della Riviera Est
Periodico d’informazione locale. Anno XXI n.37 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Economia Turismo antidoto alla crisi. Chi ci crede? pag.
Mira Polimira punta a raddoppiare il fatturato
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Campolongo Le ville della Mala diventeranno case popolari
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EDITORIALE
Camponogara, si candida compagno
Buon compleanno La Piazza! di Valeria Marcato
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e novità introdotte dal Governo in materia di riforma di mercato del lavoro e ammortizzatori sociali, sono un banco di prova su cui si misurerà la credibilità del presidente del Consiglio Matteo Renzi. e Triest
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anni. Un traguardo raggiunto, una scommessa vinta, una soddisfazione per tutti noi. Ma anche un punto di partenza e di crescita ulteriore. 20 anni fa La Piazza nacque grazie all’intraprendenza ed alla caparbietà del fondatore, Giuseppe Bergantin, e da allora ad oggi La Piazza ogni mese dell’anno di questi 20 anni è nelle case di voi lettori delle nostre 14 edizioni venete. Da 20 anni La Piazza vi racconta il vostro territorio, approfondisce temi di estrema importanza per la vostra vita quotidiana, rimane sempre fedele al motivo per cui è nata: portare l’informazione locale anche dove i “grandi” giornali non arrivano, colmare quel vuoto di informazione che da sempre esiste nelle provincie venete. Ma nel frattempo anche La Piazza è diventata “grande”, di età ma anche di quantità. Oltre 250.000 famiglie ogni mese ricevono il nostro giornale nelle loro case, oltre 350 attività commerciali ogni mese rinnovano la loro fiducia in noi, scegliendo La Piazza come strumento di comunicazione pubblicitaria e che ringrazio di cuore per averci sempre dato fiducia; più di 1.200 articoli ogni mese vengono redatti dagli oltre 150 collaboratori che da tutto il Veneto seguono per noi le notizie dei circa 100 comuni raggiunti dalle 14 edizioni de La Piazza. continua a pag. 3
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tenzioni dell’amministrazione è la nuova elementare di via Casolo finanziata dalla Regione e dal Comune. Il comune chiede che la Regione versi i soldi mancanti e per questo sono scattate anche le proteste. “Sarebbe utile che per velocizzare l’iter su questo e altri edifici scolastici - dice il sindaco Alessandro Campalto - il governo sbloccasse il Patto di Stabilità“. A Campagna Lupia la scuola elementare individuata come bisognosa di interventi e aiuti governativi, è la elementapag. 14 re Giacomo Leopardi.
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per la sistemazione degli impianti energetici. I lavori per essere realizzati vanno divisi in due stralci. Serve un finanziamento ad hoc”. A Camponogara il sindaco Giampietro Menin ha fatto la richiesta di sistemare la scuola per l’Infanzia di Campoverardo Maria Immacolata. “La scuola - spiega - necessità di ampliamento e nuova mensa. Per questo abbiamo già a disposizione 508 mila euro, chiediamo al premier di sforare il patto di stabilità per questa spesa”. A Campolongo Maggiore invece la scuola che è nelle at-
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nche i comuni della Riviera del Brenta hanno scritto al premier Matteo Renzi per chiedere interventi e finanziamenti nel campo scolastico. A Mira il sindaco Maniero ha chiesto che si possa intervenire con lavori adeguati per sistemare la scuola elementare Ugo Foscolo. Per metterla a norma, serviranno circa 1 milione e 800 mila euro. “E’ un intervento - spiega il sindaco Alvise Maniero - molto invasivo, proprio per l’anzianità del fabbricato, serve il certificato di Prevenzione Incendi oltre a quelli necessari
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Le richieste più sostanziose arrivano da Mira, Campolongo Maggiore, Fossò e Vigonovo
e Triest
Domenica 13 aprile si terrà il Quarto Raduno Regionale di Cicloturismo Madonna dei Molini. La manifestazione cicloturistica della Riviera del Brenta ha la partenza e l’arrivo a Dolo, in Piazza Cantiere. Il percorso è volto alla... pag. 19
Scuole, i sindaci puntano sull’aiuto del Governo
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Aprile, un mese pieno di eventi a dolo
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Si anima la competizione elettorale a Camponogara, dopo che con una lista civica antagonista al centrosinistra si è presentato come candidato sindaco Emanuele Compagno, 33 anni avvocato e cronista di un quotidiano locale... pag. 12
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EDITORIALE
segue da pag.
Buon compleanno La Piazza!
Censimento nel Veneziano
oltre 11 mila alberi in 500 km di strade
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Questo è oggi il giornale La Piazza e da qui partiamo per costruire il suo futuro. Nel 1994 c’era ancora la lira, il telefono fisso e le lettere erano gli strumenti di comunicazione più diffusi. In questi 20 anni tutto si è evoluto, soprattutto la comunicazione e l’informazione. Anche La Piazza si è evoluta negli anni, qualitativamente e tecnologicamente, ma per il suo ventesimo compleanno e per il suo futuro vuole farlo ancora di più, puntando maggiormente sulla velocità e sulla capacità di interazione del web e dei social network. Siamo convinti che il nostro format attuale sia il più apprezzato e non intendiamo cambiarlo, ma crediamo nei tanti lettori che preferiscono l’informazione veloce e sempre a disposizione, data da internet e dalle sue tante applicazioni. A breve nascerà sul web La Piazza 2.0, più ricca di informazione e soprattutto fruibile in ogni istante e da ogni dove. Sarà una vera e propria piazza virtuale, proprio come la piazza nella quale condividiamo la nostra vita sociale e politica nei nostri comuni. Sarà un luogo di aggregazione, di approfondimento rispetto all’edizione cartacea, di commento e confronto. Ancora più a breve le edizioni cartacee de La Piazza saranno scaricabili e sfogliabili anche attraverso una moderna App, dalla quale anche poter interagire, con le vostre segnalazioni dal territorio e con quelli che secondo voi dovrebbero essere argomenti da approfondire. Tanti modi per rimanere informati con La Piazza dunque, senza tuttavia modificare la nostra peculiarità, la nostra forza, il motivo per cui in tantissimi ci leggete e ci apprezzate, il nostro modo di fare informazione locale. di Valeria Marcato
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Patrimonio arboreo, la Provincia ha censito 11mila 141 piante che sono distribuite nei circa 500 chilometri di strade provinciali che si esendono nel territorio. Si tratta di quasi la metà delle piante presenti nel 2001, quando se ne contarono 22mila 600. Il 75 per cento delle piante censite è costituito da platani, seguono tigli, ippocastani e pioppi. La rilevazione è stata realizzata per ottimizzare e programmare gli interventi del patrimonio arboreo, su invito del Servizio forestale regionale e del decreto Salva Italia, che obbligava le Province al censimento dei propri beni. A gennaio è stato avviato il servizio dell’appalto per la manutenzione del patrimonio arboreo, che si concluderà a fine gennaio 2015. Il costo complessivo per la manutenzione delle strade provinciali dell’area nord (da San Donà di Piave a Portogruaro) è di 191mila 780, dell’area sud (da Mestre a Chioggia/ Cavarzere) è di 177mila 400 euro. Il convegno
come trovare lavoro nel mercato che cambia
“Come creare o trovare il proprio lavoro nel mercato che cambia”, un tema di grande attualità al quale i giovani, ai tempi di percentuali sempre crescenti sulla disoccupazione giovanile, dimostrano grande sensibilità. E proprio i contenuti di questo tema sono stati oggetto di un convegno che si è svolto lo scorso 17 marzo per iniziativa della consigliera di Pari opportunità della Provincia, Annalisa Vegna, che ha invitato una serie di esperti a dare preziosi consigli agli studenti dell’ultimo anno, circa un centinaio, dell’Istituto Vendramin di Venezia.
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Riviera MIRA
Inquinamento
Il comune rimetterà i soldi perduti dalla Regione pag. 6
Mira
Arrivano i fondi per Villa Levi Morenos pag.
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Pubblicità Locale
Laguna sud, riapre l’Oasi di Valle Averto pag. 13
Padova, via Lisbona 10 Tel. 049 8704884 Fax 049 6988054 direttore@lapiazzaweb.it Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
Questa edizione raggiunge le zone di Mira, Camponogara, Campolongo, Campagnia Lupia per un numero complessivo di 16.443 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 marzo 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
Patto dei sindaci, 40 mila kg in meno di Co2 pag. 20
Laguna di venezia
Concorsi
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Regione Referendum
In 20 anni quadruplicati gli uccelli acquatici
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà
Provincia
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La Festa del popolo Veneto, un trionfo per le scuole pag. 30
I cittadini veneti chiedono più autonomia pagg. 24-25
trasporti
Ferrovie, indagine conoscitiva sulla qualità del servizio
Cultura
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Museo Correr, fino al 15 giugno “Il Tiziano ritrovato” pag. 29
L’opuscolo che sensibilizza
Primi passi “verdi” per le famiglie in “attesa” Primi passi “verdi” per i nuovi nati fin dai primi giorni di vita e per le loro famiglie che dal Comune di residenza e dalla Provincia di Venezia vengono invitati a vivere questo meraviglioso momento in chiave... eco-sostenibile. Sarà distribuita a tutte le famiglie “in attesa” una pubblicazione dal titolo “Kit baby famiglia per i primi passi verdi”. Il progetto, che rientra nell’ambito delle iniziative previste dall’accordo del patto dei sindaci, in coerenza col progetto europeo 202020, intende promuovere fra le famiglie un comportamento attento all’ambiente, all’insegna del riciclo, del riuso e del recupero oltre che del risparmio, anche nella particolare circostanza di una nuova nascita. Un esempio efficace è quello dell’uso dei pannolini lavabili che permetterebbero un risparmio di 1000 euro per famiglia nell’arco di un anno. Una scelta che aiuterebbe i Comuni a diminuire la spesa per la raccolta dei rifiuti, che solo di pannolini usa e getta ammontano a 179 kg pro capite. L’opuscolo è stato realizzato dall’Associazione Abitare la terra, con il supporto della Provincia di Venezia. La grafica è stata curata dai giovani del carcere minorile di Treviso, coordinati dalla professoressa Christine Gaiotti. Aquae 2015
L’acqua, risorsa da garantire
Aquae è l’iniziativa che si articola , in vista di Expo 2015, in un ricco programma di fiere, esposizioni, attività e convegni che si terranno a Venezia tra maggio e ottobre del prossimo anno, in concomitanza della prossima Giornata Mondiale dell’acqua, il 22 marzo, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Per ribadire che l’acqua non è sostituibile e che non può essere prodotta come il cibo e l’energia e che è necessario garantirne la sicurezza è in programma una prima giornata il prossimo giugno.
I nostri vent’anni Aprile 1994 - Aprile 2014
Compleanni Era l’aprile 1994 quando il primo numero de La Piazza è stato distribuito ai lettori. Nato da un’idea di Giuseppe Bergantin, da vent’anni è il giornale che si occupa dell’informazione locale e dell’approfondimento. Tagliato l’importante traguardo la testata si appresta a vivere una nuova stagione editoriale
Da 20 anni, dentro al Da “quattro amici al bar” a un’azie gente.
di Giuseppe Bergantin
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uesta storia potrebbe cominciare come le prime note di una celebre canzone di Gino Paoli, “Quattro amici al Bar”. Il bar in questione era un bar di
Cavarzere, la città da dove è partito tutto questo, si chiamava Bar Lincetto, ed era il ritrovo mio e dei miei amici dopo il lavoro. I discorsi di quegli anni non erano tanto diversi da quelli dei giovani di oggi, “qui non succede mai niente”, “non c’è alcuna possibilità”, “questa citta è morta”… e via così. Questo tipo di approccio alla vita mi ha sempre dato sui nervi, ora come allora, ed è da questa semplice repulsione che è nata la nostra avventura. Un giornale che finalmente raccontasse le nostre comunità dal basso e che arrivasse a tutti gratuitamente e permettesse così di partecipare alla vita della propria città. La sfida folle fu quella di proporre un
giornale che arrivasse a casa di tutte le famiglie in territori considerati, per dirla elegantemente, poco interessanti dai giornali e dalle tv locali di quei tempi. Tra quegli amici del Bar Lincetto, ne trovai uno, Mauro Badiale, oggi brillante dirigente, che condivise con me questa pazzia, lui scriveva e io trovavo la pubblicità. Partì così questa avventura. Questi vent’anni sono stati costellati da grandi successi e cocenti difficoltà, ho conosciuto gente straordinaria come Elisa Conselvan, la prima collaboratrice della Piazza, tuttora con noi, Nicola Ballerin, Cristian Binato e Alessandro Zanierato, talenti unici che hanno contribuito in ma-
niera determinante al progetto, giornalisti come Irene Lissandrin e Ornella Jovane che hanno curato lo sviluppo nazionale del progetto e ho avuto la fortuna di incontrare Valeria Marcato che, come nel tipico sogno americano, è arrivata come una giovanissima venditrice desiderosa di imparare ed è diventata, dopo 15 anni, proprietaria di questa meravigliosa testata. In tanti anni ho conosciuto e cercato di insegnare il lavoro a centinaia di giovani, fare il lavoro che ti appassiona non ha prezzo… ricordatevelo sempre. Vorrei chiudere ricordando il motto di Steve Jobs, “siate folli, siate sempre affamati”.
La piazza di Cavarzere
20 anni fa, in quel bar, questo ha fatto la differenza. Tanti auguri La Piazza!
I dIrettorI responsabIlI che sI sono avvIcendatI In vent’annI dal 1994 al 2003
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ietro Conforto Pavarin guidò la Piazza dagli albori fino al 2003. Scrittore e pubblicista fu tra i primi a credere in questo progetto. articolo beppe
dal 2003 al 2009 Irene lissandrin
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uanti ricordi... la mia prima intervista da collaboratore a Massimo Barbujani, commerciante di Adria, sempre con qualcosa da dire. La prima coordinazione di edizione: Adria, che è diventata poi la mia città per quattro anni. La chiamata di Padova, il lavoro di direzione dalla redazione di corso Stati Uniti. Sette anni, dal 2002 al 2009, per uscire dal Veneto e aprire otto edizioni a Roma, nove nel ferrarese, nove a Bologna, cinque a Firenze, dieci a Torino, nove a Milano. Quanto lavoro, quanti collaboratori, che gioie e sofferenze per dirigere un gruppo arrivato a distribuire oltre 1 milione e mezzo di copie al mese. E per tutto questo la mia immutata stima e riconoscenza per l’incredibile occasione vissuta grazie al “mio” editore Giuseppe Bergantin.
dal 2009 al 2010 Germana Urbani
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a Piazza compie 20 anni in un momento storico molto particolare. L’informazione oggi è globale e raggiunge un lettore in ogni luogo e momento della giornata. Grazie alle nuove tecnologie in molti hanno smesso di recarsi all’edicola e guardare i telegiornali: basta accendere il telefono un attimo, digitare una parola e la notizia che si stava cercando appare. Tutto sembra più semplice e godibile, eppure è così solo in apparenza. Di tutto ciò che “consumiamo in rete” rimane pochissimo dentro di noi. La Piazza, invece, è un’altra cosa. Viene a trovarti a casa, parla del tuo paese, della gente che conosci e resta per un buon caffè. La Piazza è di famiglia. Così è stato per me quando sono stata direttore: mi sentivo in famiglia e di famiglia. E la famiglia erano tutti i cittadini dei paesi veneti e dei quartieri delle città italiane di cui raccontavamo mese dopo mese. E credo che proprio in questo stia il segreto di questo free press e la sua grande potenzialità: non cercare di raccontare il mondo intero minuto per minuto. Ma raccontare col gusto dell’approfondimento ciò che accade a casa nostra. Personalmente sono stata fiera di firmare questa testata e di riceverla a casa mia.
dal 2010 al 2014, Mauro Gambin
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i ricordo che un giorno Germana Urbani tirò fuori dalla borsetta una copia del giornale La Piazza. “Ecco - disse questo è il giornale che fa al caso nostro, perché è un giornale dedicato al locale. Potremmo cercare di aprire un’edizione nel Montagnanese. Che dite?”. La domanda era rivolta a me e a Guglielmo Frezza, oggi direttore della Difesa del Popolo. Ci convinse, a dire il vero non ci volle molto, perché al tempo cercavamo di fare i giornalisti ma soprattutto cercavamo di essere utili al nostro territorio. Del Montagnanese non si occupava nessuno, qualche riga di tanto in tanto nei quotidiani locali, prevalentemente incidenti stradali, nonni centenari, qualche sagra paesana, niente altro. Cercavamo invece qualcosa in più: pagine da poter dedicare alle tante persone che in questo fazzoletto di terra lavoravano duramente, volevamo parlare dei nostri sindaci, delle associazioni che con poche risorse erano in grado di fare cose straordinarie, degli artigiani e delle difficoltà che già incontravano al tempo. Nacque così La Piazza del Montagnanese ed ebbe esordio anche la mia carriera giornalistica. Scrivere della mia gente, del posto in cui sono nato e cresciuto mi parve un privilegio. Dopo quasi 10 anni sono ancora qui.
Aprile 1994 - Aprile 2014
La Piazza oggi
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enda che da 20 anni fa informazione Vent’anni di informazione
E’ cambiato come si scrive una notizia e come la si riceve di Mauro Gambin
1994
OGGI
Negli ultimi vent’anni l’informazione è cambiata più di quanto non lo abbia fatto negli ultimi cent’anni. Pur senza scomodare Gutemberg, pare semplice constatare che dal ’94 il modo di comunicare le notizie e di riceverle è cambiato in modo profondo. Vent’anni fa Internet non era ancora così diffuso e dalla redazione, per un’intervista telefonica o per fissare un appuntamento, si usava il telefono fisso. Le foto si scattavano con la macchina fotografica. Tutto qui: esisteva il lavoro quotidiano di approvvigionamento delle notizie, una tastiera con cui trasformarle in articoli e la carta che le avrebbe portate a destinazione. Oggi mail, blog, facebook, twitter sono un proliferare di informazioni, basta accendere il computer per essere investiti da una valanga di messaggi tra i più disparati: dall’invettiva contro l’ennesimo scandalo, che ha come protagonista la politica, al fatto di sangue accaduto in Polinesia, dalle rubriche su come voler bene agli animali esotici, alla dieta a base di seitan, fino alla cura del giardino zen. Le nuove tecnologie stanno imponendo dei mutamenti radicali. Oggi il me-
stiere del giornalista più che con il verbo “scrivere” fa i conti con il verbo “cliccare”, sulla tastiera, con l’acronimo www, dietro al quale si apre un mondo nuovo on line: giornalismo on-line, ufficio stampa on-line quasi ogni cosa che attinente al sapere è on-line tanto che viene messo in dubbio il futuro della carta. Bene per gli alberi, ma che dire di come cambierà il modo di percepire il mondo là fuori? Quanto deve essere vicina una notizia per ritenere che ci riguardi? E quante notizie è necessario ricevere ogni giorno per consideraci informati? Qui a “La Piazza” ce lo siamo chiesti convenendo che se da un lato il progresso tecnologico ha permesso di comunicare di più, fornendo più mezzi e più opportunità per mettersi in contatto con altre persone, ha creato però anche una situazione in cui le comunicazioni sono sempre più a distanza e sempre più silenziose. Per quanto ci riguarda, pur non avendo nulla contro le nuove tecnologie che anzi implementeremo, continueremo ad occuparci del locale, dell’approfondimento perché siamo convinti che la gente veramente informata viva meglio.
Con i suoi vent’anni di storia, di notizie e di pubblicità, La Piazza oggi è presente in circa 100 comuni delle provincie di Venezia, Padova e Rovigo. La redazione e la sede centrale sono da poco nella nuova sede di Via Lisbona 10, a Padova, da dove si realizzano ogni mese le 14 edizioni distinte del giornale. La preparazione di ogni uscita coinvolge centinaia di persone, che, con passione e dedizione, ogni giorno lavorano al massimo affinché il giornale risulti interessante e piacevole da leggere, ben confezionato, con pubblicità accattivanti e del territorio, puntuale nelle case delle famiglie dei comuni raggiunti. Il giornale che ogni mese trovate nella cassetta della posta è il risultato sinergico dell’impegno di tantissime professionalità: giornalisti, corrispondenti, commerciali, grafici, amministrativi, marketing, telemarketing, distributori, supervisori, stampatori e confezionatori. Tutti, interni o esterni, contribuiscono quotidianamente ad ognuna delle oltre 250.000 copie de La Piazza. Come ogni azienda, Give Emotions, società editrice de La Piazza, è fatta di persone, tutte coinvolte ed appassionate al proprio lavoro. Per questo La Piazza oggi sono tutti loro, una squadra, una famiglia. E per questo ci tengo a ringraziare tutti loro, per l’impegno, la fiducia e anche per i sacrifici che, come in ogni famiglia, anche nella nostra si sono fatti e si faranno. Ci tengo a ringraziare uno ad uno tutti… perché senza di voi La Piazza sarebbe “solo” un giornale. Grazie a Giuseppe Bergantin, fondatore e colonna portante del giornale, per la sua grinta e la sua determinazione. Grazie a Mauro Gambin, direttore responsabile, e a Ornella Jovane, redattore capo, che ogni mese, assieme a Nicola Stievano, Alessandro Abbadir e Germana Urbani, coordinatori, tutti i giorni tessono le fila di ogni articolo e di ogni notizia. Grazie alla rete commerciale e quindi a Carmen Turatti, Gabriele Bullo, Gianni Patella, Leonardo Crema, Marco Lanza, Alessandro Rigato e Giulia Dal Degan: senza di loro e dei loro tanti clienti La Piazza non prenderebbe forma. Grazie a Monica Motta, Giada Manfron, Elisa Conselvan e Chiara Colò, che ogni giorno gestiscono il reparto amministrativo con responsabilità e senza mai far mancare un sorriso. Grazie a Manola Rado, Katia Zanuso e a Massimo Mattiello, che impaginano ogni articolo e che realizzano e gestiscono ogni bozzetto pubblicitario pubblicato su La Piazza, trovando sempre soluzioni e gestendo sempre al meglio le inevitabili emergenze. Grazie a Fabio Vallese che ogni mese lotta contro il tempo e contro i kilometri per seguire la produzione. Grazie ai corrispondenti Cristiano Aggio, Giovanna Bellemo, Silvia Boscaro, Marta Boscolo, Sara Boscolo, Maria Brocca Vesna, Elisa Cacciatori, Martina Celegato, Alessandro Cesarato, Nicola Cesaro, Alain Chivilò, Filippo De Gaspari, Francesca De Luca, Mattia De Poli, Eugenio Ferrarese, Denise Formigaro, Roberta Giacomella, Manuel Glauco Matetich, Massimiliano Granato, Susanne Humplestetter, Cristina Lazzarin, Renato Malaman, Martina Maniero, Roberto Marangoni, Nicoletta Masetto, Emanuele Masiero, Laura Organte, Alessandro Orlandin, Roberta Pasqualetto, Giacomo Piran, Alessandro Ragazzo, Melania Ruggini, Nicola Ruzza, Lino Segantin, Nicla Sguotti, Nicol Stefani Veronioca, Francesco Sturaro, Paola Teson, Silvia Tessari, Miriam Vianello, Lorenzo Zoli che ogni mese ci rappresentano nel territorio. Grazie a Rotopress, Jolly Rogers e a Tecnopak, società che insieme e da tanti anni trasformano in prodotto finito il lavoro quotidiano di tutti noi. Grazie anche a tutti i consulenti e gli studi professionali che ci seguono e che fanno parte della nostra grande famiglia. E grazie alle tantissime attività commerciali e aziende che ogni mese scelgono La Piazza per la loro pubblicità, senza il loro prezioso contributo nulla di ciò sarebbe possibile. Grazie di cuore a tutti, La Piazza oggi siete voi!
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di Valeria Marcato
4 Argomento del mese I DATI 2013 Il Veneto è la prima regione italiana per presenze turistiche. Ci sono stati 61 milioni e 533.281 pernottamenti registrati, di fatto un – 1,3%; in numeri assoluti, rispetto all’anno precedente. In termini assoluti però i turisti sono aumentati sono 15.984.972 quelli che, dal resto d’Italia e da tutto il mondo hanno scelto la nostra regione
Turismo in Veneto: aumentano
di Alessandro Abbadir
Calano le prenotazioni negli alberghi da 1-2 stelle, mentre aumentano in quelli da 4 e 5 stelle
L’Anci Veneto: puntare sempre più sul turismo culturale, valorizzando il patrimonio delle ville
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urismo in Veneto, i numeri sono davvero importanti e danno la dimensione di un settore che se potenziato e razionalizzato, può contribuire davvero ad uscire dal tunnel della crisi la nostra regione. Il settore nel 2013 ha risentito di una piccola diminuzione in termini di pernottamenti, ma in termini di presenze fisiche i turisti sono aumentati. Ma vediamo le cifre. Il Veneto è la prima regione italiana per presenze turistiche. In termini assoluti nel 2013 i turisti sono aumentati: sono 15.984.972. C’è stata una crescita dell’1,1 per cento rispetto al 2012. Sono stati invece 61 milioni e 533.281 pernottamenti registrati nelle strutture ricettive, di fatto un – 1,3%; in numeri assoluti, rispetto all’anno precedente. Cioè ci sono più turisti ma pernottano di meno e si trattengono meno giorni sul territorio. Calano gli italiani ma la loro assenza è compensata da un +2,4 per cento dei turisti stranieri, che ormai rappresentano oltre il 65,5 per cento di quelli che giungono nel Veneto. Fra gli stranieri la quota di gran lunga più alta è quella dei turisti di lingua tedesca, con la Germania che porta 2.355.590 visitatori e l’ Austria con 746.93. I turisti stranieri di lingua tedesca, rappresentano in termini di arrivi, un quinto del totale, e quasi il 30 per cento di tutti gli ospiti stranieri. Ma non ci sono solo loro. La Cina si colloca al 5° posto, con
nelle provinCe di viCenzA belluno e treviso
Grande Guerra, itinerari per ricordare il centenario
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l ricordo dei luoghi della Grande Guerra come meta turistica. Il tutto per farne un’occasione di rivisitazione in nome della pace, della fratellanza e dell’ospitalità dei luoghi dove si fronteggiarono gli eserciti contrapposti: Dolomiti, Altopiano di Asiago, Monte Grappa, fiume Piave. Nel territorio del Veneto persero la vita nella guerra contro l’Austria (1915-18) i soldati di 23 nazionalità diverse. Sull’altopiano di Asiago vi sono testimonianze di soldati provenienti addirittura dal Ghana. L’Italia entrò in guerra un anno dopo le potenze europee e cioè il 24 maggio 1915. Per essere pronti nel migliore dei modi all’anniversario verrà realizzato, finanziato dalla Regione un corso di specializzazione, per un totale di 45 posti disponibili, rivolto ai possessori dell’abilitazione professionale di Guida turistica, Accompagnatore turistico, Guida naturalistico – ambientale o Guida alpina, con registrazione nell’albo delle province di Belluno, Treviso e Vicenza. L’iniziativa è promossa dalla Associazione Temporanea di Scopo “Grande Guerra” (composta dai Consorzi di Promozione Turistica di Asiago, Marca Treviso, Belle Dolomiti e Vicenza ) nell’ambito del progetto regionale “Itinerari della Grande Guerra – Un Viaggio nella Storia”. L’organizzazione è affidata alla Fondazione Centro Produttività Veneto (CPV) di Vicenza. Info: www.cpv.org Insomma chi vorrà visitare i luoghi della Grande Guerra troverà personale preparato a dare spiegazioni davvero dettagliate.
539.373 turisti, e la Russia al 9 posto, con 315.401. Ci sono poi ovviamente arrivi da Francia, Regno Unito e Stati Uniti nella top ten. Ancora più significativa la diminuzione degli italiani in termini di pernottamenti (– 6%), dove la crescita dell’1,2 per cento dei pernottamenti stranieri non compensa la perdita complessiva. L’assessore al turismo della Regione Veneto Marino Finozzi è però soddisfatto. “Il Veneto - afferma Finozzi - conferma il suo appeal turistico per gli ospiti provenienti dall’estero, e il suo primato nell’economia italiana dell’ospitalità, arrivando ad oltre un sesto delle presenze nazionali. Serve una vera politica turistica nazionale cambiando la politica fiscale ed eliminando la burocrazia, in modo da aumentare la concorrenzialità e la redditualità delle nostre imprese turistiche”. Ma andiamo nel dettaglio delle tipologie di turismo della nostra regione. Le presenze nelle spiagge hanno subito un calo, attribuibile anche al maltempo che ha investito il Veneto fino a tutto giugno 2013: -2,8 per cento sia negli arrivi sia nelle presenze. Ottimo invece il risultato delle città d’arte che fa un +3,2% degli arrivi e +2,3% delle presenze. Ciò conferma il crescente l’appeal delle mete culturali. Anche le località termali, dopo anni di stasi e qualche declino, hanno avuto un +2,5% degli arrivi e la stabilità delle presenze. Al lago e in montagna si nota
invece una stabilità degli arrivi (rispettivamente +0,1% e -0,4%), ma una riduzione delle presenze (per il 2014 ci si aspetta invece il boom, viste le nevicate di quest’anno). In giro per turismo però ci va sempre più chi ha soldi. Pesante il calo negli alberghi a 1 e 2 stelle che piombano ad un -7,8 per cento. C’è per la prima volta un calo delle presenze in quelli a 3 stelle: -1,7. Crescono invece i 4 stelle (+ 3,6 per cento) e quelli a 5 stelle e di lusso (+2,8 per cento). Ottima performance dell’agriturismo +8,5%. L’associazione dei comuni, Anci Veneto, chiede di valorizzare di più il turismo nelle città d’arte. “Il comprensorio città d’arte in Veneto - ricorda l’Anci- genera circa 8,5 milioni di arrivi (circa 50% del totale regionale) e 18,3 milioni di presenze cioè circa 30% del totale regionale”. “I dati emersi – ha spiegato Marco Boscolo Meo, responsabile FAI in un occasione di un convegno a Torreglia(Pd) organizzato da Anci - hanno dimostrato in maniera che la cultura non solo rappresenta l’elemento necessario ad ogni individuo per la propria crescita personale, ma assieme al turismo di qualità, può costituire uno dei punti strategici e un fattore trainante di rilancio per gran parte dell’economia italiana e soprattutto della nostra regione”.
Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano
Litorale
o gli stranieri, calano gli italiani A Jesolo nasce la A settembre la quinta edizione del World Heritage Tourism Expo
Da Assisi a Padova il Salone del turismo dei siti Unesco di Nicola Stievano
U spalla pag 5 per vene-
n filo rosso lega Padova ad Assisi, città unite dal genio di Giotto e dalla secolare presenza dei Francescani. Ora c’è un aspetto in più che rinsalda il legame già stretto fra le due città. E’ il World Heritage Tourism Expo, il Salone dedicato alla promozione e valorizzazione dei siti patrimonio dell’Umanità che per la quinta edizione si sposta dalla città umbra a quella del Santo. L’esposizione si terrà nella prestigiosa cornice del Palazzo della Ragione, dal 19 al 21 settembre prossimi, con l’obiettivo di dare massima visibilità agli espositori. Per Ivo Rossi, Vice Sindaco reggente della città di Padova: “Questo è un evento che rafforza il legame tra Assisi e Padova, gemellate grazie alle mani creative di Giotto e all’umanesimo francescano”. Il format non cambia: spazi espositivi aperti al pubblico con ingresso libero, convegni di approfondimento, momenti di animazione, incontri riservati agli operatori e alla stampa di settore. Già si registrano novità in termini di presenze tra gli espositori e gli operatori che si presenteranno al WTE, ma è ancora riserbo da parte degli organizzatori, che, comunque, intendono superare i numeri dell’edizione 2013, quando sono stati oltre 150 i tour operator e i buyer turistici accreditati all’Expo, provenienti da Italia, Francia, Gran Bretagna, Nord Europa, Canada, Stati Uniti, Giappone e 90 i siti Unesco presenti, tra cui, oltre ai tanti italiani, quelli di Giordania, Croazia, Malta. Per Claudio Ricci, Sindaco di Assisi e Presidente di Associazione Città e Siti italiani Patrimonio dell’UNESCO, “Il WTE si propone di creare un punto di incontro tra il mondo della cultura e quello dell’economia, con l’obiettivo di favorire la commercializzazione di prodotti turistici riguardanti i luoghi Unesco. Un dato interessante è che se il turismo mondo cresce del 5% quello italiano cala del 4.6%. Anche di questo si parlerà durante il WTE”. In contemporanea si svolgeranno anche le Giornate della Dieta Mediterranea, a Padova Fiere in concomitanza con Expobici, con presenze da Spagna, Grecia, Marocco e, da quest’anno pure Cipro, Croazia e Portogallo.
ziane
“Casa del turismo” L
a Provincia si dà da fare per incentivare il turismo nel litorale del Veneto Orientale con il progetto “Casa del Turismo”. “Casa del Turismo” attua una cooperazione tra soggetti pubblici e privati nei servizi alla domanda e all’offerta turistica in particolare della destinazione jesolana e del litorale veneziano. La firma del protocollo d’intesa è stata condivisa tra la Provincia, il Comune di Jesolo e Apt con Aja (Associazione jesolana albergatori) e Aja Service, queste ultime promotrici della costituenda rete associativa, assieme con Fiditurismo, Federconsorzi, Consorzio di promozione e sviluppo turistico di Jesolo-Eraclea. Tra gli obiettivi del progetto c’è quello assicurare nel territorio jesolano (prima spiaggia del Veneto per presenze), con l’utilizzo collettivo degli spazi disponibili all’immobile Kursaal, in piazza Brescia, l’esercizio coordinato delle attività associative, promozionali, di supporto e di servizio al turista e alle imprese turistiche locali, oltre a costituire un unico polo operativo, con sostanziali benefici socio-economici, non solo per l’utenza turistica ma anche per tutti gli operatori del settore. La durata del progetto, che prevede l’assegnazione in sub-concessione alla rete associativa degli spazi e dei locali, per 400 mq al primo piano del Kursaal, è di 3 anni con possibilità di proroga. Un’altra finalità è inoltre quella di promuovere la diffusione del modello anche in altri ambiti del territorio provinciale. Il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia è chiaro: “Abbiamo aderito - dice - da subito con convinzione al progetto che apre per Jesolo una nuova strada da percorrere che in futuro potrà essere avviata anche in altre località. Occorre fare squadra per dare risposte alle esigenze di turisti e operatori. Ben vengano le sinergie, da parte nostra continueremo a collaborare alla riuscita del progetto. L’amministrazione comunale sta valutando l’ipotesi di trasferire gli uffici del turismo presso questa sede”. Il presidente dell’Aja Massimiliano Schiavon: “A livello europeo il tema del turismo si rapporta con la tecnologia, l’innovazione, l’ambiente. Abbiamo preso Friburgo come modello di buone pratiche nell’applicazione di politiche di rispetto ambientale e di riduzione delle emissioni nocive, con impianti solari, edilizia a basso consumo e energia pulita. Abbiamo voluto introdurre questi parametri anche a Jesolo per dare nuove linee di indirizzo alla nostra realtà; per questo abbiamo pensato di fare della “Casa del turismo” un modello che, rendendosi autosufficiente dal punto di vista energetico con il minieolico e i pannelli solari, possa sensibilizzare sull’importanza dell’impiego delle fonti energetiche a basso impatto ambientale. Il nostro obiettivo è sviluppare il mercato turistico cercando di dare nuovi impulsi”. Per il presidente di Fiditurismo Alessandro Rizzante: “E’ nostra intenzione che Jesolo diventi una città green; il progetto che abbiamo proposto è ambizioso e può essere sperimentato con il coinvolgimento degli enti e degli operatori. Creare le condizioni di fattibilità è un’opportunità per modelli di sviluppo attenti alla questione ambientale e alle nuove forme di turismo che si presentano”. Intanto arrivano altre buone notizie : Venezia risulta essere la seconda città italiana come meta scelta nel portale degli hotel “Trivago” nel periodo che va dal primo aprile al 31 maggio 2014. Il turista però non cerca più soltanto la laguna come luogo prescelto per godere i primi giorni di caldo sole, ma sceglie anche Mestre, e il Lido. Gli arrivi per primavera 2014 si confermano da paesi vicini come l’Austria e la Francia, in crescita del 27%, Belgio e Svizzera con un aumento del 26%, Germania e Olanda con un + 21%. In Veneto si registrano altre due new entry fra le mete prenotate negli hotel: Desenzano del Garda e Limone sul Garda. Nella top ten si trovano nell’ordine: Roma, Venezia, Firenze, Milano, Bologna, Napoli, Sorrento, Pisa, Verona e Mestre. I dati vengono estrapolati dal sito web che ospita 721.444 hotel presi da 200 siti web di tutto il mondo ed è seguito da 1,6 milioni di persone su Facebook. A Venezia sono registrati 1470 hotel, i primi tre che appaiono per popolarità sono l’Hotel Liassidi al Ponte dei Greci, seguito A.A. dall’Hotel Bauer e dal Molino Stucky della Giudecca.
6 Mira Amministrazione La giunta grillina prova a rimediare all’errore commesso
I soldi persi li rimette il Comune Si tratta di 140mila euro per interventi anti allagamento. La somma avrebbe potuto metterla la Regione di Alessandro Abbadir
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maro finale dal punto di vista amministrativo. Il comune di Mira stanzierà direttamente di tasca propria i soldi persi dei fondi regionali, inserendoli nel bilancio dell’ente locale già quest’anno. E’ questa la decisione quasi obbligata del consiglio comunale, presa nelle scorse settimane, dopo che in municipio si erano presentati decine di cittadini di via Risorgimento (la provinciale che collega Oriago a Gambarare). Ma facciamo un passo indietro. La questione della perdita degli introiti regionali in via Risorgimento era scoppiata a febbraio, quando a porla all’attenzione, era stato il consigliere del Pdl Paolino D’Anna. Il comune di Mira non presentando un progetto entro dicembre 2013, aveva perso i soldi (140 mila euro) a cui aveva diritto dalla Regione per la sistemazione idraulica di via Risorgimento. Il parlamentino comunale con una mozione promossa dal Pdl e dal Pd e votata con lievi modifiche anche dal Movimento 5 Stelle, ci ha messo una pezza. Alla presenza di un folto pubblico le forze politiche hanno ribadito la loro posizione, le minoranze criticando l’amministrazione per non essere riuscita a concludere l’iter entro i termini ultimativi per avere il contributo regionale. Sono arrivate dal pubblico anche urla e richieste di dimissioni, soprattutto all’indirizzo dell’assessore Luciano Claut, per come è stata gestita la vicenda. Il sindaco Alvise Maniero ha però premesso che su questa questione “si assume pienamente la responsabilità politica ed amministrativa di ciò che è accaduto“. Gli amministratori grillini hanno pure ribattuto alle critiche puntuali dei consiglieri del Pd Maurizio Barberini, del
In breve Oriago in fiore 40 mila visitatori Boom di visitatori alla trentasettesima edizione della manifestazione Oriago in fiore. Un evento organizzato dalla Pro Loco di Mira a cui hanno partecipato oltre 40 mila persone. Alla manifestazione che si è svolta lungo le rive del Naviglio del Brenta, da Riviera San Pietro a Piazza Mercato c’erano 100 espositori del settore florivivaistico da tutto il Veneto. Molto apprezzata anche la scritta fatta sulle sponde del Naviglio “Oriago in fiore”, regalata alla manifestazione da una fioreria della zona.
Sottopasso? Intanto un semaforo
Pdl Paolino D’Anna e del gruppo Misto Fabio Zaccarin. Il sindaco e l’assessore Claut così dati alla mano, hanno spiegato come “questa amministrazione in 17 mesi abbia fatto molto di più di quanto era stato fatto in cinque anni dalla precedente giunta (quella guidata dall’ex sindaco Michele Carpinetti)”. Alla fine, i consiglieri hanno trovato l’accordo su una mozione che impegna il sindaco e la giunta ad “effettuare le dovute variazioni di bilancio, e qualora necessiti, anche la variazione al Piano della Opere Pubbliche, al fine di poter compensare il contributo regionale e dare le dovute risposte ai cittadini residenti, al pari degli altri finanziamenti provenienti da altri enti”. Il consiglio comunale insomma, ha individuato in modo unanime una via d’uscita. “Resta l’amaro in bocca - spiega il consigliere del gruppo misto Fabio Zaccarin. Questi soldi che potevano arrivare dalla Regione, li pagheranno direttamente i cittadini miresi“.
“Nonostante le promesse dell’assessore regionale Renato Chisso, il sottopasso ciclopedonale sulla nuova rotatoria di Borbiago non verrà realizzato prima di due anni. Per questo la Provincia all’apertura della bretella di collegamento fra la brentana e la A4 a maggio, deve prevedere un semaforo a chiamata per mettere in sicurezza l’attraversamento pedonale“. A chiederlo è il consigliere provinciale del Pd Guerrino Palmarini, che ha presentato una mozione ad hoc in consiglio provinciale.
Il Marano Calcio cerca un segretario Sembra strano, ma anche lo sport offre impiego. Il Marano Calcio società sportiva di Mira, cerca segretario o segretaria, per portare avanti la propria attività d’ufficio. E’ richiesta disponibilità per circa due ore al giorno, il pomeriggio. Per informazioni si può chiamare il numero: 338-4516764.
via della segheria Vincono i residenti
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ia della Segheria a Mira Taglio, il Consiglio di Stato dà ragione ai residenti e blocca il permesso a costruire due villette-residences, su un terreno di 1500 metri quadri con bosco secolare di fronte ad una costruzione liberty di fine 1800. Il Consiglio di Stato fa proprie le istanze degli abitanti, e accoglie la loro richiesta cautelare e di fatto blocca la possibilità di edificare nel boschetto secolare. Area, dichiarata il 5 maggio 2010 dal Direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici “d’interesse culturale e di particolare importanza”. La relazione allegata al decreto di vincolo era stata redatta dall’architetto Tiziana Favaro e recitava che: “il complesso di Via della Segheria va sottoposto alle disposizioni di tutela in quanto interessante esempio di architettura neo-medioevale, rara testimonianza delle correnti stilistiche, architettoniche e artistiche sviluppate tra fine Ottocento e i primi Novecento”. La relazione evidenziava inoltre che “le aree a verde di pertinenza, destinate a parco, sono ricche di vegetazione e conservano alcune essenze arboree ad alto fusto, messe a dimora in quell’epoca”. In modo incomprensibile secondo i residenti, “la Soprintendenza a dicembre 2012, smentendo se stessa, ha autorizzato l’operazione edilizia. Il Comune di Mira, vista la decisione della Soprintendenza il 17 dicembre 2013 con la dirigente Marina Pacchiani, ha rilasciato il permesso a costruire nonostante ci fossero forti dubbi, che richiedevano chiarimenti specifici prima di ogni decisione”. Sono poi arrivati un ri-
corso al Tar, e la relativa sospensiva e la successiva decisione del Tar di far proprie gli atti del Comune e del Ministero per i Beni e Attività culturali. I residenti però non si sono arresi, e prima hanno ottenuto una sospensiva contro l’autorizzazione del Tar e infine la vittoria al Consiglio di Stato contro il Ministero e, di fatto, contro il Comune di Mira che aveva agito legalmente per difendere la sua decisione di concedere il permesso a costruire (spendendo nella difesa del provvedimento circa 8 mila euro). “Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) - si legge nella sentenza - accoglie l’appello (Ricorso numero: 1797/2014) e, per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie l’istanza cautelare proposta in primo grado. Condanna il Ministero per i Beni e le Attività Culturali al pagamento delle spese della presente fase cautelare, A.A. a favore della parte appellante”.
8 Mira L’Intervento
Economia Lavoro L’ex sito della Pansac International di Malcontenta riparte
Polimira, volano gli ordinativi e le assunzioni di Alessandro Abbadir
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uone notizie sul versante dell’occupazione nel territorio del comune di Mira. Polimira, l’azienda che ha rilevato l’ex sito della Pansac International vola sul mercato, e a 4 anni dal disastro prodotto dalla gestione dell’ex patron Fabrizio Lori, l’azienda rialza la testa e punta a raddoppiare il fatturato. Sono in arrivo ancora nuove assunzioni rispetto al piano concordato, mentre anche nell’indotto si ricomincia ad assumere. Gli assunti sono 123 arriveranno 130 a fine aprile. Nelle scorse settimane a dare i numeri sono stati il presidente di Polimira Barbara Gatti, e l’amministratore delegato dello stesso gruppo Sergio Folli, in un momento di riflessione nella sede dell’ex stabilimento Pansac a Malcontenta. Un momento di riflessione a cui ha partecipato il Prefetto Domenico Cuttaia e l’avvocato Marco Cappelletto, Commissario straordinario della Pansac International in liquidazione. C’erano i sindacati, l’assessore provinciale Paolino D’Anna e il sindaco di Mira, Alvise Maniero. Ma sono i dati sull’attività industriale a dare il senso della ripresa in atto all’ex Pansac. A spiegarli è l’amministratore delegato Sergio Folli. “Abbiamo trovato attive – ha detto Sergio Folli – 8 linee produttive sulle originali 47. Ora ne abbiamo attivate 17 e pensiamo di portane a regime entro l’anno 23. Sono state assunte al 31 dicembre 2013, 123 persone quando ne erano previste di assunzioni 100. Entro aprile puntiamo ad assumere altre 6- 7 persone arrivando a 130, quando dovremo assumere 170 persone in tre anni (cioè, entro la fine del 2016)”. Folli poi parla anche delle ricadute occupazionali sull’indotto. “Con la ripartenza delle linee produttive – ha spiegato – molte aziende dell’indotto hanno ripreso a lavorare alla grande. E alcuni titolari di impresa hanno cominciato ad assumere nuovo personale visto il
NEWS
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L’Ad Sergio Folli: ”Ad ora, il fatturato è per 47 milioni di euro. Nel 2015 le previsioni sono per 65-70 milioni” Lo stabilimento della ex-Pansac
lavoro che è ritornato“. Poi i dati sul fatturato. “A fine del 2013 – spiega Folli – c’era un fatturato di 39 milioni di euro. Ad ora, cioè ad aprile, il fatturato è in ordinativi per 47 milioni di euro. Nel 2015 le previsioni sono per 65-70 milioni di euro per arrivare a 100 milioni di euro nel 2016“. Con questi ritmi di crescita, è facile che si possa fare ancora di più, in termini di assunzioni. Sono stati recuperati anche clienti ex Pansac. “Abbiamo recuperato fette importanti di mercato internazionale – ha detto il presidente di Polimira, Barbara Gatti – a cui i prodotti Polimira sono diretti. Utilizzeremo 5 dei 14 brevetti, che erano esclusivi ex Pansac, e stiamo preparando ad hoc due prodotti specifici per altrettanti clienti che ce li hanno ordinati in questi mesi”. Non sono mancati i momenti di riflessione e soddisfazione. “Sono qui – ha detto il Prefetto Domenico Cuttaia
– perché è dovere delle istituzioni lavorare, come hanno fatto, per evitare che una importante attività produttiva come questa non sparisse letteralmente dal panorama economico provinciale a causa della pesante crisi in atto. Ci siamo riusciti e questo è un traguardo importante da cui ripartire“. Entusiasta dei risultati raggiunti l’ex commissario straordinario l’avvocato Marco Cappelletto. “Non pensavo – ha detto Capelletto – quando arrivai che saremo riusciti con i lavoratori, a tagliare un importante traguardo come questo, e cioè ricollocare sul mercato una azienda che era finita male a causa di una gestione discutibile e non per una crisi del settore. Ho capito che ce l’avrei fatta, osservando l’assoluta determinazione di tutti a venire fuori dal baratro in cui si era precipitati. Ora la nuova proprietà si sta muovendo nel verso giusto“.
Job Acts , un tutt’uno con l’insieme delle riforme del Governo Renzi di Franco Scantamburlo*
segue da pag.
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A questo si aggiunge l’ aspettativa innescata dalla promessa di ridurre la tassazione per i lavoratori con redditi inferiori ai 15 mila euro all’anno... beneficio annuo di circa mille euro netti in busta paga a partire da maggio. Serviranno alle famiglie per le necessità quotidiane. Una manovra, alla cui copertura, concorreranno i tagli della spending review. Ma la riforma generale annunciata riguarda ammortizzatori sociali in materia di sussidi di disoccupazione. Fa discutere l’introduzione del contratto unico a tutele crescenti e l’estensione del contratto a tempo determinato a tutti i settori, fino a 36 mesi senza causale. Qui il dibattito tra governo e forze sociali rischia un cortocircuito, tra chi grida alla eccessiva precarizzazione e chi invece vorrebbe affossare il metodo della concertazione. Da decenni si sono sempre previsti sacrifici per i lavoratori imprese e pensionati. Alle piccole imprese e artigiane, sta a cuore la riduzione del costo del lavoro a loro carico, anche se le politiche retributive nel mondo artigiano sono più fra le più alte. E’ dovuto alla vicinanza tra dipendente e imprenditore. Nelle imprese artigiane le retribuzioni di merito, sono riconoscimenti unilaterali per fideizzare il dipendente. Un paese che vuole difendere un minimo di Welfare, ha il dovere di armonizzare le tutele. E’ urgente una politica industriale per l’Italia manifatturiera. Su questo terreno si misurerà la forza innovatrice del Governo Renzi e cioè; sulla capacità di coniugare emergenza sociale a lotta alla disoccupazione. Nel paese c’è esasperazione, non basteranno i proclami per una Europa diversa serviranno cambiamenti incisivi perché l’Europa diventi il luogo della solidarietà e della difesa delle politiche sociali. Il Governo Renzi, dovrà dipanare dubbi sulle coperture finanziare e crescita. Il Job Acts ci porta ad esprimere un cauto ottimismo ma va misurato su ogni singolo provvedimento. Un appello al Governo: in un paese al rallentatore come l’Italia, è sì importante una nuova velocità di marcia, ma di più, arrivare alla decisione con il massimo del consenso. Non si commetta l’errore di riformare a prescindere. Quando si maneggia la Costituzione, l’attenzione deve essere massima altrimenti si dà la sensazione che la politica è tutta cattiva. Arrivare da soli non serve, meglio arrivare un giorno o un mese dopo, tutti insieme. *segretario dell’ Associazione Artigiani “Città della Riviera del Brenta”
Viabilità
“Riaprite il ponte di via Valmarana”
n poco tempo sono state raccolte 300 firme contro la chiusura per tre mesi del ponte di via Valmarana sul Naviglio. A capeggiare la protesta di residenti, commercianti ed operatori turistici contro il comune di Mira è Gabriele Baldan, presidente del gruppo operatori turistici della Riviera del Brenta. Baldan motiva la protesta. “Si è venuta a creare - spiega in una nota - una situazione grave per la comunità di Valmarana con l’ ordinanza di chiusura del ponte girevole di attraversamento tra via Valmarana e Via
Riscossa. L’impossibilità di raggiungere la vicina via Riscossa, e la conseguente brentana comporta un enorme disagio per residenti giovani e anziani, studenti e lavoratori che non possono usufruire della vicina fermata dell’autobus per raggiungere con mezzi pubblici, l’ospedale di Dolo, la scuola, o il posto di lavoro. La chiusura mette a rischio la sopravvivenza delle attività commerciali, che si vedono mancare la clientela di passaggio, incluso il flusso turistico per raggiungere la vicina Barchessa Valmarana. Tre mesi di chiusura
per sistemare il ponte ci paiono troppi. Consegneremo le firme al sindaco”. Critiche all’amministrazione grillina dalla civica “Noi per Mira“. “Mesi fa - spiega il portavoce Francesco Lana - il comune aveva annunciato l’avvio dello strumento “decoro urbano.org”, per segnalare problemi. A noi pare che le buche siano riempite a parole e in internet, ma poco per le strade. Un esempio? La pavimentazione della piazzetta settecentesca di Mira Porte, rattoppata sei mesi fa, è già nel degrado, senza che nessuno intervenga.
Saltano all’occhio l’abbandono di vie come la Marmolada o la Seriola, Oriago, Malcanton e Malibran a Malcontenta, per non parlare di Mira Vecchia o Piazza Vecchia o Giare, o Borbiago e Marano. Interventi che potrebbero essere fatti in economia”. A.A.
Mira 9 Turismo L’Istituto Regionale Ville Venete stanzia 100 mila euro ad hoc
Arrivano i fondi per villa Levi Morenos Sarà fatto un intervento urgente sulla copertura del corpo centrale e della “Casa del Caffè” di Alessandro Abbadir
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illa Levi Morenos si rifarà il look con 100.000 euro in arrivo dall’Istituto Regionale Ville Venete, nell’ambito del Concorso “Ville Venete per l’Europa”. Serviranno, per un intervento urgente sulla copertura del corpo centrale della villa e della “Casa del Caffè”. Si aggiungono ad altri 100 mila euro stanziati dal comune di Mira per la stessa finalità. “Questi soldi – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Luciano Claut – andranno a finanziare, con altri 100.000 euro stanziati dal comune, un intervento straordinario di restauro e conservazione
Politica
della copertura del corpo centrale della villa. Partiremo con la progettazione definitiva ed esecutiva, per avviare i lavori prima possibile”. Anche il sindaco è soddisfatto del risultato. “Mi pare giusto – ha dichiarato Alvise Maniero – ringraziare la presidente dell’Irvv Giuliana Fontanella e il consigliere di amministrazione ed ex sindaco Michele Carpinetti, per la sensibilità dimostrata nei confronti della conservazione di questo bene prezioso di Mira, che necessita di fondamentali lavori di manutenzione per essere messo a disposizione della cittadinanza”. Intanto
nei giorni scorsi, si sono conclusi i lavori di messa in sicurezza dei soffitti con affreschi presenti al piano terra della villa, con stratigrafie dell’ intonaco per comprendere se ci possano essere altri dipinti. L’intervento è costato complessivamente 18.000 euro. C’è stata la posa di reti anti intrusione contro i volatili, e di una protezione in nylon sul sottotetto per bloccare le infiltrazioni di acqua. Ma se per una villa sono in arrivo buone notizia, per un’altra, sempre a Mira, ne arrivano delle pessime dai tour operator della zona. A denunciare la situazione è Antonio
Il segretario del Pd nomina la nuova segreteria
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ongresso del Pd a Mira, il neo segretario Albino Pesce ha nominato la sua nuova segreteria politica composta da tante persone giovani che rispecchiano tutte le mozioni congressuali all’interno del partito negli ultimi mesi (Cuperlo, Civati e Renzi). Il Pd di punta rafforzare sempre più il legame
Villa Levi Morenos Piccolo, presidente dei “Battellieri del Brenta”. “A villa Widmann – spiega – c’è una situazione di desolante abbandono. Abbiamo iniziato la stagione e già abbiamo ricevuto le proteste dei visitatori. Nessuna pulizia di giardino e parco. Le guide ci segnalano la necessità che i tappeti del corpo nobile siano passati con aspirapolvere e tolte le ragnatele dai lampadari. Sarebbe opportuno, inoltre, arieggiare le stanze lasciando porte e fine-
con il territorio che nel corso degli ultimi anni dopo la sconfitta alle urne dell’ex sindaco Michele Carpinetti, si era allentato. “Nella segreteria del Pd di Mira - spiega il nuovo segretario Albino Pesce - ho voluto tener conto di tutte le componenti del confronto congressuale. Faranno parte della squadra Giada Palumbo, Andrea Temporin, Margherita Gasparini (ex assessore comunale al tempo di Carpinetti), Morgan Chirici, Stefania Cazzagon, Francesco Pupillo e Morena Muraro. Si tratta di una
stre aperte, perché sa sempre di chiuso e di muffa e i turisti storcono il naso”. E ancora. ”Lo scorso anno – conclude – ad inizio stagione, abbiamo ricevuto molte lamentele su Facebook e tripadvisor sul giardino di villa Widmann, e non possiamo permetterci che si ripetano anche quest’anno. La villa così non è visitabile”. La villa è gestita dall’Apt che ha assicurato compatibilmente ai bilanci di intervenire con sfalci più regolari.
squadra con tanti giovani che punta a riscattare il territorio comunale di Mira dall’immobilismo in cui è precipitato con il governo del Movimento 5 Stelle. Nella scelta della squadra, ho tenuto conto sia della novità caratterizzata dalla giovane età, sia dalla motivazione e dall’esperienza. Ora parte una nuova stagione politica entusiasmante, che porterà questo partito ad essere il fulcro del rinnovamento della realtà sociale ed economica di Mira”. A.A.
10 Campolongo Sociale Il sindaco illustra il suo piano per l’utilizzo dei beni sequestrati alla Mala
Da ville dei boss a case popolari A disposizione 2 ville con parco di 4000 mila m2, 4 appartamenti e altri terreni con estensione complessiva di 3000 m2 di Alessandro Abbadir
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e ville dei boss della Mala del Brenta trasformate in case popolari. A prometterlo è il sindaco di Campolongo Maggiore Alessandro Campalto. Campalto è chiaro. ”Trasformerò – dice – le ville della Mafia del Brenta, in case popolari per dare risposta all’emergenza abitativa, che è esplosa con la crisi economica nel nostro comune”. Intanto nel resto della Riviera sulla destinazione dei beni sottratti alla mafia è possibile firmare in Municipio a Mira per la proposta di legge d’iniziativa popolare promossa da Italia dei Valori. “La proposta – spiegano i promotori – punta al migliore e più veloce utilizzo dei beni confiscati alla mafia, un valore ingente che andrebbe a beneficio delle casse dello stato e della stessa lotta alla criminalità”. Le firme a Mira si raccolgono fino al 24 aprile all’Ufficio Urp, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 8.30 alle 13 e martedì e giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17.30. E poi agli Uffici Demografici (piazza S. Nicolò), lunedì, martedì e venerdì: 9-12; giovedì: 9-13 e 15-17 e infine nei sabati pari: 9-12. Ma torniamo a Campolongo. Qui Campalto, chiede al governo di Matteo Renzi, di finanziare l’edificazione sui terreni sottratti ai mafiosi. Terreni da cui, secondo il sindaco, si potrebbero realizzare altri 8 appartamenti. Il patrimonio sottratto alla Mala del Brenta da quasi una ventina d’anni è impressionante. Solo a Campolongo: due ville - bunker dei boss Felice Maniero (con tanto di piscina e di rubinetteria in oro) e Fausto Donà e quattro appartamenti dello stesso Donà in via Fermi. Le due ville sono dotate di parco di oltre 4000 mila metri quadri ciascuna, e sono diventate nel corso degli anni, sede dell’associazione Affari Puliti e un centro diurno per disabili psichici. Valore sul mercato: oltre 2,5 milioni
La ex-villa di Maniero di euro. Ci sono poi 4 appartamenti dell’ex boss Giuliano Ferrato e altri terreni con estensione complessiva di 3000 metri quadri. “Con questi beni – afferma il sindaco Campalto – se potessimo edificare o avere contributi per farlo, potremo dare risposta in caso di emergenza abitativa ad almeno una ventina di famiglie. Potremo ristrutturare le ville e riorganizzarle come porzioni abitative. Per edificare in un terreno da 2000 metri quadrati altri otto appartamenti, ho già presentato un progetto che aspetta solo di essere finanziato. Certo con questi vincoli di bilancio che abbiamo, facciamo fatica a dare risposte a problemi urgenti come quelli scatenati dalla crisi. Renzi ci aiuti. E’ sbagliato vendere i beni tolti alla mafia, visto che possono essere utilissimi proprio per dare risposte alle esigenze della gente”.
in municipio il processo a dante
NEWS Territorio
“L’idrovia è elemento di sicurezza idraulica”
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l completamento dell’Idrovia Padova - Venezia è elemento di stabilizzazione e messa in sicurezza idraulica del territorio veneziano e padovano. Queste le conclusioni a cui è giunto il convegno “La memoria dei fiumi”, che si è tenuto nelle scorse settimane, di grande interesse soprattutto per l’area sud della Riviera. Il L’idrovia Padova-Venezia comitato Brenta Sicura di Campolongo Maggiore che punta alla realizzazione dell’Idrovia, infatti, ha partecipato al convegno e ha apprezzato le considerazioni emerse. “Il ripetersi sempre più frequente di situazioni di criticità idrogeologica in conseguenza di perturbazioni atmosferiche anche di breve durata, impone l’urgenza, hanno sottolineato gli organizzatori, di conoscere e approfondire la trasformazione urbanistica del territorio e i cambiamenti climatici in corso, per individuare le soluzioni più efficaci per impedire danni da allagamento che colpiscono pesantemente i cittadini e le attività economiche”. E’ stata così fatta una mappa storica delle criticità e dei fenomeni di allagamento dal 1882 in poi, e sottolineate le emergenze attuali. Dopo l’apertura dei lavori da parte dell’assessore Luciano Claut, ha parlato Francesco Rech, dirigente tecnico del servizio meteorologico di Arpav. C’erano anche i tecnici competenti dei bacini di bonifica e docenti dell’ Iuav. Dopo ogni intervento si è dato spazio alle domande del pubblico. “C’è la certezza - ha detto Claut - che serve un’azione programmata e coordinata per dare risposte di sviluppo in sicurezza ad un ambito territoriale come il nostro di grande fragilità idrogeologica”. A.A.
Sanità Riorganizzazione Ulss 13
“Vogliamo un incontro con Coletto”
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ante Alighieri assolto: non poteva fare uso di oppiacei, la sua genialità era naturale. Si è espressa così la “Corte d’assise speciale” di Campolongo le scorse settimane in una sala consiliare gremita soprattutto di giovani, che hanno assistito attentamente al “processo” dell’imputato Dante Alighieri. Il Poeta era interpretato dallo scrittore Francesco Fioretti, in uno spettacolo organizzato magistralmente dall’associazione Mondo di Carta. L’imputato” è stato accompagnato a testimoniare, dagli armigeri fiorentini in vesti medioevali. Dopo la “deposizione giurata” del medico legale il Maurizio Berto, che ha spiegato con tanto di slide gli effetti della mescalina, droga dell’epoca, sulla genialità di Dante, incalzato dall’avvocato difensore di Dante Marco Matterazzo del foro di Venezia, il Pm Sergio Dini ha chiesto una condanna per l’uso di stupefacenti durante la stesura della Divina Commedia, soprattutto durante la stesura del Paradiso. Dante Alighieri si è avvalso poi della facoltà di non rispondere, nessun testimone ha deposto contro di lui, e
così la corte presieduta da Graziana Campanato (magistrato che ha contribuito a far condannare Felice Maniero) non ha creduto alla motivazione della condanna, né alle supposizioni del medico legale, ha accolto le istanze della difesa ed ha assolto con formula piena Dante Alighieri per non aver fatto uso di sostanze stupefacenti ma bensì di aver avuto una dote naturale nella stesura del suo capolavoro la Divina commedia. Per la Campanato “Dante doveva avere una mente coordinata ed una eccellente capacità di controllo, una ipotesi che esclude l’uso di droghe”. ”Questa assoluzione pesa molto - dice divertita Oriana Boldrin organizzatrice dello spettacolo - soprattutto agli studiosi inglesi che ritenevano che Dante facesse uso di oppiacei. Forse l’accusa è frutto dell’invidia perché un italiano, il padre della nostra lingua, ancora una volta, ha scritto un capolavoro più letto e tradotto al mondo grazie ad una genialità davvero difficile da raggiungere”. Alla fine del “processo“ il pubblico è scattato in piedi applaudendo i protagonisti. R.P.
L’ospedale a Dolo
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indaci della Riviera del Brenta furiosi con il direttore generale dell’Ulss 13. Il direttore generale Gino Gumirato ha spiegato alla conferenza dei sindaci, che non ci sarà alcun smembramento e depotenziamento degli ospedali. A quello che ha detto il direttore generale però, i sindaci non ci hanno creduto. “Vogliamo un incontro urgente con l’assessore regionale alla sanità Coletto, visto che non si capisce, se esistono i fondi per mettere in sicurezza e a norma le strutture dell’Ulss 13“. Questa la richiesta. “Vogliamo capire – spiega il sindaco di Camponogara Giampietro Menin – come mai il direttore sanitario Gumirato spiega che soldi per la messa a norma degli ospedali non ce ne sono, mentre ci era stato assicurato dalla Regione che i soldi c’erano. Dove sono i soldi per mettere a norma il Pronto Soccorso di Dolo? Chiedere-
Campalto: “Non parteciperò più alle conferenze, ci sentiamo presi in giro e non ne vedo l’utilità”
mo lumi proprio al responsabile regionale“. I dubbi sull’azione del direttore generale dell’Ulss 13 non sono venuti solo a Menin, ma anche al sindaco di Fossò Federica Boscaro, che di professione tra l’altro è medico. “Va capita con esattezza – spiega la Boscaro – l’operazione che si vuole portare avanti. C’è il rischio di un depotenziamento dei plessi ospedalieri”. I sindaci hanno chiesto a Gumirato che spieghi con una relazione ad hoc al presidente della Conferenza, quali sono i costi di questa riorganizzazione provocata dalle nuove schede ospedaliere regionali. Il sindaco di Mirano Maria Rosa Pavanello, ha chiesto invece delucidazioni sul futuro di Cardiochirurgia specialità di eccellenza, che sembra destinata ad essere assorbita dall’ospedale di Mestre. Durissima la presa di posizione del sindaco di Campolongo Maggiore Alessandro Campalto. “Ci sentiamo – ha detto Campalto – presi in giro. E’ dal 2009 che partecipiamo a queste conferenze e ci era sempre stato detto che i soldi per la messa a norma dei plessi c’erano. Ora scopriamo che non ci sono. Credo che non parteciperò più ad una Conferenza dei sindaci del genere. Non ne vedo l’utilità“. Va giù duro il comitato rivierasco “Bruno Marcato”. “Il dottor Gumirato – spiega in una nota il comitato – ci vuole “vendere” qualcosa che è invendibile anche a chi non capisce nulla di sanità. E’ l’unico direttore generale di Ulss, che si è inventato “una divisione tra area medica e area chirurgica” ed è stato lui a sostenere tale progetto nelle schede ospedaliere, con molti dubbi anche da parte della regione. Basta leggere le sue osservazioni alle schede ospedaliere presentate in Regione, per verificare che la sua proposta è più penalizzante per Dolo di quanto non lo fosse stata quella della Regione. Quello che diventa inaccettabile, è il fatto che Gumirato lo stia facendo prevedendo costi più elevati, e la razionalizzazione da lui ipotizzata avvenga solamente con i tagli a Dolo che è riferimento in un bacino di 130.000 abitanti qual è la Riviera” . A.A.
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12 Camponogara Politica Alle comunali di maggio al momento in cui scriviamo, si sono presentate due liste
Rifiuti
Elezioni contro Menin si candida Compagno D
La nuova differenziata dà risultati
Compagno, avvocato punta su trasparenza e associazioni per vincere. Menin con il Pd propone efficienza amministrativa e continuità di Alessandro Abbadir
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i anima la competizione elettorale a Camponogara dopo che, con una lista civica antagonista al centrosinistra si è presentato come candidato sindaco Emanuele Compagno, 33 anni avvocato e cronista di un quotidiano locale con la lista “Amministriamo insieme”. “In questi giorni – dice Compagno - tanti cittadini mi hanno chiesto di impegnarmi per portare al centro dell’agire amministrativo il dialogo tra la gente e le istituzioni. C’è voglia di rinnovamento a Camponogara, di gente giovane, di amministratori che non parlino il burocratese, ma la lingua di tutti i giorni, quella degli operai, dei piccoli imprenditori. Il 25 maggio Camponogara sarà di fronte ad un bivio, da un lato una lista che ripropone il vecchio schema dei partiti, tecnocrati e burocrati legati al passato che presentano percorsi già visti. Dall’altro ci saremo noi, il nuovo, gente normale, conosciuta negli anni per l’aiuto dato alla comunità, persone provenienti dal tessuto del volontariato, delle parrocchie, del mondo operaio, giovani con un nuovo agire. Non siamo imbrigliati all’interno delle segreterie dei partiti, siamo una lista civica trasversale, insieme per dare un’aria nuova all’agire amministrativo, legati da un solo interesse: il bene della nostra gente. Vogliamo metterci a servizio di Camponogara con il cuore in mano”. Compagno punta sulla trasparenza. “Con noi il Comune sarà la casa di tutti, avrà i muri trasparenti - dice- ci si potrà vedere dentro, dialogare ed avanzare soluzioni. Proponiamo un ruolo centrale delle associazioni, alle quali garantiremo pari opportunità, una tassazione più equa, un’urbanistica pianificata e concertata con la gente e non più decisa con piani estemporanei slegati da una programmazione complessiva. Al centro ci saranno i più deboli, gli emarginati, gli anziani, come la nostra tradizione di volontariato ci insegna. I camponogaresi non dovranno più sobbarcarsi spese per opere di competenza di altri enti”. I candidati alle elezioni comunali che si terranno nel centro rivierasco nel mo-
Viabilità Calcroci
La nuova rotonda si farà
Il centro di Calcroci
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a nuova rotatoria a Calcroci si farà” – dice il sindaco Gianpietro Menin. I lavori per la realizzazione della rotonda all’incrocio di Via Nuova con Via 8 marzo e Via Sabbioni inizieranno a fine anno. La polemica per questa rotatoria si lega soprattutto al fatto che, per realizzarla, si sacrificherà un’area verde. Il sindaco spiega che era necessario intervenire in una situazione di rischio e riporta i dati della Provincia di Venezia, relativi al traffico giornaliero nel 2013, nella strada Provinciale 18: sei mila passaggi di autovetture con una percentuale di quasi 12% di mezzi pesanti. La strada è molto trafficata perché collega Fossò, Vigonovo e Camin, senza considerare il futuro aumento di traffico con la Romea Commerciale. “Dopo aver raccolto decine e decine di richieste da parte di residenti di via Nuova – dice
Il municipio di Camponogara i candidati Emanuele Campagno e Giampietro Menin
mento in cui scriviamo sono oltre a Compagno il sindaco uscente Giampietro Menin che si è ricandidato a febbraio scorso appoggiato dal Pd e da una civica. “Ripropongo – spiega il sindaco uscente Menin – una continuità amministrativa fatta di estrema trasparenza e di grandi risultati. Si pensi ad esempio alla caserma dei carabinieri che verrà inaugurata questo mese e alle tante opere pubbliche completate. Crediamo che i camponogaresi ci riconfermeranno al governo della città ridandoci il loro voto“. Sul versante del Movimento 5 Stelle per ora tutto tace mentre neanche Sel adora ha presentato una candidatura.
“I residenti di via Nuova ci chiedevano di rallentare la velocità” l’assessore ai lavori pubblici Paolo Nardo – che ci chiedevano di far qualcosa per rallentare la velocità su quella strada, e dopo aver cercato qualsiasi altra soluzione, abbiamo ritenuto che la rotatoria è l’unico mezzo per rallentare il traffico, e per consentire l’immissione in sicurezza di diverse vie della zona. Se guardiamo un po’ fuori dal nostro orticello, troveremo conferma che in tutti i paesi europei e in molte provincie italiane, questa è la soluzione più adottata, anche perché eventuali incidenti sono molto meno gravi rispetto a quelli che accadono agli incroci regolati da semafori”. Alcuni cittadini si sono dichiarati favorevoli alla rotatoria ma soltanto se realizzata dalla Provincia, proprietaria della strada, ma quest’ultima non interviene nel territorio da molto tempo. Le rotatorie di Piazza Marconi e Via Pisa sono state fatte a spese del Comune, così come il Distretto sanitario (onere che spettava alla Regione Veneto) e la Caserma dei carabinieri. “Vogliamo continuare a lamentarci – conclude Nardo – e aspettare che provveda lo Stato? O vogliamo i servizi?! Noi abbiamo scelto questa seconda strada: abbiamo dato i servizi senza gravare sulle tasche dei nostri cittadini”. L’assessore assicura che la rotatoria non costerà un euro ai cittadini in termini di tasse o riduzione di servizi. Lo spazio per realizzare questa rotatoria andrà a discapito di un’area che era prevista “piazza-verde” fin dal 1985, e che nessuna amministrazione, quando si poteva farlo, ha voluto realizzare. Oggi, a seguito della spending review del 2012, i comuni non possono più acquistare o espropriare terreni, e seguendo questa logica non si può affermare che Calcroci abbia perso un’area a verde: Calcroci ha una nuova area di quattro mila metri quadri vicino alla chiesa. Ovviamente i cittadini chiedono di poter avere più verde possibile, la scelta dell’amministrazione è stata mettere in sicurezza una strada pericolosa in un’area che non si può espropriare. R.P. G.G.
al primo gennaio è cambiato il sistema di raccolta differenziata a Camponogara. Il sistema di raccolta “porta a porta” ha prodotto buoni risultati, raggiungendo circa il 68 % di differenziazione del rifiuto e diminuendo le tonnellate di materiali raccolti. Il nuovo servizio di raccolta è diventato intercomunale con i comuni di Vigonovo, Fossò, Campagna Lupia e Campolongo e la sperimentazione della “tariffa puntuale”, facendo un successivo passo in avanti: premiare i cittadini virtuosi mettendo loro a disposizione una tariffa “ritagliata su misura”. Con questo metodo, già nei primi mesi del 2014, la raccolta differenziata ha raggiunto il 75% di differenziazione. Ogni famiglia e ogni attività produttiva ha a disposizione un contenitore grigio scuro per il rifiuto secco indifferenziato che, attraverso un microchip, potrà essere letto dall’operatore ogni volta che è esposto e vuotato. Importante sapere che se il contenitore dovesse essere privo del dispositivo elettronico per le letture, non sarà vuotato quindi è importante il funzionamento corretto. Le persone che differenziano in modo corretto, sanno che restano pochi rifiuti da gettare nel contenitore del rifiuto residuo e quindi minore la necessità di vuotarlo. Le utenze domestiche nell’arco del 2014 otterranno 52 vuotature annuali (una la settimana) per il contenitore grigio da 120 litri (rifiuto secco). Chi rispetterà questo metodo non avrà alcun costo aggiuntivo rispetto a quelli del 2013. Inoltre, chi farà meno svuotamenti, rispetto ai 52 previsti, avrà una riduzione, che sarà determinata con l’approvazione del Piano Finanziario dei Rifiuti e R.P. saldata a conguaglio nella prima fattura del 2015.
sicurezza Ecco la nuova caserma dei carabinieri La caserma in via Venezia
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l 12 aprile si è svolta alla presenza delle autorità civili, militari e religiose e della cittadinanza, la cerimonia d’inaugurazione della nuova caserma dei Carabinieri. Una stazione-caserma fortemente voluta dall’amministrazione comunale allo scopo di mettere a disposizione dell’Arma una sede territoriale idonea a garantire il costante presidio del territorio, e una maggiore tutela di chi vive e frequenta Camponogara. La caserma si trova in via Venezia e gli alloggi in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, su un terreno messo a disposizione dal Comune. Il lavoro è stato realizzato attraverso un leasing dalla Banca Unicredit, in tempi rapidi, con l’utilizzo di materiali moderni e soluzioni per il risparmio energetico. L’edificio occupa un terreno di circa 2192,20 metri quadrati ha una superficie coperta di circa 644,71 mq. Metà della superficie è adibito alle attività dell’Arma (uffici, garage, celle di sicurezza) e all’alloggio per i militari accasermati. Nella parte rimanente del fabbricato ci sono quattro appartamenti di servizio per i militari e le loro famiglie. La stazione-caserma, ha un costo di 2.041.358,31 euro ed è
di proprietà del comune, che ha finanziato l’opera usufruendo di un contributo regionale di 642.857 euro stanziati nel 2009. I carabinieri di Camponogara, già trasferiti nel nuovo edificio da alcuni mesi, possono così avere una sede moderna, funzionale e rispondente alle esigenze di carattere logistico, necessarie per esercitare al meglio la funzione di presidio di sicurezza. “La presenza dei carabinieri rappresenta una svolta nella lotta alla criminalità – dice Gianpietro Menin sindaco – il loro contributo sarà importante nel garantire al paese una maggiore sicurezza. Questo era uno dei nostri obiettivi primari e l’abbiamo portato a termine. Ho grande fiducia nell’impegno che i carabinieri profondono costantemente per garantire il bene della comunità. E’ una festa per un lavoro atteso da parecchi anni”. Il taglio del nastro è stato molto importante per il territorio che, proprio a partire dalla presenza delle forze dell’ordine, intende scommettere su un futuro di riscatto sociale e di sviluppo economico. Durante l’inaugurazione, i locali della nuova struttura sono stati aperti al pubblico che poteva visitare la struttura. R. P.
Campagna Lupia 13 Ambiente Iniziative sul territorio del Wwf e Federcaccia
Laguna sud, riapre l’Oasi, pulizie dei cacciatori di Alessandro Abbadir
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aguna sud, riapre l’Oasi del Wwf e Federcaccia ha portato a termine una capillare operazione di pulizia di tutta la laguna con 400 volontari. Ma partiamo dall’Oasi del Wwf di Lugo di Campagna Lupia, che ha aperto le visite per la stagione primaverile ed estiva con l’adesione alla manifestazione mondiale ecologista Earth Hour - Ora della Terra. “E’ stata – spiega il direttore dell’Oasi Marco Bernardi – una occasione per passare una intera giornata in allegria e a contatto con la natura facendo proprio il messaggio del Wwf globale che punta alla riduzione dei gas serra”. Ogni fine settimana però, fino all’autunno, gli appuntamenti saranno precisi. Alle 10 di ogni sabato e domenica, ci sarà l’apertura dell’Oasi naturalistica con una visita guidata. Dalle 15 alle 19 ci saranno invece i laboratori per bambini (età 7-14). Alle 21 sarà dato il via a una passeggiata notturna alla scoperta del mondo degli animali notturni. Alle 21.30 ci sarà alla domenica, l’osservazione del cielo con un telescopio del Gruppo Astrofili. La “Giornata ecologica” promossa da Federcaccia invece a inizio aprile è stata pensata per ripulire dai rifiuti l’intera laguna. L’associazione di appassionati dell’arte venatoria, ha messo a disposizione almeno 400 soci volontari, una cinquantina di barche, auto e una decina di trattori, con l’adesione di moltissime amministrazioni in collaborazione con la Protezione Civile di tante aree. I luoghi programmati per la pulizia sono stati nella Laguna sud, le canalette di Campagna Lupia, in laguna a Giare
Il materiale per la raccolta, è stato reso disponibile dalle società AsvoAlisea-Veritas a Mira, il canale Osellino e poi valle Millecampi e l’area di Moranzani. Ancora più a sud la battigia a Valli di Chioggia, il canale dei cuori a Cavarzere e Cona. Inoltre i fiumi nel Sandonatese, Piave, Sile, Piave Vecchia, Salsi, Fossetta e Vela e nel Portogruarese, i fiumi Lemene, Reghena, Loncon, la statale a Teglio Veneto e a Fossalta di Portogruaro. San Michele al Tagliamento le lagune delle Zumelle, Merlo e litoranea Veneta. La laguna di Falconera e Casoni, sponda sinistra di Valle Vecchia a Caorle. Il fiume Livenza a San Stino, dove la quantità di sacchetti di plastica appesi alla vegetazione dalle ultime piene del fiume, da l’immagine di un albero di natale fuori stagione, è stato pulito con molta attenzione. Il materiale per la raccolta, (sacchi, cassoni, ecc. è stato messo a disposizione dalle società Asvo-AliseaVeritas). “E’ stato un piccolo contributo – ha spiegato il presidente di Federcaccia
In azione 400 volontari, una cinquantina di barche, auto e una decina di trattori
La laguna sud
provinciale Luciano Babbo – per tenere pulito l’ambiente, che Federcaccia fa da 16 anni. Nel 2013 al successo della giornata, è stato dedicato il libro “Le conseguenze del cattivo ambientalismo”, divulgato in tutti gli ambienti con un concorso previsto per le scuole. Insomma, la laguna si conferma un luogo di grandissimo valore naturale e anche turistico sempre più meta di visite didattiche da parte di scolaresche provenienti da ogni parte della nostra Regione. Agricoltura
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ischi in agricoltura. Terreni intrisi d’acqua e afla tossine, queste le minacce per i prossimi mesi per il settore agricolo della Riviera del Brenta e del Miranese. A fare l’analisi della situazione sono il presidente della Cia Paolo Quaggio e il funzionario di zona Silvano Borile. “ La situazione - dice Borile - in quest’area è preoccupante, soprattutto per il fatto, che le coltivazioni di barbabietole sono in forte ritardo nella semina a causa dei terreni che sono intrisi d’acqua. Sarebbe necessaria che anche per le semine di frumento e ortaggi non si verificassero altre piogge per almeno un mese”. Se i ritardi non verranno colmati c’è il rischio di un calo della produzione del 20-30 %. A preoccupare sono poi i frutteti. “Le piante sono già arrivate a germogli e ai fiori - continua Borile - grazie a un tempo insolitamente mite, se si verifica una ricaduta fredda le produzioni verranno azzerate”. La tendenza a danni alle produzioni a causa di un clima anomalo e spesso più caldo e umido, è diventata una costante nel corso degli ultimi 20 anni. “Le diffuse piovosità della scorsa primavera - spiega il presidente della Cia di Venezia, Paolo Quaggio - hanno creato problemi a mais e frumento con ritardi nella raccolta”. A.A.
14 Approfondimento Edilizia I 10 enti locali dell’area hanno scelto 10 edifici per i quali chiedere un contributo immediato
Scuole, i comuni chiedono aiuto a Renzi Le richieste più sostanziose per gli interventi arrivano da Mira, Campolongo Maggiore, Fossò e Vigonovo e Dolo di Alessandro Abbadir e Giacomo Piran
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nche i comuni della Riviera del Brenta hanno scritto al premier Matteo Renzi per chiedere interventi e finanziamenti nel campo scolastico. A Mira il sindaco Maniero ha chiesto che si possa intervenire con lavori adeguati per sistemare la scuola elementare Ugo Foscolo. Per metterla a norma serviranno circa 1 milione e 800 mila euro. “E’ un intervento - spiega il sindaco Alvise Maniero - molto invasivo, proprio per l’anzianità del fabbricato, serve il certificato di Prevenzione Incendi oltre a quelli necessari per la sistemazione degli impianti energetici. I lavori per essere realizzati vanno divisi in due stralci. Serve un finanziamento ad hoc”. A Camponogara il sindaco Giampietro Menin ha fatto la richiesta di sistemare la scuola per l’Infanzia di Campoverardo Maria Immacolata. “La scuola - spiega - necessita di ampliamento e nuova mensa. Per questo abbiamo già a disposizione 508 mila euro ,chiediamo al premier di sforare il patto di stabilità per questa spesa”. A Campolongo Maggiore invece la scuola che è nelle at-
tenzioni dell’amministrazione è la nuova elementare di via Casolo finanziata dalla Regione e dal Comune. Il comune chiede che la Regione versi i soldi mancanti e per questo sono scattate anche le proteste. “Sarebbe utile che per velocizzare l’iter su questo e altri edifici scolastici - dice il sindaco Alessandro Campalto - il governo sbloccasse
A Pianiga il sindaco chiede soldi per la nuova scuola di Mellaredo il Patto di Stabilità“. A Campagna Lupia la scuola elementare individuata come bisognosa di interventi e aiuti governativi è la elementare Giacomo Leopardi. Qui il sindaco ha chiesto soldi per realizzare due aule in più vista la crescita demografica. A Pianiga la scuola scelta è la elementare di Mellaredo. “Si tratta di una nuova scuola che sta per essere conclusa - spiega il sindaco Massimo
Calzavara - e per la quale facciamo affidamento sui contributi“. Per il comune di Dolo la scelta dell’edificio scolastico è ricaduta sulla scuola elementare “Daniele Manin” in via Brusaura nella frazione di Sambruson. E’ un complesso scolastico frequentato da 216 alunni che ora necessita di interventi strutturali per la messa norma sismica e di cambio dei serramenti e di isolamento a cappotto per il miglioramento energetico. Il finanziamento complessivamente richiesto dal comune è di circa 800 mila euro. Una volta ottenuto il finanziamento i tempi per l’espletamento della gara, l’affidamento e la realizzazione dei lavori vengono stimati in 10 mesi. Nel comune di Fossò l’edificio individuato è la scuola media Galileo Galilei, che è anche sede anche dell’Istituto Comprensivo. Gli interventi previsti riguardano lavori di messa in sicurezza antisismica ed ampliamento per ricavarne nuove aule necessarie al fabbisogno scolastico e una sala riunioni per gli insegnanti. Il costo complessivo previsto è di 400.000 euro. La previsione è di
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finanziare l’opera con l’utilizzo dell’avanzo di bilancio e con un eventuale mutuo da contrarre a tempo debito. A Fiesso il sindaco Andrea Martellato ha segnalato la scuola elementare K2. Il comune ha tre progetti riguardanti la scuola che porterebbero ad un risparmio energetico: il rifacimento dei serramenti, la sistemazione del tetto e della pavimentazione della palestra e l’ampliamento
di tre aule per dare ulteriori spazi alla scuola materna. Costo un milione di euro. Infine nel comune di Vigonovo l’edificio proposto è la Primaria “Leonardo Da Vinci”. L’intervento in programma costerà complessivamente 2 milioni e 740 mila euro, necessari per effettuare lavori di riqualificazione energetica, oltre alla realizzazione di una palestra comprensiva dei relativi servizi.
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i è parlato moltissimo della situazione di degrado dell’edilizia scolastica delle scuole pubbliche nella Riviera del Brenta ma il problema è analogo in molte altre scuole d’Italia. La questione principale è determinata dal fattore tempo: negli anni non sono stati fatti interventi di restauro ed economico, a causa dei tagli fatti a discapito dei comuni che rendono difficile trovare i fondi per intervenire. I genitori sono scesi in piazza più volte per manifestare, si sono dimostrati agguerriti e molto preparati sul argomento perché preoccupati per i loro figli. “Ci sono stati finanziamenti Regionali dedicati alle scuole – dice la dirigente scolastica Annalisa Pilotto – non è vero che non si è fatto niente, sono state ristrutturate due scuole dell’infanzia e le scuole medie Dante Alighieri a Oriago. A Mira è necessario intervenire nella scuola dell’infanzia Villa Lenzi e in quella di Mira Porte. Il problema è che c’è da fare tantissimo, io ho chiesto un incontro con l’amministrazione comunale dove abbiamo elencato le priorità delle scuole che si trovano nelle condizioni peggiori come la primaria Ugo Foscolo a Mira costruita negli anni ‘70 e mai risistemata”. Le scuole della Riviera del Brenta hanno anche un problema numerico: i due istituti comprensivi (Mira 1 e Mira 2) sono il comprensivo più grande di Venezia con 1.670 alunni per 18 scuole. Forse con il nuovo governo saranno messi a disposizione dei fondi. La dirigente ha già parlato con il sindaco di Mira, Alvise Maniero, che ha confermato di aver inviato la richiesta al Ministero dell’istruzione. Evi-
dentemente la soluzione è più complicata di quello che si crede, perché servono finanziamenti importanti e le strutture che richiedono intervento sono molte. Si era ventilata l’ipotesi di ridurre le strutture scolastiche e ottimizzarne alcune, sul modello americano, ma questa soluzione non è fattibile in una comunità, come la nostra, dove la scuola è un punto di riferimento troppo importante e si rischierebbe di perdere identità territoriale. Basti pensare alla scuola di Marano dove i genitori, e la dirigente Pilotto, si battono perché non sia chiusa, nonostante i soli 68 alunni. Altro tema importante è quello degli spazi inadeguati per le nuove metodologie di didattica, le aule sono troppo piccole e permettono un’unica disposizione dei banchi con l’insegnante frontale. “Il metodo con l’insegnante frontale è superato – dice la dirigente – le aule sono troppo piccole e non si riesce a cambiare la disposizione dei banchi che non va bene. Questo problema nel nord Europa è stato già risolto 20 anni fa. In alcune scuole si potrebbe risolvere questo problema riducendo lo spazio dei corridoi e R.P. allargando le aule”.
Personaggio 17 Viaggi Dalla Riviera a Capo Nord in sella ad una Vespa
Marco Giurin, un oriaghese all’avventura La partenza è il 19 luglio, e le tappe saranno tutte documentate nel suo blog e in Facebook di Roberta Pasqualetto
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arco Giurin è un ragazzo di 26 anni che vive a Oriago e che presto si cimenterà in un viaggio in Vespa con meta Capo Nord. Nella vita Marco è un idraulico con la passione per le vespe: ne possiede 6 d’epoca. Il suo progetto di raggiungere Capo Nord è nato quasi per gioco parlando con un ragazzo iscritto, anche lui, al club vespisti Riviera del Brenta. L’amico lo aveva sfidato a fare un viaggio in sella al suo bolide fino a Copenaghen ma Marco ha alzato la posta e ha allungato il percorso. “Mi è sempre piaciuto viaggiare, ne ho fatti tanti con il mio camper, questa volta però farò un viaggio in sella a una Vespa: un modello del 1951, quello del film Vacanze Romane per intenderci. La passione per le vespe mi è venuta per caso: in giardino ne avevo una del nonno di mia cognata, un bel giorno ho deciso di ristrutturarla”. Dopo la prima vespa Marco non si è più fermato e ne ha cercate di sempre più vecchie, inizialmente curandone l’estetica e poi anche la meccanica. Marco si era iscritto al Club Vespisti perché voleva usufruire dalle convenzioni per l’assicurazione riservate ai tesserati ma poi ha cominciato a frequentare il gruppo e, da due anni, è entrato nel direttivo con il ruolo di Segretario. “Sono il segretario e l’organizzatore di eventi, l’anno scorso ho organizzato un raduno con altri
club di vespisti della provincia di Venezia. C’erano quasi 200 persone che volevano venire, purtroppo è saltato tutto a causa della pioggia torrenziale. Quest’anno mi sto dedicando a questa nuova impresa, ci lavoro da ottobre dell’anno scorso”. Dai suoi viaggi Marco è rimasto affascinato dal nord Europa e ha riconosciuto in Capo Nord la meta del Grande viaggio. Il tour consiste in 10 mila chilometri, tra andata e ritorno, il vespista toccherà 11 paesi: Italia, Austria, Repubblica Ceca, Germania, Polonia, Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Liechtenstein e Svizzera. Un viaggio che durerà 3/4 settimane con una velocità media di 400 chilometri al giorno. “Viaggerò in solitaria, la morosa mi aspetterà a casa. Avventure come queste le fai una volta nella vita, e adesso lo posso fare, anche compatibilmente con i miei impegni”. La partenza è prevista per sabato 19 luglio, il viaggio e le tappe saranno tutte documentate in tempo reale nel blog di Marco e in Facebook. “Per questo viaggio mi sto preparando da tempo, ho perso 13 chili e sto valutando come modificare delle borse da moto per adattarle alla Vespa. Con me porterò la tenda e il sacco a pelo, poi, nelle zone più fredde dormirò nei divani dei soci della comunità di Couchsurfing (servizio gratuito di scambio ospitalità)”. Marco
ha creato un logo ispirandosi a un tatuaggio che ha sulla spalla che riprende proprio il tour. “Prima di questa impresa non avevo neanche facebook adesso nella pagina “Obbiettivo capo nord in vespa” ho quasi 700 “mi piace” e ho trovato molte persone che mi hanno offerto amicizia e ospitalità in alcuni dei luoghi dove passerò”. L’idea di Marco è patrocinata dal comune di Mira, dalla Fondazione Museo Piaggio di Pisa e dalla Fondazione Marco Simoncelli. “Essere patrocinato dalla fondazione Simoncelli e raccogliere fondi per loro, mi da una marcia in più, perché volevo che la mia impresa avesse anche scopi benefici, sono già coinvolto in altre situazioni di volontariato”. In effetti, Marco, assieme
al club dei Vespisti, ha organizzato il “Vespa babbo” un’iniziativa con la quale ha raccolto fondi per i bambini dell’Istituto Casa Nostra di Dolo, quest’anno quasi mille euro. L’entusiasmo di Marco è di gran traino per chi lo ascolta, ha coinvolto alcuni sponsor ma ne cerca altri. “Ho trovato degli sponsor che mi hanno fatto degli sconti per l’olio della Vespa, per i pezzi di ricambio e per l’abbigliamento tecnico, ma accetterei volentieri qualche altro aiuto. Il viaggio avrà un costo elevato e tutto a carico mio, se qualcuno vuole sostenermi può chiamarmi al 348 1764342 oppure fare un’offerta sul blog: www.vespistaonderoad.com, sponsorizzando un pieno al mio viaggio”.
18 Territorio Infrastrutture Decisione a fine marzo del consiglio comunale di Dolo
“No alla Romea Commerciale” di Giacomo Piran
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l consiglio comunale di Dolo ha approvato a fine marzo un ordine del giorno contro la realizzazione della Romea Commerciale e a favore della messa in sicurezza dell’attuale strada statale 309. Il documento, presentato dai gruppi di opposizione “Il Ponte del Dolo” e “Dolo Cuore della Riviera” è stato approvato dagli stessi, dal gruppo di maggioranza, e ha ottenuto il voto di astensione dei tre consiglieri del gruppo misto e nessun voto contrario. “Nel documento viene chiesto il ritiro del progetto preliminare del “Corridoio di viabilità autostradale dorsale Civitavecchia - Orte - Mestre” tratta E45 e E55 (Orte-Meste) – riporta il documento – contestualmente di chiedere che venga avviato un tavolo di confronto con tutte le amministrazioni locali interessate, le associazioni di categoria, le forze sindacali, le associazioni e i comitati ambientalisti al fine di individuare alternative più sostenibili, economiche ed efficaci alla realizzazione della nuova autostrada sia sul breve che sul medio periodo. Tra le alternative siano prese in considerazione: la deviazione del traffico pesante dalla Romea verso l’autostrada A-13 con eventuale potenziamento della stessa, l’implementazione di progetti per il trasporto marittimo e ferroviario di merci e persone. Il testo va poi a chiedere formalmente a Governo italiano, Anas e Regione del Veneto di attivarsi immediatamente per avviare un programma di interventi urgente per la messa in sicurezza della strada statale 309 Romea”. L’approvazione dell’ordine del giorno da parte del comune di Dolo, ha seguito la presa di posizione della Conferenza dei Sindaci e l’ordine del giorno approvato da Mira. La vicenda è commentata positivamente dal comitato di Opzione Zero che da anni si oppone all’opera. “Dopo la presa di posizione del Comune di Mira e della Conferenza dei Sindaci della Riviera –
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Traffico sulla Romea spiegano Lisa Causin e Rebecca Rovoletto, portavoce del comitato – il voto del consiglio Comunale di Dolo contro la Orte-Mestre segna in modo inequivocabile una netta inversione di tendenza: di fronte all’evidenza dei fatti, gli argomenti e le ragioni di chi continua a sostenerla non reggono più. Da dieci anni i comitati analizzano dati ufficiali e incontrovertibili, ponendoli all’attenzione delle istituzioni locali che, finalmente, si sono decise a prenderne atto: l’opera risulta del tutto insostenibile e distruttiva da qualsiasi punto di vista”. Soddisfatto anche Mattia
Donadel, presidente di Opzione Zero. “Bisogna crederci fino in fondo – sostiene Donadel – l’approvazione del progetto preliminare della Orte-Mestre non è per nulla irreversibile, si tratta di una decisione politica e come tale può essere messa in discussione in ogni momento. Ora diventa decisivo premere il più possibile sugli altri Comuni, e sulle forze politiche affinché trovino il coraggio di cambiare posizione e di chiedere che finalmente si affronti in modo prioritario il tema della messa in sicurezza immediata della SS 309 e del trasporto pubblico locale”.
conomia, entro la fine dell’estate il brand della calzatura, Made In Italy e della Riviera del Brenta, sarà pronto e servirà a spazzare via le questioni legate alla presenza di laboratori clandestini cinesi, certificando una volta per tutte la qualità della merce. A dirlo è il presidente dell’Acrib della Riviera del Brenta Siro Badon. A rafforzare la sigla di un accordo per la realizzazione del Consorzio previsto ad aprile, è l’inclusione nel progetto delle piccole aziende, soprattutto tacchifici e suolifici. “La realizzazione del nuovo Consorzio - dice Badon - permetterà di presentarci sui mercati esteri e fiere della scarpa di fine anno con un’arma in più. Il prodotto “Made in Riviera” e i prodotti di chi aderirà al brand saranno certificati 100% come originali italiani, e di altissima qualità. Siamo sicuri che ad aprile si arriverà a un accordo che spazzerà via gli effetti di un fenomeno (quello dei laboratori cinesi) che può far danni alla stragrande maggioranza delle imprese competitive, oneste e di altissima qualità della Riviera”. Il settore calzaturiero della Riviera conta 550 aziende per quasi 10 mila addetti. Intanto l’invito a far presto arriva anche dai sindacati, in particolar modo dalla Fictem Cgil. “Fra qualche giorno - spiega la Filctem Cgil - avremo un incontro importante con Acrib, e spero che si faccia un accordo quadro serio che regolamenti, anche in termini punitivi, chi non rispetta le regole. Vanno incluse poi le circa 300 aziende piccole e medie (tacchifici e suolifici) che non possono essere lasciate fuori dal Consorzio della calzatura doc”. A.A.
sociale’ aumentano i furti nei supermercati
Servizi
mensa scolastica unica per sette comuni
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Economia
Entro l’estate arriva il brand della calzatura
Il sindaco Gottardo punta al ritiro del progetto preliminare e chiede l’apertura di un tavolo di confronto
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risparmi per le pubbliche amministrazioni arrivano anche dalle tavole dei più piccoli. Sorgerà così una mensa scolastica unica per 7 comuni della Riviera del Brenta. Questa la decisione ratificata nelle scorse settimane dal consiglio comunale di Pianiga a larga maggioranza. Una struttura che servirà all’anno 200 mila pasti ai ragazzi della zona e che contribuirà ad abbattere il costo del buono mensa nei comuni di Pianiga, Campagna Lupia, Camponogara, Dolo, Campolongo, Fossò e Fiesso D’Artico, di circa il 10-15 %. Si tratterà di un servizio con mensa biologica e stoviglie riciclabili. Insomma, una rivoluzione a tavola per i più piccoli, che non dispiace nemmeno alle tasche dei loro genitori. La novità in arrivo la spiega direttamente il sindaco di Pianiga Massimo Calzavara. “Con l’inizio del prossimo anno scolastico – dice il primo cittadino – cioè a settembre 2014, sarà attivo un nuovo servizio mensa unico per 7 comuni dell’area della Riviera del Brenta. Comune capofila della proposta sarà il comune di Campagna Lupia. Affideremo la mensa scolastica per 8 mila bambini, e 200 mila pasti
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all’anno ad un soggetto qualificato che sarà individuato attraverso un bando ad hoc. Bando che sarà pubblicato dopo la ratifica entro maggio di tutti i consigli comunali interessati”. Il salto in termini quantitativi e di risparmio è rilevante. “E’ evidente che ci saranno – spiega Calzavara – dei risparmi in termini organizzativi. Prima ogni comune faceva per sé con dei costi specifici alti, ora invece saranno forniti da un unico soggetto 200 mila pasti all’anno. Il cibo che sarà fornito di altissima qualità, sarà di tipo biologico”. Sul versante delle mense biologiche l’apripista nel comprensorio della Riviera del Brenta, era stato negli anni scorsi il comune di Campolongo Maggiore, che per questo tipo di servizio era stato premiato anche a livello nazionale. Anche sulle stoviglie ci sarà una grossa novità con l’arrivo della nuova mensa scolastica unica. “Verranno reintrodotte a misura di bambino – assicura Calzavara – le stoviglie riciclabili. Cioè forchette e coltelli in acciaio, piatti di ceramica e bicchieri di vetro e non più usa e getta. A vigilare sull’uso corretto, soprattutto per i bambini più piccoli, ci saranno ovviamente il personale che distribuirà i pasti, i
bidelli e gli insegnanti”. Insomma, una bella novità nel comparto scuola, se si pensa che invece in questo periodo proprio questo settore, è quello che ha sofferto di più per le carenze collegate al taglio del personale delle pulizie della cooperativa Manutencoop. Le scuole più colpite in zona sono state quelle del territorio comunale di Mira. A Pianiga il problema scuola si era fatto sentire anche nelle scorse settimane quando un asilo della frazione di Cazzago ha annunciato un aumento delle rette scolastiche davvero rilevante. I genitori in quella occasione si sono appellati al comune affinché desse dei contributi ad hoc. Il problema della scuola è considerato prioritaria anche dal Governo nazionale. A.A.
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umentano i furti nei supermercati nell’area della Riviera del Brenta. La causa? Sempre più spesso la povertà prodotta dalla crisi economica in atto. Una differenza però c’è: nei supermercati fioccano in caso di taccheggio le denunce ai carabinieri. I piccoli negozianti preferiscono invece recuperare la merce e avvertire chi ruba di una possibile denuncia, visto che spesso per loro si tratta di persone conosciute e in difficoltà dal punto di vista economico, a causa di un lavoro perso o di una pensione troppo bassa. A denunciare il fenomeno sono Francesco Vendramin referente Caritas della Riviera del Brenta, e Adelino Carraro vicepresidente dell’ Ascom. “Con la crisi economica in atto – spiega Francesco Vendramin – abbiamo avuto segnalazioni dalle direzioni di decine di supermercati dei 10 paesi del comprensorio, di un forte aumento di furti di cibarie. A rubare sono sempre più italiani in difficoltà (pensionati, disoccupati e madri di famiglia) e anche stranieri ormai da anni senza lavoro e con l’incubo dell’espulsione. Ormai non rubano più superalcolici o alimenti costosi, ma semplicemente pane, frutta e carne dagli scaffali e dai frigoriferi. Il fenomeno dei furti nei supermercati è direttamente connesso all’aumento
della povertà e con gli stessi supermercati colpiti, stiamo organizzando la raccolta delle eccedenze con cui fare pacchi spesa che poi distribuiamo insieme alle parrocchie alle famiglie in difficoltà“. Il fenomeno si replica anche nei piccoli negozi di paese. Spesso qui però il commerciante conosce la persona che ruba, e preferisce riprenderlo in privato ammonendolo piuttosto che fargli passare guai giudiziari. “Anche fra le centinaia di nostri associati nel settore dei negozi di alimentari in Riviera – spiega Adelino Carraro – si constata questo fenomeno. A differenza dei supermercati però, spesso il “botteghiere” di paese sa distinguere con più cura, se ci si trova di fronte ad un delinquente, o ad una persona che ruba piccole cibarie per bisogno. In quest’ultimo caso spesso si chiude un occhio, se si tratta della prima volta, evitando di rovinare la reputazione di chi finora non si era mai comportato in quel modo“. Anche il presidente della conferenza dei sindaci della Riviera Giampietro Menin pensa che “questo sia un fenomeno con cui fare i conti sempre più se da questa crisi economica in corso ormai da 6 anni, non se ne esce al più presto. E’ un tema a cui può essere dedicata una conferenza dei primi cittadini dell’area”. A.A.
Cultura locale 19 Manifestazioni Tanti appuntamenti in Riviera con l’arrivo della bella stagione
Musica a Dolo
Aprile un mese pieno di eventi E
Visioni di opere liriche
Dolo festeggia il ritorno della Madonna dei Molini che Napoleone Bonaparte aveva portato a Venezia di Roberta Pasqualetto
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omenica 13 si terrà il Quarto Raduno Regionale di Cicloturismo Madonna dei Molini. La manifestazione cicloturistica della Riviera del Brenta ha la partenza e l’arrivo a Dolo, in Piazza Cantiere. Il percorso è volto alla scoperta del territorio rivierasco e dell’entroterra, lato sud del Naviglio, attraversando i comuni di Dolo, Mira, Pianiga, Fiesso d’Artico, Stra, Vigonovo, Fossò, Camponogara e Campagna Lupia. Venerdì 25 aprile si festeggerà la celebrazioni del XXV Aprile con la santa messa a Sambruson e la deposizione delle corone d’alloro ai monumenti dei Caduti di Sambruson, Dolo e Arino. Sabato 26 e domenica 27 aprile si celebrerà il bicentenario del ritorno della statua Madonna dei Molini a Dolo (1814- 2014). Durante la giornata si terrà la processione con la statua della Madonna trasportata lungo il Brenta con una barca verso il ponte dei Molini, il tutto presieduto dal vescovo di Padova, Antonio Matiazzo poi, alle 20 si terrà la santa messa. L’anno scorso Dolo ha celebrato il Bicentenario del miracolo della
Madonna dei Molini e quest’anno festeggia il suo ritorno dopo essere stata requisita da Napoleone Bonaparte che la portò a Venezia. Passato il periodo di dominazione dell’imperatore, i fedeli della Riviera fecero di tutto per riportare la Madonna a Dolo. Nel 1814, la Venerata Statua fu riportata in paese con un solenne corteo acqueo. Oggi la statua originale si trova all’interno del duomo in una piccola cappella dedicata mentre sulla facciata dei molini c’è una copia più piccola. Lungo il corso di questi duecento anni, Dolo ha vissuto diversi avvenimenti legati al culto della Madonna dei Molini, quali: l’incoronazione avvenuta il 26 settembre 1946, la spedizione in Africa a Dolo Somala, di una copia della statua eseguita in legno, e la celebrazione del 25esimesimo anniversario dell’incoronazione con ben tre Vescovi presenti a Dolo nel 1971. Domenica 27 aprile, alle ore 16, si terrà un concerto con canti mariani interpretati da tre corali in onore della Madonna dei Molini. Domenica 27 si terrà l’appuntamento “Dolo & Dogs”, un
Un momento delle celebrazioni della Madonna dei Molini concorso a premi per cani di razza e meticci con dimostrazione di obbedienza e agilità; oltre al primo soccorso delle unità cinofile; l’evento si terrà alla pista di pattinaggio in Via Torre alle ore 9.30. Sempre nel mese di aprile, al cinema Italia si terranno proiezioni per la rassegna Cineforum. Mercoledì 16 la proiezione del film: “Il capitale umano” con la regia di Paolo Virzì e interpretato da V.B. Tedeschi, F. Bentivoglio, V. Golino, F. Gifuni,
L. Lo Cascio. Mercoledì 23 il film “Nebraska” con la regia di A. Payne e gli interpreti: S. Graham, T. Turgoose, Jo Hartleuy, K. Hardcastle. Mercoledì 30 “Smetto quando voglio” con regia di S. Sibilla e gli interpreti E. Leo, V. Solarino, V. Aprea, L. De Rienzo. Tutti i film iniziano alle ore 21 per maggiori informazioni: si può contattare il Cinema Italia allo 041 411151 o scrivere a cinemaitalia@alice.it.
’ partita l’undicesima edizione di “Incontri sull’Opera Lirica”, un ciclo di presentazioni di opere liriche, con l’ausilio di dispositivi audiovisivi organizzato dal “Concorso Internazionale Voci Nuove della Lirica “G.B.Velluti” insieme all’Associazione Artigiani Piccola e Media Impresa “Città della Riviera del Brenta”. Il ciclo si terrà nella sala polivalente dell’Associazione in via Brenta Bassa, 34. “Gli incontri - spiegano il vicepresidente Luca Vanzan e il maestro Dario Bisso, curatore dell’iniziativa e direttore artistico - saranno preceduti dall’introduzione di un relatore, Francesco Bertini, musicologo, che fornirà notizie in modo sintetico circa l’autore, il libretto, la musica, la trama ed il periodo in cui l’opera fu composta e per la prima volta rappresentata, facilitando perciò la comprensione ed un maggiore coinvolgimento del pubblico”. Ma ecco il calendario. Le opere saranno proiettate di sabato alle 15,30. Il 5 aprile è stata presentata l’opera “Le Comte Ory” di Rossini. Sabato 17 maggio sarà la volta dell’opera “I lombardi alla prima crociata” di Giuseppe Verdi. Dopo una pausa estiva si riprenderà il 18 ottobre, con “Die Entführung aus dem Serail” di Wolfgang Amadeus Mozart. Il 15 novembre sarà la volta di Fedora di Umberto Giordano. Infine sabato 6 dicembre chiuderà la rassegna l’opera di Ralph Benatzky “Al cavallino bianco”. La partecipazione è gratuita. Info tel. 041410333. R.P.
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PROVINCIA
VIAGGIO IN
VENEZIA
Inquinamento Buoni risultati con azioni concertate nella gestione dei servizi degli enti locali
Patto dei Sindaci, 40mila kg in meno di Co2 Alla fine del 2013 sono state coinvolte altre 10 amministrazioni arrivando a 37 comuni nell’area del veneziano di Alessandro Abbadir
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l Patto dei Sindaci “Promozione dello sviluppo sostenibile del territorio” per la riduzione delle immissioni di anidride carbonica, e conosciuto da tutti come 202020, in provincia di Venezia funziona. Sono stati immessi in atmosfera durante il 2013 40 mila chilogrammi in meno di Co2. A dare i dati è la presidente provinciale Francesca Zaccariotto. L’obiettivo principale era incrementare rispetto al 2012 il numero dei comuni aderenti al Patto dei Sindaci. Nel 2012 erano 27, alla fine del 2013 sono state coinvolte altre 10 amministrazioni arrivando a 37 comuni. Continua per tutti da parte della Provincia poi l’azione di coordinamento, e ampliamento dell’area di interesse, con il progetto europeo Seap - Alps finalizzato all’integrazione tra politiche di riduzione della Co2 e di adattamento ai cambiamenti climatici. Nel 2013 hanno inoltre completato il proprio Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (Paes) 21 comuni sul totale di 44. L’analisi condotta dalla Provincia sui primi 19, ha evidenziato che complessivamente sono state programmate dai comuni 469 azioni di riduzione della Co2, con un beneficio dalla riduzione stimata di circa 500mila tonnellate all’anno da adesso al 2020. La Provincia ha anche promosso una serie di azioni per la riduzione dell’emissione di Co2 messe in atto da parte dei
servizi provinciali Trasporti, Viabilità e Edilizia. Tra queste, la sostituzione programmata di lampade di illuminazione stradale con altre a più alta efficienza che ha portato a una diminuzione di emissioni di Co2 pari a 37.926 kg, pari al 3,29%: Nello specifico la produzione in Co2 ante interventi era pari a 1.151.171 kg quella post interventi del 2013 è scesa a 1.113.245 kg. A ciò va aggiunta la riduzione dei consumi energia elettrica per gli stessi uffici provinciali (Ca’ Corner in Venezia e Centro Servizi in Mestre) sia con azioni di sensibilizzazione, sia di miglior gestione degli impianti di condizionamento. “I risultati – spiega la presidente Zaccariotto - sono stati di una diminuzione di emissioni di Co2 pari a 57.757 kg pari al 7,40 %. La produzione in Co2 prima delle azioni era di 780.504 kg dopo, 722.757 kg. E ancora, la riduzione delle emissioni di Co2 nella gestione dei servizi minimi di trasporto pubblico locale è stata possibile grazie alla loro razionalizzazione. Esigenze di riorganizzazione, a seguito di una progressiva riduzione dei trasferimenti economici regionali, hanno infatti determinato la necessità di riduzione delle percorrenze chilometriche dei mezzi pubblici. L’azione, iniziata nel 2011 e ancora in atto, ha comportato la necessità di razionalizzare i programmi di esercizio delle aziende di trasporto affidatarie, con l’eli-
minazione di corse con un numero di utenti trasportati inferiore a 5, il ripensamento degli orari di inizio e fine servizio, la revisione della programmazione nei giorni festivi, per le direttrici che presentavano numeri di trasportati poco significativi Con la riorganizzazione per la Provincia sono anche state poste le basi per favorire l’interscambio con altre linee o modalità di trasporto. Nello specifico la riduzione di 3 milioni 839 mila 826 vett*km nel triennio 2011-2013, ha comportato la diminuzione di emissioni di Co2 pari a 4 mila 685 tonnellate, pari al 13,70% delle emissioni del 2010. “Sono risultati- afferma la Zaccariotto - molto soddisfacenti. Le cifre che fotografano l’effettivo risparmio energetico e il minor impatto ambientale parlano da sole. Abbiamo messo insieme grandi opere di intervento e di coordinamento sul territorio, con piccole azioni quotidiane, per esempio nei nostri uffici, e questo metodo di lavoro sta funzionando bene. Ringrazio il gruppo di lavoro tecnico, e la giunta perché davvero l’ambiente e il “Patto dei Sindaci” sono diventati assi portanti di questo programma amministrativo in tutti le aree di competenza provinciale, e stiamo dando un contributo concreto per il recupero di una migliore qualità di vita nell’area del veneziano”.
Arrivano i dati Arpav
e’ stAto sversAto troppo Azoto AmmoniACAle in lAgunA
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a laguna di Venezia? Ha fatto progressi in tema di risanamento rispetto ai decenni precedenti ma resta inquinata. A dirlo sono i dati del monitoraggio dell’Arpav, l’Agenzia regionale per l’ambiente che ha aggiornato il piano direttore per la prevenzione dell’inquinamento e il risanamento delle acque del bacino scolante, che risaliva al 2000. La Legge Speciale per Venezia, aveva fissato l’obiettivo di sversare ogni anno in laguna un carico massimo di 3 mila tonnellate di azoto e 300 di fosforo. Ebbene se il carico di fosforo nei dieci anni successivi e fino ad oggi ha più o meno centrato l’obiettivo, il carico di azoto è stati ben 5 mila tonnellate all’anno, con una punta di 7300 toccate nel 2010. Il monitoraggio ha messo in evidenza che a portare l’azoto sono i corsi d’acqua e i canali agricoli che scaricano in laguna. Dal monitoraggio compiuto dall’Arpav nel triennio 20102012 è emerso che i parametri particolarmente critici sono l’azoto ammoniacale e a seguire l’azoto nitrico e il fosforo. A.A.
ALL’AUDITORIO DI MESTRE IL DOSSIER SUL TERRITORIO
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’ stata presentata nelle scorse settimane al centro servizi di Mestre nell’auditorio della Provincia la pubblicazione curata da Nicoletta Benatelli, dal titolo “Agenda metropolitana: Ambiente, tutela del suolo e legalità: proposte per una nuova governance del territorio”. Il volume è scaricabile in pdf dal portale della Provincia al link http://www.politicheambientali. provincia.venezia.it/pubblicazioni e propone: studi geologici completi, messa a punto di un data base sulla situazione idrogeologica del sottosuolo veneziano, il coordinamento dei 44 comuni veneziani a supporto della stesura dei piani per l’energia e delle acque per prevenire il rischio e le emergenze idrauliche, i tavoli per la sicurezza e la legalità contro i crimini ambientali con i
rappresentanti delle forze dell’ordine e delle agenzie di settore. Il tutto all’interno del progetto europeo 202020 e del patto dei sindaci, a cui la Provincia ha aderito come capofila nel 2010. Il presidente Francesca Zaccariotto spiega che: “Abbiamo raggiunto in quasi 5 anni buoni risultati in materia di tutela del paesaggio, difesa del suolo, prevenzione del rischio idraulico e utilizzo di fonti energetiche a minor impatto ambientale. Un lavoro con i rappresentanti del territorio, le università, le forze dell’ordine, istituti di ricerca italiani ed esteri che hanno portato questa Provincia fra le prime cinque a livello nazionale per la “pagella ecologica”. L’obiettivo è ottenere il finanziamento dei 50 milioni dalla Bei per supportare i sindaci nella difesa dell’ambiente.
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Spazi aperti 25 3 Ambiente Arrivano i dati del ventiduesimo censimento effettuato dalla Provincia
Laguna di Venezia, in 20 anni quadruplicati gli uccelli acquatici Sono ben 425 mila e 509 i volatili che preferiscono questa zona del nostro territorio. Sono ricomparse alcune specie rare
Coldiretti
NASCE A LIETTOLI LA “bOTTEgA FIORITA”
di Alessandro Abbadir
L
a laguna di Venezia è al primo posto in classifica nazionale tra le aree umide di gradimento per gli uccelli acquatici, animali che l’hanno scelta per svernare da settembre a febbraio. E i numeri parlano chiaro. Sono infatti ben 425 mila e 509 gli uccelli acquatici che preferiscono questa zona del nostro territorio: il dato emerge dal ventiduesimo censimento effettuato dalla Provincia di Venezia lo scorso gennaio, e relativo agli uccelli acquatici svernanti nel territorio lagunare. Ma vediamo il dettaglio: 39 mila e 77 uccelli sono stati censiti in laguna di Caorle (dato che si mantiene stabile) e 387 mila e 598 uccelli censiti in laguna di Venezia (dato che registra un leggero calo). In quest’ultimo censimento è emerso che c’è stato un leggero calo soprattutto di anatre, che con l’inverno mite che sta per concludersi hanno scelto altre aree del centro Europa. Dal 1993, anno del primo censimento, i volatili che frequentano quest’area sono quasi quadruplicati. Dall’ultimo censimento risulta che sono ricomparse alcune specie rare: sono stati infatti censiti tre esemplari di aquile anatraia maggiore e un falco pescatore. Soddisfatto dei risultati il vicepresidente della provincia Mario Dalla Tor. “Sono soddisfatto
di commentare - dice dalla Tor - per il quinto anno consecutivo, i risultati dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti nelle zone umide della provincia di Venezia. La Provincia ha saputo creare nel tempo uno strumento di analisi del territorio serio e significativo, grazie anche alla fondamentale collaborazione con diversi soggetti qualificati, che ogni mese di gennaio dal 1993 si ritrovano a percorrere in lungo e in largo le lagune veneziane. Mi riferisco ai ricercatori dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ai tecnici dell’Associazione Faunisti Veneti, al personale delle aziende faunistico venatorie vallive, agli agenti del corpo di Polizia Provinciale”. Dalla Tor va nel dettaglio. “Il quadro che emerge - continua il vicepresidente - è quello di un patrimonio naturalistico di straordinaria importanza, sicuramente di grandissimo rilievo per tutto il bacino del Mar Mediterraneo, con presenze regolari che negli ultimi quattro anni hanno sempre superato il valore di 300 mila esemplari, sfiorando nel 2014, le 400 mila unità. Anche la laguna di Caorle si conferma di notevole importanza a livello nazionale e internazionale, avendo ospitato un numero di uccelli acquatici di poco inferiore ai 40
U
mila esemplari. Viene confermata, pertanto, la tendenza al forte incremento delle popolazioni di uccelli acquatici registrata negli ultimi anni, in particolare per molte specie di anatidi di interesse venatorio, a dimostrazione che una corretta ed efficace gestione del territorio, non solo è compatibile con le attività legate alla caccia e alla pesca, ma spesso viene favorita dal coinvolgimento diretto dei fruitori del patrimonio naturalistico”.
na bella novità con l’arrivo della primavera. Coldiretti è partita da Liettoli di Campolongo per avviare in Veneto il progetto di Campagna Amica. Il presidente di Coldiretti Venezia Iacopo Giraldo, ha rivoluzionato la sua serra che si trova nella frazione di Campolongo in via Trentino 21, creando una ”Bottega di Campagna Amica”. E’ stato aperto così il primo Garden di Campagna Amica del Veneto, trasformato e ampliato anche al food. Uno spazio dove accanto alle piante, si possono acquistare prodotti alimentari della filiera agricola. Tutti prodotti di origine in primis del territorio locale, provenienti direttamente dal circuito delle aziende agricole accreditate alla Rete di Campagna Amica. Il negozio si chiama “Bottega fiorita” ed è gestito dal titolare Iacopo Giraldo e dal suo staff. L’azienda, ha circa 22 ettari, è principalmente ad indirizzo vivaistico, ma anche vasti spazi coltivati a cerealicolo e ora orticolo. Da parecchi anni l’azienda florovivaistica è specializzata nei servizi di allestimento e manutenzione giardini, senza contare esperienze come l’allestimento di importanti fiere, l’allestimento della “Machina” per la regata storica di Venezia, e la preparazione del Teatro della Fenice in importanti occasioni. “Ho creduto nel progetto di Campagna Amica – dichiara Iacopo Giraldo – e da imprenditore ho cercato di investire in un nuovo ma già consolidato progetto che mette a diretto contatto produttori e consumatori, offrendo il meglio del prodotto italiano, convinto di portare un valore aggiunto anche alla precedente attività di vivaista già avviata e conosciuta”. A.A.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Politica Il referendum sul futuro della Regione
I veneti vogliono l’indipendenza?!
I cittadini chiedono più autonomia fiscale. Gli indipendentisti, invece, proclamano l’addio a Roma a colpi di referendum e di terrorismo di germana Urbani
L
oro, gli indipendentisti a capo del movi- su un campione rappresentativo. Secondo il mento, hanno già vinto. Con quella che sondaggio oltre la metà degli elettori veneti definiscono rivoluzione democratica, (55%) si dicono d’accordo con l’obiettivo, evoluta e digitale sono riusciti ad accendere sollevato dal referendum, dell’indipendenza i riflettori sul nuovo movimento politico del veneta. Anche se è concepita, soprattutto, Veneto e soprattutto sui suoi leaders, per come maggiore “autonomia”, maggiore canulla sprovveduti, anzi. pacità rivendicativa nei confronti di Roma. In Basta navigare nel loro sito, agevole, parte, nella maggiore qualità dei parlamenorganizzato; osservare con quanta dovizia tari e della classe politica. Ma gli indipendentisti hanno vinto danno e commentano informazioni; basta osservare le loro capacità di diffondere noti- perchè sono riusciti a far mettere in agenzie sui social network per capire che saranno da ai politici che siedono nel parlamentino proprio loro a dare del filo da torcere a Grillo, regionale l’urgenza di dare una risposta più o meno concreta all’ialmeno in Veneto. stanza che essi avevaDopo il referen- Secondo no sollevato. dum on line di fine il sondaggio Così, nel giro di marzo, passato quasi più della metà dei pochi giorni la commissotto silenzio, il grup- veneti vorrebbero sione Affari istituzionali po indipendentista si l’indipendenza del Consiglio regionale è riunito a Treviso per dichiarare l’indipendenza sancita, a detta del Veneto ha approvato, a maggioranza, loro, dai 2.360.235 sì espressi dai veneti entrambi i progetti di legge da un anno in discussione che chiedono una consultazione chiamati sul web ad esprimersi. Se i dati fossero reali, e non sono stati popolare dei veneti su indipendenza e auancora verificati, l’89,10% dei residenti vor- tonomia della Regione. Il progetto di legge 342 di Stefano Valdegamberi è passato rebbe staccarsi dall’Italia e fare da sé. Che un malessere reale sia diffuso in con i voti di Lega, Forza Italia, Ndc, Futuro regione è vero e a dirlo sono altri dati, quelli popolare e Unione Nordest. La commissione di un recente sondaggio di Demos condotto ha dato il via libera anche ad un secondo
progetto di legge, presentato da Costantino Toniolo e da Carlo Alberto Tesserin, entrambi del Nuovo Centrodestra, che affida al presidente della Regione il compito di negoziare maggiori condizioni di autonomia per il Veneto e, in appoggio al negoziato istituzionale, di indire un referendum popolare nel quale i veneti possano esprimersi sul Veneto regione a statuto speciale, dotata di autonomia fiscale, sino a trattenere in loco l’80 per cento del gettito fiscale. Se questi referendum si dovessero fare costerebbero alla Regione 14 milioni di euro e, per ora, nessuno ha detto da dove salterebbero fuori. E’ soddisfatto Valdegamberi che ammette che solo un anno fa questa proposta non sarebbe passata. “Il superamento degli Stati nazionali ottocenteschi – spiega il consigliere - e la rivalutazione dei territori che sono omogenei per storia, pensiero ed economia, come il Triveneto – conclude Valdegamberi - deve essere la base per un nuovo federalismo europeo dei
popoli. Il Veneto è pronto a competere con i modelli della Mitteleuropa, che sono ben lontani da ‘Roma capitale’”. Ma non tutti sono di quest’idea, anzi. i consiglieri di Forza Italia per il Veneto, ad esempio, hanno esposto uno striscione dai balconi di palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto con la scritta:“Noi veneti, come Bolzano sì, come Crimea no”. Tutto questo mentre in aula consiliare si svolgeva la seduta dedicata alla revisione della Costituzione e alla presa di posizione del Veneto che chiede di diventare Regione a statuto speciale “Con questa azione abbiamo voluto ribadire il no all’indipendenza, ma il nostro sì a forme di autonomia uguali a quelle del Trentino-Alto Adige”, hanno dichiarato Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo insieme agli assessori Massimo Giorgetti e Maria Luisa Coppola. “Vogliamo un Veneto forte e autonomo in una Italia unita che prenda il Veneto ad esempio. Le forze di maggioranza sembrano aver
idee diverse e, perchè no, seguire anche gli umori delle piazze. E il presidente Luca Zaia, dal canto suo, si può dire che tentenna. Sin dal giorno dopo la proclamazione dell’indipendenza da parte dei referendari 2.0, ha sostenuto frenato sulla questione. Tanto che commentando le decisioni della Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale che si è pronunciata con un doppio sì per la consultazione sull’indipendenza e sull’autonomia ha detto che la sua “road map per l’indipendenza del Veneto è la stessa della Catalogna; ci si dà l’obiettivo e si praticano, giorno dopo giorno, con pazienza, tutti i passaggi giuridici. E’ un voto, questo, che permetterà ai consiglieri regionali di discutere di questi due provvedimenti. E già il dibattito è importante. Io mi auguro che si arrivi rapidamente all’approvazione della legge per l’indizione del referendum, dopodiché inizieremo il nostro confronto giuridico a livello nazionale”.
Il Veneto in primo piano 11 27 Tosi: “Fatti che sono più da bar che non da banda armata”
Un nuovo carroarmato pronto a sparare alle tasse!
di germana Urbani
L
a notizia gira per l’Italia, sui media e in rete, come fosse venga fatto del male a delle persone - ha continuato Tosi una barzelletta:l’azione di alcuni “bontemponi” che non - perché finire in galera per una persona che non ha mai volevano far nulla di male. E ad avvalorarla arrivano an- fatto nulla per finirci, e’ ingiusto e sproporzionato; quindi si che le dichiarazioni di politici di calibro come quella di Flavio sono sperperate centinaia di migliaia di euro per indagini, Tosi. “Fin da subito, quando mi hanno raccontato questa vi- pedinamenti, intercettazioni per dei fatti che sono più da cenda, pensando all’entità delle cose bar che non da banda armata’’. contestate mi e’ venuto da sorridere, Busato: “Solidarietà ‘’Spiace che queste persone vengaperchè sono degli arresti per nulla’’. a chi ci avrebbe no massacrate dalla giustizia, per Minimizza l’accaduto il segretario aiutato nella prossima non aver fatto nulla, perché quella nazionale della Liga Veneta e sindaco mossa: la rivoluzione del carroarmato, che e’ un trattore di Verona, Flavio Tosi, commentando fiscale” con sopra tre lamiere, fa ridere’’ l’arresto dei 24 ‘’secessionisti’’ veneha concluso il sindaco veronese. ti che a Casale Di Scodosia stavano costruendo un nuovo Sarà. Eppure per la Procura di Brescia non ci sono dubbi: mezzo d’assalto e sono stati accusati di associazione con erano disposti a tutto pur di spingere all’indipendenza del finalità di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e fab- Veneto. Anche ad azioni clamorose. L’indagine ha portato a bricazione e detenzione di armi da guerra. Accuse pesanti, ventiquattro arresti nelle provincie di Padova, Treviso, Rovigo, eppure, la gran parte degli uomini del carroccio sottolinea Vicenza e Verona. In carcere, tra gli altri, l’ex parlamentare che si è trattato solo di “un gioco”.’’Fa rattristare il fatto che e sottosegretario Franco Rocchetta, fondatore della Liga Ve-
tiozzo, pd
“Z
neta e tra i promotori del referendum per la secessione del Veneto. Stesso provvedimento per Lucio Chiavegato, il leader del Movimento 9 dicembre, i Forconi, di Verona e protagonista del presidio nei pressi del casello dell’autostrada A4, già presidente della Life, la Libera Associazione degli imprenditori veneti. Carcere anche per il suo braccio destro, Patrizia Badii, anche lei tra i promotori del presidio verosese dei forconi. In galera, inoltre, Luigi Faccia, mentre ai domiciliari è finito Flavio Contin: questi ultimi due sono personaggi già noti alle forze dell’ordine e alle cronache perché fecero parte del gruppo dei Serenissimi che nel 1997occuparono piazza San Marco a Venezia a bordo di un blindato sempre costruito a Casale di Scodosia. “Arrestateci tutti” - ha detto Gianluca Busato, leader di Plebiscito.eu, apostrofando come notizie ridicole e indecenti le notizie che riportavano gli arresti di quelli che lui ha definito “patrioti veneti”. “Sono questi gli ultimi rantolii dello stato italiano criminale, ladro e violento – ha detto Busato - Esprimo la mia totale solidarietà e vicinanza a Franco
Flavio Tosi e Gianluca Busato
Rocchetta, Lucio Chiavegato, Luigi Faccia, Flavio Contin e a tutti i patrioti arrestati questa notte con accuse che appaiono fin d’ora risibili. Prepariamoci per una mobilitazione di Popolo, civile, composta, pacifica e democratica a sostegno della Repubblica Veneta. E in ogni caso ringraziamoli, perché non potevamo sospettare di avere un aiuto così grande per applicare con successo l’esenzione fiscale totale”. Il prossimo passo verso cui muovono gli indipendentisti, infatti, è la rivolta fiscale: nessuno paghi più le tasse! E’ questo il cuore del programma politico del movimento che si appresta a raccogliere le firme degli imprenditori pronti alla rivolta fiscale. La motivazione è presto detta: liberarsi dall’oppressione “del peggior inferno fiscale del pianeta”.
“ i fAtti degli ultimi giorni segnAno il fAllimento del veneto leghistA”
aia e la Lega hanno fallito l’occasione storica di ottenere una reale e maggiore autonomia del Veneto e ora corrono ai ripari schierandosi accanto ai secessionisti”. Per Lucio Tiozzo e Stefano Fracasso, capogruppo e vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, c’è aperta contraddizione tra le dichiarazioni di Zaia a sostegno del fronte indipendentista e secessionista e l’operato politico nei suoi incarichi di vicepresidente e presidente della Regione e di ministro della Repubblica. “Prima ancora di guidare la Regione, Zaia è stato vicepresidente del Veneto e poi ministro. Eppure, malgrado i proclami e le promesse, lui e il Carroccio non hanno mai fatto compiere
al Veneto quel salto in termini di rafforzamento delle competenze e di ampliamento degli spazi di autonomia anche fiscale. Non sono stati in grado di far tesoro dell’onda del consenso elettorale con il quale hanno assunto la guida della Regione”. “Anzi – proseguono Tiozzo e Fracasso – il presidente Zaia che ora si schiera dalla parte degli indipendentisti è lo stesso che in questi anni ha rafforzato il centralismo regionale. L’esempio più lampante è il mancato riconoscimento dell’autonomia della provincia di Belluno, che continua ad essere negata malgrado lo Statuto la preveda. Questa è stata la storia ingloriosa del Veneto leghista, che ora cerca riscatto nei sogni di gloria irredentista”.
28 12 Il Veneto in primo piano Trasporti su rotaia Avviata un’indagine conoscitiva sulla qualità del servizio offerto
Ferrovie, interviene l’Autorithy L’infrastruttura in Veneto si estende complessivamente per 1.800 chilometri di linee; sono 164 le stazioni esistenti di Alessandro Abbadir
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e la rete autostradale e stradale è nel mirino dei residenti e degli utenti, non se la passa bene nella nostra regione neanche la rete ferroviaria. L’infrastruttura ferroviaria in Veneto si estende complessivamente per 1.800 chilometri di linee; 164 le stazioni esistenti. Ci sono tratte a lunga percorrenza sull’asse Milano-Venezia, Venezia-Bologna o Udine- Venezia, e ci sono linee meno strategiche ma essenziali per le comunità locali come quelle gestite da Sistemi Territoriali o quelle nell’area del bellunese e rodigino. In queste ultime settimane la serie di tagli agli orari con l’introduzione dell’orario cadenzato, ha scatenato le proteste degli utenti, soprattutto quelle dei pendolari, che i treni li utilizzano ogni giorno. Fra le preoccupazioni c’è anche ormai la certezza che il Sistema Metropolitano Ferroviario di Superficie, non verrà completato neanche durante questo mandato. Ecco che nelle scorse settimane l’Authority
dei trasporti ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva sulla circolazione ferroviaria in Veneto per accertare la qualità del servizio offerto dai treni regionali finiti nell’occhio del ciclone per la lunga serie di ritardi e i disservizi che affliggono i 200 mila pendolari nostrani. Il presidente dell’Autorithy dei Trasporti Andrea Camanzi ha fatto sapere che l’inchiesta coinvolgerà anche altre regioni e si estenderà ai collegamenti aeroportuali. In calendario, le audizioni dei principali soggetti coinvolti: da Trenitalia ai sindacati delle ferrovie, dagli amministratori locali ai rappresentanti dell’utenza. La finalità principale dell’Authority, consiste nel ridefinire le regole del gioco, assicurandone il rispetto, a cominciare dalla definizione degli schemi dei bandi di gara, di sua diretta competenza. Nello specifico, il caso è quello della gara europea per l’assegnazione delle corse regionali conseguente alla disdetta del contratto a Trenitalia da parte della Regione Veneto. La gara è di quelle sostanziose: vale 150 milioni di euro
l’anno e sarà proprio l’autorità garante a definire, in via preliminare, i criteri del bando, ispirati a standard di qualità, rispetto dei princìpi della libera concorrenza, salvaguardia dei servizi minimi essenziali e vantaggi economici per la collettività. L’auspicio è che a farsi avanti siano i colossi ferroviari di Svizzera, Austria e Germania. In una nota il governatore della Regione lo ha chiarito. “Abbiamo rinunciato a prolungare il contratto con Trenitalia - dice Zaia nella nota - per bandire una gara rivolta a società di spessore europei in grado di competere con Rfi nell’offrire un servizio all’altezza: parlo delle ferrovie svizzere, austriache, tedesche, inglesi, non certo dei candidati provinciali dell’ultima ora”. Per rendere più “abbordabile” l’operazione, non si esclude la suddivisione della mappa ferroviaria veneta in lotti da appaltare singolarmente. A frenare le candidature c’è il vantaggio di cui, gode Trenitalia: costola di Rfi, dispone in partenza di tratte, convogli, personale, depositi,
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officine, materiali. Non mancano le polemiche. Per il senatore del Pd Lodovico Sonego, ”la proposta è ambientalmente e socialmente insostenibile e serve solo a nascondere il proposito reale di non fare nulla. La nuova ferrovia ad Alta Velocità e Alta Capacità del Corridoio Mediterraneo è una primaria necessità del Friuli Venezia Giulia per
diventare quella piattaforma logistica che da sempre desidera essere, ma il quadruplicamento è il modo migliore per non realizzarla. Il quadruplicamento significa collocare due ulteriori binari in stretto affiancamento ai due esistenti attraversando una catena di centri abitati nei quali le abitazioni sono vicinissime ai binari che ci sono già”.
Innovazione In servizio da settimane i nuovi Etr elettrici
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ono stati presentati a dicembre e ormai sono in funzione da settimane sulle linee regionali i nuovi Etr 360.001. Si tratta di venti nuovi convogli a trazione elettrica Flirt acquistati dalla Regione Veneto, quattro a sei casse (Etr.360) e sedici a quattro casse (Etr.343). Dodici sono n servizio mentre per altri otto è previsto l’arrivo entro giugno 2014. Costruiti congiuntamente dalla svizzera Stadler e dall’italiana Ansaldo Breda, i treni sono entrati in servizio dopo cinque anni dall’indizione della gara d’appalto. Vanno ad aggiungersi ai due Etr.340 (a trazione elettrica), due Atr.110, due Atr.120 e due Atr.126 (a trazione diesel) già in servizio sui binari del Veneto sotto la gestione di Sistemi Territoriali ma, a differenza di questi ultimi, saranno per ora utilizzati da Trenitalia in regime di comodato d’uso gratuito (ossia, nell’eventualità di messa a gara dell’effettuazione dei servizi, la Regione potrebbe assegnarli ad un’impresa diversa). Come saranno impiegati e dove? Del tipo a sei casse (con oltre 300 posti a sedere) saranno impiegati per i collegamenti fra Venezia e Portogruaro; quelli a quattro casse (con oltre 200 posti a sedere) fra Venezia e Treviso, Castelfranco e Padova nonché lungo la linea Monselice - Mantova. L’allestimento interno, con i pratici sedili a cantilever, è analogo a quello degli altri mezzi della stessa famiglia già in servizio. I convogli sono tutti dotati di accesso a raso, servizi igienici accessibili ai disabili e spazio per le biciclette. Ma non solo: l’ampia superficie finestrata conferisce agli ambienti interni una notevole luminosità e l’insonorizzazione è molto buona, elementi questi che hanno già reso i convogli Stadler particolarmente apprezzati dall’utenza, spesso abituata ad un comfort decisamente A.A. minore. Le richieste dei sindacati
servono 27 milioni di euro per il trAsporto pubbliCo
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e la Regione ha le idee chiare su come intende sistemare la rete ferroviaria nei prossimi anni, idee chiare su quanti soldi servono per questa infrastruttura le hanno anche i sindacati: servono almeno 27 milioni di euro in più per il trasporto pubblico locale, di cui 15 per garantire l’orario cadenzato dei treni e 12 per i servizi di bus e vaporetti. Le richieste sono quelle dei sindacati dei trasporti pubblici (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Ugl trasporti, Faisa Cisal, Fast e Orsa) che le hanno presentate alla commissione Bilancio del Consiglio Legambiente ha fotografato la questione. Se messo a confronto con le altre regioni negli ultimi dieci anni il Veneto ha investito nei treni regionali 6,7 euro pro capite, 3 euro in meno dell’Emilia Romagna, la metà della Lombardia, un sedicesimo di quanto spende la Provincia autonoma di Bolzano. I lombardi ogni giorno hanno a disposizione il triplo degli 800 treni che corrono in Veneto, nonostante la popolazione veneta sia solo la metà di quella lombarda. Ma non mancano problemi sulle strade. Per la manutenzione dei 2000 chilometri gestiti da Veneto Strade secondo i sindacati bisognerebbe che Regione e province stanziassero nel 2014 almeno 10 milioni, invece nel bilancio di previsione ce ne sono solo 3,8. Ciò significa che continueremo ad avere strade “groviera”, piene di buche. I sindacalisti, infine, hanno lanciato un appello specifico per la viabilità nel Bellunese, la provincia dolomitica deve affrontare una spesa aggiuntiva di oltre 5 milioni di euro per ripristinare i collegamenti viari dopo le nevicate eccezionali. A.A.
14 Cultura veneta
Cultura Veneta 29
Gallerie dell’Accademia Fino al 29 giugno, un interessante percorso in 70 opere
Carlo Saraceni celebrato a Venezia
Un artista poco conosciuto che visse a cavallo tra il 1500 e ‘600, tra Roma e l’Europa”
di Alain Chivilò
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e Gallerie dell’Accademia di Venezia si pongono “in antitesi” tradizione coloristica veneta fatta di vive e pure cromie è la chiave agli attuali eventi culturali dai nomi di sicura affluenza, pro- di successo che attecchisce nell’ambiente artistico romano. La mostra comprende una sessantina di opere, tra cui non mancano ponendo una mostra per la primavera veneziana dedicata a un’artista poco conosciuto che visse a cavallo tra il 1500 e ‘600. le principali commissionate al pittore da alcune tra le più influenti famiglie “Carlo Saraceni. Un veneziano tra Roma e l’Europa” è il primo romane, come il Riposo dalla Fuga in Egitto dell’Eremo dei camaldolesi, omaggio che la città della Serenissima dedica al Maestro nella sua eseguito per la famiglia Aldobrandini che aveva portato al soglio pontificio storia. Fino al 29 giugno, un interessante percorso permette di com- (dal 1592 al 1605) un suo esponente, Clemente VIII e i dipinti eseguiprendere l’arte di Carlo Saraceni. Nato a Venezia verso il 1579, da ti per alcune delle più importanti congregazioni ecclesiastiche straniere, come quella iberica di Sant’Adriano in Vaccino e una famiglia bolognese di mercanti di seta, si quella tedesca di Santa Maria dell’Anima per la trasferisce all’età di vent’anni, alla fine del Cin- La tradizione quale dipinse due autentici capolavori presenti in quecento, a Roma per trascorrere il resto della coloristica veneta mostra. L’ordine espositivo è cronologico e parte sua vita. A livello artistico più che legarsi alla è la chiave dalla produzione di piccoli raffinati dipinti su rame, tradizione veneziana di Tintoretto, Veronese, di successo che Palma il Giovane e Jacopo da Bassano si lega attecchisce a Roma la cui novità maggiore sta nella predominanza data al paesaggio rispetto al racconto mitologico agli artisti tedeschi e fiamminghi operanti in laguna quali Hans Rottenhammer, Adam Elsheimer, Gaspar Rem e e biblico. Inoltre sono presenti alcune opere quali il disegno raffigurante Pietro Mera. Di conseguenza seguendo l’orientamento degli artisti Andromeda del Cavalier d’Arpino, conservato nell’Accademia di Venezia, nordici, lo spostamento a Roma non può che essere naturale. Il posto a confronto con il piccolo dipinto giovanile di Saraceni di analogo giubileo del 1600 diviene così fulcro per un nuovo fervore artistico soggetto, lo splendido San Rocco della Galleria Doria Pamphilj accostato che si propaga per i successivi decenni. Nuove tendenze si affianca- al San Girolamo di Jacopo Bassano dell’Accademia stessa e il dipinto della no al tardo manierismo del Cavalier d’Arpino e di Federico Zuccari Maddalena penitente della Pinacoteca Civica di Vicenza accostato nelle per le nuove ricerche di Annibale Carracci e Caravaggio. Proprio di sue due versioni. Una mostra piacevole per un’artista lagunare noto a quest’ultimo, Saraceni diviene uno dei più importanti interpreti dan- Roma come il “Veneziano”. do originalità rispetto a Orazio Borgianni e Orazio Gentileschi. La
Sostegno per giovani artisti
Museo Correr di Venezia, fino al 15 giugno
IL TIZIANO RITROVATO
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l percorso espositivo storico del Museo Correr di Venezia, fino al 15 giugno, si arricchisce di una nuova mostra: “Tiziano, un autoritratto. Problemi di autografia nella grafica tizianesca”. Un’occasione importantissima per ammirare il recentemente ritrovamento di un affascinante autoritratto a disegno di Tiziano Vecellio. “Questo disegno è il singolare prodotto di Tiziano, il quale nella sua epoca godeva la reputazione di sommo ritrattista ed eccelso pittore. L’ineguagliata qualità dell’immagine e della sua esecuzione sono le ragioni che ci spingono a ritenere il ritratto opera originale del maestro. La scelta stessa del supporto è curata: una carta elaborata e tagliata (soprattutto lungo il bordo inferiore) in modo da somigliare a un foglio di durevole e costosa pergamena, solitamente utilizzata per redigere gli statuti corporativi, le cronache e le lettere diplomatiche della Repubblica di Venezia” sono le parole iniziali attraverso le quali gli studiosi internazionali David Rosand e Luba Freedman, primi ad avvalorare e confermare tale attribuzione, iniziano la loro tesi dimostrativa. Giunto quasi all’età di ottant’anni, Tiziano con il suo autoritratto indica all’Europa che è ancora attivo sia come persona, sia come artista. Una rappresentazione vitale per le corti che lo celebrano e acclamano. Il disegno, dall’inconfondibile e familiare profilo del Maestro, cattura per la straordinaria immediatezza, restituendo tutta la consapevole dignità conseguita dalla sua impareggiabile Arte della pittura. Concentrato nel
Nelle foto alcune delle opere in mostra: Andromeda incatenata liberata da Perseo, La Fuga in Egitto, Maddalena penitente e Madonna con il Bambino e Sant’Anna
Nuovi borsisti alla Bevilacqua La Masa
S profilo della testa col solo accenno del ricco collo di pelliccia e della cuffia, il rapido e sicuro tratto della matita nera, sempre mobile e vibrante, diventa insolitamente preciso e analitico. Il disegno è stato concesso generosamente in prestito da una collezione statunitense dopo la recente mostra presso la Fondazione Cosso (San Secondo di Pinerolo), mentre era già stato esposto per la prima volta nel 2007 a Belluno. Una mostra che costituisce dunque “un’importante sede di dibattito e approfondimento sul non facile campo della produzione grafica tizianesca, specie degli anni maturi” come indica il direttore Mu.Ve Gabriella Belli. Al.Ch.
ono entrati in azione i nuovi borsisti della Fondazione Bevilacqua La Masa, storica istituzione veneziana che trova le sue radici nel 1901, anno della sua creazione. Anche quest’anno la BLM continua a mantenere la missione originale di sostegno per giovani artisti, con residenza e attività nel Triveneto, attraverso l’assegnazione annuale di 12 Atelier. Dopo una selezione avvenuta nei mesi passati i nomi usciti sono i seguenti: Giuseppe Abate e Paola Angelini, Anemoi (gruppo), Marko Bjelancevic, Saverio Bonato, Pamela Breda, Samuele Cherubini, gli Impresari (gruppo), Graziano Meneghin e Jacopo Trabona, Fabrizio Perghem, Fabio Roncato, Caterina Erica Shanta, Eleonora Sovrani. Questi assegnatari sono attivi nei diversi ambiti delle arti visive (pittura, performance, arte relazionale, installazione, arte digitale, fotografia, video arte) e ora iniziano a lavorare per dodici mesi negli studi collocati presso Palazzo Carminati a San Stae e nel Chiostro dei SS. Cosma e Damiano alla Giudecca. In questo lungo soggiorno, un fitto calenda-
rio di appuntamenti ha inizio con gli Artists’ Talk & Open Studios, durante i quali gli artisti presentano al pubblico a Palazzetto Tito le loro ricerche e i progetti futuri aprendo ai visitatori gli studi appositamente allestiti. A giugno invece si rinnova l’impegno degli artisti durante la Notte Bianca dell’Arte, che li vedrà confrontarsi con le importanti sedi della Fondazione Musei Civici di Venezia. Ulteriori momenti espositivi si terranno in occasione del Premio Stonefly Cammina Con l’Arte e la mostra di fine residenza, che dal 2008 è accompagnata da una preziosa pubblicazione edita da Moleskine. A questi momenti istituzionali si affiancano le iniziative organizzate dagli stessi assegnatari, nonché le studio visit grazie alle quali curatori, critici e galleristi italiani e stranieri possono conoscere privatamente le singole ricerche artistiche. Un anno tutto da vivere nel quale ogni singolo artista è conscio che l’opportunità ottenuta è da far fruttare positivamente nell’ambito di una costante ricerca. Al.Ch.
30 Cultura veneta
Cultura provinciale 9
Eventi A San Giovanni Evangelista lo scorso 25 marzo oltre 300 ragazzi di 116 istituti alla cerimonia di premiazione
La Festa del popolo Veneto, un trionfo per le scuole veneziane Grande successo di partecipazione dei ragazzi al concorso che promuove la riscoperta di lingua, tradizione e storia veneta. Ben 11 dei 37 premiati erano progetti presentati da classi della provincia di Venezia di Ornella Jovane
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e scuole del Veneziano in grande evidenza alla Festa del Popolo Veneto, che si è svolta lo scorso 25 marzo alla Scuola Grande di San Rocco a Venezia, vincitrici con ben 11 progetti al concorso regionale “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto”. La Festa del Popolo Veneto è stata istituita tre anni fa con legge regionale e si celebra il 25 marzo, con chiaro intento di ricordare la data della fondazione di Venezia avvenuta nel 421. E’ una festa all’insegna della riscoperta della storia, delle tradizioni, della lingua veneta, delle fiabe e delle leggende centenarie che la Regione del Veneto insieme con l’Unione delle Pro loco regionali organizzano coinvolgendo anche l’Ufficio scolastico regionale. La ricchezza e la varietà dell’espressione linguistica, le realizzazioni artistiche, le leggende ed i misteri, l’enogastronomia, sono i molteplici ambiti che il Comitato Pro loco Unpli Veneto insieme con l’assessorato regionale all’Identità veneta infatti hanno esortato nell’opera di valorizzazione coinvolgendo in particolare le scuole del territorio. Lo hanno fatto attraverso un concorso, “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto”, che anche per questa edizione ha riscosso un grandissimo successo di partecipazione. Hanno aderito 116 istituti,
eventi e mostre
La sala gremita di ragazzi. In prima fila da sx il presidente Follador, l’assessore Stival e la dottoressa Gianna Marisa Miola di diverso ordine e grado, presentando ben 150 progetti didattici. Particolarmente nutrita la compagine delle scuole veneziane che hanno concorso in 25 (il gruppo più numeroso), le veronesi sono state 24, 17 gli istituti bellunesi coinvolti, 13 i padovani, 11 quelli di Treviso, altrettanti i vicentini, 6 le scuole partecipanti da Rovigo. Hanno aderito all’iniziativa anche 7 scuole croate e 2 slovene. I lavori presentati sono stati valutati da una giuria che ne ha selezionati 37, divisi per ambito specifico, che poi sono stati premiati appunto lo scorso 25 marzo alla Scuola Grande di San Rocco. I ragazzi delle scuole premiate sono stati accolti
a cura di Ornella Jovane
TEATRO LA FENICE, LA STAGIONE LIRICA E DI BALLETTO 2014-2014 La Fondazione Teatro La Fenice ha presentato la Stagione lirica e di balletto 20142015, che proporrà diciotto titoli da novembre 2014 a ottobre 2015: Simon Boccanegra e La traviata di Giuseppe Verdi, I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini, Il signor Bruschino di Gioachino Rossini, L’elisir d’amore e Don Pasquale di Gaetano Donizetti, Alceste di Christoph Willibald Gluck, Madama Butterfly di Giacomo Puccini, Norma di Vincenzo Bellini, Juditha triumphans di Antonio Vivaldi, La scala di seta di Gioachino Rossini, Otello di Giuseppe Verdi, Il ponte sulla Drina di Dejan Sparavalo, Terza sinfonia di Gustav Mahler di John Neumeier, Tosca di Giacomo Puccini, La cambiale di matrimonio di Gioachino Rossini, Il medico dei pazzi di Giorgio Battistelli e Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart. La stagione sarà costituita da nove nuovi allestimenti, otto lavori di repertorio e un balletto ospite per complessive 128 recite – tutte serali o pomeridiane, escluse le antimeridiane per le scuole –, confermando il balzo di produttività che ha portato dalle 68 recite della stagione 2010 alle 103 della stagione 2011 alle 118 della stagione 2012-2013. La stagione è stata presentata lo scorso 27 marzo a Milano dal vicepresidente della Fondazione Teatro La Fenice Giorgio Brunetti, dal sovrintendente Cristiano Chiarot e dal direttore artistico Fortunato Ortombina.
SALZANO CELEBRA IL CENTENARIO DELLA MORTE DI SAN PIO X Entra nel vivo della programmazione il calendario, avviato a lo scorso 14 dicembre, di iniziative messo a punto dal Comune e dalla Parrocchia di Salzano in collaborazione con i gruppi e le associazioni del territorio per celebrare il centenario della morte di Giuseppe Sarto, dal 1867 al 1875 parroco della piccola comunità del Veneziano, al secolo papa Pio X, poi proclamato santo nel 1954. Fino al prossimo 24 agosto sono previsti numerosi incontri con ospiti illustri e autorevoli, spettacoli teatrali e concerti, oltre alla mostra di pittura cui è abbinato anche un concorso, l’opera vincitrice sarà raffigurata su cartolina nell’annullo speciale delle Poste italiane. Tutte iniziative finalizzate a ricostruire nella sue varie sfaccettature la figura di un uomo, già definito santo in vita per via di alcune guarigioni a lui attribuite e inspiegabili, che con il suo operato ha lasciato un segno profondo dal punto di vista religioso ma anche civile.
dall’assessore regionale all’Identità veneta Daniele Stival, il presidente dell’Unpli Giovanni Follador, la dirigente dell’Ufficio scolastico del Veneto Gianna Marisa Miola e il curatore scientifico del concorso, il professor Paolo Scapinello. In un clima gioioso e frizzante hanno avuto modo di presentare sul palco un estratto dei loro lavori, prima di ricevere il premio che complessivamente è di 25mila euro, destinati ad essere investiti in attività didattiche. Per l’Ambito 1, del Teatro, le veneziane premiate sono state quattro: la scuola primaria “B. Caccin” - IC Chioggia 5, con il suo lavoro dal titolo “... e a Chioggia, invece...”, la primaria “G. Parini” di Borbiago di Mira - IC Mira2, per
“Voci lontane”, la primaria “N. Sauro” - IC Matteotti di Maerne di Martellago, per “Viva Venexia col so carnival”, la primaria “Carducci” - IC Turranio Concordia Sagittaria per “La storia di Concordia, dal Cristianesimo alla scoperta dell’America”. Due su tre le scuole veneziane premiate nell’ambito relativo alla Musica. Si tratta della secondaria “S.D. Savio” di Fossalta di Piave IC Meolo che ha partecipato con “...Da na panocia” e della scuola dell’infanzia “M.T. di Calcutta” IC Chioggia 5 con “Cantiamo insieme con il coro popolare chioggiotto”. Due scuole veneziane hanno vinto nella sezione dedicata alla Ricerca storica: si tratta della scuola secondaria di primo grado IC “C. Goldoni” di Martellago che ha concorso con il progetto dal titolo “Per non aver la zucca vuota... mettiamo nella zucca le nostre tradizioni!” e dell’Istituto professionale alberghiero “Musatti” di Dolo che ha presentato “Alla scoperta di Tiepolo, tra Venezia e Padova”. Infine per l’ambito speciale “Leggende e misteri” le veneziane premiate sono state la scuola media IC Goldoni di Martellago per “La cappelletta della strega”, quella di Camponogara “A. Gramsci” per “Il gobbo dei molini di Dolo” e l’ITT “F. Algarotti” di Venezia per “Bianca Savorgnan e i misteri di San Servolo”.
La mostra Dall’11 aprile in tre diversi ambienti
L’ingegno multiforme di Aristide Naccari A rchitetto, disegnatore, studioso di antichità. La presenza di Aristide Naccari, nato nel 1848 e scomparso cent’anni fa nel 1914 quando in Europa si stava scatenando la tragica prima guerra mondiale, ha segnato a lungo la storia culturale della città di Chioggia. Dall’11 aprile il Polo Culturale della diocesi di Chioggia ha avviato una serie di iniziative progettate dalla Fondazione “Santi Felice e Fortunato” fin dallo scorso anno: una Mostra un volume del materiale elaborato dall’artista, sulla sua vita e la sua opera, un pacchetto di proposte legate al progetto di didattica museale per la scuola primaria. La mostra è dislocata in tre ambienti. Nel Museo diocesano nei pressi della Cattedrale di Chioggia i visitatori troveranno le ricostruzioni grafiche dell’architettura sacra (antiche chiese di Chioggia, campanile e altar maggiore di S. Giacomo, Urna dei Patroni) e una ventina di ritratti; nella vicina Biblioteca diocesana viene dato risalto alle ricostruzioni di architetture civili (palazzi di Venezia, Melfi, Palazzo pretorio di Chioggia, ecc.), alle tavole anatomiche e alla cantieristica; infine nella Chiesa-Pinacoteca “Santissima Trinità” sono esposte in teche materiale vario relativo alla stessa chiesa, ritratti, vedute e imbarcazioni, disegni provenienti soprattutto dalla collezione Filippini e da qualche altra collezione privata.
A maggio verrà presentato anche il corposo volume sull’opera di Aristide Naccari
L’antica chiesa di San Giacomo Disegno di Aristide Naccari Il volume sulla vita e la produzione del Naccari (270 illustrazioni), intende esaltare l’ingegno multiforme di questo noto artista e offrire le coordinate per interpretarne l’originalità nel contesto artistico e culturale dell’epoca. Alla realizzazione della corposa opera hanno collaborato vari esperti in settori specifici: l’ampia prefazione è curata da Sergio Ravagnan; Ruggero Donaggio presenta la vita e le opere, Dino Memmo la ritrattistica, Luciano Scarpante i paesaggi e costumi, Gina Duse l’ambiente sociale e antropico, Giorgio Vianello le architetture, Paolo Padoan gli studi anatomici, Sergio Piva la cantieristica, Pierluigi Bellemo le illustrazioni su riviste. Questo libro su Naccari sarà presentato all’inizio di maggio. La proposta della didattica museale intende offrire agli alunni delle scuole un aiuto per leggere, soprattutto attraverso le tavole ricostruttive delle chiese e del Palazzo Pretorio, il volto più
antico e bello della città di Chioggia; il laboratorio rivolto agli alunni dai 6 agli 11 anni (formella o disegno, quaderno attivo e proiezione di un power point) consentirà – sotto gli occhi dei piccoli e anche attraverso le loro mani – di “ricostruire” le forme e le figure di Aristide Naccari. Nell’Archivio diocesano, che conserva il deposito più cospicuo della produzione del Naccari, metterà in esposizione le parti significative di questo genio schivo ma pur straordinario. “Il genio di un credente – ha sottolineato don Giuliano Marangon, direttore del Museo diocesano. - Penso che tutti, rivisitando le opere del Naccari, saremo aiutati a capire meglio com’eravamo un tempo, ad apprezzare di più i tesori artistici della Città filtrati dai suoi occhi, a crescere nel rispetto delle stesse architetture. E questo attraverso le chine acquerellate, il calore cromatico e l’onda melodica di uno dei grandi di Chioggia”. EugenioFerrarese
11 31
LO neWs
SPORT in PRIMO PIANO
Nuoto grand prix Veneto
s.s.d.g.p. mirA pronto A vinCere
C
ontinua senza soste l’attività agonistica del gruppo master nuotatori della società sportiva S.S.D.G.P. nuoto di Mira. Nella prima parte della stagione agonistica gli atleti hanno gareggiato per i trofei di Rovigo e Vicenza, poi a febbraio con i campionati regionali che si sono svolti a Lignano, dove la squadra si è distinta piazzandosi al nono posto su 55, società partecipanti. Nella competizione del 16 marzo, trofeo Città di Trento, i master hanno guadagnato un quarto posto finale su 49 società iscritte. “Gli obiettivi stagionali sono sicuramente la vittoria del Grand prix Veneto, una speciale classifica riservata alle squadre della Regione, e partecipare ai campionati italiani che si svolgeranno a Riccione a fine giugno, dove contiamo di portare qualche atleta sul podio - dice Nicola Canton, allenatore dei master di Mira – la squadra sta crescendo anche grazie all’innesto di nuovi atleti che vanno a sommarsi a una rosa già ampia di nuotatori storici”. Il circuito master di nuoto, cresce di anno in anno, aumentano gli iscritti alle varie competizioni che si svolgono in giro per l’Italia, e per il mondo con una partecipazione altissima. Quest’anno, i campionati mondiali di categoria, saranno di scena a Montreal in Canada e si svolgeranno in agosto. Tanti atleti sfruttano queste opportunità per fare vacanza e, allo stesso tempo, praticare il loro sport preferito. Grazie ai lavori di ristrutturazione dell’impianto di via Giuseppe di Vittorio, terminati lo scorso anno, tutti gli atleti della piscina di Mira hanno uno spazio esterno dove potersi allenare nel periodo estivo. A livello dirigenziale, la squadra master di Mira, è seguita da Michela Vomiero con la presidenza di Marino Vanzan, una persona che ha sempre creduto nei Master e che si può definire il vero e proprio padre fondatore della disciplina. R.P.
Umana Reyer lancia un appello
“lA rAi seguA il bAsket”
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mana Reyer Basket lancia un appello perché questo sport abbia maggiore visibilità nei canali Rai. Le sedici società di serie A rivendicano, tutte assieme, una maggiore visibilità del basket perché unanimi non approvano che il “servizio pubblico” svolto dalla Rai, non tratti questo sport nei Tg e nelle trasmissioni d’intrattenimento sportivo e generalista. Per questo motivo la società ha inviato una lettera agli amministratori e ai Direttori Responsabili della Rai e agli organi di governo e Vigilanza portando dati numerici relativi al pubblico che segue questo sport. “(…) Allo stato attuale, infatti, non vi è alcuna corrispondenza tra il rilievo sociale, culturale e ovviamente sportivo della pallacanestro e la visibilità data dalla R.A.I. nella propria programmazione e nel proprio palinsesto. Sia consentito ricordare come il D.Lgs. 177/2005 individui specifici compiti e obblighi di pubblico servizio che la società concessionaria è tenuta ad adempiere, nell’ambito della sua complessiva programmazione, “al fine di favorire l’istruzione, la crescita civile e il progresso sociale” (art. 7, comma 4, del D.Lgs. 177/2005), tra i quali compiti, in particolare, vi è quello di garantire “un numero adeguato di ore di trasmissioni televisive e radiofoniche dedicate all’educazione, all’informazione, alla formazione, alla promozione culturale” (art. 45)” (…). La lettera ha messo in luce dati ufficiali relativi alle percentuali di pubblico pagante del basket rapportandoli a quelli del calcio: gli spettatori paganti presenti alle partite di pallacanestro
maschile di Serie A più Legadue, riguardo la stagione 2012/2013, sono stati mediamente 3.000 (4.000 Serie A, 2.000 Legadue, fonte Siae), rispetto alla media di 14.800 spettatori della Serie A più Serie B di calcio (24.700 Serie A e 4.900 Serie B, fonte Lega Calcio A e B). Da questo dato risulta che nel 2012/2013 gli spettatori paganti della pallacanestro sono stati pari al 20% degli spettatori paganti del calcio. Un altro aspetto che è stato riportato nella lettera, è quello del valore positivo di questo sport che ha pochi costi per la sicurezza degli spettatori diretti poiché vi è una tifoseria organizzata. Fattore da tenere in considerazione anche per l’aspetto sociale: la pallacanestro è uno sport per famiglie, come tale veicolo di valori positivi. La lettera conclude con la richiesta di incontrare i responsabili della programmazione e i Direttori dei canali e delle testate Rai per esporre più compiutamente le richieste e garantire un’informazione corretta e pluralista. Nel caso non vi fosse risposta, il presidente della Reyer Luigi Brugnaro, dichiara di essere intenzionato a procedere con altri metodi. Per chi volesse sostenere la causa è stato creato il R.P. sito www.piubasketinrai.it.
Ciclismo Presentata la squadra per le prossime competizioni
Coppi Gazzera, fucina di campioni di giacomo piran
“L
a storia del ciclismo guarda al futuro”. Queste sono le parole pronunciate da Renato Marin, presidente della Us Fausto Coppi Gazzera Videa 2014, durante la presentazione svoltasi nell’auditorium della Cassa di Risparmio di Venezia. La società ciclistica mestrina gareggia nelle categorie Elite – Under23. “Possiamo farlo solo grazie agli sponsor - ha proseguito Marin - che anche in questo difficile momento, ci hanno confermato la propria fiducia permettendoci di allestire una formazione competitiva e decisamente ben assortita. Nelle prime gare della stagione, abbiamo dovuto fare i conti con un po’ di sfortuna ma siamo comunque riusciti a conquistare tre ottimi piazzamenti a Belricetto, Pianzano e Montecassiano e ora guardiamo ai prossimi impegni con fiducia”. A fare da punti di riferimento per il giovane team mestrino saranno, Mattia De Marchi e Michele Gazzara che, insieme a Matteo Malucelli, Flavio Feltrin, Alvise De Marchi, Maurizio Damiano e Giovanni Campagnolo formano il gruppo dei
riconfermati a cui va aggiunta la fantasia del venezuelano Luis Antonio Gomez Urosa. Le nuove pedine sono Giovanni Longo in arrivo dal Team Brilla Bike, Riccardo Ghezzo cresciuto tra le fila del Team Bibanese, Emanuele Favero dalla Petroli Firenze, il siciliano Paolo Brundo dalla Ciclistica Malmantile e i due debuttanti tra gli under 23, Luca Gatto e Giovanni Fornasiero. I quattordici ciclisti saranno guidati da Fiorenzo Favero che sostituirà lo storico direttore sportivo Renato Bonso. “Per me si tratta di una grande responsabilità - ha sottolineato Favero -. Renato Bonso per tutti noi è sempre stato un punto di riferimento e sono convinto che continuerà ad esserlo. Ho trovato dei ragazzi
disponibili al dialogo e con tanta voglia di fare bene”. Questa la formazione della US Fausto Coppi Gazzera Videa 2014: Paolo Brundo, Giovanni Campagnolo, Maurizio Damiano, Alvise De Marchi, Mattia De Marchi, Emanuele Favero, Flavio Feltrin, Giovanni Fornasiero, Luca Gatto, Michele Gazzara, Riccardo Ghezzo, Luis Antonio Gomez Urosa, Giovanni Longo e Matteo Malucelli. Direttivo: Renato Marin (presidente), Roberto Fuin (vicepresidente), Fiorenzo Favero (direttore sportivo), Renato Bonso (direttore tecnico), Silvano Polesel e Paolo Baldan (collaboratori), Orazio Previti (medico sociale), Massimo Mamprin e Ennio De Marchi (meccanici).
10 Sì, viaggiare 32 LAZIO
Agro Pontino
la bonifica si racconta
L
’Agro Pontino evoca l’epopea della grande bonifica, della “redenzione” (per dirla con il linguaggio dell’epoca) di quelle terre paludose a sud di Roma dal flagello secolare della malaria. Un’epopea raccontata mirabilmente in un libro, “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi vincitore del Premio Strega 2010, e che rivive nei trentamila metri quadri di un grande parco tematico realizzato alle porte di Latina da un privato. Il parco si chiama “Museo Piana delle Orme” e il privato che lo ha realizzato è Mariano De Pasquale, di origini siciliane (ora scomparso), la cui famiglia come migliaia di altre famiglie italiane trovò nell’Agro Pontino un’opportunità di lavoro. Il parco è articolato in 14 grandi padiglioni dove dentro non è esagerato dire che è ospitata la storia. La storia della grande bonifica della zona innanzitutto. Opera che negli anni Venti del secolo scorso impegnò cinquantamila operai, reclutati soprattutto per scavare a mano in milioni di ore di lavoro i grandi canali spina dorsale della bonifica e per costruire successivamente i vari borghi rurali dove si insediarono diverse migliaia di coloni. In prevalenza agricoltori veneti, chiamati a coltivare quelle nuove terre strappate alla palude e alla malaria. Furono gli anni in cui a tempo di record fu costruita Latina (allora Littoria, in omaggio al Fascismo) e le altre città ispirate pure allo stile architettonico razionalista: Pontinia, Sabaudia, Aprilia. Città che hanno conservato il fascino dell’epoca e sono tuttora un museo a cielo aperto per chi ama la storia dell’architettura contemporanea. Il Museo della Piana delle Orme contiene così tante meravi-
glie che è difficile elencarle tutte. Basti pensare che nei padiglioni “militari”, dove sono conservate testimonianze della seconda guerra mondiale (che nella zona visse episodi cruenti durante l’offensiva alleata contro i tedeschi conseguente allo sbarco di Anzio), c’è persino il carro armato Sherman M4 utilizzato da Benigni sul set de “La vita è bella” e la Jeep fatta esplodere nel film “Il paziente inglese”, pure degno dell’Oscar. Nel parcomuseo trova posto anche il mezzo anfibio Sherman DD, uno dei tre esistenti al mondo. Fu costruito dagli americani per il centro di addestramento di Battipaglia e poi affondato. E’ stato recuperato al largo di Salerno nel 2002. C’è anche l’aereo (un caccia P40 Curtiss) recuperato in mare dopo che era stato abbattuto durante una battaglia aerea: il suo pilota americano, appresa la notizia, ha voluto recarsi al museo per rivederlo facendo vivere ai responsabili di “Piana delle Orme” un momento toccante. L’aereo, dopo il restauro, è stato esposto nel padiglione dedicato allo sbarco di Anzio. Un altro padiglione è riservato alla battaglia di Cassino, con il bombardamento del monastero benedettino con la distruzione del suo inestimabile patrimonio artistico. Effetti speciali fanno rivivere i terribili momenti di quell’episodio bellico. Nella grande esposizione allestita dalla famiglia De Pasquale nella campagna pontina di Borgo Faiti c’è spazio anche per i vecchi giocattoli (allora quasi tutti costruiti in latta o in legnoi, per vecchi apparecchi radio e oggetti che documentano la storia delle telecomunicazioni, ci sono tantissimi mezzi agricoli fra cui le preziose trattrici Pavesi Tolotti P4 e tanti tipi di carretti. E poi
AL GRANDE PARCO-MUSEO “PIANA DELLE ORME” RIVIVE L’EPOPEA DEL RISANAMENTO DELLA VASTA PALUDE MALARICA A SUD DI ROMA UN’OPERA COLOSSALE CHE HA IMPEGNATO NEGLI ANNI ‘20 CINQUANTAMILA OPERAI HANNO COSTRUITO CANALI E BORGHI RURALI POI ABITATI DA COLONI SOPRATTUTTO VENETI NEI 14 PADIGLIONI DELL’AREA VICINO A LATINA SONO ESPOSTI ANCHE RARI PEZZI MILITARI COME IL CARRO ARMATO UTILIZZATO NEL FILM “LA VITA È BELLA” DI ROBERTO BENIGNI O IL CACCIA USA CURTISS RECUPERATO IN MARE
attrezzi di ogni genere. Altri padiglioni illustrano la vita nei campi e la civiltà rurale del tempo.Il fondatore Mariano De Pasquale, imprenditore agricolo nel settore florovivaistico, non amava chiamare questa oasi della memoria “museo”. Ci teneva a sottolineare che in realtà si tratta di un’attività agrituristica con centro di documentazione. Diversi i percorsi tematici a disposizione. La visita completa richiede circa quattro ore, ma c’è chi fa sera tranquillamente, perchè lo stupore davanti agli allestimenti del centro di documentazione è continuo. Molto suggestive alcune ambientazioni d’epoca. L’area, ombreggiata da centinaia di eucalipti (la pianta tipica dell’Agro Pontino, introdotta durante la grande bonifica) è servita da un’accogliente area pic nic, utilizzata soprattutto dalle numerose scolaresche che in primavera si recano in gita a Piana delle Orme. C’è poi un servizio di ristorazione rustica, un negozio e altri servizi. Ma la cosa più bella di questo singolarissimo parcomuseo è rappresentata dalle suggestioni che le sue ambientazioni creano. All’interno dei padiglioni e fuori. Sembra di rivederle all’opera quelle vocianti squadre di contadini e operai mandati da Mussolini a bonicare l’area paludosa in cambio della promessa di un fazzoletto di terra da coltivare. L’orario di apertura da aprile a ottobre va dalle 9 alle 18 (chiusura museo ore 20), prefestivi 9 - 18,30. D’inverno chiusura anticipata rispettivaamente alle 16 e alle 17. Biglietti: intero 12, ridotto 10, ridotto junior 8. L’area ospita durante l’anno numerosi eventi. Info: tel. 0773 258708, info@pianadelleorme.it; www.pianadelleorme.it Piana delle Orme si trova in via Magliara 43,5 a Borgo Faiti (Latina).
IN COPERTINA UN’IMMAGINE DELLO SCAVO DEL CANALE MUSSOLINI, OPERA FONDAMENTALE DELLA BONIFICA DELL’AGRO PONTINO; IN ALTO: CARRIOLANTI AL LAVORO E UN TRATTORE LANDINI D’EPOCA. PIÙ SOTTO LATINA OGGI E IL GIORNO DELL’INAUGURAZIONE NEL 1932. SOTTO: UNA TECA DEL PADIGLIONE DEDICATO AI GIOCATTOLI D’EPOCA. A PIEDE DI PAGINA: ALTRE IMMAGINI DEI PADIGLIONI DEL PARCO-MUSEO PIANA DELLE ORME, QUELLO IN BASSO A DESTRA È IL CARRO ARMATO AMERICANO UTILIZZATO DURANTE LE RIPRESE DEL FILM “LA VITA È BELLA” DI ROBERTO BENIGNI PREMIATO CON L’OSCAR
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Benessere 8 Benessere 34 >> Dalla bacheca di Facebook alla scrivania del direttore dell’Inps di Padova
Pensioni di invalidità anche per malattie rare Si chiama Caterina Simenon la padovana che ha convinto l’Inps ad impegnarsi nella schedatura delle malattie genetiche rare di Germana Urbani
L
a sua prima grande conquista la gridata provinciale Dario Buonomo - ci faremo portaattraverso un video postato sulla sua voce a tutti i livelli interni, regionale e naziopagina Facebook: “È un risultato stra- nale, della soluzione adottata. D’altronde la ordinario, una bomba, davvero fantastico”. sede Inps di Padova è stata la prima in Italia E sempre su Facebook lei, venticinquen- a farsi spontaneamente carico delle revisioni ne padovana affetta da ben 4 patologie sanitarie di invaliditá di competenza dell’Asl genetiche rare, aveva proposto all’Inps di 16, la più grande del Veneto, solo ed esclu“aggiornarsi”, per così dire, consultando il sivamente per evitare il disagio ai cittadini Registro Veneto Malattie Rare, per riuscire che, spesso, erano costretti a far la spola tra ad avere dei parametri certi su cui basare le Asl e Inps. Semplicemente ascoltando cerloro valutazioni a fini pensionistici. chiamo di dare un piccolissimo contributo per Non era mai venuto in mente a nessu- alleviare le procedure e ridurre le difficoltà”. no, o se era successo, nessuno l’aveva mai Secondo le stime del Centro nazionale spedito al mittente l’idea. L’ha fatto lei, Ca- dell’Istituto superiore di sanità sarebbero cirterina, dal suo letto provvisto di ossigeno e ca 1 milione e mezzo i colpiti in Italia da una così, ora sta per cambiare tutto. malattia rara, sebbene siano solo 110mila Fino a un paio di mesi fa le persone le persone censite a livello nazionale. Nel affette da malattie rare, nella maggior parte corso della Giornata mondiale dedicata a dei casi, dovevano fare una gran fatica a queste malattie il ministero della Sanità si farsi riconoscere una pensione d’invalidità o è impegnato ad aggiornare l’elenco delle d’accompagnamento. E l’iter a cui dovevano malattie rare, fermo oggi a 485 patologie, sottoporti era davvero impegnativo. per gran parte rappresentate da malattie di Ma da un mese a questa parte, presso origine genetica. Lo stesso Inps, nelle sue la sede di Padova, è partito un confronto linee guida per il riconoscimento delle invalitra l’Istituto di previdenza e il “Registro dità, fino ad ora ha preso in esame i deficit delle malattie rare“. Un contatto ufficiale funzionali di solo 7 malattie rare. Per tutte tra pubbliche amministrazioni che si pone le altre patologie indicava ai propri medici l’obiettivo di superare gli ostacoli che hanno di procedere alle relative valutazioni “in via impedito finora una giusta tutela previden- analogica”. ziale alle persone affette da malattia rara. Nasce così il progetto della previdenza In realtà, fino ad oggi non ci aveva pen- del Veneto, che sarà esteso a tutte le altre sato proprio nessuno a mettere in contatto Regioni, di predisporre, in accordo col Regiquesti due enti che viaggiavano su binari stro nazionale, schede sintetiche di valutaseparati senza mai zione per ciascuna Le persone interessate patologia rara. Atincontrarsi. A fine febbraio, traverso questi supda malattie rare però, è avvenuta la porti, le Commissioni in Veneto sono svolta grazie all’idea Usl potranno disporre circa 13.000 e alla testardaggine di elementi utili a dedi Caterina Simonsen, terminare in modo che ha proposto all’INPS di appoggiarsi al adeguato la percentuale di invalidità. Registro Veneto Malattie Rare per un corretL’attenzione verso questo tipo di mato riconoscimento delle percentuali di invali- lattie che colpiscono in Veneto circa 13mila dità da assegnare ai pazienti affetti da mr. cittadini, è in costante crescita e, sempre di La soluzione di ciò che sembrava im- più si ragiona in termini di prevenzione. possibile l’ha trovata lei e l’Inps di Padova, E avviene lo stesso per le malattie mericonoscendone la validità, si è immediata- taboliche. Per questo la Giunta regionale del mente attivato in tal senso, per rispondere Veneto ha approvato lo scorso fine anno all’appello di Caterina. Un risultato salutato l’adozione dello screening neonatale metada tutte le persone affette da mr come rivo- bolico allargato e avviato già dal 1 gennaio luzionario. 2014. “Si tratta però di una prestazione – “Adesso – ha affermato il direttore spiega il Dott. Alberto Burlina, Direttore della
quAnti mAlAti sono interessAti dAlle mAlAttie rAre?
E Struttura Complessa Malattie Metaboliche Ereditarie dell’Azienda Ospedaliera – Università di Padova – che le singole ASL sono libere di offrire o meno: di fatto ogni ASL dovrà stipulare un contratto con l’Azienda Ospedaliera per poter attivare il servizio. Il costo dello screening per ogni neonato è stato stimato intorno ai 55 euro: praticamente nulla se si considera che un paziente affetto da malattia metabolica non immediatamente diagnosticata può riportare gravissimi danni neurologici, invalidità totale e necessiterà frequenti ricoveri ospedalieri durante tutta la vita”.
sistono malattie rare “più frequenti” che colpiscono qualche migliaio di pazienti in Italia; tra queste la sclerosi laterale amiotrofica, le distrofie muscolari, l’emofilia, per citare qualche esempio. Per altre si può stimare che i pazienti affetti siano qualche centinaio; per altre ancora non esistono studi di prevalenza, ma solo descrizioni in letteratura di singoli casi. Di queste malattie si possono registrare meno di dieci persone affette in un Paese come l’Italia: è il caso della progeria, una malattia che comporta invecchiamento precoce, di molte sindromi genetiche o sequenze malformative complesse. In generale si può affermare che queste malattie, pur potendo essere singolarmente poco frequenti, non sono rare, se considerate nel loro complesso. Il numero dei malati, pur non essendo così rilevante rispetto ad altre condizioni con le quali il medico di medicina generale quotidianamente si confronta, è comunque globalmente consistente. Per stabilire l’entità del fenomeno è necessario premettere alcune considerazioni. È difficile stabilire con esattezza quante siano le malattie rare, si parla di un numero compreso tra 5.000 e 7.000. Quanto numerosi sono i malati dipende poi dalla definizione di malattia rara alla quale si fa riferimento. Il criterio comunemente adottato è un criterio di prevalenza, cioè quanti sono gli affetti da una particolare condizione sul totale della popolazione. È da precisare che in Paesi diversi vengono adottati limiti differenti, per cui non esiste una lista unica e unanimemente condivisa a livello mondiale. A livello europeo una malattia è considerata rara se colpisce meno di 5 persone su 10.000 abitanti. Eurordis, l’organizzazione europea nata nel 1997 che riunisce più di 260 associazioni dedicate alle malattie rare che operano in almeno 30 Paesi, ha stimato che queste condizioni colpiscano circa il 6% della popolazione europea, percentuale corrispondente a circa 27 milioni di persone nell’intera Unione Europea.
Giardinaggio Giardinaggio 35 21 >> Ottimo per l’estate: è un antizanzare naturale
Gelsomino: fioriture generose e prolungate E’ una specie rampicante molto apprezzata in parchi, giardini, terrazzi. Semplice da coltivare perché poco esigente amminando lungo i viali dei nostri paesi capita spesso in primavera ed estate di fermarci a naso in su sedotti da un profumo dolce che ci arriva da una siepe o da un poggiolo. Spesso a colpirci il cuore passando dalle narici, è il gelsomino è una pianta perenne della famiglia delle Oleaceae in pratica è un “parente” dell’ulivo. Il suo nome deriva dal termine arabo yasmin, che significa “dono di Dio”, e in moltissime culture questa pianta è simbolo di purezza e femminilità. Si tratta di una pianta versatile e resistente che può essere utilizzata per formare siepi, rivestire cancellate e muretti oppure per ricoprire pergolati e graticciati visto che può raggiungere un’altezza di cinque o sei metri. Ma se non disponete di tanto spazio non disperate: il gelsomino può essere coltivato con successo sia in piena terra che in vaso, anche se in quest’ultimo caso si consiglia di utilizzare dei tutori per supportare la pianta che tende a crescere molto. Esistono molte specie di gelsomino che fioriscono anche in periodi diversi dell’anno. Per scegliere quella più adatta al vostro giardino o terrazzo occorre che teniate conto dell’esposizione, e se intendete coltivarla in vaso le migliori specie sono senza dubbio Jasminum primulinum e Jasminum grandiflorum. Le rampicanti da giardino più consigliate sono invece: Jasminum officinale e Jasminum x stephanense. Le piante di gelsomino all’aperto devono essere collocate in un luogo ben soleggiato e luminoso mentre per quelle che vivono in appartamento la collocazione migliore è in prossimità di una finestra esposta ai raggi solari. Possono essere considerate buone anche condizioni di mezz’ombra, a patto che la pianta riceva almeno qualche ora di luce diretta. Tenete conto del fatto che il gelsomino non tollera il vento eccessivo, perciò, potendo, deve essere messo al riparo dalle zone più ventose del giardino. Quando deciderete di porre a dimora la vostra pianta dovrete tener conto di poche cose in quanto il gelsomino è una pianta con poche pretese che si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno. Il meglio di sé lo dà tuttavia quando il substrato è ricco in sostanza organica, soffice, fertile e ben drenato: se il terreno fosse troppo compatto o di composizione prevalentemente argillosa, si può aiutarlo aggiungendo sabbia e argilla espansa allo scopo di migliorarne la capacità di drenaggio. Per le piante da coltivare
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Le zanzare lo odiano! Fatelo crescere vicino alle vostre finestre
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in vaso si può preparare un buon terreno di crescita semplicemente mescolando terriccio universale da giardino, torba e sabbia. E se vi dimenticate di annaffiarlo fa lostesso…per un po’. Gli esperti consigliano di annaffiare una volta ogni 10-15 giorni perché il gelsomino non è una pianta particolarmente esigente in termini di irrigazioni, dal momento che può sopportare senza problemi anche periodi di siccità più o meno prolungati. Va detto, però, che anche se non strettamente indispensabili per la sopravvivenza della pianta, le irrigazioni stimolano la crescita e la fioritura, pertanto sono consigliate sia in primavera che in estate e per tutta la durata della stagione vegetativa. E ricordate: le zanzare lo odiano, quindi se decidete di metterlo in giardino studiate la disposizione più utile di sedie e panchine.
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S
o n o bulbose molto apprezzate nei giardini perché sono poco esigenti e di coltivazione. Piantati i bulbi a primavera i fiori sbocciano entro luglio e settembre a seconda del periodo di piantagione. La fioritura dura circa due settimane con colori svariati, pastello o vivo. Il consiglio è di interrare i bulbi in un luogo soleggiato e riparato dai venti che possono piegare gli steli. Occorre preparare il terreno con una buona vangatura per togliere i sassi e le radici delle erbacce e, se necessario, aggiungete un concime speciale per bulbi. L’idea giusta potrebbe essere quella di scaglionare le piantagioni dei bulbi per ottenere una fioritura prolungata piantando i bulbi a distanza di una quindicina di giorni. Il bulbo di gladiolo va interrato a circa 10/12 cm di profondità, in linea o in gruppo da 10 a 20 bulbi. Annaffiare leggermente dopo la piantagione. Ricordate di mettere subito un tutore per le varietà più alte.
5. Alto numero di gravidanze nelle adolescenti con notevole ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza. Il primo contatto con il ginecologo in adolescenza è fonda-
commercio si trova una notevole varietà, sia per dosaggio che per tipo di estrogeno e progestinico usato, che ci consente di indirizzare la giovane nella scelta di quello che
libero professionista che come Medico ospedaliero, a partire dal 2012 presso la ULSS 13 di Mirano (VE) quindi in qualità di Dirigente medico di I livello presso l’UO di Ginecologia e Ostetricia dell’ULSS 17 di Este-Monselice. Indirizzo email per richiedere maggiori informazioni: specialistaonline@gmail.com
cute (le comuni verruche) ma oltre 30 sono responsabili di infezioni delle mucose genitali. Tra questi 13 sono ad alto rischio oncogeno, ossia possono favorire lo sviluppo di tu-
36 I nostri esperti IL DIRITTO PER IL CITTADINO
Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin
Dal 1° gennaio 2014 una nuova tassazione immobiliare
L’onda lunga del Governo Monti fa sentire i suoi (non benefici) effetti anche a distanza di qualche anno. Infatti, dal 1° gennaio 2014 si è assistita a una vera e propria rivoluzione quanto agli atti di vendita di immobili, quelli cioè che scontano le imposte di registro, ipotecarie e catastali. Le vecchie aliquote di registro (quelle del 3%, 7%, 8%, 15% ecc.) sono sostituite sostanzialmente da tre: del 2% per gli acquisti di prima casa; e del 12% per i terreni agricoli; del 9% per tutto il resto (es. seconda casa, terreni edificabili, fabbricati strumentali ecc.). Le nuove aliquote del 2% e del 9% e del 12%, si portano dietro sempre una conseguenza
molto importante: a titolo di imposte ipotecaria e catastale, si pagano due importi fissi da 50 euro ciascuno, che assorbono il bollo, la tassa per la voltura e quella per la trascrizione. Fino a qui tutto sembra molto più vantaggioso di prima, se non fosse per una “sorpresa” finale: e cioè il fatto che l’imposta minima di registro è comunque dovuta nella misura minima di 1000,00 euro. Quindi se in seguito alla tassazione di una prima casa con l’imposta del 2% mi vien fuori un risultato, per esempio, di 350,00 euro, la tassazione sarà comunque di 1000,00 euro più i 100 eurocomplessivi di quelle ipotecarie e catastali (totale
minimo, dunque, sempre almeno di 1100,00 euro). Nelle zone in cui le rendite degli immobili sono piuttosto basse (come sono in genere quelle nei paesi di provincia e di campagna) difficilmente ciò potrà concretizzarsi in un risparmio di spesa; mentre ciò è indubbiamente più vantaggioso, rispetto a prima, per l’acquisto di prime case in zone con rendite alte. Fuori dai casi appena visti, le imposte fisse ipotecarie e catastali (una volta di 168 euro) sono state aumentate a 200 euro. Infine, sono stati modificati i requisiti per discriminare una casa di lusso da una non di lusso e quindi per chiedere le agevolazioni prima casa. In
precedenza ci si riferiva a dei parametri molto precisi fissati da un Decreto Ministeriale del 1969; oggi, invece, la casa
è non di lusso per definizione per il sol fatto di essere accatastata in categoria A diversa da A1/A8/A9.
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BICA S.P.A una potenza nella produzione di sedie e mobili per giardino Su 100 mila mq coperti su 4 unità produttive lavorano 140 operai con 30 presse di ultima generazione attive sulle 24h Parlare della Bica S.p.a. ai giorni nostri significa riferirsi a Giorgio Simoni il fondatore Giorgio e, con lui, i figli Piergiorgio 27 anni, Massimo 42 anni, e le due figlie Sonia e Monia. Una vera e propria potenza familiare che ha portato la BICA S.p.a. ad essere leader mondiale nello stampaggio di prodotti per la casa e giardino con un fatturato annuo di 25 milioni di cui l’80% con l’estero ( in 15 Paesi europei e nel mondo) e il 20% in Italia. Nel lontano 1962 Giorgio Simoni ha iniziato l’attività a Pontelongo dando così l’imput all’attuale costituzione del Gruppo Simoni che negli anni 80 ha compiuto un forte salto di qualità nella realizzazione dei primi mobili in resina che si sono affiancati alla storica produzione di quelli da giardino e campeggio in acciaio. Attualmente BICA S.p.a. annovera nel suo interno 140 dipendenti che lavorano in 100 mila mq coperti nelle quattro realtà produttive. A Candiana (Pd) sono posizionate le 30 presse robotizzate
che lavorano su 24h e che sfornano mobili da giardino in resina nelle linee Panther e Trendy. A Pontelongo (Pd) dove avviene il taglio, piegatura e assemblaggio degli articoli da giardino in acciaio, a Villa del Bosco invece vi è la produzione di stendibiancheria in acciaio. La BICA è stata una delle prime aziende ad ottenere la certificazione ISO 9001. Per la stagione estiva 2014 l’ufficio ricerca e sviluppo della BICA ha ideato una nuova collezione di salottini per arredare il giardino, la casa, bar e ristoranti, le linee B:RATTAN e BICADESIGN sono progettate per durare nel tempo. L’attenzione della BICA S.P.A. sempre rivolta verso l’innovazione e l’evoluzione del mercato completano l’immagine di un’azienda che non si ferma al successo già ottenuto ma guarda allo sviluppo futuro e pone nella ricerca di nuove soluzioni la chiave per una ulteriore crescita.
BICA S.p.a. fattura 25 milioni e commercializza con 15 Paesi europei e mondiali
In alto la Sede della BICA S.p.a.
i nostri Esperti 38 I nostri esperti AFFARI DI FAMIGLIA
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
La violenza di genere
Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, purtroppo, occupa sempre più le prime pagine dei giornali ed i servizi di apertura dei telegiornali ovvero il fenomeno della violenza di genere. Che cos’è la violenza di genere? Il fenomeno della violenza di genere, ancorché risalente nel tempo, è stato solo di recente oggetto di studi più approfonditi che hanno consentito una sua qualificazione e, quindi, una maggior presa di consapevolezza e responsabilità da parte della nostra società civile. Il concetto di violenza di genere, elaborato nei primi anni duemila, è utilizzato per differenziare la violenza comune da quella che si esplica in danno di individui o gruppi in ragione del loro “genere” o sesso di appartenenza. La violenza di cui ho appena riferito consiste essenzialmente in una serie distinta di azioni fisiche, sessuali, di coercizione economica o psicologica che hanno come destinatario una persona “scelta” sulla base del suo genere o sesso. Con specifico riferimento alla violenza sulle donne, deve rilevarsi come questa costituisca un fenomeno culturale assai complesso che interessa ogni sfera sociale e le cui conseguenze non
ricadono solo sulle donne vittime di violenza ma anche sui loro figli che diventano testimoni indiretti della stessa. La violenza sulle donne trova, peraltro, un espresso riconoscimento nella Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne datata 1993 che, all’art. 1 definisce la violenza contro le donne come “Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare un danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata”. Rilevanti nel breve e lungo periodo i danni subiti dalle vittime di violenza sia sul piano fisico che su quello psicologico, morale ed esistenziale. Quali forme può assumere la violenza di genere? La violenza di genere è per sua natura un fenomeno proteiforme in quanto può esplicarsi in modi assai vari e diversi tra loro per tipologia, intensità di violenza e gravità degli effetti. Vi è una violenza fisica e morale ravvisabile in tutte quelle condotte dirette a far più o meno male alle persone con atti lesivi volontari. Vi è poi una violenza psicologica posta in essere dai partner o ex partner attraverso una serie di
LO SPAZIO DELL’ETICA
Analisi di aonale Anselm Zurfluch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler 2000) alcuni motivi che re la speranza all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, di cui il Vangelo sovrabbonda.
atteggiamenti intimidatori, minacciosi e offensivi anche reieterati e prolungati. All’interno di questa categoria si ricomprendono condotte assai diverse tra loro quali i ricatti, gli insulti verbali, le umiliazioni di vario genere anche pubbliche. Ed ancora la violenza economica che rappresenta una forma subdola di violenza in quanto finalizzata ad impedire che il partner possa raggiungere l’indipendenza economica. In tal modo la vittima non potrà rendersi indipendentemente dal suo carnefice che eserciterà sulla stessa un controllo indiretto ma efficace. In tal senso mi limito a segnalare tutti quegli atteggiamenti diretti ad impedire la ricerca di un lavoro od ancora un ferreo controllo dello stipendio o utilizzo del denaro percepito ad esempio solo dal marito-compagno. In particolare, la donna straniera è spesso vittima di ricatti da parte del compagno che, nell’impedirgli la regolarizzazione dei documenti, preclude alla stessa la ricerca di un regolare lavoro. Infine, tra le forme più gravi ed odiose di violenza vi è quella sessuale rappresentata dall’insieme delle condotte che attengono alla sfera sessuale della persona e che ne compromettono la libertà di esplicazione. Tra le forme più diffuse di violenza sessuale vi sono le molestie sessuali, la costrizione
ad avere rapporti sessuali o, addirittura, a prostituirsi. Fenomeni quest’ultimo dell’induzione alla prostituzione per nulla distanti anche dalla ns realtà locale dove si registrano interventi delle forze dell’ordine volti a contrastare proprio suddetto reato. I reati connessi alla violenza di genere Le violenze sopra riferite integrano, il più delle volte fattispecie penalmente rilevanti. I reati che, statisticamente, sono maggiormente associati a fenomeni di violenza di genere sono: il reato di maltrattamenti verso familiari e conviventi, disciplinato all’art. 572 c.p. e di recente modificato; il reato di atti persecutori, comunemente detto stalking, introdotto nell’ordinamento italiano nel 2009 con l’art. 612 bis c.p.; la violenza sessuale di cui all’art. 609 bis c.p., nonché le fattispecie, apparentemente meno gravi, ancorché rilevanti sul piano umano, di minacce, lesioni e molestie. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
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40 I nostri esperti
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SALUTE
Dott.ssa Eleonora Leotta, Specialista in Ginecologia ed Ostetricia
Pubertà e adolescenza: da bambina a donna. Perché scegliere una ginecologa per il primo appuntamento La pubertà è il periodo che segna, con l’arrivo del primo ciclo mestruale, il passaggio dall’infanzia all’età adulta, durante la quale si raggiunge la maturità sessuale e la capacità riproduttiva. Compaiono i caratteri sessuali secondari e tutto ciò porta a grandi trasformazioni fisiche che determinano un notevole coinvolgimento anche della sfera psichica, cui si possono associare alterazioni del comportamento alimentare (anoressia e bulimia) che più frequentemente si manifestano in questo periodo di insicurezza della donna. L’adolescenza è inoltre caratterizzata dalla scoperta dell’altro sesso. Le ragazze, così come i coetanei maschi, sono confuse riguardo al sesso e alla sessualità e sempre alla ricerca di risposte corrette. E’ quindi importante che possano trovare persone con cui poterne parlare: genitori, insegnanti, consultori familiari. Molte indagini sul comportamento adolescenziale hanno evidenziato nel nostro paese una realtà complessa caratterizzata da: 1. Relativa precocità di inizio dell’attività sessuale, entro i 16 anni; 2. Informazioni generiche raccolte attraverso canali non istituzionali; 3. Difficoltà a gestire in modo responsabile la propria sessualità; 4. Interruzione o uso saltuario del contraccettivo e di mezzi di protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili; 5. Alto numero di gravidanze nelle adolescenti con notevole ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza. Il primo contatto con il ginecologo in adolescenza è fonda-
mentale non solo per una valutazione fisica, ma in quanto egli può diventare il punto di riferimento per molti dubbi sulle relazioni con l’altro sesso: il ginecologo aiuterà a capire i rischi dei primi rapporti sessuali, a scegliere il miglior tipo di contraccettivo e insegnerà come prevenire le malattie a trasmissione sessuale. Il primo appuntamento può spesso essere fonte di ansia per una ragazzina sia da un punto di vista relazionale che per senso del pudore: è evidente che in questo caso la scelta di un ginecologo donna aiuterà un processo di identificazione che consentirà una comunicazione più efficace. E’ indubbio come la disponibilità, la riservatezza, l’atteggiamento non giudicante né frettoloso, siano utili per una buona relazione medico-paziente, fondamentali per far sì che la ragazza riesca con facilità a rivolgersi a noi, piuttosto che a coetanei o a figure non in grado di fornire risposte corrette. Una consulenza contraccettiva efficace richiede un lungo colloquio che dia ampio spazio, oltre che all’evidenziazione di problematiche di salute presenti, anche agli elementi di tipo personale e relazionale che incidono sulla scelta contraccettiva o che possono determinare resistenze o paure verso specifici metodi. Oggi esistono diversi contraccettivi: ormonali, di barriera, meccanici e naturali. Noi ginecologi riteniamo che il metodo contraccettivo realmente efficace in una giovane donna sia quello ormonale (pillola contraccettiva), di cui in commercio si trova una notevole varietà, sia per dosaggio che per tipo di estrogeno e progestinico usato, che ci consente di indirizzare la giovane nella scelta di quello che
mori del collo dell’utero. L’infezione da HPV può presentarsi con piccole lesioni delle mucose (condilomi) o può non dare sintomi. Il test HPV, che si esegue come un semplice tampone vaginale, consente di rilevare la presenza e il tipo di virus e, se positivo, di programmare controlli regolari. Il PAP Test consente invece di rilevare le lesioni già presenti causate dall’HPV. Da alcuni anni esiste un vaccino che previene l’infezione da HPV: il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione, che è gratuita per tutte le ragazze al compimento dell’undicesimo anno di età, e venduto ad un prezzo molto contenuto per le donne fino a 26 anni. In conclusione, per una adolescente il primo incontro con un ginecologo dovrebbe consistere fondamentalmente in una lunga chiacchierata in cui esporre liberamente e senza alcuna vergogna tutti i dubbi e le domande su sessualità, contraccezione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. La visita vaginale con la palpazione di utero e ovaie, l’ecografia pelvica, l’HPV test e il Pap test verranno eseguito solo dopo e solo se la ragazza è già sessualmente attiva. Tutto ciò presuppone una grande disponibilità e reperibilità del ginecologo di fiducia, che se è una ginecologa potrà offrire anche una maggiore spontaneità di relazione “da donna a donna”. Dott.ssa Eleonora Leotta, dal 2008 Specialista in Ginecologia ed Ostetricia. La Sua esperienza professionale si sviluppa sia come libero professionista che come Medico ospedaliero, a partire dal 2012 presso la ULSS 13 di Mirano (VE) quindi in qualità di Dirigente medico di I livello presso l’UO di Ginecologia e Ostetricia dell’ULSS 17 di Este-Monselice. Indirizzo email per richiedere maggiori informazioni: specialistaonline@gmail.com
massimizza l’ efficacia riducendo al minimo rischi ed effetti collaterali. Da qualche anno sono in commercio altri due tipi di contraccettivi ormonali, oggi sempre più usati proprio dalle giovanissime, che hanno lo stesso meccanismo di azione e parità di efficacia della pillola: il cerotto e l’anello vaginale. La differenza più importante sta nella sede di assorbimento del farmaco: l’apparato gastroenterico per la pillola, la cute per il cerotto e la mucosa vaginale per l’anello. I contraccettivi ormonali sono inoltre terapeutici per alcune problematiche tipiche dell’adolescenza: acne, aumento della peluria, irregolarità del ciclo. Tra i metodi anticoncezionali meccanici ricordiamo il preservativo perché è l’unico che, se usato correttamente, protegge dalle malattie sessualmente trasmissibile e dall’HIV (AIDS). Ricordiamo che oltre a malattie sessualmente trasmissibili che compromettono seriamente la salute quali AIDS, epatite B, epatite C, sifilide, ne esistono altre batteriche, funginee e parassitarie, molto più frequenti, che possono compromettere la fertilità futura. Le adolescenti dovrebbero quindi usare sia il contraccettivo ormonale, l’unico che garantisce la copertura contraccettiva, sia il preservativo per proteggersi dalle malattie infettive. Tra le malattie a trasmissione sessuale di cui oggi si parla molto, vi è quella da Papilloma Virus Umano (HPV). A questa famiglia appartengono più di 100 tipi virali diversi: alcuni causano infezioni della cute (le comuni verruche) ma oltre 30 sono responsabili di infezioni delle mucose genitali. Tra questi 13 sono ad alto rischio oncogeno, ossia possono favorire lo sviluppo di tu-
IL DIRITTO PER IL CITTADINO
Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin
Dal 1° gennaio 2014 una nuova tassazione immobiliare
L’onda lunga del Governo Monti fa sentire i suoi (non benefici) effetti anche a distanza di qualche anno. Infatti, dal 1° gennaio 2014 si è assistita a una vera e propria rivoluzione quanto agli atti di vendita di immobili, quelli cioè che scontano le imposte di registro, ipotecarie e catastali. Le vecchie aliquote di registro (quelle del 3%, 7%, 8%, 15% ecc.) sono sostituite sostanzialmente da tre: del 2% per gli acquisti di prima casa; e del 12% per i terreni agricoli; del 9% per tutto il resto (es. seconda casa, terreni edificabili, fabbricati strumentali ecc.). Le nuove aliquote del 2% e del 9% e del 12%, si portano dietro sempre una conseguenza
molto importante: a titolo di imposte ipotecaria e catastale, si pagano due importi fissi da 50 euro ciascuno, che assorbono il bollo, la tassa per la voltura e quella per la trascrizione. Fino a qui tutto sembra molto più vantaggioso di prima, se non fosse per una “sorpresa” finale: e cioè il fatto che l’imposta minima di registro è comunque dovuta nella misura minima di 1000,00 euro. Quindi se in seguito alla tassazione di una prima casa con l’imposta del 2% mi vien fuori un risultato, per esempio, di 350,00 euro, la tassazione sarà comunque di 1000,00 euro più i 100 eurocomplessivi di quelle ipotecarie e catastali (totale
minimo, dunque, sempre almeno di 1100,00 euro). Nelle zone in cui le rendite degli immobili sono piuttosto basse (come sono in genere quelle nei paesi di provincia e di campagna) difficilmente ciò potrà concretizzarsi in un risparmio di spesa; mentre ciò è indubbiamente più vantaggioso, rispetto a prima, per l’acquisto di prime case in zone con rendite alte. Fuori dai casi appena visti, le imposte fisse ipotecarie e catastali (una volta di 168 euro) sono state aumentate a 200 euro. Infine, sono stati modificati i requisiti per discriminare una casa di lusso da una non di lusso e quindi per chiedere le agevolazioni prima casa. In
precedenza ci si riferiva a dei parametri molto precisi fissati da un Decreto Ministeriale del 1969; oggi, invece, la casa
è non di lusso per definizione per il sol fatto di essere accatastata in categoria A diversa da A1/A8/A9.
DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN mceolin@notariato.it
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