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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 166 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
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Primo Piano Dilagano i furti nelle abitazioni, la gente ha paura
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Ossessione nordica Roverella, al via la nuova mostra il 22 febbraio
Interporto Sistemi Territoriali dismette le proprie quote della società
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EDITORIALE
Informagiovani, partita la stagione 2.0
Amarezza metropolitana di Nicola Stievano
L’Informagiovani ha riaperto i battenti lo scorso 20 dicembre con una formula rinnovata e all’avanguardia tanto da essere stato battezzato “IG 2.0”. L’idea del nuovo Informagiovani del Comune di Rovigo è quella di un luogo reale e virtuale d’incontro pag. 6
Mini imu ci sarà tempo fino al 24 gennaio
Ci sarà tempo fino al prossimo 24 gennaio per pagare la mini-Imu. Ossia la parte di aliquota che è stata alzata dal Comune nel corso dello scorso anno. Il Governo, infatti, ha trovato i fondi, per la copertura dell’aliquota del 4 per mille, ma dove invece l’aliquota è stata alzata la differenza la pagherà il cittadino pag. 8 50%
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Dati scoraggianti per trasporto pubblico, incidenti stradali ed energie rinnovabili
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cosistema urbano 2013”, lo studio di Legambiente che esamina la situazione delle città e la loro vivibilità non riporta dati incoraggianti per Rovigo. Il Capoluogo polesano, infatti, è quello che fa peggio tra le sette sorelle della regione. Ottiene, fatti tutti i calcoli del caso, unicamente 39,72 punti. Molto meno di Belluno, tra l’altro anche prima a livello nazionale con la bellezza di 72,19 punti percentuali. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, per esempio, la nostra città non eccelle in alcun indicatore e, anzi, a livello
di concentrazione di pm10 fa segnare un risultato decisamente negativo. Anche nel settore rifiuti, pare che Rovigo non sfrutti le potenzialità che le dimensioni ridotte e decisamente a misura d’uomo offrono. Se la percentuale di raccolta differenziata supera infatti il 60% - dato decisamente lusinghiero in assoluto - questo segnale positivo viene immediatamente controbilanciato dalla quantità di rifiuti prodotti pro capite all’anno: oltre 683 chili. Uno dei risultati peggiori tra tutte le città che, per numero di abitanti, sono
comparabili al capoluogo del Polesine. Malissimo anche sul fronte dell’incidentalità stradale, basata sul numero di vittime per sinistri ogni 10mila abitanti. Con 1,32, il nostro capoluogo fa registrare in assoluto uno dei risultati peggiori di tutta la classifica. Anche in tema di politiche energetiche i dati non appaiono proprio premiare il capoluogo: il valore indicato dalla classifica è pari a zero. Peggio ci sono solo quei centri per i quali i dati non sono risultati disponibili. pag. 6
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L’Intervento Sì alla sicurezza alimentare, no alla demagogia di Giovanni Taliana*
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l 2014 dovrebbe essere l’anno della città metropolitana Padova - Venezia -Treviso, durante il quale il progetto prenderà forma e finalmente decollerà dopo un lungo dibattito politico. Ma l’anno nuovo non si apre certo sotto i migliori auspici visto che l’intento di dare vita ad un grande sistema di relazioni fra i tre centri e i territori interessati rischia di essere ridimensionato, se non addirittura affossato, dalle carenze della rete dei trasporti. In una città metropolitana che si rispetti i collegamenti ferroviari e stradali dovrebbero essere potenziati al massimo, resi più efficienti e messi a disposizione dei lavoratori e di tutti coloro che si muovono quotidianamente all’interno dell’area. Solo così è possibile accorciare le distanze, rendere più facili gli spostamenti di uomini e merci. Invece questo 2014 si apre con i problemi di sempre soprattutto sul fronte del trasporti ferroviari. Nonostante i notevoli investimenti, specialmente sulla linea Padova - Venezia, il sistema ferroviario metropolitano, del quale si sente parlare ormai da un ventennio buono, è ancora al palo e i collegamenti, dopo l’entrata in vigore del nuovo orario “cadenzato”, mostrano tutta la loro fragilità proprio in ambito locale.
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EDITORIALE
segue da pag.
Amarezza metropolitana
Dedicate due strade
Via Madre Elisa Andreoli e via suor Maria Dolores
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Ormai le proteste dei pendolari sono all’ordine del giorno e le notizie dei disagi si moltiplicano, al punto che la Regione ha intenzione di cancellare l’accordo per il trasporto locale con Trenitalia e individuare altre soluzioni. Proprio mentre andiamo in stampa arriva la notizia che il Governatore del Veneto Zaia ha revocato il contratto con Trenitalia invocando la possibilità di fare una gara per assegnare il servizio. “Mettiamo in discussione il fatto che ci possa essere solo ed esclusivamente un gestore per i treni regionali. - ha detto - Facciamo una gara, è una facoltà che ci viene data dalla legge”. Non è accettabile che migliaia di lavoratori ogni giorno siano in balia di ritardi, cancellazioni, disservizi e molte altre incognite che causano problemi a non finire. Non è accettabile che chi sceglie o è costretto a ricorrere ai mezzi pubblici si trovi a dover affrontare temi di percorrenza insostenibili, almeno il doppio rispetto a chi ricorre all’automobile. Ma anche per gli automobilisti muoversi all’interno della città metropolitana comincia a costare caro, molto caro. Ad inizio anno gli aumenti dei pedaggi su sistema autostradale tra Padova, Venezia, Treviso e Rovigo sono un’amara realtà con la quale sono chiamati a fare i conti anche gli autotrasportatori. A quanto pare è il prezzo da pagare per la costruzione del Passante, il quale però, con queste cifre rischia di essere sempre meno frequentato, soprattutto dai pendolari. Anche loro devono far quadrare i conti con costi sempre più alti e stipendi al palo. Mentre la politica sta cercando di correre ai ripari prevedendo sconti e agevolazioni per i residenti, soluzioni che probabilmente dovevano essere messe a punto prima dell’introduzione degli aumenti, c’è chi prevede un sensibile aumento del traffico sulla viabilità locale. E qui siamo ancora in pieno scaricabarile fra entri e Regione. Davvero un pessimo debutto per l’anno della Pa-Tre-Ve. di Nicola Stievano
Due strade nell’area del nuovo Policlinico sono state dedicate a due suore che si sono spese per la comunità. Si è concretizzato così il desiderio della Congregazione delle Serve di Maria Riparatrici di dedicare due vie alle loro sorelle Madre Elisa Andreoli, fondatrice dell’ordine, e suor Maria Dolores Inglese, promotrice della missione di riparazione mariana. La cerimonia si è tenuta lo scorso 7 dicembre presso il centro Mariano alla presenza del sindaco Bruno Piva e del vescovo, monsignor Lucio Soravito de Franceschi, che ha benedetto le targhe che le indicheranno. Arci
Dal 1° gennaio rincarati i pedaggi
Dal prossimo primo gennaio scatteranno gli incrementi tariffari delle tratte autostradali nazionali, approvati con decreti dei ministri Maurizio Lupi e Fabrizio Saccomanni. L’aumento medio è pari a circa il 3,9%, contro una media di quanto richiesto dalle stesse società pari al 4,8%.
Referendum nella prima metà del 2014 Il consiglio regionale ha detto sì: la parola sulla nascita di Civitanova Polesine passa ora ai cittadini. Il parere favorevole dell’aula, espresso all’unanimità, al giudizio di merito per il progetto di legge n. 372, relativo alla “Istituzione del nuovo comune di Civitanova Polesine mediante fusione dei comuni di Arquà Polesine, Costa di Rovigo, Frassinelle Polesine, Pincara, Villamarzana e Villanova del Ghebbo della provincia di Rovigo”, dà il via alla convocazione del referendum consultivo, la cui data sarà entro la prima metà del 2014.
Teatro Sociale
Rubini e Placido il 29 gennaio
Berto nuovo presidente
Da qualche mese l’ARCI Comitato Provinciale di Rovigo era rimasto senza Presidente ad honorem per la scomparsa di Mimì Sangiorgio partigiano, sindacalista, poeta e scrittore. A subentrargli nella prestigiosa carica dell’Associazione Culturale e Ricreativa Italiana di Rovigo è stato chiamato il Commendatore Giorgio Berto imprenditore di successo. “Prima la correttezza e poi gli affari e la crescita” è il suo motto. Correttezza verso la persona, verso l’ambiente, verso la società. Queste sono state le ragioni che hanno indotto l’ARCI a volere Berto come suo Presidente ad honorem. Autostrade
Civitanova Polesine
Rovigo Scuola
Provincia
Grazie al Gav, l’archeologia entra in classe pag.
associazioni
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Un corso sui distrurbi dello spettro autistico
Calcio
Provincia
Sanità
Province, Delrio le trasforma in enti di secondo livello pag. 19
Cur
Sedazione palliativa o eutanasia mascherata?
spazi aperti
La nuova Romea sarà percorribile entro il 2012
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Al Rovigo l’alta classifica non fa girare la testa pag.
Regione
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mondo scuola
La Cps gode di scarsa considerazione pag.
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arte
Continua la stagione di prosa al Teatro Sociale di rovigo, ecco gli appuntamenti previsti per il mese di gennaio. Il prossimo venerdì 17 salirà sul palco, alle ore 21.00, la compagnia Jurij Ferrini, che porterà in scena “La locandiera” di Carlo Goldoni mentre mercoledì 29 gennaio, sempre alle ore 21.00, Sergio Rubini e Michele Placido saranno i due protagonisti di “Zio Vanja” di Anton Cechov per la regia Marco Bellocchio
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Sironi e Cortellazzo, dialogo tra chi non si è mai conosciuto pag. 29
University Day, 7 e 8 febbraio Il Cur ha fissato per Venerdì 7 e sabato 8 febbraio l’annuale appuntamento con l’University Day. Per due giorni il Cur diventa un effervescente contenitore di eventi dedicati al sapere, con lezioni dimostrative, miniconvegni, incontri, tour guidati e momenti di confronto e dibattito. I ragazzi degli istituti superiori, a partire dalle classi terze, si sentono coinvolti, protagonisti, proiettati in un ambiente diverso rispetto a quello scolastico; una esperienza sicuramente formativa, utile per far loro respirare l’aria carica di stimoli, che è propria dell’ambiente universitario.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà di
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Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
Venezia Padova Rovigo Treviso
Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin
REDAZIONE:
Direttore responsabile
Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 29 dicembre 2013 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)
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4 Argomento del mese SICUREZZA Aggressioni e scippi per strada, di giorno e di notte, topi d’appartamento di nuovo all’opera in un crescendo di furti messi a segno nelle province venete. Una escalation che i soli agenti presenti nei territori non possono contrastare efficacemente
Allarme sicurezza: sempre pi
di Germana urbani
Pansa: “nel 2014 caleranno ancora gli agenti di polizia e ci sarà ancora meno sicurezza”
Lipari: “Il problema è più complesso, riguarda il fatto che il sistema giustizia in Italia non funziona”
E
’ Andrea, 23 anni, la vittima più grave dell’escalation di rapine e furti che negli ultimi mesi del 2013 ha investito in modo preoccupante il Veneto. Lui, un commesso di dicount, si è visto puntare la pistola alla testa e poi ha sentito lo sparo che l’ha costretto ad una difficile lotta per la vita. Ma la cronaca racconta quasi ogni giorno di signore più o meno anziane colpite brutalmente lungo le vie delle nostre città anche per un bottino di pochi euro. La gente ha paura e la preoccupazione degli amministratori locali è altissima tanto che non si contano le richieste di aumentare le forze dell’ordine di pattuglia sui territori. Molti i primi cittadini che hanno fatto appello anche al Governatore Zaia chiedendo risorse economiche, finanziamenti ai propri distretti di polizia, soldi che il più delle volte erano a bilancio in Regione e sono stati cancellati, così come è accaduto per l’impegno a finanziare le telecamere. In alcuni territori, come a Padova e nella Saccisica, verso fine anno sono arrivati rinforzi nell’ambito di competenza dell’arma dei carabinieri. Così sono stati intensificati i pattugliamenti e la presenza di agenti là dove sono sempre più in
azione bande di ladri che non disdegnano di compiere danni e atti di vandalismo. Purtroppo però, operazioni come queste non potranno durare a lungo su un territorio e, soprattutto, non possono essere replicate all’infinito. Nel Veneziano i reati complessivi, nei primi otto mesi del 2013, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono aumentati del 3,5 per cento. Con un’impennata dei reati predatori in particolare ad agosto dove i furti in casa sono aumentati del 14 per cento, mentre quelli nei negozi del 24 per cento. “Ogni tanto - ha affermato Alessandro Pansa, capo della Polizia all’assemblea dell’Associazione funzionari di polizia - qualcuno mi chiede di aumentare il livello dei controlli in alcune città. Voglio essere sincero con tutti: oggi non siamo in grado di accrescere la sicurezza da nessuna parte del territorio. E da nessuna parte vuol dire anche Venezia”. L’annuncio di Pansa è ancora più grave guardando al futuro. “Il prossimo anno caleranno ancora gli uomini e ci sarà ancora meno sicurezza”. E’ paradossale pensare che aumentano i reati e cala il numero di chi può contrastarli. “I reati predatori si com-
battono anche con la prevenzione - spiega infatti Diego Brentani, segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp - e questa la si fa mettendo agenti in strada. In questo momento siamo al lumicino. Se abbiamo gli uomini non abbiamo le macchine e viceversa. Poi finiscono i soldi per la manutenzione delle auto e queste si fermano. A riprova che stare in strada porta a risultati l’abbiamo avuta a gennaio 2013, quando sono stati messi per le vie la metà dei poliziotti arrivati per sostituire quelli che sono stati trasferiti. In nemmeno quindici giorni sono calati, del sessanta per cento, i reati predatori denunciati”. “Non è solo una questione di organici e mezzi - afferma però Francesco Lipari, se-gretario provinciale del sindacato di polizia Coisp - Il problema è più complesso, riguarda il fatto che il sistema giustizia in Italia non funziona. Chi commette reati si rende conto che nella gran parte dei casi la fa franca. Non solo, da tempo in Italia non c’è la certezza della pena”. “Chi commette la gran parte dei reati predatori - conclude Lipari - è consapevole del fatto che pochi giorni dopo, se non ore, si ritrova fuori e torna a fare quello che sa fare meglio: delinquere”.
Materie priMe salgono prezzi e furti
Sicurezza ferroviaria e furti di rame
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23mila euro e 38mila chilogrammi di rame trafugato. A tanto ammontano i danni provocati dai furti di rame sulle linee ferroviarie venete nei soli primi nove mesi del 2013. Un fenomeno che mette seriamente a rischio il buon funzionamento del trasporto ferroviario. Nel periodo preso in esame sono stati coinvolti 291 treni per un totale di quasi ottomila minuti di ritardo. Furti che sin troppo spesso restano impuniti. L’ultimo episodio ha bloccato per ore quaranta treni sulla tratta Venezia-Padova a causa dell’ennesimo furto di rame. I ladri hanno agito sulla linea AV VeneziaPadova fra le stazioni di Venezia Mestre e Pado-va Interporto. L’anomalia lungo la linea è stata rilevata dai sistemi di sicurezza e i treni in entrambi i sensi di marcia sono stati deviati sulla linea convenzionale con ingenti ritardi. Per ora questi furti hanno provocato solo ritardi e disagi ai cittadini in viaggio e alle Ferrovie ma se i sistemi di rilevamento dei problemi un giorno avessero un guasto improvviso? Questi furti sono pericolossimi eppure sempre più frequenti. I dati dell’Osservatorio Nazionale sui furti di rame sono significativi se si guarda ai primi 6 mesi del 2013: 11.040 furti (+12,1% vs 2012) per 2.720 soggetti denunciati (+41%) di cui 1.631 (+36,7%) in stato di arresto.
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Argomento del mese 37 5 Focus
iù ladri e sempre meno agenti x Zaia ringrazia ma chiede un impegno al Governo
Tornano le ronde Le vere risposte dovrebbero venire dalle istituzioni di Germana urbani
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e la sicurezza non arriva dallo Stato i cittadini si organizzano e tornano sulla strada a far la ronda. Sulle ronde si era tanto discusso anni fa, quando l’argomento sicurezza era cavalcato di gran carriera dalla Lega e da An. Ma dopo la regolarizzazione delle ronde non se ne era più vista una. Di fronte a una crescente domanda di sicurezza, però, in tutta la regione stanno tornando di moda i pattugliamenti delle associazioni di volontari. Alcuni, soprattutto giovani, girano armati di telefonini pronti a documentano tutto il possibile e a pubblicarlo in diretta sui social media. Scelte che possono essere molto pericolose e che hanno allarmato anche il prefetto Domenico Cuttaia che ha sottolineato quanto sia rischioso postare su Facebook foto o altro materiale di presunte situazioni di reato. Ma certamente è rischioso anche sostituirsi agli agenti nel controllo del territorio, una soluzione dal fiato corto, come riconosce lo stesso Governatore Luca Zaia, leghista della prima ora. “Io apprezzo la generosità con la quale queste persone si rendono disponibili a collaborare con le forze dell’ordine ma è evidente che questa non può essere la soluzione dirimente per prevenire e contrastare gli episodi malavitosi - ha detto il governatore Zaia - “Gli episodi criminosi, in base alle statistiche, sono in aumento e per contro si registra, a causa dei tagli statali, una drastica riduzione dell’organico degli agenti: ciò significa esporre a eccessivi pericoli le famiglie e le aziende. Il governo riveda le sue priorità”. Ma anche la Regione ha le sue mancanze e basta dare un’occhiata al bilancio regionale per verificare se Zaia e la sua Giunta crede nella necessità di investire o no in sicurezza. “Occorre pensare - ha sottolineato Piero Ruzzante, Consigliere regionale del Pd - che si è passati dai 5,6 milioni di euro del 2010 ai 100 mila euro del 2011, fino agli zero euro messi a bilancio per il 2012. Ma non erano proprio la Lega e il Pdl a ritenere la sicurezza e la lotta alla criminalità obiettivi strategici per il loro mandato? Beh, a giudicare dai numeri non si direbbe affatto”.
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Sicurezza in Polesine
Aumentano gli illeciti “V
ia Verdi nel mirino dei ladri”, “Scippa un’anziana e fugge in scooter” “Ripulito dai ladri il bancomat”, hanno questo tono i titoli dei giornali locali che ogni mattina riportano i principali episodi di furto accorsi la notte o i giorni precedenti. Non passa giorno senza spaccate, furti, scippi e la paura cresce anche in Polesine dove, con il settantesimo posto nella graduatoria delle province più criminose d’Italia, ci si dovrebbe sentire relativamente al sicuro. Invece non è così. Da una parte perché la psicosi dei ladri è veloce a diffondersi, dall’altra perché la percezione dell’impunità di questo tipo di reati è tangibile tra i cittadini, ma è evidente pure che anche in provincia di Rovigo gli illeciti sono cresciuti. I dati non sono freschissimi ma i rilevamenti diffusi dal Ministero degli interni, riferiti al 2011, parlano di un più 7,2%. Non è poco ed è probabile che le percentuali negli ultimi anni siano aumentate. Del resto sono aumentate tutte le forme di illeciti: i furti in casa, ad esempio, hanno fatto registrare un più 31,6% per cento tra il 2010 e il 2011. E ancora a crescere sono stati anche i borseggi: 194 nel 2010 diventati 195 nel 2011 (0,5%). In aumento anche le truffe: 300 nel 2010 diventate 326 nel 2011 (+8,7%). E si parla ovviamente di episodi denunciati alle autorità, mentre il fenomeno reale potrebbe essere ancora maggiore. Dunque esiste un problema sicurezza che in Polesine non ha ancora raggiunto livelli di emergenza ma è innegabile che il fenomeno è in aumento. Cresce per diversi motivi, in parte legati alla composizione della nuova società e in parte legati anche Insicuri anche al periodo storico che stiamo vivendo. La se nella graduatoria crisi, insomma, c’entra, come c’entrano i delle provincie più focolai di illeciti che si riscontrano attorno criminose si occupa ad alcune comunità di immigrati ma non è il 70esimo posto da escludere che anche i nuovi metodi di comunicazione siano i responsabili dell’aumento di qualche punto percentuale tra le registrazioni di illeciti. Infatti non è raro trovare sui social network post con pubblicate le date esatte della partenza per le vacanze o le immagini d’interni della propria casa. Tutte indicazioni estremamente interessanti per i male intenzionati. Ma sempre per rimanere in ambito di “nuove tecnologie”, non mancano notizie di vere e proprie curiosità legate agli illeciti, come ad esempio i due ragazzi “beccati”, recentemente, mentre rubavano un motorino seguendo le istruzioni di un’Ap scaricata gratuitamente nel loro telefonino. Anche queste “amenità” sono figlie del nostro tempo. Che cosa si può fare? Di sicuro non aspettarsi un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine, il loro numero è destinato a diventare sempre meno appropriato ad un servizio di sorveglianza decente. Il buon senso obbligherebbe anche al lasciar perdere iniziative estemporanee di autodifesa o di sorveglianza del territorio. L’unica cosa da fare è cambiare i nostri stili di vita, evitando quelle disattenzioni che ci potrebbero costare caro: portoncini di casa con le chiavi inserite, borsette in vista sui lunotti delle automobili, aprire le porte a chi non è stato annunciato in precedenza. Il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza ha pubblicato qualche mese fa un vademecum di carattere pratico e divulgativo volto a diffondere una più consapevole cultura della sicurezza tra i cittadini. Si tratta di un piccolo prontuario di consigli e regole di prudenza da seguire nella gestione dell’abitazione privata, dei mezzi personali di trasporto e del proprio esercizio imprenditoriale, nonché nell’uso del web e della segreteria telefonica. Fo.Ma.
6 Rovigo Statistica Nel rapporto stilato da Legambiente il Capoluogo non brilla
Vivibilità della città, ultimi in Veneto Il capoluogo polesano ha ottenuto solo 39,72 punti, Belluno ne ha 72,19 di Lorenzo Zoli
R
ovigo città meno vivibile del Veneto? Con tutti i difetti che il nostro capoluogo ha, appare comunque una bestemmia, a prima vista. Eppure, è proprio questo il verdetto finale del rapporto “Ecosistema urbano 2013”, lo studio di Legambiente che esamina la situazione delle città e la loro vivibilità. Uno studio ricco e che prende in esame una ampia serie di settori, variabili e servizi, per individuare il tasso di vivibilità delle varie città collocandolo su una scala da 0 a 100. In questa graduatoria, tra tutte le città che, per numero di abitanti, sono comparabili al appunto, Rovigo è quella che fa peggio tra le sette sorelle della re- capoluogo del Polesine. Insomma: i problemi non mancano. E gli gione. Ottiene, fatti tutti i calcoli del caso, unicamente 39,72 punti. esperti di statistica e di altri settori che hanno curato lo studio hanno Molto meno di Belluno, tra l’altro anche prima a livello nazionale parlato: Rovigo bocciata. E superata da tutti gli altri capoluoghi vecon la bellezza di 72,19 punti percentuali. Come si è arrivati a neti. Irraggiungibile Belluno, come si è detto prima nello Stivale. Ma ben distanti anche Venezia: con 64,85 punti, un risultato del genere? Per capirlo si devono risultato migliore per le città con oltre 200mila esaminare i vari aspetti della vita in città con- Rovigo ottiene siderati come fattore chiave dal rapporto. Per solo 39,72 punti, abitanti. Padova da parte sua supera comodamente i 53 punti. Seguita da Verona con oltre quanto riguarda la qualità dell’aria, per esem- distantissima 52. Non benissimo ma comunque meglio di pio, la nostra città non eccelle in alcun indicato- da Belluno re e, anzi, a livello di concentrazione di pm10 che ne ha 72,19 Rovigo Vicenza, che fa registrare un punteggio di 48,33, e Treviso, con 43,95. Questo il fa segnare un risultato decisamente negativo. Anche nel settore rifiuti, pare che Rovigo non sfrutti le poten- verdetto degli studiosi di ambiente e vivibilità sul quale ragionare. zialità che le dimensioni, ridotte e decisamente a misura d’uomo, Perché secondo questa impostazione la vivibilità non è data unicaoffrono. Se la percentuale di raccolta differenziata supera infatti il mente dalle dimensioni ridotte, dalla comodità di posteggio, dagli 60% - dato decisamente lusinghiero in assoluto - questo segnale po- spostamenti agevoli in bici o a piedi e dalla criminalità ridotta. Ci sitivo viene immediatamente controbilanciato dalla quantità di rifiuti sono numerosi altri aspetti sui quali riflettere. E che evidentemente prodotti pro capite all’anno: oltre 683 chili. Uno dei risultati peggiori possono essere migliorati.
Focus Piste ciclabili e verde pubblico
Pochi gli stalli per il bike sharing, insufficienti i sensi unici per le bici e la segnaletica
Rovigo non eccelle nemmeno in quelli che dovrebbero essere i suoi punti di forza
che tiene presente un numero maggiore di variabili: dalla presenza di bike sharing, alla segnaletica orizzontale dedicata, ai sensi unici dedicati alle bici, al contrasto ai furti di velocipedi. Passando al verde pubblico, arriva subito una brutta sorpresa: la quota di verde pubblico fruibile è uno dei risultati in assoluto peggiori, con appena 5,59 metri quadrati per abitante. Ancora peggio, poi, se si va a calcolare la percentuale di aree verdi sul totale della superficie comunale. In questo caso, il capoluogo del Polesine si colloca davvero in fondo alla classifica. Insomma: contrariamente a quanto ci si poteva legittimamente aspettare, la nostra città non brilla in quelli che, effettivamente e intuitivamente, dovrebbero essere i suoi punti di forza. Per estensione le piste ciblabili il capoluogo polesano è tra le prime città in Italia ma l’indice di ciclabilità ne ridimensiona il valore
P
arlando di Rovigo e di vivibilità, è immediato pensare che alcuni dei punti di forza siano relativi alla presenza del verde pubblico e alla facilità degli spostamenti in bici. Dovrebbero essere dei fiori all’occhiello, per un piccolo centro come senza dubbio è il nostro. In assoluto, uno dei capoluoghi di Provincia di dimensioni minori. Una presunzione che può essere facilmente verificata, dal momento che questi indicatori sono espressamente previsti dallo studio di Legambiente. In effetti, l’estensione di ciclabili a disposizione di ogni abitante appare di prim’ordine: la città è senza dubbio nella fascia delle prime venti a livello nazionale. Bene. Non altrettanto bene, invece, per l’indice di ciclabilità,
Verde pubblico, la quota fruibile per abitante è tra le più basse del rapporto stilato da Legambiente: appena 5,59 metri Di Lo.Zo
FOCUS Servizi
Dati scoraggianti per trasporto pubblico, incidenti stradali ed energie rinnovabili
U
no dei versanti più importanti presi in esame dal rapporto per definire la vivibilità delle città è quello dei servizi. Vediamo allora come ne esce Rovigo. Il primo indicatore che viene preso in esame è quello del numero di viaggi che annualmente fa ogni abitante in media sui mezzi di trasporto pubblici. Il dato per il capoluogo del Polesine è 12. Semplicemente uno dei peggiori, anche tra i centri di minori dimensioni, quelli nei quali è lecito attendersi che in molti preferiscano spostarsi in bici o a piedi o comunque in auto, viste le distanze ridotte e la facilità, in ogni caso, di posteggio. Probabile che in questo risultato abbia avuto parte in causa un’offerta del servizio di trasporto pubblico che viene considerata dal rapporto decisamente bassa, quanto ad estensione delle linee: appena 17 chilometri per abitante, non esattamente uno dei risultati migliori di tutti i centri considerati. Non particolarmente bene, poi, anche per quanto riguarda il cosiddetto indice di mobilità alternativa, ottenuto combinando tra loro vari dati, come la presenza di car sharing, di opportunità come pedibus e bicibus, controlli con varchi Ztl e altre variabili di questo tipo. Il punteggio fatto registrate da Rovigo è appunto solo 6,7. In assoluto il peggiore, fatta eccezione per quelle realtà che hanno semplicemente fatto segnare 0. Nulla di particolare invece sul fronte del tasso di motorizzazione, con 63 auto per abitante, mentre le moto sono unicamente 8 per abitante. Dati assolutamente nella media e che non offrono spunti particolari. Lo stesso non può invece dirsi relativamente all’incidentalità stradale, basata sul numero di vittime per sinistri ogni 10mila abitanti. Con 1,32, il nostro capoluogo fa registrare in assoluto uno dei risultati peggiori di tutta la classifica. Passando al capitolo delle energie rinnovabili, ci sono altre sorprese, non belle: si parla tanto di fotovoltaico ma, anche in questo caso, la nostra città è praticamente in fondo alla classifica, con appena 0.11 kilowatt prodotti per ogni 1000 abitanti. Il teleriscaldamento, poi, sta esattamente a zero. Anche in tema di politiche energetiche i dati non appaiono proprio premiarci: il valore indicato dalla classifica è pari a zero. Peggio ci sono solo quei centri per i quali i dati non sono risultati disponibili. Non sono comunque pochi. Lo.Zo.
Informagiovani partita la stagione 2.0 Lo scorso 20 dicembre è stato inaugurato il nuovo servizio cittadino
L
’Informagiovani ha riaperto i battenti lo scorso 20 dicembre con una formula rinnovata e all’avanguardia tanto da essere stato battezzato “IG 2.0”. L’idea del nuovo Informagiovani del Comune di Rovigo è quella di un luogo reale e virtuale d’incontro. Un specie di nuova piazza diffusa, intesa come luogo in cui i giovani si incontrano per creare relazioni, porre domande, avere risposte. La formula che si intende sviluppare, come spiega l’assessorato alle Politiche giovanili, parte dal concetto di società 2.0. Il nuovo servizio sarà, infatti, costruito attraverso la gestione in house del Comune di Rovigo - Ufficio Politiche Giovanili con la collaborazione estesa del Forum Giovani e delle associazioni aderenti, che porranno al centro dell’attività i seguenti obiettivi: - sviluppo di comunità: la comunità e i giovani del territorio, che singolarmente conoscono le esigenze locali, su impulso mirato, possono far incontrare e coordinare le proprie finalità ed attività per migliorare il proprio territorio (empowerment); - partnership – la sinergia tra vari soggetti (pubblici, privati e del terzo settore) raggiunge risultati di gran lunga superiori rispetto al lavoro individuale. Il nuovo Servizio intende rispondere alle più attuali esigenze di informazione, promozione, orientamento attraverso la promozione – con formule innovative - della partecipazione attiva dei giovani e attraverso
una comunicazione efficace, selezionata, mirata, capillare, diffusa, flessibile e totalmente accessibile grazie all’utilizzo quasi totale delle nuove tecnologie, attraverso le quali sviluppare le tradizionali funzioni fondamentali, ricerca, documentazione, informazione – comunicazione – rapporto con l’utenza, promozione di scambi diretti di esperienze e di conoscenza di nuove culture e stili di vita diversificati. Tutto mirato alla produzione d’informazioni verificate e aggiornate quasi in tempo reale e relazioni dinamiche come risposta adeguata alle domande poste dall’utenza, con riferimento ai principali argomenti di interesse giovanile come, istruzione, formazione, mobilità, integrazione professionale, inclusione sociale, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, vita sociale, viaggi, cultura, tempo libero, servizio civile, stili di vita sana e sport, associazionismo e volontariato.
8 Rovigo Infrastrutture Interrogazione di Tiozzo e Azzalin
NEWS
Interporto, per la Regione non è più strategico C
Mini Imu
Ci sarà tempo fino al 24 gennaio per il pagamento
Con due delibere sulla razionalizzazione delle partecipazioni regionali la Giunta ha incaricato Sistemi Territoriali di procedere alla dismissione delle partecipazioni
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due consiglieri regionali del Pd, Lucio Tiozzo e Graziano Azzalin, hanno deciso di voler vederci chiaro sulla decisione della Regione di cedere le quote di Sistemi territoriali nella società per azioni Interporto di Rovigo. “Con le delibere, numero 1937 e numero 1931 del 28 ottobre sulla razionalizzazione delle partecipazioni regionali, infatti, la Giunta ha incaricato Sistemi Territoriali di procedere, alla dismissione delle partecipazioni, ritenute ‘non più strategichè, di Interporto di Rovigo, del quale è il primo azionista con il 32,94% delle quote. Gli altri azionisti principali sono: Comune di Rovigo con rio, rientrando nella rete transeuropea delle vie il 15,54% di quote; Provincia di Rovigo con il d’acqua e negli schemi del trasporto combinato 15, 29% e Consorzio Zai Ente pubblico econo- come parte integrante del Corridoio Adriatico. mico con il 15%. “Stiamo parlando del primo Nel dettaglio, si specifica che l’Interporto di Roterminal fluviale italiano – spiegano i due consi- vigo si pone ‘come motore per l’area emiliana glieri, per giustificare la loro incredulità alla scel- e del basso Veneto in un contesto di sviluppo ta di Palazzo Balbi - che sostenibile’, dati i vantagha fatto della modalità Dalla Camera una gi, in termini economici fluvio-marittima uno dei proposta di legge e ambientali. Non solo, che autorizza la suoi punti di forza. ma l’Unione Europea Nel Ptrc – hanno spesa di 5 milioni ha appena approvato la rimarcato – si parla di di euro richiesta presentata di completare il sistema finanziamento di studi delle reti infrastrutturali di valenza nazionale ed ed attività in merito alla navigabilità del Po da interregionale; nel Piano regionale dei trasporti Cremona al Mare Adriatico per un budget di 2 si sottolinea come il sistema idroviario Padano- milioni di euro, cofinanziandolo al 50%, mentre Veneto ricopre notevole importanza non solo a i rimanenti fondi sono stati messi da Regione livello regionale, ma anche a livello comunita- Lombardia, Emilia Romagna e Veneto/AIPo. In
FOCUS
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Nelle due foto i due consiglieri del Pd, Graziano Azzalin e Lucio Tiozzo
più, la Camera ha approvato, nella seduta del 26 novembre, la proposta di legge quadro in materia di interporti, che autorizza la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 per la loro implementazione”. Alla luce di tutte queste considerazioni, Azzalin e Tiozzo pongono una domanda: “La Regione ritiene realmente non strategica la funzione dell’Interporto di Rovigo o la cessione di quote è un modo per mascherare gli insuccessi gestionali di chi lo ha guidato? Perché in entrambi i casi c’è di che preoccuparsi. Per questo, con la nostra interrogazione, chiediamo che oltre a far chiarezza sulla situazione, si prenda in considerazione l’idea che la Regione non abbandoni al suo destino l’Interporto di Rovigo, ma trovi una soluzione per offrire una prospettiva di crescita, magari anche attraverso Veneto Sviluppo”.
i sarà tempo fino al prossimo 24 gennaio per pagare la mini-Imu. Già, che cos’è la mini-Imu? Si tratta della parte di aliquota che è stata alzata dal Comune nel corso dello scorso anno. Il Governo, infatti, quando ha deciso di togliere l’imposta sulla prima casa per il 2013 ha trovato i fondi per la copertura, dell’aliquota base, ossia il 4 per mille, ma nei comuni dove invece l’aliquota è stata alzata la differenza la pagherà il cittadino. Sono 2400 i Comuni che hanno innalzato l’Imu oltre il 4 per mille e Rovigo è tra questi. Ma le difficoltà non finiscono qui, infatti, dopo aver calcolato l’ammontare dell’Imu per intero ed aver sottratto la somma con l’aliquota al 4 per mille, il totale da pagare sarà equivalente al 40% della differenza tra le due aliquote. Una difficoltà tale che costringerà milioni di cittadini a rivolgersi ai Caf o ai commercialisti con conseguente aggravio di costi e tempi, con buona pace delle promesse su semplificazione e trasparenza della pubblica amministrazione. L’ufficio tributi del Comune di Rovigo, tuttavia, ha preparato una guida per facilitare il compito a chi sarà tenuto al versamento, ossia i possessori delle seguenti categorie di immobili: a) abitazioni principali e relative pertinenze, esclusi i fabbricati classificati nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9; b) unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale e relative pertinenze dei soci assegnatari, nonché alloggi regolarmente assegnati dall’Ater; c) immobili assegnati quale casa coniugale al coniuge a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio; d) terreni agricoli, nonché quelli non coltivati, solo se posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Sul sito del Comunune, inoltre, (www.comune.rovigo.it - guida ai servizi - tributi - come fare per) è attivo il servizio di calcolo “mini Imu” 2013 on line con compilazione e stampa del modello F24 per il pagamento. Fo.Ma.
Letteratura per i ragazzi
Rovigo. Bellezza chiama bellezza, tesoro chiama tesoro
l progetto è a cura dell’associazione Gea Mater Onlus, la penna invece è quella di Luigi del Cin mentre matita e colori ce li ha messi Karen La Fata. Risultato? “Rovigo. Bellezza chiama bellezza, tesoro chiama tesoro”, ossia una narrazione del patrimonio artistico e storico del Capoluogo rivolta ai bambini dai sette anni in su. “Un’opera onirica” è definita nel commento, in
prefazione, dalla Dottoressa Elisabetta Emiliani del Consorzio Cifir, “prima fiaba dal Polesine” la definisce invece la presidente dell’associazione Gea Mater, Lorenza Baccaro, confermando che il prezioso volumetto rappresenta il culmine di dieci anni di attività didattica ed educativa svolta dall’associazione con bambini e ragazzi. Un lavoro già iniziato con le “visite animate”, insomma, con lo scopo di far rivivere monumenti e
luoghi del territorio raccontati attraverso storie fantastiche ma probabili sulla scorta di documenti storici e o di leggende tramandate oralmente. Storie che ora sono state scritte sulla carta con le parole di Luigi Dal Cin e le illustrazioni di Karen La Fata.
Fo.Ma.
La copertina del libro
DIAMO VOCE A CHI NON CE L’HA. ACTIONAID È INSIEME A CHI OGNI GIORNO RIVENDICA I PROPRI DIRITTI. È INSIEME A CHI NON RIMANE IN SILENZIO DI FRONTE A INGIUSTIZIE SOCIALI, FAME E POVERTÀ. È INSIEME A CHI VUOLE FARSI SENTIRE PER CAMBIARE LE COSE. UNISCI ANCHE TU LA TUA VOCE SU ACTIONAID.IT
IL DIRITTO DI CAMBIARE
Rovigo 9 Scuola Un progetto messo a punto GAV
L’archeologia entra in classe L’obbiettivo è far conoscere agli alunni come si ricostruisce la storia di un territorio attraverso lo studio delle fonti e la ricerca sul campo e la ricerca sul campo
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romani e il territorio è il titolo del progetto messo a punto dall’insegnante Francesca Ghibellini e dal dottor Enrico Maragno presidente del GAV, il cui scopo è di far scoprire agli alunni di due seconde del Liceo Scientifico di Rovigo come si ricostruisce la storia di un territorio attraverso lo studio delle fonti e la ricerca sul campo. Il progetto prevede una fase iniziale di preparazione e di studio da parte dei ragazzi di numerose pubblicazioni riguardanti la centuriazione di Villadose, in parte reperibili on line nei quaderni di archeologia del Polesine su
www.centuriazione.it, seguita da una lezione interattiva tenuta da esperti del Gruppo Archeologico di Villadose. Nella lezione dello scorso 11 dicembre, si è parlato della scoperta della centuriazione, delle fotografie aeree il cui studio è stato determinante per tale scoperta e della metodologia usata nella ricerca di superficie che il GAV sta conducendo ininterrottamente dal 1988. Il progetto proseguirà con una visita degli alunni al Museo della Centuriazione di Villadose, visita che avrà un’anticipazione virtuale grazie al recente aggiornamento del
Associazione Gea Mater onlus
sito internet del GAV con una ventina di reperti “parlanti” e dunque istruttivi per conoscere le ragioni della centurazione. L’ultima tappa del progetto prevede una ricostruzione storica del rito di assegnazione delle terre ai legionari, ricostruzione messa a punto dalle sezione di Archeologia Sperimentale del GAV di Villadose, diretta da Alberta Silvestri. In questo modo gli alunni avranno la possibilità di comprendere gli stili di vita dei coloni romani che vivevano nella centuriazione. Non è la prima volta che il GAV porta avanti progetti didattici con le
scuole, del resto di “storia” na ha parecchia da raccontare, da anni è impegnato nello studio e nella raccolta dei reperti di epoca romana che affiorano dalle campagne dopo le arature. Quest’anno è iniziata la XXV campagna di ricerca di superficie che ha portato a esplorare a tappeto più di 20.000 ettari del territorio medio polesano e una porzione di circa 10.000 ettari dell’antica centuriazione romana di Adria. Sono ormai più di 800 i siti archeologici schedati e cartografati dal GAV e segnalati alla Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto.
Un corso dedicato alla conoscenza dei “ Disturbi dello Spettro Autistico
L
’Associazione Gea Mater onlus di Rovigo, con Psicologo di strada onlus di Padova, Cooperativa Venetica (Pd), C.I.F.I.R. S.c.a.r.l., promuovono sul territorio rodigino un corso di formazione teorico-pratica dedicato alla conoscenza dei “ Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) nell’età evolutiva”. I disturbi dello spettro autistico riguardano disfunzioni del sistema nervoso centrale che determinano conseguenti disabilità a volte molto complesse che colpiscono pervasivamente la comunicazione, la socializzazione, l’autonomia e il comportamento, dei bambini. L’obiettivo è di dare una formazione teorico-pratica sulle caratteristiche dello spettro autistico, sui diversi approcci
d’intervento e sugli strumenti per metterli in atto in modo efficace e concreto nel territorio rodigino. Il corso mira a creare una cultura educativa che mette al centro la Persona con ASD in un’ottica di lavoro multidisciplinare e di rete dei servizi, d’integrazione tra interventi sanitari e quelli scolastici, educativi e sociali, tra servizi pubblici e servizi del privato sociale, le famiglie e le loro Associazioni. Il Corso è rivolto agli operatori delle diverse aree psico-educative e a quanti intendano occuparsi delle persone con ASD in un’ottica inclusiva e multiprofessionale. Il corso è della durata complessiva di 60 ore d’aula più 30 ore di stage/project work nelle realtà associative del territorio, che
verranno così coinvolte in prima persona nella formazione accreditata. Per la sua valenza scientifica il corso ha ottenuto il Patrocinio dell’Ulss 18 di Rovigo. È stato accreditato dall’Ordine Assistenti Sociali del Veneto ed è in fase di accreditamento per la formazione continua in medicina (ECM). Gli incontri inizieranno a marzo nella sede del Cifir. Alla fine del Corso verranno resi pubblici i risultati della formazione con un Convegno pubblico e creato un data base di operatori professionisti adeguatamente preparati per intervenire a supporto delle famiglie. Le associazioni coinvolte dal mese di febbraio inizieranno gli incontri con i genitori condotti dalla Dott.ssa Mireya Moyano a Rovigo.
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10 Sguardo al Delta Centrale Nessuna decisione da parte di Enel. Bellan dal Ministro dell’Ambiente
Governo deciso a far partire lo smantellamento dei serbatoi Prima di fine mese un incontro al quale parteciperanno ministero, regione, comune ed Enel che dovrebbe far chiarezza sull’eventualità che la riconversione prenda avvio
L
a rinuncia da parte di Enel ai 100 milioni di finaziamento europeo per Porto Tolle ha messo tutti in allarme, in quanto la ricusa dell’ingente contributo di denaro da parte del colosso dell’energia è stato letto come la pietra tombale del progetto di conversione a carbone della centrale. E se non è già così molto probabilmente ci siamo vicini secondo il consigliere regionale di Verso Nord, Diego Bottacin intervenuto con un commento sulla situazione di stallo che da anni tine congelato il futuro dell’impianto di Polesine Camerini. “Ad azzoppare – speriamo non definitivamente - il progetto non è stata certo l’Enel, ma quel sistema burocratico italiano talmente complicato e controverso da fare impallidire Kafka. Dopo aver presentato il progetto di conversione nel 2005, passati Diego Bottacin la bellezza di 8 anni, Enel alla fine del 2013 non sa se e quando potrà procedere con l’apertura del cantiere. Nel frattempo il mercato energetico incoraggianti dal ministro dell’Ambiente Adrea Orlando. Secondo quanto è mutato e continuerà a seguire movimenti e trasformazioni a un passo riportato dal primo cittadino lo scorso 30 dicembre, infatti, il Governo si sarebbe impegnato ufficialmente nell’ avviare una decisamente più rapido delle statuarie procedure trattava con il colosso energetico per dare impulso italiane. Non abbiamo capito – ha concluso Botta- Bottacin: alla prima fase dell’operazione riconversione, pascin - che il tempo per la decisione degli interventi “Un iter burocratico non è infinito e le aziende che non trovano rispo- talmente complicato sando comunque per lo smantellamento immediato dei serbatoi e di uno dei quattro gruppi. In tal ste se ne vanno, portando lavoro e investimenti e controverso da altrove”. In realtà sembrerebbe esserci ancora un fare impallidire Kafka” senso, inoltre, prima della fine del mese dovrebbe tenersi un incontro con il preidente della Regione po’ di margine di manovra nella trattativa tra Governo ed Enel, per la riconversione della Centrale di Polesine Camerini. Veneto, Luca Zaia, e successivamente un tavolo al quale siederanno miIn tal senso, recentemente, il sindaco Claudio Bellan ha ricevuto risposte nistero, regione, comune ed Enel.
FOCUS Mancata riconversione della Centrale
Azzalin: “Enel ha fornito solo alibi”
“L
e istituzioni locali e regionali hanno fatto tutto il possibile per dare un futuro alla centrale di Polesine Camerini, mentre i vertici di Enel hanno continuato ad addure nuovi alibi. La modifica alla legge istitutiva del Parco del Delta è stata l’ennesima conferma di come, andando al vedo, si sia scoperto il bluff di Enel: fino a quando il famoso articolo 30 (che inizialmente consentiva solo l’alimentazione a metano, ndr) non è stato modificato, sembrava che fosse l’unico ostacolo, invece, una volta rimosso, ne sono stati segnalati di nuovi”. Il consigliere regionale polesano Graziano Azzalin, intervenendo nella sala consiliare di Porto Tolle all’incontro tra istituzioni locali e parti sociali per fare il punto sul futuro della centrale polesana dopo l’incontro a Roma con il ministro per l’Ambiente Andrea Orlando, ha ribadito che l’unico orizzonte realistico per l’impianto che sorge sul Delta del Po è avviarne lo smantellamento. “Il problema delle autorizzazioni è un falso problema – ha dichiarato - La verità è che in questo momento non c’è richiesta di energia, che produrre in Italia costa comunque troppo rispetto alla delocalizzazione. Nei bilanci di Enel non c’è traccia dei finanziamenti dei progetti di riconversione. Anzi, non solo vi è stata la rinuncia ai 100 milioni di euro per l’impianto di cattura dell’anidride carbonica, ma dal 2013 è stato anche interrotto il pagamento alla Regione dei canoni per il prelievo di acqua che ammontava a circa 13 milioni di euro che, fra l’altro, sarebbero dovuti finire per metà in investimenti per la difesa del suolo”.
Centrale Crivellari interroga sulla demolizione del primo gruppo
L
Aism, AssociAzione iTALiAnA scLerosi MuLTipLA, e i notAi ti invitAno A pArtecipAre AgLi inconTri grATuiTi per ricevere risposTe ALLe Tue doMAnde.
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’onorevole Diego Crivellari ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla centrale di Porto Tolle. Il deputato chiede al Governo “come e se intenda attivarsi per sbloccare almeno i lavori per il primo dei quattro gruppi”: ciò in considerazione delle “ricadute positive in termini occupazionali che questa decisione comporterebbe per il territorio”. La questione è nota: in attesa di una decisione definitiva attesa da tempo da parte della commissione nazionale di VIA (Valutazione Impatto Ambientale) che deve pronunciarsi sul futuro dell’impianto e sulla sua riconversione a carbone, Enel spa ha chiesto nel frattempo, poter demolire uno dei quattro gruppi dell’impianto, intervento già previsto nel progetto di riconversione e che potrebbe rappresentare al contempo una prima anche se parziale risposta dal punto di vista occupazionale. Nello specifico, come sottolineato dettagliatamente nel documento di Crivellari, “si potrebbero impiegare da 80 a 100 persone per almeno un anno di lavoro e a costo zero, considerato che le circa 20mila tonnellate di ferro del manufatto potrebbero garantirne la copertura economica”. Un aspetto “non certo secondario specie se considerata la peculiarità del territorio in cui l’impianto insiste, con un’economia votata in larghissima parte solo all’attività ittica e turistica”: questa richiesta, avanzata da parte dell’azienda e condivisa a sua volta dal Comune di Porto Tolle ha trovato una sponda da parte del Ministero dell’Ambiente solo di recente. Una svolta positiva in questa direzione rappresenterebbe un beneficio immediato lungo
un cammino accidentato che si trascina ormai da diversi anni: l’iter della riconversione, dopo la richiesta dell’azienda presentata nel gennaio 2011, era stata infatti stoppata qualche mese dopo, il 17 maggio 2011, quando con sentenza del Consiglio di Stato, era stata annullata la decisione del TAR del Lazio che a sua volta con il decreto del 29 luglio 2009 del Ministero dell’Ambiente aveva dato parere positivo alla VIA. Quanto al’intervento di riconversione, una volta a regime, potrebbe invece dare lavoro a 800 persone circa tra dipendenti e indotto, per un investimento complessivo di circa 2,5 miliardi di euro, senza dimenticare che il solo cantiere per i lavori darebbe nel tempo lavoro ad ulteriori 1500 persone con punte di 3000 e rilanciare un impianto che con Brindisi e Civitavecchia (peraltro già riconvertiti e pienamente operativi) risulta essere tra i siti più grandi non solo del Paese ma anche tra i primi in Europa, forte dei suoi quattro gruppi da 660 Megawatt l’uno per una potenza complessiva di 2640 Megawatt (capace dunque di generare circa l’8% del fabbisogno energetico nazionale).
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Lorenzo Belloni
La Camera di Commercio di Rovigo e Padova Promex per l’internazionalizzazione delle imprese polesane La Camera di Commercio di Rovigo, sottolinea il presidente Lorenzo Belloni, ha da tempo avviato un rapporto di collaborazione con Padova Promex, l'azienda speciale della Camera di Commercio di Padova per l'internazionalizzazione, per realizzare iniziative atte a supportare le imprese polesane sui mercati esteri,
grazie a questa collaborazione, nel 2013 abbiamo realizzato due missioni imprenditoriali, all'estero, che sono state ideate e organizzate sulla base di una specifica progettualità e che sono state dirette verso paesi che possono offrire sbocchi interessanti per le aziende del Polesine. La prima missione, che avuto anche un carattere istituzionale, è stata quella che si è recata in Serbia e Montenegro dal 4 al 7 novembre, organizzata in collaborazione con Unindustria, grazie ai contatti intervenuti con la Camera di Commercio di Belgrado, una cui funzionaria ha effettuato un stage a Rovigo nell'ambito del progetto "Talenti stranieri in Italia", finanziato dal Fondo di perequazione e realizzato nelle primavera di quest'anno dalla nostra azienda speciale Polesine Innovazione. La seconda missione che si è recata negli Emirati Arabi dal 24 al 27 novembre scorso, è stata il naturale seguito del progetto “Attrazione di imprese matricole nei percorsi di internazionalizzazione in provincia di Rovigo“, realizzato nell'anno 2012 con il cofinanziamento del Fondo di perequazione e con la collaborazione di Padova Promex, perché, dopo una fase formativa, far fare ad alcune imprese un'esperienza concreta di esplorazione di un mercato estero, anche consentendo loro di visitare una grande manifestazione espositiva internazionale, come la fiera “The Big Five”. Le due missioni hanno visto una larga partecipazione di imprese polesane, le quali hanno valutato positivamente l'esperienza fatta e i risultati conseguiti. non solo: esse hanno incominciato a relazionarsi tra di loro, ponendo così le premesse per un sistema territoriale che potrà portare a interessanti sviluppi. In una fase di marcata recessione della domanda intera, sottolinea il presidente Belloni, l'internazionalizzazione è il solo fattore che consenta alle imprese di poter essere performanti e competitive e di poter contare su reali prospettive di crescita. Per questo motivo, la Camera di Commercio di Rovigo, auspicando di poter contare ancora sulla collaborazione di Padova Promex, darà continuità al proprio impegno per ampliare la platea delle aziende polesane che operano sui mercati internazionali, in modo da accrescere il tasso di apertura verso l'estero del sistema produttivo provinciale, che deve internazionalizzarsi per essere più competitivo e poter contare su maggiori opportunità di sviluppo per il futuro. Guerrino Gastaldi - Presidente Padova Promex: la collaborazione in atto tra Padova Promex, Azienda Speciale della CCIAA di Padova, e la CCIAA di Rovigo con lo scopo di favorire percorsi di internazionalizzazione delle imprese polesane, si è concretizzata quest’anno con l’accompagnamento di una delegazione di aziende a Dubai, iniziativa che ha raccolto grande soddisfazione da parte dei partecipanti, nonché con l’organizzazione di una missione istituzionale ed imprenditoriale in Serbia e Montenegro. Ci auguriamo che tale sinergia possa proseguire nel futuro, con attività sempre più mirate allo sviluppo dell’area polesana oltre confine.
MISSIOnE In MOnTEnEgRO E SERBIA 4 - 7 novembre 2013 (Podgorica - Belgrado)
La proposta di organizzare una “missione imprenditoriale ed istituzionale in montenegro e serbia 2013” è stata avanzata da Unindustruia Rovigo, grazie ai contatti con una funzionaria della Camera di commercio di Belgrado, che ha ha effettuato nella primavera di quest'anno uno stage presso gli uffici dell'Associazione, grazie a un progetto realizzato, con il contributo del Fondo di Perequazione intercamerale, dalla Camera di commercio di Rovigo. Questo progetto si è imperniato sul corso superiore “Spring School on International Commercial Trade and Financial Law” - sul tema del diritto del commercio internazionale, che ha coinvolto 10-15 studenti stranieri, provenienti dall’Area dei Balcani. La Spring School, tenutasi nel mese di giugno 2013, ha visto la compartecipazione di UnindustriaRovigo, la Camera di Commercio Rovigo, il CUR ed il Dipartimento dell’Economia dell’Università di Padova. La missione. pertanto e stata ideata ed attuata in stretto raccordo con l'Ente camerale, ione di Unindustria Rovigo e Padova Promex con il coinvolgimento della Camera di Commercio di Belgrado, dell'Unindustria Serbia e dell’Ambasciata Italiana a Podgorica. La missione plurisettoriale ha avuto luogo dal 4 al 7 novembre 2013 e si e focalizzata su due aree dei Balcani: il Montenegro e la Serbia. La tappa del Montenegro e stata prevista a seguito di una precedente missione esplorativa di Unindustria Rovigo, che a maggio 2013 aveva realizzato una missione esplorativa con i maggiori rappresentanti del comparto edilizio. Alla missione in Serbia Montenegro hanno partecipato nove imprenditori polesani, accompagnati da rappresentanti di Unindustria Rovigo e di Confindustria Serbia. In Montenegro, a Podgorica la rappresentanza imprenditoriale polesana ha avuto odo di apporfondire le prospettive di sviluppo di quel paese grazie agli inocntri avuti con Ambasciatore Italiano, i responsabili locali della European Bank for Reconstuction and Delevelopment e con il Ministero della Pesca ed Agricoltura visto il forte interesse del Distretto Ittico di Rovigo. In Serbia, i nostri imprenditori hanno avuto modo di dialogare con i rappresentanti delle istituzioni locali, della Camera di Commercio di Belgrado, dell’Ambasciata Italiana, dell' Ufficio ICE e della Camera di Commercio Italo-Serba(Oliver Lepori). Questi incontri si sono conclusi con la sigla dell’Accordo di Collaborazione tra Unindustria Rovigo e la Camera di Commercio di Belgrado. Sono stati effetuati, inoltre, circa una cinquantina di incontri bilaterali tra imprese polesane e serbe La missione ha rappresentato un’occasione significativa per approfondire le opportunità offerte dai mercati montenegrino e serbo. Le Autorita locali hanno accolto con grande interesse l’iniziativa polesana, auspicando che da essa nascano partnership strutturare e durature. Unindustria Rovigo, congiuntamente a Confindustria Serbia, intende promuovere azioni di follow up con il coinvolgimento diretto delle imprese interessate. Tra i settori di maggiore interesse su cui concentrare gli sforzi, sono statri individuati: la filiera dell'agroalimentare e pesca, le infrastrutture idriche ed energie rinnovabili, le materie plastiche e riciclaggio e della logistica.
MISSIOnE ESPLORATIVA A DUBAI 24 - 27 novembre 2013
A seguito del Progetto "Attrazione di imprese polesane nei percorsi di internazionalizzazione" del 2012, che ha visto l’individuazione delle aziende polesane potenziali esportatrici, la Camera di Commercio di Rovigo, assieme a Padova Promex, azienda speciale della Camera di Commercio di Padova con la quale l'Ente camerale rodigino è convenzionato per le attività rivolte all'estero, ha inteso proseguire l'itineratrio avviato tramite il progetto “Sviluppo di percorsi di internazionalizzazione per le imprese polesane, in prosecuzione del Progetto Matricole”. A continuità del Progetto Matricole, che ha visto coinvolti con ricerche di mercato gli Emirati Arabi ed il Qatar, nell’ambito di questo nuovo progetto è stato organizzato il giorno 17 ottobre 2013, presso la CCIAA di Rovigo, un seminario informativo sui due mercati, nel quale è intervenuto il segretario generale della Camera di Commercio Italiana per gli Emirati, dott. Mauro Marzocchi. In seguito a ciò, il cuore del progetto ha previsto la realizzazione di una missione esplorativa a Dubai, durante la quale i partecipanti hanno avuto una prima presa di contatto con operatori esteri, tramite l’organizzazione di colloqui B2B. Sono state selezionate, tramite anche la collaborazione della Camera di Commercio Italiana per gli Emirati, 6 aziende polesane, appartenenti ai settori: lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, produzione macchinari ed impianti di lavorazione frutta e verdura; produzione e commercio mobili ed arredamento; produzione resine; turismo; produzione seggiolini da auto per bambini. Le aziende sono partite per Dubai il giorno 24 novembre. Il 25 novembre hanno avuto luogo gli Incontri con operatori emiratini pre selezionati secondo un’agenda pre-organizzata di appuntamenti; sono stati organizzati nel complesso 26 incontri B2B tra operatori polesani ed operatori emiratini. Il giorno successivo, gli operatori polesani hanno partecipato ad un incontro informativo con un consulente fiscale ed un consulente bancario locali, che hanno illustrato come operare a livello fiscale e bancario nel Paese. Le aziende polesane, inoltre, hanno avuto la possibilità di visitare la fiera internazionale The Big Five, durante la quale vi è stata la possibilità di incontrare ulteriori operatori esteri. Vi è stata un’alta soddisfazione delle aziende partecipanti verso l’iniziativa e vi è la volontà di ripetere un’esperienza simile, coinvolgendo eventualmente anche altri Paesi.
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Sguardo al Delta 13 Amministrazione Il sindaco Gennari fa il bilancio dell’anno appena trascorso
Conti in ordine, opere al via
Il resoconto tracciato dal primo cittadino è tutto positivo, le imposte comunali non sono state inasprite e sono in cantieri diversi interventi per la città di Elisa Cacciatori
A
gli albori del nuovo anno, il sindaco di Porto Viro Geremia Gennari traccia un resoconto dell’attività svolta nel 2013 e tutt’ora in corso d’opera. “I conti sono in ordine e il patto di stabilità pienamente rispettato, nonostante i tagli da parte del governo centrale – spiega - è stato approvato il bilancio pluriennale 2013/2015 e non sono stati accesi nuovi mutui dal 2007; il monte debiti è diminuito di circa quattro milioni di euro e si è anzi in attesa di un credito sicuro ed esigibile vantato su Polesine Acque. Porto Viro è tra i comuni più virtuosi per l’applicazione delle aliquote Imu, mentre le aliquote Tares (come pure per la Tia) sono state mantenute tra le più basse di tutta la provincia, per cui i cittadini pagheranno la stessa cifra dell’anno scorso, più l’aggiunta di 0.30 euro/mq da versare direttamente allo stato”. In corso d’opera la messa in opera degli interventi previsti nell’ambito del cazione del Collettore Padano, con una nuova pista progetto per i lavori di “realizzazione di sei opere ciclabile, postazioni per la pesca sportiva e un campubbliche nel territorio comunale di Porto Viro, con- po di gara per kayak con annessa clubhouse, già giunta all’acquisizione di beni immobili”. “Motivo di validato dal Coni”. Diversi interventi sono previsti grossa soddisfazione per la sua unicità è il cosiddet- anche nell’ambito di un piano triennale di lavori, to Progettone – considera in approvato dalla giunta municimerito - un programma di sei Approvata una pale. “I lavori interesseranno opere pubbliche che impegne- convenzione la riqualificazione dello stabile ranno la nostra Città Cantiere per un contributo della pineta di via Cao Marina, per buona parte del 2014. Tra di 35.000 euro agli da adibire a laboratorio e punto i lavori previsti, grazie alla per- istituti scolastici di ricerca naturalistica, le banmuta dell’ex campo di calcio di chine di ormeggio, i pontili di Contarina, interventi alla viabilità, alla manutenzio- Porto Levante e l’adeguamento in termini di sicune delle strade e all’illuminazione pubblica, il nuovo rezza per il traffico veicolare nelle vie Badaloni e Di arredo urbano di Piazza Garibaldi, il completamento Vittorio, nonché fondi previsti per la manutenzione dello stadio della Cittadella dello Sport e la riqualifi- straordinaria delle scuole, delle palestre, degli edifici
Il primo cittadino di Porto Viro, Geremia Gennari
comunali e della Sala Eracle. Ancora in campo scolastico, è stata approvata una convenzione per un contributo di 35.000 euro agli istituti scolastici cittadini, con un’appendice per l’acquisto di 26 nuovi personal computer”. Progetti in vista anche sul fronte dell’implementazione dell’offerta turistica. “In sinergia con il Parco e con il Gal Delta del Po, è stato approvato un contratto di comodato per la Sala Bassan, che vedrà ospitare il Centro Documentazione Cinematografica, con tutta una serie di sottoprogetti per la valorizzazione del nostro territorio. Inoltre è stato approvato un protocollo d’intesa per la realizzazione della ‘Ciclovia Vento, Venezia-Milano-Torino lungo il Fiume Po’, che diventerà il più lungo tracciato ciclabile d’Italia e promuoverà l’economia e il turismo sostenibile nelle regioni attraversate”.
L’Intervento
Sì alla sicurezza alimentare, no alla demagogia di Giovanni Taliana* segue da pag.
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Lo dimostra il primo sì di Bruxelles all’etichetta sulla provenienza delle materie prime, risultato della forte pressione di Confindustria. È in Europa che si gioca la tutela di tutta la filiera agroalimentare, dall’agricoltura alla trasformazione, non a Roma. Di questo farebbe bene a occuparsi il ministro De Girolamo. L’industria alimentare italiana assorbe il 72% dei prodotti agricoli nazionali ma è strutturalmente obbligata a importare materie prime agricole a integrazione di una produzione nazionale insufficiente. Questo nel pieno rispetto della normativa europea. Siamo i primi a sostenere il potenziamento dei controlli, così estesi e penetranti da rendere sicuro il prodotto alimentare trasformato in Italia. Ma ogni strumentalizzazione o demagogia protezionistica rischia di diffondere messaggi ambigui e di pregiudicare l’intero settore agroalimentare, che è il secondo in Italia con 132 miliardi di fatturato, di cui 27 alla voce export. Il Veneto, con 4.900 imprese agroalimentari e oltre 35mila addetti, realizza l’11% di questo fatturato, pari a 14 miliardi. Nel primo semestre del 2013 le esportazioni venete di prodotti alimentari sono cresciute del 7,4% (Italia +6,7%). L’appello è ad evitare gli integralismi e a spostare l’attenzione sul futuro del made in Italy agroalimentare e sulle strategie per allargare i mercati. Non si può ridurre il tema a una lotta di confine. La contraffazione si combatte presidiando i mercati, promuovendo con più incisività i prodotti italiani di qualità, rafforzandone la reputazione negli altri paesi europei e nel mondo, sbocchi decisivi per tutta la filiera agroalimentare. Occupiamoci di come valorizzarne il potenziale, visto che altri paesi, come la Germania, esportano più di noi senza avere la nostra qualità e tradizione enogastronomica. Possiamo fare ancora meglio, valorizzando l’assoluta qualità del prodotto trasformato in Italia e spingendo sull’internazionalizzazione rafforzando le reti lunghe, stimolando i processi di aggregazione tra imprese. Sono le priorità su cui essere compatti e che ci auguriamo siano al centro del confronto con le forze politiche, anche in vista delle prossime elezioni europee. Siamo convinti che anche la Regione sia determinata in questa direzione, per rendere sempre più moderna e competitiva la filiera agroalimentare. *Presidente della Sezione alimentari di Confindustria Padova
FOCUS
Spettacoli per i più piccoli
“Domeniche a Teatro”, alla sala Eracle, fino al 16 febbraio
T
orna anche quest’anno dopo il grande successo delle precedenti edizioni, la rassegna teatrale dedicata ai più piccoli “Domeniche a Teatro” nella sala Eracle portovirese. Dopo l’anteprima che eccezionalmente ha avuto luogo venerdì 27 dicembre con l’evento speciale “Concerto in si be – bolle” di Michele Cafaggi, il nuovo anno ospiterà la serie di spettacoli la domenica con inizio alle ore 16. A gennaio il primo appuntamento è domenica 12, con “Varietà
prestige”, uno spettacolo di figura e marionette sulle note di brani musicali degli anni Venti. Domenica 19 andrà in scena la storia di un naufrago “In mezzo al mare”, mentre il 2 febbraio Gek Tessaro porterà alla scoperta delle storie di insetti e piccoli abitanti del prato in “Bestiolini”. Il programma terminerà domenica 16 febbraio. Sul palco, le avventure di Mago Merlino sempre in lotta contro la perfida Morgana in “La bottega di Merlino”. La serie di eventi realizzati dall’as-
sessorato alla cultura portovirese in collaborazione con Arteven, è il fiore all’occhiello del teatro per ragazzi del territorio e vanta, tra le sue caratteristiche, il costo del biglietto unico bloccato a 4 euro. Quest’anno gli spettacoli scelti per la programmazione, come specificato dall’assessore alla cultura Maura Veronese, si caratterizzano per essere testi concepiti non solo per stupire i bambini ma anche per dare uno spunto di riflessione agli adulti. El.Ca.
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14 Sguardo ad Adria Amministrazione Il sindaco Barbujani ha pianificato i prossimi de anni e mezzo di mandato
Avanti tutta con opere pubbliche e Nogara mare Il ruolino di marcia il Primo Cittadino parte già dai prossimi giorni con una ricognizione tra le forze che sostengono la sua maggioranza
L
’Amministrazione comunale è arrivata al giro di boa e per il sindaco Massimo Barbujani le recenti feste natalizie sono state il momento per fare il punto della situazione e pianificare i prossimi due anni e mezzo di mandato. Il ruolino di marcia del Primo Cittadino parte già dai prossimi giorni con una ricognizione tra le forze che sostengono la sua maggioranza. Dalla data di elezione dell’attuale coalizione, infatti, il partito “socio” di maggioranza si è diviso in altri due tronconi. Dall’allora granitico Pdl si sono staccati Fratelli d’Italia (durante la campagna elettorale delle elezioni politiche dello scorso febbraio) e recentemente il Nuovo Centrodestra, capeggiato da Angelino Alfano. Barbujani ha escluso qualsiasi rimpasto di Giunta, tuttavia la recente entrata nell’esecutivo di Palazzo Tassoni dell’assessore Michele De Bellis, che ha preso il posto “dell’allontanato” Lorenzo Maltarello, ha creato più di qualche momento di tensione al Primo cittadino. “Si è autoproclamato capogruppo del Pdl – ha precisato Barbujani - ed ha creato qualche imbarazzo tra i consiglieri. Comunque non
ho in previsione alcun rimpasto di giunta, ma è giusto mettere le cose in chiaro e prima del 20 gennaio voglio incontrare le nuove segreterie di Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Fratelli d’Italia”. Con una certa urgenza l’Ammminstrazione comunale dovrà occuparsi anche della gestione partecipata di alcune funzioni comunali. Entro metà anno i comuni con meno di 5mila abitati dovranno avere almeno dieci funzioni collegate ai comuni più grandi. Per il momento è stata avviata solamente la funzione associativa per la Polizia locale e quindi resta molto da fare alla conferenza dei sindaci partecipata dai comuni di Papozze, Loreo e Rosolina che hanno espresso l’intenzione di convenzionarsi. Un altro nodo da sciogliere riguarda le opere pubbliche a partire dagli interventi di Bottrighe che il Sindaco mette in pole position. Inizieranno da Bottrighe – ha, infatti, spiegato Barbujani - con delle asfaltature, e successivamente con la bonifica del Policlinico. Poi passeremo alla riqualificazione totale di Palazzo Tassoni con il recupero di 400 metri quadrati di struttura che attualmente non sono
Riaperta al pubblico
Debellata la legionella alla piscina comunale
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Nella foto il primo cittadino Massimo Barbujani utilizzati, infine stiamo lavorando per trovare 200mila euro che ci mancano per l’avvivo degli stralci rimanenti per la riqualificazione del teatro, personalmente vorrei inaugurarlo per fine anno”. Sul fronte delle grandi opere, invece, negli obbiettivi del Sindaco c’è la Nogara Mare, ossia il prolungamento fino alla Romea Commerciale della Transpolesana che probabilmente diventerà a pagamento. “Ho già contattato il governatore Luca Zaia e l’assessore Renato Chisso - conclude Barbujani - affinché prendano in considerazione l’ipotesi di cominciare almeno due cantieri per la realizzazione dell’opera, uno da Rovigo e l’altro da Adria, sarebbe un segnale positivo di ripresa economica per la popolazione”.
opo le vicissitudini delle scorse settimane la piscina comunale di Adria ha riaperto al pubblico. La struttura cittadina, infatti, dalle ultime analisi effettuate dall’Arpav è risultata essere stata completamente bonificata dalla legionella. Il focolaio era stato rilevato all’interno degli impianti che servivano le docce e gli spogliatoi e tale riscontro aveva reso necessaria la chiusura dell’impianto adriese fino a nuove analisi. Dopo un mese esatto dai primi rilievi, il 28 novembre, è finalmente giunto al sindaco il nullaosta per la riapertura della piscina, una delle strutture sportive di Adria più importanti e indispensabili alla cittadinanza. Nessuna contaminazione era stata riscontrata nelle vasche natatorie e solo le condutture situate nella parte più vecchia della struttura riportavano la presenza della legionella, pericolosa soprattutto per i soggetti più deboli a livello di difese immunitarie. Oltre alla presenza di legionella erano state riscontrate anche alcune irregolarità rimesse a norma dal gestore dell’impianto. La possibilità di riaprire totalmente la struttura arriva dopo la riapertura parziale della stessa che aveva permesso di usufruire di una parte dell’impianto risultata negativa alla legionella. Un procedimento lungo ed impegnativo arrivato però ad un epilogo positivo visti i successi dei rilievi finali. L’ordinanza di chiusura era partita in seguito ai primi rilievi svolti il 28 ottobre che avevano portato alla luce la contaminazione e costretto, di conseguenza, il Sindaco Barbujani alla chiusura della piscina. All’interno dell’impianto non trovano spazio solo le piscine comunali della città etrusca ma anche un centro estetico e la palestra che usufruiscono comunque di una parte della struttura più vecchia dove sono dislocati gli spogliatoi, motivo per cui anche questi servizi si sono dovuti sospendere in seguito alle analisi che avevano riscontrato la contaminazione. Proprio il fatto che all’interno si trovino più attività aveva spinto a delle analisi accurate e mirate alla salvaguardia della salute degli utenti dell’intero impianto e non solo a quelli che usufruiscono esclusivamente della piscina. Ma.Ce.
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“i tagli non porteranno nessun risparMio”
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’ tornato ad attaccare le Province, facendosi padre di un disegno di immediata ricaduta positiva: vale a dire che consentirebbe comunque di legge che, in breve tempo, si è guadagnato l’appellativo di “Svuota raggiungere lo scopo. Che è ridurre le spese di rappresentanza politica province”. Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia, oggi mi- che sono, secondo questa interpretazione, quelle maggiori e sulle quali in nistro per gli Affari regionali, è al centro della discussione politica. Con la una ottica di tagli sarebbe necessario intervenire. Sempre nel corso della sua proposta che vorrebbe trasformare questi enti locali in enti di secondo medesima audizione, poi, il ministro ha voluto fornire un chiarimento grado. In sostanza, non ci sarebbero più le elezioni provinciali o un con- importante, rispondendo a una domanda non secondaria, in questo mosiglio provinciale, ma le nomine politiche avverrebbero con il medesimo mento di crisi. Ha infatti escluso in maniera categorica ogni ipotesi di licenziamento dei lavoratori che, al momento, sono meccanismo con cui si investono, appunto, i refealle dipendenze delle amministrazioni provinciali. renti degli enti di secondo grado, come possono Esclusa in maniera L’idea, al contrario, sarebbe quella di valorizzare essere determinate aziende municipalizzate o categorica la loro esperienza in altri settori della pubblica ampartecipate. O come si elegge lo stesso presidente ogni ipotesi ministrazione. Differenti le reazioni. Da una parte della Repubblica, ha puntualizzato nei giorni scorsi di licenziamento l’Anci, ossia l’Associazione dei Comuni italiani, lo stesso Delrio, rivolgendosi a chi criticava il suo dei lavoratori non ha chiuso le porte in faccia alla proposta. Non progetto. Una questione complessa, questa. Con, sullo sfondo, sempre lo spettro dell’incostituzionalità. Dal momento che altrettanto entusiaste, chiaramente, le amministrazioni provinciali, che le Province sono enti espressamente previsti dalla Carta. Ed è proprio que- sarebbero rese inutili da questa riforma. Due, comunque, le evidenze. La sto fatto - certamente non secondario - che le ha salvate nel recentissimo prima è che i tempi, comunque, per realizzare la trasformazione in enti passato, ossia la scorsa estate, dal primo disegno di legge che voleva di secondo grado non si annunciano brevi, visti il numero e la complessità abolirle. Investita del problema, infatti, la Corte costituzionale ha senten- dei versanti sui quali sarà necessario intervenire. La seconda è che, nel ziato che un intervento del genere non è, al momento, pensabile. Varato frattempo, non sono mancati gli esempi di province che non sono andate questo nuovo disegno di legge, il ministro Delrio è stato ascoltato anche al voto, in attesa che si capisca da che parte finirà per tirare il vento. Il in commissione Affari costituzionali. Dove, a quanto trapelato, avrebbe tutto con il rischio che anche su questo fronte si possa finire per investire spiegato che l’intenzione non sarebbe affatto quella di cancellare le Pro- la Corte costituzionale del problema. Senza poi citare i dubbi di coloro vince, ma, appunto, quella di trasformarle in enti di secondo livello. Ma- che mettono in discussione il reale risparmio che potrebbe derivare da gari un escamotage, ma che avrebbe, secondo chi lo ha escogitato, una tutta la manovra.
“N
non ci sarà nessun risparmio”. E’ chiara l’idea che la presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili ha del disegno di legge presentato dal ministro Delrio e che ha già avuto il via libera dalla Camera. “Lo dico e lo ripeto - prosegue il numero uno di Palazzo Celio - In primo luogo serve una modifica della Costituzione. Poi, anche ammesso che il progetto vada in porto con il voto favorevole anche da parte del Senato, il vero effetto sarebbe quello di fare venire meno l’unico ente che, al momento, svolge una funzione di cuscinetto tra i Comuni e le Regioni”. E, secondo la Virgili, sarebbero invece proprio questi gli enti ai quali sarebbe necessario mettere mano, in una ottica di vigorosi tagli. Con i consigli regionali simili a veri e propri “parlamentini”, molto costosi per la comunità. Certo, secondo il disegno di legge rimarrebbero delle competenze in capo alle amministrazioni provinciali, come le scuole superiori e l’ambiente, con una importante funzione di coordinamento. Il che, comunque, non elimina il problema fondamentale: il mancato risparmio. “Tra l’altro - prosegue la presidente - non solo non si avrebbe un risparmio complessivo, ma, nella prima fase di attuazione della riforma, si avrebbe persino un aggravio di costi, per cambiare le cose. E queste sono cose che il ministro sa benissimo, sarebbe necessario che qualcuno gliele ricordasse”. Il tutto senza parlare dei costi che già si stanno sostenendo, per il commissariamento di quelle province alle quali non è stato consentito di andare al voto. Lo.Zo.
MuRARO: “DIMENTICATE fuNZIONI fONDAMENTALI NON RICONDuCIbILI AI COMuNI O ALLA REGIONE”
C
on il ddl Delrio passato alla Camera la geografia istituzionale del Veneto potrebbe cambiare notevolmente. A partire dal 7 giugno 2014, 5 Province su 7: Belluno, Padova, Rovigo, Vicenza, Verona diventeranno ente di secondo grado amministrate da tre organi istituzionali: presidente, consiglio e assemblea di sindaci. La Provincia di Venezia dal 1 gennaio 2014 avvierà l’iter di passaggio per diventare città metropolitana. La sola Provincia di Treviso resterà in carica con gli organi amministrativi attuali fino a scadenza di mandato. Per quanto riguarda le funzioni, vengono considerate come fondamentali per le nuove Province: pianificazione territoriale, trasporti e viabilità provinciale, programmazione rete
scolastica ed edilizia scolastica, d’intesa con i Comuni; per le altre il ddl Delrio non norma il passaggio ad altro ente, ma saranno lo Stato e la Regione, secondo le rispettive competenze a decidere. “Appare – dichiara il presidente dell’Upi Veneto, Leonardo Muraro – del tutto incoerente l’emendamento di sottrarre alle Province la tutela dell’ambiente e la difesa del suolo, funzioni tipiche di un ente di area vasta, da destinare non si sa bene a quali enti. Impossibile immaginare una gestione a livello comunale; si pensi alla pianificazione e alle autorizzazioni degli impianti di gestione dei rifiuti, alle emissioni in atmosfera, agli scarichi industriali, alla valutazione di impatto ambientale, ai controlli, agli aspetti sanzio-
natori. Sono state dimenticate funzioni fondamentali, non riconducibili al livello comunale o alla gestione delle Regioni, quali l’organizzazione e la gestione dei servizi per l’impiego e le politiche per il lavoro e la formazione professionale, malgrado i numerosi emendamenti presentati in Commissione e in aula e non discussi per la fretta di concludere i lavori. A perdere – conclude Muraro - saranno i territori, in termini economici e democratici. Oltre, non a avere un risparmio economico effettivo resta tanta confusione sulle gestione delle funzioni e non solo. Il rischio maggiore è che di fronte al peso delle città metropolitane gli altri territori rischieranno di essere di serie “b” anche in termini di trasferimenti economici”.
Spazi aperti 23 21 Grandi opere E’ arrivato il via libera da parte del Cipe
Nuova Romea, percorribile nel 2021 Diventerà uno dei più importanti corridoi commerciali europei. Ma non piace a tutti. nel Veneziano annunciate proteste: “Faremo come in Val di Susa” di Lorenzo Zoli
A
ttraverserà 11 province e 48 Comuni, per una modernare anche la viabilità di contorno, ossia svincoli lunghezza complessiva di 396 chilometri. E’ la e strade provinciali, così da rendere più facile l’accesso Romea Commerciale, nota anche come Nuova alla nuova autostrada. In Polesine, in particolare, la sua Romea. Ossia l’autostrada che collegherà direttamente costruzione porterà con sé anche la sistemazione e il Mestre a Orte, anticamera di Roma. Un’opera viaria miglioramento di due strade provinciali che costituiscoche entrerà di diritto tra i maggiori corridoi commerciali no attualmente la spina dorsale dei collegamenti con il Delta del Po: sono la Adria-Loreoeuropei. L’ok dal comitato intermiRosolina e la Adria-Taglio di Po. nisteriale Cipe, responsabile per le Collegherà A livello nazionale, poi, lo decisioni in tema di grandi opere, è direttamente scopo fondamentale della nuova arrivato nei giorni scorsi. E il primo Mestre a orte, autostrada è quello di avere una a mostrarsi soddisfatto è stato il go- anticamera arteria che colleghi il Nord Est al vernatore del Veneto Luca Zaia, che di Roma Sud Italia e la costa adriatica con ne ha parlato come di una conquisa importante per il territorio. Sottolineando, in particolare, quella tirrenica. Dando, nel contempo, uno sbocco verso come la nuova autostrada consentirà di incrementare i l’Est Europa. Un progetto importante anche per le modalità con le quali sarà realizzato: il ministro Maurizio collegamenti con Chioggia e con il Delta del Po. Molto importante, sempre secondo il giudizio di Lupi ha infatti chiarito che sarà realizzato con la formula Zaia, anche il fatto che il Cipe, nel licenziare il progetto, del project financing, quindi affidandosi a capitali privati. abbia accolto anche tutte le prescrizioni che erano state Il contributo statale sarà indiretto, concretandosi nella previste dalla Regione. In particolare, la necessità di am- defiscalizzazione. Secondo le proiezioni, la Romea com-
L’immagine di come dovrebbe apparire l’autostrada merciale dovrebbe essere pronta e operativa nel 2021. Non tutti, però, sono egualmente entusiasti della novità. Ambientalisti e comitati cittadini, infatti, in varie realtà che saranno toccate dal progetto hanno già dichiarato guerra a quest’ultimo. Nel Veneziano, per esempio, i 5 Stelle, i comitati cittadini e Sinistra ecologia e libertà hanno già annunciato che ricorreranno a manifestazioni come flash mob e presidi sulle strade per bloccare la realizzazione dell’opera. Secondo questo punto di vista non solo dannosa dal punto di vista dell’impatto ambientale e della cementificazione che provocherebbe, ma anche inutile. Alla luce della pesante diminuzione che il traffico commerciale ha subito in questi anni di crisi. Facile
pronosticare, poi, come sicuramente non mancheranno ricorsi al Tar contro la realizzazione; e altrettanto facile desumere che la prima conseguenza sarà, come minimo, l’allungamento dei tempi di chiusura del cantiere. Il ricorso alla giustizia amministrativa, in particolare, è già stato annunciato. Mentre i comitati si stanno organizzando a livello nazionale, cercando il dialogo con tutti i contrari che, seguendo appunto il tracciato del nuovo progetto, vanno dal Nord Est sino alla capitale. Sino all’annuncio scandito poche ore dopo l’annuncio del “sì” riservato dal Cipe alla Romea commerciale: “Faremo come in Val di Susa”.
vALDASTICO SuD L’APERTuRA SLITTA Il deputato del Pd Diego Crivellari ha firmato l’interrogazione sui ritardi presentata alla Commissione trasporti
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che punto siamo con la Valdastico? In particolare, con la Valdastico Sud, ossia la parte dell’autostrada che dal Vicentino dovrebbe arrivare al Padovano e al Polesine? Lo ha chiesto il deputato Pd Diego Crivellari, A lato firmando con altri onorevoli Democratici l’interDiego rogazione sui ritardi presentata alla CommisCrivellari sione trasporti. La domanda più importante è quella volta a conoscere se i tempi di consegna e apertura dell’opera, fissati per fine anno, saranno o meno rispettati. “La conclusione dei lavori - recita un passaggio dell’interroga- luglio ha visto la procura distrettuale antimafia zione - riveste particolare importanza al fine di di Venezia emettere ben 27 avvisi di garanzia, rendere agevole il trasporto di persone e merci a coronamento di una grossa inchiesta nella rompendo l’isolamento viario di una vasta quale viene ipotizzato e contestato, tra l’altro, zona del Basso Veneto, in particolare il Basso il reato di traffico illegale di rifiuti in forma orvicentino e la Bassa padovana”. Per avere una ganizzata. Al momento, dell’intera opera che idea della stima dei ritardi che si sono via via ac- era stata preventivata, sono agibili e ultimati cumulati, basti pensare che unicamente due tratti, enla prima tabella di marcia Al momento trambi nel Vicentino. Per prevedeva una apertura per sono agibili i restanti, come detto, la lotti successivi, gli ultimi dei unicamente data di consegna è slittata quali, comunque, sarebbe- due tratti al dicembre del 2014. ro diventati percorribili nel nel Vicentino Pure questa, tuttavia, ora 2010. Tre anni fa, quindi, non appare certa. Di qui la l’intero tracciato avrebbe dovuto essere piena- richiesta, allora, di Crivellari e dei colleghi, per mente percorribile. Così non è. Anche l’interro- sapere a che punto siano realmente i lavori. Tegazione, comunque, riconosce come i problemi, nendo anche conto che, in Polesine come nella in questi anni, non siano mancati: partendo dal Bassa Padovana, negli ultimi anni lo sviluppo ricorso al Tar che era stato proposto nel 2005 industriale e urbanistico è stato pianificato anda varie realtà, infatti, si arriva all’alluvione del che tenendo conto proprio dell’imminente rea2010, sino, infine, all’inchiesta che lo scorso 3 lizzazione di questa opera. Lo.Zo.
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22 Mondo scuola
Mondo scuola 25
Organismi studenteschi Il caso polesano
La Cps gode di scarsa considerazione tra gli studenti Si tratta dell’unico organismo legalmente riconosciuto, che ha diritto e possibilità di interloquire direttamente con il Ministero dell’istruzione. Forse non è conosciuto di Mattia De Poli
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siste anche in Polesine da almeno quindici anni un organismo studentesco provinciale, riconosciuto a livello nazionale da vari testi normativi, ma i protagonisti di questa struttura spesso ancora oggi non la conoscono o non ne conoscono a fondo le potenzialità. In virtù del Dpr 567 del 1996 e in linea con lo “Statuto delle studentesse e degli studenti” del 1998, tutte le ragazze e tutti i ragazzi che frequentano gli istituti superiori della provincia di Rovigo sono stati chiamati lo scorso ottobre al voto per eleggere i loro rappresentanti nell’assemblea della Consulta provinciale degli studenti. In tutto i delegati, scelti democraticamente all’interno della singola scuola, avrebbero dovuto essere ventidue, ovvero due per ogni istituto. Tuttavia, l’assemblea della
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Cps polesana, che rimarrà in carica per due anni, conta oggi solo ventuno membri, perché in una scuola si è proposto un solo candidato. Simone Targa, già presidente della Consulta e oggi supporto esterno, segnala questo dato come indizio della scarsa considerazione che gli stessi studenti ripongono in un organismo, l’unico legalmente riconosciuto, che ha diritto e possibilità di interloquire direttamente con il Ministero dell’istruzione. Non solo tutte le consulte provinciali sono parte di un coordinamento regionale, che offre occasioni di confronto sulle buone prassi e gestisce un finanziamento ministeriale, ma tutti i presidenti partecipano una volta all’anno alla Cnpc, ovvero al Coordinamento nazionale dei presidenti delle consulte, a cui partecipa anche il ministro in carica. La
scarsa considerazione nasce probabilmente dalla modesta conoscenza di questa organizzazione: alcune informazioni sono reperibili facilmente attraverso la rete internet sul sito www.spazioconsulte.it oppure su facebook, la Cps di Rovigo ha un profilo proprio. E, poiché si tratta di una struttura ufficiale, è possibile reperire notizie relative ad essa anche sul sito dell’Ufficio scolastico provinciale di Rovigo. A novembre l’assemblea con tutti i delegati si è riunita e ha individuato la nuova giunta, composta dal presidente Giacomo Gasparetto, dal vicepresidente Giuliocesare Casari Bariani, dal segretario Claudia Bedendo e da altri quattro membri: a loro spetta il compito di far conoscere e di far crescere in Polesine questa realtà nei prossimi due anni.
Progetti per ilfuturo
“giornata del ricordo e dell’iMpegno” e “rovigocrea”
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a Consulta provinciale degli studenti di Rovigo, i cui organi direttivi sono stati da poco rinnovati, si appresta a riprendere il cammino intrapreso negli anni precedenti. Il 21 marzo verrà riproposta la “Giornata del ricordo e dell’impegno”, realizzata in collaborazione con l’associazione “Libera”, con varie attività che da Rovigo ad Adria, da Badia a Porto Tolle, hanno lo scopo di ricordare le vittime delle mafie. Grande impegno è stato profuso anche nella realizzazione del progetto biennale “Sentieri di bioetica”, che ha visto la partecipazione di tre esperti, ricercatori o docenti universitari, protagonisti
di altrettanti incontri a Rovigo, Adria e Badia. Le conferenze hanno fornito spunti interessanti per un concorso: prima della fine dell’anno scolastico si è tenuta una cerimonia ufficiale alla presenza di varie autorità civili. Rimane da concretizzare il progetto “Rovigocrea”, già impostato nel biennio precedente e da realizzare tra la fine di maggio e l’inizio di giugno: si tratta di una giornata dedicata a tutte le forme d’arte praticate dagli studenti, dalla musica alla pittura, dalla scultura alla danza, senza dimenticare la moda e la cucina, con apposite esibizioni nelle piazze del capoluogo polesano. M.D.P.
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Cultura provinciale 29 23 Palazzo Roverella Il prossimo 22 febbraio prenderà il via la nuova mostra
Aspettando “L’ossessione nordica”
appuntaMenti a fratta Per tutta Gennaio i “Giovedì d’Inverno”: arte, cultura e cucina
A partire dal 1895 le biennali di Venezia cominciarono ad ospitare le tele di svizzeri, tedeschi e scandinavi, come Böcklin, Klinger, Klimt e Munch: i paesaggi, i ritratti e gli interni, i miti e la realtà erano rappresentati con modi e sensibilità insoliti, esotici, profondi e impressionanti. Una sorta di ossessione che non mancò di influenzare gli artisti italiani di Mattia De Poli
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a nuova mostra in programma a palazzo Roverella a Rovigo dal 22 febbraio al 22 giugno punta ancora una volta sull’originalità: per la prima volta verranno messi a confronto le opere dei pittori “nordici” e quelle degli artisti italiani che ne subirono il fascino e l’influenza. A partire dal 1895, con la prima edizione, e poi negli anni dell’inizio del Novecento le biennali di Venezia cominciarono ad ospitare le tele di svizzeri, tedeschi e scandinavi, come Böcklin, Klinger, Klimt e Munch: i paesaggi, i ritratti e gli interni, i miti e la realtà erano rappresentati con modi e sensibilità insoliti, esotici, profondi e impressionanti. E la loro presenza non passò inosservata. Anzi, già nel 1901 il critico Vittorio Pica, il critico italiano forse più aggiornato e internazionale dell’epoca, rilevò una sorta di “ossessione nordica” nelle opere di pittori italiani di tutte le età, come de Chirico, Previati, Fortuny e Wolf Ferrari: tutti furono contagiati dalla particolare visione della realtà e del mondo. Il percorso prende il via dal racconto delle prime Biennali e dalla loro evoluzione: da vetrina dell’arte storica e pompier al trionfo del Simbolismo con successiva forte attenzione alle Secessioni di Monaco, Vienna, Darmstadt e alle conseguenze sui vari filoni dell’arte italiana. Il percorso espositivo presterà attenzione al momento svizzero della cultura tedesca – con Böcklin e Hodler – così come ai grandi viennesi e tedeschi – Klimt, Klinger e von Stuck – impegnati tra evocazioni mitologiche e dense
interpretazioni simboliste dei miti non meno che della vita e dell’anima della belle époque mitteleuropea. Il paesaggio, nelle sue valenze interiori e in tutte le sue sinfoniche coloriture, l’inquieta e silenziosa natura nordica, gli interni domestici, maschere e ritratti in cui la figura umana, concepita tra tradizione accademica e indagine interiore, si fa carico dei nuovi strumenti di conoscenza e descrizione delle psiche nelle sue molteplici e contraddittorie valenze. Un percorso di enorme fascino, ricco di infinite sfaccettature, frutto di sensibilità diversissime. E proprio per questo seducente e, oggi, ineludibile. L’idea e il titolo dell’esposizione temporanea sono nati da qui. La nuova proposta di palazzo Roverella promette di replicare i successi di pubblico degli allestimenti precedenti: dal 2006 ad oggi, infatti, di anno in anno il numero di biglietti staccati è sempre andato aumentando. Quel silenzio e quel senso di inquietudine che in molti avvertirono un secolo fa osservando queste tele continua a contagiare anche l’osservatore di oggi. E forse nella società contemporanea simili opere possono assumere un significato ancora più profondo ed attuale.
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ra arte, cultura e cucina nei giorni 16, 23 e 30 gennaio a Fratta Polesine si svolgono i “Giovedì d’inverno”, promossi dal Comune, dalla Provincia di Rovigo, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Museo Archeologico Nazionale frattense. L’iniziativa è stata presentata recentemente dalla presidente nonché sindaco di Fratta Polesine Tiziana Virgili e dall’assessore provinciale alla cultura e turismo Laura Negri. La rassegna partirà il prossimo 16 gennaio con “Un viaggio nella storia dei tempi” l’iniziativa si comporrà di due momenti: prima una visita al Museo Archeologico Nazionale seguita da una cena alla Locanda Mulino al Pizzon. La serie di appuntamenti proseguirà il 23 con “I piatti di Goldoni” anche in questo caso la prima parte dell’iniziativa prevede la visita a Villa Badoer e successivamente la cena al ristorante Palladio. L’ultimo appuntamento si terrà il 30 gennaio con “L’uomo in frac”, visita al Museo Giacomo Matteotti e cena al ristorante Villa Gardenia. La quota di partecipazione per ogni singolo appuntamento è di � 25,00 tutto compreso e sino ad esaurimento dei posti, l’appuntamento per le visite guidate è alle ore 19,00 con la successiva cena alle ore 21,15. Per Informazioni e Prenotazioni: Comune di Fratta Polesine: tel. 0425.668030 int.11 email: info@comune.frattapolesine.ro.it sociale@comune.frattapolesine.ro.it Me.Ru.
in Breve Teatro Lendinara
Occhiobello
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rassegna all’altezza del Ballarin
el bicentenario di fondazione, il Teatro comunale “Ballarin” di Lendinara propone una stagione di prosa all’altezza della sua storia. Inaugurato il 3 settembre 1814, nel corso del Novecento ha attraversato periodi felici ed altri meno fortunati fino alla riapertura, avvenuta il 2 settembre del 2007: nella sesta rassegna di questa nuova vita vengono proposti sei appuntamenti con spettacoli di vario genere, che cercano di andare incontro ai gusti di un vasto pubblico e che sconfinano nel canto, nella musica e nella danza. Il teatro si conferma un utile specchio della società, che fa riflettere su quello che è stato e su quello che ancora oggi siamo. Il debutto è stato affidato a un classico della commedia musicale, “Aggiungi un posto a tavola” di Pietro Garinei e Sandro Giovannini (23 novembre), a cui è seguita la commedia “Sior Tita Paron”. Nel 2014 il primo appuntamento è in programma per il 18 gennaio: teatro e danza si fondono “Romeo e Giulietta, l’amore continua…”, proposta dalla Rbr Dance company. Il 21 febbraio è in programma l’evento con i grandi nomi: Ivana Monti, Daniele Liotti, Rosario Coppolino e Debora Caprioglio interpreteranno “Elephant man” di Giancarlo Marinelli. Maria Paiato, invece, attrice originaria di Stienta e ormai apprezzata a livello nazionale, è la protagonista di “Anna Cappelli, uno studio”, in calendario per il 7 marzo. Il sipario si chiuderà, infine, il 22 marzo con un classico dell’operetta: “La vedova allegra”. Tutti gli spettacoli hanno inizio alle ore 21. M.D.P.
riflettere a teatro
nche quest’anno il teatro Comunale di Occhiobello ospiterà nomi di eccezione e un folto pubblico proveniente da varie zone della provincia di Rovigo nonché dalla vicina città estense nella stagione teatrale, organizzata dal Comune e dall’associazione culturale Arkadis. “La forza di questa rassegna è il portare in scena un teatro che non cerca di rappresentare, attraverso la finzione, una realtà - spiega Marco Sgarbi, presidente di Arkadis - è un teatro che cerca di “essere” realtà offrendo nuovi spunti di riflessione e soprattutto di discussione e di crescita, attraverso quella verità che ogni sera lo rende differente dalla replica precedente”. Il 6 dicembre Eugenio Allegri porta sul palco “Berlinguer, pensieri lunghi”. Un viaggio che parte da lontano ed attraversa le contraddizioni di nostri tempi, le ideologie, le utopie abbandonate, tradite, perseguite, e tutto ciò che riguarda ognuno di noi. Il 20 dicembre è il tempo di Biancofango con “Porco mondo”, ovvero la storia di un’esistenza disperata e affascinante. La vita di una coppia “gettata” sul palcoscenico e raccontata con la crudeltà che solo la realtà ha. Dopo la pausa natalizia, si riprenderà il 31 gennaio, con “Muri – Prima e dopo Basaglia” con Giulia Lazzarini. Le testimonianze delle infermiere che ricordano cosa fossero i manicomi prima di Basaglia e di quanto la sua rivoluzione fu epocale: un’importantissima conquista sociale che rischia di finire nell’oblio dell’indifferenza generale. Per un San Valentino diverso potreste portare il vostro compagno/a a teatro per la messa in scena di “Mai morti” di Renato Sarti ed interpretato da Bebo Storti. Il fascista nostalgico, ripercorrendo a ritroso i propri ricordi, ci riporta nell’Italia fascista del nazionalismo, del razzismo, della xenofobia spinta all’estremo. La rassegna si concluderà il 28 febbraio con “La fabbrica dei preti” con Giuliana Musso. Un racconto dai mille linguaggi. Come si legge in copertina lo spettacolo “ci racconta di noi, delle nostre ipocrisie, paure, fragilità. E così, “mentre ridiamo di loro, ridiamo di noi stessi”. F.D.L.
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Lo NEWS
Sport in primo piano “Un campione a scuola”
Lubian e Cecchetti alle medie di Papozze
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’ cominciata dalle scuole medie di Papozze, l’ottava edizione di “Un campione a scuola” l’iniziativa promossa dall’assessorato allo sport della Provincia, il Coni ed i Panathlon di Rovigo e Adria. Protagonisti Lorenzo Lubian e Filippo Cecchetti, due giovani atleti della Vea Femi Cz Rugby Rovigo che si sono raccontati ai ragazzi dimostratisi interessati. “Il messaggio che cerchiamo di trasmettere a voi studenti con questa iniziativa - ha detto l’assessore Leonardo Raito - è che lo sport e lo studio possono andare di pari passo. Sono entrambi fondamentali per la vostra crescita. Pur campioni, ad un certo punto arriva il momento di smettere, e se avete studiato, se siete preparati potrete contare su una maggiore sicurezza altrimenti vi troverete in difficoltà”. Ad introdurre l’iniziativa oltre a Raito, la professoressa Cinzia Ghirelli e la Preside dell’Istituto, Laura Cassetta. Dopo avere mostrato ai ragazzi un video che ripercorre la storia del Rugby a Rovigo, i due giovani atleti hanno raccontato come è nata la loro passione per questa disciplina. “Io ho iniziato a giocare abbastanza tardi – ha detto Lorenzo Lubian – prima avevo provato diversi sport, tra cui le arti marziali, poi mio cugino Edoardo mi ha invitato a provare e mi è piaciuto subito. Non ho tralasciato gli studi, mi sono diplomato e adesso frequento il terzo anno di lingue”. Filippo Cecchetti, invece, ha iniziato da giovanissimo. “Anch’io ho continuato gli studi, ho frequentato la ragioneria e adesso sono al terzo anno di Economia e Commercio. Faccio anche il vigile del fuoco, perchè mi piace aiutare gli altri e questo spirito di altruismo me lo ha trasmesso il rugby. Per me la Rugby Rovigo non è solo una squadra sportiva ma una famiglia a cui posso anche chiedere dei consigli se ho bisogno”. Cr.Ag. messaggio pubblicitario
Dopo un florido periodo, dagli anni sessanta, dove le piste elettriche e le relative slot cars hanno spopolato, sia in versione casalinga che in versione professionale, ritornano alla ribalta in questi anni riproponendo un tipo di modellismo divertente e adatto a tutti. Le slot cars sono semplici: formate da un telaio, da un motore, da un pick up dotato di 'spazzole' che, strisciando sulla pista trasferiscono la corrente al motore, e da una carrozzeria. I telai sono delle più diverse fatture: dai più semplici in plastica per arrivare a quelli in alluminio stampato, in acciaio, in ottone, o in leghe leggere varie. Le carrozzerie ripropongono una vasta gamma di vetture: dalle intramontabili storiche alle più moderne supercar, dai rally alle competizioni velocistiche. Le piste grazie alla loro modularità ed espandibilità
Calci Rovigo Al vertice del girone A di Eccellenza
Ai biancoazzurri l’alta classifica non fa girare la testa di Cristiano Aggio
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cinque partite al termine del girone di andata è il Rovigo Lpc, la sorpresa del girone A di Eccellenza, con il primo posto seppur in coabitazione con le grandi favorite Cerea e ArzignanoChiampo. Un Rovigo che ha la miglior difesa del campionato (4 gol subiti) e che senza tanti proclami, si sta togliendo delle belle soddisfazioni. “Abbiamo notato - dice il direttore generale Gianluca Sattin - un incremento sui biglietti venduti rispetto allo scorso anno e la speranza è che sempre più gente, amante del calcio, venga a vedere la squadra cittadina. Contro il Montecchio, c’era la concomitante partita di rugby e sappiamo tutti cosa rappresenti la palla ovale per Rovigo, e nonostante ciò abbiamo avuto un discreto numero di paganti.” Un Rovigo che sorprende sempre di più gli addetti ai lavori per questa permanenza nei piani alti della classifica. “Ovviamente siamo molto
contenti per come stanno andando le cose. La parola d’ordine, però, è e rimane salvezza; una volta conquistata, tutto ciò che è in più ovviamente è gradito. Con lo staff abbiamo pensato ad un progetto triennale, con molti giovani nuovi e con qualche pedina esperta, con un occhio anche ai ragazzi meritevoli della juniores.” A proposito di staff, Malvino Cervati è sempre più presente alle partite. “Per noi Cervati è un po’ come Zambelli per il rugby, e vedo che è entusiasta. E di questo ne andiamo fieri”. Facendo i debiti scongiuri, qualora dovessero arrivare le prime difficoltà sotto forma di risultati negativi? “Nessun dramma. Abbiamo ben presente ciò che è successo negli ultimi anni, ma, volutamente, abbiamo voltato pagina con un progetto che vede per primo una filosofia nuova e poi attori nuovi che sono rappresentati dall’allenatore Ricci, dal preparatore atletico Zanni, oltre
Nella foto i tifosi del Rovigo esultano alla fine di una partita che da tutti i nuovi giocatori che sono arrivati quest’anno e che hanno condiviso e accettato questa nuova sfida. E poi c’è la figura di Terenzio Rauli, il direttore sportivo, presente al campo tutti i giorni a seguire gli allenamenti, per stare a fianco della squadra”. Insomma, l’entusiasmo in casa Rovigo non manca, l’alta classifica non fa girare la testa a nessuno, perché è ben chiara la mission. Se ci fosse un pizzico di coinvolgimento in più da parte degli appassionati del calcio, sarebbe il massimo.
Una nuova sede per il Rovigo Slotcars Club pongono solo il limite della fantasia. L’ importante evoluzione che ha accompagnato l’ espansione di questo hobby ha introdotto sviluppi tecnologici per incrementare le prestazioni di vetture e piloti, come i pulsanti regolabili in sensibilità e frenata. Le vetture possono essere “elaborate” ricorrendo a svariati optional presenti sul mercato, dalla modifica del rapporto di trasmissione alle sospensioni, dai pneumatici ai fanali realmente funzionanti. Quando la divertente pista casalinga non basta più, gruppi di appassionati si riuniscono in club, dove occasionali “ingombri” del soggiorno si trasformano in elaborati tracciati, montati in pianta stabile, fino a riprodurre veri e propri autodromi in scala, dove le sfide più agguerrite si combattono a colpi di decimi di secondo. Il Rovigo Slotcar Club nasce nel 2006 dalla volontà di poter praticare nella nostra zona questo hobby che era rimasto privo di strutture nel raggio di un
centinaio di Km. Il primo impianto, una pista Ninco di 4 corsie con uno sviluppo di oltre 40 metri, ha ospitato in questi anni di attività 4 tappe del campionato Triveneto ospitando piloti da tutto il nordest d’ Italia. Ogni anno viene inoltre organizzato il Trofeo “Città di Rovigo”, una gara endurance da 12 ore di durata, dove proprio come nella realtà, durante la fase notturna le auto corrono illuminandosi la pista con i propri fari. Numerose gare minori si sono poi corse con i nascenti club delle città vicine: Ferrara, Bologna, Verona, Padova, Ravenna, Vicenza. Nella seconda metà del 2013 il Rovigo Slotcars club si trasferisce in una sede più grande, la pista si allunga fino a 65 metri e viene prevista una seconda pista in legno nel 2014.
Il palmarès del Club di Rovigo spicca a livello nazionale: Tommaso Melioli ha vinto 5 titoli italiani e 4 mondiali, nel 2011 la squadra del Rovigo S.C. vince il Campionato Italiano Slot.it e nel novembre appena trascorso, Tommaso Melioli e Lorenzo Cuomo conquistano il titolo di vice-campioni europei nella 24h di Bruxelles. Nel Club di Rovigo si respira un aria cordiale tra appassionati di motori e modellismo. Un gruppo di amici è disponibile a mostrare e far provare la pista a chi volesse avvicinarsi a questo hobby o semplicemente respirarne l’ aria. Il Club è in Via Chiarugi 76/L ed è aperto il martedì e giovedì sera ed il sabato pomeriggio. Per qualsiasi informazioni potete scrivere a Info@rovigosc.it Vi aspettiamo!!
Protagonisti a Nordest
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Commercializza e produce etichette per l’abbigliamento con oltre un centinaio di dipendenti
La Panama Trimmings azienda del piovese votata all’eccellenza Grazie all’intuizione e capacità imprenditoriale del presidente Paolo Pinato esporta in Europa e in centro e sud America fatturando oltre 10 milioni di euro Il suo ufficio è a dir poco accogliente, così come l’intero edificio della PANAMA TRIMMINGS in via Meucci al civico 24 di Piove di Sacco, da pochi anni ristrutturato secondo le direttive del presidente e amministratore delegato Paolo Pinato. Vetro, acciaio e legno dominano in una miscellanea piacevole e armoniosa che ti offre un colpo d’occhio luminoso. Nata a Vigorovea come ditta individuale nel lontano 1971, grazie all’intuito del padre Giuliano (prematuramente scomparso nell’89) successivamente ha preso in mano la conduzione dell’azienda Paolo Pinato 47 anni sposato con due figli. L’acume commerciale di Paolo ha fatto sì che la PANAMA TRIMMINGS crescesse sempre
più fino ad arrivare agli attuali 10 milioni di fatturato. L’azienda si è specializzata su due filoni: quello che commercializza accessori per il settore dell’abbigliamento, e quello della produzione di etichette di pelle e similpelle utilizzate dalle grandi marche e firme dell’abbigliamento mondiale. Il 70% del lavoro della PANAMA TRIMMINGS si rivolge all’estero e più precisamente nel nord e centro Europa oltre che al centro america. La PANAMA TRIMMINGS attualmente annovera una cinquantina di dipendenti, ma con quelli impiegati nell’indotto il numero oltrepassa il centinaio. Nel 2001 a Santiago del Cile per volontà di Paolo nasce Biesse Cile azienda che produce e
Paolo Pinato si è distinto anche nell’edilizia abitativa ed industriale. Quasi tutto suo l’investimento sulla Zona industriale Ovest di Piove di Sacco
commercializza in loco gli stessi prodotti (etichette ed accessori), oggi conta 35 dipendenti con una quota di penetrazione pari all’80% del consumo totale cileno di etichette per l’abbigliamento. Fino al 2006, vale a dire prima della crisi che ha attanagliato l’edilizia, Paolo Pinato si è distinto anche come costruttore edile in special modo nel saper investire nell’edificazione di capannoni industriali, tant’è che l’ampliamento della Zona Industriale ovest del piovese (in totale 60 mila mq coperti) è stata opera sua. “Ora però mi sono fermato – ci ha dichiarato - l’edilizia, sia quella industriale che abitativa, qui da noi non tira più e così mi sono orientato verso i Caraibi a S.Domingo dove il turismo mondiale richiede sempre più alloggi come riportato anche dal sole 24 ore del 21 novembre di quest’anno; là finora ho costruito 3 residence per una settantina di appartamenti totali e altri 30 sono in costruzione, oltre a 4 ville signorili. Brevettato pilota di aereo VFR, sin da giovane Paolo Pinato ha amato la velocità e le auto sportive. La sua passione lo ha portato a gareggiare nel Ferrari challenger e nel campionato europeo GT. “Ora però non corro più, ma non ho abbandonato del tutto le quattro ruote, mi piace con i miei due figli fare qualche giro in Kart a Jesolo. La sua filosofia di vita, comunque, è improntata alla ricerca del benessere fisico. Non manca mai, nella pausa pranzo, di frequentare la palestra che rimane vicino alla sua azienda: “Sono convinto che sia importante mantenersi in forma e non esagerare col cibo”. A 47 anni, insomma, Paolo Pinato si può considerare un imprenditore che sa come e dove investire le risorse e tracciare per la sua azienda un percorso sempre più votato alla crescita.
Paolo Pinato
Grande amante della velocità, Paolo Pinato ha acquisito il brevetto di pilota di aereo VFR ed ha gareggiato nel Ferrari challenger e nel campionato europeo GT
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IL VEnETo
in PRIMo PIAno
Sanità Inchiesta sul fine vita
Sedazione palliativa o eutanasia mascherata?
Ridurre il dolore del paziente nei suoi ultimi giorni di vita è una questione umana, prima che etica. Tuttavia la sedazione palliativa, a volte, viene percepita come una forma di eutanasia: un modo di troncare la sofferenza insieme alla vita dell’ammalato di Alessandro Abbadir
F
ine vita, un tema che fa paura, difficile da trattare e che pone problemi etici e medici importantissimi. Quello che intendiamo affrontare con questo numero della Piazza è il problema dell’utilizzo sempre più diffuso nel caso dei malati terminali, delle cure palliative e della fase conclusiva delle cure, la sedazione terminale palliativa. Va sgombrato subito il campo da un equivoco, la sedazione terminale palliativa non è eutanasia (che invece è un’azione che porta con mezzi specifici direttamente e volutamente la morte del paziente). Per sedazione terminale palliativa si intende: “la riduzione intenzionale della vigilanza con mezzi farmacologici, fino alla perdita di coscienza, allo scopo di ridurre o abolire la percezione di un sintomo, altrimenti intollerabile per il paziente, nonostante siano stati messi in opera i mezzi più adeguati per il controllo del sintomo, che risulta, quindi, refrattario”. Sono 100 mila i malati (prevalentemente oncologici) presi in carico ogni anno dal servizio di cure palliative in Italia. I dati più recenti riportano un ricorso alla sedazione terminale negli ultimi giorni di vita in percentuali che arrivano fino anche all’88% dei casi per i differenti setting assistenziali (ad es. ospedale, hospice, assistenza domiciliare). In Veneto le persone in carico alle cure palliative sono circa 7-8 mila ogni anno. A spiegare queste difficili questioni è il dottor Giovanni Poles medico specialista in Oncologia nell’area Cure Palliative al Policlinico San Marco a Mestre, e autore di numerose pubblicazioni sull’argomento. “Nelle fasi
terminali della vita - spiega il dottor Poles - si avverte la necessità di dover difendere la dignità della persona da un tecnicismo spesso immotivato ed eccessivo. Del resto il problema a volte si pone in senso opposto, rischiando di ricadere nel quasi totale astensionismo terapeutico. Non sempre è chiaro come ci si deve comportare nei confronti di trattamenti “vitali” come la nutrizione e l’idratazione artificiali. Di analoga difficoltà può spesso risultare la valutazione se fare trasfusioni su un ammalato con una prospettiva di vita limitata. Per tentare una risposta a tali interrogativi, si deve cercare di capire quali sono i criteri che possono permettere al medico di inquadrare un trattamento come accanimento terapeutico o, all’opposto, come astensionismo e, al limite, come eutanasia”. Il dottor Poles studioso da anni del problema va nello specifico. “L’accanimento terapeutico - spiega- viene definito dal Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) come “un trattamento di documentata inefficacia in relazione all’obbiettivo, a cui si aggiunga la presenza di un rischio elevato o una particolare gravosità per il paziente con un’ulteriore sofferenza, in cui l’eccezionalità dei mezzi adoperati è chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica. A volte però non è chiaro se anche per quanto riguarda alimentazione e idratazione artificiali si possa parlare di trattamenti sproporzionati (in questo caso si potrebbe talora giustificarne la sospensione)”. Poles poi affronta il tema della sedazione palliativa terminale “In questi
casi come medici ci troviamo – spiega - nella necessità di sedare un malato in fase terminale quando siamo di fronte a sintomi non altrimenti controllabili. In altre parole la sedazione terminale è indicata per quei sintomi che incidono pesantemente sulla qualità di vita del paziente e che rispondono solamente al trattamento sedativo. La sedazione può essere reversibile e spesso viene utilizzata per ridurre i disturbi respiratori, quando il dolore stesso e altri sintomi non sono controllabili con le usuali terapie”. Poles poi vuol chiarire un aspetto importante. Da recenti dati scientifici risulta che l’intervento della sedazione terminale è pari in media a 2.8 giorni (media ponderata). La sopravvivenza di pazienti sedati in fase terminale non differirebbe da questi dati da quella dei pazienti non sedati. “La sedazione palliativa – spiega Poles - non ha la finalità di abbreviare la vita del paziente, pertanto non ha nulla che vedere con l’eutanasia ma deve essere gestita in modo attento e competente da parte del personale medico e infermieristico. Oltre all’esperienza, emergono altri due aspetti importanti dell’agire medico che difficilmente possono essere inquadrati nell’ambito di una norma: basi etiche solide, equidistanti da eutanasia ed accanimento terapeutico ed il fatto che ogni intervento deve essere valutato nella date circostanze”. Problemi importanti arrivano spesso nella gestione di questa delicatissima fase, nei reparti di ospedale piuttosto che negli hospice o nelle cure palliative a domicilio dove il personale è invece estremamente preparato.
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focus
U
La scelta
il processo decisionale
n aspetto etico di capitale importanza riguarda l’individuazione del “chi decide” l’inizio della sedazione terminale palliativa. Il percorso decisionale deve rispettare criteri etici internazionalmente riconosciuti e differenziati in base alla capacità mentale del malato. In particolare, se il malato è mentalmente capace al momento in cui insorge l’indicazione per compiere la sedazione, vale il criterio del consenso informato. In generale non si raccomanda né l’adozione di un modulo di consenso specifico né l’apposizione della firma del malato; si ritiene sufficiente una registrazione del consenso verbalmente espresso in cartella clinica da parte dei curanti. Nel limite del possibile è opportuno invitare il malato ad informare i suoi familiari delle decisioni prese, in modo da facilitarne l’accettazione e ridurre l’impatto emotivo. Se, invece, il malato non è mentalmente capace o non vuole partecipare alle decisioni, valgono, sul piano etico, le direttive o dichiarazioni anticipate. In assenza di tali disposizioni anticipate, la decisione può essere assunta dai sanitari curanti ricorrendo al giudizio sostitutivo, basato sulle volontà e i desideri espressi in precedenza dal malato ai suoi cari o all’équipe curante. In caso di malato mentalmente incapace di cui non è possibile ricostruire volontà o orientamenti pregressi, o in caso di situazioni d’emergenza (in cui non sia possibile né ottenere il consenso informato o direttive anticipate né formulare un giudizio sostitutivo), i sanitari devono ricorrere al criterio del migliore interesse del malato, procedura decisionale che si fonda sul bilancio fra i benefici attesi e gli oneri previsti del trattamento terapeutico A.A.
Il Veneto in primo piano 11 27 Fine vita Strutture specializzate nelle cure dei malati terminali
Hospice, un aiuto alle famiglie
L’8o% dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma ci sono anche malati di Aids e Sla di Alessandro Abbadir
H
ospice, delle strutture sempre più diffuse in Veneto per affrontare il tema delicatissimo della cura de malati terminali cioè alla fine della vita. In Italia, ogni anno circa un milione di persone si trovano a dover gestire una situazione estremamente difficile a causa di una prognosi infausta. Per andare incontro ai malati, ai famigliari e alle loro difficoltà sono nati gli hospice, strutture dedicate proprio a questo scopo. L’8O % dei ricoverati in queste strutture soffre di una malattia oncologica terminale, ma sono strutture aperte a tutti coloro che, in fin di vita, necessaria di un’assistenza, dai malati di Aids a quelli con malattie neurologiche a evoluzione progressiva, come la sclerosi laterale amiotrofica
(Sla). Come funzionano queste strutture? Non essendoci direttive nazionali, il funzionamento è variabile. In linea generale gli hospice si occupano di assistere i malati con un’aspettativa di vita breve, di pochi giorni o poche settimane. L’obiettivo di queste strutture è quello di migliorare la qualità di vita fino alla fine, agendo a più livelli. Si interviene sul piano fisico, prescrivendo trattamenti farmacologici o di altro tipo, come massaggi rilassanti, tecniche di respirazione, che controllino i diversi sintomi. Esistono hospice convenzionati con il servizio sanitario nazionale che a pagamento. Nel primo caso, la famiglia non deve sostenere costi. Il vitto e l’alloggio sono gratuiti, anche per un famigliare. La
la Mappa
persona che assiste il malato, ha diritto ai principali, alla biancheria per il letto e al bagno. C’è la possibilità di portare da casa oggetti e anche piccoli mobili, che possano servire a far stare meglio la persona. Nell’hospice non ci sono orari di visita. L’obiettivo è aiutare il malato e i suoi famigliari a vivere al meglio la situazione. Si lascia massima libertà anche in questo campo: parenti e amici possono far visita alla persona quando vogliono e senza limiti di tempo. In quasi tutte le strutture c’è la possibilità di trascorrere la notte con il proprio caro: in ogni camera c’è un secondo letto, che può essere usato dai famigliari. L’idea è permettere al paziente di avere un parente accanto 24 ore su 24. Gli hospice
dovrebbero rappresentare la soluzione ultima, da adottare quando l’assistenza domiciliare non è fattibile per mancanza di fondi, per difficoltà della famiglia o perché il malato è solo. Invece oggi solo chi è in un hospice riceve l’assistenza e il supporto di cui ha bisogno. In Italia, e anche in Veneto sotto diversi aspetti insomma sembra mancare diffusamente la cultura dell’assistenza al malato terminale.
dove sono le strutture a padova, venezia e rovigo
S
ono 20 in tutto il Veneto gli Hospice attivi e collegati alle Ulss di riferimento. La provincia che ne vede di più sul suo territorio è quella di Padova con 5 strutture, 4 sono in provincia di Venezia, 3 a Vicenza e 3 a Verona, 2 a Treviso, 2 a Belluno e infine una a Rovigo. Per le province in cui esce il nostro giornale e cioè Padova, Rovigo e Venezia, andiamo nel dettaglio. In provincia di Padova ci sono: l’ Hospice “Il Melograno” Centro Residenziale di cure palliative presso la Rsa “Anna Moretti Bonora” a Camposampiero. C’è poi l’Hospice di Montagnana. A Padova centro, l’Hospice “Casa S. Chiara” all’ Istituto Suore Terziarie, il
“Centro Cura e Sollievo Paolo VI” alla Fondazione Opera Immacolata Concezione e per i bambini il “Centro regionale terapia antalgica e cure palliative pediatriche “Casa del Bambino” al dipartimento di pediatria dell’Ulss 16. A Rovigo l’Hospice “Casa del Vento Rosa” nucleo cure palliative a Lendirara. In provincia di Venezia, l’Hospice Casa Residenziale “Pia Opera Francescon” a Portogruaro e l’ Hospice Iris all’Ipab di San Donà”. C’è poi l’Hospice “Casa San Giovanni di Dio” all’Ospedale Fatebenefratelli a Venezia centro storico. Infine il centro Nazareth alla Fondazione Opera S.Maria della Carità padiglione Roncalli a Mestre.
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14 Il Veneto in primo piano 28 La normativa sulla sedazione palliativa Parla Elisabetta De Sepits, avvocato, docente di Biodiritto
“Il rischio? Dosi troppo elevate di narcotici” La sedazione palliativa è regolata dalla legge n. 38 del 2010, che prevede l’assistenza domiciliare palliativa anche per i minori di Alessandro Abbadir
S
ulla questione abbiamo sentito per chiarirne i contorni legali della questione anche l’opinione di Elisabetta De Sepits, avvocato di Padova docente di Biodiritto, patrocinante in Cassazione, e autrice del libro “Eutanasia, tra bioetica e diritto”. “Curare non significa solo guarire, ma anche alleviare le sofferenze spiega l’avvocato De Septis - la medicina palliativa vede ancora la possibilità di curare, nel senso di prendersi cura del malato, anche nei pazienti che presentano stati clinici ormai irreversibili. Le cure palliative consistono nella somministrazione di farmaci capaci di lenire i dolori intollerabili dei malati terminali. L’assistenza prende in considerazione il malato nella sua completezza, con particolare attenzione alle sue necessità oltre che fisiche, psicologiche ed emotive, e coinvolge il suo nucleo familiare. La famiglia viene adeguatamente assistita e psicologicamente sostenuta per essere messa in grado di affrontare con il proprio congiunto l’iter completo della malattia, anche nella fase finale della vita. La materia è regolata dalla legge n. 38 del 2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”), la quale configura l’accesso alle cure palliative
come “diritto del cittadino”, prevedendo per i minori, per prima, a livello mondiale , il diritto di essere assistiti a domicilio”. L’avvocato De Septis va nel dettaglio della legge. ”Le norme prescrivono - spiega De Septis - che le strutture sanitarie che erogano cure palliative debbano assicurare un programma di cura personalizzata per il paziente e per la sua famiglia, nel rispetto di alcuni principi fondamentali quali la tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione, la tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine, l’adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia”. Ma c’è differenza dall’eutanasia. “Alla somministrazione delle cure palliative - continua l’avvocato - si contrappone l’aiuto farmacologico a morire che si inquadra nell’eutanasia, praticata con iniezione letale in Olanda, Belgio e Lussemburgo, dove da alcuni anni è stata legalizzata. Si tratta di fattispecie totalmente diverse. L’eutanasia fornisce un “aiuto a morire”, mentre al contrario le cure palliative rappresentano un “aiuto nel morire”. Le cure palliative non sono finalizzate alla morte del paziente, bensì ad esaudire la sua legittima richiesta di essere posto in
L’Avvocato Elisabetta de Septis condizione di sopportare i dolori causati dalla malattia e sono per questo riconosciute come doverose. L’eutanasia invece presuppone l’intenzione di provocare la morte del malato e, pur in mancanza di una definizione e di una disciplina specifica, nell’ordinamento giuridico italiano é configurata come reato, essendo riconducibile ad un delitto contro la vita”. L’avvocato fa anche una riflessione sociologica e di tipo penale. “In tempi nei quali il malato viene percepito sempre più come un costo che grava sulle limitate risorse della sanità pubblica - spiega - si teme che dietro cure palliative non correttamente somministrate, possano insinuarsi forme mascherate di eutanasia. Alle cure palliative può conseguire infatti l’accelerazione della fine del paziente. Nell’ipotesi in cui la cura sia proporzionata al dolore, l’eventuale anticipa-
zione della morte non è imputabile al medico che abbia somministrato le terapie antalgiche nel pieno rispetto di tutte le regole di cautela. Diversamente, qualora il medico, somministrando cure palliative con farmaci o inadeguati o in dosi non proporzionate, si assuma il rischio dell’accelerazione della fine del paziente, la sua condotta è commissiva e causale dell’evento morte. La colpevolezza assume, in tal caso, i caratteri del “dolo eventuale” ed il medico è imputabile di omicidio. Le cure palliative correttamente somministrate rappresentano invece l’alternativa all’eutanasia, in quanto umanizzano il processo del morire, assicurando al malato, considerato come una persona e non come un inutile peso, una morte dignitosa perché assistita e senza sofferenze”.
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el campo bioetico le opinioni sulla questione fine vita sono differenziate. L’ ”Associazione Luca Coscioni” anche in Veneto insieme ai radicali si batte anche per l’interruzione delle terapie che come posizione va oltre l’utilizzo e il sostegno alla sedazione terminale. “Al contrario dell’eutanasia – spiega in una nota l’associazione - la sospensione delle cure o l’interruzione delle terapie (cosiddetta “eutanasia passiva”) costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione italiana in base al quale: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Principio affermato, tra l’altro, dalla sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha prosciolto Mario Riccio, il medico che ha praticato a Welby la sedazione terminale. Tuttavia in Italia viene disatteso anche questo principio che conduce al fenomeno dell’eutanasia clandestina. In quest’ottica la battaglia radicale di Piergiorgio Welby ha incarnato la semplice applicazione del diritto di ogni malato a non essere sottoposto a terapie mediche contro la propria volontà. Altri casi dimostrano che nel nostro paese questo diritto viene spesso disatteso, anche in relazione agli anatemi integralisti lanciati quotidianamente dalle gerarchie vaticane”. Diversa l’opinione del mondo cattolico che con padre Ermanno Barucco dello Studio Generale Marcianum di Venezia, puntualizza le posizioni della chiesa sull’argomento. “Dal punto di vista etico - spiega Barruco - la sedazione palliativa è legittima e doverosa, e non va identificata, sul piano delle
intenzioni o dei mezzi usati, con un atto di eutanasia, che presuppone la deliberata finalità di accorciare e interrompere la vita per eliminare la sofferenza ad esempio con dosi eccessive di morfina senza motivi proporzionati”. “L’insegnamento della Chiesa cattolica – già espresso da Pio XII nel 1957 e confermato da Giovanni Paolo II nel 1997- spiega Barruco - afferma che è lecito sopprimere il dolore con narcotici, pur con la conseguenza non voluta di limitare la coscienza e di abbreviare la vita, se non esistono altri mezzi: in questo caso, infatti, la morte non è voluta o ricercata, nonostante che per motivi ragionevoli se ne corra il rischio, semplicemente si vuole lenire il dolore in maniera efficace (Evangelium vitae 65). Viene applicato il principio del duplice effetto: il fine oggettivo dell’azione e l’intenzione dell’agente è solo di lenire il dolore; l’effetto non voluto è di abbreviare di poco la vita. Ma la grande differenza rispetto all’eutanasia è che non si ottiene il primo effetto per mezzo del secondo, che rimane fuori dall’intenzione e non è direttamente provocato dai mezzi impiegati, ma dalla malattia che reA.A. sta la causa della morte”.
18 Cultura veneta
Cultura veneta 29
Grandi mostre Fino al prossimo 21 aprile al Museo d’Arte Moderna di Cortina
Sironi e Cortellazzo, dialogo tra chi non si è mai conosciuto D
opo il successo di critica e di pubblico ottenuto dalla mostra Mario Sironi. Anni ’40 e ’50, il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo prosegue l’approfondimento sull’opera di Sironi dedicando la mostra della stagione invernale, che proseguirà fino al prossimo 21 aprile, all’incontro e al confronto tra due artisti che non si sono mai conosciuti, ma il cui lavoro presenta dei forti tratti comuni: Mario Sironi e Gino Cortelazzo. Si tratta del primo omaggio che il Museo delle Regole dedica all’artista di Este di cui possiede una pregevole scultura in alabastro. Gino Cortelazzo fu una delle voci più originali della scultura italiana del dopoguerra. Alla sua scomparsa, nel 1985, ha lasciato più di cinquecento sculture oltre ad opere plastiche di vario tipo, disegni e grafica. Opere di Cortelazzo si trovano in varie città e musei come la Galleria internazionale d’arte moderna di Ca’ Pesaro, il MART e il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi appunto. Artista di ricerca, Cortelazzo, così come anche Mario Sironi, sperimentò ogni materiale: non smise di indagare le possibilità del bronzo ma lavorò anche la pietra, l’alabastro, l’onice, perfino la cartapesta e la resina. Amò molto il ferro e il legno, ai quali spesso tornava. Sviluppò una personalissima idea di figurazione indiretta, basata sul suggerire stimoli visivi sui quali ogni spettatore potesse costruire una sua propria immagine, frutto del dialogo con la sua fantasia e la sua cultura. La mostra, curata da Luciano Gemin, architetto, collaboratore di Carlo Scarpa e grande amico di Cortelazzo, propone ventidue sculture messe a confronto con ventidue dipinti di Mario Sironi, tra cui il bellissimo Ritratto di Boccioni in trincea, dipinto quando Sironi e Boccioni condivisero i duri momenti della trincea durante la prima guerra mondiale e Il mio funerale piccola e struggente opera in cui Sironi immaginava il suo funerale con il carro funebre seguito da uno sparuto gruppo di persone: in effetti la sua previsione si avverò, morì a Milano in agosto e al suo funerale assistettero pochi intimi amici. Il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi custodisce nelle sue sale oltre novanta opere del pittore sassarese, quasi tutte appartenenti agli anni ’40 e ’50. Sono anni particolarmente difficili per Sironi, deluso dalla deriva totalitaria e dal successivo crollo dell’ideologia fascista, straziato dalla morte della figlia, le opere che dipinse in questi anni, ispirate dal paesaggio montano di Cortina, sono intense e dure, di grande forza espressiva. Pur non essendosi mai incontrati di persona, molte sono le analogie che è possibile ravvisare nel lavoro di Sironi e Cortelazzo. Entrambi approfondirono con interesse ed attenzione l’arte contemporanea a loro, parteciparono, pur con il carattere schivo che li contraddistingueva, ai fermenti artistici e alle ricerche dei propri anni. Il loro animo sensibile li portò ad affrontare, nei propri lavori, tematiche esistenziali, pur con esiti stilistici differenti. L’opera di Sironi poi, pur utilizzando la pittura come mezzo espressivo, è estremamente scultorea, soprattutto negli anni di cui sono testimonianza le opere in mostra. Le montagne
Pur non essendosi mai incontrati di persona, il loro lavoro presenta tratti comuni, il loro sensibile li portò ad affrontare, tematiche esistenziali, solopur con esiti stilistici differenti di Cortina, così forti e massicce, ispirarono molto il pittore e gli suggerirono un tratto altrettanto forte e dai volumi definiti per dare forma alle proprie sensazioni. Anche per Cortelazzo intensa fu l’esigenza di trovare, come scrisse il critico Mazzariol, nella materia la propria possibilità di essere messa in forma.
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una Mostra per riscoprire pietro Bellotti
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ietro Bellotti è l’ultimo nome di una dinastia famigliare già di per sé affascinante e ‘complicata’ dove tutti sono pittori, per di più specializzati in vedute. Bernardo Bellotto è suo fratello, Canaletto suo zio e forse sono stati i loro nomi ad eclissare il pur bravo Pietro. Per lungo tempo ritenuto un vedutista marginale oggi finalmente, grazie anche a recenti studi che ne hanno riabilitato il nome all’interno dell’arte veneziana del ‘700, Ca’ Rezzonico ospita la sua prima mostra monografica. L’esposizione curata da Charles Beddington, Alberto Craievich e Domenico Crivellari riunisce per la prima volta quarantatre dipinti provenienti da collezioni private europee e statunitensi, che ricostruiscono il percorso artistico di Bellotti, documentando con la maggior ampiezza oggi possibile il suo vasto repertorio figurativo. Faranno inoltre parte dell’esposizione, allestita nelle scenografiche sale al primo piano di Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento veneziano, i pochi dipinti firmati dal pittore e l’eccezionale nucleo di diciassette tele con vedute delle principali città europee, alcune delle quali firmate sul retro, il cui percorso collezionistico è documentato dal XVIII secolo: si tratta dei ‘dipinti pilota’ da cui è iniziata, a partire dal 1952, la riscoperta dell’artista. Il pittore, attraverso uno stile autonomo e personale, elabora le invenzioni di Canaletto ampliando il tradizionale repertorio veneziano con numerose vedute delle più importanti città d’Europa - oltre ad alcuni capricci architettonici - e rivelando, attraverso le opere oggi a lui attribuite, una personalità più complessa di quanto si potesse sospettare in passato.
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Cos’è il sexting
Cari Lettori e Lettrici, questo mese affronto il delicato fenomeno del SEXTING, una moda “negativa”, proveniente dall’America e diffusa negli ultimi anni anche in Europa, che purtroppo coinvolge prevalentemente i ragazzi/e dai 12 ai 18 anni di età ed ha per oggetto la diffusione di immagini a contenuto sessuale. Ma in concreto che cos’è il seXting? come si diffonde? perché il seXintg è pericoloso? Mi sono occupata di SEXTING anche recentemente in qualità di relatrice al convegno nazionale per la sensibilizzazione sui rischi internet indetto da Internet In Sicurezza con il patrocinio della Provincia di Treviso e di Educomun – Centro di Eccellenza per l’educazione ai media e alla comunicazione- tenutosi il 19 dicembre 2013 presso la Provincia di Treviso in occasione della premiazione del 3 Concorso Nazionale rivolto agli studenti delle scuole superiori presenti sul territorio e avente come titolo il SEXTING. Il termine Sexting deriva dalla fusione di due termini sex (sesso) e texting (pubblicazione di un testo) ed indica, così come evidenziato anche su siti importanti quale quello di telefono azzurro “l’invio e/o la ricezione e/o la condivisione di
testi, video o immagini sessualmente esplicite o comunque inerenti la sessualità”. Le modalità con cui avviene la diffusione del materiale sono molteplici e tra loro eterogenee, potendo realizzarsi sia con la trasmissione attraverso siti internet, e – mail, social network o, più semplicemente, con l’invio di sms o mms mediante telefono cellulare. La pericolosità del sexting va individuata in una serie concatenata di fattori, tra i quali spiccano certamente il contenuto sessuale delle immagini condivise, la circostanza che in prima battuta i giovani sentiti sulla questione ritengono di “non vederci nulla di male” inconsapevoli della gravità del loro comportamento, nella diffusione incontrollata di quanto inviato tramite l’utilizzo della rete e dei social network, nell’incrementare il mercato della pornografia minorile e il rischio concreto per i minori di essere soggetti a ricatti e abusi di vario genere. A ciò si aggiunga che, il più delle volte, i ragazzi coinvolti “quasi per scherzo” anche in danno di propri coetani non sono consapevoli di trasmettere materiale dal contenuto pornografico. Sul punto si consideri però che dall’ottobre 2012 il legislatore italiano ha introdotto nel Codice
LO SPAZIO DELL’ETICA
Analisi di aonale Anselm Zurfluch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler 2000) alcuni motivi che re la speranza all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, di cui il Vangelo sovrabbonda.
Penale un’espressa definizione di materiale a contenuto pedopornografico ricomprendendovi “…ogni rappresentazione, con qualunque mezzo, di un minore degli anni diciotto coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, o qualunque rappresentazione degli organi sessuali di un minore degli anni diciotto per scopi sessuali”. IL SEXTING E’ REATO? COSA fARE PER TuTELARSI DAL SEXTING? Il sexting, nella misura in cui consiste nel ritrarsi in atteggiamenti sessualmente provocatori o in atti sessuali, e nell’inviare ad altri soggetti, attraverso sms o altri mezzi, la propria immagine così creata, non integra di per se stesso un reato penalmente previsto e dunque sanzionato dal nostro ordinamento. E’ per lo più quella condotta che viene posta in essere dopo l’adescamento del minore in internet che, carpita la sua fiducia, invia immagini o materiale dal contenuto sessualmente esplicito a un adulto che a sua volta può porre in essere altre condotte penalmente rilevanti quali ad esempio la detenzione di materiale pedopornografico, la pornografia minorile, la violenza sessuale. Nell’ipotesi in cui un minore venga coinvolto
in un fenomeno di sexting è necessario che lo stesso si confidi con un adulto di sua fiducia, denunci immediatamente all’Autorità Giudiziaria i fatti con dovizia di particolari e soprattutto non cancelli foto/filmati/ messaggi inviati e ricevuti sia perché inutile a lavare il proprio senso di colpa e vergogna ma, soprattutto, perché potrebbe cancellare prove importanti contro il soggetto che si è reso responsabile di condotte penalmente rilevanti. Vi chiedo di scrivermi anche in privato per raccontarmi cosa ne pensate, se siete o meno mai stati vittima di sexting e cosa avete fatto. Colgo l’occasione per AUGURARVI UN 2014 ricco di emozioni positive, prosperità, felicità e salute. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
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Enti locali Taglio delle Province, Delrio fa partire il countdown pag. 34
Porto Tolle Tensioni all’interno del Partito Democratico pag. 17
Centrale Enel Assolti i 25 attivisti di Greenpeacepag. 14
PORTO VIRO. ECOCENTRO PRONTO PER I CONFERIMENTI
EDITORIALE
Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano
non ci avanti al dio palanca parenti”: sono fratelli, amici o locale. Anno Tel. è una delle frasi pronunciate XX n. 25 - Poste 09089 Italiane s.p.a. intercettazioni della 4 - Spedizione in una delle decine di in Abbonamento rete di corruzione Postale - D.L. recente inchiesta sulla 500.000 euro 353/2003 Poche parole (convertito La struttura del costo di in Legge 27/02/2004 legata agli appalti pubblici. 250.000 euro n° 46) art. circa è stata finanziata con una volta se ce ne 1, comma 1, regionale e il che sintetizzano, ancora NE/PD www.la provenienti da un contributo è il criterio adottato fosse il bisogno, qual con ammorta- piazzaweb.it rimanente sarà addebitato infedeli e da imprenda funzionari pubblici Tra le novità del ovviamente, che mento nel piano Tia/Tares. ditori complici. Il denaro, di accesso e di e grandi, gli “agcentro, spiccano le modalità giustifica i favori piccoli conferimento dei rifiuti procedure, il ritocco pag. 10 giustamenti” di gare e pag. 6 a danno del pubin corso d’opera, sempre di noi. ciascuno di blico e, di conseguenza, ROSOLINA, RIQUALIFICAZIONE basta anche qualche CARCERE, IL pag. 8 Il denaro, sia “cash”, SERT DEL QUARTIERE NORGE euro di tanto in LE CONDIZION MIGLIORA banconota da 50-100 I SANITARIE di “regali” come pag. 26-27 tanto, che sottoforma anche una mano di il viaggio esotico ma piccolo lavoretto bianco in casa o qualche di piccorruzione nostrana, EDITORIALE dalla “extra”. E’ la pezzatura, quella dalla Giunta ed approvate colo cabotaggio e piccola consiliare predisposte regionale. Geremia Gennari, alla questione, la sala zona grigia di cui nessuno entro la C’è stato un taglio ad che alimenta una bassopolesane in merito è stata recentemente teatro V commissione Potranno avere inizio già l coro delle forze politiche con chiarezza. E’ il primo l’ordine del giorno approvato portovirese di risorse, soprattutto considerevole riqualificazione di Porto ricordando e trasversalmente comunale conosce i contorni ca tutti gli altri, fino ad fine dell’anno i lavori di pubblico “L’ospedale di fornitura di si è alzato unanime all’unanimità in consiglio poi giustifi certi farmaci, che schede dell’incontro Rosolina che ospedalie- passo che pronto soccorso al agosto in nome presidio se vogliono devono del quartiere Norge di perdita decretata dalla tutto Venezia: del Il la da contro scandali. mutilato mantenimento Viro procurarsi pagando, arrivare ai grandi ai residenti di potersi capogruppo per il del presidio ospedaliema anche di Alessandro permetteranno quindi alle persone una volta precisare che soccorso” promosso dal del ospedaliere regionali “dio palanca”, ovviamente, detenute oltre a ro, ha voluto ancora Abbadir* all’aperto della Salute pronto di un millimetro: del alla libertà viene Viro Thomas Giacon e di moralità e di godere al meglio gli spazi ro della casa di cura Madonna “Porto Viro non arretrerà di di Uniti per Porto tolta di una distorta concezione centro della frazione scandalizzarsi loro anche la salute. alle Viro, appellativo che permetteva partecipato diversi rappresentanti se c’è da urlare o da sbarcare a Venezia, urne del 24 e18 pag. senso civico. Perché dunque 25 di Porto di assoluta cui hanno regionali Fondamentale emerge una situazionefebbraio compresi i consiglieri il nosocomio in posizione porrescorso l’intervento se “così fan tutti”? e che nel istituzionali Azzalin, oltre lo faremo. ine- alla sanità pubblica stricabile, o perlomeno davvero prestato dal Sert. parità rispetto Cristiano Corazzari e Graziano tutti accomu50% 40% pag. 3 difficilmente di Agenas (Agenzia Naziorisolvibile. Un continua a Diego Crivellari, pag. 10 30% caos politico che rapporto annuale 6 60% 50% ha indicato come all’onorevoleunico scopo dopo il declassapagg. 4-5 e rischia portare spediti nale perdii servizi sanitari) 30% 20% nati da un a nuove tratnel SULLA S.S. 434 50% consultazioni. Veneto ospedaliere 10% prio quello che Pro- miglior centro del avvenuto con le schede il secondo SI VIAGGIA non ci voleva in una Per discutere mento A 70 CHILOMETR migliori zione economica Cogli le del gli infarti del miocardio. taresituaI L’ORA genere, zona! caratterizzata della tua da offerte una recessione a cui dal 2008 vede fine. non si Il ciclone o tsunami (come lo definisce il suo capo Beppe Grillo) Stelle, si è abbattuto del Movimento 5 Odontoiatrico Ambulatorio sui STEFANO partiti, anche Passa da 110 Veneto, con una sanitario: in OSTI Dott. a 70 km orari potenzaDirettore limite della velocità il per molti versi davvero inaspettata. di Silvia Giuriato* nell’arteria stradale ALLA DENTIERA! strategica S.S. 434 meglio nota Nella nostra regione ADDIO agosto come giornata senza Transpolesana. però, inserite con decreto legge lo scorso fissi quello sorprende più denti alato grave aveva chein La decisione è e recentissime modifiche legislative, che il SPACCIO DI FABBRICA stata definito il Cen. presa dall’Anas. 2013, hanno recepito grillini (che è stato un evento boom deibisturi, tagli e punti di sutura Ser la presidente Polemico Corazzari agli amministratori”. e convertito in legge il 15 ottobre 12 - ROVIGO Loc. 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