Riviera ovest dic2013 n163

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della Riviera Ovest

Periodico d’informazione locale. Anno XX n.163 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Primo Piano Dilagano i furti nelle abitazioni, la gente ha paura

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Stra Acrib e Cuoa, un accordo per innovare

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Pianiga Cartelli dei bimbi contro i furbetti dei parcheggi

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EDITORIALE

Fosso’, arrivano le nuove telecamere

Amarezza metropolitana di Nicola Stievano

“In fase di assestamento di bilancio la giunta dell’Unione dei Comuni “Città Riviera del Brenta” ha deciso di investire sulla sicurezza del territorio”. Ad annunciarlo è Federica Boscaro, presidente dell’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta” e sindaco di Fossò, che con una nota presenta questo ... pag. 6

Expo 2015, le ville venete aspettano i turisti

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Piccola e media impresa, arrivano segnali di ripresa Per il comprensorio nel 2013, ci sono 1200 associati, 42 dipendenti, e servizi offerti ad oltre 700 imprese

Expo 2015, una grande occasione anche per il Veneto di mettere in mostra i propri tesori artistici, architettonici, culturali ma anche paesaggistici ed enogastronomici. pag. 23 10%

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i lasciamo alle spalle un anno di difficoltà e di crisi economica. La politica deve fare di più con azioni espansive che devono sostituire le logiche della austerity. Serve più coraggio da parte del Governo e maggiore responsabilità della politica e degli attori sociali”. Questo è il pensiero di Salvatore Mazzocca (presidente), Luca Vanzan (vicepresidente) e Franco Scantamburlo (segretario) dell’associazione artigiani e piccola impresa “Città della Riviera del Brenta” durante la conferenza stampa

di fine anno. L’associazione conta 1200 associati, 42 dipendenti, offrendo servizi ad oltre 700 imprese che prese nel totale sviluppano oltre 100 milioni di euro di fatturato e occupano qualche migliaio di dipendenti. Il biennio 2012-2013 ha portato alla cessazione di 100 imprese artigiane. Tuttavia, la capacità di aggregazione dell’associazione rimane forte e ha visto quest’anno 120 nuovi associati. “Abbiamo investito - spiegano - in tutte le nostre aree strategiche dei servizi: amministrativa, sicurezza e ambiente, for-

mazione. Abbiamo puntato sull’internazionalizzazione, promuovendo due missioni all’estero alla Expo Fashion di Dallas e ad Erbil nel Kurdistan iracheno. Abbiamo invitato in Riviera e a Venezia una delegazione del governo del Kurdistan mentre nel 2014 faremo una missione nella repubblica Ceca a cui parteciperanno le imprese delle eccellenze artigiane e della meccanica di precisione. Stiamo poi pensando di organizzare una missione esplorativa alla più grande fiera... pag. 8

l 2014 dovrebbe essere l’anno della città metropolitana Padova - Venezia -Treviso, durante il quale il progetto prenderà forma e finalmente decollerà dopo un lungo dibattito politico. Ma l’anno nuovo non si apre certo sotto i migliori auspici visto che l’intento di dare vita ad un grande sistema di relazioni fra i tre centri e i territori interessati rischia di essere ridimensionato, se non addirittura affossato, dalle carenze della rete dei trasporti. In una città metropolitana che si rispetti i collegamenti ferroviari e stradali dovrebbero essere potenziati al massimo, resi più efficienti e messi a disposizione dei lavoratori e di tutti coloro che si muovono quotidianamente all’interno dell’area. Solo così è possibile accorciare le distanze, rendere più facili gli spostamenti di uomini e merci. Invece questo 2014 si apre con i problemi di sempre soprattutto sul fronte del trasporti ferroviari. Nonostante i notevoli investimenti, specialmente sulla linea Padova - Venezia, il sistema ferroviario metropolitano, del quale si sente parlare ormai da un ventennio buono, è ancora al palo e i collegamenti, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario “cadenzato”, mostrano tutta la loro fragilità proprio in ambito locale. continua a pag.

L’Intervento

Sì alla sicurezza alimentare, no alla demagogia di Giovanni Taliana*

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a lotta alla contraffazione alimentare e la sicurezza del consumatore sono troppo importanti per essere oggetto di demagogia e di polveroni mediatici. Siamo da sempre in prima linea nella difesa della qualità delle nostre produzioni e della sicurezza alimentare. *Presidente della Sezione alimentari di Confindustria Padova

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Direttore Sanitario Dr. Roberto Pernice. Informazione sanitaria ai sensi della legge 248 del 04.08.2006



EDITORIALE

segue da pag.

Amarezza metropolitana

Economia

Segnali di ripresa per le imprese Segnali di ripresa dall’economia veneziana dai dati della Camera di Commercio: rispetto allo stesso periodo del 2012, fra giugno e settembre del 2013 hanno cessato l’attività quasi 800 aziende in meno, 3.978 contro 4.770. Sono piccoli segnali di una stabilizzazione della recessione che dovranno diventare più solidi nel 2014. Intanto analizzando nel dettaglio, il settore più in sofferenza, è quello delle costruzioni che ha perso oltre 500 ditte e l’industria in senso stretto che ne ha viste chiudere quasi 300.

Ormai le proteste dei pendolari sono all’ordine del giorno e le notizie dei disagi si moltiplicano, al punto che la Regione ha intenzione di cancellare l’accordo per il trasporto locale con Trenitalia e individuare altre soluzioni. Proprio mentre andiamo in stampa arriva la notizia che il Governatore del Veneto Zaia ha revocato il contratto con Trenitalia invocando la possibilità di fare una gara per assegnare il servizio. “Mettiamo in discussione il fatto che ci possa essere solo ed esclusivamente un gestore per i treni regionali. - ha detto - Facciamo una gara, è una facoltà che ci viene data dalla legge”. Non è accettabile che migliaia di lavoratori ogni giorno siano in balia di ritardi, cancellazioni, disservizi e molte altre incognite che causano problemi a non finire. Non è accettabile che chi sceglie o è costretto a ricorrere ai mezzi pubblici si trovi a dover affrontare temi di percorrenza insostenibili, almeno il doppio rispetto a chi ricorre all’automobile. Ma anche per gli automobilisti muoversi all’interno della città metropolitana comincia a costare caro, molto caro. Ad inizio anno gli aumenti dei pedaggi su sistema autostradale tra Padova, Venezia, Treviso e Rovigo sono un’amara realtà con la quale sono chiamati a fare i conti anche gli autotrasportatori. A quanto pare è il prezzo da pagare per la costruzione del Passante, il quale però, con queste cifre rischia di essere sempre meno frequentato, soprattutto dai pendolari. Anche loro devono far quadrare i conti con costi sempre più alti e stipendi al palo. Mentre la politica sta cercando di correre ai ripari prevedendo sconti e agevolazioni per i residenti, soluzioni che probabilmente dovevano essere messe a punto prima dell’introduzione degli aumenti, c’è chi prevede un sensibile aumento del traffico sulla viabilità locale. E qui siamo ancora in pieno scaricabarile fra entri e Regione. Davvero un pessimo debutto per l’anno della Pa-Tre-Ve. di Nicola Stievano

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Riviera vigonovo A Jesolo ci sarà un unico luogo per dare risposte alle richieste delle centinaia di migliaia di turisti che arrivano li ogni anno. Questo il senso della “ Casa del turismo” un progetto della Provincia presentato nelle scorse settimane dalla presidente Francesca Zaccariotto. Il progetto prevede l’assegnazione alla rete associativa che la gestirà, degli spazi e dei locali, per 400 mq al primo piano dell’immobile Kursaal di Jesolo. La durata dei lavori è di 36 mesi, a partire dalla data di sottoscrizione del contratto, cioè inizio 2014. Sarà un modello per gli altri ambiti del territorio provinciale.

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Provincia Spazi aperti

I grillini puntano al bilancio partecipato pag.

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Sanità

Turismo: dalla costa alle città d’arte, si torna a vedere positivo

Pianiga

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Ritorna l’illuminazione nei centri contro i furti pag. 11

Sedazione palliativa o eutanasia mascherata? pagg. 26-27-28

Politica

Iniziative e solidarietà in favore dei più poveri pag.

Regione

Aria di votazioni, 345 sindaci al rinnovo pag.

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economia

spettacolo

Venezia stenta nella geografia veneta del benessere pag. 18

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Intervista ad Aldo Tagliapietra, storico leader de “Le Orme” pag. 32

Dolo-Mirano, Chioggia-Cavarzere

Lavori per 500mila euro negli istituti superiori

Lavori per 500mila euro programmati e approvati dalla Provincia per i distretti scolastici di Dolo e Mirano, e, nel basso Veneziano, Chioggia e Cavarzere. Le scuole superiori di Dolo e Mirano saranno interessate da una serie di interventi di manutenzione straordinaria per un importo complessivo di 200mila euro. Il progetto definitivo prevede la sistemazione dei serramenti e delle pareti, compreso il ripristino dei manti di copertura, degli istituti Lazzari, Musatti e Galilei di Dolo e Maiorana-Corner, 8 Marzo-Lorenz e Ponti-Levi a Mirano. Il progetto definitivo dei lavori di manutenzione straordinaria è stato approvato anche per le scuole della zona di Chioggia e Cavarzere, per un importo complessivo di 300mila euro. Gli interventi riguardano il completamento del consolidamento statico all’Istituto Marconi a Cavarzere e la manutenzione interna ed esterna dell’istituto Righi di Chioggia. Sport e territorio

La regione sostiene le 4 maratone venete

C’è anche la “Venicemarathon” nell’elenco delle 4 maratone venete che beneficeranno di complessivi 150mila euro, a titolo di sostegno che la Regione ha stabilito di assegnare per l’organizzazione degli eventi nel 2014. Treviso Marathon, Maratona di S. Antonio, Verona Marathon e Venicemarathon sono i quattro grandi eventi sportivi presi in considerazione - come ha spiegato l’assessore regionale allo Sport Marino Zorzato - per la loro rilevanza sul piano sportivo, ma anche sotto il profilo sociale e culturale. Nel dettaglio all’Associazione Sportiva Dilettantistica “Venicemarathon Club” verranno attribuiti 80mila euro, 30mila dei quali per la maratona di Venezia e 50mila per quella di Padova.

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di

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Questa edizione raggiunge le zone di Dolo, Fiesso, Stra, Vigonovo, Fossò, Pianiga per un numero complessivo di 12.179 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

Venezia Padova Rovigo Treviso

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 dicembre 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

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4 Argomento del mese SICUREZZA Aggressioni e scippi per strada, di giorno e di notte, topi d’appartamento di nuovo all’opera in un crescendo di furti messi a segno nelle province venete. Una escalation che i soli agenti presenti nei territori non possono contrastare efficacemente

Allarme sicurezza: sempre pi

di Germana urbani

Pansa: “Nel 2014 caleranno ancora gli agenti di polizia e ci sarà ancora meno sicurezza”

Lipari: “Il problema è più complesso, riguarda il fatto che il sistema giustizia in Italia non funziona”

E

’ Andrea, 23 anni, la vittima più grave dell’escalation di rapine e furti che negli ultimi mesi del 2013 ha investito in modo preoccupante il Veneto. Lui, un commesso di dicount, si è visto puntare la pistola alla testa e poi ha sentito lo sparo che l’ha costretto ad una difficile lotta per la vita. Ma la cronaca racconta quasi ogni giorno di signore più o meno anziane colpite brutalmente lungo le vie delle nostre città anche per un bottino di pochi euro. La gente ha paura e la preoccupazione degli amministratori locali è altissima tanto che non si contano le richieste di aumentare le forze dell’ordine di pattuglia sui territori. Molti i primi cittadini che hanno fatto appello anche al Governatore Zaia chiedendo risorse economiche, finanziamenti ai propri distretti di polizia, soldi che il più delle volte erano a bilancio in Regione e sono stati cancellati, così come è accaduto per l’impegno a finanziare le telecamere. In alcuni territori, come a Padova e nella Saccisica, verso fine anno sono arrivati rinforzi nell’ambito di competenza dell’arma dei carabinieri. Così sono stati intensificati i pattugliamenti e la presenza di agenti là dove sono sempre più in

azione bande di ladri che non disdegnano di compiere danni e atti di vandalismo. Purtroppo però, operazioni come queste non potranno durare a lungo su un territorio e, soprattutto, non possono essere replicate all’infinito. Nel Veneziano i reati complessivi, nei primi otto mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono aumentati del 3,5 per cento. Con un’impennata dei reati predatori in particolare ad agosto dove i furti in casa sono aumentati del 14 per cento, mentre quelli nei negozi del 24 per cento. “Ogni tanto - ha affermato Alessandro Pansa, capo della Polizia all’assemblea dell’Associazione funzionari di polizia - qualcuno mi chiede di aumentare il livello dei controlli in alcune città. Voglio essere sincero con tutti: oggi non siamo in grado di accrescere la sicurezza da nessuna parte del territorio. E da nessuna parte vuol dire anche Venezia”. L’annuncio di Pansa è ancora più grave guardando al futuro. “Il prossimo anno caleranno ancora gli uomini e ci sarà ancora meno sicurezza”. E’ paradossale pensare che aumentano i reati e cala il numero di chi può contrastarli. “I reati predatori si com-

materie prime salgono prezzi e Furti

Sicurezza ferroviaria e furti di rame

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23mila euro e 38mila chilogrammi di rame trafugato. A tanto ammontano i danni provocati dai furti di rame sulle linee ferroviarie venete nei soli primi nove mesi del 2013. Un fenomeno che mette seriamente a rischio il buon funzionamento del trasporto ferroviario. Nel periodo preso in esame sono stati coinvolti 291 treni per un totale di quasi ottomila minuti di ritardo. Furti che sin troppo spesso restano impuniti. L’ultimo episodio ha bloccato per ore quaranta treni sulla tratta Venezia-Padova a causa dell’ennesimo furto di rame. I ladri hanno agito sulla linea AV VeneziaPadova fra le stazioni di Venezia Mestre e Pado-va Interporto. L’anomalia lungo la linea è stata rilevata dai sistemi di sicurezza e i treni in entrambi i sensi di marcia sono stati deviati sulla linea convenzionale con ingenti ritardi. Per ora questi furti hanno provocato solo ritardi e disagi ai cittadini in viaggio e alle Ferrovie ma se i sistemi di rilevamento dei problemi un giorno avessero un guasto improvviso? Questi furti sono pericolossimi eppure sempre più frequenti. I dati dell’Osservatorio Nazionale sui furti di rame sono significativi se si guarda ai primi 6 mesi del 2013: 11.040 furti (+12,1% vs 2012) per 2.720 soggetti denunciati (+41%) di cui 1.631 (+36,7%) in stato di arresto.

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battono anche con la prevenzione - spiega infatti Diego Brentani, segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp - e questa la si fa mettendo agenti in strada. In questo momento siamo al lumicino. Se abbiamo gli uomini non abbiamo le macchine e viceversa. Poi finiscono i soldi per la manutenzione delle auto e queste si fermano. A riprova che stare in strada porta a risultati l’abbiamo avuta a gennaio 2013, quando sono stati messi per le vie la metà dei poliziotti arrivati per sostituire quelli che sono stati trasferiti. In nemmeno quindici giorni sono calati, del sessanta per cento, i reati predatori denunciati”. “Non è solo una questione di organici e mezzi - afferma però Francesco Lipari, se-gretario provinciale del sindacato di polizia Coisp - Il problema è più complesso, riguarda il fatto che il sistema giustizia in Italia non funziona. Chi commette reati si rende conto che nella gran parte dei casi la fa franca. Non solo, da tempo in Italia non c’è la certezza della pena”. “Chi commette la gran parte dei reati predatori - conclude Lipari - è consapevole del fatto che pochi giorni dopo, se non ore, si ritrova fuori e torna a fare quello che sa fare meglio: delinquere”.


Argomento del mese 5 10 Argomento del mese Nel veneziano

iù ladri e sempre meno agenti Tornano le ronde Le vere risposte dovrebbero venire dalle istituzioni

Zaia ringrazia ma chiede un impegno al Governo di Germana urbani

S spalla pag 5 per vene-

e la sicurezza non arriva dallo Stato i cittadini si organizzano e tornano sulla strada a far la ronda. Sulle ronde si era tanto discusso anni fa, quando l’argomento sicurezza era cavalcato di gran carriera dalla Lega e da An. Ma dopo la regolarizzazione delle ronde non se ne era più vista una. Di fronte a una crescente domanda di sicurezza, però, in tutta la regione stanno tornando di moda i pattugliamenti delle associazioni di volontari. Alcuni, soprattutto giovani, girano armati di telefonini pronti a documentano tutto il possibile e a pubblicarlo in diretta sui social media. Scelte che possono essere molto pericolose e che hanno allarmato anche il prefetto Domenico Cuttaia che ha sottolineato quanto sia rischioso postare su Facebook foto o altro materiale di presunte situazioni di reato. Ma certamente è rischioso anche sostituirsi agli agenti nel controllo del territorio, una soluzione dal fiato corto, come riconosce lo stesso Governatore Luca Zaia, leghista della prima ora. “Io apprezzo la generosità con la quale queste persone si rendono disponibili a collaborare con le forze dell’ordine ma è evidente che questa non può essere la soluzione dirimente per prevenire e contrastare gli episodi malavitosi - ha detto il governatore Zaia - “Gli episodi criminosi, in base alle statistiche, sono in aumento e per contro si registra, a causa dei tagli statali, una drastica riduzione dell’organico degli agenti: ciò significa esporre a eccessivi pericoli le famiglie e le aziende. Il governo riveda le sue priorità”. Ma anche la Regione ha le sue mancanze e basta dare un’occhiata al bilancio regionale per verificare se Zaia e la sua Giunta crede nella necessità di investire o no in sicurezza. “Occorre pensare - ha sottolineato Piero Ruzzante, Consigliere regionale del Pd - che si è passati dai 5,6 milioni di euro del 2010 ai 100 mila euro del 2011, fino agli zero euro messi a bilancio per il 2012. Ma non erano proprio la Lega e il Pdl a ritenere la sicurezza e la lotta alla criminalità obiettivi strategici per il loro mandato? Beh, a giudicare dai numeri non si direbbe affatto”.

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Allarme sociale

Furti in abitazione in forte aumento U

n 2013 da dimenticare sotto il profilo dell’ordine pubblico e della sicurezza in provincia di Venezia dove i ladri in alcune aree si sono letteralmente scatenati e hanno provocato allarme sociale. Per tutta risposta sono sorti sul territorio, gruppi di vigilanza e autodifesa. Le zone più colpite dalle scorrerie di vere e proprie bande organizzate, prevalentemente dell’est europeo sono state quelle del Miranese (zona di Martellago), della Riviera del Brenta, diversi quartieri di Mestre e Sandonatese. Ma a tracciare un quadro della situazione è stato a dicembre il Prefetto Domenico Cuttaia. In provincia di Venezia sono aumentati del 12 per cento i furti in abitazione e preoccupa anche l’aumento dei borseggi, cioè i “furti con destrezza”. Sono diminuiti di gran lunga i furti di automobili, che sono stati 55 in meno e soprattutto le rapine in banca e quelle nei negozi. Continuano ad essere stabili e numerose le rapine in abitazione. Sono aumentati arresti e denunce: 719 i primi 6556 le seconde. Questo è un segno di un maggior impegno delle forze dell’ordine rispetto all’anno precedente. Cuttaia ha spiegato che uno dei mezzi più utili per fermare i furti e le rapine sono le telecamere, il problema è poi la presenza nelle sale controllo per osservare ciò che registrano in tempo reale, altrimenti la loro presenza è inutile. Cuttaia ha proposto che i volontari dei gruppi di autodifesa stiano vicini ai video delle sale controllo delle telecamere piuttosto che andare in giro con le ronde. Il Prefetto nella sua analisi della situazione fatta a fine anno, non ha risparmiato il fatto che si hanno dei segnali di infiltrazioni mafiose nell’economia veneta e veneziana. Il prefetto poi ha spiegato che l’attenzione deve essere massima nei settori in cui possono svilupparsi le organizzazioni criminali, in particolare a partire dallo spaccio delle sostanze stupefacenti, dal commercio abusivo e spesso di prodotti contraffatti e lo sfruttamento della prostituzione. Ma la paura più grande dei residenti è quella dei furti in abitazione. Ci sono stati anziani e famiglie che si sono trovati i ladri in casa di notte e proprio per questo, sono sorti nelle scorse settimane in Riviera gruppi di vigilanza di vicinato da parte di cittadini, che controllano fino a tarda ora le strade per evitare i raid di bande di predoni che razziano tutto. La denuncia arriva dai sindaci della Riviera, preoccupati per la brutta piega che potrebbe derivare da azioni sconsiderate di autodifesa o “giustizia fai da te”. I gruppi attivi sarebbero attualmente almeno cinque, sparsi fra Mira, Compagna Lupia, Camponogara e Campolongo. I sindaci spiegano che succede. “I cittadini - spiega Fabio Livieri, sindaco di Campagna Lupia e presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss13 - si sono organizzati da settimane in gruppi di autodifesa. Sono molto attivi nella frazione di Lova e anche a Campagna Lupia capoluogo. Sono gruppi di 10-15 persone che perlustrano il territorio e avvisano le forze dell’ordine in caso di movimenti sospetti. In un caso sono riusciti anche ad aiutare i carabinieri a fermare una banda di ladri pronta ad entrare in azione con arnesi da scasso. Ho anche incontrato i cittadini che partecipano a questi gruppi, e mi hanno assicurato che la loro funzione è quella di collaborare con le forze dell’ordine. Nessuno gira per le strade armato”. I primi a partire con questa esperienza erano stati a Mira ad agosto un gruppo di residenti della zona di via Molin Rotto a Gambarare. In estate quasi metà delle abitazioni erano state razziate. Per questo si era costituito un gruppo di vigilanza di vicinato. A.A.


6 Stra - Vigonovo - Fossò Vigonovo Il consigliere comunale Andrea Danieletto illustra le sue proposte

I grillini, sì al bilancio partecipato

Fossò Sicurezza

Arrivano le nuove telecamere

In una mozione si chiede un’attenzione particolare al decoro urbano con un sito ad hoc

Una telecamera di controllo

di Giacomo Piran

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ilancio partecipativo e decoro urbano, questi i temi delle due mozioni presentate da Andrea Danieletto, consigliere comunale del Movimento Cinque Stelle di Vigonovo, durante il consiglio comunale svoltosi recentemente. A spiegare le due iniziative è lo stesso Andrea Danieletto che ci ha inviato i testi delle mozioni presentate, consultabili anche nel sito della lista: http://www. beppegrillo.it/listeciviche/liste/vigonovo. “Il Bilancio Partecipativo – spiega Danieletto – è un procedimento attraverso il quale la popolazione, individualmente e attraverso le proprie forme di aggregazione sociale, è chiamata a stabilire le modalità di assegnazione delle risorse a disposizione dell’ente o di una parte d’esse. In Italia molti comuni e province hanno introdotto il Bilancio Partecipativo come meccanismo di redazione di una parte del Bilancio di Previsione”. Il consigliere “grillino” sostiene le positività di questo istituto. “L’istituzione del Bilancio Partecipativo – prosegue Danieletto – contribuisce alla trasparenza, alla partecipazione e alla cooperazione dei cittadini nelle politiche e nelle scelte della propria amministrazione. I principali obiettivi che il Bilancio Partecipativo persegue sono di fondamentale importanza e coerenti con le linee di indirizzo adottate da questa amministrazione”. Poi si arriva alle richieste. “Per questo chiediamo che il sindaco e la giunta – annuncia Danieletto – si impegnino a promuovere ed intraprendere, nei tempi utili, un’azione politico- amministrativa reale e concreta atta a deliberare l’introduzione, in forma sperimentale, dello strumento democratico

Il municipio di Vigonovo del Bilancio Partecipativo, individuando una o più frazioni/località pilota, in cui avviarne una esperienza-prova per l’anno a seguire”. Il tema della seconda mozione riguarda il servizio denominato “Decoro Urbano”. “Alcuni siti internet – prosegue Danieletto – consentono al cittadino di inviare segnalazioni sulle condizioni di strade ed aree verdi on-line al Comune che le riceve, e tramite un applicativo, le gestisce. Il servizio “Decoro Urbano” (www.decorourbano.org) è uno strumento efficace a tale scopo”. Il consigliere Andrea Danieletto chiede che il comune aderisca a questo progetto. “Chiediamo l’adozione del servizio “Decoro Urbano” la cui adesione è gratuita sia per il cittadino che per il comune. Inoltre chiediamo di pubblicizzare lo strumento con una campagna tramite web, volantini ed almeno un incontro pubblico”.

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IN VIALE UMBRIA (DI FRONTE AI BAGNI CLODIA)

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n fase di assestamento di bilancio la giunta dell’Unione dei Comuni “Città Riviera del Brenta” ha deciso di investire sulla sicurezza del territorio”. Ad annunciarlo è Federica Boscaro, presidente dell’Unione dei Comuni “Città della Riviera del Brenta” e sindaco di Fossò, che con una nota presenta questo nuovo progetto incentrato sulla sicurezza e sul maggior monitoraggio del territorio. “Saranno investiti 149 mila euro – precisa Federica Boscaro – di cui 100 mila per l’installazione di telecamere a Fossò e 49 mila per potenziare il server, collocato a Dolo, che raccoglie tutti i dati dei comuni che compongono l’Unione”. La proposta diventerà realtà nei primi mesi del prossimo anno. “La predisposizione del progetto per l’installazione delle telecamere a Fossò è già iniziata e verrà conclusa entro il 2013 – prosegue Federica Boscaro – mentre i lavori saranno eseguiti nel primo periodo del 2014. Una volta completato, l’impianto sarà gestito dalla Polizia Locale dell’Unione dei Comuni”. Le zone in cui saranno collocate le telecamere dovrebbero essere le quattro principali strade che dal centro del paese portano a Nord-EstSud-Ovest. “I luoghi più idonei da sottoporre a sorveglianza – continua il sindaco di Fossò – saranno individuati di concerto fra l’amministrazione comunale di Fossò, il comando della Polizia Locale dell’Unione dei Comuni ed i comandi della tenenza dei Carabinieri di G.P. Dolo e della stazione di Vigonovo”.

SU TUTTI GLI ACQUISTI

POSSIBILITÀ DI FINANZIAMENTO

nternazionalizzazione e azioni di sistema, valorizzazione del “bello e ben fatto” e del territorio, competenze manageriali e nuovo spirito imprenditoriale. Queste sono le basi dell’accordo firmato tra Fondazione Cuoa, Acrib e Politecnico Calzaturiero Scarl, con la collaborazione di Confindustria Venezia. L’accordo mira a supportare le aziende del distretto nella configurazione di un nuovo modello di business per affrontare in modo innovativo i mercati internazionali. L’iniziativa parte dalla presa di coscienza del passaggio strutturale in cui sono coinvolte le aziende del comparto. Globalizzazione, caduta della domanda interna, affermarsi di nuovi competitor, diffusione delle nuove tecnologie informatiche e della comunicazione stanno mettendo in discussione i vecchi paradigmi su cui si è costruita la forza del distretto calzaturiero. Un patrimonio economico-sociale da salvaguardare e rilanciare, che conta 550 aziende, più di 10 mila lavoratori, quasi 20 milioni di paia di scarpe prodotte all’anno, 1,65 miliardi di euro di fatturato (il 13% di quello italiano). Il progetto prevede la realizzazione di un piano operativo incentrato sul tema dell’internazionalizzazione, cui si uniscono una maggiore collaborazione e l’istituzione di reti d’impresa per ridurre i costi, integrare i prodotti, i mercati e i servizi, ideando così una comune strategia per risultare più competitivi all’estero. Saranno quindi proposte nuove iniziative imprenditoriali (possibilità di realizzare attività di ricerca e sviluppo di un prodotto comune, accordi commerciali,

associazioni di scopo, accordi di rete, acquisizioni, fusioni), strategie di marketing territoriale per comunicare all’estero il valore del distretto e del prodotto “bello e ben fatto” (Bbf). Il progetto prevede anche il coinvolgimento delle amministrazioni locali e dell’amministrazione regionale, il contributo delle istituzioni culturali e del sistema bancario e finanziario. L’obiettivo è costruire una nuova identità del distretto calzaturiero del Brenta, a vantaggio delle imprese e dell’intero territorio attraverso la messa a sistema degli asset impresa-cultura-turismo. “Il progetto è ambizioso – ha spiegato Giuseppe Caldiera, direttore generale Cuoa – perché richiede la capacità di guidare un distretto che ha fatto la storia del manifatturiero del Nordest l’adozione di nuovi modelli di business, direi di una nuova mentalità per riuscire ad affrontare con successo le sfide attuali”. Positivo anche il commento di Acrib. “La crisi senza precedenti che il mondo sta conoscendo e dalla quale nemmeno noi siamo immuni – ha affermato il presidente Siro Badon – sta diventando un’incredibile G.P. occasione di cambiamento”.


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C O R O NA

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LLO / C E R A A T E


8 Dolo - Fiesso Territorio

FIESSO D’ARTICO

Dolo L’Associazione Artigiani “Città della Riviera del Brenta” fa il punto della situazione

“Segnali incoraggianti dall’economia”

Solidarietà

Eventi in favore dei poveri

di Giacomo Piran

“C

Nel 2013 si sono avute 120 nuove aziende iscritte a fronte di 100 cessazioni

i lasciamo alle spalle un anno di difficoltà e di crisi economica. La politica deve fare di più con azioni espansive che devono sostituire le logiche dell’austerity. Serve più coraggio da parte del Governo e maggiore responsabilità della politica e degli attori sociali”. Questo è il pensiero di Salvatore Mazzocca (presidente), Luca Vanzan (vicepresidente) e Franco Scantamburlo (segretario) dell’associazione artigiani e piccola impresa “Città della Riviera del Brenta” durante la conferenza stampa di fine anno. L’associazione conta 1200 associati, 42 dipendenti, offrendo servizi ad oltre 700 imprese che prese nel totale sviluppano oltre 100 milioni di euro di fatturato e occupano qualche migliaio di dipendenti. Il biennio 2012-2013 ha portato alla cessazione di 100 imprese artigiane. Tuttavia, la capacità di aggregazione dell’associazione rimane forte e ha visto quest’anno 120 nuovi associati. “Abbiamo investito - spiegano - in tutte le nostre aree strategiche dei servizi: amministrativa, sicurezza e ambiente, formazione. Abbiamo puntato sull’internazionalizzazione, promuovendo due missioni all’estero alla Expo Fashion di Dallas e ad Erbil nel Kurdistan iracheno. Abbiamo invitato in Riviera e a Venezia una delegazione del governo del Kurdistan mentre di una convenzione con i maggiori istituti bancari a nel 2014 faremo una missione nella repubblica Ceca vantaggio dei cittadini e dei quanti sono interessati a cui parteciperanno le imprese alla realizzazione di interventi delle eccellenze artigiane e Al vaglio di ristrutturazione e di instaldella meccanica di precisione. la partecipazione lazione di impianti di energie Stiamo poi pensando di organiz- alla più grande rinnovabili. Interventi analoghi zare una missione esplorativa fiera del fashion li stiamo sperimentando analla più grande fiera mondiale a Las Vegas che per le altre categorie. Per del Fashion che si terrà a Las quanto riguarda il rapporto con Vegas”. I rappresentanti degli Artigiani approfondi- le amministrazioni, continuiamo a sollecitare ogni scono anche le attività svolte sul versante sindacale. possibile azione mirata a fungere da stimolo. Da “Abbiamo avviato una forte azione locale sul fronte tempo sosteniamo il tema del rilancio della Riviera della filiera casa, attivandoci per la sottoscrizione come realtà socio economica capace di dotarsi di una

Scuole

U

politica di governo locale più incisiva. Su questo punto continueremo ad insistere per costituire un tavolo permanente di coordinamento del territorio che vede insieme sindaci, sindacati, associazioni imprese, banche, associazioni di volontariato. La Riviera è storia e con il suo patrimonio rappresentato dalle oltre 120 ville venete, con la sua economia agricola di eccellenza, la filiera enogastronomica con i suoi vini e centinaia di attività della ristorazione e dell’offerta ricettiva ed alberghiera non può essere relegata a area marginale di Venezia. Coniugare tutto ciò con i settori dell’artigianato di eccellenza può dare un impulso fortissimo al territorio”.

n aiuto concreto, un regalo comunitario di Natale per le famiglie in difficoltà di Fiesso. Questo deve aver pensato il sindaco Andrea Martellato, quando ha scelto di promuovere una raccolta fondi per aiutare le persone in difficoltà del comune rivierasco. Per questo ha preso carta e penna, e ha scritto una lettera aperta alle famiglie di Fiesso. “In questo periodo di festa in cui si organizzano cene e si pensa ai regali, circondati dal calore di parenti ed amici”, si legge, “l’amministrazione comunale ha scelto di non dimenticare i meno fortunati e ha pensato di promuovere con l’aiuto di tutti voi una raccolta di offerte da destinare alle famiglie fiessesi in difficoltà”. Il sindaco ha poi spiegato gli obiettivi di questa iniziativa. “Vuole essere un segno di vicinanza alle persone in stato di bisogno, - ha prosegue Martellato - presenze spesso silenziose nel nostro territorio e senza la forza di chiedere, che vogliamo aiutare tutelandone la dignità e coinvolgendo la comunità”. L’iniziativa si è concretizzata durante il tradizionale Concerto di Natale, promosso dal Coro Voci della Riviera, che si è svolto a dicembre nella chiesa della Santissima Trinità di Fiesso. “Nel corso della serata”, precisa il sindaco Martellato, “è stato possibile offrire il proprio contributo e dare un valido sostegno all’iniziativa. E’ con molta convinzione quindi che ringrazio tutti di cuore per la generosa e preziosa collaborazione che è stata data a questa importante azione sociale e alla diffusione della solidarietà nella nostra comunità”. I fondi raccolti sono stati affidati ad un’associazione che, su indicazione delle assistenti sociali del comune, ha acquistato generi di prima necessità e li ha consegnati alle persone segnalate. G.P.

Premi

Una borsa di studio in ricordo di Bosello

U

na borsa di studio per gli studenti degli istituti superiori di Dolo, in ricordo Francesco Bosello, storico dirigente dell’Avis rivierasco, veneto e nazionale, che premierà ogni anno il miglior progetto di ogni istituto sul tema della salute, della donazione e del volontariato. Questa è l’iniziativa promossa nelle scorse settimane dall’Avis Riviera del Brenta che ha voluto ricordare la figura di Francesco Bosello e coinvolgere gli studenti dell’istituto commerciale “Maria Lazzari”, del liceo scientifico “Galileo Galilei” e dell’istituto commerciale e alberghiero “Cesare Musatti.

Ad illustrarci le peculiarità del progetto interviene Giuseppe Polo, presidente dell’Avis Riviera del Brenta. “E’ un momento importante per l’Avis Riviera del Brenta - annuncia Giuseppe Polo - che si è impegnata in un piano pluriennale di intervento e sostegno, anche economico, di queste iniziative, orientate a coinvolgere i giovani nelle tematiche sociali, nella direzione suggerita e praticata da Francesco Bosello, che ha sempre lavorato sulle nuove generazioni per favorire lo sviluppo delle donazioni di sangue”. Per l’Avis questo progetto è importante anche per la crescita dei

giovani studenti. “E’ importante per le scuole - prosegue il presidente Polo - che, oltre a ricevere una testimonianza di vita concreta, potranno contare su risorse messe a disposizione dall’Avis per le proprie attività didattiche”. Alla presentazione hanno partecipato i rappresentanti dell’Avis della Riviera, un responsabile del gruppo giovani dell’Avis provinciale e Francesco Joppi consigliere regionale Avis e responsabile scuola. I progetti si svilupperanno per tutto quest’anno e ad ottobre è prevista la presentazione dei risultati del lavoro degli studenti. G.P.

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Pianiga 11 Educazione civica Campagna di sensibilizzazione degli alunni dell’Istituto Giovanni XXIII°

Disabili, cartelli ad hoc All’iniziativa ha contribuito anche Pietro Martire, il calciatore rimasto paralizzato per un infortunio di Alessandro Abbadir

D

ai bambini di Pianiga sono arrivati messaggi chiari rivolti ai furbetti dei parcheggi: “Vuoi il mio parcheggio? Prendi il mio handicap“. I messaggi sono quelli contenuti nei cartelli che sono stati collocati ed installati a dicembre dagli alunni delle scuole dall’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII° di Pianiga, dall’associazione “Oltre il muro” in collaborazione con il comune. Il problema è cronico anche in questo comune. Troppo spesso, infatti, furbetti ed incivili occupano pur non avendo problemi, il posto auto riservato ai disabili. In tutta la Riviera e

Furti

Miranese le multe date agli incivili che occupano con la loro auto i posti dei disabili sono state anche nel 2013 decine. I cartelli sono stati collocati in tutti i parcheggi dei portatori di handicap del territorio comunale di Pianiga. Questi messaggi sono frutto di varie giornate di riflessione sul tema della disabilità e sensibilizzazione sull’uso dei parcheggi per disabili. All’iniziativa ha contribuito anche Pietro Martire il calciatore rimasto paralizzato a causa di un infortunio durante una gara di gioco. Il comune è soddisfatto dell’iniziativa. ”Sono stati installati – spiega il vice-

sindaco ed assessore alla Pubblica Istruzione di Pianiga Federico Calzavara – i cartelli vincitori del concorso, realizzati dai ragazzi delle scuole, in tutti i parcheggi dei portatori di handicap del territorio comunale. Questo lavoro è frutto di varie giornate di riflessione sul tema della disabilità e sensibilizzazione sull’uso dei parcheggi per disabili. Il progetto ha visto Pietro Martire andare a parlare di disabilità presso le classi delle scuole elementari e medie dell’Istituto comprensivo, stimolando così i ragazzi sul tema, portandoli ad affrontare in maniera consapevole la

Torna a gran richiesta l’illuminazione sulle strade

L

a paura dei furti e di incidenti nell’area del graticolato romano fa insorgere i residenti e il comune di Pianiga che aveva tagliato l’illuminazione pubblica per un mese intero, fa una mezza retromarcia. Ci sarà un’illuminazione programmata nei quartieri residenziali più popolosi. Lo spiega

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I cartelli redatti dagli alunni realizzazione di disegni sullo slogan, disegni premiati nel corso di una cerimonia lo scorso maggio e che in questi mesi sono diventati cartelli reali”. La cerimonia di inaugurazione della “nuova cartellonistica” si è tenuta nei parcheggi dei tre plessi comunali interessati dal progetto. E cioè: nel capoluogo e nelle frazioni di Mellaredo e Cazzago. “E’ stato un momento importante per gli alunni della

il sindaco Massimo Calzavara. “A causa dei costi importanti della bolletta energetica per le casse comunali davvero esangui – dice – da novembre avevamo programmato il distacco totale dell’illuminazione pubblica dalle 24 alle 7 del mattino. Le strade comunali di Pianiga, Cazzago, Rivale e Mellaredo sono rimaste al buio per circa un mese”. In questo periodo però sono arrivate diverse proteste da parte dei residenti e commercianti che hanno chiamato in comune, chiedendo un ripensamento.

scuola e per tutta la cittadinanza – dice il vicesindaco Federico Calzavara – sintesi significativa di un percorso che ha stimolando nei ragazzi una importante riflessione sulla diversità e che, con l’installazione dei cartelli in tutto il territorio comunale, permetterà anche ai nostri concittadini di fermarsi un attimo a riflettere su questo fondamentale tema di convivenza civile”.

C’è la paura che l’assenza di illuminazione favorisca razzie nelle case, sempre più frequenti in queste ultime settimane. “Abbiamo deciso a questo punto – conclude Calzavara – di andare incontro alle esigenze della gente, e allora nelle vie i lampioni non saranno spenti del tutto, ma solo uno ogni due nei quartieri più popolosi”. Insomma, una utile decisione, per evitare altri furti nel territorio comunale e traquillizzare la popolazione. A.A.

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12 Sguardo alla Riviera Campagna Lupia La Cia si schiera contro l’autostrada Orte - Mestre

Sicurezza idraulica

Trattori in strada contro la Romea E’

Nuova idrovora a Lova

L’autostrada sarà la terza asse viario sulla direttrice Nord-Sud, consumerà centinaia di ettari di suolo di Alessandro Abbadir

R

omea commerciale, la protesta degli agricoltori ai lati della statale 309. Questa la manifestazione che si è tenuta a dicembre quando sono scesi in strada i trattori della Confederazione Italiana Agricoltor (CIA). La protesta è stata organizzata per la precisione, all’altezza dell’incrocio di Lugo contro la realizzazione della nuova autostrada che correrà da Orte a Mestre, il cui progetto è stato recentemente approvato dal Cipe. Chiare le ragioni della protesta, ha puntato come tante iniziative a fermare il consumo del terreno. Suolo che, invece, la nuova arteria cementificherebbe. “E’ di queste settimane - spiegano i rappresentanti della Cia - la notizia dell’approvazione al Cipe della nuova Romea Commerciale. Quest’opera correrebbe parzialmente sul percorso di una strada già esistente ma, poco prima di Ravenna, si svilupperebbe in un tracciato del tutto nuovo fino ad incrociare l’A4. Pur senza entrare nel merito dell’opportunità o meno di quest’opera, rileviamo che il percorso scelto va a costituire in Veneto un terzo asse Nord-Sud, e consumerebbe centinaia di ettari di suolo, impattando fortemente su una zona agricola e tagliando in due una zona di pregio come la Riviera del Brenta”. Una scelta, per gli agricoltori, scellerata. “Come Cia Venezia - continuano gli agricoltori - già da tempo orientiamo la nostra azione al risparmio di suolo ed alla salvaguardia delle aree agricole, e preferiamo l’utilizzo ed il potenziamento degli assi viari esistenti alla costruzione di nuovi. Le soluzioni alternative possono essere molteplici. Non è compito nostro stabilire quale sia la migliore delle scelte, ma continuiamo ad affermare con forza la necessità di tutelare il territorio agricolo ancora intatto”. Precisa la posizione del sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri. “Quando si vogliono realizzare importanti opere come la Romea Commerciale, - spiega Livieri - è importante mettere dei paletti

Un tratto della Romea alla cementificazione del territorio, l’azione di sensibilizzazione degli agricoltori va ascoltata”. Con Livieri, il sindaco di Camponogara, Giampietro Menin, che ha partecipato alla manifestazione e chiede alla Regione “che i progetti del tracciato vengano spediti anche al mio Comune per una utile discussione”. Il gruppo consigliare del Pd provinciale infine attacca la Regione e la Provincia. “Il Pd provinciale - dice il capogruppo Renato Martin - chiede la possibilità di conoscere e discutere il progetto della Romea Commerciale, approvato dal Cipe. La Lega Nord preferisce raccogliere una posizione di parte (riferito al Comune di Dolo), facendo ricadere su altri territori il pesante impatto paesaggistico e ambientale”.

stato presentato a dicembre nella sala consiliare del municipio di Campagna Lupia, il progetto definitivo di potenziamento dell’impianto idrovoro di Lova e della botte a sifone al di sotto del canale Taglio Novissimo. Ad illustrarlo è stato il Consorzio di bonifica Acque Risorgive dopo aver presentato in Regione, nelle scorse settimane, anche lo studio di impatto ambientale. “Si tratta di un intervento importante – spiega il direttore Carlo Bendoricchio – per migliorare la sicurezza idraulica di un bacino scolante di 1.750 ettari nei comuni di Campagna Lupia, Camponogara e Campolongo Maggiore, attualmente penalizzato da fenomeni di allagamento in occasione di eventi alluvionali. Inoltre, grazie a questo progetto, sarà possibile apportare un apprezzabile contributo al disinquinamento della laguna attraverso l’autodepurazione delle acque”. Il progetto definitivo che è stato presentato alla popolazione, prevede la realizzazione di una nuova idrovora da 2,5 metri cubi al secondo, la realizzazione di un canale di scarico a valle dell’idrovora, la realizzazione di una nuova botte a sifone al di sotto del Novissimo che scaricherà sulla canaletta Cornio. Prevede anche l’eliminazione della strozzatura idraulica sulla stessa canaletta Cornio, costituita dal ponticello pedonale di attraversamento. I documenti, progetto e studio di impatto ambientale, sono consultabili anche nelle sedi comunali di Campagna Lupia, Camponogara e Campolongo Maggiore. Grazie all’intervento sarà possibile migliorare la sicurezza idraulica di un bacino scolante di 1.750 ettari attualmente penalizzato da fenomeni di allagamento. A.A.

CampoLongo Esposizione archeologica

E

’ stata inaugurata a dicembre l’esposizione archeologica, realizzata dal Gruppo Archeologico Mino Meduaco di Campolongo Maggiore. L’esposizione è nata come supporto delle attività didattiche offerte dal Gruppo e dalla Cooperativa Ostis (associata del Gruppo), ed è rivolta a tutti, grazie alla qualità e natura dei reperti; alcuni inusuali e rari. Una sezione offre la ricostruzione dei manufatti più antichi rendendo pratica testimonianza delle prime forme di manualità dell’uomo. Un’altra sezione è dedicata ad un gruppo di ceramiche riferibili ad un villaggio dell’era del Bronzo recente (XIII secolo a. C.) rinvenute lungo un antico ramo del Brenta. Proprio il Brenta (Medoacus l’antico nome) ha rappresentato il fattore decisivo degli insediamenti tra Padova (Patavium) ed il margine lagunare: è dimostrata una diffusa frequentazione dei nostri territori da parte degli antichi Veneti. Altra sezione è dedicata al periodo romano: le vie di terra, le attività agricole con oggetti ritrovati e fedeli ricostruzioni. La sezione dedicata alla cucina è rappresentata da suppellettili autentiche, vasi, piatti raffinati, passando, poi per l’abbigliamento e gli oggetti personali. Di notevole fattura sono i gioielli ed i camei incisi. Si passa, alle numerose monete, testimonianza del notevole uso nei nostri territori. C’è una sezione dedicata ai corredi funerari con la presentazione dell’importantissimo sito di Lova. L’ultima parte è dedicata al medioevo in particolare alla ceramica graffita e smaltata. Ma cosa è il Gruppo Archeologico Mino Medoaco? “Il Gruppo - spiega Marino Zamboni - è nato 25 anni fa per scommessa. Un manipolo di amici, tutti appassionati di storia si sono convinti che nelle zona a cavallo tra la Riviera del Brenta e la Saccisica, si potevano fare delle scoperte interessanti. A distanza di un quarto di secolo, la scommessa è stata vinta: le scoperte, hanno dimostrato che i nostri territori erano ricchi di insediamenti veneti antichi, romani ma anche di età antecedenti. Mino Meduaco ha scoperto, sotto la direzione della soprintendenza, oltre 200 siti archeologici, disegnando una mappa degli insediamenti antichi. Prima di questi ritrovamenti (che nel totale assommano ad oltre 12.000 reperti), c’era solo una vaga idea degli insediamenti antichi della zona”. Al Gruppo Archeologico è stata affidata dal comune di Campolongo 10 anni fa, una ex scuola in località Santa Maria Assunta. La scuola, ristrutturata per l’occasione, ha permesso di avere spazi adeguati e di sviluppare nuove attività. Nella nuova sede hanno trovato posto, la nuovissima biblioteca intitolata al socio scomparso Giorgio Zannato, laboratori, sale riunioni, esposizioni e la Nuova Esposizione Archeologico - Didattica “Gianna Ravagnan”. Info cell. 328 4793941- 349 A.A. 3235320- 331 5345759.


Sguardo alla Riviera 13 Territorio

L’Intervento

Scuole Il consiglio comunale si è schierato con le lavoratrici in lotta

Tagli alle ausiliarie, a rischio il tempo pieno di Alessandro Abbadir

C

ol nuovo appalto il Ministero taglia il personale ausiliario nelle scuole miresi e il Comune si schiera a fianco delle lavoratrici che rischiano di perdere il posto di lavoro. “In queste condizioni – osserva il sindaco Alvise Maniero – c’è il rischio concreto di dover ridurre l’orario di apertura delle scuole. L’amministrazione è a fianco delle lavoratrici che rischiano il posto di lavoro, e degli alunni e delle loro famiglie che hanno diritto a un servizio scolastico non dimezzato. In un paese civile è impensabile risparmiare riducendo l’orario scolastico”. Il nuovo contratto stipulato dal Miur (Ministero della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca) per i servizi di pulizia e ausiliariato, rischia di mettere in ginocchio l’offerta formativa anche delle scuole miresi. Nelle scorse settimane lo hanno segnalato preoccupate, al sindaco di Mira, le dirigenti scolastiche degli istituti comprensivi Mira 1 e Mira 2. Con la riduzione dello stanziamento complessivo viene, infatti, mantenuto il servizio di pulizia ma non quello di ausiliariato, attualmente utilizzato nei plessi scolastici che funzionano a tempo pieno. La sua mancanza, se non risolta, comporterà che da questo mese non sarà più possibile garantire l’orario attuale di funzionamento delle scuole, e si dovrà per forza ridurne l’orario di apertura. La società appaltatrice si è resa disponibile ad aumentare il servizio di ausiliariato, ma a scapito del servizio di pulizia, perché la spesa non può essere aumentata. A questo punto il problema rimane, perché la riduzione delle pulizie non è pensabile. Il problema vero è che lo stanziamento assegnato è troppo basso per le esigenze delle scuole. Come esempio, basti considerare che il finanziamento mensile per il servizio di pulizia per la sola direzione didattica di Oriago ammontava nel 2007 a più di 29mila euro, e passerà dal 1° gennaio 2014, per tutto l’Istituto Comprensivo Mira 2, a meno di

NEWS

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Il nuovo contratto del Miur rischia di mettere in ginocchio l’offerta formativa La scuola Villa Lenzi a Mira

5.000 euro. Già da settembre ci sono due lavoratrici in meno rispetto all’anno precedente, e con queste disponibilità c’è il rischio concreto di ulteriori riduzioni. Con le lavoratrici ausiliarie della scuola, si è schierato subito oltre al sindaco Alvise Maniero, l’assessora alle Politiche Educative Orietta Vanin. “Siamo di fronte ad un alternativa pazzesca – dice la Vanin – o mantenere gli orari attuali, ma avere le scuole sporche, oppure avere le scuole pulite e ridurre l’orario scolastico. E’ assurdo pensare di realizzare risparmi a spese del buon funzionamento. Se veramente a Roma hanno a cuore la formazione di base dei cittadini di domani, è fondamentale che nella Legge di Stabilità, o in una legge ad hoc, venga inserito l’emendamento, proposto dalle organizzazioni sindacali e fatto proprio dal Governo,

che stabilisce una proroga per due mesi degli appalti nelle scuole alle stesse condizioni del 2013, sia che ci siano le aziende uscenti sia che ne sia subentrata una nuova, come è il caso di Mira. Ciò per consentire nel frattempo alla commissione governativa di trovare una soluzione che garantisca i livelli attuali del servizio scolastico e le garanzie occupazionali per un personale in massima parte femminile, già penalizzato negli anni scorsi da pesanti riduzioni salariali”. Per difendere la qualità dell’offerta formativa delle scuole miresi e tutelare il posto di lavoro di tutte le operatrici scolastiche è stato approvato all’unanimità in Consiglio comunale di fine dicembre, un documento che ne sostiene le richieste, e che sollecita i parlamentari locali a fare il possibile perché l’emendamento proposto sia approvato.

Sì alla sicurezza alimentare, no alla demagogia di Giovanni Taliana* segue da pag.

1

Lo dimostra il primo sì di Bruxelles all’etichetta sulla provenienza delle materie prime, risultato della forte pressione di Confindustria. È in Europa che si gioca la tutela di tutta la filiera agroalimentare, dall’agricoltura alla trasformazione, non a Roma. Di questo farebbe bene a occuparsi il ministro De Girolamo. L’industria alimentare italiana assorbe il 72% dei prodotti agricoli nazionali ma è strutturalmente obbligata a importare materie prime agricole a integrazione di una produzione nazionale insufficiente. Questo nel pieno rispetto della normativa europea. Siamo i primi a sostenere il potenziamento dei controlli, così estesi e penetranti da rendere sicuro il prodotto alimentare trasformato in Italia. Ma ogni strumentalizzazione o demagogia protezionistica rischia di diffondere messaggi ambigui e di pregiudicare l’intero settore agroalimentare, che è il secondo in Italia con 132 miliardi di fatturato, di cui 27 alla voce export. Il Veneto, con 4.900 imprese agroalimentari e oltre 35mila addetti, realizza l’11% di questo fatturato, pari a 14 miliardi. Nel primo semestre del 2013 le esportazioni venete di prodotti alimentari sono cresciute del 7,4% (Italia +6,7%). L’appello è ad evitare gli integralismi e a spostare l’attenzione sul futuro del made in Italy agroalimentare e sulle strategie per allargare i mercati. Non si può ridurre il tema a una lotta di confine. La contraffazione si combatte presidiando i mercati, promuovendo con più incisività i prodotti italiani di qualità, rafforzandone la reputazione negli altri paesi europei e nel mondo, sbocchi decisivi per tutta la filiera agroalimentare. Occupiamoci di come valorizzarne il potenziale, visto che altri paesi, come la Germania, esportano più di noi senza avere la nostra qualità e tradizione enogastronomica. Possiamo fare ancora meglio, valorizzando l’assoluta qualità del prodotto trasformato in Italia e spingendo sull’internazionalizzazione rafforzando le reti lunghe, stimolando i processi di aggregazione tra imprese. Sono le priorità su cui essere compatti e che ci auguriamo siano al centro del confronto con le forze politiche, anche in vista delle prossime elezioni europee. Siamo convinti che anche la Regione sia determinata in questa direzione, per rendere sempre più moderna e competitiva la filiera agroalimentare. *Presidente della Sezione alimentari di Confindustria Padova

Viabilità

Arriva la passerella sul Novissimo a Porto Menai

opo anni di attesa, una buona notizia per i residenti della località Porto Menai di Mira: è stata fatta la gara di appalto e assegnati lavori per la realizzazione del percorso ciclopedonale e della passerella sul canale Novissimo. A darne notizia i consiglieri provinciali del Pd Renato Martin e Guerrino Palmarini. “Il percorso ciclabile collegato al Naviglio Brenta - spiega Palmarini - è stato finanziato in parte dalla Provincia con fondi propri con 253 mila euro e in parte con la partecipazione al bando promos-

so dal Gal Antico Dogado con fondi Europei all’interno di un programma di sviluppo rurale per il Veneto, per 380 mila euro. Il tutto per un importo complessivo di 633 mila euro. L’appalto è stato vinto in questi giorni dalla ditta “Rossi Costruzioni Generali Srl” di Vicenza che ha offerto un ribasso di 21,173 %”. Sarà realizzato un percorso cicloturistico che segue il tracciato perilagunare lungo il canale Novissimo, connettendosi a nord con il più noto itinerario lungo il Naviglio del Brenta e a sud con la pista ciclabile Lugo-Lova,

sua continuazione naturale sviluppata lungo la medesima sommità arginale del Novissimo. Con questo percorso sarà realizzata una passerella ciclopedonale sul Novissimo a Porto Menai all’altezza della provinciale 22. “Si completa - concludono i consiglieri - un lungo iter, che abbiamo seguito passo a passo, e che finalmente nel 2014 vedrà la realizzazione dell’opera”. Ma oltre alla passerella sul Novissimo, arrivano anche buone notizie sul versante del sottopasso ciclopedonale di Borbiago che però da indicazio-

ni della Regione, dovrà costare meno di un milione di euro. Per ottenere questo sottopasso erano state fatte a Borbiago manifestazioni di protesta a cui avevano partecipato anche il sindaco e i parroci. A.A.

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IL DIRITTO DI CAMBIARE


14 Sguardo alla Riviera Scuola Iniziativa dei genitori dell’istituto comprensivo “Antonio Gramsci”

Un comitato per ascoltare i ragazzi Saranno monitorate nel territorio comunale 53 classi, per un costo complessivo di 9 mila euro di Roberta Pasqualetto

I

l Comitato Genitori, dell’istituto comprensivo Antonio Gramsci di Camponogara, è molto attivo con iniziative per i propri cittadini e, nell’anno scolastico 2012/13, ha supportato i genitori in diversi modi. L’aiuto alle famiglie è stato psico-sociale, per prevenire malesseri esistenziali degli alunni. Nella scuola dell’infanzia si è investito nell’attività di counseling con genitori e docenti, svolto da un professionista esterno. Questa prima fase è stata seguita da un’altra di osservazione dei bambini per individuare eventuali difficoltà. Per quanto riguarda la scuola

primaria, sono stati fatti degli interventi per la gestione dei conflitti e lo sviluppo di abilità sociali, senza tralasciare la scuola secondaria nella quale è stato attivato uno “Sportello di ascolto”: servizio di consulenza psicologica tenuto ogni 15 giorni da uno psicologo, aperto anche a docenti e genitori. “Tutto questo è stato possibile grazie ai contributi forniti dall’Associazione Genitori scuola dell’infanzia, dall’Università popolare di Camponogara e dell’amministrazione scolastica – dice l’assessore Paolo Nardo. Visti gli ottimi risultati ottenuti, il Comitato

Genitori, ha pensato di fare le cose ancora più in grande, strutturando l’attività con un carattere continuo, e dandosi un progetto a più lungo termine nel puntuale e costante lavoro di formazione dei cittadini di domani”. Questo progetto realizza un’attività di consulenza e coinvolge tutte le fasce scolastiche, con il supporto di più figure professionali che affiancano gli insegnanti, gli allievi e i genitori, per 53 classi, e con un costo di 9 mila euro. Quando si parla di costi nascono i problemi per le amministrazioni, ma in questo caso, il Comune è stato ricettivo alle

richieste del Comitato e ha trovato il modo di sostenere il progetto; offrendo il servizio cercando di non aumentare i costi ai cittadini. La giunta Menin aveva già investito nella sistemazione strutturale delle aule, rendendole più confortevoli, e ha deciso di investire nuovamente nella scuola mettendosi dalla parte degli alunni ed evitando il rischio di restare indietro. L’amministrazione Menin

garantisce che manterrà attivo il progetto di counseling per i prossimi due anni: “Il merito va alla determinazione del gruppo di genitori riunitisi in Comitato – conclude Nardo – il loro motto è stato: chi vuole trova un mezzo, chi non vuole… una scusa. La scuola è determinata per la formazione, e tagliare i suoi costi, purtroppo, significa non investire nel futuro”.

Kickboxing, Giulia Compagno vince i mondiali in Turchia

G

iulia Compagno è una ragazza di 27 anni che lavora e si allena a Camponogara; la sua specialità sono le arti marziali e più precisamente il kickboxing. Il primo dicembre 2013 ha vinto il titolo mondiale nella categoria Under40. Giulia pratica questo sport da vent’anni, ha iniziato quando ne aveva sette e ha combattuto la prima volta quando ne aveva 10. Poi a 16 anni, ha iniziato a muoversi

a livello nazionale. Nel 2003 si è aggiudicata il terzo posto mondiale ai campionati di Parigi ma poi, a causa di un infortunio al ginocchio, si è fermata. “Sono rimasta ferma – dice Giulia Compagno – per 5 anni, poi mi sono rimessa in gioco con i campionati regionali e poi alle nazionali nel 2011, ma senza risultati degni di nota. Lo scorso dicembre ho partecipato ai campionati mondiali in Turchia e ho vinto

l’oro”. La campionessa è ancora incredula di essersi aggiudicata il titolo mondiale. Giulia è una ragazza modesta e dice che la sua vittoria va condivisa con i suoi maestri: Luca Terrin, Marini Alessio e Di Paolo Raffaele assieme ai suoi sette istruttori e alla sua famiglia. La campionessa è già proiettata verso il futuro e pensa al prossimo europeo di Parigi, dove spera di riconfermare il titolo. R.P.

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13 apr 20 apr 21 apr 25 apr 1 mag 9 mag 11 mag 2 giu 8 giu 9 giu 15 ago 26 ott 1 nov 2 nov 4 nov 30 nov 7 dic 8 dic 14 dic 21 dic 25 dic 26 dic 31 dic

Le Palme Pasqua Lunedì dell’angelo Anniversario della liberazione Festa dei Lavoratori Giorno Europer Festa della mamma Festa della Repubblica Pentecoste Lunedì di Pentecoste Ferragosto Ora d’inverno Ognissanti Giorno dei Morti Giorno dell’unità Nazionale Primo Avvento Secondo Avvento Immacolata Concezione Terzo Avvento Quarto Avvento Natale Santo Stefano San Silvestro

1994 - 2014


16 2

VIAGGIO IN

PROVINCIA VENEZIA

Ambiente Stop ai veicoli a benzina “Euro 0”, “diesel Euro 0”, “Euro 1” e “Euro 2

Tornano i divieti anti smog Limitazioni in vigore fino al 30 aprile nei comuni di Venezia, Mirano, Spinea e Santa Maria di Sala

di Alessandro Abbadir

S

ono iniziati nel 2013, ma continueranno fino ad aprile del 2014 i divieti anti smog introdotti dal comune di Venezia, Spinea, Mirano e Santa Maria di Sala. Una misura voluta per rendere l’aria più pulita e meno inquinata nei centro. I divieti sono scattati per le auto più inquinanti, per gli automezzi che non sono uniformati con i regolamenti europei in materia di inquinamento. Il divieto resterà in vigore fino al 30 aprile nel comune di Venezia. Deroghe sono consentite ai residenti. Ma chi non potrà circolare? Le limitazioni riguardano i veicoli a benzina “Euro 0”, “diesel Euro 0”, “Euro 1” e “Euro 2”. A questi è vietato entrare in città. Dove non potranno circolare? L’area off-limits per questi veicoli comprende la gran parte della terraferma mestrina: il centro di Mestre, ma anche le zone periferiche, quindi Marghera, Asseggiano, Gazzera, Trivignano, l’area di Favaro fino al centro abitato di Dese e ancora

Inquinanti Campalto e via Orlanda in direzione di Tessera. All’interno si potranno percorrere alcuni tragitti fino ai parcheggi attivi nel centro di Mestre. Quali gli orari dei divieti? I divieti sono in vigore dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 ma nelle giornate di martedì, mercoledì e giovedì sono previste finestre di libera circolazione per i veicoli dei residenti del Comune di Venezia dalle 10 alle 16. Il provvedimento è in vigore fino al 30 aprile 2014. Ma non finisce qui . Sono previste infatti dal piano comunale anche due domeniche senz’auto le cui date saranno concordate con Treviso e Padova. I provvedimenti riguardano non solo Mestre ma anche Mirano, Spinea e Santa Maria di Sala dove le auto inquinanti non potranno entrare con le stesse deroghe e limitazioni, nei centri dei paesi. Molte le deroghe previste che sono 23. Eccole: possono circolare infatti i veicoli a Gpl, gas metano; quelli con tre persone a bordo con la medesima

destinazione; trasporti pasti per mense e comunità; veicoli di portatori di handicap o destinati al trasporto verso strutture sanitarie pubblico o private; auto di medici, veterinari, forze dell’ordine, turisti stranieri e turisti diretti agli alberghi del centro cittadino, servizi manutentivi di emergenza, vigilanza privata, lavoratori dipendenti o autonomi con certificazione del datore di lavoro per i percorsi casa-lavoro, giornalisti in servizio di cronaca, autoscuole per lezioni di guida, operatori commerciali dei mercati rionali, agenti di commercio, trasporto merci. Per i genitori consentito l’accompagnamento dei figli a scuola (asili, materne, elementari e medie inferiori) per 30 minuti prima e dopo l’orario di entrata e uscita da scuola. Per le società sportive è consentito l’accompagnamento di giovani atleti limitatamente ai 60 minuti prima e dopo gli allenamenti.

benzo(a)pirene nuovo “osservato speciale”

P

olveri sottili Pm10, polveri fini 2,5 e ozono non sono i “soli” inquinanti da contrastare nell’emergenza smog che interessa le Regioni del Bacino Padano. Lo fa presente l’assessore regionale alle Politiche ambientali del Veneto, Maurizio Conte, che alla lista aggiunge il benzo(a)pirene. Si tratta di un inquinante generato dalla combustione delle biomasse (legna e pellet) che da alcuni anni viene tenuto sotto la lente d’ingrandimento come L’assessore “osservato speciale”. Alla luce di questi nuovi elementi che emerMaurizio Conte gono dalla sfida per migliorare la qualità dell’aria che respiriamo la Regione Veneto si è organizzata con il nuovo Piano di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera per mettere in campo le misure necessarie anche alla riduzione dell’inquinamento da combustione da biomassa, senza naturalmente penalizzare il ricorso a questa importante fonte di energia alternativa. “Le azioni - spiega l’assessore - riguardano la materia prima, che dev’essere di qualità e a filiera più corta possibile; i sistemi di combustione, che devono essere tecnologicamente avanzati, con alti rendimenti e basse emissioni. L’ultima azione è la necessità di un’adeguata manutenzione degli impianti e delle canne fumarie per ridurre al minimo le emissioni”. Un percorso che si sta compiendo in linea con le Regioni e i ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e dei Trasporti. O.J.

LOGISTICA “LOG IN vENEZIA”, MERCI NEI CAMIONCINI

U

n sistema per inquinare di meno c’è . Ed è quello ideato dalla ditta “ Log- In Venezia” . Quali risultati ha ottenuto?Il sistema di consegna ecologico “Log – In Venezia” in 4 anni di attività (dal 2009) ha permesso di abbattere il numero di transiti di mezzi pesanti nel centro di Mestre. Ogni piccolo furgoncino evita il transito a Mestre di 11 tir. A spiegarlo sono gli stessi titolari dell’azienda “ Si tratta - spiegano i responsabili di Muovosviluppo scrl di Padova che gestiscono il sistema in una nota - di un sistema di immagazzinamento e accorpamento delle merci che arrivate ad Oriago si muovono verso Mestre con furgoncini che sono caricati il più possibile, visto che invece i tir dovrebbero andare a destinazione per poca merce attraversando il centro città ed inquinando. Abbiamo vinto un bando di gara del Comune di Venezia che ci ha permesso di usufruire di contributi pubblici”. Dal quest’anno lo stesso sistema potrà

essere utilizzato per il centro storico veneziano. Il sistema è stato nella sede di Oriago di Mira in via Brianza, in occasione della visita di una delegazione francese patrocinata dal comune di Clermont Ferrant interessata a conoscere il magazzino e il servizio di distribuzione della “Log in Venezia” che utilizza veicoli ecologici. Erano presenti anche rappresentanti dell’agenzia per l’ambiente ed il territorio nazionale, un rappresentante del Ministero dell’Ambiente francese, alcuni operatori privati del trasporto. “Dal 2013concludono i responsabili- i mezzi che vengono utilizzati per fare la distribuzione ecologica delle merci sono passati da 2 a 5. Dal 2014 il servizio potrà essere svolto anche su Venezia. L’obiettivo del Comune era di ridurre l’inquinamento ed il traffico merci in città. Concentrando i camion fuori dal centro, in città entrano solo veicoli ecologici”. Insomma un altro modo per avere meno smog in centro. A.A.


Spazi aperti 17 3 Dallo storico vitigno

Turismo I dati relativi al periodo gennaio-agosto 2013 di Apt e Provincia

Dalla costa alle città d’arte: si torna a vedere positivo S

ono soprattutto gli stranieri, in particolare i russi, a mantenere produttiva l’attività turistica nel Veneziano e a far tirare un sospiro di sollievo agli operatori del settore. Si salva la stagione lungo la costa, con qualche significativo incremento, ma sono le “prestazioni” delle città d’arte, Venezia in particolare, e dei territori interni a lanciare chiari segnali di ottimismo, verso il superamento di questo lungo periodo difficile. L’Azienda di promozione turistica, insieme all’assessorato provinciale del turismo, cominciano a tirare le somme della stagione 2013 nel Veneziano, riflettendo sui dati dell’intera provincia e delle singole località, rilevati da gennaio e settembre. Dal consuntivo emerge una complessiva stabilità, con 7.152.026 arrivi (+0,03% rispetto allo stesso periodo del 2012) e 31.373.339 presenze (-0,76%). Si riprende il settore balneare che, grazie ai turisti provenienti dai Paesi stranieri, pone un freno alla linea discendente di arrivi e presenze che aveva caratterizzato

l’andamento degli anni precedenti, e anzi fa intravedere una inversione di tendenza. A regalare le maggiori soddisfazioni agli operatori del settore sono soprattutto i turisti russi, che in tutte le località della costa veneziana fanno registrare percentuali positive a due cifre, sia per gli arrivi che per il numero delle notti trascorse. Jesolo è la località che piace particolarmente ai vacanzieri provenienti dalla Russia, che in questi mesi sono cresciuti del +9,5% negli arrivi e del +16,8% nelle presenze, ma anche meta apprezzata dai tedeschi che incrementano i loro arrivi del 2,3% e le presenze del 4,2%. Splende il sole sul bilancio di quasi fine stagione per Bibione e Caorle grazie soprattutto ai turisti svizzeri, ungheresi, polacchi e inglesi che per le loro vacanze italiane hanno scelto le due località della costa veneziana. Cavallino ed Eraclea sono state frequentate da un crescente numero di turisti provenienti dalla Repubblica Ceca, dalla Polonia e dal Regno Unito. Anche Chioggia, dove prevale rispetto alle altre città balneari del Veneziano la

ADOTTAMI Camillo. Maschio, taglia media contenuta circa kg.15 circa, 10-12 anni. Un quasi nonnino arrivato nei recinti a.p.a Di lui non c’è passato, ma essendo sterilizzato una casa sicuramente l’ha avuta! Al controllo veterinario risulta in buone condizioni. Camillo è stato operato ed aspetta una casa tutta per lui. Max. Cucciolotto maschio, giovane circa 7-8 mesi. Carattere tranquillo, taglia media circa kg.15-18. Recuperato ad una stazione di servizio. Era disorientato, seguiva tutte le auto, sperando di trovare quella che lo ha “mollato”. Max è buono, aspetta una casa, una famiglia e un po’ di serenità. Tre “neroni”. Cucciolotti di soli 3 mesi con il terrore negli occhi. Di loro non sappiamo nulla, solo che hanno paura di tutto. Sono 2 maschietti e 1 femminuccia. Se trovassero una famiglia amorevole con poco tempo e tanta buona volontà avrebbero più possibilità di recupero. Heidy. Femmina, taglia media circa kg.18. Di 7, 8 mesi circa. Carattere schivo e diffidente, ma tanto dolce se presa nel verso giusto. Heidy ha un vissuto tragico ed è per questo che la sua diffidenza prevale su tutto. La piccola è sterilizzata ed aspetta una persona comprensiva e piena di amore per lei. Punto. Maschio, taglia medio-piccola circa 10 kg. Di 8-10 anni . Il suo corpo e segnato dalla sofferenza. Recuperato per strada, ha il corpo curvo per due grosse ernie perianali. Dopo l’intervento che farà il prima possibile tornerà ad essere un cane normale e fiero. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia O.nlus 3289620233

presenza di turisti italiani, quest’anno conta una significativa percentuale negli arrivi e nelle presenze di stranieri, tedeschi e austriaci in particolare. Per quanto riguarda l’entroterra e le città d’arte, Venezia centro storico spicca con un +1,06% negli arrivi e +2,31% nelle presenze. Soddisfacenti anche i numeri per il territorio di Mestre-Marghera, specialmente nel comparto alberghiero, e per la Riviera del Brenta. Come emerge un po’ da tutti gli studi ed i monitoraggi, anche i dati di Apt confermano le mutate abitudini dei turisti moderni che prediligono viaggi “contenuti”, accorciando la durata dei soggiorni, pur muovendosi di più nell’arco dell’anno.

E proprio l’analisi dettagliata della movimentazione turistica nel corso dell’anno può aiutare ad una migliore pianificazione, rinforzando le azioni di promozione dei periodi di maggior criticità. “Ora abbiamo a disposizione tutte le informazioni che serviranno a pianificare le future azioni di intervento, in vista della prossima stagione turistica” ribadisce l’assessore al Turismo Giorgia Andreuzza . Dopo aver analizzato i dati il presidente Apt Enrico Miotto ha confermato le aspettative per il futuro prossimo. “Per l’estate appena trascorsa la ripresa è iniziata con i turisti provenienti da paesi stranieri che auspico siano imitati per la prossima stagione anche dai turisti italiani”.

venissa, il vino bianco che salva il territorio

E

’ stato giudicato tra i 100 migliori vini d’Italia dalla guida Golosario, curata da Paolo Massobrio e Marco Gatti. Decisamente apprezzabile per le sue qualità, il vino premiato risulta lodevole e meritorio per il prezioso contributo che ha saputo portare anche sul piano culturale e ambientale al territorio. Si tratta di Venissa 2010, il bianco figlio della prima vendemmia moderna di un vino antichissimo, ottenuto da uva Dorona in un vigneto creato nell’isola veneziana di Mazzorbo, dopo aver fortunosamente recuperato lo storico vitigno lagunare che rischiava la scomparsa. “E’ il riconoscimento di una viticoltura eroica e riscoperta, nel cuore della laguna veneziana, che premia un prodotto e forse prima ancora un’idea: quella di far rivivere e valorizzare un luogo che rischiava l’abbandono” ha commentato il presidente della Regione Luca Zaia riconoscendo alla famiglia Bisol, che ha realizzato il progetto di recupero insieme all’esperto del territorio Roberto Cipresso, un grande merito.

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18 Economia

Economia 5

Il progetto “Oltre il Pil” Presentato il primo rapporto Unioncamere e Camera di Commercio di Venezia

neWs

Nella geografia veneta del benessere Venezia stenta L

L’indagine sul presente e le prospettive future

il signiFicativo impatto degli imprenditori di cultura e creatività nell’economia veneziana

di Ornella Jovane

L

a provincia di Venezia, davanti solo a Rovigo, è quasi fanalino di coda del Veneto e decima tra quelle del Triveneto nella speciale graduatoria che misura il livello di benessere. A disegnare una nuova geografia del benessere nelle regioni italiane e nelle città metropolitane si sono cimentati Unioncamere Veneto insieme con la Camera di Commercio di Venezia e l’Università Ca’ Foscari che con il progetto “Oltre il Pil”, dal 2009, intendono revisionare gli strumenti e i parametri di misurazione puntando, oltre il dato del prodotto interno lordo appunto, a valorizzare le eccellenze e le qualità di un territorio. Sebbene il primo rapporto, dopo 4 anni di lavoro, metta in luce un Veneto ad elevato livello di benessere complessivo, tuttavia il Veneziano stenta a tenere il passo delle altre province venete. Non tanto sul piano materiale, in cui Venezia si posiziona bene tra le province nordestine, quanto piuttosto in relazione alle voci relative all’ambiente, la sicurezza, il lavoro, i rapporti personali e

Mentre il Veneto risulta secondo solo al Trentino, in Italia, Venezia si piazza al penultimo posto delle provincie venete sociali, senza riuscire ad eccellere nemmeno nell’istruzione. Complessivamente il valore rilevato nella graduatoria regionale è pari a 0,58 in una scala che varia da 0 (situazione di difficoltà e disagio rispetto la media) a 1. Un valore ben distante dallo 0,72 di Verona, che primeggia tra le province venete davanti a Padova (0,70), Vicenza (0,69), Belluno (0,67) e Treviso (0,62). A chiudere Rovigo con 0,46. Migliori i risultati di Venezia nel confronto con le altre città metropolitane nel quale si piazza in sesta posizione all’interno di una graduatoria guidata da Firenze, Genova

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Bologna e Milano. Nella comparazione con le altre regioni il Veneto, invece, si posiziona nel primo gruppo, quello ad elevato benessere complessivo, dietro solo al Trentino Alto Adige (0,82), con un valore di 0,68 che gli consente di stare davanti a Marche, Toscana, Valle d’Aosta, Lombardia ed Emilia Romagna. Compongono il secondo gruppo Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Piemonte e Molise. Rientrano nel terzo gruppo Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Lazio, Campania, Sicilia e Calabria.

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a cultura e la creatività hanno un peso non indifferente nell’economia veneziana che si è rivelato peraltro quantomeno stabile anche in tempo di crisi.Che anche con la cultura e la creatività si possa mangiare lo dimostra una ricerca commissionata dalla Camera di Commercio di Venezia al Laboratorio di Management delle Arti e della Cultura dell’Università Ca’ Foscari di Venezia i cui risultati sono stati presentati a fine dicembre. Dall’indagine emerge inoltre un’interessante connubio, che ha ampio margine di ulteriore potenziamento, tra sviluppo economico e sociale generato dai fenomeni di neo-imprenditorialità e di produzione culturale “informale” che vedono anche nell’universo dell’associazionismo e del non-profit un importante motore. Dalla “mappatura” di attività culturali e creative presenti nel territorio (condotta attraverso la classificazione Eurostat e adattata alle specificità della provincia) è risultato che le imprese e le unità locali presenti sono 13.975 e contano 32.738 addetti, rispettivamente l’8% e l’11% rispetto al totale provinciale. Di queste oltre la metà è da ascriversi alle attività classificate come appartenenti alle industrie creative. Dividendo il Veneziano in 5 ambiti (capoluogo di provincia e dintorni, Portogruarese, Sandonatese, area sud Chioggia, Cavarzere e Cona, area centrale), è emerso che le attività culturali sono preminenti nell’area di Venezia mentre quelle creative hanno un peso preponderante nell’ “area centrale”. Nel corso degli anni censiti la struttura produttiva ha avuto un andamento in costante crescita - in particolare le industrie creative - anche se con un tasso di sviluppo minore a quanto registrato dall’economia provinciale nel suo complesso. E tuttavia nel quadriennio 2009-2012, periodo di profonda crisi per l’economia nazionale e di stagnazione di quella provinciale, le attività culturali e creative sembrano dimostrare una certa tenuta. Quanto al contributo economico del settore, stimato come ricchezza generata in termini di valore aggiunto, nel complesso della provincia si stima 688.787.993 euro di valore aggiunto attribuibile al comparto culturale e 1.315.563.406 euro al comparto creativo, per un totale di 2.004.351.399 euro che se messo in relazione al dato complessivo del sistema economico provinciale equivale a poco più dell’8,5%. A questo andrebbero quindi sommati i 54 milioni di euro stimati di valore aggiunto generati dal non-profit.

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Paolo Pinato si è distinto anche nell’edilizia abitativa ed industriale. Quasi tutto suo l’investimento sulla Zona industriale Ovest di Piove di Sacco

commercializza in loco gli stessi prodotti (etichette ed accessori), oggi conta 35 dipendenti con una quota di penetrazione pari all’80% del consumo totale cileno di etichette per l’abbigliamento. Fino al 2006, vale a dire prima della crisi che ha attanagliato l’edilizia, Paolo Pinato si è distinto anche come costruttore edile in special modo nel saper investire nell’edificazione di capannoni industriali, tant’è che l’ampliamento della Zona Industriale ovest del piovese (in totale 60 mila mq coperti) è stata opera sua. “Ora però mi sono fermato – ci ha dichiarato - l’edilizia, sia quella industriale che abitativa, qui da noi non tira più e così mi sono orientato verso i Caraibi a S.Domingo dove il turismo mondiale richiede sempre più alloggi come riportato anche dal sole 24 ore del 21 novembre di quest’anno; là finora ho costruito 3 residence per una settantina di appartamenti totali e altri 30 sono in costruzione, oltre a 4 ville signorili. Brevettato pilota di aereo VFR, sin da giovane Paolo Pinato ha amato la velocità e le auto sportive. La sua passione lo ha portato a gareggiare nel Ferrari challenger e nel campionato europeo GT. “Ora però non corro più, ma non ho abbandonato del tutto le quattro ruote, mi piace con i miei due figli fare qualche giro in Kart a Jesolo. La sua filosofia di vita, comunque, è improntata alla ricerca del benessere fisico. Non manca mai, nella pausa pranzo, di frequentare la palestra che rimane vicino alla sua azienda: “Sono convinto che sia importante mantenersi in forma e non esagerare col cibo”. A 47 anni, insomma, Paolo Pinato si può considerare un imprenditore che sa come e dove investire le risorse e tracciare per la sua azienda un percorso sempre più votato alla crescita.

Paolo Pinato

Grande amante della velocità, Paolo Pinato ha acquisito il brevetto di pilota di aereo VFR ed ha gareggiato nel Ferrari challenger e nel campionato europeo GT


Cultura veneta 23 Architettura, enogastronomia e turismo A Stra un convegno sulle grandi occasioni che si aprono con l’evento internazionale

Expo 2015, le Ville venete aspettano i turisti Si stima che circa 4 milioni di visitatori da Milano si sposterà a Venezia per visitare la città lagunare e i tesori del suo entroterra: le prestigiose dimore settecentesche della Riviera del Brenta e dintorni possono essere una imperdibile meta di Ornella Jovane

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xpo 2015, una grande occasione anche per il Veneto di mettere in mostra i propri tesori artistici, architettonici, culturali ma anche paesaggistici ed enogastronomici. Le aspettative sono consistenti se già i primi studi sull’impatto che l’appuntamento internazionale avrà sul territorio fanno prevedere che ben 8 milioni di persone da tutto il mondo si recherà a Milano per visitare i padiglioni dell’Expo. Gli stessi studi rivelano che il tempo dedicato alla visita sarà di circa 7-8 ore e che rimarrà un ampio margine per girare, da turisti, le aree circostanti. Il 47 per cento di questi 8 milioni di potenziali visitatori ha già dichiarato che approfitterà dell’occasione per recarsi a Venezia e conoscere la città lagunare ma anche le terre e le bellezze che vi stanno attorno. Una prospettiva allettante per il Veneto che potrebbe essere meta di 4 milioni di turisti provenienti da tutto il mondo nel semestre “caldo” del 2015, quello della durata dell’Expo. La consapevolezza della grande occasione di rilancio dell’attività turistica ha ispirato anche il convegno che lo scorso 10 dicembre si è tenuto a “Villa Foscarini Rossi, a Stra nella Riviera del Brenta, “Expo 20105, opportunità per il prodotto turistico delle ville venete”, promosso dall’associazione “Ville venete e castelli” insieme con “Dimore storiche aperte Expo 2015” e “Comitato Expo Venezia”. Fra le tante offerte che Venezia, il suo entroterra e tutto il Veneto possono mettere sul piatto d’argento a disposizione di tanti turisti le Ville Venete rappresentano un patrimonio di grandissimo prestigio. Se ne contano 5400 in tutto il Veneto, di queste 200 hanno già sottoscritto una “carta dei servizi”, una sorta di mappatura delle strutture che già sono in grado di ospitare i turisti. Una buona percentuale delle ville venete, infatti, oltre ad essere parte di un ricco patrimonio architettonico di inestimabile pregio, è attrezzata per l’ospitalità ricettiva. Un buon numero di esse, peraltro, è sede di aziende agricole, dove si producono le eccellenze della tradizione enogastronomica nostrana. “Le ville venete vengono riscoperte anche nella loro dimensione di aziende agricole - sottolinea l’assessore regionale per le produzioni agroalimentari Franco Manzato - una proposta interessante per le eccellenze che questo territorio sa produrre in termini così intensivi”. Un connubio di cultura e colture che potrebbe risultare davvero vincente e che per questo va gestito con consapevolezza e valorizzato con una attenta programmazione nella fase preparatoria. Lo sa bene l’assessore regionale al Turismo Marino Finozzi che illustra le tappe di un articolato

percorso. “Entro il 2014 - spiega - prepareremo un percorso di formazione per migliorare la cultura dell’accoglienza e affinare la capacità di ospitare. A metà anno creeremo un by Ville Venete, metteremo a disposizione questa importante rete di ville agli operatori turistici che organizzeranno i pacchetti di visitatori all’Expo”. Ingenti risorse sono destinate a questi e altri progetti legati all’evento. “Nel bilancio di previsione 2014 - conferma l’assessore Finozzi - insieme con il presidente della Regione stiamo studiando un capitolo apposito per Expo 2015 per le risorse da destinare sia al turismo e alle attività. Non è ancora stata definita una cifra perché prima andremo ad istituire una sorta di “cabina di regia” che servirà a capire quali sono i progetti in campo, molti dei quali sono già stati messi a punto, e quali sono le risorse necessarie per realizzarli”. “Milano - ha sottolineato Giulio Bellemo, presidente Ville e Castelli veneti - non poteva fare a meno di Venezia e, pertanto, grazie ad una deroga speciale, costruiremo un padiglione all’interno del Vega. Lo abbiamo chiamato “Acqua”, un elemento fondamentale per il futuro dell’umanità”.

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I tesori artistici on line in rete un nuovo “polo museale” veneto

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l patrimonio artistico di Chioggia sbarca per la prima volta sul web. Opere pittoriche dalla fine del Trecento ai primi del Novecento, arte sacra, architettura, e la peculiare pianta urbana a lisca di pesce del Centro storico sono visitabili attraverso una dettagliata galleria fotografica e i video girati ad alta definizione. Il sito internet www. artechioggia.it riunisce in un museo online 24 opere pittoriche tra tele, pale, affreschi e sculture, oltre al meccanismo dell’orologio della torre campanaria romanica della chiesa di Sant’Andrea, attribuito a Jacopo Dondi. La navigazione nel sito è suddivisa in cinque aree storiche riunite attorno alle principali chiese di Chioggia, dal Duomo a San Domenico. La raccolta di opere copre in modo netto due periodi: da quelle più preziose del Trecento alla rifioritura del Seicento, ben rappresentato da “La consacrazione di San Nicolò vescovo di Myra” di Pietro Damini, custodito nella pinacoteca della SS. Trinità, sino al Settecento della pala d’altare della “Visita di Maria a Santa Elisabetta” di Francesco Fontebasso. Nel mezzo, due secoli di totale silenzio dovuti alla devastante Guerra di Chioggia. Una sezione del sito è dedicata a fornire informazioni complete su orari di apertura e di visita, prenotazioni e costi del biglietto dei musei e delle chiese. I filmati sono commentati in italiano e in inglese su testi di Dino Memmo e Sergio Ravagnan. L’idea e la realizzazione di artechioggia.it nasce dall’associazione culturale Chioggia Film di Francesco Bonivento e Paolo Serafini, che ha potuto beneficiare di una quota dei fondi annuali messi a disposizione dalla Fondazione Clodiense Onlus e di contributi della Provincia di Venezia, di soggetti privati, del Rotary Club di Chioggia e del CoS.B.M. mune di Chioggia.


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LO danza

SPORT in PRIMO LO S PORT in PIANO

A Mestre

una scuola di danza per tutti

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estredanza è una scuola di danza; quest’arte si può praticare a ogni età all’interno di un livello di preparazione. Si può cominciare a danzare fin dall’età di 4 anni e poi procedere fino a novant’anni e oltre con il Pilates. Cristina Canetti è la titolare e insegnante di pilates e ci tiene a precisare che la danza è un’arte perché non è basata sulla preparazione atletica ma sul coinvolgimento di emozioni e gesti. “Abbiamo vinto diversi premi e partecipato a molte rassegne con concorsi comunali, provinciali e regionali – dice Cristina Canneti – per la danza classica abbiamo il maestro Franco Favaro e altri insegnanti italiani; non mancano quelli stranieri soprattutto francesi”. II corso di formazione gioco, per i più piccoli, è seguiti dalla propedeutica danza in generale per essere poi avviato alla danza classica contemporanea. La scuola di Mestre è una delle poche che offre anche un servizio di consulenza osteopatica ai suoi iscritti per tenere monitorati la salute di: ginocchia, piedi piatti e postura; consulenza importantissima soprattutto nell’età della formazione e dello sviluppo. La prossima primavera la scuola parteciperà alle rassegne e ai concorsi vari nella Regione e non solo. “Con rammarico dico che sarebbe bello fare rappresentazioni per la città se i costi dei teatri non fossero così proibitivi – conclude Cristina – sarebbe bello far vedere alla città il nostro lavoro rendendo tutti partecipi”. Per maggiori informazioni sulla scuola di danza si può visitare il sito: www.mestredanza.net; gli interessati possono partecipare gratuitamente a una R.P. lezione.

Arti marziali

herrera presenta il suo libro

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l maestro di arti marziali Christian Gonzales Y Herrera ha scritto il romanzo “L’orrore del lupo” e ha inventato un modo molto originale per presentarlo: un connubio di letteratura e karate. Le presentazioni del libro si tengono all’interno di palestre e nell’ambito della lezione; il maestro Herrera inizia raccontando la trama del libro e com’è nata l’idea poi legge alcuni passaggi del romanzo descrivendo minuziosamente i combattimenti tra i protagonisti e, con un allievo di karate, mostra le scene del combattimento con una sequenza di movimenti veloci e potenti. Da agosto 2013, a oggi, ha già fatto oltre trenta presentazioni tra queste: Trento, Trieste, Roma, Vicenza, Verona, Portogruaro, Udine, Padova e ovviamente Venezia nella sua palestra. Nel mese di gennaio inizierà il nuovo tour di presentazioni tra le varie tappe: Bergamo e Verona dove è molto richiesto. “Sicuramente il libro piace per l’abbinata romanzo e disciplina – dice il maestro Christian Gonzales Y Herrera – ho visto che nei motori di ricerca internet il mio metodo di presentare un libro è una prima mondiale: nessuno ha mai fatto niente del genere, io faccio il romanziere ma lo presento in veste di maestro karate”. Il metodo di presentare il libro di Herrera è sicuramente un modo per distinguere il suo romanzo nella marea di pubblicazioni, sfruttando la scia di successo che si lega al maestro che, nell’estate del 2013, ha vinto un

Venezia Tredicesima edizione danza del premio organizzato dal comune di Venezia A Mestre

Atleta dell’anno, la gara comincia At una scuola di danza per tutti

di Roberta Pasqualetto

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enerdì 7 febbraio si terrà la tredicesima edizione del Premio Atleta dell’Anno del Comune di Venezia, al teatro Goldoni. Il premio sarà dato agli atleti segnalati dalle società sportive del comune di Venezia che, nel corso del 2013, hanno vinto un titolo italiano di qualsiasi disciplina sportiva, di qualsiasi federazione o ente di promozione e in qualsiasi categoria, oppure che abbiano partecipato a campionati europei o mondiali. Durante la serata di premiazione, sarà scelto l’Atleta dell’Anno, al quale sarà consegnato il Premio Giovani alla memoria di “Gianluigi Levorato” e il Premio “Master”. “Siamo giunti alla tredicesima edizione dell’Atleta dell’Anno la più importante manifestazione promossa dal Comune di Venezia che offre alle società sportive comunali e agli atleti una vetrina di qualità assoluta – dice l’assessore allo Sport Roberto Panciera. Questo appuntamento vuole dar risalto a un patrimonio prezioso e insostituibile: l’impegno quotidiano che è assicurato dagli atleti di tutte le discipline sportive, ma anche dai tanti volon-

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estredanza è una scuola di danza; quest’arte si può praticare a ogni età all’interno di un livello di decine di atlete e di atleti che hanno dato e preparazione. Si può cominche continuano a dare grande lustro alla città ciare a danzare fin dall’età di di Venezia – conclude Panciera -. Portano il 4 anni e poi procedere fino a nome in giro per il mondo nelle competizioni novant’anni e oltre con il Pilapiù prestigiose e sui podi più alti dello sport tes. Cristina Canetti è la titolanazionale ed internazionale. Donne e uomini, re e insegnante di pilates e ci giovani e giovanissimi, che, con le loro società, tiene a precisare che la danza hanno saputo coniugare al meglio i valori di imè un’arte perché non è basata pegno,didiemozioni sport, di civiltà”. sulla preparazione atletica ma sul coinvolgimento e gesti.L’edizione “Abbiamodell’anno vinto ha vistocomunali, premiare provinciali ben 258 atleti: 132 diversi premi e partecipato a molte rassegne scorso con concorsi e regiomaschi eabbiamo 126 femmine, nelle Franco diverse Favaro categorie nali – dice Cristina Canneti – per la danza classica il maestro si è dimostrata provincia e altri insegnanti italiani; non mancano quellisportive. stranieriVenezia soprattutto francesi”.una II corso di prolifera per quanto riguarda gli atleti: formazione gioco, per i più piccoli, è seguiti molto dalla propedeutica danza in generale per fiori all’occhiello in tutto il mondoè una e in delle diverse essere poi avviato alla danza classica contemporanea. La scuola di Mestre discipline sportive.aiLesuoi società hanno taripoche e daiche dirigenti, fondatounin servizio massimadiparte offre anche consulenza osteopatica iscritti perconsegnatenere deiconsulenza loro atleti alimportantissima comune che si è sumonitorati di un generoso entusiasmo, su di unapiedi verapiattito el’elenco la salute di: ginocchia, postura; poi mobilitato per la partecipazione al premio partecipazione dal basso”. Il prestigio di questo soprattutto nell’età della formazione e dello sviluppo. La prossima primavera la scuola e per laRegione selezione del migliore. La manifestaziopremio parteciperà non si limita alle rassegne a far crescere e ai concorsi solo il monvari nella e non solo. “Con rammarico ne silasvolgerà 7 febbraio dallenon 17,fossero al Teatro dodico dellochesport, sarebbe ma rappresenta bello fare rappresentazioni un momento per città se ili costi dei teatri Venezia,allaquest’anno arricchito, di così crescita proibitivi e una–ricchezza conclude inCristina termini–sociali sarebbe Goldoni bello fardivedere città il nostro lavoroper la primasulla volta,scuola da contributi campo perrendendo la città, grazie tutti partecipi”. soprattuttoPer all’insostituibile maggiori informazioni di danzaartistici si puònel visitare danza, con elementi acrobatici adiuna forte ruolo il sito: educativo-ludico-formativo www.mestredanza.net;svolto gli interessati dallo della possono partecipare gratuitamente R.P. sport. “Dobbiamo tutti essere orgogliosi delle impatto visivo. lezione. Arti marziali

herrera presenta il suo libro

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argento mondiale per la sua categoria. Le arti marziali interessano a tutti, e la possibilità di assistere anche a una scena di combattimento rende gli spettatori più partecipi. Il progetto nel quale si inserisce questo libro si intitola: “karate triller: leggere non è da sedentari”. Il libro si trova in alcuni siti online e in quello dell’associazione Alani Resquie onlus, in quest’ultima, il ricavato, è devoluto all’associazione per salvare gli alani maltrattati e abbandonati. “Le mie presentazioni sono molto affollate - conclude Herrera – finito l’incontro passo un’ora a firmare autografi, non mi aspettavo tutto questo successo per la mia prima pubblicazione”. Il libro è uscito nel marzo del 2013 e ha già ottenuto tre importanti riconoscimenti letterari. Le date di presentazione del libro saranno pubblicate nel sito del maestro da gennaio 2014; per maggiori informazioni www.karatevenezia.it o nel gruppo aperto di fecebook “L’orrore del lupo”. R.P.

Venez

l maestro di arti marziali Christian Gonzales Y Herrera ha scritto il romanzo “L’orrore del lupo” e ha inventato un modo molto originale per presentarlo: un connubio di letteratura e karate. Le presentazioni del libro si tengono all’interno di palestre e nell’ambito della lezione; il maestro Herrera inizia raccontando la trama del libro e com’è nata l’idea poi legge alcuni passaggi del romanzo descrivendo minuziosamente i combattimenti tra i protagonisti e, con un allievo di karate, mostra le scene del combattimento con una sequenza di movimenti veloci e potenti. Da agosto 2013, a oggi, ha già fatto oltre trenta presentazioni tra queste: Trento, Trieste, Roma, Vicenza, Verona, Portogruaro, Udine, Padova e ovviamente Venezia nella sua palestra. Nel mese di gennaio inizierà il nuovo tour di presentazioni tra le varie tappe: Bergamo e Verona dove è molto richiesto. “Sicuramente il libro piace per l’abbinata romanzo e disciplina – dice il maestro Christian Gonzales Y Herrera – ho visto che nei motori di ricerca internet il mio metodo di presentare un libro è una prima mondiale: nessuno ha mai fatto niente del genere, io faccio il romanziere ma lo presento in veste di maestro karate”. Il metodo di presentare il libro di Herrera è sicuramente un modo per distinguere il suo romanzo nella marea di pubblicazioni, sfruttando la scia di successo che si lega al maestro che, nell’estate del 2013, ha vinto un

argento mondiale per la sua categoria. Le arti marziali interessano a tutti, e la possibilità di assistere anche a una scena di combattimento rende gli spettatori più partecipi. Il progetto nel quale si inserisce questo libro si intitola: “karate triller: leggere non è da sedentari”. Il libro si trova in alcuni siti online e in quello dell’associazione Alani Resquie onlus, in quest’ultima, il ricavato, è devoluto all’associazione per salvare gli alani maltrattati e abbandonati. “Le mie presentazioni sono molto affollate - conclude Herrera – finito l’incontro passo un’ora a firmare autografi, non mi aspettavo tutto questo successo per la mia prima pubblicazione”. Il libro è uscito nel marzo del 2013 e ha già ottenuto tre importanti riconoscimenti letterari. Le date di presentazione del libro saranno pubblicate nel sito del maestro da gennaio 2014; per maggiori informazioni www.karatevenezia.it o nel gruppo aperto di fecebook “L’orrore del lupo”. R.P.

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IL VENETO

in PRIMO PIANO

Sanità Inchiesta sul fine vita

Sedazione palliativa o eutanasia mascherata?

Ridurre il dolore del paziente nei suoi ultimi giorni di vita è una questione umana, prima che etica. Tuttavia la sedazione palliativa, a volte, viene percepita come una forma di eutanasia: un modo di troncare la sofferenza insieme alla vita dell’ammalato di Alessandro Abbadir

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ine vita, un tema che fa paura, difficile da trattare e che pone problemi etici e medici importantissimi. Quello che intendiamo affrontare con questo numero della Piazza è il problema dell’utilizzo sempre più diffuso nel caso dei malati terminali, delle cure palliative e della fase conclusiva delle cure, la sedazione terminale palliativa. Va sgombrato subito il campo da un equivoco, la sedazione terminale palliativa non è eutanasia (che invece è un’azione che porta con mezzi specifici direttamente e volutamente la morte del paziente). Per sedazione terminale palliativa si intende: “la riduzione intenzionale della vigilanza con mezzi farmacologici, fino alla perdita di coscienza, allo scopo di ridurre o abolire la percezione di un sintomo, altrimenti intollerabile per il paziente, nonostante siano stati messi in opera i mezzi più adeguati per il controllo del sintomo, che risulta, quindi, refrattario”. Sono 100 mila i malati (prevalentemente oncologici) presi in carico ogni anno dal servizio di cure palliative in Italia. I dati più recenti riportano un ricorso alla sedazione terminale negli ultimi giorni di vita in percentuali che arrivano fino anche all’88% dei casi per i differenti setting assistenziali (ad es. ospedale, hospice, assistenza domiciliare). In Veneto le persone in carico alle cure palliative sono circa 7-8 mila ogni anno. A spiegare queste difficili questioni è il dottor Giovanni Poles medico specialista in Oncologia nell’area Cure Palliative al Policlinico San Marco a Mestre, e autore di numerose pubblicazioni sull’argomento. “Nelle fasi

terminali della vita - spiega il dottor Poles - si avverte la necessità di dover difendere la dignità della persona da un tecnicismo spesso immotivato ed eccessivo. Del resto il problema a volte si pone in senso opposto, rischiando di ricadere nel quasi totale astensionismo terapeutico. Non sempre è chiaro come ci si deve comportare nei confronti di trattamenti “vitali” come la nutrizione e l’idratazione artificiali. Di analoga difficoltà può spesso risultare la valutazione se fare trasfusioni su un ammalato con una prospettiva di vita limitata. Per tentare una risposta a tali interrogativi, si deve cercare di capire quali sono i criteri che possono permettere al medico di inquadrare un trattamento come accanimento terapeutico o, all’opposto, come astensionismo e, al limite, come eutanasia”. Il dottor Poles studioso da anni del problema va nello specifico. “L’accanimento terapeutico - spiega- viene definito dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) come “un trattamento di documentata inefficacia in relazione all’obbiettivo, a cui si aggiunga la presenza di un rischio elevato o una particolare gravosità per il paziente con un’ulteriore sofferenza, in cui l’eccezionalità dei mezzi adoperati è chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica. A volte però non è chiaro se anche per quanto riguarda alimentazione e idratazione artificiali si possa parlare di trattamenti sproporzionati (in questo caso si potrebbe talora giustificarne la sospensione)”. Poles poi affronta il tema della sedazione palliativa terminale “In questi

casi come medici ci troviamo – spiega - nella necessità di sedare un malato in fase terminale quando siamo di fronte a sintomi non altrimenti controllabili. In altre parole la sedazione terminale è indicata per quei sintomi che incidono pesantemente sulla qualità di vita del paziente e che rispondono solamente al trattamento sedativo. La sedazione può essere reversibile e spesso viene utilizzata per ridurre i disturbi respiratori, quando il dolore stesso e altri sintomi non sono controllabili con le usuali terapie”. Poles poi vuol chiarire un aspetto importante. Da recenti dati scientifici risulta che l’intervento della sedazione terminale è pari in media a 2.8 giorni (media ponderata). La sopravvivenza di pazienti sedati in fase terminale non differirebbe da questi dati da quella dei pazienti non sedati. “La sedazione palliativa – spiega Poles - non ha la finalità di abbreviare la vita del paziente, pertanto non ha nulla che vedere con l’eutanasia ma deve essere gestita in modo attento e competente da parte del personale medico e infermieristico. Oltre all’esperienza, emergono altri due aspetti importanti dell’agire medico che difficilmente possono essere inquadrati nell’ambito di una norma: basi etiche solide, equidistanti da eutanasia ed accanimento terapeutico ed il fatto che ogni intervento deve essere valutato nella date circostanze”. Problemi importanti arrivano spesso nella gestione di questa delicatissima fase, nei reparti di ospedale piuttosto che negli hospice o nelle cure palliative a domicilio dove il personale è invece estremamente preparato.

Focus

La scelta

il processo decisionale

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n aspetto etico di capitale importanza riguarda l’individuazione del “chi decide” l’inizio della sedazione terminale palliativa. Il percorso decisionale deve rispettare criteri etici internazionalmente riconosciuti e differenziati in base alla capacità mentale del malato. In particolare, se il malato è mentalmente capace al momento in cui insorge l’indicazione per compiere la sedazione, vale il criterio del consenso informato. In generale non si raccomanda né l’adozione di un modulo di consenso specifico né l’apposizione della firma del malato; si ritiene sufficiente una registrazione del consenso verbalmente espresso in cartella clinica da parte dei curanti. Nel limite del possibile è opportuno invitare il malato ad informare i suoi familiari delle decisioni prese, in modo da facilitarne l’accettazione e ridurre l’impatto emotivo. Se, invece, il malato non è mentalmente capace o non vuole partecipare alle decisioni, valgono, sul piano etico, le direttive o dichiarazioni anticipate. In assenza di tali disposizioni anticipate, la decisione può essere assunta dai sanitari curanti ricorrendo al giudizio sostitutivo, basato sulle volontà e i desideri espressi in precedenza dal malato ai suoi cari o all’équipe curante. In caso di malato mentalmente incapace di cui non è possibile ricostruire volontà o orientamenti pregressi, o in caso di situazioni d’emergenza (in cui non sia possibile né ottenere il consenso informato o direttive anticipate né formulare un giudizio sostitutivo), i sanitari devono ricorrere al criterio del migliore interesse del malato, procedura decisionale che si fonda sul bilancio fra i benefici attesi e gli oneri previsti del trattamento terapeutico A.A.

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Il Veneto in primo piano 11 27 Fine vita Strutture specializzate nelle cure dei malati terminali

Hospice, un aiuto alle famiglie

L’8O% dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma ci sono anche malati di Aids e Sla di Alessandro Abbadir

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ospice, delle strutture sempre più diffuse in Veneto per affrontare il tema delicatissimo della cura de malati terminali cioè alla fine della vita. In Italia, ogni anno circa un milione di persone si trovano a dover gestire una situazione estremamente difficile a causa di una prognosi infausta. Per andare incontro ai malati, ai famigliari e alle loro difficoltà sono nati gli hospice, strutture dedicate proprio a questo scopo. L’8O % dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma sono strutture aperte a tutti coloro che, in fin di vita, necessaria di un’assistenza, dai malati di Aids a quelli con malattie neurologiche a evoluzione progressiva, come la sclerosi laterale amiotrofica

(Sla). Come funzionano queste strutture? Non essendoci direttive nazionali, il funzionamento è variabile. In linea generale gli hospice si occupano di assistere i malati con un’aspettativa di vita breve, di pochi giorni o poche settimane. L’obiettivo di queste strutture è quello di migliorare la qualità di vita fino alla fine, agendo a più livelli. Si interviene sul piano fisico, prescrivendo trattamenti farmacologici o di altro tipo, come massaggi rilassanti, tecniche di respirazione, che controllino i diversi sintomi. Esistono hospice convenzionati con il servizio sanitario nazionale che a pagamento. Nel primo caso, la famiglia non deve sostenere costi. Il vitto e l’alloggio sono gratuiti, anche per un famigliare. La

la mappa

persona che assiste il malato, ha diritto ai principali, alla biancheria per il letto e al bagno. C’è la possibilità di portare da casa oggetti e anche piccoli mobili, che possano servire a far stare meglio la persona. Nell’hospice non ci sono orari di visita. L’obiettivo è aiutare il malato e i suoi famigliari a vivere al meglio la situazione. Si lascia massima libertà anche in questo campo: parenti e amici possono far visita alla persona quando vogliono e senza limiti di tempo. In quasi tutte le strutture c’è la possibilità di trascorrere la notte con il proprio caro: in ogni camera c’è un secondo letto, che può essere usato dai famigliari. L’idea è permettere al paziente di avere un parente accanto 24 ore su 24. Gli hospice

dovrebbero rappresentare la soluzione ultima, da adottare quando l’assistenza domiciliare non è fattibile per mancanza di fondi, per difficoltà della famiglia o perché il malato è solo. Invece oggi solo chi è in un hospice riceve l’assistenza e il supporto di cui ha bisogno. In Italia, e anche in Veneto sotto diversi aspetti insomma sembra mancare diffusamente la cultura dell’assistenza al malato terminale.

dove sono le strutture a padova, venezia e rovigo

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ono 20 in tutto il Veneto gli Hospice attivi e collegati alle Ulss di riferimento. La provincia che ne vede di più sul suo territorio è quella di Padova con 5 strutture, 4 sono in provincia di Venezia, 3 a Vicenza e 3 a Verona, 2 a Treviso, 2 a Belluno e infine una a Rovigo. Per le province in cui esce il nostro giornale e cioè Padova, Rovigo e Venezia, andiamo nel dettaglio. In provincia di Padova ci sono: l’ Hospice “Il Melograno” Centro Residenziale di cure palliative presso la Rsa “Anna Moretti Bonora” a Camposampiero. C’è poi l’Hospice di Montagnana. A Padova centro, l’Hospice “Casa S. Chiara” all’ Istituto Suore Terziarie, il

“Centro Cura e Sollievo Paolo VI” alla Fondazione Opera Immacolata Concezione e per i bambini il “Centro regionale terapia antalgica e cure palliative pediatriche “Casa del Bambino” al dipartimento di pediatria dell’Ulss 16. A Rovigo l’Hospice “Casa del Vento Rosa” nucleo cure palliative a Lendirara. In provincia di Venezia, l’Hospice Casa Residenziale “Pia Opera Francescon” a Portogruaro e l’ Hospice Iris all’Ipab di San Donà”. C’è poi l’Hospice “Casa San Giovanni di Dio” all’Ospedale Fatebenefratelli a Venezia centro storico. Infine il centro Nazareth alla Fondazione Opera S.Maria della Carità padiglione Roncalli a Mestre.

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14 Il Veneto in primo piano 28 La normativa sulla sedazione palliativa Parla Elisabetta De Sepits, avvocato, docente di Biodiritto

“Il rischio? Dosi troppo elevate di narcotici” La sedazione palliativa è regolata dalla legge n. 38 del 2010, che prevede l’assistenza domiciliare palliativa anche per i minori di Alessandro Abbadir

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ulla questione abbiamo sentito per chiarirne i contorni legali della questione anche l’opinione di Elisabetta De Sepits, avvocato di Padova docente di Biodiritto, patrocinante in Cassazione, e autrice del libro “Eutanasia, tra bioetica e diritto”. “Curare non significa solo guarire, ma anche alleviare le sofferenze spiega l’avvocato De Septis - la medicina palliativa vede ancora la possibilità di curare, nel senso di prendersi cura del malato, anche nei pazienti che presentano stati clinici ormai irreversibili. Le cure palliative consistono nella somministrazione di farmaci capaci di lenire i dolori intollerabili dei malati terminali. L’assistenza prende in considerazione il malato nella sua completezza, con particolare attenzione alle sue necessità oltre che fisiche, psicologiche ed emotive, e coinvolge il suo nucleo familiare. La famiglia viene adeguatamente assistita e psicologicamente sostenuta per essere messa in grado di affrontare con il proprio congiunto l’iter completo della malattia, anche nella fase finale della vita. La materia è regolata dalla legge n. 38 del 2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”), la quale configura l’accesso alle cure palliative

come “diritto del cittadino”, prevedendo per i minori, per prima, a livello mondiale , il diritto di essere assistiti a domicilio”. L’avvocato De Septis va nel dettaglio della legge. ”Le norme prescrivono - spiega De Septis - che le strutture sanitarie che erogano cure palliative debbano assicurare un programma di cura personalizzata per il paziente e per la sua famiglia, nel rispetto di alcuni principi fondamentali quali la tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione, la tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine, l’adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia”. Ma c’è differenza dall’eutanasia. “Alla somministrazione delle cure palliative - continua l’avvocato - si contrappone l’aiuto farmacologico a morire che si inquadra nell’eutanasia, praticata con iniezione letale in Olanda, Belgio e Lussemburgo, dove da alcuni anni è stata legalizzata. Si tratta di fattispecie totalmente diverse. L’eutanasia fornisce un “aiuto a morire”, mentre al contrario le cure palliative rappresentano un “aiuto nel morire”. Le cure palliative non sono finalizzate alla morte del paziente, bensì ad esaudire la sua legittima richiesta di essere posto in

L’Avvocato Elisabetta de Septis condizione di sopportare i dolori causati dalla malattia e sono per questo riconosciute come doverose. L’eutanasia invece presuppone l’intenzione di provocare la morte del malato e, pur in mancanza di una definizione e di una disciplina specifica, nell’ordinamento giuridico italiano é configurata come reato, essendo riconducibile ad un delitto contro la vita”. L’avvocato fa anche una riflessione sociologica e di tipo penale. “In tempi nei quali il malato viene percepito sempre più come un costo che grava sulle limitate risorse della sanità pubblica - spiega - si teme che dietro cure palliative non correttamente somministrate, possano insinuarsi forme mascherate di eutanasia. Alle cure palliative può conseguire infatti l’accelerazione della fine del paziente. Nell’ipotesi in cui la cura sia proporzionata al dolore, l’eventuale anticipa-

zione della morte non è imputabile al medico che abbia somministrato le terapie antalgiche nel pieno rispetto di tutte le regole di cautela. Diversamente, qualora il medico, somministrando cure palliative con farmaci o inadeguati o in dosi non proporzionate, si assuma il rischio dell’accelerazione della fine del paziente, la sua condotta è commissiva e causale dell’evento morte. La colpevolezza assume, in tal caso, i caratteri del “dolo eventuale” ed il medico è imputabile di omicidio. Le cure palliative correttamente somministrate rappresentano invece l’alternativa all’eutanasia, in quanto umanizzano il processo del morire, assicurando al malato, considerato come una persona e non come un inutile peso, una morte dignitosa perché assistita e senza sofferenze”.

bIOETICA LE DIFFERENTI OPINIONI

N

el campo bioetico le opinioni sulla questione fine vita sono differenziate. L’ ”Associazione Luca Coscioni” anche in Veneto insieme ai radicali si batte anche per l’interruzione delle terapie che come posizione va oltre l’utilizzo e il sostegno alla sedazione terminale. “Al contrario dell’eutanasia – spiega in una nota l’associazione - la sospensione delle cure o l’interruzione delle terapie (cosiddetta “eutanasia passiva”) costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione italiana in base al quale: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Principio affermato, tra l’altro, dalla sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha prosciolto Mario Riccio, il medico che ha praticato a Welby la sedazione terminale. Tuttavia in Italia viene disatteso anche questo principio che conduce al fenomeno dell’eutanasia clandestina. In quest’ottica la battaglia radicale di Piergiorgio Welby ha incarnato la semplice applicazione del diritto di ogni malato a non essere sottoposto a terapie mediche contro la propria volontà. Altri casi dimostrano che nel nostro paese questo diritto viene spesso disatteso, anche in relazione agli anatemi integralisti lanciati quotidianamente dalle gerarchie vaticane”. Diversa l’opinione del mondo cattolico che con padre Ermanno Barucco dello Studio Generale Marcianum di Venezia, puntualizza le posizioni della chiesa sull’argomento. “Dal punto di vista etico - spiega Barruco - la sedazione palliativa è legittima e doverosa, e non va identificata, sul piano delle

intenzioni o dei mezzi usati, con un atto di eutanasia, che presuppone la deliberata finalità di accorciare e interrompere la vita per eliminare la sofferenza ad esempio con dosi eccessive di morfina senza motivi proporzionati”. “L’insegnamento della Chiesa cattolica – già espresso da Pio XII nel 1957 e confermato da Giovanni Paolo II nel 1997- spiega Barruco - afferma che è lecito sopprimere il dolore con narcotici, pur con la conseguenza non voluta di limitare la coscienza e di abbreviare la vita, se non esistono altri mezzi: in questo caso, infatti, la morte non è voluta o ricercata, nonostante che per motivi ragionevoli se ne corra il rischio, semplicemente si vuole lenire il dolore in maniera efficace (Evangelium vitae 65). Viene applicato il principio del duplice effetto: il fine oggettivo dell’azione e l’intenzione dell’agente è solo di lenire il dolore; l’effetto non voluto è di abbreviare di poco la vita. Ma la grande differenza rispetto all’eutanasia è che non si ottiene il primo effetto per mezzo del secondo, che rimane fuori dall’intenzione e non è direttamente provocato dai mezzi impiegati, ma dalla malattia che reA.A. sta la causa della morte”.


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Veneto in primo piano 13 30 Il Veneto in primoIlpiano Molte le novità normative

Aria di votazioni: 345 sindaci a rinnovo Meno consiglieri, meno assessori e soprattutto meno minoranza. E se il comune non raggiunge i mille abitanti: solo il sindaco!

Rappresentanza di genere

doppia preFerenza e giunte paritarie

di Germana urbani

Q

uello che inizia è un anno che potremmo definire straordinario dal punto di vista elettorale. Primo perché a primavera i veneti saranno chiamati alle urne per eleggere i propri rappresentanti in Europa ma anche perché si dovranno rinnovare ben 345 sindaci e relativi consigli comunali. Il dato più significativo, però, è che da questa tornata di amministrative i consigli comunali avranno profili e numeri molto diversi da quelli che abbiamo conosciuto sino ad oggi. Le elezioni amministrative impegneranno tutte le province con numeri considerevoli di comuni al voto ma l’unico comune capoluogo che va al rinnovo è Padova. Altri 60 i municipi da rinnovare nel resto della provincia, ben cinque quelli con popolazione al di sopra dei 15mila abitanti che potranno eleggere il primo cittadino col doppio turno: Cadoneghe, Monselice, Padova, Rubano, Selvazzano Dentro. Nel vicentino saranno 88 le amministrazioni da rinnovare. Anche qui sono cinque i comuni al di sopra dei 15mila abitanti che eleggeranno il primo cittadino quasi sicuramente al secondo turno. Sono Basano del Grappa, Schio, Valdagno, Arzignano e Montecchio. In provincia di Verona, invece, i comuni al voto saranno 52, quattro quelli al di sopra dei 15mila abitanti: Legnago, San Bonifacio, Negrar e Pescantina. Belluno, invece, rinnoverà le amministrazioni di 38 comuni, quasi tutti sotto i 5mila abitanti, mentre Rovigo ne rinnoverà 34 ma solo tre di medie dimensioni e comunque sotto i 15mila. Nel veneziano si voterà per il sindaco solo in 15 comuni, in tre di questi, Spinea, Scorzè e Noale, si voterà con il doppio turno. Le prossime amministrative, però, cambieranno il volto dei Consigli Comunali che potranno essere più “rosa”, grazie all’introduzione della doppia preferenza di genere che interesserà i comuni sopra i 5000 abitanti, ma soprattutto più ridotti per effetto della norma che, con l’obiettivo di ridurre i costi della politica, ha ridotto il numero di consiglieri e assessori comunali. In nome della famigerata spending review, nel 2011 il Governo Monti decise di tagliare le spese cominciando dal basso e, a dirla tutta, dalle briciole. Sì perché è vero che qualcosa si risparmierà ma è anche vero che il gettone di un consigliere

T I nuovi Consigli Comunali vedranno le minoranze ridotte a numeri scandalosi per la democrazia di un comune di medie dimensioni non è che una minuscola frazione del compenso pagato ad un parlamentare o ad un consigliere regionale. Ma quel che è peggio è che con questi tagli a farne davvero le spese sono le minoranze che, anche nelle città più grandi, si troveranno con una manciata di consiglieri. Guardando in profondità alle normative è possibile capire la portata del dimagrimento dei consigli comunali. Governerà solo il sindaco, senza assessori, nei Comuni che hanno fino a mille abitanti. Accanto a lui verranno eletti sei consiglieri invece che nove e tutte le competenze della giunta comunale verranno attribuite esclusivamente al primo cittadino.

Il numero dei consiglieri passerà da nove a sei, anche nei Comuni con popolazione da 1.001 a 3 mila abitanti, mentre gli assessori saranno al massimo due. I municipi con residenti tra i 3.001 e i 5 mila, avranno 7 consiglieri, non più 12, e la giunta sarà composta al massimo da tre persone. Cambierà relativamente poco per i Comuni che contano tra i 5.001 e i 10 mila abitanti: il numero dei consiglieri scende da 12 a 10, mentre quello degli assessori resta fermo a quattro. Riduzioni previste anche nei centri più grandi. I Comuni con il numero di abitanti tra 10.001 e 30 mila avranno 16 consiglieri, non più 20, quelli che hanno tra 30.001 e 100 mila abitanti, ne avranno 24 invece di 30, mentre per quelli con più di 100 mila abitanti o per i capoluoghi di provincia, come Padova, il numero di consiglieri scenderà da 40 a 32.

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ra le novità che investiranno questa tornata ci sono quelle introdotte dalla legge n.215 del 2012 pensata per rispondere alla sotto rappresentazione delle donne nelle istituzioni pubbliche, e in particolar modo “volta a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali”. Questa legge ha, di fatto, cambiato la normativa per l’elezione dei consigli comunali dei comuni che superano i 5000 abitanti. I cittadini, infatti, potranno esprimere due preferenze per i consiglieri comunali purché riguardanti candidati di sesso diverso. Se per errore la doppia preferenza, comunque non obbligatoria, dovesse andare a persone dello stesso sesso, la seconda preferenza verrà annullata. La legge inoltre prevede la cosiddetta “quota di lista”, che fa sì che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in lista per oltre due terzi del totale dei candidati. E’ vero, però, che solo nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, il mancato rispetto della quota potrà determinare la decadenza della lista. La norma, entrata in vigore già lo scorso anno, ha già dimostrato la sua efficacia in termini di presenze femminili nei neo-eletti Consigli Comunali. Si è registrata, infatti, una crescita robusta e diffusa delle donne, tanto che in termini assoluti esse raddoppiano mentre in termini percentuali la loro presenza è due volte e mezzo quella della precedente tornata. Da ultimo un recente emendamento, approvato alla Camera nella seduta notturna del 21 dicembre, nel corso dell’esame del ddl n. 1542-A di riforma degli enti locali (città metropolitana, province, unioni e fusioni di comuni) sancisce che nelle giunte comunali nessun genere può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento. Saranno pertanto illegittime le giunte con meno del 40 per cento di donne. Il testo deve ancora passare all’esame del senato ma se passerà anche lì il volto delle prossime giunte cambierà molto con buona pace di tutti.

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16 Cultura veneta 32 Intervista ad Aldo Tagliapietra

“Le mie verità nascoste” e “L’ angelo rinchiuso”, un’occasione per rivivere quarant’anni di carriera di Graziano Edi Corazza

A

ldo Tagliapietra ha una biografia lunga un braccio con Le Orme, band storica veneziana, di cui è stato leader; e poi ha una carriera solista importante. Scrive libri: “Le mie verità nascoste” è l’ultima fatica letteraria ma continua anche a cantare e con il suo nuovo disco “L’ angelo rinchiuso” ha toccato le corde più alte del “progressive”, nella migliore tradizione romantico/melodico/ progressiva italiana. Le due produzioni sono state l’occasione di questa intervista che ripercorre oltre quarant’anni della sua vita artistica. L’ultima volta che ti ho visto eri al concerto di Crosby, Stills, Nash... “Si’, belli, non li avevo mai visti conoscevo quattro/cinque loro canzoni e risentirle mi ha fatto piacere. Ero curioso di sentire e vedere come “tre” quasi settantenni se la cavavano dal vivo. Mi sono piaciuti ed ho visto come hanno conservato il loro entusiasmo”. Quali altri concerti sei andato a vedere negli ultimi anni? “Vedo spesso Tiziano Ferro e Gianna Nannini grazie al fatto che mio figlio Davide è chitarrista e lavora con loro. Davide è produttore e collabora anche con Ramazzotti ed Antonacci”. Pensavo mi parlassi anche dei Van Der Graaf Generator. So che sei loro amico soprattutto di David Jackson che ha suonato con te diverse volte... “Vuoi sapere una cosa? Non li ho mai visti dal vivo. Anche se siamo stati noi italiani a scoprirli prima dei loro paesi anglosassoni”. Hai presentato a fine estate 2013 il tuo ultimo disco “L’Angelo Rinchiuso” al Parco San Giuliano di Mestre suonandolo prima di “Felona e Sorona”... “Mi sembrava doveroso farlo vicino a casa. E’ stata una serata in cui il tempo ha tenuto e c’è stato un bell’afflusso di gente”. Il titolo: da dove nasce? “Da un vecchio quadro di Paul Whitehead. Quando viene in Italia mi manda sempre una cartolina. Una delle

ultime aveva impressa l’immagine di un suo quadro “Locked Angel”. E così è nato il titolo del mio ultimo disco”. Quali copertine ritieni le migliori che ha fatto? “Ne ha fatta di belle per i Genesis...” E anche per i VDGG. “Sì, giusto. Ma per me la più bella sua copertina è quella che ha disegnato per il mio penultimo disco del 2012 “Nella Pietra e nel Vento”. Poi come è andata a Milano in ottobre 2013? “E’ stata una serata esclusiva per i giornalisti nella quale ho presentato l’ultimo cd con “Felona e Sorona””. Cosa differenzia “Felona e Sorona” da questo tuo cd del 2013 e cosa li unisce? “Volevo che fosse una suite, il tema principale di questo mio ultimo lavoro discografico. Le mie composizioni rappresentano le mie due anime. Ho un’anima cantautorale da ballata ed un’anima progressive. In effetti se ascolti da “L’angelo rinchiuso” il brano “Passato e Futuro” ci sono arpeggi di organo che richiamano “Felona e Sorona””. Cosa ascoltavi quando avete composto con Le Orme “Collage” e cosa ascolti ora? “All’epoca 1969/1970 ascoltavo Quatermass, Atomic

Museo Diocesano di Padova

dal 18 gennaio “i colori del sacro”, gli illustratori raccontano il viaggio

L

’uomo, fin dalle origini della sua storia, si è spostato, ha camminato per cercare terre fertili, nuovi orizzonti. Le tre grandi religioni monoteiste, inoltre, hanno tutte radici nella storia di popolazioni nomadi e le divinità si sono spesso rivelate a popoli in cammino o a singoli pellegrini. Il viaggio, dunque, è connaturato all’uomo e il viaggio è centrale anche nel suo rapporto con il soprannaturale. Per questo la settima edizione dell’ormai popolare mostra di illustrazioni e illustratori “I colori del sacro” sarà interamente dedicata al tema del viaggio. Dal 18 gennaio le tavole di illustratori di tutto il mondo, moltissimi da paesi “nuovi” finora non rappresentati, daranno corpo e colore all’esposizione che fino al prossimo 2 giugno rimarrà allestita al Museo Diocesano, di Padova. Abbiamo sollecitato illustrazioni – spiega Andrea Nante, direttore del Museo Diocesano e curatore della Rassegna - che esplicitino il tema approfondendo sia quegli aspetti legati al desiderio di conoscenza e di scoperta che da sempre caratterizza gli spostamenti verso terre e popoli lontani, sia tutti i risvolti più di tipo psicologico, emotivo e spirituale che accompagnano le fasi del viaggio e che accomunano il sentire di chi parte, per qualsiasi meta, fosse anche un partire simbolico”. L’edizione 2014 della rassegna vuole quindi raccontare il viaggio come esperienza di vita tout court, ripercorrendo la storia, i testi sacri e i racconti pagani e mitologici, i riti e le tradizioni, nel tentativo di rivelare la dimensione emotiva e spirituale di ogni partenza e di ogni ritorno.

Rooster, E.LP., Yes. Eravamo molto influenzati dai suoni delle bands che prediligevano ballads e suite tastieristiche. Oggi non ascolto molte cose nuove”. Oggi alcuni giovani non conoscono il “prog”. Altri lo definiscono “dinosauresco”... “I giovani non sono interessati più di tanto a questa musica. Per loro è un genere che considerano coma la “musica classica del rock”. Noi sappiamo quanto è bella, comunque. Sia il progressive che la musica classica. Io amo molto la melodia e questa mi viene molto facilmente”. Produzione e distribuzione di un disco oggi quanto sono cambiati rispetto a quando hai iniziato? “Noi siamo stati venti anni con la Phonogram, oggi Universal che aveva grandi mezzi di produzione e di distribuzione. Noi ci preoccupavamo solo di fare musica; al resto pensavano loro. Le case discografiche oggi stanno scomparendo e sono state ridimensionate con internet. Io, senza contratto discografico, ho optato anni fa per l’autoproduzione insieme a Gloria (Tagliapietra, sua figlia, nda). Abbiamo la Clamore che è una società di comunicazione e produzione che con la Self distribuisce i miei lavori discografici e libri. Così ho il controllo

completo su tutta la proprietà editoriale della mia produzione di oggi”. I rapporti con le altre “Orme” oggi come sono? “Ognuno sta’ facendo la sua vita. Non aggiungo altro”. Ora sei in tour? Vuoi dirci dove possiamo vederti nei prossimi mesi? “Inizieremo a fare qualcosa da fine gennaio 2014. Intanto proseguo con questi “reading parole e musica”. Ci parli di questo tuo ultimo libro? “Le mie verità nascoste” è una autobiografia che nasce dalla voglia di narrare non solo della musica che ho fatto, dei viaggi, del sistema musicale vigente, di Sanremo ma anche dei miei pensieri, delle mie opinioni, della vita. In effetti, si chiama “Le mie verità nascoste” perché sono le mie. Il titolo è in parte preso da una canzone delle Orme scritta da me “Verità nascoste” appunto”. Immagino che anche “L’ angelo rinchiuso” racconti di te? “Sì, the “locked angel”, sono io che parlo, che racconto i miei pensieri attuali attraverso la musica. Una suite progressiva di 12 brani scritti da me ed arrangiati con la complicità di Matteo Ballarin ed Andrea De Nardi. Una suite che ha qualche collegamento con “Felona e Sorona”. Racconti ai nostri lettori di quando viaggiavate con un furgoncino 238 Fiat per andare a vedere i concerti fino a Londra... “Viaggiavamo con una 1100 fiat scassata non nostra. E noleggiavamo un furgoncino 238 Fiat per le nostre serate. Poi abbiamo acquistato una 125 Fiat. Con quella siamo a andati a Londra ed all’isola di White...” Avete visto l’ultimo concerto di Jimi Hendrix! “Esatto! Ed anche il primo grande live di Emerson Lake & Palmer”. E con le macchine come andò? “Poi quando siamo diventati “relativamente benestanti” abbiamo acquistato un bel Mercedes blu ed abbiamo iniziato anche a viaggiare in aereo”.

Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova

La bellezza torna dopo l’orrore

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e Tre Grazie, sono una delle opere scultoree più ammirate e conosciute del Canova ma in realtà sono sei: tre sono quelle del gruppo commissionato da Josephine de Beauharnais, moglie di Napoleone, oggi all’Ermitage di San Pietroburgo, le altre tre invece andarono al Duca di Bedford che, visto il gesso conservato nell’atelier romano dello stesso scultore, lo supplicò di creargli un ulteriore esemplare in marmo. A Possagno rimasero solo i gessi sui quali Canova aveva lavorato per preparare le versioni in marmo. La prima versione non si spostò mai dalla casa dell’artista, il secondo gesso, invece, quello servito per le Grazie inglesi, arrivò più tardi, giusto in tempo per venire, con altre opere conservate nella Gipsoteca, investito dalla nuvola di calcinacci causata dai cannoneggiamenti austroungarici durante la Prima Grande Guerra, quando Possagno, ai piedi del Grappa, era zona di battaglia. All’indomani del conflitto, Stefano e Siro Serafin, custodi e abilissimi restauratori, sanarono molti dei danni riportati dai fessi del Canova ma non agirono sulle Grazie di Bedford che deturpate trovarono sede nella sala del consiglio comunale di Possagno come stridente ricordo di un guerra terribile per il paese. A cent’anni dallo scoppio della Grande Guerra, però, mentre l’Europa si appresta a ricordare quel centenario, anche le Grazie “inglesi” risorgono, ritrovando tutte le loro parti. Quello che i Serafin non si sentirono di fare lo consente ora la tecnologia. Grazie alla collaborazione delle National Galleries of Scotland, di Edinburgo, proprietari del prezioso marmo, è stato possibile fotografare e scansionare l’opera e grazie all’elettronica si è riusciti a ricomporre le parti mancanti al gesso di Possagno. In mostra, fino al prossimo 4 maggio, si potranno ammirare entrambi gruppi delle Grazie, quello “russo”, e quello “inglese”. Insieme ai bozzetti delle due opere, fanno parte dell’esposizione le tempere, i disegni, le incisioni preparati da Canova per le grazie mentre una vera mostra nella mostra è costituita dall’esposizione delle crude immagini della Gipstoteca e dei Gessi di Canova all’indomani dei bombardamenti: immagini concesse da due archivi pubblici, drammatiche nella volontà di costituire una precisa documentazione di un orrore.




Cultura veneta 17 35 Grandi mostre Fino al prossimo 21 aprile al Museo d’Arte Moderna di Cortina

venezia - ca’ rezzonico

Sironi e Cortellazzo, dialogo tra chi non si è mai conosciuto P

una mostra per riscoprire pietro bellotti

Pur non essendosi mai incontrati di persona, il loro lavoro presenta tratti comuni, il loro sensibile li portò ad affrontare, tematiche esistenziali, solopur con esiti stilistici differenti

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opo il successo di critica e di pubblico ottenuto dalla mostra Mario Sironi. Anni ’40 e ’50, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo prosegue l’approfondimento sull’opera di Sironi dedicando la mostra della stagione invernale, che proseguirà fino al prossimo 21 aprile, all’incontro e al confronto tra due artisti che non si sono mai conosciuti, ma il cui lavoro presenta dei forti tratti comuni: Mario Sironi e Gino Cortelazzo. Si tratta del primo omaggio che il Museo delle Regole dedica all’artista di Este di cui possiede una pregevole scultura in alabastro. Gino Cortelazzo fu una delle voci più originali della scultura italiana del dopoguerra. Alla sua scomparsa, nel 1985, ha lasciato più di cinquecento sculture oltre ad opere plastiche di vario tipo, disegni e grafica. Opere di Cortelazzo si trovano in varie città e musei come la Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro, il MART e il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi appunto. Artista di ricerca, Cortelazzo, così come anche Mario Sironi, sperimentò ogni materiale: non smise di indagare le possibilità del bronzo ma lavorò anche la pietra, l’alabastro,

l’onice, perfino la cartapesta e la resina. Amò molto il ferro e il legno, ai quali spesso tornava. Sviluppò una personalissima idea di figurazione indiretta, basata sul suggerire stimoli visivi sui quali ogni spettatore potesse costruire una sua propria immagine, frutto del dialogo con la sua fantasia e la sua cultura. La mostra, curata da Luciano Gemin, architetto, collaboratore di Carlo Scarpa e grande amico di Cortelazzo, propone ventidue sculture messe a confronto con ventidue dipinti di Mario Sironi, tra cui il bellissimo Ritratto di Boccioni in trincea, dipinto quando Sironi e Boccioni condivisero i duri momenti della trincea durante la prima guerra mondiale e Il mio funerale piccola e struggente opera in cui Sironi immaginava il suo funerale con il carro funebre seguito da uno sparuto gruppo di persone: in effetti la sua previsione si avverò, morì a Milano in agosto e al suo funerale assistettero pochi intimi amici. Il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi custodisce nelle sue sale oltre novanta opere del pittore sassarese, quasi tutte appartenenti agli anni ’40 e ’50. Sono anni particolarmente difficili per Sironi, deluso dalla deriva totalitaria e

dal successivo crollo dell’ideologia fascista, straziato dalla morte della figlia, le opere che dipinse in questi anni, ispirate dal paesaggio montano di Cortina, sono intense e dure, di grande forza espressiva. Pur non essendosi mai incontrati di persona, molte sono le analogie che è possibile ravvisare nel lavoro di Sironi e Cortelazzo. Entrambi approfondirono con interesse ed attenzione l’arte contemporanea a loro, parteciparono, pur con il carattere schivo che li contraddistingueva, ai fermenti artistici e alle ricerche dei propri anni. Il loro animo sensibile li portò ad affrontare, nei propri lavori, tematiche esistenziali, pur con esiti stilistici differenti. L’opera di Sironi poi, pur utilizzando la pittura come mezzo espressivo, è estremamente scultorea, soprattutto negli anni di cui sono testimonianza le opere in mostra. Le montagne di Cortina, così forti e massicce, ispirarono molto il pittore e gli suggerirono un tratto altrettanto forte e dai volumi definiti per dare forma alle proprie sensazioni. Anche per Cortelazzo intensa fu l’esigenza di trovare, come scrisse il critico Mazzariol, nella materia la propria possibilità di essere messa in forma.

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ietro Bellotti è l’ultimo nome di una dinastia famigliare già di per sé affascinante e ‘complicata’ dove tutti sono pittori, per di più specializzati in vedute. Bernardo Bellotto è suo fratello, Canaletto suo zio e forse sono stati i loro nomi ad eclissare il pur bravo Pietro. Per lungo tempo ritenuto un vedutista marginale oggi finalmente, grazie anche a recenti studi che ne hanno riabilitato il nome all’interno dell’arte veneziana del ‘700, Ca’ Rezzonico ospita la sua prima mostra monografica. L’esposizione curata da Charles Beddington, Alberto Craievich e Domenico Crivellari riunisce per la prima volta quarantatre dipinti provenienti da collezioni private europee e statunitensi, che ricostruiscono il percorso artistico di Bellotti, documentando con la maggior ampiezza oggi possibile il suo vasto repertorio figurativo. Faranno inoltre parte dell’esposizione, allestita nelle scenografiche sale al primo piano di Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano, i pochi dipinti firmati dal pittore e l’eccezionale nucleo di diciassette tele con vedute delle principali città europee, alcune delle quali firmate sul retro, il cui percorso collezionistico è documentato dal XVIII secolo: si tratta dei ‘dipinti pilota’ da cui è iniziata, a partire dal 1952, la riscoperta dell’artista. Il pittore, attraverso uno stile autonomo e personale, elabora le invenzioni di Canaletto ampliando il tradizionale repertorio veneziano con numerose vedute delle più importanti città d’Europa - oltre ad alcuni capricci architettonici - e rivelando, attraverso le opere oggi a lui attribuite, una personalità più complessa di quanto si potesse sospettare in passato.


Sì, viaggiare 10 Sì. 36 L’AVVENTURA

Ghana, Togo e Benin memorie di schiavi e riti vudù

VIAGGIO SU ROTTE SCONOSCIUTE AL TURISMO DI MASSA CON LO SPIRITO DI VIAGGIATORI D’ALTRI TEMPI (CHATWIN VI AMBIENTÒ IL “VICERÈ DI OUIDAH”) PER RIPERCORRERE LA MEMORIA DEL TURPE COMMERCIO PRATICATO FINO AL 1885 DAI NEGRIERI E PER CONOSCERE DA VICINO CULTURE TRIBALI COME QUELLE DEI KOKOMBA, DEI BASSAR DEI TATA TAMBERMA E DEI SOMBA CUSTODI DI MISTERIOSE PRATICHE ANIMISTE E INFINE GANVIÉ, GRANDE CITTÀ LACUSTRE SULLE PALAFITTE

IN COPERTINA LA SFILATA DEL CORTEO REALE DURANTE L’AKWASIDAE FESTIVAL DI KUMASI: IN PRIMO PIANO IL RE (DEPOSTO) ASANTEHEN OSEI TUTU. IN ALTO: IL MERCATO GALLEGGIANTE DI GANVIÉ IN BENIN, LA PREPARAZIONE DEL FUFU E UN VILLAGGIO KOKOMBA IN GHANA. SOTTO: L’ALBA A BOUKOMBÈ IN BENIN, VENDITRICE DI ANANAS IN TOGO, LA FORTEZZA DI ELMINA (GHANA) E MERCATO DEI FETICCI AD ABOMEY IN BENIN. SOTTO: UN VILLAGGIO DI ETNIA BASSAR (GHANA), LA COSTA GHANESE NEI PRESSI DI CAPE CROSS, BARCHE TIPICHE A GANVIÉ (BENIN) LA PIETRA DEI SACRIFICI ANIMALI FRA I BASSAR, DANZA TRADIZIONALE TOGOLESE, PASSERELLA AL KUKUMI NATIONAL PARK IN GHANA E LA PORTA DEL “NON RITORNO” A OUIDAH IN BENIN

A

ver letto Bruce Chatwin nel suo “Vicerè di Ouidah” aiuta a capire meglio questa realtà a noi così lontana. Come la visione dell’inquietante film “Cobra verde” di Werner Herzog. Questo angolo di Africa misteriosa e profonda richiede una sorta di iniziazione culturale per essere colta nella sua essenza. E’ l’Africa della tratta degli schiavi, vergognosa pratica commerciale continuata fino al 1885 (quando da Ouidah in Benin salpò l’ultima nave portoghese diretta in Brasile con il suo carico di disperazione umana); l’Africa dei riti vudù, sospesa fra credenze animiste e magia. Un viaggio in Ghana, Togo e Benin, lontano dalle rotte turistiche, introduce a questo mondo ai nostri occhi così sconosciuto. Ci fa vedere un’Africa lontana dagli stereotipi dei depliant turistici, un’Africa che nemmeno la devastante piaga del colonialismo sembra aver scalfito più di tanto. Il Ghana è il paese più sviluppato dei tre, è il paese che ha dato i natali all’ex segretario dell’Onu Kofi Annan). Quando si chiamava Costa d’Oro (l’attuale repubblica indipendente è nata nel 1957) ed era inglese le sue ricchezze erano i giacimenti auriferi e il cacao. Dal 2007 vi si è aggiunto anche il petrolio, scoperto lungo la costa. Il Ghana ha molti volti da mostrare. Lasciata la caotica Accra e costeggiato l’Atlantico bordato di palme da cocco si raggiungono Winneba, Cape Coast ed Elmina, pittoresche località animate dalla vita del porto peschereccio e dominate dalle possenti fortezze costruite dai Portoghesi quali punto di partenza verso le Americhe dei galeoni carichi di schiavi. Quattro anni fa hanno visto il pellegrinaggio anche del presidente americano Obama. Elmina in particolare, con il suo stile coloniale e il suo pullulare di gente intorno alle lunghe barche dei pescatori, suscita sensazioni e atmosfere già care a Chatwin. Lasciata la costa un brivido lo offre la visita

del Kakum National Park con le sue lunghe passerelle sospese a 40 metri d’altezza sopra gli alberi. Kumasi è tappa d’obbligo. E’ la città reale, la città della dinastia Ashanti, non più al potere ma ancora molto influente. L’attuale sovrano, Asantehen Osei Tutu, è personaggio ancora molto amato dai ghanesi. La fortuna è capitare a Kumasi durante l’Akwasidae Festival. Nel corso della festa il re viene portato in sfilata su una portantina seguito da un corteo di notabili protetti da grandi ombrelloni rossi simili a quelli esibiti con sfarzo nei riti copti in Etiopia. E tutt’intorno danze tradizionali accompagnate dai ritmi delle percussioni. A Bonwire c’è un villaggio di tessitori di stoffe kente con telai in legno. Il viaggio entra nel vivo nella regione di Tamale, il Brongo Alto, dove la savana comincia a dominare il paesaggio. A Pikworo ci sono i resti del campo in cui venivano concentrati gli schiavi catturati all’interno, una visita che stringe il cuore. Nei pressi di Bolgatanga sorgono dei villaggi di etnia Kokomba. I più tradizionali sorgono sulle Tongo Hills, fra spettacolari formazioni rocciose modellate dal vento e impreziosite da piante senza foglie ma dai grandi fiori rosa. La visita ai santuari, dove ancora si svolgono sacrifici animali (come del resto all’interno dei villaggi), avviene secondo antichi rituali: anche le donne devono entrarvi senza maglietta e a piedi scalzi. Ogni villaggio ha un re, o un capotribù, che in genere ha più mogli. Via terra, lungo una strada polverosa, si passa la frontiera per il Togo. E il paesaggio cambia di colpo: più verde, più montuoso. Lungo le strade un andirivieni costante di gente.

L’ex colonia tedesca (e poi francese) nella sua parte nord, nei pressi di Kara, propone la sua parte etnografica più interessante: i villaggi fortificati dei Tata Tamberma, oggi tutelati come patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Le case fortezza di paglia, fango e legno hanno permesso a queste popolazioni di difendersi da numerose minacce. Gli ingressi sono molto stretti e in molti casi bisogna entrare di spalla. Il Benin è il paese più povero fra i tre, ma turisticamente non meno interessante. Entrando dal Togo si penetra nella regione dei Somba, nome dato ai Betammaribe, popolo insediatosi fra le pietre del massiccio Atacora un migliaio di anni fa. I Somba amano costruire le loro case molto distanziate le une dalle altre. Durante gli attacchi mirati alla cattura degli schiavi queste genti si barricavano nelle loro case fortificate. In questi villaggi sopravvivono molti riti tribali, come quello della circoncisione, che si pratica a 25 anni (il giovane deve arrivarci “vergine”). Imprescindibile nel Benin la visita di Abomey, l’antica capitale dell’impero Dan-Homey (da cui Dahomey, nome originario del paese dopo l’indipendenza dalla Francia). Del grandioso palazzo reale, dopo le distruzioni operate dai francesi nel 1892, rimagono poche vestigia, recentemente restaurate su iniziativa dell’Unesco. La Casa delle perle è un tempio animista fato costruire da re Glele utilizzando anche il sangue di 41 schiavi... nell’esercito del Dan-Homey è leggendaria la presenza di seimila amazzoni armate fino ai denti. Bella l’atmosfera coloniale che si respira lungo le strade di Abomey

e anche in qualche albergo (in qualche caso ricco di giardini con grandi sculture in legno). Nella zona non è raro imbattersi in qualche rito vudù, durante il quale lo stregone si fa da intermediario con gli spiriti tramite dei feticci (in genere parti di animale essiccate al sole) a fini propiziatori della fertilità o di altri auspici. Ganvié è la Venezia del Benin, città di 35.000 abitanti costruita interamente su palafitte, dove la vita di tutti i giorni si svolge a bordo di barche e piroghe. Persino i commerci. Questo straordinario insediamento è stato costruito sul lago Nokouè, di fronte a Cotonou (la capitale economica del Benin), per sfuggire ai commercianti di schiavi. Offre scorci estremamente suggestivi. Infine Ouidah, dove il simbolo della memoria degli schiavi è rappresentato dalla “Porta del non ritorno”, da cui partivano i dolenti carichi umani per attraversare l’oceano. Ouidah è una roccaforte del vudù, rito che da qui fu esportato nei Caraibi dagli schiavi di etnia Ewe. E’ una bella cittadina dall’atmosfera coloniale ricca di musei che raccontano della tratta degli schiavi. Da vedere anche il Tempio del pitone che conserva i segreti del culto del serpente. Imperdibile l’emozione di passare parte della notte sulla spiaggia ad ascoltare il ruggito minaccioso dell’Oceano... con l’accortezza di restare lontani dalla portata delle onde, in quanto il rischio di farsi travolgere e risucchiare è reale. Coinvolgenti anche le osservazioni notturne del cielo: la volta celeste, in assenza di inquinamento luminoso, sembra a portata di mano. Pare quasi di toccarla. E quante stelle cadenti...


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34 38 I nostri esperti

Cos’è il sexting AFFARI DI FAMIGLIA

Cari Lettori e Lettrici, questo mese affronto il delicato fenomeno del SEXTING, una moda “negativa”, proveniente dall’America e diffusa negli ultimi anni anche in Europa, che purtroppo coinvolge prevalentemente i ragazzi/e dai 12 ai 18 anni di età ed ha per oggetto la diffusione di immagini a contenuto sessuale. ma in concreto che cos’è il sexting? come si diFFonde? perché il sexintg è pericoloso? Mi sono occupata di SEXTING anche recentemente in qualità di relatrice al convegno nazionale per la sensibilizzazione sui rischi internet indetto da Internet In Sicurezza con il patrocinio della Provincia di Treviso e di Educomun – Centro di Eccellenza per l’educazione ai media e alla comunicazione- tenutosi il 19 dicembre 2013 presso la Provincia di Treviso in occasione della premiazione del 3 Concorso Nazionale rivolto agli studenti delle scuole superiori presenti sul territorio e avente come titolo il SEXTING. Il termine Sexting deriva dalla fusione di due termini sex (sesso) e texting (pubblicazione di un testo) ed indica, così come evidenziato anche su siti importanti quale quello di telefono azzurro “l’invio e/o la ricezione e/o la condivisione di testi, video o immagini sessualmente esplicite o comunque inerenti la sessualità”. Le modalità con cui avviene la diffusione del materiale sono molteplici e tra loro eterogenee, potendo realizzarsi sia con la trasmissione attraverso siti internet, e – mail, social network o, più semplicemente, con l’invio di sms o mms mediante telefono cellulare. La pericolosità del sexting va individuata in una serie concatenata di fattori, tra i quali spiccano certamente il contenuto sessuale delle immagini condivise, la circostanza che in prima battuta i giovani sentiti sulla questione ritengono di “non vederci nulla di male” inconsapevoli della gravità del loro comportamento, nella diffusione incontrollata di quanto inviato tramite l’utilizzo della rete e dei social network, nell’incrementare il mercato della pornografia minorile e il rischio concreto per i minori di essere soggetti a ricatti e abusi di vario genere.

A ciò si aggiunga che, il più delle volte, i ragazzi coinvolti “quasi per scherzo” anche in danno di propri coetani non sono consapevoli di trasmettere materiale dal contenuto pornografico. Sul punto si consideri però che dall’ottobre 2012 il legislatore italiano ha introdotto nel Codice Penale un’espressa definizione di materiale a contenuto pedopornografico ricomprendendovi “…ogni

rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore degli anni diciotto per scopi sessuali”. IL SEXTING E’ REATO? COSA FARE PER TuTELARSI DAL SEXTING? Il sexting, nella misura in cui consiste nel ritrarsi in atteggiamenti

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sessualmente provocatori o in atti sessuali, e nell’inviare ad altri soggetti, attraverso sms o altri mezzi, la propria immagine così creata, non integra di per se stesso un reato penalmente previsto e dunque sanzionato dal nostro ordinamento. E’ per lo più quella condotta che viene posta in essere dopo l’adescamento del minore in internet che, carpita la sua fiducia, invia immagini o materiale dal contenuto sessualmente esplicito a un adulto che a sua volta può porre in essere altre condotte penalmente rilevanti quali ad esempio la detenzione di materiale pedopornografico, la pornografia minorile, la violenza sessuale. Nell’ipotesi in cui un minore venga coinvolto in un fenomeno di sexting è necessario che lo stesso si confidi con un adulto di sua fiducia, denunci immediatamente all’Autorità Giudiziaria i fatti con dovizia di particolari e soprattutto non cancelli foto/filmati/ messaggi inviati e ricevuti sia perché inutile a lavare il proprio senso di colpa e vergogna ma, soprattutto, perché potrebbe cancellare prove importanti contro il soggetto che si è reso responsabile di condotte penalmente rilevanti. Vi chiedo di scrivermi anche in privato per raccontarmi cosa ne pensate, se siete o meno mai stati vittima di sexting e cosa avete fatto. Colgo l’occasione per AUGURARVI UN 2014 ricco di emozioni positive, prosperità, felicità e salute. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.


studente che, per esempio, deve organizzare lo studio in vista di un esame, non potrà pianificare

i compiti che richiedono un maggiore sforzo cognitivo, in quanto le risorse del nostro

aver sottostimato o sovrastimato il carico di lavoro. E’ sempre bene tener conto di

riempire ogni momento della giornata di cose da fare. Ricordiamo, inoltre, di lasciare

pieni di significato, poiché ci portano a pensare e riflettere.

DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – e-mail: lara.tasso@libero.it

I nostri esperti 39

IL DIRITTO PER IL CITTADINO

Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin

Il “nuovo” condominio: attenzione al passaggio delle spese

La disciplina del condominio è stata recentemente modificata della L. n. 220/2012, in vigore dal 18.6.2013; di grande importanza sono alcune norme dettate in tema di responsabilità per le spese condo-miniali. Poiché le spese condominiali possono raggiungere cifre anche molto importanti, occorre prestare grande attenzione quando si vende o si acquista un appartamento in condominio; né chi vende né chi com-pra può dirsi davvero al sicuro se non si è provveduto nell’atto di compravendita a disciplinare in modo chiaro la sorte delle spese condominiali. In base alle nuove disposizioni, infatti, chi acquista in condominio è obbligato al pagamento delle spese non solo per l’anno in corso in cui acquista, ma pure

per tutto l’anno precedente; quindi, si potrebbe essere tenuti a versare i contributi di spese anche piuttosto remote (es. se ho comprato nel novembre del 2013, sono obbligato per tutte le spese del 2013 ed, in più, per quelle del 2012). Il consiglio, dunque, po-trebbe essere quello di pretendere dal venditore una dichiarazione in atto con la quale il medesimo dichiari di essere in regola con il pagamento delle spese ovvero, ancor meglio, pretendere un’attestazione da parte dell’amministratore di condominio dalla quale risulti lo stato dei pagamenti degli oneri condominiali da par-te di chi ci vende l’appartamento. Resta ferma, comunque, la possibilità di far assumere in atto al venditore la garanzia per eventuali spese non saldate che dovessero

emergere dopo il rogito. Anche chi vende, tuttavia, deve prestare grande attenzione alla sorte delle spese; non si creda, in-fatti, che, una volta venduto l’appartamento, delle spese risponda semplicemente il nuovo proprietario; di-fatti l’art. 63 disp. att. c.c., nella sua nuova versione, stabilisce che chi vende non solo è obbligato per tutte le spese maturate prima dell’atto di vendita, ma che pure resta obbligato con chi compra per tutti i contri-buti che dovessero maturare fino a quando una copia autentica (cioè notarile) dell’atto di compravendita non venga trasmessa all’amministratore. Si tratta di una formalità in più di grande importanza, che, tuttavi-a, spesso, viene tralasciata (un po’ per la novità della norma un po’ per impreparazione).

Per capirne il rilie-vo basti questo semplice esempio: Tizio vende nel novembre 2013 a Caio un appartamento; l’atto di com-pravendita non viene trasmesso all’amministratore; supponiamo che Caio nel periodo successivo (es. nei due anni successivi 2014 e 2015) risulti moroso nel pagamento delle spese condominiali; ebbene l’amministratore di condominio potrebbe rivolgersi

per il pagamento di queste spese anche a Tizio, che a suo tempo ha venduto l’appartamento a Caio e che, per ignoranza o non adeguatamente consigliato, non ha proceduto a trasmettere l’atto di compravendita all’amministratore: una bella sorpresa, dunque, che potrebbe arrivare anche a molti anni di distanza da quando si è venduto l’appartamento!

DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN mceolin@notariato.it



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INGREDIENTI: 50 GR. DI BURRO, 20 GR. DI FARINA GR DI LATTE UOVA 75 GR. DI RASPADURA (FORMAGGIO GRANA CON SOLI 3 MESI DI STAGIONATURA TAGLIATO IN FOGLI SOTTILISSIMI GRAZIE AD UN’APPOSITA LAMA), 4 PORCINI FRESCHI MEDIO-PICCOLI, 4 CUCCHIAI DA ZUPPA DI OLIO EXTRAVERGINE, 2 CUCCHIAI DA CAFFÈ DI ACETO BALSAMICO TRADIZIONALE DI MODENA, LA PARTE BIANCA DI 1 PORRO. ESECUZIONE IN UN TEGAME IN ALLUMINIO ANTIADERENTE, FONDERE IL BURRO E UNIRE LA FARINA, FRUSTARE PER AMALGAMARE E AGGIUNGERE IL LATTE; SALARE E CUOCERE A FUOCO DOLCE SEMPRE FRUSTANDO FINCHÈ NON COMINCERÀ A BOLLIRE, SPEGNERE IL FUOCO ED UNIRE LA RASPADURA. MESCOLARE FINO A COMPLETO SCIOGLIMENTO ED AGGIUNGERE I DUE ROSSI D’UOVO, TENENDO DA PARTE I BIANCHI. INTANTO TAGLIARE IL PORRO IN DUE TRONCHETTI DI CIRCA 8 CM., DIVIDERLI E POI TAGLIARLI ALLA JULIENNE FINISSIMA PER IL LUNGO. METTERLI A BAGNO IN ACQUA FREDDA. PRENDERE I DUE BIANCHI D’UOVO E PORLI IN UNA CIOTOLA DI ACCIAIO, QUINDI APPOGGIARLI IN UN BAGNOMARIA TIEPIDO E ROMPERLI CON L’AIUTO DI UNA FORCHETTA; VERSARLI NEL COMPOSTO PREPARATO IN PRECEDENZA, SISTEMARLO DI SALE E DIVIDERLO IN 4 CIOTOLOINE DI ALLUMINIO IMBURRATE; CONSERVARLI IN FRIGORIFERO. SCOLARE I PORRI E FARLI ASCIUGARE IN UN COLINO PER POCHI MIN., DEVONO RESTARE UMIDI MA PERDERE L’ECCESSO DI ACQUA, INFARINARLI E FRIGGERLI IN OLIO NON TROPPO CALDO AFFINCHÈ SECCHINO SENZA COLORARE. ACCENDERE IL FORNO A 210° E POSIZIONARVI UNA PLACCA PIENA DI ACQUA PER FARE BAGNOMARIA, QUANDO SARÀ IN TEMPERATURA METTERVI A CUOCERE I FLAN PER 12 MIN.;INTANTO MONDARE E SPAZZOLARE PER BENE I PORCINI E TAGLIARLI A FETTE IL PIÙ SOTTILE POSSIBILE, DISTRIBUIRLE U 4 PIATTI PIANI E FREDDI, SALARE, PEPARE E CONDIRE CON OLIO E ACETO BALSAMICO PRECEDENTEMENTE MESCOLATI. QUANDO I FLAN SARANNO PRONTI (DEVONO ESSERE ANCORA UN PÒ CRUDI NEL LORO INTERNO) GIRARLI AL CENTRO DEI PIATTI E METTEVI SOPRA UN CIUFFO DI PORRI FRITTI. MESSAGGIO PUBBLICITARIO

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TORO DAL 21/04 AL 20/05

SIETE SONE DIVERSE: I PROBFASCINO

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