AMBULATORIO mese dell VETERINARIO prevenzionae contro la filari PEGOLOTTE osi
di Rovigo
• Vaccinazioni e profilassi filaria • Visite cliniche e domiciliari • Ecografia • Radiologia • Chirurgia • Laboratorio analisi
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Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 81 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD
Commercio Ripartire dai negozi sfitti: Confesercenti lancia l’iniziativa pag.
Il caso Informagiovani: fondi pronti, progetto bloccato
Sicurezza L’ordinanza dice stop a musica e schiamazzi notturni
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EDITORIALE
Iras, contInua l’InchIesta suI fondI per glI anzIanI
Fusione tra Comuni i sindaci ci provano di Nicola Stievano
Il 15 giugno 2013 era il giorno fissato come termine per la raccolta dei dati da parte della commissione incaricata di far chiarezza sui contributi per il pagamento della retta mensile, pervenuti all’Iras attraverso l’Ulss 18 su indicazione dell’assessore Regionale Remo Sernagiotto pag. 6
futsal rovIgo In festa per I 15 annI dI attIvItà
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Rovigo rimane un ospedale hub L’Intervento
Una festa doveva essere, e una festa è stata. Il palazzetto dello sport di Rovigo, teatro di tante soddisfazioni, ha ospitato il secondo “Futsal Day” per festeggiare il quindicesimo anno di attività del Futsal Rovigo. Davvero tanti i presenti, “vecchi“ e “nuovi” pag. 18
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Il CapoluogoCommercio, perderà 168 dateci una posti mano a non “spegnere” nostre cittàe funzioni letto per acuti. Salvatilereparti
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di Nicola Rossi*
ia le Province, tutte, via i piccoli Comuni, il più possibile. Nell’estate 2013, forse la più difficile dall’inizio della crisi, le parole d’ordine sono tagliare, razionalizzare, fare economia, contenere le spese. Anche a Nordest, dove il campanile è sacro, dove l’identità locale è radicata nella storia ma anche nelle abitudini quotidiane, ci si interroga sul destino degli enti locali. Mente la battaglia per la “sopravvivenza” delle Province, i cui amministratori sembrano intenzionati a non cedere e a sfruttare tutti gli strumenti per mettere i bastoni fra le ruote al governo, si gioca più che altro sul piano politico nazionale, la partita che riguarda i Comuni si tiene in casa e potrebbe portare a novità interessanti già in questi giorni. Da una parte c’è la Regione che incoraggia le Unioni dei Comuni e anche le fusioni stanziando dei contributi alle amministrazioni che intraprendono questa strada. Dall’altra ci sono i sindaci che, pur avendo presente la forte identità del Comune che guidano, devono anzitutto far quadrare i conti. Non si può certo dire che siano rimasti alla finestra, anzi.
rande è stata la soddisfazione da parte primariati o servizi per i quali si era temuto negli una centrale operativa territoriale attiva sulle 24 commercianti, sindaciappaiono della Provincia di soddisfazione anche per la struttura della Direzione dell’Azienda Ulss 18 uasi in settecento scorsi mesi.tra“Significative e positive ore. Grande Padova e numerose partecipato relazione all’approvazione delle nuove anche le novitàassociazioni previste perhanno l’ospedale San lodiscorso Trecenta che, insieme a quella di Adria era primoLuca lugliodialla fiaccolata le vieviene delladisegnato città di Padova schede ospedaliere. Il Comunicato ufficiale Trecenta, per ilperquale quellaperpiù a rischio per dimensioni e specialità. sensibilizzare l’opinione pubblica diramato in seguito alla notizia della Regio- uno sviluppo in campo medico e riabilitativo, in Al San Luca di Trecenta verrà mantenuto quindi ne Veneto infatti recitava come la direzione grado di completare, ampliandolo, il ventaglio il punto nascite, anche se ancora grande è la *Presidente Padovagià in essere. Importanti preoccupazione per i tagli relativi ai posti letto esprimesse la “sua piena soddisfazione per il Confesercenti di offerta dei servizi riconoscimento delle peculiarità demografiche e cambiamenti vengono8 inoltre introdotti nel mo- che, anche nelle dichiarazioni del Sindaco Lacontinua a pag. sociali del Polesine e della sua sanità”. Attenzio- dello di assistenza territoriale, prevedendo la ruccia avvenute a mezzo stampa, andranno ne particolare è stata riservata al mantenimen- creazione delle aggregazioni professionali dei sicuramente ad intaccare la funzionalità della INtoRETE CON NOI! Troverai il nostro venga distribuito conoffrenuove del Presidio di riferimento provinciale come medici giornale e dei pediatri prima di famiglia,che l’attivazione struttura che ad oggi servizi pernews circa 80che pagg. 4-5 Hub da parte di Rovigo, che quindi non ha perso di strutture di ricovero intermedio e l’avvio di mila persone.
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riguardano il tuocontinua territorio a pag. 3
L’Intervento
Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città di Nicola Rossi*
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uasi settecento tra commercianti, sindaci della Provincia di Padova e numerose associazioni hanno partecipato lo scorso primo luglio alla fiaccolata per le vie della città di Padova per sensibilizzare l’opinione pubblica... ELLO
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*Presidente Confesercenti Padova a n.1367 o Calza one Sanita di Padov Dott. Marc AutorizzaziSanitario i Odontoiatri Direttore Ord. Medic Iscrizione
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EDITORIALE
segue da pag.
Fusione tra Comuni i sindaci ci provano
Roverella
la mostra chIude con 40 mIla vIsItatorI Un vero successo per la mostra “Il successo italiano a Parigi negli anni dell’Impressionismo: la Maison Goupil”, che ha chiuso i battenti dopo essere stata ammirata da 40 mila visitatori. È il secondo record di visite nei 7 anni di mostre a Palazzo Roverella, come ha sottolineato il presidente della Fondazione Cariparo, Antonio Finotti. Oltre alla oggettiva bellezza delle opere, ad essere molto apprezzata dal pubblico è stata la rigorosità scientifica dell’esposizione curata dal professor Paolo Serafini dell’Università di Roma. Educazione civica
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La gestione in forma associata dei servizi fra i piccoli Comuni è stato solo il primo passo, perché diverse amministrazioni hanno scelto la forma dell’Unione fra Comuni, che dovrebbe garantire ulteriori economie e qualche risorsa in più. Ma c’è chi si sta spingendo oltre e pensando alle vere e proprie fusioni, fra due o più Comuni. Non dimentichiamo che quasi vent’anni fa proprio in Veneto si verificò una della prime fusioni, con la nascita del Comune di Due Carrare su iniziativa dei sindaci di Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano. La scelta si è rivelata lungimirante, racconta ora l’attuale sindaco, e ha permesso di accedere a nuove opportunità di finanziamento, a contare su maggiori risorse per realizzare opere e garantire servizi migliori. Una strada da seguire, dunque, lungo la quale si stanno avviando altri Comuni del Veneto, dalla montagna bellunese alla bassa padovana, al rodigino, dove sei comuni hanno già deciso il loro futuro nome: Civitanova Polesine. Fusioni che non riguardano solo i microcomuni, visto che anche Este, che conta quasi 17 mila abitanti, sta portando avanti il progetto di fusione con Ospedaletto Euganeo, centro di otre 5 mila anime. Il “matrimonio” porterebbe un dote qualcosa come 9 milioni di euro per i prossimi dieci anni, una cifra che permetterebbe, raccontano gli amministratori, di gestire con maggiore tranquillità il bilancio comunale. E non importa se ce si sarà un solo Comune, con un nuovo nome, per non far torto a nessuno, ciò che conta è che rimangano i servizi, si possano asfaltare le strade, far giocare i bambini nei parchi pubblici, evitare che piova dentro le scuole. Fusione, unione o convenzioni: ciascun Comune sta cercando la soluzione ideale, non senza fatica, ma con la speranza di ottenere dei benefici. di Nicola Stievano messaggio pubblicitario
progetto oncologIco premIato In amerIca
Un progetto realizzato dall’Ulss 18 di Rovigo è stato premiato dalla società scientifica di oncologia americana Asco. Si tratta del lavoro di un medico e di due informatici per la realizzazione di un programma che consente di conoscere in maniera approfondita le condizioni e l’aspettativa di vita dei pazienti anziani colpiti dal cancro. “Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione – ha commentato il presidente del Veneto Luca Zaia – che la sanità veneta è capace di esprimere un’eccellenza diffusa sul territorio e non concentrata esclusivamente sui grandi centri. Rovigo esprime al meglio questa caratteristica virtuosa e rara in Italia”.
torna Il forum deI gIovanI
L’amministrazione comunale, assessorato alle Politiche giovanili, intende ricostituire il Forum dei Giovani, finalizzato alla partecipazione attiva della comunità giovanile alla vita pubblica. Questo organismo, che si pone come strumento di intermediazione e di confronto tra i giovani ed il governo locale, sarà composto da due rappresentanti per ciascuna associazione, organizzazione o altro soggetto appartenenti all’universo giovanile. Polesine
gIannI Berengo gardIn
“homo cIvIlIs”
È partita la campagna informativa “Homo civilis”, promossa dall’Assessorato all’Ambiente, in collaborazione con la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, volta a creare maggiore consapevolezza nei proprietari dei cani, affinché rimuovano le deiezioni dei loro amici a quattro zampe. E’ vigente da fine maggio una tenace reprimenda, chi violerà le disposizioni previste dall’articolo 36 del Regolamento comunale sulla gestione del ciclo dei rifiuti dovrà pagare una sanzione amministrativa pecuniaria (da un minimo di 25 a un massimo di 250 euro). Ulss 18
Politiche giovanili
Rovigo carcere
palazzo celIo
Continuano i problemi di sovraffollamento
restaurI
Provincia
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Dopo 3 anni Palazzo Roncale torna alla città pag.
arte
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Torna a pendere la scure sulle province. pag.
scuola
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Open day a Rovigo, un assaggio di università
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Xanto Avelli, piatto forte al Museo dei Grandi Fiumi pag. 16
spettacolI
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Regione Morti bianche in calo perchè è calato il lavoro pagg. 32-33
arte
Padiglione Italia alla Biennale di Venezia
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“Tra ville e giardini” entra nel vivo della programmazione pag. 31
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Ci sarà tempo fino al 29 settembre per visitare la mostra di Gianni Berengo Gardin dedicata al Polesine. L’obbiettivo del grande fotografo di S. Margherita Ligure, infatti, negli anni ’70 ha a lungo indugiato sul paesaggio rodigino e sui suoi abitanti cogliendo silenti geometrie di campi, filari, scene di vita, uomini e donne al lavoro, piccole immagini perse ad animare i campi e le strade. Lo scenario ideale per ospitare questi scatti non poteva che essere un’altra opera d’arte, la preziosa ‘Badoera’, gioiello architettonico del nostro territorio e dal 1996 patrimonio Unesco. Arquà Polesine
grIsù, gIuseppe e marIa
Andrà in scena sabato 20 luglio alle ore 21.00 al Castello di Arquà Polesine “Grisù, Giuseppe e Maria”, lo spettacolo teatrale interpretato dalla compagnia “La Moscheta”, scritto da Gianni Clementi con la regia di Daniele Marchesini. In una sagrestia di una provincia veneta degli anni ‘50 si svolge la storia di due sorelle: Maria, moglie di un minatore emigrato a Marcinelle in Belgio, e Teresa, conosciuta da tutti come seria ed illibata. Coinvolto nei fatti anche il fedifrago farmacista del paese (a conoscenza dei segreti dei suoi compaesani) e il sacerdote Don Gino, aiutato dal sagrestano Berto, invalido e bizzarro.
È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto. è un marchio registrato di proprietà della srl
Questa edizione raggiunge le zone di Rovigo per un numero complessivo di 12.500 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120
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Direttore responsabile
Mauro GaMbin direttore@lapiazzaweb.it ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 giugno 2013 Centro Stampa: rotopreSS InternatIonal loreto, vIa breCCIa (an)
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4 Argomento del mese SANITÀ Il 18 giugno scorso la Giunta Regionale ha approvato le schede ospedaliere: Rovigo manterrà il ruolo di “Hub” territoriale e nessuna riduzione di reparti e funzioni. Per quanto riguarda i posti letto per acuti il capoluogo polesano ne perderà 168, Adria 43 ma mantiene il punto nascite, come pure Trecenta
Riforma degli ospeda
di Martina Celegato
Azzalin: “Per ora si è scelto di non scegliere, prima o poi i nodi arriveranno al pettine”
Corazzari: “Smentita l’ipotesi di una sanità polesana satellite di quella padovana”
E’
ormai arrivato ad assumere una forma definitiva il Piano Socio Sanitario Regionale che negli scorsi mesi aveva fatto tremare il mondo della politica e dei cittadini polesani paventando tagli poco sostenibili e squilibrati per la Provincia di Rovigo nei confronti delle altre provincie venete. Il 18 giugno scorso la Giunta Regionale ha infatti approvato il tassello mancante al quadro complessivo del riordino, ossia le schede di dotazione ospedaliera e territoriale decretando per Rovigo il mantenimento del ruolo di “Hub” territoriale e nessuna riduzione di reparti e funzioni. Le 33 specialità verranno mantenute nella loro completezza e nessun servizio verrà toccato dal Piano. Per quanto riguarda i posti letto per acuti il capoluogo polesano ne perderà 168, un numero ben inferiore da quello emerso dalle previsioni non ufficiali dei mesi scorsi. Buone notizie sono arrivate anche per la struttura di Adria, che ha subito una riduzione di 43 posti letti complessivi e l’eliminazione della specialità di Anatomia patologia, ma il mantenimento dei punti nascita, scelta tenuta anche per Trecenta. Entrambe le strutture rischiavano molto in questa direzione, essendo al di sotto dei parametri minimi richiesti per il mantenimento e funzionamento di questi servizi. Un felice epilogo quindi che rende soddisfatti tutti gli attori che negli scorsi mesi si erano espressi in merito: dagli addetti ai lavori ai
datI alla mano
Il Piano Socio Sanitario in numeri
I
l Piano Socio Sanitario regionale proposto dalla Giunta presieduta da Luca Zaia (nella foto) è senza dubbio molto ambizioso e prende esempio altre da realtà europee di grande rilievo. Essenzialmente l’obiettivo finale è quello di avere un servizio più capillare e vicino alla gente attraverso l’attivazione di nuovi posti letto di comunità e aumento delle specialità di primariato (da 727 a 754), aumento dell’efficienza rispettando la golden hour per l’intervento diretto e il mantenimento di tute le eccellenze attualmente presenti negli ospedali per acuti suddivisi in Hub di riferimento Europeo (le Aziende Ospedaliere di Padova e Verona), in Hub di riferimento provinciali (gli Ospedali capoluogo) e in nosocomi “di rete”, tarati sull’assistenza di circa 200 mila abitanti l’uno. La grande novità risiede nell’assistenza territoriale che punta a fornire assistenza 24 h su 24 anche a chi non necessita di ospedalizzazione. “Una riforma epocale - ha commentato Zaia - non solo perché viene dopo 17 anni dal precedente Piano Sociosanitario, ma perché disegna un’organizzazione sanitaria moderna e capace di essere efficiente per vari anni a venire.” Ma.Ce.
rappresentanti politici locali e sindacali, fino ai dipendenti stessi delle strutture, anche se alcune ombre e dubbi sono stati esposti da rappresentanti della politica, soprattutto se si dà uno sguardo più in generale alla realtà veneta e a come questa decisione della Giunta sia andata a definire una nuova forma per la sanità regionale. Dal Convegno dell’Associazione Attivamente in prima persona Graziano Azzalin ha affermato a riguardo: “Vorrei che fosse chiara una cosa: la partita della Sanità non è affatto chiusa con la presentazione delle schede ospedaliere da parte della Giunta, anzi il secondo tempo deve ancora cominciare. E non solo perché dobbiamo ancora vedere le schede di dotazione territoriale, ma anche perché per ora si è scelto di non scegliere, ma prima o poi i nodi arriveranno al pettine. Se i tagli li dovranno fare la commissione ed il consiglio, il peso del Polesine per un fatto meramente numerico porterà la nostra sanità ad essere ancora una volta di più sacrificata a beneficio di territori ‘più forti’. Non vorrei che a fronte di risorse ridotte e di non scelte, la differenza la facessero poi i soldi. I tagli orizzontali penalizzano sempre i territori più fragili e i cittadini più in difficoltà. A rimetterci, insomma, rischiano di essere sempre gli ultimi”. Anche Cristiano Corazzari, esponente della Lega Nord e coinvolto in prima persona nel Piano Socio Sanitario Regionale, si è espresso a riguardo: “Le schede
ospedaliere approvate dalla Giunta regionale, per quanto riguarda la provincia di Rovigo, rappresentano una conferma ed una svolta in fatto di servizi e qualità alla Sanità del nostro territorio. La partita delle schede sarà comunque chiusa in Commissione e poi in Consiglio, quando le licenzieremo definitivamente dopo un’opportuna approfondita analisi. In particolare è stato recepito l’assunto fondamentale che vede l’ospedale del capoluogo salire al ruolo di polo hub, cioè centro specializzato di riferimento provinciale, e mantenere i fondamentali reparti di Neurochirurgia e Radioterapia. Viene quindi smentita l’ipotesi di una sanità polesana satellite di quella padovana. A Trecenta oltre al mantenimento dei servizi esistenti sarà sviluppato un polo medico-riabilitativo con conferma del punto nascita, mentre ad Adria sarà mantenuto il presidio ospedaliero per la valorizzazione della specificità del Polesine insieme a Porto Viro e in rete con gli ospedali della provincia di Rovigo”. L’approvazione da parte della Giunta avvenuta lo scorso 18 giugno rappresenta il primo passo verso l’approvazione definitiva che è cominciata il 27 giugno presso il Consiglio Regionale. Il provvedimento andrà a coinvolgere concretamente tutte le strutture territoriali e il presidente della Commissione Leonardo Padrin ha deciso di raccogliere le osservazioni in merito attraverso un indirizzo di posta elettronica dedicato e un numero di fax.
Argomento del mese 5 I commenti dell’Ulss 18
ali, scampato pericolo Duro il commento dell’assessore provinciale Guglielmo Brusco
“Il Polesine è stato maltrattato. Il solo fatto positivo è l’hub” di Martina Celegato
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olto critico in tema di sanità è stato Guglielmo Brusco, vicepresidente della provincia di Rovigo, che in una nota destinata a tutti i sindaci del Polesine ha sottolineato come, a differenza delle altre province, Rovigo non sia stata coinvolta direttamente nelle decisioni a riguardo della Sanità. Ossia come i Sindaci e le autorità locali non siano stati ascoltati, anzi sottolineando come “Rovigo sia stata la Provincia più maltrattata dalla Giunta Regionale del Veneto. Il solo fatto positivo, l’ospedale di Rovigo rimasto hub provinciale, non può farci certamente dimenticare la violenta offensiva contro i nostri ospedali, in termini di taglio di posti letto e servizi. Dalla Regione, poi, non possono certamente dire che bisogna tagliare e fare sacrifici, se questi non sono equi e distribuiti in modo giusto tra le varie province e Ulss Venete.” Sempre nella nota inviata a tutti i Sindaci del Polesine Brusco fa una proposta a riguardo ovvero “Chiedere alla Regione Veneto di non applicare il 3,5 per mille abitanti come limite massimo di posti letto ospedalieri. Chiediamo alla Regione di applicare il limite massimo fissato dal Decreto Balduzzi che prevede 3,7 posti letto per mille abitanti. Solo questa operazione quasi dimezzerebbe il taglio previsto nei nostri ospedali. In più, credo che il Polesine debba reclamare un trattamento almeno uguale all’unica provincia Veneta, paragonabile al Polesine per numero di abitanti e per presenza di persone anziane (Belluno, ndr). Le differenze odierne infatti, sono incredibili e a mio giudizio offensive del diritto alla salute dei Polesani. Se in provincia di Belluno, con meno abitanti, si hanno certi numeri, non Vedo perché i polesani non abbiano diritto agli stessi parametri”. Alla comunicazione verso i Sindaci Brusco ha allegato tutti i parametri di confronto con la Provincia di Belluno che hanno messo in luce le varie differenze. messaggio pubblicitario
La soddisfazione dell’azienda
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rande è stata la soddisfazione da parte della Direzione dell’Azienda Ulss 18 in relazione all’approvazione delle nuove schede ospedaliere. Il Comunicato ufficiale diramato in seguito alla notizia della Regione Veneto infatti recitava come la direzione esprimesse la “sua piena soddisfazione per il riconoscimento delle peculiarità demografiche e sociali del Polesine e della sua sanità”. Attenzione particolare è stata riservata al mantenimento del Presidio di riferimento provinciale come Hub da parte di Rovigo, che quindi non ha perso primariati o servizi per i quali si era temuto negli scorsi mesi. “Significative e positive appaiono anche le novità previste per l’ospedale San Luca di Trecenta, per il quale viene disegnato uno sviluppo in campo medico e riabilitativo, in grado di completare, ampliandolo, il ventaglio di offerta dei servizi già in essere. Importanti cambiamenti vengono inoltre introdotti nel modello di assistenza territoriale, prevedendo la creazione delle aggregazioni professionali dei medici e dei pediatri di famiglia, l’attivazione di strutture di ricovero intermedio e l’avvio di una centrale operativa territoriale attiva A Trecenta sulle 24 ore. apertura estiva Grande soddisfazione anche per dell’ambulatorio la struttura di Trecenta che, insieme a per i controlli quella di Adria era quella più a rischio oncologici per dimensioni e specialità. Al San Luca di Trecenta verrà mantenuto quindi il punto nascite, anche se ancora grande è la preoccupazione per i tagli relativi ai posti letto che, anche nelle dichiarazioni del Sindaco Laruccia avvenute a mezzo stampa, andranno sicuramente ad intaccare la funzionalità della struttura che ad oggi offre servizi per circa 80 mila persone. A fronte del rischio che molti pazienti possano essere ricoverati in strutture lontane come Rovigo i medici di base locale stanno cercando di ricavare degli spazi dove possano essere integrati dei posti letto di comunità come previsto dal Piano Socio Sanitario Regionale. Rimane comunque un grande valore la vocazione alla riabilitazione della struttura che ha tutte le potenzialità per divenire punto di riferimento non solo per la provincia di Rovigo ma anche per quelle limitrofe. Un centro così importante inevitabilmente porta benefici che si ripercuotono anche nella zona circostante alzando quindi il movimento e facendo girare l’economia locale. Oltre a queste buone notizie anche un’altra novità arriva dal polo di Trecenta, relativa all’apertura estiva dell’ambulatorio per i controlli oncologici. Durante l’estate 2013, per la prima volta dal 2004, grazie alla disponibilità dello staff e all’impegno della direzione i servizi continueranno ad essere erogati regolarmente. La decisione della Direzione è stata apprezzata sia dai vertici locali che dalle associazioni e che ruotano intorno al mondo della salute che hanno accolto positivamente questo “riMa.Ce. torno”.
6 Rovigo Imposte Il 17 giugno è scaduta la data per il pagamento dell’acconto Imu
Bellinazzi: “Rimaniamo in attesa di ciò che farà il Governo” Le aliquote sulla prima rata non sono state toccate. Ora l’assessore di palazzo Nodari aspetta le direttive da Roma
La parola alla minoranza
romeo: “Il proBlema non È l’Imu”
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di Martina Celegato
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l 17 giugno è scaduta la data per il pa- siamo nella stessa situazione di tutti gli gamento dell’acconto Imu e molti hanno altri comuni italiani. Rimaniamo in attesa dichiarato come a Rovigo ci sia stata una delle decisioni che verranno prese. Ad oggi riscossione da record rispetto alle somme nessuno ha pagato l’Imu sulla prima casa previste che, considerate le sospensioni e pertinenze, terreni agricoli e fabbricati, vigenti per quanto riguarda la prima casa, cooperative edilizie e Ater quindi le voci che arriverebbero da tutti quegli edifici e costru- circolano a riguardo non sono veritiere semzioni che non rientrano nelle categorie per plicemente perché è tutto fermo. La legge le quali il pagamento rimane bloccato fino inoltre - continua Bellinazzi - ha deciso che al 31 agosto. In definitiva, quindi, fabbricati l’acconto deve essere versato seguendo le aliquote stabilite lo industriali e seconde scorso anno, quindi case. Per capire me- Se l’imposta non noi come amministraglio la situazione in cui dovesse essere si trova Rovigo e come eliminata, agevolazioni tori non abbiamo potuto toccare nessuno si muoverà l’ammini- per diverse di questi parametri. strazione, le dichiara- categorie di cittadini Le aliquote Imu dezioni dell’Assessore al Bilancio del capoluogo, Stefano Bellinazzi, finitive verranno portate a bilancio a fine sono senza dubbio indispensabili e chiarifi- mese, anche se per l’appunto rimaniamo in catrici: “Essendo l’imposta sospesa fino al attesa delle decisioni che verranno prese a 31 agosto, data in cui il governo deciderà livello nazionale”. se eliminare totalmente l’imposta o meno, Ma cosa succederebbe se il Governo de-
In Breve
Nella foto l’assessore al Bilancio, Stefano Bellinazzi cidesse di eliminare l’imposta? “Nelle casse del Comune di Rovigo verrebbero a mancare 4,5 milioni di euro. Una somma consistente per amministrare la città che senza dubbio dovrebbe essere compensata in altro modo dal governo centrale, come era stato fatto a suo tempo con l’Ici. E’ improbabile, se non impossibile, pensare di chiudere il bilancio senza queste somme. Mi auguro che il Governo mantenga le promesse fatte, ma se l’imposta non dovesse essere eliminata ci saranno agevolazioni per diverse categorie di cittadini”.
entita in merito anche il Consigliere di Minoranza di Rovigo Nadia Romeo porta la sua opinione sull’Imu e sulla situazioNadia Romeo ne che si trovano ad affrontare i comuni. “Il problema dei comuni non é Imu sí, o no. Il problema vero dei nostri comuni passa attraverso la ridefinizione dei ruoli, la determinazione delle competenze, la fonte di approvvigionamento delle necessarie risorse finanziarie e mediante una radicale nuova organizzazione dei servizi, che deve essere ispirata e ancorata alle effettive esigenze dei cittadini. Il mio auspicio è che per il futuro questa maggioranza sappia lavorare avendo come esclusivo obiettivo quello di trovare la soluzione più equa per i cittadini”. Il consigliere di minoranza ha formulato anche alcune critiche su quelle che sono state le scelte del passato prese dall’Amministrazione. “Noi, come Pd l’anno scorso ne avevamo fatto alcune scelte di base: Imu al minimo per la prima casa, per chi affitta a canone agevolato, non far pagare disabili e anziani in struttura, esonero per le case Ater. Questa maggioranza ha scelto l’Imu al massimo, uno dei pochissimi comuni in tutt’Italia. In fase di assestamento di bilancio si è visto come molte delle nostre proposte avrebbero potuto essere state accolte. Si è preferito un aumento al massimo di tutte le tasse e le tariffe cittadine invece di soluzioni che avessero ripercussioni concrete nel dare sollievo alle famiglie. I comuni in un ordinamento democratico non possono che applicare i provvedimenti che vengono decisi a livello nazionale ma le buone amministrazioni hanno il dovere e l’autonomia di fare alcune scelte. Ogni forza politica fa legittimamente le proprie proposte, ma poi la buona politica ha il dovere di trovare la sintesi migliore per ridare fiato e speranza ai cittadini. Voglio lasciarmi guidare dall’ottimismo e sperare che il governo sappia trovare risorse alternative adeguate. Il comune capoluogo è chiamato e, lo sarà sempre più, se verranno abolite le provincie, sul piano politico ad un’azione di raccordo pur nel rispetto delle autonomie dei singoli comuni”. Ma.Ce.
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IRAS LA COMMISSIONE CONTINUA L’INCHIESTA L’assessore regionale Remo Sernagiotto ha affermato che, nel caso emergessero delle gravi irregolarità, si procederà al commissariamento
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l 15 giugno 2013 era il giorno fissato come termine per la raccolta dei dati da parte della commissione incaricata di far chiarezza sui finanziamenti pervenuti all’Iras attraverso l’Ulss 18 su indicazione dell’assessore Regionale Remo Sernagiotto. La commissione, formata dal Sindaco Bruno Piva, Giovanni Nalin (Sel-Idv) e Giacomo Sguotti (Pdl), aveva ricevuto l’incarico alla fine di maggio da parte del consiglio comunale di Rovigo, un compito ben preciso che doveva andare a capire dove fossero andati a finire i contributi che dovevano essere versati sui conti correnti degli anziani non autosufficienti come integrazione economica ai familiari per il pagamento della retta mensile. L’inchiesta, ancora in corso, non si preannuncia di facile risoluzione e lo stesso Sernagiotto nelle scorse settimane ha affermato come, nel caso emergessero delle gravi irregolarità, si procederà al commissariamento dell’ente Iras. Ma quali sono i fatti che hanno portato a questa situazione? Ripercorrendo la vicenda che negli ultimi mesi ha coinvolto l’Iras non si possono non citare le parole di Sernagiotto “La Regione sulla base di una segnalazione che può essere presentata anche da un privato cittadino, avvia un procedimento istruttorio di verifica. Se la segnalazione ha un riscontro, si provvede al commissariamento”. La segnalazione relativa all’Iras era partita dal consigliere PDL Aldo Guarnieri proprio durante una seduta consiliare del
capoluogo polesano, seduta durante la quale il consigliere aveva presentato una mozione che ha portato successivamente all’analisi di tutti i dati finanziari relativi e ai dettagli delle spese in particolare per i contributi. In seguito alla segnalazione Sernagiotto ha poi spiegato come dalle prime verifiche effettuate, dei 400 mila euro di fondi regionali destinati agli anziani, solo il 37% fosse stato effettivamente distribuito mentre il rimanente delle somme utilizzato per sopperire ad altre spese come la retribuzione dei dipendenti, che esulavano totalmente dal reale scopo per cui i fondi erano stati stanziati . Una questione spinosa che, se venisse confermata, porterebbe alla luce una situazione di difficile gestione vista la delicatezza dei servizi svolti da parte dell’ente stesso. Inevitabilmente la questione, sia durante il Consiglio Comunale sia durante altre occasioni pubbliche, aveva suscitato indignazione da parte delle autorità locali che avevano calcato la mano soprattutto nel fatto che molti dei familiari dei degenti non fossero nemmeno a conoscenza di questi fondi, e che quindi continuassero a farsi carico di somme da pagare a volte inadeguate per le effettive possibilità economiche. Ma.Ce.
8 Rovigo Negozi in centro Savogin ha spiegato le sue idee per salvare il commercio
Ripartire dai negozi sfitti
L’Intervento
Commercio, dateci una mano a non “spegnere” le nostre città di Nicola Rossi*
di Lorenzo Zoli
segue da pag.
“N
Confesercenti ha lanciato un’iniziativa: contattare i privati titolari di negozi non locati, proponendo loro di offrirli a costi calmierati
oi vogliamo che il centro storico viva e che il commercio viva. Se il commercio vive, la città vive. E una città viva è più sicura”. Antonella Savogin, direttrice di Confesercenti Rovigo, riassume in una frase i tanti motivi che stanno alla base del “no” deciso che la sua associazione di categoria pronuncia quando sente parlare dell’ipotesi di ampliamento dei centri commerciali o addirittura dell’apertura di nuove strutture di questo tipo. Discorsi, questi, già fatti in passato e che sono tornati di moda nell’ultimo consiglio comunale di giugno. Infatti l’amministrazione comunale di Rovigo è tornata ad accarezzare l’ipotesi dell’insediamento del “Decathlon” in zona Fattoria. Nonostante, alcune settimane prima, fosse stato lo stesso assessore al Commercio Matteo Zangirolami a dichiarare che una simile eventualità cozzerebbe contro la legge regionale. Quella norma, cioè, voluta dal governo di Venezia, con lo scopo di favorire la riqualificazione del centro storico, frenandone la desertificazione e tutelando i suoi commercianti, e, nel contempo, porre uno stop deciso alla cementificazione di suolo agricolo per realizzare ulteriori insediamenti commerciali. “Il tutto - aggiunge la Savogin - quando, in periferia, abbiamo già tanti capannoni sfitti”. Da tempo Confesercenti - oltre alla direttrice il non a caso, ha lanciato nei mesi scorsi ad Adria presidente Primo Vitaliano Bressanin - va ripetendo un’iniziativa che, da settembre, sbarcherà anche a che in questa norma c’è ben poco da interpretare: il Rovigo. Quella, cioè, di contattare i privati titolari di dettato è chiaro, le finalità pure. “Chiariamo - con- negozi non locati, proponendo loro di offrirli a costi tinua la Savogin - nessuno di calmierati, in modo da dare noi è contrario allo sviluppo o L’amministrazione un’opportunità a tutti coloro alla creazione di posti di lavoro. è tornata che, in questo momento non Semplicemente, pensiamo che ad accarezzare certo facile, vogliono provare questo possa essere raggiunto l’ipotesi ad aprire un’attività. riqualificando i nostri centri “Decathlon” Perché tutto riesca nel mistorici”. gliore dei modi, chiaramente, Il primo passo per farlo, secondo questo pro- è importante anche che, nel centro storico, siano gramma, è “dichiarare guerra” ai locali sfitti. Proprio proposte attività in grado di richiamare la gente. Ed l’associazione di categoria di via della Costituzione, è qui che entra in gioco il ruolo del Comune, “Che -
focus
N
Alcune vetrine del centro cittadino di Rovigo e nella foto piccola la direttrice di Confesercenti Rovigo, Antonella Savogin spiega la direttrice - deve fare da capofila”. E’ anche per questo che, nella serata dello scorso 1 luglio, la fiaccolata organizzata da Confesercenti proprio per rilanciare il centro e stoppare la nascita di nuovi centri commerciali ha vissuto una tappa cruciale sotto Palazzo Nodari: una vera e propria richiesta di aiuto agli amministratori. Il tutto senza dimenticare un aspetto importante: l’emergenza non esiste solo a Rovigo. Se, infatti, nei piccoli paesi i negozi resistono, forti della tradizione e della scarsa concorrenza, nelle città e nei centri maggiori, come Badia, Lendinara e la stessa Adria, i segnali di allarme sono molto simili quelli del capoluogo.
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le forze politiche e sociali attorno ai problemi delle imprese commerciali e del ruolo che svolgono nel contesto delle nostre città. La situazione economica generale accompagnata da alcuni provvedimenti di deregolamentazione, ha fatto si che nei primi 4 mesi del 2013 a livello nazionale abbiano chiuso definitivamente i battenti 19.729 imprese commerciali, nel Veneto 1.336 mentre a Padova e provincia sono 137 quelle che hanno abbassato definitivamente le loro serrande in questi 4 mesi (3 al giorno).Il risultato è che intere aree nei nostri centri storici e nei centri urbani stanno velocemente subendo fenomeni di desertificazione a cui seguiranno mancanza di servizi e degrado con conseguenti costi a carico della collettività. Del resto basta ricordare che in questi ultimi 5 anni: la pressione fiscale è sensibilmente aumentata, il credito a favore di imprese e famiglie si è ridotto drasticamente, il lavoro è diventato sempre più costoso, i provvedimenti ‘Salva Italia’ anziché dare linfa ad occupazione e consumi hanno depresso l’economia, il reddito degli italiani è calato di 9.700 euro per ogni nucleo familiare. In altri termini, le misure drastiche varate nel recente passato non hanno dato nessun frutto positivo: con la sola strategia del rigore si porta il Paese alla deriva. La Confesercenti dice no quindi a politiche che puntino solo a modificare le modalità di prelievo fiscale senza ridurne il peso e senza una seria politica di riduzione della spesa. Al contempo chiediamo che finalmente la politica economica del governo centrale e di quello territoriale sia impostata partendo dalle piccole e medie imprese e ad uno sviluppo economico molto legato ai centri urbani. Sono le piccole e medie imprese, in particolare del commercio, che rendono vitali e fruibili località che altrimenti non avrebbero nessuna capacità di attrazione. Basta girare per i nostri centri urbani per rendersi conto di come le piccole e medie imprese che vi operano stiano dando vita ad un enorme sforzo di innovazione sia nell’offerta che nei servizi. Chiediamo pertanto di approvare la nostra proposta di Legge di iniziativa popolare che ridà potere decisionale alle Regioni ed ai Comuni in termini di orari di apertura dei negozi. Con la fiaccolata di Padova, centinaia di commercianti hanno simbolicamente manifestato di come siamo noi che illuminiamo le nostre città. Dateci una mano a non spegnerle. *Presidente Confesercenti Padova
Commercio
negozI In dIffIcoltà a causa della pressIone fIscale
ei primi quattro mesi del 2013, per ogni negozio aperto, ne sono stati chiusi tre. A livello nazionale, vuol dire l’addio a ben 21mila attività al dettaglio, con un saldo negativo di circa 12.750. Sono i dati, allarmanti, che arrivano dall’Osservatorio dell’associazione di categoria Confesercenti. Se la tendenza dovesse proseguire, quest’anno la campana a morto suonerà per oltre 40mila realtà commerciali. Una perdita gravissima, sia in termini sociali, con una crescente
desertificazione dei centri storici, che occupazionali, dal momento che più o meno 120mila persone perderebbero il lavoro. Proiettando i dati su una scala ancora più estesa, da un punto di vista temporale, in 10 anni si arriverebbe alla scomparsa dei negozi di vicinato. Gli indiziati di questa ecatombe? “Da un lato, l’Iva applicata agli esercenti e la pressione fiscale che grava sulle famiglie. Ma anche, se si guarda ai centri storici, la concorrenza spietata che alle attività locali fanno i grandi
commerciali, che svuotano letteralmente, ripete Confesercenti, le città”. Una soluzione unica, secondo l’associazione, non esiste. Serve l’intervento sia dei politici di livello nazionale, per il versante fiscale della questione, che degli amministratori locali, per organizzare attività di richiamo e di applicare le norme a tutela dei centri storici; e infine degli esercenti stessi, perché si organizzino e associno per farsi forza e migliorare il dialogo con le autorità. Lo.Zo. messaggio pubblicitario
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Programma MAB e riserve della biosfera Il Programma MAB è promosso da UNESCO
Che cos’è una “Riserva della Biosfera”? Oltre al “riconoscimento” di Patrimonio dell’Umanità, l’UNESCO può assegnare anche la qualifica internazionale di “Riserva della Biosfera” per la conservazione e la protezione dell’ambiente, nell’ambito del Programma “L’Uomo e la Biosfera” (MAB). Le Riserve della Biosfera sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui, attraverso un’appropriata gestione del territorio, si associa la conservazione dell’ecosistema e la sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali. Ciò comprende attività di ricerca, controllo, educazione e formazione.
L’uso del termine “riserva” è obbligatorio? No. In alcuni casi, come quello del Delta del Po, dove questo termine abbia già un significato giuridico preciso (ad esempio “Riserve naturali”, ecc.) può essere utilizzata una denominazione più adatta a dimostrare le qualità del territorio e più gradita alle popolazioni residenti. In questa prima fase, infatti, è stato individuato il titolo provvisorio “DELTA DEL PO – Uomo, natura, sviluppo” - Riserva della Biosfera del Delta del Po. Quante sono le Riserve della Biosfera, nel mondo ed in Italia? Ad oggi le Riserve della Biosfera riconosciute dall’UNESCO nel mondo sono poco più di 600, solo 9 delle quali in Italia (l’ultima è quella del Monviso) e non ve ne sono per ora in Veneto, nemmeno parzialmente. La Riserva deve includere diverse zone indipendenti? Ogni Riserva della Biosfera deve includere tre zone interdipendenti, e precisamente: •Core Area, o area centrale, sottoposta ad un regime giuridico che garantisce la protezione a lungo termine degli ecosistemi e delle specie animali e vegetali presenti al suo interno. •Buffer Zone, o cuscinetto, è adiacente o circonda l’area core e contribuisce alla sua conservazione. Le attività consentite in tale area devono riguardare principalmente le tecniche di sviluppo per l’uso delle risorse naturali che rispettino la biodiversità dell’area e favoriscano la gestione o riabilitazione degli ecosistemi. •Transition zone, o area di cooperazione, non è sot-
Che cos’è l’UNESCO?
È l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (in inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, da cui l’acronimo UNESCO); è stata fondata dalle Nazioni Unite il 16 novembre 1945 per incoraggiare la collaborazione tra le nazioni nelle aree dell’istruzione, scienza, cultura e comunicazione. Sono membri dell’UNESCO 195 Paesi più 7 membri associati. Il quartier generale dell’UNESCO è a Parigi.
Il nome UNESCO è legato al “Patrimonio Mondiale”: cosa è?
Quella di Sito del Patrimonio Mondiale è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del Patrimonio Mondiale, o nella sua accezione inglese World Heritage List. La Convenzione sul Patrimonio Mondiale, adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO il 16 novembre 1972, ha lo scopo di conservare, preservare e valorizzare il patrimonio culturale e naturale anche attraverso l’identificazione e la tutela di siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. La lista è composta da un totale di 981 siti (di cui 759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) presenti in 160 Nazioni del mondo. Attualmente l’Italia è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità (49 siti), seguita dalla Cina (45 siti) e dalla Spagna (44 siti).
toposta a vincoli giuridici e prevede attività antropica, villaggi, e complessi urbani (città) al suo interno. Le attività economiche e sociali devono essere dirette alla realizzazione di progetti modello per uno sviluppo economico sostenibile a beneficio, in particolare, della popolazione locale ivi residente. Solo l’area core richiede obbligatoriamente norme di conservazione stringenti e di solito coincide con una zona di protezione già esistente e tutelata a livello normativo, come una riserva naturale o le zone più protette di un parco nazionale o regionale. Le aree buffer prevedono un regime funzionale alla tutela dell’area core. Per le aree di transizione, invece, non si prevede un regime di tutela giuridica e non sono necessariamente sottoposte a vincoli. Lo schema di zonizzazione non è unico e può essere applicato in modi diversi in paesi diversi, a seconda dei contesti geografici o socio-culturali. La flessibilità di tale schema resta uno dei punti di forza del concetto di Riserva. Che funzioni hanno le aree della Riserva? Le aree della riserva hanno differenti funzioni di conservazione, sviluppo e supporto logistico. •Funzione di conservazione: contributo alla conservazione dei paesaggi, degli ecosistemi, delle specie e delle variazioni genetiche. •Funzione di sviluppo: incentivare e promuovere lo sviluppo sostenibile. •Supporto logistico: supporto a progetti dimostrativi, di educazione formazione, di ricerca e monitoraggio in tema di conservazione e sviluppo sostenibile a livello locale, regionale, nazionale e globale. Quali benefici può portare il riconoscimento dell’UNESCO? La candidatura di un ambito territoriale per un riconoscimento internazionale mette in moto ed alimenta energie, interesse, partecipazione, risorse che possono oggettivamente concorrere ad un miglioramento della qualità della vita e del contesto territoriale. Dalle indagini svolte dall’UNESCO – da portare in evidenza un recente studio sul “valore del brand” - sono stati dimostrati i positivi benefici derivanti ai luoghi dove sono stati concessi i riconoscimenti internazionali. In particolare, Il 75% del campione intervistato ritiene che il marchio UNESCO sia importante nella promozione di attività, il 52% lo considera garanzia di qualità, il 40% elemento di eccellenza. UNESCO porta valore aggiunto nella tutela dei beni culturali (88%), nella promozione di beni naturalistici (86%) e in quella dei monumenti (84%). E’ stata inoltre confermata la straordinaria diffusione della conoscenza di base di UNESCO, nota al 98% del campione, cui corrisponde un elevato indice di reputazione vicino all’eccellenza, pari a 76 punti (oltre 70 è considerata area di eccellenza in valori compresi tra 0 e 100). L’Organizzazione, infatti, riscuote un livello di fiducia del 69%, è ritenuta efficace al 75% e l’80% degli intervistati considera importante la sua mission.
L’Unione Europea potrebbe finanziare progetti di sviluppo? L’inserimento di un territorio nella rete mondiale delle Riserve della Biosfera del Programma MAB dell’UNESCO potrebbe favorire l’accesso a programmi e fondi internazionali finalizzati allo sviluppo di progetti di collaborazione. I nuovi indirizzi di Politica Agricola Europea (PAC) 20142020, ad esempio, considerano appositi canali di finanziamento attraverso i Piani di Sviluppo Rurale per il sostegno ad attività agricole in ambiti di tutela ambientale e paesaggistica (già oggi nei siti della Rete Natura 2000) o comunque in aree interessate da progetti di valenza sovra locale, come appunto potrebbe essere una Riserva della Biosfera, anche al fine di affrontare e risolvere potenziali conflitti tra attività agricole e zootecniche ad elevato impatto ambientale e attività di agriturismo e turismo sostenibile. Che cosa può comportare, in definitiva, il riconoscimento? La Riserva della Biosfera non va considerata come un progetto a tempo limitato, bensì un’operazione di lungo termine. La partecipazione alla rete mondiale (network) delle riserve consente una valida possibilità di scambio di conoscenze, di buone pratiche, di strumenti gestionali nonché l’accesso a progetti, programmi e fondi internazionali appositamente dedicati ad affrontare problematiche legate allo sviluppo, tra le quali i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e la rapida urbanizzazione. Il riconoscimento di “Riserva della Biosfera”, per esplicita dichiarazione dell’UNESCO, non implica alcun vincolo giuridico ulteriore, ma va inteso come occasione per affrontare e risolvere, con la partecipazione della popolazione, i problemi locali ed i relativi possibili conflitti in una dimensione globale. Inoltre, il riconoscimento non va inteso come l’assegnazione di un “logo”, bensì come assunzione di responsabilità e scommessa del territorio a ideare, sperimentare e sviluppare buone pratiche da estendere anche all’esterno. Come funziona la candidatura? Il dossier di candidatura va presentato dagli Enti promotori al Comitato Nazionale del Programma MAB presso il Ministero dell’Ambiente, il quale provvederà in seguito a trasmetterlo alla Segreteria del Programma MAB presso la sede dell’UNESCO a Parigi. In attesa del riconoscimento, gli enti promotori sviluppano ed iniziano ad implementare il progetto per la gestione della riserva, con gli impegni che dovranno essere assunti da ciascuno per poterla attuare. Tale progetto sarà attivato quando l’UNESCO avrà assegnato il riconoscimento. Possono le comunità locali concorrere alla creazione della Riserva? Certamente sì! Anzi, tutti dovrebbero poter portare il
proprio contributo, la propria idea. Per questo sono stati programmati alcuni incontri pubblici di presentazione e sono stati aperti degli spazi (anche virtuali) di confronto.
Per ulteriori informazioni visitate il sito www.parcodeltapo.org e consultate tutta la documentazione che sarà via via prodotta, oppure inviate una email all’indirizzo: partecipazione@parcodeltapo.org. Il percorso di candidatura dell’area del Delta del Po a Riserva della Biosfera del Programma MAB dell’UNESCO è supportato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
2007-2013
Cosa significa candidare un’area a Riserva della Biosfera all’interno del Programma MAB (Man and the Biosphere – L’Uomo e la Biosfera) dell’UNESCO?
cooperazione territoriale europea programma per la cooperazione transfrontaliera
Italia-Slovenia
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10 Rovigo
Rovigo 9
Carcere Livio Ferrari ha presentato la quarta relazione al consiglio comunale di Rovigo
“Mancano percorsi di reinserimento per gli ex detenuti” Continuano i problemi legati al sovraffollamento e saranno tali anche nella nuova struttura
Precaria l’assistenza sanitaria da quando è passata sotto l’egida del Servizio sanitario nazionale
di Lorenzo Zoli
“I
l carcere è un luogo dove vengono reclusi i poveri. Poveri sia economicamente che culturalmente, poveri nel senso che non hanno le risorse, anche una volta fuori, per ricominciare un percorso”. Livio Ferrari, garante dei detenuti per Rovigo, quando parla del mondo che c’è dietro le mura, delle vite che ci sono dietro le sbarre, pone subito l’accento su una questione di disuguaglianza sociale. “Per molti tipi di reati - continua - avere i soldi per pagare un buon avvocato fa spesso la differenza tra andare in carcere o restare fuori. La disuguaglianza inizia già nella fase del proces-
Direzione del carcere
so”. Concetti ribaditi anche nella recente relazione al consiglio comunale di Rovigo. La quarta. Uno dei problemi maggiori, per chi ha meno risorse, è quello di ricominciare, una volta fuori. Percorsi di reinserimento, messi a disposizione dagli enti locali e dal pubblico, non ne ce sono. “E invece - continua il garante - sarebbe fondamentale proprio ridare normalità a queste esistenze. Concedere un’altra opportunità. Da circa 25 anni prosegue Ferrari - Seguo il centro francescano di ascolto, che ho fondato. Ogni anno, grazie anche a una cooperativa sociale di
Monselice, riusciamo ad avviare percorsi di questo tipo per 6 o 7 detenuti che abbiano scontato la pena. Andiamo avanti da una decina d’anni e, vi assicuro, della settantina di persone che abbiamo seguito, non ho mai visto tornare in carcere nessuno”. Detto dei problemi di chi è appena uscito, non vanno dimenticati quelli di chi resta dentro. Anche perché il compito del garante dei detenuti è quello di prendere in esame i casi di lesione dei loro diritti. Lesione dei diritti che si concreta in vari modi: uno di questi è la precaria assistenza sanitaria, peggiorata dal 2008,
antonella forgIone prende Il posto dI ottavIo casarano
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allo scorso 18 giugno, la casa circondariale di Rovigo ha un nuovo direttore: è Antonella Forgione, proveniente dal Provveditorato di Padova, dove ha lavorato per circa un anno, dopo avere guidato il nuovo carcere di Trento, nel quale erano stati sistemati i detenuti sia di Rovereto che della “vec-
Per molti tipi di reati avere i soldi per pagare un buon avvocato fa spesso la differenza tra andare in carcere o restare fuori quando la sanità, anche nei penitenziari, è passata sotto l’egida del Servizio sanitario nazionale. Ma, soprattutto, fanno pensare le condizioni di vita routinaria all’interno degli istituti di pena: l’inattività forzata anche per 20 ore al giorno, a causa della mancanza di fondi per laboratori e altre attività. Gli
chia” struttura trentina. Un incarico che la Forgione aveva lasciato rassegnando le dimissioni, a seguito anche di una accesissima polemica con i sindacati. A Rovigo, sostituisce Ottavio Casarano, che si era insediato nell’ottobre del 2012. Neppure un anno fa. Tanto che la tempistica dell’avvicendamento, annunciato in consiglio comunale dalla relazione del garante dei detenuti Livio Ferrari, ha sollevato, qualche perplessità nell’assemblea. La situazione che la neodirettrice trova a Rovigo non è sem-
spazi esigui, tre persone in tre metri per tre. “Una realtà, questa - sottolinea Ferrari - che non cambierà neppure nel nuovo carcere”. Tanti pensano che, in fondo chi sta in carcere se lo merita. “L’errore - chiude il garante - fa parte dell’essere umani. Ma cambiare è possibile”.
plice: la struttura è affollata ben oltre il limite previsto. 74 presenze a fronte di una capienza nominale di 33, con un margine di tolleranza che si potrebbe estendere sino a 45. Una presenza di personale di polizia penitenziaria non adeguata, come da tempo sottolinea il sindacato. Risorse in contrazione. Tanto che appare a rischio anche la presenza degli assistenti sociali, sino a oggi un sollievo e una pietra angolare per quanti vivono dietro le sbarre. Lo.Zo. messaggio pubblicitario
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12 Rovigo Sicurezza Dopo le 24 i cittadini potranno dormire sonni tranquilli
Stop a musica e schiamazzi notturni Emessa dal Sindaco Piva la nuova ordinanza anti-rumore. Rimarrà in vigore fino al 15 settembre di Andrea Zambolin
Il parere dell’opposizione. Vanni Borsetto
“l’ordInanza antI-rumore? pIù un’ImposIzIone che una tutela”
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a nuova ordinanza promulgata dal Sinda- dispongono di sale da ballo appositamente alco di Rovigo Bruno Piva parla chiaro: dopo lestite, potranno continuare l’intrattenimento le 24, niente più schiamazzi e musica musicale solo al proprio interno, sempre nel all’aperto. Finalmente una buona notizia per rispetto del Regolamento comunale per le attii residenti del centro storico, che (forse) po- vità rumorose. Il provvedimento, tutt’altro che tranno dormire sonni tranquilli, senza l’ormai una novità per il nostro territorio, e che per consueto disturbo degli avventori dei locali. Ov- forma e contenuti è simile a quelli di molte viamente, non altrettanto bene l’hanno presa altre città italiane, prevede anche altri obblighi gli esercenti, che vedono sfumare varie oppor- per i titolari di pubblici esercizi: dovranno infattunità per attirare i giovani nelle sere d’estate, ti vigilare sul comportamento dei propri clienti intrattenendoli con la musica e qualche artista all’esterno del locale, evitando che venga intralciato il passaggio dal vivo fino a notte fonai cittadini nelle strade da. In realtà l’ordinanza, Gli esercenti e nei portici e che sia che resterà in vigore dovranno vigilare mantenuto un atteggiafino al 15 settembre, anche all’esterno permette ai locali di sul comportamento mento che non disturbi la quiete pubblica e ospitare eventi musicali dei propri clienti privata. Avranno inoltre all’esterno, ma solo per un numero limitato di volte (potranno essere a disposizione un’ora di tempo dalla chiusura concessi al massimo 4 permessi alla volta, per per ripulire l’area antistante la loro attività da un totale complessivo di 15 in tutta l’estate) eventuali bottiglie e consumazioni abbandonae tramite un iter burocratico che coinvolge il te dai clienti. Nell’ordinanza, sono già elencaComune-Comando della Polizia municipale. te anche le sanzioni: per il superamento dei In tutte le altre occasioni, gli esercizi che non decibel e il mancato rispetto del divieto della
S musica all’aperto vanno da 258 a 1549 euro, per i restanti punti da 25 a 150 euro. Accolte quindi le numerose segnalazioni fatte pervenire in Comune dai cittadini, mentre restano finora inascoltate le proteste di commercianti, musicisti e avventori contrari all’iniziativa. Il Sindaco, da parte sua, non sembra disposto a cambiare linea. Nel corso dell’estate ci saranno comunque alcune eccezioni, come è già avvenuto per l’ultima “Notte Bianca”. Senza dubbio, nel centro storico di Rovigo si prospettano delle serate più tranquille, nel pieno rispetto della quiete e dell’ordine pubblico.
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econdo lei i motivi che hanno portato la maggioranza ad approvare l’ordinanza anti-rumore sono delle reali necessità dei cittadini, oppure è solo un modo per mostrare ai cittadini l’operosità dell’attuale maggioranza? “La seconda. Questa maggioranza pur di colmare le vistose lacune dovute ad una mancanza di progettualità ora prova ad accelerare improvvisando con provvedimenti contradditori ed ondivaghi. Molti che ho sentito dicono giustamente: perché con le notti bianche o con le “discoteche di piazza” i decibel non sono un problema mentre ora si vuole una specie di coprifuoco?” Le sembra che l’ordinanza intralci i tentativi dei locali del centro di combattere la crisi? “Dal lato economico l’ordinanza mette dei paletti agli esercenti: penso che il Sindaco farà fatica a spiegare loro la bontà Vanni Borsetto, esponente del provvedimento. Sicuramente molta più del Pd e consigliere di quando aprì il Corso al traffico automo- comunale dal 2011 bilistico. Il suo collega di Adria, essendo un operatore del settore, non credo avrebbe nel 2010 anche il sindaco Fausto Merfatto altrettanto”. chiori ha fatto approvare un’ordinanCome giustifica la mancata aper- za simile. Nessuno si scandalizzò in tura di gran parte dei negozi in con- quell’occasione, e tuttavia cosa avrebbe comitanza con eventi organizzati dal dovuto fare il Sindaco Piva per risponComune (come a Pasquetta, in occasio- dere alle lamentele dei cittadini? ne della mostra sulla Maison Goupil a “Io non ho letto quel provvedimento. Palazzo Roverella)? Mi fido di quanto Lei “Qui fatico io a Il Sindaco afferma. Dubito solo giustificarla. Sono farà fatica che il Sindaco Merconvinto della buona a spiegare agli chiori indicasse allora volontà di molti ope- esercenti la bontà il numero di “sforaratori del commercio, del provvedimento menti” possibili ai ma non capisco il locali e minacciasse loro manifesto immobilismo in occasione multe pesanti ai gestori che non puliscono di eventi straordinari come le mostre del- all’esterno. Se fossi stato al posto del Sinla Fondazione. Manca la sinergia, manca daco Piva, avrei fatto quel provvedimento quello scatto d’orgoglio che esula dalla con meno imposizioni, pianificando con atcrisi economica. Cito un dato che dovrebbe tenzione il servizio di vigilanza notturna e far riflettere: la Mostra sulla Maison Goupil consentendo ai giovani di rimanere in città è costata 750mila euro a fronte di circa un a divertirsi”. quinto incassato e con un trend di visitaLei aderisce su Facebook al gruppo tori esterni superiore alla metà. Merita la “Rovigo alza il volume”, definito nella nostra città questi “aiuti culturali” quando descrizione “Gruppo di protesta non di domenica si fatica a trovare un bar o silenzioso”. State preparando qualche ristorante aperto?” iniziativa contro l’ordinanza? Secondo lei i giovani, dopo le 24, “Ho solidarizzato con “Rovigo alza proseguiranno la serata all’interno dei il volume” perché anch’io ho dei figli che bar oppure cercheranno altri luoghi frequentano alla sera il centro cittadino d’incontro, con la conseguenza di esten- e vorrei non andassero fuori. Mi sembra dere il disturbo in altre aree limitrofe? un buon motivo. Anzi dovrebbe essere “Non lo posso dire. Di sicuro Rovigo un esempio per altri Consiglieri Comunali, non offre spazi o motivi di aggregazione soprattutto di maggioranza, che benché al di fuori dei locali. Questo è un altro pro- toccati da questi problemi, politicamente li blema che la Giunta Piva si guarda bene evitano. Circa le future iniziative credo che dal risolvere”. il Pd cittadino stia attivandosi”. Rovigo non è nuova a questo geneAndrea Zambolin re di provvedimenti nel periodo estivo:
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14 Rovigo Il caso E’ dal 2011 che lo sportello ha cessato la propria attività
Informagiovani, i soldi ci sono il servizio non c’è Per la riapertura si prospettano tempi lunghi. Tutto verrà posticipato all’approvazione del bilancio e alle operazioni per il bando di Lorenzo Zoli
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soldi ci sono, già pronti: 6500 euro messi dalla Provincia di Rovigo e altri 15mila erogati dalla Fondazione Cassa dei risparmio di Padova e Rovigo. Esattamente come ogni anno, per garantire il servizio dello sportello Informagiovani di Rovigo, punto di snodo della rete Informagiovani estesa in tutta la Provincia. I soldi ci sono, ma il servizio non c’è. Dall’ottobre 2011. E questo è un discreto paradosso, avere risorse ma non impiegarle, in un momento in cui, di solito avviene il contrario: c’è la volontà di avviare percorsi, ma mancano i fondi. E non si può nemmeno dire che la vicenda sia complessa, dal momento che è invece piuttosto lineare. Nell’autunno del 2011, l’allora assessore comunale alle Politiche giovanili Matteo Zangirolami, insediatosi quando l’appalto per la gestione del servizio, affidato alla cooperativa Area Rebus, era ormai in scadenza, pensa e propone una proroga. Purtroppo, il servizio avveniva già in regime di proroga e, quindi, non è possibile un ulteriore prolungamento. Lo sportello, quindi, cessa la propria attività. Si pensa a una sospensione momentanea, il tempo di risolvere una questione tecnico - amministrativa. E invece lo stop si prolunga. Con inevitabili ripercussioni per tutta la rete Informagiovani polesana. Da allora, i contatti tra la Provincia di Rovigo, nella persona dell’assessore Leonardo Raito, e il Comune, prima il “collega” Matteo Zangirolami,
Lo sportello Informagiovani era un punto di riferimento per tutto il territorio polesano
quindi Andrea Bimbatti, che ha rilevato la delega alle Politiche giovanili, si sono susseguiti. Ma la soluzione, all’orizzonte, ancora non si vede. Si è parlato, in questi mesi, di un ripensamento del servizio, con la riduzione dell’orario di sportello in favore di un potenziamento dell’interfaccia online. Nessun problema, purché si parta. E, invece, tutto è ancora fermo. E, a questo punto, è molto, molto difficile che qualcosa possa sbloccarsi a breve. Dal momento che, prima dell’approvazione del bilancio comunale, è davvero improbabile che qualcuno si prenda la responsabilità di firmare un impegno di spesa senza che la manovra sia stata messa nero su bianco e approvata. Il che, purtroppo, aggiunge problema a problema. Perché, anche una volta che il bilancio sarà
realtà e si potrà passare all’azione, i tempi per bandire l’appalto, lasciarlo pubblicato, fare trascorrere il tempo per eventuali impugnazioni, e assegnarlo, saranno da calcolare in mesi. E, intanto, lo sportello resterà chiuso. L’unica nota positiva è che le ultime comunicazioni, per quanto informali, tra Palazzo Celio, che da tempo sollecita la ripresa delle attività, e Palazzo Nodari, sede del Comune di Rovigo, hanno fatto emergere una comune volontà di risolvere, quanto prima, il problema. Per garantire di nuovo un servizio che, negli anni, per tanti era divenuto un vero punto di riferimento. Tanto nel capoluogo quanto in provincia, dove gli sportelli distaccati stanno patendo le conseguenze di questo stand-by forzoso.
occupazIone Grimeca, situazione lavoro
oK a cassa IntegrazIone e assunzIonI alla tmB
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a soluzione è arrivata una manciata di giorni prima dell’ultima scadenza utile, per i circa 300 operai ex dipendenti della Grimeca, la storica azienda metalmeccanica di Ceregnano. Per loro, dal 1 luglio, si prospettava la mobilità, dopo la scadenza della cassa integrazione. Una risposta positiva, però, alla fine c’è stata, il 26 giugno scorso, al termine dell’incontro a Roma, al ministero dello Sviluppo economico. Al vertice hanno preso parte i rappresentanti delle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, il commissario liquidatore della Grimeca, rappresentanti di Unindustria e del ministero dello Sviluppo economico. Al termine di una trattativa durata alcune ore, è arrivata la proroga della cassa integrazione per altri sei mesi. I lavoratori e le loro famiglie, quindi, potranno contare su questo importante ammortizzatore sociale ancora per tutto il 2013. Un dato, questo, senza dubbio positivo in sé, ma che non basta a fare sparire le ombre, più volte denunciate dai sindacati e dagli ex Grimeca, relative alla vicenda del Tfr. Vale a dire il trattamento di fine rapporto che, in teoria, spettava per legge ai lavoratori per gli ultimi mesi di cassa. E al quale è stato invece chiesto loro di rinunciare, in cambio, appunto, della richiesta di proroga, inoltrata al ministero e che, come detto, alla fine è stata accettata. Nota decisamente lieta, invece, l’andamento delle assunzioni da parte della Tmb, l’azienda di Monselice che ha rilevato la Grimeca e che pare intenzionata a proseguire sulla via dell’assorbimento degli ex dipendenti di questa azienda. Se, infatti, secondo i dati forniti dai sindacati, al 1° gennaio di quest’anno i cassintegrati erano 378, dal 1° luglio saranno 291, proprio grazie alle assunzioni lanciate dalla nuova proprietà del polo metalmeccanico. Che dovrebbero poi conoscere un ulteriore incremento entro la fine dell’estate. Lo.Zo.
lavoro Linee di credito per le Pmi
10 mIlIonI dI euro per Il polesIne
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ieci milioni di euro per girare la manovella del motore dell’economia e farla ripartire, almeno in Polesine. Questa l’entità economica e la finalità dell’accordo sottoscritto tra Unindustria Rovigo e il Banco popolare, istituto di credito storico Gian Michele del territorio, con il marchio di Banca popolare di Gambato Verona. Il patto sottoscritto tra i due enti ha, come scopo, quello di mettere a disposizione delle piccole e medie imprese associate a Unindustria linee di credito agevolate, in grado di sostenere progetti di sviluppo. Anche favorendo, dove ve ne siano l’intenzione e la disponibilità, la costruzione di reti di imprese nelle differenti filiere. Una collaborazione, quella in questo modo sottoscritta, nella quale avrà voce in capitolo anche Veneto Sviluppo, che avrà facoltà di presentare garanzie a sostegno delle richieste di finanziamento presentate dalle nostre Pmi. “Nel contesto della crisi più drammatica per la nostra economia – commenta Gian Michele Gambato, presidente di Unindustria Rovigo – è quanto mai indispensabile moltiplicare le sinergie tra il mondo dell’impresa e il sistema creditizio. Le imprese rappresentano il motore dell’economia e dell’occupazione. Non è concepibile alcuna strategia di rilancio che non passi attraverso il supporto agli investimenti delle Pmi. Un patrimonio che non può essere disperso, pena la cancellazione dell’Italia dal novero dei Paesi più industrializzati del Mondo. L’accordo sancito aggiunge uno strumento prezioso nella strategia di rilancio industriale del Polesine”. Lo.Zo.
Onorificenze
Accademia dei Concordi
cInQue polesanI maestrI del lavoro
Il nuovo presIdente È enrIco zerBInatI
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na vita per il lavoro. Coronata dalla bella cerimonia dello scorso 15 giugno, alla presenza delle autorità provinciali, nel corso della quale cinque polesani sono stati insigniti del titolo di maestri del lavoro. Cinque percorsi differenti, nel corso dei quali i protagonisti hanno dato prova di doti di intraprendenza, costanza e serietà non comuni. Ecco i loro nomi. Ida Lucia Balloni, 53 anni, rodigina, titolo di studio diploma di scuola media, impiegata al sindacato Cisl sin dal 1977. Fabrizio Bellettati, stientese, 54 anni, perito industriale, ha iniziato come elettricista, per poi diventare, nel 1987, energy manager all’Agip Servizi, poi, ancora, manager alla Riello di Legnago. Primo Casalicchio, 73 anni, di Taglio di Po, pensionato, ragioniere, è stato responsabile amministrativo dell’azienda tagliolese Crivellari, poi funzionario della Bcc del Polesine. Grande il suo impegno nel mondo del volontariato. Insignito del titolo anche Leonardo Cecchetto, di Villadose, 56 anni, pure lui ragioniere. Ha sempre lavorato per la Cassa rurale e artigiana di Villadose, ora Bcc del Polesine, della quale è vicedirettore generale. Infine, Fabrizio Zuccarin, 51 anni, di Porto Tolle. Dopo le scuole professionali, da 30 anni lavora alle dipendenze della società Agribonelli di Porto Tolle. E’ notissimo per le imprese della squadra di calcio che allena da 14 anni, il Delta Porto Tolle, che quest’anno ha vinto il campionato di serie D, conquistando l’accesso in Lega Pro, e si è inoltre Lo.Zo. piazzata seconda nella Coppa Italia di categoria.
Accademia dei Concordi di Rovigo ha un nuovo presidente, dopo il saluto di Luigi Costato, passato a guidare la Fondazione della Banca del Monte. Gli succede Enrico Zerbinati, già vicepresidente Enrico Zerbinati dei Concordi e forte di una militanza ventennale all’interno della prestigiosa istituzione culturale. Lo scorso 2 luglio il primo incontro ufficiale, per Zerbinati, nella nuova veste, con il sindaco Bruno Piva e con la sua amministrazione. E’ stata l’occasione per sollevare una questione non nuova, ma sempre presente: l’indebitamento con le banche dell’Accademia. Di qui la richiesta di un anticipo al Comune per superare il problema. Già sotto la presidenza Costato, del resto, i ritardi nei versamenti da parte di Palazzo Nodari erano stati oggetto di confronto, tanto che si era anche arrivati a mettere in forse la prosecuzione di importanti servizi gestiti dall’ente culturale, come quello di biblioteca Lo.Zo.
16 Rovigo Restauri Ultimati i lavori per il recupero dello storico edificio
Palazzo Roncale torna alla città
L’intervento è durato tre anni e alla Fondazione Cariparo, proprietaria dell’immobile dal 2006, è costato 3 milioni di euro di Melania Ruggini
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’elegante Palazzo Roncale ha aperto ufficialmente le porte alla città, dopo il prezioso intervento di restauro durato tre anni e finanziato dalla Fondazione Cariparo, costato circa 3 milioni di euro. L’apertura è avvenuta in concomitanza con la presentazione del bilancio sociale 2012 della Fondazione, capeggiata dal presidente Antonio Finotti; la Cariparo è infatti proprietaria di questo gioiello architettonico dal 2006 e ne ha fortemente voluto il restyling. Il progetto è stato condotto da Massarente Architettura di Rovigo. La storia di Palazzo Roncale parte dal Rinascimento, dato che esso fu edificato nel 1555 per volontà della famiglia che ne diede il nome, trasferitasi da Bergamo al Polesine a metà del ‘400. Giovanni Roncale, dopo aver consolidato la sua posizione sociale e politica all’interno dell’amministrazione rodigina, chiamò niente meno che il migliore architetto dell’epoca, cioè il veronese Michele Sanmicheli, per progettare un edificio celebrativo del Storia e territorio
trasparenze È dIventato un lIBro
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rasparenze di paesaggi non è solo una mostra ma è diventato anche un volume, ossia l’ Atlante aerofotografico del Polesine. Dopo la mostra sulla fotografia aerea per la storia del Polesine, allestita nei mesi scorsi in vari comuni della Provincia di Rovigo, si è giunti alla pubblicazione del volume promossa dal Cpssae e dalla Provincia di Rovigo - Sistema Museale Provinciale Polesine, con il sostegno finanziario di Regione Veneto e Cassa di Risparmio del Veneto. Il volume è stato curato da Raffaele Peretto e Sandra Bedetti; i testi sono di Nicola Albertin, Michele Baldo, Sandra Bedetti, Luisa Cattozzo, Paolo Mozzi, Raffaele Peretto, Silvia Piovan. Il progetto globale nasce dallo studio e dall’interpretazione di foto aeree zenitali e di altre scattate su voli a bassa quota, condotti a partire dagli anni ’80 e che documentano morfologie naturali e segni sepolti di antichi paesaggi tra corsi d’acqua, tracciati di strade e tracce di centuriazione. La pubblicazione mira alla divulgazione dei risultati dell’importante ricerca, promuovendo la salvaguardia delle testimonianze dell’antico paesaggio compreso tra i fiumi, Adige e Po. Me.Ru.
potere raggiunto dalla propria famiglia, attiguo a Palazzo Roverella, in vicolo Laurenti. La pianta dell’edificio, di forma irregolare, segue la tipologia dei palazzi veneziani dell’epoca. All’interno delle imponenti sale restaurate si possono ammirare numerosi dipinti, tra cui quelli di Mario Cavaglieri. Grazie a questo intervento, il palazzo torna alla città e ai suoi abitanti, per un uso pubblico, quale sede di convegni, di mostre ed eventi in collegamento con le mostre di Palazzo Roverella. Dopo il primo evento, la sede ha quindi ospitato la presentazione dei bandi Culturalmente e Funder 35, i nuovi fondi 2013 messi in palio dalla Cariparo e dedicati alla creatività under 35 e alle associazioni che si dedicano alla valorizzazione dei giovani talenti nostrani.
Fu edificato nel 1555 su progetto dell’architetto veronese Michele Sanmicheli Arte
avellI, pIatto forte aI grandI fIumI
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a preziosa maiolica rinascimentale raffigurante lo sfortunato amore tra la dea Ero e Leandro, opera dell’artista rodigino Francesco Xanto Avelli, sarà il piatto forte dell’ala rinascimentale del Museo dei Grandi Fiumi. Lo conferma un protocollo d’intesa, firmato lo scorso 19 giugno dai diversi attori coinvolti nell’operazione, ossia Provincia di Rovigo, Comune, Fondazione Cultura di Rovigo, Fondazione Banca del Monte e associazione culturale Xanto Avelli, per la collocazione e la valorizzazione del piatto “Ero e Leandro”, acquistato nel 2009 dalla Banca del Monte per 120.000 euro. Tale accordo prevede la collocazione della meravigliosa maiolica del 1540 in apertura del percorso espositivo di ceramiche dell’ala rinascimentale del Museo rodigino, che è tuttora in fase di realizzazione e che sarà completata con molta probabilità a settembre-ottobre. I lavori per la creazione della sezione rinascimentale al Museo dei Grandi Fiumi sono sostenuti da Openmuseums, un progetto comunitario che coinvolge direttamente la Provincia di Rovigo per quasi 90mila euro. Nel frattempo l’associazione Xanto Avelli, per mezzo del presidente Andrea Pirani, sta effettuando le ricerche dei documenti necessari ad accertare la presenza a Rovigo delle opere dell’artista rinascimentale, fino a ricomporre la storia della realizzazione del piatto e la vicenda dell’acquisto. Continua inoltre la ricerca iconografica da parte della Fondazione Banca del Monte, che ha già attivato un sito specifico. E così il piatto sarà l’emblema dell’ala rinascimentale del museo, emblema della valorizzazione del patrimonio culturale della Provincia di Rovigo. Me.Ru.
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SPORT in PRIMO PIANO Solidarietà Borsea, raccolti fondi per la piccola Eleonora
atletIca
Partita per la vita, vince la solidarietà
doppIo trIonfo per lInda tosInI aI campIonatI ItalIanI master
Sindaci, Mass Media e cittadini uniti per l’Associazione “Mattia Venceslao”
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rande successo per l’Assindustria Rovigo con la conquista delle maglie tricolori di campionessa italiana nei 100 e 200 metri per Linda Tosini nella categoria master. Ad Orvieto, ai campionati italiani individuali di categoria nei 100 la Tosini ha vinto nettamente con il tempo di 13”29 (primato personale), staccando la seconda arrivata Paola Giamberardini dell’Atletica Roma Acquacetosa. Tosini ha poi fatto il bis nella gara dei 200, vinta con primato personale fissato nel tempo di 27”93 davanti a Simonetta Latte della società sarda San Giovanni. Linda Tosini, originaria di Bosaro, oggi vive e lavora all’ospedale di Verona: si allena nelle pause lavorative e gareggia nella categoria master MF 35, che comprende le atlete nate nel 1973-77. Questi titoli individuali arrivano per Assindustria dopo parecchi anni dai precedenti successi ottenuti da Alessandra Zennaro nel 1984, per la categoria AS20 nei 200 ai campionati italiani amatori (i master di oggi), da Paolo Silvestrin nei m.1500 nel 1988 e da Enrico Nezzo nei m.100 nel 1991, ambedue nella categoria allievi. Per l’Assindustria Rovigo a Orvieto ha gareggiato anche Maurizio Marchetti nella categoria MM60, piazzandosi con un più che onorevole quarto posto ai piedi del podio per pochi secondi, nella gara dei m.5000 corsi nel tempo di 18’16”49, dietro al terzo arrivato Sandro Trento dell’Atl. Colleferro col tempo di 18’11”24. Soddisfazione fra i dirigenti dell’Assindustria Rovigo, mentre complimenti sono arrivati della presidente della società Maria Adelaide Avanzo e dal presidente della Fidal Provinciale Sergio Pascucci. Cr.Ag. Calcio a 5
grandI festeggIamentI per I 15 annI del futsal rovIgo
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na festa doveva essere, e una festa è stata. Il palazzetto dello sport di Rovigo, teatro di tante soddisfazioni, ha ospitato il secondo “Futsal Day” per festeggiare il quindicesimo anno di attività del Futsal Rovigo. Non ha potuto essere presente il primo Presidente, Guglielmo Giacomello, ora promoter dei trofei rally per le autovetture Renault ed impegnato fuori regione, ma erano comunque in tanti, “vecchi” e “nuovi”. A fare da liaison tra passato e presente, Sandro Fanchini, attuale Presidente del Futsal Rovigo e uno di quei “giovani” che nel 1998 assieme a Giampietro Gregnanin, Luca Finotti, Gianfranco Bagatin, Gianni Penolazzi, Andrea Malfatto e altri amici, cominciò l’avventura nel calcio a 5 in Uisp. Poi, nell’anno successivo, iniziò l’avventura in Figc, che tuttora continua. In questi quindici anni, quasi un centinaio sono stati i tesserati: qualche meteora, qualche brasiliano (su tutti Ramos Albino), ma chiunque un pensiero, un ricordo dell’esperienza con il calcio a 5 Rovigo lo porta sicuramente nel cuore. “La nostra forza” dice Sandro Fanchini “è stata e sarà sempre la voglia di divertirsi, di cercare comunque in campo il risultato ma senza mai dimenticare che l’amicizia formata in questi anni va al primo posto”. Un palazzetto dello sport, colorato dalle quattro maglie, azzurre, gialle, amaranto e nere, che formavano le quattro squadre che si sono contese l’“ambito” trofeo. A far da cornice i tanti bambini che tra una partita e l’altra prendevano d’assalto il parquet del palazzetto, imitando i loro papà!
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alcune serate solidali per raccogliere fondi ra la Nazionale Sindaci e la Mass Meper la famiglia. Questa partita è stata pendia Veneto ha vinto la solidarietà. Due sata proprio con lo stesso intento, per abassegni da 500 euro sono stati consebracciare la solidarietà e “partecipare con gnati all’Associazione Bambini Cerebrolesi gioia per essere solidali con chi soffre”, “Mattia Venceslao” di Rovigo, presieduta com’era scritto nella locandina che pubblida Don Mario Turatti. L’Associazione sta aiuLa foto finale cizzava l’evento. Nella Nazionale Sindaci, tando i genitori di Eleonora, nata a Rovigo con la piccola Eleonora al centro in campo da subito i due primi cittadini nel 2008, cieca, tetraplegica, cerebrolesa ed epilettica, che frequenta la scuola dell’infanzia San Giovanni Bosco polesani, Marco Trombini, Sindaco di Ceneselli, e Diego Guolo, Sindaco di Borsea. La partita per la vita (che rientrava nell’ambito della tre giorni di Papozze. Per i giornalisti, Carlo Cavriani e Cristiano Aggio del Resto del di Sms, spettacolo, musica e solidarietà svoltasi dal 14 al 16 giugno a Carlino, Alessandro Biscuola del Gazzettino, Simone Bonafin de la Voce Borsea, con l’ organizzazione dalla Parrocchia), ha visto un simbolico di Rovigo e Simone Chiarion di Rovigo Oggi. Prima dell’inizio dell’incongemellaggio tra Associazioni, con quella degli “Amici di Luca Coltro”, tro, la Banda Musicale di Villadose ha suonato l’inno di Mameli. Per la ragazzo di Arquà Polesine stroncato nel 2007 all’età di 35 anni da un pura cronaca sportiva, la partita, arbitrata dall’ex presidente Aia Ivan male incurabile e mai dimenticato dai suoi amici che, con la moglie Colopi, è terminata 3-3. Primo tempo con la Mass Media Veneto in gol Claudia (Presidente dell’Associazione) e Cristian Ghirardini, hanno con- con Aggio al 3’, raddoppio di Mariuzzo al 6’ e terzo gol di Pivato per le segnato un assegno di 500 euro. Lo stesso importo è stato donato da penne venete; poi rimonta dei primi cittadini con i gol di Padrin, Riva e Enzo Manenti, presidente della Nazionale Sindaci e Sindaco del bellis- allo scadere, ancora Padrin, Sindaco di Longarone. Al termine, c’è stato simo borgo toscano di Licciana Nardi, in provincia di Massa Carrara, che un bel terzo tempo, con grigliata al campo sportivo offerta dalla Polisporha sottolineato “di aver accettato volentieri questa partita amichevole, tiva Borsea, presieduta da Maurizio Libanore, (con i collaboratori Renzo che ha sposato una causa bellissima per aiutare la piccola Eleonora”. Arzeretti, Diego Moretto, lo speaker Fabio Moretto e il comitato donne), La bambina, accompagnata dal papà Davide, era presente al campo e il taglio della torta preparata appositamente da una mamma di Borsea sportivo di Borsea assieme a Don Silvio Baccaro, già organizzatore di in onore della piccola Eleonora. Calcio a 5
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Raito premia Gregnanin Arbitro d’eccezione di tutti gli incontri Giusva Coltro, che ha sfoggiato una maglietta storica del papà Lamberto di quando era assistente in serie C negli anni ‘80. Appesi all’entrata, due papiri che raccontavano con date e fotografie la storia di questa società. Ad aggiudicarsi il trofeo, la squadra amaranto formata dagli “storici” Giampietro Gregnanin e Fabio Finotti (vincitore del premio “vecio-stravecio”), Dario Battizocco, Daniele Zambon, Mirko Lupi, Daniele Giammei, Luca Reale. Al secondo posto, la squadra azzurra formata da Sandro Fanchini, Leonardo Sdrusci, Adriano Spada, Cristiano Aggio, Robert Donegà (miglior portiere), Andrea Milan, Alessandro Finotti, Matteo Melarato. I “giallini”, sono arrivati al terzo posto: Luca Finotti, Alessandro Preti, Daniel Fregnan, Michele Massi, Mauro Magro, Luca Scaranello, Alberto Bazzan, Matteo Finotti, Stefano Carraro. Quarta classificata la formazione nera, con Andrea Malfatto, Marco Scaranello, Sandro Sarto, Mirko Paltanin, Ettore Masiero, Andrea Cominato, Marco Pozzato,Renzo Spada, Alessandro Colombo, Andrea Denti, Omar Gregnanin. A premiare, l’assessore provinciale allo sport, Leonardo Raito. Cr.Ag.
na festa doveva essere, e una festa è stata. Il palazzetto dello sport di Rovigo, teatro di tante soddisfazioni, ha ospitato il secondo “Futsal Day” per festeggiare il quindicesimo anno di attività del Futsal Rovigo. Non ha potuto essere presente il primo Presidente, Guglielmo Giacomello, ora promoter dei trofei rally per le autovetture Renault ed impegnato fuori regione, ma erano comunque in tanti, “vecchi” e “nuovi”. A fare da liaison tra passato e presente, Sandro Fanchini, attuale Presidente del Futsal Rovigo e uno di quei “giovani” che nel 1998 assieme a Giampietro Gregnanin, Luca Finotti, Gianfranco Bagatin, Gianni Penolazzi, Andrea Malfatto e altri amici, cominciò l’avventura nel calcio a 5 in Uisp. Poi, nell’anno successivo, iniziò l’avventura in Figc, che tuttora continua. In questi quindici anni, quasi un centinaio sono stati i tesserati: qualche meteora, qualche brasiliano (su tutti Ramos Albino), ma chiunque un pensiero, un ricordo dell’esperienza con il calcio a 5 Rovigo lo porta sicuramente nel cuore. “La nostra forza” dice Sandro Fanchini “è stata e sarà sempre la voglia di divertirsi, di cercare comunque in campo il risultato ma senza mai dimenticare che l’amicizia formata in questi anni va al primo posto”. Un palazzetto dello sport, colorato dalle quattro maglie, azzurre, gialle, amaranto e nere, che formavano le quattro squadre che si sono contese l’“ambito” trofeo. A far da cornice i tanti bambini che tra una partita e l’altra prendevano d’assalto il parquet del palazzetto, imitando i loro papà!
Raito premia Gregnanin Arbitro d’eccezione di tutti gli incontri Giusva Coltro, che ha sfoggiato una maglietta storica del papà Lamberto di quando era assistente in serie C negli anni ‘80. Appesi all’entrata, due papiri che raccontavano con date e fotografie la storia di questa società. Ad aggiudicarsi il trofeo, la squadra amaranto formata dagli “storici” Giampietro Gregnanin e Fabio Finotti (vincitore del premio “vecio-stravecio”), Dario Battizocco, Daniele Zambon, Mirko Lupi, Daniele Giammei, Luca Reale. Al secondo posto, la squadra azzurra formata da Sandro Fanchini, Leonardo Sdrusci, Adriano Spada, Cristiano Aggio, Robert Donegà (miglior portiere), Andrea Milan, Alessandro Finotti, Matteo Melarato. I “giallini”, sono arrivati al terzo posto: Luca Finotti, Alessandro Preti, Daniel Fregnan, Michele Massi, Mauro Magro, Luca Scaranello, Alberto Bazzan, Matteo Finotti, Stefano Carraro. Quarta classificata la formazione nera, con Andrea Malfatto, Marco Scaranello, Sandro Sarto, Mirko Paltanin, Ettore Masiero, Andrea Cominato, Marco Pozzato,Renzo Spada, Alessandro Colombo, Andrea Denti, Omar Gregnanin. A premiare, l’assessore provinciale allo sport, Leonardo Raito. Cr.Ag.
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VIAGGIO IN
PROVINCIA ROVIGO
Amministrazione Il premier Letta ha annunciato il taglio degli enti locali
Province, torna a pendere la scure Per l’Onorevole Crivellari i tempi sono maturi. “Il Polesine si concentri sulla Vi.Ve.Ro” di Fortunato Marinata
T
aglio delle province, il governo ci riprova. Dopo Mario Monti, anche Enrico Letta ha annunciato l’intenzione di procedere in questa direzione nel suo discorso di presentazione del programma di Governo alla Camera e lo ha ribadito anche recentemente, in occasione del primo voto di fiducia per il “decreto sulle emergenze”. Un taglio duro, netto. Tanto che non rimarrebbe in vita neanche un’ipotesi di ente di secondo livello. L’idea, dunque, è la stessa alla quale l’ex ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi, aveva lavorato fino al 10 dicembre scorso in Commissione Affari Costituzionali del Senato. Poi il progetto naufragò, anche perché in quell’occasione si cercò l’abolizione per decreto. Oggi, invece, la strada intrapresa sembrerebbe essere un’altra, come ci ha confermato il deputato polesano e segretario provinciale del Pd Diego Crivellari. “Sul tema non posso an-
nunciare niente – ha spiegato- ma l’intenzione è questa. Ovviamente stiamo parlando di un iter molto lungo e complicato che necessariamente dovrà passare attraverso una riforma costituzionale ma non è un caso se il ministro per gli affari regionali Graziano Delrio ha accolto di buon grado il suggerimento giunto dall’Anci di riprendere il filo spezzato delle città metropolitane”. Con un certo orgoglio il deputato polesano Crivellari ha portato l’iniziativa sotto l’ala del Partito Democratico. “Certo dentro al partito – ha precisato – è in corso un confronto su questo tema ed è sotto gli occhi di tutti che i comuni capoluogo del Veneto amministrati dal Pd stanno spingendo sull’acceleratore verso la costituzione di un’rea vasta, la Pa.Tre. Ve. Padova, Treviso Venezia, stanno fattivamente parlando di uno statuto per porre le prime basi di un futuro insieme”. E per quanto riguarda il Polesine? “A mio avviso
La presidente Tiziana Virgili: “I veri enti spreconi sono le Regioni”
Palazzo Celio, sede della provincia di Rovigo
il Polesine non può stare alla finestra. Bisogna evitare lo smembramento della nostra provincia, cioè bisogna sottrarsi all’eventualità che le diverse aree del territorio rodigino possano andare ognuna per proprio conto: sto pensando all’ipotesi che il Delta possa unirsi al veneziano, il medio e alto Polesine al ferrarese o al mantovano ma è necessario immaginare una riordinazione del territorio. L’ipotesi della Vi.Ve.Ro. secondo me va presa seriamente in considerazione, esistono progetti, sto pensando alla Valdastico Sud, piuttosto che alla Nogara-mare o alla metropolitana di superficie, che di fatto da oggi possono essere portati avanti insieme
a Verona e Vicenza”. Tanta urgenza per l’Onorevole polesano è legata anche al fatto che la città scaligera da anni insieme a Brescia e Trento sta lavorando su sinergie dal respiro europeo. “Il Polesine non può venire emarginato da questo scenario”. A questo punto, dunque, resta da capire se il territorio rodigino sia pronto a ridisegnare se stesso. “Con molti soggetti stiamo già parlando e rispetto a qualche anno fa – ha concluso Crivellari – vedo una disponibilità maggiore ad abbandonare la politica dei campanili. Il progetto Civitanova, la fusione di sei comuni dell’ex Pati Medio Polesine, ne è testimonianza diretta”. Non è dello stesso avviso la
presidente della Provincia, Tiziana Virgili, che invece nel taglio delle province vede solo un’inutile operazione che non porterà ne’ a risparmi, ne’ ad una migliore qualità dei servizi per i cittadini. “Le province, tra gestione e servizi, rappresentano appena l’1,7% delle spese dello Stato – ha spiegato – sono le Regioni gli enti spreconi. Per scrupolo è sufficiente andare a guardare i costi erogati, sono pubblici e pubblicati nel web, si vedrà quanto viene speso per i dipendenti, per le governances e per gli organi di governo. Se qualcuno pensa che tagliando le Province ne otterrà un beneficio, si sta sbagliando di grosso!”.
FUSIONE DEI COMUNI CIVITANOVA POLESINE, UN’INIZIATIVA PARTITA DAL BASSO
A
grandi passi verso la fusione dei comuni del Medio Polesine. Lo scorso 24 giugno il Pd provinciale ha fatto sapere come la pensa sulla fusione dei Villmarzana, Arquà Polesine, Costa di Rovigo, Frassinelle Polesine, Pincara e Villanova del Ghebbo, che dovrebbe dar vita al nuovo Comune unico di Civitanova Polesine. “Sono anni che si parla di unioni, fusioni ed aree vaste, ma sostanzialmente nulla è cambiato. Ora che potrebbero arrivare nuove imposizioni dall’alto, Letta ha annunciato il taglio delle Province, è bene assecondare le iniziative che partono dal basso, proprio come quella di Civitanova Polesine – ha spiegato il consigliere regionale Graziano Azzalin - l’efficienza delle pubblica amministrazione è una delle sfide centrali per il nostro Paese e la frammentazione amministrativa è proprio uno degli ostacoli da superare. Per questo è giusto par-
L’area dove nascerà il nuovo comune di Civitanova Polesine lare di necessità. Si pensi che in Veneto ci sono 318 comuni sotto i 5mila abitanti, il 55%, e 202 sotto i 3mila, il 35%, mentre in Polesine ne abbiamo 40 sotto i 5mila e 29 sotto i 3mila, ovvero l’80 e il 58%. La
nostra provincia ha la media di abitanti per comune più bassa dopo Belluno, 3.983, e questo, se magari un tempo poteva essere segno di maggiore vicinanza ai cittadini, oggi rende più difficile per i comuni rispondere
alle richieste degli stessi cittadini”. “L’obiettivo – ha proseguito l’Onorevole Diego Crivellari - non è solo quello di intercettare fondi, alla base del ragionamento non c’è soltanto una concezione meramente ragionieristica ma una visione nuova del futuro, alla luce della globalizzazione e dei servizi che vanno mantenuti in ogni caso in essere”. “Questo percorso – ha sottolineato il responsabile organizzativo provinciale Filippo Silvestri – che nasce da un’attività amministrativa comune, condurrà alla fondamentale tappa del 20 o 27 ottobre, quando i cittadini saranno direttamente chiamati ad esprimersi con un referendum. Perché il partito è impegnato concretamente nell’assecondare il processo di fusione e di partecipazione, ma non si tratta di un’imposizione bensì di una scelta che spetta direttamente ai territori ed ai loro abitanti”. messaggio pubblicitario
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Spazi aperti 25 23 Territorio Riforma della normativa in materia di aree protette. Si discute in Regione
Tre proposte per il futuro dei parchi Contrapposti Manzato e Azzalin ma pure i sindaci che non vogliono essere estromessi dalla gestione degli enti di Denise Formigaro
L
a riforma dei parchi del Veneto è un tema spinoso che vede molte fazioni contrapposte, ognuna con una propria visione del problema e con diverse soluzioni. Tre, infatti, sono le proposte di legge attualmente all’esame del Consiglio regionale e relativi alla nuova normativa in materia di aree protette, che intendono aggiornare l’attuale legge in vigore approvata nel 1984. Il primo disegno di legge è quello della Giunta Regionale rappresentata dall’assessore all’agricoltura Franco Manzato. “Il nostro progetto si propone di riorganizzare gli enti parco e le aree protette del Veneto – spiega Manzato - nell’ottica della spending review. Importante è, infatti, il controllo della spesa pubblica unito alla semplificazione e razionalizzazione della gestione attraverso l’unificazione dell’attuale disciplina delle singole leggi istitutive dei parchi regionali, stabilendo la composizione degli organi e il numero dei loro componenti. Non ci sarà più il Consiglio dell’Ente, organo politico assem-
bleare; il Consiglio Direttivo sarà costituito dal presidente dell’Ente e da quattro componenti; è prevista la Comunità del Parco i cui componenti parteciperanno a titolo gratuito con funzioni consultive. Vogliamo, inoltre, abbattere i vincoli per consentire ai cittadini che vivono all’interno dei parchi di creare opportunità di lavoro e di sviluppo”.
“L’obiettivo è salvaguardare le competenze di autogoverno delle comunità locali” La seconda proposta di legge è avanzata dal Partito Democratico, rappresentato da Graziano Azzalin, vicepresidente della commissione agricoltura: “Il nostro disegno nasce da premesse opposte a quelle della Giunta Regionale – afferma Azzalin. Vorremo, infatti, che la tutela dell’ambiente non fosse pensata come un costo, ma come un
investimento culturale, ambientale, ma anche e soprattutto economico visto che i fondi europei saranno destinati principalmente a chi farà leva sulla tutela ambientale. È importante, perciò, considerare le peculiarità di tutti i territori e favorire uno sviluppo sostenibile che parta dal basso senza ostacolarlo con inutili vincoli”. Azzalin prosegue, poi, analizzando i punti principali del progetto del partito: “Il cuore della nostra proposta sta nello snellimento della burocrazia e nel superamento delle sovrapposizioni di competenze e attribuzioni, dando ai sindaci il ruolo di protagonisti della gestione, responsabilizzando le comunità locali e le loro rappresentanze e superando i conflitti che spesso si sono generati tra enti parco, enti locali e cittadini e dare alla Regione il compito di indirizzo e controllo che le compete”. La terza proposta è quella presentata per iniziativa dei Consigli comunali di Arquà Petrarca, Cervarese S. Croce, Cinto Euganeo
Un’immagine del Parco del Delta del Po e Baone d’Este. A illustrarla è il sindaco di Arquà Petrarca Luca Callegaro: “L’obiettivo prioritario della proposta di legge dei sindaci – sostiene Callegaro - è salvaguardare le competenze di autogoverno delle comunità locali, valorizzare la democrazia partecipativa all’interno del Parco e fare dell’ente regionale un motore di sviluppo e di rilancio turistico di un’area di singolare pregio am-
bientale. Non vogliamo che una legge come quella formulata dalla Giunta tagli fuori le amministrazioni comunali dalla gestione del processo decisionale”. Insomma, tante sono le idee che la Giunta sta prendendo in esame per poter gestire al meglio i cinque Parchi esistenti in Veneto e tutte quelle zone che per le loro peculiarità vanno protette e valorizzate. messaggio pubblicitario
foto: roberto beani
TURISMO SLOW LUNGO IL PO IN CARROZZA NEL POLESINE DEI TESORI Esiste un Polesine che appartiene alla leggenda: con chilometri di cunicoli di collegamento tra chiese e oratori, dove si nascondo il tesoro di Garibaldi, quello di Adriano e dei Paladini di Francia
“S
low tour in carrozza”, è un’iniziativa che si è tenuta qualche settimana fa a Gavello, grazie all’impegno tra la fattoria didattica Galassa, le guide equestri dell’Engea e il maneggio Criollo di Tribano nel padovano, Slow food Rovigo, il gruppo folkloristico Le Ciaramelle, per l’intrattenimento musicale, e l’associazione Gli amici del Po di Villanova Marchesana. Si è trattato di una giornata in carrozza, per la promozione della nuova attività ludico-educativa offerta dalla fattoria didattica, alla scoperta del territorio. L’escursione ha preso il via dall’azienda Galassia alla volta del primo itinerario per la visita dell’oratorio cistercense di Cisimati. A bordo, anche la presidente della provincia Tiziana Virgili, l’assessore al turismo, Laura Negri e la dirigente regionale per le “fattorie didattiche” Elena Schiavon. Dall’oratorio cinquecentesco di Cisimati, il gruppo si è spostato poi a Villanova Marchesana e poi sull’argine del Po, fino all’antico traghetto dei Santi, quindi giù nella frescura della golena. Lungo l’itinerario il presidente di Slow food Rovigo, Paolo Rigoni, in veste di cicerone ha intrattenuto la comitiva con narrazioni che si tramandano dalla notte dei tempi, parlando di “un Polesine sotterraneo”, fatto di chilometri di mitici cunicoli, che collegherebbero chiese, oratori, il Castello Estense di Ferrara (perché il Po non è stato un confine fino al congresso di Vienna), dove si nascondo tesori protetti da ancor più mitiche serpi: il tesoro di Garibaldi, quello di Adriano e dei Paladini di Francia. L’ambiente distensivo, con ampie vedute di pregio naturalistico, e le suggestive narrazioni hanno catturato gli escursionisti. Si è fatto ritorno a Gavello paghi della bella esperienza assorti nel disteso ritmo del trotterellio dei cavalli. Li.Se.
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Università Porte aperte il 25 luglio e il 5 settembre
Open day a Rovigo, un assaggio dell’offerta universitaria Saranno presentati i corsi di Scienze dell’Educazione e della Formazione, Diritto dell’Economia e Giurisprudenza di Andrea Zambolin
U
na mattinata pensata per iniziare a approcciarsi al mondo universitario: questo il biglietto da visita dell’Open Day, la giornata dell’Università a porte aperte. Si terrà il 25 luglio nella sede dell’Università di Rovigo e sarà dedicata agli studenti delle superiori che vogliono conoscere il loro futuro indirizzo di studio, ma potranno partecipare anche genitori e universitari insoddisfatti della loro precedente scelta. Lo scopo principale degli Open Day è proprio evitare che i giovani, freschi di maturità, intraprendano un percorso di studio
Il caso
S
non adatto a loro e si debbano poi ritirare. Una scelta consapevole dell’orientamento universitario è fondamentale per riuscire successivamente a entrare nel mondo del lavoro in modo competitivo e raggiungere quelle soddisfazioni personali che ognuno si aspetta dopo anni e anni di studio. L’University Day di Rovigo, organizzato in coordinamento con la facoltà di Padova, si propone inoltre di far conoscere e apprezzare la scuola ai futuri studenti. Il programma della mattinata prevede un incontro di presentazione del Corso di Studio di Scienze
dell’Educazione e della Formazione, durante il quale docenti, tutor e studenti iscritti saranno a disposizione per rispondere alle domande dei presenti. Al termine ci sarà la simulazione di un test d’ingresso, molto utile in vista delle future ammissioni di settembre. Anche il percorso di studio triennale “Diritto dell’Economia” verrà presentato lo stesso giorno da alcuni studenti laureati. A seguire, i visitatori verranno accompagnati a conoscere la struttura dell’ateneo e le aule principali. Il Cur (Consorzio Università Rovigo),
La sede dell’Università di Rovigo proporrà inoltre un altro Open Day il 5 settembre presso l’Accademia dei Concordi. Con la collaborazione dell’Università di Ferrara, si terranno dei confronti sull’indirizzo Giurisprudenza con Luigi Costato, Professore di Diritto dell’Unione Europea, e alcuni professionisti (magistrati, notai, avvocati). L’Open Day, riproposto dopo l’edizione dell’anno scorso, è un’opportunità davvero
interessante per i ragazzi delle superiori che intendono iscriversi all’Università: farsi un’idea di ciò che si dovrà affrontare negli anni a venire, rendendosi conto della bontà o meno della decisione che si sta per prendere, consente di evitare il rischio di compiere una scelta sbagliata e di gettare al vento anni preziosi per la costruzione del proprio futuro, lavorativo e non.
Istruzione in Polesine
94 BamBInI senza asIlo. comune, uffIcI scolastIcI e genItorI alla rIcerca dI una soluzIone
embra ancora lontana la soluzione per i 94 bambini in lista d’attesa per un posto negli asili della Provincia di Rovigo. Tutte le proposte presentate finora dal Comune, dagli Uffici Scolastici e dai genitori, per quanto interessanti, si sono dimostrate irrealizzabili per motivi logistici, di agibilità delle strutture o per la mancanza di adesioni. L’unico cavillo organizzativo che (al momento di pubblicazione del giornale) tiene ancora la questione in sospeso, è riuscire a trovare delle scuole dell’infanzia che possano ospitare questi bambini, senza incorrere in costi eccessivi di adeguamento delle strutture.
Entrambe le parti si stanno rimboccando le maniche, soprattutto dopo il parere favorevole del Miur (il Ministero dell’Istruzione), che ha dato l’autorizzazione a fornire docenti per le nuove classi. A quanto pare, l’allarme lanciato a maggio dai Sindacati della scuola (Cisl, Cgil, Snals e Uil), con la previsione di circa 120 posti mancanti nelle scuole dell’infanzia statali (ossia quelle gratuite) si è rivelato davvero preciso. I genitori dei bambini, nel frattempo, si augurano di riuscire a trovare al più presto una soluzione efficace, per poter garantire ai propri figli il diritto fondamentale alla prima scolarizzazione. messaggio pubblicitario
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28 26 Personaggio Eugenio Bolzan Nato a Badia alla fine dell’Ottocento, divenne una colonna del Corriere
“Io mi sento irresistibilmente attratto dal giornalismo” Dovette abbandonare la cittadina natale in seguito all’alluvione del 1882, conobbe la povertà ma alla fine riuscì a realizzare il suo sogno di Denise Formigaro
M
olti sono i personaggi importanti che hanno avuto le loro origini in Polesine. Luminari che non diventati molto famosi nel panorama internazionale, ma hanno avuto un ruolo decisivo per la storia del nostro Paese. Uno di questi è Eugenio Balzan. Nato a Badia Polesine il 20 aprile del 1874 da una famiglia di proprietari terrieri, diventerà una delle colonne portanti del Corriere della Sera per oltre trent’anni. La sua infanzia non è stata molto felice, come racconta Renata Broggini nel suo libro “Eugenio Balzan 1874-1953”. Infatti, l’inondazione del fiume Adige del 1882 fece perdere tutto il raccolto dell’anno gettando così la famiglia in tristi condizioni. Ma fu il 1888 l’anno più duro, nel quale il padre Lorenzo restò a lungo disoccupato “gettando la famiglia nell’estrema miseria” come scrive lo stesso Balzan, “e cominciò allora quella vita di dolore, di infinite amarezze, di privazioni sofferte”. Eugenio, però, aveva una zia a Verona e
Sotto la sua direzione il giornale arrivò a vendere 600mila copie questa lo invitò a trasferirsi da lei, promettendogli anche di pagargli gli studi. Questi furono anni ricchi di spensieratezza e felicità prima dell’arrivo di altri dolori e responsabilità. La zia morì nel 1892 poco dopo il matrimonio con Itala Adami che portava in grembo la figlia Lina. Nel 1893 ha conseguito il diploma di geometra e la patente di Segretario comunale. Trovò anche un impiego presso un avvocato prima e al catasto di Verona poi, che gli hanno permesso di mantenere la famiglia. Ma la sua passione era un’altra: “Io mi sento irresistibilmente attratto dal giornalismo” affermava Balzan. Così scrisse all’Arena di Verona e riuscì a ottenere un posto come corrispondente di Vicenza, dove si trovava per svolgere un impiego
Il giornalista badiese in una foto degli anni ‘20 del novecento
al catasto. Purtroppo, il suo sogno non durerà molto perché fu costretto a trasferirsi per lavoro. Approderà, infatti, a Milano nel 1897 e tenterà, anche in questa città, di diventare un giornalista. Scrisse al Corriere della Sera con successo diventandone dapprima correttore di bozze per poi arrivare in breve tempo al ruolo di addetto alla cronaca e capocronaca. Uno dei suoi più grandi scoop fu l’assemblea generale del Partito socialista. L’ingresso era vietato ai giornalisti, ma ogni mattina il Corriere presentava un resoconto dettagliato di quanto successo, grazie a Balzan che si nascondeva sotto il palcoscenico e prendeva appunti riconoscendo le voci di chi interveniva. Dal 1901 firma la prima pagina e diventa inviato speciale per un’importante missione in Canada: denunciare le condizioni degli immigrati italiani. Un successo che coinvolse i lettori e che lo farà diventare un giornalista di rilievo. Dal 1903 diventerà direttore amministrativo del Corriere. Sotto la sua direzione, il giornale ha vissuto
un momento davvero prospero, arrivando a vendere 600mila copie. Purtroppo gli anni del fascismo furono critici per Balzan, perché iniziò un periodo di calunnie e di tentativi di estrometterlo dal ruolo centrale che aveva assunto. Ciò che più infastidiva il Duce era l’impronta liberale che Balzan riusciva a dare al Corriere anche in quel
periodo di rigore politico. Dopo anni di tensioni e accuse infondate Eugenio lascia il giornale nel 1933 per trasferirsi in Svizzera, dove morirà nel 1953. Ma la sua memoria è mantenuta viva grazie alla figlia che nel 1956 istituì la Fondazione e il Premio Balzan, che promuovono ancora oggi la cultura, le scienze e le più meritevoli iniziative umanitarie del mondo. messaggio pubblicitario
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Cultura provinciale 31 29 Grandi Mostre Alla Badoera di Fratta, fino al 29 settembre gli scatti di Gianni Berengo Gardin
accademia dei concordi
“Polesine”, immagini dal lontano 1971
L’arazzo “La temperenza” ritrova i suoi colori
Invitato da Giuseppe Marchiori percorse la terra dei fiumi da occidente al Delta. Ritrasse un mondo da poco uscito dall’alluvione con ancora visibili le tracce della civiltà contadina
E
di Lino Segantin
“P
olesine”, e nessun sottotitolo, per caratterizzare lavoro, ai ritratti icastici di persone intente all’attività quotidiana l’importante mostra allestita alla Badoera di Fratta, o colte in particolari momenti della giornata. realizzata con gli scatti – ormai storici e pertanto Immagini di grande forza, in bianco e nero, che testimoniaquanto mai significativi – di Gianni Berengo Gardin, uno dei più no la maestria del grande fotografo, come ha sottolineato nel apprezzati fotografi italiani attivo da un sessantennio, avendo suo intervento Paolo Morello, presidente dell’Istituto Superiore egli esordito negli anni ‘50. Una firma autorevole ed apprez- per la Storia della Fotografia, che si è soffermato in particolare zata, che ha lasciato il segno in noti periodici come Il Mondo ad analizzare la fotografia scelta come immagine della mostra: di Pannunzio, Epoca, Domus, L’Espresso, nonché sulla stampa una suggestiva immagine di un mulino di fiume (natanti all’epoestera come Le Figaro, Time, Stern. ca ancora presenti sulle acque dell’Adige e del Po): sulla passeAl Polesine, Berengo Gardin ha dedirella, che lo unisce alla riva, la presenza cato il suo magistrale lavoro di fotografo La fotografia di una gioiosa bambina colta – e qui sta nel 1971, allorché, invitato da Giuseppe scelta come la maestria del fotografo – nel momento Marchiori, percorse la terra dei fiumi da immagine in cui si produce in un allegro saltello. occidente al delta, ricavandone immagini della mostra: Una mostra quanto mai significadi grande forza espressiva: Un “Polesine un mulino di fiume tiva dunque, aperta sabato 22 Giugno in bilico” – come lo ha definito il giornacon le parole entusiaste del sindaco di lista Sergio Garbato nel corso della presentazione della mostra, Fratta nonché presidente della Provincia Tiziana Virgili (che fra in quanto uscito da non molto dalle gravissime ferite dell’alluvio- l’altro si è definita “tifosa” del Polesine e pertanto sostenitrice ne del ’51, ma non ancora caratterizzato da quel desiderio di delle interessanti occasioni che ne danno visibilità e lo fanno moderno che, in vari ambiti, doveva poi cancellare significative apprezzare) e dall’assessore provinciale Laura Negri, che ha testimonianze della civiltà contadina. sottolineato l’importanza dell’evento, ospitato nella villa poleUna mostra per documentare quindi. E lo stesso Beren- sana patrimonio dell’Umanità. In chiusura un apprezzato un go Gardin, inaugurando l’allestimento di Fratta, si è espresso fuori programma da parte del fotoclub Athesis, il cui presidente chiaramente a favore di questa tipologia di scatti fotografici (da Graziano Zanin – richiamandosi al monito di Berengo Gardin a preferire rispetto alle foto artistiche) sottolineando il valore che fotografare per documentare – ha donato all’illustre ospite, per assume la documentazione per immagini. Nella sua rappresen- il sessantennio del suo impegno fotografico, un volume da poco tazione del Polesine, accanto alle architetture – a cominciare edito di immagini della bassa padovana, scattate negli stessi proprio dalla frattense villa del Palladio ritratta solo negli esterni, anni delle foto del “Polesine” presenti nell’allestimento della perché nel 1971 non ancora restaurata ed aperta al pubblico – Badoera. Una mostra questa che rimarrà aperta per tutta l’estaci sono le sezioni dedicate alla vita dei campi, agli ambienti di te fino al 29 settembre.
La locandina della mostra alla “Badoera”, alcune immagini in mostra e un momento della presentazione lo scorso 22 giugno
’ tornato al suo primigenio splendore l’arazzo “La temperanza presentata all’uomo come guida contro i vizi”. Ci sono voluti ben 26 mesi di restauro per far ritornare a brillare i colori e le forme di questo gioiello artistico del 1630, realizzato a Bruxelles dal maestro Antoon Sallaert, che lavorava nella bottega di Rubens. L’arazzo, di proprietà dell’Accademia dei Concordi, è ritornato a splendere di luce propria nella sua originaria sede, la sala Oliva all’Accademia, accanto all’altro arazzo intitolato “Il tempo allontana le gioie della vita”, anch’esso recentemente restaurato. L’importante intervento è stato possibile grazie al finanziamento di Adriatic Lng. L’artefice dell’intervento sui 16 metri quadri di tessuto è il consorzio pratese Tela di Penelope, che ha realizzato il recupero dell’opera insieme ad uno staff di nove restauratrici, coordinandone le varie e delicate fasi, dallo studio preliminare all’intervento vero e proprio. L’operazione ha riportato in superficie lo stato originale del colore, recuperandone le fibre e rimuovendo alcune toppe applicate da precedenti interventi. Complessivamente il restauro è stato suddiviso in 5 fasi: smontaggio della fodera e delle armature, preparazione al lavaggio, lavaggio, consolidamento del colore, foderatura e ricollocazione nella posizione originaria. Ora toccherà la stessa felice sorte al terzo dei quattro arazzi dell’Accademia che ha come soggetto “La fortuna”. Me.Ru.
Spettacoli
“TRA VILLE E GIARDINI”, PARTITA LA RASSEGNA
D
oveva essere Marco Castoldi, meglio noto come Morgan, il testimonial della XIV edizione della rassegna Tra ville e giardini, ma il maltempo ha fatto la sua parte e così è toccato a Paolo Nani, maestro del teatro fisico, e “La lettera” tenere a battesimo la kermesse, partita giovedì 27 giugno da Fiesso Umbertiano. Appuntamento solo rimandato di una settimana invece per Morgan, che il 4 luglio ha condotto An evening with nella splendida cornice della cinquecentesca Villa Morosini di Polesella, guidando il pubblico sulle note del grande repertorio italiano e internazionale da lui amato, da De André a David Bowie, dalla musica classica al rock, ripercorrendo i propri successi e le cover dei suoi ultimi album da solista e presentando in anteprima alcuni brani inediti. Un concerto intimo e ricercato, per voce e piano, condito da aneddoti e racconti sull’arte. La fortunata kermesse
anche quest’anno riscopre i luoghi mozzafiato del Polesine, attraverso la danza, il teatro, la musica, per un totale di 18 appuntamenti unici, nei quali la cornice della rappresentazione è parte integrante dello spettacolo, per la valorizzazione del territorio, dell’ambiente e del turismo. La manifestazione, promossa e sostenuta dall’Amministrazione Provinciale di Rovigo, finanziata da Regione Veneto, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Camera di Commercio di Rovigo, ed è organizzata in collaborazione con Ente Rovigo Festival e diversi comuni, si conferma il fiore all’occhiello della vita culturale polesana, come ha sottolineato la presidente della provincia Tiziana Virgili durante la presentazione dell’edizione 2013. “La rassegna è nata per unire la valorizzazione e la promozione del territorio con l’arte – ha detto”. Dello stesso parere anche l’assessore al turismo Laura Negri,
che sottolinea il compito della kermesse: “dare valore al Polesine con un bel modo di fare squadra tra enti locali e finanziatori in un itinerario che va da Melara a Porto Tolle”. Da sua parte Claudio Ronda, il direttore artistico della manifestazione, la definisce “un caleidoscopio di eventi che attraversa diversi generi, talvolta con scelte azzardate o insolite, proponendo un ventaglio di scelte artistiche e di possibilità culturali”. Questi gli appuntamenti rimasti in cartellone: Martedì 16 luglio, Porto Tolle, Corte di Ca’ Bonelli, Fanfara Tirana; giovedì 18 luglio, Ceneselli, ex base missilistica, Area international popular group; mercoledì 24 luglio, Lendinara, giardino di Villa Dolfin-Marchiori, Tribal tech; venerdì 26 luglio, Melara giardino di palazzo Calzolari-Badini, Emanuele Rastelli trio emotions; domenica 28 luglio, Arquà, Castello, Glenn Miller Orchestra, in the mood Miller; mercoledì 31 luglio, Castelguglielmo,
Nella foto, Peppe Servillo che è stato protagonista a Canda lo scorso 4 luglio, Ron, Pilar e Miriam Meghnagi piazza Vittorio Veneto, “Compagnia argentina de danzas sentires”, domenica 4 agosto, Ariano nel Polesine, San Basilio, Pilar, sartoria italiana fuori catalogo; mercoledì 7 agosto, Badia Polesine, piazza Vangadizza, Soqquadro italiano, da Monteverdi a Mina; venerdì 9 agosto, Ficarolo, giardino di villa Schiatti-Giglioli, Miriam Meghnagi, Dialoghi mediterranei; domenica 11 agosto, Villamarzanagiardino di Villa Cagnoni-Boniotti, Jaques Morelenbaum & cello samba trio, special guest Paula Morelenbaum; martedì 13 agosto, Crespino, chiesa arcipretale santi Martino e Severo, Tigran a fable; domenica 18 agosto, Fratta Polesine, villa Badoer, Ron, Way Out. L’inizio degli spettacoli è fissato alle ore 21.30 a ingresso libero, eccetto, martedì 16 luglio, giovedì 18 luglio, mercoledì 24luglio, domenica 28 luglio, domenica 11 agosto: biglietto unico 5,00 euro. Me.Ru.
32 4
IL VENETO
in PRIMO PIANO
Sicurezza I dati Inail e Vega Engineering danno la dimensione di un fenomeno nuovo
Crisi, incidenti sul lavoro in calo
La diminuizione delle morti bianche è proporzionale all’occupazione, per questo il risultato forse dipende più dallo stato di difficoltà attuale che dalla maggiore sicurezza di Alessandro Abbadir
I
nfortuni sul lavoro in Veneto, in calo grazie alla crisi e a settori come quello edile che sono andati letteralmente a picco. Sia i dati riferiti al 2012 che quelli inerenti il primo trimestre del 2013 sono chiari. Il calo dal 2009 ad oggi è costante. Vediamo nel dettaglio. L’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering ha denunciato nei mesi scorsi infatti 42 infortuni mortali nel 2012. Tre in meno dell’anno precedente, dieci in meno rispetto al 2010. Sempre secondo l’Osservatorio nel 2012 la provincia che ha registrato il maggior numero di casi è stata Verona con 11 morti, una cifra che l’ha collocata al 47° posto della graduatoria nazionale per indice di incidenza degli infortuni mortali sul numero degli occupati (26,9 per milione di occupati). Ma ben più letale si è rivelato, in proporzione, il bellunese: 7 morti, con una incidenza del 75% e il 4° posto nella graduatoria nazionale: una triste posizione da cui la provincia veneta di montagna non riesce a schiodarsi: 5° posto nel 2011, 3° posto nel 2010. Al posto più basso, quindi con maggior sicurezza, nel 2012 Vicenza e Padova (ognuna con 5 incidenti mortali che le posizionano all’81° e all’83° posto). Per la provincia di Venezia ci sono dati ad hoc e recentissimi Qui nel primo quadrimestre di quest’anno si sono registrati 2 infortuni mortali (un lavoratore italiano di 22 anni fulminato e un albanese di 49 investito da un automezzo di lavoro), a fronte dei 7 dell’intero 2012 e dei 9 registrati nel 2011. Si tratta però esclusivamen-
te in questi casi di morti sul lavoro deceduti a causa di un incidente sul luogo di lavoro (fabbrica, ufficio, campi, cantieri, ecc.). L’Inail invece include in questa triste statistica anche i morti sul lavoro collegati al percorso casa lavoro, e quelli connessi alla circolazione stradale. I casi mortali riconducibili a queste due tipologie sono da anni a volte superiori a quelli capitati nell’ambiente di lavoro ordinario. Ciò emerge chiaramente nel Rapporto 2011 per il Veneto dell’ Inail: 37 su 83 eventi nel 2010, 50 su 83 nel 2011. Insomma l’ambiente più pericoloso in Veneto (ma anche nel resto del Paese) rimane la strada. Per capire di più occorre andare nello specifico. Vediamo le cause specifiche di morte indicate proprio nel rapporto Inail nel triennio 2010-2012. Le cause sono determinate dal: ribaltamento del veicolo/ mezzo in movimento (dal 21 al 27% dei casi), caduta dall’alto di oggetti (dal 16 al 25%) ed infine caduta di persone dall’alto (dal 18 al 24%). Poi quella relativa ai settori dove si muore di più che rimangono l’agricoltura (44% dei casi, media triennio) e le costruzioni (dal 20% del 2010 al 12% del 2012, segno evidente della crisi del settore). Tuttavia, nel corso del 2012, in tutta Italia sono aumentate le ispezioni e le irregolarità riscontrate: controllate 22.950 aziende, 2mila in più del 2011, l’87% è risultato irregolare. Regolarizzati 53.734 lavoratori (+10% sul 2011), di cui 45.679 irregolari e 8.055 in nero (+7,3%). E’ chia-
ro perciò che la guardia deve restare alta. Che tipologia di inquadramento hanno le persone colpite da incidente sul lavoro? Va rilevato in questo caso che sono tante le vittime non lavoratori dipendenti: tra i morti nelle costruzioni ci sono molti artigiani edili e tra quelli in agricoltura spesso si tratta di anziani coltivatori diretti. Anche i dati sui primi mesi di quest’anno sono incoraggianti. A decretarlo ancora una volta, la più recente indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering secondo la quale nel primo trimestre del 2013 gli incidenti mortali verificatisi in Italia sono stati 74, mentre nel 2012 erano 110, con una variazione pari
al – 32,7 per cento. Su questo fenomeno è chiaro il presidente Dell’Osservatorio Vega Engineering di Mestre, l’ingegner Mauro Rossato, per il quale “questi dati non indicano che bisogna abbassare la guardia e che l’emergenza si possa considerare risolta, ma possiamo almeno considerare la flessione della mortalità di questo primo trimestre anche come conseguenza di una sempre maggiore sensibilizzazione sul fronte della prevenzione da parte dei media e da parte di tutti coloro che operano per la sicurezza
nei luoghi di lavoro”. Insomma per Rossato, non è solo la mancanza di lavoro che fa diminuire gli incidenti, ma anche la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro che sembra finalmente essersi radicata anche nel territorio del Veneto. Un atteggiamento che negli anni scorsi in pieno boom edilizio non era certamente seguito con scrupolo da operatori ed imprenditori del settore. Speriamo sia seguito anche in caso di ripresa economica.
Riabilitazione. Verranno ridotti costi e tempi di attesa per gli infortuni sul lavoro
ACCORDO SIGLATO TRA LA REGIONE VENETO E L’INAIL
U
n accordo specifico fra Regione Veneto ed Inail è stato siglato nelle scorse settimane per affidare alle cure della sanità regionale i pazienti reduci da infortuni sul lavoro che hanno la necessità di trattamenti integrativi e riabilitativi o affetti da malattie professionali. Questi ultimi fino ad adesso erano destinati alla medicina privata (tramite rimborso) o ai servizi extraregionali dell’Istituto - in particolare a Bologna e a Budrio. Ma adesso le cose cambiano. Grazie all’accordo fra Regione ed Istituto Nazionali Invalidi sul Lavoro, presto potranno rivolgersi direttamente ai centri specializzati che sono attivi nel Veneto, dislocati a Motta di Livenza, Santorso, Zevio e Garda. Con questi accordi le aziende ospedaliere venete ricaveranno un gettito stimato in circa 5 milioni l’anno senza incremento di costi. L’ente di assicurazione sugli infortuni ha optato per questa soluzione dopo aver cercato
di dar vita ad una propria rete riabilitativa nel Veneto. Una soluzione che è stata scartata in quanto si è valutato l’elevato costo dell’operazione sia in termini di personale e macchinari e anche per un altro fattore. Si è concordato infatti come ci sia l’elevata disponibilità sul nostro territorio di strutture di alta qualità, capaci di garantire un servizio concorrenziale a prezzi ragionevoli. Quello con il Veneto è il secondo accordo-quadro stipulato dall’Inail dopo quello sottoscritto con l’Emilia-Romagna. A che risultato si vuole arrivare? L’obiettivo immediato, a partire da settembre, è quello di abbattere i tempi d’attesa dei pazienti, ammortizzare con più efficacia i costi di macchinari onerosi, che richiedono costante aggiornamento e, in termini di mercato, diventano “convenienti” solo in presenza di un volume di prestazioni consistenti. A.A. messaggio pubblicitario
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Il Veneto in primo piano 33 5 Società La Cgil invita a non abbassare la guardia
“Coinvolti sempre più i precari e non regolarizzati” di Alessandro Abbadir
“S
e la crisi da un lato ha diminuito gli incidenti sul lavoro, è anche vero che si assiste al fenomeno nuovo che vede come principali vittime della mancata sicurezza sui luoghi di lavoro precari e lavoratori non regolarizzati. Su queste realtà servono maggiori controlli”. A fare questa denuncia dopo i dati forniti dall’Inail è la Cgil con i suoi rappresentanti nazionali Fabrizio Solari segretario Confederale e locali Roberto Montagner per la Cgil di Venezia. Nel 2012 sono state 745mila le denunce di infortuni (-9% rispetto al 2011 e -23% in riferimento al 2008). Quelli mortali accertati sono stati 790, un nuovo minimo, a fronte di 1.296 denunce. Si avrebbe com-
Montagner: “Vanno potenziati gli organismi di controllo come Spisal e ispettori del Lavoro”
artIgIanato
positivo passo avanti nella trasparenza per valutare l’efficacia dell’azione dell’istituto. Restano da approfondire la questione dell’incidenza della disoccupazione e cassa integrazione sull’analisi dei dati sulla statistica degli infortuni e va fatta una riflessione in direzione dei nuovi rischi legati alle forme di lavoro precarie e alla crescente insicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, dovuta alla persistente crisi economica e alle nuove tipologie di contratti. Queste condizioni hanno, infatti, un’incidenza diretta sull’organizzazione aziendale e sulle condizioni della prestazione, oltre che un effetto a lungo termine in ambito sanitario”. Sulla stessa linea si colloca anche Roberto Montagner segretario della Cgil di
plessivamente un calo del 6% sul 2011 e del 27% sul 2008. Il maggior numero di incidenti si è registrato nelle regioni del Nord ovest (212) seguite da quelle del Nord est (202), dal centro (149), dal Sud (167) e dalle isole (60). Le vittime under 30 sono state 94, 100 quelle over 60. Infine, tra le denunce di legate all’amianto, protocollate nel 2012, ne sono state riconosciute 1.540: dei casi denunciati nell’anno, 348 hanno avuto esito mortale. “Abbiamo apprezzato la relazione dell’ Inail soprattutto - ha detto Solari - nella parte relativa al nuovo sistema di gestione e di diffusione dei dati infortunistici secondo il sistema “open data”, che costituisce un
Venezia. Negli anni scorso la cementificazione e la febbre da capannone ha investito le province di Padova e Venezia, ma anche Verona , Treviso e Vicenza “Il rischio forte nel veneziano e in tutte le province venete – dice il segretario della Cgil di Venezia – è che in mezzo a questa crisi economica per restare competitive, le aziende taglino proprio sugli standard di sicurezza provocando di fatto un peggioramento delle condizioni all’interno dei cantieri. Per evitarlo i controlli dello Spisal non possono diminuire e gli stanziamenti agli organi ispettivi vanno potenziati e non diminuiti”
nasce Il fondo IntegratIvo sanI.In.veneto
E’
stato costituito nelle scorse settimane il Fondo per l’assistenza sanitaria integrativa a favore del mondo del lavoro artigiano. L’accordo è stato siglato da Cgil, Cil e Uil e dai rappresentanti di categoria. Si chiamerà Sani.In.Veneto (acronimo di Sanità Integrativa Veneto). Erogherà prestazioni assistenziali per gli oltre 135 mila dipendenti delle aziende artigiane del Veneto (ad esclusione di quelle edili). Tutto è stato fatto senza alcun costo aggiuntivo a carico delle imprese. Lo Statuto prevede che la platea possa allargarsi anche ai loro familiari, agli stessi imprenditori (soci e collaboratori compresi)
e poi ai familiari di questi ultimi. Il Fondo che sarà arrivo dal primo agosto 2013 alla fine potrebbe rispondere a quasi un milione di persone, un veneto su 5, immigrati compresi L’accesso alle prestazioni sarà aiutato da un sistema di assistenza alla compilazione delle domande dei lavoratori interessati, distribuito in modo capillare nel territorio. Ed anche per le imprese è prevista una semplificazione degli impegni burocratici a loro carico. Il Consiglio di amministrazione, nella sua prima convocazione, procederà a tutte le operazioni necessarie a dare piena operatività al fondo.
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34 16 Cultura veneta Biennale di Venezia Il percorso espositivo di Bartolomeo Pietromarchi
temporanea a venezIa
Il “Vice Versa” italiano
un caffÈ nero e BIanco con omar gallIanI
L’enorme area espositiva dello storico Padiglione Italia, all’Arsenale, è stata divisa in 7 ambienti che ospitano opere di 2 artisti, ciascuno espressione di un binomio di Alain Chivilò
A
ll’interno della 55. Biennale di Venezia è presente lo storico Padiglione Italia che dalle ultime edizioni è sito nell’Arsenale. Ogni biennio, un curatore diverso cerca di proporre un percorso espositivo fatto di selezione e tematiche ulteriori unite in un unico contenitore. Quest’anno il prescelto in questo ruolo è il direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Roma Bartolomeo Pietromarchi e la mostra ideata s’intitola “Vice Versa”. Come afferma Pietromarchi “il Padiglione Italia e il Palazzo Enciclopedico della Biennale hanno vari punti di contatto nell’idea dell’archiviazione e nella volontà di mettere le mani sulla classificazione e sul concetto di enciclopedismo. Situazione destinata comunque a fallire, come nell’opera di Benassi che con un pavimento di 10.000 mattoni paragrafa l’archivio dell’errore in parallelo alla stessa quantità di detriti in orbita attorno alla terra”. Dunque un’unione tra vecchio e nuovo con un’attitudine non storiografica e generazionale per concentrarsi sulla validità dell’opera. Si tratta come indica il curatore di
A fianco Bartolomeo Pietromarchi “un arcipelago d’isole con un tetto comune su cui vivono dialoghi e confronti di artisti dagli approcci diversi”. Nell’enorme area espositiva s’individuano così 7 ambienti che ospitano opere di 2 artisti ciascuno all’interno dei seguenti binomi: sistema/frammento con Gianfranco Baruchello e Elisabetta Benassi, suono/silenzio con Massimo Bartolini e Francesca Grilli, veduta/luogo con Luigi Ghirri e Luca Vitone, prospettiva/superficie con Giulio Paoloni e Marco Tirelli, corpo/storia con Fabio Mauri e Francesco Arena, concludendo in familiare/estraneo per Marcello Maloberti e
Flavio Favelli. Artisti che hanno già raggiunto un certo livello di maturità nella loro carriera, facendo sì che tale mostra diventi un punto fondamentale del personale percorso artistico. Invece molto interessante sottolineare è come il sistema arte italiano si sia unito positivamente in un’opera di crowdfunding, che ha ricevuto 180.000 euro in donazioni per finanziare l’attuale progetto espositivo. Non rimane che effettuare una visita, dalla quale ognuno potrà trovare elementi di condivisione o di lontananza nel personale approccio all’Arte.
L
a XII edizione di “Temporanea. Le realtà possibili del Caffè Florian” ospita nelle prestigiose sale del più antico Caffè del mondo il Maestro Omar Galliani. Fino al 30 settembre, nella biennale edizione dell’evento, è possibile apprezzare la tecnica sopraffina della sua matita all’interno di un’esposizione site-specific intitolata “Il sogno della principessa Lyu-Ji al Florian”. Un tributo alla femminilità, attraverso un sentito atto d’amore alla donna e quindi a Venezia e alla Cina. La tecnica che ha reso famoso in tutto il mondo Omar Galliani è la grafite che nelle sue mani si trasforma in una forma indelebile di forme e di figure in atmosfere rarefatte, che si possono percepire in quella nebbia che avvolge la sua terra d’Emilia. Ne scaturisce un bianco e nero che il Professore Omar definisce “come una sobrietà, un’essenzialità che porta alla complessità”. Una fonte che emana e riflette la luce all’interno di una situazione alchemica, che paragrafa il diamante prodotto da compressioni nel sottosuolo. In tutto questo, tra le salette del Florian, il visitatore è invitato a ricercare il luogo delle opere di Galliani giungendo così al doppio ritratto della principessa Lyu-Ji: un ritratto siamese perché la parola stessa implica due, ma come indica il Maestro “in realtà sono uno, quindi la natura che riproduce se stessa attraverso un unico ventre nella maternità”. Si creano due percorribili identità, in quanto il soggetto impresso due volte ha delle differenze perché, umanamente, non può mai essere uguale nelle sue parti. Attorno al fulcro sdoppiato, in elementi tra le pareti e i tavoli, si notano impresse figure come rose, pistole, colombe, mani, tazze, tazzine, cucchiai, teschi attraverso componenti cromatiche che s’insinuano all’improvviso nello sguardo dell’osservatore per aprire simultaneamente nuovi orizzonti. Un’occasione unica per entrare in contatto e in sintonia con il massimo esponente italiano al mondo della figurazione italiana, in concomitanza con gli eventi della 55. Biennale di Venezia. Al.Ch.
Tintoretto e Vedova
Guggenheim fino all’8 settembre
COLLAGE D’ARTE PER MOTHERWELL
Il dialogo mai interrotto alla Scola di San Rocco
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obert Motherwell: i primi collage” è un’interessante mostra, dedicata al lavoro pioneristico eseguito negli anni ’40 sui papiers colleés, presso la sede della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia fino all’8 settembre. Un esordio artistico di Motherwell (Aberdeen, Washington 1915 – Cape Cod, Massachusetts 1991) che venne proprio incoraggiato dalla stessa Peggy. Si creò così un effetto catalizzante per il successivo sviluppo pittorico dell’artista. Infatti nel 1943 nella galleria newyorkese Art of this century, di proprietà Guggenheim, il giovane Maestro espose i primi collage. Sotto anche la tutela di Roberto Sebastian Matta Echaurren, Motherwell pose in questi primi lavori le basi di un percorso che lo porterà a essere uno tra i massimi esponenti dell’Espressionismo Astratto americano.
Quarantotto opere si liberano tra azione compositiva spontanea, pure astrazioni, figure indefinite e influenze surrealiste. Un connubio che si manifesta all’interno di temi inerenti alla lotta umanitaria e a una violenza simbolica insiti nella società di quegli anni. Nelle composizioni appaiono inglobati slogan della resistenza, frammenti di mappe militari, figure stilizzate ferite o morte e sbarre di prigione all’interno di un’azione espressiva che l’artista paragona a un “uccidere”. Pezzi di carta coagulati all’interno di una gestualità innovativa per quegli anni. Un percorso espositivo interessante, che porta il visitatore a entrare in contatto con una produzione artistica primigenia, fonte di collegamento tra Motherwell e Peggy Guggenheim magnate e collezionista. Al.Ch.
e mie opere non sono creazioni, ma terremoti. Non sono pitture, ma soffi”. Ecco in poche parole una possibile sintesi di Emilio Vedova espressa proprio dal Maestro in alcune dichiarazioni. La forza del gesto, l’irrequietezza compositiva, la fisicità fuori ogni limite, la drammaticità poetica colta a opera compiuta, fino a un utilizzo sonoro del colore fanno parte di chiavi di lettura per le dirompenti opere di Vedova. Alcune di questi lavori sono posti, fino al 3 novembre all’interno della Scuola Grande di San Rocco di Venezia, in un interessante dialogo che da titolo al percorso espositivo: “Vedova Tintoretto”. Un progetto curatoriale di alto livello ideato da Germano Celant e Stefano Cecchetto, che hanno pensato di rendere partecipe il visitatore attraverso l’atmosfera e l’attrazione che unì artisticamente Vedova con Jacopo Robusti detto Tintoretto, a partire dalla Sala Terrena tra le colonne della navata centrale. Era il 1936 e a diciassette anni il giovane Emilio avvertiva quell’angoscia che Jan Paul Sartre indicava successivamente nel suo saggio: “lo squarcio giallo del cielo al di sopra del Golgota, il Tintoretto non lo ha scelto per significare l’angoscia, né tanto meno per provocarla; è angoscia e, insieme, cielo giallo. Non cielo d’angoscia, né cielo angosciato; è un’angoscia fatta cosa, è un’angoscia trasformata in squarcio giallo del cielo …” Parole, tratte dall’analisi degli anni ’50, che nascono dalla crocifis-
Nelle foto piccole l’autoritratto del Tintoretto, oggi al Louvre, e un ritratto fotografico di Emilio Vedova, nell’ altra foto la mostra che rimarrà aperta fino al 3 novembre sione di Cristo posta nella Sala dell’Albergo della Scola, la cui essenza è avvertita un decennio prima anche da Vedova. Frasi, tratte da due estratti che il Maestro scrisse nel 1991, quali “Tintoretto è stato una mia identificazione” e “Quella, regia a ritmi, sincopati e, cruenti magmatici di energie, di fondi interni di passioni, di emotività commossa” ben delineano tale simbiosi. Dunque un’esposizione che probabilmente, da un lato a sette anni dalla scomparsa del maestro fa si che la non forma pittorica italiana risenta della sua impossibilità ad avere una guida per le nuove leve al fine di tracciare, con il suo tipico carattere verace, nuove possibili vie aderenti al suo credo, dall’altro profonde analisi e raffronti condurranno i visitatori, italiani e internazio-
nali, ad avvicinarsi a quel meccanismo che permetta di comprendere come inquietudini intellettualmente artistiche possano creare contenuti di alta profondità. Tele di Vedova, come “Ciclo ’62 (B3)”, le serie degli “Oltre” assieme a studi e interpretazioni di tempere e oli, s’innestano nelle atmosfere magiche della Scola creando personalissimi piani diversi dimensionali di raffronto, studio ed emozione con i lavori di “Mosè”, “Ultima cena”, “La strage degli innocenti”, “La visitazione” fino a “La crocifissione” di Jacopo Robusti. Dunque un progetto culturale che in “San Rocco Contemporaneo: in dialogo con Tintoretto” avvicinerà dopo Vedova altri artisti e tematiche cui i due curatori Cecchetto e Baldo stanno già Al.Ch. lavorando.
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AFFARI DI FAMIGLIA
A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS
L’equa riparazione per l’irragionevole durata dei processi
Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, senza dubbio alcuno, tenuto conto anche dei recenti rinvii al 2014 di moltissime cause gestiti dalle sezioni distaccate dei Tribunali, tocca gli interessi di molti tra coloro che sono coinvolti in procedimenti davanti l’autorità giudiziaria ovvero l’irragionevole durata dei processi e la tutela risarcitoria prevista dalla legge. Come recentemente rilevato dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), la durata media di un processo civile in Italia - al termine del terzo grado di giudizio - si attesta in quasi otto anni contro la media europea di 788 giorni, cioè poco più di 2 anni. E’ chiaro che le ragioni di una tale macroscopica divergenza sono molte e questa non è la sede per affrontarle. Tuttavia vorrei porre l’attenzione sulle misure che l’ordinamento riconosce ai soggetti interessati da processi per tutelarli, almeno in parte, dalla eccessiva durata degli stessi. L’Italia infatti, complici anche numerose condanne da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ha introdotto, con la Legge n. 89/2001 c.d. Legge Pinto, un sistema per ottenere un’equa riparazione in caso di violazione del termine di ragionevole durata del processo.
che cos’é il diritto all’equa riparazione e cosa prevede la legge n. 89/2001? Il diritto ad una ragionevole durata del processo, specificazione del diritto ad un equo processo, è espressamente riconosciuto tanto nella Costituzione Italiana (Art. 111 Costituzione) quanto nella Convezione Europea dei Diritti dell’Uomo. A sua volta, il diritto all’equa riparazione altro non è che il diritto ad essere risarciti per le lungaggini patite in un qualunque tipo di processo, sia esso civile, penale, amministrativo o di altro tipo ed indipendentemente dall’esito finale della controversia. In tal senso la Legge n. 89/2001 prevede il diritto di richiedere allo Stato un’equa riparazione per il danno, sia patrimoniale che non patrimoniale, sofferto per l’irragionevole durata di un processo. Qual è il procedimento previsto dalla legge pinto? Nella sua formulazione originaria la legge Pinto prevedeva un ricorso straordinario alla Corte di Appello, in composizione collegiale, nei casi in cui un procedimento giudiziario superasse i termini di ragionevole durata; durata che doveva essere determinata secondo i parametri elaborati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo,
LO SPAZIO DELL’ETICA
indipendentemente quindi dalla dimostrazione di un danno da parte del ricorrente.
Lo scorso anno il procedimento delineato dalla Legge Pinto è stato profondamente mutato ad opera del decreto legge n. 83/2012, c.d. decreto sviluppo del governo Monti, e ciò al fine di agevolare e rendere più efficace l’accesso al giudizio di equa riparazione ed ottenere in tempi più rapidi il giusto risarcimento. L’autorità competente a decidere è sempre la Corte d’Appello ma non più in composizione collegiale bensì in composizione monocratica; inoltre è prevista una nuova procedura, semplificata rispetto alla precedente. Quando la durata del processo diventa irragionevole? Tra le novità introdotte dal c.d. decreto sviluppo vi è anche l’individuazione di un limite, superato il quale, la durata del processo diventa “irragionevole” facendo così sorgere il diritto all’equa riparazione. Il processo infatti non è svolto in termini ragionevoli quando eccede la durata di tre anni in primo grado, di due anni in secondo grado, di un anno nel giudizio di legittimità. In ogni caso il giudice,
Natural Family Planning – La Regolazione Naturale della Fertilità (4) Il lavoro pionieristico del professor Josef Roetzer, iniziato 70 anni fa, ha un valore inestimabile, perché promuove il dialogo della coppia, si basa sui dati scientifici inerenti ai segni della fertilità femminile, rispetta la natura dell’uomo e della donna, dà valore al bambino nascituro e nato, è ecologico, è economico. Con tutti questi valori ed esperienze promuove quindi un benessere sociale; se stanno bene le famiglie, c’è più speranza e solidarietà. Il successore scientifico di Roetzer, il medico Rudolf Ehmann, scrive degli aspetti medici e di salute della donna risultanti dalla RNF, presa come un’ATTITUDINE di vita. L’osservazione del ciclo (il lasso di tempo dall’inizio delle mestruazioni fino al giorno che precede le mestruazioni successive) è un punto di PARTENZA per: 1. Cercare una gravidanza. 2. Posticipare, evitare una gravidanza.
nell’accertare la violazione, dovrà valutare anche la complessità del caso, l’oggetto del procedimento, il comportamento delle parti e del giudice durante il procedimento. Per calcolarne la durata il processo si considera iniziato con il deposito del ricorso introduttivo del giudizio, ovvero con la notificazione dell’atto di citazione e la domanda di equa riparazione che dovrà essere presentata, a pena di decadenza, entro sei mesi dalla sentenza che definisce il giudizio in via definitiva ovvero dal c.d. passaggio in giudicato. Infine si rileva che, in accordo alla logica di semplificare le procedure ed assicurare una tutela effettiva, sono stati puntualmente fissati gli importi per gli indennizzi, commisurati in una somma di denaro, non inferiore a 500,00 euro e non superiore ad 1.500,00 euro per ciascun anno, o frazione di anno superiore a sei mesi, che eccede il termine di ragionevole durata del processo. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.
di Magdalena Buszynska (magda.bus@gmail.com)
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3. Rilevare una situazione di infertilità. 4. Intervenire in modo mirato, rispettando le fasi del ciclo, sia per gli esami sia per le cure. 5. Comprendere l’inizio della premenopausa / climaterio. Questi medici, innumerevoli nel nostro Paese, promuovono e appoggiano la conoscenza del ciclo femminile, invece di sopprimerlo con la chimica. Le registrazioni del ciclo forniscono i punti di riferimento per la normalità, quindi anche le deviazioni da questa. I punti di riferimento standard sono: la qualità del muco cervicale, la fase di temperatura bassa che caratterizza la fase preovulatoria, sintomatologia ovulatoria, la fase di temperatura alta che introduce e caratterizza la fase postovulatoria, la tensione mammaria. Poi ogni donna ha le sue esperienze personali da integrare in questo allo scopo di avere un quadro chiaro
della sua fertilità. I cicli corti ma con una fase di temperatura alta normale (da 10 a 16 giorni) possono essere fecondi, solo che il concepimento può avvenire presto nel ciclo. Parimenti i cicli lunghi ma con una fase di temperatura alta normale ( da 10 a 16) giorni possono essere fecondi, solo che il concepimento può avvenire tardi nel ciclo. Nella scuola di Roezer ci sono le registrazioni Il professor Josef Roetzer dei cicli, nei quali il concepimento avvenne Siti internet, E-commerce & Web Application dopo il 100 giorno del ciclo. La fase di tardiva, grazie alle registrazioni del ciclo si temperatura alta, chiaramente Sviluppo accorciata soft può ware, avere laMobile data indicativa del parto. In soft ware (da 9 giorni a meno), può servire come questo modo si evitano inutili induzioni del indicazione di una insufficienza luteinica parto col rischio di parto prematuro. Consulenza e Assistenza informatica (insufficienza della fase luteale IFL ). Questa La registrazione del ciclo, in modo coerente reti aziendali anomalia significa che l’utero non fa in Progettazione e secondo una scuola, non una confusione tempo a “preparare” lo spessore adatto di scuole, ha importanza anche nell’epoca Pianificazione grafica aziendale all’annidamento dell’embrione. E’ possibile dell’ecografia. Essa rende la donna più quindi intervenire dal momento all’interno consapevole; la aiuta a orientare in modo del ciclo in cui scatta il decorso anomalo. libero le sue scelte e la rende un aiuto per il Nel caso dei cicli lunghi e con un’ovulazione suo medico.
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