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Periodico d’informazione locale. Anno XX n.121 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Mira Nasce il Registro delle Unioni Civili pag.
Campolongo In 1500 contro il degrado degli argini
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Sociale Sfrattati, in 4000 finiscono in albergo
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EDITORIALE
Scuola elementare ridipinta dai genitori
Il Vajont non ci ha insegnato nulla di germana urbani
La solidarietà risolve i problemi e abbatte i costi. E’ successo questa estate a Campagna Lupia quando un gruppo di una ventina di genitori della scuola elementare Giacomo Leopardi si è messa al lavoro e ha ridipinto in tre mesi tutta la scuola, facendo risparmiare al Comune ben 30 mila euro. pag. 13
A Dolo, Una mostra sull’antico egitto
A Dolo sarà possibile respirare l’aria dell’antica civiltà egizia, alla mostra “L’Osirion di Abido: viaggio nel cuore spirituale dell’Antico Egitto”. L’esposizione si terrà da venerdì 11 ottobre a lunedì 6 gennaio 2014, all’interno delle sale, delle antiche scuderie di Dolo. pag. 16 10%
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Troppi cantieri sulla Brentana a Mira, è caos Due i blocchi che preoccupano: uno a Mira Porte, e l’altra da Mira Vecchia a Mira Taglio
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ira asfissiata dai cantieri almeno per altri 5 mesi. E’ la situazione che si è creata da inizio ottobre, con l’apertura dell’ennesimo cantiere sulla Brentana. Oltre a quello presente a Mira Porte nel tratto che va da via Boldani a via Modena, ci sarà un altro tratto di regionale bloccata, da Mira Vecchia a Mira Taglio e lo sarà fino al 25 febbraio 2014. Forze politiche e cittadini sono in subbuglio. La domanda che molti si fanno è riferita al coordinamento dei lavori. Ci si chiede se il
comune non poteva fermare Veneto Strade e evitare l’accavallarsi di così tanti cantieri. Ci saranno code chilometriche ogni giorno. Il centro di Mira sarà paralizzato per mesi, riflettono in tanti. Intanto anche l’ordinanza di chiusura al traffico per i lavori su via Monte Sommo e via Valdarno è stata prorogata fino al 31 dicembre 2013. Questo per consentire la conclusione dei lavori di realizzazione della bretella di collegamento tra la Regionale 11 e la strada provinciale n. 30 nei pressi dell’incrocio con via Mon-
ferrato. Ma vediamo nel dettaglio i lavori. Il tratto stradale interessato dai cantieri è di circa 1 chilometro: dall’incrocio con via Verdi, quasi al confine con Dolo (a Mira Vecchia), all’incrocio con via Argine Destro Canale Taglio. Il restringimento della carreggiata, per tratti successivi comunque mai superiori a 200 metri, sarà regolato in questi mesi con impianto semaforico. Il cantiere funzionerà dal 30 settembre al 25 febbraio 2014. pag. 8
L’Intervento
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PIOVE DI SACCO e limitrofi
Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire rossimità attiva”, questa la proposta del presidente dell’Upa Roberto boschetto, tra chi amministra e chi produce. Un nuovo patto, intendo, che sia fondato non sulla logica dello scambio (di consenso, di interessi), ma sulla trasparente “coalizione”...
idimensionare, conservare, restaurare, coltivare, redistribuire. A volte bastano poche parole, una presa di posizione netta e, forse, tutto può cambiare, svoltare. Anche il destino di una sola persona o di intere comunità. Così sarebbe stato per Longarone 50 anni fa se l’interesse di pochi sulla diga e i profitti che avrebbe prodotto, non avesse prevalso criminosamente sull’interesse di molta povera gente. Guardando al Veneto di oggi e ripensando al disastro del Vajont vien da dire che non abbiamo imparato niente. Con l’autunno arriveranno le piogge. Una volta erano una benedizione, oggi le scongiuriamo come un nuovo flagello. Le esondazioni frequenti, gli allagamenti improvvisi che paralizzano le nostre città ci hanno insegnato a temerle ma soprattutto hanno reso evidente che la rete idrica e la terra, che ancora respira libera dal cemento, non bastano più ad assorbire l’acqua che cade dal cielo. Eppure chi ha il potere di farlo continua a progettare strade, nuovi quartieri, grandi ospedali. Nemmeno la crisi segna una battuta d’arresto in questa corsa al cemento. Non ci sono più soldi per nulla eppure sulle grandi opere non si torna indietro.
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EDITORIALE
segue da pag.
Il Vajont non ci ha insegnato nulla
Protezione civile
ricerca delle persone scomparse, si fa formazione Un “addestramento” speciale per i volontari della Protezione civile della provincia, chiamati ad una giornata di formazione sulle modalità di ricerca delle persone scomparse, fenomeno in aumento anche nel territorio del Veneziano. Il seminario si è svolto lo scorso 3 ottobre, ospitato dall’auditorium dei Vigili del Fuoco di Mestre. Vi hanno partecipato circa 150 volontari, provenienti da vari gruppi e associazioni. La Protezione civile svolge infatti un ruolo importante in caso di persone scomparse, in quanto concorre, in ausilio alla Provincia di Venezia, insieme alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco, alle operazioni di ricerca, così come disposto nel marzo 2011 dal Piano per la ricerca delle persone scomparse, uno dei primi in Italia.
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E ancora una volta ci si deve chiedere a vantaggio di chi vadano queste scelte. L’inchiesta che vede coinvolti gli ingegneri veneti Baita e Mazzacurati la dice lunga in merito, ma è solo la punta di un iceberg. Basta seguire la cronaca per cogliere come attorno ai grandi progetti veneti vi siano molte falle di trasparenza e di legalità e conflitti di interessi in atto, senza contare il rischio ormai documentato di infiltrazioni mafiose. Contro la speculazione che cancella il territorio agricolo e intere comunità si alza sempre più spesso la voce di comitati territoriali in difesa dell’ambiente. Persone informate che chiedono di prendere parte con meccanismi democratici alle decisioni per lo sviluppo del territorio. Che chiedono un’inversione di tendenza perchè, soprattutto oggi, il tema delle grandi opere rischia di essere per la nostra Regione un nodo cruciale. Il Veneto ha un triste primato dal punto di vista ambientale: è la regione più cementificata d’Italia. Il consumo di suolo agrario è passato dai 72 milioni di mq all’anno negli anni Ottanta ai 182 milioni mq all’anno dal 2000 in poi. Un consumo di suolo pari a 38 ettari al giorno tra il 2000 e 2010. Inoltre, a fronte di un incremento della popolazione di 429.274 abitanti, sono state costruite 367.354 nuove abitazioni per una popolazione di un milione di abitanti. Occorre chiedersi davvero se continuare a costruire e a cementificare sia davvero la via giusta per la garantire ripresa economica e benessere ai veneti. Credo che a 50 anni dalla tragedia del Vajont la risposta debba essere un’altra e che si componga proprio di quelle poche parole che Don Albino Bizzotto ha consegnato al Consiglio regionale veneto invitando la politica al programmare nuove forme di sviluppo sostenibile. Il prete padovano è stato protagonista ad agosto di un lungo digiuno in nome dell’ambiente e quando è stato invitato ad intervenire a palazzo Ferro-Fini ha messo uno in fila all’altro i numeri che lo preoccupano, quelli sul consumo di suolo, sulla necessità di salvaguardare l’agricoltura, il fabbisogno alimentare e la terra in generale. Ridimensionare, conservare, restaurare, coltivare, redistribuire. di Germana Urbani
Pesca
Lutto
le nostre condoglianze a mauro Condoglianze al nostro direttore Mauro Gambin che ha perso la mamma, mancata prematuramente lo scorso settembre. L’editore, tutta la redazione, l’amministrazione, la grafica e l’area vendita di Give Emotions sono vicini a Mauro in questo momento di lutto e di grande dolore.
Al via le serate del Cai
Parte a Mirano una rassegna di 7 serate culturali organizzate dal Cai. Il primo appuntamento è per il 16 ottobre alle o 20.45, al Teatro di Villa Belvedere di Mirano. Per la serata di apertura del corso “sentieri verso l’equilibrio” verrà rappresentato lo spettacolo teatrale “il ritratto della salute, scalare una montagna chiamata vita”, a cura di Mattia Fabris e Chiara Stoppa con Chiara Stoppa, Produzione Compagnia Atir. Info www.caimirano.it.
piattaforma web per valorizzare le produzioni La Provincia ha richiesto un finanziamento alla Regione del Veneto nell’ambito del programma “Fondo europeo della pesca” per realizzare il progetto di una “Piattaforma web per la valorizzazione delle produzioni alieutiche tradizionali della costa veneziana”. L’obiettivo è quello di creare l’incrocio fra domanda e offerta di prodotti ittici pescati nella fascia costiera veneziana da Chioggia a Bibione.
A Mirano
Porto Marghera
Riviera Mira
Provincia Laguna
Lo scolo Brentelle sarà messo in sicurezza pag.
Campolongo
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Si terrà il processo a Dante Alighieri pag.
Camponogara
L’illuminazione pubblica sarà a costo zero pag.
In primo piano
Grandi navi, scontro tra Porto e Ministero pag. 18
scuola
Le risposte della scuola ai bambini con Dsa
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Regione
Fondi per i lavoratori Vynils
società
Donne eccellenti, anche in tempo di crisi
pag.
il personaggio
Gioco d’azzardo: una patologia e un mercato per le mafie pagg. 26-27
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I 35 anni della Banda musicale cittadina di Chioggia pag. 22
territorio
pag.
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La pioggia risveglia gli spettri dell’alluvione pag. 31
Vynils di Porto Marghera: soluzione parziale per i prossimi mesi. Sono stati stanziati nelle scorse settimane 120 mila euro dalla Regione per quei lavoratori che continueranno a garantire la sicurezza e il presidio ambientale, in pratica 66 lavoratori percepiranno 400 euro in più per sei mesi che si aggiungono alla cassa integrazione. Sarà la Provincia di Venezia a coordinare e rendere praticabile l’utilizzo dei fondi da un punto di vista procedurale e organizzativo
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di
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Questa edizione raggiunge le zone di Mira, Camponogara, Campolongo, Campagnia Lupia per un numero complessivo di 16.443 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 settembre 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese IMPOSTE Nel 2013 la pressione fiscale raggiungerà il 44,2% del Pil. Un record mai toccato in passato, ben 12,8 punti percentuali in più rispetto al 1980. In termini assoluti, per la Cgia di Mestre, ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.629 euro: ben il 120% in più di quanto abbiamo pagato nel 1980
Tasse da record soffoc
di Alessandro Abbadir
E’ scattato l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, colpirà soprattutto le fasce meno abbienti della nostra regione
La Tares si è rivelata un salasso ben più ampio delle imposte Tia – Tarsu precedenti
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asse si ma quali? La repentina crisi di governo, e la sua soluzione con la messa in un angolo dell’ex premier Silvio Berlusconi, non hanno sciolto il dubbio agli italiani e ai veneti. Cosa si pagherà? Per cominciar,e dato sconcertante: nel 2013 la pressione fiscale ha raggiunto il 44,2% del Pil. Un record mai toccato in passato, ben 12,8 punti percentuali in più rispetto al 1980. In termini assoluti, denuncia la Cgia di Mestre, ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest’anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11.629 euro: ben il 120% in più di quanto pagato nel 1980 (5.272 euro pro capite). Questo è riconducibile al fatto che le stime della Cgia hanno tenuto conto delle disposizioni fiscali introdotte successivamente (DL 63/2013 “proroga agevolazioni fiscali Irpef ristrutturazione edilizia e risparmio energetico”, DL 69/2013 “del fare”, DL 76/2013 “differimento aumento Iva” e DL 102/2013 “abrogazione prima rata Imu”). Nel momento in cui scriviamo l’aumento dell’Iva è scattato dal 21 al 22% . Una misura che deprimerà i consumi. Vediamo gli effetti nel dettaglio per il Veneto. “L’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22% - spiegano in una nota Unioncamere Venete - comporterà nella nostra regione una contrazione dei consumi di 61 milioni di euro nell’ultimo trimestre 2013 e di 251 milioni nel 2014, mentre gli investimenti si ridurranno di ulteriori 40 milioni di euro quest’anno e di 158 nel 2014”. Nel complesso il Veneto perderebbe una quota
l’appello degli induStriali padovani al miniStro zanonato
“Si ripristini la deducibilità dell’Imu sui fabbricati produttivi e sugli alberghi”
L
a deducibilità al 50% dall’imponibile Ires e Irpef dell’Imu che grava su fabbricati produttivi e alberghi, sparita nell’ultima versione del decreto legge 102 del 31 agosto, avrebbe consentito alle imprese venete un risparmio d’imposta di 90 milioni di euro, alleggerendo un gettito Imu 2013 stimato in 652 milioni, il 35,1% più del 2012, ma addirittura +112% rispetto all’Ici 2011. La marcia indietro del Governo è suonata come una beffa, dopo che le bozze del decreto davano per certo l’inserimento dello sconto fiscale sui beni strumentali alle attività produttive. Fino al ripensamento finale: né abolita l’Imu per le imprese né resa deducibile, seppure parzialmente (e non dall’Irap). La stima è di Confindustria Padova che, partendo dai dati dell’Agenzia del Territorio, ha stimato il gettito Imu 2013 dal sistema produttivo regionale e quindi calcolato quale sarebbe stato il risparmio d’imposta per effetto della deducibilità al 50% dall’imponibile Ires e Irpef. “Gli imprenditori sono stanchi di promesse fatte e non mantenute - ha dichiarato il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin (in foto)-. Come è pensabile ritrovare un sentiero di crescita se alla prova dei fatti il sistema produttivo, vero motore del Paese, è trattato alla stregua di Cenerentola di ogni decisione di politica economica e fiscale? Così si deprimono le aspettative e la ripresa resta una chimera”. Da qui l’appello al ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato perché “si trovino gli spazi per ripristinare nella legge di stabilità la deducibilità dell’Imu”.
di Pil intorno ai 105 milioni nel 2013, e in 420 milioni a partire dal 2014. Per l’impatto sul reddito disponibile delle famiglie, l’aumento farebbe crescere l’incidenza dall’attuale 15,6% al 16,1% con uno scostamento del +0,47%. Gli effetti sarebbero più pesanti per le famiglie con reddito basso. Lo scostamento sarebbe dello 0,82% per i nuclei familiari nel primo decile (cioè la decima parte meno abbiente della popolazione) mentre si ridurrebbe al +0,16% per le famiglie più ricche. Con l’aumento dell’Iva, a pagare il conto più salato a livello nazionale, saranno le famiglie della provincia autonoma di Bolzano: l’aggravio medio annuo sarà pari a 135 euro. Seguono quelle venete, con 113 euro, quelle emiliano – romagnole, con 111 euro e quelle lombarde, con 108 euro. Le realtà meno colpite, invece, saranno quelle del sud. Per questo sono tanti gli appelli al governo per bloccare questo provvedimento. Giuseppe Bortolussi dice: “Il governo abbassi l’Iva, ma senza aumentare le tasse. I problemi sono molti: gli esodati, il rifinanziamento della Cig in deroga, la seconda rata dell’Imu, il rientro del rapporto deficit/Pil sotto il 3%. Sarebbe opportuno ripartire dall’Iva che, purtroppo, è aumentata di un punto”. Bortolussi fa una precisazione: “La riduzione dell’aliquota dal 22 al 21% non dovrà avvenire attraverso l’introduzione di nuove tasse. Si prevedeva che il mancato aumento dell’Iva fosse coperto da un ritocco all’insù delle accise sui carburanti e da un aumento degli acconti Ires e Irap in capo alle imprese. Bisogna trovare nuove
coperture agendo sulla spesa pubblica improduttiva: stop ad ulteriore incremento del carico fiscale”. Ma non è solo l’Iva a preoccupare. Un salasso arriverà anche dalla Tares, la tassa sui rifiuti in vigore da quest’anno. Quest’anno l’importo medio dovrebbe attestarsi sui 450 euro a famiglia. La Tares costerà agli italiani 2 miliardi in più di quanto pagavano con la Tarsu/Tia. Tra il 2000 ed il 2013 l’aumento delle bollette relative al servizio di asporto rifiuti è stato del 67 per cento: se tredici anni fa ogni famiglia pagava mediamente 270 euro, con la Tares l’esborso medio per ciascun nucleo si attesta sui 451 euro. “Come è possibile che nel 2013 le famiglie paghino un importo così pesante – su chiede il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi - quando negli ultimi 5 anni di crisi economica la produzione dei rifiuti urbani è diminuita del 5 per cento e l’incidenza della raccolta differenziata, che ha consentito una forte riduzione dei costi di smaltimento, è aumentata di oltre il 30 per cento?”. Il cuore della ex Finanziaria sarà, la riduzione delle tasse sul lavoro e del cuneo fiscale con l’obiettivo di rendere più pesante la busta paga dei lavoratori. Saranno previsti sgravi fiscali per le start-up innovative. La seconda rata dell’Imu si pagherà? Mistero. Ad ora sembra che il governo avrebbe intenzione di ripristinare l’Imu per quel 10% di famiglie che possiedono immobili di lusso, per coprire le nuove esigenze finanziarie si punta alle dismissioni e soprattutto al taglio della spesa pubblica.
Argomento del mese 5 8 Argomento del mese Dopo l’Imu sulla prima casa
Foto grande di case foto piccola Marco stradiotto, se possibile recente
cano l’economia veneta Tagli agli sprechi
L’Anci contesta le dismissioni delle società di Alessandro Abbadir
S
prechi pubblici e tasse da pagare. Fra i provvedimenti che accompagnano le azioni di taglio nelle pubbliche amministrazioni c’è quella che prevede che i comuni dovranno dismettere le proprie società, a meno che queste non abbiano chiuso in utile gli ultimi tre esercizi. Il termine fissato al 30 settembre è stato prorogato ma non mancano le polemiche. Si tratta di un provvedimento che nelle intenzioni intendeva restringere le aree di spreco e risanare i conti pubblici, limitando anche il malcostume delle assunzioni imposte da logiche clientelari. Così entro la fine del 2010 i Comuni fino ai 30 mila abitanti avrebbero dovuto liberarsi di tutte le partecipazioni (per i Comuni fra i 30 e i 50 mila entro il settembre 2014), termine poi portato appunto al 30 settembre 2013. Insomma sono passati quasi tre anni e si parla di una nuova proroga. I Comuni a rispettare i termini non ci pensano proprio. Anci Veneto è chiarissima, e contesta alla radice le motivazioni del provvedimento. Il presidente dell’Anci Veneto va giù pesante “È una norma insulsa – dice Giorgio Dal Negro (nella foto), presidente di Anci Veneto e sindaco di Negrar, in provincia di Verona – che fa di un’erba un fascio senza distinguere le singole situazioni”. Sulla stessa linea Diego Marchioro, sindaco di Torri di Quartesolo (Vicenza), e presidente commissione finanza locale per l’Anci Veneto. Per Marchioro si può anche pensare che le ”motivazioni alla base del provvedimento siano sensate però la mia obiezione è di carattere economico: se ho una società che rispetta i parametri di mercato e magari mi garantisce un utile, perché mai dovrei dismetterla? Stabiliamo dei parametri finanziari e poi facciamoli rispettare a tutte le società controllate o partecipate dagli enti locali”.
spalla pag 5 per veneziane
Marco Stradiotto
Marco Stradiotto (Pd)
“Con la service tax maggiore equità” L
’abolizione dell’Imu sull’abitazione principale e la sua sostituzione con un‘imposta comunale sui servizi decisa dal Governo era una riforma necessaria. L’affermazione è dell’ex senatore del Partito democratico Marco Stradiotto, ed ex sindaco di Martellago, nel Miranese, ora impegnato con un gruppo di lavoro che, per conto di Sose Spa - una società creata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia per svolgere altre attività di studio e ricerca in materia tributaria - sta determinando i costi e i fabbisogni standard dei Comuni, delle Province e delle Regioni. L’esponente del Pd, si dice convinto sostenitore della riforma che introduce un’imposta più equa dell’Imu. “Chi ha ragionato sul piano teorico - sostiene Stradiotto - non ha considerato che le rendite catastali nel nostro Paese sono sperequate, sia tra i diversi territori che all’interno dello stesso comune. L’effetto pratico ha determinato che nello scorso anno vi siano stati cittadini “ricchissimi” che hanno versato, sulla prima casa, pochissima Imu e cittadini “poveri” che, sempre sull’abitazione principale, hanno pagato tantissima Imu”. Affermazioni argomentate con una serie di dossier, comparazioni e analisi sui dati del 2012. “L’Imu contiene due errori di fondo e un vizio che l’anno trasformata in un’imposta ancora più iniqua della vecchia Ici” afferma parlando di “un’imposta comunale trasformata in un’imposta mista. Ciò ha creato un mix perverso fra rendite catastali squlibrate, coefficienti moltiplicatori e detrazioni uguali per tutti”. “Questa iniquità - prosegue - andava risolta. La soluzione poteva essere quella di attendere la rideterminazione delle rendite catastali di tutti i fabbricati, come previsto dalla delega fiscale, quindi di rivedere sia il meccanismo dei coefficienti moltiplicatori sia quello delle detrazioni previste per l’Imu, ma il tempo necessario per fare tutto questo richiede un lavoro di alcuni anni mentre l’iniquità andava risolta subito. Il Governo ha trovato una soluzione che risponde sia alla necessità di rendere più equo il prelievo fiscale sia alla necessità di dare ai comuni uno strumento che possa garantire le risorse necessarie per erogare i servizi, consegnando ai comuni una reale autonomia finanziaria, in linea con quelli che sono i principi cardine del federalismo fiscale dove ad una maggiore autonomia deve corrispondere una maggiore responsabilità”. “Con l’abolizione dell’Imu sull’abitazione principale e con la previsione della service tax - riassume allora Stradiotto - si determina: una maggiore equità del prelievo fiscale tra i cittadini dello stesso Comune; un maggiore equilibrio del prelievo fiscale fra i diversi territori e tra i diversi comuni; una maggiore autonomia finanziaria dei comuni accompagnata da una maggiore responsabilità degli stessi che con il nuovo sistema possono calibrare in modo equilibrato l’imposta. La service tax è una vera imposta federalista che permette di valutare l’operato degli amministratori, permette al cittadino di valutare l’efficacia e l’efficienza dei propri amministratori, permette il: “pago,vedo,voto!”. Con un sistema fiscale sugli immobili basato sui metri quadrati e con delle detrazioni sulla base del numero dei residenti si riesce a garantire una maggiore equità e si risponde meglio al principio della progressività. Con il meccanismo della service tax si riconosce che la prima casa non produce reddito, ma invece produce la necessità di fruire di alcuni servizi collettivi offerti dal Comune e che vanno pagati (una sorta di canone condominiale per garantire i servizi e gli spazi comuni)”. “A distanza di 2 anni - conclude allora Stradiotto - viene approvata dal Governo una riforma dell’imposizione fiscale comunale che corrisponde alla stessa proposta che il Pd formulò nel 2011, è per questo che dico che per gli osservatori superficiali sbagliano quando considerano l’abolizione dell’Imu e la previsione della service tax come la vittoria del Pdl. In realtà si tratta della vittoria del buon senso e dell’equità”. O.J.
6 Mira
In breve
Territorio Contro il pericolo allagamenti interviene il Consorzio di Bonifica
Scolo Brentelle messo in sicurezza Partono i lavori per un investimento di 900 mila euro. Si tratta di un intervento del quale si parlava già negli anni ‘80 di Alessandro Abbadir
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l Consorzio di bonifica Acque Risorgive dà il via ad un intervento importante per la sicurezza idraulica di un’ampia fascia di territorio del comune di Mira. Un territorio già colpito negli anni scorsi dal fenomeno massiccio degli allagamenti. Ha aperto in questi giorni, infatti, il cantiere per il ripristino funzionale dello scolo Brentelle, un progetto finanziato con fondi comunitario per un investimento complessivo pari a 900 mila euro. “Di questo intervento – precisa il direttore Carlo Bendoricchio – si parlava già negli anni 80, ma i progetti redatti in quegli anni sono rimasti incompiuti per mancanza di adeguati finanziamenti. Ora che sono state reperite le risorse, possiamo finalmente intervenire per sistemare in particolare il tratto tra Mira Taglio e la ferrovia oggi in uno stato di grave degrado, a causa anche dei numerosi restringimenti causati dall’azione dell’uomo”. Tra i problemi principali la presenza di numerosi allacciamenti di privati alla rete fognaria che attraversano lo scolo ostruendo il deflusso dell’acqua; la
Lo scolo Brentelle
Inaugurato il ponte in via Bastie interne E’ stato inaugurato nelle scorse settimane il nuovo ponte all’incrocio fra Bastie Interne e via Foscara. I cittadini della borgata hanno manifestato la loro soddisfazione a quanti si sono adoperati per far si che il ponte, chiuso da mesi perché pericolante, fosse ricostruito in tempi rapidi. Erano presenti rappresentanti del Consorzio Acque Risorgive l’ingegner Marco Gervasutti e il consigliere Franco Barberini.
Gambarare in lutto, morto Savino Scantamburlo
presenza di costruzioni e terrapieni realizzati fino al limite del corso d’acqua, oltre alla presenza di numerosi pali della linea telefonica lungo la sponda. Per porre rimedio a questi problemi idraulici e agli estesi fenomeni di tracimazione del canale in questo tratto, il progetto del Consorzio prevede di spostare l’alveo verso ovest, oltre la condotta fognaria, nel rispetto degli attuali confini di proprietà, e senza modificare la morfologia del paesaggio. La sezione dell’alveo sarà maggiore rispetto a quella attuale. L’ex sedime, interrato, costituirà la fascia di rispetto nonché la pista di transito
per le operazioni di manutenzione da parte del Consorzio di bonifica. Sarà creata anche una piccola scolina di guardia con lo scopo di garantire il drenaggio dei fondi limitrofi. Gli attraversi carrai esistenti, saranno ricreati sul nuovo alveo garantendo adeguata capacità di deflusso delle acque. La scelta progettuale infine permetterà di eliminare l’intersezione tra Scolo Brentelle e fognatura nera a sud dell’abitato di Mira Taglio (l’attuale sifone è ormai insufficiente), spostandola a valle presso la ferrovia, nel tratto dove è previsto il risezionamento dell’alveo.
E’ morto dopo una lunga malattia lo storico presidente del Gambarare Calcio Savino Scantamburlo. Scantamburlo conosciuto da tutti, è stato per anni un punto di riferimento per i giovani della frazione e di tutta Mira avendo costituito la società che gestiva un vivaio di tutto rispetto, a cui attingevano tante grandi squadre di serie A e B per far crescere piccoli campioni. Al suo estremo saluto c’erano centinaia di persone.
Scuola steineriana, appuntamenti pedagogici Al via a un ciclo di conferenze dedicate alla pedagogia, all’educazione e alla salute di bambini e ragazzi alla Scuola Steineriana di Oriago di Mira. Il 25 ottobre l’apuntamento è con “Finalità ed obiettivi della pedagogia di Rudolf Steiner”. Tutte le conferenze si svolgeranno presso il teatro della scuola di Riviera Bosco Piccolo 40, a Oriago di Mira, con inizio alle ore 20.45, tranne il primo appuntamento.
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Rifiuti Triplica l’ecomobile
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uone novità per la raccolta differenziata a Mira. Da questo mese la presenza mensile dell’Ecomobile nel territorio comunale passa da due a sei volte, consentendo così di offrire il servizio in modo più efficace e organizzato a un numero sempre maggiore di cittadini. “Si tratta – spiega l’assessore all’Ambiente Maria Grazia Sanginiti – del risultato di un accordo con Veritas, con cui ci proponiamo di contrastare più efficacemente l’abbandono dei rifiuti, tutelando quindi meglio il territorio”. L’Ecomobile è pensato, per raccogliere oggetti e materiali ingombranti, legno, ferro, apparecchiature elettroniche, rifiuti pericolosi. Tutti materiali che non rientrano tra quelli per cui è attiva la raccolta differenziata e che spesso finiscono per essere abbandonati in discariche improvvisate, invece che essere consegnati ai Centri di raccolta. Da qui l’idea dell’Ecomobile, un centro mobile di raccolta, che mensilmente, finora, si posizionava a Mira Nord (parcheggio di via Oberdan) ogni secondo mercoledì del mese dalle 7.30 alle 11.30 e a Oriago Centro (in Piazza Mercato) ogni quarto mercoledì del mese, sempre dalle 7.30 alle 11.30. Ora gli appuntamenti con l’Ecomobile diventano sei al mese e interessano anche Gambarare, Mira Sud, Oriago via Sabbiona, e Borbiago. Delle frazioni rimangono scoperte Marano (ma è la località più vicina al Centro di raccolta di Veritas) e Malcontenta per cui non è stato possibile individuare un luogo di sosta adeguato. Questi i giorni e gli orari del servizio: Gambarare: in via Maestri del Lavoro,
ogni primo venerdì del mese dalle 7.30 alle 11.30; Mira Sud: stazione di Mira Buse, ogni secondo venerdì dalle 7.30 alle 11.30; Oriago via Sabbiona: strada laterale del campo da calcio, ogni terzo venerdì del mese dalle 7.30 alle 11.30; Borbiago: area impianti sportivi, ogni terzo lunedì del mese dalle 7.30 alle 11.30. Possono utilizzare l’Ecomobile solo le utenze domestiche del Comune di Mira, fino a un massimo di due pezzi e comunque per un volume totale di un metro cubo. Per consegnare i rifiuti è necessario mostrare all’operatore un documento di identità. “Questi nuovi appuntamenti con l’Ecomobile – dice Sanginiti – avranno un carattere sperimentale per i prossimi mesi, per verificarne l’interesse e l’utilizzo da parte dei cittadini ed apportare eventualmente gli opportuni correttivi”. Continuerà comunque a funzionare il servizio di raccolta ingombranti a domicilio su prenotazione (tel. 800.811333). A.A.
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C O R O NA
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LLO / C E R A ETA
8 Mira L’Intervento
Viabilità Lavori pubblici Veneto Strade fa partire il terzo intervento nel territorio comunale
Troppi cantieri, è caos viario di Alessandro Abbadir
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ira asfissiata dai cantieri almeno per altri 5 mesi. E’ la situazione che si è creata da inizio ottobre, con l’apertura dell’ennesimo cantiere sulla Brentana. Oltre a quello presente a Mira Porte nel tratto che va da via Boldani a via Modena, ci sarà un altro tratto di regionale bloccata, da Mira Vecchia a Mira Taglio e lo sarà fino al 25 febbraio. Forze politiche e cittadini sono in subbuglio. La domanda che molti si fanno è riferita al coordinamento dei lavori. Ci si chiede se il comune non poteva fermare Veneto Strade e evitare l’accavallarsi di così tanti cantieri. Ci saranno code chilometriche ogni giorno. Il centro di Mira sarà paralizzato per mesi, riflettono in tanti. Intanto anche l’ordinanza di chiusura al traffico per i lavori su via Monte Sommo e via Valdarno è stata prorogata fino al 31 dicembre. Questo per consentire la conclusione dei lavori di realizzazione della bretella di collegamento tra la Regionale 11 e la strada provinciale n. 30 nei pressi dell’incrocio con via Monferrato. Ma vediamo nel dettaglio i lavori. Il tratto stradale interessato dai cantieri è di circa 1 chilometro: dall’incrocio con via Verdi, quasi al confine con Dolo (a Mira Vecchia), all’incrocio con via Argine Destro Canale Taglio. Il restringimento della carreggiata, per tratti successivi comunque mai superiori a 200 metri, sarà regolato in questi mesi con impianto semaforico. I lavori prevedono il consolidamento della banchina stradale, e la realizzazione di marciapiedi e aree parcheggio. Il cantiere funzionerà dal 30 settembre al 25 febbraio 2014, con interruzione durante le festività natalizie, dalle 8 - 18. L’assessore ai lavori pubblici di Mira Luciano Claut già ammette che ci saranno problemi nelle prossime settimane. “Questi lavori di Veneto Strade comportano indubbiamente - osserva - chiusure, e limitazioni al traffico che creeranno un notevole disagio per i cittadini e gli automobilisti. Sono necessarie proprio per consenti-
NEWS
Sulla Brentana bloccati i tratti a Mira Porte, da via Boldani a via Modena, e da Mira Vecchia a Mira Taglio Code sulla Brentana a Mira
re fra qualche mese una circolazione più spedita e più sicura, anche per pedoni e ciclisti. Chiediamo pazienza, impegnandoci a vigilare sulla puntualità dei lavori e perché non si verifichino disservizi o ritardi”. Intanto a prendere posizione sono Federconsumatori di Riviera e Miranese con Alfeo Babato e il legale Carlo Pognici, e il vicepresidente dell’Ascom Adelino Carraro, titolare del ristorante il Burchiello. “ E’ una situazione - spiega Carraro - che provoca disagi e danni alle decine di attività commerciali che si trovano lungo la brentana a Mira e Oriago. Il comune doveva coordinare questi interventi, non subirli. Si rischia di provocare crolli di fatturato agli esercenti“. Con i commercianti però rischiano di pagare il prezzo di questo
segue da pag.
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...competenze, risorse - progettuali ed economiche - per perseguire insieme, nell’autonomia dei ruoli, soluzioni ai bisogni concreti di cittadini e imprenditori. Qualche esempio, per essere più chiaro. Come mitigare l’impatto (prevedibile) delle nuove tasse locali (la non ancora nata, ma già famigerata Service tax) sulle tasche di famiglie e imprese? Sediamoci a un tavolo, tecnici dei comuni e delle associazioni imprenditoriali, e verifichiamo se ci sono spazi per soluzioni equilibrate. Come pianificare condizioni di crescita sostenibile, attenta alle esigenze di chi produce e rispettosa dell’ambiente? Rendiamo ancora più stringente il coordinamento sulle politiche urbanistiche e territoriali. Come lenire la piaga della disoccupazione, di cui spesso i sindaci sono testimoni partecipi ma impotenti? Incrociamo le nostre conoscenze sul bisogno di lavoro e sulla domanda che c’è nel territorio. Con un approccio non assistenziale, ma certamente «sociale». Come tentare la via dei bandi europei, penso alle Smart cities (ma anche innovazione, mobilità sostenibile, turismo), per intercettare fonti di finanziamento alternative a quelle (prosciugate) di Roma? Mettiamo insieme le rispettive competenze progettuali e tecniche per giocarci le nostre chance a Bruxelles. Sono esempi parziali, ma che spero diano il senso di come interpreto quella “prossimità attiva” tra chi amministra e chi produce, in una logica “coalizionale”, non più rivendicativa. Non sarà la panacea, ma una via più diretta ed efficace al cuore dei problemi (e delle soluzioni). I comuni sono l’istituzione più prossima alla gente, più vicina ai bisogni di famiglie e imprese. Forse è proprio da qui che può ripartire un’”operazione fiducia” che restituisca credibilità alla politica, rigeneri il senso di comunità, raccordi le energie migliori per costruire valore condiviso. Ben venga, allora, l’intuizione di ripartire da quella “prossimità attiva”, da un raccordo più intenso e operativo tra chi ha la responsabilità di amministrare e chi quella di rappresentare il tessuto produttivo ed economico. Da tradurre nell’elaborazione di una “veduta lunga” sulle traiettorie di sviluppo, in proposte e azioni condivise. È un approccio che trova terreno fertile in una comunità locale che ha già sperimentato, con alterni successi, i coordinamenti fra le categorie economiche, i quattro tavoli delle Ipa (le intese programmatiche d’area), le unioni dei comuni. Da rilanciare oggi con più convinta determinazione, nella consapevolezza delle connessioni che oggi legano in unico destino tutti gli attori sociali ed economici. Senza aspettare il tornante della primavera 2014, quando più di sessanta comuni padovani andranno al voto, compreso il capoluogo. Ma avviando da subito il dialogo e il confronto con i sindaci e gli amministratori, affinché la prossima tornata elettorale non sia un ring inconcludente di slogan e bandierine ideologiche. *Presidente della commissione sanità del Consiglio Veneto
Nuovo parcheggio alla stazione di Marano
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di Marco Pavin*
Urbanistica
pprovato in consiglio comunale a Mira il Protocollo d’intesa tra Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), Comune di Mira e Comune di Mirano per la realizzazione degli interventi di attenuazione dell’impatto socio-ambientale del quadruplicamento della linea Padova-Mestre. I lavori previsti riguardano la pista ciclopedonale dalla stazione di Marano a via Muratori e da via Muratori a Vetrego. Il nuovo parcheggio a nord della stazione, ridimensionato rispetto alla previsione iniziale è ora capace di circa un centinaio di posti auto. Ci sarà la completa sistemazione del viale di accesso alla stazione
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sovraffollamento di cantieri, anche automobilisti, studenti che utilizzano autobus Actv, e semplici residenti che potrebbero restare imbottigliati per ore. “Insieme con i grandi cantieri sulla brentana e in via Valdarno - dice Babato - sono stati avviati piccoli cantieri per manutenzioni, e nuova segnaletica a Mira Taglio, Gambarare e Oriago, che rendono con i loro divieti, lo stradario di Mira un percorso ad ostacoli. L’atteggiamento sbagliato di Veneto Strade è avvallato da un ente locale che non si oppone, che dà l’impressione di avere un peso politico irrilevante. Avvieremo azioni legali a raffica contro comune e Veneto Strade, visto che la presenza di questi cantieri procurerà danni alle persone”.
Nel patto sindaci-imprese il futuro da costruire
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dalla rotatoria con via Caltana e la sistemazione della rampa di discesa dal parcheggio a sud verso via Caltana. Rfi si è impegnata a realizzare gli interventi entro 18 mesi dalla data di approvazione dei progetti. I Comuni di Mira e Mirano, a loro volta si sono impegnati ad adottare nel più breve tempo possibile gli atti amministrativi di competenza. Nel protocollo è altresì previsto che la sosta nel parcheggio a nord, sarà gratuita e senza limiti di tempo. L’illuminazione e la manutenzione saranno a carico del Comune di Mira. Per quanto riguarda i costi, infine, Rfi si è impegnata per 600.000 euro,
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mentre Mirano avrà una quota. Contro questo parcheggio si erano schierati nei mesi scorsi i residenti di Marano, che avevano raccolto firme organizzato assemblee e contestato il fatto che questa nuova struttura avrebbe portato più traffico in via Caltana. “Il comune – spiega l’ex assessore Enzo De Lorenzi – con la maggioranza grillina non ha voluto accogliere le istanze dei residenti. Questo nuovo parcheggio non era necessario. Questa amministrazione fa finta di ascoltare, ma poi porta avanti i suoi progetti di testa sua senza tenere conto delle richieste di chi nei paesi ci vive”. A.A.
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Mira 9 Diritti Approvato all’unanimità in consiglio comunale il regolamento istitutivo
Arriva il Registro delle Unioni Civili Sarà rilasciato il “Certificato di famiglia anagrafica basata sul vincolo affettivo”. Il consigliere Boscaro: “Passo importante” di Alessandro Abbadir
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l Consiglio comunale di Mira ha approvato nelle scorse settimane il Regolamento per il riconoscimento delle Unioni Civili. Mira così avrà un Registro delle Unioni Civili, a cui potranno chiedere l’iscrizione due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, coabitanti e residenti nel Comune, unite da vincoli affettivi e motivate dalla volontà di reciproca assistenza morale e/o materiale. Le Unioni Civili, saranno iscritte in un apposito Registro a fronte della richiesta congiunta presentata dagli interessati. Con l’iscrizione viene rilasciato il “Certificato di famiglia anagrafica basata sul vincolo affettivo”, che potrà essere fatto valere per il riconoscimento di diritti e benefici previsti dai Regolamenti comunali, che a questo proposito entro 180 giorni dall’esecutività della delibera dovranno prendere atto di questa nuova realtà. Gli ambiti in cui l’unione civile potrà essere fatta valere sono quelli relativi alla casa, alle politiche sociali, all’istruzione e ai servizi
Viabilità
educativi, ai diritti civili e di cittadinanza, alle politiche giovanili, lo sport e il tempo libero. L’iscrizione al registro delle Unioni Civili si concretizza mediante firma congiunta da parte della coppia alla presenza dell’ufficiale di Stato civile, in municipio o in Villa dei Leoni, così come già avviene per i matrimoni civili. La cessazione della coabitazione o della residenza nel Comune di Mira, determina la cancellazione d’ufficio dal Registro. Soddisfatta per i promotori il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Elisa Boscaro.“ In giugno spiega la Boscaro - abbiamo depositato una proposta di delibera in merito alle Unioni Civili. Vivere la propria relazione in maniera libera e vederla riconosciuta è un importantissimo diritto civile. E’ questo fondamentale concetto che, seppur nel limitato ambito comunale, ci ha guidato per affermare che non ci sono disuguaglianze tra coppie unite da vincolo affettivo e coppie coniugate. Definirei una reale iniziativa dal basso del popolo italiano che urla
Via argine Destro e Sinistro messe in sicurezza
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e vie Argine destro e sinistro del Novissimo, le strade che da Mira Taglio portano a Porto Menai, saranno messe in sicurezza. E’ emerso da un incontro nelle scorse settimane fra i residenti e l’assessore ai lavori pubblici di Mira Luciano Claut. “Il comune – spiega Nunzia Veronesi per il Movimen-
to2030 – ha annunciato che è intenzionata a rivedere la cartellonistica per orientare gli automobilisti verso la bretella della Mira Lanza evitando il traffico di attraversamento. Poi, vuole istituire una zona con il limite ai 30 all’ora nell’argine sinistro e una zona di accesso solo per i residenti nell’argine destro. E’ stato previsto il posizionamento del guard-rail dove ancora non c’è (specialmente nell’argine destro) e il suo rifacimento dove è ceduto. Sarà rifatta la revisione dell’illuminazione nei
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due argini e il posizionamento di dossi, per il rallentamento delle macchine nell’argine sinistro”. Il movimento Civico Mira 2030 non si ferma qui. “L’impegno di Mira2030 – concludono – continuerà nel vigilare perchè questi impegni vengano rispettati. Per questo abbiamo chiesto al comune un’assemblea pubblica per ottobre, con lo scopo di condividere e verificare insieme ai cittadini, gli interventi annunciati e si spera anche attuati”. A.A.
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con forza di, eliminare le disparità di trattamento tra coppie sposate e conviventi, eterosessuali ed omosessuali. Periodicamente si torna sul tema, anche a Mira anni fa se ne discusse in Consiglio, ma con questa delibera facciamo lo step successivo, cioè approviamo un regolamento che norma le Unioni Civili e diciamo che per il Comune di Mira le coppie unite civilmente e quelle coniugate hanno gli stessi diritti nell’ambito dei servizi di propria competenza. Basterà un tempo tecnico per la modifica dei regolamenti collaterali. Con somma soddisfazione abbiamo visto il regolamento approvato all’unanimità ed accompagnato da un caloroso applauso di tutta l’aula”.
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10 Campolongo Manifestazione Il comitato Brenta Sicuro ha portato l’attenzione su un problema importante
In 1500 contro il degrado del Brenta I
Il fiume
I dati del dissesto
Bojon, Liettoli, Campolongo, Sandon, Corte e Vigonovo come nel 1966 a rischio inondazione di Alessandro Abbadir
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n 1500 sul ponte di Bojon hanno detto no a fine settembre al degrado degli argini del Brenta. Questo il senso della grande manifestazione organizzata dal comitato Brenta Sicuro, a cui hanno partecipato tutti i sindaci dell’area sud della Riviera del Brenta e quelli della Saccisica. Una manifestazione con la partecipazione di sindaci e assessori di Campolongo, Piove di Sacco, San Angelo di Piove, Codevigo, Fossò, Stra, Camponogara, Campagna Lupia e Vigonovo. Sindaci che sono stati salutati al loro arrivo dai motociclisti del Club Bikers di Bojon. Il sindaco di Campolongo fra i più convinti a sostenere l’evento è stato chiarissimo. “La ripresa economica - ha detto Alessandro Campalto - non può prescindere dalla messa in sicurezza del territorio. Se il Brenta esonda, vanno a picco tantissime aree industriali cuore dell’economia veneta. La Regione e lo Stato devono dare risposte alle preoccupazioni dei cittadini che non vogliono si ripeta una alluvione come quella del 1966”. Cartelloni e striscioni di protesta erano sta-
ti piazzati in tutti i Comuni interessati dal passaggio del Brenta. E chiari sono stati anche gli organizzatori, cioè i referenti del comitato. “Siamo preoccupati per le ultime piene - ha spiegato il portavoce del comitato Brenta Sicuro, Marino Zamboni. Abbiamo visto franare letteralmente le rive. A maggio scorso, si sono verificati fontanazzi ed infiltrazioni ampi centinaia di metri a Bojon, Sandon, Liettoli e Corte. La portata del Brenta è tripla rispetto a quella del Bacchiglione che tanti guai ha prodotto esondando nel 2010. Cosa si aspetta ad investire? La Regione quanto vuole investire per risolvere questa situazione?”. Tanti cittadini arrivati a manifestare con bimbi e ragazzi al seguito, avevano nei loro ricordi la terribile situazione vissuta nel 1966. Un fatto rimasto come un incubo nella memoria collettiva delle comunità. Un’esperienza vissuta anche del vicesindaco di Piove Lucia Pizzo che ad un anno di vita vide la casa dei genitori spazzata via dall’acqua a Canmpolongo quando gli argini si ruppero. “Siamo qui - ha detto alla gente
Produzioni La produzione di vino nell’area si aggira sui 50 mila ettolitri
Il doc della Riviera fa boom
I soci della Cantina di Dolo
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l vino della Riviera del Brenta e del Miranese, va a gonfie vele in particolare funziona. Il comparto è in controtendenza: aumentano l’occupazione e i guadagni. Le produzioni pur restando sostanzialmente invariate o leggermente inferiori a quelle delle scorse annate, stanno dando fatturati in incremento del 35% rispetto all’anno precedente. A spiegarlo sono Pierantonio Angeli, direttore delle Cantine riunite della Riviera di Dolo, e Fabio Livieri, sindaco di Campagna Lupia e responsabile Coldiretti del Miranese. Le cantine che producono doc della Riviera sono oltre a quella di Dolo anche quelle di Campodarsego, Noale e Premaore di Camponogara. Complessivamente la produzione di vino nell’a-
Un momento della manifestazione a Bojon il sindaco di Campolongo, Campalto - perché bisogna agire e subito per evitare che questo fiume ci travolga. Gli argini hanno pericolose erosioni. Non vogliamo che si ripeta la tragedia del 1966 che seppellì sotto due metri d’acqua Campolongo e Bojon. Se si rompe il Brenta finiamo sotto 40 milioni di metri cubi di acqua. Siamo a favore dell’Idrovia che va costruita, subito”. Dal Genio Civile è arrivata la promessa nelle scorse settimane di un intervento di monitoraggio in tempi rapidi. “Uno dei responsabili del Genio Civile - ha detto Campalto - mi ha inviato una lettera in cui mi assicura che nelle prossime settimane
Le vendite stanno dando fatturati in incremento del 35 % rispetto all’anno precedente
rea si aggira sui 50 mila ettolitri. “Quest’anno – spiega Angeli per le cantine di Dolo – la vendemmia sta dando grandi risultati. Abbiamo una produzione complessiva di oltre 8 mila ettolitri di cui il 15 % è doc e il restante è vino Igp. Per il doc della Riviera produciamo Pinot Grigio, Prosecco, Cabernet, Merlot e Refosco. Si tratta di vini che riusciamo a commercializzare direttamente ai ristoranti di Venezia e della Riviera e Miranese senza passare dalla rete vendita commerciale“. “Nonostante la crisi – spiega Angeli – in questi ultimi 5 anni abbiamo creato occupazione. Le cantine di Dolo avevano 5 dipendenti, ora arriviamo a 16-17. Questo grazie ad un modo di produrre e vendere il prodotto, che è moderno. In questi anni abbiamo vissuto anche il trapasso generazionale degli imprenditori agricoli con l’arrivo sul mercato di tanti produttori giovani con idee fresche e dinamiche. Nel settore del vino il marchio Italia è una garanzia e fa la differenza, e non teme confronti con nessuno. Abbiamo aperto anche una rete di vendita diretta con la ristorazione in Germania”. Complessivamente la viticultura si stima abbia contribuito ad assumere in 4 anni di crisi nei 17 comuni, una settantina di addetti in più. A produrre più vino è la zona sud della Riviera cioè l’area di Campolongo, Campagna Lupia, Camponogara, e l’area sud di Mira. Diversa la situazione che c’è nel miranese. “Nel miranese – spiega Fabio Livieri – la situazione più difficile era quella della cantina sociale di Noale. Le cose qui però stanno migliorando da due anni a questa parte. Ci sono, infatti, dei bei segnali di miglioramento dal punto di vista quantitativo e qualitativo delle uve. Il settore della viticultura collegato con la ristorazione e il turismo, può essere un volano per la rispesa economica di una zona in cui l’agricoltura sta tornando ad essere un comparto di grande attrazione per le giovani generazioni che negli anni della industrializzazione avevano abbandonato le campagne. A.A.
saranno fatti dei sondaggi per verificare la tenuta delle sponde”. Il sindaco di Vigonovo Damiano Zecchinato, ha assicurato di aver avuto dal Governatore Luca Zaia la promessa di investimenti ad hoc per il Brenta. “Ma per mettere completamente in sicurezza le rive - ha ricordato Zecchinato durante la manifestazione - bisognerebbe tagliare 90 chilometri di argini longitudinalmente e metterci una colata di cemento armato fino alle falde. Un’opera ciclopica per la quale ci vogliono miliardi di euro, che non ci sono. Zaia però mi ha assicurato che l’Idrovia e le manutenzioni andranno avanti a ritmo spedito”.
l fiume Brenta che passa a Campolongo è conosciuto come “Brenta della Cunetta”. Di cosa si tratta? Il Brenta Cunetta fu iniziato nella prima parte del 1800 e terminato, ai primi anni del 1900 con il Regno D’Italia. Questo ramo inizia da Stra, prosegue per Vigonovo, Fossò, Campolongo, Corte di Piove di Sacco, Codevigo, Valli di Chioggia. Sfocia in Adriatico in località Isola Verde sempre a Chioggia. I dati che sono emersi provengono dai monitoraggi del fiume fatti dai volontari del comitato Brenta Sicuro e dalla protezione civile di Campolongo, Fossò e Vigonovo nel 2011 sono davvero preoccupanti. Dal rilevamento fatto oltre un anno fa, è subito apparso che dal dissesto sono interessati circa 1600 metri di sponda sull’argine sinistro e 1800 sull’argine destro, ovvero il 40-45% della tratta arginale presa in considerazione, circa otto chilometri. A febbraio-marzo 2003 erano interessati da frane e sradicamenti circa 880 metri di sponda destra e sinistra (10-15% della medesima tratta). Insomma in circa 10 anni c’è stato un triplicamento dell’area dissestata. Ma sono tutti e 90 i chilometri di argini (nelle due sponde) del tratto conclusivo del Brenta da monitorare. A.A.
cultura Il processo a Dante Alighieri
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resentato nelle scorse settimane il programma culturale dell’associazione” Mondo di carta” che si avvale della collaborazione di Auser e quest’anno anche di quella dello scultore di Campolongo Lucio Zatti. Si inizierà con la mostra del libro giunta alla 12^ edizione che inizierà il 12 novembre con l’arrivo di una figura molto nota nell’ambito della cultura della legalità e cioè Nando Dalla Chiesa, Presidente onorario di Libera, figlio del compianto generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso dalla mafia a Palermo il 3 settembre del 1983. Presenterà il suo libro sull’impatto violento ed il controllo sociale dell’impresa mafiosa. Sarà contemporaneamente inaugurata nella galleria del centro civico di Bojon, una mostra di scultura e pittura del maestro Lucio Zatti, al termine della serata ci sarà una degustazione di vini e salumi veneti ed emiliani a cura del bar “l’Incontro” di Campolongo. La mostra si chiuderà il 26 novembre con l’atteso arrivo di Matteo Renzi Sindaco di Firenze che tratterà dei problemi della politica italiana. Ma momento clou sarà il processo pubblico a Dante Alighieri, padre della lingua italiana, dopo i recenti studi dell’Università di Bologna nei quali si dice che Dante quando scrisse la Divina commedia era affetto da narcolessia. Abbiamo deciso, afferma Oriana Boldrin, ideatrice di questo programma culturale, di processarlo con figuranti in costumi medioevali e per l’occasione la sala consiliare di Campolongo sarà trasformata in aula di tribunale, un’aula di corte d’assise”. Nelle
Dante Alighieri vesti di Dante Alighieri l’autore Francesco Fioretti, me presidente della Corte ci sarà la dottoressa Graziana Campanato che fu presidente di Corte di Appello al processo su Felice Maniero, il Pm sarà Sergio Dini della Procura di Padova, avvocato difensore di Dante, Marco Matterazzo del foro di Venezia, e testimone dell’accusa, proprio per i recenti studi sulla narcolessia di Dante un medico il Dott. Maurizio Berto chirurgo dell’ospedale di Piove di Sacco che spiegherà come Dante si appisolasse durante la stesura del capolavoro che diede vita alla lingua madre italiana. Insomma una ricca serata dal sapore storico e medioevale. Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Campolongo Alessandro Camaplto il quale afferma che “ancora una volta Campolongo si annovera tra le perle della cultura della Regione Veneto”. Tutti gli appuntamenti saranno ad entrata libera. A.A.
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Illuminazione pubblica a costo zero
Ottobre pedagogico
Ci sono 2.225 punti luce di cui il 61,5% è a vapori di mercurio (inefficienti), il 30% a vapori di sodio (discreta efficienza)
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di Roberta Pasqualetto
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’illuminazione pubblica dei comuni è un argomento scottante sul quale è sempre difficile intervenire anche e soprattutto a causa dei costi. Di solito ci si limita alla sostituzione delle lampade man mano che si spengono o alla sostituzione di qualche palo rotto. In questo modo si risolve il problema “luce” ma in realtà si aggiunge una “pezza” ad altre già esistenti. A Camponogara ci sono 2.225 punti luce di cui 1.400 (61,5%) alimentati a vapori di mercurio (inefficienti), il 30% alimentato da vapori di sodio (discreta efficienza) il rimanente 8% da altre sorgenti. Tutta la rete è regolata da 88 quadri elettrici, che hanno bisogno di una anticipatamente o in maniera alternata le luci, creando così dei coni d’ombra non consentito dal codice della sicurezza stradale. Dopo una seria e attenta valutazione delle possibili soluzioni al problema, particolarmente sentito dai cittadini, la Giunta ha finalmente trovato una soluzione senza attingere alle proprie risorse. “Abbiamo affidato l’incarico di gestione e ammodernamento della illuminazione pubblica alla società Simet – dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici Paolo Nardo – in particolare i lavori riguarderanno la messa in sicurezza della rete, la sostituzione dei corpi illuminanti e altro ancora. Alla Simet sarà corrisposto
Lampioni sulle strade
lo stesso valore che il Comune sta pagando con le bollette Enel, e pertanto il corrispettivo per l’azienda sarà costituito dal risparmio energetico che la stessa riuscirà a conseguire nella gestione dell’impianto”. Il comune ha ottenuto un bonus con il quale l’azienda eseguirà, a proprio carico, i lavori per la messa in sicurezza di tutti i pali, la sostituzione di numerose linee e l’ammodernamento di tutti i quadri per un valore di 245 mila euro, senza nessuna spesa per il Comune. Tale intervento permetterà di regolare il flusso luminoso riducendo, in certe ore della notte, la luminosità senza ricorrere allo spegnimento anticipato o alternato dei punti luce,
che rimarranno accessi per tutta la notte. Inoltre nella bozza contrattuale è previsto un aumento del canone annuale in cambio della sostituzione immediata delle lampade inefficienti: il costo delle nuove lampade sarà inferiore al costo dovuto per il canone. Quindi ci sarà una nuova ed efficiente rete d’illuminazione pubblica e un notevole risparmio energetico, riducendo l’inquinamento e senza pesare sulle tasche del comune e quindi dei cittadini. Per migliorare il servizio, i cittadini sono invitati dall’Amministrazione, a segnalare eventuali guasti al numero verde 800-382960.
Iniziative
Camponogara si terrà la seconda edizione di “Ottobre pedagogico”, organizzato dall’assessorato all’istruzione del Comune in stretta collaborazione con il Dipartimento Istruzione dell’ Università Popolare di Camponogara. Cinque appuntamenti e un laboratorio creativo dedicato ai genitori, agli insegnati e agli educatori con la presenza di professionisti esperti nel settore. Gli appuntamenti sono iniziati mercoledì 2 ottobre con: “essere buoni genitori: come evitare di sbagliare con i figli senza saperlo”. Giovedì 10 ottobre “la famiglia di oggi tra fragilità e paure” con il sociologo Luigi Gui; mercoledì 16 “Dislessia: come e quando intervenire” con Sonia Pasqualotto logopedista e Maria Rosaria Russo psicologa. Mercoledì 23 una conferenza dedicata alle disabilità: “L’importanza dell’autonomia nelle disabilità” con Mario Paolini pedagogista e formatore e mercoledì 30 ottobre: “Il piccolo Principe compie 70 anni Bambino e adulto l’eterno conflitto” commentato e letto da Roberto Pittarello, animatore ed educatore di laboratori creativi. Sabato 26, presso la scuola dell’infanzia statale a Campoverardo, si terranno i laboratori creativi: “Giochi di terra”; tecniche e manipolazioni dell’argilla per bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni (primo gruppo dalle 9 alle 10.30 e secondo dalle 10.30 alle 12). Gli incontri si terranno nella sala consigliare del comune alle ore 20.30, la partecipazione è gratuita. Per maggiori informazioni si può chiamare lo 041 5139961. R.P.
Campagna Lupia 13 Interventi I genitori ridipingono gratuitamente l’edificio della “G. Leopardi”
Accordo Inps
La scuola elementare si rifà il look
Contributi per le famiglie
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di Alessandro Abbadir
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a solidarietà risolve i problemi e abbatte i costi. E’ successo questa estate a Campagna Lupia quando un gruppo di una ventina di genitori della scuola elementare Giacomo Leopardi si è messa al lavoro e ha ridipinto in tre mesi tutta la scuola, facendo risparmiare al Comune ben 30 mila euro. Fra gli ideatori c’è Renato Trincanato, consigliere delegato alla pubblica istruzione del Comune. Il progetto, che si chiama “Coloured School” (scuola colorata), portato avanti dall’associazione Lupia Solidale, ha raccolto l’adesione dei genitori con disponibilità di tempo e di voglia di essere parte attiva. Il progetto è stato elaborato dal personale dell’Ufficio Opere e Strutture Pubbliche del Comune, con interventi, eseguiti da genitori che hanno aderito in maniera totalmente “gratuita”. Ha avuto inizio verso metà luglio e tutte le aule e gli spazi comuni dell’istituto sono state tirati di tutto punto, per accogliere i 250 ragazzi all’inizio dell’anno scolastico. “Nonostante le difficoltà dovute al rispetto dei vincoli di bilancio imposti dallo stato - spiega il sindaco Fabio Livieri - riusciamo, anche quest’anno, a realizzare importanti interventi volti non solo a mantenere in buono stato gli edifici pubblici, ma soprattutto a garantire una scuola efficiente, pulita e sicura. Vedere impegnati i genitori degli alunni è un grande insegnamento perché è da stimolo educativo nei confronti dei loro figli”. Soddisfatto anche l’assessore ai lavori pubblici Lionello Marcato. “Gli interventi vanno incontro - dice Marcato - alle nuove e giustificate esigenze della dirigente, insegnanti e studenti, che potranno così prepararsi ad affrontare un nuovo anno scolastico in ambienti più accoglienti e confortevoli”. Intanto sempre alla scuola Leopardi, le novità non erano finite qui con l’inizio delle lezioni. A spiegarlo è ancora il sindaco Fabio Livieri. “Per l’anno scolastico 2013-2014 la scuola primaria “Giacomo Leopardi” di Campagna Lupia ha a disposizione due nuove aule - conclude necessarie ad ospitare i sempre più numerosi bambini che frequentano i nostri istituti scolastici, (attualmente siamo oltre i 600 ragazzi) sia grazie ad un maggior numero di nascite, fortunatamente in controtendenza rispetto ai dati nazionali, che ad un’offerta formativa sempre più attenta alle novità e, soprattutto, alle esigenze delle famiglie”. La soluzione migliore si è dimostrata quella di rivedere la disposizione di alcune murature divisorie in modo da ricavare un’aula al piano terra, ed una al piano primo. Per gli anni successivi si sta studiando un ampliamento più complesso del fabbricato, in modo da poter garantire ulteriori aule o laboratori. Ricordiamo che lo scorso anno scolastico, aveva visto lo stesso ampliamento, con una nuovissima aula, la scuola dell’infanzia, per far fronte alle sempre più numerose iscrizioni anche nella fascia d’età prescolare e due anni fa la stessa “messa a nuovo” della Leopardi era toccata alla “F.lii Bandiera” di Lughetto per la quale è previsto un ulteriore intervento speciale.
A disposizione due nuove aule. Riviste le murature divisorie ricavandone una al piano terra e una al piano primo
Aule ridipinte della scuola Giacomo Leopardi
seguito dell’accordo di programma siglato tra l’Inps - Gestione ex Inpdap e la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 13, il Comune di Campagna Lupia, quale Comune capofila, ha aderito al Progetto HCP (Home Care Premium) 2012 a nome dei Comuni dell’Ulss13. E’ un progetto innovativo di Assistenza Domiciliare che ha lo scopo di sostenere e definire interventi diretti assistenziali in denaro o natura e supportare la comunità degli utenti nell’affrontare, risolvere e gestire le difficoltà connesse allo status di non auto sufficienza, proprio o dei propri familiari. Si articola in: prestazioni socio assistenziali prevalenti, a carico delle famiglie dei soggetti beneficiari per cui è previsto, da parte dell’Inps, un contributo mensile fino ad un massimo di 1200 euro. Ci saranno prestazioni socio assistenziali integrative: a cura del Piano di Zona, a cui l’Inps riconoscerà per ogni soggetto assistito un contributo da 600 a 3.000 euro. I beneficiari sono gli iscritti all’Inps Gestione Dipendenti Pubblici - pensionati della Pubblica Amministrazione - e i loro familiari, non autosufficienti. Vengono finanziati attraverso il Fondo Credito e attività sociali, alimentato dal prelievo obbligatorio dello 0,35% sulle retribuzioni del personale della P.A in servizio. Per ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi all’Ufficio Servizi Sociali del Comune di Campagna Lupia, a Silvia Callegaro. Info tel.: 041.5145991; mail: servizisociali@ A.A. comune.campagnalupia.ve.it.
Riceviamo e pubblichiamo SCUOLA PRIMARIA G. LEOPARDI Mancano i libri di testo per gli alunni non residenti nel comune di Campagna Lupia
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lla scuola primaria G. Leopardi di Campagna Lupia mancano i libri di testo dei bimbi provenienti da fuori comune, in quanto non sono stati resi noti né i nominativi né i testi in dotazione ai comuni di provenienza di questi alunni da parte della segreteria dell’Istituto Aldo Moro di cui la G. Leopardi fa parte. Sono state pubblicate le notizie riguardanti la G. Leopardi in merito al progetto “Coloured School” (scuola colorata), dell’ampliamento della stessa per l’anno 2013-2014; è giusto quindi rendere pubblica la notizia che i libri di testo non sono stati ordinati dalla segreteria dell’istituto, bensì dai genitori degli alunni stessi. Tali ordini sono stati evasi in ritardo, grazie alla non informazione dell’istituto alle famiglie, dai genitori presso il proprio comune di provenienza, con la conseguenza che, ad oggi 30 settembre, mancano i testi ad alcuni di questi alunni. Bastava un semplice click: una e-mail con il nominativo degli alunni e dei testi in dotazione indirizzata al comune di provenienza degli stessi (nominativi già in possesso all’istituto G. Leopardi già al 31/05/2013 termine ultimo dell’iscrizione scolastica). Non sappiamo ancora per quanti giorni questi alunni usufruiranno di “fotocopie”invece di libri di testo. Un genitore amareggiato
14 Approfondimento Sociale Dati allarmanti degli ultimi 4 anni sono emersi da un convegno
4000 sfrattati sono finiti in albergo Nella “Casa a colori” a Dolo in via dei Frati, dal 2009 sono arrivate 3000 persone. A Giare di Mira, all’ex ostello altre 1000 di Alessandro Abbadir
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a crisi ha cambiato radicalmente il tessuto sociale della Riviera del Brenta. Quattromila persone in 4 anni in Riviera del Brenta sono finite nelle strutture sociali “Casa a colori”. A Dolo in via dei Frati, dal 2009 ne sono arrivate 3000, mentre a Giare di Mira all’ex ostello ne sono arrivate altre 1000. Questi dati impressionanti sono emersi nelle scorse settimane a margine del convegno organizzato dalle Fondazioni Casa Onlus e Villaggio Solidale con una giornata, dal titolo “Social Housing - Dai fondi immobiliari alla coesione sociale: il ruolo del gestore socio-immobiliare tra vincoli ed opportunità”. Nell’occasione tra l’altro, è stata anche inaugurata “l’Osteria del Frate dalla manica larga”, il nuovo ristorante di Casa a Colori. Un punto di ristoro pensato di fatto per i meno abbienti, ma anche per i tanti turisti che preferiscono spendere poco pur prediligendo la qualità. Ma analizziamo con attenzione il problema sociale che è emerso in tutta la sua drammaticità. A finire in strutture accoglienti, ma
pur sempre provvisorie, sono state migliaia di famiglie, single, anziani, per il 90 % dei casi sfrattati dalle loro abitazioni. Si tratta di persone inviate dal comune di riferimento “in albergo” perché non avevano altri posti dove andare a dormire. “Si tratta di un fenomeno davvero difficile da gestire e impensabile fino a pochi anni prima del 2008 – spiegano i responsabili di Casa a Colori a Dolo. Solo nella struttura di Dolo abbiamo avuto 3000 persone inviate da tutta la Riviera (Dolo e poi Camponogara, Campolongo, Stra, Vigonovo, e Mira, Fossò) in chiara emergenza abitativa. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di famiglie con bambini al seguito. Per questo nelle camere e nelle stanze, ci sono cucine e bagni attrezzati”. Le persone restano qui mediamente 3-4 settimane, qualche mese al massimo non di più. Alla fine i comuni trovano sempre o delle soluzioni con affitti calmierati, o sistemano le famiglie in abitazioni comunali o Ater. Alla struttura di Mira gestita dallo stesso
gruppo di ospiti dal 2009, ne sono arrivati un migliaio compresi i profughi provenienti dalla Libia, che ora hanno trovato altre sistemazioni. “Ogni pernottamento – spiega la responsabile Silvia Vicenzino – costa 30 euro, pagato totalmente quasi sempre dai comuni. Il cibo non viene passato. Ognuno se lo prepara, visto che le cucine nelle stanze ci sono. Per i turisti la cifra ovviamente sale a 50 - 60 euro”. E’ stato aperto poi anche il nuovo ristorante. E ovviamente anche questo ha un aspetto sociale rilevante. Avrà prezzi modici per i “convenzionati” inviati dai servizi sociali, prezzo pieno per i turisti. Tornando infine all’appuntamento di confronto, il seminario di respiro nazionale, è stato una full immersion sulle politiche di Social Housing, puntando a realizzare un’importante e proficua occasione di dialogo tra diversi settori delle amministrazioni locali, per definire una strategia condivisa in grado di garantire il beneficio di una casa accessibile e della coesione sociale alle persone. Al seminario hanno partecipato,
“La casa a colori” di Dolo fra gli altri, il sindaco di Dolo Maddalena Gottardo, l’assessore ai Servizi Sociali della Provincia di Venezia Giacomo Grandolfo, l’assessore ai Lavori Pubblici e alla Sicurezza della Regione Veneto Massimo Giorgetti
e l’assessore ai Servizi Sociali della Regione Veneto, Remo Sernagiotto, che ha illustrato la sperimentazione di servizi di Social Housing che la Regione intende promuovere.
Solidarieta’ Nuovo negozio Anffas Il momento dell’inaugurazione di “Lavori in corso”
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a solidarietà cambia pelle e si trasforma. In Riviera del Brenta ad Oriago è stata inaugurata dall’Anffas in via Risato Bellin 42 ad Oriago lo spazio espositivo “Lavori in corso”. “Il progetto – spiega il presidente dell’Anfass Alcide Palatron – è stato realizzato con il finanziamento della Regione Veneto ed il partenariato dei Comuni di e Campagna Lupia, Mira, Camponogara, Strà, delle aziende private Se.ri.mi, Edildiemme srl. Con questo progetto saranno impegnati una decina di disabili che esporranno i loro prodotti. Chi vorrà prenderseli lascerà un’offerta volontaria”. Ad inaugurare lo spazio c’erano il sindaco Alvise Maniero, l’assessore regionale Remo Sernagiotto e il consigliere Bruno Pigozzo. Sempre a Oriago si è tenuto a settembre un convegno organizzato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, sezione provinciale di Venezia, in collaborazione con il Comune nell’Auditorium della Biblioteca di Oriago. Cuore del convegno è stata la declinazione al femminile della sclerosi multipla e dei suoi vari aspetti, ponendo attenzione anche sull’importanza dell’alimentazione, e affrontando un argomento di importanza capitale quale l’impatto della sclerosi multipla nell’ambito del mondo del lavoro: il tutto coordinato dagli specialisti del territorio che giornalmente affrontano questi temi. La sclerosi multipla è una malattia del sistema nervoso centrale, cronica, imprevedibile e invalidante che colpisce le donne in numero doppio rispetto agli uomini. Si stima che in Italia siano 63 mila le persone con la sclerosi multipla. L’Aism è l’unica organizzazione italiana che interviene a 360 gradi sulla sclerosi multipla, da sempre impegnata a sensibilizzare l’opinione pubblica, a erogare servizi socio sanitari adeguati e preziosi anche dove il servizio pubblico non arriva. “Abbiamo accolto con grande interesse ed attenzione – dichiara Orietta Vanin assessora alle Pari Opportunità – la proposta di Aism per questo convegno, nella prospettiva di offrire un contributo di informazione scientifica e di riflessione a quanti sono colpiti da questa malattia, e attenti a coglierne le implicazioni di genere, per tutto ciò che significa per una donna avere la sclerosi multipla o il vivere accanto a chi ne è colpito”. Per informazioni: AISM - Associazione Italiana Sclerosi Multipla - Sezione Provinciale di Venezia. Tel e fax 041 916398; mail: aismvenezia@aism.it. A.A.
16 Cultura
Cultura 17
Dolo Esposizione nelle sale dell’ex Macello
Una mostra sull’Antico Egitto
Pro Loco Mira
tour nelle ville della riviera
E’ illustrato il sito archeologico di Abido e il tempio di Osirion dove ha origine il culto di Osiride di Roberta Pasqualetto
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Dolo sarà possibile respirare l’aria dell’antica civiltà egizia, alla mostra “L’Osirion di Abido: viaggio nel cuore spirituale dell’Antico Egitto”. L’esposizione si terrà da venerdì 11 ottobre a lunedì 6 gennaio 2014, all’interno delle sale delle antiche scuderie di Dolo (Ex Macello), dove sarà possibile osservare il materiale multimediale e interattivo e l’allestimento scenografico con le ricostruzioni in scala 1:1 dell’Osirion di Abido. L’idea della mostra nasce dal fotografo Paolo Renier e dall’assessore Antonio Pra, che hanno pensato di far conoscere il sito archeologico di Abido e in particolare il tempio di Osirion, unico in Egitto e unico al mondo, dove ha origine il culto di Osiride. Il percorso multimediale offre un approfondimento attraverso filmati specifici del sito (e più in generale sulla storia dell’Egitto) e un allestimento scenografico costituito da documentazioni fotografiche, dettagliate piantine e soprattutto dalle ricostruzioni in scala dell’Osirion e il plastico realizzato grazie al lavoro di Maurizio Sfiotti. “Assieme al fotografo Paolo Renier abbiamo pensato di realizzare questa mostra per una passione comune – dice l’assessore ai servizi cultura e ai grandi eventi Antonio Pra – Renier conosce molto bene il sito di Abido che frequenta e che fotografa da più di vent’anni. Questa mostra permetterà a chi è stato in Egitto di rivivere la magia del luogo e, per chi non ci è stato, la
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Il tempio di Osirion ed una foto dell’allestimento della mostra possibilità di conoscerlo meglio”. Il centro di Abido è il cuore spirituale dell’antico Egitto, le prime ricerche nel sito risalgono alle campagne napoleoniche. Anticamente si credeva che lì vicino ci fosse l’accesso al regno dei morti. In una delle due sale dell’ex Macello sarà possibile entrare nella parte più significativa dell’Osirion, ricostruita in scala reale e riproducente l’originale. Tra gli eventi collaterali della mostra si terranno delle conferenze al Cinema Italia, con relatori di rilievo nel mondo dell’archeologia e dell’antichità tra questi: Valerio Massimo Manfredi (venerdì 29 novembre), Marco Pizzuti e David Adamovich. L’esposizione di Dolo si inserisce nel circuito “Osiride e l’altro Egitto” mostra che coinvolge tre comuni: Dolo, Borgoricco e i Musei Eremitani di Padova; ogni uno con la propria esposizione. “Nel corso delle
altre mostre organizzate a Dolo ho creato delle sinergie con aziende produttrici e con volontari – continua Pra – chi ha collaborato con noi si è trovato bene perché ha avuto un ritorno in promozione ed è rimasto soddisfatto del risultato finale. Questa mostra è stata possibile grazie al contributo della ditta Rexpol che ha realizzato le strutture con blocchi di polistirolo; di Culture Active che ha creato un effetto magico d’acqua; Leroy Merlin che ha fornito il materiale e gli studenti dell’Istituto Musatti che ci aiuteranno nel servizio hosting e che, per l’inaugurazione, realizzeranno degli assaggi culinari dell’antico Egitto”. La mostra è aperta tutti i giorni dalle ore 16 alle 19.30 e la domenica anche di mattina dalle 10 alle 12.30; l’ingresso è libero, è possibile prenotare visite guidate.
omenica 20 ottobre si terrà l’ultimo appuntamento di “4x4 di Villa in Villa”, escursioni organizzate dalla Pro Loco di Mira. L’associazione organizza delle visite nelle storiche ville della Riviera del Brenta da tre anni, gli itinerari sono quattro: in gondola, in carrozza, in bicicletta e un percorso libero. Tutti gli itinerari sono apprezzati dal pubblico che approfitta per visitare le ville che hanno aderito al progetto: Villa Venier, villa Contarini Pisani dei Leoni, villa Valier e Villa Valmarana. “Una vera opportunità per i turisti stranieri ma anche per quelli locali – dice Michele Campalto presidente Pro Loco – il nostro ultimo appuntamento non mancherà di stupire i partecipanti con una sorpresa di fine stagione. Questa iniziativa è voluta e sostenuta dalla Pro Loco senza aiuto economico dalle amministrazioni pubbliche , fin dall’inizio, ci abbiamo fortemente creduto e i volontari si sono impegnati per ampliare il progetto coinvolgendo nuove ville private. Un ringraziamento è dovuto anche alla disponibilità dei proprietari delle ville che aprono per l’occasione e al noleggio delle biciclette”. Per maggiori R.P. informazioni www.prolocomira.it
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VIAGGIO IN
PROVINCIA VENEZIA
Laguna Sono arrivati in commissione provinciale i dati dei transiti
Grandi Navi, scontro Porto-Ministero Nel 2013 sono transitate tra San Marco e l’isola Giudecca 623 navi da crociera che hanno portato 1,8 milioni di passeggeri di Alessandro Abbadir
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randi Navi, a settembre c’è stato un mese di passione. Sulla questione del transito delle mega navi passeggeri nel bacino di San Marco, che rischiano di provocare un disastro in casi di incidente, hanno preso posizione contraria in tanti, vip compresi come Adriano Celentano che hanno comprato una pagina su uno dei più importanti quotidiani nazionali per protestare. Ma sono stati tanti i manifestanti che per fermare il passaggio delle navi, si sono buttati in acqua nel Canale del Giudecca. Proprio nel giorno in cui ne passavano di più. Lo scontro ora però si è fatto anche istituzionale. Da un lato il ministro Andrea Orlando che forte del decreto Clini Passera chiede lo spostamento immediato delle grandi navi a Marghera e l’istituzione di un numero chiuso, dall’altro il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa che si oppone. Ma partiamo dai numeri. Numeri emersi da una relazione dell’Autorità Portuale in una commissione provinciale ad hoc fatta nelle scorse settimane. Nel 2013 sono transitate tra San Marco e l’isola Giu-
decca 623 navi da crociera che hanno portato 1,8 milioni di passeggeri così suddivise: 110 navi fluviali, 96 di transito, 417 navi da home port. Le navi al di sotto delle 40 mila tonnellate trasportano solo il 10% dei passeggeri a fronte delle navi superiori alle 130 mila tonnellate, Se nel 2011 qui viaggiavano 150 mila passeggeri, quest’anno sono cresciuti a 402 mila. Costa è stato chiarissimo nel bocciare l’approdo delle navi passeggeri a Marghera. “Marghera – ha detto - non è praticabile perché saremmo costretti a tagliare del 33% i traffici commerciali, perché il bacino di evoluzione è troppo stretto, perché il cavoterra elettrico sopra il canale impedisce il passaggio di navi più alte di 59 metri, perché la legge vieta alle navi passeggeri di passare vicino a raffinerie e industrie”. Il consigliere Dal Cin ha commentato “Stiamo valutando le diverse prospettive sul tema “Grandi navi” sia dal punto di vista turistico sia lavorativo. Non si può perdere un’eccellenza come la Marittima, realtà invidiataci in tutta Europa con circa 5 mila perso-
ne occupate, soprattutto in questo particolare momento”. Il consigliere Pietro Bortoluzzi ha dichiarato: “Ho apprezzato la relazione del presidente Costa. Ho voluto sottolineare che sulla Marittima c’è una scelta politica presa nel recente passato, quando sindaco di Venezia era Paolo Costa. Il vero problema è mantenere un’economia fiorente, oppure si vuole rinunciare al comparto crocieristico che potrebbe trasferirsi a Trieste o Capodistria?” Il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa ha sostenuto le sue motivazioni nel dettaglio .”Oggi dobbiamo passare dalla raccolta delle opinioni di tutti – ha detto Costa - ad incardinare le valutazioni in un procedimento che porti chi di competenza (Autorità Marittima) ad una decisione definitiva. Intendo presentare la soluzione che Autorità Marittima, Autorità Portuale e Magistrato alle Acque, hanno individuato in osservanza al Decreto Clini Passera. È importante ricordare che il decreto richiede che venga identificata una via d’acqua alternativa, e non un nuovo sito, per far arrivare le crociere in Marittima senza
passare più attraverso il bacino di San Marco. Qualunque proposta di individuazione di un sito alternativo rientrerebbe in un procedimento diverso, ovvero la revisione del Piano Regolatore Portuale. Pertanto, la proposta inviata al Ministero propone far entrare le navi dalla bocca di porto di Malamocco, di percorrere un breve tratto del canale Malamocco Marghera(senza quindi interferire con il traffico commerciale), e di giungere in Marittima attraverso il Canale Contorta-S.Angelo (canale che è da scavare e adeguare)”. Per Costa, Marittima è, e deve restare, un punto di fisso di riferimento per la crocieristica per 2 motivi: il primo perché l’eccellenza crocieristica veneziana è legata all’eccellente accessibilità nautica, dei passeggeri e delle merci per i rifornimenti. Il secondo, perché l’individuazione di siti alternativi comporterebbe oggi l’occupazione di aree al momento non disponibili né funzionali”. La soluzione dell’escavo del canale Contorta Sant’Angelo permette di: evitare la commistione mercipasseggeri nociva ad entrambi i traffici per
I COMITATI AMbIENTALISTI “LE gRANDI NAvI fERME ALLE bOCChE DI PORTO”
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e grandi navi si fermino alle bocche di Porto del Lido di Malamocco e non siano fatte passare in alcun modo dentro la laguna“. E’ questa la proposta formalizzato nelle scorse settimane alla Direzione marittima di Venezia dal comitato “No grandi navi Laguna bene comune”. La proposta non prevede terminali o canali alternativi ma un percorso alternativo all’attuale modello di crociere: dentro in laguna solo le navi compatibili, cioè quelle con meno di 40 mila tonnellate di stazza, fuori tutte le altre ma solo se l’indotto garantito dal cambio di modello e dalla parziale riconversione della Marittima sarà giudicato insufficiente dalla città. “Nel caso in cui la città ritenga di dover accogliere comunque una quota di grandi navi - spiegano
i portavoce del comitato in una nota - queste dovranno fermarsi fuori dalle bocche di porto nelle forme che verranno indicate da un concorso d’idee internazionale aperto ai migliori progettisti del mondo e attento a esperienze già in atto altrove”. Scelta Civica, con i deputati di Scelta Civica Enrico Zanetti e Andrea Causin è l’unico partito dicono ad aver presentato un progetto proprio è quella che prevede meno costi, meno invasività per l’ambientale lagunare e tempi rapidi di realizzazione: offre alla città la possibilità di alleggerire tutto il traffico acqueo davanti al bacino di San Marco e lungo il canale della Giudecca creando una corsia di navigazione che, al tempo stesso, eviterebbe la sovrapposizione tra traffico merci e traffico passeggeri. A.A.
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motivi di sicurezza e senza mettere a rischio il comparto produttivo di Marghera; realizzare contestualmente un recupero morfologico della laguna sud. È fondamentale per l’Autorità che si incardini la procedura di individuazione della soluzione definitiva in un iter chiaro di realizzazione del progetto. Tale iter dovrebbe prevedere il confronto con le altre vie d’acqua alternative ad oggi – ovvero il canale retro-Giudecca e del canale Vittorio Emanuele. Questo percorso, ha sostenuto nella sua relazione Costa, “avrà tre riflessi positivi: dare certezza dei temi e comunicare al mondo che si è risolto il problema, comunicare all’economia che Marghera prosegue nel suo sviluppo virtuoso. Transitoriamente, l’Autorità Portale sposterà a Fusina nel nuovo terminal (operativo dal 2014) tutti i traghetti (circa un terzo dei passaggi su S.Marco verranno così eliminati) e immagina di poter applicare un numero chiuso capace di contenere il numero delle navi in arrivo e chiedendo il mondo della crocieristica di arrivare a Venezia con navi più piccole.
Spazi aperti 19 3 Eventi Dal 19 al 27 la quinta edizione della manifestazione dedicata al mare, al porto e alle sue risorse
A Chioggia Ottobre è... blu “Immersione, idrografia e idraulica: per conoscere l’ambiente in cui viviamo” quest’anno si parlerà di lavoro, sport e ambiente
In programma anche un’attività di immersione, dedicata ai bambini fra i 4 e i 13 anni
di Eugenio ferrarese
“G
ran laguna fa gran porto”. L’ingegner idraulico Cristoforo Sabbadino della Serenissima Repubblica di San Marco era un convinto assertore della vocazione marinaresca della sua città, Chioggia, da lui descritta nella famosa e dettagliata pianta del 1557. Ottobre Blu 2013 raccoglie questa importante eredità proponendo anche quest’anno, grazie all’Azienda Speciale per il Porto di Chioggia della Camera di Commercio di Venezia, una vetrina dedicata a tutto ciò che è legato ad uno degli elementi naturali e fondamentali del pianeta, l’acqua, sia che si tratti di mare, laguna o fiume. La quinta edizione di Ottobre Blu riguarderà il lavoro, l’attività sociale, turismo, sport, ambiente e cultura sul tema “Immersione, Idrografia e Idraulica: per conoscere l’ambiente in cui viviamo”. Questa manifestazione che nasce con lo scopo principale di promuovere il porto di Chioggia, gli uomini, i mezzi, le attività produttive ed infrastrutturali, è ormai divenuta occasione per valorizzare tutte le altre risorse economiche e culturali del territorio.
Dal 19 al 27 ottobre 2013 – il programma dettagliato nel sito ww.ottobreblu.it – l’intera città sarà coinvolta in questa iniziativa che prevede convegni, manifestazioni culturali e sportive, e la presenza di migliaia di visitatori grazie allo sforzo organizzativo ed economico dell’Aspo e della Camera di Commercio di Venezia, della Marina Militare, in collaborazione con il Comune di Chioggia, e con il fondamentalmente supporto di tutte le realtà imprenditoriali ed economiche sia locali che del Veneto. Ottobre Blu 2013 prevede anche, in collaborazione con gli Istruttori del Comsubin - Comando Subacquei e Incursori, un’attività di immersione, dedicata ai bambini di età compresa tra i 4 ed i 13, con l’obiettivo di far conoscere il mondo sommerso. In collaborazione con la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Chioggia e la Scuola del Raggruppamento Subacquei ed Incursori di La Spezia, i giovanissimi subacquei avranno l’opportunità di un’immersione “protetta” e la possibilità di conoscere l’ambiente subacqueo e le procedure di emergenza che lo governano.
ADOTTAMI Pippo. Maschietto 5 anni, taglia media circa 10-12 kg. La storia di Pippo è come moltissime altre, abbandonato da cucciolo, accolto da persone di cuore. Amato, cresciuto e poi sono giunti i problemi ed ecco Pippo arrivare in rifugio. Ama le persone e le coccole, ha un animo buono e gentile . La sua sofferenza è iniziata all’entrata del rifugio! E’ un cane speciale. Paco. Maschio 4 anni, labrador puro. Arrivato all’a.p.a sempre per motivi familiari . Ora è un ospite a.p.a Paco ha bisogno di spazio, di attenzioni, ma solo da persone esperte, con voglia veramente di aiutarlo e tenerlo con tutti i suoi pregi e difetti. Lucio. Maschio, taglia media, circa 15-20 kg, 2 anni circa. Per lui sono stati consumati fiumi d’inchiostro ed ore di condivisioni, ma nessuno lo ha mai preso sul serio. Lucio è un cane speciale. Non si sa esattamente cosa possa aver subito il piccolo, ma al momento chiede coccole e contatto umano! Bingo e Bongo. 2 fratelli maschi uniti da uno stesso triste destino. Incrocio labrador, circa 4-5 anni, il proprietario è morto e loro sono stati portati in rifugio. Le possibilità di essere adottati assieme sono scarse se non impossibili. Noi volontari a.p.a crediamo che la buona volontà e la testardaggine possano fare dei miracoli. Diana. Pastore tedesco, 8 mesi femmina. Diana è meravigliosa, ma ha la displasia all’anca ed alle zampe anteriori. Diana ha già fatto un primo intervento, riuscitissimo, ma ne dovrà affrontare altri due. Tornerà ad essere un cane stupendo da compagnia. Loretta, associazione protezione animali di Chioggia Onlus 3289620233
Ricca di proposte e iniziative la quinta edizione di Ottobre blu, la manifestazione del mare e del porto organizzata da Aspo e Camera di Commercio di Venezia Nell’ambito delle iniziative di Ottobre Blu 2013 sarà inoltre presentata dall’Anmi (Associazione Nazioanale Marinai d’Italia) sezione di Chioggia la biografia a fumetti dedicata a “Salvatore Todaro: il corsaro gentiluomo” che è stata curata da Dino Memmo e Sergio Ravagnan. Mostre e convegni riguarderanno “I fiumi e Chioggia”, “Figli del Piave – esposizione di storie e prodotti”, “Chioggia, capolinea della navigazione interna”, la revisione del Piano regolatore portuale di Chioggia”, “Vajont, una storia da ricordare”, il 1° centenario dell’Aviazione Navale (con una mostra del pittore di Marina
Allan O’Mill dal titolo “Storia dell’Aviazione Navale” e con l’esposizione dell’aereo “Bleriot XI-2”), l’80° anniversario dei Palombari della Marina e il 60° anniversario della costruzione del sottomarino nucleare Uss Nautilus. In occasione della serata conclusiva sarà consegnata la “Galea d’oro”, il prestigioso premio che Aspo ha istituito a favore di ente, persona o società che, nel corso dell’anno, abbia favorito l’approdo di navi prestigiose o l’avvio di nuove linee di navigazione. E tra i numerosi ospiti presenti anche il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi.
20 Mondo scuola
Mondo scuola 5
Didattica speciale e scuola inclusiva Intervista al dirigente scolastico dell’I.C. di Cavarzere Filippo Sturaro
Le risposte della scuola ai bambini con Dsa di Ornella Jovane
S
ono noti come disturbi della scrittura, del calcolo e della lettura: sono i Dsa, acronimo di Disturbi specifici dell’apprendimento, definiti e “inquadrati” con la legge 170/2010, che sollecita, anche in questi casi come per tutti gli alunni e studenti con bisogni educativi speciali (Bes), il ricorso alla cosiddetta didattica “su misura”, nel necessario percorso dell’integrazione scolastica. I casi di alunni e studenti con Disturbi specifici di apprendimento rappresentano una realtà significativa anche nelle nostre scuole. La formazione dei professionisti dell’insegnamento costituisce allora un presupposto essenziale per dare risposte efficaci. Il tema è stato oggetto di approfondimento anche nel corso di una recente giornata di studio che si è tenuta lo scorso 4 settembre a Padova, organizzata dall’Associazione Italiana per la Ricerca e l’Intervento nella psicopatologia dell’apprendimento (Airipa) e dall’Associazione Italiana Dislessia, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto. Ma cosa sono in concreto i Dsa? Lo spiega il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Cavarzere, dottor Filippo Sturaro, che è stato anche tra i relatori del convegno padovano. “Innanzitutto diciamo che non sono una malattia, ma una “caratteristica” - esordisce il dirigente -. Essi sono piuttosto una compromissione specifica - che tocca una o più funzioni - a carico delle abilità di lettura (dislessia), scrittura (disgrafia e disortografia) e calcolo (discaculia). Sono disturbi neuroevolutivi di matrice biologica, che non dipendono quindi nè dal livello intellettivo, nè da deficit sensoriali, nè dalla qualità dell’insegnamento. L’origine non è dunque re-
lazionale, affettiva o psicologica. E, non trattandosi di una malattia, non se ne guarisce sebbene vi sia ampio margine nelle possibilità di recupero”. Nel 90 per cento dei casi i bambini delle prime classi della primaria imparano a leggere e a scrivere indipendentemente dal metodo proposto dall’insegnante e dalla qualità delle relazioni intrattenute con quest’ultimo. Esiste tuttavia circa un 10 per cento di bambini che può non imparare efficacemente: all’interno di questa casistica sono da esplorare le cause di difficoltà che potrebbero essere eventualmente ricondotte anche a disturbi specifici dell’apprendimento, oltre che a quadri di altro genere, (l’incidenza effettiva dei DSA è infatti del 2-3%) Vi sono connessioni o legami con problemi di carattere emotivo? “I problemi di carattere emotivo - chiarisce il professor Sturaro - possono essere la conseguenza delle difficoltà incontrate a scuola dal bambino con Dsa. La frustrazione per il mancato raggiungimento degli obiettivi può sviluppare un problema emotivo, di comportamento o l’abbassamento di autostima. Sono i cosiddetti disturbi in comorbilità, che si sviluppano in associazione ai Dsa”. A che età si manifestano i Dsa? “In genere una diagnosi di dislessia non può essere fatta prima dei 7 anni, quando il bambino ha quasi concluso la frequenza della classe seconda della scuola primaria; la discalculia invece è una diagnosi che può essere posta solo al termine della terza classe della scuola primaria. Non si può dunque parlare di Dsa in un bambino che frequenta la scuola
dell’infanzia, semmai si possono riscontrare delle carenze nei prerequisiti, che rappresentano dei campanelli d’allarme da monitorare nel tempo. Non è possibile parlare di disturbi specifici dell’apprendimento prima che un bambino non sia posto per un tempo sufficientemente lungo in relazione con la lingua scritta e con un codice numerico”. Chi fa la diagnosi? “La diagnosi compete al servizio sanitario nazionale (Età evolutiva) o a soggetti privati accreditati nell’ambito dei DSA”. Quali sono allora le competenze della scuola? “La scuola ha il compito dello screening che presuppone l’attivazione di un sistema di azioni d’individuazione precoce del rischio del disturbo (es. il programma Ipda), di potenziamento delle abilità carenti dei bambini individuati come a rischio e di segnalazione ai servizi delle situazioni in cui rimane la criticità anche dopo gli interventi di potenziamento realizzati a scuola. In caso di diagnosi da parte dei soggetti competenti vanno attuate tutte quelle azioni di gestione dei Dsa che comportano la costruzione di interventi didattici personalizzati - su indicazioni dei clinici - e del relativo Piano didattico personalizzato, Pdp, secondo il modello predisposto dal ministero o secondo i modelli elaborati da esperti del settore o appartenenti alle associazioni che si occupano di DSA”. Quali sono le azioni messe in campo nello specifico dalla sua scuola? “Oltre alle azioni previste per legge in tutte le scuole, la formazione dei docenti rappresenta un’azione stabile e
L’I.C. di Cavarzere, il dirigente scolastico Filippo Sturaro sinergica, che dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado coinvolge tutti gli insegnanti. Un’attività che da 5 anni sistematicamente portiamo avanti appoggiandoci ad un consulente esterno, uno psicologo esperto in psicopatologia dell’apprendimento, che svolge anche la funzione di supervisore dei modelli didattici messi in campo. E’ essenziale inoltre l’informazione dei genitori, in particolare di quelli che hanno figli alla scuola primaria, per aiutarli a capire quali possono essere i segnali da considerare come indicatori di rischio. Ogni anno organizziamo un incontro su questo tema. E’ operativo, infine, uno sportello di consulenza per gli insegnanti e, da quest’anno, anche per i genitori. Sono tutte azioni che si sviluppano in uno scenario di fondo di una scuola inclusiva, che sa organizzare un setting didattico su misura, flessibile e modularizzato per condurre al successo formativo ogni studente”. Inclusività è il principio ispiratore della didattica speciale, è quel concetto che il giornalista e scrittore Claudio Imprudente ha esemplificato nella favola del Re Trentatrè. “La giustizia non è dare a tutti la stessa cosa, ma dare a ciascuno il suo” rispondeva Sberleffo, il buffone di corte, al Re Trentatrè che a lui aveva chiesto consiglio su come fare per essere un re giusto con tutti.
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Personaggio personaggio 22 6 Il Anniversari Si festeggia la sua “rifondazione”
La Banda musicale, da 35 anni colonna sonora di Chioggia
Alcune foto storiche della Banda musicale di Chioggia: nel 1979, nel 2008 per i trent’anni
Da Verdi a Beethoven, dal jazz, alla musica leggera: i maestri della banda hanno sempre accompagnato tutti i grandi eventi della città di Eugenio ferrarese
D
al repertorio verdiano – che si sta riproponendo in occasione del bicentenario della nascita del grande musicista italiano – a Beethoven e ad altri classici per passare poi al jazz, alla musica leggera o alle rivisitazioni dei canti tradizionali: i brani presentati dalla Banda Musicale di Chioggia hanno sempre accompagnato tutti gli eventi più significativi della città. In occasione del 35° anniversario della “rifondazione” – perché a Chioggia prima della banda attuale ci sono state varie e significative esperienze fin dalla fine del Settecento: in un documento d’archivio del 1790 si fa riferimento ad una Società Filarmonica con sede in Riva Vena non lontano dalla Pescheria… - nel corso dell’estate il Museo civico a San Francesco fuori le mura ha ospitato un’ampia mostra documentaria accompagnata anche da una pubblicazione, curata da Sergio Ravagnan, che è l’attuale presidente della Banda di Chioggia,
che sintetizza la storia partendo proprio dalle vecchie bande tra Ottocento e Novecento, fino a giungere alle più recenti partecipazioni dell’attuale compagine musicale. Era il 1978 quando il corso di orientamento musicale raccoglie subito una massiccia richiesta di adesioni (130 domande). Le prove si effettuano in calle Luccarini, nell’ex Caserma dei Carabinieri e la prima uscita ufficiale della “rifondata” Banda cittadina avviene in occasione dell’annuale festa dei donatori di sangue dell’Avis nel mese di settembre dello stesso anno. Qualche mese dopo, nel maggio ’79, il concerto al teatro don Bosco, con gli orchestrali che sfoggiano la nuova divisa, ottiene un grande successo. Altra data significativa sarà l’11 luglio 1979: la squadra di Chioggia ospita nel campo sportivo comunale “Giochi senza frontiere”, un evento televisivo internazionale allora seguitissi-
mo. Ed è proprio la squadra italiana di Chioggia che vince la puntata. La banda comunale accompagnerà il corteo di tutte le squadre partecipanti che sfilano nel Lungomare a Sottomarina. E ancora, sempre nell’estate ’79, la Banda Cittadina assieme al Coro Popolare Chioggiotto si esibiscono in piazzetta a San Marco e al Lido alla festa del Redentore ed anche qualche settimana dopo alla Regata storica in Canal Grande. Gli allievi diventano numerosi, occorre acquistare nuovi strumenti o sistemare quelli recuperati. Gli associati, amici e familiari gestiscono uno stand alla Sagra del Pesce e così avverrà anche negli anni successivi. E in 35 anni di storia i concerti si contano ormai a decine per ogni anno di attività. La Banda Cittadina è ormai da tempo integrata nella vita della città e tutte le manifestazioni di un certo rilievo sono sempre accompagnate dalla sua presenza. E da quella del suo direttore-
fondatore: il maestro Loris Tiozzo. Proprio partendo dalla sua esperienza quale direttore della Banda S. Giusto, ovvero la banda dei Salesiani, è riuscito a convincere alcuni degli ex-suonatori a riprendere strumenti e la voglia di continuare. Tiozzo, che dopo 35 anni è ancora il direttore della Banda cittadina, ha anche curato numerosi testi pensati sia come strumento di studio che di lavoro: “Canti della Laguna Veneta” pubblicato nel 1988, un volume sul famoso compositore e teorico della musica Gioseffo Zarlino vissuto nel ‘500; nel 1997 altra pubblicazione: “Venti canti popolari natalizi a quattro voci”, successivamente “Le bande musicali di Chioggia” scritto nel 2003, 25° anniversario della rifondazione
dell’attuale gruppo bandistico… E nel 2008 Loris Tiozzo sarà anche nominato presidente regionale dell’Ambac (associazione musicale bande assiemi complessi). Sarà solo nel 2005, dopo vari “pellegrinaggi”, la Banda Musicale - ed il Coro Popolare Chioggiotto - potranno finalmente disporre della nuova sede nella parte nobile di Palazzo Ravagnan, uno storico edificio lungo il Canal Vena che l’amministrazione comunale ha completamente destinato alle associazioni culturali. Per informazioni e contatti si può consultare il sito internet www.chioggiabanda.it. La sede della banda cittadina è aperta tutti i pomeriggi dalle ore 16,00 alle 19,30.
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Cultura provinciale 23 9 Mestre La stagione teatrale al Toniolo
Prosa, danza, musica, più di 40 spettacoli
Una ricca proposta nell’anno in cui si festeggia il primo centenario dalla fondazione. Prestigiosi i nomi che calcheranno la scena: Balasso, Gassman, Paolini, Brilli, Giacobazzi e Marchetto. In programma anche una rassegna comica di Roberta Pasqualetto
L
o storico teatro Toniolo di Mestre, a pochi passi da Piazza Ferretto, festeggia il primo centenario dalla fondazione: un traguardo importante soprattutto in questi tempi di difficoltà economica per la cultura e dove, altre realtà, hanno tenuto il sipario abbassato a causa dei tagli. Il cartellone offre una varietà di spettacoli divisa in prosa, danza, musica e una rassegna comica; la quarantina di spettacoli si divide in: 16 titoli per la prosa, cinque per la danza, una decina per la musica e dieci per Comics e dintorni. Sul palcoscenico alcuni nomi importanti e storici del teatro mestrino: Natalino Balasso, Alessandro Gassman, Marco Paolini, Nancy Brilli, Giuseppe Giacobazzi, Ennio Marchetto e molti atri; le interpretazioni variano da testi contemporanei, classici e nuovi ma sempre tenendo un piede nel mondo attuale. I prossimi spettacoli di prosa, dal 13 al 17 novembre, sono: “Le voci di dentro” di
Eduardo De Filippo con Toni e Peppe Servillo, Gigio Morra e Betti Pedrazzi; dal 4 all’8 dicembre lo spettacolo: “Servo per uno”, liberamente tratto da “Il servitore di due padroni” di Carlo Goldoni con Pierfrancesco Favino. Dall’11 al 15 dicembre “Riccardo III” di William Shakespeare, interprato da Alessandro Gassman. Dal 18 e 19 dicembre lo spettacolo: “Verdi, narrar cantando” un concerto/spettacolo di Marco Paolini e Mario Brunello; opera ideata nel bicentenario dalla nascita di Verdi (10 ottobre 1813) per ricordare il suo passato di uomo di teatro. Gli spettacoli di danza spaziano dal balletto classico alle nuove tendenze, raccontano, attraverso il corpo, i giorni nostri. Giovedì 31 ottobre il balletto: “Kafig Brasil” con la direzione artistica e coreografia di Mourad Merzouki. Lunedì 30 e martedì 31 dicembre lo spettacolo: “Lo Schiaccianoci” con la coreografia di Lev Ivanov e Marius Petipa e la direzione artistica e adattamen-
Mira. Villa Velier
LAuRA LEPRI hA PRESENTATO L’uLTIMA fATICA LETTERARIA “DEL DENARO O DELLA gLORIA”
P
resentazione di grande appeal quella dell’ ultima fatica di Laura Lepri, insegnante di scrittura creativa del teatro Litta di Milano e docente presso il Master in editoria libraria della fondazione Mondadori, “Del denaro o della gloria“ è ambientato nella Venezia del ‘ 500 ed ha come protagonista principale Giovan Francesco Valier. Tutto si svolge nella parte iniziale del secolo nel periodo antecedente alla rivoluzione di Gutemberg, con una Venezia frequentata e vissuta da Bembo, Raffaello, Bernardo Tasso, Ariosto e i Torresani, eredi di Aldo Manunzio. I Torresani scelsero Giovan Francesco Valier per intervenire e sistemare il libro: Il cortigiano di Baldassar Castiglione. Ricco di riferimenti storici l’opera della Lepri parla anche della marchesa Vittoria Colonna e di tutti gli autori e stampatori di quel fecondo periodo. L’ autrice si fa trascinare dall’ amore per Venezia e dall’ entusiasmo e dalla competenza che accompagnano la sua sempre più brillante carriera già culminata con il riconoscimento di prima firma principale del settore per il domenicale de “ Il sole 24 ore “. Luogo della presentazione è stata Villa Velier di Mira, recentemente restituita al pubblico dopo il restauro, dal mecenate culturale Maurizio Trovò che gli organizzatori hanno più volte ringraziato per l’ ospitalità. Marco Lanza
A dicembre “Verdi, narrar cantando” ideato per celebrare il bicentenario della nascita del celebre musicista
Il teatro Toniolo a Mestre, quest’anno ricorre il centenario dalla sua fondazione to di Anatoly Emelyanov. Per la rassegna musica, martedì 5 novembre, il concerto: “Orchestra giovanile italiana” diretto da Wayne Marshall e con le musiche di Sergej Rachmaninov, Maurice Ravel. Martedì 19 novembre il concerto: Giovanni Sollima in “Tenebrae, il Principe dei Musici Omaggio a Gesualdo di Venosa (1566-1613)”; il principe del madrigale a 400 anni dalla
morte con le musiche di Michelangelo Rossi, Carlo Gesualdo di Venosa, Giovanni Sollima, Arvo Part, Domenico Scarlatti, Gioan Pietro Del Buono, Francesco d’Avalos. Martedì 3 dicembre il concerto a pianoforte di Andrea Rebaudengo, accompagnato dalle musiche di Frederic Rzewski. Per la rassegna comica, venerdì 8, sabato 9 e domenica 10 novembre: Carlo e Giorgio “visti da vicino”; mer-
coledì 27 e venerdì 29 novembre Giuseppe Giacobazzi in: “Un po’ di me”; venerdì 20 dicembre, Enrico Bertolini, in: “Casta away: La tempesta imperfetta”. Per informazioni sugli spettacoli e per prenotazioni www.culturaspettacolovenezia.it/toniolo; gli spettacoli iniziano alle ore 21.
Chioggia Festival “Veneto, spettacoli di Mistero”
Quattro appuntamenti alla scoperta di luoghi misteriosi e leggende popolari P erché le statue del Refugium Peccatorum hanno le teste mozzate, dov’è la Corte delle Streghe, cosa aleggia attorno alla Valle dei Sette Morti, omicidio o suicidio quello del nobile ungherese rinvenuto cadavere nella sua residenza chioggiotta? Questi e altri interrogativi da brivido, troveranno risposta - tra storie popolari e leggende - nei quattro eventi organizzati dalla Pro Loco di Chioggia per il prossimo mese di novembre, che si inseriscono in “Veneto, Spettacoli di Mistero”, festival promosso dalla Regione Veneto alla scoperta di luoghi leggendari e misteriosi del nostro territorio. Il primo appuntamento è con “Chioggia e le Streghe” alle 21 di giovedì 31 ottobre al Sagraeto, dove al centro di una balaustra in pietra d’Istria è collocata la statua della Madonna del “Refugium Peccatorum”, protettrice dei pescatori, affiancata ai due lati da statue oggi prive di testa. Una guida dell’associazione culturale “La Bricola” ne spiegherà il motivo attraverso il racconto di tradizione popolare “El late ale mosche”. L’itinerario guidato fa poi tappa nella piccola e suggestiva “Corte Taccheo”, la “Corte delle streghe” con la storia “dell’Intenta”, quindi fino ai piedi del campanile della cattedrale, per rievocare la raccapricciante del “Gatto e la zampa mozzata”. La successiva tappa è Calle Ponte Scarpa dove, dall’omonimo ponte, si scorge il palazzo denominato “della strega”. Attraverso un suggestivo percorso si raggiunge piazza Vigo, un tempo punto di avvistamento del ritorno delle barche da pesca da parte dei familiari a terra. Dopo tanti brividi, una piacevole conclusione, con un assaggio di prodotti tipici. Sabato 9 novembre escursione in laguna alla scoperta
Dal 31 ottobre al 23 novembre, gli appuntamenti della rassegna in programma a Chioggia del “Mistero della Valle dei Sette Morti”, già divenuto un classico degli appuntamenti di novembre. Partenza alle 15.00 in motonave dalI’Isola dell’Unione, e navigazione verso la famigerata Valle dei Sette Morti, ascoltando letture su misteri e leggende popolari di Chioggia. Tappa in Laguna, dove i passeggeri potranno gustare un piatto della tradizione e assistere ad una drammatizzazione di un simpatico caratterista chioggiotto. Rientro previsto verso le 19. La novità proposta quest’anno dalla Pro Loco è “Strigarie e Malìe in Clugiae”, alle 18 di sabato 16 novembre. Teatro di strada messo in scena in Piazza Granaio dagli attori e figuranti della Contrada di Sant’Andrea del Palio della Marciliana di Chioggia; un esempio di procedura inquisitoria contro maliarde, streghe e presunti guaritori, tratta dalle carte vescovili degli archivi diocesani. Le pratiche stregonesche e gli scongiuri, definiti in gergo “segni”, alcuni a carattere curativo, altri erotico-amoroso, consistono in caricature di rituali o esorcismi religiosi, un misto di pre-
ghiere tradizionali storpiate e volgarizzate e motti popolari. L’ultimo evento, alle 21 di sabato 23 novembre, chiude il ciclo chioggiotto di “Veneto, Spettacoli di Mistero 2013”, è una rappresentazione teatrale presso l’Auditorium comunale S. Nicolò, messa in scena dalla Compagnia Teatronovo, con la regia di Giuliano Soncin. Un nobile personaggio ungherese, Samuel Nadudvari, viene trovato morto nella sua residenza chioggiotta. Si tratta di omicidio o suicidio? Un Hercule Poirot inviato dalla Serenissima si mette alla ricerca della verità: c’è un assassino o il nobile ha voluto por fine alla sua esistenza ambigua e dissoluta, fitta di intrighi pericolosi nei festini notturni dei salotti mondani? Un finale mozzafiato svelerà l’arcano. Per tutti e quattro gli eventi, la prenotazione è obbligatoria. Info: Pro Loco Chioggia e Sottomarina - www.prolocochioggia.org, prenotazioni@prolocochioggia.org - Marco Donadi (328.0057599)
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SPORT in PRIMO PIANO
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Ciclismo A Jesolo cronometro a squadre per 550 atleti
“6xAndrea”, vincono i modenesi di giacomo Piran
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ovanta squadre al via con in totale 550 atleti. Questi sono i numeri della seconda edizione della cronometro a squadre di ciclismo “6xAndrea” dedicata alla memoria di Andrea Pinarello, che si è disputata il 22 settembre a Jesolo Lido. La corsa si è svolta lungo un circuito di 12 km che è stato affrontato due volte con i ciclisti che dopo la partenza hanno percorso via Bafile, via Aleardi, viale Albanese, viale del Bersagliere, ritorno in via Albanese, viale Martiri delle Foibe, via Ceolotto, viale Padania, ritorno in via Padania e via Ceolotto, via Monti, via Gorizia, via dei Mille, via Verdi, via Foscolo, via Trentin e arrivo in Piazza Mazzini. A vincere è stato il Team Sportissimo di Modena (Fabio Bulgarelli, Massimo Magnani, Sandro di Renzo, Silvio Gradellini, Paolo Botti, Fabrizio Amerighi) con il tempo di 27’16” davanti ai veronesi detentori del titolo il Patos Team Jollywear di Isola della Scala (27’51”) e agli altri veronesi dell’Highroad team (28’43”). Ottimo il quinto posto per l’associazione avvocati notai magistrati ciclisti (Aimanc 1) che hanno vinto il trofeo destinato alla categoria ordini professionali. Tra le donne a trionfare sono state le Patos
newS
la danza È in verticale
L
team pynk lady (Silvia Melato, Elena Raffaelli, Monica Franceschi, Monica Messori, Anna Farina, Marianna Turchetto) di Verona che hanno preceduto le Tinky per Andrea e le Tinky Ladies Pinarello 3. “Non poteva andare meglio - ha commentato Fausto Pinarello promotore dell’evento con la sorella Carla - abbiamo ricevuto i complimenti per come abbiamo gestito la gara. La gente si è divertita sia a pedalare che a guardare. Il comune di Jesolo ci ha confermato la sua disponibilità e noi confermiamo l’impegno a portare la 6xAndrea anche nel 2014. I prossimi obiettivi sono di aprire la gara agli stranieri
Al Laguna Palace
MOSTRA DI KIMONI
O
A venezia
riente e Occidente, da sempre, si sono visti nella interpretazione umana come punti geografici contrapposti: più in particolare, l’uno dove nasce il sole, l’altro dove tramonta. La Federazione Kokusai Bijutsu Shingikai assieme all’a.s.d. Hata-Hisi Fiesso d’Artico, con il loro lavoro, stanno cercando di far in modo che questi due paesi e mentalità trovino dei punti d’incontro. “Tutto ha inizio nel 1984 – spiega per Hata – Hisi Carolina Manente- quando Shigetami Sunada, il Ministro dell’Educazione giapponese, chiese al Presidente della “Federazione degli Educatori d’Arte” di aprire la sua associazione in paesi stranieri allo scopo di promuovere gli scambi culturali internazionali. E’ nata così la “Kokusai Bijutsu Shingikai”. Attualmente, tale associazione è diretta dal Maestro Masashi Yokoyama, il quale con il suo lavoro e la sua dedizione l’ha portata a diventare una Federazione di differenti “Scuole” artistiche con oltre 1000 membri regolari”. Scopo della Kokusai Bijutsu Shinkai è di promuovere gli scambi culturali internazionali attraverso l’arte come “Linguaggio Universale”. La Federazione ha potuto presentare l’Arte giapponese in moltissimi paesi. La Kokusai Bijutsu Shingikai organizza mostre d’Arte giapponese, dove fa conoscere non solo l’arte pittorica giapponese, ma anche arti come la ceramica giapponese e della lavorazione dei tessuti per creare i famosi Kimoni Rappresentante italiano di questa associazione è il Maestro Claudio Artusi, ha cominciato giovanissimo a dedicarsi alle arti marziali, e alla cultura giapponese con mostre ed esibizioni anche in Italia. Per questo , la a.s.d. Hata-Hisi Fiesso d’Artico, dal 16 al 20 ottobre 2013, al NH Laguna Palace Hotel di Mestre, terrà una Mostra d’Arte Giapponese, la “Kimono Art Exhibition”, dove saranno esposti i tradizionali dipinti del famoso artista giapponese Hosen Sawai nonché oggetti tradizionali giapponesi. Il 19 ottobre 2013, sempre presso il NH Laguna Palace Hotel, dalle 17 alle 19, più di 20 modelle sfileranno con bellissimi Kimoni tradizionali e moderni.
e creare un ircuito nazionale di cronometro a squadre di alto livello”. Tra i partecipanti c’erano anche gli olimpionici Jury Chechi, Antonio Rossi e Cristian “Zorro” Zorzi oltre all’ex ciclista professionista Marzio Bruseghin e l’ex pistard Stefano Allocchio, ora responsabile della gestione tecnica del Giro d’Italia. “La gara è organizzata molto bene - ha commentato Jury Checy - anche se dico una cosa scontata visto che la regia è in mano a Ivan Piol che è garanzia di ottimo livello di professionalità nell’organizzare eventi di questo genere. La cronometro a squadre è una formula interessante”.
a danza verticale è uno sport spettacolare dove i ballerini utilizzano delle imbragature per muoversi nell’aria. La compagnia Il Posto pratica questa attività nell’impianto comunale Costantino Reyer Venezia dove tiene corsi sperimentali e ha sede a Forte Marghera. La compagnia nasce nel 1994 a Venezia dal sodalizio fra la coreografa Wanda Moretti e il musicista Marco Castelli e da allora persegue con rigore e stile il proprio progetto artistico, creando produzioni poetiche in una scrittura scenica che fonde danza, architettura e musica; il successo di questi ballerini è internazione infatti hanno danzato in moltissimi paesi tra i quali: Singapore, Parigi, Marocco e molti altri. La danza verticale ha alla base una concezione rinnovata e inedita dello spazio e del movimento: sfida la gravità usando come palcoscenico lo spazio ‘vuoto’, la dimensione aerea e le forme del paesaggio, proponendo al pubblico una nuova prospettiva visiva e cinetica. In Italia Il Posto ha realizzato degli allestimenti in siti prestigiosi come il Museo di Roma in Piazza Navona, il campanile di San Marco a Venezia, il Museo d’Arte Contemporanea Madre di Napoli, Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Pd), Museo dell’Ara Pacis a Roma, Teatro La Fenice di Venezia e altri. “Con l’allestimento “atto bianco” giriamo per il mondo da 3 anni - dice la coreografa Wanda Moretti – ma lavoriamo anche con cose diverse e portiamo nelle architetture coreografie adattandole alle strutture che ci ospitano”. Per R.P. maggiori informazioni si può scrivere a info@ilposto.org
canoa Trofeo Lucarda a Oriago
SuL NAvIgLIO vINCONO I PADRONI DI CASA
A
settembre si è tenuto a Oriago di Mira, il Campionato Regionale Veneto di Canoa Discesa Sprint, valevole per l’assegnazione del 8° trofeo “Lucarda Cav. Giuseppe”. Nella splendida cornice della Riviera del Brenta, tra le ville della Repubblica Serenissima, si è svolta una giornata di festa per la canoa veneta. Il bel tempo e la temperatura gradevole hanno accompagnato i 163 atleti partenti, provenienti dal Veneto e da altre regioni limitrofe, in rappresentanza di 17 società. Numeri che incrementano di anno in anno a testimonianza della crescita di questo evento. La competizione è stata molto combattuta in tutte le categorie, anche per la presenza di atleti appartenenti alla squadra azzurra (Cristina Favaretto, Mattia Quintarelli, Pierpaolo Bonato solo per fare alcuni nomi). La grande novità introdotta riguarda le premiazioni, che si sono svolte durante la gara, al termine di ogni categoria. Al termine della competizione tutti gli atleti sono stati ospitati dalla fioreria “il Molino” di Oriago per rifocillarsi con un pasto caldo. A seguire sono state premiate le società ed è stato assegnato il 8° trofeo “Lucarda Cav. Giuseppe. A conquistarlo la società di casa, il Canoa Club Oriago, seguito dall’Associazione Remiera Peschiera. Infine è stata premiata con un grande
mazzo di fiori Cristina Favaretto per la medaglia di bronzo conquistata ai Campionati del Mondo assoluti a squadre svoltisi in Slovenia in giugno 2013. “Volti felici, strette di mano, abbracci- spiegano gli organizzatori - questo è ciò che si vedeva girovagando tra la sponda del fiume e il cortile della fioreria. È stata una giornata di sport, dove alla sfida della competizione si sono mischiati valori veri, genuini come l’amicizia, la solidarietà e la volontà di allontanare i falsi “idoli” per mettere al centro l’uomo e la donna. Tutto questo è stato possibile grazie alla generosità della famiglia Lucarda, la quale ha messo a disposizione la sua “casa” per accogliere centinaia di persone, sfamandole e creando momenti di simpatia. Un ringraziamento va ai volontari che hanno contribuito a questo grande evento”.
La gestione della competizione era in mano al Canoa Club Oriago che ha dimostrato, ancora una volta, di essere una grande società sportiva. “Se solo il fiume fosse più mosso- concludono gli organizzatori del Canoa Club – con questa macchina organizzativa, si potrebbe organizzare un campionato del Mondo. L’appuntamento è al 2014 per una nuova grande manifestazione di sport”. I risultati :C/1 senior maschile: 1) Adamo Taddei (Canoe Polesine Rovigo), 2) Riccardo Pahor (Circolo Canoa Carso). C1 junior maschile: 1) Giovanni Formaggio (Cc Vicenza), 2) Carlo Benciolini (Remiera Peschiera), 3) Riccardo Pedagna (Cc club Oriago). C1 senior femminile: 1) Vanessa Zampese (Cc Oriago, 2) Claudia Nordio (Valbrenta Team), 3) Paola Trevisan (Canoe Polesine Rovigo). A.A.
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IL VENETO
in PRIMO PIANO
Con la campagna nazionale “Mettiamoci in gioco” chiediamo al Governo una svolta contro il Gap
Gioco d’azzardo: una patologia e un florido mercato per le mafie
La mobilitazione per regolamentare il settore è generale. Anche i sindaci sottoscrivono un manifesto nazionale per la legalità contro il gioco d’azzardo di germana urbani
A
nche il gioco uccide. L’ultima vittima “Sarebbe sbagliato pensare – sottoliin Veneto è vicentina: morta suicida nea Pierpaolo Romani, coordinatore naper debiti da gioco. Ma non è un caso zionale di Avviso Pubblico - che il problema isolato e non sarà l’ultimo. Ai veneti piace delle mafie non riguardi il Veneto, terra che giocare d’azzardo. Tra il 2010 e 2011 il anzi interessa molto alle cosche, tanto che 44% della popolazione tra i 15 e 64 anni la Regione si è dotata di un’apposita legge ha giocato d’azzardo. Il 63% nell’ultimo antimafia. la n. 48 del 2012. Oggi parlare anno ha giocato al Lotto/Superenalotto del rapporto gioco d’azzardo-mafie significa e poco meno del 58% al Gratta e vinci/ mettere testa su quella che può essere la Lotto istantaneo; seguono coloro che hanno principale dinamica di infiltrazione mafiosa praticato scommesse sportive ed il Poker te- in questa regione: cioè, ancora una volta, xano o che hanno giocato alle macchinette l’infiltrazione nel settore economico”. elettroniche/slot machine. Dal 1998 in Italia lo Stato ha liberaQuesti numeri evidenziano che quello lizzato e legalizzato le scommesse: ciò ha del gioco d’azzardo è un vero e proprio prodotto un espandersi incredibile del mermercato in controtencato del gioco che lo denza rispetto alla cri- In Veneto c’è il casinò, scorso anno ha toccasi. La gente tenta la una forte attrattiva to quasi i 100miliardi fortuna per sbarcare il per chi presta denaro di euro tra gratta e lunario e paradossal- ad usura o ricicla vinci, lotterie, slot, mente aggrava la si- denaro sporco scommesse sportive tuazione del bilancio e quant’altro. Tanta economico famigliare. gente gioca perchè gli strumenti per giocare Ma questo trend deve porre all’eviden- sono sempre a portata: dal tabaccaio, al za anche altre questioni: un mercato florido bar, al supermercato. Lo Stato, purtroppo, interessa sempre le mafie. Nonostante nella non ha fatto una legge per rispondere ad nostra regione non ci siano evidenze di infil- una domanda di gioco, ha invece spinto trazioni in questo settore, occorre conoscere l’offerta creando, di fatto, la domanda. E le bene le dinamiche perchè dove girano tanti possibilità si sono moltiplicate a dismisura. soldi spesso c’è qualcuno che ricicla denaro Sono aumentate le slot all’interno dei bar sporco e pratica prestito ad usura. e nei comuni è possibile aprire sale giochi
con videolottery che permettono di giocare anche grandi cifre. A questo si aggiungano le agenzie di scommesse. Una gamma di offerta che sta investendo i veneti e creando moltissimi dipendenti da gioco patologico d’azzardo. “Fra questi – spiega Romani - ci sono persone che hanno un lavoro, sono magari imprenditori che accumulano debiti e devono trovare qualcuno che gli presti denaro. Il gioco crea una domanda a cui i mafiosi possono rispondere col prestito ad usura. Sempre più spesso, infatti, all’ufficio antiusura del Comune di Verona si presentano persone che si dichiarano vittime del gioco d’azzardo. Inoltre, i mafiosi hanno iniziato a gestire società che costruiscono macchinette, che spesso non sono regolari. Cioè non hanno al loro interno la scheda prevista dalla legge che le collega col Ministero del Tesoro, ne registra le giocate e calcola la tassazione dovuta allo Stato. In questo modo i mafiosi sono degli attori importanti di una quota significativa di evasione fiscale in complicità o meno col gestore del locale che ospita la macchinetta”. Va detto poi che il passo successivo alla gestione illecita delle macchinette nei bar è l’estorsione a danno dei Commercianti con relative intimidazioni. “Lo dico come avvertimento per i Commercianti – afferma
Pierpaolo Romani
ancora il coordinatore nazionale di Avviso Pubblico - ma anche per gli imprenditori del settore, per Confindustria che deve stare molto molto attenta a tutelare gli imprenditori che operano legittimamente in questo mercato perchè l’organizzazione mafiosa che si inserisce in un mercato punta al monopolio dello stesso”. E oltre alle sale giochi una comunità “colonizzata” dal gioco d’azzardo attira anche un indotto pericoloso. “Spesso – continua Romani - aumentano i casi di utilizzo di sostanze stupefacenti e la fornitura di sesso a pagamento della peggior specie. Si scoprono appartamenti dove vengono tenute come schiave del sesso ragazze straniere in mano a gruppi criminali dell’Est o dell’Africa in combutta con cittadini veneti e organizzazioni criminali italiane. Questo per dire che l’insicurezza nei quartieri non la portano solo gli stranieri. L’insicurezza la creiamo noi permettendo a persone con tanti soldi, fatti spesso sulla pelle di tanti giovani con la vendita di droga, di sviluppare dei business
che hanno poco di etico e sono antieconomici per la città e i suoi abitanti”. Il pericolo sta proprio qui. Come ha detto Michele Prestipino, procuratore aggiunto di Roma, intervenuto sull’argomento a Verona “Arrivano con il denaro ma poi portano anche i loro eserciti” per il controllo del territorio. “Ci tengo a sottolineare che quando i mafiosi arrivano in un territorio – conclude Pierpaolo Romani - è perchè incontrano persone capaci di garantire determinati servizi, che anziché denunciare diventano complici conniventi. E’ tremendo vedere come, a volte, il mondo dei professionisti sostiene, anche dalle pagine dei giornali veneti, che il rispetto della legalità produce ingiustizia sociale! Che se gli imprenditori pagassero tutto i conti esploderebbero. E’ preoccupante constatare che in Veneto c’è un pezzo dell’imprenditoria e un pezzo delle libere professioni che pensa che le regole sono un intralcio. Questo atteggiamento apre delle brecce pericolosissime”.
Il Veneto in primo piano 11 27 Verona: 32 milioni di gratta e vinci venduti in tutta la provincia
Neanche la crisi ferma i veneti: giocano sempre di più
di germana urbani
L
’Italia intera si sta mobilitando contro il gioco d’azzardo legalizzato e antieconomico. Gli amministratori stanno facendo rete firmando il manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo che chiede una nuova legge nazionale fondata sulla riduzione dell’offerta e il contenimento dell’accesso, con un’adeguata informazione e un’attività di prevenzione e cura; chiedono leggi regionali con compiti e impegni delle Regioni per la cura dei giocatori patologici, per la prevenzione dai rischi del gioco d’azzardo, per il sostegno alle azioni degli Enti locali. E chiedono sia consentito il potere di ordinanza per definire l’orario di apertura delle sale gioco e per stabilire le distanze dai luoghi sensibili, oltre al parere preventivo e vincolante per l’installazione dei giochi d’azzardo. Anche l’assessore provinciale di Rovigo Marinella Mantovani è impegnata da anni in questa battaglia perchè ricorda “il costo del recupero
focuS
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di un giocatore dipendente si aggira intorno ai 30mila euro l’anno, senza contare i patrimoni dilapidati, il lavoro perso, le ore dedicate al gioco e sottratte all’affettività e alle relazioni sociali”. La situazione in polesine ha del paradossale: solo considerando la popolazione maggiorenne, c’è 1,2 slot ogni 100 cittadini. Il paradosso si raggiunge a Papozze: ce n’è una ogni 23 cittadini. A Padova e provincia non va meglio. Sono 400 mila padovani che hanno giocato soldi almeno una volta nella vita, almeno 70 mila potrebbero essere in condizioni di rischio; tra questi, oltre 18 mila sarebbero giocatori problematici e più di 3 mila manifesterebbero comportamenti ascrivibili alla dipendenza patologica. Queste persone avrebbero bisogno di supporti e trattamenti socio sanitari specifici. Solo l’Ulss 16 ha denunciato ben 2mila casi di sua competenza: dai 15 ai 64 anni il virus del gioco d’azzardo si è diffuso a
macchia d’olio e aumenta di anno in anno. “Abbiamo iniziato a lavorare – afferma il direttore del sert, Andrea Vendramin - su vari progetti mirati soprattutto alla prevenzione sul territorio, incluse le scuole, e alla formazione degli esercenti del settore. Le risorse però sono scarse: bisognerebbe che una parte del fatturato del settore fosse devoluto alla cura dei giocatori patologici e che egli enti locali fossero più coinvolti. Perché mentre lo stato incassa una quota importante delle giocate, tutti gli oneri sociali ed economici generati da persone rimaste senza niente sono interamente in capo ai comuni”. Non va meglio a Verona dove, secondo l’ufficio antiusura del Comune, sono presenti, tra bar, tabaccherie e ristoranti della provincia, 2.260 macchinette da gioco e 86 sale da gioco. Nel 2011 sono stati venduti in città oltre 7.1 milioni di biglietti “gratta e vinci” e, complessivamente, più di 25 milioni in
provincia: come se ogni veronese, bambini compresi, avesse acquistato oltre 25 biglietti. Ma il dato che fa rabbrividire è che solo un anno dopo il bilancio è ben più pesante: 32 milioni di gratta e vinci venduti nel veronese. Segno che con la crisi aumentano coloro che tentano la fortuna. Una vera piaga a cui i Comuni cercano di rispondere come possono. Il Comune di Vicenza, per esempio, attraverso una delibera di modifica del regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni ha introdotto il divieto di pubblicità del gioco azzardo anche se in possesso di regolare concessione amministrativa rilasciata dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Almeno questo. Certo è che serve con urgenza una legge nazionale e regionale che regolamenti la materia e destini risorse ai sert delle Ulss per la cura dei giocatori patologici.
fin’ora interventi a macchia di leopardo una legge veneta per aiutare i giocatori
ino ad oggi la Regione Veneto, rispetto al problema del gioco d’azzardo e delle sue conseguenze sociosanitarie e famigliari, si è limitata a sondare il fenomeno e a finanziare alcuni progetti sul territorio ma senza una vera programmazione. ”Il gioco d’azzardo – sottolinea l’assessore Remo Sernagiotto – e’ un fenomeno in costante crescita tanto che i servizi per le dipendenze del Veneto nel 2011 hanno intercettato e preso in carico 765 giocatori patologici di cui 637 maschi e 128 femmine”. ”Per affrontare al meglio questa insidiosa forma di dipen-
denza che tanta sofferenza causa a chi ne e’ affetto e alle famiglie dal punto di vista psicologico ed economico – aggiunge – serve un coordinamento delle strutture sociali e sanitarie, pubbliche e del privato sociale. Da questo punto di vista si stanno facendo passi in avanti, esempio ne sia la proposta di prevenzione “Scommetti su te stesso” che arriva da Monselice e che abbiamo finanziato con 50 mila euro; il progetto avrà durata di due anni e sarà di prevenzione, sensibilizzazione, formazione, ascolto e presa in carico dei problemi che riguardano il gioco d’azzardo nel territorio
della bassa padovana”. Vero è che per intercettare e arginare il dilagare di queste problematiche occorre una visione d’insieme di ben altro spessore. In Regione Veneto il Vicepresidente della commissione sanità, Claudio Sinigaglia, è il primo firmatario della proposta di legge n. 283, dedicata ad interventi di prevenzione, formazione e trattamento del Gap, gioco d’azzardo patologico. “In questi giorni – spiega Sinigaglia - al Governo si chiede di aggiornare i Livelli essenziali di assistenza, prevedendo lo stanziamento di risorse dedicate per garantire l’effettiva attuazione da parte delle
Regioni e degli Enti locali di politiche socio-sanitarie di assistenza alle persone affette da questa patologia”. “A livello regionale -continua il Consigliere - sarebbe auspicabile una legge sul gioco, con vincoli e distanze per le sale da gioco e la pubblicità. Anche sul decreto Balduzzi mancano i decreti attuativi, e la situazione è completamente annacquata. Il nostro compito è capire come intervenire a livello regionale, senza poi essere bloccati nei vari tribunali. E non parliamo solo di slot machine e sale, ma anche dell’online, per cui occorre prevenzione e informazione, a partire dai genitori”.
12 Il Veneto in primo piano 28 Il riconoscimento, molte le venete premiate
Donne eccellenti anche in tempi di crisi Bellezza, glamour e impegno, il teatro Geox ha ospitato i migliori talenti femminili italiani premiati in una serata all’insegna del buon gusto di germana urbani
C
on la crisi le donne rompono gli schemi e si “inventano” il futuro. E in questo sono eccellenti. Unioncamere ha calcolato che in dodici mesi, da marzo 2012 al marzo successivo, le imprese femminili in Italia sono arrivate a un milione 424.798, pari al 23,5% del totale. Un segno positivo o emblema di un paese che non sostiene le donne e quindi loro si sostengono da sole? Se ne è parlato al salone dell’imprenditoria femminile di Torino, evidenziando un’arte diventata di questi tempi essenziale: quella di re-inventarsi, rompere gli schemi e riprendersi il futuro. Un’arte che sembra riguardare in particolar modo le donne. Perché se da un lato il mondo del lavoro “tradizionale” continua a soffrire di alcuni problemi strutturali che le coinvolgono (dimissioni in bianco, retribuzioni diverse uomo/donna, mancata valorizzazione del capitale umano femminile), le donne intraprendono altre strade: come quella di aprire un negozio, un’attività o un’azienda. I dati dell’osservatorio sull’imprenditoria
La “Donne Eccellente” nel sociale è Anna Rossoni, padovana, vicepresidente regionale di Unitalsi femminile di Unioncamere lo testimoniano: le imprese femminili hanno un passo più veloce rispetto alla media nazionale. Nel periodo giugno 2013-giugno 2012, mentre le aziende nel loro complesso crescevano dello 0,13%, quelle fondate da donne aumentavano di quasi 5 mila unità, con un incremento dello 0,34%. Eppure non è semplice. L’ha ricordato anche Anna Licia Balzan Polegato, imprenditrice premiata donna eccellente 2013. “Sono un’imprenditrice che lavora - ha detto la Balzan – alla costante ricerca di un equilibrio tra gli impegni professionali, famigliari e la necessità di non rinunciare mai a se stessa, a essere donna”. Un difficile equilibrio che rincorrono tutte le
donne, non solo le imprenditrici. E ben si è visto durante la serata di gala per il premio Donne Eccellenti 2013. Nato da un’idea dell’Associazione Albergatrici Abano Montegrotto Terme e organizzato per questa edizione al Gran Teatro Geox di Padova in collaborazione con Zed, l’evento si è rivelato una kermesse al femminile aperta da un red carpet di tutto prestigio che ha visto la partecipazione di un migliaio di persone venute ad applaudire le donne protagoniste di questa undicesima edizione. La manifestazione, condotta da Alessandro Greco, ha preso poi il via con la verve inglese di John Peter Sloan che ha premiato la frizzante Silvana Fallisi per la categoria Cinema. A seguire l’Arte. E Alberto Terrani ha consegnato la rosa gioiello disegnata da FOPE Gioielli e l’Acqua Termale di AbanoSPA al commendatore maestro di tessitura del bisso marino, Chiara Vigo. Emozionante la premiazione di Daniela Zuccoli Bongiorno, salutata sul palco da Sabina
Ciuffini e da un intervento filmato di Pippo Baudo, commosso nel ricordare il grande amico e la Fondazione Bongiorno. Ma il teatro Geox ha vibrato anche grazie alla voce di Ornella Vanoni che ha cantato alcuni suoi storici pezzi eper chitarra e voce dedicati al Brasile. Premiata da Giorgio Borghetti, ha dichiarato: “Se devo scegliere tra le Maldive ed Abano Terme, preferisco le Terme Euganee e le loro acque rilassanti!”.
Premiata anche la ricerca con la dottoressa veneziana Marina Cavazzana, pediatra ematologa attualmente a Parigi, che ha ricevuto il riconoscimento dalle mani della Donna Eccellente 2005, Ilaria Capua. Per la categoria dei giornalisti il premio è andato alla padovana Alessandra Viero che lavora a Mediaset. Filippo Ongaro, invece, ha consegnato a Roberta Bruzzone, criminologa, ma anche volto televisivo, il Premio Città di Montegrotto Terme.
valeria Mazza premiata e Anna Rossoni
bellezza, Spettacolo Sport e Solidarietà
Valeria Mazza e Anna Rossoni
L
a premiazione più glamour, dal respiro internazionale è stata quella di Valeria Mazza. La top model argentina, che ha assistito alla serata con tutta la famiglia, è stata invitata a salire sul palco per essere premiata per la categoria Moda&Spettacolo dall’attore Matteo Tosi, tra le parole estasiate di un video dedicatole da Pippo Baudo. Lei si è deta lusingata per il premio “Donne Eccellenti” e ringrazia ricordando di aver avuto “la fortuna di aver lavorato nella moda negli anni Novanta, quando le modelle erano anche personaggi e la gente ci ha viste crescere. Io ho sempre considerato il mio lavoro con grande disciplina”. Quasi uno sport, verrebbe da dire. Ma anche il mondo dello sport quella sera ha avuto la sua stella. La rodigina campionessa di beach volley Marta Menegatti ha ricevuto
il premio dalle mani del pluri-campione olimpico Rossano Galtarossa. Anche il bel canto ha avuto la sua “regina”: Daniela Dessì, voce incantevole che ha ricevuto il Premio dalla collega soprano Katia Ricciarelli, già Donna Eccellente 2005, e da Claudio Scimone, maestro dei Solisti Veneti. Per la categoria danza, invece, è stato il ballerino di Amici Denny Lodi a consegnare il premio a Rossella Brescia, ballerina, insegnante, attrice ed ormai sempre più consolidata presentatrice del piccolo schermo. Ma forse il premio più “meritorio” è stata consegnato ad Anna Rossoni, premiata per il Sociale, a seguito di un gioco sui siti dei quotidiani del gruppo Finegil che l’ha decretata la più votata tra le donne venete che si stanno occupando di volontariato.
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Il Veneto in primo piano 13 31 Sicurezza idraulica Con l’autunno torna il maltempo con i timori di chi vive in zone a rischio
La pioggia risveglia gli spettri dell’alluvione Aperti i cantieri per nuove opere di difesa ma servono ulteriori interventi per tutelare buona parte della regione. I Consorzi di Bonifica hanno decine di progetti nel cassetto
Zaia: “Pensiamo meno alle strade e di più alla sicurezza del territorio”
di Nicola Stievano
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orna la stagione delle piogge, dopo la “tregua” estiva i fiumi tornano ad ingrossarsi ed ogni perturbazione ormai innesca l’allerta meteo ed è fonte di ansia e preoccupazione per milioni di veneti. Questo perché gran parte del territorio della nostra regione è a rischio idrogeologico, al punto che allagamenti ed esondazioni sono sempre una minaccia concreta. Dalla disastrosa alluvione di tre anni fa qualcosa è cambiato e sono ormai aperti alcuni cantieri per la costruzione di invasi nella fascia pedemontana e il rinforzo degli argini più “stressati”. Ma restano ancora al palo molti altri interventi sul territorio, da quelli più invocati ed evidenti come il completamento dell’idrovia Padova – Mestre da usare come valvola di sfogo per le piene del Brenta e del Bacchiglione. Un’opera che tutti i comitati e gli esperti indicano come la possibile soluzione alla criticità idraulica del nodo di Padova. Inoltre non passa giorno senza che i Consorzi di Bonifica sottolineino la necessità di investire di più per le opere di consolidamento e di difesa idrogeologica. I progetti ci sono, le competenze anche, quello che manca, come sempre, è la disponibilità economica. “Ogni volta ci troviamo a dover gestire l’emergenza – spiega Antonio Salvan, presidente del consorzio Adige Euganeo – e a impegnare risorse nei momenti di crisi. Noi ci troviamo spesso a gestire un sistema concepito il secolo scorso, quando il Veneto era per lo più campagna. Oggi la situazione è ben diversa, l’urbanizzazione massiccia impone di adeguare la rete di scolo e gli impianti. Non solo, il clima sta cambiando e ormai le precipitazioni si caratterizzano per la loro intensità. Cade molta acqua in poche ore, acqua che finisce per fare danni se non viene convogliata in una rete di scolo adeguata. Abbiamo diversi progetti già pronti per aumentare la portata dei canali, per prevenire le emergenze, per mettere in sicurezza ampie aree del nostro territorio, per preservare interi centri urbani e zone produttive dagli allagamenti. Continuiamo a sensibilizzare chi ci governa ma lo scoglio più grande resta la disponibilità economica. Intanto cerchiamo di fare del nostro meglio”. Dall’area di Mestre sempre a rischio alluvione alla Bassa Padovana, dal fragile Polesine all’area Euganea, i punti critici dal punto di vista idrogeologico certo non mancano. A fine settembre intanto sono stati affidati dal Consorzio di bonifica Bacchiglione i lavori per le opere di estensione del collegamento dell’’area termale al Cana-
Gli assessori Stival e Conte con il presidente Zaia
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Sul completamento dell’Idrovia Padova – Mestre invocato da più parti manca ancora il passaggio decisivo le L.E.B (Lessino –Euganeo – Berico), che attraverso un nuovo sistema di tubazioni interrate consentirà di recapitare acqua in tutti i canali del Consorzio del bacino idraulico “Colli Euganei”. Una grande opera, che complessivamente, tenuto conto anche dei lavori già realizzati negli anni scorsi del primo tratto di condotta, costerà oltre 6 milioni di euro . Il progetto avviato, di 5 milioni di euro, previsto all’interno del “Piano Irriguo Nazionale” completa il già avviato riassetto idraulico – ambientale del bacino “Colli Euganei” – area di 11.804 ettari a nord – ovest di Padova – caratterizzata attualmente dalla presenza di numerose aree urbanizzate, piccoli insediamenti industriali, numerose aziende agricole e dagli importanti centri turistici termali di Abano e Montegrotto Terme. Nello specifico i lavori in partenza, suddivisi in due lotti esecutivi, riguardano la realizzazione di una condotta
lunga 1,6 km e di un’ulteriore sistema di condotte e manufatti (per una lunghezza totale di 5 km circa). L’intervento, una volta completato, sarà in grado di rispondere alle modificate esigenze idrauliche dell’’area, consentendo la vivificazione dei corsi d’acqua principali con l’aumento delle portate degli scoli durante tutto l’anno e la possibilità di utilizzo irriguo delle acque nelle aree agricole in primavera ed in estate. Relativamente all’utilizzo irriguo per l’agricoltura, il Consorzio di bonifica Bacchiglione ha inoltre progettato e realizzato a valle dello Scolo Spinosella (in accordo con alcune aziende private) un’area pilota di irrigazione “a domanda” per garantire la distribuzione capillare dell’’acqua dai canali consortili ad aziende agricole private - che si sono dimostrate motivate a condividere anche i costi aziendali di trasformazione – concretizzando così la collaborazione fattiva tra l’ente pubblico e gli interessi del territorio anche rappresentati direttamente da un gruppo di soggetti privati. “Una grande opportunità da cogliere per il “sistema” Colli Euganei. - sottolinea Eugenio Zaggia, presidente del Consorzio Bacchiglione - L’arrivo di acqua di ottima qualità in questa zona significa un potenziale di sviluppo enorme per l’economia agricola e turistica dell’area”.
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entre in Regione si stanno chiudendo i conti dei rimborsi agli alluvionati del 2010, dopo un lungo iter non privo di polemiche, il presidente Zaia conferma la volontà di mettere in campo risorse per la prevenzione, come chiedono da anni a gran voce esperti e addetti ai lavori, cittadini che hanno provato sulla propria pelle cosa significhi avere l’acqua in casa e persone che si impegnano per la sicurezza del territorio. “In questo Paese varrebbe la pena di pensare a costruire un po’ meno strade e di più al dissesto idrogeologico, che è la vera sfida che noi abbiamo”. Queste le parole di Luca Zaia pronunciate a Longarone, durante la giornata dedicata all’anniversario della tragedia del Vajont. “La necessità di prevenire e intervenire contro il dissesto idrogeologico – ha affermato il governatore – è la nostra versa sfida. L’abbiamo vissuto con l’alluvione del 2010 che ha colpito direttamente oltre 200 comuni, 10 mila famiglie con l’acqua in casa, 3 mila imprese danneggiate. E poiché la vera sfida per un territorio è quella di mettere in sicurezza dei cittadini”. L’assessore alla difesa del suolo Maurizio Conte conferma l’impegno del Veneto: “La messa in sicurezza del territorio è una priorità di questa amministrazione. Siamo impegnati fin dall’inizio della legislatura sulla partita relativa alle grandi opere idrauliche a cui abbiamo messo mano dopo 80 anni che non si era fatto più nulla. Per gli interventi di difesa idraulica negli ultimi due anni sono stati spese o impegnate risorse per un totale di circa 300 milioni di euro in tutto il territorio veneto. Di recente è partita la procedura anche per l’appalto della cassa di espansione di Caldogno. Posso affermare senza paura di smentita che nessuna amministrazione, da quando nel 2003 le competenze in questo settore sono passate alle Regioni, si è mai spinta come abbiamo fatto noi così in avanti sul fronte della riduzione del rischio idrogeologico”.
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32 Voci da palazzo
Voci da palazzo 15
Sanità Stabilite le dotazioni di reparti, primariati e posti letto per le 24 aziende sanitarie del Veneto
Approvate le schede di programmazione ospedaliera Lo scorso 27 settembre, la commissione Sanità, ha espresso il suo voto. Critici Azzalin e Sinigaglia
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opo una seduta durata più di 22 ore, lo scorso 27 settembre, la commissione Sanità, presieduta da Leonardo Padrin, ha approvato le schede di programmazione ospedaliera per le 24 aziende sanitarie del Veneto. Con tale provvedimento si sono stabilite le dotazioni di reparti, primariati e posti letto per le 21 aziende territoriali, le due aziende ospedaliere di Padova e Verona e l’Istituto oncologico veneto. “Con il via libera alle schede ospedaliere – dichiara Padrin al termine della seduta - abbiamo portato a compimento il percorso di riorganizzazione del settore avviato con il Piano socio-sanitario. La commissione ha confermato l’impostazione della Giunta, ma allo stesso tempo ha reso più elastiche le dotazioni di posti letto territoriali. Il messaggio che abbiamo voluto lanciare è questo: chi in Veneto ha bisogno di un posto letto avrà sempre una risposta positiva, che si tratti di una
struttura intermedia, territoriale o ospedaliera. L’aspetto più caratterizzante di questi nuovi strumenti – informa Padrin - è l’apertura alle case di cura private alle quali lanciamo una sfida, quella di attrarre pazienti da fuori Regione. Lo stesso vale anche per le aziende ospedaliere, i grandi ospedali, ma anche gli ospedali dei capoluoghi di provincia. Questo permetterà alle nostre eccellenze di farsi valere sul mercato. Solo nel privato – precisa - questa novità potrebbe portare all’assunzione di circa 1300 addetti e ad un fatturato di 80 milioni di euro all’anno”. In ultima battuta Padrin ha rimarcato l’attenzione massima avuta nei confronti dei territori più delicati come la montagna, la Laguna e il Polesine. “Le specificità territoriali sono state salvaguardate così come prevede il Piano. Ogni soluzione è stata ritagliata addosso alle singole realtà dopo un lungo confronto con i territori”. “Con il Piano e le schede – ha
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Nella foto il presidente della V commissione Leonardo Padrin e l’assessore alla Sanità Luca Coletto dichiarato invece l’assessore alla sanità, Luca Coletto che ha partecipato ai lavori della commissione – abbiamo avviato una riorganizzazione della sanità veneta che guarda al futuro. Ci sono – ha precisato – delle grosse innovazioni e posso dire tranquillamente che sono innovazioni che vengono riprese anche a livello nazionale. E’ veramente un cambiamento
coSa È cambiato
el padovano L’Usl 15 di Cittadella ha perso Chirurgia vascolare ottenendo, però, l’apicalità in Ortopedia, mentre Camposampiero acquista quella di Anatomia patologica, diventa Cto regionale e Centro provinciale per le patologie retiniche. Usl 16. Al Sant’Antonio salgono i letti in Terapia intensiva (da 10 a 16) e in Ortopedia (da 35 a 40). Piove di Sacco avrà i primari di Ortopedia, Anestesia e Ostetricia (dove si farà anche la fecondazione assistita) e 7 letti di Riabilitazione neurologica, ma perde l’apicalità in Neurologia. Iov: apicalità in Immunologia e Usd di Tumori ereditari. Usl 17. Riconosciuta l’Usd di Radioterapia a Este, di Diabetologia e Chirurgia artroscopica a Monselice.
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el veneziano Nell’Usl 12, la cardiochi-
rurgia di Mestre assorbe l’attività di Mirano. Alla 13, invece, sono stati riconosciuti i primariati di Ostetricia e Riabilitazione (20 letti) a Dolo, e le Unità semplici dipartimentali di Otochirurgia e Chirurgia vascolare a Mirano. A Chioggia, Uls 14, sono state riconosciute le Unità semplici dipartimentali di Diabetologia e Day-Surgery in regime diurno.
Piergiorgio Cortelazzo (PdL)
gennaro Marotta (Idv)
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“buone notizie per l’ulSS 17”
u Padova la quinta commissione consiliare ha fatto un ottimo lavoro, confermando il ruolo strategico della nostra sanità”. Ad affermarlo è il consigliere padovano e vicecapogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Piergiorgio Cortelazzo. “Massimo rilievo è stato riconosciuto anche al Cto di Camposampiero. Nello specifico, buone notizie sono arrivate anche per l’Ulss 17 di Este-Monselice con l’istituzione di tre nuove Usd, unioni semplici dipartimentali. Ne abbiamo riconosciuto tre - illustra Cortelazzo - Una di diabetologia, un’altra di radioterapia, una terza di chirurgia ortopedica ortoscopica. Inoltre al reparto di ortopedia sono stati assegnati ulteriori 5 nuovi posti letto. In questo modo vogliamo riconoscere e incentivare le eccellenze presenti nel presidio. 5 posti letto sono stati assegnati anche all’Ulss 16 per il Sant’Antonio, una quota che può sembrare bassa, ma che in realtà consentirà alla struttura di attivare nuovi servizi”. Cortelazzo si dice soddisfatto anche per la conferma dei posti e del ruolo della riabilitazione all’ospedale di Conselve. “La quinta commissione - conclude Cortelazzo - ha lavorato di fioretto, coinvolgendo tutti i soggetti che volevano dire la loro. Gli operatori, le associazioni e gli amministratori padovani sono stati molto collaborativi e responsabili”. Antonio Pipitone (Idv)
Sconcerto per taglio chirurgia vaScolare ulSS 15
“A
l sant’Antonio di Padova Ortopedia ha acquisito 5 posti letto grazie ad un mio emendamento. Serviranno per accorciare la lista di attesa con più di 600 pazienti. “Purtroppo è stata eliminata Chirurgia vascolare dell’Ulss 15 di CittadellaCamposampiero. Siamo rammaricati – racconta il medico padovano – perché sono stati bocciati due emendamenti, che avevo presentato, per mantenere l’Unità definitivamente o almeno sino alla scadenza dell’attuale primario, in modo da accompagnare il percorso di riconversione. È una decisione incomprensibile, che elimina un’eccellenza costruita sul campo, nonostante le migliaia di firme raccolte dai cittadini. E’ stata invece presa una decisione positiva, c’era un nostro emendamento in tal senso, - conclude Pipitone - sull’Ortopedia di Piove di Sacco. Viene così salvato un servizio essenziale per migliaia di pazienti della bassa padovana. Ritengo positiva anche la scelta di modificare le schede ospedaliere dello Iov, garantendo un livello elevato, dà garanzia ai ricercatori sulla continuità del loro lavoro e, in sostanza, esclude qualsiasi ipotesi di spostarlo altrove. Nelle schede sono state inserite l’unità operativa complessa di immunologia, dove operano 100 ricercatori, ed una di terapia del dolore. La Breast Unit è stata accorpata all’unità di senologia e si sono create le unità dipartimentali dei tumori esofagei e dei tumori rari”. Claudio Sinigaglia (Pd)
“reSta buio aSSoluto Su Servizi territoriali”
“L
a strada imboccata da Lega e PdL è chiara: tagliare posti letto ospedalieri senza garantire in cambio servizi e risorse nei territori. Quando e dove vedranno la luce gli ospedali di comunità, le strutture intermedie, gli hospice, i centri per l’alzheimer e la sclerosi multipla? Perché dimezzare il numero dei distretti? Perché eliminare un gran numero di responsabili di psichiatria, per l’infanzia e l’adolescenza, per la disabilità e la non autosufficienza? Su tutti questi nodi rimane il buio assoluto”.
“troppi tagli a venezia”
’ andata bene col Policlinico San Marco e a Mirano. Meno con Venezia. Su Mestre – spiega il politico veneziano - c’è stato un recupero abbastanza sostanzioso. Ha avuto esito il forte l’impegno di IdV e del Pd: abbiamo convinto la maggioranza a non tirare troppo la corda. Avrebbero sbriciolato il polo di chirurgia programmata protesica e sarebbe stato un delitto. Così al Policlinico San Marco abbiamo recuperato 25 posti, assorbendo meglio i tagli (20 posti nell’area chirurgica ortopedica, 3 al week surgery, 2 in Terapia intensiva). Siamo soddisfatti anche per Mirano, dove la Cardiochirurgia continuerà a funzionare finché l’hub dell’Angelo non riuscirà a gestire in proprio tutti gli interventi dell’Ulss. Su Venezia – sottolinea Marotta - abbiamo provato a far quadrato per contrastare la riduzione dei posti letto, ma la maggioranza di centrodestra era blindata ed ha bocciato le nostre proposte, che mantenevano reparti e servizi a nostro avviso indispensabili per gli abitanti del centro storico. Non vorremmo, come avevamo ventilato, che il Civile venisse ora considerato alla stregua di un poliambulatorio”. Carlo Alberto Tesserin (PdL)
“confermata l’importanza di chioggia”
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e schede ospedaliere hanno confermato l’importanza di Chioggia nel sistema sanitario veneto, aggiungendo un ulteriore potenziamento sul fronte della diabetologia e del day-surgery. Tutte le modifiche positive introdotte a inizio estate dalla Giunta sono state ratificate dalla V Commissione, che su Chioggia ha votato all’unanimità, segno che la convergenza sul nostro ospedale è massima. Sono stati confermati quindi i nuovi primariati e l’aumento dei posti letto”.
di rotta rispetto alla gestione della sanità consueta, - ribadisce Coletto - che la miglioria e la rende più fruibile, quindi la sposta verso il territorio dal punto di vista della prevenzione e delle cure immediate, che possono essere erogate sul territorio, valorizzando ancora di più quello che è il lavoro importante degli ospedali, che avranno bacini e specialità ben definiti.
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el rodigino In Polesine nell’Usl 18 di Rovigo è stato riconosciuto l’Usd di Chirurgia vascolare, Malattie metaboliche e Patologie retiniche. Usl 19 di Adria è stato ammesso il primariato in Riabilitazione. Mauro Mainardi (PdL),
“riconfermata la Specificità Sanitaria del poleSine”
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bbiamo – dichiara il consigliere del Pdl - potenziato Adria e confermato l’hub provinciale di Rovigo individuando e premiando le eccellenze. Entrando nello specifico, all’ospedale di Rovigo sono state riconosciute tre nuove Unità semplici dipartimentali: chirurgia vascolare, diabetologia e malattie metaboliche. Trecenta rimane ospedale per acuti, con il riconoscimento di due ulteriori posti letto in terapia intensiva. L’ospedale di Adria riacquista l’apicalità del recupero e della riabilitazione funzionale, a cui viene assegnata una dotazione di 5 posti letto. Si è poi confermata la crucialità del punto nascite e della pediatria. In entrambi i casi le modifiche apportate dalla Commissione sono state oggettivamente migliorative. graziano Azzalin, Pd
“non c’È nulla per cui eSultare”
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nche in Polesine l’effetto dei tagli è stato leggermente attenuato, ma nel complesso la dotazione complessiva non ne esce certo rafforzata, anzi. E quanto stabilito nel Pssr riguardo alla specificità del Polesine è rimasto solo sulla carta: chi canta vittoria per il mantenimento delle due Ulss forse non si è accorto che nessuna Ulss è stata cancellata, visto che le schede si occupavano unicamente delle dotazioni di reparti, primariati e posti letto degli ospedali e forse non si è accorto nemmeno che l’ospedale di Porto Viro è stato privato del riconoscimento di presidio ospedaliero pubblico a beneficio della Casa di Cura di Abano per nessuna altra ragione che non un mero calcolo politico e che nei fatti l’ospedale di Rovigo è stato catalogato come un hub di serie B. E la cartina di tornasole sarà l’allocazione delle risorse. Non mi torna nemmeno il calcolo che ha fatto qualcuno dicendo che l’ospedale di Adria è stato potenziato, a me risulta che i 216 posti letto ed i 17 primariati, diventeranno 178 e 13”.
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L’anno 2013 sarà l’anno dell’orgoglio per il Parco del Delta del Po. Così, durante le discussioni sull’adozione del Piano Ambientale avevo preannunciato, e così sta avvenendo soprattutto con la collaborazione e la fiducia della popolazione e delle attività economiche che nel Delta del Po operano. Un lavoro costante di confronto e mediazione con un obiettivo importante: far comprendere che i vincoli, anche se minimi, possono diventare una risorsa. La convivenza tra le attività dell’uomo e la conservazione della natura va vista in una nuova luce; è ora di riconoscere alla natura il suo ruolo di indispensabile fondamento della vita sociale ed economica della società, e come tale usarla e proteggerla ovunque come risorsa preziosa e non rinnovabile, che ci mette in connessione con lo spazio di sviluppo europeo. È necessario in primo luogo innalzare il livello di attenzione su questi temi e sul ruolo che possono avere nello sviluppo regionale; in secondo luogo è necessario innalzare la qualità del governo del territorio, teatro dell’incontro tra l’uomo e la natura. La recente candidatura, presentata a Parigi, dell’area del Delta del Po, quale Riserva di Biosfera – MAB UNESCO, indica la chiara volontà dell’Ente e del territorio di proporsi a livello mondiale come luogo unico di valore paesaggistico ambientale in cui l’uomo è elemento fondamentale sia di conservazione che per lo sviluppo sostenibile. Grande ringraziamento va alla Fondazione CARIPARO che per prima ha creduto e con lungimiranza ha sostenuto il percorso di candidatura che si spera si concluderà positivamente nella primavera 2014. Il Parco del Delta del Po in questi ultimi due anni ha realizzato innumerevoli iniziative a 360 gradi sui temi dello sviluppo territoriale.
Pianificazione a programmazione territoriale
Nel dicembre 2012 è stato adottato il Piano Ambientale del Parco del Delta del Po, in copianificazione con la Regione Veneto, adozione che ha segnato una tappa storica nella vita dell’Ente Parco del Delta del Po dopo venti anni di attesa e di conflittualità. Anche la redazione del Piano di Gestione delle aree ZPS (Zone di Protezione Speciale per le specie riconosciute a livello Europeo) realizzato su incarico della Regione Veneto ha fatto sì che gli elementi Europei di valore ambientale abbiano trovato, nel Parco del Delta del Po, proposte di gestione integrate con gli altri elementi di pianificazione territoriale. In ambito paesaggistico la collaborazione con la Soprintendenza Regionale per i beni Ambientali e Culturali e la Direzione Pianificazione Strategica Regionale porta l’Ente Parco del delta del Po ad un confronto per la costruzione del Piano Paesaggistico di Ambito Laguna di Veneta – Delta del Po. Questa collaborazione è fondamentale per la conclusione della visione strategica del territorio e la semplificazione amministrativa, quanto mai necessaria per lo sviluppo dell’area.
Promozione attività locali e iniziative culturali
L’Ente è inoltre motore di innumerevoli iniziative di carattere sociale, economico, culturale e di valorizzazione e promozione del territorio che coinvolgono associazioni culturali e le proloco dei comuni del Delta. Si ricordino le iniziative annuali delle Pro loco locali e Comuni del parco che attraverso un programma condiviso dall’Ente Parco vedono lo stesso compartecipare alle manifestazioni. Non da ultimo la festa del Riso del Delta del Po che ha visto l’unione dei produttori agricoli coordinati dalla Fondazione Ca’ Vendramin in un primo esperimento di valorizzazione territoriale attraverso i prodotti agricoli. Ma anche la Su e So per i fossi di Adria, la bottega del parco di Rosolina, la fiera del Delta del Po di Porto Tolle, le manifestazioni culturali ad Ariano nel Polesine, la fiera del Pane di Loreo, la festa della golena di Panarella a Papozze, le manifestazioni culturali e sportive di Corbola, la fiera del libro a Porto Viro, la festa per il taglio di Porto Viro a Taglio di Po ed innumerevoli altre manifestazioni locali.
Progetti Europei e progettazione Nazionale
©PH Daniele Soncin
Nella attuale programmazione Europea, 2007 – 2013, l’Ente Parco ha in corso di conclusione progetti che, in un ottica di visione strategica di sviluppo sostenibile, abbracciano diversi settori economici e di tutela. Nella
conservazione e valorizzazione delle aree di interesse comunitario (Zone Protezione Speciale) il progetto Valli e lagune, all’interno del programma Europeo LIFE +, per un valore di 4,5 milioni di euro vede coinvolte entrambe le Regioni Veneto ed Emilia Romagna con progetti di vivificazione delle lagune, realizzate dal Consorzio di Bonifica delta Po, la collaborazione fra vallicoltori ed Ente Parco per il monitoraggio delle specie prioritarie e, per la prima volta, la realizzazione di azioni comuni, con le aziende vallive, di valorizzazione dei prodotti della pesca ed itinerari turistici. Nel settore della valorizzazione della pesca importante progetto di promozione è, in collaborazione con Unci pesca - Coldiretti Rovigo, il progetto “Pesca Amica”, per un importo nei due anni di circa 100 mila euro, che tende a creare la rete dei produttori ed operatori economici per la valorizzazione delle specie ittiche quali vongole, anguille, cefali, alici ecc…. Nella valorizzazione del territorio anche a fini turistici il progetto Slow Tourism nell’ambito del programma Europeo Interreg Italia Slovenia, importo 103 mila euro, ha creato oltre che piccole infrastrutture di servizio agli itinerari di visitazione anche una buona rete di operatori convenzionati a cui ora bisogna dare supporto per la promozione delle loro attività già dichiarate sostenibili. Sempre nella logica di rete di operatori economici e dei luoghi del Delta del Po da preservare, il progetto Climapark, nel programma Europeo Interreg Italia Slovenia per un importo di 340 mila euro, ha consentito oltre che rilevare dati scientifici per la individuazione di indicatori ambientali dei cambiamenti climatici, in collaborazione con ARPAV, di proporre al territorio una riflessione sulla necessità di adottare strategie anche di sviluppo sostenibile per adattarsi ai notevoli mutamenti che il tessuto sociale ed ambientale sta mettendo in atto. Quindi la natura come elemento di riferimento fondamentale per adattare lo sviluppo economico di un territorio di grande valore ambientale. Questa visione di proposte gestionali è iniziata con il progetto NATREG, nell’ambito del programma Europeo MED per un importo di circa 200 mila euro, che ha disegnato un possibile Piano di Gestione per lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio del Delta del Po. Il progetto Ecomuseo del Parco del Delta del Po finanziato dalla Regione Veneto nell’ambito del Programma POR per un valore di 1,8 milioni di euro permetterà di attivare un circuito di visitazione e valorizzazione dell’intero Delta del Po. Il progetto di Piste ciclabili del Parco del Delta del Po, anche questo nell’ambito del programma regionale POR, per un valore di 1,6 milioni di euro, andrà ad attivare una infrastrutturazione dell’offerta turistica e territoriale a beneficio degli operatori che nello sviluppo sostenibile credono e con l’Ente Parco condividono. Sempre nella logica dell’offerta di turismo sostenibile il progetto di bike sharing, anche se ridotto circa 260 mila euro, consentirà di avere un sistema di noleggio biciclette a favore degli operatori interessati ampliando l’offerta ai visitatori. Nel progetto 2bParks, all’interno del programma Europeo SEE importo di 190 mila euro, ha visto la valorizzazione paesaggistica e di educazione scolastica nelle aree protette europee del Delta del Po con importanti risultati dal punto di vista di promozione dell’area nel mondo scolastico e dell’educazione ambientale. La progettualità nel programma LEADER +, con il supporto del GAL Delta del Po, ha visto e vedrà la partecipazione dell’Ente Parco in iniziative per la creazione di itinerari culturali ed enograstronomici per la valorizzazione delle eccellenze produttive locali attraverso il progetto Econetwork rural importo 140 mila euro ed il progetto di promozione dell’area protetta per un importo di 150 mila euro . Gli itinerari del cinema, paesaggi culturali (i luoghi di senso), le eccellenze di prodotti agricoli e le attività didattiche sono i filoni principale delle azioni progettuali previste nel progetto denominato destinazione parchi di importo di circa 300 mila euro. In questo progetto viene prevista la realizzazione di un museo del cinema e più in generale delle arti visive in uno stabile in Comune di Porto Viro. Attività ed investimenti per 6 – 7 milioni di euro che il parco porta come ricaduta nel territorio dimostrando come le aree protette se aperte al territorio possono diventare motore di sviluppo elevando la qualità della vita ed incentivando le attività economiche. Nella nuova programmazione Europea 2014 – 2020 si stanno proponendo progetti sia per la infrastrutturazione e conservazione del territorio che per la promozione dei prodotti e servizi di eccellenza del Delta del Po. I programmi Europei, Nazionali e Regionali sono i via di attivazione con proposte di progettualità che coinvolgeranno tutti gli operatori economici del territorio.
La rete ed i paternariati
Le reti di paternariato a livello Nazionale ed Europeo consentono al parco di essere costantemente coinvolto nelle innumerevoli iniziative progettuali che intercettano risorse economiche da portare nel territorio. Ecco allora che la rete Delta chiama Delta, Deltamed, Adriapan, sistema dei parchi del Veneto, Federparchi e speriamo aree Riserva di Biosfera sono un valore importante che il parco ha costruito e che nelle programmazioni europee rivestono grande importanza. La collaborazione con i delta del Danubio in Romania, dell’Ebro in spagna, la Camargue in Francia, con le aree protette in Slovenia, Croazia, Grecia, Serbia, Bosnia, Albania, Germania, Polonia, Austria nonché la partecipazione con la Regione Veneto, la Camera di Commercio di Rovigo, il Consorzio di Bonifica delta del Po e la Fondazione Ca’ Vendramin a importanti progetti internazionali non da ultimo la missione in Messico consente al Parco del Delta del Po di avere una visibilità e visione internazionale di notevole livello.
La tutela ed il rapporto con le Università
Il monitoraggio ambientale, la cura del sistema dunoso e litoraneo, la promozione di attività economiche compatibili, l’attenzione alle persone svantaggiate, sono e saranno le azioni, non esclusive, che si metteranno in essere per far sì che il Parco diventi un territorio in cui ogni cittadino si identifichi. Le attività di monitoraggio dei passeriformi per un importo di 50 mila euro, la convenzione con l’Università di Padova istituto di genetica per la prosecuzione delle attività per la protezione dello Storione Cobice, il piano di attività di monitoraggio delle acque e di identificazione metodologica del valore delle funzioni ecosistemiche degli ambienti naturali, in collaborazione con Università di Ferrara, sono una piccola parte del lavoro svolto e da svolgere nell’ambito della conoscenza e monitoraggio ambientale. La stretta collaborazione con l’Autorità di Bacino del Fiume Po per l’elaborazione di piano di monitoraggio a seguito dello sversamento di idrocarburi nel fiume Lambro sta portando notevoli risultati positivi nella visione complessiva del valore ambientale del fiume Po. Anche la collaborazione con l’Università di Venezia – IUAV per la redazione delle valutazioni di incidenza ambientale dei piani ed il proficuo lavoro nell’ambito dell’Osservatorio del delta del Po rappresenta un forte legame del parco con la realtà universitaria; non da ultima la collaborazione fra Consorzio di Bonifica delta del Po e Università di Padova – dipartimento di Geografia per la realizzazione di incontri internazionali fra docenti universitari e master internazionali. Di prossima firma invece il protocollo di intesa con il Politecnico di Milano per la valorizzazione della ciclovia del Po denominata Vento che collegherà il Monviso con Venezia passando per il Delta del Po.
La rete regionale dei parchi
Importante è la sensibilità che l’Assessore ai Parchi Franco Manzato in collaborazione con l’Assessore all’Economia Isi Coppola dimostrano verso il Parco del Delta del Po ed il Delta del Po. Ricorso da ultimo il pieno appoggio nel sostenere la candidatura a Riserva di Biosfera – MAB UNESCO ma anche l’attenzione alle richieste di finanziamenti su progettualità che in questi anni abbiamo fatto la valorizzazione e la tutela del territorio. Nella rete dei parchi regionali siamo un importante punto di riferimento che con il coordinamento regionale svilupperà importanti progetti di tutela e promozione. La nuova proposta di legge regionale di razionalizzazione del sistema dei parchi non modifica le intenzioni regionali di vedere l’area del Delta del Po elemento basilare della politica di tutela del sistema regionale delle aree protette.
In conclusione questo anno è l’anno dell’orgoglio del Delta del Po e citando un testo a me caro di Giovannini autori del testo Uomini e parchi: “Il grande significato di un parco è soprattutto umano, poiché umana è la funzione che esso deve assolvere: ricercare nuovi comportamenti di compatibilità fra sviluppo antropico ed il mantenimento degli equilibri naturali, fissando i parametri qualitativi e quantitativi di tale compatibilità” (dal testo Uomini e parchi)
16 Cultura veneta 34 Palazzo Fortuny a Venezia Fino al 24 novembre
Gli sguardi universali di Tàpies Iniziò a disegnare cercando nell’immaginazione uno sguardo interiore. Scomparso lo scorso anno, Venezia gli dedica una retrospettiva di Alain Chivilò
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he cosa pensa l’artista nel suo agire umano? Qual è la prospettiva artistica che coinvolge maggiormente? Lo sguardo interiore ed esteriore quale polarizzazione prende? Queste sono alcune domande che il percorso espositivo di Palazzo Fortuny a Venezia cerca d’indagare fino al 24 novembre nella mostra dedicata a “Tàpies. Lo sguardo dell’artista”. Scomparso a febbraio 2012 Anthony Tàpies, nato a Barcellona nel 1923, si è sempre posto domande sull’esistenza umana, trovando approfondimenti e risposte nelle culture del mondo. La storia dell’arte dell’agire umano da quella africana, all’asiatica passando per quella europea furono tappe fondamentali. All’età di 18 anni, a causa di una grave lesione polmonare, tra il 1942/43 dovette curarsi in montagna. Proprio in questo periodo iniziò a disegnare, cercando nell’immaginazione uno sguardo interiore. Dal dopoguerra dipinse con serietà opere che come
scrisse “erano quasi composizioni astratte, che fino allora aveva appreso e imparato ma ricordavano anche dei paesaggi stella- con tecniche prese da emozioni, gusti, ispirazione, mitologie, ri. Altre esalavano un simbolismo, psicoaprofumo di misterioso La maggior nalisi, meditazione e romanticismo”. Nel parte dei suoi spiritualità. Nacquero 1953 Tàpies iniziò la lavori è prodotta sua svolta artistica met- negli ultimi 25 anni da qui le peculiarità artistiche del Maestro tendo in discussione le di vita Catalano incentrate percezioni passate e il suo lavoro artistico. Partendo dai fermenti nell’utilizzo di terre colorate, sabbie, polartistici europei decise di ricominciare da vere di marmo, capelli, peli, lenzuola, fili, zero esplorando ancora più in profondità paglia, riso, bianchi di Spagna e cenere. Si l’inconscio, mettendo alla prova tutto ciò crearono nuove tensioni in scritture e grafie
Retrospettiva al Museo Correr, fino al 27 ottobre
ANThONY CARO: ASSEMbLAggI E IMbuLLONATuRE
dove la superficie materica venne elaborata in lisciature, grattature e schiacciamenti. Come scrisse nel 1977, “mi muovevo per impulsi precisi, ma così poco coscienti che a volte avevo l’impressione di procedere scavando alla cieca, con gesti furiosi, i segreti di una massa di terra che mi seppelliva”. Oggetti umili, cari all’artista, furono da lui inseriti nelle opere, facendo contemporaneamente apparire croci, numeri, lettere assieme ai suoi “muri” dove elementi naturali s’inserirono in asfalto, graffiti e cemento. Per capire la produzione artistica di Tàpies
Arte performativa, scultura, installazioni e pittura
Materia primordiale a Punta della Dogana
fondazione prada a venezia propone berna
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isogna sentire l’arte dentro di sé, non limitandosi a dire: che shock!”. Questa è una frase attraverso la quale Sir Anthony Caro si presenta a Venezia. Uno tra gli artisti nati tra il 1920 e ’30 ancora viventi che senza alcun dubbio, nell’ambito della scultura, è il primo da citare in un’ipotetica lista. Nativo del Regno Unito classe 1924, nel suo percorso ha tracciato una scultura in sintonia con la contemporaneità, ideando assemblaggi di chiara impronta astratta dai svariati contenuti. Il Maestro ritorna in Italia approdando in una Venezia “biennalesca” con una retrospettiva al Museo Correr fino al 27 ottobre. Più di un mezzo secolo di esplorazioni artistiche tracciano un percorso composto di una trentina di lavori, che dialogano figuratamente con la piazza San Marco sottostante, eccezionalmente visibile dalle finestre del museo non occultate dall’allestimento come nelle ultime esposizioni. Una delle chiavi di lettura dell’agire di Caro consiste nell’infondere a livello scultoreo una sorta di liricità. Di conseguenza a un apparente freddo astrattismo, bellezza e armonia animano le sue opere. Un intreccio di materiali, in svariati assi dimensionali ottenuti da lamiere, travi metalliche e reti rendono la percezione a livello tridimensionale avvolta da una sorta di leggerezza alla Calder. Una sintesi di queste sfumature è avvertibile nell’opera “Orangerie”, ideata alla fine degli anni ’60 e inizio anni ’70, dove colore, sinuosità, immaginifiche estreme stilizzazioni umane, unioni e contorsioni in assi orizzontali e verticali evidenziano la meccanizzazione del suo percorso artistico. Un metallo industriale che, con imbullonature e saldature, si mette insieme in più elementi attraverso un ordine compositivo dettato dal Maestro, simulando un percorso di vita sempre in dialogo nelle sue singole parti. Queste non hanno mai elementi di discontinuità o rottura, sia nell’iniziale spazialità orizzontale e successivamente in quella verticale, perché anche nell’astrattismo si può giungere a proporzioni musicali. Al.Ch.
è fondamentale sapere che la maggior parte dei suoi lavori è prodotta negli ultimi 25 anni di vita, riuscendo a dare in questa fase terminale di vissuto la più totale libertà che avvertiva. Una mostra che, nell’accostamento con opere di vari artisti internazionali, propone lavori scelti dai curatori in chiave puramente emotiva rispetto alla ferrea cronologia museale. Un’occasione per ammirare la produzione artistica di uno fra i più importanti Maestri internazionali nel tradizionale e unico percorso espositivo di Palazzo Fortuny.
“B
isogna sentire l’arte dentro di sé, non limitandosi a dire: che shock!”. Questa è una frase attraverso la quale Sir Anthony Caro si presenta a Venezia. Uno tra gli artisti nati tra il 1920 e ’30 ancora viventi che senza alcun dubbio, nell’ambito della scultura, è il primo da citare in un’ipotetica lista. Nativo del Regno Unito classe 1924, nel suo percorso ha tracciato una scultura in sintonia con la contemporaneità, ideando assemblaggi di chiara impronta astratta dai svariati contenuti. Il Maestro ritorna in Italia approdando in una Venezia “biennalesca” con una retrospettiva al Museo Correr fino al 27 ottobre. Più di un mezzo secolo di esplorazioni artistiche tracciano un percorso composto di una trentina di lavori, che dialogano figuratamente con la piazza San Marco sottostante, eccezionalmente visibile dalle finestre del museo non occultate dall’allestimento come nelle ultime esposizioni. Una delle chiavi di lettura dell’agire di Caro consiste nell’infondere a livello scultoreo una sorta di liricità. Di conseguenza a un apparente freddo astrattismo, bellezza e armonia animano le sue opere. Un intreccio di materiali, in svariati assi dimensionali ottenuti da lamiere, travi metalliche e reti rendono la percezione a livello tridimensionale avvolta da una sorta di leggerezza alla Calder. Una sintesi di queste sfumature è avvertibile nell’opera “Orangerie”, ideata alla fine degli anni ’60 e inizio anni ’70, dove colore, sinuosità, immaginifiche estreme stilizzazioni umane, unioni e contorsioni in assi orizzontali e verticali evidenziano la meccanizzazione del suo percorso artistico. Un metallo industriale che, con imbullonature e saldature, si mette insieme in più elementi attraverso un ordine compositivo dettato dal Maestro, simulando un percorso di vita sempre in dialogo nelle sue singole parti. Queste non hanno mai elementi di discontinuità o rottura, sia nell’iniziale spazialità orizzontale e successivamente in quella verticale, perché anche nell’astrattismo si può giungere a proporzioni musicali. Al.Ch.
à Corner della Regina, sede veneziana della Fondazione Prada, ripropone fino al 3 novembre una mostra tenuta a Berna nel lontano 1969. “When Attitudes Become Form: Bern 1969/Venice 2013” non è altro che un progetto di ricostruzione dell’esposizione che passò agli annali per un approccio volto al medium linguistico. Il titolo originale era “Live in Your Head. When Attitudes Become Form. Works-ConceptsProcesses-Situations-Information” per un contenitore che univa sintesi delle ricerche dell’epoca come la Land Art, l’Arte Povera, la Process Art e l’Arte Concettuale. Un nuovo periodo che si sviluppava dopo il Minimalismo e la Pop. Una sfida che Germano Celant, Miuccia Prada e Patrizio Bertelli hanno voluto affrontare facendo inserire opere, anche d’importanti dimensioni, in spazi stretti consoni a un antico palazzo veneziano. Quindi il visitatore dovrà stare molto attento a non calpestare le opere di artisti quali Bruce Nauman, Giovanni Anselmo, Claes Oldenburg, Walter De Maria, Joseph Kosuth, Gilberto Zorio, Sol Lewitt, Daniel Buren per citarne alcuni. Una domanda sorge in tale contesto: quanto è utile una riproposizione a più di quarant’anni di distanza? Jean Clair scrittore, storico dell’arte e curatore francese, afferma che in tale mostra “il corpo dell’uomo pretende di sostituirsi alle proprie opere”. L’artista è ora “un nuovo mago della società contemporanea”. Si evidenziava dunque una visione del mondo non “comunicata dalle opere” perché “si sarebbe manifestata con la presenza stessa dell’artista nella sua realtà fisica, attraverso le sue attitudini corporali”. Al.Ch.
18 Cultura veneta
Cultura veneta 35
Arte Alla Basilica Palladiana di Vicenza, sino al 12 gennaio 2014
“Around JFK - 1963: il sogno, il mito” Il prossimo 23 ottobre aprirà i battenti una mostra dedicata ad un anno. Il 1963. Muoiono in quell’anno: Kennedy, Papa Giovanni XXIII e Martin Luter King, tre figure fondamentali per capire quell’epoca
D
allas, 22 novembre 1963, ore 12.30. Muore assassinato John Fitzgerald Kennedy, il Presidente che stava cambiando la storia del suo Paese e quella dell’Occidente. E’ una svolta nella storia del mondo. L’evento influenzerà la percezione e il senso della vita nell’intero pianeta, insieme alla sua rappresentazione sulla scena mediatica, cosa che non accadde un secolo prima con la morte, altrettanto simbolica, di Abramo Lincoln. L’uccisione di Kennedy non segna solo il confine tra un prima e un dopo per la potenza della comunicazione, ma perché trasforma in evento planetario l’icona e il simbolo che lui e la sua Presidenza rappresentavano. Quell’uomo, il sogno che egli ha simboleggiato e il mito che di lui perdura sono al centro di una grande mostra allestita dal 23 ottobre al 12 gennaio presso la Basilica Palladiana di Vicenza. L’esposizione “Around JFK - 1963: il sogno, il mito” è promossa da BCome Venice con il patrocino del Comune di Vicenza e dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Accanto e dentro la mostra, che sarà spazio di rappresentazione visiva e insieme luogo di esperienza espositiva, sono previsti appuntamenti dal vivo – conferenze, talks, workshop, reading, installazioni - per una messa in scena del passato recente che ancora pervade e per molti versi incide sul contemporaneo delle arti, della cultura, della dottrina politica e sociale. Un contenitore/evento che nella rappresentazione della storia di ieri riconosce molta iconografia e numerose matrici culturali e sociali che appartengono allo sguardo dell’oggi. Un autentico format culturale e di spettacolo; un ipertesto che si sviluppa su più supporti in contemporanea. Un flusso imperdibile di frames, parole, immagini, sguardi, suoni, voci per chiunque abbia vissuto quegli anni o ne abbia avvertito gli echi. Chi è nato nel 1963 ha l’ingresso omaggio alla Mostra. A Vicenza, in Basilica Palladiana, sino al 12 gennaio 2014.
vintage feStival tre giorni dentro agli oggetti che hanno fatto un’epoca
E
stata archiviata come un’iniziativa di successo, la quarta edizione del Vintage Festival. Tante le presenze che hanno accompagnato, a metà dello scorso mese, la tre giorni dedicata alla moda, al design, alla musica e allo spettacolo, al Centro Culturale San Gaetano di Padova. “Il passato in HD” è stato lo slogan usato per sottolineare il concetto sotteso all’evento. Ossia il modo di riappropriarsi del passato per stimolare una visione del futuro più nitida, colorata e ricca. Insomma il vintage può essere il domani, in quanto ogni oggetto può essere la chiave per un nuovo futuro possibile. Attorno all’agorà centrale, che ha ospitato la tradizionale esposizione mercato con una rinnovata selezione tra capi, accessori e oggettistica dagli anni ’20 agli anni ’80, sono stati molti i volti noti che si sono dati appuntamento. Da Philippe Daverio, Tinto Brass, Oliviero Toscani, Maria Luisa Frisa, Andrea Pellizzari, Giusi Ferrè e Bruno Bozzetto la manifestazione è stata anche il teatro di un confronto nel campo del design, dell’arte e della musica, ampliato da otto mostre dedicate agli aspetti culturali e storici del settore. Non solo glamour, dunque, ma un viaggio dentro alla storia degli oggetti che hanno fatto un’epoca c’è stato spazio anche per la beneficienza: gli incassi sono stati devoluti da Team for Children Onlus a sostegno del reparto di oncoematologia dell’ospedale di Padova.
36 8 Sì, viaggiare CROAZIA
Cittanova d’Istria, piatti & piattelli d’oro
IL CAMPIONE OLIMPICO DI TIRO A VOLO GIOVANNI CERNOGORAZ ORO A LONDRA CON I COLORI CROATI MA DI FAMIGLIA DA SEMPRE ITALIANA CI GUIDA ALLA SCOPERTA DELLA PITTORESCA CITTADINA AFFACCIATA SUL GOLFO DI TRIESTE CHE CONSERVA PREZIOSE VESTIGIA DI EPOCA VENEZIANA I GENITORI GESTISCONO UNO DEI PIÙ LONGEVI RISTORANTI DELLA REGIONE GLAUCO BEVILACQUA PRESENTA L’ATTIVA COMUNITÀ ITALIANA LOCALE MALVASIA, PROSCIUTTO E OLIO D’OLIVA AL TOP A Giovanni Cernogoraz è dedicato anche un vino. La sua foto compare nell’etichetta di una Malvasia istriana prodotta dal cugino Bruno Ravalico, altro attivo rappresentante della comunità italiana di Cittanova. La sua bella cantina di Verteneglio (Nova Vas, 101) è stata fra le prime in Istria, nel 1985, ad ottenere il permesso dalle autorità yugoslave per poter vendere il vino a privati. Oggi produce vini di alta qualità destinati quasi totalmente alla ristorazione locale, ottenuti con una resa per ettaro molto bassa (sui 70 quintali). 100.000 le bottiglie prodotte fra Malvasia, Chardonnay, Pinot Grigio, Moscato bianco, Merlot-Cabernet e Rosè Merlot. Nell’artistico logo compare il profilo del campanile della vicina Pirano, città da cui proviene la famiglia Ravalico e che oggi si trova in Slovenia. Produce vino anche un compagno di scuola di Giovanni Cernogoraz, Moreno Ivancic, impegnato anche nella banda del paese. Punta deciso alla qualità anche lui e sogna di aprire un’enoteca con prosciutteria per fare assaggiare le gustose coscie che hanno reso famosa l’Istria. Entrambi, Ravalico e Ivancic, producono anche l’olio extravergine di oliva. Quello istriano negli ultimi anni è arrivato a quotazioni altissime per la sua straordinaria qualità. Ma non ci si può recare a Cittanova senza fare tappa al ristorante da Giovanni, che propone da generazioni dell’ottimo pesce, oltre ai premiati dolci di Veronica, fra cui il famoso “Magna e tasi”. Un tiramisu in versione istriana.
L
a medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra nel 2012 l’ha vinta con i colori della Croazia, ma lui l’azzurro dell’Italia potrebbe vestirlo liberamente anche domani. Stiamo parlando di Giovanni Cernogoraz, campione olimpico nel Double Trap, specialità del tiro a volo che in campo femminile ha visto il trionfo di Jessica Rossi. Giovanni è istriano, risiede in Croazia dunque, ma di passaporto anche italiano, perchè la sua famiglia è sempre stata italiana, mantenendo tale nazionalità anche sotto la Yugoslavia prima e la Croazia poi. Giovanni vive a Cittanova d’Istria (che i croati nel dopoguerra hanno ribattezzato Novigrad), pittoresca cittadina di impronta veneziana che si trova in riva al mare fra Umago e Parenzo, in quella che nel dopoguerra per qualche anno è stata la cosiddetta “Zona B” del territorio Libero di Trieste. Giovanni Cernogoraz è nipote di quel Giovanni che dà il nome ad uno dei ristoranti più famosi e longevi dell’Istria. Giovanni era suo nonno: fu lui nel 1983 a costruire il nuovo ristorante di pesce in Stanzìa Roselli, a sud dell’abitato di Cittanova, ma in precedenza la famiglia Cernogoraz gestiva un’osteria poco lontano, fondata nel 1936 dal bisnonno Martino. Sopra la cava di Antenal, proprio di fronte alla spettacolare foce del fiume Quieto. E’ in quella vecchia osteria che Giovanni Cernogoraz è nato il 27 dicembre 1982. Il ristorante, che con la trattoria da Bruno di Bassania di Salvore e il Giannino di Rovigno è fra i tre locali italiani più lunga attività dell’Istria, ora è gestito da papà Valter, aiutato dalla moglie Bruna e dalla sorella di Giovanni, Veronica. E’ un pezzo di storia locale, insomma. Impreziosito oggi dalle medaglie e dai trofei conquistati dall’atleta, su cui spicca l’oro conquistato a Londra, che fa il paio con quello vinto da Giovanni, sempre lo scorso anno, ai campionati europei disputatisi a Larnaca (Cipro). Il trionfo di Giovanni Cernogoraz alle Olimpiadi in terra britannica ha avuto larga eco in Istria e nella Comunità italiana
uNa paNoraMica Di cittaNoVa D’istria. iN alto: gioVaNNi cerNogoraZ sul poDio Di loNDra Fra FabbriZZi e il KuWaitiaNo alDeeHaNi, sotto l’atleta DuraNte la gara oliMpica. a ceNtro pagiNa: cerNogoraZ e glauco beVilacQua “ciceroNi” a cittaNoVa iN auto, la FaMiglia cerNogoraZ al coMpleto Nella sala Del ristoraNte DoVe soNo esposti i preMi ViNti Dal tiratore e glauco beVilacQua. sotto: il MuNicipio Di cittaNoVa coN lo striscioNe DeDicato al trioNFo Di cerNogoraZ, l’atleta alle Foci Del Quieto DoVe sorgeVa l’osteria creata Dal NoNNo, uNo scorcio “VeNeZiaNo” Della cittÀ, il porticciolo e uN traMoNto sull’aDriatico
della regione, suscitando un moto di giustificato orgoglio. Ancora oggi davanti al municipio, nella rotonda d’ingresso al paese e davanti al ristorante sono affissi tre striscioni che inneggiano all’impresa del tiratore. Impresa ottenuta, peraltro, superando in un appassionante spareggio l’italiano Massimo Fabbrizi, un amico con cui spesso condivide gli allenamenti al poligono “Giorgio Rosatti” di Ponso. Visitare Cittanova d’Istria avendo come ciceroni il campione olimpico Giovanni Cernogoraz e Glauco Bevilacqua, vicepresidente della Comunità degli Italiani di Cittanova, è un modo per andare oltre ad una comune escursione turistica. Oltretutto i due ciceroni utilizzano una parlata familiare (l’istro-veneto è pressochè il dialetto veneto) e offrono la possibilità di cogliere aspetti di storia locale e di vita quotidiana che nessuna guida potrà mai trasmettere. Entrambi sono molto legati a questo territorio e mostrano con passione quanto rimane della bella cinta muraria veneziana e poi il caratteristico porticciolo dove ogni sera attraccano le barche con il pesce fresco appena pescato. E poi la Loggia Civica che ospita il municipio, la cattedrale di San Pelagio che dall’alto si affaccia sul mare: la chiesa,
costruita sui resti di una basilica paleocristiana del V - VI secolo, conserva nel sacello della cripta, in un sarcofago del 1046, le reliquie dei santi Pelagio e Massimo. Nel territorio un tempo sorgevano ben 16 chiese. Le calli tortuose e i campielli ricordano quanto Cittanova sia stata legata a Venezia. Come segno di fedeltà alla Serenissima nel 1145 si impegnò a donare ogni anno 400 libbre di olio (circa 190 chili) per illuminare la basilica di San Marco. Il suo porto adagiato sulla foce del Quieto servì per secoli da scalo per il legname istriano diretto all’Arsenale di Venezia. Cittanova fu falcidiata dalle pesti del 1527 e del 1630 e subì anche gli assalti dei terribili pirati Uscocchi. Nelle vicinanze, a Daila, sorge anche quanto resta della grande abbazia benedettina, oggi al centro di un contenzioso internazionale, in quanto i frati di Praglia (sui Colli Euganei) ne reclamano la proprietà dato che la persero solo per effetto delle confische attuate dal governo comunista di Tito. Giovanni Cernogoraz, che è papà di due bei bambini (Leonardo ed Eva), un’ultima tappa la dedica al poligono di tiro costruito non lontano da casa su iniziativa di suo padre Valter, che pure era stato un buon tiratore a livello agonistico. Vedere
Giovanni Cernogoraz sparare ai piattelli e centrarli con una facilità quasi naturale è uno spettacolo unico. Il suo oro a Londra è frutto di tanto lavoro e di tanta passione. Frutto di un carattere forte e tenace, come quello di tutti gli istriani. Oggi la comunità italiana di Cittanova, presieduta da Paola Legovich, conta 900 iscritti ed è molto attiva. Organizza numerosi eventi per rafforzare e valorizzare l’identità culturale italiana nel contesto di una migliore convivenza con le altre comunità che attualmente vivono in Istria. Gli eventi più recenti sono stati dedicati alle birre artigianali e all’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, che apre nuove prospettive di amicizia e di scambio fra l’Istria e l’Italia. La bella sede della Comunità è opera di Tobia Scarpa. Glauco Bevilacqua, che è nato in Australia da esuli istriani fuggiti con i 350.000 dell’esodo seguito all’assegnazione dell’Istria alla Yugoslavia nel 1947. Bevilacqua è anche delegato istriano di Slow Food. Grazie all’attività della sua condotta è stato fatto molto per recuperare i valori più autentici della tradizione gastronomica istriana. E sono stati organizzati anche numerosi scambi culturali, specie con realtà venete.
26 Concerti e non solo 38
mille e ancora mille...
1094
pagina a cura di graziano edi corazza
in veneto LE PROSSIME DATE A PADOvA AL gEOX SONO 2 novembre 2013
pooh
eventi
28 novembre 2013 - 29 novembre 2013 - 30 novembre 2013 - 1 dicembre 2013
priScilla – il muSical
4 dicembre 2013
imagine dragonS
8 novembre 2013
bob dylan and hiS band 9 novembre 2013
renzo arbore
7 dicembre 2013
Steven wilSon
10 dicembre 2013
maX pezzali
22 novembre 2013
emma
24 novembre 2013
the waterboyS
PER gLI AMANTI DEL JAZZ SEgNALIAMO
Special event from SuiSSe Nicolas Masson - tenor sax, clarinet Roberto Pianca - guitars Emanuele Maniscalco - drums LA NuOvA STAgIONE AL TONIOLO DI MESTRE venerdì 8 novembre 2013 Sabato 9 novembre 2013 Domenica 10 novembre 2013
carlo & giorgio viSti da vicino
Martedì 19 novembre 2013
marK lanegan, with Special gueSt duKe garwood
I
giuSeppe giacobazzi - un po` di me
venerdì 20 dicembre 2013
enrico bertolino caSta away - la tempeSta imperfetta
14 Dicembre – Supersonic Music Arena – San biagio di Callalta (Treviso)
Mercoledì,27 novembre 2013 COCKNEY LONDON Pub di Correzzola PD 14 novembre 2013
Mercoledì 27 novembre 2013 venerdì 29 novembre 2013
mario biondi
emma 14 novembre 2013
Sguardo a nordeSt
guÈ peQueno
GUÈ PEQUENO, figura di riferimento della scena hip hop italiana, già membro fondatore e leader dei Club Dogo assieme a Jake La Furia e Don Joe, arriverà in concerto alla Supersonic Music Arena di San Biagio di Callalta (Tv), sabato 14 dicembre, per l’unica data nel Triveneto di “Bravo Ragazzo Tour”, tournée che segue la pubblicazione dell’omonimo fortunato album, il secondo della sua carriera solista. “Bravo Ragazzo”, pubblicato il 4 giugno scorso per Universal Music, ha conquistato il disco d’oro dopo sole tre settimane dalla sua pubblicazione trainato dai singoli “Business”, “Rose Nere” e dalla titletrack che ha praticamente raggiunto 2 milioni di visualizzazione su Youtube. A dividere il palco con Guè saranno ancora il dj Jay-K, la seconda voce Daniel Congo e Carmine Landolfi. Ulteriore particolarità sarà l’aggiunta della batteria, che si unirà alla formazione rap.
i “costi” dei grossi concerti ed i festivals Quali i pro ed i contro Ho visto molti concerti, grandi e piccoli. Dunque. Organizzati molto bene. Oggi l’informazione è migliore di una volta. Oggi si paga tutto, non solo il live! Ma... Di cosa si lamentano i ragazzi? Del costo del biglietto, dei diritti di prevendita, dei costi di parcheggio che vanno dai 5 euro ai 10 euro, delle bottigliette d’acqua a 2 o 3 euro, del bicchiere di birra a 4 o 5 euro, del trancio di pizza e del panino a 5 euro! Ma ecco il Problema clou... questo il resoconto di una ragazza: “(...) E’ stato grande come sempre. Ma devo convenire con chi ha deplorato l’organizzazione: pessima davvero. (...)Tre ore di colonna per arrivare alla propria auto intrappolati in una colonna umana, anzi disumana, non fanno parte di ciò che si considera comunemente la scomodità di un concerto. Ci stà la confusione, ci stà il disagio (altrimenti uno stà a casa sul divano a guardare la tv), ci stanno pure quei 10 euro rubati di parcheggio, ma la colonna umana senza via di fuga come bestie al macello, quella non ci stà! Chi pensa che questo voglia dire andare ad un concerto si sbaglia di grosso. I concerti, sono ben altro! (...).” e la risposta di un altro che c’è stato a quel live. “Cara (...), eri anche per caso anche a (...)? ... no, perché nel caso sarei tanto tanto tanto curioso di sapere se per abbandonare l’area del concerto alla fine hai usato il teletrasporto, l’elicottero oppure ti sei smazzata quella passeggiata nel budello, con tanto di passaggio nel tunnel sotto l’autostrada (...).” I concerti grossi sono una avventura. Ero ad entrambi i live citati dai due ragazzi. Ma... Ricordo che a Zeltweg in Austria, 18 anni fa, facemmo 3 chilometri a piedi prima di arrivare al live dei Rolling Stones, dopo avere pagato 80 scellini (7.000 lire di allora) di un parcheggio infangato. Poi all’ingresso ci tolsero l’acqua nostra e vidi una collinetta di un metro e mezzo di altezza per cinque di diametro di bottigliette di ogni tipo. All’uscita da quel concerto del 1995, con oltre 100mila spettatori, ci mettemmo tre ore per ripartire! Oggi penso che andrebbero aboliti i concerti sopra i ventimila spettatori! Anche perché i ragazzi da metà campo in poi vedono tutto il concerto solo dai video posti a lato del palco! Oggi live/festival come “Home Festival” o “Sherwood” o “Marghera” o “Piazzola” sono ottimamente organizzati con una platea che rare volte supera le ventimila unità per serata, ma con differenti prezzi. Economici i primi tre per il basso costo dei biglietti (l’Home Festival è del tutto gratuito e gli altri due spesso offrono la serata con ingresso ad un euro); costosetto “Piazzola” sia per i grossi nomi in cartellone che per il parcheggio a 5 euro. Per i cibi e le bevande si paga equamente “carucci” in tutti i casi. Si vuole fare soldi da “ogni cosa” in quanto il cachet dello show è molto alto e gli organizzatori devono/ vogliono rientrare da tutte le spese. Utopia vorrebbe che le bands si abbassassero l’ingaggio e che anche la prevendita dei biglietti non esistesse! In effetti se compro prima il ticket dovrei avere una riduzione, non un aumento! Sui costi di parcheggio, esatto, dovrebbe essere un servizio gratuito per chi arriva. Quanto al cibarsi e bere: portarsi tutto da casa! Tenersi a mente per il prossimo anno.
un eState di concerti all’aperto, circa cinQuanta live in tre meSi ora riaprono le Serate al “chiuSo”
n Italia ed in particolare nel Veneto sono arrivati i più bei nomi del panorama internazionale ed italiano tra giugno e settembre 2013. E’ stata una bella estate di concerti e festivals quella appena conclusa. Sommando gli uni agli altri ne ho visti in quattro mesi circa cinquanta. Tutti originali, l’unica cover band, sono stati i Rood, ma sono amici! Il più bel show che ho visto, per me ad oggi tra i primi tre in assoluto nella mia vita: Roger Waters “The Wall” allo stadio Euganeo il 26 luglio... farne una cronaca oggi sarebbe ridicolo, ma posso invitare il lettore a vedere lo spettacolo su youtube; non ci sarà tutto ma dai pezzetti video ci si fa comunque una idea della grandiosità e spettacolarità dell’evento. Un altro gran bel live-show al quale ero presente è andato in “suono/video/circo” alla Villa Manin di Codroipo (Udine); il 17 giugno... c’erano i Kiss! Loro, singolarmente si muovono anche su palchetti circolari girevoli che si alzano ed abbassano... col chitarrista che si aggancia ad un cavo e... vola sopra il pubblico...! Ma l’emozione più grossa me l’hanno data Crosby Stills Nash a Piazzola (Padova) il 20 luglio. Quando hanno attaccato subito “Carry On”... brividi... David Crosby, in particolare, nononostante l’età che avanza, appare ai miei occhi ancora un sornione hippy dei “sempre verdi” anni ‘60 del secolo scorso. Mi ha deluso Morgan a Polesella (Ro) il 4 luglio. Il cantautore, mente dei mai dimenticati Bluevertigo, ha messo in cantiere una carrellata di covers e suoi brani a metà tra il “divertissement” e lo “sperimentale” non riuscendo a
raggiungere lo scopo del suo proposito. Pollice giù anche per Dead Can Dance visti il 6 giugno al Geox di Padova. Nonostante la gran bella voce e presenza “spaziale” di lei, Lisa Gerrard, con due tastiere ed un polistrumentista, Brendon Perry, i pezzi apparivano monocorde e troppo “stiracchiati”. Divertente, più che altro per curiosi ed amanti del “rock’ n’ roll”, il Festival di Senigallia nelle Marche. Ero là il 3 agosto. Divertenti, più che altro per curiosi ed amanti della “dance elettronica”, i Motel Connection. Ero a Treviso-Dogana il 7 settembre in mezzo ad altri/e quarantamila. Ho partecipato questa estate anche al “Marghera Village”, trapiantato a Mestre da quest’anno al parco san Giuliano, al “Sherwood” di Padova al parcheggio nord dello stadio Euganeo, all’Hydrogen Festival di Piazzola sul Brenta, all’ Home Festival di Treviso ed aquello di Lucca. Tutti organizzati ottimamente. Non a tutte le serate, sia chiaro, ma a diverse. Ero presente anche ad alcune serate/dibattito proprio sul tema dei concerti, soprattutto di quelli grossi. Dall’organizzatore dell’ex Beach Bum di Jesolo e da quello attuale dell’Home Festival di Treviso ho appreso le tante difficoltà, spesso burocratiche, che ci sono nel mettere in cantiere simili shows; e quante denunce durante... poi... si ricevono da albergatori e privati. Sui Festivals, inoltre, mi informano chi li organizza, sono in atto delle vere e proprie aste a suon di “euroni” per aggiudicarsi la presenza o meno del tal gruppo che, ovviamente con la goduria del manager, se la ride vedendo lievitare il proprio cachet/ingaggio del doppio ed anche deltriplo!
Ora da autunno 2013 fino alla fine della prossima primavera 2014 si torna al “chiuso” per i concerti. Segnalo alcuni siti per gli amanti dei live da consultare periodicamente: www.eventiverona.it, www.zedlive.com, www.azalea.it, www.padovajazzclub.it, www.veneziaspettacoli.it, www.ecoveneto.it alla pagina “concerti”
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’è trucco e trucco. Lo sa bene chi è allergica al nichel, per esempio, o chi, dopo aver portato il fondotinta tutto il giorno ha la pelle che si ribella evidenziando vasti arrossamenti. Questi sono solo alcuni degli effetti indesiderati da make-up tradizionale, specie se si tratta di prodotti di bassa gamma. Il trucco tradizionale, infatti, è quasi sempre realizzato con siliconi, petrolati, additivi, sostanze sintetiche e tutta una serie di ingredienti che secondo alcuni esperti sarebbero poco raccomandabili per la nostra pelle. Da qualche tempo a questa parte, dunque, il trucco minerale è diventato una validissima alternativa perchè la sua naturalezza consente l’impiego anche su pelli con problemi particolari, come ad esempio problemi di acne. Le cellule del viso, infatti, respirano meglio perché non vengono soffocate dai tradizionali siliconi e da sostanze chimiche aggressive, mantenendo un equilibrio idrolipidico ottimale. Mantenere il corretto equilibrio idrolipidico della pelle significa rispettarla, con un notevole effetto benefico su invecchiamento e comparsa di rughe. Da un’indagine di mercato risulta che molte consumatrici hanno trovato nel trucco minerale un toccasana per la pelle grassa; le polveri minerali assorbono l’eccesso di sebo in maniera
naturale senza ricorrere a sostanze aggressive e possono essere impiegate come valido alleato in tutte quelle pelli con tendenza a lucidarsi nella zona T. Proprio per queste ragioni, il trucco minerale è l’ultima frontiera in campo cosmetico. Si tratta di pigmenti puri estratti dai minerali, elementi naturalmente presenti in natura, per offrire una serie di prodotti in polvere adatti ad ogni tipo di esigenza. Va detto che vanno talmente di moda che quasi tutte le case cosmetiche hanno una propria linea minerale, anche se a volte i marchi da “drugstore” aggiungono al minerale anche qualcos’altro. Occorre sempre controllare la lista degli ingredienti (INCI), che in questo caso dev’essere cortissima. Ci potrà essere Mica, Titanium Dioxide, Silica, Kaolin Clay, Iron Oxide, Zinc Oxide, Manganese Violet, Ultramarines. Mentre non dovranno comparire nell’elenco: siliconi,petrolati e parabeni, per esempio Dimethicone, Panthenol, Magnesium Stearate e simili. Il trucco minerale è venduto quasi sempre in polvere libera, il che li rende molto versatili. Per esempio scegliendo un un pigmento rosa non scegliete un unico prodotto ma un colore che può diventare tantissime cose: blush, ombretto, smalto se aggiunto a uno
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applicare il prodotto sul viso con dei movimenti veloci e circolari. Se volte renderlo liquido, spruzzate un po’ d’acqua sul pennello e poi applicate il prodotto sul viso. Se invece vi piace cremoso aggiungete un po’ di fondotinta nella vostra crema viso, mescolate e poi applicate. Altri prodotti come gli ombretti possono essere bagnati con un pò d’acqua e usati come eyeliner utilizzando un pennello angolato. Il blush,invece, può essere applicato con un pennello adatto o con le dita, sia col metodo normale che liquido, mentre la cipria va prelevata con un pennello adeguato. Basta provare e sbizzarrirsi!
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i nostri Esperti informazione sociale
Dott. Laura Traversi
Quando le associazioni sono in prima linea
Carissimi lettori de “La Piazza”, siamo arrivati a Settembre e tutto ricomincia. Tempo di tornare a scuola, di riprendere le nostre attività di studio e di lavoro con regolarità, e anche tempo per promuovere nuove iniziative, particolarmente significative quando sono frutto dell’impegno del mondo associativo, così vitale e pieno di idee costruttive. Il 1 settembre è partita dal Comune di Montelibretti (RM) una impresa a cavallo, promossa dall’Associazione “L’emozione non ha voce” per 11 ragazzi con disturbi di autismo che attraverseranno lazio e umbria per dimostrare che un figlio autistico è una grande esperienza per recuperare dimensioni profonde della socialità, del rapporto tra padri e figli, del contatto tra uomini, animali e natura; sono invece in questi giorni in barca a vela tra Marina di Carrara e Pisa i ragazzi con disagio mentale del
progetto “vacanza liberata”: il gruppo è autogestito da diverse associazioni liguri che si occupano di persone con malattie psichiatriche e la vacanza si svolge senza operatori e senza familiari, per la promozione dell’associazionismo come percorso di guarigione e recovery nella malattia, la pratica di corretti stili di vita e l’attivazione di nuove reti territoriali; oltreconfine invece dal 24 al 28 settembre una staffetta di 4 atlete si muoverà in bicicletta da Santiago a Lourdes per l’iniziativa “Santiago in rosa” promossa dall’Associazione Cancro Primo Aiuto: la pedalata raccoglierà fondi per sostenere il Progetto Parrucche (www.cpaparrucche.altervista.org) a favore di donne che devono iniziare un percorso chemioterapico, con l’intento di rendere il cammino verso la guarigione meno faticoso; il 29 settembre si celebra invece in tutte le piazze d’Italia la VI giornata nazionale
della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) organizzata dall’Associazione AISLA (www.aisla.it) per ricordare il primo “sit in” dei malati di SLA, che il 18 settembre 2006 si riunirono a Roma per portare all’attenzione del Ministro della Salute i propri bisogni di cura e assistenza. Per valorizzare le iniziative del nostro territorio, in occasione della XX giornata mondiale per l’Alzheimer le Associazioni Centro per i Diritti del Malato, Insieme per la qualità della vita e AMAP Padova
Assistente Sociale Laura Traversi
promuovono un doppio appuntamento per il 20 settembre prossimo a Piove di Sacco: un seminario formativo gratuito per operatori e familiari e una serata teatrale aperta dal titolo “Pagine Strappate”; entrambe le iniziative si svolgono presso la Sala Congressi della Banca di Credito Cooperativo (mail per informazioni e iscizioni: formazione@ percorsi.pd.it). Non sono ottimi modi per ... ricominciare? www.percorsi.pd.it
LEttera di magdalena buszynska
Teoria del gender e dopo? Italia partecipa al piano contro discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013 – 2015). La “Strategia Nazionale” in questo campo è stata formalizzata dall’ex ministro Fornero per aderire al progetto sperimentale proposto dal Consiglio d’Europa. E’ un progetto che deve destare la nostra attenzione e anche preoccupazione perché mira a completare, in modo efficace, il tentativo di creare una mentalità anti famiglia e anti umanità, lo dimostrano gli sviluppi sul piano politico che stanno davvero mettendo a rischio i valori umani, sui quali deve basarsi una società che voglia crescere e migliorare. Il mio non è terrorismo ma è solo consapevolezza della realtà che emerge in modo preponderante quando si fanno percorsi di educazione dell’affettività e sessualità nelle scuole. Infatti è proprio sulle giovani generazioni che si sta incidendo maggiormente. Nei prossimi mesi aumenteranno anche in Italia le campagne mediatiche e le iniziative politiche
per legalizzare il matrimonio omosessuale. Queste richieste si fondano sull’ideologia del “gender”, secondo la quale i “generi” maschile e femminile sono il frutto di scelte culturali, senza rapporti con la dimensione biologica e psicologica della persona. Contemporaneamente: l’unico istituto familiare riconosciuto dalla Costituzione. Questa ideologia sostiene fra l’altro che non dovremmo più educare i bambini a identificarsi col padre o con la madre in base al sesso biologico, ma offrir loro, fin dalla prima infanzia, una vasta gamma di generi equivalenti (maschio, femmina, lesbian, gay, bisexual, transgender, queer, ecc.), con gravi danni per il loro sviluppo psico-fisico. La teoria del gender dichiara ormai apertamente e contro ogni evidenza biologica, psicologica e spirituale ..., come la felicità e il futuro dell’umanità necessitino di superare l’archetipo “maschio e femmina li creò” (Genesi 1,27) per restituire al cittadino digitale del terzo millennio il paradiso perduto di una pansessualità senza distinzione di sessi. Di
fronte ad una simile pretesa, diventa necessario rendere la parola alla realtà inscritta nella verità della corporeità maschile e femminile. Questa chiara distinzione vissuta in maniera consapevole, matura e sana fonda da sempre, la felicità di ogni identità personale, familiare e sociale non solo
dell’uomo di oggi, ma dell’intera umanità passata, presente e futura. La Confederazione Italiana dei Centri per la Regolazione naturale della Fertilità è un organismo al servizio di consapevolizzazione di questa esperienza.
I nostri esperti 43
28 Psicologia del laVoro
DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – Tel. 3381151335 – e-mail: lara.tasso@libero.it
La soddisfazione personale nel lavoro
In questo articolo vedremo come mai persone che svolgono lo stesso identico lavoro, ricavino da esso livelli molto differenti di soddisfazione. L’appagamento che proviamo per il lavoro, dipende da un insieme di fattori, quali il clima, le nostre aspettative, le motivazioni, il gruppo in cui siamo inseriti, l’adeguata formazione, il giusto riconoscimento, le possibilità di carriera, la coerenza con i nostri valori e le nostre attitudini, la chiarezza dei compiti e dei ruoli di ciascuno, la sicurezza, il rapporto con i superiori, la stabilità. Prendendo spunto da una ricerca condotta da Amy Wrzesniewski, docente di economia aziendale alla New York University, ci soffermiamo, in particolare, su tre “orientamenti lavorativi” che ci spingono a lavorare: il denaro, la carriera, la vocazione. Questi possono ovviamente coesistere, ma con livelli diversi. Chi lavora prevalentemente per denaro, ha un basso livello di soddisfazione. Da un recente studio americano, è emerso, per esempio, che una delle professioni con indice di appagamento più basso, è quella forense, che risulta anche la più pagata. Altri studi, hanno evidenziato che gli aumenti di stipendio, incrementano la motivazione e la produttività soltanto a breve termine; poi ci si abitua al livello presente, e si desidera ottenere una retribuzione ancora superiore, non raggiungendo mai un livello di gratificazione permanente. Chi lavora prevalentemente per fare carriera, ha un livello di soddisfazione più elevato rispetto a chi lo fa soltanto per denaro. Tuttavia, quando si arriva al culmine, inizia l’alienazione, e si ricerca gratificazione in altro. Chi, invece, lavora per vocazione, ama il proprio lavoro in sé e per sé, a prescindere dalla retribuzione e dalle possibilità di carriera. Sente che facendo il proprio lavoro contribuisce ad un bene collettivo, e che la propria opera ha un senso per sé e per gli altri. Tutti i lavori possono seguire una vocazione. Nello studio di Wrzesniewski, per esempio, sono stati analizzati gli addetti alle pulizie in un ospedale, e si è rilevato che chi lavorava per vocazione riteneva di avere un ruolo importante nella guarigione del malato, e nel favorire una migliore prestazione di medici ed infermieri. Queste persone si impegnavano molto nel lavoro, e anche se duro e pesante, non esitavano a sorridere ai pazienti, consapevoli che questo avrebbe potuto aiutarli. I colleghi che, invece, affrontavano il lavoro soltanto per denaro, lo vedevano come una serie di grigie mansioni di pulizia, e lo svolgevano con demotivazione, pensando soltanto ad arrivare alla fine della giornata. In conclusione, ciascuno di noi può trovare nel proprio lavoro una vocazione. Questo non solo ci farà operare al meglio, ma renderà la nostra vita più felice.
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Capita a tutti di perdere le staffe o di farsi rovinare la giornata da provocazioni inutili, specialmente da persone che “attaccano” senza motivo. Di solito questi provocatori lo fanno al solo scopo di affermarsi, e spesso non se ne accorgono. Si fanno scappare di bocca parole maldestre come guidate da intenzioni inconsce e riescono a tirare fuori dai gangheri persone dotate di notevole selfcontrol e di ottima autostima, al solo scopo di far male a chi hanno di fronte! Sfoderano critiche gratuite e letture della realtà faziose, utilizzano i lati deboli dell’altro e ci scherzano in modo pesante, fanno del sarcasmo o danno soprannomi che contengono elementi svilenti. Questi provocatori si aspettano sempre un’arrabbiatura, uno sguardo ferito o naturalmente, un insulto. La cosa migliore è spiazzarli! Semplicemente non considerandoli o guardandoli con distacco. Non serve spiegare e tantomeno chiarire, il provocatore non ascolta. E’ inutile rispondere alle provocazioni con altre provocazioni o finirà nella litigata che lui tanto desidera. Meglio una risata, utilizzare l’ironia, perdere tempo o cambiare argomento. La rabbia non fa bene né a chi la prova, né a chi la subisce, per questo bisogna imparare a farsi scivolare le cose di dosso. Chi non riesce a trattenersi di fronte alle provocazioni quotidiane, alla lunga rischia di diventare depresso perché si convincerà sempre di più che il mondo ce l’ha con lui. Una antica leggenda giapponese narra di un samurai che non reagiva mai alle provocazioni pur consapevole delle sua grande forza e rispondendo ai suoi adepti che spesso gli chiedevano quale fosse il suo segreto diceva: “Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, il dono continuerà ad appartenere a chi ha tentato di regalarvelo. Lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti, se questi non sono non sono accettati, continuano ad appartenere a chi li portava con sé”.
Direttore Sanitario Dr franco Meduri. Informazione sanitaria ai sensi della legge 248 (legge Bersani) del 04-08-2006
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INGREDIENTI 6 pieDiNi Di Maiale, 600 gr. Di seDaNo, carote e cipolle, lauro, pepe iN graNi, giNepro, 600 gr. VerZa, retiNa Di Maiale, 300 gr. Di Zucca, 300 gr. Di papate, 120 gr. Di burro cHiariFicato, 120 gr. Di burro Fresco, 60 gr, Di parMigiaNo grattuggiato, 6 scaloppe Di Fegato grasso D’oca, FariNa, uoVo e paNe grattuggiato ESECUZIONE Mettere a cuocere iN abboNDaNte acQua i pieDiNi Di Maiale coN le VerDure e gli aroMi. Nel FratteMpo pelare, pulire, tagliare la Zucca e Metterla a cuocere iN ForNo a 150° iN teglia D’alluMiNio coperta coN carta stagNola per circa 1 ora. lessare le patate, scolarle e passarle iNsieMe alla Zucca coN uNo scHiacciapatate, uNire il burro e il parMigiaNo. Dopo 3 ore togliere i pieDiNi Dal Fuoco e Farli iNtiepiDire Nel loro broDo, tagliare le Foglie Di VerZa - priVare Della parte ceNtrale piÙ Dura - alla JulieNNe Molto FiNe e Farla stuFare coN poco burro e uNa spruZZata Di aceo, salare e pepare. steNDere 6 rettaNgoli Di circa cM. 15X15 Di retiNa Di Maiale e porre all’iNterNo i pieDiNi coN la VerZa. cHiuDere la retiNa DaNDo al coMposto uNa ForMa alluNgata. passare Nella FariNa, Nell’uoVo e Nel paNe grattuggiato. iN uNa paDellacuocere a Fuoco ViVo i pieDiNi, cHe QuaNDo saraNNo rosolati si passeraNNo iN ForNo per 5 MiN.; Nel FratteMpo cuocere le scaloppe Di Fegato grasso D’oca cercaNDo Di ForMare uNa crosticiNa croccaNte all’esterNo e uNa coloraZioNe rosa all’iNterNo. Disporre Nel piatto il purea Di Zucca, il pieDiNo e la scaloppa Di Fegato D’oca e serVire.
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I CONSIGLI DI PAOLO
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CHEESE CAKE ALLA RICOTTA E POMODORI SECCHI, PROFUMATA AL LIMONE
uNa cHeese caKe Molto saporita, proFuMata e MeDiterraNea, iDeale per l’estate. uNa base seMplice cHe si puÒ ulteriorMeNte aroMatiZZare coN uN po’ Di papriKa, sopra uNa creMa Di ricotta MorbiDa e Fresca: l’accostaMeNto tra liMoNe, acciugHe e poMoDori seccHi la Fa Da paDroNe, MaNteNeNDo Nel coNteMpo l’iDea Di uNa Farcia leggera. per la cottura, iDeale È il MicrooNDe, utiliZZaNDo la FuNZioNe crisp, tuttaVia uN buoN risultato si ottieNe aNcHe coN la cottura iN ForNo. a piacere si puÒ serVire la torta calDa appeNa sForNata, oppure a teMperatura aMbieNte.
INGREDIENTI PER 3 PERSONE:
per la base: 200g crostiNi alla soia, 2 cuccH strutto, 1 cuccH ForMaggio colliNa stagioNato grattugiato, olio eVo per la Farcia: 250g ricotta VacciNa, 2 cuccH ForMaggio colliNa stagioNato grattugiato, 11 poMoDori seccHi, 3 acciugHe sottolio, 1 liMoNe, iN Frigo per circa 20 MiNuti, poi cuocere iN ForNo 1 cuccH.No capperi sottaceto, 1 cuccH oliVe Nere taggiascHe, 1 a MicrooNDe coN FuNZioNe crisp per circa 5 MiNuti. uoVo, glassa gastroNoMica all’aceto balsaMico Di MoDeNa igp, preparare la Farcia: Mescolare la ricotta coN 1 cuccH.No MostarDa Di Frutta, aceto balsaMico Di MoDeNa, 9 i poMoDori seccHi a peZZetti, i capperi, le oliVe, Foglie Di basilico Fresco, sale le acciugHe eD il basilico sMiNuZZato; uNire il succo e la scorZa Del liMoNe, la MostarDa eD il Distribuire sulle FettiNe Di carpaccio il prosciutto eD uN peZZetto ForMaggio colliNa. sbattere l’uoVo coN il sale Di paNe; arrotolare a ForMare gli iNVoltiNi. scalDare iN uNa eD aMalgaMarlo al coMposto Di ricotta, iNFiNe paDella uN Filo D’olio coN l’aglio iN polVere, Mettere la carNe eD aroMatiZZare coN la glassa gastroNoMica. iNsaporire coN il DaDo, la Maibuire sul FoNDo Del piatto la purea, Versare la creMa cosÌ otteNuta sulla base e aDagiarVi poi gli iNVoltiNi e spolVerare Di pepe Nero. cuocere NuoVaMeNte iN ForNo a MicrooNDe coN
FuNZioNe crisp per circa 14 MiNuti. serVire calDa lasciare iN aMMollo per alcuNe ore i poMoDori seccHi iN acQua e o a teMperatura aMbieNte, DecoraNDo coN Foglie aceto balsaMico, per Farli rappreNDere. preparare la base: tritare i crostiNi e Mescolarli coN il ForMaggio Di basilico. e lo strutto aMMorbiDito; oliare la teglia Del piatto crisp e MANUELA E SILVIA BIZZO DisporVi il trito, coMpattaNDolo beNe coN uN po’ D’acQua. lasciar riposare
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F
FASCINO coN uN toNo Dell’uMore piÙ stabile preparerete il terreNo per occasioNi FortuNate. teNete gli occHi aperti · SALUTE curate l’aliMeNtaZioNe: eViterete cosÌ Di iNcorrere iN piccoli probleMi Di DigestioNe, o Di soMatiZZaZioNi
LEONE DAL 23/07 AL 23/08
coMuNicatiVa, curiositÀ e perspicacia soNo le Vostre arMi segrete. sappaite FarNe uN uso iNtelligeNte · S ALUTE garaNtita uN’ottiMa coorDiNaZioNe e buoNe Doti Di agilitÀ e FlessibilitÀ. le DiFese iMMuNitarie saraNNo iNossiDabili FASCINO
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