LUGLIO 2022
Periodico d’informazione locale - Anno II n.7
Ieri, oggi, domani. Garantiamo qualità e risparmio. Siamo sempre convenienti.
Notiziario delle 8:30 Scarica la nuova App di La Piazza 24 e non perderti neanche un minuto dei tuoi notiziari preferiti.
11 14 18 21 22 23
LA POLEMICA
Al Giardino Salvi la Seriola resta ad acqua asciutta LA SOPRINTENDENZA
Un lavabo blocca la nuova piazza a San Giacomo
Notiziario delle 11:30
Notiziario delle 17:30
Notiziario delle 18:30
P
ascoltali on-line su la iazzaweb.it e sulle migliori Emittenti Radio del Veneto
VICENZA, CITTÀ ADDORMENTATA O SMART? I GIUDIZI SULLA GIUNTA DOPO QUATTRO ANNI A quattro anni dall’insediamento dell’amministrazione Rucco il bilancio di maggioranza e opposizione. E un occhio al voto
Servizi alle pagg. 8, 9 e 10
VIALE SAN LAZZARO ARRIVA UN ALTRO SUPERMERCATO, LA “VELA” IN FIERA TROVA UN FUTURO
CONFARTIGIANATO
Cavion cerca la riconferma da presidente NELLE STRADE
Il misterioso artista che disegna serliane SPETTACOLI
Grandi nomi per la stagione del teatro
Un nuovo supermercato si insedierà in viale San Lazzaro. Intanto in zona Fiera il gruppo Putin acquista la torre.
PERSONAGGI
Araldo Geremia tra la salumeria e il Livelon
Servizio S ervizio a pag. 12
Il rompicapo Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<
C
ome due eserciti che si studiano prima di scendere in campo, i contendenti alle amministrative dell’anno prossimo proseguono a studiarsi, a criticarsi per via diretta (in Consiglio comunale) o indiretta (attraverso i media) ma ancora non hanno deciso di affrontarsi a viso aperto. Mica che siano tranquilli, anzi. Dietro le quinte si sta svolgendo un’attività febbrile, fatta di contatti da intessere, incontri, strategie che si studiano e si concretizzano. La posta in gioco è alta, molto più di quanto possa apparire. segue a pag 5
All’interno del giornale scopri le nuove offerte
Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
5
Facciamo il punto
www.ilvicenza.com
Il rompicapo Antonio Di Lorenzo >antonio.dilorenzo@givemotions.it<
Il ritorno di Quagliato N
ereo Quagliato torna a casa. È dedicata al celebre scultore vicentino la mostra che sarà aperta al piano terra della Basilica (quella che una volta era la sala degli Zavatteri) dal 23 luglio al 4 settembre, intitolata “Un dono per Vicenza”. Mai titolo fu più centrato. Le opere in mostra sono frutto del dono che Armando Peressoni, già commerciante e soprattutto amico dell’artista scomparso, ha fatto alla città: ha recuperato 27 opere dal fallimento dell’ex Banca Popolare quando erano già a Firenze impacchettate e pronte per essere vendute e ha espresso l’intenzione di donarle alla città dopo una mostra che celebrasse i dieci anni dalla tragica scomparsa dell’artista. Altre ne aveva lui, frutto di precedenti acquisto. L’accordo con il Comune prevede che queste opere torneranno a palazzo Thiene, dove erano state fino all’anno scorso. Ne saranno esposte 37 in un nuovo allestimento curato da Peressoni e dallo studio dell’architetto Guido Cabrini: le 27 riacquistate, più 8 di Quagliato che si trovano al museo civico e altre 2 che erano già di Peressoni. In Basilica ne saranno esposte un assaggio: solo 19, sufficienti per capire il grande talento dello scultore vicentino, nato nel 1939 e morto nel 2012. Il nuovo allestimento a palazzo Thiene sarà inaugurato, invece, in autunno. Tra le opere che saranno esposte da segnalare la statuta, di cui si vedrà solo l’armatura in ferro, di un don Chisciotte che Quagliato voleva creare perché lo sentiva molto vicino a sé e alla sua vita di combattente contro i mulini a vento vicentini. L’altra scultura è un Dedalo & Icaro che Peressoni vuole dedicare al figlio Mauro, grande appassionato di paracadutismo, morto nel 2015 al suo 872 lancio, schiantatosi per non finire sull’autostrada Serenissima.
è un marchio proprietà di
È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto. Questa edizione raggiunge la città di Vicenza per un numero complessivo di 43.000 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Vicenza n. 4194/2020 V.G. del 23.11.2020; R.S. 17/2020; numero iscrizione ROC 32199
Srl
Chiuso in redazione l’8 luglio 2022
Nella foto grande, una statuta di Nereo Quagliato che ritrae Franca Miotti adolescente. In quella piccola, Peressoni e sua figlia Nicoletta
Direzione, Amministrazione e Concessionaria di Pubblicità Locale: via Lisbona, 10 · 35127 Padova tel. 049 8704884 · fax 049 6988054 >redazione@givemotions.it< > < > < >www.ilvicenza.com<
In palio non c’è solo la poltrona elettiva più prestigiosa, quella del sindaco di Vicenza, una città comunque capoluogo del Veneto, ma anche due scommesse che ognuno dei contendenti vuole vincere. Primo: nel travaglio del parto di questa nuova Repubblica, quanto contano ancora i partiti e quanto i movimenti? Domanda non da poco, che ne contiene un’altra: civico è ancora bello, a destra come a sinistra? Secondo: è ipotizzabile un rivolgimento a Vicenza come quello di Verona? È chiaro che ciascuno dei due schieramenti, a centrosinistra come a centrodestra, dà risposte differenti a questi due interrogativi. C’è una considerazione sulla quale gli analisti stanno insistendo: al prossimo (doppio) appuntamento elettorale nel 2023 non ci arriveremo con “questi” partiti. I segnali di cambiamento li abbiamo sotto gli occhi, dal disfacimento dei Cinque Stelle fino alla progressiva diminuzione di chi va a votare; dall’assottigliamento della Lega (a Padova e Verona ha attorno al 6% e un solo consigliere) all’aumento di consensi per Fratelli d’Italia e via elencando, dal Pd a Forza Italia. Prese assieme, si tratta di variabili che possono pesare parecchio sui risultati. A complicare le cose c’è anche un aumento di peso politico del centro, che mai come oggi appare affollatissimo. Bisogna chiedersi se questo peso è reale o virtuale. Tutti si dichiarano centristi, da Renzi a Calenda, dalla vecchia Dc che risorge come la Fenice, sino al movimento di Di Maio. Tutti rincorrono questi elettori, in una sorta di corteggiamento che ha un po’ troppo il sapore dell’amarcord e non quello della risposta a esigenze che sono cambiate. Personalmente sono sempre stato convinto che al centro ci siano gli elettori e non i partiti. La verità che gli “addetti ai lavori” non se ne accorgono fino in fondo, sottovalutando le contradizioni di un quadro politico italiano e veneto che se da un lato sta polarizzandosi dall’altro, curiosamente vede alcuni partiti - specie a sinistra - invocare una riforma elettorale proporzionale. Ma questo lo potete leggere più approfonditamente a pagina 29. La verità è che il quadro politico oggi è un puzzle: chi saprà far combaciare le diverse tessere e non forzarle a stare insieme in posizioni innaturali, avrà il segreto per risolvere il rompicapo. Che è il nome inglese del puzzle. Ma di questi tempi è anche un nome molto italiano.
Redazione: CENTRO STAMPA QUOTIDIANI S.p.A. Direttore responsabile Via dell'Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) Nicola Stievano Tel: +39.030.7725594 >direttore@givemotions.it< > < Antonio Di Lorenzo Periodico fondato nel 1994 da > >antonio.dilorenzo@givemotions.it< < Giuseppe Bergantin
6
Attualità
www.ilvicenza.com
L’intervista. Parla Mariagrazia Pegoraro, nuova presidente vicentina di Italia Nostra. “Un ruolo sempre più importante”
Quanto da fare per tutelare Vicenza Nostra “Ad Anconetta l’unica soluzione possibile è quella di interrare il tracciato dei treni” “ Non siamo stati coinvolti nelle scelte importanti, dall’alta velocità sino al Pat” “ Siamo riusciti a bloccare l’enorme nuovo centro equestre di Caldogno”
C
’è molto da fare per tutelare e promuovere il bello, più o meno conosciuto, che rende un piccolo gioiello Vicenza, una “città bellissima” già a metà del sedicesimo secolo, per come la descriveva Filippo Pigafetta, militare ed esploratore berico, parente del più famoso Antonio. L’impegno per sostenere la bellezza del capoluogo berico e dei suoi dintorni non è solo di questi ultimi anni. Lo sanno i molti volontari, esperti, appassionati e innamorati della loro città, molti ormai con qualche venatura brizzolata, che sostengono si riconoscono in Italia Nostra. Un sodalizio di oltre 200 persone che si è dato una nuova presidente nell’avvocato Maria Grazia Pegoraro (vice è stato nominato Andrea Spaliviero). “Saremo chiamati nei prossimi mesi a svolgere un ruolo sempre più rilevante nella tutela del patrimonio storico culturale della nostra città, che ha il timbro Unesco, ha scritto nella sua lettera di insediamento la neo presidente - e per farlo sarà necessario e importante suscitare la partecipazione dei cittadini, in particolare dei giovani, e tessere un dialogo con le altre associazioni e con le istituzioni sui principali temi culturali e ambientali che verranno coinvolti. Oggi, la doppia minaccia della guerra e del cambiamen-
to climatico ci fanno capire quanto il patrimonio storico e naturale sia bisognoso di cura e protezione”. Avvocato, che associazione ha trovato? “Ho trovato un’Italia Nostra in grande salute, piena di persone di buona volontà, generose e collaborative. E a proposito di soci, un nostro obiettivo prioritario è il coinvolgimento di nuove leve e nuovi amici giovani, che si affianchino a noi che di primavere ne abbiamo più di qualcuna sulle spalle”. E come pensate di intercettarli? Non è un ambito di grande appeal il vostro. “Sono convinta invece che ci siano molti ragazze e ragazzi che possono essere raggiunti attraverso i loro strumenti e i loro linguaggi, e possono essere motivati e coinvolti su queste tematiche fondamentali. In fondo, stiamo lottando
L’avvocata Mariagrazia Pegoraro, nuova presidente della sezione vicentina di Italia Nostra, un rendering del progetto di Debba e un’immagine del passaggio a livello di Anconetta
per il loro futuro, per consegnare loro città e territorio che siano accoglienti e rispettosi del patrimonio artistico e paesaggistico che da anni siamo chiamati a custodire”. Obiettivi per i suoi primi 100 giorni? Riguarda il nostro ruolo di associazione che si batte per il proprio territorio sui versanti storico, artistico e naturale: chiederemo ancora con forza – come abbiamo continuato a fare nel passato – di essere un elemento privilegiato di interlocuzione con la pubblica amministrazione. Perché? Vi sentite emarginati? È un cruccio che ci trasciniamo da anni, e non solo noi:
le associazioni che hanno a cuore il territorio, come Italia Nostra, non sono coinvolte a sufficienza. Eppure, nell’imminente, ci attendono appuntamenti cruciali: il progetto della Tav, la riforma del Pat e altri grandi progetti per i quali nessuno ci ha cercati”.
Ad esempio? “Il viadotto di Debba: sconvolge il paesaggio con le sue misure mastodontiche, intercetta coni di visuale di paesaggio con ville storiche, il tutto per un traffico a detta di molti molto esiguo, e che comunque finisce in un imbuto in mezzo ai campi. Ecco, nessuno ci ha coinvolto, nessuno ci ha chiesto un parere, né a noi né a nessun’altra realtà dell’associazionismo del settore”. A proposito di infrastrutture, avete un fronte aperto anche a nord di Vicenza, immagino. “Esatto: anche per Anconetta abbiamo la nostra ipotesi,
elaborata dai nostri tecnici e ingegneri di storica e riconosciuta competenza. La nostra proposta è per una soluzione che mandi in trincea l’attuale tracciato del treno. Solo così si evitano stravolgimenti al traffico, alla fisionomia e alla già delicata qualità della vita del quartiere”. Qualche recente successo? “Con tanta fatica, impegno e costanza, assieme ad altre realtà amiche, siamo riusciti a bloccare il mega impianto ippico di Caldogno che prevedeva strade e parcheggi per migliaia di auto, due alberghi, un supermercato e un cinema. Per fortuna, al momento, non
se ne sente più parlare. La costanza evidentemente paga”. Quale futuro immagina per Italia Nostra di Vicenza? “Auspico un rinnovato vigore che nasce da una solida tradizione e dal lavoro di chi mi ha preceduto, soci, consiglieri e presidenti, in primis l’infaticabile e travolgente professoressa Giovanna Dalla Pozza. Sappiamo di essere dalla parte giusta, sappiamo che le nostre battaglie sono condotte affinché il bello e la cultura, l’ambiente e l’arte, abbiano piena e completa cittadinanza nella nostra vita quotidiana. Niente di più, niente di diverso”. Silvio Scacco
8
Politica & amministrazione
www.ilvicenza.com
L’intervista. Il vicesindaco Matteo Celebron: “L’amministrazione ha disegnato una strategia importante per Vicenza”
“Meritiamo otto e mezzo, come Fellini” Sulle elezioni 2023 ribadisce la candidatura di Rucco e punta a raccogliere anche il sostegno del centro. “Dalla sicurezza a palazzo Thiene molti i risultati. La nuova biblioteca sarà il lascito di questa giunta, come lo fu il teatro per Hüllweck”
Matteo Celebron, vicesindaco, segretario provinciale della Lega e anche assessore allo sport a Vicenza
T
empo di bilanci a Vicen za, dopo quatt ro anni di mandato e guardando alle elezioni amministrative in programma fra neanche un anno. Con un occhio ai mov imenti della politica nazionale e un altro all’ultima tornata di elezioni locali che, per esempio a Verona, hanno ribaltato gli equilibri politici. A tracciare un quadro è il vicesindaco Matteo Celebron, 33 anni, assessore a sport e lavori pubblici ma anche segretario provinciale della Lega, il primo partito a sostenere l’amministrazione. Che voto dà all’amministrazione? Otto e mezzo. Purtroppo la pandemia ha influito in maniera pesante e non ci ha permesso di esprimere appieno tutte le nostre potenzialità, ma ciò nonostante siamo riusciti a seminare molto e in questo ultimo anno puntiamo a chiudere molti progetti, ad esempio su lavori pubblici e mobilità. Per esempio? Penso a lla fusione Agsm-Aim o alla nuova gestione di palazzo Thiene:
siamo stati in grado di concretizzare progetti strutturali che delineano una visione futura di città. E siamo sulla buona strada per concludere il progetto per la nuova biblioteca: un vero e proprio investimento sulla cultura, teso a creare un coinvolgimento tra i giovani, che sono già il nostro presente, e il territorio. La nuova biblioteca potrebbe essere il lascito di questa amministrazione a Vicenza come fu il teatro comunale per l’amministrazione Hüllweck. Otto e mezzo, dice, come Fellini. Qual è il risultato più significativo di questa amministrazione? Siamo stati in grado di fornire risposte coerenti con gli impegni che ci eravamo assunti di fronte ai cittadini. Sul tema della sicurezza, ad esempio. E di aver delineato una visione strategica di città, di averla inserita in un contesto più ampio di sinergie con realtà vicine che saranno importanti matrici di sviluppo per il Comune: penso sempre alla vicenda di Aim.
Cosa non siete riusciti a concludere? Purtroppo dei fattori a noi esterni come la pandemia e la guerra hanno fer mato molt i proget t i, l’aumento strutturale dei prezzi ad esempio limita la conclusione di qualche opera pubblica cara ai cittadini; speriamo di riuscire a concludere tutto nell’arco del prossimo anno. L’anno prossimo tocca a Vicenza votare. Vede il rischio di un ribaltone come a Verona? Verona rappresenta un caso a sé, si sono scontrate delle personalità forti che presentandosi divise hanno favorito il centrosinistra. A Vicenza non vedo questo rischio, gli assessori hanno lavorato molto bene e tutto il gruppo è coeso. Non dimentichiamoci che probabilmente l’anno prossimo si voterà dopo le elezioni politiche, quindi bisognerà anche valutare se e in che misura i risultati delle politiche influiranno anche sulle elezioni comunali. Il suo partito, la Lega, è andato molto male in realtà storicamente amiche, a Verona ma non solo. A l le elezioni a m m inistrative molto dipende dalle persone più che dalle linee di partito; lo dimostra il fatto che se da qualche parte siamo andati male in molti altri Comuni abbiamo vinto, a Belluno ad esempio. Come si presenterà il centrodestra a Vicenza? Persona lmente non ho dubbi che sia importante dare continuità a questa a m m i n i st r a z ione, pr e sentandosi con Francesco Rucco come candidato a rappresentare tutto il centrodestra. Sono convinto che serva anche allargare la compagine, volgendo lo sguardo a chi rappresenta il centro, coinvolgendo i moderati. (al.fe.)
www.ilvicenza.com
Politica & amministrazione
Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
9
L’intervista. La capogruppo del Pd giudica con severità i quattro anni della giunta: “Il piattume è generale. Tutti dietro la lavagna”
“Questa giunta ha addormentato Vicenza” “Alle elezioni dell’anno prossimo vogliamo tornare a guidare la città. Il candidato potrebbe essere anche Possamai, ma è importante il percorso che ci porterà alla designazione. Serve una figura che sappia unire e dia la carica”
È
la capogruppo del Pd in consiglio comunale, Isabella Sala, 57 anni, sposata, tre figli, che lavora alle “Gallerie d’Italia” di Banca Intesa, già assessore con il sindaco Variati, a tracciare un bilancio dei quattro anni di amministrazione Rucco. Che voto si sente di dare? Cinque più. Non sufficiente, certo, ma neanche un voto terribile. Perché? Perché rispecchia esattamente quanto fatto dall’attuale amministrazione in questi anni: si sono semplicemente limitati a fare il compitino, senza infamia e senza lode. Un mandato totalmente privo di carattere e di prospettive, ed è questo l’aspetto più grave; è vero che c’è stato il covid, ma non si possono addossare alla pandemia le responsabilità per aver viaggiato con il freno a mano tirato, autolimitandosi per non dover assumere delle scelte. Ma hanno acquistato palazzo Thiene Non li capisco quando sostengono di aver innovato la città: anche noi abbiamo votato a favore perché passasse al Comune, non eravamo disposti a perdere questa occasione, ma alla fine in cosa si è risolto? È solo una grande opportunità persa per la città, perché l’amministrazione non si è voluta prendere la briga di relazionarsi con il mondo esterno, con associazioni come la Fondazione Roi o il Fai che avrebbero inserito Vicenza in un circuito culturale ben più ampio. Alla fine alla città si imputano dei costi maggiori, ma non si sta offrendo nessun valore aggiunto. Lei è stata insegnante: se fossimo a scuola come valuterebbe il sindaco? Seduto in ultimo banco, con tutti i suoi assessori. Perché? Non ha investito su un cambiamento profondo e su una prospettiva di futuro,
Isabella Sala è il capogruppo del Pd in Consiglio comunale: “Fossimo a scuola, metterei il sindaco e la giunta nell’ultimo banco”
gestisce al ribasso l’ordinaria amministrazione, come i temi ambientali. Sull’alta velocità, l’amministrazione ha semplicemente nascosto la testa sotto la sabbia. E la sicurezza cui il sindaco tiene tanto? Mi auguro che saranno proprio i cittadini a dare un voto all’amministrazione, un due secco in questo caso, contando che l’ultima campagna elettorale è stata vinta barando: non è stato detto ai cittadini che la gestione della sicurezza è in capo alle forze dell’ordine e che non è nelle possibilità di un sindaco gestire l’ordine pubblico. Il risultato? I quartieri si sentono abbandonati: lì dove la sicurezza è data in primis dalla coesione della comunità si è deciso di puntare su iniziative estemporanee come il controllo di vicinato, rivelatosi un flop. È stato abbandonato il rapporto con le associazioni, le reti di cittadinanza; si sono disgregate le comunità: così nasce il degrado. Non c’è una cosa positiva realizzata da questa amministrazione? No, il piattume è generale.
E la cosa invece più negativa? È grave non aver creduto nella partecipazione, nel ruolo attivo dei cittadini; il risultato è che Vicenza è diventata una città addormentata. Come si sta organizzando il centrosinistra per le prossime amministrative? Vogliamo tornare ad amministrare la città. Le esperienze di questi anni ci hanno insegnato cosa vuol dire essere uniti. Non ci serve un candidato forte che intervenga tipo deus ex machina ma un candidato che sappia unire, che dia la carica, che sia in grado di portare avanti una visione di città fondata su contenuti condivisi. Un nome gira sulla bocca di tutti: Giacomo Possamai. Si, c’è il suo nome, ma al di là della figura che uscirà come candidato sindaco, se civica o partitica, sarà importante il percorso, che deve essere comune e che coinvolga i cittadini, con la consapevolezza che il prossimo sindaco e la prossima amministrazione dovranno affrontare tematiche molto impegnative. Alvise Ferronato
10
L’intervista
www.ilvicenza.com
Il personaggio. Arrigo Abalti esamina la situazione politica in vista delle amministrative dell’anno prossimo
“Credetemi, il centro guarda a destra perché Rucco è il Giordani di Vicenza” “Il sindaco è attento a cucire: questa è la strategie vincente che lo accomuna al collega di Padova. La “Grande Vicenza” di Dalla Rosa & soci vuole forzare la mano al Pd, bloccare Possamai e puntare su un candidato civico. Se invece fosse Variati il candidato del centrosinistra sarebbe una bella partita”
A
rrigo Abalti, 57 anni, già consigliere comunale, assessore e consigliere provinciale nelle fila del centrodestra (attualmente rappresenta il Comune nel CdA dell’università) è uno dei più esperti osservatori della politica vicentina. A meno di un anno dalle prossime elezioni amministrative, traccia una mappa dei movimenti dei principali schieramenti in città. Parecchi esponenti sia a destra che a sinistra stanno puntando ad essere attrattivi al centro. Ma che cos’è il “centro” a Vicenza? Il centro a Vicenza ha lo stesso profilo del centro nazionale; più che uno spazio politico è diventato un asilo politico. In che senso? Chi è che parla di centro? Normalmente chi è fuori o ai margini della stanza dei bottoni. Il tema del campo largo
Arrigo Abalti, personaggio di spicco del centrodestra vicentino, che appare poco ma ha molta influenza nell’elaborazione della politica locale
promosso dal segretario Pd Letta crea interesse anche a Vicenza, ora bisogna vedere come si declineranno alcune esperienze come quella della Grande Vicenza, che si è staccata da Pd e alleati per cercare di sfondare in campo civico e probabilmente per forzare la mano nell’individuare un candidato sindaco condiviso da tutto il centrosinistra. Secondo lei si può immaginare una sorta di “terzo polo” centrista alle prossime amministrative? Il centro non è più quello della prima repubblica: non vedo grandi progettualità, quanto piuttosto tanti piccoli leader interessati a piantare
la bandierina e a contrattare degli spazi per sé. Manca un progetto comune, mancano le idee nuove e una leadership forte. Come sta il centrosinistra? Anche a centrosinistra ora come ora manca un candidato appoggiato da tutti; il nome forte ovviamente è quello di Giacomo Possamai ma non convince la totalità delle anime del centrosinistra. La mossa di Dalla Rosa la leggo in questo senso: non si sta pensando ad un allargamento verso destra, è più una operazione contro Possamai per negoziare un candidato sindaco condiviso. Il centrodestra invece? Ha l’indubbio vantaggio di
essere al governo della città. Non vedo candidati alternativi a Francesco Rucco, che superato il primo anno di mandato è riuscito ad assestare abbastanza bene la sua maggioranza. Non vede il pericolo di un “effetto Verona” per il centrodestra vicentino? L’esperienza di Verona è limitata a quella città. Il paragone piuttosto lo farei con Padova: credo che Rucco sia molto più simile a Giordani, anche se a campi invertiti. Addirittura. A Padova Giordani è stato abile a costruire un racconto che lo ha premiato, è stato attento ad unire. Anche Rucco si muove in questa direzione: è
Il sindaco cresce nei sondaggi. L’opposizione: “Attento, porta male”
I
l sindaco di Vicenza cresce nei sondaggi: secondo l’ultimo del “Sole 24 ore” è al 53% di gradimento, aumentando di tre punti percentuali. A livello nazionale, e quindi anche regionale, il primo posto è occupato dal primo cittadino di Venezia Luigi Brugnaro che fa registrare un +10,9, passando dal 54,1% ottenuto nel 2020 all’attuale 65% dei consensi. Dal canto suo Rucco, rispetto al risultato elettorale ottenuto nel 2018 (50,6%) vede aumentare il proprio consenso di quasi tre punti percentuali,
raggiungendo quota 53,5%. In classifica si attesta al 43° posto, poco dietro al collega di Treviso Mario Conte che risulta essere stabile passando dal 54,5% ottenuto al voto al 54%. “È un risultato che mi fa piacere - afferma il sindaco Francesco Rucco - e che accolgo positivamente, ma non è certo mia intenzione sedermi sugli allori, anzi mi sprona a fare sempre meglio per la città”. Dal canto suo, l’opposizione di centrosinistra commenta con ironia questo passo in avanti nei sondaggi. A partire
dal Pd, con Isabella Sala, per arrivare ai dissidenti della “Grande Vicenza” con Cristiano Spiller fino a Sandro Pupillo di “Da adesso in poi”, il messaggio è chiaro: “Rucco deve stare attento, perché questi sondaggi portano male. Anche Sboarina a Verona l’anno scorso aveva il 52% e poi abbiamo visto com’è finita”. “Questo sondaggio significa solo che la partita alle amministrative del 2023 è aperta”. Il sindaco di Vicenza, Rucco, in una foto d’archivio assieme all’ex sindaco di Verona, Sboarina
un sindaco interessato a non frazionare. Tra centrodestra e centrosinistra vicentini, chi è più attrattivo per i moderati? Penso che il centro oggi troverebbe più rappresentanza nell’idea di città e nello stile rappresentativo di Rucco, anche se è un sindaco la cui storia politica è chiaramente di destra. Dipenderà poi da chi verrà designato come candidato sindaco dal centrosinistra: se fosse Variati ad esempio, che è un profilo moderato, sarebbe una bella partita, mentre credo sarebbe più complicato con una figura come Dalla Rosa; con Possamai sarebbe ancora diverso, perché anche solo per ragioni anagrafiche è una figura post ideologica, difficile da collocare più a sinistra o più al centro. Rucco rappresenta i quarantenni, Possamai i trentenni: sarebbe una sfida interessante anche in questo caso. Non pensa che la storia politica di Rucco possa in qualche misura allontanare i moderati? Rucco è diventato sindaco nel 2018 presentando una sua lista civica che è diventata anche il primo partito in sala Bernarda, dimostrando la capacità di rappresentare l’elettore moderato che voleva discontinuità. Credo quindi che gli elettori abbiano già “sdoganato” Rucco dal suo passato. Alvise Ferronato
www.ilvicenza.com
11
Attualità
Il caso. Il Comune s’è visto bocciare la richiesta di tre finanziamenti per quasi 5 milioni per tre giardini e parchi
Salvi, la Seriola resta ad acqua asciutta Grazie a un finanziamento di due milioni di euro per il giardino vicino a Campo Marzo, il corso d’acqua sarebbe tornato a scorrere con vigore. Persi quattrini anche per intervenire al parco di Villa Guiccioli e al giardino del teatro Olimpico
I
l verde a Vicenza è una specie di doccia scozzese: qualche volta calda, talaltra fredda. Dai fondi del Pnrr arrivano quasi quattro milioni per due importanti ville della città, circa due milioni per la “Rotonda” e altrettanti per villa Valmarana ai nani. Se i privati sono soddisfatti, è il Comune che resta a bocca asciutta: aveva presentato tre progetti per sistemare altrettanti importanti parchi e giardini, ma non ha ottenuto i finanziamenti sperati restando anche piuttosto basso nella classifica stilata dal ministero. Ha perso 4.8 milioni. L’amministrazione aveva stimato di spendere 850 mila euro per il giardino dell’Olimpico, due per il Giardino Salvi e due per villa Guiccioli. Più che a bocca asciutta, il Comune è rimasto anche ad… acqua asciutta, visto che con il finanziamento per sistemare il Giardino Salvi voleva intervenire per portare l’acqua corrente stabilmente nella Seriola. Com’è noto, infatti, la Seriola è deviata all’ingresso della città e quello che si vede è un po’ d’acqua che viene immessa nel canale. Naturalmente l’opposizione ha soffiato sul fuoco della sconfitta che altrettanto logicamente brucia all’amministrazione. “Per l’ennesima volta l’amministrazione comunale resta a bocca asciutta - hanno commentato i consiglieri comunali di “Da adesso in poi” Sandro Pupillo e Giovanni Selmo - E a differenza di quanto dice il
Un’immagine della Seriola, sempre sofferente, al Giardino Salvi. Il vero corso d’acqua è deviato all’ingresso della città e quella che si vede è solo l’acqua portata da una condotta
sindaco Rucco, ovvero che in risposta a queste figuracce facciamo festa, replichiamo dicendo che non è assolutamente così. Non possiamo non tifare per la nostra città”. “Ci rammarichiamo piuttosto del fatto che Vicenza, per colpa di questa amministrazione, continui a perdere importanti occasioni di finanziamento difficilmente replicabili per riqualificare zone dall’enorme valore storico, artistico e culturale”. “Dopo la mancata assegnazione di cospicue somme di denaro - continuano Pupillo e Selmo - per i progetti sulla qualità dell’abitare, sulla rigenerazione urbana e per l’installazione di 8 nuove telecamere di videosorveglianza, non otteniamo un altro importante finanziamento del Pnrr per rimettere a nuovo il giardino del teatro Olimpico, il Giardino Salvi e il parco di villa Guiccioli”. “Non più di un mese fa l’assessore Zocca in Consiglio comunale ci rispondeva piccato che l’amministrazione non soffre di “annuncite” - reagendo al nostro suggerimento di fare “meno conferenze stampa e più fatti” - aggiungendo: “ciò che annunciamo, manteniamo”. “Caro assessore Zocca, caro sindaco Rucco - concludono Pupillo e Selmo - ve lo ridiciamo: smettetela di conferenze stampa per annunciare stanziamenti che poi puntualmente non arrivano. Co le ciacole non se impasta le fritole”. È arrivata subito la risposta, piccata, dell’assessore Ierardi: “È il primo bando dove non siamo in graduatoria - ha dichiarato a Il Giornale di Vicenza - se invece i consiglieri contano anche quelli ai quali siamo stati ammessi ma dai quali il governo a loro vicino ha tolto i finanziamenti per sostenere il reddito di cittadinanza, allora forse dovrebbero farsi loro qualche domanda”. E ha aggunto: “La stragrande maggioranza delle risorse è andata a progetti privati, come è accaduto anche per Vicenza. Questo dimostra che forse c’era una volontà ben precisa su come gestire questo bando”. Assicura: “Interverremo comunque a sistemare le criticità delle aree”.
12
Urbanistica
www.ilvicenza.com
La città cambia volto. A breve le demolizioni nell’area di Piva Gomme: probabilmente la nuova struttura pronta a Natale
Viale S. Lazzaro, un altro supermercato La torre in Fiera ha finalmente un futuro Al posto di Piva Gomme nasce un punto vendita Aldi. Con questo Vicenza ha 151 supermercati. In viale degli Scaligeri, la “vela” è stata acquisita dal gruppo Putin (Serenissima ristorazione) che vuole utilizzarla per uffici e realizzare un ristorante all’ultimo piano. Un iter tormentato da 18 anni. L’area di Piva gomme in viale San Lazzaro e la “vela” Girardi nella zona della Fiera.
C
ambiamenti importanti nell’aspetto urbanistico della città. Riguardano la parte ovest di Vicenza, da San Lazzaro sino alla Fiera. Il primo cambiamento è relativo a un altro supermercato che apre. Si tratta di un punto vendita Aldi che sorgerà nell’area che per decenni ha ospitato l’azienda Piva gomme in viale San Lazzaro. Va anche detto che il Prix che esisteva lì accanto ha da poco chiuso. A dire la verità, si sapeva da tempo che sarebbe arrivato un supermercato in quell’area, come risultante di un’ope-
razione immobiliare di compravendita. Ma i tempi adesso stringono: i progetti e le autorizzazioni ci sono. Entro la fine di luglio dovrebbero iniziare le operazioni di demolizioni, per poi proseguire con la posa dei prefabbricati in settembre. L’apertura di Vicenza in viale San Lazzaro rientra in una politica di ampliamento del colosso tedesco, che prevede di aprire 120 negozi in Italia entro l’anno prossimo. Aldi punta su punti vendita relativamente piccoli, che consentono un ricambio di clienti e abbiano spazi larghi all’interno.
Quello di viale San Lazzaro sarà ampio poco più di 1500 metri quadrati, il che significa un immobile attorno ai 9000 metri cubi, tenendo conto di un’altezza di poco inferiore ai sei metri. Non avrà parcheggi interrati, ma posti auto in piano, stimabili in ulteriori 2000 metri quadrati. Complessivamente, l’investimento è valutabile fra i 3 e i 4 milioni di euro. I lavori potrebbero essere concluso entro Natale. Con questo supermercato Vicenza - inteso come Comune di Vicenza - arriva a 151 supermercati esistenti nel pro-
prio territorio, tenendo conto sia di quelli maxi che di quelli piccoli. Sembra una cifra enorme, ma tant’è. A Thiene, città di 20mila abitanti, la concentrazione è comunque significativa. Basti pensare che nella zona della stazione ferroviaria sorgerà un altro Aldi. Quello di Vicenza si fonda su un’autorizzazione dovuta da parte del Comune, non è una scelta dell’attuale amministrazione. La realizzazione del supermercato, infatti, era prevista dalla normativa regionale, che autorizzava questi cambi di destinazione urbanistici. Era una possibilità offerta dal vecchio “piano casa”, che nel frattempo è stato cambiato. Oggi una realizzazione simile non sarebbe possibile. Viceversa, l’altro supermercato che ha aperto lo scorso dicembre, l’Esselunga di Ponte Alto, ha seguito una procedura completamente diversa, frutto di un accordo con il Comune che ha consentito di recuperare un’area abbandonata, l’ex Sartori, e anche in profondo degrado. Il Comune l’ha ceduta alla famiglia Caprotti che
s’è sobbarcata numerosi oneri urbanistici, senza batter ciglio. L’Esselunga di Ponte Alto è il secondo supermercato della catena nel Veneto. Un altro cambiamento che incide sul volto della città ha come scena la zona della Fiera. La cosiddetta “torre Girardi” detta anche “vela” per la sua architettura ha trovato un acquirente e quindi finalmente avrà un futuro dopo anni e anni di abbandono. È un rebus urbanistico che si conclude dopo diciotto anni, fatto di inchieste giudiziarie, liti con il Comune, abusi contestati, interventi di Provincia e Regione. Basti pensare che il primo procedimento di abuso edilizio è del 2004. Ora s’è trovato un accordo che vede il gruppo Putin, vale a dire Serenissima ristorazione, come acquirente della torre. Vuole concentrare lì i suoi uffici e all’ultimo piano ricavare un ristorante. La Serenissima ristorazione è un colosso dal fatturato (cifre 2019) di 400 milioni di euro con 9000 dipendenti. L’accordo trovato tra privati proprietari (banche) e il Comune prevede un introito di un milione per l’ente pubblico, ma anche ulteriori oneri per 950 mila euro a carico dell’acquirente. Inoltre, sono previste opere compensative per mezzo milione di euro. A queste cifre, naturalmente, vanno aggiunte quelle necessarie al restauro e agli interventi per rimettere in sesto il fabbricato dopo tanti anni dalla realizzazione e moltissimi di abbandono.
14
Attualità .
www.ilvicenza.com
Il caso. A San Giacomo il Comune non può iniziare i lavori perché la Soprintendenza deve esaminare gli ex bagni sottoterra
Il vecchio lavabo blocca la piazza nuova Sotto il livello stradale esistono ancora i locali realizzati negli anni Cinquanta e oggi a rischio crollo. Tra i manufatti anche un vecchio lavabo che ha attirato l’attenzione dei funzionari
C
’è un lavabo, sicuramente vecchio, chissà se così antico da diventare un pezzo di antiquariato e quindi meritevole di tutela, che blocca il rifacimento di piazzetta San Giacomo in pieno centro. Assurdo? No, è la verità. Per sistemare la piazza, con un nuovo look che prevede perfino di piantare un albero – che sarà il più centrale di Vicenza – il Comune è pronto, ma da due mesi e mezzo sta aspettando il via libera della Soprintendenza. Però il parere non arriva. Con una sottolineatura: è la stessa Soprintendenza che ha messo in guardia il Comune. “Prima di muovervi, aspettate la nostra valutazione – questo il messaggio arrivato a palazzo Trissino – perché negli ex bagni sotterranei della piazzetta ci può essere qualcosa di interessante”. Dopo di che c’è stato solo il silenzio. Com’è noto, sotto piazzetta
di San Giacomo ci sono gli ex bagni pubblici realizzati negli anni Cinquanta, cioè da quasi 70 anni, e chiusi più o meno da mezzo secolo. A rivelare ancora la loro presenza sono quelle mattonelle di vetro quadrato che una volta davano luce all’ambiente e adesso spuntano dal fondo stradale. Nel sotterraneo, naturalmente inagibile, con pavimento rotto e muri scrostati, alcuni pali di sostegno sorreggono il soffitto pericolante. Tra i reperti di un ambiente che fu, c’è anche un lavabo d’altri tempi, indubbiamente curioso, che ha suscitato l’attenzione dei funzionari della Soprintendenza. I quali hanno chiesto di esaminare perbene l’ambiente prima di dare il via libera. L’amministrazione, infatti, è pronta ad avviare immediatamente i lavori a San Giacomo: oltre al progetto esecu-
Il vecchio lavabo negli ex bagni sotterranei e il progetto per trasformare piazzetta San Giacomo con tanto di albero e aiuola verde
tivo approvato, ci sono sia le risorse già messe a bilancio per 70 mila euro sia l’affidamento alla ditta incaricata dei lavori, che tra l’altro è la stessa che ha eseguito la sistemazione della pavimentazione di stradella San Giacomo. In attesa dei lavori, il look della piazzetta è sconfortante: muri scrostati, bidoni dell’immondizia colmi e rifiuti abbandonati a cielo aperto, scritte di writer sulla parete dell’ex chiesa, fondo sconnesso.
16
Economia
www.ilvicenza.com
L’analisi dell’esperto. Lo Stato non può far guadagnare molto all’Eni ma provocare guai e danni a cittadini e imprese
In Italia il prezzo del gas si può fermare Invece di agire in sede europea il governo potrebbe subito premere su Eni, imponendo un cambio dei meccanismi di fissazione dei prezzi di trasferimento interno del gas
C
ome si determina il prezzo del gas? Vi sono due tipi di prezzo spot: il Psv (“Punto di scambio virtuale” del mercato in Italia) o il Ttf (“Title transfer facility”) cioé il prezzo sul principale mercato europeo di riferimento, che sono i Paesi Bassi. Entrambi i prezzi spot sono saliti in modo vertiginoso. Sia il Psv sia il Ttf sono mercati “over the counter” (Otc) cioé scarsamente regolamentati, mercati sui quali operano grandi player (da Vitol, Trafigura a MorganStanley e GoldmanSachs) con una tale potenza di fuoco da provocare (più o meno intenzionalmente) manipolazioni di tipo distorsivo. Esiste, collateralmente, un mercato a lungo termine nel quale i prezzi (e le quantità di prodotto) vengono predeterminati per dieci, quindici o addirittura trent’anni. L’Eni, ad esempio, denun-
ciava nel 2020 (con visione dal 2021 al 2050) contratti di acquisto gas a lungo termine per oltre 130 miliardi di euro (per circa 472 miliardi di metri cubi di gas) con prezzo stabilito e fisso (quindi indipendente dall’andamento spot). Questi contratti - da soli - coprirebbero l’intero fabbisogno nazionale (a prezzo calmierato) per i prossimi sette anni. Invece l’Eni cede ai grossisti nazionali il 78% del gas importato al prezzo PSV cioé a un prezzo infinitamente più alto di quello pagato al proprio fornitore. In tal modo l’Eni genera guadagni abnormi (miliardi di euro in pochi mesi) sulle povere spalle di imprese e utenti. Ottima cosa per i soci: lo Stato, ad esempio, che detiene il 30,334% delle azioni della società. L’iniziativa di Draghi di chiedere alla comunità europea la fissazione di un price cap (tetto massimo) al gas si
è scontrata con l’opposizione di membri come i Paesi Bassi che, grazie al mega giacimento di Groningen, importano dalla Russia solo il 15% del loro fabbisogno quota che sarà interamente sostituita entro il 2022. Invece di agire in sede europea il governo potrebbe da subito premere su Eni, imponendo un cambio dei meccanismi di fissazione dei prezzi di trasferimento interno del gas (in Italia); per esempio stabilendo prezzi risultato della sommatoria del costo reale + uno spread. La materia è urgente: nonostante la riduzione della dipendenza dal gas russo avviata, le ricadute nefaste sulle bollette energetiche autunnali fanno temere la scomparsa di intere aziende (in primis quelle energivore), di posti di lavoro e di quella stitica ripresa che tentiamo di inseguire. Al governo si chiede di farsi
carico di un’emergenza che, per un paese manifatturiero basato sulla trasformazione come il nostro, è questione di vita o di morte. L’Europa non c’è o è, al solito, in ritardo? Cominciamo noi, sul fronte in-
terno, a impedire speculazioni delle quali beneficia anche lo Stato. Invece che fa il governo? Incassa, sorride e attende che passi la buriana. Giuseppe de Concini
• Chi è Giuseppe de Concini Padovano con studio a Vicenza, laurea in giurisprudenza, importante esperienza nel mondo bancario, ora è consulente aziendale
17
Attualità .
www.lapiazzaweb.it
tue scelte Il vecchioLe lavabo blocca la piazza nuova Il caso. A San Giacomo il Comune non può iniziare i lavori perché la Soprintendenza deve esaminare gli ex bagni sottoterra
di valore firmate Despar
Sotto il livello stradale esistono ancora i locali realizzati negli anni Cinquanta e oggi a rischio crollo. Tra i manufatti anche un vecchio lavabo che ha attirato l’attenzione dei funzionari
C
’è un lavabo, sicuramen- di San Giacomo ci sono gli ex te vecchio, chissà se così bagni pubblici realizzati negli antico da diventare un pezzo anni Cinquanta, cioè da quasi di antiquariato e quindi me- 70 anni, e chiusi più o meno ritevole di tutela, che blocca da mezzo secolo. A rivelare il rifacimento di piazzetta SanI prodotti ancora la loro presenzaDespar sono firmati nascono per permetterti di fare scelte Giacomo in pieno centro. As- quelle mattonelle di vetro di Per qualità, sicure e convenienti. Grazie a più di 3.400 prodotti puoi trovare surdo? No, è la verità. si- quadrato che una volta davastemare la piazza, con un nuo- no luce all’ambiente e adesso tutto quello che cerchi: dalle eccellenze del territorio di Despar Premium vo look che prevede perfino di spuntano dal fondo stradale. piantare un albero – che saràai prodotti Nel sotterraneo, Il vecchio lavabo negli ex bagni sotterranei e il progetto per trasformare San Giacomo con tanto di albero e aiuola verde chenaturalrispettano l’ambiente della linea Sceltapiazzetta Verde. il più centrale di Vicenza – il mente inagibile, con paviComune è pronto, ma da due mento rottoScegli e muri scrostati, tivo approvato, ci sono firmata sia le una spesa di valore Despar. mesi e mezzo sta aspettando il alcuni pali di sostegno sorreg- risorse già messe a bilancio via libera della Soprintenden- gono il soffitto pericolante. per 70 mila euro sia l’affidaza. Però il parere non arriva. Tra i reperti di un ambiente mento alla ditta incaricata dei Con una sottolineatura: è la che fu, c’è anche un lavabo lavori, che tra l’altro è la stessa stessa Soprintendenza che ha d’altri tempi, indubbiamente che ha eseguito la sistemaziomesso in guardia il Comune. curioso, che ha suscitato l’at- ne della pavimentazione di “Prima di muovervi, aspettate tenzione dei funzionari della stradella San Giacomo. la nostra valutazione –Linee questo di Soprintendenza. dei lavori, il look prodotti I quali han- In attesa Referenze Nuovi prodotti il messaggio arrivato a palaz- no chiesto di esaminare per- della piazzetta è sconfornel 2021 zo Trissino – perché negli a exmarchio bene l’ambiente prima di dare tante: muritotali scrostati, bidoni bagni sotterranei della piaz- il via libera. dell’immondizia colmi e rifiuzetta ci può essere qualcosa di L’amministrazione, infatti, ti abbandonati a cielo aperto, interessante”. Dopo di che c’è è pronta ad avviare immedia- scritte di writer sulla parete stato solo il silenzio. tamente i lavori a San Giaco- dell’ex chiesa, fondo sconnesCom’è noto, sotto piazzetta mo: oltre al progetto esecu- so.
17
+3.400
Scopri tutte le linee su www.despar.it
+250
18
Economia
www.ilvicenza.com
Confartigianato. In carica solo da un anno e mezzo, il presidente uscente ritiene di avere ancora molto lavoro da fare
Cavion cerca la conferma da presidente Sono 14mila i soci chiamati a partecipare alla fase elettorale che è già iniziata con le candidature. Sono 300 i nomi che alla fine risulteranno investiti di responsabilità all’interno dell’associazione. La procedura termina a dicembre
P
er la Confartigianato Vicenza è tempo di elezioni. E il presidente Cavion cerca la riconferma. Le elezioni arrivano in un periodo che, vuoi per la pandemia, vuoi per la crisi sta mettendo in difficoltà le imprese (non solo) artigiane del Vicentino. Ma la giunta provinciale dell’associazione rispetta le scadenze e così ha indetto il rinnovo delle cariche chiamando i suoi 14 mila soci ad eleggere i loro futuri rappresentanti fino al 2026. In totale, i nomi da eleggere sono circa 300. Il processo è il lungo e articolato e si concluderà il 12 dicembre, ma inizia con le candidature che tutti i soci della provincia possono presentare fino a giovedì 21 luglio. Nella lettera datata 24 giugno e indirizzata ai soci con cui sono state indette le elezioni, il presidente provinciale, Gianluca Cavion, spiega: “Veniamo da anni che ci hanno messo a dura prova, come persone e come imprenditori, ma anche come associazione. Abbiamo saputo reagire con la tenacia e la capacità di resilienza che ci contraddistinguono, cercando di non perderci d’animo e lavorando per superare i difficili momenti che ci siamo trovati ad affrontare”. Le cariche hanno durata quadriennale ma l’attuale presidente provinciale della Confartigianato Gianluca Cavion, valdagnese, 54 anni e imprenditore nell’ambito di edilizia stradale, è al timone da solo un anno e mezzo. È stato eletto in piena emergenza covid dopo le dimissioni di Agostino Bonomo di cui era vice. Cavion ritiene e anche giustamente - di aver ancora molto da fare e quindi ha deciso di ricandidarsi alla presidenza provinciale dell’associazione. Essendo presidente uscente può presentare la sua candidatura direttamente per
Gianluca Cavion, 54 anni, valdagnese, in cerca di ricoferma al vertice della Confartigianato vicentina
quella precisa carica senza dover seguire tutto il cursus honorum. Tuttavia, le votazioni per l’elezione del presidente, del vicepresidente e della giunta si terranno a dicembre e, almeno per il momento, Cavion afferma di voler rimanere una figura istituzionale e di non voler avviare campagne elettorali. “Il rinnovo delle cariche costituisce un appuntamento centrale e decisivo: è il momento in cui tutti i soci possono mettersi in gioco per promuovere gli interessi della nostra categoria” sottolinea nella lettera ai soci. La prima fase delle votazioni si terrà dal 19 al 24 settembre. In questa prima tornata saranno eletti i presidenti comunali, i vicepresidenti comunali, i presidenti di mestiere di area e i presidenti dei movimenti giovani e donne di area. Questi poi eleggeranno i presidenti di raggruppamento (ovvero dei 16 insiemi di Comuni in cui è suddivisa la provincia), quelli provinciali di mestiere e dei movimenti giovani e donne, per poi arrivare, il 21 novembre, ai presidenti di area e di sistema (vale a dire delle 16 categorie di mestieri rappresentati all’interno dell’associazione). Una volta costituito integralmente il consiglio direttivo, si provvederà all’elezione del presidente e del vicepresidente provinciale nonché della giunta. I settori dell’artigianato vicentino maggiormente rappresentativi poiché più numerosi sono gli addetti al comparto casa (elettricisti, idraulici, ecc.) e quelli del comparto meccanica (tra gli altri, i produttori di macchinari industriali, addetti elettro-meccanici, e produttori di pezzi per la filiera dell’automotive). Dal Vicentino emergono a livello nazionale i rappresentati dei settori artigianali di oreficeria e gioielleria, concia e ceramica. Dal 19 al 24 settembre, negli orari di apertura degli uffici ed il sabato dalle 8 alle 13, si svolgeranno le votazioni in modalità digitale. I soci potranno votare in uno qualsiasi dei seggi presenti nelle sedi della Confartigianato. Il socio può essere portatore di una sola delega, conferita per iscritto da altro socio. Roberto Meneghini
Libertà è poter scegliere il biologico La linea Despar Scelta Verde Bio,Logico, Bio,Logico con una proposta di più di 200 referenze realizzate con ingredienti che seguono gli standard dell’agricoltura biologica.
20
Università
www.ilvicenza.com
L’analisi. Crescono i numeri delle ragazze, ma i valori sono ancora bassi. Soltanto un’iscritta su cinque è femmina
Ingegneria e donne, iscrizioni aumentate Ma le studentesse restano ancora poche Una lenta e faticosa marcia in salita. L’università è impegnata nelle iniziative per far conoscere le “stem” alle ragazze. Pesa anche la differenza di retribuzione: le ingegnere donne percepiscono il 10% in meno rispetto agli uomini
La prof. Daria Battini dell’università di Padova, prima ingegnera professoressa ordinaria a Vicenza
È
immatricolate sul totale degli iscritti, seppur il primato lo mantenga sempre il corso di ingegneria gestionale”. Il corso di laurea magistrale in ingegneria meccatronica, infatti, ha registrato un aumento della presenza femminile dal 3 al 5.6% e anche il percorso triennale ha registrato un aumento dal 4.2% al 6.7%. Battini prosegue: “Una nota molto positiva è il fatto che le ragazze risultano molto efficaci nei loro studi, gli abbandoni sono pressoché nulli e la percentuale di laureate in tutti e tre i corsi, gestionale, innovazione di prodotto e meccatronica, supera la percentuale di immatricolate – prosegue – Gli abbandoni, in altre parole, sono principalmente da parte degli uomini e anche il voto di laurea delle ragazze è in media più alto di almeno due punti, 100,9, rispetto a quello degli uomini 98,1”. La docente, inoltre, auspica una maggiore presenza femminile anche nei dottorati del dipartimento dove oggi solamente il 17% dei dottorandi attivi è di sesso femminile. “C’è ancora molto lavoro da fare per comunicare meglio alle diplomande i contenuti e le prospettive che i corsi di ingegneria possono offrire loro – prosegue Daria Battini – Ci sono varie azioni in atto sia da parte dell’ateneo di Padova, ad esempio il premio Elvira Poli, sia da parte del nostro dipartimento di Vicenza per coinvolgere le ragazze”. La prof. Battini sottolinea anche un altro fronte d’impegno: intercettare fondi per la ricerca finanziati dall’Europa e dal Pnrr per dare alle ricercatrici, il giusto riconoscimento anche economico. Dati alla mano, la professoressa spiega che le ingegnere guadagnano il 10% in meno rispetto agli uomini e trovano meno lavoro a un anno dalla laurea rispetto ai colleghi maschi. Quindi vanno incentivate anche le aziende a garantire alle laureate stipendi equi come i colleghi maschi.
una marcia in salita. Faticosa, fatta di piccoli passi, ma prosegue. Però i numeri assoluti restano bassi. A Vicenza sul totale degli iscritti al dipartimento di tecnica e gestione dei sistemi industriali il 21% sono donne, una su cinque uomini. In quattro anni le iscrizioni delle ragazze sono aumentate del 27%, ma è anche vero che nel dipartimento solo il 17% dei dottorandi sono donne. Il gender gap è al 21% e così l’ateneo pensa a nuovi modi per comunicare il valore delle materie stem, ossia scienza, tecnologia, ingegneria e matematica. È un bilancio fatto di luci e ombre quello delle presenze femminili a ingegneria, tracciato dal report sulla parità di genere. In questo anno accademico, su un totale di 2962 universitari di viale Margherita, 665 futuri ingegneri sono donne. In particolare 580 sono immatricolate alla facoltà di ingegneria gestionale, la più scelta, seguita poi da ingegneria meccatronica: qui è pur vero che le studentesse iscritte alla triennale sono aumentate del 70%, da 20 a 34, ma stiamo parlando sempre di piccoli numeri perché le donne sono passate dal 3 al 6 per cento. In crescita anche le iscrizioni femminili a ingegneria dell’innovazione del prodotto: le studentesse sono passate da 5 a 26, quindi sono quintuplicate, passando dal 10% 0% al 14% del totale, ma anche in questo caso siamo a livelli assai modesti di presenza delle studentesse come numeri complessivi. Andamenti simili caratterizzano anche i tre corsi di laurea magistrale. L’andamento delle iscrizioni femminili ha fatto registrare una crescita lenta ma costante nel corso degli ultimi 4 anni che ha portato ad un aumento complessivo delle studentesse. Tuttavia, come accennato, la percentuale femminile sul totale degli iscritti resta al 21%.
L’obiettivo dell’ateneo, ora, è ridurre il divario di genere comunicando le opportunità di carriera che le materie stem offrono alle donne come spiega Daria Battini, dal 2018 prima donna professoressa ordinaria a Vicenza nel dtg dei sistemi industriali e coordinatrice del corso di dottorato in ingegneria meccatronica e innovazio-
ne meccanica del prodotto nel dipartimento di Vicenza. “Ci sono segnali positivi di una crescita in percentuale delle ragazze iscritte ad ingegneria anche nei corsi meno ambiti come innovazione di prodotto e meccatronica – spiega Daria Battini – Nell’ultimo anno accademico entrambi i corsi hanno visto una crescita delle
La città in movimento
www.ilvicenza.com
Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
21
Il personaggio. Il misterioso artista Paul Serliana disegna di notte: educa i vicentini al bello e denuncia i “buchi”
Ora la serliana di Palladio è street art Il giovane ed estroso vicentino è attivo dall’ottobre 2020 in città e racconta su Instagram le sue imprese. La sua, come spiega, è anche attenzione al degrado, sulla linea dei bambù di Freak of Nature, al secolo Federica Agnoletto
A
rchitettura e street art si uniscono nelle opere di Paul Serliana, misterioso artista che omaggia Palladio denunciando i luoghi dell’abbandono a Vicenza. Agisce di notte lasciando traccia del suo passaggio in città con un disegno divenuto anche la sua firma e il suo marchio di fabbrica: una serliana palladiana. Lo scrive anche “serliana” nei disegni. La sua vera identità non la divulga ma il suo nome d’arte, Paul Serliana, è conosciuto su Instagram dove si trovano le immagini delle opere che l’artista ha realizzato a partire dall’ottobre 2020 in numerosi luoghi sfitti e abbandonati di Vicenza. Archi a tutto sesto affiancati simmetricamente da due aperture sormontate da un architrave apparsi non solo sui resti del teatro Eretenio, ma recentemente anche sui pannelli lignei che delimitano l’ingresso di quello che un tempo era il palazzo delle poste nel cuore del centro. Un omaggio grafico alla città e al Palladio come spiega Paul Serliana in una story su Instagram, a proposito della scelta del suo simbolo: “A Vicenza tutti dicono
Alcune serliane sui pannelli di legno dell’edificio in costruzione (da anni) all’angolo tra viale Crispi e via del Mercato Nuovo
“ah che bella la basilica palladiana”, ma non sanno neanche cosa stanno guardando. Non ne faccio una colpa a nessuno, però è così”. Architettura e street art si fondono quindi in un’unica declinazione per porre l’accento sul passato, ma anche sul degrado cittadino e le brutture. L’arte diviene denuncia e al contempo riflessione sulla storia e l’identità di Vicenza. Per alcuni questi murales sono “imbrattature”, per altri una forma espressiva che richiama alla memoria un altro progetto artistico che in città fece molto discutere: i bambù stilizzati realizzati dalla stre-
et artist Freak Of Nature, al secolo Federica Agnoletto, celebre non solo per aver mappato con i sui disegni verdi una novantina di negozi sfitti in tutto il centro storico, ma anche per aver rivestito con tele colorate la struttura di Borgo Berga nel 2015. Opere che, come spiegato dalla stessa artistae “desiderano uscire dagli schemi tradizionali per riportare l’arte ad una sua funzione civica e sociale come strumento per dare una diversa percezione degli spazi pubblici”. Ma non tutti la pensano così, anche se i suoi colori non imbrattano perché sono lavabili. Sara Panizzon
Vicenza capitale d’una nuova Expo grazie alle “signore delle relazioni” Che le relazioni siano alla base della vita sociale non è una scoperta d’oggi. Quello che di nuovo hanno realizzato Ketty Panni e Ombretta Zulian è di aver organizzato una vera e propria Expo che esplora il tema delle relazioni a 360 gradi e concentra gli approfondimenti in un programma di 60 convegni e cento voci di partecipanti in Fiera dal 15 al 17 luglio. Nomi illustri di ricercatori, scienziati, politici, divulgatori, artisti si alternano nei dibattiti ma c’è anche spazio per mostre, concerti, video messaggi. Un’Expo, dunque e anche un summit. L’obiettivo è nel nome, quello di Beate Vivo, l’impresa cui hanno dato vita
le due signore delle relazioni che alle spalle hanno appunto esperienze imprenditoriali. In latino Beate Vivo significa “vivere felicemente” ed è questo il fine di una vita serena di relazioni. Con L’expo summit battezzato “Relazionesimo” Vicenza è trasformata in una capitale del settore, grazie a un’iniziativa mai concepita prima. La vertigine della lista dei partecipanti è composta da Giorgio Panariello, Luca Mercalli, Mauro Magatti, Vittorio Sgarbi, Noemi, Simone Cristicchi, Ernesto Assante, Giuseppe Fiorello (in videomessaggio), Vandana Shiva, Ilvo Diamanti, Stefano Zamagni, Oscar di Montigny, Richard
Ketty Panni e Ombretta Zulian ideatrici dell’Expo sulle relazioni
Romagnoli, Duccio Forzano (regista della mnifestazione). Ma sono appena alcuni nomi di un programma fitto che si può recuperare al sito Internet.
22
Spettacoli
www.ilvicenza.com
Le rassegne. Il teatro festeggia i 15 anni con un programma di alto livello: 62 appuntamenti da novembre ad aprile
Grandi nomi per il cartellone del comunale Il 10 dicembre, giorno del compleanno del teatro, sarà allestita un’opera lirica, la “Traviata”: si tratta di un avvenimento unico atteso da molti.
S
arà una stagione ricca di spettacoli e nomi di alto rilievo quella del teatro comunale di Vicenza. La fondazione del teatro, presieduta da Enrico Hüllweck di cui è segretario generale Pier Giacomo Cirella, ha coordinato in un cartellone significativo l’impegno dei responsabili di settore: Loredana Bernardi per la danza, Annalisa Carrara per la prosa, Piergiorgio Meneghini per la concertistica e la sinfonica, mentre la governance dei progetti di spettacolo è affidata a Giancarlo Marinelli, direttore artistico del Comunale di Vicenza. Prosa. Saranno a Vicenza nomi di rilievo nazionale, come Lella Costa, Sergio Castellitto, Luigi Lo Cascio e Vincenzo Pirrotta, Emilio Solfrizzi, Paolo Ruffini e Massimo Ghini, Matthias Martelli con Roy Paci, Stefano Massini e ancora Marco Baliani, Alessandro Fullin, Lucilla Giagnoni. Danza. Accanto alle grandi compagnie nazionali, come il Nuovo Balletto di Toscana e lo Spellbound Contemporary Ballet, tornano i tanto attesi artisti internazionali, come l’acclamatissima compagnia belga di teatro danza Peeping Tom, per la prima volta a Vicenza e la raffinata compagine lituana di Anzelika Cholina, con la sua danza di ispirazione narrativa vista, per la prima volta in Italia, nella scorsa stagione del Comunale; ma ci saranno anche il Balletto
dell’Opera di Sofia, a rappresentare il classico della tradizione, l’atletismo vitale della Parsons Dance e la gioia di vivere improntata ad una sagace ironia genderless dei Chicos Mambo. Accanto a questi, da segnalare altri importanti nomi come la Compagnia Abbondanza/Bertoni, Camilla Monga, Annamaria Ajmone, Cob Compagnia Opus Ballet. Concertistica. Anche qui nomi importanti. Si va da Rudolph Buchbinder, al pianoforte, al Montrose Trio (Jon Kimura Parker al pianoforte, Martin Beaver al violino e Clive Greensmith al violoncello), dal trio con Francesca Dego al violino, Alessandro Taverna al pianoforte e Martin Owen al corno; dal viol quartett Il Suonar Parlante per arrivare alla musica popolare del Coro della SAT diretto da Mauro Pedrotti. E ancora il Janoska Ensemble oppure il pianista Giuseppe Albanese. Molta musica d’archi con il duo formato da Viktoria Mullova (violino) e Misha Mullov-Abbado (contrabbasso); e ancora la star argentina del violoncello, Sol Gabetta, accompagnata al pianoforte da Bertrand Chamayou; il Trio Johannes, prime parti dell’Orchestra del Teatro alla Scala, formato da Francesco Manara (violino), Massimo Polidori (violoncello) e Claudio Voghera (pianoforte), accompagnati da Simonide Braconi alla viola e Paolo Borsarelli al contrabbasso,
Alcuni degli artisti che saliranno sul palcoscenico del comunale: Stefano Massini, Sergio Castellitto, Natalino Balasso, Simone Cristicchi e Teresa Mannino
in una formazione a Vicenza in forma allargata; e ancora l’atteso ritorno del violinista lettone Gidon Kremer con la violoncelista Giedré Dirvanauskaité e Georgijs Osokins al pianoforte, mentre il finale di stagione è affidato ad un virtuoso del pianoforte come David Greilsammer in un recital in cui passato e presente si fondono grazie al suo tocco audace e potente. Sinfonica. La Oto-Orchestra del teatro Olimpico, con una formazione in gran parte rinnovata, sarà guidata alternativamente dal suo direttore principale, il maestro Alexander Lonquich e da illustri direttori ospiti: Filippo Lama,
Nicolas Altstaedt, Enrico Dindo. Nel concerto di chiusura, solista ospite sarà il violinista Klaidi Sahatçi, spalla della prestigiosa Tonhalle di Zurigo. Fuori abbonamento torna il concerto di San Silvestro diretto dal giovane maestro Marco Alibrando, protagonista il soprano Giulia Bolcato. Fuori abbonamento. In questa rassegna spiccano seventi speciali con nomi di sicuro gradimento come Natalino Balasso, Simone Cristicchi, Teresa Mannino, Raul Cremona. Lirica. Per celebrare i 15 anni di vita del teatro di Vicenza, sarà allestita un’opera lirica, La traviata. È un avveni-
mento speciale che sarà organizzato il 10 dicembre, compleanno del teatro, inaugurato appunto il10 dicembre 2007. Circo. Precursore rispetto a moltissimi altri nel settore, tornano a Vicenza i canadesi Machine de Cirque, atletici, funambolici, spettacolari, saranno presentate esperienze circensi più intime, a svelare la ricchezza di dimensioni interpretative del nuovo circo: il varietà surreale dei Madame Rebinè, la vena poetica e intimista del Circo Zoè, il fascino senza tempo delle piccole cose del “mago delle bolle” Michele Cafaggi (premio nazionale Franco Enriquez qualche tempo fa).
Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
23
La Vicenza di ieri
www.ilvicenza.com
Il personaggio. Classe 1914, grande amico di Scapin, era un animatore di attività dal centro fino al Livelon sul fiume
Il salumiere Geremia, Araldo della vita Tra i bambini del centro del dopoguerra era famoso il suo panino con la conserva di pomodoro, il meno caro da acquistare. La sua vitalità era celebre. Sosteneva: “Non ho tempo di invecchiare, vuol dire che morirà giovane. Questo sarà il mio epitaffio”. Con il libraio Virgilio ne combinarono di tutti i colori. Si prestava agli scherzi di Scotolati
N
ell’immediato dopoguerra contrà do Rode è il cuore del centro. Oltre ai due alberghi, il “2 Mori” e il “Vicenza”, in stradella dei Nodari, di fronte all’angolo con il parrucchiere Nino, ci sono i “Magazzini Folco” collegati con la “Casa della calza” in corso Palladio; c’è Moneta dove si acquistava il sapone di Marsiglia, “l’olio fumante” per pulire i pavimenti in mattoni e i bagni comuni sui pianerottoli delle case, nonché dal 1957 il primo detersivo Persil, famoso nel Carosello con Mister X. E poi il “Cantinon”, rivendita di vino sfuso, il “casolin e becaro” Geremia, la pescheria Tiozzo per i “siori” e dirimpettaia la pescheria Boribello (o “Buribeo” in dialetto) per i “poareti”, il negozio “de corame” da Mattiello, la “scarpara” Voltan e l’osteria De Franceschi di fronte ai bagni pubblici in piazza delle poste. Nel 1957 arriva a Vicenza la prima pizzeria: si chiama “da Peppone” all’ angolo di Frasche del Gambero. Al termine di via Muscheria c’è la farmacia Doria e sotto i portici di piazzetta Palladio la pasticceria Sorarù che primeggiava per il plumcake mentre la Meneghina, in contrà Cavour, e la pasticceria Venezia, in piazza delle Erbe, erano celebri rispettivamente per le zuppe inglesi e i cestini alla crema. Il re del cuore di Vicenza era Araldo Geremia, classe 1914: era “el casolin” per eccellenza, che primeggiava per la competenza commerciale ma soprattutto per la sua originalità del suo modo di fare e di essere. I Geremia abitavano ai civici 35/41 di contrà do Rode: al primo piano risiedeva il fratello Bernardo, detto Nano, maestro elementare ed ex bersagliere, al secondo piano abitava la madre Alice una gentilissima
signora che gestiva la cassa del negozio, al terzo piano il fratello maggiore, l’avvocato Armando e poi ovviamente Araldo. Io abitavo al civico 31 e imparai a conoscere Araldo da ragazzino quando prima di andare alle elementari di piarda Fanton mi facevo fare, “da notare sul libretto”, un panino con la conserva di pomodoro, il meno caro tra i famosi e gustosissimi panini di Araldo. Mia madre mi mandava spesso a comperare il prosciutto e gli altri affettati, raccomandandomi di dire ad Araldo di limitarsi con la carta oleata perché quella non si mangiava e pesava più del prosciutto. Le malelingue dicevano anche che la spesa la portava a casa lui soltanto alle belle signore. Nei mesi estivi dei primi anni Cinquanta, alle 13 in punto, Araldo avviava la sua moto Guzzi 500 a volano esterno per andare al Livelon. Con gli anni l’avrei seguito anch’io, ma in bicicletta. In poco meno di mezz’ora, pedalando piano, si arrivava lungo l’argine del Bacchiglione in strada Polegge, dove alla “cascatella” i vicentini avevano creato un vero e proprio lido frequentato da intere famiglie. Non sapevo nuotare ed un giorno annaspando sull’acqua bassa, vicino alla curva, il regno di Araldo dove aveva anche un suo trampolino di fortuna per i suoi tuffi, si avvicinò e chiamandomi per nome mi disse: “Vien qua che t’insegno a noare”. Mi scaraventò letteralmente nell’acqua alta e una volta riemerso mi gridò: “Sara la bocca e movi i brassi pian pian”. Se ho imparato a nuotare stile “cagnetto” lo devo ad Araldo. Continuerà sempre a frequentare “el livelon” abbandonando negli ultimi anni la moto per la bicicletta. Ricorda Giorgio Sartor in un suo scritto:
Araldo Geremia mentre taglia un pezzo di formaggio, ripreso nella sua bottega e tra i “Delfini del Livelon”
“Ieri l’altro lo incontrai mentre, a cavallo della bicicletta, si recava al Livelon. “Ciao, Araldo”, lo salutai affiancandomi, poi, sottovoce, gli chiesi: “Ma non te mòri mai?”. Lui, pedalando più in fretta, mi rispose: “Non ho tempo per invecchiare, penso che morirò giovane!”. Dopo che mi ebbe distanziato di alcuni metri, volse indietro la testa e urlò: “Ricòrdate! Questo xe él me epitafio!” I cittadini di Vicenza, dopo la sua morte, ricorderanno Araldo con una stele al Livelon. Passano gli anni e Vicenza, nel centro storico, si spopola verso i nuovi quartieri. In contrà do Rode apre la sua libreria o meglio il salotto degli intellettuali vicentini, Virgilio Scapin. L’amicizia con Araldo Geremia è simbiotica e assieme ne combineranno di tutti i colori. A parte la confraternita del baccalà di cui Virgilio oltre che fondatore sarà priore,
li troviamo nel famoso manifesto del 1973 assieme ai vari miti cittadini quali Brustolon, Cisco, Vendrame, il vigile Dante. Araldo negli anni Ottanta si prestava anche agli scherzi di Scotolati: celebre una foto in cui lo mette in vendita con tanto di cartello. Araldo fu anche comparsa nel “Commissario Pepe”. Lo ricordo perché nel 1969 mi toccò discutere con la troupe della circolazione in città. L’incontro si tenne nell’ex istituto “Rossi” di Santa Corona, che conoscevo bene per averlo frequentato. L’ufficio del commissario, interpretato da Ugo Tognazzi, era quello del secondo piano del mitico preside ing. Sergio Zanarotti chiamato “seja” da noi allievi per le folte sopracciglia. Mentre attendevo il colloquio vedo Geremia in divisa di agente scelto di polizia che fa finta di scrivere a macchina. Al mio stupore mi spiega: “Sto
imparando, se te voi dopo vegno a darte na man”. Le vetrine di Araldo Geremia erano un vero tripudio di prelibatezze culinarie. Prima e durante le festività apparivano mestoloni di mostarda, crauti, conserva di pomodoro, sardine e “renghe da ovi o da late”, “bisata inmarinà”, crema di cioccolato, canditi, uva passa e poi salami, lardo, “bondoe”, insaccati di ogni tipo dove primeggiavano le vere e gigantesche sopresse, prosciutti crudi e cotti e soprattutto gli stoccafissi di qualità “vero Ragno” e tantissimi altri prodotti in vaso ed in scatola. Ora quando passo in contrà do Rode e guardo l’angolo con contrà Muscheria vedo una gelateria. Non ho mai provato un loro gelato perché sono convinto che avrebbe il gusto del mio amato panino alla conserva fatto da Araldo. Enrico Rossi
24
Vicentini illustri d’un tempo
www.ilvicenza.com
Il personaggio. Giovanni Cristofferi, detto Nane Visentin, fu poeta dialettale con grandi amicizie tra gli intellettuali
Inventò lui la “Valletta del silenzio” Aveva una casa vicino alla Rotonda che aveva battezzato la “villetta del silenzio” che per estensione ha battezzato i luoghi di Campedello verso Monte Berico. Quella casa, alla sua morte, è diventata un orfanotrofio gestito dalle suore
Giovanni Cristofferi, poeta dialettale conosciuto come Nane Visentin: aveva una grande passione anche per il teatro
Oltre 830.000 utenti/mese. Oltre 1.950.000 pagine visualizzate/mese.
Raggiungi i tuoi potenziali clienti con noi. Carta, Web, Mobile, App. Dentro il territorio nel cuore della gente!
P
er corrispondere degnamente al tuo affetto ed all’arcicarissima tua, riboccante di bontà, di cortesia e di tutte le altre doti che fanno di te una delle più care e gentili anime ch’io m’abbia conosciuto, dovrei scriverti un fascicolo di cartelle e forse non giungerei a manifestarti quanta riconoscenza e quale amicizia io senta per te”. Queste le parole con cui si apre una delle lettere spedite dal celebre commediografo veneziano Giacinto Gallina a Giovanni Cristofferi, a suggellare coll’inchiostro un’amicizia solida e “più che fraterna”. Ma chi era il destinatario di questa affettuosa missiva e che ruolo rivestiva nell’ambiente culturale dell’epoca? Commerciante dai modi signorili, a molti era però noto con il soprannome di “Nane Visentin”: nato a Vicenza il 20 luglio 1847, fu talmente attratto dalla poesia da dedicarvisi con costante dedizione, quasi come unica forma capace di descrivere, con la giusta spontaneità, gli avvenimenti storici che lo videro testimone. Nello scorrere la sua produzione poetica, spesso vernacolare, colpisce la bizzarrìa e originalità di alcuni titoli: Antisigarettiana, ad esempio, è una raccolta di sonetti che celebra la faticosa lotta per astenersi dal fumo (“Vogio contar quelo che provo in mi/no dando gnanca fogo a un spagnoleto”); ma vi sono anche le composizioni apertamente apologetiche (“A re Umberto degno figlio di Vittorio Emanuele il Grande, a Marghe-
rita stirpe d’eroi fiore” o ancora “Dopo il terzo attentato alla preziosissima vita di Benito Mussolini”), quelle polemiche (come la raccolta di versi “Alla Francia”, inviata in dono anche a Victor Hugo) che assai spesso si fondono con ispirati e bellicosi versi patriottici. Ma fu l’altra grande sua passione, quella per il teatro (“magia che affascina e incatena le menti”) che lo avvicinò ad alcuni fra i più affermati attori e commediografi italiani: parliamo di Ferruccio Benini o del già citato Giacinto Gallina, cui Nane volle dedicare, fra l’altro, anche un’opera teatrale originale: “Giacinto lavora”. L’amore per la poesia dialettale, cui Cristofferi riconosceva “grande adattabilità ed efficacia nella trattazione ed esposizione degli argomenti più diversi”, lo portò poi a cimentarsi anche in alcuni lavori di traduzione in veneziano: con l’aiuto di Antonio Fogazzaro, che “ebbe la bontà di rivedere il lavoretto” proprio negli anni in cui anch’egli tentava la sorte in campo teatrale, approntò la riduzione di “Come le foglie” di Giuseppe Giacosa. Quindi, quando l’amico Cesare Pascarella pubblicò nel 1894 il poemetto in versi romaneschi
“La scoperta dell’America” ottenendo un clamoroso successo, Nane volle celebrarlo a suo modo, volgendo i versi di quei sonetti in lingua veneta. Ma oltre che poeta (e politico, visto che rivestì pure la carica di consigliere comunale e assessore), Giovanni Cristofferi fu principalmente un filantropo sensibile e discreto, come la valle dove sorgeva la sua abitazione: aveva infatti costruito “nell’amenissima conca che sorge poco lungi dalla città, a tergo della palladiana Rotonda, una, più che villa, modesta casetta, sul cui frontone aveva fatto scolpire la parola “Silentium” (donde poi la stessa conca ebbe il romantico appellativo di Valletta del Silenzio)”. La citazione è dalla premessa di Giulio Tozzi al libro di poesie uscito postumo, che si intitolò, appunto “La villetta del silenzio”. Alla sua morte, avvenuta a Vicenza il 24 maggio 1928, lasciò la sua casa alla moglie con l’accordo che alla di lei scomparsa sarebbe poi divenuta un orfanotrofio. E così avvenne: Nane aveva consegnato ai posteri la sua opera più importante. Vicino alla Rotonda, il Comune gli ha intitolato una piccola strada nei luoghi in cui visse. Oreste Palmiero
• Chi è Oreste Palmero Oreste Palmiero è bibliotecario, archivista, musicista e storico della musica. Ha pubblicato diversi libri con l’Accademia Olimpica e lavora alla “Bertoliana”
www.ilvicenza.com
25
Lavoro
• F R A T E L L I
C A R L I •
• S I M A R
G A R D E N •
• L A
P I A Z Z A •
VENDITORE IN EMPORIO
N.1 ADDETTO ALLA VENDITA
COMMERCIALE
Vicenza (VI)
Mirano (VE)
Veneto
Ricerchiamo un venditore con: predisposizione per l’attività di vendita, esperienza nel retail, capacità relazionali, orientamento all’obbiettivo, passione per la vendita, conoscenza della lingua inglese e pacchetto Office. Target 2545 anni.
Cerchiamo un addetto alla vendita con predisposizione al contatto col pubblico, motivato. Da adibire all’accompagnamento clienti nell’acquisto di macchine per il giardinaggio e gestione del magazzino. Full time in orario 8:3012:30 e 15:00-19:00.
Sei alla ricerca di un’occupazione? Candidati per diventare consulente commerciale del gruppo La Piazza. I requisiti sono: spirito di squadra; capacità organizzative; attitudine commerciale. Ti proponiamo: formazione continua; fisso e provvigioni alte; zone territoriali in esclusiva.
ufficio.personale@oliocarli.it
Tel. 041 431 009
commerciale@givemotions.it oppure 049 8704884
• G R A N D I
• A V M
• O T T I C A
A G E N Z I E •
/
A C T V •
V E N E T A •
AGENTE IMMOBILIARE
OPERATORE DI ESERCIZIO
PERSONALE OTTICO
Vicenza (VI)
Veneto
Treviso (TV)
GRANDI AGENZIE ricerca diplomati/neolaureati, da avviare alla professione di Agente Immobiliare, nel settore delle compravendite. Affiancamento, corsi di formazione e aggiornamenti. Percorso di crescita manageriale, opportunità di carriera.
AVM/Actv Venezia ha aperto una procedura di selezione per la ricerca di operatori di esercicio (autisti) in aprrendistato. Invio della domanda di ammissione alla procedura di selezione entro e non oltre il 18/09/2022.
vicenza@grandiagenzie.it
www.actv.avmspa.it
• G I V E
• R O S S E T T O •
E M O T I O N S •
TELEMERKETING E TELESELLING
OFFERTE DI LAVORO
Padova
Veneto
Give Emotions ricerca addetti con esperienza al Telemarketing e al Teleselling per due posizioni distinte, part time e full time. Si richiede una conoscenza basica del pacchetto Office e dell’ambiente web. Offre un compenso di sicuro interesse, premi ed incentivi.
Ti senti portato per il lavoro di squadra ed il contatto con il cliente? Entra a far parte del Gruppo Rossetto! Visita la sezione “lavora con noi” nel nostro sito rossettogroup.it, consulta le posizioni aperte ed inviaci la tua candidatura!
info@givemotions.it
rossettogroup.it
Lavoro
Ottica Veneta richiede per nuova apertura a Treviso e per Centro Commerciale a Silea, ottici full time/ part time. La risorsa si occuperà dell’accoglienza, consulenza e servizio al cliente, scelta di lenti e montatura, di misurazione della vista e contattologia; sarà considerato un plus il titolo di optometrista e esperienza con lenti a contatto rigide. Si occuperà, inoltre, di tutte le attività utili al buon funzionamento del punto vendita, riordino degli spazi espositivi, riassortimento e magazzino. Si offre: contratto a tempo indeterminato; formazione costante e continua; inserimento in un’azienda dinamica. Si richiede: - Buona capacità’ di utilizzo delle apparecchiature necessarie per la misurazione e la correzione dei difetti della vista - Ottime capacità commerciali e relazionali - Flessibilità oraria e disponibilità a lavorare su turni dal lunedì alla domenica con riposo compensativo - Buone capacità tecniche - Orientamento al cliente e al risultato - Forte propensione al lavoro di squadra La ricerca ha carattere di urgenza. amministrazione@otticaveneta.it
www.ilvicenza.com
Donne & nuove professioni
Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
27
Il personaggio. Carlotta Fortuna, 38 anni, vicentina, insegna al master e guarda al futuro tra arredamento e moda
Ecco la designer che fa impazzire Milano Un primo piano di Carlotta Fortuna, che nelle altre foto è al lavoro tra ceramiche e tappeti
La sua ultima collezione creata per Sodai racconta storie ricche di fantasia tra giardini fioriti e animali favolosi in grado di fondersi completamente con gli ambienti della quotidianità
N
el suo lavoro la natura è fonte di ispirazione nelle forme e nei materiali, la sostenibilità guida la sua visione di design e il colore è il suo campo di ricerca non solo estetica, ma anche antropologica. Per Carlotta Fortuna disegnare le superfici del futuro è una forma d’arte che spazia dai tessuti per l’arredamento, alla moda, ai prodotti dell’interior decoration. Vicentina, 38 anni, dopo il diploma al liceo artistico Martini, nel 2008 ha conseguito la laurea in architettura d’interni al Politecnico di Milano che l’ha portata a studiare anche in Francia, all’École nationale supérieure d’architecture di Lione, e in Australia alla U.W.E. University. Queste esperienze hanno incentivato la sua passione per il disegno delle superfici portandola ad iscriversi all’Accademia di belle arti di Brera dove si è laureata nel 2015. Dopo una collaborazione con lo studio Citterio & partners, Carlotta ha lavorato con diverse aziende nel campo della decorazione delle superfici e dal 2019 è docente all’Istituto Marangoni di Milano nei master “Surface and textile design” e “Contemporary interior design” con un insegnamento sui materiali innovativi. Le sue ultime creazioni sono state presentate negli spazi del Circolo filologico milanese durante la settimana del design. Come si è appassionata
all’arte della decorazione di superfici? Il mondo della pittura mi ha avvicinato al design. Durante il master a Brera ho scoperto la decorazione delle superfici grazie ai corsi di incisione dove si decoravano le lastre, mentre ho imparato la decorazione tessile lavorando per un’azienda comasca. Inoltre, viaggiando in India, Nepal, Turchia, ho approfondito le diverse lavorazioni dei tessuti, dei colori e delle fantasie che possono decorare oggetti realizzati a mano da abili artigiani. Come nasce un suo prodotto? Ogni lavoro parte con stimoli e ispirazioni differenti: dalle collaborazioni con altri designer, attraverso il lavoro di ricerca fatta su archivi storici, dalla natura o dalla mia quotidianità. Trascrivo ogni mia ricerca in moodboard, un quaderno in cui colleziono immagini, campioni di tessuto, carta, materiali che abbino per colori e fantasie e che poi traduco in moltissimi disegni. Lavoro con la tavoletta grafica in quanto, a volte, realizzo texture su superfici piccolissime. Nel suo lavoro tecnica e arte, ma anche tecnologia e manualità si fondono in creazioni uniche. Quali aspetti dei suoi progetti le danno maggiore soddisfazione? La ricerca dei materiali innovativi, la progettazione tecnologica e multimaterica delle diverse superfici, il saper lavo-
rare con materiali ogni volta differenti per esaltare le parti sensoriali ed estetiche del materiale stesso. Inoltre, anche il lavoro personalizzato in base alle esigenze di ogni cliente è un costante stimolo creativo. La soddisfazione più grande, però, è vedere il lavoro creativo prendere forma grazie alle mani degli artigiani che lo realizzano e con cui si creano sinergie uniche. Lavora anche con materiali sostenibili: che versatilità hanno? Insegnando all’Istituto Marangoni, ho approfondito le ricerche sui nuovi materiali per l’interior. Sono materiali in
continua evoluzione: permettono nuove sperimentazioni, si adattano a nuovi stili e la loro versatilità consente di rendere ogni oggetto unico e irripetibile. Nell’ultima Design Week ha presentato la sua collezione realizzata per Sodai, come è nato il progetto? “Totem” è il primo progetto multimaterico che ho creato per Sodai, brand creato dalla cooperazione di Punto Immagine e Between per Dgm, azienda che realizza con una propria tecnologia stampe a freddo su ogni tipo di materiale con una resa dei colori perfetta e la possibilità di riprodurre qualsiasi
texture con una definizione di alto livello. L’idea del progetto è stata quella di prendere degli elementi d’arredo tradizionalmente in legno, come la boiserie, gli zoccoli utilizzati nell’interior da secoli e di utilizzarli nella ceramica, nel sughero e nel micro-mosaico che viene da materiali riciclati nobilitati dall’alta qualità di stampa. Dove ha trovato l’ispirazione per la sua collezione? Molte sono le influenze, a partire dall’equilibrio e dalla semplicità tipiche della cultura orientale fino ad arrivare a forme e immaginari dal sapore nordico. Ne sono nate storie fantastiche di giardini fioriti e animali favolosi in grado di fondersi completamente con gli ambienti della quotidianità . L’effetto carta riciclata, declinato in quattro colori diversi, diviene il luogo su cui prendono forma queste storie. Qual è il suo rapporto con il territorio vicentino? Abito a Milano da molti anni, ma torno spesso a Vicenza per fare visita alla mia famiglia. Mi piacerebbe ricominciare a scoprire il mio territorio partendo dalle numerose realtà aziendali che lavorano con ceramica, legno, tessile e carta che potrebbero contribuire a dare nuovi stimoli al mio lavoro. Progetti futuri? Consolidare le mie consulenze verso i principali studi di architettura nell’ambito della ricerca strategica di nuovi trend di colori, materiali e nuove finiture utili per creare progetti di interior design per uffici, residenze, nautica e hotel. Sara Panizzon
S-Budget: il più conveniente Prezzi bassi tutti i giorni
La tua spesa a meno di
15 €
www.ilvicenza.comt
29
#Regione
I cartelli per moderare la velocità nel centro abitato dovrebbero valere anche quando si parla di politica. Perché è sempre in agguato la tentazione di pestare sull’acceleratore del ragionamento quando si tocca il tasto del “centro”. Eppure in tanti casi è solo una sirena, una suggestione, frutto di fascinazioni antiche. Il “centro” aveva un senso nella Prima Repubblica, quando comandavano le ideologie e il “centro” era simbolo di moderazione e stabilità rispetto all’estremismo della sinistra, mentre la destra missina non era neanche considerata. La buonanima di Aldo Moro parlò per sette ore, diconsi sette, al congresso di Napoli il 27 gennaio 1962 per convincere la Dc ad aprire ai socialisti per far nascere il centrosinistra.
Il Punto
Cercasi leader di Antonio Di Lorenzo Questi erano i muri ideologici. Ma quel “centro” non è replicabile oggi, sessant’anni dopo. Invece moltissimi sono i partiti, gli schieramenti e i movimenti che si richiamano al centro, convinti che esista tale e quale a un tempo. C’è il Pd che sfogliando i petali della Margherita è convinto di far innamorare quei reduci. Poi c’è l’Udc di Antonio De Poli, per non parlare del tentativo del sempiterno Luigi D’Agrò di far rinascere perfino con il nome la gloriosa Dc. E poi al centro si
richiamano Matteo Renzi con l’Italia dei valori come Luigi Brugnaro e il suo Coraggio Italia. Coraggio in effetti ce ne vuole parecchio per farsi largo in un campo affollato come nessun altro. C’è l’anima governatorile della Lega di cui tenere conto, con Zaia, Giorgetti e Fedriga, che molti vedrebbero bene a reggere il timone del partito e anche dell’Italia, in un asse con Forza Italia la cui vocazione centrista è connaturata al suo essere. E mancava solo Luigi Di Maio e
la sua scissione a complicare i giochi. La politica sta cercando di sistemare le cose sostenendo la necessità di una riforma elettorale in senso proporzionale, che è assai difficile da realizzare prima delle prossime elezione: sia per i tempi, sia perché la Lega di Salvini nicchia. E allora? Vale la pena di ricordare il commento del politologo Paolo Feltrin alle ultime amministrative, quando ha sottolineato che il corpo elettorale si sta sempre più radicalizzando in due poli. Ha ragione. Se questo è il quadro, al centro restano solo gli elettori, che quel centro l’hanno sempre abitato. Il vero problema è un altro: mancano i leader che nei diversi schieramenti sappiano affascinarli. Ma questo guaio non lo risolve nessuna riforma elettorale.
L’annuncio. Il ministro Mariastella Gelmini porterà la legge quadro al Consiglio dei Ministri
Autonomia, Roma finalmente batte un colpo Zaia: “svolta storica per l’intero Paese” I
n una calda giornata d’estate arriva da Roma il segnale che tutti aspettavano. L’autonomia sarà presa in esame dal Governo, stavolta per davvero. A Venezia la notizia è accolta con soddisfazione ma ora si attendono i fatti. Tutto è iniziato con l’intervento del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, durante il question time alla Camera. L’esponente del governo, infatti, ha fatto sapere che il disegno di legge sull’autonomia è pronto ed è suo intendimento portarlo quanto prima all’esame del Consiglio dei Ministri. L’ultimo miglio, dunque, per arrivare al traguardo tanto agognato. Il commento del presidente veneto Luca Zaia non si fa attendere: “Fa piacere finalmente vedere che si comincia a parlare dell’adozione della legge quadro sull’autonomia. Come Regione abbiamo svolto tutta l’attività, siamo convinti che sia stato fatto un buon lavoro, abbiamo saputo anche rispon-
dere a quelle perplessità che possono naturalmente venire ai cittadini che non fanno parte di questo progetto, fermo restando che non stiamo parlando di un atto sovversivo, non stiamo parlando della ‘secessione dei ricchi’, ma stiamo parlando semplicemente dell’applicazione degli articoli della Costituzione. Quindi ci sembra veramente fuori luogo e fuori dalla storia immaginare che ci siano ancora persone convinte che l’applicazione di alcuni articoli della Costituzione sia un atto di assoluta pericolosità, a differenza di altri articoli della Carta”. Una puntualizzazione doverosa per il governatore, alla luce del dibattito di questi anni dopo il famoso referendum. Infatti aggiunge: “La verità è che noi siamo disponibili a spiegare a chiunque che l’autonomia differenziata non è assolutamente un atto di egoismo, ma è una vera e propria assunzione di responsabilità. È un segno di modernità e, volenti e nolenti,
Il governatore: “Non stiamo parlando della secessione dei ricchi ma dell’applicazione degli articoli della Costituzione” se questo Paese non vuole portare i libri in tribunale prima o poi questo passo lo deve fare. Lo deve fare per gradi, lo deve fare ovviamente come è stato impostato il lavoro, ma pensare di andare avanti con questa
modalità di interpretazione e gestione del Paese è fuori dal tempo e fuori dalla storia, una visione medievale che deve essere superata con una modernità che già molti Paesi hanno adottato, dimostrando sul campo che funziona. Noi siamo della partita e siamo assolutamente pronti ad affrontare questa sfida. Spero vivamente - conclude Zaia – che il governo adotti la legge quadro, dando per scontato che
il testo finale sia espressione delle istanze che come Regione abbiamo presentato, e che il Parlamento veda in questa adozione della legge quadro una grande svolta per il Paese e non ancora l’ennesima occasione per una guerra tra poveri”. Concetti ribaditi dal presidente dell’intergruppo Lega - Liga Veneta in Consiglio regionale del Veneto Alberto Villanova: “Le parole del ministro Gelmini fanno ben sperare soprattutto chi sta affrontando la complessa partita sull’autonomia. È da sempre l’obiettivo primario anche di questa legislatura veneta, ma l’attenzione sull’argomento rimane sempre alta. Spero vivamente che presto il Governo adotti la legge quadro con un testo finale che abbia come primario obiettivo l’espressione delle istanze che la Regione del veneto aveva presentato. Il Parlamento deve assolutamente considerare che l’adozione della legge quadro sarà una grande svolta per il Paese”.
30
Regione
www.ilvicenza.com
La nuova legge. Il Consiglio regionale ha trovato l’unanimità sul provvedimento
Il Veneto riconosce le comunità energetiche “incentivare la produzione e l’autoconsumo” M
entre i prezzi dell’energia continuano a correre all’impazzata e spingono l’inflazione il Consiglio regionale del Veneto approva con voto unanime (45 i sì) la legge che riconosce e promuove le comunità energetiche. Si tratta di un intervento legislativo in una materia concorrente tra Stato e Regioni, l’energia, di rinnovata attualità per la crisi energetica e il contrasto al cambiamento climatico. Il testo approvato dal ‘parlamentino’ di palazzo Ferro Fini fa sintesi di tre proposte di legge iniziali, presentate rispettivamente dalla Giunta, da Cristina Guarda (Europa Verde), e da Arturo Lorenzoni e altri consiglieri del gruppo misto e di opposizione e dà attuazione alle direttive della Commissione europea che impongono di agevolare i gruppi di cittadini che si organizzano per forme di autoconsumo dell’elettricità. Le comunità energetiche sono gruppi di persone, imprese e soggetti pubblici che condividono la produzione in proprio e il consumo di energia elettrica: hanno l’obiettivo di favorire l’autoconsumo, di contenere i costi e produrre benefici per i soci della comunità, e non di realizzare profitti. “La legge veneta – spiega il relatore Marco Andreoli (Lega), presidente della commissione per le politiche economiche – favorisce la creazione di grup-
pi di autoconsumo, costituiti da soggetti pubblici e privati che si associano per la produzione, l’accumulo e il consumo di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, ma anche energia idroelettrica, biogas, eolica). Il tema dell’autoproduzione è oggi al centro dell’interesse generale per le opportunità che si stanno aprendo con l’innovazione della gestione energetica, anche con notevoli possibilità di risparmio. L’energia elettrica scambiata e condivisa beneficia infatti di un contributo economico del Gse. Mi auguro che i cittadini veneti apprezzino fino in fondo questa opportunità”. Arriva anche il plauso del presidente Luca Zaia: “La sfida energetica ci proietta verso il domani e la Regione vuole rispondere, mettendo a disposizione diversi strumenti. Sono felice che la legge sia stata approvata all’unanimità, segno del valore di questo provvedimento per tutto il nostro territorio”. L’assessore allo sviluppo economico ed energia Roberto Marcato è soddisfatto e sottolinea «l’ampia collaborazione con tutti i gruppi consiliari. Questo è un provvedimento strategico che ci permetterà di affrontare la sfida energetica, oggi di priorità assoluta. Nella nuova programmazione dei fondi comunitari ci saranno 10 milioni di euro per le comunità energetiche”. Inoltre Marcato si è impegnato a
La proposta di Elisa Venturini: “Limitiamo l’aria condizionata nella sede del Consiglio regionale”
trovare “con il benestare del collega al bilancio Calzavara” ulteriori risorse per quella che ha definito “una priorità assoluta dell’agenda politica”. “Il vero “tetto” all’aumento dei prezzi dell’energia è rappresentato dalle comunità energetiche - aggiunge il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni - Mi auguro che questo provvedimento sia il primo di una serie in cui la Regione metta in atto decisioni chiare di indirizzo della politica energetica, con una visione lucida coerente con le linee adottate in Europa con la transizione energetica. Ai fini della sicurezza e della sostenibilità accelerare la diffusione delle comunità energetiche è molto più efficace che riattivare i pozzi di gas in Alto Adriatico, così come creare percorsi facilitati per la costruzione di impianti a fonti rinnovabili sul territorio con altri inquadramenti contrattuali”.
“Ho chiesto al Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, al quale ho inviato una lettera a questo scopo, di modificare le modalità in uso per la climatizzazione di palazzo Ferro Fini”. Così la capogruppo di Forza Italia Elisa Venturini che aggiunge: “Visto il momento di difficoltà e la necessità di contenimento dei consumi energetici, sarebbe opportuno introdurre delle misure per calmierare l’abbassamento della temperatura negli uffici e soprattutto nelle parti comuni del palazzo. Una misura di contenimento dei consumi energetici da parte del Consiglio regionale, anche se simbolica, sarebbe significativa. Chiedo quindi di valutare misure di contenimento, ad esempio tarando in aumento la temperatura dei vari uffici e delle sedi deputate alle attività dei Consiglieri, prevedendo fasce orarie di non uso della climatizzazione o ancora evitando di climatizzare spazi comuni come l’atrio o i corridoi”.
Rottamazione vecchie stufe, Bottacin: “4 milioni per migliorare la qualità dell’aria” Via al bando regionale per incoraggiare la sostituzione delle vecchie stufe a legna, pellet o cippato, purché di potenza a focolare inferiore o uguale a 35 kW. “Una nuova e ulteriore azione per migliorare la qualità dell’aria - spiega l’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin - con l’obbiettivo di rottamare i vecchi apparecchi per il riscaldamento domestico e sostituirli con impianti a basse emissioni in atmosfera e ad alta efficienza energetica”.
L’iniziativa è rivolta ai residenti privati nel territorio regionale con un Isee familiare non superiore a 50mila euro. Il contributo regionale è aggiuntivo rispetto all’incentivo assegnato dal GSE quantificato in rapporto alla situazione economica familiare (fattore principale), nonché sulla base delle emissioni di particolato primario generate dal nuovo impianto. “In un momento di grave difficoltà, in primis per le famiglie - continua Bot-
tacin -, abbiamo scelto la formula di sommare il nostro contributo a quello statale previsto dal conto termico così da ampliare la platea dei possibili richiedenti, che potranno ottenere un contributo molto alto, vicino al 100% della spesa ammessa. Ovviamente, per le medesime ragioni, abbiamo scelto come criterio principale il reddito familiare, così da aiutare chi ne ha veramente bisogno. In programma c’è anche il bando per la sostituzione delle
auto, che sarà pronto a breve. Questo per confermare l’attenzione nei confronti dell’inquinamento atmosferico che si concretizza con importanti e continui investimenti, che negli ultimi anni ammontano complessivamente ad oltre 1 miliardo di euro, - conclude l’assessore - per incentivare la sostituzione dei mezzi pubblici con treni e autobus a basso impatto ambientale, con il miglioramento delle infrastrutture e con l’efficientamento energetico”.
Libertà è poter scegliere prodotti della filiera controllata La linea Passo dopo Passo Despar Despar, dedicata all’ortofrutta, alla carne e al pesce, dove si possono trovare più di 500 prodotti realizzati seguendo una filiera trasparente.
LUGLIO 2022
Salute Nel pieno dell’estate, ma occhio a caldo e sole
Alcuni consigli per affrontare bene la stagione più amata dell’anno
L
’estate è la stagione più amata, sinonimo di bel tempo, mare e vacanze, ma non è tutto oro ciò che luccica: il clima estivo, le alte temperature e il sole possono causare problemi molto seri, soprattutto per le categorie più deboli come anziani e bambini, e anche gli animali e i migliori amici dell’uomo per eccellenza, i cani, soffrono. Non è mai male quindi rammentare alcuni consigli utili traendo spunto dal prezioso vademecum preparato dall’Asl 6 Euganea. Non uscire negli orari più caldi e, durante un’ondata di calore, evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde della giornata, quelle tra le 11 e le 18. Evitare, ovviamente, a maggior ragione, l’esercizio fisico in questo lasso temporale e comunque, se si effettua attività fisica,bere molti liquidi e reintegrare i sali minerali.
Prosegue alla pag. seguente
34
Salute
www.ilvicenza.com
Viaggiare in sicurezza e salute, le buone pratiche per non correre rischi
Alcuni consigli per affrontare bene la stagione più amata dell’anno
opo due anni di stop, con l’arrivo dell’eIn primo luogo è sempre il caso di contattastate si torna a viaggiare, le destinazioni re il proprio medico 4-6 settimane prima del tanto sognate in questo periodo di pandemia viaggio – è il suggerimento dell’infografica tornano ad essere più facilmente raggiungibi- predisposta dall’Ulss trevigiana sulla pagina li, soprattutto se si tratta di mete estere. face book dell’azienda sanitaria – per ricevere C’è dunque molto entusiasmo e tanta voglia un consulto. di recuperare il tempo perduto ma attenzioE’ bene tenere presente che i rischi sanine a non improvvisare: lo tari cambiano in base alla spirito d’avventura – ce alimentazione, conDopo due anni di stop, meta: lo ha insegnato a maggior dizioni ambientali e parasragione questo tempo di ci si sposta all’estero. siti – si legge – possono Covid – dev’essere sempre molto diversi da Attenzione alle mete: essere supportato da una sana quelli cui si è abituati. consapevolezza dei rischi è bene informarsi già La raccomandazione è di e da un impegno a tutelare fare particolare attenzione prima di partire la propria salute e quella di a bambini, anziani, donne chi è vicino. in gravidanza e individui L’Ulss 2 Marca trevigiana ha messo a punto immunodepressi perché sono maggiormente un piccolo elenco di buone regole per viaggia- vulnerabili. re in sicurezza da osservare già prima di parInfine tra i fattori da tenere in consideratire. Il consiglio è di tenere in considerazione zione ci sono allergie, malattie preesistenti e questi suggerimenti a maggior ragione quan- prescrizioni in corso. Da tener presente anche do si parte all’avventura per mete lontane ca- lo stato vaccinale, per raggiungere alcune ratterizzate da condizioni diverse da quelle a mete potrebbero infatti essere necessarie ulcui siamo abituati. teriori vaccinazioni.
Bere molti liquidi, acqua in particolare, e mangiare frutta fresca, è in generale una misura essenziale per contrastare gli effetti del caldo. Soprattutto per gli anziani è necessario bere anche se non si sente lo stimolo della sete. Per converso, va moderata l’assunzione di bevande con caffeina e vanno evitate quelle alcoliche. Consumare pasti leggeri: la digestione per l’organismo umano èun vero “lavoro” che aumenta la produzione di calore nel corpo. Quindi, scegliere cibi ricchi di acqua e sali minerali, come frutta, verdura. Un’ottima accortezza è anche quella di migliorare l’ambiente domestico e di lavoro: la misura più semplice è la schermatura delle finestre esposte a sud e a sud-ovest con tende e oscuranti regolabili che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria. Naturalmente è efficace l’impiego dell’aria condizionata, ma è bene non creare uno sbalzo di temperatura eccessivo. Un valido aiuto arriva in tal senso dal deumidificatore. Vestire comodi e leggeri, con indumenti di cotone, lino o fibre naturali, evitando quelle sintetiche. All’aperto è utile indossare cappelli leggeri e di colore chiaro per proteggere la testa dal sole diretto. Proteggere anche gli occhi con occhiali da sole con filtri UV. Il tutto specialmente per i bambini Quando si viaggia, poi, ricordarsi di ventilare l’abitacolo dell’autoprima di partire, anche se per spostamenti di breve durata. Se ci si deve mettere in viaggio per una lunga percorrenza, anche qui è bene evitare le ore più calde della giornata e tenere sempre in macchia una scorta d’acqua. Non lasciare mai neonati, bambini o animali in macchina, neanche per brevi periodi. Tenere la massima cautela e assistere le persone più a rischio quali, come detto, anziani e i bimbi piccoli: controllare la temperatura corporea, abbassandola con una doccia tiepida e quando possibile aprire il pannolino. Avere un occhio di riguardo anche per gli animali domestici, a cui va data molta acqua fresca lasciandola in zone ombreggiate: evitare anche qui le passeggiate al guinzaglio negli orari più caldi, i cani rischiano anche ustioni ai polpastrelli. Capitolo a parte, poi, per i “bagnanti” e per la prevenzione per la pelle dai raggi del sole, soprattutto per i “primi” soli. Anche qui non guasta ricordare qualche buona pratica per scongiurare “scottature” o conseguenze anche peggiori. Ad esempio, consultare l’indice della radiazione ultravioletta (UV) nelle previsioni del tempo può aiutare comprendere quando le radiazioni sono più intense. Limitare il tempo di esposizione al sole nelle ore più calde, tra le 10 e le 16. Evitare nel periodo estivo altre fonti di raggi ultravioletti, quelle artificiali, come le docce solari. Ciò che invece non si deve evitare, ma anzi, non va risparmiata, è la crema solare, possibilmente quella più alta nelle prime giornate di mare della stagione, ricordando di applicarla ogni due ore e subito dopo aver fatto il bagno. Buone vacanze, ma con intelligenza e la cura per se stessi e per chi ci sta vicino.
D
36
Salute
www.ilvicenza.com
Smartphone e social network. “Adolescenti online”, le buone regole
Dipendenze e giovani: le insidie della rete Una guida che aiuta i genitori ad educare i ragazzi all’adeguato utilizzo di Internet, dei device e dei videogiochi
Cosmetici, “belli sì ma senza sorprese”
U
na mini guida destinata ai genitori, per aiutarli a gestire i propri adolescenti quando si muovono nell’intricato ed insidioso mondo della rete. E’ quella realizzata dal Dipartimento per le Dipendenze dell’azienda Ulss 2 Marca Trevigiana che, attingendo da autorevoli fonti, ha elaborato dei contenuti informativi sul mondo dei videogiochi e, più in generale, sulla vita on-line dei ragazzi. E’ pur vero che non sono da demonizzare in toto i videogiochi, - è la premessa della presentazione della mini guida - i quali, anzi, possono vantare numerosi punti di forza, come ad esempio il fatto che favoriscono la socializzazione, migliorano la prontezza nel prendere decisioni e il pensiero strategico, stimolano la curiosità e generano divertimento. Tuttavia vi sono delle criticità che è bene non sottovalutare, in particolate l’utilizzo eccessivo, la distorsione nella percezione del tempo, l’esposizione a contenuti non sempre adatti all’età, la violazione della privacy o richieste indesiderate di contatti e amicizie. Se gli adolescenti di oggi sono nativi digitali e padroneggiano i dispositivi con naturalezza, non è così per i genitori. “La rivoluzione digitale – si legge nella pagina facebook dell’azienda Ulss trevigiana - ha prodotto profondi cambiamenti nelle abitudini quotidiane e nei comportamenti collettivi ed individuali. Le tecnologie digitali sono diventate parte integrante della quotidianità di ciascuno. Gli adulti però hanno
conosciuto e imparato a muoversi negli ambienti digitali quando già la loro identità era formata e hanno competenze digitali meno estese. Inoltre non possono fare riferimento a modelli precedenti per poter trasmettere ai figli con naturalezza un insieme di regole autorevole ed efficace nell’ambito dell’utilizzo dei device e delle nuove tecnologie”. Del resto la disinvoltura con cui i giovani si approcciano alla rete non sempre corrisponde ad una capacità di valutazione delle opportunità e dei rischi della rete stessa. E l’intervento genitoriale rispetto all’utilizzo adeguato dei device, dei videogiochi e di Internet non può limitarsi a vietare o ridurre l’uso dei dispositivi. Non è un approccio sufficiente e va integrato ad una educazione digitale più ampia che nasca dalla conoscenza di Internet, del suo funzionamento e dei rischi connessi. In primo luogo bisogna considerare le esperienze che i ragazzi vivono nell’ambiente digitale come vere e proprie esperienze di vita. Se dunque le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie sono tantissime, altrettante sono le possibilità di abuso: sono le nuove dipendenze da smartphone, social network e videogiochi. Nel dettaglio se ne analizza l’uso improprio. Lo smartphone: se il cellulare è ormai indispensabile nella vita quotidiana, questo non deve scusare un utilizzo eccessivo. E’
due volte più presente negli adolescenti rispetto agli adulti. I social network: sono utilizzati dai più giovani per rimanere in contatto con i coetanei ma possono anche essere fonte di distrazione per allontanare emozioni spiacevoli come la solitutudine, l’ansia e la difficoltà a interagire in altri modi. Videogiochi: la loro attrattiva sta nella natura immersiva: mondi complessi da esplorare, personaggi sfaccettati e oppurtunità di socializzare con altre persone. Aspetti che risultano molto attraenti per i giovani più suscettibili allo stress emotivo, che tendono quindi a rifugiarsi in questi mondi fino ad allontanarsi dalla realtà. Il manuale “Adolescenti online: mini guida per i genitori” si trova nel portale online Indipendo da dove può essere scaricato al link https://www.indipendo.it/famiglia/
S
aper leggere le etichette dei prodotti che acquistiamo è importantissimo, specialmente per i cosmetici che vengono applicati quotidianamente sul nostro corpo. Il Ministero della salute, a tal proposito, ha creato un opuscolo in cui vengono date le linee guida da seguire per usare e scegliere i cosmetici. Innanzitutto i cosmetici sono, come si legge dall’opuscolo, “sostanze o miscele applicate sulle superfici esterne del corpo umano oppure su denti e mucose della bocca allo scopo di pulirli, profumarli, proteggerli….”; si tratta, quindi, di prodotti per la pelle, pulizia del corpo, per la depilazione, per il make up, profumi, prodotti per capelli, per l’igiene orale, per le unghie e, infine, prodotti abbronzanti e per la protezione solare. Il regolamento a livello europeo prevede la sicurezza di tutti i cosmetici sul mercato a tutela dei consumatori. Nonostante la vigilanza da parte di esperti, sono sempre possibili effetti indesiderabili, motivo per cui sussiste la cosmetovigilanza che è una attività di monitoraggio successiva alla commercializzazione dei cosmetici. Gli effetti indesiderabili si dividono in “EI”, ovvero classiche reazioni avverse “derivanti da un uso normale o ragionevolmente prevedibile del prodotto”, e effetti indesiderati gravi o “EIG” che comportano serie incapacità permanenti o temporali. Per evitare un qualsiasi effetto avverso grave o lieve che sia è necessaria la segnalazione: “segnalare= tutelare”, si legge nell’opuscolo, in modo tale che, così facendo, si possano modificare le istruzioni d’uso del prodotto. È comunque importante saper usare un prodotto nonché saperlo scegliere. Bisogna, per esempio, evitare l’uso di prodotti scaduti, la contaminazione e l’acquisto su siti non autorizzati. D’altra parte, è necessario leggere bene le etichette, le istruzioni d’uso e le modalità di conservazione.
Ieri, oggi, domani. Garantiamo qualità e risparmio. Siamo sempre convenienti. Cerca nei punti vendita i prodotti contrassegnati con Conta su di noi: sempre convenienti.
38
Film e serie tv visti da vicino
www.ilvicenza.com
a cura di Paolo Di Lorenzo
L’Ora, quando l’inchiostro The boys, il lato oscuro sfida il piombo e la mafia degli amati supereroi T
“L
’Ora – Inchiostro contro piombo” è la serie tv per la regia di Piero Messina, Ciro D’Emilio e Stefano Lorenzi che è co-prodotta da Rti e Indiana. Ha ottenuto un buon successo di critica quando è stata trasmessa in Francia e suscita consensi anche in Italia. Il protagonista è Claudio Santamaria. Al centro della storia troviamo “L’Ora”, il quotidiano fondato a inizio Novecento dalla famiglia Florio che a Palermo, negli anni a cavallo tra il secondo dopoguerra e il boom economico, è stato il primo quotidiano che ha avuto l’ardire di scrivere la parola mafia. La serie prende spunto dagli eventi realmente accaduti tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Sessanta, focalizzandosi su un periodo cruciale per la lotta alla mafia. Antonio Nicastro (Claudio Santamaria) arriva da Roma insieme alla moglie Anna (Silvia D’Amico) per dirigere “L’Ora” di Palermo, giornale del partito comunista in crisi di vendite, dove i collaboratori affrontano la loro quotidianità con una certa inerzia e con il timore del licenziamento. Al fianco di Nicastro, nella riorganizzazione del giornale, c’è una squadra di volenterosi giornalisti pronti a sacrificare tutto in nome della verità: si ritrovano a lottare contro il potere costituito che non soltanto era connivente con la malavita, ma alimentava un sistema di soprusi e ingiustizie che soffocava la Sicilia e l’Italia intera. “Per accettare il ruolo di Antonio Nicastro mi sono bastati cinque minuti. Sono rimasto colpito da questo progetto contraddistinto da un elevato valore non soltanto produttivo, ma anche civile,” spiega Claudio Santamaria. “Il mio personaggio a volte è troppo burbero e diretto, ma questo perché è mosso da un’instancabile voglia di verità che non lascia spazio a mezzi termini. A volte si dimentica persino di mangiare, tanto è concentrato sulla sua missione” riflette Santamaria, che aggiunge: “Come tutti gli eroi, Nicastro sacrifica sé stesso per il bene comune”.
Raggiungi i tuoi potenziali clienti con il nostro sistema integrato di comunicazione: laPiazza, laPiazzaweb.it, laPiazza24.
Carta, Web, Audio, App. Dentro al territorio nel cuore della gente! 23 Edizioni Locali. Oltre 500.000 famiglie raggiunte.
Ogni mese nelle case di oltre 43.000 Famiglie di Vicenza
Fotografa il QR code e ascolta l’ultimo Notiziario
orna The Boys, la serie kolossal di Amazon che esplora il lato oscuro dei supereroi. Nei nuovi episodi, la squadra di Butcher (Karl Urban) indaga sul passato di Payback, la squadra che anticipava i Seven, e sulle circostanze attorno alla morte di Soldatino (interpretato da Jensen Ackles, l’indimenticato Dean di Supernatural). Questa potrebbe essere la chiave per sconfiggere il diabolico Patriota (Antony Starr), diventato più perfido che mai. La trama si basa sull’idea che i supereroi vivono al centro dell’attenzione e sono gestiti come star del cinema dalla potentissima multinazionale Vought American, il cui scopo primario è mascherare i vizi dei propri affiliati per presentarli come i paladini di cui il mondo ha bisogno in modo da trarne il massimo profitto. Il giovane Hughie è insieme alla sua ragazza Robin quando A-Train, l’uomo più veloce del mondo, la travolge in piena corsa disintegrandola: il desiderio di vendetta fa sì che venga avvicinato da uno strano individuo, Billy Butcher, che assieme al ragazzo rimette insieme la sua vecchia squadra di ex agenti della Cia incaricata di punire i Super per i loro crimini, i “Boys”. “Interpretare un personaggio così sfaccettato come Soldatino è stata la sfida che cercavo”, racconta Jensen Ackles. “Dopo quindici anni nei panni di uno dei buoni più amati del piccolo schermo, mi sono buttato a capofitto in questa opportunità. Avevo già lavorato con Eric Kripke perché è stato il creatore di Supernatural e oggi è al timone di The Boys: è stato come tornare a casa”, ha aggiunto l’attore. “In questa stagione, approfondiamo ancora di più la psiche dei protagonisti, al di là delle distinzioni tra chi è buono e chi è cattivo”. Ma qual è il segreto di scrivere una bella storia? “Creare dei personaggi che ami, e torturarli” risponde Eric Kripke, ricordando una massima di Sam Raimi, col quale lavorò al film “Boogeyman” diciassette anni fa. Quanto durerà The Boys? “I nostri eroi sono ancora nel pieno del loro viaggio. E mi piacerebbe avere Jeffrey Dean Morgan sul set”, anticipa Kripke.