LA RIVISTA DELLA BADANTE N. 2 201309

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numero 2 • settembre 2013

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Appunti Animazione a domicilio: idee e spunti per attività insieme

Gli Speciali Chi bada alle badanti?

Badanti molto più che

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Con le schede staccabili sulla GESTIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO La Rivista della Badante Settembre 2013

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la prima rete nazionale di assistenza domiciliare

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chiamaci quando vuoi, Rispondiamo sempRe! 2 La Rivista della Badante Settembre 2013


Numero 2 settembre 2013

Punti di vista

L'editoriale

È

trascorso qualche mese da quando abbiamo presentato il primo numero de “La Rivista della Badante”. 10.000 erano le copie che abbiamo distribuito in tutta Italia. Le richieste per ricevere gratuitamente il nostro magazine sono state maggiori di quello che avevamo immaginato e nel giro di qualche settimana abbiamo esaurito tutte le riviste. Adesso presentiamo il nuovo numero ricco come sempre di informazioni, consigli e approfondimenti sull'assistenza famigliare.

La rivista piace e tante sono state le famiglie e le badanti che hanno apprezzato questa iniziativa editoriale. Probabilmente ce n’era bisogno. Probabilmente parlare di assistenti famigliari, di anziani e di famiglie e descrivere come funziona o come far funzionare il rapporto tra di loro era un qualcosa che mancava. Come selezionare una badante, come inserirla in famiglia, quali sono le sue mansioni ma non solo. Nella rivista parliamo anche di nutrizione, di economia domestica, di fisioterapia, di come regolarizzare le badanti, di fisco e di previdenza.

Soprattutto i messaggi che “La Rivista della Badante” vuole trasferire alle proprie lettrici e ai propri lettori si possono riassumere in tre punti fondamentali 1) la famiglia (allargata anche alla badante) è ancora un valore fondamentale della nostra società e soprattutto in un momento economico come quello che stiamo vivendo rappresenta oggi più che mai un punto di riferimento per tutti noi 2) che è possibile diventare anziani senza sentirsi vecchi e che se gli anni passano, con l’aiuto di un’assistente famigliare e con opportuni accorgimenti, possiamo comunque sentirci vivi e partecipi della comunità senza necessariamente sentirci “di impaccio” per chi ci sta vicino 3) che è sull’informazioni, sulla cultura e sulla reciproca comprensione che una società moderna può costruire un futuro migliore ed essere proiettata agli anni che verranno con maggiore slancio.

a Buona lettur

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BADANTI

molto più che 2.0 "di famiglia"

società

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igliaia di anziani in Italia sono “accuditi” da persone che non sono loro familiari. Sono nella quasi totalità donne straniere immigrate extracomunitarie.Vengono impiegate, alle dipendenze dei loro assistiti o dai familiari di questi, in lavoro di cura agli anziani e, in misura minore, ai bambini. Nel nostro caso intendiamo riferirci però ad attività lavorative riconducibili all’ambito dell’assistenza domiciliare alla persona, per lo più anziana e non autosufficiente. Si occupano degli anziani, spesso convivendo con loro, anche se in molti casi li assistono anche nelle strutture di ricovero. Le chiamano "badanti". E così, volutamente anche se il

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termine non ci piace, continueremo a chiamarle. Così come ci riferiremo a queste lavoratrici parlandone come se fossero tutte donne straniere, anche se sappiamo bene che una quota di questo lavoro è svolta da uomini stranieri (spesso i loro stessi conviventi, figli, ecc.) e da donne e uomini italiani. Dal punto di vista normativo e contrattuale, le definizioni per queste lavoratrici sono almeno due: “Assistenti Familiari” (la Legge 189/2002, che ha disposto la regolarizzazione dei lavoratori immigrati, le definisce così) e “Colf ” (figura prevista dal Contratto del Commercio e Servizi). Il termine “Badante” riassume, spesso e impropriamente, questi due termini. Il fenomeno riguarda il welfare, il mercato del lavoro, la


famiglia. Stiamo parlando di un fenomeno che riguarda, contemporaneamente, i servizi di cura alla persona e quindi il welfare, la famiglia e le sue trasformazioni, l’immigrazione e il mercato del lavoro.

di donne nel mercato del lavoro, ha causato il venir meno del tradizionale ammortizzatore sociale: la Famiglia, che garantiva anche il lavoro di cura, essenzialmente grazie al lavoro domestico svolto dalle donne.

La domanda di assistenza e di cura alla persona non è destinata a diminuire, anzi aumenterà ancora per molto tempo, al pari dell’aumento vertiginoso della popolazione anziana e della quota di persone non autosufficienti. L’assistenza familiare quindi risponde, ai bisogni di conciliazione tra tempi di vita e tempi di cura delle famiglie, e in particolare delle donne su cui, per lo più, gravano i carichi di cura, inoltre, la trasformazione della composizione della famiglia e l’ingresso

Il sistema di welfare si deve quindi adeguare a queste trasformazioni.Va detto che le strutture di ricovero per gli anziani non autosufficienti, sono una risposta inadeguata e troppo costosa, anche perché la grande maggioranza delle persone rifiuta l’istituzionalizzazione e preferisce, pure in condizioni di precarietà fisica, continuare a vivere nel proprio domicilio e nel proprio ambiente di vita e di relazione sociale. Il fenomeno delle “badanti” in passato è stato alimentato da

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BADANTI Molto più che di famiglia

una maggiore disponibilità di reddito, soprattutto in alcune aree del paese. Ciò aveva permesso agli anziani e ai loro familiari di accedere a un “mercato”, quelle delle Colf, un tempo appannaggio solo delle famiglie più agiate. Ultimamente si assiste invece ad un altro fenomeno: vi è una sorta di dietrofront dovuto alla crisi economica che sta riducendo i consumi delle famiglie e che non sembra affatto essere passeggera. La famiglia del terzo millennio non ha più le risorse e la struttura di quella patriarcale, dove le braccia dei nipoti erano la pensione dei nonni. Ora i figli grandi sono anche loro da assistere. E la badante potrà anche somigliare a un familiare supplente, però la devi pagare. è un mercato sociale Quello che si è formato è però un “mercato sociale”, un luogo di incontro tra domanda e offerta di lavoro molto particolare. Possiamo parlare di “mercato” perché questo lavoro si è strutturato al di fuori del sistema di welfare (anche se inizia a interagire con esso) e perché c’è una domanda privata (le famiglie) che acquista le prestazioni direttamente da un’offerta (lavoratrici badanti). Mercato “sociale” perché la natura della prestazione è prevalentemente di tipo assistenziale. è un mercato fortemente invaso da lavoro irregolare, non retribuito né regolato secondo quanto previsto dai Contratti e dalle Leggi. Che lavoro è Alcune ricerche e, soprattutto, indagini empiriche presso gli Uffici immigrati, disegnano i tratti di questo rapporto di lavoro: · Retribuzione media di fatto 600/800 euro mese netta (per le conviventi). Per le altre tipologie di rapporto di lavoro: vedi tabelle salario/orario, anche se spesso i contratti di fatto sono difformi da quelli “ufficiali” ma molto variabile perché è oggetto di contrattazione individuale. · Contributi INPS quando ci sono, versati per 24 ore settimanali (quindi ben al di sotto dell’orario reale); · Orari giornalieri, per le conviventi, di fatto ben oltre le dieci ore, con disponibilità all’assistenza notturna. · Rapporti di lavoro con due, tre anche quattro assistiti in case diverse: questo accade per le badanti non conviventi (ma ci sono conviventi che nel poco tempo libero lavorano come stiratrici, baby sitter o in altro ambito domestico). · Ferie e riposi spesso non goduti e quasi mai monetizzati. · Orientamento e inserimento nel lavoro. In verità l’orientamento e l’inserimento nel lavoro è avvenuto in gran parte per canali informali. Per i “nuovi arrivati” avviene grazie al rapporto con altri immigrati che si scambiano informazioni sulle occasioni di lavoro. In altri casi ancora il lavoro si trova tramite le associazioni di volontariato che accolgono e orientano al lavoro anche clandestini. Condizioni di lavoro influenzate da: • difficoltà di comunicazione: ad esempio scarsa conoscenza della lingua italiana (per le straniere ovviamente); • culture, usi, abitudini, persino alimentari, diverse; • asimmetria delle aspettative: la famiglia ha bisogno di un assistenza stabile e duratura, invece la badante è spesso un lavoratore “in transito”, che considera questa esperienza una tappa del suo percorso di vita e di lavoro; oppure ferie

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«Boom di badanti nelle case degli italiani: sono 1 milione 655mila, +53% in dieci anni. Nel 2030 ne serviranno 500mila in più. La spesa media per le famiglie è di 667 euro al mese. Ma con la crisi oltre la metà dei bilanci familiari non tiene più. E nel 15% dei casi è prevedibile che un componente della famiglia lasci il lavoro per assistere un congiunto». Ricerca realizzata dal Censis e dall'Ismu per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali maggio 2013

e riposi cui la badante ha diritto vengono vissuti come un “abbandono” ; • convivenza forzata: sovente l’anziano fatica ad accettare un “estraneo” in casa propria; • scambio di ruolo: la convivenza, il rapporto di intimità e di condivisone delle difficoltà quotidiane tra badante e assistito possono generare “confusioni” di ruolo, attribuendo alla badante, anziché ai familiari dell’assistito un ruolo affettivo che è di difficile gestione. • Nessun rapporto con i servizi di welfare: Sono ancora pochi gli interventi da parte del sistema pubblico (Regioni e Comuni) per orientare le famiglie e inserire questo tipo di assistenza nella rete dei servizi (dall’accreditamento al controllo). Alcune Regioni (Emilia Romagna e Veneto dopo accordi sindacali) hanno avviato una serie di interventi, che si è però limitata all’erogazione di contributi economici “buoni” per le famiglie che assistono persone avvalendosi delle “badanti”. è evidente che si tratta di un fenomeno complesso, che necessita di interventi che riguardano le politiche di welfare, sul mercato del lavoro e sull’immigrazione. A che cosa è attribuita l’assenza di un regolare contratto di lavoro? Secondo una ricerca di Inps e Caritas sull’immigrazione e la collaborazione domestica su oltre 600.000 colf regolarmente iscritte all’Istituto di previdenza (500.000 delle quali extracomunitarie) le badanti ucraine hanno raggiunto quota 100.000 a fronte di appena 47.000 filippine. Più di 8 assistenti su 10 dichiarano di trovarsi in una situazione di irregolarità contrattuale a causa dell’indisponibilità del datore di lavoro. Gli oneri contributivi a carico del datore di lavoro costituiscono nel contratto colf l’ostacolo più rilevante all’emersione dal mercato nero. Prendiamo il caso di un’assistente regolarmente impiegata, non formata (categoria CS), coresidente a tempo pieno: il suo costo si aggira intorno ai 14.000 euro annui. Ai quali bisogna aggiungere il costo del vitto e dell’alloggio, il trattamento di fine rapporto e la gestione delle pratiche amministrative del contratto, che possiamo stimare in 3.600 euro annui. Il costo annuo sfiora così i 18.000 euro, che corrispondono a 1.400 euro mensili, a cui vanno aggiunte le spese per l’eventuale sostituzione durante l’assenza dell’assistente per riposo, malattia o ferie. Fra le assistenti prive di un contratto, il 22 per cento dichiara di non volerlo affatto. Le altre imputano l’assenza di un contratto alla volontà del datore di lavoro, molte spiegano che ciò è dovuto principalmente ai costi dell’assunzione, poi al numero di ore lavorate considerate troppo poche per l’assunzione, quindi al timore che l’assistente regolarizzata possa portare a rivendicazioni sindacali. Un aspetto che caratterizza le nuove assistenti familiari è il fatto di arrivare in Italia più consapevoli e determinate a fare il lavoro di cura: il 69 per cento delle donne immigrate negli ultimi tre anni è venuta a lavorare nel nostro paese sapendo che avrebbe assistito anziani non autosufficienti, contro il 45 per cento delle più anziane in servizio

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COSA DEVE FARE UNA BADANTE i t n a d a b e l r e p o i r il mansiona

La badante ha come obiettivo principale la cura delle persone, attività di tipo assistenziale e come obiettivo secondario la cura degli ambienti in cui l’assistito vive: la pulizia degli ambienti, la preparazione dei pasti, ecc. definire il ruolo di assistente famigliare e delle mansioni da svolgere fin dall'inizio aiuta a costruire un rapporto corretto e una collaborazione serena

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Quali sono i compiti della badante in casa

L

a badante si occupa essenzialmente della cura della persona che gli è data in affidamento. Solitamente per le badanti conviventi, l'assistito è anche non autosufficiente, quindi va seguito tutta la giornata per permettergli di fare le cose che prima faceva e ora non riesce più a fare. Ovviamente la badante è tenuta a sbrigare il minimo di faccende domestiche che consentano alla casa di essere in ordine e vivibile dall'assistito.Vale lo stesso discorso per la preparazione dei pasti, e la stiratura delle cose dell'assistito. È bene definire subito compiti e mansioni in modo preciso. Ci saranno ore dedicate al riposo e ai pasti che dovranno essere preparati secondo criteri utili all'assistito. Ci saranno medicine ed eventualmente controlli da fare sull'assistito, febbre, pressione, ecc. Ci saranno pannoloni da mettere o altri ausili. Non sono operazioni obbligatorie per nessuno. Ovviamente tra una badante che non sa misurare la febbre e una che lo saprà fare, il datore di lavoro opterà per

l'assunzione di quella più preparata e più disponibile. Molto importante e non da sottovalutare è che la badante comprenda bene, legga e scriva l'italiano. In caso di malore, spiegare al personale del 118 la situazione sarà meno complesso. La badante deve avere ben chiaro dove lavora (via, città numero civico, numero di telefono). In caso di richiesta di ambulanza deve sapere dare indicazioni precise. Con un non autosufficiente, la casa cambia un po' fisionomia. Bisogna eliminare il più possibile barriere architettoniche, potrebbe servire un letto con sbarre, un montascale, una mini palestra per tenere attivo corpo e mente. Occorre avere un posto dove lasciare le mansioni della settimana. Il menu settimanale, i valori di pressione e anche se sembra di poca importanza, la regolarità nell'andare al gabinetto va tenuta sotto controllo. Quello è l'unico metro di misura che l'anziano ha del suo stato di salute. Di seguito elenchiamo dieci cose che non possono prescindere dalle mansioni che deve svolgere la badante.

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il mansionario per le badanti

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Informarsi bene sulla cura che deve seguire il proprio assistito Chiedere al medico e alla famiglia di spiegare bene (comprendere) la cura e se si hanno dubbi porre fin dall’inizio domande: che effetti ha, quali sono i rischi che comporta, come seguirla, quali attività si possono fare e quelle da non fare, cosa osservare per capire se tutto procede al meglio. Se non si notano miglioramenti oppure il vostro assistito avverte dolori, informare il medico o l’infermiere.

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Prestare attenzione a come assumere le medicine Somministrare (far prendere) solo le medicine prescritte e negli orari e nelle dosi che vi è stato detto. Per sicurezza lo scrivo in un foglio che verrà tenuto di fianco ai farmaci.

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Se dopo che sono state somministrate vengono notate reazioni inattese, avverto subito il medico o l’infermiere. Conservare le medicine dove e come mi è stato consigliato, e se ho dei dubbi chiedo all’infermiere e a la medico. Qualunque altro tipo di farmaco da banco, prodotti erboristici, fitoterapici e integratori vanno presi dopo aver consultato il medico.

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Mantenere correttamente ausili e attrezzature sanitarie Devo assicurarmi che tutti gli ausili e le attrezzature sanitarie del mio assistito siano sempre puliti e funzionanti in modo corretto. Chiedo all’infermiere o al medico come usarli e preservarli correttamente, quali problemi possono presentarsi e come gestirli.


Misure ig ieniche d ell’ambie • Mantene nte re la stanza pulita e sem • Eliminare pre in ordin dalla stanza e; su tappeti, ec ppellettili in c.; utili, • Mantene re in perfett o ordine tu occorra al m tto quanto alato per la sua condiz se non in vi ione, meglio sta; • Togliere d alla stanza, ra p è sporco: m idamente, tu ateriale di m tto ciò che edicazione , rifiuti, ecc. Misure ig ieniche d ella • Occuparsi rigorosamen badante te della pro personale; pria igiene • Evitare pro fumi, anelli, g • Lavarsi le ioielli, bracc mani non co iali; n movimen dall’alto ve ti rotatori, m rso il basso a

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Prestare attenzione all’abbigliamento e alla condizione ambientale Sarebbe opportuno in casa togliere i tappeti e non fare usare al proprio assistito ciabatte, per evitare di inciampare o scivolare.Tengo con me una torcia elettrica o una lampadina tascabile per ogni emergenza. Chiedo all’infermiere ogni quanto devo cambiare la biancheria nel caso di particolari necessità e ogni quanto devo cambiare posizione all’assistito per evitare la formazione di piaghe nel caso fosse allettato. È buona norma poi tenere la temperatura ambientale costante e far usare un abbigliamento idoneo alle condizioni di salute.

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Informarsi sulla salute di coloro che vengono a trovare l’assistito Raccomandare a parenti e amici di non venire a trovare l’assistito se hanno qualche malattia che può essere trasmessa (per esempio influenza) perché potrebbe nuocergli.

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Far mantenere abitudini di vita corrette Promuovere un’alimentazione adeguata (chiedendo al medico o all’infermiere in caso cosa può mangiare), farlo muovere nel limite delle possibilità e stimolarlo a mantenere il più possibile i rapporti con le persone del suo ambiente evitando abitudini nocive (mangiare in continuazione, fumo, alcool, ecc.)

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Lavarsi sempre le mani è una buona norma Per evitare le infezioni, mi lavo sempre le mani prima e dopo il cambio di medicazioni (cerotti, bende e altri strumenti). Se non lo hanno già fatto non devo aver paura di ricordare anche al medico e agli operatori sanitari di lavarsi le mani prima di visitare il mio assistito o di fare altre prestazioni assistenziali. Tenere in ordine e a portata di mano i documenti dell’assistito Tengo a portata di mano i documenti che riguardano la malattia del mio assistito per la consultazione da parte del medico e degli altri operatori. Se il mio assistito deve fare degli esami, porto con me la documentazione sanitaria e gli esami più recenti.

Prestare attenzione all’umore del mio assistito Se mi rendo conto che il mio assistito dovesse manifestare pensieri negativi, comunicare ai famigliari, al medico o all’infermiere immediatamente il cambio di umore. In caso di malessere avvisare immediatamente Se il mio assistito dovesse star male o avvertire qualche dolore avvisare immediatamente i familiari o il medico di famiglia. In caso di urgenza non esitare a chiamare tempestivamente il 118 fornendo informazioni dettagliate all’operatore il quale, dopo aver considerato il luogo e il tipo di emergenza, potrà inviare il mezzo di soccorso più idoneo.

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PSICOLOGIA

il BURN

Bruciare fuori, qualcosa d’interiore che esplode all’esterno. Il

A

ssistere giorno dopo testo di Linuccia giorno, talvolta per anni, persone in difficoltà come anziani non autosufficienti, disabili, pazienti psichiatrici, malati terminali, prendersene cura nella quotidianità e nel tempo, è questo l’impegno delle assistenti familiari. I gesti necessari per aiutare gli utenti nelle funzioni basilari della vita sono apparentemente semplici; in realtà, richiedono molta cura e attenzione, per essere investiti di senso e realizzati con coscienza e responsabilità. Chiunque si sia trovato in una condizione di fragilità, anche temporanea, ha ben presente l’importanza di essere accudito con professionalità e umanità fin dalle prestazioni di base, considerate elemen-

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e Cinzia Siviero

tari e quindi spesso date per scontate, talvolta perfino sottovalutate. Insieme al desiderio di prendersi cura dell’altro e a quelle doti umane che rendono possibile l’essere di aiuto, sono indispensabili, oggi, sia conoscenze tecniche, qualificate con un buon livello di metodologia moderna, sia capacità relazionali che per umanità, generosità, pazienza, equilibrio, altruismo possono e devono superare le barriere poste dai deficit cognitivi, dal dolore cronico, dalla solitudine. La capacità più cruciale è il senso della misura: cioè saper entrare empaticamente nella relazione facendo sentire all'assistito la propria presenza affettiva ed emotiva, ma sapendo anche porre un limite oltre il quale non è opportuno andare.


NOUT

l "metodo Validation" per la prevenzione dello stress emotivo Non è possibile oltrepassare i limiti della propria professionalità trasformando la relazione d’aiuto in un rapporto amichevole; questo, a lungo andare, non fa bene né all’operatore, né all’assistito che si potrebbe illudere di aver trovato un amico o un figlio, che invece, per motivi di lavoro, potrebbe cambiare turno, reparto o lo potrebbe lasciare. Facciamo un esempio: dopo una lunga e impegnativa giornata di lavoro arrivo a casa pregustando un tranquillo relax, è quasi ora di cena e la mia vicina di casa anziana che vive sola si sente male e chiede il mio aiuto. La soccorro, le resto vicina mentre aspetto l’arrivo dei mezzi di soccorso che ho prontamente chiamato; provvedo ad avvertire i parenti più stretti, che comunque abitano lontano e le resto accanto fino in ospedale.

Quando, a notte fonda, torno a casa e mi accorgo che l’ora di cena è passata da un pezzo, mi stupisco di aver tollerato così bene il forzato digiuno e non sento la stanchezza. Come spesso accade in una situazione di emergenza, il nostro corpo attiva tutte le energie necessarie per far fronte a tale situazione. È evidente che questi eventi devono essere limitati e circoscritti nel tempo, altrimenti il nostro organismo accuserà un sovraccarico. Questo è il burnout. Letteralmente per burnout s’intende “scoppiato, bruciato, cortocircuitato”; cioè uno stato di esaurimento sia fisico che psichico, una insoddisfazione lavorativa e una fatica ad adattarsi allo stress elevato. In questo caso l’operatore esegue le proprie mansioni svogliatamente, con grande fatica, senza entusiasmo o con

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PSICOLOGIA Il Burnout. Il "metodo Validation" per la prevenzione dello stress emotivo

Burnout

è la condizione di esaurimento fisico ed emotivo, riscontrata tra gli operatori impegnati in professioni di aiuto, determinata dalla tensione emotiva cronica creata dal contatto e dall'impegno continui ed intensi con le persone, i loro problemi e le loro sofferenze.

eccessivo coinvolgimento emotivo. é evidente la necessità di evitare una condizione simile, sia per la salvaguardia della propria salute, che per la corretta esecuzione del proprio lavoro. Come potrebbe un operatore in tale condizione fornire un aiuto efficace agli utenti in stato di bisogno? È necessario quindi accorgersi in tempo di essere vicini al burnout e prendere gli opportuni provvedimenti. Per ridurre questo tipo di tensione sono possibili alcuni accorgimenti: Il movimento è un'ottima valvola di scarico per tutte le tensioni (ginnastica, palestra, bicicletta, corsa, passeggiate a ritmo sostenuto, ecc.).

1) Esercizio fisico.

2) Metodi di rilassamento. Ritagliare degli spazi dedicati a se stessi. Si può cercare, se si riesce da soli, a rilassare i propri muscoli ed attivare immagini positive; oppure se si ha il tempo, si può frequentare un corso di yoga o discipline simili. Se nell'organizzazione della propria quotidianità non c'è nessuno spazio da dedicare a se stessi, bisognerebbe fermarsi a riflettere su questo.

Si tratta di analizzare le condizioni fonte di stress e cercare di fare tentativi per modificare la situazione.

3) Risposte focalizzate sul problema.

4) Consapevolezza (dialogo interno) e dialogo esterno. Ogni nostro sforzo è utile solo se ammettiamo

ciò che ci accade: la consapevolezza dunque il primo passo. Spesso gli altri si accorgono di cose che noi non riusciamo a vedere. Accogliere le considerazioni esterne che magari ci arrivano da un collega che stimiamo, può essere fondamentale; questo è l’inizio di un dialogo interiore dove possiamo innanzitutto dire a noi stessi che abbiamo un problema. Dopo questo primo passaggio è molto utile anche poter dire a qualcun altro la nostra emozione. C. G. Jung sosteneva che quando una emozione dolorosa viene riconosciuta e poi accolta da una persona con cui si ha un buon rapporto di fiducia, diminuisce di intensità, anche se non viene risolta. Condividere con colleghi, amici, familiari, gruppi di lavoro accoglienti che riescono a permettere, senza spaventarsi, l’espressione delle emozioni, può diventare molto costruttivo. Il "metodo Validation", tecnica di comunicazione ideata da Naomi Feil intorno agli anni ’80 a favore dell’anziano malo-

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Praticare dello sport anche per dieci minuti al giorno aiuta a migliorare la propria autostima e la capacità produttiva

rientato e disorientato, si basa proprio su questo principio fondamentale. La Feil sostiene che l’anziano confuso, in balia delle proprie emozioni, quando viene “contenuto”, aumenta il proprio malessere o disturbo. Quando invece impariamo, anche tecnicamente, ad accogliere la sua emozione di base, questa diminuirà. Facciamo un esempio: la signora Annamaria dice che non può assolutamente stare in questo posto (ci troviamo in un Nucleo Alzheimer) perché a casa la sua mamma anziana sta morendo e nessuno se ne sta prendendo cura. Annamaria è angosciata. Spesso ci troviamo a distrarla perché non sappiamo come fare, qualcuno può azzardare a farla ragionare «signora cara, lei ha 83 anni, la sua mamma è certamente in Paradiso» o ancora ci può capitare di dirle delle bugie con finalità terapeutiche «stia tranquilla che dopo la portano a casa» . Annamaria non si può distrarre se la sua preoccupazione è così alta, non è più in grado di ragionare o, se ci riesce, può sentirsi estremamente frustrata rendendosi conto di ciò che ha detto, infine la bugia le crea una attesa emotiva interna a cui non sa dare voce ma che percepisce perfettamente. Non ci è d’altra parte possibile portarla nella sua casa del là e allora. Quindi non c’è soluzione vien da pensare. In realtà è sempre possibile accogliere la sua emozione di base con equilibrio, mettendo


Cercare di rilassare i muscoli e attivare immagini positive attraverso tecniche di rilassamento

cioè per un attimo da parte le nostre emozioni, dicendole magari «Annamaria cosa è accaduto alla sua mamma?». Allo stesso modo ci è sempre possibile convalidare, ossia dare

Focalizzarsi sulla soluzione e non sul problema ridimensionandolo e cercando una soluzione con concentrazione

Ascoltare gli altri, ascoltare se stesse e aumentare la propria autostima cioè la forma d'amore che parte da noi stesse

valore, ascoltare, un collega che ci dice «Non ce la faccio più!». Chiedergli di raccontarci cosa succede con sincero e autentico interessamento, senza farsi carico però di alcuna soluzione, semplicemente accoglierlo, è una soluzione, perché questo vorremmo che qualcuno facesse anche a noi. Quando ci lasciamo catturare dalla filosofia Validation, validare, dare valore all’emozione dell’altro, qualsiasi essa sia, ci immergiamo lentamente in un clima che non si limita all’atteggiamento convalidante nei confronti dell’anziano fragile e disorientato, ma che può essere applicato con estrema naturalezza anche al collega, al figlio, alla vicina di casa. Essere convalidanti diventa una scelta di vita, non è qualcosa che faccio perché mi conviene.Validation ci da tecnicamente l’impostazione, poi noi internamente facciamo il resto. L’accoglienza dell’emozione dolorosa, fatta mettendo da parte le nostre emozioni per non con-fonderci/fonderci-con l’altro, ci permette di essere accoglienti, umani, generosi ma anche equilibrati, perché questa sera dobbiamo poter tornare a casa con ancora un po’ di serenità e domani dovremo tornare a lavorare senza zaini troppo pesanti

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Validation

è stato presentato il 26 e 27 maggio a Orvieto al VI Convegno Nazionale di Psicologia dell'Invecchiamento organizzato da S.I.P.I. Società Italiana di Psicologia dell'Invecchiamento il poster dal titolo "Metodo Validation e Domiciliarità" scritto da Rita D'Alfonso, Roberto Zini, Giuseppina La Barbera, Cinzia Siviero e Rosangela Gajotti.

METODO VALIDATION E DOMICILIARITA' ®

La valorizzazione delle risorse di familiari e operatori quando l'anziano è disorientato: tre esperienze significative a confronto D'Alfonso Rita, Zini Roberto - Casa Famiglia S.Giuseppe Vimercate (MI), La Barbera Giuseppina - Centro PrivatAssistenza Selvazzano Dentro (Pd) Siviero Cinzia, Gajotti Rosangela - Fondazione Castellini Melegnano (Mi)

INTRODUZIONE Attraverso le tecniche Validation è possibile accompagnare l'anziano disorientato a rimanere, finché è possibile, nel domicilio. Migliorando la nostra capacità comunicativa supportiamo l'anziano e i suoi familiari, rispondiamo ad un bisogno sociale, manteniamo alto il livello dell'autostima dell'anziano stesso e diamo valore alla persona. Ciò incide fortemente sull'abbassamento del comportamento disturbato riducendo al minimo la contenzione chimica. La rete dei servizi può essere protagonista in questo e dare il via ad un vero cambiamento di mentalità che aiuta tanto l'anziano quanto il caregiver. Edith Stein dice: “…mediante l'empatia percepisco l'altra persona nel suo valore peculiare e con il mondo di valori che essa si è fatto proprio. Ma questo ha anche come conseguenza una retroazione su di me: empatizzando nell'altro, si costituisce in me un nuovo io.” Tre operatrici Validation si sono confrontate in esperienze diverse, accomunate dall'uso del metodo Validation nella domiciliarità. La prima esperienza riferisce un progetto di rete per rinforzare le risorse dell'anziano e della sua famiglia; la seconda il supporto all'inserimento di assistenti domiciliari; la terza l'inserimento dolce in un Centro Diurno Integrato.

IL METODO Il metodo Validation è una tecnica di comunicazione, ideata da Naomi Feil intorno agli anni '70, che ci aiuta nella relazione con il grande anziano affetto da demenza. Alcuni principi fondamentali della psicologia umanistica e comportamentale strutturano il metodo e danno l'opportunità al caregiver formale e informale di apprendere tecniche efficaci nella gestione del disturbo del comportamento. - Rita D'Alfonso, Roberto Zini Progetto di rete per rinforzare le risorse dell'anziano e della sua famiglia Casa famiglia San Giuseppe - Vimercate (MI)

PRIMA ESPERIENZA

- Giuseppina La Barbera Il supporto all'inserimento di assistenti domiciliari Centro PrivatAssistenza - Selvazzano Dentro (PD)

Il progetto “A4 Percorsi di valorizzazione dell'anziano e della sua famiglia”, attualmente in atto, rivolto alle famiglie del vimercatese (Monza e Brianza), promuove una collaborazione in rete tra Residenza Sanitaria Assistenziale, Consultorio Familiare, rete territoriale dei Servizi. Il progetto nasce da considerazioni legate alle dinamiche economiche e socio demografiche in quanto le attuali famiglie sono sempre più “verticali” e a quattro dimensioni (Adolescenti, Adulti, Anziano, grande Anziano) e recepisce quanto contenuto nelle Linee Guida della Regione Lombardia a proposito della necessità di supportare la domiciliarità anche per gli anziani non autosufficienti. Sono in corso una molteplicità di azioni da parte della RSA e del Consultorio Familiare. L'azione di COUNSELING FAMILIARE multiprofessionale si sta rilevando tra le più utili e interessanti. In accordo con le famiglie, segnalate dai Servizi territoriali dei Comuni, dalla ASL o dalla stessa RSA (es. famiglie in lista di attesa per ospitare un parente anziano in RSA o CDI) si effettuano interventi domiciliari, da parte di una equipe composta da personale della RSA. Infatti in questi anni nelle RSA si sono formate competenze adeguate a supportare i problemi connessi alla cura dell'anziano fragile, competenze che è in parte possibile “esportare” anche a domicilio. Il primo incontro a domicilio solitamente viene svolto dalla Psicologa e dalla Assistente Sociale. Si ha così la possibilità di accogliere il bisogno e la richiesta di fondo, di individuare i nuclei più fragili su cui intervenire, di entrare in empatia con i familiari e eventualmente anche con le badanti. Nelle visite successive, si effettuano interventi multiprofessionali, con il contributo del personale infermieristico, assistenziale, fisioterapeutico, animativo. Oltre a problematiche di tipo informativo, organizzativo, assistenziale, emerge soprattutto la necessità di sostegno e rassicurazione da parte dei familiari, che chiedono agli operatori coinvolti nel counseling di essere convalidati rispetto alla scelta fatta di mantenere a domicilio il proprio anziano, sia pure con molti sacrifici. Si chiedono rassicurazioni su aspetti anche assistenziali ( alimentazione, igiene, movimentazione), ma soprattutto la richiesta è relativa al tema della relazione e del supporto alla fatica della cura. La richiesta principale è proprio quella di condividere il significato della scelta domiciliare, che, sia pure dettata da motivi diversi, si incentra ancora sul bisogno di mantenere il legame con il proprio congiunto, all'interno di una armonia familiare, che spesso proprio le fatiche e le difficoltà quotidiane possono compromettere. Da questo punto di vista il contributo del metodo Validation e in generale del colloquio convalidante è di grande utilità, non solo perché aiuta il familiare caregiver ad avere un approccio più corretto all'anziano, riducendone i disturbi comportamentali, ma anche perché consente di mantenerne l'individualità, di leggere e condividere insieme la storia della famiglia e del suo anziano, testimoniata dagli oggetti di una vita, dalle foto, dagli arredi. Accogliere il bisogno di raccontare e raccontarsi da parte dei familiari e, quando è possibile dell'anziano, diventa davvero un momento unificante per il nucleo familiare. Spesso durante le visite di counseling sono presenti i familiari di più generazioni che seguono con interesse i colloqui Validation condotti in modo esemplificativo dagli operatori con l'anziano. E' così possibile sollecitare anche tra i familiari modalità adeguate di relazione. Un esempio fra i molti. In una visita domiciliare abbiamo conosciuto una signora anziana con demenza, molto aggressiva e accusatoria con i familiari - soprattutto con il marito - che rifiutava la badante. Dal colloquio Validation emerge la gelosia della signora verso la badante ogni volta che la vedeva insieme al marito. Al fondo c'era un bisogno di riconoscimento affettivo e di ruolo: bastava una sola donna in casa quando c'era il marito e non era possibile accettarne un'altra. Il marito decise così di accostarsi a lei, solo in assenza della badante. Per il resto del tempo il marito si era trasferito nella attigua casa della figlia, lasciando in casa sua solo la moglie con la badante. La signora era così più tranquilla. La famiglia è stata seguita per alcuni mesi, finchè un aggravarsi delle patologie sia della signora che del marito avevano portato al ricovero definitivo in RSA della signora. I familiari tuttavia durante l'ultimo incontro di counseling ammisero che solo in quel momento erano riusciti a lasciare andare la mamma, perché grazie all'aiuto del counseling avevano potuto comprendere di aver scelto il percorso più adeguato alla situazione. Validare l'anziano significa anche “validare” il nucleo familiare; l'approccio empatico e non giudicante aiuta ad accogliere e a valorizzare il contributo che l'anziano contribuisce ancora a dare alla sua famiglia. Non si può dimenticare come sia proprio la presenza dell'anziano, con le sue difficoltà, sofferenze, malattie, ma anche le sue risorse, a dare il senso del ciclo di vita, ad insegnare anche ai giovani il significato profondo del passaggio generazionale, in una visione inclusiva che riaccende la creatività e la positività di ogni generazione. Dopo alcuni mesi di lavoro della equipe di counseling multiprofessionale abbiamo cercato di riassumere insieme alle famiglie le molteplici risorse e potenzialità dell'anziano, anche se “fragile”, quelle che ci piace definire come “Fattori di Resilienza” dell'anziano e della sua famiglia, che solo un approccio validante può confermare e quotidianamente legittimare.

L'inserimento e la permanenza di un'assistente domiciliare in un contesto in cui è presente un anziano disorientato è un processo molto delicato. L'anziano disorientato ha spesso paura di perdere il controllo. Quando i familiari decidono di chiedere aiuto, nutrono sensi di colpa, fanno fatica a comprendere cosa stia succedendo al loro caro, sono sull'orlo di un esaurimento psicofisico, non sanno come comportarsi né a chi rivolgersi. È fondamentale una valutazione accurata della situazione. Nel centro PrivatAssistenza di Selvazzano Dentro (PD) si è pensato in via sperimentale di strutturare la fase delicata dell'inserimento col contributo del metodo Validation: la psicologa, operatrice di I° livello, a seguito della richiesta di intervento domiciliare, effettua una visita domiciliare in cui raccoglie osservazioni ed informazioni sulla vita dell'anziano. L'atteggiamento di base è quello rogersiano basato sull'empatia, sull'autenticità e sull'accettazione incondizionata. Empatia significa mettersi nei panni dell'altro, sentire il mondo dell'altro “come se”; autenticità vuol dire congruenza tra comportamento verbale e non verbale; accettazione incondizionata equivale a totale rispetto per la persona. Ciò permette il costruirsi di un legame di fiducia. L'assistente selezionato viene poi introdotto e presentato all'anziano e ai suoi familiari. Si costruisce un piano di assistenza personalizzato, condiviso con il medico di riferimento e con i familiari, che individuano nel centro PrivatAssistenza un punto di riferimento. Il centro mette inoltre a disposizione uno sportello di ascolto per familiari ed operatori. Secondo i dati raccolti nel corso delle visite domiciliari periodiche e dei colloqui, sia con i familiari che con gli operatori, si è riscontrata una notevole diminuzione dei disturbi del comportamento (in particolare, aggressività e isolamento). Un recente caso ci ha permesso di verificare l'efficacia di questa modalità di inserimento. La signora M. vive con il marito che qualche anno fa ha avuto un ictus, è afasico ed è in carrozzina. Il marito fino a sei mesi fa era in una casa di riposo, poi i figli hanno deciso il rientro a casa perché stesse vicino alla moglie. Lei era convinta di potersi occupare da sola della casa e del marito, come aveva sempre fatto, e non voleva nessun tipo di aiuto. I figli però si sono rivolti al centro chiedendo urgentemente un'assistenza 24 ore, riferendo della necessità di alleviare il carico assistenziale della signora, ultraottantenne come il marito. È stata così introdotta un'assistente familiare la cui presenza veniva difficilmente compresa dalla signora che cominciò ad avere deliri di latrocinio e di gelosia nei confronti dell'operatrice, diventando anche aggressiva verso i figli. Non permetteva all'operatrice di cucinare ma si dimenticava il gas acceso, non voleva più lavarsi e voleva tornare nella casa in cui era nata. La psicologa è quindi intervenuta su tre fronti: supporto ai figli, sostegno all'operatrice, atteggiamento convalidante e frequenti visite a domicilio per l'anziana moglie. È stato fondamentale il rapporto che si è creato con i figli. È stato spiegato loro che i comportamenti messi in atto dalla madre erano i sintomi di una probabile demenza di Alzheimer e che era opportuna una visita neurologica (è stata infatti fatta una diagnosi di demenza di Alzheimer); in particolare, il supporto è risultato particolarmente efficace quando i figli, presi da sensi di colpa e da smarrimento, volevano far nuovamente istituzionalizzare il padre. L'atteggiamento accogliente e convalidante delle emozioni della signora e un cambiamento del piano assistenziale hanno infine portato la situazione in equilibrio.

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Risorse affettive (legami familiari, amicali …) Risorse e autonomie psicofisiche ( cognitive, motorie..) Risorse culturali ( trasmissione ricordi, tradizioni, abilità ...) Risorse di apprendimento (rapporti intergenerazionali ...) Risorse formative (reciprocità generazionale dei rapporti di sostegno, di cura …) Risorse spirituali (significato del fine vita, passaggio di consegne generazionale ...) Risorse sociali ( rapporti con il paese ...) Risorse ambientali ed economiche (valorizzazione delle risorse del domicilio e del territorio)

BIBLIOGRAFIA:

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SECONDA ESPERIENZA

TERZA ESPERIENZA

- Cinzia Siviero, Rosangela Gajotti L'inserimento dolce in un Centro Diurno Integrato Fondazione Castellini - Melegnano (MI) La frequentazione di un Centro Diurno rappresenta oggi un' importante opportunità per la famiglia di un anziano affetto da demenza: favorisce la permanenza al domicilio sollevando il caregiver di riferimento e può lavorare al mantenimento delle capacità residue nonché evitare l'isolamento sociale. La compromissione della memoria a breve termine disturba però l' adattamento ai cambiamenti. Capire il perché si venga portati in un luogo nuovo e memorizzarlo, è quanto di più difficile possiamo chiedere ad un anziano disorientato. Capita spesso che nei primi giorni si verifichi un aumento del disturbo comportamentale, fino ad arrivare a situazioni intollerabili (aggressività verbale e fisica, irrequietezza, tentativi di fuga, isolamento, depressione, rifiuto del cibo) che compromettono l'esito dell'ingresso. Nella nostra Fondazione si è pensato di strutturare la fase delicata dell'accoglienza col contributo del metodo Validation: l'Assistente Sociale segnala ad una operatrice Validation la persona che, in sede di valutazione, si è dimostrata ostile o in difficoltà nel capire cosa stia accadendo. Ciò permette la condivisione delle prime informazioni sociali e relazionali ed è una buona premessa per accogliere con efficacia quelle emozioni che spaventano l'anziano disorientato nei primi giorni di frequentazione. Si cerca di evitare l'imbroglio - tanto negativo per il rapporto che da qui in poi si deve costruire sulla base della fiducia - e il ragionamento - inutile quando la capacità cognitiva è compromessa o quando le energie dell'anziano sono impegnate nella “legittima difesa”. Un recente caso “difficile”ci ha permesso di verificare l'efficacia di questa modalità di inserimento. La signora C. ha una diagnosi di demenza di Alzheimer medio-grave. In sede di valutazione l'Assistente Sociale verifica da un lato l'affaticamento emotivo di un marito presente e legatissimo alla signora, dall'altro l'impossibilità per lei di stare senza di lui. Due allora le strade da percorrere: supporto alla famiglia e atteggiamento validante per l'anziana signora. Fondamentale è stato il rapporto che si è creato tra la famiglia - marito e figlio - e l'Assistente Sociale, che ha potuto spiegare loro quanto sia importante un inserimento lento e graduale, senza scoraggiarsi qualora si venga chiamati (a volte dopo solo un'ora ci è accaduto di dover chiedere al marito di venire a prendere la moglie) ed è riuscita a sostenerli quando, sopraffatti dai sensi di colpa per la sensazione di abbandono, desideravano interrompere l'inserimento. Contemporaneamente l'atteggiamento accogliente delle emozioni della signora, angosciata per la mancanza del marito, spaventata per i volti nuovi e incapace di esprimere a parole quanto le stava accadendo, ci ha permesso di riuscire in questa situazione francamente difficile.

Feil N. Validation il Metodo Feil, Minerva Edizioni (2008); Rogers C. Terapia centrata sul cliente, La Meridiana (2007). Contatti: www.validation.it - cinzia.siviero@validation.it

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PSICOLOGIA

... è una

di famiglia? familiarità e professionalità

L'

introduzione di una accade soprattutto quando a testo di Giuseppina La Barbera donna estranea, con dover condividere l’espediversa cultura, lingua e costumi, nella casa dell’anrienza è l’anziana che per tradizione culturale era deputata ziano fragile che verrà assistito, non è affatto semplice. all’organizzazione familiare, che si trova improvvisamente a perdere il suo ruolo “padronale”. L’anziano può avere la sensazione di essere “invaso” nel proprio spazio domestico, nella propria intimità e quotidianità, Assistente e assistito si ritrovano dall’oggi al domani a vivere percepisce di avere un’intrusa in casa, cosicché di consegueninsieme difficoltà, gioie e malumori, con gli stessi tempi e za la straniera subisce forti restrizioni e in alcuni casi viene negli stessi spazi (ancora di più quando la badante non ha una anche accusata di furto o è vittima di gelosie familiari. Ciò camera tutta per sé).

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PSICOLOGIA Ma la badante... è una di famiglia?

La natura di questo rapporto è evidentemente continuativa e totalizzante. Gli anziani prima si adattano e poi finiscono inevitabilmente con l’affezionarsi.Tra le caratteristiche che spesso si richiedono alla badante vi è la capacità di legarsi affettivamente, con pazienza, dolcezza e tanta amorevolezza, che devono essere frutto di professionalità e non di una generica predisposizione. Un carattere troppo duro, freddo e distaccato, porterebbe l’assistito a lamentarsi e a scatenare malcontento e tensioni, tali per cui la relazione si logorerebbe fino ad interrompersi. La badante sarebbe costretta così ad andarsene e la famiglia dovrebbe mettersi urgentemente alla ricerca di una nuova persona, ricominciando lo stesso iter affettivo. All’opposto, in alcune situazioni estreme ma purtroppo non rare, l’affetto diventa talmente smisurato che, soprattutto quando non ci sono familiari o amministratori a tutela, l’anziano fragile finisce con l’affidare tutti i suoi beni in eredità o addirittura a contrarre matrimonio con la badante che può avere fino a quarant’anni in meno. Da una parte ci sono gli aspetti emotivi, dall’altra il diritto e l’economia. La badante non è una volontaria né una di famiglia: è una lavoratrice per cui la sua motivazione è di natura professionale. Ma quali sono i confini? Si può creare un equilibrio, in cui vengano assicurate le normali condizioni di vivibilità nella casa e il rispetto della dignità di chi assiste? E com’è possibile evitare tanti spiacevoli avvenimenti, come ad esempio incomprensioni e aspettative non corrisposte, con conseguenti numerosi cambi? Per il buon funzionamento del rapporto, è fondamentale che l’assistito e la sua famiglia siano consapevoli del lavoro che svolge l’assistente ed anche della dignità e della difficoltà lavorativa.

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Dalla parte dell’assistente domiciliare, infatti, vi è il rischio di incorrere in esaurimento psicofisico (meglio conosciuto come "burnout", termine inglese che significa “bruciare”), ai cui estremi stanno l’eccessivo coinvolgimento o distanza dall’assistito. Nel primo caso c’è la difficoltà di allontanarsi anche fisicamente "Per me è come una nonna, non so come farò quando non ci sarà più!", "Mi sono affezionata a lei, all’inizio era diffidente, poi anche lei si è affezionata! I suoi figli sono lontani, io ci sono sempre per lei, anche nei giorni in cui dovrei riposare!". Nel secondo caso vi è un prendere le distanze dall’assistito, in un ipercontrollo emotivo "Mi tengo al mio posto, faccio quello che è necessario ma sto attenta a non andare oltre, a non scatenare gelosie!" Nei casi più estremi, si può arrivare alla deumanizzazione, in cui l’assistito viene trattato come un oggetto. Qual è il segreto per la buona riuscita del rapporto lavorativo? Qualità come l’onestà, il rispetto, la riservatezza ci possono dare garanzie di affidabilità, ma non sono di per sé sufficienti. È fondamentale che la badante acquisisca la consapevolezza del proprio ruolo e riesca a gestire la relazione con l’anziano fragile, in un mix equilibrato di vicinanza e di lontananza, senza confondersi né volersi sostituire ai familiari, nell’ottica di collaborazione, anche con altri operatori e medici. Questo significa che la costruzione di un corretto rapporto anche affettivo con l’assistito deve essere equilibrato e acquisito come una competenza. Emerge quindi l’urgenza di una professionalizzazione della badante, che potrebbe così definirsi a pieno titolo assistente familiare. Il benessere di chi si prende cura condurrebbe di conseguenza a un miglioramento della qualità di vita di chi viene assistito, del suo sistema familiare e dell’intera comunità sociale, in un dialogo interculturale caratterizzato da accoglienza, fiducia e conseguente integrazione

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Appunti

Animazione

a domicilio idee e spunti per attività insieme

testo di Barbara Gamba

L

a parola «animazione» nell’immaginario collettivo fa pensare spesso ad attività organizzate presso strutture semi-residenziali o residenziali per anziani, svolte o da personale specializzato o da volontari esterni con lo scopo di intrattenere, far trascorrere più o meno piacevolmente il tempo libero agli ospiti. In realtà «le attività» sono solo una parte dell'animazione e non ne sono neanche la parte più importante. Animazione quotidiana La cosa più importante, a cui bisogna fare riferimento prima di tutto, è l'animazione della vita quotidiana. Cioè, considerare come tutti i gesti, le parole, gli avvenimenti della vita di ogni giorno sono o possono essere «animati e animanti». L'animazione, «comincia con il primo "buongiorno" del mattino». Sembra evidente? Semplice?” Non è così! Animare significa soprattutto stimolare le persone perché possano riscoprire il tempo che vivono, anche quando apparentemente è vuoto, privo di valore e futuro. Il fulcro dell’animazione, dunque, non è il “fare”, ma lo “stare”, l’esserci, in tal senso si può dire che il centro non sono più le attività, ma le relazioni.

zata da differenti aspetti (sfera affettiva, condizione sociale, sentimenti, emozioni). Attraverso un nuovo linguaggio in grado di animare la quotidianità per poter risvegliare il piacere di vivere in coloro che si affidano a noi, accettando le nostre cure.

In quest’ottica perciò ha senso e grande valore parlare di animazione a domicilio affinchè come già sta avvenendo nelle strutture e servizi per anziani si possa passare da un ottica medico-sanitaria del "curing" che mira a guarire, a quella del "care", cioè dell’aver cura o prendersi cura superando la visione dell’anziano come “ammalato” o “paziente cronico”, e riscoprendo il suo valore di “persona”, restituendogli valore e dignità come essere umano.

Una casa può essere molto animata in quanto regna continuamente confusione, chiaccherio, movimento tra coloro che vi risiedono ma le persone pochissimo o per niente in quanto non interagiscono tra loro.

L’individuo invecchia e si identifica con il suo corpo che rifiuta, che non riconosce più, che spesso gli provoca grande dolore, in realtà è necessario nel prendersi cura di lui, aiutarlo a rivalutare l’immagine complessiva della sua persona caratteriz-

Un istituto di riposo può programmare un numero impressionante di attività dette «di animazione» di cui la maggior parte degli ospiti non beneficia perché sono malati, o perché «a loro non interessa», o ancora «perché non vogliono fare niente».

Luba Ciobanu, Moldavia "...alla mia signora per tenerla in allenamento le faccio preparare la tavola, le faccio mettere via negli armadi la biancheria stirata e soprattutto parliamo, parliamo, parliamo. Io le racconto della mia famiglia e del mio paese e lei della sua famiglia e dei suoi figli..."

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Il solo modo di conoscere e realizzare l'animazione è la relazione prendendo come punto di riferimento, non l’anziano generico ma il singolo anziano con la sua identità, la sua storia, i suoi bisogni, i suoi interessi, le sue potenzialità. Le azioni di cura e animazione intesa come relazione devono tenere assolutamente conto del: • nostro modo di parlare (dimostrare attenzione e ascolto attraverso lo sguardo) • nostro modo di toccare (dimostrare delicatezza rispetto per la privacy) • nostro modo di agire e reagire (è di gran lunga più piacevole essere accompagnati da qualcuno che cammina a fianco prendendoti a braccetto e conversando con te, piuttosto che essere trascinato per una mano da qualcuno che cammina

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veloce davanti a te, magari parlando con altre persone) • nostre scelte più semplici (rifare un letto, cosa preparare a pranzo o cena, scegliere un programma in TV, un abito da indossare) • modo di organizzare la nostra azione (accovacciarsi nel parlare con la persona seduta in carrozzina) • modo di ascoltare (guardando la persona che parla, i suoi occhi) L’anziano con cui ci relazioniamo deve avere la possibilità di esprimersi di farsi conoscere, e quando per gravi disabilità non è in grado, è necessario coinvolgere la famiglia, il territorio, i servizi. È importante spiegare alla persona ciò che con lei si andrà a fare o a vivere. In questo modo si dà alla persona la possibilità di agire

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all’interno della propria vita: la si mette nelle condizioni di dire la sua e di opporsi eventualmente, oltre che di capire. Partecipare a un’attività e quindi essere in grado di proporla e senza mai imporla per l’anziano vuol dire sentirsi ancora capace, competente e utile. Portare avanti un piccolo incarico significa anche aver successo: molti anziani subiscono, a causa della dipendenza, molti fallimenti, ma parecchie attività possono aiutarli a godere di nuovi successi. Le attività possono essere realizzate dappertutto e in ogni momento: non c’è nulla che non possa trasformarsi in un’attività interessante e piacevole. Essere creativi prima di tutto prestando continua attenzione alla persona che si ha di fronte: un quadro, una fotografia possono evocare ricordi; un anello portato al dito, ad esempio, può portare a una discussione,


APPUNTI Animazione a domicilio: idee e spunti per attività insieme

sugli anelli di fidanzamento, sul matrimonio; una canzone può essere spunto di conversazione sul proprio cantante o genere musicale preferito, un programma televisivo o un articolo letto, può aiutare a ri-orientare la persona e ancora la cura dei capelli, ma anche la preparazione del cibo stimolo per una ricetta insieme, per la spesa da fare, o per un piccolo aiuto nella preparazione. È fondamentale adattare le attività ad interessi personali e ad abilità del passato: una persona vissuta in campagna, ad esempio, può essere ancora felice di occuparsi di piccoli lavori di giardinaggio come il piantare e prendersi cura dei fiori, una persona con l’hobby delle carte, forse, non è più in grado di giocare un’intera partita, ma è interessata a riconoscere le carte, a contarle, suddividerle per somiglianza, colore, figura. È importante ricordare che ciò che ha importanza non è l’attività come prodotto finale. Se un’attività come stendere, raccogliere e/o piegare la biancheria viene accompagnata da sorrisi, da parole, da complimenti per un lavoro ben fatto, non importa se i vestiti non sono stati stesi, raccolti e piegati perfettamente. Anche il non fare nulla in realtà è fare qualcosa. Restare seduti sulla poltrona, ascoltare musica o guardare il paesaggio fuori della finestra può essere positivo per l’anziano che trae gioia dalla presenza nella stanza dell’assistente familiare che lavora, legge attraverso un coinvolgimento passivo. Esistono diversi tipi di attività: Attività di orientamento Lo scopo di tale attività è cercare di ridur-

re il disorientamento spazio-temporale, ogni persona che si occupa di un anziano può, durante il giorno, ricordargli dove si trova, che ore sono, cosa succede attorno a lui, che tempo fa. Attività di giardinaggio Innaffiare e prendersi cura dei fiori, piantare ortaggi, occuparsi del giardino o di una sola piantina può essere un’attività stimolante per l’anziano, perché lo coinvolge e stimola molte sensazioni. Attività di cucina L’attività di cucina occupa principalmente le donne, crea molta soddisfazione consiste nel preparare la colazione o la merenda e nella preparazione di cibi semplici della propria tradizione. Attività di vita domestica Anche questo tipo di attività solitamente coinvolge maggiormente le donne, che amano occuparsi delle faccende domestiche come il lavaggio ed il riordino delle stoviglie, la preparazione della tavola, la stesura della biancheria, il rifacimento dei letti. Attività di svago Esistono attività come disegnare, colorare, ritagliare, cucire, lavorare a maglia, leggere e commentare il giornale, “giocare”, che coinvolgono gli anziani. Spesso però è più importante per loro sedersi sul divano e raccontare di sé lì fa sentire bene. Il canto, la musica, il ricordo di proverbi o espressioni dialettali, le fotografie, i giochi di memoria (cruciverba, indovinelli ma anche solo ricordare ciò che si è mangiato, la città in cui si vive, il nome dei nipoti) sono importanti.

Attività di base Ogni momento è attività. C’è l’anziano che non mangia o mangia troppo poco, o chi, dopo aver mangiato, vuol mangiare ancora perché non ricorda di aver mangiato. Spesso l’anziano è disorientato nell’uso delle posate, rovescia l’acqua fuori dal bicchiere, nasconde il cibo, gioca con la tovaglia e getta per terra tutto ciò che ha davanti. Ecco allora che può essere utile mettergli in mano le posate per iniziare il pasto; usare stoviglie di plastica (se cadono non si rompono e non costituiscono un pericolo) e colorate (per la stimolazione visiva); versare l’acqua direttamente nel bicchiere; servire una portata alla volta. Anche tutto ciò che riguarda il vestirsi comporta un’adeguata attenzione. L’anziano malato spesso confonde i vestiti, non li riconosce, li indossa in modo sbagliato (si infila la camicia come fosse un paio di pantaloni, si mette la camicia senza aver tolto il pigiama, porta i sandali in inverno e sciarpa e berretto in estate). È importante permettergli di vestirsi ancora autonomamente ma è necessario usare piccoli accorgimenti, come, guidarlo attraverso le parole, preparare e/o consegnare gli abiti da indossare in sequenza. L’animazione nella vita di una persona, l’animazione a domicilio non è per nulla marginale né complicata bensì centrale. è un qualcosa che coinvolge e riguarda tutti e tutto perché nasce e si sviluppa dalle relazioni, dall’atmosfera, dal rapporto con l’altro, con l’ambiente, con i cambiamenti delle proprie condizioni fisiche. Non si tratta altro che della base su cui regge la vita quotidiana per svelare il valore dell'essere, dell’essere vivi.

Esempio pratico "l’albero della famiglia"

1 Occorrente: • fotografie dei familiari • Colla • Cartoncini colorati • Pennarelli

2 Coinvolgere i familiari e l’anziano nella ricerca di foto di oggi e di ieri di figli, nipoti, fratelli, sorelle, madre e/o padre

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Posizionare al centro la foto dell’anziano/anziana assistita e coinvolgerlo nella scelta delle foto che rappresentino i figli, nipoti, fratelli, sorelle, madre e/o padre

Incollare le foto scelte attorno all’immagine dell’anziano per realizzare insieme un cartellone e scrivere il nome e categoria figlio/a, nipote, moglie, ecc.

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focus

La terza et

domiciliarità

opera l'assistenz c o te n m a d a e b : e

L'intervista di Cristina Puppis Roma, con i suoi 3 milioni di abitanti, oltre che capitale d'Italia è anche il comune più popoloso ed esteso. La città è suddivisa in 15 municipi, e sono ben 8 le ASL: Roma A, Roma B, Roma C, Roma D, Roma E, Roma F, Roma G e Roma H. Facile intuire come una metropoli di tale estensione non sia una città “a misura” per chi vive la terza età. Se quindi nella città la famiglia, sempre più spesso, non è in grado di assistere il proprio anziano, e quindi ricorre al ricovero presso case di riposo o demanda la cura del proprio caro ad una badante, allontanandoci anche di poco dalla frenesia della metropoli, troviamo invece comuni dove la tradizione familiare è ancora sentita profondamente.

La Dottoressa Irene Pianozza, assistente sociale del distretto Roma H, appena fuori dalla città, ci spiega come si ritrova quel senso di solidarietà familiare che si fa carico dell'assistenza dei propri anziani, membri a tutti gli effetti della famiglia e per questo non considerati un “problema” da risolvere.

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Dottoressa Pianozza l'Italia dimostra di essere un paese sempre più longevo. Nel territorio dove lei lavora così vicino a una città cosmopolita e caotica come Roma, come vivono le persone anziane?

«Attualmente lavoro come assistente sociale presso l’Unità Operativa di Assistenza Domiciliare (CAD) della ASL Roma H, precisamente nel distretto 3, che comprende i Comuni di Marino e Ciampino. Precedentemente ho lavorato in servizi sanitari sempre nella ASL Roma H e in due diverse zone di Roma. Nel nostro territorio (secondo i dati dell’ultimo censimento 2011) la popolazione con più di 70 anni rappresenta il 13%, con 10.062 anziani. I dati rispecchiano quelli nazionali, confermando l’incremento della vita media e il suo progressivo invecchiamento. In questo distretto sono presenti una Residenza Sanitaria Assistita e 12 case di riposo, che vista la vicinanza, ospitano molti anziani provenienti da Roma. Per i residenti delle due cittadine bisogna fare una distinzione per la diversa cultura e tradizioni che a Marino sono ancora radicate rispetto alla città di Ciampino. Quest’ultima ha un territorio confinante con la metropoli e vi si sono trasferite molte persone che lavorano a Roma, spesso con i familiari lontani». In base alla sua esperienza diretta, è principalmente la famiglia che si occupa dell'anziano o si 
ricorre maggiormente alla professionalità di una badante?

«Come dicevo a Marino, grazie alla presenza di famiglie allargate, si cerca di mantenere l’anziano nella propria casa, assistito ancora dai familiari. Si ricorre alla badante nelle famiglie mononucleari, dove tutti lavorano soprattutto nella zona delle frazioni di Marino e nella città di Ciampino». 
 Il soggetto anziano malato molto spesso non gestisce autonomamente la sua malattia, quindi i diretti interlocutori sono i familiari e/o i badanti. Con quali soggetti è più


tà a Roma

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semplice entrare in relazione?

«La relazione che s’instaura con i familiari ha una natura diversa, più complessa, spesso inizia con un counseling, sostegno nella gestione del malato anziano a casa e sulla scelta del setting assistenziale (ad esempio il ricorso a strutture assistenziali o alla badante). Poi richiedono consigli e informazioni su dove e come reperire una badante, sulla normativa contrattuale per gestire il rapporto di lavoro. La relazione fra la badante e il Centro di Assistenza Domiciliare è molto più semplice ed è legata principalmente all’assistenza del paziente.Vuole essere supportata o formata nella gestione sanitaria del paziente, ad esempio gestione delle medicazioni, prenotazioni di visite di routine o specialistiche su richiesta dei familiari». Come si rapportano nei suoi confronti le badanti?

«Quando vado a casa dell’anziano riesco ad avere con loro un rapporto collaborativo e spesso, dopo aver acquisito confidenza, sono proprio loro ad evidenziare eventuali problematiche sociali o di rapporti familiari, a volte anche difficoltà economiche della famiglia che le ospita». Nell'ambito dell'assistenza agli anziani il ruolo della badante oggi per lo più è svolto da immigrati. Le nazioni principalmente rappresentate sono Romania, Ucraina e Moldavia. L'origine straniera delle badanti quanto incide sulla comprensione e la capacità di esprimersi adeguatamente?

«Io consiglio sempre a chi è da poco arrivato in Italia di fare un corso di lingua, perché per gli anziani è fondamentale essere capiti e capire cosa viene detto loro. Un altro aspetto che per le nostre anziane ancora è importante è quello religioso, ho notato che la stessa religione avvicina e aiuta molto nei rapporti».

Le badanti vedono in lei una persona di riferimento con la quale potersi aprire e “confidare”?

«Mi è capitato con alcune badanti che ho conosciuto meglio, di ricevere delle confidenze o che si rivolgessero a me per problemi personali, familiari o per consigli lavorativi». 
 Ci sono dubbi, paure o perplessità ricorrenti che le badanti le manifestano nel descriverle la loro quotidiana assistenza domestica ed emotiva dell'anziano?

«Si sono create delle situazioni difficili per alcuni anziani soli, senza figli e i cui familiari avevano delegato completamente la gestione assistenziale alla badante per motivi di lavoro, di distanza o di rapporti. In queste situazioni si crea fra l’anziano e la badante un rapporto affettivo molto forte e di dipendenza totale. Quando le condizioni sanitarie si sono aggravate o vi sono stati problemi economici e bisognava prendere delle decisioni è stato necessario il ricorso all’amministratore di sostegno. Altre volte quando la badante, per gravi motivi, è dovuta rientrare al proprio Paese la rottura del rapporto è stata traumatica per entrambi». La tipologia delle persone da assistere vede in prima posizione gli anziani che nella maggior parte dei casi vive da solo. Nei casi in cui però l'anziano viva in famiglia e sia egualmente assistito anche da una badante, quest'ultima viene coinvolta ed interpellata ugualmente nella relazione con lei ?

«No, in queste situazioni i familiari delegano, in loro assenza, alla badante solo aspetti burocratici e/o strettamente assistenziali. Quando, come assistente sociale, mi reco al loro domicilio preferiscono esserci, si sentono più tranquilli. Molte figlie hanno sensi di colpa e vogliono mostrare che la presenza della badante è solo un aiuto nell’assistenza all’anziano e che le decisioni sono prese sempre da loro».

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Con F

avolosa terra di confine tra Est e Ovest, l’Ucraina è la seconda nazione più grande d’Europa. La sua storia ricca e complessa è il prodotto di culture eterogenee che si sono incontrate e hanno sempre dialogato tra loro. Anche grazie ai recenti campionati europei di calcio del 2012 disputati in Ucraina, la qualità ricettiva e di servizi accessori del paese sono migliorati offrendo servizi di buon livello a prezzi concorrenziali.

L'Ucraina, paese emergente e nuova destinazione d’interesse turistico anche grazie alla Compagnia “Ukraine International Airlines”, che offre ottimi collegamenti diretti dall’Italia, sta vivendo un momento “magico”. In particolare, da Roma e Milano con ottime coincidenze via Kiev, HUB naturale della Compagnia, è possibile raggiungere le splendide località come la città di Odessa o la penisola della Crimea considerata la perla del Mar Nero con le sue incantevoli spiagge bianche. Toccate entrambe anche da numerose crociere che le collegano alla capitale Kiev attraverso la navigazione sul fiume Dniepr, le due mete sul Mar Nero contendono alle città di Leopoli/Lviv e ovviamente alla già menzionata Kiev, la palma di luoghi imperdibili da visitare arrivando in Ucraina.

l'Ucr

Oggi si tratta di destinazioni ancora poco consuete tra i viaggiatori italiani, ma la spiaggia dalle acque cristalline di Uckuevka o la Spiaggia d’oro e la Spiaggia d’argento di Balaklava, solo per citarne alcune, non tarderanno a divenire nei prossimi anni mete apprezzate ed amate.

Odessa: il teatro

La parola "Ucraina" significa zona di margine. L'Ucraina è l'incrocio tra l'Europa e l'Asia. I diversi caratteri storici e culturali si rivelano nelle differenze che contraddistinguono le città principali Kiev, Odessa, Yalta e Leopoli e nella pluralità del folklore e delle tradizioni che ne fanno un paese cosmopolita.

Leopoli, più vicina alla Polonia e il cui centro storico è stato dall'Unesco dichiarato patrimonio dell'umanità, racchiude come una bomboniera i tesori dell'arte, dell'architettura e della cultura ucraina più tradizionale. Kiev invece rappresenta un'insolita quanto affascinante combinazione tra storia (è stata la capitale della Russia 700 anni prima di Mosca) e architettura: palazzi neoclassici e liberty, design sovietico, grattacieli in stile nord americano, il verde dei propri parchi e giardini di ippocastani.

Kiev: la basilica di

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Ukraine International Airlines c/o Distal & ITR Group Roma: Via Barberini, 111 tel. 06/48771350 ukrainerom@distal.it Milano:Via Paolo da Cannobio, 2 tel. 02/88551705 ukrainemil@distal.it numero verde 800145685 La Rivista della Badante Settembre 2013

San Michele


craina è più vicina sentata in Italia dal GSA Distal & ITR Group.

n Michele

Kiev: la statua di Sa

La capitale dell'Ucraina, metropoli con quasi 5 milioni di abitanti, riesce tuttavia ad essere una città vivibilissima e per nulla caotica o pericolosa. Odessa, curioso mix tra una rinomata località balneare ed un importante porto commerciale, ricca di testimonianze architettoniche a cavallo tra ottocento e novecento, come la celeberrima scalinata Potemkin, ed infine la Crimea, con la città di Yalta, la fortezza genovese di Sudak ed il fiabesco castello detto “Nido di rondine” che con la sua posizione a picco sulla scogliera fa emozionare i tanti visitatori. Ukraine International Airlines, fondata nel 1992, a oggi dotata di una moderna flotta Boing, è rappre-

La Compagnia collega l'Ucraina con oltre 40 tra capitali e principali città di Europa, Asia, Africa e CIS (Comunità degli Stati Indipendenti) e dallo scorso 1° Aprile raggiunge l’aeroporto di Kiev Boryspil con collegamenti giornalieri da Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Da sempre molto vicina alle esigenze della comunità Ucraina in Italia, la quarta tra i paesi extra comunitari come numero di presenze nel nostro paese, oltre ai voli giornalieri per e da la capitale Kiev, offre nel periodo estivo collegamenti diretti per la città di Leopoli/Lviv, capoluogo della regione di origine di molte delle badanti impiegate nelle nostre famiglie. Da non dimenticare il programma frequent flyer pensato dalla Kiev: panorama Compagnia per i suoi clienti: Panorama Club. L’iscrizione è gratuita e i benefit moltissimi. L’accumulo delle miglia volate consente priorità nelle liste d’attesa, maggior bagaglio, accesso alle louge dedicate e tanto altro. Per informazioni: www.flyuia.com o www.distal.it.

Kiev: vita notturna

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alimentazione

Dieta e fabbisog IL NOSTRO CORPO HA UN OROLOGIO BIOLOGICO INTERNO: L’ELEMENTO PRINCIPALE PER MANTENERE IN PERFETTA FUNZIONE QUESTO OROLOGIO è UNA BUONA NUTRIZIONE

L

a dieta degli anziani non è diversa qualitativamente da quella di un adulto. Con l’età il fabbisogno energetico diminuisce per la riduzione del metabolismo basale e dell’attività fisica, mentre rimane fondamentalmente invariato il fabbisogno di sostanze nutritive.

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Le linee guida per una sana alimentazione raccomandano apporti calorici giornalieri adeguati all’età e alla minore attività fisica e consigliano di: • Consumare più frutta, verdure, ortaggi freschi per assicurarsi un buon apporto di vitamine, e sali minerali e fibre • Limitare il consumo di grassi animali (grasso delle carni, burro, formaggi, grassi, panna, margarina, ecc.) che fanno innalzare il livello di colesterolo nel sangue e possono causare sovrappeso; • Preferire carni bianche pollo, coniglio, tacchino meno grasse e più digeribili • Preferire nei condimenti e nelle cotture l’olio

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gno energetico extravergine di oliva che aumenta il colesterolo buono • Aumentare il consumo di pesce fresco o surgelato (salmone, alici, tonno, ricchi di grassi omega 3 che rallenterebbero il declino cognitivo) • Limitare il consumo di zuccheri semplici preferendo il consumo di carboidrati complessi (come di cereali, pasta, pane, legumi) • Ridurre l’uso del sale da cucina in particolare nei pazienti ipertesi, aggiungendo spezie, erbe aromatiche per insaporire le pietanze • Limitare il consumo di bevande alcoliche • Assumere almeno 1,5 litri di liquidi al giorno

Il fabbisogno calorico giornaliero consigliato nella fascia di età oltre i 75 anni è: • 1750-1950 kcal per l’uomo con attività fisica lievemoderata • 1500-1750 kcal per la donna con attività fisica lievemoderata • 1500 -1600 Kcal per l’uomo con scarsa mobilizzazione o allettati • 1300 -1400 Kcal per la donna con scarsa mobilizzazione o allettati

L’energia e i nutrienti deve essere fornita dal: • 50-60-% dai carboidrati • 15-18% dalle proteine • 25-30 % dai lipidi I carboidrati sono contenuti prevalentemente nel pane, nella pasta, nelle patate, nel riso e negli zuccheri semplici della frutta. Riforniscono la cellula di energia, apportano vitamine, minerali, fibre Le proteine sono presenti nelle carni, nel latte, nei legumi. Sono fondamentali per la rigenerazione e lo sviluppo delle cellule soprattutto dei muscoli e intervengono in molte funzioni cellulari I lipidi o grassi si trovano negli oli, nel burro, nei formaggi. Essi forniscono energia concentrata, apportano acidi grassi essenziali della famiglia Omega 6 e Omega 3, favoriscono l’assorbimento di vitamine liposolubili A, D, E, K. L’acqua È necessario bere ogni giorno almeno 1,5 litri di liquidi al giorno per preservare la funzione renale, migliorare la funzionalità intestinale, idratare la pelle. Oltre che con l’acqua i liquidi si introducono con il consumo di succhi di frutta, latte, tisane, minestre, brodi. Una buona abitudine è bere 1-2 bicchieri di acqua temperatura ambiente o tiepida il mattino a digiuno questo favorisce una buona funzione intestinale. L’attenzione ad una

Una tavola preparata con cura invita a mangiare è importante tener presente che il momento del pasto rappresenta per l’anziano molto più di una semplice risposta fisiologica, il cibo si carica di valori aggiunti, diventa strumento di gratificazione psicologica, di socializzazione, di legame con le proprie origini culturali. Ogni pasto dovrebbe essere una piccola festa: piatti preparati con cura e insaporiti con spezie ed erbe stimolano l’appetito. Una tavola preparata con gusto, una bella tovaglia un mazzolino di fiori o candele nelle ricorrenze dell’assistito creano allegria e distensione. La Rivista della Badante Settembre 2013

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ALIMENTAZIONE Dieta e fabbisogno energetico

adeguata idratazione è fondamentale negli anziani, in particolare nei pazienti con disturbi cognitivi non in grado di esprimere i loro bisogni. Gli anziani infatti avvertono meno il senso della sete e spesso si astengono dal bere per paura di disturbi come l’incontinenza urinaria. Non raramente quindi l’anziano è disidratato, questo rischio aumenta nella stagione estiva con gravi conseguenze sulla salute. La perdita idrica può essere percepita come anoressia (mancanza di appetito), malessere generale, vertigini, nausea, crampi muscolari diminuzione del livello di attenzione, perdita di conoscenza sino al coma. Le vitamine e i sali minerali sono presenti nella frutta, verdura formaggi, carni uova. In generale un anziano ben nutrito ha un apporto vitaminico

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sufficiente. Nella dieta non devono mancare calcio e ferro e acido folico. Il calcio Nelle persone anziane si riduce assorbimento intestinale del calcio. Questo minerale insieme alla vitamina D e alla attività fisica regolare è indispensabile nella prevenzione dell’osteoporosi. Il calcio inoltre è importante per mantenere una buona funzionalità neurologica. Il fabbisogno giornaliero di calcio e di 1000-1500 mg al giorno. Il calcio è particolarmente presente nel latte intero, parmigiano, yogurt , nelle acque minerali ricche di calcio, in alcuni tipi di pesce, ecc. Mezzo litro di latte intero o scremato (2 tazze), 50 gr. di parmigiano contengono circa 600 mg di calcio che coprono il 50% del

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fabbisogno giornaliero di questo minerale. Polpo, alici, calamaro fresco o surgelato, gamberi, trota iridea, sono i pesci più ricchi di calcio. Se si dovesse avere difficoltà a ricoprire il fabbisogno quotidiano di calcio tramite l’alimentazione o se si soffre di intolleranza al lattosio, rivolgersi al medico di fiducia per una eventuale integrazione. Il ferro è un minerale fondamentale per la produzione dei globuli rossi e quindi nella prevenzione dell’anemia. Alimenti ricchi in ferro sono i legumi, radicchio verde, rucola, spinaci, uova, tonno in scatola, carne rossa. L’acido folico è una vitamina che si trova nella verdura foglia larga, asparagi, arachidi, mandorle, fegato. La sua carenza è la causa più frequente di anemia nell’anziano ospedalizzato. È


stata inoltre evidenziata una relazione tra questa vitamina e l’entità del deterioramento cerebrale.

Qualche nozione di sicurezza alimentare…

Fibra vegetale Il consumo di verdure e frutta oltre a garantire un adeguato apporto di vitamine e sali minerali, apporta fibra vegetale. La fibra contenuta nei cereali, legumi ortaggi, frutta non ha valore nutritivo o energetico ma è molto importante per la regolazione delle funzioni gastrointestinali, limita la stipsi, disturbo molto frequente negli anziani, previene la formazione dei diverticoli, rallenta l’assorbimento dei grassi, dei carboidrati. Facilita il raggiungimento del senso di sazietà, utile nei pazienti in sovrappeso.

» pulire • Lavarsi le mani. • Usare utensili puliti. » separare • Tenere le stoviglie pulite lontane dal cibo. • Controllare la data di scadenza dei cibi. • Riporre i cibi da conservare in recipienti coperti e annotare la data del confezionamento. » cucinare • Se è necessario controllare la temperatura interna dei cibi utilizzare un termometro per alimenti accertandosi che la temperatura sia superiore a 65°. • Evitare le uova parzialmente cotte e crude. • Mantenere i cibi caldi > 60° e per non più di 2 ore. » congelare • Acquistare alimenti surgelati che siano duri (non parzialmente scongelati).

Cucinare in maniera sana Il contenuto nutrizionale dei cibi che consumiamo cambia in maniera anche significativa a seconda del metodo di cottura impiegato per la sua preparazione. Non esistono metodi “proibiti” ma alcuni di essi arricchiscono il cibo in termini di calorie e grassi e andrebbero quindi limitati; altri, solitamente associati con un regime dietetico “leggero”, sottraggono invece elementi nutritivi importanti (soprattutto le vitamine, sensibili al calore). Per questo è importante, per quanto possibile, consumare alcuni alimenti crudi. Vediamo nel dettaglio le caratteristiche dei vari tipi di cottura per imparare ad alternarli in maniera efficace nei nostri pasti. Arrostire ...al forno è tutto sommato una procedura accettabile dal punto di vista nutrizionale, a patto che non si aggiungano troppi grassi (ad es. burro e olio) durante la cottura, specie se l'alimento di partenza ne è già ricco. La cottura risulta piuttosto omogene a e la perdita di sostanze nutritive è molto ridotta. Cuocere a vapore Questo metodo è ottimo dal punto di vista dietetico, dato che preserva la maggior parte dei nutrienti, i profumi e i sapori, riducendo così la necessità di aggiungere condimenti grassi. Si può realizzare con speciali pentole, ormai facilmente reperibili in commercio, in alternativa alla bollitura o lessatura. Cuocere alla griglia La grigliatura è probabilmente all'origine della cucina stessa. Non richiede aggiunta di grassi, dato che solitamente è impiegata per alimenti che ne contengono già; al contrario, ne favorisce l'eliminazione, dato che il grasso riscaldato si scioglie e cola, separandosi dai cibi. L'utilizzo di erbe e spezie per insaporire è particolarmente efficace e permette di ridurre la necessità di sale e intingoli. Cuocere al cartoccio La cottura al cartoccio, come quella alla griglia, utilizza i grassi e i liquidi già presenti negli alimenti, quindi risulta allo stesso tempo leggera e saporita. Gli elementi più preziosi dal punto di vista nutrizionale si conservano abbastanza

bene, rendendo il cartoccio un metodo di cottura che si può impiegare molto frequentemente. Friggere La frittura, anche se molto appetibile, è da usare con parsimonia: infatti, gli alimenti fritti assorbono una parte dei grassi impiegati durante la cottura, risultando così molto calorici. Questo effetto è amplificato da una frittura scorretta, in cui il grasso o olio non raggiunge una temperatura adeguata; al contrario, se quest'ultimo è riscaldato eccessivamente (quando ciò avviene si riscontra la presenza di fumo) possono venire liberate sostanze nocive. L'olio extravergine di oliva è il candidato ideale, anche se i costi elevati ne scoraggiano l'uso abbondante. Assolutamente da evitare gli olii di semi vari e l'olio di colza, decisamente economici ma scadenti.. Stufare, bollire, lessare Tutti questi procedimenti sostanzialmente si equivalgono dal punto di vista nutritivo. Tra i loro vantaggi c'è sicuramente la possibilità di insaporire i cibi senza aggiungere calorie sotto forma di grassi e, in alcuni casi, la formazione di un nuovo alimento (brodo o fondo di cottura). La consistenza più soffice può essere un vantaggio o uno svantaggio a seconda della situazione: indubbiamente è utile nel caso di persone anziane o con disturbi all'apparato dentale, inoltre migliora la digeribilità dei cibi.

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4 il lavoro in casa

consigli di

economia domestica

1) Come usare la lavastoviglie

lavastoviglie piccoli consigli possono aiutare a ridurre i consumi.

La lavastoviglie comporta notevoli consumi di elettricità e acqua, è bene saperla usare nella maniera più corretta, anche per assicurarle una lunga durata. Fino a qualche a tempo fa la lavastoviglie era considerata quasi un lusso, un accessorio in più utile soprattutto per le famiglie numerose.

Oggi gli impegni di lavoro, il poco tempo che si può dedicare alle faccende domestiche, oltre a una maggiore disponibilità economica, l’hanno resa di fatto uno degli elementi di base della cucina, alla stregua del frigo e del forno.Trattandosi, però, di un elettrodomestico che comporta notevoli consumi di elettricità ed acqua, è bene saperla usare nella maniera più corretta, anche per assicurarle una lunga durata attraverso una corretta manutenzione. Innanzitutto va fatto un elenco di quelle stoviglie che vanno lavate sempre a mano: • il servizio di porcellana decorata a mano; • il servizio da tè in legno laccato e dorato; • le posate con manico di corno, osso o legno; • i bicchieri delicati; • la teiera, il cui fondo va sempre solo risciacquato;

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• gli utensili di legno come il tagliere; • gli oggetti di plastica sensibile al calore; • i vetri con bordo in oro o altri metalli; • le brocche e i bicchieri termici; • i metalli laccati e le stoviglie in ferro. Per ottenere un buon risultato, piatti e stoviglie vanno ripuliti da eventuali residui di cibo, prima di introdurli nella lavastoviglie, per non intasare il filtro. La sequenza ideale per lavarli è questa: bicchieri, posate, piatti, pentole e tegami.Tazze, scodelle e bicchieri vanno sistemati con il bordo rivolto in basso, in modo che non si riempiano d’acqua.

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Piccoli consigli possono aiutare a ridurre i consumi. Prima di lavarle è sempre preferibile lasciare le stoviglie in ammollo, in modo da ridurre il consumo di detersivo ed eseguire il lavaggio a basse temperature. è sempre meglio mettere in funzione la lavostoviglie a pieno carico, differenziando le stoviglie più delicate da quelle più resistenti a detersivi più aggressivi e ad alte temperature. Per risparmiare energia è opportuno mettere in funzione la lavastoviglie nelle ore notturne, perché non c’è sovraccarico di consumo, ma solo se non ci sono problemi di rumorosità.


2) Come stendere correttamente il bucato Probabilmente, quando andrete a stendere il bucato, sarete così piene di pensieri o così a corto di tempo a disposizione, che spesso vi troverete a farlo in maniera veloce e poco accurata. In questi casi, sicuramente ad avere la meglio saranno le fastidiose grinze; se infatti non avete disteso il più possibile i vostri panni, la conseguenza sarà esattamente questa. Un consiglio utile e poco dispendioso, consiste dunque nel ricordare, quando andate a stendere i vostri panni, quanto seccante e faticoso sia stirare. Preferirete spendere un paio di minuti in più per stendere meglio i vostri panni piuttosto che ritrovarvi con montagne di vestiti da stirare in seguito.

mollette sulle cuciture laterali. Sicuramente sapete quanto sia faticoso stirare proprio le camice; se volete facilitarvi la vita, cercate di stenderle abbottonate. • I maglioni, spesso si stendono come tutti gli altri indumenti, eppure, questo non è esattamente il modo corretto. Questi infatti, andrebbero messi ad asciugare su un piano orizzontale, dopo aver messo un asciugamano bianco, al fine di non macchiarli. • Gli asciugamani, stendeteli dopo averli piegati a metà; sicuramente impiegheranno maggiore tempo ad asciugarsi, ma in questo modo risulteranno essere anche più morbidi. • Per quanto riguarda tovaglie e lenzuola, esse andrebbero stese su due fili, al fine di evitare le grinze. • Le classiche t-shirt, andrebbero invece appese dalle ascelle. • Infine, per quanto concerne slip e calzini, i primi si appendono dalla vita, lungo cioè le cuciture laterali, mentre i secondi dall’orlo. • Piccolo ulteriore consiglio: tessuti di lino, seta e pizzo, non dovrebbero mai essere appesi in presenza di eccessivo vento, poiché le fibre tenderebbero ad annodarsi.

•Attenzione a come andrete ad applicare le mollette; quelle in legno per esempio possono provocare piccoli buchini se applicate nelle parti sbagliate del vestito. Cercate, dunque, di mettere le mollette sulla parte più robusta dell’indumento e magari usare quelle di plastica. • Gonne e pantaloni, stendeteli sempre dalla vita. • Per quanto concerne le camice, il consiglio migliore sarebbe quello di stenderle utilizzando la classica gruccia; in assenza, andrebbero stese ci fa se messo ad asciugare con criterio capovolte, applicando le e fatica

bucato

risparmiare tempo

3) Pulizia del bagno La pulizia del bagno è un obbligo quotidiano al quale non è possibile rinuciare per garantire una perfetta igiene della propria casa e delle persone che vi abitano. Manutenzione quotidiana Per quanto possa essere noiosa e faticosa, la pulizia del bagno deve per forza di cose rientrare nelle nostre attività quotidiane. Come ambiente dedicato all’igiene e al benessere della persona, deve esso stesso essere curato e manutenuto in perfetta efficienza. Con un minimo di organizzazione, avendo a portata di mano tutto il necessario, bastano solo pochi minuti al giorno per prevenire situazioni disastrose e avere sempre un bagno splendente e immacolato.

L’esterno del WC e del bidet può essere

pulito con una spugnetta imbevuta d’acqua e di un po’ di detersivo liquido antibatterico, mentre per eliminare le macchie o le incrostazioni di calcare, si può insistere localmente con una spazzolina in setole di nylon morbide. Eventualmente si può applicare per qualche minuto un impacco di aceto bianco con alcuni fogli di carta assorbente per la cucina. È importante comunque non lasciar agire troppo a lungo il detergente, per evitare che la superficie esterna si opacizzi o assuma colorazioni differenti rispetto al resto.

wc

Pulire l’interno del WC, anche se non è un’operazione gradevole, è in realtà semplice e veloce. Basta utilizzare un detergente il cui flacone sia sagomato, all’estremità, con un beccuccio

WC e bidet Per la pulizia di WC e bidet è bene affidarsi ai detergenti specifici disponibili in commercio, che garantiscono l’igiene e non rovinano la superficie dei sanitari.

usando i prodotti giusti la pulizia è veloce ed efficace

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il lavoro in casa 4 consigli di economia domestica

ricurvo e arrotondato, tale da poter dirigere il getto al di sotto del bordo interno del WC. Molti prodotti, studiati per questo scopo specifico, hanno una formulazione concentrata e densa, tale da favorire l’aderenza alla superficie del WC e la rimozione di germi e batteri al primo risciacquo. L’azione disinfettante del detersivo specifico per WC può essere utilizzata anche per la pulizia dello scopino. Per la sua pulizia periodica si può lasciarlo immerso nel vaso per una ventina di minuti, risciacquarlo bene e poi ricollocarlo nell’apposito contenitore, anch’esso lavato e disinfettato.

è affatto una cattiva idea. La superficie del lavabo può essere detersa con una spugnetta imbevuta, in parti uguali, d’acqua e di aceto bianco, per eliminare macchie d’acqua, piccoli depositi di calcare e residui di sapone.

con un panno asciutto e morbido che preverrà la formazione di macchie e, allo stesso tempo, allontanerà il pericolo di graffi e opacizzazioni della finitura superficiale.

Vasca e doccia Piastrelle, box e superficie della vasca, specie se in materiale acrilico, non devo essere strofinati con prodotti abrasivi. Meglio pulirli regolarmente con un detergente specifico per il bagno e, dopo ogni utilizzo, rimuovere con una passata d’acqua i residui di sapone e di schiuma.

Periodicamente si può procedere a una pulizia più profonda con una spugnetta imbevuta di un po’ di detersivo liquido specifico. In presenza di variazioni dell’intensità e della direzione del getto è possibile procedere a una pulizia approfondita del filtro e del rompigetto.

Lavandino Una passata veloce con uno straccio umido dopo ogni uso ci permette di rimandare per qualche tempo operazioni di pulizia intensiva.

Per le incrostazioni di calcare si può procedere con impacchi di aceto bianco molto più efficaci e meno dannosi per l’ambiente del trattamento con prodotti industriali. Giornalmente abbiate cura di risciacquarla accuratamente così come fate con il resto delle superfici che racchiudono il vano doccia o la vasca.

Anche se avere tutto (spazzolino, dentifricio, rasoio, ecc.) a portata di mano è comodo, soprattutto quando la mattina siamo di fretta e ancora un po’ assonnati, fare ogni tanto un po’ d’ordine sui ripiani e sui bordi del lavabo non

Rubinetti Mantenerli in perfetto stato è semplice e veloce, a patto di agire spesso e frequentemente con prodotti poco aggressivi. In realtà il comportamento migliore è questo: asciugarli dopo l’uso

Si smonta la parte terminale della bocca di erogazione, si eliminano i residui visibili di calcare (sono piccole palline di colore marrone) e si lasciano immerse le parti in un bicchiere pieno di aceto bianco. In questo modo i depositi si ammorbidiscono e possono essere eliminati agevolmente, senza compromettere il buon funzionamento del rubinetto. Dopo aver rimontato i pezzi è bene verificare che la potenza del getto sia stata ripristinata e che non vi siano scolature laterali, causa principale della formazione di accumuli di calcare.

4) Come fare economia sull'acqua L'acqua è uno dei beni più preziosi che esista. Come tale deve essere trattato in maniera adeguata evitando gli sprechi che possono avere risvolti negativi sia sulle scorte d'acqua che sulle tasche dei nostri assistiti. Scopriamo insieme due semplici consigli pratici che se seguiti possono aiutarci a fare economia sull'acqua.

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All'interno di un'abitazione solitamente l'acqua In cucina si devono prendere le dovute precauzioni viene utilizzata nel bagno e nella cucina.Vediamo quando si lavano i piatti, le verdure o la frutta. È come si può risparmiare sull'uso di questo bene in molto importante riempire una bacinella d'acqua sia entrambi i posti mettendo in pratica delle semplici accorper insaponare i piatti che per mettere in ammollo la frutta e tezze. Innanzitutto, nel bagno sarebbe opportuno evitare di la verdura prima di essere rese pulite in via definitiva. L'errore lavarsi riempiendo la vasca ma lavarsi facendo semplicomune di molti è quello di pulire questi alimenti sotto cemente una bella doccia. Fare questo permette l'acqua che scorre ma questo implica un notevole davvero di risparmiare una grande quantità spreco di acqua. L'acqua usata in ammollo con di litri di acqua. Quando ci si lava le mani, il questi cibi può essere riusata per innaffiare viso o i denti si deve lasciare l'acqua aperta delle piante come anche l'acqua utilizzata per solo per il tempo strettamente necessario la cottura della pasta può essere impiegata per per il suo uso evitando di farla scorrere per lavare i piatti. È risaputo che l'acqua della painterminabili minuti mentre ci si insapona. Il sta possiede delle ottime proprietà sgrassanti. water dovrebbe essere provvisto di un reÈ sempre bene utilizzare l'acqua mettendogolatore per lo scarico per far sì che non la nei contenitori piuttosto che utilizzarla si sciupino troppi litri di acqua quando corrente perché in questo modo si perde la controllate sempre che non è necessario. concezione della quantità che si spreca. siano chiusi se non utilizzati

rubinetti

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Approfondimento

Alzheimer e

aggressiv Sono diverse le badanti che non riescono a spiegarsi perchÊ i loro assistiti sono aggressivi con loro. Probabilmente quella aggressività è dovuta all'Alzheimer...

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I

malati di demenza possono, in alcuni casi, reagire eccessivamente e, addirittura, diventare aggressivi in situazioni che non giustificherebbero tali reazioni. Possono, ad esempio, mettersi a strillare o lanciare accuse irragionevoli, oppure agitarsi senza motivo e rifiutare di muoversi o seguirvi da qualche parte.


vità Questa tendenza a reagire in maniera spropositata è dovuta molto spesso alla malattia, cioè al danno cerebrale, che accentua gli aspetti negativi del carattere e addirittura ne fa emergere di nuovi. Altre volte, invece, la reazione può essere dovuta a una situazione che provoca nel malato confusione, agitazione, senso di incapacità (del resto ciò che accade anche alle persone normali quando devono fare o decidere molte cose contemporaneamente, fino a sentirsene sopraffatte). Molte volte un comportamento del genere costituisce per il familiare o per chi l’assiste uno dei primi segno di riconoscimento della malattia. Si tratta infatti del riflesso dello stato di confusione generale nel quale viene progressivamente a trovarsi il malato. Il comportamento da tenere in questi casi con il malato non può essere sempre uguale ma deve essere adattato alle singole capacità individuali e anche al grado di avanzamento della malattia. In generale, si tratterà di riuscire a trovare la soluzione migliore attraverso prove e tentativi. Ciò che bisogna sempre aver presente è un semplice concetto: le reazioni e l'aggressività del malato non

sono dirette intenzionalmente verso chi lo assiste o gli sta vicino.

poterle recuperare, le nozioni e capacità acquisite in tutta la sua vita.

Si tratta infatti di manifestazioni di uno stato d'animo d'ira, agitazione o, più semplicemente, confusione, che deve venire in qualche modo espresso.

Spesso è utile cercare di capire quale sia stata la causa scatenante 3 la reazione, se una causa sia esistita. In

Alcuni consigli potranno aiutare a fronteggiare simili situazioni: Cercate di reagire con la massima calma. Rispondere di scatto 1 o mettersi a discutere può scatenare

nel malato reazioni ancora più accese. Cercare invece di distrarre la sua attenzione su un'altra cosa (che magari sappiamo interessarlo) o di persuaderlo con dolcezza o di rassicurarlo, anche tenendogli la mano lo aiuterà a tranquillizzarlo. La miglior cosa, per chi assiste il malato, è sempre cercare di dimenticare ciò che è successo o, comunque, non dargli importanza (sforzandosi sempre di ricordare che è la malattia che porta a compiere certe azioni): il malato stesso infatti finisce per scordarsi dell'accaduto in un tempo molto breve (a causa della malattia). Simili reazioni del malato sono 2 certamente difficili da accettare: essere offeso, minacciato o addirit-

tura picchiato da qualcuno che si sta assistendo ferisce profondamente, anche sapendo che non vi è alcuna intenzionalità in tali comportamenti. Sforzatevi, in ogni caso, di evitare assolutamente di rimproverare o, peggio, punire il malato (per esempio, rifiutandogli un piacere). Non servirebbe a nulla perché egli, il più delle volte, non è cosciente della ingiustificatezza delle sue reazioni: è come un bambino che, invece di crescere e imparare, regredisce e perde sempre più, senza

tal caso bisognerà evitare che si verifichi o si ripeta il fatto rischioso individuato. Quando una specifica causa non esista bisognerà allora trovare e quasi inventare una "tattica di sviamento" da mettere in pratica ogni qualvolta si verifichino simili atteggiamenti. L'approccio migliore consiste nel cercare di spostare l'attenzione del malato verso un'altra attività, ma è chiaro che ognuno dovrà trovare da sé, nel singolo caso e di fronte al singolo malato, la più semplice via d'uscita. Una forma di eccessiva reazione è spesso il lamentarsi ininterrottamente o, al contrario, il ridere in continuazione, senza che ve ne sia motivo o per motivi irrisori. Anche in questi casi valgono i suggerimenti dati: cioè cercare di distrarre il malato o di far cessare la situazione che si è riusciti a individuare come possibile causa della sua agitazione. Naturalmente, non sempre si riesce a controllare le proprie 4 reazioni: è più che naturale e non bi-

sogna sentirsi in colpa per aver magari risposto d'istinto in malo modo.Tanto più che il malato, il più delle volte, si scorderà molto presto dell'accaduto. Piuttosto, se ciò dovesse ripetersi frequentemente, vuol dire che è necessario per voi un aiuto dall'esterno, anche solo a livello psicologico, che vi consenta di "ricaricare le batterie" (per esempio parlare e sfogarsi con persone che conoscano la vostra situazione). Infatti, l'ansia e lo stress accumulati nel tentare di assistere al meglio il malato (spesso anche al di sopra delle proprie capacità fisico-psicologiche) si

Il "morbo di Alzheimer" Il morbo di Alzheimer è una forma di demenza irreversibile e progressiva che distrugge lentamente la memoria e le capacità cognitive e, infine, impedisce al paziente di portare a termine persino i compiti più semplici.

Nella maggior parte delle persone affette dal morbo di Alzheimer i sintomi compaiono per la prima volta dopo i 60 anni. Il morbo di Alzheimer è la forma di demenza senile più comune, demenza significa perdita delle capacità

cognitive (pensiero, memoria e ragionamento) in misura tale da interferire con la vita e le attività quotidiane della persona: secondo stime recenti in Italia i malati di Alzheimer sono circa 520.000 ed i nuovi casi sono stimabili in circa 80.000 all’anno.

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trasmettono inconsciamente al malato stesso il quale, a sua volta, finisce per diventare ancor più agitato. Se poi le vostre reazioni diventano col tempo sempre più incontrollabili e addirittura violente verso il malato vuol dire che avete assolutamente bisogno di risposo e di pensare prima di tutto a voi stessi. Avete, infatti, raggiunto il limite delle vostre possibilità di prestare assistenza al malato, con la necessaria pazienza e calma. Per scongiurare questo "esaurimento" (e quindi per la tutela della propria salute, oltre che di quella del malato, che abbiamo detto essere strettamente dipendente dalle condizioni di chi lo assiste) occorre cercare di non sopportare l'intero carico dell'assistenza al malato solo sulle proprie spalle ma, se possibile, coinvolgere altri familiari o persone di fiducia. Un ambiente calmo e sereno, e abitudini di vita consolidate 5 (di routine), contribuiscono molto a scongiurare il verificarsi di comportamenti aggressivi del malato. Egli è

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già confuso (si agita proprio perché non può spiegarsi il motivo della sua confusione) e la realtà e l'ambiente in cui vive gli devono venire presentati nel modo più semplice possibile (ad esempio, riducendo drasticamente le stimolazioni esterne di confusione come la TV). Facendogli invece una domanda o richiesta può influire sulle reazioni del malato. C'è grande differenza nei confronti del malato di Alzheimer, tra chiedere "vuoi fare una passeggiata?" oppure "vuoi passeggiare o riposare?". In quest'ultimo caso la necessità di dover compiere una scelta precisa susciterà o aggraverà nel malato uno stato di agitazione che potrà, a seconda dei casi, restare sommerso oppure risolversi in un attacco d'ira. Il malato può agitarsi anche quando si trovi tra persone che 6 non conosce bene, con le quali do-

vrebbe instaurare una relazione che in realtà non è più capace di far nascere. Così pure quando gli venga richiesto di fare una cosa, magari semplicissima, di

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cui ha perso "il ricordo di come si fa" (per esempio, chiudere a chiave una porta o, più pericoloso, spegnere il gas da cucina). In questi casi è la frustrazione per non essere più in grado di compiere semplici e banali attività a venire manifestata nel comportamento aggressivo del malato. É allora necessario, non appena ci si accorga che il malato non è più capace di fare certe cose, cercare di evitare di fargliene richiesta. Spesso, stando quotidianamente 7 a contatto con il malato, si riesce a capire (da certi "tic" o atteggiamenti) quando questi stia per agitarsi. In questi casi è così possibile cercare di prevenire le sue reazioni, rassicurandolo o distraendolo e, comunque, tenendogli la mano o abbracciandolo. Non bisogna mai scordarsi, infatti, che la comunicazione non verbale è la più importante ed efficace nei confronti di questi malati; col progredire della malattia diventa, anzi, l'unica possibile forma di comunicazione.


APPROFONDIMENTo Alzheimer e aggressività Quando in casa vi sono dei 8 bambini, l'aggressività del malato può rappresentare un problema serio.

Un adulto confuso e aggressivo può suscitare molta paura nei bambini (e anche negli adolescenti), che non riescono a capire cosa stia succedendo. D'altra parte l'agitazione del malato spesso può venire provocata anche da una sensazione d'inadeguatezza esasperata dall'atteggiamento dei giovani. Conviene in questi casi essere sinceri e avvertire i bambini, senza drammatizzare, che il loro familiare è malato e che i suoi "strani comportamenti" non sono voluti, ma conseguenza della malattia. Talvolta il malato rivolge la sua 9 aggressività unicamente nei confronti della persona che lo assiste,

senza alcun motivo e anche con gravi minacce.Tenete presente che una violenza fisica vera e propria avviene in casi eccezionalmente rari.Tuttavia, se dovesse succedere, conviene lasciare la stanza oppure allontanarsi, sempre cercando di controllare ciò che fa il malato, finché non si sia calmato. Il dover vivere con la paura di venire aggredita non potrà non influire sullo stato d'animo della badante o del familiare minacciato (che dovrà premunirsi di trovare una persona alla quale poter tempestivamente chiedere aiuto) e sul suo rapporto con il malato. Di solito, comunque, il comportamento aggressivo può essere tenuto sotto controllo mediante un'oculata somministrazione

di farmaci (possibilmente liquidi, per una più calibrata assunzione in gocce), sotto la direzione del medico. Il malato può anche rifiutare, a volte con reazioni minacciose, di prendere medicine. In tal caso, se non riuscite a convincerlo, chiedete al medico di prescrivere un farmaco che il paziente accetti più volentieri o che, anche a sua insaputa, possa essere aggiunto ad un cibo o bevanda. Spesso il comportamento 1 0 aggressivo consiste in continue accuse al familiare o alla badante

riamente del male, soprattutto quando non riesca o, negli stadi più avanzati della malattia, non sia più in grado di comunicare la propria contrarietà ad un comportamento richiestogli da chi lo assiste. Può accadere, ad esempio, che il malato, non volendo fare una certa cosa e non potendo altrimenti farsi capire, incominci a mordersi una mano oppure a strapparsi i capelli. In questi casi occorre tranquillizzarlo e non insistere ulteriormente nel fargli fare ciò che così disperatamente ha cercato di farvi capire di non voler fare.

di nascondere cose del malato o di tramare contro di lui. Si tratta, come sempre, di sfoghi che nascondono una sensazione di paura e incertezza. Per quanto riguarda gli oggetti "rubati" è quasi sempre il malato stesso che li ha deliberatamente nascosti (a causa del suo generale senso di insicurezza) e che non ricorda più dove li ha messi. Non sarà difficile individuare quali sono i posti da lui preferiti e recuperare tali oggetti. Fate semplicemente finta di averli trovati per caso, senza rinfacciare alcunché al malato. Se uno di questi luoghi può venire chiuso a chiave fate una copia della chiave per voi. Inoltre cercate di tenere gioielli, denaro, documenti legali in posti facilmente accessibili.

L'aggressività, a volte, può ve1 1 nire manifestata nei confronti di se stesso. In preda ad irritazione o

In ogni caso, soprattutto nello stadio iniziale della malattia, è 12 fondamentale richiedere e ottenere dal malato, nei suoi momenti di lucidità, una comunicazione profonda e una collaborazione intensa e aperta per poter fronteggiare al meglio, insieme, il progredire della malattia

Testo gentilmente fornito dalla "Federazione Alzheimer Italia"

Federazione Alzheimer Italia Via T. Marino, 7 20121 Milano tel: 02.809767 fax: 02.875781 email: info@alzheimer.it www.alzheimer.it

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n Modena - Via Piave, 15 n Bologna - Via De’ Carracci, 7 n Firenze - Via B.Marcello, 1 n Roma - P.zaVittorio EmanueleLa II , 136 Rivista della Badante Settembre 2013

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CONSULENZA

Il permesso di soggiorno Il "Permesso di Soggiorno" è il documento che permette agli stranieri di soggiornare regolarmente nel territorio italiano. A ogni È un docutesto di Vojsava Zagali straniero, mento molto indistintamente vengono riconosciuti importante in quanto non soltanto i diritti fondamentali della persona da il diritto di avere una permanenza umana previsti dalle norme del diritto regolare di tipo stabile nel territorio interno e dalle convenzioni internazioma poi crea tutte le condizioni per nali in vigore. una serie di diritti in materia civile attribuiti al cittadino italiano, salvo il Come si può notare il legislatore crea caso quando le convenzioni internatutte le condizioni giuridiche in modo zionali dispongono diversamente o che lo straniero sia riconosciuto in prevedono la condizione di reciprocipieno nei suoi diritti e nel massimo tà, ma in ogni caso essa viene accertata rispetto dei suoi doveri verso il paese secondo i criteri e le modalità previste che lo ospita, a partire dal diritto e dodal regolamento di attuazione (Legge vere di avere una permanenza regolare, 6 marzo 1998, n. 40 art. 2; Legge 30 il che vuol dire rispettare la normativa dicembre 1986, n. 943, art.1). riguarda le modalità d’ingresso e di soggiorno nel territorio italiano. Anche in materia del LAVORO, la Repubblica Italiana, garantisce a tutti L’ingresso nel territorio dello Stato è i lavoratori stranieri regolarmente consentito allo straniero in possesso soggiornanti al suo territorio, e alle di un passaporto valido o di un altro loro famiglie, parità di trattamento e documento equipollente e del visto piena uguaglianza di diritti rispetto ai d’ingresso, salvo i casi particolari. lavoratori italiani in attuazione della Convenzione dell’OIL (OrganizzazioCome documento equipollente possone Internazione dell’Lavoro) n.143 del no essere considerati: 24 giugno 1975, ratificata con la Legge - Passaporto; 10 aprile 1981 n.158. - Titolo di viaggio per apolidi; - Titolo di viaggio per stranieri; Lo straniero regolarmente presente - Libretto di navigazione per i maritpartecipa alla vita pubblica locale timi; e gli viene riconosciuto parità di - Documento di navigazione aerea; trattamento con il cittadino relati- Lasciapassare delle Nazioni Unite; vamente alla tutela giurisdizionale - Documento rilasciato da UN Quardei diritti e degli interessi legittier Generale della NATO; timi, nei rapporti con la pubblica - Documento di viaggio UNMIK; amministrazione e nell’accesso ai - Carta d’Identità per i cittadini degli pubblici servizi, nei limiti e nei Stati della UE. modi previsti dalla legge.

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Il visto d’ingresso è rilasciato dalle rappresentanze diplomatiche o consolari italiane sia nel paese d’origine dello straniero oppure dove esso ha la sua residenza stabile. Per soggiornare nel territorio italiano, i cittadini di paesi terzi devono (art. 5 Reg. CE 562/2006 e art. 4 del Testo Unico sull’immigrazione): 1) Presentasi presso un valico di frontiera; 2) Essere in possesso di un documento di viaggio valido (come sopra citato)


Gli stranieri che intendono soggiornare in Italia per più di tre mesi, devono richiedere il permesso di soggiorno. Chi arriva in Italia per la prima volta ha 8 giorni di tempo per chiedere il permesso di soggiorno.

che gli consente di attraversare la frontiera; 3) Essere in possesso di un visto valido; 4) Giustificare lo scopo e le condizioni di soggiorno previsto e disporre dei mezzi di sussistenza sufficienti, sia per la durata prevista del soggiorno sia per il ritorno in patria, e mostrare di aver ottenuto legalmente detti mezzi. 5) Non avere cause ostative all’ingresso ovvero non essere considerato una minaccia per l’ordine pubblico, la sicurezza interna, la salute pubblica e non essere oggetto di segnalazioni nel SIS

(Sistema Informatico Shengen). 6) Avere un motivo per entrare in Italia. I mezzi di sussistenza, secondo la direttiva del 1° marzo 2000 del Ministero dell’Interno, possono essere dimostrabili dal cittadino straniero mediante l’esibizione di: denaro contante; fideiussioni bancarie; polizze fideiussorie; equivalenti titoli di credito; titoli di servizi prepagati, atti comprovanti la disponibilità in Italia di fonti di reddito. Inoltre, lo straniero deve indicare l’esistenza di un alloggio idoneo, ma anche

la somma occorrente per il rimpatrio. Ma come si può fare per entrare in forma regolare in Italia, come si può avere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato, quale iter una famiglia dovrebbe seguire in modo che assume una badante straniera che si trovi all’estero, ovvero cosa serve per il rinnovo del permesso di soggiorno, questi saranno gli argomenti che verranno trattati nel prossimo articolo, spiegando voce per voce tutti gli aspetti pratici delle questioni sopracitati.

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Aiutare una persona ad alzarsi dalla sedia N on deve sorprendere il fatto che alcuni anziani non collaborino quando si cerca di farli alzare dalla sedia. È possibile che non capiscano le nostre intenzioni o che non amino essere trattati come un oggetto. Se ci avviciniamo al malato in modo calmo, rilassato, sorridendo e gli spieghiamo lentamente ciò che pensiamo di fare, con ogni probabilità lo troveremo più collaborativo.

Bisogna assicurarsi che né noi né il malato abbiamo ai piedi scarpe che scivolano. È bene, se possibile, modificare i mobili in modo che non creino problemi: ad esempio aumentare l'altezza della sedia. Sollevare e sorreggere qualcuno che è molto pesante e non collabora può essere rischioso, se non si usa la massima attenzione. • Posizioniamoci a gambe leggermente divaricate e con i piedi saldamente piantati per terra. Pieghiamoci sulle ginocchia e sulle anche. Cerchiamo di stare molto vicino alla persona e spieghiamole che cosa deve fare. Dobbiamo agire sempre lentamente e non sollevarla finché non siamo perfettamente a posto.

Anche se non comprende quello che gli stiamo dicendo, il tono della nostra voce e l'espressione del volto gli sembreranno rassicuranti. Si può anche cercare di spiegargli ciò che intendiamo in modo diverso, ad esempio mimando l'azione o guidando con se si utilizza la delicatezza i suoi movimenti.Talvolta carrozzina, che i freni l'anziano semplicemente non si sente siano funzionanti e di alzarsi: allora è preferibile lasciarlo azionati per evitare stare per un po' e riprovare più tardi.

ricorda

Aiutare ad alzarsi qualcuno che non vuole farlo diventa un compito inutilmente arduo e faticoso.

che la carrozzina scivoli via

Come evitare problemi quando si deve sollevare dalla sedia l'anziano È necessario sincerarsi che il pavimento non sia scivoloso, non ci siano per terra tappetini flosci, fili elettrici o altro; che non ci siano in giro mobili traballanti o oggetti che possano ostacolare il movimento o causare incidenti.

• Per non danneggiare la colonna vertebrale, dobbiamo cercare di evitare movimenti di torsione, modificando eventualmente la posizione dei mobili o procedendo per gradi.

• Non dobbiamo mai tirare per le braccia l'altra persona, poiché potremmo danneggiarle le spalle. • Infine, accertiamoci in anticipo che lo spazio circostante sia sufficiente e che non vi siano ostacoli sul percorso. Se in qualsiasi momento ci accorgiamo che lo sforzo è eccessivo dobbiamo fermarci e chiedere aiuto.

Tecnica corretta per aiutare l’assistito ad alzarsi

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Per essere sempre sicuri, bisogna essere pronti ad affrontare gli imprevisti, i piccoli incidenti domestici che non necessitano dell’intervento del personale medico

La cassetta del

pronto soccorso

P

uò capitare di tagliarsi mentre si puliscono frutta e verdura, oppure è possibile che una scheggia s’infili nelle dita. Gli anziani, poi, possono essere facilmente soggetti a cadute, in tutti questi casi è sufficiente avere a portata di mano una cassetta del primo soccorso ben attrezzata. Vediamo insieme cosa metterci dentro, perchè e come gestirla periodicamente.

I guanti monouso garantiscono l’igiene in ogni operazione di primo soccorso ed evitano che anche una banale ferita venga a contatto con i germi che si sono depositati sulle mani del "soccorritore"; le garze sterili sono utili per coprire le ferite e le sbucciature, per tenerle al riparto dall’esterno favorendo comunque la respirazione della pelle; le pinzette sono fondamentali per estrarre spine, schegge e altri corpi estranei dalla pelle, ma sono utili a chi ha le mani grandi e un po’ goffe per sistemare con precisione i bendaggi e i medicamenti; un paio di forbici, per tagliare, il cerotto, le bende, le garze o aprire le confezioni dei medicamenti; il cotone idrofilo, conosciuto anche come ovatta, inumidito con

l’acqua ossigenata o con un’altra soluzione disinfettante, è utile per la prima pulizia delle ferite; una bottiglia di acqua ossigenata per disinfettare le ferite, può essere usata direttamente sulle ferite o per inumidire il cotone idrofilo; la soluzione fisiologica (in bottiglia o in flaconcini monodose), disponibile in farmacia in diverse concentrazioni, è usata in caso di raffreddore e mal di gola per dare sollievo alle vie aeree; è usata quindi come strumento di irrigazione nasale o per la preparazione dell’aerosol;

un pacco di cerotti assortiti medicati per tamponare la fuoriuscita

di sangue, dopo aver medicato le ferite, meglio se la busta contiene cerotti di varie dimensioni; un antisettico non alcolico cioè un

disinfettante che non è a base di alcol

e può igienizzare le mani, riducendo la trasmissione di microrganismi, generalmente è senza risciacquo ed è caratteristico delle salviettine umidificate;

il termometro per controllare la temperatura corporea quando si avverte uno strano freddo, dolori muscolari e ossei o si riconoscono i primi sintomi della febbre; un rotolo di cerotto per tener ferme le bende e tamponare le ferite grandi che non possono essere coperte dai cerotti;

118 Per tutti quegli infortuni e malori che risultano più gravi non esitate a chiamare il 118, il numero telefonico gratuito (può essere chiamato anche se nel cellulare non si ha credito) di emergenza sanitaria unico su tutto il territorio nazionale e attivo 24 ore su 24

un pacco di ghiaccio istantaneo per evitare lividi e gonfiori che seguono a cadute ed incidenti "di percorso" in casa; una confezione di bende elastiche di diverse misure per tenere salde le medicazioni e tornare comodamente a svolgere le faccende di casa. I farmaci devono essere controllati periodicamente e se scaduti gettati via negli appositi raccoglitori e sostituiti con quelli nuovi.

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Con DIGI Mobil parli con tutti i tuoi cari a solo 1 cent al minuto! L’unica società di telefonia mobile dedicata a tutti i rumeni in Italia RCS & RDS Romania è una multinazionale con 15 anni di esperienza nel settore delle telecomunicazioni. È uno dei più grandi operatori della regione e fornisce servizi di telecomunicazioni in Italia, Spagna, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia e Serbia. La sede italiana RCS & RDS è stata inaugurata nell’ottobre del 2010 e ha portato il primo servizio di telefonia mobile dedicato ai rumeni in Italia, con il marchio “DIGI Mobil”. DIGI Mobil è un concetto di telefonia mobile tutto nuovo che offre ai propri clienti una carta ricaricabile con due numeri di telefono sulla stessa SIM, uno rumeno e uno italiano, e che ha il credito e la validità in comune per entrambi i numeri. Ovunque si trovino, in Italia o in Romania, i clienti DIGI Mobil non pagano i costi di roaming e le chiamate hanno costi ridotti molto simili a quelli delle tariffe nazionali. Con DIGI Mobil puoi parlare con tutti i tuoi cari solo 1 centesimo al minuto nella rete DIGI Mobil Romania (RCS & RDS), DIGI Italia e DIGI Spagna, 2 centesimi al minuto per le telefonate sul fisso verso la Romania, a soli 5 centesimi al minuto per qualsiasi rete mobile in Romania. Tantissimi i vantaggi offerti, tra i quali, non ultimo, le tariffe decisamente competitive anche al livello locale: soli 6 centesimi al minuto verso tutte le reti fisse in Italia e 8 centesimi al minuto per ogni rete mobile in Italia.

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LA PROMOZIONE DELLE ATTIVITà CULTURALI A corollario dell’intensa attività aziendale, DIGI Mobil, da sempre attenta sostenitrice dei valori e delle tradizioni della comunità romena, promuove attività culturali e sociali volte a La Rivista della Badante Settembre 2013


sostenere e a favorire tutti i romeni che si trovano in Italia. Tra le diverse iniziative promosse: “Il Festival Romania. I valori e le tradizioni europee”, “La Commemorazione del poeta Mihai Eminescu”, “Festeggiando il Natale con Florin Piersic, Dinu Iancu Salajanu, Sofia Vicoveanca”, “Concerto di Stefan Hrusca”, “Festeggiando la Pasqua. Concerto Ionut Dolanescu e Maria Ciobanu”, “La Festa della Donna. Concerto Ducu Bertzi”, il sostegno alle squadre di calcio della Romania Cup, “Noi siamo rumeni” e “Dacica” affiliata a Figc e CONI, i concerti di musica Anni ‘70/‘80, Alexandra Stan, Antonia e molti altri, concorsi di bellezza come “Miss Diaspora” e concorsi per talenti, “Premi DIGI - DIGI Mobil è insieme a te e ti premia”, la competizione destinata agli artisti rumeni emigrati nel territorio italiano e che ha l’obiettivo di sostenere e promuovere il talento rumeno. Per ulteriori informazioni sui prezzi e sulle promozioni in vigore, visitate il sito web www.digimobil.it o contattate il Servizio Clienti anche in lingua rumena al numero (+39) 3730034077 (quando vi trovate in Italia) o il numero (+40) 314 074 077 disponibile dalla Romania. Un’altra iniziativa importante che ha coinvolto direttamente DIGI Mobil è stata “La mamma ti vuole bene! (Te iubeste mama!)” il progetto di comunicazione audiovisiva gratuita rivolto a mamme e più in generale a genitori che si trovano in Italia per lavoro e i loro figli. Scopo principale del progetto è stato quello di prevenire il numero di omicidi, suicidi e casi sociali tra i bambini rimasti in Romania privi della presenza dei propri genitori emigrati all’estero alla ricerca di lavoro (i cosiddetti “orfani bianchi”) migliorando la vita psichico emozionale dei bambini. Siamo partecipi al contesto sociale in cui viviamo sostenendo e promuovendo le tradizioni e i valori autentici dei nostri connazionali, le loro necessità di rimanere in contatto con i propri parenti e gli amici, sia in Romania che in altri continenti. Siamo riusciti fin dall’inizio a essere coinvolti in tutti gli aspetti sociali della comunità romena, sviluppando partnership con le associazioni e le autorità rumene qui nel territorio con la stampa in Italia, provando a fare la differenza, per quanto possibile. I PUNTI VENDITA DIGI MOBIL Sempre in termini di vicinanza a tutti i rumeni che si trovano in Italia, abbiamo sviluppato una rete commerciale capillare e diretta presso i negozi di prodotti alimentari rumeni che sono diventati così rivenditori autorizzati DIGI Mobil. Questa politica commerciale ha permesso non solo una maggiore distribuzione nel territorio ma ha dato anche la possibilità a questi negozi di poter ottenere un reddito supplementare e di farsi conoscere meglio a nuovi potenziali clienti.

Tutto ciò che facciamo in DIGI Mobil si basa sulla convinzione che per cambiare qualcosa nella società, qualcosa deve cambiare prima in noi stessi ed essere uniti, e questo può essere raggiunto in primo luogo attraverso una stretta comunicazione. DIGI Mobil vi augura piacevoli conversazioni! Tariffe standard sul territorio italiano Tariffe verso Italia

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Tariffe verso Romania RCS &RDS fisso

Altre reti fisse

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cent/min

SMS DIGI Mobil

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SMS DIGI Mobil

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Dalla badante di condominio ai gruppi di acquisto e gli infermieri condominiali L'articolo e le foto di Franco Tanel

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a figura della “badante” negli ultimi anni è diventata centrale nell'organizzazione della vita di moltissimi anziani. L'aspettativa di vita si è allungata, ma parallelamente i mutamenti sociali hanno allentato i rapporti con figli e nipoti, che spesso cambiano città per motivi di lavoro, facendo venire meno quella rete di aiuto non solo materiale, che diventa necessaria con l'avanzare degli anni. Ma il costo di una badante qualificata, complice anche la crisi economica, è significativo e molti nuclei familiari non lo possono affrontare.

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adottano questa soluzione solo a Bologna mostra che una badante può così seguire 4-5 anziani.

Una risposta innovativa a questa situazione è nata a Bologna negli scorsi mesi per iniziativa del presidente di Confabitare associazione di piccoli proprietari immobiliari, Alberto Zanni. Si tratta della “Badante di Condominio”: una sola badante all'interno di un condominio che suddivide le ore di lavoro tra più famiglie. L'esperienza dei 53 condomini che oggi

“La nostra associazione si occupa gratuitamente delle pratiche di assunzione e delle buste paga e se richiesto anche della selezione della badante - spiega Zanni - anche se spesso sono gli stessi condomini a proporla. Questo modello organizzativo è stato adottato adesso anche dalle altre sedi di Confabitare in Italia, a Milano, Roma, Rimini, Firenze, Genova e Reggio Calabria”.

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In pratica la sua intera giornata lavorativa si svolge all'interno dello stesso condominio ed è fatta da tanti part time quanti sono gli anziani per cui lavora. Ognuno di loro paga solo le ore di propria competenza, per cui a fine mese il costo è attorno ai 250 euro anziché i 900/1.000 euro di una assunzione a tempo pieno.


I Gruppi di Acquisto Condominiale di Confabitare L’esperimento del welfare condominiale era già stato lanciato lo scorso anno dall’associazione dei proprietari immobiliari Confabitare. Il primo progetto è stato quello della spesa condivisa: a turno, un paio di volte alla settimana, alcuni volontari del palazzo o un incaricato dell’associazione vanno al Centro Agroalimentare di Bologna e comprano grossi quantitativi di frutta e verdura su ordinazione dei condomini. «Acquistando all’ingrosso, i costi della spesa si Alberto Zanni riducono fino al 50%», spiega Alberto Zanni, presidente Confabitare di Confabitare.

condivisione aiuta a mantenere vivi i rapporti sociali e allontana i rischi della solitudine. Infine può essere una sentinella quotidiana per i medici e gli infermieri che debbano seguire la salute dell'anziano. L'assunzione della badante, nel modello ideato da Confabitare, è seguita gratuitamente dall'associazione, ma ogni anziano, od ogni famiglia, assume direttamente la lavoratrice con un contratto part time. Questa è la strada fino ad oggi più seguita, ma il nuovo contratto di lavoro dei portieri, in vigore dal 1 gennaio di quest'anno, ha introdotto la possibilità per il Condominio, come soggetto giuridico, di assumere anche “assistenti familiari che svolgano servizi per la prima infanzia o per anziani autosufficienti in favore di tutti o alcuni condomini”.

Ma la filosofia che anima Zanni è più vasta e pensa già alla creazione di un “condominio solidale”. “Abbiamo già avviato i Gruppi di Acquisto Condominiali, per ridurre anche del 50% i costi della spesa, e l'Infermiere di Condominio, che prevede, a cadenza settimanale o bisettimanale, la presenza di personale infermieristico specializzato per medicazioni, prelievi, iniezioni ed altro”. Quali sono le mansioni che una badante assunta con questa formula può svolgere? Bisogna dire subito che la soluzione è poco adatta a persone non autosufficienti o che necessitano di una assistenza infermieristica specializzata: ma nella grande maggioranza dei casi, all'anziano serve una persona di supporto nella attività domestiche, di aiuto per il bagno o la doccia o che controlli la regolare assunzione dei farmaci e prepari da mangiare. Inoltre il meccanismo stesso della

L'esperienza di Confabitare è in questo momento la più strutturata a livello nazionale, ma l'idea inizia a fare breccia sia nel settore pubblico che in quello privato. A Mestre, nel quartiere di Altobello, proprio in queste settimane partirà la prima esperienza pubblica di badante di condominio. “Come Comune di Venezia stiamo riqualificando, attraverso la formula del Contratto di Quartiere, una tra le aree più degradate della città - spiega l'Assessore alle Politiche Sociali Sandro Simionato - e con l'occasione realizziamo un edificio di 24 appartamenti destinati agli anziani. Abbiamo pensato ad una o due badanti di condominio che saranno residenti, e alle quali riserveremo uno o due appartamenti. Stiamo definendo esattamente come arrivare alla selezione e alla gestione di queste due figure, che sicuramente seguiremo poi nella attività di tutti i giorni”. A Milano invece è la Cooperativa Sociale Spaziocuore che tra gli innumerevoli servizi offerti alle famiglie propone anche la Badante di Condominio. “Abbiamo trovato subito grandissimo interesse per questo tipo di figura - spiega la fondatrice Elisabetta Favale - anche se noi preferiamo chiamarla governante di condominio, perchè se è vero che la prima richiesta riguarda gli anziani, in realtà poi ne possono usufruire utilmente anche le famiglie. Siamo partiti con il servizio da pochi mesi e serviamo già numerosi condomini. Ci occupiamo di tutto noi, dalla selezione del personale alla suddivisione oraria tra le varie famiglie”

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? badanti Gli Speciali de "La Rivista della Badante"

Chi

bada

alle

L'associazione badanti “Nadiya” a Ferrara

S

i stima che in Italia operino nali. Qui si svolgono anche attività testo di Cecilia Caselli oggi complessivamente formative, informative, ludiche 744.000 badanti, di cui 6.000 impiegate nella provincia ed è presente una biblioteca (oltre 1500 libri) e una cineteca ferrarese dove ben 2/3 dell’immigrazione è occupata nel la(oltre 200 film) in lingua russa, con la messa a disposizione di voro di assistenza famigliare. La forte esperienza di badantato una rete Wi.Fi. della zona del ferrarese ha avuto un picco negli anni 20022003, in conseguenza della massiccia presenza di anziani che L’associazione aderisce inoltre a una serie di altre attività ha richiamato molte lavoratrici dell’est europeo. ad esempio di accompagnamento di anziani e ammalati e supporto nell’apprendimento della lingua. Proprio in quegli anni, nel giugno 2002, sull’onda del crescente flusso migratorio è nata così, dall’iniziativa di un primo Col tempo si è presentata poi la nuova sfida dei ricongruppo di 25 donne l’Associazione Badanti Nadiya (che giungimenti famigliari, per cui l’associazione presta molta tradotta in lingua russo/ucraina significa “speranza”). attenzione all’integrazione anche dei figli ricongiunti e delle cosiddette seconde generazioni di immigrati e cerca con varie L'associazione di volontariato "Badanti Nadiya-ONLUS", aciniziative di promuoverne l’integrazione non solo nell’ambito quisisce poi personalità giuridica nel 2004 e conta ad oggi cirscolastico ma anche sociale nel rispetto e nella conoscenza deca 1600 iscritte. L’associazione gestisce due realtà che vanno gli usi costumi e tradizioni della loro nazione di provenienza. incontro a bisogni diversi ma complementari per l’integrazione e l’inserimento della donna immigrata nel territorio. L'attività principale dell’associazione è comunque la conduzione di una casa di accoglienza temporanea in Ferrara, La prima di queste è rappresentata dalla sede, che viene usata riservata a sole donne, prevalentemente straniere, in difficoltà come loro punto d’incontro che rende possibile alle iscritte per problemi di salute o per indigenza. l’opportunità di incontrarsi con le amiche in un luogo accogliente, soprattutto al riparo dalle intemperie nei mesi inverLa casa consta di 6 monolocali e dispone di 15/16 posti letto

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di cui solo 8 convenzionati con il Comune di Ferrara. L'associazione invece apre le porte a fino a disponibilità di posti ospitando qualunque donna lo necessiti, ma sempre previa supervisione dei Servizi alla Persona o Servizi Sociali interni alle strutture mediche che ricorrono all’ente per far fronte al problema delle persone sole, abbandonate e senza supporto e aiuto familiare. Inoltre l’associazione Nadiya si fa carico delle proprie assistite spesso anche dopo il decesso, organizzando il funerale con un momento religioso, a seconda del credo di appartenenza. A conferma della portata dell’impegno dell’associazione nel corso del 2012 sono state date oltre 5.500 giornate di accoglienza gratuita: sono transitate infatti 37 persone alcune pochi giorni mentre altre termineranno il cammino terreno presso di noi. Oggi le abitazioni sono tutorate da una signora straniera, che convive con loro, e attualmente, sono presenti 9 ucraine, 5 marocchine, una pakistana, due italiane.

I motivi della permanenza sono vari e vanno dal disagio sociale all’inabilità al lavoro per convalescenza ai casi più gravi come malattie tumorali a cui queste donne dimostrano una certa predisposizione, in gran parte dovuta all’assenza di una cultura delle prevenzione alla quale l’associazione Nadiya cerca di far fronte anche con incontri con una ginecologa madrelingua russa

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Associazione Nadiya-Onlus Piazza S. Etienne, 19 44121 Ferrara tel e fax 0039 0532 768368 email ass.nadiya2004@gmail.com www.assbadantinadiya.com

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bacheca

la

Per pubblicare le vostre notizie scrivete a redazione@larivistadellabadante.it

Seconda edizione del premio "Faccio, Farei, Avrei fatto" Il 29 agosto a Balvano, un comune della provincia di Potenza in Basilicata, è stato consegnato il premio "Faccio, Farei, Avrei fatto" alla Signora Adriana Ciubotariu di nazionalità rumena residente da oltre 9 anni a Balvano ove ha svolto l'attività di Badante. I proventi di tale lavoro sono stati da lei impiegati, pressoché integralmente, per consentire alla propria figlia di proseguire gli studi, fino a farle conseguire la laurea in giurisprudenza in Romania. Non solo, il sostegno economico della madre, unito alle capacità intellettive della studentessa, dottoressa Negrea Roxsana Andreea, hanno fatto sì che la figlia della "nostra badante" sia divenuta Magistrato Ordinario della Repubblica Rumena.

Da sinistra: l'avvocato Anna Santarsiero e l'avvocato Vincenzo Antonio Teta (organizzatori e responsabili del Premio "Faccio, Farei, Avrei fatto"). Enzo Sarli (presidente Ordine Avvocati di Potenza). Il Dottor Sebastian Pop (Console Rumeno a Roma), Nicola Valluzzi (assessore della Provincia di Potenza), la premiata Adriana Ciubotariu, badante a Balvano (PZ), Gabriela Ciubotariu, sorella di Adriana, anche lei badante a Balvano, la dottoressa Bordeianu Bianca Elena (Magistrato del Tribunale di Bacau, Romania) e la dottoressa Negrea Roxana Andreea, figlia della Signora Adriana Ciubotariu, e Magistrato presso la Procura di Iasi in Romania.

congratulazioni da "La Rivista della Badante"

Per maggiori informazioni https://www.facebook.com/facciofarei.avreifatto

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Dall'Ambasciata di Romania in Italia

Dott. Ermanno Laconi Specialista in Cardiologia e Medicina Interna Avezzano- Via Poppedio Silone, 24

Una segnalazione che ci è giunta in redazione dall'Ambasciata di Romania in Italia.

Tel. 086320089 – 3394080598 28 maggio 2013

Ill.mo Ambasciatore di Romania SEDE

Sig. Ambasciatore, anziani e, per per circa 15 anni i miei genitori hanno avuto bisogno di assistenza continua perché esclusivamente da diverse cause, entrambi invalidi. Durante questi anni sono stati assistiti quasi profonda gratitudine Signore rumene, che hanno assolto al compito di badanti. Ho un sentimento di umanità e, debbo verso loro, perché hanno sempre operato con gentilezza, dedizione, profonda da pochi giorni, solo madre mio e fa anni tre morto è padre Mio lità. professiona grande anche dire, ringraziare voglio Persona, Sua la Tramite badante. dall'ultima ente amorevolm sempre assistita auguro un futuro di ed esprimere la mia profonda riconoscenza all'amato Popolo Rumeno, a cui progresso e di pace. Grazie di cuore.

Ermanno Laconi

Pubblichiamo i ringraziamenti del Dottor Ermanno Laconi di Avezzano (AQ) alle badanti rumene che hanno assistito per anni i suoi genitori. Un ringraziamento e una manifestazione di sincera stima per tutto il popolo rumeno e che l'Ambasciata ha voluto ricambiare ringraziando a sua volta il Dottor Laconi pubblicamente ne "La Rivista della Badante" per le belle parole e il messaggio pieno di affetto e di gratitudine verso il proprio popolo.

Premiile DIGI! DIGI Mobil este alaturi de tine si te premiaza Il concorso “Premiile DIGI” prosegue anche quest'anno. Sei Rumeno? Hai qualche talento? Manda il tuo curriculum accompagnato di una fotografia e un materiale artistico entro la data di 30 Settembre 2013 via mail al indirizzo pubblicita@digimobil.it.

Continuăm concursul: “Premiile DIGI! DIGI Mobil este alături de tine și te premiaza”, ediția PIEMONTE 2013.

La competizione è destinata agli artisti rumeni emigrati sul territorio italiano. L'obiettivo è quello di sostenere e promuovere il talento rumeno.

Esti Român? Talentat? Trimite-ne un CV însoțit de o fotografie și un material artistic până la data de 30 Septembrie 2013 pe adresa pubblicita@digimobil.it. Competiția se adresează artiștilor români care au emigrat pe teritorul Italiei. Obiectivul este acela de a susține și promova talente românești.

Per maggiori informazioni entra anche sulla nostra pagina di Facebook DIGI Mobil italia o sul nostro sito www.digimobil.it.

Mai multe detalii pe pagina nostra de Facebook DIGI Mobil italia sau intra pe site-ul www. digimobil.it.

Vi aspettiamo!

Va asteptam!

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COMMERCIALISTA Badanti regole e oneri

Gestione del rapporto di lavoro per le badanti Periodo di prova (Articolo 5, Legge n°. 339/1958; Articolo 13 CCNL) Il periodo di prova ha lo scopo di permettere ad entrambe durante la prova o alla conclusione della stessa, ha diritto al le parti di valutare la convenienza del rapporto di lavoro. trattamento di fine rapporto, all’indennità sostitutiva delle Si tratta di un patto facoltativo ma opportuno. Durante il ferie non godute e ai ratei di tredicesima. La lavoratrice che periodo di prova, infatti, il rapporto di lavoro può essere abbia superato il periodo di prova senza comunicazione di risolto in qualsiasi momento da ciascuna delle parti senza recesso si intende automaticamente confermata. Il servizio obbligo di preavviso. È in ogni caso dovuto il pagamento prestato durante il periodo di prova va computato a tutti gli a favore del lavoratore della retribuzione e delle effetti nell’anzianità di servizio. eventuali competenze accessorie corrispondenti Lettera per la comunicazione del mancato al lavoro prestato. È richiesta la forma scritta; in superamento del periodo di prova mancanza l’assunzione è da considerare definitiva e di conseguenza la risoluzione del rapporto richiede il preavviso. Il periodo di prova è fissato dal CCNL nelle seguenti misure massime: Gentile Signora ............ - 30 giorni di lavoro effettivo per i lavoratori dei livelli D e D SUPER; Oggetto: licenziamento per mancato superamento del periodo - 8 giorni di lavoro effettivo per i lavoratori degli di prova altri livelli. È fondamentale che la prova sia concretamente svolta e che si protragga per il tempo necessario all’effettiva valutazione dell’idoneità del lavoratore; ne consegue che l’eventuale recesso, pur essendo attuabile in qualunque momento, debba essere per opportunità solo dopo un congruo lasso di tempo. Se il lavoratore è stato assunto come prima provenienza da altra regione senza aver trasferito la propria residenza e il licenziamento non avvenga per giusta causa, egli avrà diritto comunque a un preavviso di 3 giorni o, in difetto, alla retribuzione corrispondente. Questo obbligo non sussiste se la risoluzione è dovuta a mancanze talmente gravi da non consentire la prosecuzione, nemmeno temporanea, del rapporto di lavoro. La badante in prova gode dello stesso trattamento economico e normativo spettante a quello assunto definitivamente; pertanto in caso di licenziamento

Con la presente siamo spiacenti di comunicarle la risoluzione del rapporto di lavoro in data odierna per mancato superamento del periodo di prova. Con la retribuzione del mese corrente le verranno liquidate le competenze finali. Distinti saluti Luogo e Data .......... Il datore di lavoro

Firma del lavoratore

..........................................

..........................................

Doveri delle parti (Articolo 6 Legge n° 339/1958) La lavoratrice domestica è tenuta a fornire la propria prestazione con la dovuta diligenza secondo le necessità e gli interessi della famiglia, seguendo le disposizioni impartite dal datore di lavoro. Nel caso di violazione di tali doveri il lavoratore può incorrere in responsabilità per danni, salvo nell’eventualità che essi siano attribuiti a caso fortuito o forza maggiore. Il datore di lavoro invece è obbligato: • a corrispondere alla lavoratrice la remunerazione alle

condizioni stabilite e a periodi non superiori al mese; • a garantire alla lavoratrice che benefici di vitto e alloggio in un ambiente non dannoso alla sua integrità fisica e morale, nonché una nutrizione sana e adeguata; • tutelare la salute del lavoratore; • a concedere il tempo necessario per osservare gli obblighi del suo culto.

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COMMERCIALISTA

Orario normale di lavoro (Articoli 8 e 15 ccnl) Per i domestici prevede la deroga all’orario normale e alla durata massima settimanale della prestazione lavorativa stabilita per la generalità dei lavoratori. L’orario di lavoro è quindi rimesso all’accordo tra le parti.

di convivenza con orario fino a 30 ore settimanali. Il loro orario di lavoro dovrà essere articolato in una delle seguenti tipologie: a) interamente collocato tra le ore 6.00 e le ore 14.00; b) interamente collocato tra le ore 14.00 e le ore 22.00; c) interamente collocato, nel limite massimo di 10 ore al giorno non consecutive, in non più di tre giorni settimanali.

La contrattazione collettiva fissa per i lavoratori a tempo pieno ha i seguenti limiti massimi: - 10 ore giornaliere non consecutive per un totale di 54 ore settimanali per i lavoratori conviventi; - 8 ore giornaliere non consecutive, per un totale di 40 ore settimanali distribuite su 5 giorni oppure su 6 giorni per i lavoratori non conviventi. I lavoratori conviventi inquadrati nei livelli C, B e B SUPER possono essere assunti in regime

A queste lavoratrici deve essere corrisposta, qualunque sia l’orario di lavoro osservato nel limite massimo di 30 ore settimanali, una retribuzione pari a quella prevista nella tabella qui sotto riportata.

TABELLA MINIMI RETRIBUTIVI FISSATI DALLA COMMISSIONE NAZIONALE Decorrenza 1 gennaio 2013 (Articolo 36 del ccnl domestico del 16/02/2007)

Livelli

Tabella A

Tabella B

Tabella C

Tabella D

Lavoratori Conviventi

Lavoratori di cui art. 15, comma 2

Lavoratori non conviventi

Assistenza notturna

Valori mensili

Valori orari

Valori mensili

Indennità

Valori mensili Autosufficienti

Non autosufficienti

Liv. unico 4,41

A

606,79

AS

717,12

B

772,28

551,63

5,52

BS

827,44

579,21

5,85

C

882,62

639,88

6,18

5,20 951,56 1.078,44

6,49

CS

937,78

D

1.103,26

163,14

7,50

DS

1.158,42

163,14

7,83

1.332,20 Tabella F

Tabella E Livelli

Presenza notturna Valori mensili

Liv. unico

Indennità (valori giornalieri) Pranzo e/o colazione

Cena

Alloggio

Totale indennità vitto e alloggio

1,85

1,85

1,61

5,31

637,14

A AS B BS C CS D DS Indice ISTAT nov. 12/nov = 2,4%

Le prestazioni lavorative eccedenti l’orario effettivo di lavoro concordato nel contratto vanno retribuite - se collocate temporalmente all’interno della fascia oraria concordata, con la retribuzione globale di fatto oraria; - se collocate al di fuori della fascia oraria concordata, con la retribuzione globale di fatto oraria incrementata con le maggiorazioni previste per il lavoro straordinario. Il lavoratore convivente ha diritto a un riposo di almeno 11 ore consecutive nell’arco della stessa giornata e, qualora

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il suo orario giornaliero non sia interamente collocato tra le ore 6.00 e le ore 14.00 oppure tra le ore 14.00 e le ore 22.00, a un riposo intermedio non retribuito, normalmente nelle ore pomeridiane, non inferiore alle 2 ore giornaliere di effettivo riposo. è consentito il recupero consensuale e a regime normale di eventuali ore non lavorate, in ragione di non più di 2 ore giornaliere. Le cure personali e delle proprie cose, salvo quelle di servizio, saranno effettuate dal lavoratore fuori dall’orario di lavoro.


COMMERCIALISTA

Lavoro notturno (Articolo 15 CCNL) Si considera lavoro notturno quello prestato tra le ore 22.00 e le ore 6.00. Per questo tipo di prestazione è riconosciuta una maggiorazione del 20% della retribuzione globale di fatto oraria. Se prestato oltre il normale orario di

lavoro, si deve considerare lavoro straordinario notturno e deve essere retribuito con la maggiorazione del 50%. La disposizione non si applica ai lavoratori assunti specificamente per discontinue prestazioni notturne di

cura alla persona oppure per prestazioni di presenza notturna. È comunque vietato adibire i minori al lavoro notturno, salvo in caso di forza maggiore (Articolo 25 CCNL).

Lavoro straordinario (Articolo 16 CCNL) Il datore di lavoro può chiedere una prestazione lavorativa oltre l'orario stabilito, sia diurna che notturna, con un preavviso di almeno un giorno (salvo casi di emergenza o di particolari necessità impreviste) che deve essere compensata con le maggiorazioni retribuite indicate nella tabella di seguito riportata. MAGGIORAZIONI PER LAVORO STRAORDINARIO Tipologia

Percentuale maggiorazione

Lavoro diurno (dalle 6.00 alle 22.00)

25%

Lavoro notturno (dalle 22.00 alle 6.00)

50%

Domenica e festività nazionali

60%

La maggiorazione va calcolata sulla retribuzione globale di fatto, comprendente paga oraria, indennità di vitto ed alloggio e qualsiasi altro compenso continuativo in denaro o in natura non corrisposto a titolo di liberalità. Le ore di lavoro prestate dai lavoratori non conviventi, ecce-

denti le ore 40 fino alle ore 44 settimanali, purché eseguite nella fascia oraria compresa tra le 6.00 e le ore 22.00, sono compensate con la retribuzione globale di fatto oraria maggiorata del 10%. Il lavoratore può rifiutare la richiesta del datore di lavoro solo in caso di giustificato motivo di impedimento. Nei casi di emergenza i servizi resi migliorati di riposo notturno o diurno sono da considerare di carattere normale (compensati con la normale retribuzione) e danno luogo solamente al prolungamento del riposo stesso; tali prestazioni devono avere carattere di assoluta episodicità e imprevedibilità. Nonostante il contratto collettivo non fissi un limite massimo di ore di straordinario effettuabili nell'arco della giornata, della settimana, del mese o dell'anno, è comprensibile che esse non possono ripercuotersi sul riposo settimanale o sulle ore di riposo notturno. In caso di controversia l'onere di provare di aver effettuato lavoro straordinario spetta al lavoratore, mentre spetterà al datore di lavoro provare l'avvenuto pagamento dello stesso.

Retribuzione (Articolo 32 CCNL) La retribuzione è concordata tra le parti, nel rispetto del principio di retribuzione sufficiente e proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato stabilito dall'articolo 36 Costituzione. Secondo la giurisprudenza livello di retribuzione sufficiente è quello fissato dalla contrattazione collettiva: in sostanza occorre quindi rispettare i valori minimi stabiliti dal CCNL. Essi sono aggiornati una volta all'anno da un’apposita commissione paritetica nazionale o, in difetto di accordo, dal Ministero del Lavoro sulla base dell'incremento del costo della vita rilevato dall'Istat. La retribuzione composta dai seguenti elementi: a) retribuzione minima contrattuale; b) eventuali indennità sostitutive di vitto e alloggio per le prestazioni che superano le 6 ore giornaliere, rivalutate anch’esse annualmente sulla base delle variazioni rilevate dall'Istat; c) scatti di anzianità (articolo 35 CCNL) che maturano ogni due anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro fino a un massimo di 7 e sono retribuiti in misura pari al 4% del minimo; d) eventuale superminimo, cioè retribuzione aggiuntiva su base

mensile o su base oraria riconosciuta lavoratore. Il CCNL prevede l'obbligo di indicare nel prospetto paga se il superminimo sia condizione di miglior favore “ad personam” non assorbibile da futuri aumenti. In ogni caso non è consentito l'assorbimento degli scatti: quindi quando lavoratore matura lo scatto biennale, non è possibile ridurre il superminimo al fine di mantenere invariata la retribuzione globale. Comunemente la retribuzione deve essere corrisposta mensilmente ma nulla vieta che possano essere pattuite scadenze diverse (inferiori al mese) per esempio per i lavoratori a ore o ad orario ridotto che vengono retribuiti giornalmente o a settimana. Il datore di lavoro, contestualmente al pagamento periodico della retribuzione, è tenuto in base al CCNL (non per legge) a predisporre un prospetto paga nel quale dovranno risultare, oltre agli elementi retributivi indicati, anche eventuali ore di lavoro straordinario, compensi per festività e le trattenute per oneri previdenziali.

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COMMERCIALISTA

Il prospetto paga va prodotto in duplice copia, una per il lavoratore, firmata dal datore di lavoro, e l'altra per il datore di lavoro, firmata dal datore di lavoro. Il datore di lavoro, a richiesta del lavoratore, è tenuto a rilasciare una dichiarazione annuale dalla quale risulti l'ammontare complessivo delle somme erogate nell'anno. Al lavoratore tenuto all'osservanza di un orario giornaliero

Criteri di calcolo della retribuzione Per il lavoratore con registrazione con retribuzione fissa mensile, la paga giornaliera ed oraria da assumere come base di computo delle maggiorazioni e delle indennità previste dal contratto si determinano con i seguenti criteri: - retribuzione giornaliera = retribuzione mensile : 26; - retribuzione oraria = (retribuzione mensile x 12 : 52) : orario settimanale. Invece nel caso in cui abbia si abbia un lavoratore retribuito a paga oraria la retribuzione giornaliera e mensile si determinano con i seguenti criteri: - retribuzione giornaliera = (retribuzione oraria x ore settimanali x 52 : 12) : 26 - retribuzione mensile = (retribuzione oraria x ore settimanali x 52) : 12 Quando nel contratto si utilizzano le espressioni: - giorni di calendario, si considerano i trentesimi delle mensilità (ad esempio per malattia) - giorni lavorativi, si considerano i ventiseiesimi della mensilità (ad esempio per ferie) - retribuzione globale di fatto, si intende quella comprensiva dell'indennità di vitto e alloggio, se fruite.

pari o superiore alle 6 ore, ove sia concordata la presenza continuativa sul posto di lavoro, spetta la fruizione del pasto, ovvero, in difetto di erogazione, un'indennità pari al suo valore convenzionale. Il tempo necessario alla fruizione del pasto, in quanto trascorso senza effettuate prestazioni lavorative, sarà concordato fra le parti e non retribuito (Articolo 15 Ccnl).

Tredicesima mensilità o gratifica natalizia (Articolo 37 CCNL) La gratifica natalizia o “tredicesima mensilità” corrisponde a una mensilità della retribuzione globale di fatto e viene corrisposta entro il mese di dicembre di ciascun anno in occasione delle festività natalizie. Nella retribuzione devono essere computate anche le indennità sostitutive di vitto e alloggio per i lavoratori che ne hanno diritto. La tredicesima mensilità si matura per dodicesimi: pertanto ai lavoratori che non abbiano prestato servizio per intero anno verranno corrisposti tanti dodicesimi quanti sono stati i mesi di attività svolta. Si computano come mesi interi anche le frazioni lavorate pari o superiori a 15 giorni di calendario. La gratifica natalizia matura durante i periodi di prova, di malattia, infortunio, malattia professionale e maternità nei limiti del periodo di conservazione del posto e per la parte non liquidata dagli enti assicurativi.

SCHEMA CALCOLO DELLA TREDICESIMA Come calcolare la tredicesima

La tredicesima corrisponde a un dodicesimo della retribuzione globale di fatto annua (una mensilità). Se la badante presta servizio per più famiglie, ogni datore d lavoro è tenuto a effettuare il calcolo della quota di tredicesima sulla base della retribuzione da lui erogata.

Esempio Per una badante che ha lavorato dal 1° aprile al 31 dicembre con una retribuzione mensile di E 600 il calcolo è: E 600 (retribuzione) x 9 (mesi lavorati) : 12 = E 450 (tredicesima)

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PAGA Mensile Una mensilità normale in aggiunta quella di dicembre, maggiorata delle indennità sostitutive diritto e alloggio per i lavoratori che ne hanno diritto. PAGA A ore Occorre moltiplicare la paga oraria dell'ultimo periodo per le ore settimanali stabilite da contratto, ottenendo la paga settimanale. Quest'ultima deve essere moltiplicata per 52 e il risultato (paga annua) dev'essere quindi diviso per 12. Se l'orario non è definito contrattualmente, cioè se le prestazioni della badante sono state richieste di volta in volta secondo necessità, occorre sommare tutte le retribuzioni pagate nell'anno e dividere il risultato per i mesi di lavoro. PAGA A settimana Occorre moltiplicare la paga settimanale per 52 e il risultato (paga annua) deve essere diviso per 12.

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D&R Inps

Chiedilo all'iNPS previdenza: badanti e famiglie informate I contributi di previdenza sociale versati all’INPS sono una garanzia assicurativa per il lavoratore, il quale si trova così tutelato sia al termine della propria vita lavorativa (pensione di vecchiaia, inabilità, invalidità, o reversibilità), sia in occasione di circostanze particolari (indennità di maternità, malattia, disoccupazione) o condizioni di vita sfavorevoli (integrazione delle pensioni al trattamento minimo, assegno sociale, assegno per il nucleo familiare, assegni di sostegno per la maternità). Una quota dei contributi versati all’INPS garantisce altresì l’assicurazione INAIL per malattie professionali e infortuni.

Per approfondire gli argomenti e le questioni inerenti la materia previdenziale “La Rivista della Badante” con la collaborazione dell'INPS lascia spazio a voi lettrici e lettori dando voce alle vostre domande.

Per essere in regola la procedura prevede che entro le 24 ore del giorno precedente l'assunzione il datore di lavoro ne dia comunicazione all'INPS tramite il sito dell'Istituto dopo aver ottenuto dall'Ente il necessario Pin. Sarà successivamente l'INPS stesso, a inviare al domicilio del datore di lavoro i bollettini di conto corrente per il versamento dei contributi. Anche i contributi possono essere pagati direttamente online. L'INPS infatti ha messo a punto un sistema online semplificato proprio per permettere di regolarizzare il rapporto di lavoro di colf e badanti. Il datore di lavoro può fare tutto con un semplice click. Il servizio è accessibile dal sito www.inps.it, alla sezione "servizi online".

D

«Come devo calcolare i contributi da versare alla badante di mia madre che lavora 40 ore settimanali?»

R

Il pagamento dei contributi da lavoro domestico avviene sulla base di un calcolo convenzionale. L'importo dei contributi da versare è rapportato alla retribuzione corrisposta alla lavoratrice e, ovviamente, al numero delle ore di lavoro prestate. Ogni datore deve quindi predeterminare l’importo della paga oraria effettiva (retribuzione oraria concordata + quota oraria di tredicesima + eventuale quota oraria di vitto e alloggio) e poi individuare il contributo che corrisponde alla fascia di retribuzione e all’orario effettuato dal lavoratore. Sul sito istituzionale dell’Inps (www.inps.it) sono pubblicate le tabelle con le varie fasce orarie di lavoro cui fare riferimento. Sempre sul sito internet, l’Inps ha messo a disposizione di datori di lavoro e lavoratori un programma per la simulazione del calcolo dei contributi. È sufficiente inserire i dati richiesti nei campi previsti e cliccare sulla freccia "Avanti" per ottenere, al termine dell’inserimento dei dati, il calcolo dei contributi che il datore di lavoro dovrà versare mensilmente. L’Inps è anche presente su Facebook con una propria pagina dedicata al lavoro domestico, attraverso la quale si possono ottenere informazioni e risposte a quesiti di carattere generale.

D

«Le ore che sono soggette a contribuzione sono solo quelle di lavoro effettivamente svolto o devo tenere in considerazione anche per esempio le ore di ferie, malattia, festività per la badante di mio padre?»

R

Le ore da assoggettare a contribuzione non sono solo quelle di lavoro effettivamente svolto ma anche quelle ore retribuite a qualunque altro titolo. Nel calcolo del contributo vanno quindi inserite anche le ore legate alla malattia, ferie, congedo matrimoniale e alle festività.

D

«Sono una badante con regolare contratto di lavoro da gennaio 2013. Volevo capire perché se il mio datore di lavoro versa i contributi regolarmente io devo pagare le tasse? Qual'è la differenza?»

R

Si tratta di due obblighi differenti, che non sono in alcun modo collegati. L’obbligo di versare la contribuzione nasce dal rapporto di lavoro: i contributi versati daranno luogo, al raggiungimento dei requisiti previsti dalla legge, alla liquidazione di una pensione in favore del lavoratore. L’obbligo di pagare le tasse è riferito invece ai redditi della persona (di cui fanno parte anche quelli da lavoro, ma non solo) e rappresentano lo strumento attraverso cui le persone contribuiscono alla creazione a al mantenimento dei servizi pubblici.

L'INPS risponderà e chiarirà ogni vostro dubbio rispondendovi in queste pagine.

per avere informazioni o consigli sulla previdenza scrivete a redazione@larivistadellabadante.it

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Arrivate in redazione

Fisco:

ultima chiamata anche per badanti (e colf)

I lavoratori domestici, badanti e colf, italiani o stranieri, che non hanno ancora regolato i loro conti con il fisco hanno la possibilità di farlo entro il prossimo 30 settembre utilizzando il Modello Unico

P

agheranno una modesta sanzione per il ritardo sulle normali scadenze (per l’Unico era il 17 giugno scorso) ma saranno al sicuro dai sempre più diffusi accertamenti fiscali che l’Agenzia delle Entrate ha messo in moto negli ultimi anni. Le “tracce” utilizzate per individuare chi non ha pagato le tasse sono molte, a partire da quelle lasciate dai datori di lavoro che, nella loro dichiarazione dei redditi, detraggono dalle tasse gli importi dei contributi previdenziali e anche una parte degli stipendi (nel caso delle badanti) dei loro collaboratori domestici. “La premessa - spiega Franco Galvanini del Caf Cisl - è banale: questi lavoratori hanno gli stessi obblighi fiscali di tutti gli altri. Con una differenza: il loro datore di lavoro (una persona fisica) non è anche sostituto d’imposta, non può e non deve fare

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testo di Roberto Soncin da tramite tra il lavoratore ed il fisco. Non può quindi trattenere dalla retribuzione l’Irpef dovuta e versarla al fisco, come avviene per tutti gli altri lavoratori dipendenti o in collaborazione”. Dunque il rapporto tra lavoratore domestico e fisco è diretto: un tu per tu cui non si può sfuggire. La prima questione da regolare con il fisco è quella relativa all’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche). Nulla è dovuto fino agli 8.000 euro di reddito all’anno (se si lavora tutto l’anno). Oltre tale soglia reddituale si deve, invece, determinare l’imposta da versare applicando le aliquote progressive per scaglioni di reddito (aliquota del 23% fino a 15.000 euro, 27% dai 15 ai 28 mila euro e così via). L’imposta così calcolata verrà ridotta dalle detrazioni

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spettanti per lavoro dipendente e per eventuali familiari a carico. Questo delle detrazioni fiscali è un aspetto del fisco italiano poco conosciuto. C’è una detrazione che vale per tutti, quella per lavoro dipendente (l’importo varia in funzione del reddito complessivo). Galvanini propone un esempio per meglio comprendere le modalità con cui si arriva a determinare l’esatto importo da versare. “Una badante non convivente che lavora con contratto a tempo pieno (40 ore settimanali) - ha un reddito annuale di circa 13.000 euro (13 mensilità) e quindi è ben oltre la soglia di esenzione. In questo caso l’imposta da versare sarà di 1.509 euro pari alla differenza fra l’imposta lorda di euro 2.990 (23 per cento di 13.000 euro) e le detrazioni “per lavoro dipendente” pari a 1.481 euro che vanno a ridurre l’importo da pagare”. Ma


le detrazioni non finiscono qui. Ci sono anche quelle per i familiari a carico (compresi quelli che sono residenti nei Paesi di origine). Quindi i figli (anche se maggiorenni), il coniuge, i genitori. Grazie ad una modifica delle norme precedenti (chiaramente vessatorie) per i lavoratori stranieri cittadini di Paese extra UE (la grande maggioranza delle badanti) non è così difficile ottenere la documentazione per ottenere le detrazioni fiscali per i famigliari in patria. I Consolati in Italia di alcuni di questi Paesi già offrono una utile assistenza nelle procedure burocratiche per i loro connazionali. Naturalmente alla nostra badante che vuole beneficiare di queste detrazioni non basta portare il “certificato di famiglia” ma deve presentare anche documenti che confermano altri requisiti che i famigliari devono possedere. In primo luogo e soprattutto se non si tratta di figli minori, quello di averli a carico sotto il profilo economico: il famigliare non deve possedere redditi oltre ad un minimo (per l’anno 2012 la soglia era di 2.840,51 euro, importo che ben pochi lavoratori o pensionati ucraini, moldavi o filippini percepiscono). Per i genitori bisogna inoltre dimostrare di inviare, in modo continuativo, delle somme per il loro sostentamento. Torniamo quindi all’esempio di prima e completiamo i conti. La nostra badante ha due figli a carico (sottolineiamo, anche residenti in patria): l’Irpef da versare si riduce a 98 euro (1.509 euro meno 1.411 euro di detrazioni spettanti per i due figli a carico). Vale dunque la pena di predisporre tutta la documentazione per dimostrare di avere dei famigliari a carico: si può arrivare ad una tassazione pari a zero! Ma non finisce qui. Se, come avviene per la maggior parte delle badanti, non si ha una abitazione propria, è facile avere invece delle spese mediche (ticket, farmaci, visite specialistiche) che si possono portare in detrazione: tutte devono però avere un riscontro formale (scontrino fiscale, ricevuta, fattura). Se invece si possiede una abitazione propria ricordiamo che gli interessi bancari sul mutuo sono detraibili e così altre spese per la casa. Infine per chi vive in affitto (con contratto regolare) vi è l’unica detrazione di cui si può anche chiedere il

rimborso (con l’Unico) anche quando si è in pari con il fisco: si tratta di 300 euro se non si supera i 15.493,71 euro di reddito all’anno, ridotti a metà quando si va oltre. “Per queste lavoratrici - sottolinea Galvanini che è stato tra gli organizzatori degli sportelli Colf e Badanti del Caf Cisl - mettersi in regola con il fisco significa pagare le tasse in un colpo solo perché non ci sono le trattenute mensili. In più c’è l’obbligo di pagare anche l’acconto per l’anno successivo (non in tutti i casi però). Quindi la somma da sborsare è spesso significativa. Ma è quella che gli altri lavoratori hanno già pagato mese per mese, con le trattenute sulla busta paga”. Per chi non lo fa e viene scoperto dal fisco arrivano le sanzioni, e non si scherza. Solo per non aver presentato la dichiarazione dei redditi si paga come minimo 258 euro per arrivare al 240% delle tasse non pagate. Somme che sono dovute, naturalmente, in aggiunta alle tasse non pagate. A dirla tutta il fisco italiano lascia aperta ancora una via di uscita a chi salta anche la

scadenza del 30 settembre. Un'uscita che si chiude dopo 90 giorni, il 29 dicembre per la precisione. In questo caso i costi, tra sanzioni, interessi ed altro, sono molto più alti. Il Fisco italiano quindi non è facile e nemmeno semplice. Semplici e chiari sono invece i tre consigli dell’esperto: rivolgersi all’Ufficio delle Entrate oppure ad un Caf per chiedere informazioni e fare bene i propri conti, predisporre in tempo tutti i documenti utili ad ottenere tutte le detrazioni previste dalla legge, quando serve presentare il modello Unico e pagare il dovuto. Escamotage come quelli di mettere in nero una parte dello stipendio, oltre ad essere illegali, sono anche controproducenti: all’importo della retribuzione sono infatti proporzionate le indennità di disoccupazione, maternità, malattia ed infortunio. Ma anche la pensione. Perché anche la badante ucraina o la colf filippina possono maturare una pensione italiana, da godersi magari in patria. Ma di questo parleremo in un’altra occasione.

Protezione dei lavoratori immigrati: collaborazione tra sindacati e patronati italiani e quelli di Moldavia e Ucraina Sono oltre 360 mila gli immigrati ucraini e moldavi (il 10% di tutti i provenienti dai Paesi non comunitari) che lavorano in Italia, tra questi una parte preponderante è costituita da donne occupate nei lavori domestici e di assistenza alla persona. Non mancano poi, anche se in misura assolutamente più modesta, i lavoratori italiani occupati in questi Paesi. Una realtà in continua crescita che ha spinto i sindacati italiani CGIL CISL UIL a sottoscrivere protocolli di collaborazione con i sindacati della Repubblica Moldava (la CNSM) e di Ucraina (VOST, CFTUU e FTUU). Nei protocolli, che sono stati sottoscritti il 16 maggio scorso a Chisinau (Moldavia), i firmatati si sono dati due obiettivi. Il primo è quello di promuovere una Convenzione Internazionale tra l’Italia e i due Paesi interessati, convenzione che garantisca la reciprocità nell’ambito della protezione sociale per i lavoratori. Il secondo, più immediato, è quello di offrire già da ora ai lavoratori immigrati la massima tutela sia in materia contrattuale che di assistenza sociale. Su questo secondo aspetto si è già mosso il Patronato Inas con un piano operativo che prenderà le mosse già dalle prossime settimane. “Le nostre sedi locali - spiega Antonino Sorgi, presidente del patronato di emanazione Cisl - sono da sempre impegnate nell’assistenza verso la totalità dei lavoratori immigrati. Negli ultimi anni poi siamo direttamente impegnati anche nella pratiche per i permessi di soggiorno. Ora però vogliamo affinare la nostra azione di tutela verso i cittadini ucraini e moldavi che lavorano in Italia e gli italiani attivi in questi due Paesi”. Nel piano operativo del patronato la disamina delle problematiche dei lavoratori moldavi, ucraini e italiani e dei loro familiari rispetto alla normativa previdenziale, infortunistica e socio-assistenziale. “L’obiettivo è quello di erogare a favore di tali lavoratori servizi di consulenza, assistenza e tutela sul versante dei diritti individuali in materia pensionistica, infortunista e socio assistenziale. Metteremo a disposizione, gratuitamente, la nostra struttura legale e medico-legale”. In fase di progettazione anche una campagna di informazione mirata a queste persone.

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informazione pubblicitaria

Sai salvare una vita? Agenzia Tu promuove la formazione professionale delle assistenti familiari. Il corso gratuito per badanti sulla rianimazione cardio polmonare. Quando si pensa al lavoro delle badanti si è soliti immaginare, spesso in maniera del tutto riduttiva, un'attività che si risolve nello svolgimento delle faccende domestiche, preparazione dei pasti e nella cura dell'assistito. In realtà le mansioni a carico della badante richiedono una vera predisposizione verso “l'altro”, impegno, costanza, pazienza, disponibilità, senso di responsabilità e capacità di affrontare le emergenze. Un'emergenza tra molte: l'arresto cardiaco. Ogni anno, in Italia si registrano 60.000 arresti

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cardiaci e di questi, ben il 50 % degli episodi avviene all'interno delle mura domestiche. Proprio partendo dall'analisi di questi dati Agenzia Tu, la rete di UniCredit che si rivolge ai cittadini stranieri e ai lavoratori atipici, ha deciso di promuovere dei corsi di formazione gratuiti sulla rianimazione cardiopolmonare e la gestione delle emergenze rivolti ad assistenti familiari stranieri che lavorano regolarmente in Italia con il supporto di Comocuore Onlus. è proprio l'indagine sull'assistenza familiare in Italia: il contributo dei migranti, pensata e coordinata da UniCredit Foundation e Agenzia Tu UniCredit grazie al supporto dei ricercatori del Centro Studi e Ricerche Idos e di Nadia Vacaru, dell’Università Cuza di Iasi in Romania, che ha messo in evidenza come il livello di istruzione degli assistenti familiari risulti mediamente elevato, con il 26,7% che ha conseguito il diploma ed il 18,0% che ha frequentato l’Università, men-


tre appare decisamente scarsa la formazione specifica circa la cura delle persone (73,3% risposte negative e 24,7% risposte positive). Essere quindi preparati ad affrontare e gestire con tempestività e cognizione di causa un'emergenza nell'attesa dei soccorsi è di fondamentale importanza. Sapere come intervenire mettendo in pratica quelle poche, ma efficaci manovre capaci di contrastare l'arresto cardiaco possono concretamente salvare la vita dell'assistito. Il corso si sviluppa nell'arco di due ore tra aspetti teorici e in particolare pratici. Grazie al supporto del Kit Mini Anne, comprensivo di un manichino gonfiabile che permette di apprendere le manovre di compressione e respirazione è possibile mettere in pratica immediatamente quanto appena appreso.

Le prove pratiche con il Kit Mini Anne

Il corso "Sai salvare una vita?" in numeri Sono 6 le tappe dove è stato realizzato (Treviso, Milano, Modena, Brescia, Verona, Firenze) Oltre 200 le assistenti familiari formate di cui 96% donne e provenienti per il 57% dall'Est Europa Prossime tappe in programmazione a: Genova, Verona, Torino, Bologna Firenze 26 settembre 2013 - corso su Alzheimer. Cos’è. Come si manifesta. Come si accompagna. Per avere le informazioni sui corsi e per iscrizioni: sul corso “Sai salvare una vita” scrivere a: info@agenziatu.it

Al termine del corso “Sai salvare una vita?” a tutti i partecipanti viene rilasciato l'attestato di frequenza firmato dal cardiologo di Comocuore Onlus e da Agenzia Tu UniCredit. Inoltre alle assistenti familiari (badanti, colf, baby sitter), che apriranno un conto con Agenzia Tu UniCredit, sarà dato in omaggio un dvd multilingue di 3 ore con indicazioni utili sulla cura della persona, trattando argomenti di vario genere quali la nutrizione, la salute, la coordinazione motoria, le pratiche di assistenza quotidiana, il diritto costituzionale. Un supporto utile anche per l'esercitazione della lingua italiana e visionabile da pc o direttamente dalla televisione.

Agenzia Tu è la rete di UniCredit pensata per i cittadini stranieri e lavoratori atipici. Specializzata in mutui e prestiti personali per favorire l’integrazione nel nostro paese. Sono oltre 7600 le assistenti familiari clienti che hanno trovato una risposta concreta in Agenzia Tu. Agenzia Tu è presente in Italia con 12 filiali presso cui lavorano anche 17 colleghi stranieri.

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La Rivista della Badante Settembre 2013 Per ulteriori informazioni: www.agenziatu.it


L'indagine sull'assisten il contributo Il contributo degli immigrati al "welfare familiare" è destinato a crescere. Nonostante la crisi è necessario affrontare il problema di come incentivare la loro formazione professionale e una maggiore conoscenza dei diritti e doveri dell’essere lavoratore in Italia

Indagine sull’assistenza familiare in Italia: il contributo degli immigrati

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Indagine sull’assistenza familiare in Italia:

il contributo degli immigrati

Ideata e coordinata da Agenzia Tu e UniCredit Foundation e condotta dal Centro Studi e Ricerche

gratuita in collaborazione con

Secondo i più recenti dati messi a disposizione dell’INPS, sono oltre 750.000 i lavoratori stranieri censiti che si occupano, in forme diverse, di assistenza familiare. Un numero sicuramente inferiore a quello effettivo, in conseguenza della non marginale presenza di persone che svolgono attività di collaborazione domestica senza un contratto di lavoro regolare. Conoscere meglio chi sono questi immigrati, cosa fanno, come vengono trattati, come considerano gli italiani e quali rapporti hanno con i Paesi di origine, è l’obiettivo dell’indagine ideata e coordinata da UniCredit Foundation, e condotta da Franco Pittau e Renato Marinaro, che si sono avvalsi del team dei ricercatori del Centro Studi e Ricerche Idos, potenziato in questa occasione da Nadia Vacaru, dell’Università Cuza di Iasi in Romania.

L’indagine è stata effettuata nelle regioni del Nord e del Centro Italia, dove risiede la maggioranza degli assistenti familiari, intervistando 606 persone, individuate tra coloro che hanno rapporti in corso con le banche e, in particolare, con Agenzia Tu UniCredit, la rete di filiali UniCredit espressamente dedicata ai cittadini stranieri residenti in Italia, nata per favorire percorsi virtuosi di integrazione attraverso un approccio peculiare fondato sull’accoglienza, sull’ascolto, sulla semplicità, sulla trasparenza e sull’impiego di personale di diverse nazionalità. L'indagine evidenzia che i Paesi di provenienza delle 606 persone che hanno compilato il questionario sono risultati in ordine di importanza numerica: Romania, Ucraina, Moldova, Filippine, Ecuador, Sri Lanka, Perù e a seguire Georgia, Polonia, Bulgaria, Albania, Argentina, Bangladesh, Brasile, Egitto, Haiti, India, Lettonia, Lituania, Marocco, Messico, Panama, Repubblica Dominicana e Venezuela. La tipologia delle persone da assistere vede in prima posizione gli anziani (53,1%; in più della metà dei casi si tratta di un anziano solo). Inoltre in un terzo dei casi (36,5%) l’assistenza viene prestata alle famiglie, dove

60 Scaricabile da https://www.unicreditfoundation.org/it/publications.html La Rivista della Badante Settembre 2013


e Idos, in collaborazione con la Professoressa Nadia Vacaru, dell’Università Cuza di Iasi in Romania

enza familiare in Italia o degli immigrati 2013 quasi sempre vi sono dei figli e, in un terzo dei casi, degli anziani a carico. La grande maggioranza degli intervistati lavora tra le 20 e le 40 ore a settimana (55,6%), una quota consistente (26,2%) lavora tra le 41 e le 60 ore e addirittura non mancano i casi di oltre 60 ore di lavoro (4,0%), come vi è anche chi lavora meno di 20 ore (6,4%). Le mansioni affidate riguardano principalmente la cura delle persone (per il 66,5% degli intervistati) e la cura della casa (per il 63,2%), ma non è di poco conto il lavoro svolto in cucina (33,3%), mentre è meno ricorrente il compito di fare la spesa (7,1%). Il livello di istruzione degli intervistati risulta mediamente elevato, con il 26,7% che ha conseguito il diploma e il 18,0% che ha frequentato l’università. Meno soddisfacente è la formazione specifica ricevuta per la cura delle persone (73,3% risposte negative e 24,7% risposte positive), un tema che inizia ad essere seriamente dibattuto da esponenti sia del Terzo Settore, sia delle Istituzioni. Va segnalato che solo una quota minoritaria sente la necessità di una formazione specifica (36,0%, contro il 59,4% di risposte negative).

In tema di diritti e doveri si segnala che il 33,6% non fruisce pienamente dei giorni di riposo settimanali previsti dal contratto collettivo nazionale, il 56,5% non presenta la dichiarazione dei redditi (benché obbligatoria per i redditi da lavoro dipendente superiori a 8.000 euro). Il 61% trova lavoro attraverso il passaparola tra connazionali. Questi dati, uniti alla considerazione che il 73% degli intervistati ha figli e che di loro uno su tre intende ricongiungere i figli in Italia, portano a considerare l’inclusione finanziaria, anche attraverso l’ampliamento dell’accesso ai servizi bancari, come un fattore di supporto per le esigenze degli stranieri in Italia e delle loro famiglie in patria. Ultimo elemento da evidenziare è che il 62,4% riceve la retribuzione in contanti dove, in presenza di redditi mensili netti superiori ai 1.000 euro, è da osservare che la famiglia viola la normativa che vieta il trasferimento di contante tra privati sopra tale soglia, incorrendo nel potenziale rischio di una sanzione pecuniaria di almeno 3.000 euro.

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Le letture de "La Rivista della Badante"

Intervista a Gianni Caria autore de

La badante di Bu

La badante di Bucarest” è un libro che sin dalle prime pagine coinvolge e appassiona. Una storia che schiaffeggia il lettore mettendolo dinnanzi a emozioni forti e talvolta scomode, di cui vorremmo farne a meno, continuando a mettere la testa sotto la sabbia. Un romanzo che una volta terminato resta dentro e continua a far riflettere.

Il libro ha partecipato ai seguenti premi: Primo posto al Premio Giovani Lettori - Memorial Gaia de Manici Proietti, inserito nel progetto "A qualcuno piace leggere" per il miglior libro dell'anno, con giuria di studenti. La premiazione avverrà nel corso di Umbria Libri 2013 il 7 novembre.
Romanzo menzionato nel Premio Città di Cuneo Primo Romanzo. La premiazione avverrà a Cuneo nell'ambito di Scrittori in città 2013 il giorno 15 novembre. Il libro racconta la storia di Maria, ex insegnante licenziata, che si trova costretta a migrare dall’Italia per sostenere la sua famiglia andando a lavorare a Bucarest come badante, in una casa borghese di nuovi ricchi: deve assistere un anziano bloccato a letto. Un po’ alla volta tra i due si instaura un rapporto particolare. La storia potrebbe apparire insolita, mentre più ci si addentra tra le pagine del romanzo e più si capisce che lo scenario descritto non è così lontano dalla realtà che il nostro Paese sta attualmente vivendo o meglio potrebbe trovarsi a vivere in un futuro non troppo lontano. Chi o cosa le ha ispirato la vicenda della protagonista? Il libro, che è il mio primo romanzo e che nella sua prima stesura è stato ideato e scritto nel 2008, nasce da due

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suggestioni: la prima è generazionale; ho 53 anni, l’età in cui nelle nostre case vediamo comparire le badanti per aiutare i nostri genitori, quelli degli amici, i nostri zii. Ho quindi avuto modo di conoscere negli ultimi anni diverse donne che fanno questo mestiere, di osservarle e di iniziare a pormi delle domande su come loro ci vedono e su ciò che hanno lasciato nel loro Paese d’origine. La seconda suggestione era, nel 2008, la negazione della crisi economica che era alle porte, come poi abbiamo visto tutti drammaticamente un paio d’anni dopo. Nonostante le rassicurazioni da parte di chi all’epoca governava, a me pareva evidente che eravamo vicini all’orlo del baratro e quasi mi stupivo della mancanza di informazioni e di consapevolezza. Ora su quell’orlo siamo seduti, con i piedi che penzolano verso il basso, e forse il tema del libro è in questo momento davvero attuale, non più una previsione quasi da fantapolitica. All’epoca avevo pensato che un buon modo per far capire agli altri ciò che succedeva era far vestire i panni di chi in quell’esperienza ci era passato. Ecco perché ho fatto vestire a una borghese benestante italiana i panni delle tante Marie romene, moldave o ucraine che vengono nel nostro Paese.

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La storia delle badanti, qualsiasi sia la provenienza, è simile. Paure, mancanze, senso di smarrimento e solitudine. Una solitudine quella vissuta dalla badante che lavora in un Paese straniero e spesso, per alcune condizioni, poco ospitale e quella dell’anziano. Può essere proprio questo stato d’animo condiviso un elemento che avvicina e permette la comprensione tra l’assistito e l’assistente? Nel mio romanzo non sono stato consolatorio. Ho evitato cioè che Maria nel suo percorso potesse trovare facilmente comprensione in altre persone, l’anziano o i suoi familiari. Naturalmente un romanzo non racconta una vicenda universale, ma solo la storia di un’unica persona. Nella realtà credo che si possa creare fra la badante e l’anziano un rapporto affettivo vero, non necessariamente frutto della reciproca solitudine ma anche più semplicemente della normale convivenza, della quotidianità. Basta vedere il dolore sincero che molte badanti provano quando l’anziano muore. Naturalmente in molti casi il rapporto non si sviluppa in questa maniera, per motivi legati alla salute dell’anziano, spesso non in grado di comunicare, o magari a incompatibilità caratteriali. Di sicuro le badanti nel primo periodo soffrono molto la solitudine, ma non bisogna mai dimenticare nell’analizzare la dinamica di questi rapporti che per le badanti questo è un lavoro, con un orario, diritti e doveri, e che per l’anziano la presenza della badante è un fastidio, perché è per loro il segno tangibile della mancanza di indipendenza fisica. Nel suo romanzo Maria è una donna e una madre, che nel giro di un anno si ritrova in una vita


ucarest irriconoscibile, un’esperienza che mai avrebbe immaginato potesse coinvolgere lei in prima persona e la sua famiglia. Qual è stata la difficoltà maggiore nell’immedesimarsi nell’immaginazione e nel pensiero di questa donna? Quando presento il libro mi fanno spesso questa domanda, anche perché la scelta narrativa è stata quella di raccontare in prima persona, di scrivere con i pensieri e con la voce di Maria. La scelta è stata naturale, perché il mio primo desiderio era raccontare una vicenda personale negli aspetti più intimi, capire che cosa può passare nella testa di una persona quando tutte le sicurezze della vita cadono, il mondo si capovolge e ci si deve riposizionare. La vicenda socio-economica sta naturalmente sullo sfondo. Non ho avuto difficoltà particolari, nel senso che ho scritto così come mi veniva, senza voler “femminilizzare” in maniera forzata la mia scrittura. Mentre scrivevo cercavo di pensare come una donna, di sentire il corpo di una donna nelle sue sensazioni fisiche. Molte che hanno letto il libro mi hanno detto che sembra scritto da una donna. È il più bel complimento che ho ricevuto, proprio perché a me piacciono gli scrittori che scompaiono dietro le parole. Se ci sono riuscito lo diranno quelli che leggeranno il libro. Posso dire che sono sempre stato un grande osservatore e ascoltatore del mondo femminile. Mi sono sempre molto divertito a parlare con le donne che a vario titolo ho incrociato nella mia vita e questo mi ha sicuramente aiutato. Oltre alla solitudine l’altro tema che affiora prepotentemente tra le righe è l’esclusione nelle sue diverse coniugazioni: dal marito, dai figli e poi dalla famiglia dell’anziano da accudire.

Le donne, secondo lei, sono più forti e capaci di sopportare questo black out sentimentale, quasi una sorta di anestesia totale dalle emozioni, che fino a poco prima era parte fondante la propria vita quotidiana? È difficile dirlo, perché significherebbe generalizzare. Penso comunque che per una donna possa essere più duro il distacco dai figli, non perché credo in distinzione di ruoli rigidi fra uomo e donna (anzi, sono culturalmente per l’assoluta parità di genere); credo che nella donna il legame fisico, biologico col figlio sia sempre particolarmente forte, che ci sia un’esigenza fisica di vedere e sentire vicini i figli. È anche vero però che, in linea di massima, nelle donne vedo in genere una capacità di cavarsela nella solitudine migliore che negli uomini. È abbastanza evidente come sia più facile per una donna anziana continuare a vivere dopo la morte del marito che viceversa. Credo anche che, in linea generale, le donne abbiano una maggiore capacità di vivere il dolore, di mostrarlo, di elaborare il lutto. Significa anche che fanno i conti con il dolore, non lo rifiutano. Questo è un primo passo per riuscire a conviverci. La lettura del romanzo scorre veloce, coinvolgendo e intrappolando in riflessioni amare e dolorose. La vicenda personale di Maria induce ad ampliare la propria prospettiva in maniera più critica intorno alla nostra cultura e alla nostra società.

Secondo lei questo nostro tempo è venuto allo scoperto celandosi poco a poco come una grande illusione, un grande inganno? La premessa è da persona caratterialmente ottimista, che pensa in positivo: nonostante tutto ho fiducia nell’uomo, nella sua capacità di reagire alle brutture della vita. Ma è anche vero che è sempre l’uomo che crea le brutture da cui poi deve scappare. Ci tengo a dirlo perché un tema molto presente in quello che ho scritto è la colpa, sia individuale che collettiva. Se succede qualcosa nella società, se l’economia va male, se i diritti civili non vengono rispettati la colpa è di tutti, nel senso che ognuno di noi ha colpa. Se succede vuol dire che nel nostro piccolo, anche se apparentemente siamo corretti e operosi, non abbiamo fatto abbastanza. È vero che viviamo in un periodo in cui ci raccontano molte frottole, ci mostrano esempi che per me sono negativi, oltre che diseducativi per i giovani (soldi, vita facile, successo a prescindere dal talento personale e dall’impegno). Ma siamo noi a crederci, a cascarci, eppure abbiamo gli strumenti per evitarlo. Lo strumento principale è la cultura, non necessariamente in senso accademico: basterebbe leggere, informarsi, sviluppare il proprio pensiero critico perché le cose migliorino. Mi piacerebbe dire che la cultura ci salverà, ci farà svelare l’inganno, sperando che anche questa non sia una grande illusione. Intervista di Cristina Puppis

Scheda dell'autore e del libro Gianni Caria (Sassari, 1960), magistrato, Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di
 Sassari. In precedenza ha svolto le stesse funzioni ad Agrigento e Oristano.
 Ha co-tradotto "Gli anni Falsi" dell'autrice messicana Josefina Vicens (Angelica Editore). Dal suo primo romanzo “La badante di Bucarest” (Robin Edizioni), è stata tratta una rappresentazione scenica 
che ha debuttato a Sassari il 25 maggio 2013.

Gianni Caria "La badante di Bucarest" Edizioni Robin Pagine: 160

Genere: narrativa Pubblicato: 2012

ISBN 978-88-7371-901-4

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Le letture de "La Rivista della Badante"

Il viaggio de

Da Trento a Chisinau in pullman alla

L

a cameriera è efficiente e parla un discreto inglese, ma al mio tentativo di chiedere informazioni sul menù consultando un dizionario tascabile rumeno, dichiara di parlare solo russo e di non conoscere "any single word" in quella lingua.

Reportage di Mauro Buffa Tratto da www.anordestdiche.com

è un paese contraddittorio la Moldavia a partire dalla sua composizione etnica con un 60 per cento di cittadini di lingua rumena, 17 per cento russi e 14 per cento ucraini e qualche altra minoranza turcofona oltre ai 3000 ebrei, rimasti dopo la decimazione nazista nella seconda guerra mondiale. Una situazione ereditata dall’appartenenza all’URSS dalla quale si è resa indipendente nel 1991. Prima del collasso dell’Unione Sovietica quasi nessuno in Occidente era a conoscenza dell’esistenza di questa regione che pure vanta una storia antica, ma oggi, un milione di cittadini moldavi su un totale di poco più di quattro, in prevalenza donne, vivono all’estero e molte di loro in Italia, principalmente nelle regioni del nord, dove si prendono cura dei nostri anziani. Il desiderio di conoscere direttamente questo paese lontano più di duemila chilometri dai nostri confini ma pur sempre europeo, mi ha spinto a intraprendere un difficile viaggio via terra da Trento a Chisinau, capitale della Moldavia. Ho voluto fare, insieme a un vecchio amico col quale, in passato, ho girato l’Europa in bicicletta, lo stesso tragitto dei cittadini moldavi che tornano a casa in pullman per risparmiare. Un’occasione per capire cosa significhi, oggi, essere emigranti.

fonata arriva il pomeriggio precedente alla partenza, “Domani alle nove”. Niente altro. Nel frattempo, tramite un contatto in Moldavia, abbiamo prenotato per email una stanza in un hotel di Chisinau e i biglietti dell’aereo per il ritorno tra una settimana.

La mattina del venerdì santo ci presentiamo puntuali, ma al parcheggio non c’è nessuno. Dopo un quarto d’ora arriva una chiamata. Questa volta è una voce di donna “Il pullman è per strada, aspettate” dice. E infatti arriva. L’autista si chiama Valentin e non parla italiano, né inglese. Non c’è possibilità di comunicare, ma poco importa, parte subito e in due ore siamo a Padova, dove attendiamo in un parcheggio alla periferia est della città. Arrivano alla spicciolata altre persone, in maggioranza donne con scatoloni di cartone sigillati. Facciamo la conoscenza di Vasile, ventiquattro anni, vive a Padova da quattro, parla sciolto e si direbbe bene integrato. “Mi trovo bene qui” dice “ ma sono stufo e voglio tornare a vivere in Moldavia.”

Attendiamo un’ora e finalmente arriva il pullman, proveniente da Parma. è pieno per metà.Valentin e l’autista del pullman si alterneranno alla guida nelle prossime ore. Il tempo stimato è di trentadue ore, ma la durata effettiva dipenderà dai controlli alle frontiere, ci dicono. Ancora non si va perché c’è da pesare i pacchi per i quali è previsto un sovrapprezzo. Finalmente le operazioni si concludono e tutti salgono a bordo. Ci sistemiamo in fondo con Vasile e un altro ragazzo simpatico, Gheorghe. L’ultima fila è riservata agli autisti che, con due coperte e un cuscino, hanno ricavato quello che a me sembra un ampio e comodo letto. Mi guardo intorno e constato che c’è spazio sufficiente per stendersi tra i sedili, bene non sarà così dura, soprattutto stanotte, ma mi sbaglio perché fino a Venezia saliranno altre persone che andranno a riempire i posti vuoti. Siamo una quarantina, ci sono anche due bambini di quattro e sei anni, hanno passaporto moldavo

Il biglietto costa ottanta euro e lo prenoto al telefono in maniera del tutto informale. “Ti chiamerò il giorno prima per dirti l’ora della partenza” mi comunica la voce dall’altra parte in un italiano poco chiaro. La teleLa partenza da Padova

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La Rivista della Badante Settembre 2013


delle badanti

a scoperta di Moldavia e Transnistria ma parlano in italiano, sono pazienti ed educati. Non li sentirò mai lamentarsi tranne la piccola che farà un po’ di storie prima di andare “a letto”.

nura punteggiata da villaggi con i crocefissi in legno dipinto davanti alle case.

Nel primo pomeriggio arriviamo alla frontiera con la Moldavia ed è Solo ora il pullman comincia proprio qui, sulla porta di casa, che a filare lungo l’autostrada e in insorgono i problemi. Le guardie di poco raggiunge la frontiera confine ordinano di svuotare il bacon la Slovenia a Gorizia. gagliaio. Alcuni protestano, altri sorLe colline slovene con i ridono ironicamente. Quando tutti i loro paesini lindi offrono pacchi sono disposti sul piazzale della l’immagine armoniosa, di dogana, inizia l’ispezione a campione. Capitello votivo sul un paese da operetta. La Vado a curiosare. Ogni scatolone la strada per Chisin au ragazza al mio fianco si collega via skype con la Molcontiene le stesse cose.Vestiti, scarpe davia e gira lo schermo del computer verso il finestrino e colombe pasquali. Il doganiere dopo un po’ si stufa e con per far vedere il paesaggio. Con l’oscurità entriamo in un gesto annoiato fa segno di caricare. Ci ridanno i passaporUngheria, peccato non vedere niente se non un modernisti. Risaliamo sul pullman e finalmente entriamo in Moldavia. simo autogrill dove accettano anche gli euro e insieme agli A bordo l’atmosfera è distesa, tutti sentono l’aria di casa. La autisti mi concedo una squisita gulaschsuppe. Si riparte. è strada è in pessime condizioni, il fondo è consumato.Vedo notte fonda quando l’automezzo si ferma. Salgono i doganieri un paesaggio rurale dal sapore un po’ antico con i pozzi per rumeni che raccolgono i passaporti. Il controllo è poco più attingere l’acqua davanti alle case e i carretti trainati dai cavalche routine e ci lasciano andare quasi subito. Mi sono ricavato li. La stagione è un po’ indietro rispetto alla partenza, ma gli un precario giaciglio tra due sedili, spostando un paio di borse alberi sono in fiore e il quadretto è indubbiamente suggestivo. e riesco a sonnecchiare finché la luce del giorno non invade Ora il pullman si ferma spesso e fa scendere i passeggeri arril’abitacolo. Sono anchilosato e dolorante, getto un’occhiata al vati a destinazione. Saluti, abbracci e un arrivederci a presto. mio amico che sta ancora dormendo rannicchiato su due soli Per molti la vacanza durerà una sola settimana. Siamo rimasti sedili. A poco a poco tutti si svegliano. Nessuno si lamenta, la in dieci quando, nel tardo pomeriggio del secondo giorno sola richiesta è di una sosta per andare in bagno. Non siamo di viaggio, arriviamo a Chisinau, capitale della Repubblica più in autostrada, la Transilvania ci offre uno spettacolo Moldova. Il viaggio è durato trentasei ore. di rara bellezza. Sui pali della luce davanti alle ca*** sette a un piano, le cicogne hanno fatto il nido. Sono L’hotel Cosmos è un grande edificio uccelli eleganti che vivono in di ventidue piani di epoca sovietica. è simbiosi con l’uomo, i loro semivuoto, ma perfetto per le nostre nidi sono enormi, volano sui esigenze, non troppo caro, quaranta tetti delle case e vederle è uno euro a notte a testa con prima colaziospettacolo. ne e a ridosso del centro, in modo che ogni punto di interesse è raggiungiIl pullman ora si arrampica bile a piedi. Non ha un vero centro sui monti Carpazi, la strada storico questa città rasa al suolo dai è ampia e priva di traffico. tedeschi e ricostruita come gran Scolliniamo e dall’altra parte delle città sovietiche. Il suo parte si estende una piacentro è composto da enormi edifici

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Il memoriale Eternitate a Chisinau

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d’epoca e nuovi palazzi che la rendono del tutto simile a ogni altra città europea. Che siamo a est dove la storia ha avuto uno sviluppo diverso dal nostro, lo si vede principalmente dai monumenti celebrativi della seconda guerra mondiale e in particolare dal memoriale Eternitate dove arde la fiamma perenne e avviene ancora il cambio della guardia con il passo dell’oca. Quest’anno la Pasqua ortodossa coincide, per caso, con quella cattolica. La trascorriamo ospiti di amici moldavi conosciuti in Italia. Il pranzo pasquale è ricco e appetitoso, carne di pollo, pesce affumicato e le verdure, tra cui la singolare anguria sottaceto dall’aspro sapore di cetriolo e poi i vini, i dolci e il cognac di produzione locale. Intorno alla tavola imbandita si parlano quattro lingue: rumeno, italiano, inglese e russo. Inevitabili i commenti sulla situazione politica attuale in Italia e sugli eccessi del premier. Interessante il punto di vista sulla grande svolta del ’91, c’era una Moldavia, repubblica socialista sovietica, che dava poco a tutti e non faceva mancare il necessario e una Moldavia democratica e indipendente che ha fatto emigrare un quarto della popolazione. Quale preferire? La signora Ana, ottantacinque anni portati magnificamente in un paese dove l’aspettativa di vita, per le donne, non va oltre i settantacinque, non ha dubbi. Era meglio l’URSS con le sue rigidità e le sue certezze. Ce lo dice in russo che, per lei è la lingua internazionale, consapevole che non capiamo il rumeno, ma le uniche parole che afferro sono: Molotov, Von Ribbentropp e ukaze. Interviene la figlia Tamara che traduce in perfetto inglese e così i tasselli della storia dell’ultimo mezzo secolo vanno al loro posto. A spasso per Chisinau nei giorni seguenti, in visita al museo di storia nazionale dove all’ingresso su una statua della lupa che allatta Romolo e Remo, si dichiara, con le parole del poeta nazionale Mihai Eminescu, l’appartenenza di questa terra al mondo latino, tanto più ora che l’alfabeto cirillico imposto dai russi è stato abolito a favore di quello originario. Ma la vera anima di questo paese è la campagna. Su una superficie grande circa come la Lombardia, si estendono campi coltivati e soprattutto vigneti. Il prodotto di eccellenza è il vino delle cantine di Cricova, una incredibile costruzione sotterranea con uno sviluppo di strade di quasi cento chilometri dove vengono prodotti e fatti maturare vini bianchi, rossi e champagne. Il mercato di riferimento è, ora come allora, quello russo, ma una percentuale minore viene esportata anche nel resto del mondo. La cantina di Cricova, visitabile con un trenino e a patto di coprirsi perché la temperatura interna è tra i 10 e 12 gradi, riserva anche la sorpresa di ammirare la collezione privata di vini che appartenne al Feldmaresciallo del Terzo Reich Hermann Goering e che fu sequestrata dall’Armata Rossa e qui collocata e quella meno impolverata del primo ministro russo Putin che ne attinge per il suo uso personale.

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La maggiore curiosità di un viaggio in Moldavia è costituita tuttavia dalla regione separatista della Transnistria che si consi-

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La frontiera della Transnistria

dera uno stato sovrano. Prima della proclamazione dell’indipendenza, la Moldavia ha subito il trauma della guerra civile che ha portato alla nascita della Repubblica di Transnistria, ovvero la striscia di territorio a est del fiume Dniestr che forma oggi uno “stato” non riconosciuto dalla comunità internazionale che si regge su ogni sorta di traffici. Attraverso un’agenzia di viaggi a Chisinau affittiamo un’auto con autista. Ci garantiscono che la zona è pacificata e che si può visitarla anche se solo per un giorno. L’autista si chiama Anatoli, parla solo rumeno e russo, ma è cordiale e si fa capire abbastanza bene. Ci accordiamo per il mattino seguente alle otto e trenta al costo di ottanta euro, tutto compreso. La strada che porta al confine è priva di traffico, c’è solo un Suv davanti a noi. Il confine moldavo è presto superato senza troppe formalità.Attraversiamo la zona smilitarizzata sotto il controllo delle truppe dell’ONU, sono soldati dell’esercito russo armati di kalashnikov. Sebbene si proceda a passo d’uomo attraverso cavalletti di filo spinato e blocchi di cemento, non notiamo alcuna tensione, piuttosto la noia dei soldati di un avamposto di frontiera dove non succede nulla da anni, ma da presidiare comunque. Eccoci al confine della Transnistria. Le guardie controllano perplesse i nostri passaporti e chiedono a Anatoli chi siamo e dove vogliamo andare. Gli sento dire la parola: escursione. Ci fanno aprire il bagaglio ma non i nostri zainetti, infine ci fanno compilare dei moduli e ci consegnano un permesso di ingresso valevole fino alle 19,40 dello stesso giorno. Passiamo. Attraversiamo la città sul confine, Bender, immortalata nel romanzo di Nicolai Lilin, Educazione siberiana. Le strade sono amplissime e deserte. Ci siamo quasi solo noi su quattro corsie. Dopo mezz’ora appare la periferia di Tiraspol, la capitale a cento chilometri da Odessa, Ucraina, dove regna il padre padrone Igor Smirnov che ha mantenuto i simboli del comunismo e applicato le regole del capitalismo selvaggio. Cosicché tra marmi di Lenin, bandiere con la falce e martello e i curiosi rubli della Transnistria che non valgono niente, girano Mercedes nuove di zecca e si notano i negozi della catena di


supermercati Sheriff di proprietà dello stesso Smirnov. In mezzo a tutto questo, una popolazione, soprattutto anziana, impoverita e militari in tuta mimetica che spuntano da ogni angolo, quasi la città fosse una grande caserma. Non c’è molto da fare a Tiraspol se non osservare questo strano “stato”, un prodotto di scarto della frammentazione dell’impero sovietico, che però, se esiste, deve essere funzionale a qualche interesse. L’indomani si torna a casa, questa volta in aereo. Ci sono solo due ore e mezza di volo dal piccolo e moderno aeroporto di Chisinau a Verona. Le distanze sono annullate e la Moldavia appare più prossima all’Europa occidentale alla quale si sta rapidamente avvicinando attraverso i suoi cittadini lavoratori.

La casa dei soviet a Tiraspol

Mauro Buffa

È nato nel 1962 a Trento, dove attualmente vive. Si è laureato in giurisprudenza all’Università di Bologna. È un funzionario pubblico, ha lavorato come giornalista per la carta stampata, televisione e radio occupandosi principalmente di temi sociali, cinema e letteratura. Ha insegnato Istituzioni di Diritto Pubblico e Legislazione Sociale nei corsi per assistenti sociali e educatori professionali. Appassionato cicloturista, ha compiuto vari viaggi in bicicletta in giro per l’Europa alla ricerca di emozioni sportive, storiche e letterarie privilegiando i percorsi lungo i fiumi come il Reno, il Danubio, la Drava e l’Adige. è autore di due libri: "Sulla Transiberiana", sette fusi orari, 9200 km, sul treno leggendario da Mosca al mar del Giappone e "Sulla Transmongolica" entrambi editi da Ediciclo. La statua in granito di Lenin a Tiraspol

Con il patrocinio

Regione Piemonte • Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura

Ministero per l'Integrazione

Rappresentanza in Italia della Commissione Europea

indicono il IX° CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE LINGUA MADRE Racconti di donne straniere in Italia

Il Concorso letterario nazionale Lingua Madre, ideato da Daniela Finocchi, è parte del progetto permanente della Regione Piemonte, che lo promuove con il Salone Internazionale del Libro di Torino e si avvale del Patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Il Concorso è diretto a tutte le donne straniere (o di origine straniera) residenti in Italia che, utilizzando la nuova lingua d’arrivo (cioè l’italiano), vogliano approfondire il rapporto tra identità, radici e il mondo “altro”. Una sezione speciale è dedicata alle donne italiane. La partecipazione è gratuita e si possono inviare un racconto e/o una fotografia. Le opere selezionate saranno pubblicate in un libro e le immagini esposte in una mostra.

PRIMO PREMIO 1000 EURO, SECONDO 500 EURO, TERZO 400 EURO, PREMIO DONNE ITALIANE 400 EURO A questi si aggiungono altri premi speciali. Il bando completo e altre informazioni sul sito: www.concorsolinguamadre.it e su: Gli elaborati dovranno pervenire entro il 31 dicembre 2013 a: CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE LINGUA MADRE Casella postale 427 • Via Alfieri, 10 - 10121 Torino Centro info@concorsolinguamadre.it tel 011 447 6283 La Rivista della Badante Settembre 2013

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Indice

settembre - novembre 2013

44 Dalla badante di condominio ai gruppi di acquisto e gli infermieri condominiali E MAGGIO COPIA O VENDITA NON IN

3 INTRODUZIONE

40 FISIOTERAPIA

4 BADANTI

Aiutare una persona ad alzarsi dalla sedia

Molto più che “di famiglia”

8 MANSIONARIO PER LE BADANTI Cosa deve fare una badante

12 IL BURNOUT Il “metodo Validation” per la prevenzione dello stress emotivo

17 MA LA BADANTE… È UNA DI FAMIGLIA?

44 SOCIETÀ Dalla badante di condominio ai gruppi di acquisto e gli infermieri condominiali

Chi bada alle badanti?

51 COMMERCIALISTA

19 ANIMAZIONE A DOMICILIO

55 CHIEDILO ALL’INPS

Idee e spunti per attività insieme

Previdenza: badanti e famiglie informate

La terza età a Roma

56 ARRIVATE IN REDAZIONE

26 ALIMENTAZIONE

62 LE LETTURE

Dieta e fabbisogno energetico

“La badante di Bucarest” intervista a Gianni Caria

4 consigli di economia domestica

64 IL VIAGGIO DELLE BADANTI

34 APPROFONDIMENTO

Da Trento a Chisinau in pullman alla scoperta di Moldavia e Transnistria

Alzheimer e aggressività

38 CONSULENZA Il permesso di soggiorno

Direttore Editoriale Pier Francesco Rupolo

In redazione Cristina Puppis

48 LA BACHECA Gestione del rapporto di lavoro per le badanti

30 IL LAVORO DI CASA

www.larivistadellabadante.it

Direttore Responsabile Dario Tortora

46 GLI SPECIALI

Familiarità e professionalità

22 FOCUS

badante

70 L’OROSCOPO DELLA BADANTE

Hanno collaborato a questo numero: Mauro Buffa, Cecilia Caselli, Ivan Galloppa, Barbara Gamba, Giuseppina La Barbera, Andreea Sandar, Roberto Soncin, Linuccia Siviero, Cinzia Siviero, Franco Tanel, Zina Tiscul, Lyudmyla Vlasyuk, Vojsava Zagali, Stefano Zampieri Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Padova il 11.03.2013 n° 2317 Stampa Mediagraf s.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana PD La Rivista della Badante è pubblicata da di Pier Francesco Rupolo Via Timavo, 19 35030 Selvazzano Dentro PD

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della badante

Ariete

Cercate di portare a termine le cose importanti prima del 3 ottobre: in questi giorni infatti disporrete di più energia per fare tutto bene e rapidamente. Le Ariete che sono nate verso la fine del segno dovranno fare scelte importanti per chiudere situazioni che non fanno più al caso loro. Giove vi aiuta anche nel settore del lavoro e avrete la possibilità di risolvere una situazione professionale che da tempo vi preoccupa. Voto: 7

soldi saranno la vostra Leone Ipriorità questo mese.

Toro

sul lavoro Vergine Concentratevi e sulla comunicazione

Capricorno

Bilancia

correggenAcquario State do alcuni piccoli

Fino al 13 ottobre la Luna si troverà nel vostro segno e la sua presenza vi renderà instabili, a volte anche lunatiche. Dopo questa fase, vi sentirete molto vicine alla persona che amate, e riuscirete a esprimere i vostri sentimenti, sia quelli positivi che quelli negativi. Servirà giusto per chiarire qualche problema.Tuttavia, sarete anche pronte a scendere a compromessi, il che non è una cosa che accade frequentemente con i nati sotto il segno del Toro. Voto: 7.5

Come riuscire a risparmiare, come aumentare le vostre entrate, come trovare le offerte migliori. In famiglia, l’atmosfera sarà calorosa e positiva, ci saranno molte cose da organizzare per il matrimonio delle figlie e per i battesimi dei nipotini. La tua situazione sentimentale sarà molto piacevole e positiva tra il 7 settembre e il 4 ottobre. Voto: 9

con la famiglia che state assistendo. Saprete trovare le parole giuste, terrai il comportamento più corretto e riuscirete a trovare soluzioni per i problemi difficili. Senza dubbio sarete molto apprezzate per questo, e riceverete i giusti riconoscimenti. In amore evitate i battibecchi non necessari, che non portano da nessuna parte. Fate attenzione a qualsiasi contratto da firmare, vi potrebbe venire richiesto alla fine di settembre. Voto: 7

vi sentirete in Sagittario Non forma, avrete bi-

sogno di prendere un po’ di vitamine. Ottobre vi farà sentire molto meglio a livello energetico. Sfruttate il mese di settembre come periodo di riflessione personale, pensate alle vostre priorità, leggete libri, lavorate sodo e soprattutto a letto presto. Fate attenzione a tenere per voi le vostre considerazioni: siete soltanto di cattivo umore e non c’è bisogno di condividere la vostra insoddisfazione. Voto: 6.5
 Porterete molta energia positiva alle persone intorno a voi. Nettuno ti aiuta a scoprire alcune capacità che non sospettavate nemmeno di avere. Potreste per esempio scoprire che vi piace scrivere e inizierete a dedicarvi a queste attività. Plutone continua a spingervi a prendere dei rischi. Riflettete prima di fare qualsiasi cosa in modo che non sia un salto nel vuoto. Sarà così per alcuni mesi, cercate di trarne il meglio. Voto: 8.5

Gemelli

Fino al 23 settembre Mercurio si troverà nel vostro segno, e questo vi aiuterà a comprendere quali comportamenti potreste cambiare per migliorare. Potreste per esempio avere qualche pregiudizio sull’amore, che vi fa stare molto sulla difensiva! Infine proverete a cambiare il rapporto con vostra sorella. Se siete troppo vicine cercherete di mantenere le distanze. Se invece siete troppo lontane vi sforzerete per mostrarle tutto il vostro amore e il vostro affetto. Voto: 8.5

Ottobre è l’ultimo mese in cui Saturno si trova in Bilancia. Dopo due anni e mezzo, sarà un grande cambiamento. Guardate indietro, a come siete maturate e ai progressi che avete fatto in questo periodo! Ora sapete quello che volete. Sarete infastidite da un amica, che criticherà questo vostro nuovo atteggiamento. Ma la vostra risposta sarà: “Accettami così, o niente”. Per alcune nate sotto il segno della Bilancia, un’amicizia si sta trasformando in qualcosa di più profondo. Potrebbe essere amore? Voto: 9

difetti fisici, che siano reali o immaginari. Potreste per esempio cambiare il colore dei capelli o ridisegnare le sopracciglia. Invece di lamentarvi, avete deciso di agire su ciò che non vi piace. Non siete alla ricerca della perfezione, volete solo stare meglio con voi stesse. C’è bisogno di essere convinte e di fare alcuni sforzi, ma voi siete pronte a tutto. State attraversando un grosso processo di trasformazione: avrete successo in tutte le decisioni che prendete. Voto: 9

Cancro

si troverà Scorpione Marte nel vostro segno

Pesci

Venere si troverà nel vostro segno fino al 18 settembre e questo vi aiuterà a risolvere i tuoi problemi di cuore, finalmente. Sapete cosa volete dalla vostra storia d'amore e che cosa invece non desiderate più. Sarete molto più felici di quanto non foste state negli ultimi tempi. Sognate di tornare a casa per una settimana e cercherete su internet le offerte migliori. Sul lavoro potrebbero nascere un po’ di frustrazioni, ma sarete in grado di esprimervi e di essere ascoltate. Voto: 7

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per tutto il mese di settembre. Questo vi regalerà un altissimo livello di energia, e sarete in grado di fare il doppio di quello che fate di solito. Sentirete un notevole senso di forza e di realizzazione personale e andrà meglio quando farete un po’ di esercizio fisico.Avete alcuni nuovi amici che porteranno tanto entusiasmo nella vostra vita. Una storia d’amore farà sentire in paradiso gli Scorpione nati in ottobre. Voto: 9

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L’inizio di settembre sarà piuttosto confuso, ci saranno molti alti e bassi emotivi.Vi sentirete ferite anche per cose futili: questo atteggiamento non è corretto, potreste reagire in maniera eccessiva. Fortunatamente, entro il 7 ottobre riuscirete a essere più forti, a chiarire i vostri pensieri e a calmare la vostra eccessiva sensibilità. Deciderete di passare più tempo con le persone che hanno un atteggiamento più positivo del vostro, e cercherete di evitare le persone sarcastiche e critiche. Voto: 7


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