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vincenti La stagione del Comunale promossa tre volte
In cartellone oltre 80 appuntamenti da novembre a maggio che coinvolgono danza, circo, prosa, musica, cabaret e operetta. Nomi di rilevanza nazionale fanno da attrattore. I conti parlano di un investimento contenuto, 900mila euro, e di spettatori in deciso aumento
Ci sono tre motivi che giustificano quella entrante come una stagione di alto livello per il Teatro Comunale. Prima di tutto la varietà degli appuntamenti: si va dalla musica, concertistica e sinfonica, alla danza, dalla prosa al circo, dal cabaret all’operetta. Non è facile mettere insieme proposte numerose articolate in questi settori. Questo è un primo merito di Giancarlo Marinelli, direttore artistico del teatro comunale, che ha diretto la squadra di collaboratori nei diversi ambiti: Annalisa Carrara per la prosa, Piergiorgio Meneghini per la musica, Loredana Bernardi per la danza, con il coordinamento di Pier Giacomo Cirella segretario generale della Fondazione Teatro. Ma sul suo ruolo torneremo più avanti. Il secondo motivo di attenzione per questa stagione riguarda naturalmente i protagonisti che da novembre 2023 fino a maggio 2024 animeranno gli oltre 80 appuntamenti del cartellone. Potremmo ricordare la Chamber Orchestra of Europe diretta da Antonio Pappano, oppure – come ricorda l’assessora alla cultura, Ilaria Fantin–le energie locali, quelle che rispondono al nome di Federico Guglielmo o di Alexander Lonquich, direttore prin- cipale dell’Orchestra del teatro Olimpico. Possiamo citare anche altre star protagoniste, per esempio la pianista Beatrice Rana oppure alcuni protagonisti della stagione di danza come Alley II, il “Balletto nazionale della Georgia, il “Nuovo balletto della Toscana” e via elencando.
Nel campo della prosa la pioggia di nomi noti è naturalmente ancora di maggior notorietà: Tullio Solenghi e Massimo Lopez, Ale e Franz, Angela Finocchiaro, Alessandro Preziosi, Maurizio Battista, Lorella Cuccarini e lo stesso Marinelli, impegnato in una narrazione teatrale che nasce dal suo romanzo “Il silenzio di averti accanto” dedicata al figlio Lorenzo.
Il terzo aspetto di rilievo, e qui emerge il ruolo di Pier Giacomo Cirella, segretario generale della Fondazione presieduta da Enrico Hullweck, è quello dei numeri. Nella scorsa stagione gli spettatori sono stati 54.000 a fronte dei 60.000 della stagione pre-pandemia. Molto alto è stato anche il numero dei “sold out” per gli spettacoli proposti in cartellone, circa il 73%, con un indice di riempimento della sala altissimo: la media supera il 90%. Se si contano poi le presenze complessive, vale dire gli spettatori e i partecipanti anche agli altri eventi, le presenze per il 2022 salgono a 74.200: non siamo ai livelli di quattro anni fa quando si superò la barriera dei 120.000, ma è evidente che il teatro si sta riprendendo e anche bene rispetto alla crisi che attraversa comunque il cinema. Un altro numero che lo conferma è il dato dalle giornate di occupazione del teatro, che sono state 178 (erano 200 nelle migliori performance degli anni precedenti).
Infine, sul piano più strettamente finanziario va sottolineato che l’investimento per questa stagione teatrale è di 900.000 euro, al netto delle spese di allestimento. È sotto gli occhi di tutti che si tratta di una spesa se non addirittura modesta comunque molto ragionevole per le dimensioni della struttura vicentina.
Se i valori che ispirano la gestione del teatro sono cambiamento, sostenibilità e inclusione è proprio sulla sostenibilità che vale la pena di fare un’ultima sottolineatura: con un investimento di 440.000 euro si punta a una maggiore sostenibilità complessiva della gestione, che prevede un risparmio sui costi energetici di circa il 30 per cento.
Alla presentazione della stagione il sindaco Pos- samai ha sottolineato che Vicenza è un capoluogo sostanzialmente piccolo (110mila abitanti) rispetto ad una provincia grande tanto quanto Verona Padova o Venezia: però in questi casi i capoluoghi sono grandi almeno il doppio di Vicenza.
Se questa dimensione ha costituito sempre un ostacolo per Vicenza nell’affermare la sua leadership nella provincia, è anche vero che realtà come quella del teatro e quella culturale spingono positivamente ad una maggiore presenza di rete (si pensi soltanto alla realtà dei Teatri Vivi) che consente a Vicenza di recuperare credibilità e ruolo rispetto al passato e apre le alla possibilità di una più incisiva identità nel territorio.