due: domenica 23 e 30 marzo. Domenica 23 si terrà la Beach Motor Race, storica gara molto coinvolgente. Il Moto Club B.B.1 Bibione è, infatti, allo studio di una nuova formula di gara per attrarre ancor più concorrenti a sfidarsi sul durissimo percorso, di circa 4 km e dal fondo interamente sabbioso, che sarà allestito come di consueto sull’arenile bibionese. La manifestazione è aperta a tutti i piloti nazionali e piloti provenienti da Austria e Slovenia, al quale da anni accorrono in massa a sfidare i fortissimi concorrenti locali. “L’anno scorso la spiaggia di Bibione era allagata ma la competizione si è tenuta

TEMPO A DISPOSIZIONE?

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uando si parla di tifoseria spesso si pensa ad affermazioni offensive e a gesti di violenza di Roberta Pa e d’inciviltà. La risposta dell’Umana Reyer a questi episodi negativi è la no sport molto Carta dei Valori, una sottoscrizione motocross su s di valori e principi che sono alla colare sia per q base di una sana tifoseria e che, petizione molto impo dalla sottoscrizione, ha già superato di Bibione ed è orga il migliaio di adesioni. La Reyer è la Bibione. Nata nel 19 prima società professionistica certificata ESI2010 e si ispira alle dieci regole la più importante man fondamentali della carta dei valori Esicert Istituto Certificazione Etica nello ristrada dell’intero No Sport. Nella carta si enunciano i valori sani dello sport Reyer quale progetto spettacolo di motocro sportivo e sociale, aperto a chiunque voglia liberamente sostenerlo; simbolo competizione grandi di aggregazione trasversale e non di divisione e contrapposizione; strumento gli amanti delle due r lo stesso –didice Giovanni per Santorso presidente del d’incontro, Anche queste gare esono aperte a conduttori educazione i giovani; opportunità confronto socializzane sono due: domenic nazionali e stranieri, ma senza limitazioni. Quindi moto clubzione Bibione mancavano ioccasione tifosi, ma per non tifare tra–generazioni; a favore senza provocazioni; e 23 si terrà la Beach M è allargata a coinvolgente. concori gareggianti”. marzodeisi terranno i la partecipazione questiDomenica sono solo30alcuni punti importanti. Il presidentestraniera Luigi Brugnaro Il Moto renti da tutta Europa. Le condizioni Campionatitiene internazionali d’Italia sabbia: a sottolineare i verisuvalori cheSudevono accompagnare i tifosi: “La Reyerclimatiche allonon studio di una nuo mai un eproblema per gli appassionati permarecross e Trofeo Supermarequadcross. Le esono è storicamente simbolo di aggregazione nonquasi di divisione contrapposizioancor più concorrenti di questo sport, anche perché in caso di pioggia competizioni promosse da inFXmente Action,i che ne.sono Questo avevano suoisufondatori nel 1872 e questo intendevo so, dilacirca 4 km e da sullalesabbia migliora, e salvoe casi davvero un percorso ereditare mozzafieatovalorizzare di circa 1,5nelkm2006 vedranno quando tenuta ho riunito compagini maschile che sarà allestito com importanti, nessuno a partecipare questo La manifesta sfidarsi perfemminile, la vittoria con sia lela categorie prima cheMX1, militava MX2in serie B contando sullarinuncia presenza appe- a bionese. interessati a gareggiare e 125 chenai giovanissimi di una ventina del diMinicross; appassionati a questi durante si appuntamento. le partite. SonoGliconvinto che, oggi, possono nazionali e piloti prov iscriversi fino a pochi giorni prima delle competizioaffiancheranno dobbiamo i migliori compiere piloti nazionali un saltodi culturale. quad (le Non è in discussione la venezianità, al quale da anni accor Per maggiori informazioni sul Moto Clubsimi B.B.1 moto a quattro né tanto ruote) meno per laconquistare reyerinità.il trofeo Continuare Su- ani. ragionare in termini campanilistici, concorrenti locali R.P. permarequadcross. Bibione: www.mcbibione.com. con il pretesto della goliardia, vuol dire avere lo sguardo corto”. Bibione era allagata m

Ciclismo

Ciclismo

CENTRA

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NEL TEAM!

on l’arrivo del mese di marzo riprendono le gare di ciclismo, che dopo l’attività invernale del ciclocross, vedrà lo svolgimento di corse su strada, pista, mountain bike e raduni cicloturistici. Anche quest’anno in provincia di Venezia sono previste oltre 70, tra gare ed eventi ciclistici che interesseranno tutte le specialità e tutte le categorie dai giovanissimi agli amatori. Il calendario stilato dal comitato regionale della Federazione Ci- ni” e a San Donà di Piave, dove dal 13 clistica Italiana ha visto come prima gara al 15 giugno si svolgerà la 2’ edizione la Marathon Valle Zignago a Concordia del San Donà Bike Week End con il 54’ Sagittaria il 2 marzo, valida come cam- Circuito Notturno il 13 giugno e il 63’ pionato regionale specialità Marathon, Giro dei Tre Ponti il 15 giugno mentre il Offriamo rimborso spese, alte provvigioni e lo una gara di Hand Bike e mentre la settimana successiva è toccato sabato è prevista nelleeimmediate vicinanze allasvolgimento Mediofondo deldell’attività Piave con partenza di Giovanissimi. Quattro gli appuntamenti arrivo a San di Piave. Suddividenin notturna che hanno sempre un fascino della zonaDonà di residenza. Formazione e training do continuo le gare perincategorie possiamo dire con particolare e raccolgono sempre molti un gruppo di lavoro mezzi consolidati che sono 29 quelle riservate alle cate- appassionati: 13 giugno a San Donà, e di sicuro ritorno. gorie giovanissimi maschili e femminili 4 luglio a Fossò tipo pista, l’1 agosto a che saranno su strada, mountain bike, Noventa di Piave tipo pista e il 19 agoCHIAMACI! gimkana, tipo pista e promozionali. Per sto a Scorzè notturna bike cross. Cinque gli Esordienti le gare “veneziane” in ca- sono poi i raduni cicloturistici: 13 aprile a invia il tuo curriculum a: givemotions@gmail.com lendario saranno cinque (Quarto d’Altino Dolo, 25 aprile a Stigliano, 4 maggio a 27 aprile, Mira 1 maggio, Scorzè 10 Favaro, 2 giugno a Scorzè, 31 agosto a agosto, Robegano 17 agosto, Stigliano San Giorgio di Livenza. Il calendario della del risparmio di Santa Maria di Sala 24 agosto) men- mountain bike, che vedrà lo svolgimento tre per gli Allievi le gare saranno sei (No- del Trofeo D’Autunno, prevede le seguenale 18 maggio, Zianigo 8 giugno, Scorzè ti corse: 21 settembre Noventa di Piave, nostri mezzi di comunicazione, permettono di scegliere i destinatari da raggiungere, di mirare le campagne 10 Iagosto, Robegano 17 agosto,insieme Jesoloo singolarmente, il 28 settembre San Stino di Livenza, il target ben definito e di differenziare il messaggio. 21 settembre e Martellago 5 ottobre). 12 ottobre Ottavapubblicitarie Presa di ad Sanun Stino Le corse dedicate agli EliteLa– Piazza, Under 23il Coupon di Livenza, 19 ottobre Sant’Anna del ilRisparmio, Looklive:diimpossibile passare inosservati! saranno tre e si svolgeranno il 26 aprile Chioggia, il 26 ottobre a Rottanova di G.P.049 6988054 - www.promomedia.it a Camponogara “17’ Memorial e il- 2tel. a Torre Mosto. fax ViaValentiLisbona, Cavarzere 10 Padova 049 di 8704884

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ni” e a San Donà di Piave, dove dal 13 al 15 giugno si svolgerà la 2’ edizione del San Donà Bike Week End con il 54’ Circuito Notturno il 13 giugno e il 63’ Giro dei Tre Ponti il 15 giugno mentre il sabato è prevista una gara di Hand Bike e di Giovanissimi. Quattro gli appuntamenti in notturna che hanno sempre un fascino particolare e raccolgono sempre molti appassionati: 13 giugno a San Donà, 4 luglio a Fossò tipo pista, l’1 agosto a Noventa di Piave tipo pista e il 19 agosto a Scorzè notturna bike cross. Cinque sono poi i raduni cicloturistici: 13 aprile a Dolo, 25 aprile a Stigliano, 4 maggio a Favaro, 2 giugno a Scorzè, 31 agosto a San Giorgio di Livenza. Il calendario della mountain bike, che vedrà lo svolgimento del Trofeo D’Autunno, prevede le seguenti corse: 21 settembre Noventa di Piave, il 28 settembre San Stino di Livenza, il 12 ottobre Ottava Presa di San Stino di Livenza, il 19 ottobre Sant’Anna di Chioggia, il 26 ottobre a Rottanova di Cavarzere e il 2 a Torre di Mosto. G.P.


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un Eden barocco LONTANO DALLE AFFOLLATE SPIAGGE E DAL CEMENTO DELLA PARTE SUD LA PIÙ GRANDE ISOLA DELLE CANARIE OFFRE I SUOI ASPETTI PIÙ INTIMI: UNA NATURA STRAORDINARIA FATTA DI COSTE SELVAGGE UNA VEGETAZIONE DI SPECIE RARE E I PAESAGGI LUNARI DEL VULCANO TEIDE OLTRE ALLE CITTÀ BAROCCHE DI LA OROTAVA E GARACHICO DA SCOPRIRE FRA CANDELARIA E LA CAPITALE SANTA CRUZ DE TENERIFE LA STORIA TRISTE DEI GUANCI IL POPOLO AUTOCTONO ANNIENTATO NEL XV SECOLO DAI COLONIZZATORI NORMANNI E SPAGNOLI

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o ante soy canario, y despues español”. Il benzinaio di Icod de los Vinos non ha dubbi sulla sua identità e parla della Spagna definendola “peninsula”, come i sardi parlano dell’Italia chiamandola “continente”. Un’altra cosa, insomma. C’è un’identità forte alle Isole Canarie, una specificità locale, un carattere ben definito fra i suoi abitanti, ovvero i “canarios”. Essere una Comunità Autonoma della Spagna (con due province: Las Palmas e Santa Cruz de Tenerife) può anche far comodo per via di quel 7% di Iva che rende la vita decisamente meno cara, ma è soprattutto un modo per demarcare una diversità. Cinque secoli di antropizzazione delle sette isole dell’arcipelago da parte spagnola hanno mutato radicalmente il profilo etnico di questa regione insulare che galleggia sull’Atlantico a un centinaio di chilometri dal Marocco e dall’ex Sahara Spagnolo (ora Western Sahara). Alle Canarie ci si sente come in Spagna, perchè tutto ne ricorda il modo di vivere, ma è una Spagna diversa. E non solo nel clima, che qui è mite tutto l’anno. E’ differente anche l’approccio alla vita, ispirato ad una maggiore leggerezza e a ritmi un po’ meno tirati. Non è però solo un eden: la crisi si fa sentire anche qui. E lo si scopre quando l’accesso a Santa Cruz de Tenerife, la capitale, nell’ora di punta è bloccato da una manifestazione sindacale inscenata dai dipendenti dello stabilimento della Coca Cola che, per protesta contro la chiusura dell’attività decisa dalla multinazionale, hanno bloccato l’autostrada. Fra le sette isole Tenerife è decisamente la più grande (2.034 kmq) ed è lì il baricentro dell’arcipelago, checchè ne dicano a Gran Canaria, l’isola dirimpettaia che a Madrid ha

IN COPERTINA LA SPIAGGIA DI SAN MARCOS NEI PRESSI ICOD DE LOS VINOS; IN ALTO IL VULCANO TEIDE (3718 METRI) E LA CITTADINA BAROCCA DI GARACHICO. PIÙ SOTTO: IL GAZEBO NELLA PIAZZA DI LA OROTAVA E LA BASILICA DI NOSTRA SIGNORA A CANDELARIA. NELLA COLONNA SI DESTRA, DA IN ALTO: PAESAGGIO DELLA COSTA NORD DI TENERIFE, L’OCEANO “ARRABBIATO” E LA CHIESA DI LA OROTAVA. NELLA STRISCIA IN FONDO PAGINA: MUMMIA GUANCI AL MUSEO DI SANTA CRUZ DE TENERIFE, LA SPIAGGIA DI LOS CRISTIANOS, SCORCIO DI PUERTO DE SANTA CRUZ, IL “DRAGO” MILLENARIO (UNA DELLE PIANTE PIÙ ANTICHE DEL MONDO), GARACHICO E IL BARRANCO DI MASCA

strappato la concessione che le capitali dell’arcipelago fossero due: non solo Santa Cruz de Tenerife, ma pure Las Palmas. Navigando, Tenerife si scorge da lontano, dominata com’è dal cono del Teide, il grande vulcano “dormiente” dal 1909. Con i suoi 3718 metri è la montagna più alta di Spagna e la sua vetta è perennemente coperta di neve. Si trova al centro della più grande area protetta dell’arcipelago, un parco che in alta quota è fatto di paesaggi spettacolari disegnati dalle colate laviche. Distese brune dalle tonalità diverse che assomigliano ad orizzonti lunari. E più sotto c’è la rivincita della vegetazione, estremamente varia, un giardino di biodiversità. A Icod de los Vinos sopravvive il “Drago”, una splendida pianta millenaria, esemplare di una specie botanica presente solo nell’isola. Ma Tenerife sorprende anche per i suoi paesaggi marini. Se la maggior parte dei turisti del “tutto compreso” si limita a portare a casa le immagini stereotipate delle spiagge di Los Cristianos e di Playa Las Americas, belle ma sempre affollatissime e soprattutto circondate dal cemento dei tanti, troppi, complessi turistici, c’è altresì chi, viaggiatore a caccia di ben altre emozioni, scopre la bellezza selvaggia delle coste del nord dell’isola. Frastagliate come quelle scandinave o irlandesi, dove le alte onde dell’oceano vanno ad infrangersi fragorosamente sulle rocce. E più in alto, sulle montagne modellate dalle varie eruzioni del Teide, lo sguardo di questi viaggiatori sensibili al fascino naturale si posa su un ambiente unico, dove la palma divide il territorio con il pino marittimo e con le tante altre varietà presenti su questo versante dell’isola. Più su i “barrancos”, spettacolari fratture (da non perdere quella di Masca, percorsa

da una stradina da brivido) che si aprono al mare lungo ripide pareti. Ma Tenerife sorprende anche per le sue cittadine di stile coloniale. Come La Orotava, elegante e sobria, aristocratica e semplice. Prendere un caffè all’arancio nella piazza, vicino al gazebo liberty, circondati da palazzi e chiese barocchi, specie sul far della sera, è un’emozione da provare. Anche Garachico conserva le atmosfere tipiche del “siglo de oro”, tangibili soprattutto nelle architetture. Ma anche il cuore storico di città più grandi, come Puerto de la Cruz, conservano tracce di questo passato splendente. Candelaria, sulla costa sud, merita una riflessione: nella grande piazza dominata dalla basilica di Nostra Signora de Candelaria, spalle al mare, si ergono nove grandi statue. Raffigurano nove valorosi guerrieri Guanci, gli ultimi ad arrendersi ai Normanni e agli Spagnoli prima che il loro popolo, nel XV secolo venisse annientato o ridotto in schiavitù. La loro presenza è un omaggio tardivo alla loro memoria. Al loro ingiusto sacrificio. Chi è appassionato alla loro storia e alla loro civiltà trova nel museo dell’Hombre y de la Naturaleza (dell’uomo e della natura) a Santa Cruz de Tenerife una documentazione straordinaria. Oltre a tanti oggetti creati dai Guanci, frutto di scoperte archeologiche, a ricostruzioni e ad altre informazioni, spiccano numerose mummie, tutte ben conservate. Nelle loro espressioni forti sembra di cogliere ancora il loro grido di dolore per la scomparsa della loro civiltà. Spazzata via senza pietà dai colonizzatori. Le Canarie erano la terra dei Guanci, per un momento è giusto ricordarlo. Come è giusto non perdere la memoria del loro genocidio.


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Benessere 8 Benessere 36 >> Un male che colpisce il 17% dei veneti

Reumatismi e dolore cronico: si guarirà mai? A marzo l’associazione malati reumatici sarà nelle maggiori piazze per informare la gente: meglio farsi visitare prima dell’insorgere del dolore di Germana Urbani

A

ccade più spesso di quanto si creda che può portare all’invalidità in 10 anni e questo ad un certo punto della vita compare un fa capire quanto importante sia diagnosticarla gran dolore a livello articolare che ci impe- precocemente. Anche per tale motivo ringrazio disce di muoverci al meglio e che a volte non ci di cuore i volontari dell’Amarv e i sanitari che fa dormire la notte. Che interferisce con la vita si prestano a queste belle giornate di divulgaquotidiana, riflettendosi anche sulla vita fami- zione e prevenzione”. In Veneto soffre di una liare e sul lavoro. Un dolore che viene liquidato malattia reumatica il 17% della popolazione come reumatismo e di cui si sa solamente che ed i reumatismi sono la patologia più diffusa può peggiorare. Dai reumatismi non si guarisce in Italia con circa 6,5 milioni di malati. Il modo mai del tutto. migliore per prevenirla è quello della visita Ma è proprio così? Anche a Marzo specialistica, ma l’85% dei cittadini si rivolge l’associazione malati reumatici del Veneto, allo specialista quando è troppo tardi, e cioè A.Ma.R.V., torna nelle maggiori piazze della quando i sintomi sono apparsi. regione per informare i cittadini sulle malattie La cultura popolare definisce questo tipo di reumatiche che colpiscono la mano, patologie dolori cronici reumatismi ma la terminologia più molto frequenti e che adatta è malattia reuOltre 5 milioni possono essere talvolta matica. E le malattie particolarmente gravi. reumatiche purtroppo e mezzo di persone Un’azione che ha prisono tante, oltre cenin Italia soffrono ma di tutto uno scopo to e tanti sono coloro di malattie reumatiche che ne soffrono, oltre preventivo per cui, un corretto approccio, che 5 milioni e mezzo di comprende una diagnosi tempestiva e ad una persone in Italia. Oltre 300 milioni di persone terapia adeguata, può essere decisivo per il de- nel mondo. E sono sempre esistite, tanto che stino del paziente. “Si tratta di una patologia ne soffriva anche il grande Faraone Ramsete diffusissima – sottolinea l’assessore regionale II che veniva curato con l’estratto della radice Coletto – che spesso degenera creando vere e di salice, da cui derivò molti secoli dopo l’aproprie disabilità. Proprio per questo il messag- spirina. Queste malattie possono comparire a gio di prevenzione lanciato con questa iniziati- qualunque età, soprattutto negli adulti e negli va dell’Amarv è doppiamente importante per anziani e individuarle non è sempre facile. spingere le persone a controllare per tempo il Le più frequenti sono l’artrosi, i reumatismi loro stato di salute e per poterle curare tempe- extra-articolari, le Spondiloentesoartriti, l’arstivamente evitando poi sofferenze e alti costi. trite reumatoride, la gotta, le connettiviti e il Basti pensare che una patologia reumatica reumatismo articolare acuto. Tutte queste ed

altre sono patologie che devono essere curate adeguatamente e nei tempi giusti, poiché dopo appena 10 anni circa il 50% delle forme più gravi genera una invalidità permanente, quindi una diagnosi precoce è fondamentale. Occorre pensare che le malattie reumatoidi occupano il secondo posto dopo le malattie cardiovascolari come causa di invalidità permanente che, in circa il 27% dei casi dà diritto ad una pensioni di invalidità: ciò significa che la persona colpita da questo male non è più in grado di lavorare e vivere una vita normale. Oggi la conoscenza di queste malattie è più approfondita rispetto anche solo a pochi decenni fa e, grazie ad un accurato esame clinico, cioè la visita medica, che resta comunque il momento fondamentale per individuare il problema che causa il dolore, oggi è possibile definire meglio una diagnosi in tempi più rapidi anche grazie ai progressi ottenuti in tema di indagini diagnostiche. Esistono esami di laboratorio più specifici di un tempo e una diagnostica per immagini più completa (esami radiografici, ecografia articolare, tomografia computerizzata - TC e risonanza magnetica). Una diagnosi precoce delle malattie reumatiche oggi è determinante perché le diverse forme terapeutiche attualmente in uso, principalmente farmacologica, ma anche riabilitativa, occupazionale (per esempio i consigli sullo stile di vita) e chirurgica hanno profondamente cambiato l’evoluzione di queste affezioni consentendone di migliorarne la prognosi e di conseguenza la qualità della vita dei malati.

le cure ci sono basta non rassegnarsi

I

l malato per prima cosa ha bisogno di essere sollevato dal dolore ma oltre alle cure rivolte ad alleviare il male, farmaci sempre più numerosi e sofisticati, antidolorifici ed antinfiammatori, attualmente è disponibile la cosiddetta terapia “di fondo” per i reumatismi infiammatori, si tratta di diversi tipi di farmaci il cui meccanismo d’azione tende a modificare la storia naturale della malattia con lo scopo di rallentarne, o al meglio arrestarne, l’evoluzione. Ancora più recentemente sono stati sviluppati farmaci più efficaci, soprattutto per l’artrite reumatoide, i cosiddetti “biologici” o “anti-TNFalfa” che colpiscono a monte il processo infiammatorio con l’obiettivo di ridurre il danno articolare che ne può derivare. È questo lo scopo della prevenzione secondaria, in altre parole prevenire l’eventuale ulteriore danno che consegue all’evoluzione della malattia. La terapia farmacologia non è l’unica via per curarsi. La riabilitazione, per esempio, ha assunto molta importanza ed è sempre più accurata e mirata a ripristinare, laddove è possibile, la funzionalità articolare. Un’altra forma di cura è l’economia articolare che consiste nell’applicazione adeguata di metodi diversi come l’uso di ausili, la rieducazione gestuale e l’adattamento dell’ambiente circostante per superare gli ostacoli della vita quotidiana: sollevare una pentola, sbrigare le attività domestiche, provvedere all’igiene personale, vestirsi, ecc. Questa rieducazione ai gesti quotidiani che non si riesce più a fare come prima consente di mantenere o riacquistare un’autonomia funzionale soddisfacente nonostante la presenza di una disabilità importante. Da ultimo va detto che anche la chirurgia ortopedica ora può aiutare molto i malati reumatici con artroprotesi, ricostruzioni tendinee o quanto necessario per correggere le articolazioni particolarmente compromesse.


Giardinaggio Giardinaggio 37 21 >> Potature a marzo con attenzione ai boccioli che portano il fiore

Il mese delle ortensie, maestose regine del prato

L’ortensia è un arbusto molto particolare. Per nulla delicato ma resistente, può cambiare colore a seconda del grado di acidità del terreno

S

di Germana Urbani

e non avete ancora deciso come ravvivare un angolo del giardino che rimane all’ombra per gran parte della giornata, allora considerate le bellissime ortensie. Con i globi fioriti sono molto sceniche e, di qualunque colore esse siano, sapranno ravvivare il vostro prato e regalarvi allegria sino all’autunno inoltrato. Marzo e aprile sono i mesi giusti per piantarle ricordando di scegliere posizioni semi-ombreggiate: per esempio vicino ad un muro, oppure sotto la chioma di un grande albero. Le ortensie possono essere coltivate anche in vaso, questi però devono essere abbastanza grandi per contenerle perchè nel periodo del loro massimo sviluppo raggiungono un’altezza e un diametro notevoli. Chi non è un esperto vivaista non sa, forse, che esistono circa un’ottantina di specie di ortensie e che sono considerate piante rustiche poiché sono molto resistenti anche alle basse temperature. Certo è che quando il freddo è molto intenso, necessitano di una protezione. Tra le diverse specie, quelle rampicanti, sono le più resistenti. Il colore può variare molto e ha appassionato molti perchè in uno stesso cespuglio a volte si sviluppano tinte differenti. Variano dal bianco, al rosa, al blu e, anche se più o meno si è capito, non è mai così certo l’elemento che permette di cambiare colore. Il colore, infatti, dipende dagli elementi che compongono il terreno, ma, a volte, il colore blu è il colore base di alcune varietà. Comunque sia le tonalità sull’azzurro sono stimolate da un terreno acido, mentre le tonalità dal rosa al rosso si avranno con un terreno leggermente calcareo. Le ortensie blu sono per molti un’utopia ma il colore dipende dalla quantità di alluminio disponibile nel terreno e a questo è strettamente legato il grado di acidità del terreno, per questo esistono prodotti appositi in commercio per ottenere il colore desiderato. Un caso particolare è quello delle ortensie bianche che mantengono inalterato il loro colore qualsiasi sia il ph del terreno: quasi a dire che la purezza non viene intaccata da nulla. Se avete deciso di piantare la vostra ortensia, dunque, scegliete un terreno fresco, arricchito con letame maturo, con torba oppure con terriccio premiscelato adatto a

piante acidofile. Se non avete un giardino ma volete coltivarle in appartamento o sul balcone utilizzate dei vasi di circa 25 cm. Nei primi mesi dell’anno si può stimolare la crescita vegetativa, portando la pianta in un ambiente con temperatura di circa 10° centigradi e distribuendo più acqua. A marzo si procede anche alla potatura, un’operazione da fare con molta attenzione. Occorre togliere le parti secche e poi recidere i fiori secchi rimasti, tagliandoli sopra l’ultima coppia di gemme. Se la pianta ha più di quattro anni è inoltre buona regola iniziare a togliere i rami più vecchi, ovvero quelli che hanno più di tre anni, recidendoli alla base. Questo rinnovo darà alla pianta nuova forza, arieggerà la parte più interna, riducendo il rischio di malattie fungine. La raccomandazione più importante: non tagliare mai i rami che hanno sulla cima delle gemme tonde: saranno i nuovi fiori. Se avete dei dubbi considerate che è meglio lasciare un ramo in più che uno in meno per non compromettere crescita e fioritura.

potare secondo l’età e le gemme

L

’apice tondeggiante della gemma di sinistra indica che quella gemma porterà il fiore mentre quella di destra, con l’apice a punta, darà origine alle foglie. Una pianta giovane, un anno, va cimata a 2 gemme alla fine dell’inverno mentre nel secondo anno meglio tagliare ancora su 4 gemme. Nel terzo anno potare sopra le gemme grosse e lasciare i polloni che speso portano il fiore in cima. Per gli anni successivi togliere il legno vecchio e potare su gemme grosse gli altri rami.


Crucilibro 20 38 Crucilibro

La terra in cui si nasce traccia un’indelebile identità Le vite degli individui sono rette parallele che s’incontrano all’infinito, in un orizzonte illusorio, o si sognano reciprocamente, più spesso si mancano

Eshkol Nevo

Michelle Cohen Corasanti

Giovanni Greco

Luciana Capretti

Noa, studia fotografia a Gerusalemme

Ichmad, 12 anni, un talento non comune per la matematica

María, una mite casalinga

Clara, una cinquantenne madre di due ragazzi

Alter Ego

Amir, frequenta psicologia a Tel Aviv

Il mandorlo in fondo al giardino

Mercedes, figlia e moglie di due militari

Il marito, uno sceneggiatore di successo, sempre assente

Location

Israele

Palestina, metà anni ‘50

L’Argentina dei generali

Roma

Uomini e donne del Medio Oriente

L’esercito isdraeliano e il popolo di Palestina

Vizi e virtù di anni difficili, spesso drammatici

Il commissario Jozzelli, incaricato delle indagini

Noa e Amir, due studenti ebrei giovani e innamorati, decidono di andare a vivere insieme nel villaggio di Castel, dove dal 1948 si è stabilita una comunità ebraica proveniente dal Kurdistan. La coppia stringe amicizia gli abitanti ma poi la Grande storia irrompe Mentre il Medio Oriente è sconvolto dall’assassinio di Yitzhak Rabin, tutti gli abitanti di Castel si trovano a fare i conti con i rimpianti legati al passato. Solo quando ognuno di loro riuscirà a superare la nostalgia le loro vite torneranno ad avere un senso e proseguiranno

La famiglia di Ichmad viene costretta dall’esercito israeliano a trasferirsi in un misero fazzoletto di terra con soltanto una pianta di mandorlo, fonte di sostentamento e ristoro. Quando il padre viene imprigionato spetta al primogenito trovare un lavoro per sostenere la famiglia Anno dopo anno, ingiustizia dopo ingiustizia, i suoi fratelli soccombono all’odio verso Israele, invece Ichmad lotta per dare un senso a ciò che lo circonda e, grazie alla sua intelligenza matematica, vince una borsa di studio per l’università che lo porterà via di lì

Clara è affetta da una cronica A María vedova di un muratore depressione che la confina nella vengono strappati alla nascita dagli sua stanza, in penombra, dove uomini che hanno preso il potere in alterna gocce tranquillanti a Argentina i suoi due gemelli Pablo sigarette. Ama i figli e il marito che e Miguel. María cerca una risposta, non c’è mai e la tradisce. Una sera vuole la verità, e per questo viene di pioggia fitta esce e scompare. imprigionata, torturata, esiliata. Un commissario la cerca La storia di Maria si intreccia a Ma l’annegamento della quella di Mercedes, madre di due protagonista, non è che il sottotesto gemelli, Nacho e Mari. I bambini le di una ricostruzione storica che sono stati consegnati alla nascita, va dagli anni oscuri del fascismo figli di un’attivista politica arrestata a Novara, nel lungo inverno di e poi scomparsa. Sono cresciuti Salò, fino alla liberazione da parte in una famiglia che non è la loro, degli alleati, avvenuta nella città all’oscuro di tutto piemontese il 26 aprile del ’45

Un libro di voci soffuse e strazianti perchè gli scrittori israeliani parlano, non scrivono. Occorre godere di questa freschezza primitiva che rende uniche le nostalgie

Un racconto che parla di tenacia e amore per i propri sogni in qualunque luogo essi vengano coltivati. Proprio come un mandorlo in terra arida continua a fiorire

L’ultima madre è un potente affresco ispirato ai grandi romanzi della letteratura sudamericana: il tema dell’identità negata in un romanzo forte e toccante

Un romanzo tratto da una storia vera, altamente drammatica e commovente, in cui una scrittura attenta, precisa, tagliente aiuta il lettore a immergersi completamente nell’opera

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Eroe - Eroina

Co-Protagonisti

Intrigo

Finale

Cosa dire del libro

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SALUTE

Attenti al Melanoma, un nemico subdolo che può dimostrarsi letale I fanatici dell’abbronzatura naturale o artificiale devono farsene una ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ridotto spessore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pericolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la familiarità, ovvero una predisposizione genetica che ha prodotto il melanoma tra gli ascendenti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbronzano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però

l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profondità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappatura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consente di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identificarne eventuali modificazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo melanocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata prevalentemente sul tronco e sugli arti, completamente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marrone nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal definiti, sfumati. La superficie è liscia con disegno cutaneo lievemente accentuato. Compare nell’adolescenza o più

tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che presenta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno caratteristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti devono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici devono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chiaro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggiore di 20 cm). Quando sono molto piccoli, difficilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio ele-

Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia

vato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono considerare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di melanoma.

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IL DIRITTO PER IL CITTADINO

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Eredità e minorenni

Non è per niente raro che ad un’eredità venga chiamato un minorenne; in questo caso le procedure cui si va incontro sono piuttosto complesse ed i tempi rischiano di allungarsi notevolmente. Il minore d’età, infatti, non può accettare l’eredità se non con beneficio di inventario, il che vuol dire che serve non solo un atto pubblico in cui si dichiari di accettare l’eredità, bensì anche un inventario, cioè un elenco preciso e puntuale di tutti i beni di cui il defunto era titolare. Ma questo sarebbe il minimo se non occorresse, prima di tutto, un’autorizzazione del Giudice Tutelare; ciò sta a significare che bisogna effettuare un ricorso al tribunale competente per farsi autorizzare al compimento

di tale atto; stante la lentezza dei nostri tribunali, doversi munire di tale autorizzazione significa far passare (almeno) tra i due e i cinque mesi (salvo inconvenienti...). Non miglior sorte se il defunto aveva conti correnti bancari o postali; nel caso in cui non si sia riusciti a chiudere anzitempo detti conti, il prelievo del denaro dai medesimi viene solitamente autorizzato soltanto dietro presentazione di copia della dichiarazione di successione ovvero di un’apposita certificazione rilasciata dal competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate (cosiddetto modello 240). Ma ancora una volta se il denaro (o parte di esso) deve essere versato ad un minore tutto si blocca; almeno fino a

quando non si presenta copia della prescritta autorizzazione del Giudice. Lo stesso accade qualora si voglia ritirare il contenuto di una cassetta di sicurezza; e pure il versamento del TFR non può essere effettuato senza che venga presentata al datore di lavoro il citato provvedimento. Da ricordare, poi, che di tutto quanto di spettanza del minore non si potrà disporre se non con ulteriori autorizzazioni da richiedere di volta in volta (per es. non si potrà vendere la quota dell’immobile ricevuto dal minore in eredità se non autorizzati; non si potrà prelevare il denaro ricevuto in eredità se non autorizzati e solo per l’ammontare previsto ecc.).

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Interessi usurai, rimedi e tutele AFFARI DI FAMIGLIA

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, negli ultimi mesi, è stata oggetto di attenzione da parte dei media sia regionali che nazionali ovvero l’applicazione, da parte di alcuni istituti di credito, di interessi che possono arrivare alla soglia dell’usura. Consapevole della tecnicità della materia, in questa sede spero di fornirvi alcuni strumenti per potersi muovere nel mondo dei propri diritti “bancari” e non solo con maggior consapevolezza e determinazione. In primo luogo è necessario premettere alcune definizioni che ci consentano di comprendere ciò di cui si parla. Per interesse si intende il frutto civile del denaro. In tal senso l’art. 1282 c.c. stabilisce che “i crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro producono interessi di pieno diritto…”. Gli interessi sono pertanto prestazioni pecuniarie - somme di denaro, percentuali e periodiche dovute da chi utilizza un capitale altrui o ne ritarda il pagamento. Gli interessi sono percentuali, in quanto calcolati come percentuale del capitale dovuto, c.d. saggio di interesse; periodici, in quanto dovuti in ragione del tempo in cui il debitore utilizza il capitale altrui o ne ritarda il pagamento ed accessori attesa la dipendenza degli stessi dal capitale. Esistono più tipologie di interessi. Tra questi, i più importanti, i c.d. interessi corrispettivi dovuti a titolo di remunerazione sulle somme date a mutuo e sulle somme liquide ed esigibili ed i c.d. interessi moratori, dovuti in forza del ritardo a restituire una somma di denaro.

Ciò premesso ci si chiede ora che cosa si intenda per usura ed interesse usurario. Il termine usura individua, nel gergo tecnico, il reato previsto e punito all’art. 644 c.p. Tale disposizione è stata oggetto di un’importante riforma nel 1996 (L. n. 108/1996) che ha introdotto dei parametri “oggettivi” per l’individuazione del reato di usura così ampliandone l’ambito di applicazione ed offrendo una tutela rafforzata per i soggetti vessati da questo odioso fenomeno. L’art. 644 c.p., nella sua attuale formulazione, punisce con la reclusione da due a dieci anni e con la multa da 5.000,00 euro a 30.000,00 euro “chiunque….si fa dare o promettere, sotto qualsiasi forma, per sé o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari”. Ciò chiarito, quando l’interesse può dirsi usurario? E’ la legge che stabilisce quando il saggio di interesse diventa usurario. In tal senso si esprime il comma 3 dell’art. 644 c.p. ai sensi del quale “La legge stabilisce il limite oltre il quale gli interessi sono sempre usurari”. Ebbene la legge (art. 2, co. 4, L. n. 108/1996) prevede che “il limite previsto dal terzo comma dell’art. 644 c.p., oltre il quale gli interessi sono sempre usurari, è stabilito nel tasso medio risultante dall’ultima rilevazione pubblicata in Gazzetta Ufficiale ai sensi del comma 1 relativamente alla categoria di operazioni in cui il credito è compreso, aumentato della metà”. Ove ciò non bastasse, il terzo comma dell’art. 644 c.p., prevede la c.d. Usura in concreto, nella misura

LO SPAZIO DELL’ETICA

Analisi di aonale Anselm Zurfluch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler 2000) alcuni motivi che re la speranza all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, di cui il Vangelo sovrabbonda.

in cui stabilisce che “sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria”. In altre parole la previsione legale di un limite, superato il quale l’interesse deve considerarsi usurario, integra una presunzione relativa superabile in sede giudiziale ove si accerti/dimostri che, per le condizioni di difficoltà economica – finanziaria dell’usurato e con riguardo al tasso medio praticato per operazioni similari, nonostante il saggio di interesse sia inferiore al tasso soglia deve comunque ritenersi usurario. L’attenzione di giornali e tv si è recentemente focalizzato sugli elementi che concorrono a determinare il tasso usurario. In tale direzione l’art. 644 c.p., al quarto comma, individua, con una certa analiticità, le voci che compongono l’interesse usurario stabilendo che per la “determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse collegate all’erogazione del credito”. Quali sono le conseguenze nel caso si accerti la presenza di un tasso usurario? L’accertamento dell’usurarietà dell’interesse, data la tecnicità della materia, richiede spesso una preventiva perizia econometria. Quest’ultima avrà per oggetto tutta la documentazione

(es. contratti, comunicazioni di variazioni unilaterali) rilasciata dall’istituto di credito o da altro intermediario finanziario. Ove il Giudice accerti la presenza di un tasso usuraio, troverà applicazione il disposto dell’art. 1815, co. 2, c.c. a tenore del quale “se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”. L’art. 1815, co. 2, c.c. si riferisce testualmente al solo contratto di mutuo, tuttavia la prassi applicativa, ritiene pacificamente che tale norma operi per tutti i contratti di credito. La previsione di un interesse usurario viene pertanto “sanzionata” con la trasformazione del contratto da oneroso a gratuito. L’usurato, quindi, dovrà restituire il solo capitale e non, invece, anche gli interessi. Chi ritiene di essere stato leso con l’applicazione di interessi usurai bene potrà rivolgersi a un avvocato e/o ad un’associazione di consumatori che previa le dovute valutazioni tecniche – perizia econometrica di cui sopra- consiglieranno la migliore azione e strategia difensiva a tutela delle proprie ragioni che si potrà esplicare sia in ambito civile che penale. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

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