La pulce ukulele in italia
piccolo notiziario
sul mondo dell'ukulele visto con gli occhi di due appassionate blogger
novitĂ , gruppi, scuole e risorse on line
I protagonisti Ukus In Fabula, Blue Parrots, Ukuclub di Bologna Gli strumenti L’uomo e la musica nelle sue origini, Storia dell’ukulele, ViVa la musica i nostri blog Gli articoli che trovate in questa piccola pubblicazione sono tratti dai nostri post
Ukulele: che passione!
Mioukulele
Testi e immagini, per cui ringrazio, presi da: Blog di Viviana Monti
Mioukulele
mioukulele.blogspot.it Mio blog
Ukulele: che passione! ukuclodette.blogspot.it
A mia volta le notizie ed immagini del blog...
... me le hanno date i protagonisti degli articoli
Per le notizie e le immagini di archivio, ho attinto da...
... Ukulele hall of fame museum ukulele.org
L’autrice della rivista: Claudia Camanzi
Indice Editoriale
Buone vacanze!
pag. 4
Scritti da voi
Gli Ukuclub non nascono sotto i cavoli
pag. 5
I viaggi di Ukus In Jacob’s Ladder FestiFabula val (Israele) Ukulele
Dove acquistare?
Programma radio Intorno all’Ukulele
Uno strumento aperto al mare Una visione filosofica della musica
Storia della musica
pag. 10 pag. 14 pag. 18 pag. 21
Storia dell’ukulele
La pulce saltellante
pag. 24
La parola agli artisti
Blue Parrots - parte 2 -
pag. 26
ViVa la musica
Ukulele, musica e bambini
pag. 27
Eventi ukulelistici
Prossimi mesi
pag. 32
La leggenda sul nome del nostro piccolo cordofono narra che derivi da Uku-pulce e Lele-saltellante, in lingua hawaiana. La pulce salta di nota in nota, di corda in corda, ma soprattutto da persona a persona, grazie alla generosità del piccolo strumento, arrivato fino ai giorni nostri. Noi vogliamo saltare come una pulce, di argomento in argomento, di genere in genere, di storia in storia per scoprire insieme il mondo dell’Ukulele. (Progetto nato da un’idea di Claudia Camanzi, realizzazione grafica di Claudia Camanzi, progetto editoriale di Viviana Monti)
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chi siamo Sono Viviana Monti, cantante jazz, swing e gospel. Mi piace fare musica più di ogni altra cosa, con i miei vari gruppi ma
Sono Claudia Camanzi, di
anche con i miei due bimbi e
“Ukulele: che passione!”.
con i miei allievi di canto. Ho
Sono una classe ‘76, disa-
scoperto l’ukulele quasi per
bile motoria e vivo in un
caso e adesso non posso più
piccolo paese di provincia in
farne a meno. Adoro la sua
Emilia. Collaboro a questo
generosità e versatilità. Sono
progetto per lo stesso moti-
diventata blogger proprio per
vo per cui ho aperto il mio
dare voce a questo amore a
blog: la passione sempre
quattro corde. Grazie Claudia
crescente per questo piccolo
per avermi invitato in
ma fantastico strumento.
questa bella avventura!
Grazie a Viviana che mi ha aiutato a concretizzare un’idea che mi frullava per la testa già da qualche anno.
Ukulele: che passione!
i nostri blog
Gli articoli che trovate in questa piccola pubblicazione sono tratti dai nostri post
Mioukulele
Editoriale
Sono qui a scrivere queste due righe solo per augurare a tutti i miei lettori una buona estate e buone vacanze! Approfitto per sottolineare che per quanto riguarda la rubrica ViVa la musica siamo in fase di cambiamenti e per questo stavolta non ci sono schede didattiche. Perciò questo numero sarà interamente gratuito, non vi sarà la versione a pagamento. Mi preme sottolineare che da questo momento in poi a collaborare per la rubrica si è offerta anche una persona straordinaria come Danilo Vignola. Oltre ad essere un mito con l’ukulele è anche un artista che fa disegni fantastici. Per cui, avendo lui scritto l’articolo per la rubrica, ho optato per inserire tutto quello che lui ha disegnato a mano libera per spiegare la lezione. Ritengo che questi schizzi d’autore non fanno altro che arricchire questa piccola rivista. Quindi non ringrazierò mai abbastanza Danilo per la sua disponibilità. Per me è un onore averlo tra le persone che scrivono per La Pulce. Detto ciò ringrazio tutti voi lettori per essere così appassionati, mi date la spinta e l’entusiasmo per continuare questa avventura nonostante ogni tanto si incontrino qualche difficoltà.
GRAZIE A TUTTI VOI!!! BUONE VACANZE!!!
Claudia Camanzi
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SCRITTI DA VOI Gli Ukuclub non nascono sotto i cavoli Prima di dare la parola a chi ha scritto l’articolo vorrei fare una piccola presentazione. Si chiama Roberto Rainò da Bologna. Un’altra città che ha il suo ukuclub, sarebbe bello che ci fosse in ogni città d’Italia, spero molti prenderanno esempio ed ispirazione da lui!
UKULELE - Una definizione: strumento a corda pizzicata tipico delle isole Hawaii. Spesso in legno, ma anche in altri materiali, presenta quattro corde di nylon il cui suono viene amplificato da una cassa armonica. Il nome hawaiiano si riferisce, probabilmente, alle dimensioni ridotte dello strumento e si può tradurre in “pulce saltellante”. Premetto che quando sono arrivato a Bologna non avevo tra i piani quello di metter su un circolo dell’ukulele. Infatti, per tre anni non l’ho fatto. La scintilla per l’Ukuclub è scattata circa un mese fa ma posso dire che la storia comincia molto prima: nel lontano 2011 … a Rimini. Sì, perché prima di trasferirmi nella Rossa, Dotta, Grassa ed Umana Bologna ho vissuto proprio nella capitale romagnola. Quando mi ritrovai studente universitario in questa bellissima cittadina suonavo la chitarra da tanto tempo e decisi che era giunto il momento di espandere i miei orizzonti musicali. Dopo un lungo periodo di indecisione su quale strumento scegliere incontrai quasi per caso - su youtube - l’ukulele. Ammetto l’ignoranza: non lo conoscevo ma fu amore a prima vista. Comprai così il mio primo (e finora unico) ukulele.
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Da quel momento ho scoperto pian piano che dietro a questo piccolo strumento si nasconde un enorme e meraviglioso mondo di appassionati, sperimentatori, sognatori, rockstar, bardi, giullari e musicisti da falò che aspetta solo di essere vissuto appieno! Nel tempo, ukulele alla mano, ho conosciuto tantissimi amici, partecipato a festival, concerti, eventi e raduni meravigliosi in giro per l’Italia: Ferrara, Pennabilli, Vicenza, Milano, dalla Puglia a San Marino (l’estero!!!), da Potenza a … Pavia!
Ed ecco la scintilla: Pavia, 20 Maggio 2018. Ero proprio nel bel mezzo della mitica Uke Invasion: ormai tradizionale occasione di incontro per tantissimi appassionati dello strumento. Dato che non è il caso di far notte non sto a raccontare delle meraviglie che questo appuntamento ci ha riservato come ogni anno. Basta sapere che ci siam divertiti da matti e che a fine serata, quando ormai già si pensava al festival di Vicenza (Aquila Ukulele Festiva 13-15 Luglio 2018), è arrivata la novità. Tamara (club dell’ukulele di Milano) viene da me e dice: “Abbiamo deciso di creare un canzoniere per le jam session di Vicenza con il contributo di tutti i circoli d’Italia! … e tu sarai il referente per quello di Bologna!” Quando ho fatto notare che a Bologna non c’era nessun circolo dell’ukulele la risposta era tanto semplice da sembrare scontata: “Allora creane uno!” Non posso negare che questa risposta mi ha messo una pulce nell’orecchio! Mi son chiesto come nasce un circolo dell’ukulele.
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Mi son risposto che non nasce in un campo di cavoli e mi son rimboccato le maniche. Ed eccoci qua: il 2 Giugno 2018 è nato il Bologna Ukuclub – Circolo dell’ukulele.
Credo sia importante specificare che tutto è partito semplicemente creando un gruppo su Facebook, spargendo la voce, aggiungendo gli amici conosciuti. A questo si sono aggiunte delle locandine sparse fra negozi di musica e bacheche cittadine, perfino un sito con tanto di canzoniere e blog ma la strada da fare è ancora tanta se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi. Vi potreste chiedere quali possono essere gli obiettivi di un circolo dell’ukulele e, in particolare del Bologna Ukuclub. Al momento, direi che sono due. Il primo obiettivo è quello di trasformare l’Ukuclub stesso in un’entità indipendente, senza amministratori, autogestito direttamente da chi ne fa parte: ognuno può farsi avanti per dare lezioni, chiedere opinioni, fare scambio-spartiti, pubblicare propri video, formare gruppi musicali, organizzare jam session, flash mob, open mic, trasferte per i festival più importanti ma anche pic-nic musicali al parco ... e tanto altro! Il secondo obiettivo, direi il più importante, è quello di rendere l’ukulele (come tutto nella musica) un collante, uno strumento crea-amicizie: abbattere i muri invisibili che ci sono tra tutte le persone, tra chi suona e chi no o addirittura fra i musicisti stessi.
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Per questo mi piace descrivere il Bologna Ukuclub come un circolo tutt’altro che esclusivo: da chi si sente di saper suonare solo il citofono al Santana del quadricordo hawaiano. Non è importante saper suonare perfettamente l’assolo di Africa dei Toto; è importante saper ridere insieme e questo non è difficile: se sei una persona seria... Non esserlo!
GeorgeHarrison
D’altronde lo disse anche George Harrison: “Tutti dovrebbero avere e suonare un ukulele; è così facile portarlo con sé ed è uno strumento che non puoi suonare senza ridere!” Sei un ukulelista o vuoi diventarlo? Vieni a trovarci, chiedi informazioni e unisciti alla ciurma! - Facebook:
Bologna Ukuclub - Circolo dell’ukulele
- Sito internet:
bolognaukuclub.wordpress.it
- Mail:
bolognaukuclub@gmail.com Articolo scritto da: Roberto Rainò
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I VIAGGI DI UKUS IN FABULA: Jacob’s Ladder Festival (Israele) È domenica, sono le 10 del mattino, mi trovo sulla terrazza dell’Abraham Hostel di Tel Aviv, ed è qui che ho deciso di scrivere questo articolo perché ancora sento sulla pelle questa fantastica esperienza. Il nostro viaggio inizia mercoledì all’aeroporto con l’ormai consueto rituale di scambio di oggetti tra le valige per rientrare nel peso... ma signori e signore udite udite : stiamo imparando... e sono sicuro che tra non molto arriveremo al check-in preparati! In 3 ore atterriamo a Tel Aviv... giusto il tempo di capire come fare e prendiamo il treno per Haifa. Ad aspettarci ci sono due gentilissime ragazze, Paola e Yonit. La prima ci accompagna al nostro hotel, non prima di averci illustrato parte della città ed elencato i posti dove avremmo potuto mangiare un bel piatto di cucina locale. L’Hotel è nella parte alta della città con una vista panoramica mozzafiato sul porto, che spettacolo!!! Lasciati i bagagli ci dirigiamo nel ristorante che ci ha consigliato Paola, nel quale mangiamo…eccome se mangiamo… cibo locale (humus, riso con fagioli, pita, carne di agnello, vitello e chi più ne ha più ne metta!). Dopo cena facciamo un giro per i locali di Haifa, tutti pieni di giovani, e beviamo la birra locale molto diffusa, la “Gold Star”. Il mattino seguente concerto all’Istituto Italiano di Cultura con pubblico di studenti di italiano. Ovviamente suoniamo tutti i pezzi in italiano del nostro repertorio, anche a scopo didattico. Dopo il concerto mangiamo pizza e facciamo quattro chiacchiere con gli studenti...la maggior parte di loro studia l’italiano perché ha intenzione di trasferirsi in Italia per studiare medicina. Dopodiché facciamo un giro veloce, il tempo per un gelato e via... si riparte in taxi per il Jacob’s Ladder Festival. Il Festival si tiene sul lago di Tiberiade. Appena arrivati siamo stati accolti dalla squisita Yudith che con il marito organizza questo festival da più di 40 anni, forse per questo mentre ne parla traspare lo stesso amore che si prova per un figlio.
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Sarà il clima fantastico, la bellezza del lago, il calore della gente o semplicemente la distesa di tende da campeggio e di tappeti sul prato antistante il palco, che qui si respira davvero un’aria di pace e di libertà. Facciamo subito un giro tra gli stand e ci dirigiamo verso il palco dove possiamo apprezzare le band che si stanno esibendo… in particolare la potenza sonora dei “Full Trunk”, gli headliner della serata.
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Il venerdì pomeriggio inizia il nostro impegno lavorativo con il primo concerto, inizialmente previsto presso il Lawn Stage all’aperto ma spostato nell’Auditorium a causa delle condizioni climatiche. Ma lo spostamento della location non ci ha minimamente influenzato e siamo saliti sul palco carichi e vogliosi di lasciare il segno… e così è stato perché alla fine della performance il pubblico era in piedi a ballare sulle note del nostro Uku-Rock’n’Roll. Selfie finale con il pubblico e via!!! La serata continua tra jam session con gli altri artisti e scambi culturali con la gente del posto. La mattina del sabato teniamo il nostro workshop “Ukulele in a Band”, dove i partecipanti si trasformano in un ’orchestra che suona insieme a noi la nostra musica, e nel pomeriggio arriviamo al culmine… con la nostra performance sul “Peace Wood Stage”, il palco principale del Festival. Un paio di pezzi per scaldarci e poi sulle note del Medley “Beatles-Beach Boys” la gente comincia a ballare sotto al palco. L’emozione è grande, la voce diventa sempre più graffiante e la musica pompa sempre più all’unisono con il ritmo delle danze. Terminiamo il concerto come di consueto con la nostra cover di “The Wall”, al termine della quale salutiamo la gente con un inchino e regaliamo qualche collana di fiori. L’avventura del Festival è finita, salutiamo Yudith e suo marito con un grande e affettuoso abbraccio che sa di arrivederci… ma l’avventura del viaggio, quella no, non è finita. Infatti si riparte in taxi per raggiungere l’Abraham Hostel di Tel Aviv. Qui troviamo un ambiente giovane, infatti l’ostello è gestito da volontari, passiamo la prima parte della serata giocando a biliardino con i ragazzi che nel frattempo si sono radunati nel bar dell’ostello per vedere l’Eurofestival. Il tempo di fare una passeggiata per i vicoli di Tel Aviv e tornare all’ostello e sul grande schermo viene annunciato il vincitore, che è proprio il rappresentante di Israele… immaginate il delirio! Ma tutti i festeggiamenti hanno un finale, e quindi di lì a poco tutti a nanna. E’ domenica mattina, io sono qui sulla terrazza dell’Abraham Hostel di Tel Aviv, cercando di sbobinare dal mio cervello qualche concetto che racchiuda il senso di quanto abbiamo vissuto. Daniele è andato a fare un giro organizzato con tanto di guida…lui è un mattiniero! Io aspetto che Gabriele risusciti dal letto e penso che ci faremo un giro per la città prima di tornare tutti insieme all’aeroporto nel pomeriggio.
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Credo che porterò sempre nel cuore questa fantastica esperienza israeliana, cosÏ come sono certo che gli Ukus in Fabula abbiano lasciato l’impronta della loro musica in Israele. E tra due settimane si va in Austria, restate sintonizzati!!! Articolo scritto da: Claudio Borrelli
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UKULELE: Dove acquistare? Mi capita spesso di vedere su Internet, nei vari gruppi, persone che si approcciano all’ukulele senza saperne nulla e dicono che il loro primo ukulele l’hanno acquistato su Amazon o il sito tedesco Thomman. Ora, in questo articolo non voglio entrare nello specifico di che marca di ukulele acquistare (ve ne sono tanti entry level di buona fattura che possono andar bene anche per qualcosina in più dello strimpellare sul divano, per esempio: Mahilele, Kala ed Islander, quest’ultima è una sottomarca della Kanile’a che mantiene la qualità di un buon ukulele ad un prezzo più abbordabile, solo per dirne alcuni rimanendo al massimo sui 100 euro. Poi se uno non è proprio sicuro che gli piacerà suonare questo strumento allora gli consiglio di iniziare con un Mahimahi Yellow, piccola spesa buona resa considerato che non ho mai sentito una persona che ha preso questo strumento lamentarsi. E considerato che prima o poi si avrà voglia di qualcosa di diverso da esso). Ma ho già divagato troppo, la domanda che mi e vi faccio in questo articolo è: dove posso comprare un ukulele per iniziare?
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Io non ho nulla contro i siti appena citati, ma vi sconsiglio altamente di acquistare ukulele da loro. Voi vi starete chiedendo il perchè, la risposta è semplice: non avrete mai un’ assistenza paragonabile a quella che avreste se invece acquistate in Italia e comunque non controllano se gli strumenti hanno difetti, come invece fanno nei posti che vi segnalo di seguito. So benissimo che la maggior parte dei negozi di musica non se ne intendono molto di ukulele e non hanno una grande scelta, ma se si sa dove andare le cose migliorano di molto. Il primo posto che vi consiglio è il Mercatino dell’ukulele, dove potrete andare direttamente da loro a Cresole, in provincia di Vicenza (contattandoli prima perchè per visitare il magazzino ci vuole l’appuntamento) ed acquistare di persona, oppure acquistare online a questo sito: https://mercatinodellukulele.it/index.php?lang=it
Anche acquistando online avete la sicurezza di farlo attraverso un sito serio, con persone competenti e disponibili, potendo anche prima contattare loro e chiedere informazioni prima dell’acquisto per fugare ogni vostro dubbio. Lo posso dire con sicurezza perchè li ho conosciuti personalmente e ho potuto toccare con mano quel che vi sto scrivendo. Capisco anche che non tutti si possono permettere di andare sul luogo e vorrebbero comunque prima provare alcuni strumenti, per questo il Mercatino dell’ukulele ha creato una piccola rete di negozi in cui potete trovare i loro prodotti. Tali negozi sono: Menichini Musica via A. Vannucci, 30 - Galleria Nazionale cap 51100 Pistoia Borsari Strumenti Musicali S.r.l. Via Giuseppe Massarenti, 6 - cap 40138 - Bologna
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Music Store Via Brigata Partigiana Ugo Muccini, 67 - cap 19038 - Sarzana (SP) InQuadro Via Alberto Ascari, 255 - cap 00142 Roma Antica Ukuleleria Viale del lavoro, 2 - 37023 - Grezzana (VERONA) Fatemi dire ancora due parole sull’Antica Ukuleleria, anche questo negozio vi consiglio vivamente di andarlo a visitare, magari approfittando di una vacanza se vivete lontani, perchè non vi sono solo ukulele del Mercatino, ma il ragazzo proprietario di questa attività, Marco Todeschini, è anche un ottimo liutaio che ha creato la sua linea di ukulele. E vi assicuro che sono tutti di ottima qualità. Spero con questo articolo di aver convinto i neofiti ad acquistare in Italia dandovi validissime alternative ad Amazon, e magari aver convinto anche chi ancora aveva qualche dubbio.
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Intorno all’Ukulele Uno strumento aperto al mare La versatilità dell’ukulele è ormai un dato di fatto. Abbiamo in tutto il mondo esempi di come le 4 corde dell’ukulele siano state usate per realizzare qualsiasi genere musicale: dal pop al rock, dal latin al jazz e cosi via. L’ukulele ha saputo infatti assimilare un po’ tutti gli stili musicali sia riproducendo il repertorio più tradizionale che affrontando brani di nuova invenzione. Ormai la definizione di ukulele come strumento hawaiano non rappresenta più la fotografia esatta di questo fenomeno musicale in quanto rischia di escludere proprio le produzioni più recenti, debitrici di altre culture che appunto non hanno molto a che vedere con l’aggettivo “hawaiano”. Eppure la musica delle isole Hawaii ha una ricchezza di espressioni che non si limita a quanto ci fanno credere gli stereotipi culturali da cui spesso siamo condizionati. In questo senso l’ascolto della puntata MUSICS OF HAWAII http://www.intornoallukulele.it/2017/05/25/puntata-12-del-3-maggio-2017/ vi aprirà un mondo musicale in cui influenze orientali, europee e latinoamericane si fondono e confondono con le origini polinesiani dei primi abitanti delle isole. Si sa che la gente di mare è straordinariamente aperta a contatti e contaminazioni e l’ukulele segue queste orme aprendosi, accogliendo e trasformandosi. La sua storia passata e recente ne è la dimostrazione. Sono ormai trascorsi cento anni da quel lontano 1915 quando i primi ukulelisti giunsero a san Francisco per la Esposizione Internazionale Panama - Pacifico e presentarono una musica e una danza così curiosa e ricca di fascino per lo sguardo e per le orecchie dei visitatori giunti da ogni parte del mondo. Da quell’evento cosi importante nella storia di uno strumento ancora giovane, moltissima musica è stata creata al punto che é impegnativo averne una conoscenza completa. La storia dell’ukulele risulta ancora troppo poco conosciuta anche dagli stessi appassionati della pulce che salta, spesso attirati dai nomi più visionati su youtube che rispondono a logiche fuorvianti per chi ritiene che la cultura non si basa su click o “mi piace”, tanto meno su logiche commerciali.
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Vi propongo quindi l’ ascolto di alcune puntate tematiche di INTORNO ALL’UKULELE, ad oggi, è proprio il caso di dirlo, l’unica trasmissione radiofonica italiana interamente dedicata all’ukulele. Se siete interessati al blues vi suggerisco di ascoltare HULA BLUES http://www.intornoallukulele.it/2017/06/29/puntata-n-17-del-7-giugno-2017/ perché non vi potete perdere il fascino della voce e dello strumming di Lewis Rabbit Muse e di Victoria Spivey. Se siete amanti del jazz nelle sue forme più eleganti non posso che consigliarvi l’ascolto di OMAGGIO A LYLE RITZ, http://www.intornoallukulele.it/2017/05/11/puntata-10-del-19-aprile-2017/ panoramica sul padre dell’ukulele jazz, ma anche di LIVIN’ IT LIVE, http://www.intornoallukulele.it/2018/05/10/puntata-n-48-del-11-aprile-2018/ album di un altro grande jazzista recentemente scomparso, Bill Tapia. Tornando in Europa non mi perderei BEATLESMANIA, http://www.intornoallukulele.it/2017/09/04/puntata-n-21-del-5-luglio-2017/ con ospite Fabio Koriu Calabrò che sull’argomento ha una conoscenza non comune avendo tradotto e trascritto per le quattro corde molte canzoni del quartetto di Liverpool. Se siete rockettari vi propongo NON SOLO ROCK, http://www.intornoallukulele.it/2018/05/05/3746/ puntata registrata in collaborazione con Bruno Brunelli, collega di Deejayfox Radio Station nella quale abbiamo proposto ascolti di Amanda Palmer, Queen e Tiny Tim.
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A quest’ultimo inoltre è stata dedicata una puntata specifica GOD BLESS TINY TIM, http://www.intornoallukulele.it/2018/04/19/puntata-n-46-del-28-marzo-2018/ sull’omonimo album dell’artista statunitense, ancora tutto da scoprire e rivalutare andando oltre quegli aspetti eccentrici che lo resero famoso. Se vi interessa capire come il repertorio cosiddetto classico sia stato realizzato con sole quattro corde vi segnalo la doppia puntata di LA MUSICA CLASSICA NELL’UKULELE http://www.intornoallukulele.it/2017/05/04/puntata-09-del-12-aprile-2017/ http://www.intornoallukulele.it/2018/01/11/3598/ con incredibili trascrizioni di brani pianistici ed orchestrali. Insomma, ce n’è per tutti i gusti nel podcast di www.intornoallukulele.it in cui potete andare a curiosare per conoscere tanti piccoli mondi che fanno dell’ukulele uno strumento di mare, sempre aperto a contatti e contaminazioni.
Articolo scritto da: Davide Donelli di INTORNO ALL’UKULELE www.intornoallukulele.it
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STORIA DELLA MUSICA Una visione filosofica della musica Per i filosofi dell’antica Grecia come Pitagora, Platone ed Aristotele, la musica era essenziale per conoscere meglio la natura dell’universo stesso, per questo le riservarono un ruolo prominente nell’educazione. Pitagora di Samo visse tra il 570 e il 493 a.C. circa ed è considerato il primo filosofo greco a ritenere la musica importante nell’universo.
Pitagora
Si dice, ma la si può chiamare leggenda perchè non si hanno notizie certe a riguardo, che Pitagora fosse incuriosito dai suoni di varie altezze che venivano prodotti da un fabbro grazie a martelli di dimensioni varie. Da qui partì la sua curiosità di provare su uno strumento ad una sola corda, studiò il rapporto fra l’altezza di una note e la lunghezza della corda che la produceva; grazie a ciò stabilì i rapporti numerici fra le note e fece le prime ipotesi della loro influenza sull’armonia musi-
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cale. Arrivò, in base alle proprie teorie matematiche, ad immaginare una possibile relazione matematica tra corpi celesti. All’epoca nella cosmologia greca si credeva che l’universo fosse formato da una serie di sfere, con la Terra al centro. Ogni pianeta e stella fissa ritenevano che ci fosse una sfera, Pitagora pensava che tra queste sfere esistesse un rapporto numerico, corrispondente all’armonia musicale. Secondo lui queste sfere in movimento creavano un suono impercettibile all’orecchio umano e che lui chiamava “musica delle sfere”. Questo lo riteneva un segno dell’armonia fondamentale dell’universo. Nella civiltà greca antica la musica e l’astronomia rimasero sempre unite. Ma Platone che visse tra il 423 e il 348 a.C. e Aristotele che visse tra il 384 e il 322 a.C., che erano i maggiori filosofi greci del IV secolo a.C., erano più interessati all’effetto della musica sul carattere dell’ascoltatore. Platone addirittura credeva che fosse essenziale un’esecuzione musicale formale per la stabilità dello Stato e che eventuali innovazioni potessero destabilizzare le convenzioni politiche e sociali.
Platone
Riteneva non si dovesse giudicare un’esecuzione musicale in base al gradimento, ma pensava che lo scopo della musica non fosse di dare piacere irrazionale, ma fornire armonia ed ordine all’anima. Era convinto che i governanti dovessero essere contro uomini di ingegno primitivo perchè ignoranti di ciò che è giusto e legittimo e a favore della tradizione musicale. In più sosteneva che per diventare governanti dello Stato ideale dovessero ascoltare solo musica che stimolasse il coraggio e la moderazione.
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Aristotele aveva un’idea leggermente diversa, anche lui pensava che la buona musica migliorasse le facoltà morali umane e che la cattiva le corrompesse, ma appoggiava anche il lato gioioso della musica e sosteneva che il suo scopo fosse istruire, divertire o colmare il tempo libero di chi non lavorava e viveva in riposo.
Aristotele
Aristosseno, allievo di Aristotele, essendo più esperto dei suoi predecessori aveva un punto di vista diverso sul modo di conoscere la musica. Egli pensava che l’unico modo per conoscerla fosse ascoltarla e memorizzarla e ne basava la comprensione sull’oggettività dell’orecchio. Tolomeo diede alla teoria musica l’ultimo contributo greco, essendo lui grande pen-
Musica delle sfere
satore che visse nel II secolo d.C. nel porto di Alessandria. Cercò di unire, conciliare lo studio basato sulla matematica fatto da Pitagora con quello di Aristosseno fondato sull’esperienza. Riuscì anche ad ampliare la “musica delle sfere “ di Pitagora in un sistema di collegamenti fra armonia musicale, astronomia e astrologia. (fonti: “Musica: la storia illustrata” - di Henry Wadsworth Longfellow)
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STORIA DELL’UKULELE La pulce saltellante Ci sono molte teorie su come l’ukulele ha preso il nome. Le due storie più circolate includono una su un ufficiale dell’esercito inglese, Edward Purvis, che arrivò alle Hawaii nel 1879. Purvis era un musicista di talento che divenne piuttosto abile a interpretare il machete, e dopo essere stato nominato assistente Chamberlain alla corte del re David Kalakaua, spesso intratteneva la corte. Poiché era piccolo e vivace (al contrario delle persone marcatamente più grandi hawaiane), fu soprannominato “Ukulele”, che in hawaiano significa “pulce saltellante” (tradotto anche come “pulce che rimbalza” e “pulce che salta”). Una teoria suggerisce che il soprannome di Purvis si sia semplicemente “trasferito” allo strumento che amava suonare. Una teoria più letterale paragona le dita di un musicista esperto che vola agilmente su e giù per la tastiera del machete fino al movimento di “saltare come le pulci”. La regina Lili’uokalani non si è preoccupata di questa interpretazione. Preferiva una traduzione più poetica della parola hawaiana uku come “il dono” e lele “a venire”, riferendosi al modo in cui questo strumento a lei caro era venuto dal Portogallo alle Hawaii (ovviamente la parola hawaiana “uku” ha più significati). Mentre ci sono molte spiegazioni possibili sulla genesi del nome dell’ukulele, è importante notare che esiste una sola pronuncia corretta alle Hawaii: “oo-koo-le-le”.
Edward W. Purvis
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Una profezia Nel 1850, John A. Dix, un senatore degli Stati Uniti di New York, pubblicò un libro dal titolo: Un inverno a Madeira e un’ estate in Spagna e Firenze. In questo libro Dix descrive la “machête de braga”, l’antenato portoghese dell’ukulele, in questo modo: “È un’invenzione dell’isola, e un’invenzione della quale l’isola non ha grandi motivi per esserne orgogliosa. suonato da solo non è niente di speciale, ma nelle strade di notte, con una chitarra o violino d’accompagnamento, è molto carino.“ Dix prosegue affermando che, nonostante alcuni bravi musicisti locali, non può fare a meno di pensare a quanto sarebbe meglio che suonassero una chitarra “a tutti gli effetti uno strumento migliore”. Conclude dicendo: “E’ improbabile che il machete possa avere successo fuori da Madeira”. Quanto si sbagliava!
Come lo scrivi L’ortografia più comune e preferita è “ukulele”. Questo anche nel composto esatto delle due parole hawaiane che lo hanno creato: ‘uku - pulce; lele- saltellante. Un’altra ortografia è l’ukalele. Questa variazione potrebbe aver avuto origine dalla combinazione di ‘uke, come una forma di’ ukeke ‘, l’antico strumento musicale a due o tre corde hawaiane (non diversamente dall’arpa ebrea), e, ancora una volta, il lele che salta. Un’altra possibilità per il secondo spelling è la confusione creata come risultato di due pezzi di spartiti del 1915 e 1916 - “Quando Old Bill Bailey suona l’ukulele” e “That Ukalele Band”.
(fonti: “The ukulele: a visual history” - di Jim Beloff)
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LA PAROLA AGLI ARTISTI: Blue Parrots - parte 2 L’idea nasce circa due anni fa. Flavia, già contrabbassista con una lunga esperienza, impegnata in diversi progetti, incluse lunghe lunghe tournée in Italia e Europa, suonava anche il banjo. Io, alla voce e ukulele, con il mio progetto Frances’Follies&Strings, mi esibivo nei circuiti del jazz romano, nei jazz festival nazionali e internazionali...Dunque abbiamo pensato di unire le nostre energie per intraprendere un nuovo percorso. Il banjo e l’ukulele sono strumenti tipici di un’epoca, del jazz, blues e folk americano, un bel connubio, per me e Flavia, per esplorare territori musicali nuovi, sempre nel rispetto della tradizione. Abbiamo suonato con il duo al Blues Open Cafè di Cerveteri, al Gatsby Cafè, Pentagrappolo, Caramella, a Roma. Il 2 Giugno saremo al Sabina Jazz Festival a Bocchignano, in Sabina.
Francesca Biagi: Voce, Ukulele Flavia Ostini: Contrabbasso, Voce, Banjo
Articolo scritto da: Francesca Biagi
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VIVA LA MUSICA UKULELE, MUSICA E BAMBINI Questa rubrica si chiama VIVA la musica. Per questo mese non viene gestita da Valentina e neanche da Viviana, ma da un’altra persona molto famosa nel mondo dell’ukulele: Danilo Vignola! E’ nato a Tricase, in provincia di Lecce, ma risiede a Genzano di Lucania (Potenza), il migliore suonatore di ukulele elettrico al mondo! Laureato in Lingue e Letterature Straniere e fa il musicista. Suona l’ukulele, uno strumento a quattro corde, scoperto per caso in Spagna, dove è stato per un anno. I disegni presenti nella lezione sono tutti fatti da lui, un artista completo!
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viva la musica
Stile Mediterraneo: il Rasgueo Mano destra: Raccogliamo l’indice nel pollice come se stessimo giocando a biglie, in questo modo:
Ora, immaginando di poter vedere l’ukulele da dietro, sganciamo l’indice dal pollice in giù, con forza: un colpo di frusta secco e deciso, tenendo ben saldo il pollice sulla corda SOL (che è la corda più vicino al vostro viso quando imbracciate un ukulele e che, per ora, non suonerà). In questo modo:
viva la musica
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Con l’indice in giÚ abbiamo ottenuto il primo ottavo del nostro ritmo ora, per ottenere il secondo ottavo, tiriamo in su l’indice sfregando, con un altro colpo secco e deciso, il polpastrello sulle corde. In questo modo, mantendendo sempre il pollice sulla corda SOL:
Mano sinistra: Accordo di DO maggiore. Anulare sul terzo tasto della prima corda:
viva la musica
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Ora coordiniamo la mano sinistra con la mano destra componendo un tempo in 4/4 dunque, tenendo l’accordo di DO maggiore ripetiamo per 4 volte l’esercizio precedente con la mano destra, dove freccia in su significa indice in giù e freccia in giù significa indice in su:
Mantenere un colpo secco e deciso come colpi di frusta per ottenere un suono mediterraneo.
Facciamo la stessa cosa con l’accordo di SOL maggiore, mano sinistra: Indice secondo tasto terza corda Medio secondo tasto prima corda Anulare terzo tasto seconda corda
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Come per l’accordo di DO maggiore coordiniamo le mani componendo un tempo di 4/4 di DO (in una scala di Do maggiore il Do è chiamato anche Tonica, ma solo in una scala di Do maggiore) con quello di SOL (sempre e solo in una scala di Do maggiore il SOL è chiamato anche Dominante) uno per ogni battuta di 4/4
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EVENTI UKULELISTICI Prossimi mesi
Qui di seguito vengono inseriti locandine o date di eventi, di cui avrò notizia, che si svolgeranno nell’arco di tempo che va da un’uscita e l’altra de La Pulce. Eventi che mi segnalano gli organizzatori, cioè voi lettori. Visto che ritengo ogni iniziativa, volta a far conoscere l’ukulele, degna di essere quanto meno menzionata, ricordata... Vi ricordo dell’esistenza di una trasmissione radiofonica dal titolo INTORNO ALL’UKULELE..... di cui ho avuto l’onore di essere ospite. La mail per i contatti è:
lukulele@deejayfoxradio.com
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Vi voglio anche segnalare un’altra iniziativa molto importante per la divulgazione dell’ukulele. E’ nato il sito Internet di UKULELE CLUB ARPAMAGICA! Lo potete trovare qui: http://www.ukuleleclub.it/
Ci potrete trovare notizie, foto, canzoni da poter suonare con il nostro amato strumento. Se siete anche su Facebook, cercando “Ukulele Club - Arpamagica” si trova la pagina inerente al sito, se invece lo cercate in questo modo “Ukulele Club Arpamagica” si trova la pagina del gruppo che ha creato tutto ciò.
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La pulce
ukulele in italia piccolo notiziario sul mondo dell'ukulele visto con gli occhi di due appassionate blogger
Se vuoi collaborare con noi, chiederci approfondimenti o semplicemente saperne di piĂš scrivici a: lapulce.ukuleleinitalia@gmail.com NUMERO 13 - LUGLIO 2018