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Trame, protagonisti e volti nuovi, anticipazioni e commenti
Allerockstar si perdona tutto tranne un peccato: la banalità.
Da questo punto di vista, The Idol - la serie tv di Abel Tesfaye, al secolo The Weekend - fatica a redimersi. Di The Idol si sente parlare da parecchio. Qualche mese addietro la rivista Rolling Stone raccontava del caos dietro le quinte della serie, tra l’addio della regista Amy Seimetz e un approccio piuttosto crudo alle (copiose) scene di sesso. Si tratta di un passion project del rapper canadese, che con Sam Levinson - creatore di Euphoria e non estraneo alle accuse di male gaze, come nel caso del suo film Malcolm & Marie - ha confezionato questo racconto in cinque episodi.
La storia è incentrata sull’ascesa di Jocelyn (Lily Rose - Depp), popstar sulla cresta dell’onda, e della sudditanza non solo psicologica che matura nei confronti di Tedros, il santone interpretato da Tesfaye.
Dalla menzione a Sharon Tate (opportunamente citata nei primi cinque minuti del pilot) a “Criminal” di Fiona Apple, tutto in The Idol cerca di convincere che siamo di fronte a un prodotto che è sì provocativo, ma per una buona ragione.
La verità è che nella serie c’è ben poco di innovativo - a cominciare dallo sfottò nei confronti degli intimacy coordinator - e che l’immaginario di Tesfaye fatica a superare la fantasia erotica di un ragazzino di seconda media.
The Idol fa un grande autogol perché non sa andare oltre la foga di destare scandalo. È una serie pensata per far parlare, ma che offre ben poche argomentazioni anche a chi prova a prenderla sul serio.
Hbo ha furbescamente limitato l’accesso della stampa alla serie nelle settimane che hanno preceduto il suo debutto, premiere a Cannes compresa. Adesso che tutto il mondo ha potuto vederla, si capisce molto bene il perché.
Se la recitazione di Rose-Depp non riesce a elevare la scrittura di Jocelyn, manic pixie girl da manuale, la prova attoriale di Tesfaye (anche co-creatore e produttore) lascia ancor più a desiderare. Da qui al 2025, anno in cui è atteso il debutto della terza stagione di Euphoria sempre di Levinson, il cammino non può che essere in salita.