La pulce novembre 2017 issuu

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La pulce ukulele in italia

piccolo notiziario

sul mondo dell'ukulele visto con gli occhi di due appassionate blogger

novitĂ , gruppi, scuole e risorse on line

I protagonisti Paul Jonson, Lucy feat Mevar, Evento a Barcellona Gli strumenti Ukulele... le origini del nome, L’ukulele è per tutti, ViVa la musica i nostri blog Gli articoli che trovate in questa piccola pubblicazione sono tratti dai nostri post

Ukulele: che passione!

Mioukulele


Testi e immagini, per cui ringrazio, presi da: Blog di Viviana Monti

Mioukulele

mioukulele.blogspot.it Mio blog

Ukulele: che passione! ukuclodette.blogspot.it

A mia volta le notizie ed immagini del blog...

... me le hanno date i protagonisti degli articoli

Per le notizie e le immagini di archivio, ho attinto da...

... Ukulele hall of fame museum ukulele.org

L’autrice della rivista: Claudia Camanzi


Indice Scritti da voi

Barcellona Ukufest

pag. 4

Biografia

Jesse Kalima

pag. 9

La parola agli artisti

Lucy feat Mevar - parte 1 -

pag. 12

A.B.C. dell’ukulele

Ukulele... le origini del nome

pag. 14

Mini corso in 4 appuntamenti

Prima settimana

pag. 15

Donne e ukulele nella storia

L’ukulele e le principesse

pag. 20

Programma radio L’ukulele è per tutti Intorno all’Ukulele

pag. 23

Evento straordinario

Paul Jonson’s ukulele

pag. 28

ViVa la musica

Ukulele, musica e bambini

pag. 32

Eventi ukulelistici

Prossimi mesi

pag. 37

La leggenda sul nome del nostro piccolo cordofono narra che derivi da Uku-pulce e Lele-saltellante, in lingua hawaiana. La pulce salta di nota in nota, di corda in corda, ma soprattutto da persona a persona, grazie alla generosità del piccolo strumento, arrivato fino ai giorni nostri. Noi vogliamo saltare come una pulce, di argomento in argomento, di genere in genere, di storia in storia per scoprire insieme il mondo dell’Ukulele. (Progetto nato da un’idea di Claudia Camanzi, realizzazione grafica di Claudia Camanzi, progetto editoriale di Viviana Monti)

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chi siamo Sono Viviana Monti, cantante jazz, swing e gospel. Mi piace fare musica più di ogni altra cosa, con i miei vari gruppi ma

Sono Claudia Camanzi, di

anche con i miei due bimbi e

“Ukulele: che passione!”.

con i miei allievi di canto. Ho

Sono una classe ‘76, disa-

scoperto l’ukulele quasi per

bile motoria e vivo in un

caso e adesso non posso più

piccolo paese di provincia in

farne a meno. Adoro la sua

Emilia. Collaboro a questo

generosità e versatilità. Sono

progetto per lo stesso moti-

diventata blogger proprio per

vo per cui ho aperto il mio

dare voce a questo amore a

blog: la passione sempre

quattro corde. Grazie Claudia

crescente per questo piccolo

per avermi invitato in

ma fantastico strumento.

questa bella avventura!

Grazie a Viviana che mi ha aiutato a concretizzare un’idea che mi frullava per la testa già da qualche anno.

Ukulele: che passione!

i nostri blog

Gli articoli che trovate in questa piccola pubblicazione sono tratti dai nostri post

Mioukulele


SCRITTI DA VOI:

Barcellona Ukufest 14/15 ottobre 2017 Ukumagia Barcellona

Il 14-15 Ottobre 2017 a Barcellona, al Centre Artesà Tradicionarius, si celebra il primo festivaldell’Ukulele. Non si poteva chiedere di meglio in questi giorni a Barcellona: la città del surrealismo segnata dalle continue veemenze politiche e socio-culturali, viene abbracciata dai magici suoni dell’ukulele. Ebbene si questo piccolo strumento hawaiano (che non è una piccola chitarra), è un oggetto portentoso, che fa bene al cuore.

Tanti volti sorridenti si incontrano all’entrata del festival. Ma non c’è bisogno di aspettare l’inizio dell’evento per respirare questa ondata di allegria perchè gia dal venerdì sera sul lungo mare di Barceloneta le calde note dell’ukulele riscaldano l’aria di spensieratezza e gioia. Un bellissimo FlashMob si crea sul lungo mare, fatto da tante voci che intonano canzoni come Amigo para siempre, Rivers of Babylon, . Uno stare bene accomuna. La musica dell’Ukulele fa stare bene.

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Mi accorgo di quante persone si fermano ad ascoltare, incuriosite da cosa sta succedendo e da quanto siano semplicemente belli questi suoni. Siamo in tanti. Ho già il piacere di conoscere gli organizzatori del festival, nuovi amici musicisti spagnoli, e con grande piacere conosco ukulelisti italiani da Roma, Alessandria e Milano.

Sabato mattina con la serenità d’animo ancora accolta dalla sera precedente, inizia il festival. La prima cosa che mi colpisce del luogo dove si svolge l’evento è il suo essere “spoglio”: mi aspetto di entrare in un festival ben organizzato con spazi ritagliati per accogliere stand appositi sull’ukulele. Dalla vendita di gadget alla vendita degli ukulele stessi. Spazi ritagliati per suonare tutti insieme. Mi aspetto all’entrata un bel cartellone con tutta la programmazione della giornata dei WorkShop e dei concerti. Invece poco e niente. Un solo banchetto all’entrata del festival con tre ukulele messi in croce e qualche canzoniere, che viene smantellato alle dieci del sabato sera quando in pratica era appena iniziata la serata. La zona bar bella grande con un bel palchetto per gli show, ma con tanti tavolini dispersivi che limitano l’incontro con l’altro e creano tanti piccoli gruppi di persone che suonano. Solo il sabato mattina ho notato un bel momento di unione nel suonare insieme. Ottima l’idea di avere un canzoniere comune dell’Ukufest anche sufficientemente ricco di canzoni carine. Ma sarebbe stato ancora più bello trovare canzonieri internazionali singoli appoggiati sui tavoli, cosi chi avesse voluto proporre una canzone al di fuori di quelle dell’Ukufest, sarebbe stato invo-

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gliato a farlo. I tablet, i touch screen personali non invitano di certo.

Rimango un po’ perplessa quando scopro che i WorkShop si pagano dai 6 agli 8 euro dopo aver pagato il biglietto giornaliero 15 euro e sono a numero chiuso. Mi ricordo diversi festival internazionali dell’Ukulele , come quello di Vicenza, in Italia, dove ci sono stati workshop gratuiti tenuti da musicisti di un certo calibro, a numero illimitato per questo organizzati all’aperto e l’entrata al festival era gratis . Insomma non per scontrarmi con i 15 euro di entrata, ma in questo festival si pagano anche i piccoli assaggi di dolci, pizzette e biscotti vegani. Ottimo prezzo della birra media alla spina 2,20 euro. Interessante il WorkShop sul Wall of Sound dei Secret Ukulele Band ma forse più singolare e intrigante suonare insieme ad un ottimo gruppo di musicisti americani che il laboratorio stesso.

Lo spazio dove noto ci sia più un incontro di ukulelisti è lo spazio all’aperto davanti all’entrata del festival. Così spazioso e..vuoto! Per prima cosa mi chiedo perchè non hanno organizzato un qualcosa in questo spazio cosi ampio, aperto, in più c’’è un clima estivo in questi giorni aBarcellona, il sole risplende e riscalda

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tanto che ci si dimentica il giubbotto. Io per prima passo la maggior parte del tempo a suonare conoscendo persone seduta sui gradini. Il sabato sera ci si siede sui gradini l’uno accanto all’altro con il proprio ukulele. Ritorna la magia della sera prima sul lungo mare. L’ukulele apre nuovi orizzonti, le sonorità offerte sono uniche. E’ uno strumento che suona bene tutto dalla musica reggae a quella pop, rock, fino agli arrangiamenti funky. Aver la possibilità disuonare all’aperto permette di poter incuriosire i semplici passanti che si trovano da quelle parti. Chiunque si fermi anche per un secondo per prestare ascolto, lo vedi sorridere all’istante. Il suono allegro e coinvolgente dell’ukulele è perfetto per i bambini: il potenziale pedagogico che si nasconde dietro a questo strumento e davvero enorme. Molto bello e interessante il WorkShop organizzato per i bimbi. Dal costruire gli ukulele con materiale riciclabile al provare a suonare i primi accordi. Tantissime buone idee che sicuramente troveranno una miglior organizzazione nei prossimi anni. D’altronde è la prima volta dell’Okufest! Mi sarebbe piaciuto vivere il festival anche la domenica, mi sarebbe piaciuto seguire più WorkShop ma il prezzo da pagare credo abbia limitato la volontà.

La Magia dell’ UkuFest catalano la trasciniamo fino ad alta quota per chiudere a suon di note questo fine settimana all’insegna dell’ukulele; insieme al gruppo di nuovi amici KanikapilaUkulele Band improvvisiamo un FlashMob sul volo di linea EZY2760 easyjet.

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Aloha...al prossimo Ukulele Festival!

Articolo scritto da: Arianna Proietto Passè

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BIOGRAFIE: Jesse Kalima

(1920-1980) Inserito nel 2002 all’Ukulele Hall of Fame Museum Jesse Kalima è nato a Honolulu nel 1920, in un momento in cui l’ukulele stava diventando famoso per la sua capacità di essere suonato come strumento solista. A soli quattordici anni, Kalima si affermò nella scena musicale pubblica e come la persona che accelerò lo sviluppo dell’ukulele suonato come strumento solista, quando vinse il campionato dilettantistico delle Hawaii suonando la marcia “Stars and Stripes Forever”. Il virtuoso delle Hawaii, Jesse Kalima, ha lasciato in dono una vita dedicata all’ukulele quando morì nel 1980. La Camera dei Rappresentanti delle Hawaii ha approvato una risoluzione della Camera nel 1981, onorando la sua memoria e le sue realizzazioni artistiche.

Grazie alla sua vittoria e il conseguente successo con la marcia “Stars and Stripes Forever”, fece diventare tale marcia per molti anni un obiettivo di giovani musicisti di ukulele che vogliono sviluppare le proprie abilità solistiche.

Un giovane Jesse Kalima

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Kalima, musicista autodidatta, ha sviluppato tecniche innovative per il suo stile solista. Come risultato della sua ricerca di un suono più profondo, ha reso popolare l’ukulele tenore, nonché un’accordatura modificata in cui la prima corda è abbassata di un’ottava. E’ stato anche uno dei primi musicisti a suonare un ukulele amplificato.

Paletta ukulele di Jesse Kalima

Kalima è stato un musicista devoto, con frequenti incontri con la famiglia e gli amici sotto l’albero del banyan alla spiaggia di Kuhio ed anni di performance pubbliche.

Kalima (seconda da sinistra) suona con Sonny Chillingsworth (su chitarra) e collega Ukulele Hall of Fame Inductee Eddie Kamae (a sinistra)

Nel 1938 organizzò la Kalima Brothers band con tre membri della sua famiglia, che negli anni successivi diventò famosa come “A Thousand Pounds of Melody”.

(da sinistra) Jesse Kalima, Junior Kalima, Henry Mucha, Miele Kalima e Albert Kalima Gioca a Trader Vics

Durante la Seconda Guerra Mondiale e nell’immediato dopoguerra, i Kalimas hanno suonato negli spettacoli USO e nei club in tutte le isole. In quel momento, Kalima era il più grande musicista di ukulele.

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Jesse Kalima

Alcune registrazioni della band, come Dark Eyes, Gone With the Wind e Only Ashes Remain, sono diventati dei classici. Molti amici e familiari fanno parte della band negli anni, tra cui i figli di Kalima Jesse, Jr. e Dana.

Un poster che pubblica il marchio di Kalima di ukulele, circa 1950

Articolo tradotto dal sito dell’Ukulele Hall Of Fame Museum, nel quale articolo ringraziano la famiglia di Kalima per avergli fornito le foto: http://www.ukulele.org/?Inductees:2002-2003:Jesse_Kalima

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LA PAROLA AGLI ARTISTI: Lucy feat Mevar - parte 1 Cari amici de “la Pulce”, raccolgo volentieri l’invito di Claudia per presentarvi il nostro progettino musicale ukadelico o ukuleleoso...che dir si voglia. Io sono Mauro Bonazza e con Lucia Agnelli alla voce portiamo in giro il duo “Lucy feat. Mevar”. La formula è molto semplice: una voce e un ukulele. L’idea nasce dalla mia voglia di fare musica “seriamente” con l’ukulele e dalla voglia di Lucia di cantare in un progetto acustico. Il nostro incontro risale al 2013, durante un tentativo, poi fallito, di formare un gruppo assieme ad altri musicisti. Due anni dopo, decidiamo di provare questa formula, per vedere se può funzionare. Facciamo qualche prova e iniziamo ad arrangiare brani celebri e non. Ci divertiamo ed iniziamo a pensare che la cosa potrebbe davvero funzionare. Non restava che iniziarea cercare un ingaggio per fare il nostro debutto. Cosa non semplice, visto che viviamo in una zona turistica (lidi di Comacchio) dove spadroneggiano balli di gruppo, tribute pappagallo band e altre cose tristi. Proporre un concerto basato solo su una voce e un piccolo strumento a 4 corde non era affatto facile.

L’occasione per il debutto ci venne data proprio da Claudia che, nell’estate del 2015, organizzò un piccolo meeting dell’ukulele, proprio dalle nostre parti. Quello che doveva essere l’open mic del meeting, divenne a tutti gli effetti il nostro primo

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concerto. Il ghiaccio era rotto e maturammo maggiore fiducia nel nostro progetto. In questi due anni ci siamo esibiti in bar, ristoranti, pub, ma anche in manifestazioni per beneficenza e rassegne musicali. Insomma, ci stiamo divertendo un sacco. Nel prossimo numero de “la Pulceâ€?, vi parlerò del nostro repertorio e dei nostri progetti per il futuro. Aloha a tutti!

Articolo scritto da: Mauro Bonazza

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A.B.C. DELL’UKULELE Ukulele... le origini del nome L’origine del nome dell’Ukulele non è certa, io voglio raccontarvi la teoria più probabile e pure più romantica che vuole che derivi da questa storia: Un ufficiale inglese, Edward Purvis, frequentava la corte del Re hawaiano Kalakua ed aveva imparato a suonare una “Braguinha” portoghese. Mentre suonava per il sovrano hawaiano riscosse molto successo ed essendo di corporatura minuta si muoveva molto suonando velocemente, quindi gli hawaiani gli appiopparono il soprannome di “Pulce Danzante/Saltellante” che in hawaiiano si dice “uku-lele”.

Se il nome derivasse veramente da questa storia renderebbe lo strumento ancora più affascinante, a mio parere.

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MINI CORSO FULL IMMERSION IN 4 APPUNTAMENTI Prima settimana

Ecco come cominciare passo dopo passo e giorno dopo giorno: un’intera settimana per prendere in mano il tuo nuovo ukulele e imparare a suonarlo. Presto diventerà un compagno inseparabile. Lunedì Scegliere un ukulele è sempre un percorso di approfondimento e di conoscenza di se stessi, è un incontro con un amico, non tutti sono adatti a noi alla nostra fisicità e al nostro modo di suonare. Io consiglio sempre di girovagare per negozi e di provare gli strumenti, guardare su youtube i video e le recensioni prima di scegliere. Un’ottima taglia di ukulele per tutti è il Concert mentre il soprano (il formato tipico proposta dai negozi di musica e quello più simpatico a vedersi) è più impegnativo di quello che sembra. Innanzi tutto non è un giocattolo ma uno strumento ed è importante verificare alcune caratteristiche: • prova un ukulele - non uno qualsiasi - la discriminante è sicuramente la capacità di mantenere l’accordatura. Sembra banale ma molti esemplari in commercio sono “giocattoli” pensati soltanto dal punto di vista estetico, ciò significa che dopo pochi minuti e qualche semplice colpo di strumming perdono l’accordatura. • dimentica gli accordi che conosci e lasciati guidare da diagrammi a quattro corde che saranno la tua strada lastricata di mattoni gialli verso il divertimento. • prendi il ritmo: infatti l’ukulele è uno strumento percussivo, cioè serve anche per dare il ritmo. Prova ad usare la cassa armonica come una piccola percussione, tamburella con le dita e batti il tempo. In realtà stai già suonando. Una volta scelto lo strumento è il momento di accordarlo ed è importante imparare in fretta a farlo da soli in autonomia per poter cominciare a studiare. Chiedete a chi ve lo ha venduto di mostrarvi come accordarlo, chiedete ad amici, provate

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finché non trovate la vostra modalità. Martedì Tenere in equilibrio lo strumento è il prossimo passo. La postura è una simbiosi che si crea nel tempo, non sarete subito comodi. L’importante è riuscire a tenerlo fra le vostre braccia senza rinunciare alla posizione eretta della schiena e all’apertura delle spalle. Ricordate che quando comincerete a suonare non avrete la testa china sulla buca e il collo piegato per guardare la tastiera: cercate una posizione comoda in cui i muscoli non siano irrigiditi e le spalle siano rilassate. Ecco alcuni consigli: Il braccio destro è piegato sul lato e le nocche della mano destra cadono naturalmente sulla buca: questa posizione dovrà permettere alle dita, al polso e all’avambraccio di ruotare e di muoversi non solo sulle corde ma anche sulla cassa armonica per creare vari ritmi e strumming pattern. Il braccio sinistro è piegato dietro lo strumento e la parte dell’avambraccio segue il “manico”, la tastiera o fretboard in modo che la parte finale (in alto) di questa sia avvolta dalla mano sinistra e appoggi praticamente fra il palmo e il pollice lasciando libere le altre quattro dita di muoversi sui tasti: questa posizione deve permetterti di far scivolare la mano sinistra su e giù per il fretboard con gli accordi mobili o gli effetti. La posizione seduta è utile per i principianti in quanto hanno maggior stabilità e possono appoggiare (ma senza esagerare) sul ginocchio destro il corpo dell’ukulele. La posizione in piedi invece permette movimenti più ampi ma è pericolosa perché la stabilità è minore e lo strumento può scivolare….. Per questo si utilizzano vari tipi di tracolle che possono essere simili a quelle della chitarra oppure più articolate con l’obiettivo comune di permettere all’ukulelista di muovere entrambe gli avambracci e le mani liberamente lungo il corpo e la tastiera dello strumento. Ecco alcuni dei più famosi ukulelisti al mondo: è interessante osservare come ognuno di loro tiene il proprio ukulele, con il tempo e la pratica la posizione si adatta al genere musicale, alle sonorità, alle caratteristiche dello strumento e dell’ukulelista. (nell’ordine Sarah Maisel, James Hill, Aldrine

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Guerrero, Abe Lagrimas - sotto- Jake Shimabukuro, Dominator Uke, Craig Brandau e Veronica Sbergia)

Mercoledì I primi esercizi da fare con lo strumento il terzo giorno sono quelli che vi accompagneranno sempre nella pratica, quelli che prepareranno i vostri muscoli e le vostre articolazioni. Cominciate con scorrimenti della mano sinistra sulla tastiera. Non abbiate fretta, mettete la vostra musica preferita e muovete mano sinistra e avambraccio, i risultati arriveranno (è un po’ come togli la cera e metti la cera nel film Karate kid…) Giovedì Anche la mano destra ha i suoi esercizi preparatori e specifici: la mano destra è quella del ritmo. Sarà lei a dover cogliere tutte le sfumature e il suo tocco sarà molto importante. Cominciamo a capire con questi esercizi quali saranno i movimenti necessari a battere il tempo e lo strumming: I battiti Cercando di mantenere la postura cominciamo a eseguire dei movimenti in modo naturale e semplice con l’avambraccio portando su e giù la mano davanti alla buca. Andiamo su e giù ( up and down) con il polso all’altezza della buca, cerchiamo di essere consapevoli del peso costante della mano e di tenere rilassato il resto del corpo a partire dalla spalla per l’intera durata di un brano musicale. Deve diventare automatico e dondolare in modo assolutamente regolare indipendentemente dal

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fatto che con l’altra mano stiamo cambiando un accordo oppure stiamo prendendo un respiro per il canto. Il ritmo deve andare avanti sempre, il battito dello strumming non si ferma mai. Il controllo Quando avremo stabilizzato questa oscillazione possiamo approfondire un altro aspetto e cioè l’ampiezza del movimento e il controllo che abbiamo sul nostro avambraccio. Scioglietevi prima se avete lavorato con il primo esercizio sul ritmo perché anche questo è impegnativo per la muscolatura. Lavorate sempre nello stesso modo, come nel precedente esercizio ma partite da una piccola oscillazione del braccio e poi allargatela fino alla larghezza del vostro ukulele verticalmente, poi di nuovo allargate il movimento. Prima su e poi giù, da ampio e piccolo, senza strappi in modo che possiate sentire la pressione sull’avambraccio che è quella tipica a cui è sottoposto durante l’esecuzione. Venerdì Per cominciare a fare i primi accordi è necessario avere dei punti di riferimento sulla tastiera dell’ukulele. Il metodo utilizzato per rappresentare la tastiera è il diagramma. Una sorta di piccola griglia che rappresenta le corde e i punti in cui si devono posizionare le dita per ottenere gli accordi. Ecco come leggere i chord diagram, il linguaggio universale per gli accordi di ukulele: Innanzitutto in alto abbiamo il nome dell’accordo in lettere: A – LA, B – SI, C – DO, D – RE, E – MI, F – FA, G – SOL In corrispondenza dei cerchi neri sulle corde o in prossimità di questi abbiamo il numero della diteggiatura: 1 – indice 2 – medio 3 – anulare 4 – mignolo Inoltre sul lato destro all’altezza del capotasto per alcuni accordi potrebbe essere presente in numero del tasto (ad esempio 4fr vuol dire 4 fret o tasto sul fret

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per cui bisogna proporre la stessa figura partendo dal tasto indicato e dal primo tasto. In genere i diagrammi che non partono dal capotasto non hanno la barra superiore di spessore più alto ma uguale alle altre.

Sabato La settimana è quasi finita ed è giunto il momento di praticare i primi accordi. Una volta capito come si leggono i chord diagram dovete buttarvi e cominciare a provare le prime shapes (forme). Grazie a questi esercizi potete capire le transizioni da un accordo all’altro. Tre accordi abbastanza vicini, possono essere imparati e praticati in sequenza perché la pratica va pensata e suonata come una sequenza, l’accordo non è mai fermo, una volta che l’ho acquisito non lo devo pensare fermo, l’accordo fluisce sempre in un altro e così via. Quindi le dita devono essere leggere e fluide, la pressione delle dita ha una durata e devo pensare di dare ogni volta una sorta di pulsazione che confluisce in un’altra figura. Domenica Bravi! Siete arrivati alla fine della prima settimana. Anche se non siete ancora in grado di suonare agevolmente cominciate a collezionare le vostre canzoni preferite a guardare i chord diagram. Non preoccupatevi: Don’t worry be happy! Questa è la filosofia dell’ukulele e deve essere anche la vostra.

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DONNE E UKULELE NELLA STORIA: L’ukulele e le principesse La principessa Victoria Kaiulani, la bella erede ufficiale della regina, ha anche lei suonato l’ukulele. Quando il capitano inglese James C. Dewar ha tenuto una festa per l’alta società di Honolulu a bordo del suo yacht Nyanza il 25 gennaio 1889, la principessa, sua sorella Annie Cleghorn e una delle dame del giudice Hermann A. Widemann hanno composto un trio di ukulele, facendo così parte dell’intrattenimento serale. Cleghorn può essere vista tenendo un ukulele in una fotografia con Kaiulani e un’altra giovane donna non identificata scattata nel prato della tenuta dei Cleghorn, Ainahau, prima della partenza della tredicenne principessa Kaiulani per l’Inghilterra nel maggio del 1889.

Principessa Kaiulani (a destra, in kimono con ombrellone) e una donna non identificata (a sinistra) posa con Annie Cleghorn (centro), che tiene un taro patch (un ukulele), ca. 1884. Kaiulani ha riferito di aver preso un ukulele con lei in Inghilterra. Cortesia degli archivi statali delle Hawaii.

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Un concorso del 1956, per trovare il più vecchio ukulele a Honolulu, ha identificato uno strumento costruito da Dias nel 1884 che presumibilmente accompagnava Kaiulani in Inghilterra. Elisabeth Kahanu, moglie del principe Jonah Kuhio Kalanianaole, lo ha anche lei suonato; un visitatore al loro bungalow Waikiki ha notato che oltre al pianoforte coa, “si trovavano anche i mandolini, le chitarre, gli ukuleli e i taropatches”. Dopo che il marito è stato eletto delegato territoriale al Congresso, è stato segnalato che “lo strumento nativo delle Hawaii, una varietà di chitarre che si presta facilmente alla musica popolare di Kanaka, viene spesso ascoltato nella sala del bel soggiorno in viale Massachusetts di proprietà dei Kalanianaole “. (fonti: “The Ukulele. A History”. By Jim Tranquada and John King)

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Intorno all’Ukulele: L’ukulele è per tutti La storia dell’ukulele è caratterizzata da tre fasi nelle quali l’interesse verso lo strumento è cresciuto in modo improvviso ed esponenziale e ciò è avvenuto in concomitanza con eventi che ne hanno favorito la conoscenza e la diffusione. Il primo boom risale al 1915 con l’Esposizione Internazionale Panama-Pacifico di San Francisco in cui gli hawaiani hanno per la prima volta mostrato al mondo, ma in particolare agli statunitensi la musica e le danze delle loro isole proponendo anche concerti e dimostrazioni dell’ukulele. Il secondo boom avvenne intorno al 1950 con il lancio radiofonico e televisivo dell’ukulele ad opera di Arthur Godfrey. La terza fase è di un’epoca più recente, gli anni 90, con il successo del disco Facing future di Israel Kamakawiwoole e in particolare della versione medley Over the rainbow / What a wonderful world. Attualmente stiamo assistendo a una nuova ripresa di interesse verso il nostro strumento e questo ci stimola a porci una domanda: è ai nostri giorni l’ukulele uno strumento cosmopolita? In parte direi di si perché la sua estrema adattabilità ad eseguire generi e stili musicali diversi lo rende molto versatile ma non solo: sono molte le ragioni per cui l’ukulele sta diventando sempre più diffuso e quindi “cittadino del mondo”. Mi vengono in mente alcuni motivi e ma anche i pro e contro di questa diffusione. 1. L’ukulele è un oggetto strutturalmente piccolo, molto semplice, quindi maneggevole e immediato. Questa affermazione non è del tutto vera perché nessuno strumento musicale, quando suonato con perizia e abilità , è semplice; è vero invece che l’approccio all’ukulele è facile, suonare le sole corde a vuoto dà già un risultato apprezzabile. A questo proposito non so dove ho letto che alle origini, quando nacque dalla fusione di due strumenti portoghesi chiamati rajao e braguinha, la scelta di utilizzare l’accordatura del rajao (che tra l’altro aveva 5 corde e non 4) anziché quella della braguinha sia dipesa dalla maggior facilità a trovare con la mano sinistra le posizioni degli accordi secondo concatenazioni armoniche proprie della musica tonale. L’accordatura della braguinha che appartiene alla famiglia del cavaquinho infatti è

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più consona al sistema modale. Questa tesi andrebbe approfondita ma è ovvio che l’accordatura sol do mi la sia più agevole di re sol si re. Se avete qualche dubbio provate a fare un semplice giro di Do o di Sol con una braguinha o un cavaquinho brasiliano, più facile da trovare. Altrimenti sull’ukulele abbassate la prima corda di un tono raddoppiando il sol della quarta corda (sol do mi sol) mentre sulla chitarra abbassate il mi cantino a re (re sol si re) e provate a suonare, non ci vorrà molto per convincersene: a parità di sequenza armonica la disposizione delle corde sull’ukulele risulta più facile e agevole anche semplicemente perché spesso richiede l’uso di meno dita e per giunta in posizioni più ravvicinate e con la mano raccolta. È un discorso un po’ tecnico e specialistico ma è essenziale per capire che l’ukulele è nato come semplificazione di altri strumenti popolari.

Detto ciò l’unico inconveniente per chi inizia a suonare l’ukulele potrebbe essere l’accordatura rientrante ma questo non rappresenta un problema finché non si inizia a cimentarsi sulle melodie. Essendo preferito dal principiante, spesso autodidatta, un approccio ritmico armonico per l’accompagnamento del canto, almeno nei primi mesi, dell’accordatura rientrante non se ne cura nessuno limitandosi a compiacersi per quella sonorità interessante che l’accordatura rientrante produce. Altra cosa è eseguire melodie sfruttando la possibilità di avere sostanzialmente due corde che cantano in alto e in basso da pizzicare col pollice e con l’indice. Una volta scoperto il meccanismo si apre un nuovo mondo e ci si appassiona a trovare melodie caratterizzate da un effetto che gli antichi chiamavano campanelas. L’ effetto campanelas è quello proprio delle campane che, intonate ciascuna su un singolo suono, non ne smorzano la vibrazione sovrapponendosi alla successiva campana / suono creando questo caratteristico e affascinante effetto. Sugli strumenti con accordatura rientrante avviene la stessa cosa, grazie alla presenza di almeno due corde che a vuoto o tastate producono note consecutive. Di tutto ciò l’ukulele e molti altri strumenti (penso in primis al charango) sono debitori delle chitarre antiche: quella rinascimentale, a quattro coro doppi, e quella barocca a cinque cori doppi.

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2.Disponibilità e basso prezzo. Pro e contro Si sa che se un prodotto ha un costo accessibile ci sono più possibilità che venga acquistato, ma da chi? Da chi è semplicemente o superficialmente incuriosito e non vuole spendere troppo per un interesse che potrebbe rivelarsi poco durevole, si sa, per un prodotto nuovo questo conta moltissimo. L’ukulele come oggetto interessante che suscita curiosità ha dalla sua il vantaggio di poter costare poco, anzi pochissimo.... perfino 25 euro!!!! Ma tutto ciò può rappresentare un’arma a doppio taglio: quando io compro una cosa a basso prezzo molto spesso mi si rompe in poco tempo, la sua qualità è inferiore e quindi mi può portare a ritenere di poco valore quello stesso oggetto. Insomma è solo un ukulele cosa vuoi ottenere di più, l’ukulele costa quanto vale, non lo vorrai mica paragonare ad altri strumenti! Ma gli altri strumenti per un principiante costano molto di più: un flauto traverso, un sax, una batteria eppure riscuotono interesse e il loro fascino è fuori discussione. Dal boom degli anni 20 in poi negli Stati Uniti le più grandi case produttrici iniziarono ad interessarsi all’ukulele, mettendolo in produzione anche su fasce di prezzo economiche: Martin per primo riuscì a venderne moltissimi e nessuno strumento per banda riusciva a tener testa a questa esplosione di vendite. Erano gli anni 30 quando artisti del calibro di Ukulele Ike ovvero Cliff Edward riscuotevano un grandissimo successo accompagnandosi col proprio ukulele.

Tutto ciò avvenne regolarmente in corrispondenza alle cosiddette tre ondate in cui l’interesse verso il nostro ukulele crebbe a dismisura. Molti erano le cause di questo incremento di interesse e non è questa la sede per aprire il discorso. Ora ci preme

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notare come la vendita di strumenti a basso prezzo crebbe in modo esponenziale. Negli anni ‘50 ad esempio comparvero addirittura ukulele di plastica: il Carnival, l’Islander uke, l’ Arthur Godfrey TV Pal e in questa produzione venne coinvolto Mario Maccaferri, un liutaio di primissimo piano.

3. Nuovi canali di informazione e apprendimento Ultimo elemento che contribuisce a rendere l’ukulele uno strumento cosmopolita è certamente la facilità con cui è possibile acquisire tutorial metodi dischi stralci di live soprattutto attraverso la rete con video. Come insegnante non posso evitare di sottolineare come l’apprendimento si basa sulla relazione allievo insegnante basato su confronti scambi che in genere avvengono di persona e non virtualmente ma nel mondo dell’ukulele non sempre è avvenuto così: Arthur Godfrey , sempre lui, faceva anche lezioni durante le sue trasmissioni e recentemente in modo del tutto fortuito mi sono imbattuto su YouTube in una registrazione audio di un tutorial a cura di una figura femminile fondamentale nella storia dell’ukulele, May Singhi Breen, la quale spiega come suonare.

Oggi la divulgazione dell’ukulele tramite il web è diffusissima c’è l’imbarazzo della scelta nel seguire questo o quel personaggio: da Aldrine Guerrero col suo sito ukulele underground, all’italiano Jontom con Youkulele.com, a molti altri personaggi

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che da ogni parte del mondo, anche senza uno specifico background si cimentano in video esemplificativi. Insomma, ce n’è per tutti i gusti perché è proprio vero: l’ukulele è per tutti!

Articolo scritto da: Davide Donelli di INTORNO ALL’UKULELE

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EVENTO STRAORDINARIO:

Paul Jonson’s ukulele Capita che un ukulelista proveniente dalla Nuova Zelanda passi per Como… e che la comunity dell’ukulele in Italia faccia da tam tam cogliendo subito l’opportunità di ospitarlo per un workshop di ukulele! Così sono andate le cose… Tamara Stich di Ukulele Club Arpamagica Milano con l’entusiasmo e la determinazione che la contraddistinguono lancia l’idea di ospitare Paul Jonson a Oltremusica e naturalmente Oltremusica accetta! Mercoledi 1 Novembre 2017 è una di quelle date da segnare sul calendario per gli appassionati di ukulele: Paul Jonson, dalla Nuova Zelanda, raggiunge l’Associazione Culturale Oltremusica, Bulgarograsso Como.

Il fatto che sarebbe arrivato in camper ha affascinato subito tutti! Eh, quando ci ricapita! Anche in quest’occasione l’ukulele ha fatto da ponte tra due paesi molto distanti fra loro! Con il suo camper pieno di Ukulele e di suoni Blues, Boogie e Ragtime, Paul Jonson arriva nello chalet di Oltremusica, in uno spazio immerso nel verde, dove i tempi della natura si conseguono nei tempi della musica. Non poteva

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esserci una collaborazione migliore tra l’Associazione Oltremusica e il Club Ukulele Arpamagica di Milano, nell’invitare un musicista di tale grandezza, quale è Paul Jonson.

Ha una qualifica di più di cinquecento lezioni, workshop presso il New Zealand Ukulele Festival, Nuova Zelanda Ukulele Convention, Ukulele Blues & Boogie Workshops, Festival Ukulele di Melbourne e molti altri. Paul si è rivelato una persona molto solare e generosa che ha coinvolto i partecipanti in un workshop in cui si è potuto sperimentare il genere blues e boogie. Ora tutti a casa a studiare! Già perché ci ha lasciato i compiti, infatti ad ognuno di noi ha lasciato fotocopie del suo metodo. Lui ha il dono di far conoscere tecniche preziose per migliorare la progressione degli accordi sull’ukulele. Mostra la forma degli accordi ma, come dice lui, non gli interessa insegnare la teoria musicale ma preferisce formare i suoi “ukulelisti” con la tecnica della memoria muscolare, la capacità acquisita attraverso la ripetizione costante. Educare l’orecchio a scoprire e ad esprimere le proprie melodie. Due ore di musica, colorata da elementi divertenti dello stile Blues e Boogie e da texture musicali uniche. C’è davvero da divertirsi solo nell’ascoltare le melodie e gli strumming di Paul. La sua arte musicale si rispecchia nel suo volto. Paul è davvero una persona accogliente. La sua musica ci accompagna per tutta la giornata: dal nostro incontro verso le sedici del pomeriggio, continuiamo a ri-suonare insieme fino alla pizzata ed all’inevitabile jam session del dopo cena inoltrato, che si è ar-

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ricchita grazie alla condivisione di brani italiani e neozelandesi. Ancora una volta l’ukulele si è dimostrato un potente strumento che ha la capacità di unire le persone con grande gioia e semplicità.

Il tocco incantato sull’ukulele di Paul è difficile da scordare cosi come la sua disponibilità nell’insegnarci il suo mondo di suoni e la sua umiltà nel prestare attenzione al nostro di mondo sonoro.

Grazie a Paul Jonson di averci regalato un momento così tanto speciale. Grazie a Oltremusica che “presenta sempre percorsi infiniti che hanno come punto di par-

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tenza la musica e destinazione ogni possibile espressione d’arte�. Grazie al Club Ukulele Arpamagica Milano che ha sempre bellissime iniziative e regala sorrisi e allegria.

Al prossimo Workshop. Aloha.

Articolo scritto da: Arianna Proietto Passè

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viva la musica ukulele musica e bambini Questa rubrica si chiama VIVA la musica per due semplici motivi: il primo perchè siamo contente ed elettrizzate che sia partita, il secondo motivo perchè è creata da VIviana Monti e VAlentina Vanini. L’obiettivo di questa rubrica sarà quello di fornire in ogni numero consigli e materiale per una didattica della musica, anche con l’ukulele. Troverete schede didattiche, materiali da utilizzare in classe, ma sopratttutto tante idee per parlare di musica con gli alunni, fin dalla scuola materna. Ecco cos’è VIVA la musica. Inoltre sul canale youtube di”La maestra di musica Valentina” potete trovare video tutorial semplici e pensati per i bambini e gli insegnanti. A completare l’esperienza il nostro fidato ukulele, uno strumento divertente e istruttivo che crea subito una forte sensazione di autonomia e di autostima in chi lo suona. Di cosa parleremo? Di ritmo, di capacità di ascolto, delle prime annotazioni musicali e di tutto quello che riguarda il mondo della musica con filastrocche divententi e giochi.

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In questa lezione propongo un’attività che potrebbe essere molto utile per coloro che intendono preparare qualcosa inerente alla Festa dell’Albero del 21 novembre, oppure qualcosa inerente all’autunno. Questa attività prevede: 1. Costruzione di nacchere con il guscio delle noci 2. Cantare 3. Suonare le nacchere Si tratta di un’attività completa che permette ai bambini di osservare le possibilità timbriche offerte dalla natura, divertirsi costruendo uno strumento con materiali alla loro portata, cantare una canzone e accompagnarsi ritmicamente con lo strumento che hanno costruito.

Le nacchere dell’albero Materiale: - Procuratevi 4 gusci di noce per ogni bambino (questa è la fase più impegnativa per l’insegnante, io mi sono fatta aiutare anche da amici perché altrimenti avrei dovuto mangiare davvero un sacco di noci). - Serviranno per ciascun bambino 2 cartoncini colorati rettangolari larghi 6 cm e lunghi 12. - Inoltre, come ferma dito, dei ritagli di cartoncino larghi 1,5 cm e lunghi 6 cm. - Nastro adesivo trasparente e colla vinilica. - Pennarelli.

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Procedimento: - Fate decorare ai bambini un lato di ogni cartoncino con i pennarelli, lasciateli liberi di decorarli come preferiscono. Assicuratevi di far scrivere a matita sull’altro lato il loro nome così sapranno di chi sono. Piegate a metà, lungo il lato corto, i cartoncini. - Sul lato decorato ponete su una metà e sull’altra i ferma dito con il nastro adesivo. - Una volta decorati dovranno incollare le noci mettendo la colla vinilica sul bordo di ogni metà guscio, e poi sul lato non decorato metteranno i due gusci uno da una parte e uno dall’altra in modo che chiudendo il cartoncino si tocchino. - Lasciate asciugare per una giornata. Potrete allenare i bambini a suonare le nacchere utilizzando le partiture di Fra Martino e Oh che bel castello che erano sul numero di settembre.

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La canzone “Le noci” Ho pensato di scrivere una canzone che potesse essere utilizzata con le nacchere in modo da finalizzare questo laboratorio all’esibizione di un brano. L’esibizione, la realizzazione di un brano musicale è parte fondamentale della didattica musicale, per questo vi esorto, nel momento in cui decidete di costruire strumenti musicali, a pensare come farli suonare, altrimenti si perde lo scopo principale di un oggetto sonoro che è proprio quello di suonare.

TESTO DELLA CANZONE: LA NOCE DALL `ALBERO CADE TIC TAC TIC TAC IL SUO GUSCIO È DURO E SONORO TIC TAC TIC TAC PER APRIRLO SI FA UN PO` FATICA TIC TAC TIC TAC DENTRO C`È UNA BELLA SORPRESA TIC TAC TIC TAC LE RACCOLGO IN AUTUNNO NEL BOSCO TIC TAC TIC TAC SONO BUONE PER LA MERENDA TIC TAC TIC TAC LA MAMMA CI FA PURE LA TORTA TIC TAC TIC TAC SONO BUONE E SAPORITE TIC TAC TIC TAC. Per realizzare questo canto i bambini dovranno suonare le nacchere con una pulsazione sulle sillabe “tic” e “tac” alla fine di ogni frase. Li aiuterà a riconoscere momento cantato, momento suonato, il ritmo del brano, e la sua struttura. Abbiate cura che non accelerino il ritmo quando suonano, può capitare quando sono emozionati. Nella versione acquistabile inserisco lo spartito della canzone, la scheda per i bambini. Buon lavoro!

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...E PER NATALE? Una semplice canzone da realizzare con i bambini del Nido (2-3 anni) Realizzate dei sonagli! Occorrente: - Nastri colorati larghi almeno 2cm, lunghi 10 cm - Campanellini di metallo (5 per nastro) - Velcro Procedimento: - Tagliate nastri tutti della stessa lunghezza (due nastri per bambino) - Cucine al nastro su un lato 5 campanelli di metallo lasciando 2 cm per ogni lato corto - Cucite il velcro all’estremità in modo da chiudere il nastro come un braccialetto sul polso del bambino. Nella versione acquistabile potrete trovare una canzone da realizzare con i bambini del Nido (2-3 anni): STELLINA DI NATALE (Parole e Musica di Valentina Vanini)

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Il gioco dei beats

(viviana Monti)

Autonomia della due mani e ritmo sull’ukulele

Per diventare degli strummers dobbiamo rendere questo meccanismo consapevole, efficace e preciso. Il ritmo in quattro quarti è semplice, ma non fatevi ingannare, ci semplifica la vita da un lato, perché identifichiamo immediatamente i 4 beats, ma dall’altro ce la complica perché all’interno di questa gabbia, sempre uguale, ci sono tantissime e infinite sfumature di groove, di ritmo, di accentazione. Tutte per il nostro divertimento! La maggior parte dei brani musicali ha un ritmo in 4 quarti e quindi utilizza un pattern in 4 tempi. Le canzoni che ascolti alla radio, in auto, al supermercato ma anche le tue preferite, quelle che ami da sempre, probabilmente possono essere “battute” in quattro tempi, anche se non ci hai mai pensato. Automaticamente ci

troviamo a muovere la testa a ritmo, a tamburellare con le dita, sentendo i singoli battiti o segnando un punto particolare della sequenza e accentandolo. Utilizziamo un metronomo e cominciamo a contare, con l’ukulele appoggiato sulle ginocchia e battiamo la mano destra sulla piccola cassa: prima 4 tempi con la mano destra, poi con la mano sinistra senza fermarci. 1-2-3-4 destra 1-2-3-4 sinistra

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Contare il tempo è il primo passo per capire la successione di movimenti sull’ukulele, che riempiranno la nostra gabbia ritmica di quattro quarti. Mettete il vostro brano preferito (magari non un valzer o una samba) megli il pop o il rock, e contate. 1-2-3-4 destra 1-2-3-4 sinistra 1-2 destra 3-4 sinistra 1-2 destra 3-4 sinistra 1-2-3 destra 4 sinistra 1-2-3-destra 4 sinistra Quando vi sentite sicuri, il passo successivo è quello di contare un doppio tempo: Si chiama mezzo tempo, alf beat e puoi rilevarlo anche solo semplicemente pronunciando: 1,1 destra 2,2 sinistra 3,3 destra 4,4 sinistra Poi per finire 1 destra 1 sinistra 2 destra 2 sinistra 3 destra 3 sinistra 4 destra 4 sinistra (facendo sentire comunque la divisione di ogni battito in due ravvicinati)

Dovete abituarvi a battere il tempo con la mano destra, che dovrà poi “battere” sulle corde: un movimento ritmico autonomo rispetto all’altra mano e soprattutto automatico. Battete con le mano destra ogni volta che sentite un ritmo, dividetelo in un doppio tempo e poi di nuovo in quattro. Esercitatevi a sentire il ritmo, questo sarà il vostro strumming.

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EVENTI UKULELISTICI Prossimi mesi Qui di seguito vengono inseriti locandine o date di eventi, di cui avrò notizia, che si svolgeranno nell’arco di tempo che va da un’uscita e l’altra de La Pulce. Eventi che mi segnalano gli organizzatori, cioè voi lettori. Visto che ritengo ogni iniziativa, volta a far conoscere l’ukulele, degna di essere quanto meno menzionata, ricordata... Vi ricordo dell’esistenza di una trasmissione radiofonica dal titolo INTORNO ALL’UKULELE..... di cui ho avuto l’onore di essere ospite. La mail per i contatti è:

lukulele@deejayfoxradio.com

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Vi voglio anche segnalare un’altra iniziativa molto importante per la divulgazione dell’ukulele. E’ nato il sito Internet di UKULELE CLUB ARPAMAGICA! Lo potete trovare qui: http://www.ukuleleclub.it/

Ci potrete trovare notizie, foto, canzoni da poter suonare con il nostro amato strumento. Se siete anche su Facebook, cercando “Ukulele Club - Arpamagica” si trova la pagina inerente al sito, se invece lo cercate in questo modo “Ukulele Club Arpamagica” si trova la pagina del gruppo che ha creato tutto ciò.

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La pulce ukulele in italia

piccolo notiziario sul mondo dell'ukulele visto con gli occhi di due appassionate blogger

Se vuoi collaborare con noi, chiederci approfondimenti o semplicemente saperne di piĂš scrivici a: lapulce.ukuleleinitalia@gmail.com NUMERO 9 - NOVEMBRE 2017


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