LA RIVISTA DELLA BADANTE N. 03 2013/11

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numero 3 • dicembre 2013

LAVORO

gratuita

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Appunti

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Numero 3 dicembre 2013

Punti di vista

L'editoriale

2014 Il 2014 è ormai alle porte e sta per finire un anno che ha visto il debutto de "La Rivista della Badante". In questo numero di fine/inizio anno trattiamo diversi argomenti, come sempre arricchendoli di contenuti e di colori per rendere meno grigia l'anzianità e la malattia, e per colorare la professione di assistente famigliare.

Oltre alle ormai tradizionali rubriche di informazione e di aggiornamento, ci siamo voluti focalizzare sull'assistente famigliare come persona e come donna, con le proprie necessità , la propria storia e dando numerosi suggerimenti utili per vivere al meglio una professione che per molti è ancora sconosciuta.

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articoli consigliati pagina

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La terapia occupazionale per gli anziani da fare a casa

pagina

Famigliari, badanti e anziani: la scelta, la cura come atto di amore e il sostegno

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La prevenzione del tumore al seno: le misure di screening e di diagnosi precoce pagina

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i c o n r o i g n u e s e ... e o m i s s a svegli n i e h c o m i s s i r p ù i p sco o n o s i c n o n a i Ital ? i t n a d a b le

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riflessioni

S

i inizia il nuovo numero di Pier Francesco Rupolo lavarlo, cambiarlo, dargli le medicine de “La Rivista della e contemporaneamente svegliare i figli Badante” e questa volta vogliamo cominciare piccoli, lavarli e vestirli, fargli fare colazione e nello stesso con una riflessione. "E se un giorno non ci fossero tempo prepararci per andare a lavoro. Siamo pronti. Si parte più le badanti in Italia?" per la giornata di lavoro e invece no. Si torna subito indietro per lavare tutti i piatti della colazione, per rassettare il letto e Se un giorno ci svegliassimo e scoprissimo che non ci per controllare le ultime cose. sono più quelle donne che h24 si prendono cura dei nostri anziani? Come faremmo? Dopo aver passato la notte a fianco Mamma sta bene, non potrà fare la solita passeggiata però un del nostro caro perché a una certa ora deve assumere un paio di ore davanti alla televisione le faranno passare meglio determinato farmaco o più semplicemente perché alle 3 di la mattinata. Non le farà bene stare seduta tutta la giornata notte è abituato ad andare al bagno, la mattina dovremmo però non riusciamo a fare altrimenti. Si riparte per il lavoro.

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qualche ora, per ritornare nuovamente a casa di mamma per sollevarla dal letto, prepararle la merenda, darle le medicine, eccetera, eccetera, per 365 giorni l’anno, sabato e domenica compresi. Eppure vogliamo bene al nostro genitore. Non vogliamo che stia da solo o si senta trascurato però tutti i nostri sforzi sembrano inutili.

Verso metà mattina abbandoniamo il lavoro e torniamo a casa per vedere se la mamma sta bene (nel frattempo è stata da sola e non è riuscita nemmeno ad andare in bagno) e darle le medicine.Torniamo a lavoro tra una preoccupazione e l’altra. A mezzogiorno usciamo dall’ufficio di corsa per andare a prendere i figli che nel frattempo hanno finito l’orario scolastico e ritorniamo a casa alla velocità della luce per preparare il pranzo per mamma, darle da mangiare, lavarla e metterla a letto per il riposino pomeridiano. A questo punto possiamo andare a casa per pranzare.Troppo tardi. Uno snack veloce mentre guidiamo e torniamo nuovamente a lavoro per

Per fortuna nella realtà della nostra vita di professionisti, mariti, padri di famiglia e soprattutto di figli le badanti ci sono. Se non ci fossero le badanti la nostra vita sarebbe un inferno. A maggior ragione l’inferno sarebbe per i nostri cari anziani che si vedrebbero penalizzati in uno stato che loro stessi non avrebbero mai immaginato e mai voluto. In effetti, anche se ancora abbiamo qualche difficoltà ad ammetterlo, le badanti sono gli angeli delle nostre famiglie. Sono importanti. Le assistenti famigliari, le cosiddette badanti, sono importanti. Voi, care lettrici, siete importanti e siete importanti per le famiglie, per i vostri assistiti, per tutta la società italiana che sta invecchiando sempre di più. Di questo ne siamo convinti. La seconda riflessione. Nel corso di questi mesi la rivista è diventata il punto di riferimento per le badanti e le famiglie, ed è anche per questo che a ogni numero sentiamo la responsabilità - personale - prima ancora che di professionisti - di riuscire sempre a parlare in maniera onesta e corretta della

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... e se un giorno ci svegliassimo e scoprissimo che in Italia non ci sono più le badanti?

realtà di questo lavoro e dei rapporti personali e umani che si vengono a creare attorno agli attori dell’assistenza famigliare, ovvero del rapporto che si crea tra badanti, famiglie e anziani. Un rapporto del tutto unico che per certi versi e in certi casi diventa quasi poetico in tutte quelle storie che arrivano in redazione. Infatti tra le diverse lettere arrivate in redazione con la richiesta di ricevere la rivista o di complimenti per l’iniziativa editoriale, arrivano soprattutto lettere in cui le famiglie e le badanti ci raccontano le loro storie, che vogliono condividere con il pubblico. Come quella di Laryssa, arrivata dieci anni fa in provincia di Foggia da un paesino dell’Ucraina per raccogliere pomodori e che ora, dopo diversi cambi di lavoro, da quasi tre anni assiste una signora anziana in provincia di Rieti, diventando una persona di riferimento per il figlio dell'assistita, la nuora e i tre figli come fosse una di famiglia, a punto tale che quando i nipotini vengono a trovare la nonna la chiamano “zia Laryssa”. Oppure quella di Tatiana, moldava, che da sei anni è la badante di un’anziana a Roma e che in tutti questi anni di lavoro ha mantenuto le figlie, le ha aiutate a sposarsi e adesso è nonna di quattro magnifici nipotini ai quali ogni settimana spedisce vestiti e giochi. E ancora quella di Irina, bielorussa, laureata e all’epoca insegnante presso un istituto universitario, lla quale, non facendocela più a pagare con il proprio stipendio tutte le cure delle quali necessitava il figlio sordomuto, quando è andata in Svizzera con un permesso per partecipare a un congresso per insegnanti, vedendo che in tanti passavano a piedi il confine di Brogeda per andare a Como, armata di un coraggio che non aveva mai avuto, ha attraversato il confine ed è arrivata in Italia. Poi si è fermata a Firenze a svolgere anche lei il lavoro di badante. Nel frattempo la famiglia per la quale lavorava la ha aiutata a comprare un appartamentino in Italia, ha fatto il ricongiungimento famigliare con il figlio facendolo venire anche lui a Firenze e adesso è sposata da tre anni con un marito italiano. Sono storie che fanno spesso riflettere, che raccontano di povertà e di abbandono del proprio paese, di madri che per difficoltà economiche del proprio paese lasciano i figli e con i quali poi si ricongiungono. Sono tante e tutte con un bel finale che trovo a tratti poetico, di speranza di una vita migliore, di attaccamento alla famiglia e al proprio paese, dei grandi Amori delle madri per i propri figli. è così per me. Non posso fare altrimenti. Sono tante le storie in questo numero che mi hanno fatto riflettere e che mi hanno appassionato. Come l'articolo sui malati terminali, che sono "inguaribili ma non incurabili", con i consigli pratici per le badanti, oppure l'iniziativa dell'Associazione Donne Romene in Italia, il progetto di Silvia Dumitrache in favore dei cosiddetti "orfani bianchi" ovvero dei bambini che rimangono da soli affidati ai parenti o amici di famiglia perché le loro mamme (e papà) sono all'estero a lavorare. E ancora la storia di Lilia Bicec, moldava, laureata in giornalismo all'Università

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Statale di Chisinau, che arrivata in Italia per trovare lavoro, ha pubblicato un libro edito da una casa editrice molto conosciuta, contenente cinque anni di lettere indirizzate ai figli e mai spedite perché "erano troppo piccoli per capire". La terza e ultima riflessione. Quando vengo chiamato a presentare la rivista in giro per l’Italia inizio sempre dicendo “quello della badante, lavoro umile, lavoro grande. Grazie per quello che fate”. Davvero. Ho avuto il piacere e


soprattutto l'onore di presentare pubblicamente "la Rivista della Badante" alle donne alle quali è rivolta. Da Padova a Roma, da Milano a Portogruaro in provincia di Venezia grazie all'Associazione Migranti della Venezia Orientale onlus e a ogni presentazione ho avuto la soddisfazione personale, prima ancora che professionale, di ricevere il plauso di tutte le badanti (e anziani e famigliari) che sono intervenute. Ora, introducendo questo nuovo numero, voglio ringraziare anche per tutte le storie bellissime che

ci avete raccontato in questi mesi. Grazie ed è un grazie di cuore. Ci stiamo avvicinando al periodo delle feste natalizie. Il pensiero che vogliamo rivolgervi è che, nonostante la vita proceda fra alti e bassi, riusciate sempre a trovare la vostra strada e a realizzare i vostri sogni.

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Cosa vuol dire essere anziani P

urtroppo viviamo in una cultura che ha paura della vita e delle sue conseguenze. Se vivere vuol dire nascere e crescere, non dobbiamo dimenticarci che vuol dire anche invecchiare e morire. Essere anziani, scherzava un comico genovese, oggi è considerata una malattia.Tutti ci invitano a sembrare più giovani, nascondere le rughe, tingere i capelli bianchi, fare ginnastica per rassodare la pelle, vestirsi in modo giovanile. L’apparenza è nemica dell’anzianità.

capello bianco che ci dice che siamo vivi, laddove molti sono morti con tutti i capelli ancora colorati. Dovremmo ringraziare ogni ruga perché ci ricorda che non siamo immortali, che il tempo a nostra disposizione è limitato e dovremmo impiegarlo al meglio. Invece di aver paura dei segni del tempo, dovremmo ringraziarli, amarli, accoglierli come una parte di noi che avanza, poiché solo il costante cambiamento è sintomo di vita.

Divenendo anziani perdiamo l’aspetto che abbiamo avuto prima, ma è una normale fase della nostra esistenza. Rifiutare i segni del tempo significa rifiutare la nostra natura, rifiutare il percorso naturale che ognuno di noi deve compiere, rifiutare la vita stessa. Non posso amare la vita se la rifiuto perché “sto male”. Il grande problema dell’essere anziani sta nel giudizio degli altri. In un isola deserta ci cureremmo poco delle nostre rughe o dei capelli bianchi, non ci crederemmo inutili solo perché abbiamo meno forza fisica o ci viene più difficile muoverci. È la paura della morte che spinge così disperatamente a correre a ritroso, a voler tentare in tutti i modi di allontanarne la minaccia, almeno a non vedere i segni che la preannunciano.

Essere anziani vuol dire anche aver visto tanto, aver sperimentato molto, avere avuto tanto da comprendere. Dalle persone anziane io non mi aspetto che stiano sedute in poltrona all’interno di case di riposo, ma che corrano nei campi a prendere il sole, che ci insegnino le cose che hanno imparato, che ci aiutino a diventare persone migliori, che trasmettano la loro esperienza, che continuino ad imparare nuove cose, perché mai si finisce di imparare. Se proprio qualcuno deve occupare quelle poltrone, che lo faccia chi non ha voglia di vivere, nonostante le rughe siano ancora assenti.

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Essere anziani è un dono: dovremmo essere grati per ogni

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La vita non è una questione di età, essa non conta, conta solo la voglia di scoprire, di amare, di crescere. Essere anziani è una fortuna, essere anziani è un dono di cui essere grati e per il quale dovremmo sentirci in dovere di continuare a dare


SOCIETà

tutto quel che siamo fino all’ultimo giorno. In ogni condizione di salute, nonostante qualsiasi difficoltà o problema, essere anziani non deve essere un modo per spegnere la nostra vitalità, non deve essere una scusa per considerare inutile un essere umano. Fino all’ultimo secondo a nostra disposizione dobbiamo vivere, amare, essere felici e dare agli altri il massimo. Essere anziani deve tornare ad essere motivo di gioia e fonte di saggezza, e non di umiliazione e senso di inutilità. Tutti, ovviamente, speriamo di poter diventare anziani. Cominciamo da adesso ad amare chi già lo è e a trattarlo esattamente come noi vorremo essere trattati. L'azione per gli anziani

Anziché azioni di tamponamento nella tarda età (che comunque migliorano assai poco la qualità della vita), è necessario far capire agli adulti che da anziani avranno ciò che hanno seminato. Soprattutto è più produttivo insegnare alla gente a invecchiare bene, piuttosto che assistere persone invecchiate male. Un concetto distorto è per esempio quello della solitudine degli anziani. Ma che differenza c'è tra un settantenne solo e un quarantenne? Forse che il settantenne non può avere interessi ed essere autosufficiente? Se non li ha, è perché nella sua vita non se li è costruiti o ha rincorso idoli falsi che in tarda età sono crollati. Nessuno a sessant’anni (purtroppo a volte capita già a quaranta) nel fare qualcosa ha il diritto di dire "Sono vecchio", quando sa che ci sono persone della sua età ancora attive, dinamiche, giovanili. Chi non ha investito parte del suo tempo a mantenersi giovane ha dissipato una parte della sua vita e non può recriminare nulla e difendersi dietro il paravento della vecchiaia. È pertanto disastroso pensare che il problema della solitudine degli anziani sia scontato. L'anziano solo è spesso in una di queste condizioni: a) non ha seguito l'evoluzione dei tempi b) non ha curato la sua salute e ora gli acciacchi della vecchiaia gli impediscono una vita di relazione normale c) non ha curato interessi e ora non ha alcun oggetto d'amore

da condividere con altre persone; è difficile non essere soli se non si ha qualcosa di interessante da dire. La soluzione

È ovvio che non si può rimanere giovani in eterno, ma il decadimento fisico e psichico va ritardato e minimizzato avendo cura della propria vita e con il maggior rispetto di sé stessi. Oggi molte teorie mediche parlano di prolungare la vita fino a centoventi anni; i medici che le propongono non sono interessati a creare un mondo di vecchi, ma intendono allungare il periodo di attività della persona. Interessatevi a queste teorie e scoprirete come affrontare il tempo senza esserne travolti. È ovvio che per mantenersi giovani occorre investire energie e forza di volontà, ma il premio è sicuramente una qualità della vita eccellente. Non è difficile prevedere che un quarantenne (o anche un trentenne!) che gestisce male la sua vita sarà un vecchio precoce: perché dunque aiutarlo quando per tanti decenni lui non si è aiutato, anzi spesso derideva chi seguiva un’esistenza più attenta? Cosa fare dunque per invecchiare bene? 1) Curare la propria salute. Non fumare, non bere, non abusare dei farmaci, dormire il giusto, eseguire controlli periodici. 2) Curare la propria alimentazione. Non essere in sovrappeso. 3) Fare attività fisica. Mantenere resistente, forte ed elastico il corpo. Se non avete tempo, trovatelo. 4) Mantenere la propria autosufficienza, a qualunque costo. Non dipendere da figli, parenti ecc. pensando

che siano il bastone della vecchiaia: chi cammina col bastone, prima o poi, cade lo stesso.

5) Indirizzare la propria capacità di amare verso hobby che rendano significative le giornate. Non

perdere la curiosità di conoscere e di fare.

6) Frequentare persone giovani e seguire e capire l'evoluzione dei tempi. Ovvero non dire mai: "ai miei

tempi…" e altre frasi malinconiche.

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Il primo social network di agenzie per la terza età Teleserenità offre servizi di assistenza privata domiciliare ospedaliera, Telesoccorso, Teleassistenza, Telemedicina e Badante convivente per anziani, ammalati e disabili

Quando una famiglia si trova dinnanzi alla difficile scelta di affidare il proprio caro, bisognosa di assistenza, alle cure di una badante molto spesso si trova smarrita non sapendo a chi rivolgersi per trovare la persona più idonea. Molte famiglie ignorano l'esistenza di agenzie preposte proprio a offrire servizi di assistenza privata domiciliare o assistenza ospedaliera e per questo si destreggiano attraverso il passaparola o rivolgendosi al proprio medico di fiducia. Teleserenità opera da vent'anni attraverso una rete di filiali in Franchising presenti su tutto il territorio nazionale, e si occupa quotidianamente di fornire servizi di assistenza domiciliare, assistenza ospedaliera, Telesoccorso e Teleassistenza. In un paese come l'Italia, dove la popolazione anziana cresce in maniera costante, Teleserenità si propone, laddove il servizio pubblico sanitario non riesce a rispondere a tutte le richieste, come realtà capace di affiancare con professionalità e competenza la famiglia per rendere la vita del malato o dell'anziano il più “serena” e dignitosa possibile. “Vent'anni fa quando abbiamo avviato il progetto Te-

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leserenità la richiesta di badanti era pressoché sconosciuta - spiega il Presidente di Teleserenità Pierluigi Morelli - oggi la richiesta di assistenza domiciliare è il servizio maggiormente richiesto”. Rivolgersi a un'agenzia come Teleserenità offre innumerevoli vantaggi alla famiglia sia in termini di sicurezza che di risparmio vero e proprio. Per prima cosa sarà l'agenzia stessa a selezionare e individuare la badante più adatta e rispondente alle reali e specifiche esigenze evidenziate dalla famiglia. I servizi di assistenza domiciliare sempre concordati con famigliari e assistito possono essere occasionali o continuativi, per poche ore al giorno o per un'assistenza 24 ore su 24. Teleserenità garantisce badanti preparate e competenti, serie e professionali. Sarà in grado d'individuare una risorsa adatta ad aiutare e sostenere la famiglia per affrontare le necessità quotidiane, con la flessibilità e l'adattamento necessari all'evolversi delle situazioni. Teleserenità garantisce un servizio completo e flessibile, capace di modularsi sulle esigenze specifiche e uniche di ciascun assistito nel rispetto delle più diverse emozioni e sensibilità.


I servizi Assistenza privata domiciliare I centri Teleserenità erogano interventi a favore di anziani, ammalati e disabili che necessitano di un servizio di assistenza domiciliare. L’assistenza viene organizzata tempestivamente dal momento della richiesta ed i servizi domiciliari sono erogati sempre da personale con esperienza nel settore. I servizi a domicilio possono essere di vario tipo e di solito sono personalizzati e concordati con l’assistito e/o la sua famiglia: igiene personale, preparazione dei pasti, compagnia, assistenza alla mobilitazione (aiuto nell’alzata e messa a letto delle persone assistite), assistenza domiciliare notturna, accompagnamento dell’assistito e altri ancora. Assistenza privata ospedaliera I centri Teleserenità organizzano all’interno di strutture pubbliche e/o cliniche private, d’intesa con il personale della struttura stessa, servizi di assistenza notturna oltre che di veglia, di erogazione pasti e di igiene personale. Il personale inviato in maniera tempestiva nella struttura, indossa sempre un camice Teleserenità con un tesserino di riconoscimento, a garanzia della vostra sicurezza. Servizi di Telesoccorso e Teleassistenza I centri Teleserenità integrano l’assistenza privata domiciliare con il servizio di Telesoccorso e Teleassistenza, garantendo ad anziani ed ammalati un contatto permanente ed immediato 24 ore su 24, tramite l’ausilio di un piccolo apparecchio collegato alla centrale operativa di soccorso, in grado di risolvere emergenze anche di tipo sanitario. Fulcro del servizio di Telesoccorso dei centri Teleserenità è la Teleassistenza: l’utente ha cioè la possibilità di servirsi della linea telefonica a lui riservata per ricevere sostegno morale o psicologico oppure anche solo per avere informazioni di carattere generale su come fruire di determinati servizi pubblici o privati. Il servizio di assistenza offerto è basato su un rapporto continuativo di compagnia e di partecipazione umana, tramite chiamate settimanali attraverso le quali ci ac-

certiamo della buona salute fisica e mentale delle persone anziane e interrompiamo l'eventuale solitudine. La chiamata periodica, come pure le visite ed i rapporti con gli operatori, hanno poi un altro importante scopo: “educare” l’utente a tenere sempre a portata di mano il telecomando, acquisendo familiarità con lo strumento, poiché non è tanto l’apparecchio che può salvare la vita quanto il servizio complessivo che lo accompagna. Servizi di Badante convivente Teleserenità ha introdotto un servizio innovativo per le famiglie che hanno necessità di affiancare ad un proprio caro un costante servizio di assistenza, attraverso una badante che viva insieme all'anziano. Grazie all collaborazione con People Care possiamo fornire una badante convivente, adeguatamente selezionata e formata per assistere la persona specifica. Si tratta di un servizio di assistenza sempre più importante e necessario oggi per restituire serenità a quelle famiglie che da sole avrebbero difficoltà a gestire una persona che non è più autonoma. E anche nel caso di anziani ancora autosufficienti, è provato che una costante compagnia ne migliora l'umore, la qualità della vita e la salute. Il nostro servizio di badante convivente permette alla famiglia di non dover pensare a niente: pensiamo noi a tutte le problematiche burocratiche relative all'assunzione e alla messa in regola della badante, ad un prezzo competitivo. Inoltre un nostro incaricato supervisionerà l'inserimento, si accerterà che si crei la giusta relazione tra la badante e l'anziano e supporterà l'assistito e la famiglia in ogni circostanza. Ogni badante viene selezionata in base alle esigenze dell'assistito e formata nel nostro centro specializzato, presso una casa di riposo, per almeno 7 giorni, prima dell'inserimento in famiglia. Per tutto il tempo la badante è affiancata da personale qualificato (OSS) per la formazione personalizzata e le viene accuratamente spiegato il piano di assistenza familiare e lo stato di salute dell'assistito. In tal modo la nostra badante saprà gestire il proprio assistito autonomamente fin dai primi giorni.

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famigliari e badanti

PSICOLOGIA

un'alleanza in

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ndispensabile Il momento in cui una famiglia decide di ricorrere all’aiuto esterno di un’assistente famigliare per la cura e l’accudimento di un proprio caro, segna normalmente un punto di non ritorno in quanto coincide con la presa di consapevolezza della oramai ridotta autonomia della persona amata e dell’impossibilità di far fronte a tutto con le sole proprie forze...

a

impratichirsi con gli aspetti volte le persone datoriali (tutto quello cioè che cadono nell’errore di pensare testo di Barbara Leonardi deriva dall’essere un datore di lavoro, sia con riferimento agli che con l’arrivo adempimenti fiscali e legali, della badante che per tutto quel che riguarda la loro vita tornerà ad essere la componente relazionale) e deve continuare a quella di prima e che il carico di lavoro diminuirà far fronte al carico emotivo legato alla malattia drasticamente. È stato già ribadito in diversi interdel proprio caro e alle dinamiche psicologiche venti come l’assunzione di una badante non possa sottese a questa relazione. In altre parole deve coincidere con una delega totale. diventare una sorta di manager della cura e riuscire a stabilire una solida alleanza con la sua Essa comporta sicuramente una diminuzione collaboratrice - l’assistente familiare - e tutte le del carico di lavoro di assistenza, ma inevitabilfigure curanti della rete dei servizi. mente incrementa la complessità della gestione della cura. Il famigliare caregiver deve infatti Nonostante ogni storia sia una storia a se, possono essere individuati dei momenti paradigmatici, momenti cioè, che spesso si ritrovano in tante storie anche se non in tutte, allo stesso modo:

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una prima fase cosiddetta “onnipotente” in cui il carer, dopo lo shock

iniziale, cerca di fare tutto da solo, sopravvalutando spesso le sue possibilità; una fase realistica in cui il carer, insieme ad altri familiari (dove presenti), cerca di organizzare l’assistenza, conciliando esigenze proprie e dell’assistito e magari ricorrendo all’aiuto di assistenti familiari o di strutture protette;

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una fase conclusiva che nel racconto di tutti coincide con il periodo precedente il decesso. Si tratta solitamente di un momento particolarmente stressante, sia dal punto di vista emotivo che organizzativo, perché l’assistito subisce un peggioramento delle generali condizioni di salute, si possono verificare ripetuti ricoveri e conseguenti dimissioni, la speranza viene meno, le esigenze di cura e assistenza aumentano. Quelli che seguono sono alcuni stralci della storia di Anna, una donna che ha superato i 40 anni, che vive e lavora in una grande città del nord Italia. Anna è figlia unica, il padre è morto anni prima. Anna inizia la sua storia di caregiver quando ha circa 30 anni, in un momento della sua vita in cui ha un lavoro stabile, un fidanzato, è piena di interessi, amici e progetti. Si tratta di una storia emblematica perché, al di là di tante analisi psicologiche e sociologiche, le parole semplici di questa donna sono molto efficaci nel descrivere la complessità e l’intensità dei pensieri e delle emozioni in gioco, la fatica quotidiana con cui deve fare i conti un famigliare che assiste una persona cara (Questa intervista fa parte di un lavoro di ricerca condotto all’interno del Progetto LIFE AFTER CARE (LAC), finanziato dal Programma Europeo di Apprendimento Permanente Grundtvig - www.lifeaftercare.eu).

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Il pensiero “ora tocca a me!” ce l’ho avuto sin da subito! Io non ho parenti (né sorelle, né fratelli, zii o cugine) e quindi subito, dal primo cedimento che ha coinciso con una rovinosa caduta, mi sono sentita tirata in causa.Allora stavo ancora con il mio fidanzato… poi, dopo qualche anno, ci siamo lasciati (…). Dopo l’operazione, conseguente alla caduta, era evidente che avevamo bisogno di qualcuno. La prima cosa che ho pensato è che serviva qualcuno per farle passare l’incazzatura.All’inizio infatti mia mamma era ingestibile, arrabbiatissima, non ne voleva sapere di dipendere da qualcuno per muoversi, sbrigare le sue faccende in casa, poi gradualmente se ne è fatta una ragione, ed è riuscita ad accettare la malattia o, se non altro, a conviverci. In quel periodo mi sono state di aiuto le tante ragazze che abbiamo avuto come collaboratrici. All’inizio prendevo chi capitava, mi basavo sul passaparola e l’unico criterio era il fatto che fossero disponibili o meno in quei dati orari. Poi ho iniziato a capire chi era professionale e chi meno, e soprattutto, ho imparato a riconoscere quando c’era un feeling tra mia mamma e la signora di turno.All’inizio sceglievo ad esempio ragazze molto giovani perché così lei preferiva, poi ho capito che anche l’affidabilità e la professionalità erano importanti, soprattutto per me che ero al lavoro tutto il giorno e avevo necessità di organizzare e stare tranquilla che gli accordi presi sarebbero stati portati a termine. Facevamo spesso avanti e indietro con l’ospedale. Quando è tornata a casa da uno degli ultimi ricoveri ho assunto una signora fissa, giorno e notte. Fortunatamente durante quell’ultimo ricovero, tutte le donne che abbiamo avuto hanno fatto squadra. Penso che tutte queste persone mi hanno protetta. Con il fatto che mia madre era “con tutte le sue donne” - quella che le sistemava i capelli, che le toglieva i baffi, che le portava i

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La Rivista della Badante Dicembre 2013


PSICOLOGIA Famigliari e badanti: un'alleanza indispensabile

bambini a prendere il té marocchino - io mi sentivo tranquilla. Anche se c’è una persona fissa in casa, la preoccupazione rimane. Bilyana, per esempio, era una gran brava persona. Solo che quando le lasciavo sole si facevano dei gran cicchetti di vino. Mia mamma prendeva un sacco di medicine e farsi anche solo qualche bicchiere di vino al pomeriggio poteva essere pericoloso. Come fai a non preoccuparti? Certa gente ce la fa a non pensarci, io non ero in grado. Io ero sempre lì con la testa. L’alternativa poteva essere quella di prendere completamente le distanze, delegare in toto alla persona di turno, non so... Io con mia madre non potevo pensare di abbandonarla. Poi è anche vero che quando uno è sotto pressione e alle corde, certe cose spiacevoli possono accadere. Mi ricordo di una volta, in seguito all’ennesima caduta, la portai in ospedale. Urlava, non ci voleva stare, offendeva, era incontenibile. Io ero talmente esasperata che, mentre lei era sedata in ospedale, mi sono fatta il giro di una serie di case di riposo a vedere se le trovavo un posto. Non volevo lasciarla sedata in ospedale! Ero consapevole che quella della casa di riposo non sarebbe stata una soluzione, non so cosa sarebbe successo, sicuramente sarebbe morta lì. Comunque non c’era posto e me la sono riportata a casa. In quel periodo era spesso “fuori di testa”, delirava, vedeva cose che non c’erano. Io però la vedevo che si sentiva protetta: con queste signore era molto tranquilla. Inoltre, quando era con loro, era più accondiscendente, non insisteva come quando era con me, a fare le cose; si faceva governare un po’ di più. Poi ho iniziato a fare psicoterapia per reggere, altrimenti sarei andata giù di testa. Lei mi tirava dentro la malattia e io non volevo.Avevo solo 33 anni e l’idea di stare appresso a lei 24 ore su 24 non mi rendeva entusiasta. Poi lo fai per dovere, per amore filiale, per amore e basta… ma è stata durissima, è andata avanti così per quasi 14 anni! Nei primi anni ci siamo anche divertite. Era una persona divertente! Non era una malata depressa, con lei avevo anche uno scambio dialettico. Devo dire che l’ho anche scoperta. Nel momento in cui ho iniziato a prendermi cura di lei ho scoperto anche una persona che non conoscevo. Gli aspetti negativi erano questo suo egoismo e questa sua possessività nei miei confronti (…). All’inizio mettevo davanti le sue esigenze a tutto, anche davanti alle mie, pensando che la situazione sarebbe migliorata, poi ad un certo punto ho capito che mi stavo auto illudendo e che la situazione sarebbe potuta solo peggiorare. Io avevo comunque deciso che fino a che sarebbe stato possibile condurre una vita dignitosa sia per me che per lei, mi sarei fatta carico io di tutto, facendomi aiutare dai servizi e soprattutto da queste signore a casa. Poi, è subentrato un peggioramento e nel giro di una settimana è morta (…).

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Questa storia permette di mettere a fuoco alcuni elementi centrali nella relazione tra famigliare e badante. 1) La scelta deve essere reciproca

La professionalità della badante è importante e può mettere al riparo da certe ingenuità che guidano a volte le famiglie nella scelta dell’assistente familiare. La badante deve

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PSICOLOGIA Famigliari e badanti: un'alleanza indispensabile

imparare a valorizzare la propria professionalità e decidere se è in grado o meno di soddisfare determinate aspettative. Può accadere infatti che il famigliare sottovaluti l’importanza della professionalità e che preso dall’urgenza di trovare qualcuno, opti non tanto per una persona “formata” con delle competenze specifiche, quanto piuttosto per una “brava persona” di cui ci si possa fidare e che sia disponibile, magari 24 ore su 24, a vivere insieme alla persona assistita. La fiducia e la bontà d’animo sono fattori importanti nel lavoro di cura, ma quando questi sono gli unici elementi valutati, il rischio è che i ruoli si sovrappongano che i confini sfumino e che il famigliare si aspetti dalla badante che questa si comporti “come una di famiglia” abdicando alle proprie esigenze e al proprio spazio. 2) Prendersi cura di qualcuno è un atto d’amore ma ha anche dei costi. Sia i famigliari caregiver che le badanti sono sottoposti a tensione e stress

Le ricerche mostrano come la percezione di questo peso vari a seconda di fattori diversi, tra cui il tipo di relazione che lega caregiver e assistito, la tipologia e durata della malattia, l’esistenza o meno di una rete di supporto sia formale che informale, ecc. La consapevolezza è importante. Non si chiede ai famigliari o alle badanti di diventare psicologi, ma di allenare le proprie sensibilità e comprendere i bisogni dell’altro. Soprattutto la badante che lavora in convivenza, deve sapere che entrerà in un sistema molto complesso fatto della storia della persona da assistere, della storia del famigliare caregiver e della relazione che lega queste due persone. Nella testimonianza di cui sopra, il legame madre figlia è molto forte, ma la presenza delle “signore” è stato di aiuto ad Anna a prendersi il suo spazio e a non ammalarsi.

3) Sostenere chi sostiene: chi aiuta e si prende cura di un altro essere umano può trovarsi, a sua volta, in difficoltà e deve imparare a chiedere aiuto

Nella testimonianza vengono messi in evidenza diversi momenti di debolezza che riguardano sia il famigliare caregiver che la badante. Nel primo caso, si fa riferimento all’aiuto psicologico e ad un momento di esasperazione (ricerca impulsiva della casa di riposo); nel secondo caso si fa un cenno all’abuso di alcol. Anna si è fatta aiutare da un consulente psicologo, ha scelto di avvalersi dell’aiuto di diverse “signore”, ha continuato a coltivare le sue amicizie. Non sappiamo se il “cicchetto di vino” rappresentava un effettivo problema per Bilyana. Quello che sappiamo è che l’alcol è un problema diffuso e che spesso è vissuto in solitudine e con un profondo senso di vergogna. Famigliari e badanti condividono molto e quando lavorano bene insieme non solo migliorano la qualità di vita della persona assistita ma trarranno un beneficio immediato anche per la propria quotidianità. L’alleanza tra questi 3 vertici (assistito, famigliare e badante) è fondamentale per la salute di tutto il sistema e va accompagnata. Aiutare le persone ad acquisire consapevolezza rispetto il proprio ruolo all’interno della dinamica di aiuto, portare le persone ad acquisire il punto di vista dell’altro, rappresentano il modo migliore per stemperare eventuali conflitti e porre le basi per una più solida relazione: tra assistito e famigliare, tra famigliare e assistente personale, tra assistito e assistente, tra tutte queste figure e gli operatori dei servizi. Questo è anche l’obiettivo de "La Rivista della Badante", che non si rivolge solo alle lavoratrici, ma a tutti e tre i vertici del triangolo: famigliare e assistito compresi

Se volete raccontare la vostra esperienza scrivete a redazione@larivistadellabadante.it

Formazione

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Ricerca Azione Partecipata

ARCO s.a.s. è una società di servizi impegnata da oltre 15 anni per la ricerca di soluzioni innovative e di qualità ai problemi sociali. La società fornisce servizi di consulenza, formazione, ricerca e progettazione a gruppi, organizzazioni e istituzioni, enti del privato sociale ed imprese, con grande attenzione alla qualità dei processi e per il raggiungimento di soluzioni e prodotti partecipati. Sin dal suo esordio, Arco ha lavorato in ottica multidisciplinare per lo sviluppo locale di partnership e reti ed ha contribuito alla sperimentazione di attività, basate sul coinvolgimento e la partecipazione degli utenti/ clienti; attività che oggi sono divenute servizi a tutti gli effetti e patrimonio comune di una comunità.

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Progettazione Partecipata

Sviluppo di Comunità

Prevenzione

Negli ultimi anni ha maturato una significativa esperienza nella promozione di un welfare comunitario, maggiormente orientato all’empowerment e alla partecipazione attiva dei cittadini. Il sostegno della domiciliarità di persone fragili e non autosufficienti, la qualificazione del lavoro di cura attraverso la valorizzazione e il riconoscimento formale del ruolo del caregiver e l’attivazione di percorsi formativi “leggeri” e integrati per le assistenti familiari, la promozione della sussidiarietà e l’attivazione di reti e partnership locali sono alcune delle proposte più significative. Maggiori informazioni su www.arcopolis.it

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Dichiarazione TFR maturato nell'anno Chiara Anna Rodigo

Il sottoscritto nato/a a

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Datore di lavoro: Chiara Anna Rodigo Via Santa Clara, 15 10141 Torino (TO) Cod.Fisc.: CHRNNA25R89U123Y

15/05/1963 TO

provincia

Via Santa Clara, 15

codice fiscale

frazione

Data Assunzione 01/02/2013

CHRNNA25R89U123Y

ATTESTA

Scad.T.Determ.

2013

che la retribuzione utile alla maturazione del trattamento di fine rapporto nell'anno

codice fiscale

Paga Base

Georgeta LIdtu

Retribuzione maturata a

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TFR del mese

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:13,5 =

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Progressivo TFR =

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1.075,84 :13,5 =

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952,03

Ottobre

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Torino

,

Scatto Prec.:

data: firma:

Pross. Scatto: 01/02/2015

via

Scatti Anz.

Str.Forfett. Ind.Assorb. Acc.Fut.A.

Euro:

1 2 10 40 800

Rateo 13a: Tempo

Ore ordinarie Ore non lavorate Festività Indennità sostitutiva vitto/alloggio ***Cas.sa Colf Datore di lavoro

Valore

Totale: 4,00761

Rateo TFR:

Descrizione

Competenze

Trattenute

4,00761 4,00761 5,31 5,4

15/05/1963 TO

frazione

CHRNNA25R89U123Y

2013

di avere corrisposto per prestazioni di lavoro domestico nell'anno per il periodo dal

01/02/2013

al / la lavoratore / trice codice fiscale

al 31/12/2013

pari a numero giorni di detrazioni:

Georgeta LIdtu

334

GRCLDT54D47Z825S Retribuzione lorda (comprensiva di tredicesima):

-40,08 40,08 5,31

(*)Cassa

25,53

Contributi INPS:

Euro:

11387,28

Euro:

639,65

Netto corrisposto (imponibile fiscale):

Euro:

10747,63

di cui assoggettabili ad irpef ridotto 10%

Euro:

0,00

TFR corrisposto (anche tramite anticipi):

Euro:

10000,00

Colf

Euro:

(D.L. n. 93/2008 - defiscalizzazione premi produttività)

560,91

(*) Cassa Colf ed Ebilcoba, non essendo esclusivamente casse sanitarie (coprono anche finalità di assistenza contrattuale, etc.) non contribuiscono alla diminuzione dell'imponibile fiscale.

Il / La lavoratore/trice dovra'' procedere in termini autonomi agli adempimenti fiscali relativi alle competenze economiche certificate con la presente dichiarazione in quanto il sottoscritto, per la propria qualità di soggetto privato, datore di lavoro domestico, non è sostituto d''imposta.

Torino

Euro: Euro:

il

provincia

i seguenti compensi:

937,78 10,00 10,00 1,00 270,00

MI

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Ratei Tredices.: 7,00

Si

provincia

Torino

codice fiscale

Mensilità: Agosto 2013

Convivenza

952,03

Importo Lordo Contr.caric.coll. Cas.sa Colf H. Lavorate H. Contrib 943,09 67,50 2,70 230,00 270,00 TFR Anno Preced.

Il datore di lavoro

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Ai sensi dell'art. 32 del CCNL lavoratori domestici si rilascia sottoscritto il presente cedolino paga:

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Progr.Retr. TFR

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Progr.Imp.Lordo Prog.INPS Coll. Pr.Cas.saTotale Ferie Arretrate Ore: 6.627,08 409,90 49,02

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residente in

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il conseguente TFR e la rivalutazione calcolata secondo l'ammontare all'anno precedente per il / la lavoratore / trice

Chiara Anna Rodigo

Il sottoscritto

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Appunti Prendersi cura di un anziano è la “capacità” di dare un senso alla vita nel tempo e nello spazio, di ricreare una storia che spesso non può più essere raccontata e che cambia ogni giorno perché la malattia ha preso il sopravvento

ilio Animazione a domic

L’attività occupazionale «

… ma una cosa è certa. Non qualsiasi cosa, mi faccio prendere testo di Barbara Gamba puoi essere, non potrai mai dal panico. Penso che la peggior più essere quello che eri. E non è facile mandarlo giù, per cosa sia essere così limitato, non tanto a opera di altri, quanto me certamente non lo è stato. Ero occupatissimo in ogni perché ti accorgi di essere una persona dimezzata e pensi genere di attività quando ero ancora “vivo” si fa per dire. Poi di essere stupido perché non ricordi le cose o non le sai. poco per volta queste cose sono diventate impossibili. Per Davvero, per quanto io scriva sull’argomento o ci pensi su, cui dobbiamo tenerlo presente - penso - qualcosa che resterà la cosa mi fa inquietare - il semplice fatto di sapere che ho con noi per sempre, finché saremo vivi, almeno. Ogni volta fatto un’altra stupidaggine e che non sapevo quel che dicevo che mi accorgo che sto perdendo - il contatto, l’intelligenza, - questa è una delle tante cose - o che ho dimenticato - tutte

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Laureata in Scienze dell’Educazione. Socia ANPE (Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani), iscritta all’albo interno dei pedagogisti, è specializzata in “Counseling psicopedagogico” Da diversi anni si occupa di educazione degli adulti, progettazione sociale, e formazione. È autrice di “Anziani da slegare: invecchiare a casa propria: le garanzie dell’affido e della domiciliarità” Maggioli Editore 2011 e di diversi articoli per riviste e pubblicazioni a carattere scientifico.

permettendole di avere ancora senso divenendo luogo in cui l’anziano possa trovare risorse per comunicare, fungere da stimolo alla vita. Prendersi cura di un anziano è la “capacità” di dare un senso alla vita nel tempo e nello spazio, di ricreare una storia che spesso non può più essere raccontata e che cambia ogni giorno perché la malattia ha preso il sopravvento. La storia dell’anziano con cui si interagisce è una storia che spesso e inesorabilmente la malattia, la dipendenza distruggono e che l’assistente, non essendo un familiare, deve imparare con discrezione e rispetto a ricostruire, affinché l’anziano possa sentirsi ancora espressione umana, riconoscendosi nella propria singolarità e individualità non come malato o vecchio ma come persona. La capacità di ricomporre questa storia è dimensione fondamentale del lavoro di cura e si esprime nella relazione che deve divenire non solo lavorativa ma soprattutto umana. E le attività, l’agire nella quotidianità anche e soprattutto a domicilio rappresentano la prima forma di dialogo e comunicazione per ricercare insieme soluzioni a problemi, per attivare strategie di intervento in grado di favorire una convivenza tra necessità, bisogni, aspettative e desideri delle persone coinvolte.

queste cose sono ahimè comuni e talvolta mi mandano in bestia».Visione parziale. Un diario dell’Alzheimer. Prendersi cura di un anziano non autosufficiente non significa solo accudire, sorvegliare, dare assistenza. La cura non può avvenire senza un rapporto tra assistente e assistito, e la buona qualità del rapporto dipende dalle caratteristiche personali, dal desiderio di conoscere, dalla condivisione di momenti di vita, dal valore che si attribuisce alla quotidianità

Nell’attuare tali strategie è importante soprattutto tenere presente l’unicità e la complessità dell’individuo che si ha di fronte. Spesso parlando di anziani si sente dire che invecchiare è come tornare bambini. In effetti, alcuni loro comportamenti richiamano il modo di fare dei bimbi, tuttavia è opportuno trattare sempre l’anziano come un adulto e proporgli attività adatte: attività inutilmente infantili possono produrre in lui frustrazione, umiliazione, depressione e persino rabbia. È importante rendersi conto che le attività devono essere iniziate da lui, spesso infatti anche la migliore idea e proposta rischia di fallire se la persona non può iniziarla. Colui che ama disegnare, ad esempio, può ancora amare la pittura, ma avere grosse difficoltà nel ricordare come si tengono in

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mano i colori e come si sparge il colore sul foglio. Nella mia esperienza ho imparato come alcuni anziani siano spaventati dal foglio bianco e come ritrovino serenità nel colorare immagini a loro ben conosciute, altri invece avendo il timore di non essere in grado di colorare dentro il contorno di un disegno definito si rilassano ad usare il colore a piacere lasciando libero sfogo a fantasia e sensazioni.

Allora può essere utile creare nella casa dei “punti di interesse” dando all’anziano la possibilità di “rovistare” senza pericolo (posizionare oggetti in vista, dei contenitori riempiti con articoli morbidi, stoffe, fotografie, vecchie cartoline o stampe) che fungano da stimoli all’autonomia lasciando spazio a quel margine di libertà che deve essere valorizzato costantemente.

Spesso un aiuto esterno è tutto quello che serve per portare a termine un’attività di successo. Colei che ama occuparsi delle faccende domestiche può ancora aiutare, ma necessita di qualcuno che la orienti e le illustri il da farsi. Per invogliarla ad intraprendere un’attività è sufficiente cominciarla davanti ai suoi occhi o solo invitarla ad unirsi a ciò che si sta già facendo.

La presenza stessa in un angolo della casa di un cesto con gomitoli di lana induce l’anziana a chiedere o recuperare un’attività e quindi una motricità spesso considerata persa, richiamare alla mente esperienze della vita nelle quali si sono provate le stesse sensazioni.

A volte basta un gesto, un invito per riuscire a coinvolgere anche l’anziano più indifferente rispettandone i tempi e la volontà ed accettando eventuali rifiuti con affetto e comprensione. Provare, osare, mettersi in gioco sono parole fondamentali da non scordare nel proprio lavoro per porsi in atteggiamento di apertura e accettazione dell’altro permettendogli di sorprenderci quando meno ce l’aspettiamo con gradualità, nella fiducia reciproca. Le attività che nascono nella quotidianità si nutrono della relazione tra le persone coinvolte e per questo devono piacere oltre che all’ anziano anche a chi se ne prende cura. È inutile proporre un’attività che non si apprezza, non si conosce, l’anziano anche se all’apparenza non è evidente, è un attento lettore, riesce a tornare all’essenzialità delle cose e anche se ci può sembrare impossibile è in grado di leggerci dentro. Ritrovare insieme il piacere di un divertimento, di una sfida, di un’eccitazione o di una soddisfazione comune è importante e decisamente coinvolgente! Le attività che possiamo mettere in pratica con l’anziano sono semplici, brevi, perché le capacità di attenzione risulta spesso compromessa. Ci sono giornate in cui si può proporre la stessa attività in più momenti: anche se dura solamente pochi minuti, queste, alternandole ad altre, portano i loro frutti. È necessario però ricordare che le attività non devono essere considerate come mezzo per “tenere occupati”, bensì come strumento di “normalità” rispettosa dei diversi bisogni di ogni individuo.

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È necessario diventare creativi o meglio ritrovare quel briciolo di fantasia, invenzione che è racchiusa in ognuno di noi per adattarsi alle varie situazioni e vivere al meglio con le persone di cui ci si prende cura. Realizzare un calendario che evidenzia informazioni sul giorno, il mese, la stagione, il tempo, un evento particolare (il compleanno del figlio, nipote magari con la foto), un orologio con grossi numeri che indica anche l’attività del momento (ore 12.00 pranzo, ore 14.00 riposo, ore 15.00 medicine, ore 19.00 cena…), oppure una fotografia personale collocata sulla porta di ingresso della stanza da letto sono certamente importanti ausili


APPUNTI Animazione a domicilio: l'attività occupazionale

La terapia occupazionale

ambientali da sperimentare e provare a crearli insieme può sicuramente diventare una piacevole esperienza. Stilare la lista della spesa in base al menù quotidiano, verificare insieme se in casa vi sono gli ingredienti necessari ad una ricetta, alla pulizia rappresentano momenti di convivialità e stimolo importanti. Gestire una persona anziana non autosufficiente non significa sostituirsi a lei “facendo le cose al posto suo perché non è più in grado di fare”, bensì supportarla, sostenendo le funzioni ancora esistenti e compensare la perdita di abilità che subisce. Le attività manuali, di manipolazione, occupazionali, semplici gesti quotidiani (anche solo sgranare dei fagioli, togliere i tappi dalle bottiglie di plastica e metterli in un contenitore), possono essere utili per permettere all’anziano di scaricare la sua ansia, ma servono anche a stimolarlo dal punto di vista funzionale, sociale e neuro-cognitivo. Gli permettono di sentirsi integrato con l’ambiente di vita, soprattutto con la propria casa, un luogo che può diventare inospitale in quanto non accetta il mutare del ruolo dell’anziano quando si fa troppo grande per la persona rimasta sola o diviene un pericolo perché non accoglie i suoi cambiamenti, ma è in quel luogo che l’anziano anche grazie alla persona che lo assiste, può ritrovare ospitalità e accoglienza

Questa tecnica di lavoro, come sostiene la definizione di Spackman, si occupa delle attività umane, e utilizza l'applicazione di normali mansioni di vita, o trattamenti specifici, oppure, ancora, usufruisce di una simulazione di attività lavorativa. Il concetto basilare è che una persona, stimolando l'uso delle mani, che sono governate dalla mente e dalla volontà, riesce ad influire sul proprio stato mentale. Ognuno di noi può normalmente constatare come "lavorare" non significhi necessariamente guadagnarsi da vivere: è nella natura stessa dell'essere umano impiegare il proprio tempo in diverse attività, che coinvolgono i sensi, ma anche la sfera affettiva, sociale e così via.

Esempi pratici di attività occupazionale

1 I gomitoli in casa inducono a ricominciare a lavorare a ferri recuperando la motricità

2 Sgranare i fagioli scarica l'ansia e stimola dal punto di vista funzionale, sociale e neuro-cognitivo

3 colorare un disegno definito rilassa e permette il libero sfogo di fantasia e sensazioni

4 un orologio con grossi numeri che indica l’attività del momento è un'importante ausilio ambientale

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Focus

Il progetto "Sostegno Domiciliar sone al costo di 1 ricovero gio con la badante che viene paga

L'

ASL TO 2 risolve il problema dei pazienti anziani difficilmente dimissibili dagli ospedali perché a casa non avrebbero adeguate e tempestive cure assistenziali e pertanto divengono fruitori di ricoveri in dimissioni protette o in lungodegenza.

al domicilio, con tutti i benefici legati alla permanenza nel proprio ambiente, sia in termini di benessere psicologico sia di evitati rischi di disorientamento e di insorgenza di infezioni ospedaliere, talora legati alla permanenza in reparto.

La sperimentazione del progetto “SOD, Sostegno Domiciliare” prevede l’erogazione di interventi domiciliari di sostegno e aiuto domestico familiare, sviluppato in base ai bisogni individuati, sia per durata sia per articolazione settimanale, prevedendo all’occorrenza sostegno anche 7 giorni su 7. A totale carico dell’ASL, senza alcun contributo da parte del cittadino, il SOD, dopo una fase sperimentale effettuata dal 15 luglio 2012 al 15 gennaio 2013, è ora a regime all’ASL TO 2 con 234 pazienti seguiti sinora mediante interventi svolti da un Operatore Socio Sanitario e/o da un assistente familiare, definiti con un apposito Piano di Assistenza Personalizzato.

I risultati sono ottimi: nel 92% dei casi i pazienti non hanno avuto bisogno di tornare in ospedale e la nostra ASL, al costo di una singola giornata di ricovero in dimissione protette, ha potuto offrire assistenza giornaliera a casa per ben cinque pazienti”.

“Il nostro progetto migliora l’appropriatezza dei percorsi nei luoghi di cura e la tempestività della presa in carico domiciliare, con una gestione del paziente appropriata ai bisogni, abbattendo anche considerevolmente i costi spiega il Direttore Generale ASL TO 2, Dottor Maurizio Dall’Acqua - l’iniziativa si sta dimostrando assolutamente valida, consentendo ai pazienti un tempestivo rientro

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La Badante Dicembre LA Rivista RIVISTA della DELLA BADANTE Settembre2013 2013

E dunque cinque persone al costo di una. Grazie al sostegno domiciliare a carico dell’ASL, l’azienda sanitaria TO 2 è riuscita a diminuire i ricoveri in strutture e a garantire, al prezzo di una sola degenza, cinque progetti di assistenza a domicilio senza alcun contributo a carico del cittadino. “Il progetto è convincente e sostenibile - prosegue la Dottoressa Daniela Bodda, Direttore S.C. Cure Domiciliari e Disabilità ASL TO 2 - i 234 pazienti coinvolti dall’inizio a oggi hanno utilizzato il servizio per una media di 61 giorni ciascuno. A fronte di una spesa globale di € 271.925,62 abbiamo evitato costi aggiuntivi di € 1.161.174,38 se fossero stati inseriti in Dimissioni Protette, costi che sarebbero aumentati di € 1.877.724,38 se fossero stati inseriti in Lungodegenza”.


are". Assistenza a casa per 5 perornaliero in dimissioni protette ata dall’ASL... l'ASL TO 2 incentiva la deospedalizzazione Il SOD è previsto per una durata massima di quattro mesi per ciascun paziente e la quota personale massima di ciascun progetto è pari alla quota sanitaria di un progetto di medio - alta intensità di lungoassistenza domiciliare (€ 675,00 al mese). “Nella rete dei servizi per la cronicità, perseguendo il criterio dell’appropriatezza, abbiamo conseguito ottimi risultati anche con la residenzialità conclude il Direttore del Dipartimento Salute Anziani ASL TO 2, Dottor Sergio Cabodi - in virtù della costante analisi della congruità delle richieste e di un’appropriata attribuzione dell’intensità di cura, abbiamo snellito la graduatoria delle persone in attesa per l’inserimento permanente in RSA, che da 1800 censite a fine 2011 alla fine del 2012 è scesa a circa 1400, assolvendo a tutte le urgenze sociali e sanitarie note. Contestualmente abbiamo ampiamente mantenuto i posti letto a disposizione, che a oggi sono l’1,93% della nostra popolazione ultra65enne, quindi vicinissimi all’obiettivo regionale del 2% e riducendo anche la spesa complessiva di circa 400.000 euro”. Un progetto convincente e sostenibile che si sta dimostrando assolutamente valido, consentendo ai pazienti un tempestivo rientro al domicilio, con tutti i benefici legati alla permanenza nel proprio ambiente di vita

IL PROGETTO "SOD" IN CIFRE dati aggiornati al 31 luglio 2013 Spazio progettuale nuovo in fase estensiva, che si aggiunge e si articola con gli attuali strumenti già attivi di cure domiciliari Pazienti coinvolti .......................................................................... 234 Giornate totali .......................................................................... 14.331 Giornate mediane ....................................................................... 61,2 Costo totale ................................................................ 271.925,62 € Costo medio per paziente .............................................. 1.162,08 € Costo giornaliero SOD ..........................................................18,97 € Costo giornaliero Lungodegenza ..................................... 150,00 € Costo giornaliero Dimissioni Protette ............................... 100,00 € Costo per Lungodegenza senza SOD .................... 2.149.650,00 € Costo per Dimissioni Protette senza SOD .............. 1.433.100,00 € Costi evitati di Lungodegenza ................................ 1.877.724,38 € Costi evitati di Dimissioni Protette ......................... 1.161.174,38 € Con la gentile collaborazione di:

A.S.L. TO2 Azienda Sanitaria Locale Torino Nord

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Con F

avolosa terra di confine tra Est e Ovest, l’Ucraina è la seconda nazione più grande d’Europa. La sua storia ricca e complessa è il prodotto di culture eterogenee che si sono incontrate e hanno sempre dialogato tra loro. Anche grazie ai recenti campionati europei di calcio del 2012 disputati in Ucraina, la qualità ricettiva e di servizi accessori del paese sono migliorati offrendo servizi di buon livello a prezzi concorrenziali.

L'Ucraina, paese emergente e nuova destinazione d’interesse turistico anche grazie alla Compagnia “Ukraine International Airlines”, che offre ottimi collegamenti diretti dall’Italia, sta vivendo un momento “magico”. In particolare, da Roma e Milano con ottime coincidenze via Kiev, HUB naturale della Compagnia, è possibile raggiungere le splendide località come la città di Odessa o la penisola della Crimea considerata la perla del Mar Nero con le sue incantevoli spiagge bianche. Toccate entrambe anche da numerose crociere che le collegano alla capitale Kiev attraverso la navigazione sul fiume Dniepr, le due mete sul Mar Nero contendono alle città di Leopoli/Lviv e ovviamente alla già menzionata Kiev, la palma di luoghi imperdibili da visitare arrivando in Ucraina.

l'Ucr

Oggi si tratta di destinazioni ancora poco consuete tra i viaggiatori italiani, ma la spiaggia dalle acque cristalline di Uckuevka o la Spiaggia d’oro e la Spiaggia d’argento di Balaklava, solo per citarne alcune, non tarderanno a divenire nei prossimi anni mete apprezzate ed amate.

Odessa: il teatro

La parola "Ucraina" significa zona di margine. L'Ucraina è l'incrocio tra l'Europa e l'Asia. I diversi caratteri storici e culturali si rivelano nelle differenze che contraddistinguono le città principali Kiev, Odessa, Yalta e Leopoli e nella pluralità del folklore e delle tradizioni che ne fanno un paese cosmopolita.

Leopoli, più vicina alla Polonia e il cui centro storico è stato dall'Unesco dichiarato patrimonio dell'umanità, racchiude come una bomboniera i tesori dell'arte, dell'architettura e della cultura ucraina più tradizionale. Kiev invece rappresenta un'insolita quanto affascinante combinazione tra storia (è stata la capitale della Russia 700 anni prima di Mosca) e architettura: palazzi neoclassici e liberty, design sovietico, grattacieli in stile nord americano, il verde dei propri parchi e giardini di ippocastani.

Kiev: la basilica di

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Ukraine International Airlines c/o Distal & ITR Group Roma: Via Barberini, 111 tel. 06/48771350 ukrainerom@distal.it Milano:Via Paolo da Cannobio, 2 tel. 02/88551705 ukrainemil@distal.it numero verde 800145685 La Rivista della Badante Dicembre 2013

San Michele


craina è più vicina sentata in Italia dal GSA Distal & ITR Group.

n Michele

Kiev: la statua di Sa

La capitale dell'Ucraina, metropoli con quasi 5 milioni di abitanti, riesce tuttavia ad essere una città vivibilissima e per nulla caotica o pericolosa. Odessa, curioso mix tra una rinomata località balneare ed un importante porto commerciale, ricca di testimonianze architettoniche a cavallo tra ottocento e novecento, come la celeberrima scalinata Potemkin, ed infine la Crimea, con la città di Yalta, la fortezza genovese di Sudak ed il fiabesco castello detto “Nido di rondine” che con la sua posizione a picco sulla scogliera fa emozionare i tanti visitatori. Ukraine International Airlines, fondata nel 1992, a oggi dotata di una moderna flotta Boing, è rappre-

La Compagnia collega l'Ucraina con oltre 40 tra capitali e principali città di Europa, Asia, Africa e CIS (Comunità degli Stati Indipendenti) e dallo scorso 1° Aprile raggiunge l’aeroporto di Kiev Boryspil con collegamenti giornalieri da Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Da sempre molto vicina alle esigenze della comunità Ucraina in Italia, la quarta tra i paesi extra comunitari come numero di presenze nel nostro paese, oltre ai voli giornalieri per e da la capitale Kiev, offre nel periodo estivo collegamenti diretti per la città di Leopoli/Lviv, capoluogo della regione di origine di molte delle badanti impiegate nelle nostre famiglie. Da non dimenticare il programma frequent flyer pensato dalla Kiev: panorama Compagnia per i suoi clienti: Panorama Club. L’iscrizione è gratuita e i benefit moltissimi. L’accumulo delle miglia volate consente priorità nelle liste d’attesa, maggior bagaglio, accesso alle louge dedicate e tanto altro. Per informazioni: www.flyuia.com o www.distal.it.

Kiev: vita notturna

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alimentazione

L'alimentazione Complici gli impedimenti fisici e spesso quelli mentali, l’alimentazione degli anziani italiani sta subendo un importante peggioramento negli anni. In quella fase della vita in cui ci si vorrebbe (e dovrebbe) solo concedere qualche lusso, sono sempre di più le persone a mangiare male per motivi indipendenti dalla loro volontà. Cosa causa questo fenomeno?

È

cronaca recente che, soprattutto a causa della crisi economica mondiale, l’alimentazione degli anziani abbia subìto un peggioramento: la difficoltà sempre maggiore di far quadrare i conti a fine mese porta le persone che vivono della loro pensione a limitare il consumo di alcuni degli alimenti più costosi, accontentandosi di pasti molto, troppo semplici e poveri dei nutrienti essenziali. In Italia, l’80% delle persone che hanno superato il 65 anni (circa un milione di individui) risulta malnutrita o addirittura denutrita ed è stato rilevato che, in media, il fabbisogno giornaliero diminuisce di 400 Kcal. Il fenomeno è sconcertante ed è molto triste pensare alle conseguenze che questi comportamenti alimentari avranno nel tempo. Il rischio più grande cui va incontro un anziano è seguire una dieta squilibrata e dannosa per la salute del suo organismo: anche se è vero che il comportamento alimentare assunto da giovani influisce molto sul benessere del corpo quando si superano gli anta, è bene fare sempre attenzione a ciò che si mangia. I grassi non sono sempre causa di arteriosclerosi, le proteine non sovraccaricano necessariamente i reni e un po’ di zucchero non ha mai creato problemi a nessuno. È vero però che esagerare, in qualsiasi direzione, può incidere sul delicato equilibrio di un organismo che va verso l’invecchiamento. Ad esempio, una carenza di vitamina B causa inappetenza e stanchezza, così come quella di proteine nobili; mangiare male porta a calo di peso e diminuzione del metabolismo basale, già in discesa a causa dell’età, abbassamento della temperatura di base, disidratazione, accumulo di scorie metaboliche, difficoltà circolatorie. Una dieta ideale per la terza età Quando si supera la soglia degli anta e gli acciacchi aumentano, bisognerebbe innanzitutto agire in direzione di un’alimentazione equilibrata che sopperisca all’invecchiamento fisiologico del corpo: carne, pesce, verdura, frutta e tutti gli alimenti ricchi di antiossidanti danno una mano per

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rallentare il più possibile il deterioramento dei tessuti causato dall’età che avanza. Il consumo di proteine dovrebbe aumentare: queste sostanze cementano l’organismo e sono le prime alleate nel combattere il decadimento generale. Ai grassi animali sarebbe meglio preferire quelli vegetali e le calorie assunte durante la giornata non dovrebbero realmente diminuire ma “mutare”: seguire un regime alimentare più che salutare aiuta a tutte le età l’organismo ad affrontare sforzi fisici e mentali ma soprattutto superati i 65 anni è indispensabile fare più attenzione. Ad esempio, gli zuccheri vengono in aiuto quando ci si sente un po’ giù e stanchi dagli impegni della giornata: attenzione però a non esagerare con bon bon e cioccolatini, per non portarne il livello nel sangue alle stelle. Bere acqua è fondamentale per una corretta idratazione del corpo: superata una certa età, si sente meno la sete: questo fenomeno è molto pericoloso ed è la causa, in estate, del decesso di molti anziani colpiti da colpi di calore e collassi cardiocircolatori causati proprio dalla disidratazione. Sì a tisane, bevande dissetanti


e nella terza età e integratori, che regolano l’equilibrio di sali minerali e vitamine essenziali. La piramide alimentare per gli anziani Nella Tufts University di Boston, la Dottoressa Alice H. Lichtenstein ha elaborato nello Human Nutrition Research Center on Aging una piramide alimentare ritagliata sui bisogni di un organismo che ha superato i 70 anni, il quale consuma meno ma ha comunque necessità di un equilibrio mirato. Uno schema elaborato per ricordare alle persone anziane i bisogni di un organismo che fatalmente invecchia e quindi ha bisogno di ritrovare le sue componenti essenziali. E per aiutare le persone di una certa età a mantenere un corretto metabolismo, considerato che fisiologicamente il loro è più lento, ecco arrivare posizionati in testa alla piramide alcuni micronutrienti, cominciando con calcio e vitamina B12. Elementi fondamentali per la buona salute delle ossa e la preservazione delle funzioni cognitive, due fattori chiave per la qualità della vita. Gli anziani assumono meno calorie perché fanno meno attività fisica, però al tempo stesso devono mantenere un’alimentazione completa per esaudire tutte le necessità fisiologiche ed è quindi necessario che la loro dieta concentri tutto in quantità complessive di cibo minori. Un ruolo di primaria importanza va attribuito a tutti gli alimenti ricchi di fibre e a quelli che contengono farine integrali, a partire dal pane, che favoriscono la motilità intestinale e prevengono vari

disturbi. Gli alimenti presenti nella piramide alimentare per gli anziani sono quindi, nell’ordine: farine e cereali integrali, come il pane e il riso integrale. A seguire verdura dai colori brillanti, come carote e broccoli, e frutta dal colore vivace, come mirtilli e melone. E più in basso latticini a basso contenuto di grassi, quali possono essere yogurt e latte con poco lattosio, seguiti da legumi, noci, pesce, carne bianca, uova. A chiudere gli olii vegetali liquidi con pochi acidi e i grassi saturi. Accanto ad una sana attività fisica è molto importante assumere molti liquidi perché sono frequenti i casi di disidratazione, anche d'inverno. Il senso della sete si attenua con il passare dell’età, ma la richiesta di liquidi da parte del corpo è la stessa. Per favorire l’assunzione di liquidi quindi si consigliano tutti gli alimenti che sono ricchi di acqua come frutta e verdura, minestre e succhi. In conclusione, passati i 65 anni si dovrebbero ingerire circa 2000/2500 Kcal al giorno, comprensivi di carboidrati, proteine nobili, grassi soprattutto vegetali e vitamine/minerali in buona quantità. Niente di troppo diverso da una dieta equilibrata di una persona adulta in buona salute: è necessario incrementale l’apporto di calcio e vitamina D, utili per l’elasticità e la resistenza delle ossa (soggette ad osteoporosi con l’avanzare dell’età) e di potassio e ferro (il primo per contrastare gli effetti collaterali di lassativi e diuretici, il secondo per combattere l’anemia). Spesso, a causa di una debole dentatura e un’alterazione dei sapori causata da squilibri fisiologici, gli anziani sono portati a consumare cibi troppo cotti o conditi troppo o troppo poco: ciò aggrava particolarmente la sensazione di stanchezza generale e porta l’individuo a sentirsi spossato perché carente di nutrienti essenziali alla vita di tutti i giorni. Non bisogna confondere questi sintomi come fenomeni associati all’invecchiamento, perché sono il risultato di carenze alimentari importanti ma recuperabili. Consultate il medico di fiducia del vostro assistito che saprà illustrarvi delle dritte indispensabili per nutrire l'anziano che seguite in maniera corretta e responsabile, considerando anche la quantità e la tipologia di farmaci assunti da ognuno. Questi, infatti, danno luogo a squilibri fisiologici di cui si deve tenere conto quando si elabora un regime alimentare ad hoc. Pasti leggeri, equilibrati e ricchi sono la chiave per un invecchiamento sereno e in salute, privo di carenze alimentari e disturbi ad esse correlate

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La frutta di stagione in autunno d

Ad esempio in autunno, la stagione in cui il nostro organismo patisce un certo indebolimento del sistema immunitario e quindi è maggiormente esposto agli attacchi di virus e batteri, mangiare frutta fresca è una strategia vincente e del tutto priva di effetti collaterali per potenziare le nostre difese e prevenire influenza e raffreddore. A patto di saper quale frutta scegliere. Quella autunnale sembra creata apposta per darci quell’energia di cui siamo deficitari, ma scegliamola sempre matura, acquistiamola nei mercati ortofrutticoli che vendono prodotti del nostro territorio, magari bio, e consumiamola subito.

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Inverno Primavera

Pensiamo solo alla vitamina C, così delicata che basta un’esposizione eccessiva al sole e alla luce, o un tempo prolungato tra la raccolta e il consumo per farla… evaporare! E sarebbe un peccato, dal momento che proprio questa sostanza, l’acido L-ascorbico o vitamina C, è il nostro miglior alleato contro i tipici malanni stagionali.

Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno

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Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre

Inoltre fanno benissimo all’intestino e aiutano a combattere la stitichezza.

cocomeri

clementine

ciliegie

castagne

banane

Hanno molti zuccheri, quindi i diabetici dovrebbero consumarli con cautela;

arance

Calendario della stagionalità della frutta de "la rivista della badante

Estate

Infatti quando la frutta viene coltivata altrove (a migliaia di km da noi), raccolta ancora acerba affinché termini la maturazione nelle cassette o nelle celle frigorifere tra un trasporto (magari via mare) e l’altro, il prodotto che arriva sui banchi del mercato e che poi noi acquistiamo ha già perso molte delle sue virtù nutritive.

Qui a lato alcuni frutti dell’autunno dei quali fare il pieno e qui sotto il calendario per sapere la stagionalità della frutta.

Autunno

L

a frutta migliore, si sa, è quella di stagione maturata sulla pianta, possibilmente da coltivazione biologica e a km zero. Queste sono le qualità che rendono questi alimenti squisiti anche realmente salutari.

Cachi Sono una miniera di antiossidanti, di minerali come il magnesio e il potassio e quindi danno energia e forza fisica.

albicocche

L'autunno è una stagione ricca di ottima frutta benefica per la nostra salute. Agrumi, cachi, mele... scopriamo quali sono i frutti autunnali da portare in tavola


ALIMENTAZIONE

tunno sono una vera bontà, fanno bene all’intestino grazie all’alto contenuto in fibre e contengono calcio e fosforo preziosi per le ossa;

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uva

susine

prugne

pompelmi

Agrumi Sono tutti fonti straordinarie di vitamina C, si possono assumere anche tramite spremute fresche.

pesche

pere

more

mirtilli

Pere Diuretiche e dolcissime (ma con un basso indice glicemico) le pere d’au-

meloni

mandarini

limoni

lamponi

kiwi

kaki

fragole

Mele Una mela al giorno… Pare proprio che sia vero, questo frutto è benefico sotto molti aspetti. Le mele contengono fibre

e la pectina che riducono l’assorbimento dei grassi e degli zuccheri a livello intestinale, sono sfiammanti, anti-tumorali, rinforzano i muscoli e riducono il senso di fame perché sono molto sazianti a dispetto delle poche calorie;

mele

Melagrane Frutto anti-age per eccellenza, ottimo antiossidante con virtù antitumorali e antinfiammatorie, è eccellente anche per migliorare la circolazione;

fichi d’India

fichi

da consumare per una dieta sana

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6 il lavoro in casa

consigli di

economia domestica

1) Come prevenire i piccoli incidenti domestici

Se da badante svolgi anche attività di casalinga, sappi che appartieni alla categoria più esposta al rischio di incidenti domestici.

dile sicure. Fai installare dei corrimano o meglio ancora delle applicazioni di gomme che vanno posizionate all’inizio dello scalino.

Secondo l’Istat ogni tre mesi si verificherebbero circa 700.000 casi di incidenti. Gli incidenti comprendono le ustioni, i tagli, le cadute, le folgorazioni.

Questo renderà più stabile appoggiare i piedi mentre sali, e soprattutto mentre scendi.

L’impianto elettrico è senza dubbio uno dei fattori più a rischio Non allarmarti però a in un ambiente domestico. causa di queste cifre e Il primo passo fondamentale da fare non credere che la tua casa è assicurarsi che l’impianto sia sia un ambiente poco a norma. Rimuovi i fili scoperti sicuro. L’importante è e le prese volanti. Fai installare più colpita che tu segua delle norme un impianto salvavita. In questo La categoria di persone in assoluto icolare le è rappresentata dalle donne, in part i incidenti per prevenire i piccoli modo, qualora vi fosse uno sbalzo degl casalinghe, coinvolte in oltre il 70% grandi guai che possono di corrente, la luce si staccherebanaott ultr gli re icola part in domestici, gli anziani, oli picc più i capitare. In questo articolo tto be da sé evitando a te e ai tuoi asattu sopr tenni, i disabili e i bambini, insegniamo come rendere sistiti la folgorazione. L’impianto l'abitazione dove lavori più salvavita è utile, ad esempio, se stai delle scarpe apposite mentre fai questi sicura. Per te e per il tuo assistito. sostituendo una lampadina e inavverlavori e subito dopo. Scarpe con suole di titamente fai toccare due fili che non gomma: hanno una maggiore aderenza Inizia dai pavimenti, che possono essere dovrebbero entrare in contatto. La luce a terra e ti evitano scivoloni indesiderati. fonte di scivolate. Quando passi la cera il si staccherà immediatamente impedendo Se in casa sono presenti delle scale renpavimento diventa più scivoloso. Indossa danni maggiori.

incidenti domestici

Quali sono gli incidenti più frequenti? Gli incidenti domestici più frequenti sono le cadute (40% degli incidenti domestici), le ferite da taglio o punta

tutte le morti per incidente domestico. Le cause di questo tipo di incidente sono molteplici: presenza di pavimenti

(15%), gli urti o schiacciamenti (12%). Sulla base delle

bagnati o cerati, pavimenti non antiscivolo, scorretto uso

statistiche correnti si può stimare che le cadute degli an-

delle scale, presenza di condizioni morbose che facilitano

ziani con più di 65 anni siano responsabili dei due terzi di

la frattura in caso di caduta, come l’osteoporo.

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2) Come usare una cucina risparmiando gas o elettricità In tempi di crisi come questi, si sa, è bene fare economia su qualunque cosa ed in qualsiasi ambito, anche quando si è in cucina intenti a preparare ottimi pranzetti o pietanze per qualsiasi pasto. In particolare, quando si usa la cucina, è possibile evitare sprechi per quanto riguarda il consumo di gas ed elettricità. Risparmiare energia in cucina, infatti, è molto semplice: basta solo seguire alcuni piccoli consigli e accorgimenti che non tolgono nulla al risultato culinario ma permettono di non trasformare le bollette in veri e propri conti salati da pagare a fine mese. Ecco allora alcuni consigli su come usare una cucina risparmiando energia, in particolare gas ed elettricità. Per risparmiare gas o elettricità quando si cucina a volte bastano solo piccolissimi accorgimenti. Una delle operazioni più comuni quando si cucina, per esempio, è quella di far bollire l’acqua, quando per esempio si devono riscaldare dei cibi o cuocere la pasta. In questo caso, ci sono dei modi per ridurre i tempi di ebollizione. Per questo basta usare il coperchio (in questo modo, infatti, l’acqua andrà in ebollizione in minor tempo) o, magari in inverno, si possono ridurre i tempi lasciando per qualche momento la pentola con l’acqua vicino una stufa o un termosifone acceso. In questo modo l’acqua si sarà

già riscaldata un pochino e necessiterà di restare meno tempo sui fornelli. Quando si butta la pasta, poi, bisogna farlo appena l’acqua bolle e, se proprio i commensali sono in ritardo, allora meglio spegnere i fornelli. Ci sono poi metodologie di cottura che risultano più economiche di altre. È il caso della cottura a vapore che permette di cuocere contemporaneamente più pietanze, consentendo, in questo modo, di risparmiare per quanto riguarda gas ed elettricità. Con la cottura a vapore, inoltre, la fiamma va tenuta sempre bassa e addirittura in alcuni momenti può anche essere spenta, consentendo un risparmio di energia che non va a discapito della cottura e del sapore dei cibi.

vantaggi della cottura a vapore

Oltre a far risparmiare permette che le sostanze preziose presenti negli alimenti, come vitamine e sali minerali, non vengano disperse nell'acqua di cottura

3) Come fare l’autolettura del contatore elettrico Da vari anni ormai il contatore elettrico sta sostituendo il tradizionale contatore, ad oggi tutti dovremmo avere il contatore elettrico visto che sono passati più di dieci anni dall’inserimento di questi nuovi strumenti.

accanto al display troviamo il pulsante di lettura che ci permette di visualizzare i dati che ci servono in sequenza. Quindi osservando il contatore fron-

Con questo nuovo contatore è più semplice conoscere la spesa della bolletta e monitorare i nostri consumi, infatti negli ultimi anni come tutti avremo notato non arrivano più bollette di conguaglio perché la bolletta viene calcolata sui consumi reali e non i presunti come succedeva in passato con i vecchi contatori. Questo nuovo contatore è molto semplice da usare, guardandolo frontalmente troviamo il display, sul quale possiamo controllare i nostri consumi, le informazioni riguardanti le fasce orarie,

talmente vediamo sia il display che il pulsante, per fare la lettura del contatore non dobbiamo fare altro che premere il pulsante sul lato destro del display e premere più volte fino a quando sul

display non vedrete la lettura. La prima voce che compare sul display è il numero cliente, la seconda voce che appare è la tariffa in vigore se è una tariffa fissa comparirà T3, in caso di tariffa bioraria troverete T2, oppure F1, F2, F3, se sono 3 fasce orarie con diverse tariffe, che variano durante il giorno, festivi e week-end. Andando avanti con il pulsante troveremo poi, lettura potenza, che è la voce che interessa a noi, da qui potremo vedere i consumi reali. Una volta che siamo arrivate alla lettura, apparirà la voce A3 LETTURA seguita da diversi numeri, questa è la lettura attuale, se premendo ancora il pulsante troverete, A2 LETTURA e A1 LETTURA, vuol dire che il contatore registra i consumi su tre fasce orarie diverse, e quindi per completare l’autolettura si devono annotare le tre letture, perché hanno costi diversi.

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4) Come ridurre i rifiuti in cucina Lo spreco che si ottiene dai rifiuti in cucina presenta conseguenze molto alte rispetto al valore monetario che possiedono Bisogna prendere in considerazione i diversi impatti ambientali che si vengono a creare, come ad esempio la quantità dello spazio che i rifiuti occupano e l’enorme contributo che apportano sia all’inquinamento che ai cambiamenti climatici (come lo spreco dell’acqua, del carburante e delle risorse utilizzate per lo smaltimento). Nei passi a seguire troverete diversi consigli su come ridurre i rifiuti in cucina.

a

Impostate in maniera corretta la temperatura del frigorifero, in quanto il cibo deve essere conservato tra un minimo di un grado e un massimo di cinque gradi per avere la massima freschezza e longevità, evitando dunque sprechi alimentari; le noci, i semi e le farine possono essere riposti nel congelatore, mentre le erbe

essiccate nel frigorifero. Avvolgete le foglie delle erbe fresche in un ambiente pulito (come uno strofinaccio umido). Conservate il pane che potrebbe avanzare nel congelatore e i diversi oli o grassi in contenitori di vetro scuro nel frigorifero. La carne in più deve essere divisa in porzioni e posta nel freezer. Nelle dispense mettete sempre gli alimenti vecchi davanti a quelli freschi per consumarli prima.

oppure mangiateli il giorno successivo. Riciclate il pane raffermo macinandolo, ottenendo così il pan grattato; con i pomodori maturi fate una salsa oppure un sugo per condire la pasta o altre pietanze. Con la frutta più matura potete realizzare dei frullati o in alternativa utilizzatela per creare delle torte; le verdure che iniziano ad appassire possono essere trasformate in zuppe.

b

c

Organizzate un piano alimentare settimanale in modo da sapere esattamente cosa comprare senza fare inutili sprechi. Utilizzate il giardino o lo spazio esterno del vostro assistito per gli scarti alimentari. Durante la spesa comprate solo la quantità di prodotti necessari; acquistate cibi non imballati e riducete l’uso dei sacchetti di plastica. Gestite le dimensioni delle porzioni nei piatti e congelate gli avanzi,

Riutilizzate i vecchi sacchetti di plastica per la spesa e riducete l’utilizzo dei tovaglioli di carta, delle posate, dei bicchieri e dei piatti di plastica.

d

Utilizzate oli essenziali per pulire e deodorare la cucina e per un corretto smaltimento dei detergenti seguite le istruzioni sul flacone, senza buttarli negli scarichi o sul terreno.

5) Come conservare le patate La patata è un tubero che contiene: proteine, carboidrati, grassi, fecola, potassio, fosforo, ferro calcio, vitamine B1, B2, C, PP, solanina, tropeina, acido lattico, acido malico, acido assolico. Coltivata in tutta la penisola, si raccoglie da maggio a giugno; è un alimento presente quasi tutti i giorni sulle nostre tavole, versatile, perché con essa si possono preparare vari e gustosi piatti; farne una scorta nei mesi della raccolta equivale ad un buon risparmio, rispetto all’acquisto durante l’anno. Si mantengono a lungo se conservate correttamente.

per il nostro organismo; nel secondo caso le patate diventano nere e non più commestibili. Quindi la temperatura adatta va dai 7-8° C ai 10-12° C.

Un tempo i contadini conservavano il raccolto di patate adagiandole su un letto di paglia in cantine fresche e al buio. Oggi, chi ha la fortuna di avere una “cantina”, possiede un luogo adatto ad accogliere le patate. Queste vanno sistemate in cassette di legno o in scatole di cartone, dove sono stati praticati dei fori per far passare l’aria, le patate temono la Vediamo “come conservare correttamente le patate”. Assimuffa, e poi coperte con fogli di giornale, o con sacchi di curati di avere a portata di mano: patate, cassette di juta o ancora con un telo. Importante è assicurare legno, scatole di cartone, sacchetti di carta, fogli un buio assoluto. Per chi non ha la cantina, può di giornale, teli, acqua, sale, aceto, sacchetti per ricorrere a un mobiletto, dove sistemare la congelare, foglio di alluminio. scatola con le patate, sempre coperte, se poi c’è un problema di spazio, sono molto utili Queste nostre alleate in cucina, non amano anche i sacchetti di carta ben chiusi. Da la luce e l’umidità, quindi assolutamente non evitare quelli di plastica, perché formano vanno messe in frigorifero; sono molto sensibili umidità. Inoltre non bisogna mai lavarle alla temperatura, che non deve essere né troppo prima di riporle, se sono troppo sporche bassa né troppo alta; nel primo di terra, mettile in un luogo caso favorisce lo sviluppo dei areato, ma sempre al buio, germogli e l’aumento della sol’aria asciugherà la terra che l'abbondanza di potassio in essa contenuto si lanina, attraverso la comparsa di cadrà da sola o puoi pulirle con rivela molto utile in caso di ipertensione macchie verdi, elemento tossico un panno asciutto.

la patata

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il lavoro in casa 6 consigli di economia domestica

6) Come organizzare gli spazi in casa per la differenziata Per poter dare una mano concretamente alla difesa dell’ambiente e rispettare nel miglior modo la natura, possiamo contribuire in maniera del tutto semplice. Basta solo un minimo di buona volontà e tanto amore e rispetto nei confronti della nostra terra. In questa guida diamo alcuni consigli su come organizzare gli spazi in casa per la raccolta differenziata. È sufficiente sapersi attrezzare bene e organizzare al meglio, per poter rendere questa abitudine quotidiana estremamente semplice. Assicurati di avere a portata di mano contenitore e sacchetti. Come sappiamo bene, per fare una buona raccolta differenziata, è fondamentale adibire a ciascun tipo di rifiuto un cesto, un contenitore o un sacchettino differente. In questo modo, raccogliamo in ciascuno spazio i rifiuti già distinti e pronti per essere ritirati dai netturbini già perfettamente selezionati. Sorge però un disagio, soprattutto se si ha poco spazio in casa: tutti questi bidoni (non meno di quattro), creano particolare confusione dentro un’unica stanza (in genere la cucina), di conseguenza bisogna optare per una soluzione più idonea. La prima cosa da fare è quella di scegliere se adoperare un contenitore, oppure un semplice sacchetto per la raccolta dell’organico.

vicino possibile al luogo in cui si cucina e si pranza. Dipendentemente dal numero di persone che vivono in casa si producono più o meno quantità di rifiuti organici. Se si è in tanti, la possibilità che il sacchettino (o il contenitore) si riempia nel giro di uno o due giorni è maggiore. Evitate di tenere per più di due giorni i rifiuti organici in casa altrimenti non solo cominceranno a emanare odori per la casa, ma attireranno anche gli insetti. Inoltre è consigliabile scegliere sacchetti molto resistenti per evitare che si buchino, soprattutto se lo tenete sospeso nell’apposito alloggio appoggiato all’anta dello stipetto. Per quanto riguarda lo smaltimento di lattine e vetro, potete adoperare un recipiente più grande da poter posizionare nel balcone o comunque, in un angolo della cucina. Se non avete abbastanza spazio in cucina per poter aggiungere altri contenitori, potete provvisoriamente inserire carta, plastica, lattine e vetro nello stesso contenitore (magari un po’ più grande) e selezionare i rifiuti in base al giorno previsto per il ritiro delle diverse categorie. Un altro accorgimento è quello di tenere una scatola o un recipiente dentro la stanza dei bambini e l’eventuale stanza studio in cui getterete solo la carta (rifiuti prodotti dai bambini quando disegnano o giocano con i fogli). Anche in bagno potrete sistemare un recipiente in cui raccogliere assorbenti igienici e flaconi di detersivi terminati.

Per motivi logici la raccolta dell’organico va fatta il più

Perché è giusto fare la raccolta differenziata

I

rifiuti sono composti da materiali

diversi per cui se tutti imparassimo

a fare una raccolta differenziata, molti di questi potrebbero essere riciclati

cioè potrebbero essere riutilizzate le materie prime.

Questo piccolo ma importante gesto da

per costruire discariche e inceneritori

parte di tutti noi, oltre a rispettare la na-

e i cittadini pagherebbero meno tasse

tura, eliminerebbe parte dell'inquinamen-

sui rifiuti.

to atmosferico, provocato da discariche e inceneritori. È bene ricordare, inoltre,

è bene quindi che tutti noi ci abituiamo

che la discarica non è un "pozzo senza

a fare una raccolta differenziata dei

fondo": dopo alcuni anni si trasformerà in

rifiuti per:

Si potrebbero così risparmiare tante risor-

una collina di veleni pronta a inquinare il

se naturali e tanta energia necessaria per

terreno e le falde acquifere.

• poter riutilizzare le materie prime e

la produzione di nuove materie prime.

risparmiare le risorse naturali; E gli inceneritori? Stanno lì a bruciare

• diminuire i rifiuti che vanno nelle disca-

Infatti il vetro, la carta, la plastica,

i rifiuti e ad emettere nell'aria tanti

riche e negli inceneritori;

l'alluminio, recuperati dalle campane,

fumi neri bravi a inquinare l'aria, ad

• ridurre l'inquinamento causato da

arrivano in apposite ditte che li lavorano

aumentare l'effetto serra e a produrre

discariche e da inceneritori;

fino a tornare ad essere materie prime

piogge acide.

• risparmiare l'energia necessaria alla produzione della materia prima;

pronte ad essere lavorate e riutilizzate. Ed è per questo che tutti dovremmo

Non va trascurato poi il fattore economi-

abituarci a differenziare i rifiuti.

co. Lo Stato spenderebbe meno soldi

• risparmiare soldi.

La Rivista della Badante Dicembre 2013

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Approfondimento

malati

terminali In-guaribili ma non in-curabili

Cosa vuol dire assistere e seguire una persona gravemente malata fino alla fine. L'abbiamo chiesto all'associazione Vidas che da oltre 31 anni offre assistenza completa e gratuita ai malati terminali. 28mila i malati assistiti dal 1982 (oggi circa 150 al giorno) a domicilio e nell’hospice Casa Vidas, in degenza e day hospice

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La Rivista della Badante Dicembre 2013

A

ssistere un malato terminale significa mettersi totalmente al servizio del paziente, in primo luogo aiutando la persona nell’accudire se stessa in quelli che vengono definiti “bisogni primari”. È importante curare l’igiene personale, consentire un adeguato nutrimento, creare le condizioni adatte al riposo e verificare che il paziente prenda le medicine agli orari giusti. Nella fase terminale è molto probabile che si assista a un continuo peggioramento che comporta sostanzialmente una serie di “perdite”: di autonomia, di sonno, di appetito, di capacità di pensiero, attenzione, memoria fino al limite della mancanza di contatto con la realtà attuale. Non sempre queste problematiche si presentano tutte insieme o allo stesso livello di gravità.


Il paziente in fase avanzata e terminale di malattia:

1 A volte il rifiuto del paziente a mangiare può essere interpretato come una sorta di capriccio, specialmente se Rifiuta il cibo

non si ha familiarità con lui. Spesso nella fase terminale è invece naturale che l’appetito e la voglia di mangiare si riducano e, all’insistenza nell’ingerire il cibo, il malato può rispondere in due modi: da un punto di vista fisico l’insorgere di disturbi digestivi quali vomito o problemi intestinali, da un punto di vista relazionale la possibilità di rovinare il rapporto con l’assistito perché questi si sente costretto e diventa diffidente.

2 Nel malato terminale si assiste a un’inversione del ritmo

Dorme poco la notte e tende ad assopirsi durante la giornata

sonno/veglia, per cui la tendenza è dormire durante il giorno e stare svegli tutta la notte. Una motivazione potrebbe essere che durante la notte il buio e la quiete della casa favoriscano il manifestarsi di pensieri legati alla morte, che si fanno insistenti. Di giorno, al contrario, sentendosi in compagnia (per via dei rumori per strada, il suono della televisione, l’andirivieni delle faccende domestiche) spesso il paziente si appisola. Non sempre il malato è consapevole del motivo per cui non riesce a dormire e risulta perciò difficile comprenderlo anche per la badante. L’importante è non forzare i suoi ritmi naturali e non sgridarlo se la notte si sveglia e vuole chiacchierare ma spiegare quello che sta succedendo ai familiari e al medico di famiglia.

3 Questo sintomo si manifesta sia nei pazienti cronici, sia nei

Fatica ad alzarsi dal letto fino a perdere la propria autonomia

pazienti terminali. La perdita dell’autonomia in alcuni casi è molto graduale - arrivando comunque inesorabilmente all’allettamento - altre volte è più rapida. Di solito inizialmente si manifesta come una fatica: nell’alimentarsi, nel camminare, nello stare seduti.

Se la badante è già da tempo alle dipendenze del malato quando questo peggiora, entrando nella fase terminale della sua vita, bisognerà fare attenzione a modificare i propri atteggiamenti adattandoli alle nuove condizioni psico-fisiche. Se invece la badante viene assunta proprio per far fronte al peggioramento clinico, può darsi che verifichi in una prima fase qualche minimo miglioramento, inevitabilmente seguito a breve da un ritorno alle precedenti condizioni, se non da un nuovo aggravamento. Non è semplice capire quando il malato entra nella fase terminale, spesso inizialmente sono presenti solo dei sintomi che non sono facili da individuare. Sapere dell’esistenza di queste avvisaglie può essere utile alla badante sia per operare una variazione negli atteggiamenti, sia per segnalare questi “campanelli d’allarme” ai familiari, che possono adoperarsi con il medico per arrivare a una diagnosi clinica.

È importante rispettare le capacità del malato senza forzarlo: non forzarlo a camminare o a fare attività se non se la sente. Bisogna anche in questo caso segnalare al medico o alla famiglia se si riscontrano dei peggioramenti, in modo da adattare i trattamenti.

4 Spesso succede - con i familiari, ma anche con la badante se

È spesso scontroso proprio con me che lo curo ogni giorno e inizia ad essere diffidente

c’è una relazione intima - che si creino situazioni di diffidenza: il malato li accusa di essere i colpevoli del suo stato di salute. Spesso ciò succede perché il familiare o la badante, cioè coloro a cui il paziente è più affezionato, diventano per il malato un facile capro espiatorio essendo una giustificazione esterna al proprio corpo che non risponde più come si vorrebbe. In questi casi sarebbe sbagliato dunque pensare che la diffiden-

La Rivista della Badante Dicembre 2013

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APPROFONDIMENTO

Terminalità e cure palliative La cosiddetta terminalità viene definita in base ad un

dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, «la completa,

criterio temporale - che corrisponde a una prognosi

attiva assistenza per quei pazienti che non presentano

presunta inferiore ai 90 giorni (soprattutto per i

risposta al trattamento curativo specifico e per i quali il

pazienti con tumore) - e a uno terapeutico - ovvero

controllo del dolore e degli altri sintomi, come la possi-

l’assenza di risposta alle terapie note efficaci contro

bilità di affrontare le problematiche psicologiche, sociali

una determinata patologia.

e spirituali, sono prioritarie [...] L’obiettivo principale delle cure palliative è ottenere la migliore qualità di vita

La medicina palliativa promuove, secondo la definizione

za sia dovuta al fatto che, essendo la badante pagata per accudire il malato, questo si sente libero di maltrattarla. Al contrario potrebbe essere una “dimostrazione d’affetto”: il malato sfoga la sua frustrazione solo con chi sa che gli vuole bene.

5

Tende a “chiudersi”: smette di parlare e può essere infastidito da rumori, luci, compagnia. Non vuole nemmeno più leggere il giornale o guardare la tv

Dietro questa “chiusura” al mondo si può celare una perdita generale dell’interesse alla vita, ma anche la vergogna di mostrare ad altri le trasformazioni fisiche - come eccessiva magrezza, perdita dei capelli, colorito spento - cui la malattia l’ha sottoposto. Il malato non si riconosce più nel suo aspetto e non vuole compagnia che possa ricordargli com’era prima. A volte ci può anche essere una sensazione di fatica nel sopportare la compagnia o alcune attività che necessitano di un intervento attivo possono risultare troppo pesanti. Bisogna cercare di proporre attività che possano coinvolgere in modo attivo ma anche passivo: per esempio, mentre un programma in tv richiede attenzione e va seguito nei suoi sviluppi, la musica può essere ascoltata con attenzione ma anche solo fare da sottofondo.

6 Soprattutto nel caso della terminalità dei malati da tumore il dolore è tra i sintomi più frequenti. La prima regola Ha dolore

in questo caso è che il dolore altrui va rispettato e sempre ritenuto vero: mai dubitarne o pensare che esso venga

per i pazienti ed i loro familiari».

utilizzato come un’arma. Il dolore è un sintomo che non va sottovalutato e deve sempre essere segnalato ai familiari e al medico curante.

7 Può essere dovuto alla perdita di memoria o a stati conSi dimentica di aver preso le medicine o mi accusa di non avergliele date

fusionali derivanti dal degenerare della malattia oppure, come anticipato al punto 4, una giustificazione per i suoi peggioramenti.

8 Questa situazione è molto delicata, perché si rischia come per il cibo - di mal interpretare un segnale. Non sempre A volte si rifiuta di prendere le medicine

si tratta di un capriccio, a volte dietro il rifiuto si cela un’impossibilità fisica del malato. Per esempio, può essere che abbia perso la capacità di deglutire ma non riesca ad ammetterlo. In generale, è bene ricordare che il malato è un individuo diverso da noi e fare quindi attenzione a non proiettare su di lui i nostri bisogni o le nostre paure. La persona malata ha il suo modo di vivere la malattia e di interpretare i bisogni.

Meglio non proiettare ricordi personali o identificare il malato con altri (magari di parenti o amici). Ciò non vuol dire negarsi l’affetto: ci si può affezionare e si può dirlo. Ascolto e osservazione sono fondamentali. Anche i silenzi e gli sguardi del malato sono importanti. Ma più che interpretarli, occorre cogliere i segnali dettati dall’abitudine alla convivenza e da un approfondimento reciproco

Grazie all'Associazione Vidas Vidas: in 31 anni 28mila malati terminali assistiti gratuitamente a domicilio e nell’hospice Casa Vidas col sapere medico di 70 operatori socio-sanitari e le affettuose cure di 100 generosi volontari. Un servizio garantito a Milano, Monza e in 103 comuni delle Province che raggiunge circa 150 malati al giorno, 1600 ogni anno: la più ampia capacità assistenziale in Europa tra similari Servizi. Associazione Vidas

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seno BADANTI E PREVENZIONE

il tumore al

In quanto donne, prima ancora che badanti, conoscere le regole della prevenzione, le misure di screening e di diagnosi precoce ci permette, semplicemente rivolgendosi al medico di base che a sua volta potrà prescrivere una visita specialistica, di continuare a vivere e a lavorare serenamente

I

l tumore del seno colpisce una donna su otto. In molti casi, però, si può prevenire o comunque diagnosticare in fasi molto precoci. Di seguito tutte le informazioni relative alla prevenzione e gli appuntamenti indispensabili con i test raccomandati. Grazie, però, ai continui progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce, nonostante il continuo aumento dell'incidenza, di tumore del seno oggi si muore meno che in passato.

Visita senologica La visita senologica consiste nell'esame clinico completo del seno da parte di un medico specializzato. È una metodica semplice e indolore, effettuata nello studio del medico senza l'ausilio di particolari strumenti. Questo tipo di valutazione da sola in genere non è sufficiente a formulare una diagnosi precisa, ma può sicuramente essere utile per chiarire situazioni un po' sospette.

Sono stati identificati molti fattori di rischio, alcuni modificabili, come gli stili di vita, altri invece no, come l'età (la maggior parte di tumori del seno colpisce donne oltre i 40 anni) e fattori genetico-costituzionali.Tra gli stili di vita dannosi si possono citare, per esempio, un'alimentazione povera di frutta e verdura e ricca di grassi animali, il vizio del fumo e una vita particolarmente sedentaria. Ci sono inoltre alcuni fattori legati alla vita riproduttiva che possono influenzare il rischio di tumore del seno: un periodo fertile breve (prima mestruazione tardiva e menopausa precoce) e una gravidanza in giovanissima età sono protettive, così come l'allattamento per oltre un anno.

Il senologo, prima di cominciare l'esame vero e proprio delle mammelle, si occupa dell'anamnesi, ovvero della raccolta di informazioni che potranno essere utili per formulare la diagnosi finale: eventuale presenza di casi di tumore del seno in famiglia, età di comparsa del primo ciclo mestruale e della menopausa, gravidanze, alimentazione, terapie ormonali (contraccettivi orali, terapie ormonali sostitutive in menopausa, eccetera). Solo dopo aver terminato questa fase il senologo può procedere con l'esame clinico propriamente detto che parte con l'osservazione e termina con la palpazione: il medico compie tutti quei gesti che ogni donna dovrebbe compiere mensilmente nel corso dell'autopalpazione. Una visita annuale è fortemente consigliata dopo i 40 anni, mentre dopo i 50 è necessaria anche la mammografia.

Il 5-7 per cento circa dei tumori del seno è ereditario, legato cioè alla presenza nel DNA di alcune mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2. La prevenzione del tumore del seno deve cominciare a partire dai 20 anni con l'autopalpazione eseguita con regolarità ogni mese. È indispensabile, poi, proseguire con controlli annuali del seno eseguiti dal ginecologo o da uno specialista senologo affiancati alla mammografia annuale dopo i 50 anni o all'ecografia, ma solo in caso di necessità, in donne giovani.

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La Rivista della Badante Dicembre 2013

Esami strumentali Le donne dispongono di strumenti molto efficaci per la diagnosi precoce del tumore del seno, primo tra tutti la mammografia, affiancata da altri quali ecografia o risonanza magnetica. La prevenzione è fondamentale perché individuare un tumore ancora molto piccolo aumenta notevolmente la possibilità di curarlo in modo definitivo, ma è importante scegliere lo strumento più adatto.Tra i 40 e i 50 anni le donne con presenza di casi di tumore del seno in famiglia dovrebbero cominciare a sottoporsi


li cia pe is gl

Stili di vita per non ammalarsi

NO

NO

preferire un'alimentazione corretta

limitare le abitudini voluttuarie

svolgere attività fisica

a mammografia con cadenza annuale, meglio se associata a ecografia vista la struttura ancora densa del seno.Tra i 50 e i 60 anni il rischio di sviluppare un tumore del seno è piuttosto alto e di conseguenza le donne in questa fascia di età devono sottoporsi a controllo mammografico ogni anno. Infine, anche dopo i 60 anni la prevenzione oncologica è importante e, nel caso del tumore del seno, lo è ancora di più, dal momento che tra i 50 e i 70 anni il rischio di sviluppare questo tumore raggiunge il suo massimo. Gli esperti consigliano una mammografia ogni due anni almeno fino ai 75 anni perché la vita media si è allungata e si possono ottenere buoni risultati terapeutici anche in pazienti anziane. Nelle donne positive al test genetico per BRCA1 o 2 è indicata un'ecografia semestrale e una risonanza annuale, anche in giovane età. Anche se la mammografia rimane uno strumento molto efficace per la diagnosi precoce del tumore del seno, oggi sono disponibili anche altre tecniche diagnostiche come la risonanza magnetica (ancora limitata a casi selezionati), la PEM (una tomografia a emissione di positroni - PET - specifica per le mammelle) e un nuovo esame già definito il Pap-test del seno che consiste nell'introduzione di liquido nei dotti galattofori (i canali attraverso i quali passa il latte) e nella successiva raccolta di questo liquido che porta con sé anche alcune cellule. Grazie al microscopio è poi possibile individuare quali tra le cellule fuoriuscite ha caratteristiche pretumorali permettendo una diagnosi molto precoce del tumore del seno. Autopalpazione L'autopalpazione è un esame che ogni donna può effettuare comodamente a casa propria: permette di conoscere profondamente l'aspetto e la struttura normale del seno e quindi di poter cogliere precocemente qualsiasi cambiamento. L'esame si svolge in due fasi: A) l'osservazione permette di individuare mutazioni nella forma del seno o del capezzolo, B) la palpazione può far scoprire la presenza di piccoli noduli che prima non c'erano. Quando si parla di autopalpazione si pensa solo a un esame per la ricerca di noduli nella ghiandola mammaria, ma in realtà grazie a questo esame possono emergere altri segnali che devono

spingere a consultare un medico, come retrazioni o cambiamenti della pelle, perdite di liquido dai capezzoli e cambiamenti di forma della mammella. Tra i 40 e i 50 anni l'incidenza (cioè i numero di nuovi casi) del tumore del seno aumenta in modo rapido e costante e quindi le donne in questa fascia di età non possono rinunciare all'autopalpazione come strumento di prevenzione. Con il sopraggiungere della menopausa, l'esame può essere eseguito indifferentemente in qualunque periodo del mese e deve essere effettuato con regolarità anche e soprattutto dalle over 60 poiché il picco di incidenza (numero di nuovi casi) del tumore del seno si colloca proprio tra i 65 e i 70 anni. L'autopalpazione rappresenta un primo strumento di prevenzione del tumore del seno, ma da sola non può bastare e deve essere abbinata, a partire dai 45-50 anni, o anche prima in caso di familiarità o alterazioni, a visite senologiche ed esami strumentali più precisi come ecografia o mammografia. Stili di vita Per la prevenzione del cancro gli esami di controllo periodici sono importanti, ma anche un corretto stile di vita contribuisce a ridurre drasticamente il rischio di ammalarsi. In particolare si calcola che adottare sane abitudini possa evitare la comparsa di un cancro su tre. Per raggiungere questo importante traguardo di prevenzione le regole da adottare sono molto semplici e riguardano in modo particolare: alimentazione, esercizio fisico, abitudini voluttuarie, cioè quelle abitudini che danno piacere ma sono pericolose per la salute come il fumo o il consumo eccessivo di alcol. Non occorrono grandi sforzi: basta porre un po' di attenzione a ciò che si mangia e cercare di non condurre una vita troppo sedentaria. Mantenere il peso forma non è solo un'esigenza estetica, ma anche e soprattutto una scelta di salute contro l'insorgenza di molti tumori. Per esempio, un buon metodo per ridurre il rischio di tumore consiste nel seguire la tradizionale dieta mediterranea. E non La Rivista della Badante Dicembre 2013

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BADANTI E PREVENZIONE

L'autopalpazione del seno 1) Di fronte allo specchio, con le braccia allineate lungo il corpo, osserva eventuali deformità del seno

2) Porta le mani dietro alla testa e, stringendole l'una nell'altra, tirale indietro e osserva la presenza di eventuali retrazioni della cute

3) Premi le mani sui fianchi e osserva, effettuando un'ispirazione profonda, la presenza di eventuali retrazioni della cute

4) Con il braccio omolaterale alla mammella da esaminare sollevato, esegui movimenti palpatori circolari, dall'esterno verso l'interno e dall'alto verso il basso

5) Spremi tra le dita delicatamente il capezzolo e osserva l'eventuale secrezione

6) Sdraiata, ripeti in questa posizione le manovre precedentemente descritte

bisogna dimenticare che un'alimentazione corretta è anche la base della prevenzione per le malattie cardiovascolari e di una vecchiaia in piena forma. Oltre alla qualità del cibo conta anche la quantità: è importante non eccedere con le calorie introdotte che devono essere calcolate in base all'età, al peso, al tipo di attività svolta e a diversi altri parametri personali. Non bisogna essere atleti per prevenire il cancro: il consiglio migliore è quello di svolgere un'attività fisica moderata per almeno 30 minuti al giorno e per almeno cinque giorni alla settimana. Questo tipo di attività può includere, per esempio, una passeggiata nel parco o la scelta di salire le scale a piedi piuttosto che usare l'ascensore o muoversi in bici e non in macchina. Queste semplici regole generali sono valide, con qualche opportuna modifica, a tutte le età. Ormoni Gli ormoni, e in particolare gli estrogeni, hanno un ruolo fondamentale nel regolare i processi legati alla fertilità e possono influenzare il rischio di sviluppare alcuni tipi di cancro. Tutto comincia con il primo ciclo mestruale che determina profondi cambiamenti mensili nel corso del periodo fertile e fino all'avvento della menopausa, che instaura nuovi equilibri ormonali. Ogni fase della vita della donna è dunque caratterizzata da un preciso quadro ormonale e quindi anche il rischio di tumore cambia con l'età. La fascia di età compresa tra i 50 e i 60 anni è in genere caratterizzata da un vero e proprio terremoto dal punto vista ormonale: la menopausa. Le ovaie smettono di produrre ormoni e quindi l'organismo è meno esposto all'azione degli estrogeni, in genere responsabili di un aumento del rischio di cancro. In questo senso la terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni, utilizzata per contrastare gli effetti negativi della menopausa (per esempio vampate di calore e osteoporosi) sembra essere un fattore di rischio per alcuni tumori come quello dell'endometrio e del seno, anche se l'utilizzo per non più di cinque anni sembra ancora accettabile. Dovendo scegliere è quindi consigliabile assumere una terapia sostitutiva che contenga anche un progestinico, anche se in genere è di utilizzo più complesso.

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Test genetici La maggior parte dei tumori è di origine "sporadica" ovvero si manifesta senza nessun tipo di legame con la trasmissione ereditaria dei geni, ma in alcuni casi (non più del 10% di tutti i tumori) si può parlare anche di cancro "ereditario", legato, cioè, alla trasmissione da parte dei genitori di un gene mutato. Sono stati messi a punto alcuni test genetici, metodiche complesse in grado di stimare il rischio di contrarre un tumore sulla base del corredo genetico. Uno dei tumori per i quali esiste la possibilità di sottoporsi a un test è quello del seno, il tumore più frequente nelle donne. È stato infatti dimostrato che chi ha una madre o una sorella con questa patologia, soprattutto se contratta in giovane età, corre un rischio maggiore di svilupparla nel corso della vita rispetto a chi non ha mai avuto casi di tumore del seno in famiglia. I geni BRCA1 e BRCA2 predispongono a questo tipo di cancro (e anche a quello dell'ovaio): ciò significa che, analizzandoli attentamente, nel caso di tumore si troveranno probabilmente mutazioni non presenti nelle cellule sane. E questa mutazione, se il tumore è ereditario, sarà la stessa nei vari membri della famiglia. Una volta stabilita la necessità di sottoporsi al test, mediante un colloquio con un genetista medico e un oncologo, si procede con un banale prelievo di sangue dal quale verrà estratto il DNA da controllare. Il risultato potrà essere positivo o negativo, cioè si potrà sapere se la mutazione è stata effettivamente ereditata oppure no. È importante sottolineare che avere ereditato la mutazione non significa essere certi di contrarre prima o poi la malattia, piuttosto equivale ad avere un rischio più elevato rispetto a chi non ha la mutazione. Il test genetico non è dunque uno strumento di prevenzione nel senso classico del termine, ma si limita a fornire informazioni sul rischio di ammalarsi di tumore nel corso della vita e deve essere svolto solo in caso di reale necessità, dopo una consulenza con il genetista medico. In base al risultato del test, il genetista medico e l'oncologo sapranno creare un piano di prevenzione individuale basato su controlli più frequenti e attenti che permetteranno di gestire al meglio il rischio e di individuare un eventuale tumore nelle sue fasi più precoci. Al momento attuale, tranne che per il seno e l'ovaio, non esistono test genetici disponibili per gli altri tumori femminili.

Testo tratto da www.airc.it, a cura dell’Associazione Italiana Ricerca sul Cancro, autore: Agenzia Zoe La Rivista della Badante Dicembre 2013


La Rivista della Badante Dicembre 2013

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CONSULENZA

L’assunzione Comunicazione Obbliga

toria Lavoro Domestico

Testo di Vojsava Zagali

Sezione 1 - Datore di Lavor

codice fiscale

denominazione datore

comune sede legale

CAP sede legale

indirizzo sede legale telefono sede legale

V

fax sede legale "da compilare solo se

a ricordato che in riferimento alla provenienza i lavoratori domestici vanno divisi in due gruppi: • In cittadini italiani o provenienti dall’Unione Europea • In cittadini non Comunitari

o

di lavoro

comune sede di lavoro

il lavoratore presta servizio

e-mail sede legale in un luogo diverso dal

telefono sede lavoro

fax sede lavoro

settore

domicilio legale" CAP sede di lavoro

indirizzo sede di lavoro

95.00.0 - Attività di datore

e-mail sede lavoro le domestico svolto da famiglie e conviventi

di lavoro per persona

Sezione 2 - Lavoratore

codice fiscale

sesso

F

M

cognome

data di nascita

nome

Fanno parte nell’Unione Europea paesi come: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria. Sono equiparati ai cittadini dell’UE i cittadini Svizzeri e i cittadini degli stati appartenenti allo SEE Spazio Economico Europeo (Norvegia, Islanda, Liechtenstein).

comune o stato estero motivo del permesso

Cosa si deve fare in concreto? Una volta stabilita la tipologia del servizio, l’orario di lavoro, la retribuzione oraria, facendo affidamento alle tabelle dell’INPS che specificano sia la paga e le contribuzioni in base alle ore di lavoro e la qualifica della persona, le ferie e altro, si passa alla stipula del contratto tra le parti. Ad un cittadino non comunitario in genere, vengono chiesti i seguenti documenti: • Passaporto o un documento equipollente; • Carta d’identità se in possesso; • Permesso di soggiorno; • Codice Fiscale. Viene considerato regolare anche lo straniero in possesso di un permesso di soggiorno scaduto di cui ha chiesto il rinnovo entro i termini e modi previsti dalla legge, ovvero quando esibisce la ricevuta dell’invio del kit postale o la ricevuta rilasciata dalla Questura competente per il luogo di domicilio o residenza. L’assunzione viene fatta tramite una comunicazione obbligatoria presentata in forma telematica all'INPS ventiquattro ore prima del inizio del rapporto di lavoro.

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La Rivista della Badante Dicembre 2013

tipo documento (1) scadenza permesso

numero documento

comune di domicilio

indirizzo di domicilio

CAP

cittadinanza livello di istruzione data inizio qualifica professionale

data fine

tempo determinato

si applica il C.C.N.L. "Lavoro

domestico" :

tipo orario (4)

Stampa

Sezione 3 - Assunzione ente previdenziale

ISTAT (3)

tipologia contrattuale

retribuzione/compenso

Mentre per gli italiani o i cittadini UE, l’assunzione può avvenire direttamente, per i non comunitari, come è stato sottolineato anche negli articoli precedenti, siamo di fronte alla necessità del possesso del permesso di soggiorno nel momento in cui si va a stipulare un contratto di assunzione per lavoro subordinato di ogni tipo. Anche le famiglie sono tenute all'obbligo della verifica dell’esistenza di questo documento sia quando si tratta di una collaborazione per lavori domestici, ma anche quando si tratta di assistenza alla persona, meglio conosciuto come badante.

di nascita

(2)

PAT INAIL

tempo indeterminato si

no

livello

ore settimanali medie lordo annuale data firma

Il Testo Unico per l’Immigrazione Art. 5 bis, così come modificata dalla Legge Bossi-Fini del 30 luglio 2002, n. 189, prevede l’obbligo della stipula del Contratto di Soggiorno. A partire dal 15 novembre 2011 tutti i datori di lavoro domestico che intendono assumere lavoratori non comunitari già residenti in Italia non dovranno più compilare il “modello Q” per stipulare il contratto di soggiorno. Infatti, le obbligazioni contenute nel "modello Q" sono state recepite nell'ultima versione (Legge 2/2009) delle Comunicazioni obbligatorie di assunzione, variazione e cessazione che i datori di lavoro domestico devono trasmettere all’INPS utilizzando le procedure online dell’Istituto (circolare del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 4773 del 28 novembre). Che cos’è il Contratto di Soggiorno? È un atto che viene sottoscritto tra le parti, cioè lavoratore e datore di lavoro che contiene: • La garanzia da parte del datore di lavoro di un alloggio per il lavoratore che rientri nei parametri minimi previsti dalla legge per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica; • L’impegno al pagamento da parte del datore di lavoro delle spese di viaggio per il rientro del lavoratore nel Paese di provenienza; Il contratto di soggiorno come sostituito dalla Comunicazione Obbligatoria all’INPS è un documento indispensabile richiesto dalla legge per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, perciò il datore di lavoro è tenuto a consegnare coppia al lavoratore, il quale lo deve conservare con cura per tutto il tempo necessario per cui è richiesto.


RICORDA

Per trovare un posto di lavoro non bisogna mai pagare. Il lavoro non si compra, ma si costruisce

? o r o v la e r a c r e c e m Co io qu llo co il , ne zio ta en es pr di ra tte le la , ae vit um il curricul

F

ortunatamente oggi esistono diversi canali per andare alla ricerca del lavoro. Non abbiamo più infatti solo il classico “passaparola” o i centri per l’impiego e gli annunci che troviamo su giornali e riviste, oggi infatti abbiamo a disposizione il web dove ogni giorno sono disponibili sempre nuovi annunci di lavoro.
Grazie al web andare alla ricerca di un posto di lavoro è senza dubbio molto più semplice di un tempo, ma è anche vero che apre le porte a una concorrenza molto più spietata. Se volete davvero trovare lavoro dovete allora proporre un curriculum compilato in modo corretto che dovrà risultare molto più appetibile rispetto a quello delle altre concorrenti, accompagnato da una lettera di presentazione originale e fresca e dovrete anche imparare a gestire i colloqui nel miglior modo possibile.

Come scrivere il curriculum Come scrivere il curriculum vitae.
vitae

Il curriculum vitae innanzitutto è un documento scritto da voi personalmente, in cui sono presenti i vostri dati personali, i vostri studi, e i vostri lavori precedenti.Viene presentato al potenziale datore di lavoro in modo che tra vari candidati a un posto di lavoro possano scegliere le persone che rispondono meglio alle loro richieste.

- il curriculum deve essere scritto al computer su un foglio A4 di colore bianco
 - il curriculum deve essere scritto in prima persona
 - il curriculum deve mettere in mostra le qualità della candidata ma deve essere onesto e mai esagerato
 - il curriculum deve essere breve e conciso. Scrivetelo quindi con elenchi puntati e per ogni punto cercate di non inserire più di due o tre frasi
 - scegliete sempre un vocabolario semplice e diretto
 - controllate con grande attenzione l’ortografia e la sintassi - il font del curriculum deve essere semplice, il times new roman classico è perfetto
 - il font del curriculum non deve mai essere troppo piccolo, sicuramente non deve essere inferiore a 11
 I dati anagrafici

Nella sezione dei dati anagrafici del curriculum vitae devono essere presenti
 - nome e cognome
 - data e luogo di nascita
 - nazionalità
 - domicilio - se si è in possesso del permesso di soggiorno 
 - numero di telefono 
 - e-mail personale

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È possibile anche inserire le patenti automobilistiche. Esperienze lavorative

In questa sezione dovete fare un elenco di tutte le vostre esperienze partendo da quelle più recenti a quelle meno recenti. Per ogni esperienza lavorativa dovete segnalare il nome dell’azienda, il periodo in cui è stata svolta, la mansione.Vi consigliamo di segnalare in questa sezione solo le esperienze davvero importanti per la tipologia di lavoro e per periodo di occupazione che state cercando.Tutte le altre esperienze potete inserirle in una sezione a parte che chiamerete semplicemente “altre esperienze lavorative”. Istruzione e formazione

Questa è una delle sezioni più importanti del curriculum. La famiglia o altro potenziale datore di lavoro infatti può rendersi conto del corso di studi della candidata e degli obiettivi scolastici che sono stati raggiunti ma anche della formazione extra scolastica. Questa sezione deve essere scritta dal titolo più recente a quello più lontano nel tempo:

diplomi o corsi di specializzazione conseguiti in Italia sono utili se hanno attinenza con il mestiere di assistente famigliare. Aver svolto un corso di OSS o comunque uno dei tanti corsi per badanti rappresentano dei dati positivi in più per valutare la badante. 
 Anche le lauree o i diplomi conseguiti nei propri paesi, anche se non riconosciuti in Italia, potrebbero essere un elemento in più per la valutazione della candidata. In questa sezione dovete inserire, sempre in ordine cronologico dal più recente al meno recente, ogni altro corso di formazione seguito e i tirocini. Come scrivere unauna lettera di presentazione
 Come scrivere lettera di presentazione

Il curriculum vitae da solo non basta, è necessario accompagnarlo da una lettera di presentazione. Anche quando il curriculum viene consegnato a mano o spedito via posta, la lettera di presentazione deve essere allegata nella busta del curriculum ma scritta ovviamente su un foglio a parte. Quando invece il curriculum viene inviato via mail, la lettera di presentazione la inserite nel testo della mail. Sui siti di annunci c’è invece una sezione apposita da compilare.
Molte persone scrivono una sola lettera di presentazione che inviano poi in modo indiscriminato a tutti i potenziali datori di lavoro. Non c’è niente di più sbagliato ovviamente, la lettera di presentazione deve essere scritta in base alla tipologia di famiglia o cooperativa o agenzia interinale a cui ci stiamo rivolgendo e soprattutto in funzione della tipologia di lavoro. In questo modo abbiamo la possibilità di mettere in luce proprio quegli elementi che possono rendere appetibile il curriculum. Si tratta è vero di una lettera formale ma dovete fare in modo che la personalità venga a galla. Osate allora, lasciate che le parole migliori per descrivere il vostro modo di essere e il vostro talento possano sgorgare liberamente. La sincerità e la spontaneità in questi casi pagano.

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Cercare lavoro sui siti di annunci infatti davvero molto.

Il web è il migliore amico di tutti coloro che sono alla ricerca di un posto di lavoro. Ogni giorno infatti possiamo trovare annunci di lavoro freschi a cui poter rispondere con un semplice click. Sul web sono disponibili molti siti internet che offrono ogni giorno annunci di lavoro. Dovete assolutamente iscrivervi a più di un sito internet andando alla ricerca magari di quelli che offrono proprio la tipologia di lavoro che vorreste tanto poter fare. Su ogni sito dovete caricare il vostro curriculum vitae e compilare con molta attenzione il form che vi viene richiesto per la registrazione senza saltare neanche una voce. I profili completi e ricchi di informazioni risultano infatti migliori rispetto a profili scarni e poveri.
 Ricordate che il vostro profilo deve essere sempre aggiornato:
 - Dopo ogni esperienza di lavoro anche di una sola giornata, dopo ogni corso di formazione, dopo ogni evento a cui avete partecipato che potrebbe rendere il vostro curriculum migliore non dimenticate quindi di aggiornare il vostro profilo su ogni sito internet a cui vi siete segnati.
 - Per non dimenticarvi di aggiornare il profilo scegliete un giorno della settimana in cui effettuare questa operazione e segnatelo in agenda scrivendo “aggiornamento profili online” con una penna di colore acceso.
 - Ricordate di rileggere anche le informazioni che avete fornito inizialmente per controllare che non ci siano errori di alcun genere.
 C’è un ultimo consiglio che dobbiamo assolutamente darvi. Se un annuncio vi interessa non dovete mai aspettare troppo tempo per rispondere. Cercate anzi di rispondere nel minor tempo possibile.

Prepararsi al colloquio
 Prepararsi al colloquio

Dopo aver risposto a un annuncio di lavoro c’è la possibilità che qualcuno vi chiami per un appuntamento e per un colloquio conoscitivo. È importante arrivare preparate al colloquio in modo da riuscire a fare una buona impressione.
 Durante i colloqui conoscitivi si cercherà di tastare le vostre conoscenze ma anche il vostro carattere. È importante che dimostriate quindi di essere persone determinate che hanno voglia di lavoro e che sono piene di passione. Se vi mostrerete svogliate, cocciute e poco umili quel lavoro potrebbe non diventare mai vostro. CONCLUDENDO Concludendo Ovviamente di questi tempi ci vuole molta costanza e un sacco di pazienza perché gli annunci scarseggiano e quelli disponibili in realtà vengono letti da così tante persone che ci vuole anche un pizzico di fortuna. Internet è diventato un grande strumento di comunicazione e le possibilità di riuscire a ottenere quello che si desidera sono abbastanza elevate ma di questi tempi non bisogna demordere. In alcuni casi trovare lavoro in rete diventa davvero immediato perché avrete anche voi la possibilità di pubblicare un annuncio relativo al lavoro che state cercando e vista la popolarità di questi servizi, vedrete che avrete diverse opportunità di farvi notare.


Una delle piaghe che affliggono TUTTI I PAESI CHE ESPORTANO LAVORATRICI E LAVORATORI riguarda i cosiddetti "orfani bianchi", Bambini rimasti in patria, privi della presenza dei loro genitori emigrati alla ricerca di lavoro

T E I UBES TE

MAMA !

LA MAMMA TI VU LE BENE!

U

hanno almeno un na delle testo di Silvia Dumitrache genitore all’estero, maggiori A.D.R.I. Associazione delle Donne Romene in Italia cioè il 7% della piaghe che (Te iubeste mama!) promosso dall’ popolazione tra 0 e 18 anni. Di questi riguardano le donne o famiglie che ADRI Associazione delle Donne Roun terzo (126 mila) hanno ambedue i arrivano in Italia alla ricerca del lavoro mene in Italia (www.teiubestemama.it) genitori all’estero e hanno un’età inferiguarda i cosiddetti "orfani bianchi". è un progetto di comunicazione audioriore ai 10 anni. Altri 400 mila bambini Bambini rimasti in patria, privi della visiva gratuita rivolto a mamme e più in hanno sperimentato l’assenza di uno dei presenza dei loro genitori, emigrati generale genitori che si trovano in Italia genitori per periodi più o meno lunghi alla ricerca di lavoro. Questi bambini e per lavoro e i loro figli in Romania. Lo di tempo. questi adolescenti sono esposti a fortisscopo principale è quello di prevenire sime tensioni psicologiche. L’assenza dei e diminuire il numero di casi sociali Più di 2.000.000 romeni lavorano in padri e soprattutto delle madri su larga tra i bambini rimasti in Romania, di mi- Italia, tra essi più di 130.000 sono donne scala produce una mancanza difficilgliorare la vita psichico emozionale dei in età di 40 anni e si trovano al nord mente recuperabile. Poco alla volta, la bambini, delle mamme/genitori, e di del paese. Dai dati e le informazioni depressione inizia a corrodere gli “orfani mantenere i legami con la madrepatria. pubblicate da UNICEF e dalla FONCP bianchi”, portando frequentemente al Federazione delle Organizzazioni Non suicidio degli stessi. Secondo uno studio UNICEF, nel 2008 Profit per l’Infanzia, 15% tra le famiglie sono 350 mila i bambini romeni che romene hanno almeno un componente Il progetto “La mamma ti vuole bene!”

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LA MAMMA TI VUOLE BENE! partito per lavorare fuori dal proprio paese. Se il padre è partito per lavoro, in proporzione di 21%, i figli non lo vedono per un periodo compreso tra due e quattro anni, e in proporzione di 28% per periodi più lunghi.Tra questi ci sono bambini di età compresa tra 2 e 6 anni, l’età molto vulnerabile. Ci sono situazioni quando i bambini si trovano per strada o negli orfanotrofi, scappano di casa, diventano preda dei pedofili o in molti casi spariscono.

vive forme molto forti di tristezza e di depressione. Gli psicologi sostengono che 80% dei i bambini rimasti a casa si ammalano gravemente per la mancanza dei genitori, con ricadute sulla loro personalità.

In Romania sono 750 mila i bambini rimasti abbandonati per il lavoro dei genitori, almeno temporaneamente.

La depressione non osservata o trascurata, il pensiero che la madre è partita per colpa loro e non per il loro bene li porta verso il desiderio di morire, sentendosi direttamente responsabili. La separazione dei bambini da uno o da tutti e due genitori partiti per lavoro all’estero genera il risveglio del sentimento di abbandono.

Gli effetti prodotti dalla lontananza dei genitori sono soprattutto negativi, i bambini essendo segnati dalla mancanza dei genitori nel ruolo educativo e di equilibrio. In questo modo, il bambino

Grazie al progetto “La mamma ti vuole bene!” i bambini in Romania possono presentarsi in biblioteca, generalmente seguendo una programmazione decisa insieme ai genitori, dedicando a loro lo

spazio e il tempo necessario sotto l’osservazione discreta del personale della biblioteca. Il contatto visivo, il tempo più consistente passato insieme, dando anche la possibilità di fare i compiti insieme, il mantenimento dei rapporti normali e la comunicazione attiva sono molto importanti per i genitori e vitali per i figli. Dare sostegno psicologico sia ai genitori che ai figli è molto importante e soprattutto necessario. Dal 2005 nel campo medico internazionale si parla della diagnosi “Sindrome Italia” una forma di depressione profonda, insidiosa, che mette la salute in pericolo, tante volte anche la vita. Il progetto “La mamma ti vuole bene!”, che gode del patrocinio dell’Ambasciata Italiana a Bucharest, porta l’equilibrio a tutte quelle persone che vivono lontano dal proprio paese

80%

dei bambini rimasti a casa si ammalano gravemente per la mancanza dei genitori con ricadute sulla loro personalità

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Te iubeste mama!

ˆITI , VREAU

VA VREAU BINELE FII MEI

BINELE MAMA

Italia dando a loro la possibilità di mantenere il contatto, gratuitamente, con la Romania. L’Associazione Nazionale dei Bibliotecari e delle Biblioteche Pubbliche in Romania (ANBPR), partner dell’ADRI in Romania, ha sostenuto “Te iubeste mama!” per il supporto alla comunicazione audiovisiva in biblioteca pubblica. Il progetto, sostenuto in Italia dall’Associazione Italiana Biblioteche (alla quale ha conferito anche il patrocinio), è stato approvato dal Settore Biblioteche del Comune di Milano e avviato in via sperimentale in 4 biblioteche del Sistema Bibliotecario Urbano. Inoltre, AIB ha lanciato un protocollo di collaborazione con l’Associazione del Bibliotecari e delle Biblioteche Pubbliche in Romania (ANBPR - www.anbpr.org.ro) per implementare le azioni del progetto, portando un valore sociale considerevole. Di recente, l’ADRI ha siglato un Accordo di partenariato con il Ministero del Lavoro e con il Ministero dell’Istruzione della Romania per avviare il progetto “La mamma ti vuole bene” attraverso l’Amministrazione pubblica locale e attraverso la rete scolastica. Si sta lavorando per sottoscrivere il partenariato tra associazioni romene in Italia creando una rete in stretta connessione con quella Romena. Il progetto prevede servizi gratuiti di consulenza per la ricerca di lavoro e l’assistenza legale. Ma, cosa più importante,

Romania vuole incentivare la comunicazione audiovisiva tra le lavoratrici in Italia e le loro famiglie, con un’attenzione particolare rivolta ai figli rappresentando anche un importante sostegno alla genitorialità a distanza. Le biblioteche in Romania, che hanno aderito al Programma Nazionale "Biblionet" appartenente alla Fondazione IREX (www.biblionet. ro), prevedono già, in maniera diffusa, postazioni internet e PC da utilizzare. “Te iubeste mama!” nasce quindi per offrire un servizio speculare a Milano, per agevolare e, soprattutto, rendere più frequenti i (video) contatti. Inoltre, l’Associazione delle Donne Romene in Italia sta lavorando a una piattaforma aperta a tutte le comunità con la mappatura Wi-Fi in Italia che permetterebbe la comunicazione audiovisiva online per colmare quel deficit di informazioni su un Paese dove i migranti andranno a lavorare. Questo progetto è considerato un progetto pilota in Italiano e Romeno e declinato, tradotto e reso fruibile in qualsiasi lingua si renda necessaria. Il focus sarà sicuramente la donna e le problematiche legate alla sua immigrazione, alla violenza su di esse (fenomeno che in questi anni sta toccando i massimi storici), alla sua integrazione in un tessuto sociale spesso difficile e poco permeabile. La partecipazione a forum tematici, la condivisione di ricette multi etniche, i costanti aggiornamenti di notizie e informazioni di loro

interesse mirano ad essere il luogo sociale e accogliente, che possono avere disponibile per il poco tempo libero a loro disposizione. La piattaforma "Familia Online" sarà anche una sorta di testata giornalistica e informativa per gli stranieri. Disporrà di un canale tematico "Youtube", con una serie di video multilingue informativi su usi, consuetudini e abitudini italiane, fornendo una base informativa sulla mobilità, la sanità, leggi e leggi del lavoro. Avrà una sezione di comunicazione diretta con gli operatori, forum tematici per gli argomenti di interesse comune, una rassegna stampa estera, una sezione dedicata alla cucina e una dedicata ai corsi di italiano. Con la collaborazione delle scuole romene e l’integrazione di "hangouts" (videoritrovi, stanze virtuali dove è possibile condividere video e parlare allo stesso tempo con tutti i componenti presenti all’interno, tramite microfono e webcam) sarà possibile rendere disponibile agli utenti del sito uno strumento di comunicazione audio visiva che permetta alle madri di mantenere una comunicazione costante (e visiva) con i minori in patria. Questo sarà un canale protetto, che garantirà ai due interlocutori la possibilità di un momento di intimità all’interno di vite forzatamente lontane e che ci aiuterà a mantenere un collegamento con il Paese e la lingua d'origine

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A Roma presso l’Istituto Nazionale Salute, Migrazioni e Povertà (INMP Ospedale San Gallicano) c'è lo sportello di accompagnamento e orientamento all’informazione che aiuta l’integrazione e la convivenza delle diverse culture presenti nella Capitale. Lo sportello promuove un atteggiamento più consapevole e la conoscenza delle opportunità che vengono offerte alle persone attraverso il servizio di accompagnamento e orientamento all’informazione gestito dall’Associazione Obiettivo Psico Sociale onlus

L'Associazione Obiettivo Psico Sociale onlus

N

testo di Patrizia Giganti e Maria Franca Iorio

egli anni l’esperienza dell’Associazione Obiettivo Psico Sociale ONLUS ha orientato le sue attività verso il sostegno, l’integrazione e la convivenza delle diverse culture perché è importante promuovere un atteggiamento più consapevole e la conoscenza delle opportunità che vengono offerte alle persone attraverso un servizio di accompagnamento e orientamento all’informazione. È importante anche per far emergere e attivare le competenze; favorire l’incontro tra la domanda/offerta di lavoro nei servizi alla persona; favorire lo sviluppo dell’autoimprenditorialità; promuovere la nascita di reti relazionali tra persone, servizi, istituzioni e risorse del territorio; contribuire al rafforzamento del circuito "orientamento/ qualificazione/formazione/aggiornamento/riqualificazione”. Lo sportello è diventato poco alla volta

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un punto di riferimento anche per gli operatori del territorio. Spesso le persone destinatarie sono donne e spesso sono donne immigrate. La peculiarità del ruolo femminile nei processi di integrazione è particolarmente centrale e determinante perché spesso definisce e guida il processo migratorio verso la stabilità e l’inserimento, dal paese di origine a quello di accoglienza. Le richieste allo sportello riguardano prevalentemente donne occupate in lavori in famiglia e interessate alla partecipazione ad incontri informativi e di approfondimento su tematiche collegate ad una piena integrazione e alcune volte di supervisione del lavoro che vanno a svolgere (prevalentemente nel settore della cura familiare). La connotazione dello spazio è quella di un luogo di accoglienza aperto

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alle diverse domande correlate alle problematiche affrontate dalle persone nella costruzione del proprio progetto migratorio ma anche spesso del lavoro che svolgono all’interno delle famiglie. Per facilitare l’accesso a questo spazio, si è operata la scelta di individuare il giovedì pomeriggio come giornata di apertura, in concomitanza con l’apertura degli ambulatori dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti - INMP; questa scelta ha prodotto il grande vantaggio di agevolare il contatto diretto con coloro che si servono quotidianamente dei servizi dell’Istituto per ragioni sanitarie e sociali. Si tratta di un sportello di consulenza, counseling e segretariato sociale. Le persone che arrivano allo sportello come già detto sono prevalentemente donne che raccontano di problemi di varia natura, da quelli di carattere giudiziario, quasi sempre riferiti a ricongiungimenti familiari, problemi di alta conflittualità familiare, problemi che riguardano le norme per gli immigrati, permessi di soggiorno, normativa per i comunitari, diritti relativi alla salute, alla scolarizzazione, al lavoro e alla sua ricerca. Soprattutto vengono riferiti racconti che contengono problemi di natura psicologica, in parte originati dalle situazioni contingenti di crisi economica e personale, in parte connessi al sentirsi emarginati, non adeguatamente inserite e accettate nel tessuto sociale in cui si trovano a vivere. Riteniamo che questa opportunità dello sportello offerto sulla base di un’accoglienza non collegata ad una specifica tematica rappresenta un’occasione concreta per consentire la possibilità di esporre anche il proprio disagio emotivo e confrontarlo con dei professionisti. Negli ultimi due anni tra le richieste giunte allo sportello abbiamo persone straniere in prevalenza donne, giovani madri con figli, prive di riferimenti affettivi e familiari, con problemi di disagio economico connesso in parte alla mancanza di lavoro (precedentemente magari sottopagato e/o in “nero”, spes-


Focus Roma so come badante), aggravato in alcuni casi dalla condizione di donna con figli a cui è stata sospesa la potestà genitoriale. Nella condizione di attesa di un bambino hanno perso il lavoro e si sono trovate a dover essere assistite dai servizi territoriali, prima di tutto per l’assistenza alloggiativa nel collocamento presso strutture gestite dal comune.

brave madri per ricongiungersi a lui e riprendere in pieno la potestà messa in discussione.

la conferma di un provvedimento provvisorio che ha il potere di dividere il nucleo madre - bambino.

In queste circostanze, lo sportello si pone come spazio di informazione sulle procedure in atto, troppo spesso non pienamente comprese dalle donne interessate.

Una volta avvenuto la nascita, mamma e figlio/a vengono solitamente trasferiti in case famiglia specializzate.

Si affianca un intervento di sostegno emotivo per arginare il grave disagio dell’allontanamento da un figlio.

Per concludere l’associazione Obiettivo Psico Sociale ONLUS cerca di sostenere le persone a mantenere il coraggio nell’affrontare anche le avversità, seguire le proprie ispirazioni e i propri desideri, realizzare i propri sogni.

È in questa fase che per le donne inizia una vero e proprio esame continuo sulla capacità genitoriale, effettuato dal personale della casa famiglia che le accoglie. Naturalmente questo controllo ha come finalità il superiore interesse del minore, che nella nostra società, viene considerato giustamente primario. La mancanza di autonomia economica, dimostrata dall’aver bisogno di accoglienza presso "Case Famiglia" a carico dei servizi territoriali, la mancanza di lavoro, originata e spesso connessa allo stato di gravidanza, e dopo il parto, l’impossibilità di poter contare su un padre o su parenti prossimi per essere aiutati nell’accudire il figlio neonato, l’insieme di questi elementi porta sovente ad una “segnalazione” al Tribunale per i minorenni per la verifica delle capacità genitoriali. Ed è così che queste donne si trovano a veder sospesa la potestà genitoriale, a volte ad essere allontanate, anche solo nella fase di sospensione provvisoria, dal figlio e a dover dimostrare di essere

L’intervento prevede inoltre: l’orientamento per avere accesso al gratuito patrocinio unitamente alla ricerca di avvocati; la messa a disposizione del servizio di interpretariato e mediazione per poter comprendere e essere interpreti attivi nella comunicazione verbale (in caso di donne non sufficientemente a conoscenza della lingua italiana, sia nella comprensione che nella produzione). Infatti parlare e comprendere adeguatamente rappresentano elementi importanti e basilari nella valutazione della capacità genitoriale. Questo sostegno aiuta nella consapevolezza di aver bisogno per esempio nelle Consulenze Tecniche di Ufficio (CTU) disposte dall’Autorità Giudiziaria (a cura di professionisti italiani che utilizzano strumenti usati e tarati sulla popolazione locale) di interpreti o, meglio ancora, di mediatori interculturali, visto che le consulenze tecniche rappresentano un accertamento determinante per

Per questi motivi scegliere di informare, comunicare, promuovere iniziative di conoscenza di percorsi di autoimprenditorialità non trascurando l’ascolto, la consulenza, il sostegno, la formazione è ritenuto quanto mai decisivo ai fini dell’attivazione di quel processo di integrazione per riuscire a concretizzare un vero sviluppo organico fra culture diverse. Lo sportello di accompagnamento e orientamento all’informazione si trova presso l’Istituto Nazionale Salute, Migrazioni e Povertà (INMP - Ospedale San Gallicano) aperto: il giovedì dalle ore 15:30 alle ore 17:30 Stanza ex multimediale, Via delle Fratte di Trastevere, 52 (entrata ambulatori) Roma, Via di S. Gallicano, 25/a

Obiettivo Psico Sociale Onlus Piazza San Pietro in Vincoli n° 40 00184 – Roma tel. 329 8833893 – 393 4141884 obiettivopsicosociale@gmail.com www.obiettivopsicosociale.it L’Associazione Obiettivo Psico Sociale è una Organizzazione

La presenza di professionisti che hanno ricoperto il ruolo di

Non Lucrativa di Utilità Sociale (ONLUS) che si è costituita

Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Roma,

nel 2001 a Roma. L’Associazione, composta da professionisti,

ha orientato l’interesse dell’Associazione verso i minori, le

prevalentemente donne, realizza interventi di inclusione so-

donne e più in generale verso quei soggetti più svantaggiati e a

ciale con riguardo alle fasce deboli della popolazione al fine di

rischio di discriminazione. Il nome dell’Associazione deriva dal

promuovere il benessere sociale, mettendo in atto idee e azioni

convincimento della necessità di ideare e realizzare impegni e

finalizzate al superamento degli ostacoli che ne impediscono la

progetti concreti che hanno come obiettivo il benessere psico-

completa realizzazione.

sociale dell’individuo e dei gruppi.

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Focus Roma

Silvia Di Giorgi la titolare di Noi per Voi, una start-up nata da poco, racconta alla redazione de "La Rivista della Badante, la sua esperienza professionale nel sociale a contatto con le famiglie, gli anziani e le badanti a Roma. Come ci spiega Silvia nella sua vita lavorativa è sempre stata a contatto con la sofferenza e le problematiche legate al disagio della malattia. Di formazione cattolica, ha svolto per diversi anni opera di volontariato non solo nella città di Roma e per questo nel 2012 ha pensato di aprire un’attività che potesse, in qualche modo, continuare il proprio percorso di vita.

... ed ecco che nasce l’idea di “Noi per Voi: un aiuto per ritrovare il tempo che ti manca” un’attività che si rivolge alla famiglia a tutto tondo, che copre le esigenze di ogni fascia di età e, in modo particolare, di sostegno alle persone in età avanzata, o che vivono stati di solitudine o che hanno poco tempo, con l’intento di migliorare la qualità della loro vita.

...

Per quanto riferito alla terza età, si è cercato di fornire un servizio di assistenza differenziato per venire incontro alle diverse esigenze personali. Ho voluto proporre un approccio di tipo relazionale, ovvero, entrare in relazione con il cliente/ assistito considerandolo come facente parte di un sistema più complesso, in cui la persona è soggetto partecipe dell’attività. Iniziare ad avere una comunicazione bilaterale, cercare di fare in modo che coloro che usufruiscono del servizio offerto si sentano ascoltati e possano così partecipare in maniera più consapevole al sistema di scambio che si sta operando. In merito al personale impiegato in questa attività di supporto alla persona e in particolare alla badante, l’approccio che si è voluto dare a questa figura professionale è di grande autonomia decisionale, dove la cultura dell’ascolto dell’altro sia parte integrante dei partecipanti, dato proprio dalla conversazione, l’ascolto e l’attenzione. Fondamentale in questo lavoro così delicato, quale è quello della badante, è l’autonomia propositiva verso l’assistito. è per questo che durante i colloqui di selezione e di presentazione del lavoro, l'attenzione è rivolta alle esigenze della lavoratrice, alle sue peculiarità lavorative. Una volta assunta dalla famiglia, subentra il lavoro di supporto alla famiglia e alla badante. Questo aspetto è essenziale per creare una sinergia di lavoro con la Noi per Voi persona assistita ed il suo nucleo familiare di Silvia Di Giorgi e la badante che collabora al benessere

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dell’assistito e, indirettamente, a quella della sua famiglia. Ho deciso di utilizzare come approccio ai collaboratori quello che viene definito il Diversity Management, sistema nel quale i collaboratori vengono formati e incoraggiati a cercare costantemente modi per migliorare i processi e i sistemi di condurre la propria attività. Da professionista incoraggio la formazione a tutti i livelli e lo scambio di conoscenza tra le badanti per fare sì che il know-how di esperienze non vada disperso. Così facendo lavorano più motivati e ne risente in meglio tutta la struttura. Per questo ho pensato di formare i futuri partecipanti alla stessa, aiutandoli soprattutto nell’ascolto e nella relazione. Il nostro metodo aiuta a valorizzare il capitale umano a disposizione, cercando di creare una nuova filosofia aziendale legata all’orientamento delle persone, fornendo loro autonomia e indipendenza. Ci siamo mai soffermati a chiederci chi sono queste persone, il più delle volte donne, che entrano nelle nostre case e si inseriscono nelle dinamiche familiari? Sono donne che si sradicano dalla loro terra e dalla loro cultura per immettersi in un percorso lavorativo molto difficile, dove talvolta vengono trattate nemmeno come persone, subiscono vere e proprie mortificazioni che sopportano silenziosamente perché debbono mantenere i figli, le famiglie. Sono terrorizzate tanto quanto i loro datori di lavoro ad entrare in una realtà sociale ben consolidata con le routine stabilite e che cercano di integrarsi al meglio per non stravolgere le quotidianità ed i riti familiari definiti.Talvolta si trovano a dover modificare dei comportamenti consolidati, magari da precedenti badanti, per non continuare a compromettere la salute della persona assistita, e tutto questo debbo farlo senza urtare la sensibilità dei familiari e del malato. Ed ecco che scatta quell’autonomia decisionale della badante che con quello che può essere impropriamente definito “marketing relazionale”, ovvero cercare di proporre al meglio la sua attività in sinergia con tutto il nucleo familiare. Questo è un modello lavorativo che porta allo sviluppo professionale e personale della figura della badante. Via Silvestri 235

tel. +39 06 96043030

00164 Roma

info@noipervoiservizi.it www.noipervoiservizi.it


Domande &i Risposte fiscal

Rubrica a cura degli specialisti del Caf Cisl

Quale quota è possibile portare

I contributi versati per qualin deduzione o detrazione per siasi tipo di lavoratore dol’assunzione della badante in mestico (colf, badanti, baby sede di dichiarazione 730? Come sitter) si possono dedurre dal proprio reddito fino a compilare la dichiarazione? un massimo di 1.549,37 euro all’anno. Gli importi eccedenti, invece, non possono essere dedotti e quindi non andranno indicati in dichiarazione. La quota che è possibile portare in deduzione è esclusivamente quella a carico del datore di lavoro, e non anche quella a carico del lavoratore domestico. Al professionista incaricato della trasmissione del modello 730, il contribuente dovrà consegnare copia dei MAV attestanti l’effettivo pagamento dei contributi Inps. L’importo totale dovrà poi essere indicato dal professionista al rigo E23 del modello 730/2013. Danno invece diritto a una detrazione (e non a una deduzione) le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale (badanti) nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti di vita quotidiana, qualora il reddito complessivo del contribuente che sostiene tali spese non superi i 40.000 euro. Si considerano “non autosufficienti” i soggetti che si ritengono non autonomi nell’assumere alimenti, nell’espletare funzioni fisiologiche e nel provvedere all’igiene personale, nel deambulare e nell’indossare gli indumenti. Tale stato di non autosufficienza dovrà essere comprovato da certificazione medica, così come ribadito dalla Risoluzione n. 397/E dell’ottobre 2008 dell’Agenzia delle Entrate. La detrazione spetta nella misura del 19% delle spese sostenute, fino a un importo non superiore a 2.100 euro per contribuente, a prescindere dal numero dei soggetti a cui si riferisce l’assistenza. Nel caso invece in cui più familiari abbiano sostenuto spese per l’assistenza di un medesimo familiare, il limite massimo di 2.100 euro deve essere ripartito tra coloro che hanno sostenuto la spesa. Al professionista incaricato della trasmissione del modello 730 il contribuente dovrà consegnare le ricevute delle retribuzioni versate, firmate dall’assistente familiare. La documentazione deve obbligatoriamente riportare gli estremi anagrafici e il codice fiscale del soggetto che effettua il pagamento e di quello che presta l’assistenza. Qualora la spesa sia sostenuta in favore di un familiare, nella ricevuta dovranno essere indicati anche gli estremi anagrafici e il codice fiscale di quest’ultimo. Tali importi dovranno essere indicati nel rigo E15 del modello 730/2013.

IN QUALI CASI LA COLF O LA BADANTE DEVE FARE LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI?

I lavoratori domestici, come altre tipologie di contribuenti, percepiscono somme da soggetti che “non sono sostituti d’imposta”. Ovvero da soggetti che non effettuano trattenute IRPEF in busta paga. Infatti, il lavoratore domestico percepisce una retribuzione che è al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali (i quali vengono versati all’INPS) ma al lordo dell’IRPEF (cioè le tasse che devono essere versate allo stato). Questo perché, come detto prima, il loro datore di lavoro non è sostituto d’imposta. 
In sostanza, ciò che si riceve in busta paga non è lo stipendio netto, ma è uno stipendio al lordo della tassazione IRPEF.

Questo è anche il motivo per cui le colf e le badanti, e in generale tutti coloro che percepiscono uno stipendio da chi non è sostituto d’imposta, non possono fare il modello 730 (per il quale è ne-

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cessario avere un sostituto d’imposta che effettui le operazioni di conguaglio) ma, nel caso dovessero dichiarare i propri redditi sarebbero obbligati a compilare il modello unico persone fisiche. In ogni caso, tornando al discorso, la normativa fiscale prevede che per tali lavoratori non vi è l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei reddito soltanto se non si supera una soglia stabilita. Tale soglia va calcolata e non è semplificabile in poche righe, per cui è consigliabile, di volta in volta, rivolgersi al Caf o andare a verificare se si è sotto la soglia di esenzione o meno. Una prima regola generale è questa: una colf che lavora per 365 giorni l’anno che non supera gli 8.000 euro di reddito non è obbligata a compilare la dichiarazione. Questo in virtù della detrazione per lavoro dipendente che viene riconosciuta in misura fissa di 1.840 euro e che consente di non avere debito IRPEF.
 Infatti, se moltiplichiamo 8.000 euro per la prima aliquota del 23% otteniamo esattamente 1840 euro di debito IRPEF, che però sono scontati grazie alla detrazione di lavoro dipendente; per cui alla fine non si deve nulla allo stato. Questo è il caso base, in cui una colf lavori 365 giorni l’anno e non superi la soglia degli 8.000 euro.
 Può accadere, però, che i giorni lavorativi siano inferiori a 365. E poiché le detrazioni sono rapportate ai giorni, un rapporto di lavoro inferiore ai 365 giorni l’anno diminuirebbe l’importo della detrazione e genererebbe un debito IRPEF verso lo stato.
 In questo caso, la colf sarebbe costretta a compilare il modello unico per versare il debito erariale. Si capisce, da questa breve e sintetica descrizione, che non esiste un caso unico capace di descrivere sinteticamente tutte le fattispecie possibili. 
Ogni caso va considerato a se, fatti gli opportuni calcoli e visti gli eventuali obblighi dichiarativi.
L’unico caso sicuro è quello citato all’inizio, di una colf che lavori 365 giorni l’anno e che percepisca un reddito inferiore agli 8.000 euro. Per verificare al meglio ogni singolo caso è bene rivolgersi al Caf (Centro di Assistenza Fiscale) muniti della seguente documentazione: - Modello Cud. Ricordiamo che il Contratto Collettivo Nazionale del lavoro domestico prevede che “Il datore di lavoro, a richiesta del lavoratore, è tenuto a rilasciare una dichiarazione dalla quale risulti l’ammontare complessivo delle somme erogate nell’anno”. Il datore di lavoro è obbligato, quindi, qualora la lavoratrice lo richieda, a fare questa dichiarazione nella quale venga specificato la retribuzione annuale corrisposta. In alternativa, se non si ha ricevuto una dichiarazione dal datore di lavoro con la sintesi delle retribuzioni percepite, si deve sommare tutte le retribuzioni percepite nel corso del precedente anno. Quindi sono necessarie copie delle buste paga percepite. - Codice fiscale o tessera sanitaria della lavoratrice, dell’eventuale coniuge e figli a carico. - Eventuali spese sanitarie sostenute (visite specialistiche , farmaci ecc.). Attraverso l’analisi della documentazione si sarà in grado di stabilire se si è obbligati o meno alla presentazione della dichiarazione e a pagare le tasse (IRPEF) in proporzione al reddito guadagnato nell’anno.

NEL 2011 SONO STATA

Lei ha ricevuto il CUD 2012 dal negozio di BADANTE PER QUALCHE gelateria perché in quanto impresa sogMESE, ORA VORREI getta all’obbligo di trattenere l’IRPEF ai SAPERE SE DEVONO dipendenti da versare all’erario. Tecnicamente: sostituto di imposta, e i sostituti CONSEGNARMI UN CUD COME di imposta rilasciano una certificazione QUELLO CHE HO da compilare su modello denominato RICEVUTO PER UN ALTRO CUD. 
La famiglia presso la quale ha svolto le mansioni di badante non è “sostituto LAVORO IN UNA GELATERIA di imposta” quindi non trattiene l’IRPEF e COME COMMESSA? non rilascia il CUD, è previsto che le venga consegnato un prospetto riepilogativo a fine rapporto di lavoro e delle buste paga ad ogni pagamento.
 Ora dovrà inserire i dati di tale prospetto nella sua denuncia dei redditi, 730 2012 o Unico 2012 per verificare se in sede di conguaglio risultano imposte da versare.
 Ovviamente porterà in deduzione o detrazione tutto ciò che le spetta. 
Quindi verifichi se le hanno consegnato un documento chiamato "prospetto riepilogativo".

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FISCO Badanti regole e oneri

Gestione del rapporto di lavoro per le badanti FERIE (Articolo 10, Legge n° 339/1958; Articolo 18 CCNL) La determinazione del periodo di ferie è regolata dalla legge speciale sul lavoro domestico che ne fissa i limiti minimi in relazione alla qualifica e all'anzianità di servizio.Tale disciplina è superata dalle condizioni più favorevoli offerte contrattazione collettiva e comunque dalla disciplina in vigore per la generalità dei lavoratori che riconosce il diritto a 4 settimane di riposo all'anno. Il godimento delle ferie di norma a carattere continuativo è comunque un diritto irrinunciabile. Il CCNL fissa in 26 giorni lavorativi il periodo annuale di ferie, dal lunedì al sabato: sono escluse le domeniche le festività infrasettimanali che quindi si aggiungono ai giorni ferie. I 26 giorni spettano a tutti i lavoratori indipendentemente dall'orario di lavoro svolto. Le ferie sono frazionabili in più di due periodi l'anno previo accordo tra le parti e purché ciò sia compatibile con la funzione stessa delle ferie di recupero delle energie psicofisiche del lavoratore. Ne risulta dunque che non è possibile il frazionamento delle ferie in giornate isolate e il lavoratore

può rifiutarsi di godere di un periodo di ferie inidoneo ad assolvere la funzione del riposo annuale. Per ogni singolo giorno di ferie la retribuzione è pari a 1/26 della retribuzione globale di fatto mensile. Ai lavoratori che usufruiscono di vitto e alloggio verrà riconosciuto durante tale periodo un compenso sostitutivo convenzionale. In caso di retribuzione oraria il calcolo sarà il seguente: (retribuzione oraria x ore settimanali x 52) : 12 26 I giorni di ferie non possono essere goduti durante i periodi di preavviso, malattia o infortunio. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 616 del 30 dicembre 1987, ha affermato che la malattia manifestatasi durante le ferie sospende il decorso delle ferie stesse, il quale riprenderà in un periodo successivo tenendo sempre conto delle necessità del datore di lavoro, degli interessi del lavoratore e dell'esistenza di una idonea documentazione medica che attesti lo stato effettivo della malattia.

elenco delle festività 1 gennaio

6 gennaio

Lunedì di

25 aprile

1 maggio

2 giugno

Capodanno

Epifania

Pasqua

Anniversario della

Festa del Lavoro

Festa Nazionale della Repubblica

Liberazione 15 agosto

1 novembre

8 dicembre

25 dicembre

26 dicembre

Assunzione di

Ognisanti

Immacolata

Natale

S. Stefano

M.v.

Santo Patrono

Concezione

Nell'eventualità di insorgenza di malattia il godimento delle ferie viene sospeso laddove non sia compatibile con la funzione di riposo e di recupero delle energie psicofisiche (Cassazione 26 giugno 1998, n. 6345). Ai lavoratori retribuiti a ore (per esempio in particolari giorni della settimana) è riconosciuto il diritto al compenso per il servizio non prestato esclusivamente per le giornate normalmente previste comprese nel periodo di ferie. Le ferie devono essere godute nell'anno che non possono essere cumulate con quelle maturate negli anni successivi; tuttavia il contratto collettivo riconosce ai lavoratori stranieri (su richiesta degli stessi e con il consenso del datore

di lavoro) il cumulo delle ferie relative a un biennio di servizio in modo da consentire loro più tempo per il rientro temporaneo in patria. Il datore di lavoro, compatibilmente con le esigenze sue e del lavoratore, dovrà fissare il periodo di ferie da giugno a settembre, ferma restando la possibilità di diverso accordo tra le parti. In caso di licenziamento o dimissioni, o se al momento di inizio di godimento del periodo di ferie il lavoratore non abbia raggiunto un anno di servizio, spetteranno al lavoratore stesso tanti dodicesimi del periodo di ferie al quale ha diritto quanti sono i mesi di effettivo servizio prestato. Ai fini del computo del periodo di maturazione delle ferie, le frazioni di anno si calcolano in dodicesimi.

A quante ore di riposo giornaliero ha diritto la badante convivente? Almeno a 11 ore consecutive nell'arco di una giornata; nel caso di orari particolari almeno 2 ore di riposo giornaliere, normalmente nel pomeriggio.

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FISCO

Infortunio (Articolo 28 CCNL) I lavoratori domestici sono assicurati all'Inail contro gli infortuni sul lavoro. Il premio di assicurazione viene riscosso dall'Inps unitamente contributi previdenziali. A tutti lavoratori domestici è inoltre garantita, una volta superato il periodo di prova, la conservazione del posto di lavoro per un numero di giorni che varia in funzione dell'anzianità di servizio maturata presso lo stesso datore di lavoro. CONSERVAZIONE DEL POSTO DI IN CASO DI INFORTUNIO SUL LAVORO Anzianità

Conservazione del posto

fino a 6 mesi

10 giorni di calendario

da 6 mesi a 2 anni

45 giorni di calendario

oltre 2 anni

180 giorni di calendario

I periodi di conservazione del posto sono da calcolarsi nell'anno solare intendendosi il periodo di 365 giorni decorrenti dall'evento. Ai lavoratori spetta, indipendentemente dall'anzianità di servizio e dal numero di ore normalmente prestato, il trattamento economico indicato nelle tabelle che seguono: TRATTAMENTO ECONOMICO IN CASO DI INFORTUNIO A carico del datore di lavoro fino al 3° giorno Retribuzione globale di fatto per i primi 3 giorni. Va incluso l'eventuale compenso sostitutivo convenzionale per vitto e alloggio, salvo il caso in cui il lavoratore infortunato non sia degente in ospedale o presso il domicilio del datore di lavoro.

TRATTAMENTO ECONOMICO IN CASO DI INFORTUNIO A carico dell'INAIL (a seconda dei casi) dal 4° giorno - indennità giornaliera per inabilità temporanea - rendita per inabilità permanente - assegno per assistenza personale continuativa - una rendita ai superstiti e assegno una tantum in caso di morte - cure mediche e chirurgiche inclusi gli accertamenti clinici - fornitura di apparecchi di protesi Le prestazioni economiche dell'INAIL vengono erogate dal 4° giorno successivo a quello in cui si è verificato l'infortunio

Affinché l'Inail paghi al lavoratore l'indennità prevista, il datore di lavoro deve denunciare all'Inail l'infortunio su un apposito modulo presso tutte le sedi dell'ente oppure on-line, allegando il certificato medico: · entro le 24 ore e telegraficamente per quelli mortali o presunti tali; · entro 2 giorni dall'accertamento per quelli prognosticati non guaribili entro 3 giorni; · entro 2 giorni per quelli prognosticati guaribili entro tre giorni ma non guariti. Sempre entro 2 giorni dall'evento deve essere trasmessa copia della denuncia all'autorità di pubblica sicurezza competente in base al luogo dov'è accaduto l'infortunio (Questura nelle città capoluogo di provincia, sindaco negli altri casi). NOTA Il modulo per la "denuncia/comunicazione di infortunio è scaricabile in pdf alla pagina: http://www.inail.it/internet_web/ wcm/idc/groups/internet/documents/document/ucm_089654.pdf

Malattia (Articolo 26 CCNL) In caso di malattia spettano al lavoratore domestico, convivente e non convivente: · la conservazione del posto di lavoro, superato il periodo di prova per il medesimo periodo di tempo previsto in caso di infortunio (si veda schema "Adempimenti in caso di malattia"); · la retribuzione globale di fatto al 50% per i primi tre giorni e al 100% per i successivi, per il numero di giorni indicato nello schema.Va incluso l'eventuale compenso sostitutivo convenzionale per vitto e alloggio, salvo il caso in cui lavoratore malato non sia degente in ospedale o presso il domicilio del datore di lavoro. I periodi relativi alla conservazione del posto di lavoro sono da calcolarsi nell'anno solare da intendersi come un periodo di 365 giorni che può situarsi tra due anni civili. Non è prevista indennità a carico dell'Inps.

In caso di malattia, il lavoratore deve avvertire il datore di lavoro entro l'orario contrattualmente previsto per l'inizio della prestazione lavorativa, salvo cause di forza maggiore od oggettivi impedimenti. Le assenze per malattia devono essere comprovate da un certificato medico indicante il periodo di presunto impedimento al lavoro, che il lavoratore deve consegnare o inviare mediante raccomandata al datore di lavoro entro 2 giorni dal relativo rilascio. L'invio del certificato medico non è necessario per i lavoratori conviventi, salvo che: · sia espressamente richiesto dal datore di lavoro; · la malattia sia sopravvenuta nei periodi di ferie o in altri periodi nei quali il lavoratore non sia presente presso l'abitazione. La malattia manifestatasi durante il periodo di prova o di preavviso ne sospende il decorso.

quante FERIE SPETTANO ALLE LAVORATRICI DOMESTICHE? Spettano 26 giorni lavorativi, dal lunedì al sabato, divisibili in non più di due periodi l'anno.

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FISCO

ADEMPIMENTI IN CASO DI MALATTIA COSA DEVE FARE IL LAVORATORE

Il lavoratore deve avvertire immediatamente il datore di lavoro, salvo cause di forza maggiore o impedimenti, entro l'orario previsto per l'inizio della prestazione lavorativa

Il lavoratore deve far pervenire al datore di lavoro, entro due giorni dal rilascio, il certificato medico rilasciato entro il giorno successivo all'inizio della malattia

COSA DEVE FARE IL DATORE DI LAVORO

L'INPs non paga alcuna indennità

Quando è ammalato, il lavoratore domestico, convivente o non convivente, ha diritto alla conservazione del posto, per periodi differenti secondo l'anzianità maturata presso la stessa famiglia

10 giorni

45 giorni

180 giorni

per anzianità fino a 6 mesi

se ha più di 6 mesi e fino a 2 anni di servizio

se l'anzianità di servizio supera i 2 anni

8 giorni

10 giorni

15 giorni

il datore di lavoro deve garantire il pagamento della metà del salario pattuito per i primi 3 giorni e del salario intero per i giorni successivi

Permessi e assenze (Articoli 20 e 42 CCNL) Assenze non giustificate (Articolo 21 CCNL) Il contratto collettivo prevede il diritto a permessi retribuiti solo per visite mediche documentate, purché coincidenti anche parzialmente con l'orario di lavoro nella seguente misura: per i lavoratori conviventi a tempo pieno · 16 ore all'anno · part time, 12 ore all'anno (Articolo 15 Comma 2 CCNL) per i lavoratori non conviventi · con orario di lavoro di almeno 30 ore settimanali, 12 ore all'anno · con orario di lavoro inferiore alle 30 ore settimanali, 12 ore ridotte in proporzione dell'orario di lavoro prestato. Entrambe le categorie di lavoratori possono usufruire di permessi non retribuiti previo accordo tra le parti. In questo caso, il lavoratore non ha diritto all'indennità sostitutiva del vitto e dell'alloggio. Il lavoratore avrà inoltre diritto a un permesso retribuito pari a 3 giorni lavorativi in caso di disgrazia a familiari conviventi o a parenti entro il secondo grado.

Le assenze non giustificate entro il quinto giorno, qualora non si verifichino cause di forza maggiore, sono da considerare giusta causa di licenziamento del lavoratore. A tal fine la relativa lettera di contestazione e quella di eventuale successivo licenziamento devono essere inviate all'indirizzo indicato nella lettera di assunzione. Lettera di contestazione per assenza ingiustificata Gentile Signora ................... Oggetto: contestazione di assenza ingiustificata Con la presente intendo contestarLe a tutti gli effetti di Legge e di Contratto l'assenza ingiustificata nel giorno ...... le rammentiamo che ai sensi dell'Articolo 21 CCNL lavoratori domestici le assenze non giustificate entro il giorno quinto sono da considerare giusta causa per il licenziamento. Distinti saluti. Luogo e data ....................

Il datore di lavoro ............................................

Il lavoratore padre avrà diritto a 2 giorni di permesso retribuito in occasione della nascita di un figlio. IN CASO DI MALATTIA QUALI DOCUMENTI DEVE PRESENTARE LA LAVORATRICE DOMESTICA? Entro 3 giorni dall'inizio della malattia la lavoratrice deve spedire al datore di lavoro il certificato medico attestante la prognosi della malattia.

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FISCO

Trasferimento (Articolo 31 CCNL)

Trasferta (Articolo 32 CCNL)

In caso di trasferimento in altro comune, il lavoratore deve essere avvisato per iscritto almeno 15 giorni prima. Al lavoratore trasferito devono essere corrisposti: · per i primi 15 giorni di assegnazione alla nuova sede di lavoro una diaria pari al 20% della retribuzione globale di fatto afferente a tale periodo; · il rimborso delle spese di viaggio e trasporto per sé e i propri effetti personali, ove alle stesse non provveda direttamente il datore di lavoro.

Il lavoratore convivente è tenuto, se richiesto dal datore di lavoro, a recarsi in trasferta ovvero a seguire il datore di lavoro o la persona alla cui cura è addetto in soggiorni temporanei in altro comune o residenze secondarie. In tali località il lavoratore fruisce comunque dei riposi settimanali.

Nell'ipotesi in cui il datore di lavoro abbia rispettato il termine di preavviso di 15 giorni, il lavoratore che non accetta il trasferimento ha diritto all'indennità sostitutiva del preavviso.

Il lavoratore ha diritto al rimborso delle spese sostenute e a una diaria giornaliera pari al 20% della retribuzione minima tabellare giornaliera per tutti i giorni di trasferta o di soggiorno temporaneo, fatto salvo il caso in cui il relativo obbligo fosse stato previsto nella lettera di assunzione.

Risoluzione del rapporto di lavoro (Articolo 39 CCNL) Il rapporto di lavoro domestico può essere risolto per una delle seguenti cause: · scioglimento alla scadenza del termine · licenziamento o dimissioni in periodo di prova · dimissioni. Il lavoratore deve rispettare il preavviso contrattuale o subire la penale del pagamento dell'indennità di mancato preavviso. Il lavoratore può invece recedere senza preavviso per giusta causa, quando per esempio non gli viene pagata la retribuzione. In questa ipotesi spetta al lavoratore il pagamento dell'indennità sostitutiva del preavviso; · recesso del datore di lavoro. Il datore di lavoro può recedere liberamente, fatto salvo comunque il periodo di preavviso o il pagamento dell'indennità sostitutiva da ri-

conoscere al lavoratore unitamente ai ratei di gratifica natalizia, ferie e TFR maturati. Il recesso può venire anche per "giusta causa", cioè per fatti di una gravità tale da non consentire la prosecuzione, nemmeno provvisoria, dell'attività lavorativa; in tal caso al lavoratore non compete alcuna indennità; · risoluzione consensuale, cioè nel caso le parti concordino di risolvere il rapporto; · impossibilità sopravvenuta della prestazione per cause di forza maggiore. Si tratta di fatti non imputabili a uno dei contraenti, tali da rendere definitivamente impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro · morte del lavoratore.

Preavviso (Articolo 39 CCNL)

stazione lavorativa durante il periodo di preavviso, è tenuto a riconoscergli la corrispondente indennità sostitutiva, cioè la retribuzione del periodo non prestato.

In caso di risoluzione del rapporto di lavoro entrambe le parti sono tenute ad osservare i termini di preavviso indicati qui di seguito: Fino a 5 anni di anzianità di servizio

15gg di calendario

Oltre i 5 anni di anzianità di servizio

30gg di calendario

Nel caso di dimissioni del lavoratore i termini indicati sono ridotti del 50%. Per i rapporti di lavoro inferiori alle 25 ore settimanali il preavviso è quello indicato qui di seguito: Fino a 2 anni di anzianità di servizio

8gg di calendario

Oltre i 2 anni di anzianità di servizio

15gg di calendario

Alla scadenza del preavviso l'alloggio dovrà essere rilasciato, libero da persone e da cose non di proprietà del datore di lavoro. Nel caso di mancato preavviso, è dovuta dalla parte recedente un'indennità pari alla retribuzione corrispondente al periodo di preavviso non prestato. Nel caso in cui il datore di lavoro scelga di esonerare il lavoratore dalla pre-

Adempimenti del datore di lavoro alla cessazione rapporto Alla cessazione del rapporto il datore di lavoro deve: · entro i 5 giorni successivi, comunicare la cessazione all'INPS per via telematica (utilizzando la procedura disponibile sul sito www.inps.it) oppure tramite Contact center (numero verde gratuito 800.364). In caso di contratto a tempo determinato la cessazione dovrà invece essere comunicata solo se la data di fine rapporto è diversa da quella stabilita al momento dell'assunzione. Con l'unica comunicazione all'Inps il datore di lavoro assolve ogni obbligo di notifica del rapporto anche nei confronti del Centro per l'impiego, dell'INAIL e dello sportello unico dell'immigrazione (per i lavoratori extracomunitari). - entro 10 giorni successivi provvedere al versamento dei contributi relativi all'ultimo periodo di lavoro.

IN CASO DI INFORTUNIO A QUALE ENTE è ASSICURATA LA LAVORATRICE DOMESTICA? La lavoratrice domestica è assicurata all'INAIL nel caso di infortunio sul lavoro.

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assumiamo la bada

regolare convie testo a cura del Caf Cisl

Stiamo assistendo in Italia negli ultimi anni ad un fenomeno di crescita del lavoro domestico e di assistenza familiare non riscontrabile in altri settori lavorativi: se pensiamo che sono circa 3 milioni in Italia le persone non autosufficienti, di cui 670.000 a carico del servizio sanitario nazionale (assistiti presso Rsa)

l

’ultimo rapporto Censis ci dice che nel 2009 i lavoratori domestici erano circa 1,5 milioni e si stima che ad oggi siano circa 2 milioni. Inoltre la presenza di colf e badanti è cresciuta in Italia del 43% in dieci anni e nello stesso periodo le famiglie italiane, nel ruolo di datori di lavoro, sono cresciute del 27%. Eppure le posizioni assicurative risultano soltanto 800 mila, vale a dire che quasi il 40 % lavora totalmente in maniera “sommersaâ€? senza poi considerare le varie situazioni ambigue. Inoltre, sempre secondo le stime del Censis, le stesse posizioni assicurative sono poco indicative in quanto la maggior parte di esse sono al minimo legale (quasi sei ore su dieci effettivamente lavorate sono prive di copertura previdenziale).

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Approfondimento fiscale

ante:

Numeri che oltre che porre un problema innanzitutto di tutela per i lavoratori, aiuti preziosi per le famiglie, danno l’idea di quanto vada ancora fatto in termini di informazione per i datori di lavoro.

lavoratore. L'assunzione in nero, ancora troppo diffusa, costa ovviamente poco di meno ma rimane un'opzione sconsigliabile, non solo perché illegale, ma anche perché non offre nessuna garanzia né alla persona assistita né al lavoratore. Ecco che quindi, una volta concordate verbalmente le condizioni di lavoro, è consigliabile mettere il tutto per iscritto. Si tratta di redigere un vero e proprio contratto di lavoro individuale, sotto forma di lettera di assunzione, come previsto dal Contratto collettivo nazionale di categoria e che non deve essere in contrasto con le disposizioni di legge. Verranno così assicurate tutte le condizioni da osservare per ciò che riguarda ferie, malattie, permessi, assenze, maternità, Tfr.

Troppo spesso, tale rapporto di lavoro rimane inquadrato in modo irregolare, senza la costituzione di un formale rapporto di lavoro, magari riconoscendo i medesimi importi previsti dalla contrattazione collettiva, ma lasciando il lavoratore privo delle garanzie e tutele che conseguono alla regolarizzazione previdenziale. Da un punto di vista normativo non comunicare l’assunzione all’Inps espone il datore di lavoro ad elevate sanzioni amministrative. Il contratto collettivo nazionale di lavoro sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico, recentemente rinnovato tra le parti sindacali, prevede l’obbligo della stipula di un contratto di assunzione tra datore e

Ma l’aspetto che spesso viene sottovalutato è che assumere con un regolare contratto non solo è obbligatorio ma anche conveniente. Senza una regolare assunzione verrebbero meno una serie di vantaggi concessi solo ai contratti regolarizzati, vantaggi poco considerati se non del tutto ignorati. Il datore di lavoro infatti, al momento della dichiarazione dei redditi, potrà usufruire di agevolazioni fiscali a cominciare dalla deducibilità dei contributi previdenziali (per la quota a carico del datore stesso), fino alla detrazione del 19%, per un importo non superiore a euro 2.100, sulla retribuzione riconosciuta ad una badante, nell’ipotesi in cui l’assistito sia un soggetto

ene !

non autosufficiente. Si pensi quindi a quanto sia importante non solo regolarizzare ma anche conservare con cura le ricevute dei versamenti contributivi trimestrali da consegnare poi al Caf per le opportune deduzioni. Non va poi sottovalutata la preventiva riduzione dei costi: assumere una badante attraverso un regolare contratto di lavoro infatti mette totalmente al riparo dal rischio di affrontare delle vertenze di lavoro, in particolar modo se il contratto è regolarmente gestito nella parte documentale (corretta elaborazione di buste paga, fogli presenza, Cud, prospetto Tfr) con ulteriori aggravi in termini economici. Affidandosi poi a consulenti esterni per la gestione del rapporto di lavoro, quali i Caf, il datore potrà delegare tutti gli obblighi connessi alla gestione del rapporto di lavoro ed eventualmente disporre di vere e proprie buste paga per una tutela ancora più concreta sia per sé che per la badante. Dal lato del lavoratore parimenti avere un regolare contratto di lavoro permette, oltre ad essere equiparato ad un lavoratore italiano, a contribuire alla propria pensione, a godere dell’assicurazione Inail contro gli infortuni, ad avere diritto agli assegni al nucleo familiare e all’indennità di maternità, nonché a ottenere e rinnovare il permesso di soggiorno per i lavoratori extracomunitari.

RIVOLGITI A NOI PER TUTTI GLI ASPETTI AMMINISTRATIVI E FISCALI Lo sportello Colf e Badanti del Caf Cisl nasce per fornire alle famiglie tutta l'assistenza necessaria per la gestione del rapporto di lavoro di colf, assistenti familiari, baby sitter, governanti. I servizi offerti dal Caf Cisl, dai costi molto vantaggiosi, riguardano ogni aspetto della regolarizzazione e dell'amministrazione del rapporto del lavoro, garantendo al datore di lavoro, nel rispetto della norma, correttezza, precisione e professionalità, e al lavoratore domestico tutti i diritti e le tutele riconosciuti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico.

Risolviamo, insieme

Con il Caf Cisl puoi: • stipulare il contratto a norma del CCNL del lavoro domestico elaborare i prospetti paga mensili, calcolare la tredicesima ed elaborare il modello CUD • calcolare i contributi previdenziali e compilare i modelli MAV per il versamento all'INPS • tenere il conteggio di ferie, malattia, maternità, infortunio calcolare TFR e liquidazione • ricevere assistenza per compilare i documenti necessari a beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per il datore di lavoro • regolarizzare il rapporto di lavoro per i cittadini extracomunitari

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A "scuola di banca" con Agenzia Tu UniCredit Pillole di educazione bancaria per scelte consapevoli

sone che provengono da più di 30 Paesi. Questi corsi rientrano nel più ampio programma di educazione bancaria e finanziaria denominato “In-Formati” con il quale UniCredit si propone di contribuire ad accrescerne la cultura bancaria e finanziaria e con essa la capacità di realizzare quotidianamente scelte economiche consapevoli e sostenibili. La formazione è gratuita, aperta a tutti, svolta da operatori bancari e realizzata utilizzando un linguaggio semplice, fatta di esempi concreti per essere un supporto utile alla vita di tutti i giorni.

Profondi mutamenti economici, sociali e tecnologici in Italia hanno accompagnato l’evoluzione del ruolo della Banca. Basti pensare ai nuovi modi di utilizzo del proprio conto corrente: oggi con il computer o il cellulare si può effettuare la maggior parte delle operazioni quali per esempio le ricariche telefoniche, disporre bonifici verso l’Italia e verso l’estero, consultare il proprio saldo. A questo si aggiunge una società in cui i cittadini stranieri rappresentano, con circa 4,4 milioni di presenze regolari sul territorio, un elemento strutturale e stabile con nuovi bisogni e nuove specificità. Culture diverse, esperienze diverse, normative diverse, consuetudini diverse e difficoltà linguistiche hanno portato alla nascita di Agenzia Tu UniCredit, le 12 agenzie dedicate ai cittadini stranieri residenti in Italia impegnate nel favorire percorsi virtuosi di integrazione e di inclusione sociale nel nostro Paese. Oltre all’attività bancaria tradizionale Agenzia Tu UniCredit eroga, dal 2009, corsi di educazione bancaria rivolti a migranti, per conoscere più da vicino il funzionamento del sistema bancario in Italia, della normativa, dei principali strumenti offerti. Sono oltre 700 i cittadini stranieri incontrati durante i corsi, per-

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Grande successo a detta dei partecipanti con nuove consapevolezze sui propri diritti e doveri. Tra tutti il tema più richiesto è quello dei Prestiti Personali: una tra le prime necessità dei cittadini stranieri. Agenzia Tu UniCredit oltre a erogare la formazione ovviamente, quale banca, supporta anche le esigenze di credito di badanti, colf e baby sitter perché grazie alla sua specializzazione riesce anche a valutare i redditi più contenuti. Per chi volesse organizzare o frequentare aule di formazione bancaria gratuite: info@agenziatu.it

Agenzia Tu UniCredit invita tutti i cittadini stranieri a misurare il proprio livello di conoscenza della lingua italiana con il test gratuito di accertamento delle competenze linguistiche livello A2.

La Rivista della Badante Dicembre 2013

visita www.agenziatu.it Per coloro che non dispongono di un computer o di una connessione internet è possibile effettuare il test nelle 12 filiali di Agenzia Tu UniCredit: dal lunedì al venerdì, orari: 10.20 - 14.20 e 15.45 - 18.15


1) Cos’è un prestito personale? Il prestito personale è una forma di finanziamento a privati erogato da una banca o da un istituto finanziario specializzato, attraverso la quale il Cliente riceve una somma di denaro e si impegna a restituirla in maniera rateizzata entro un periodo predeterminato. Rientra nella categoria dei prestiti “non finalizzati”, cioè non collegati o vincolati all’acquisto di uno specifico bene o servizio, e prevede come corrispettivo l’applicazione, durante il periodo di rimborso, di interessi fissi o variabili e dei costi/oneri indicati nel T.A.E.G. È buona regola valutare con estrema attenzione il nuovo “debito”, nell’ambito del proprio budget familiare di spesa e del proprio reddito mensile, valutando sia il costo complessivo del prestito che la rata mensile da sostenere: la rata si sommerà infatti ad altri impegni di pagamento mensili quali affitto, bollette, rate di altri prestiti.

analoga documentazione a sostegno della propria “capacità di rimborso”. 3) Cosa accade in caso di mancato pagamento di una o più rate? In caso di ritardato o mancato pagamento di una o più rate vi sono conseguenze importanti: gli interessi dovuti vengono aumentati con l'applicazione di una mora (interesse ulteriore) e l’intestatario del prestito viene segnalato agli enti di tutela del credito (centrali rischi, banche dati), che condividono l'informazione con l'intero sistema bancario e finanziario. Questa segnalazione, che compromette la reputazione creditizia del Cliente, viene preventivamente comunicata dall’ente finanziatore. Se si prevedono difficoltà nel rispettare i termini previsti (anche per una sola rata) è molto utile prendere subito contatto con la banca/intermediario per trovare soluzioni alternative (le banche hanno ideato modalità di restituzione rateale capaci di assecondare le esigenze di molti clienti, come la possibilità di saltare una rata, variare l’importo della stessa, allungare o accorciare il piano di rientro a seconda dell’operazione). È, inoltre, importante segnalare tempestivamente all’ente finanziatore ogni cambio di residenza, in modo che le comunicazioni inviate da quest’ultimo pervengano puntualmente.

2) Quali sono i requisiti necessari per ottenere un prestito personale? Ogni istituto finanziario adotta criteri specifici per la valutazione di una richiesta di prestito personale nell’ambito di alcune direttive generali e norme disposte dalla Banca d’Italia. Normalmente può essere richiesto da chiunque abbia un’età compresa tra 18 e 70 anni (anche se sul limite massimo Entra. E conosci Agenzia Tu UniCredit possono esserci eccezioni valutabili in Agenzia Tu Roma, Piazza Vittorio Emanuele II, 136 fase di istruttoria) ed è concesso a chi possiede una “capacità di rimborso” che tenga conto di tutti gli impegni di pagamento mensili (affitto, bollette, rate di altri prestiti). Tale “capacità di rimborso” deve essere dimostrabile attraverso l’esibizione della busta paga in caso di lavoratore dipendente, della dichiarazione dei redditi in caso di lavoratore autonomo e del cedolino della pensione per i pensionati. Nel caso in cui non si abbia la possibilità di dimostrare la propria “capacità di rimborso” attraverso l’esibizione della busta paga o la dichiarazione dei redditi, può essere richiesta la garanzia personale di un terzo che si impegni a pagare in caso di inadempimento da parte del richiedente. Naturalmente questi dovrà presentare

Il team di Agenzia Tu UniCredit di Piazza Vittorio Emanule a Roma è composto da Mauro, direttore della filiale, e dai colleghi Arvin e Wei Arvin (Filippine) «Frequentemente la nostra clientela, in difficoltà con la lingua, inesperta e poco fiduciosa del mondo bancario, si sente spaesata e bisognosa di consigli. Con pazienza e gentilezza apriamo loro il mondo di Agenzia Tu UniCredit»

Wei (Repubblica Popolare Cinese) «Io lavoro in Agenzia Tu, Io lavoro in UniCredit. Questo progetto dedicato al mondo della migrazione mi offre la possibilità di rendermi utile a coloro che, come me, hanno lasciato il loro Paese per creare un nuovo progetto di vita»

Mauro (Italia) «La fusione di differenti linguaggi, costumi, competenze, personalità, creatività ha potenziato le individualità migliorandole in un corpo plurale. È con questa coesione che la squadra coopera ed interpreta l’essere parte di UniCredit»

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MANG I A DORM I R "La Rivista della Badante" intervista Daniela Morozzi, autrice assieme a Leonardo Brizzi e attrice della pièce teatrale "Mangiare, bere, dormire. Storie di badanti e di badati"... di Cristina Puppis

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Leonardo Brizzi, a recarmi all'associazione dove avevo appuntamento con le donne badanti per le interviste. Naturalmente dopo una selezione delle storie, abbiamo iniziato a scrivere cercando il senso profondo di ognuna per renderla universale. Il nostro intento era di proporre pur sempre un'opera di fantasia e non solo di cronaca, come accade solo nei migliori spettacoli di teatro civile. Elaborare creativamente i dati per farne una partitura teatrale che vivesse di vita propria, ecco questo doveva accadere. La fase di interviste e stesura del testo è durata oltre un anno. Un anno intensissimo scandito da innumerevoli incontri con tante donne di tanti paesi, ciascuna con una storia tutta sua. Incontri speciali, come quello con Marcela, una giovane donna peruviana, che ha detto di se meno di tutte. Credimi, non serviva. Una storia autentica in fondo non ha sempre bisogno di tante parole a dimostrazione del fatto che raccontare è prima di tutto ascoltare.

Abbiamo incontrato telefonicamente Daniela Morozzi, conosciuta ai più come la simpatica Vittoria Guerra, la poliziotta che dal 2000 al 2010 ha tenuto compagnia agli italiani con "Distretto di Polizia". Immediata la percezione della sua solarità, la sua spontaneità nel raccontare e raccontarsi scandita da una parlantina toscana veloce, fluente e assolutamente coinvolgente. Tangibile l'entusiasmo e l'orgoglio nel presentare questo lavoro teatrale che sta portando in scena da un anno a questa parte.

D Lo spettacolo nasce dall'incontro con “Nosotras Onlus - Associazione Interculturale di Donne”. Ci può raccontare com'è nata questa collaborazione e l'idea dello spettacolo? R È stato diciamo un incontro inaspettato e per certi aspetti

illuminante. Sono stata contattata direttamente da Laila Abi Ahmed Presidente di “Nosotras”, che mi proponeva di girare uno spot all'interno di ''Nerargento'', un progetto che hanno ideato per tutelare badanti e collaboratrici domestiche. Inizialmente, lo dico sinceramente, ho aderito più per omaggiare un bravissimo attore toscano, Novello Novelli, protagonista dello spot. Novello ha ormai una certa età, è stato bello lavorare ancora al suo fianco. Ai grandi attori non si può dire di no, è sempre un'occasione per imparare. Abbiamo così girato “Il lavoro di cura non è un film” per la regia di Michele Coppini, dove si parlava di "badanti e badati", un mondo che non conoscevo e che da subito mi ha interessato. A mia madre da poco era stato diagnosticato l'Alzheimer. Era ancora un argomento difficile da affrontare e forse, lo dico con il senno di poi, questo è stato un modo per comprendere quello che stava accadendo nella mia vita personale. Ho intuito di avere trovato qualcosa di importante e ho sentito di poterlo e volerlo raccontare. In genere sono gli attori che cercano la storia, in questo caso la storia ha cercato me. Come impostare il lavoro? Da qui l'idea di provare a scrivere una sceneggiatura basandoci su testimonianze vere. Così tutti i giovedì pomeriggio ho cominciato, insieme al musicista

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Sentivo, mano a mano che lavoravamo al progetto, che doveva essere uno spettacolo teatrale e un'iniziativa politica e culturale insieme rivolto a tutti, pubblico e operatori già sensibili al tema. E potevamo farlo usando molteplici linguaggi. Siamo partiti dalla ricerca musicale per raccontare questi mondi che si muovono in cerca di una vita migliore. Usare ed elaborare suoni e melodie ci ha permesso di arrivare "dritti alla pancia" come dice Ionica, una badante dello spettacolo. Parlare delle assistenti familiari, del lavoro di cura toccava ambiti emozionali potenti, ce ne siamo resi conto subito. Non si tratta il tema migranti in modo generico, ma avevamo la possibilità di presentare le donne straniere che vengono in Italia ed entrano nelle nostre case per accudire i nostri cari. Qui si gioca sul terreno dell'accoglienza. Ci siamo quindi subito domandati con quale approccio potevamo parlare del tema


R E B E R E E ti a d a b i d e ti n a d a b i d storie

di e con Daniela Morozzi e Leonardo Br con la partecipazione di Maria Grazia izzi Campus, poesie di Alberto Bertoni, immagini fo to Monique Erba Robin, regia di Riccargrdoafiche di Sottili dell'inclusione. Ne abbiamo discusso molto. Il primo obiettivo è stato quello di capire come potevamo portare il pubblico a superare lo stereotipo "badante rumena" o " badante russa" per parlare, finalmente, di persone. Ci siamo riusciti sospendendo il giudizio. E anche quando ci cascavamo, via tornare indietro subito dicevamo. È stato l'aspetto più complesso.

Comunque “Mangiare, bere, dormire” è uno dei viaggi teatrali più intensi che abbia fatto e spero di girare ovunque anche in spazi non convenzionali, scuole, convegni, senza abbandonare mai il Teatro, le assi di legno e le pareti nere che rendono tutto magico. Con tutte le difficoltà che la distribuzione comporta in un momento così complesso per il Paese e, nonostante il fatto che il lavoro si definisca soprattutto nell'ambito del Teatro civile e di Narrazione, nasce per essere inserito tranquillamente accanto alla Prosa. "Sono la badante straniera quella che improvvisamente entra nella vostra casa, nella vostra vita per affiancarvi e sostituirvi nella cura dei vostri cari... Io porto con me la mia differenza: il suono della mia lingua, il colore della mia pelle, le abitudini e le tradizioni della mia terra, io porto con me i ricordi di quello che sono e di quello che ho lasciato, i miei amori, i miei amici, la mia famiglia". Si congeda con questa lettera lo spettacolo e con un grande interrogativo "Insieme, noi e voi, possiamo dare un senso alla vecchiaia, alla malattia, alla morte... e quindi alla vita?" D In poche battute si riassume un tema quanto mai di attualità, una fotografia dell'Italia di oggi. Ci pone innanzi la “differenza” e ci induce ad interrogarci sul nostro personale senso di accoglienza e di tolleranza verso l'immigrato. Si sviluppa poi attraverso diverse storie vere di donne vere. Cosa vi ha guidato nella scelta delle storie da portare in scena? R Questa lettera è stata scritta da una badante. L'abbiamo

letta su una rivista e l'abbiamo solo leggermente modificata. Nella nostra prima stesura era addirittura l'inizio dello spettacolo. Queste poche righe, scritte con semplicità, hanno la forza di presentare queste donne al pubblico e reclamare la loro storia, il loro background, la loro cultura e che conoscerla è il modo migliore, anzi l'unico modo, per capire e convivere con dignità e rispetto. Oggi lo spettacolo invece, si apre con una telefonata diverten-

tissima e tragica, come sempre, estrapolata dalle telefonate fatte dalle famiglie italiane alla ricerca di una badante. La chiusura dello spettacolo viaggia invece su un doppio binario; alla lettera si alterna la voce di un figlio che saluta il padre morente un Commiato, scritto in forma poetica da Alberto Bertoni, grande poeta e scrittore emiliano>>. D Come dice il titolo sono storie di badanti ma anche storie degli altrettanto protagonisti i badati. Due soggetti diversi, due bisogni diversi che s'incontrano e che instaurano un dialogo, una nuova comunicazione. Sul palcoscenico la voce degli accuditi viene lasciata alla poesia... Ci può spiegare questa scelta? R Sentivo la necessità di un linguaggio diverso per raccon-

tare la vecchiaia, per dare voce ai nostri amori più profondi, padri, madri, nonne, nonni. Anche in questo caso la scelta arriva dopo un incontro. Il presidente dell'AIMA (Associazione Italiana Malati Alzheimer) il Dottor Manlio Matera, persona dall'animo artistico e assai sensibile mi regalò un libro di poesie. Mi fece molto piacere, ma non pensavo certo di utilizzarlo. Spesso soprattutto i familiari di persone ai quali sono accaduti fatti gravi, scrivono la propria storia, il proprio dolore magari per superarlo, per condividerlo. Il valore però è più personale che artistico. Invece io mi trovai davanti ad una scrittura di altissimo livello, un'opera poetica raffinatissima scritta da un figlio al padre malato, quella appunto di Alberto Bertoni. Solo che in “Ricordi di Alzheimer” questo straordinario scrittore non raccontava la sua storia, ma quella di tutti i figli a tutti i padri. Ho pensato: le sue parole saranno meravigliose nello spettacolo. Alla mia

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MANG I A R E B E R E DORM I R E i storie di badanti e di badat

conoscere, comunicare, capire. Dobbiamo abbattere le difficoltà che ce lo impediscono, partendo da cose pratiche come la lingua, il cibo, le tradizioni senza dimenticare mai la musica, la letteratura, la poesia che anche quando non lo sappiamo, ci viene sempre in aiuto. Nelle case cosa accade? Di tutto, amori e difficoltà, passioni e incomprensioni. Da ambo le parti la relazione può non funzionare, ma sono anche tanti i casi in cui nascono grandi affetti. È su questa positività che dobbiamo investire. D Portate in scena uno spettacolo/testimonianza che ha un valore sociale e culturale assai lodevole. Il pubblico come ha reagito fino ad oggi alla pièce teatrale? R Il pubblico risponde con forza. Sono state

richiesta di utilizzo lui mi ha generosamente "regalato" le sue parole. Le sue poesie sono tutti i miei "badati". Riccardo Sottili ha curato poi la regia e ha composto una partitura scenica efficacissima. I miei personaggi si alternano al linguaggio poetico con la musica suonata dal vivo da Leonardo Brizzi con la voce di Maria Grazia Campus. Sul bellissimo fondale scenografico realizzato da Beatrice Ficalbi, scorrono poi le immagini fotografiche di Monique Erba Robin. Sono foto che inizialmente scattano una concretezza precisa fino a dissolversi in una sfocatezza totale, le abbiamo definite "Visioni d'Alzheimer". Scusa cito tutti i nomi, ma questo lavoro ha davvero il cuore di molti. D Perché secondo lei il termine "badante" assume ancora un significato denigratorio, dispregiativo? Perché non viene riconosciuta e valorizzata una professione così importante e necessaria nella nostra società? R "Badante" è un termine discriminatorio e offensivo -

essendo riferito perlopiù, nel vocabolario italiano, a 'badare' pecore e mucche - introdotto dalla terribile legge Bossi-Fini sull'immigrazione nel 2001. La terminologia corretta da usare è "assistente famigliare". 
C'è bisogno d'informazione corretta, di formazione, e di regole per il bene delle assistenti familiari e delle famiglie e si parte dalla lingua perché le parole possono nascondere discriminazioni o produrre cultura. Il titolo “Mangiare, bere, dormire” nasce dal fatto che le famiglie, come raccontano quasi tutte le donne migranti, offrendo vitto e alloggio si chiedono cosa queste donne possano volere di più. È importante che s'instauri un rapporto d'inclusione tra persone. La badante ha una sua vita, alla quale spesso è costretta a rinunciare, ha una famiglia che lascia lontano per trovare un futuro migliore, realizzare la propria identità femminile e lo fa curando i nostri anziani. Le badanti hanno diritto a lavorare, ovviamente, con tutte le tutele previste dalla legge. Sono molto spesso donne con titolo di studio quasi impossibile da riscattare in Italia. Nello spettacolo si racconta Anna, una donna ucraina straordinaria, che prima del crollo dell'unione Sovietica nel 1991, era ingegnere meccanico navale "io aggiustava navi, petroliere e sottomarini... poi sono partita" dice nello spettacolo. Il mio lavoro può aiutarci a

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bellissime le serate in cui siamo riusciti con l’associazione Nosotras, ad organizzare dei pulmini per ospitare le "mie donne" a vedere le loro storie. Spesso il giovedì sera perché il giovedì le badanti di regola hanno mezza giornata libera. Una grande emozione per tutti. Loro si sentono le ultime e sul palco invece hanno ricevuto applausi commossi. Un abbraccio grandissimo, indimenticabile per tutti. Il pubblico comprende che il tema dell'assistenza familiare non può restare relegato dentro le mura domestiche. Il teatro può collettivizzarlo. E sente di non essere solo. È un progetto in cui credo fortemente, combatto con gioia per diffonderlo proprio perché in sala è accaduto quella cosa che nessun sostantivo può definire. Il teatro. Lo spettacolo stimola reazioni fortissime. Sai, ricevo tantissime mail, tante richieste su come e dove. La gente alla fine della serata mi ferma, mi racconta la propria storia, la gente sente che è un problema complesso e intravede una possibilità per affrontarlo. Una volta dopo uno spettacolo ho ricevuto una mail di una donna italiana che mi raccontava che tornata a casa ha chiesto per la prima volta alla sua assistente famigliare da dove venisse. Lo stereotipo "badante rumena" aveva lasciato spazio al desiderio di conoscere approfonditamente una persona. Bello, no? Una donna italiana invece, mi ha scritto fortemente irritata dal fatto che si parli pochissimo di badanti italiane, eppure ci sono. Ho ricercato i dati ed è vero, negli ultimi due o tre anni sono tante le ex-casalinghe, spesso cinquantenni


con il marito in cassa integrazione o loro stesse in cassa integrazione, mogli di esodati per esempio, che per vivere hanno cominciato il lavoro di cura. La maggioranza però, circa il 71 per cento, sono straniere. D Nelle storie incontrate emerge un filo conduttore, un elemento che le possa avvicinare le une alle altre pur conservando le loro unicità? R I figli senza dubbio. È un vero dramma l'abbandono

dei figli. Anche quelle apparentemente più forti quando pronunciavo le parole figlio o terra piangevano. Nostalgie, malinconie, rimpianti passano tutti insieme nelle loro parole, ma poi si tirano le somme e loro sanno che il sacrificio, fatto nella maggioranza dei casi, serve per garantire un futuro ai figli. Il ricongiungimento familiare è poi uno scoglio enorme su cui lavorare ancora molto.Vedi, mentre i figli, con l'arrivo dei denari e delle cose migliori trovate in questo paese, lo dice sempre Anna, hanno la possibilità di diventare i primi a casa loro, ricongiungerli in Italia spesso significa riportarli sempre ad essere gli ultimi degli ultimi. Le delusioni sono cocenti. A casa con un titolo di studio possono tentare di realizzarsi, qua rischiano di restare sempre dei migranti. Questo deve cambiare. Dobbiamo intervenire sul piano culturale dando dignità al mestiere di assistente famigliare, un mestiere da qualificare. Cambiando anche la prospettiva, loro non accompagnano alla morte le persone che amiamo, loro hanno il compito difficilissimo di migliorare questa fase della vita. Una fase importante come le altre, di respiro e non di attesa. Per le donne, comunque sia, partire può essere una grande occasione che risponde alla loro urgenza di emancipazione.

D Cos'hanno lasciato le donne badanti a Daniele Morozzi? R La resistenza. Sì, si può resistere e rinnovarsi sempre e

comunque.

Daniela Morozzi Daniela Morozzi classe ’68, scoperta da Paolo Virzì con cui gira "Ovosodo" e "Baci e Abbracci", per dieci anni è stata la protagonista di una delle fiction più apprezzate da pubblico e critica "Distretto di Polizia". Dal 2006 collabora con l’Associazione Culturale Senza Ragione con cui debutta nello spettacolo teatrale tra parola video-arte e danza “La Perla tra le Labbra”, arti visive e testi di Domenico Fargnoli. Recentemente torna in pianta stabile al Teatro. Estende la sua ricerca al rapporto tra parola e musica collaborando con il musicista Stefano Cocco Cantini. Poi Ares Tavolazzi, Francesco Petreni, i Bandao e recentemente Leonardo Brizzi. Nascono spettacoli di grande successo come “Articolo femminile, analisi illogica della carta stampata” reading/concerto ideato con Stefano Cocco Cantini per la regia di Leonardo Ciardi e Patrizia Turini, “Riccardo III, suite per banda e voce recitante”, con Leonardo Brizzi e la giovanissima Be-quadro Big Band, “Mangiare, bere, dormire - storie di badanti e badati”, scritto e diretto con il musicista Leonardo Brizzi, con la voce di Maria Grazia Campus, le poesie dello scrittore Alberto Bertoni e le immagini fotografiche di Monique Erba Robin. Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con l’Associazione Interculturale Nosotras, sarà in tourné tutto il 2013. Da anni lavora come presentatrice in eventi e talkshow. Nel 2006 e 2007 è conduttrice radiofonica insieme a Veronica Pivetti nel "Cammello di Radio2". Regista teatrale di numerosi spettacoli. Recentemente anche regista-documentarista; uscirà a breve il suo secondo documentario sulla delicata questione dei Testimoni di Giustizia, realizzato con Riccardo Sottili e Stefano Cocco Cantini. Attiva nel settore sociale si occupa di problemi legati al mondo femminile, all’immigrazione e alla legalità diventando spesso testimonial di campagne di solidarietà.

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Le letture de "La Rivista della Badante"

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La Badante il libro

un amore involontario Una storia delicata quanto inusuale a dispetto di quel che ci si potrebbe attendere dal titolo. Il protagonista Pietro Carbonara è un uomo pensionato e vedovo, assolutamente autonomo e autosufficiente. Scandisce rigorosamente le sue giornate tra lo sport, il poligono di tiro, la passione per la cucina e gli incontri con gli amici. Non è certo l'anziano incapace di badare a se stesso eppure entra nella sua vita “la badante” che in fondo badante non è. Ma senza voler svelare tutto di questo bel romanzo pubblicato una decina di anni fa da "Edizioni e/o" chiediamo all'autore Paolo Teobaldi di raccontarci il suo libro Il romanzo, scritto nell’arco di due anni: 2003/2004, un periodo breve rispetto ai miei standard, uscì nel settembre del 2004. Si tratta di un lavoro di narrativa, che però anticipava alcuni fenomeni emersi poi con evidenza in tempi successivi (visibili già allora, per un osservatore attento). Ero (e rimango) convinto del titolo, concordato con l’editore: Badante, termine sul quale un recensore storse la bocca, bollandolo come neologismo di stampo burocratico. Naturalmente, se si legge il romanzo, si scopre quasi subito che la protagonista femminile non è affatto una badante, come la si intende oggi, né una governante nel senso tradizionale; non una colf (collaboratrice famigliare) né tanto meno una serva. In ogni caso oggi (ottobre 2013), a livello lessicale il termine badante non è più un neologismo ed è entrato di diritto in tutti i dizionari. Il giudice Carbonara è un uomo d'altri tempi. Rimasto vedovo colma il vuoto lasciato dalla moglie con abitudini cadenzate, attività sportive, passioni e interessi come la cucina e la fotografia. Pur essendo un uomo vitale e notando con piacere le belle

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donne straniere che si trovano nella piazza sotto casa sua, non ne cerca mai la compagnia. Un atteggiamento di rispetto e di fedeltà verso il ricordo dell'amata moglie? Direi di sì, sostanzialmente: si tratta, come lei dice, di un “atteggiamento di rispetto e fedeltà” nei confronti della moglie morta un paio d’anni prima. Al quale però il giudice Carbonara, il protagonista maschile, aggiunge una serie di comportamenti, in un certo senso, di tipo nevrotico: infatti cerca di riempire il vuoto lasciato dalla moglie, che lui amava intensamente, con tutta una serie di impegni, cioè di pieni, nel tentativo di tenere la mente ed fisico occupati: quindi sport: piscina, lunghe camminate (adesso direi nordic walking), poligono di tiro, musica (coro polifonico), cinema. Carbonara raggiunge e mantiene la sua nuova forma di equilibrio (non di felicità) anche perché, a 63 anni, è un uomo anziano ma non ancora vecchio, gode di buona salute, è benestante, infine, se non direttamente sulle due figliole, può contare su alcuni veri amici. Pietro Carbonara non è appunto un anziano signore bisognoso di una ba-

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dante, eppure le figlie portano il padre a valutare l'opzione di assumerne una. Cosa gli fa cambiare idea? L’azione si svolge in una città di provincia del centro Italia, precisamente a Pesaro. Le figlie invece vivono rispettivamente a Firenze e a Milano. Come è naturale (anche l’egoismo è naturale), preferirebbero sapere che il padre, che occupa da solo un appartamento enorme, assumesse una specie di governante oppure che si trasferisse da una di loro (per dire…). Quello che fa cambiare idea al giudice non è però il loro comprensibile desiderio di stare tranquille su quel fronte (la loro vita sentimentale è già complicata q. b.) ma un caro amico del protagonista: un prete (per cui ho preso spunto da alcuni famosi sacerdoti impegnati nel sociale) che lo invita ad ospitare temporaneamente in casa (un superattico di oltre 200 mq) una signora moldava che sta affrontando un periodo difficile e ha alle spalle una serie di problemi (che si capiranno nel corso della narrazione). Il giudice redige quindi un contratto di lavoro per la futura badante nel quale definisce molto chiaramente cosa lei non dovrà fare: non dovrà fare la badante, non dovrà fare la governante. Questo dovrà essere il loro segreto. Concretamente decide di condividere il grande appartamento mantenendo ciascuno i propri spazi e la propria privacy e sollevando così le figlie da ansie e preoccupazioni. Un atteggiamento di apertura al cambiamento condotto con equilibrio e rigore. Se fosse stata una donna la protagonista questo “cedere” alle insistenze delle figlie sarebbe stato ugualmente possibile? Non riuscendo ad allontanare il tarlo che l’amico prete e la sua coscienza gli hanno messo nel cervello, Carbonara finisce per accettare la proposta, redi-


gendo però un contratto improbabile dal punto di vista sindacale: la signora sarà ospitata e pagata come collaboratrice domestica (non come badante) però in pratica non dovrà fare niente in una casa dove ancora aleggia lo spirito di sua moglie. Lei mi chiede: la cosa sarebbe stata possibile se la protagonista fosse stata una donna? Traduco (se ho ben capito): se invece di un protagonista avessimo avuto una protagonista: cioè una vedova che magari accoglie in casa propria un profugo? Sinceramente non saprei cosa rispondere. La vulgata popolare dice che le donne resistono meglio degli uomini alla vedovanza, ma i tempi stanno cambiando a vista d’occhio. Che un anziano si ri/sposi con una donna molto più giovane non ha mai creato particolare scandalo (leggo sui giornali di un signore quasi-ottantenne fidanzato con una ventisettenne). Nello stesso tempo però non è più così raro il caso di una donna attempata che sposi o che conviva con un uomo molto più giovane. Quello che mi interessava come narratore (un romanzo ben riuscito, a mio giudizio, può ricostruire un periodo storico meglio di un saggio) era evitare la trappola dei luoghi comuni, per cui le badanti rientrerebbero fondamentalmente in due categorie: da un lato “angeli della carrozzella” (e quindi: come faremmo ad assistere i nostri vecchi, se non ci fossero loro?); dall’altro perfide “cacciatrici di dote”, per non dire di peggio, determinate ad ammaliare, circuire e sposare vecchi rincitrulliti puntando all’eredità. Una dicotomia troppo schematica, oltre che rozza, così per la mia "Badante", ho preferito scegliere un’altra prospettiva: la quale inevitabilmente mi procurò qualche critica (buonismo, irenismo, per non dire ingenuità: l’ultimo dei miei difetti). Olga è una giovane bella donna russa riservata e di poche parole. La convivenza si sviluppa su un binario di discrezione e rispetto reciproco. A poco a poco Pietro Carbonara di abitua alla presenza di Olga e nasce il desiderio di condividere le piccole cose del quotidiano. E anche in questo il giudice si riconferma un galantuomo: fa il primo passo invitando Olga a partecipare con lui ad un corso di cucina. E…?

Carbonara, che è un galantuomo d’altri tempi, invita Olga a frequentare il corso di cucina per un motivo molto semplice: per passare del tempo con lei senza compromettersi troppo. A questo proposito, ho utilizzato liberamente alcune esperienze personali dato che, come insegnante d’italiano, ho lavorato per molti anni in un istituto alberghiero (la cosa non mi dispiaceva affatto). Nel mio romanzo il corso serale di cucina si rivela inaspettatamente “galeotto” perché, di ritorno da una lezione, i due protagonisti vengono sorpresi dalla pioggia, con conseguente raffreddatura eccetera. A questo punto della narrazione ho affrontato addirittura due pagine “erotiche”, pur sapendo benissimo (come lettore e traduttore prima che come narratore) che per uno scrittore il registro erotico è uno dei più difficili perché si può scivolare facilmente nel ridicolo. Il romanzo è la storia dell'incontro di due solitudini, di due cuori che hanno ancora bisogno di dare e ricevere amore. Lo si potrebbe definire un romanzo d'amore? Direi proprio di sì: anche se sui generis, perché, in tutti i miei romanzi sono sempre molto attento (qualcuno dice: più attento) alla lingua piuttosto che alla trama. Il sottotitolo infatti, chiaramente concordato con l’editore, è infatti "Un amore involontario". Carbonara non è un cacciatore di donne o di gonnelle; neanche Olga però una cacciatrice di uomini o di vecchi rimbecilliti. Nessuno dei due è “sul

mercato”, dopo i relativi guai famigliari. Capita ugualmente che si innamorino, però senza che lo cerchino. Il problema, per me narratore, era di trovare un finale plausibile e decente: non necessariamente un happy end a tutti i costi. Un finale aperto, soprattutto alla speranza, ma non melenso. A questo proposito mi viene in mente lo slogan di una pubblicità che passa in televisione in questi giorni: si può essere buoni senza essere zuccherosi. Cosa ha lasciato a Paolo Teobaldi il suo protagonista Pietro Carbonara? Più che il protagonista (Pietro Carbonara) direi il romanzo, il fatto stesso che sia stato pubblicato da un editore serio (Edizioni e/o) con una vera distribuzione nazionale, che abbia avuto una certa circolazione e un minimo di fortuna. Il romanzo mi ha regalato diverse occasioni di confronto con realtà nuove, di cui avevo però già intuito l’esistenza: qualche incontro con le scuole, qualche presentazione (il tutto da contarsi sulle dita di una mano). Anche qualche soddisfazione, più morale che economica: "La badante" rientrò infatti tra i libri selezionati per il Premio Strega 2005: che non vinse. Il libro fu opzionato da un paio di case di produzione cinematografica, per ricavarne un film: nessuno dei due progetti andò in porto. Ma in fondo scrivere pensando di fare soldi, questa sì che sarebbe un’ingenuità (o meglio una sciocchezza). Meglio di me lo spiega Primo Levi (Cfr. “Perché si scrive?” in "L’altrui mestiere", Einaudi, 1985).

la scheda dell'autore e del libro Paolo Teobaldi è nato nel 1947 a Pesaro, dove tutt'ora vive. Ha fatto il traduttore, il copywriter e l’insegnante d’italiano. Attualmente collabora con l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” per un laboratorio di Scrittura creativa. Come narratore ha pubblicato Scala di Giocca (Edes 1984), La discarica (e/o 1998), Il padre dei nomi (e/o 2002), La badante (e/o 2004, finalista al premio Strega), Il mio manicomio (e/o 2007). I suoi libri sono stati tradotti in francese, tedesco, spagnolo e greco.

Edizioni e/o Pagine: 147

Genere: narrativa Pubblicato: 2004

ISBN-13 9788876416200

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Le letture de "La Rivista della Badante"

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«Se fossi una poetessa, dedicherei un'ode alle donne che sono andate a la come tante, lontana da tutto ciò che per lei è più caro e prezioso»

Lilia Bic

Miei cari figli,

L

Lilia Bicec, nata nel 1965 a Viişoara, laureata in giornalismo all’Università statale di Chisinau nel 1989, è stata quella delle lettere che per cinque lunghi anni, ogni settimana, avrebbe voluto spedire ai figli lasciati in Moldavia e che invece ha tenuto chiuse in un cassetto, "erano troppo piccoli per capire", e allora sono diventate "Miei cari figli, vi scrivo" un libro edito da Einaudi. Sapeva che un giorno sarebbe tornata a riprenderseli e gliele avrebbe fatte leggere una alla volta, con calma.

L'intervista di Aliona Purci Chi e Lilia Bicec?

In primis sono la madre di Cristina e la moglie di mio marito Luciano. So che nel suo libro "Miei cari figli, vi scrivo", stampato da una delle più importanti case editrici italiane, Einaudi, ha descritto in che modo è arrivata in Italia e come è riuscita a inserirsi con successo, ma anche con tanta sofferenza per la lontananza dai cari, nell'ambiente e nella società italiana. Potrebbe raccontare in modo sintetico per i lettori le tappe del suo percorso?

La protagonista del libro, un martedì di dicembre del 2000, alle cinque del mattino si avvicina ai lettini dei suoi figli, li bacia senza svegliarli, per poi uscire da casa senza sapere quando ritornerà… Sapevo quello che lasciavo: due figli, la luce della mia vita, ma non sapevo cosa mi aspettava. Nel mio paese che all’epoca contava circa 10 anni d’indipendenza dominava il caos e la povertà, e queste non era più un sostantivo ma uno stile di vita. Con un visto per la Repubblica Ceca, desideravo ad ogni costo arrivare in Italia. Al primo tentativo di passare clandestinamente il confine tra Repubblica Ceca e Germania siamo state fermate e portate in prigione. Ero con la figlia di mia cugina e un’amica. Appena liberate, abbiamo ritentato nuovamente di raggiungere il “Bel Paese”. Così come sono partita alle cinque del mattino, alla stessa ora, ma dopo due settimane arrivo in Piazza Bra, a Verona. L’unico posto che troviamo per riposare un po’, verso mezzogiorno, è una casa abbandonata. In breve tempo cambio il mio mestiere di giornalista, per i detersivi e canovacci, lavorando dalla mattina alla sera. Tutto quello che rimane dalla mia professione, è scrivere ai miei figli di 8 e 10 anni rimasti a casa. Gli scrivo provando

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così ad educarli a distanza.Tra noi si crea un ponte immaginario attraverso il quale provo a mantenere acceso l’amore materno. Di pagina in pagina le lettere si arricchiscono di trame nuove e antiche, di storie del passato, dai miei nonni e genitori deportati in Siberia, alla campagna italiana in Russia, e del presente: il pianto di una madre disperata incontrata in treno o la storia di un ragazzo rumeno arrestato per errore. Il racconto si popola di personaggi forti e determinati, ma soprattutto donne. La giornalista Lucetta Scaraffia, nel suo articolo sul Messaggero di Sant’Antonio la descrive come “ex giornalista nel suo Paese e oggi badante in Italia”. Lei come si definirebbe?

Né una né l’altra. Anche se per 13 anni, da quando sono in Italia, non ho mai lavorato in un giornale italiano, ho continuato a scrivere. Il libro “Miei cari figli, vi scrivo” è una conferma al fatto che il mio mestiere di giornalista non l’ho abbandonato. Per di più è in uscita il 10° numero del giornale “Moldbrixia news” dove sono la responsabile; scrivo e correggo tutto quello che si inserisce sulle sue pagine. Come badante, ho lavorato solo 4 giorni, e chi ha letto il libro lo sa. All’inizio del suo soggiorno in Italia ha lavorato anche lei presso le famiglie italiane. Quali rapporti ha stabilito con le famiglie che l’hanno ospitata? Ci sono stati anche momenti difficili? Com'è riuscita a superarli?

Nel libro descrivo uno dei miei primi lavori a Villa Carcina, in provincia di Brescia, dove non mi sono trovata per niente bene, ma non mi sono fermata a lungo là. Allo stesso tempo descrivo anche quando abitavo da una famiglia a Brescia, dove la signora da cui dormivo alla domanda “come la devo chiamare” mi ha risposto “Nonna, come mi dicono tutti i miei


avorare all'estero. Ma sono solo una madre, cec, Miei cari figli, vi scrivo

, vi scrivo nipoti”. Le difficoltà sono state passeggere, e le ho superate da tanto tempo, sopra di loro ho messo l’oblio. Che cosa l’ha spinta a scrivere un libro sulle sue esperienze, e anche di altre donne che hanno vissuto e vivono ancora una vita simile?

Comprendere il libro “Miei cari figli, vi scrivo” dipende tanto dal lettore. Sembra essere sola la mia esperienza personale, ma leggendolo attentamente s’intravede che diventa corale. Unisco alla mia voce, quella di tanti altri che, per motivi e con sofferenze analoghe alle mie, sono partiti in cerca di una vita migliore. Attraverso le mie esperienze, ho descritto la storia di un paese che è la Repubblica di Moldova.

Lilia Bicec Miei cari figli, vi scrivo Einaudi Collana: I coralli Pagine 192 Pubblicato: 2013 ISBN 9788806209926

Chi sono le donne dell’Europa dell’Est, perché siamo state costrette a emigrare, cosa abbiamo lasciato indietro, qual'è la vera storia del nostro paese, come si sente una donna lontana da tutto ciò che è caro e prezioso. Questi e altri temi sono toccati nel libro “Miei cari figli, vi scrivo”. Non per niente, descrivo nel libro anche della deportazione dei miei nonni e di mio padre in Siberia.

La deportazione di allora e l’esodo di adesso, sono due cataclismi sociali di un paese che è sempre al bivio. Pensa che questo libro sia utile, oltre che per gli stranieri, anche per tanti italiani che sanno ben poco della vita, delle fatiche, dei sentimenti, della cultura, delle persone, da chi sono aiutati e assistiti per molte ore della loro giornata?

La mia intenzione di tradurre il libro in italiano, è stato proprio quello di trasmettere il messaggio del libro al lettore italiano, e sono rimasta sorpresa con quanto interesse è stato accolto il libro, soprattutto dalle donne italiane, dalla gente semplice, che voleva sapere di più della Moldova, ma anche di noi, donne dell’Europa dell’Est. Le loro domande e l’interesse per il libro sono un dato di fatto che gli italiani non sono indifferenti alle fatiche altrui, né dalla cultura, e anche ai nostri sentimenti. Secondo lei, i migranti per la maggior parte, desiderano tornare al loro paese, o tendono a inserirsi e vivere definitivamente nel paese di arrivo?

Dopo anni d’immigrazione ognuno decide cosa può e cosa

deve fare: rimanere nel paese dove ha soggiornato o ritornare nel suo paese di origine. L’immigrazione è stata imposta dall’interno dei paesi, da dove siamo arrivati, mentre il ritorno lo decide ognuno di noi in parte. Non siamo imprigionati a rimanere, la scelta è libera. Crede che gli italiani siano consapevoli dei vantaggi economici e umani dell’arrivo di persone giovani e volenterose nel loro paese?

Al momento l’Italia è scombussolata dalla sua crisi ma anche dal flusso interminabile degli emigranti. Ovviamente insieme alla migrazione arrivano non solo i vantaggi per una società ma anche degli svantaggi. La delinquenza a volte ci affanna più della bravura. Meglio fare insieme del bene per l’umanità, evitando di dividerci su chi siamo: stranieri oppure autoctoni. Lei e anche Presidente dell’Associazione “Moldbrixia”. Quali sono le caratteristiche e gli scopi di quest’associazione? La maggior parte delle donne migranti, arrivate in Italia, svolge lavoro nell’ambito dell’assistenza familiare, badante. Quali sono i loro problemi più grossi? Quali sono le difficoltà più grandi?

La struttura e i contenuti dell’Associazione “Moldbrixia” sono ispirati a principi di promozione sociale, solidarietà, trasparenza, democrazia e di uguaglianza sui diritti. L’As-

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sociazione promuove azioni d’integrazione e di scambio femminile. Davanti a queste donne sento un’emozione emculturale tra cittadini moldavi e italiani. Promuove e offre patica, perché conosco le loro storie e il loro sacrificio. supporto di tipo previdenziale, amministrativo, fiscale, sanitait.colemda la forza di essere sempre così Chi cosa rio, scolastico e lavorativo in collaborazione con le ACLI di ldoin o m . Brescia. Però i problemi delle donne emigrate sono sia di /www tranquilla e semplice? ttp:/ h La vita è stata il mio insegnante più importante. La vita mi ha carattere generale, che soggettivi e in particolare quello che trasmesso tutto, e tanto, e sto seguendo le sue regole giorno la nostra associazione riesce a fare è di dare un’informazione dopo giorno. nei momenti di difficoltà. Comunque quello che prevale, è la ni ldove solita domanda: avranno o no, un’integrazione alla loro penAnulm V,oNr. r o 16-31 lettrici de “La Rivista della sione, quando ritorneranno in Moldova. Un'altra non meno migrCosa anţil augura7, alle mai 2 013 Badante”? l u r a i importante continua a rimanere da anni il ricongiungimento Z Essere sicure di se stesse, e di sapere quello che vogliono familiare e la lunga attesa per i documenti. Scrivere, e mi nella vita, soprattutto tanta salute e un po’ di amore in più. sono sentita in dovere di farlo, dando la voce alla migrazione

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guvernului Leancă. În situaţia în care până la summit-ul Parteneriatului Estic de la Vilnius (noiembrie 2013) nu au rămas decât câteva luni, iar instabilitatea politică din ultimele cinci luni a produs multe consecinţe traumatizante pentru clasa politică de la noi, este evident faptul că sarcina noului guvern – aceea de a transforma evenimentul de la Vilnius într-un succes

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ac Pr ie te”. ncţ ul lita fu an a ca în în ubli t u tr e eu . ă şi use şi ep feri penmel e, să ien rep uri ca d R su goÎn perioada 25 - 29 mai în Italia au avut loc o serie de rţ ca şi întâlniri și s-au pus bazele unei colaborări între orgae ig fost rtip cân t de bar ni ble fo a bli nizaţiile diasporale, cadre medicale originare din R. rd ih pro noi lec epu delo au şi te nci avu a em Moldova și echipa de cercetare de la Institutul Regal p R od Fe ază u c, a  pag. 2 Tropical din Amsterdam. at ti elea at a d . ne i la cu ţă în a l dea ven ne can Ă, ac 06, dov ma nuri re stre mu , Fe un re tidie va CAS 20 Mol u pri la vi işca on pri uri ii e: us va co să în , A va. m dem . În gest m ca tr sc pen od ri uo- , Informaţie privind migraţia legală în Italia şi posibilităţile de reîntoarcere si reintegrare economică, în Moldova. în rect ldo ro ntr pot ep pen ruse astă se cruri de ă lu old alia tru eu re-i îm R oap l ce Ru lu el az Co Mo m It e u în i n A l tf d a en a Suntem disponibili de luni până vineri la telefon de la 14:00 – 17:00. În fiecare luni, miercuri şi vineri, între orele 14:00 – 17:00 şi înafara acestui orar, ri re ca lte as te i în p Stra , ră să tota cate ste lui cial cu programare, vă aşteptăm la oficiul Centrului. Adresa: Via T. Signorini 4/6 – 40133, Bologna, Italia ţiei mu rin onst iţ st ri teg Ru rita bil gu ţă. gulă tru email: cinfoservizi@yahoo.it; skype: cinfoservizi; tel: + 39 3273857381; +39 3202478282 in ţia go fab a. Pe teru ofi reb - ramai , p dem u n jo a a a ca e re pen nd a m r st na ra bar lor dov inis mod pot con ive Ca nilo t lu în va , d nţă em nuri Mol „m ia în Ros de sum a râRusi ot Consolidarea capacităţilor de gestionare a migraţiei în Republica Moldova m vizi ii ve ep ge u că ca vi ca ful ru e şi tea con ), în b in să u aşt mer entr în va bli , şe ”, că un rita de Rusă pro u că td Am cu i „era na , p em te zboi ai sp uto lor ia rile „n en uitat ia. pol ro ar deţ nd Co iniu erg ra m r (a furi eraţ nu ... deap au istr iras au p r în ve ”, el m i se zo măr Fed că vi stră dar t pe câ re ca 40 od nu ansn la T bii ii lo uri m e, i nad a in it” ura , ute ei e ât noa stan rs ăt 10 p Bob t d at te în erit şi Tr miţ şi am aflăr cu patrol d per ţara nd al 20 i la pri uri pul dis i se dif ze l e a ti eliu r ac nea cita celarg esco în spu ă tu rili niş u ţi ti te fost or tim ului ulu up tă re „d se core u orn sing con ten ndu lare d on im ap p ea en i tr aau ar t în is m C g d du ai st l co lul un re e au e co nso ecla i zile at ce texce des ubli i m nţa N ul re m e n în cazu e. ca a d i d e co d ităţ su a pre m Rep cial nu ga jin teva rm co al i ta ofi aţia ber ro, raţi ulu on t şi eral essa d câ a u în ri lea aţ în nal astân spri iţia cu în r t să st n afl e, ţio t zi ” eu la mis razi ), câ en ed dis te nor der sep l în tist. doa zite pta an pe ca ar p Fe ii ru dec per hia cità te g ella e câMolni dit ce ren inău re vizi a u n ie t În ei vi aşte av a ra La et le a t din l lu m zita , a (dic nti ac n D în ove re ii ex cu hiş esp ucă te de elor dov es re aute de ex fica ca). ie N. N Gaz cente dov înal putu -pre a vi at e old ac aţ ust C d nsu a ac era ltim i Mol m l de situ aug de ir i Co re ce vice in urm , d di ţia enti fisi craţ lul re Mol ng ce l u lici tu or 30 al vălu e la face lă şi i o su oz st ţă doşi ra i id na ca ra La în tu ub n og fo n un La urn dez as a. A mp ban ce e (s so deme co de să. e, ri R şi a dista orto Cei Rep „J er bio gn si de itau fizi itel up l ă icii irill. s-au a p Ru mbri mit ră u că r şi lo em şi o lim at tă ru bli i d Bo ar te are ach ri e av va te s D oast mân iser , K eşi dov el st ci pu acer din fo rc re uce d an în a cdo ru ra n ptă l b cova i, d Mol so n) laţi exer fun e l e e esto i, ca ad rnal eaf ţa o să rhu os cial ca en er tu is d „a la sin ă în ţen u tr „Ju l G (p ...; leg are, ia te ala tria la M ofi ubli e tu zu rn va e) e it în nst cetă tr t în nsu că e d Pa de alţi ep do ridic e d red aces vă inte epu ă pen To Co lară ar en co la xe în în R ju mis ac riul pre pt a R az de blu te. ” dl dec ă st cum ia doi at ad i de to lare dre laţi raje area Ital dadu te ac ău ucă east do afl lu teri nsu de gis cu volt ţenii t al işin . N ac in eo din vr pro ai pe co ele de le , în ez tă en l it . D Ch l N şi m it ţii rm şi ldova d nce man riu , ra oştenri...” n nii ănu aţi şi co er to în no nal Mo ăr stru reze lom cru p teri o) ove b o ea ţio cii irea cu i e; lu old au nt ap l n rep Dip lul e M nu bli abil ilor aţ r p ditar aniz uni- r su atu nii lui nsu olafl o ţi i st laţi o M st u il ora re org ac nic cum de de rpu fi C cii re ştri mp e ac it, ză ţen cu tă jaţi zis, Co ar bli no u te i d abil nea cetă L u te e ai um ep că. TU isiu sa atulu l st rdo ie a in u N R u

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Consolidarea capacităţilor de gestionare a migraţiei în Republica Moldova

Stude n ai Alm ţi Studi ei orum

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pu a ales să nu voteze în favoarea acestui guvern, care a declarat drept obiectiv suprem al actului de guvernare instaurarea unui caracter ireversibil al procesului de integrare europeană a Republicii Moldova. Deputaţii Partidului Liberal din componenţa grupului Ghimpu au ales să „se abţină” de la vot, deşi procedura votului nominal nu prevede o asemenea posibilitate. Într-un final, cele 5 „abţineri” au fost calificate de către Parlament ca voturi împotriva

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Informaţie privind migraţia legală în Italia şi posibilităţile de reîntoarcere si reintegrare economică, în Moldova.

Suntem disponibili de luni până vineri la telefon de la 14:00 – 17:00. În fiecare luni, miercuri şi vineri, între orele 14:00 – 17:00 şi înafara acestui orar, cu programare, vă aşteptăm la oficiul Centrului. Adresa: Via T. Signorini 4/6 – 40133, Bologna, Italia email: cinfoservizi@yahoo.it; skype: cinfoservizi; tel: + 39 3273857381; +39 3202478282

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, ci riu o- , p re zito a an e ra tr der g ul ve inte mă un re tru nu ţi cu ngă o n e t ca e en d ra e lu pro za pun r p ate mig e d rea lor im cilo ion de der et i ce ua liti ndiţ are e şe creş rulu do co l m is d de mă a a de lor ci nţi gra ru m şi nu aţi E ze ra o IL per rată a ener uă ig at . GIN do m dem tr du sivă i „g nţi”. ii ţa lui is vă o PA gre miţ ra im en u reg cati otă ult cid blo în ifi en ă a nu mig În i in ta a a mn ri d itiv nu l de an pra Itali se bă efin re enu asu în tere him d , ca om fic creş e sc are ciale fen nali st orm i so ca e a o Aceansf uri ite să fi tr ruct erm nal st ai p ţio m igra m

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tru învestirea unui nou guvern, condus de dl Iurie Leancă. În afară de cei 53 de deputaţi din majoritatea parlamentară, guvernul Leancă a primit şi votul de încredere al încă 5 deputaţi neafiliaţi (Sergiu Sîrbu, Veronica Abramciuc şi trei deputaţi din „grupul Mişin”). Important prin simbolismul său şi dureros în acelaşi timp pentru o bună parte a electoratului pro-european din Republica Moldova a fost faptul că cei 5 deputaţi din grupul condus de Mihai Ghim-

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Cetăţenii moldoveni din Padova s-au întâlnit cu reprezentanţii CGIL

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pas îndrăzneţ, dar absolut necesar şi justificat, având în vedere Italia multietnică care se conturează în faţa ochilor noştri. Cécile Kyenge, despre care se vorbeşte foarte mult în ultimul timp, a devenit un model de urmat pentru străinii care aspiră

Pe data de 30 mai 2013, la sfârşitul celei de-a cincea lună de criză politică profundă şi la aproape trei luni de la demiterea guvernului Filat 2, la Chişinău a fost creată o nouă alianţă, formată din 53 de deputaţi ai Partidului Liberal Democrat din Moldova, ai Partidului Democrat şi ai grupului reformator al Partidului Liberal. Coaliţia Pro-Europeană de Guvernare – căci anume aşa se denumeşte noua majoritate parlamentară – a votat în seara aceleiaşi zile pen-

Re Noul pu publ se po t în ica zon sib ce Mo ră il. l mai ldov polit ic în Du a pă ener a co în nc care gic înce en entra ate vaca mitim nţ nţ mod t va ului ţio entel mai ia pra de no avea de na e , ca lă (ră de degr esei ac iembr loc la pe es ab re încă t ie la sfâViln criza a zboiu aren ă pa a iu ge în un s an rşi s şi de ne l civ a fer favoa ar impo ului tul care ţăr în ra il oli ile oc cred t la blici m pr rea gum rta cu luni i tic ere cid va i Mo o-eu an ent nt varent ă tră , in en pu ld ro ga de m e croa re ternă - di 10 ai de ova. peanjamen terni fi ve 0% pind O n al tulu c ile azier nit dialo Est de Re e ţar . Sf i nă liv în pră care pug va os ârşi-ă” t Un dejd mai fi un răril op nu iune e şi prev pa e de orţie im maren a Eu mai izibi rtene ga lor În tex te z tu fru cr co ro via l, m r de iua l an nt ize ntex pean bil pe ai de at cu tu ă. nt st, er i, sta ţăril ca l m ru a de bi re o lit e UE s-a ultip re ze Est atea tă în u co lezia să m rvă a Un de ul nde po smul ai re ox iuni la fro timii pu i ar lis ” fo ducă igen este ntie te rţe di , m ca şi im au lo n en ul pr eu r po „ent iro ca tim ins up. la -sc lit cu Repu Re pu epticice rs bl uş ter pe ul să ica ita i în e an Mo un ă u en va de in ldov ei sa fi teg că tă la apre ra a tre cia An ca justa tă um nc efe e ela sa rit la ac riidin m es tre iniş- t i ţă ri

Consolidarea capacităţilor de gestionare a migraţiei în Republica Moldova

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Deşi politica italiană este criticată pentru conservatistismul excesiv, pentru faptul că este depăşită şi nu corespunde ritmului timpului în care trăim fiind puternic influenţată de aripa catolică, ea deseori ne surprinde prin curaj şi coerenţă. Astfel numirea dnei Kyenge în funcţia de ministru este un

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sie, inteligentă şi modestă, a ţinut un discurs despre drepturile migranţilor, despre dificultăţile cu care se confruntă aceştia odată ajunşi în Italia şi drumul dificil spre o muncă calificată. Acum a devenit un simbol şi speranţa celor „fără voce” sau „invizibili”, cum sunt deseori numiţi străinii în Italia.

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Informaţie privind migraţia legală în Italia şi posibilităţile de reîntoarcere si reintegrare economică, în Moldova.

Suntem disponibili de luni până vineri la telefon de la 14:00 – 17:00. În fiecare luni, miercuri şi vineri, între orele 14:00 – 17:00 şi înafara acestui orar, cu programare, vă aşteptăm la oficiul Centrului. Adresa: Via T. Signorini 4/6 – 40133, Bologna, Italia email: cinfoservizi@yahoo.it; skype: cinfoservizi; tel: + 39 3273857381; +39 3202478282

Cécile Kyenge, numită la 28 aprilie curent Ministru al Integrării în Guvernul Letta, are origini congoleze şi este primul ministru de culoare în Italia sau, cum s-a definit ea însăşi cu mândrie, „ministru nu de culoare, ci negru”. Am cunoscut-o în cadrul unei conferinţe la Roma, în martie 2011. Medic de profe-

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Informaţie privind migraţia legală în Italia şi posibilităţile de reîntoarcere si reintegrare economică, în Moldova.

Suntem disponibili de luni până vineri la telefon de la 14:00 – 17:00. În fiecare luni, miercuri şi vineri, între orele 14:00 – 17:00 şi înafara acestui orar, cu programare, vă aşteptăm la oficiul Centrului. Adresa: Via T. Signorini 4/6 – 40133, Bologna, Italia email: cinfoservizi@yahoo.it; skype: cinfoservizi; tel: + 39 3273857381; +39 3202478282

Consolidarea capacităţilor de gestionare a migraţiei în Republica Moldova

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Finala concursului de desene şi eseuri pentru copiii din diasporă

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etate, informaţie care ilustrează cele mai importante istorii de succes ale diasporei noastre ştiinţifice. Astăzi savanţii noştri din afara ţării sunt apreciaţi, cunoscuţi, promovaţi nu doar în mediul academic din Republica Moldova, ci şi în întreaga societate şi acest lucru

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0 – 17:00. În fiecare luni, miercuri şi vineri, între orele 14:00 – 17:00 şi înafara acestui orar, iul Centrului. Adresa: Via T. Signorini 4/6 – 40133, Bologna, Italia ; skype: cinfoservizi; tel: + 39 3273857381; +39 3202478282

gorie de emigranţi înalt calificaţi era pur şi simplu în intregime ignorată sau neglijată de către autorităţile ţării noastre, astăzi suntem martorii unei schimbări de atitudine, unei abordări moderne, deschise şi veritabil europene a acestei categorii. Creşte în mod simţitor volumul de informaţii accesibile astăzi în soci-

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se

şi posibilităţile de reîntoarcere si reintegrare economică, în Moldova.

acordă în ultimii ani şi diasporei ştiinţifice – acelor cetăţeni ai Republicii Moldova care au grad foarte înalt de studii şi de calificare ştiinţifică (cel puţin egal cu gradul de doctorat) şi care astăzi activează în domeniul academic şi/sau al cercetării ştiinţifice în afara ţării lor de origine. Dacă până nu demult această cate-

Aceste realităţi impun clasa politică italiană să reflecte asupra politicilor migraţioniste şi în special asupra statutului migranţilor rezidenţi legal pe acest teritoriu. În câţiva ani, migranţii vor reprezenta un electorat pe care niciun partid nu îl va putea ignora, un rezervor de voturi în continuă creştere care va cere drepturi. Datele citate mai sus impun reflecţii asupra fenomenului migratoriu, dar în special asupra valorificării acestuia. Camera Deputaţilor va pune în discuţie câteva propuneri de lege pentru „ius soli”, înaintate atât de partidele de dreapta, cât şi de cele de stânga. De menţionat că nu este luată în calcul posibilitatea unui „ius

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În perioada 25 - 29 mai în Italia au avut loc o serie de întâlniri și s-au pus bazele unei colaborări între organizaţiile diasporale, cadre medicale originare din R. Moldova și echipa de cercetare de la Institutul Regal Tropical din Amsterdam.

vicii /Centro informazioni e servizi (CIS)

În prezent integrarea europeană a ţării noastre este preocuparea principală a autorităţilor centrale ale Republicii Moldova. O demonstraţie clară a acestui angajament plenar al autorităţilor în privinţa integrării europene este includerea cercetării ştiinţifice în acest proces complex şi multi-dimensional. O atenţie aparte se

le OCDE (Organizaţia pentru Cooperare şi Dezvoltare Economică), care demonstrează că străinii ajută sistemul social italian şi nicidecum nu reprezintă o povară pentru acesta. Din 2007 şi până în 2011, din cauza crizei economice, numărul străinilor în peninsulă s-a înjumătăţit: - 44%. Migranţii contribuie la susţinerea sistemului social cu o cifră de 0,9% din PIB, din aceste sume beneficiază în special sistemul de pensii italian. Având în vedere că migranţii sunt relativ tineri şi apţi de muncă, aceştia contribuie la stoparea fenomenul progresiv de îmbătrânire a populaţiei. Pe de altă parte, tot mai mulţi italieni au emigrat: 85 mii doar în 2011, în special spre Germania: +35% între 2011- 2012.

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Tamara Şchiopu:

„Am idei neobişnuite pe care sper să le implementez în Moldova”

ce, este inclus în viaţa socială şi participativă, acesta e mai bine integrat. În opinia sa, „trebuie create condiţii astfel încât migranţii să aibă acces la toate serviciile la fel ca şi băştinaşii”. Previziuni: În timpul conferinţei din viale Aldo Moro, pe 1 iulie curent, au fost făcute publice previziunele ISTAT (Institutul Naţional de Statistică italian) despre populaţia tânără în Regiunea Emilia-Romagna: către 2020 tinerii cu cetăţenie diferită de cea italiană vor reprezenta o pătrime din populaţie, iar în 2050 – o treime. Datele OCDE: Este evident că migraţia pentru Italia este o oportunitate, nu o problemă. Dacă lasăm deoparte prejudecăţile şi analizăm datele statistice, atunci avem date-

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guvernului Leancă. În situaţia în care până la summit-ul Parteneriatului Estic de la Vilnius (noiembrie 2013) nu au rămas decât câteva luni, iar instabilitatea politică din ultimele cinci luni a produs multe consecinţe traumatizante pentru clasa politică de la noi, este evident faptul că sarcina noului guvern – aceea de a transforma evenimentul de la Vilnius într-un succes

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Recent la Bologna a sosit o delegaţie moldo-ucraineană, alcătuită din reprezentanţi ai instituţiilor din aceste două ţări, specialişti în domeniul protecţiei drepturilor copiilor.

În perioada 18 - 19 iunie a.c., la Geneva şi-a desfăşurat lucrările prima Conferinţă Ministerială pentru Diaspora, eveniment de amploare, organizat de către Organizaţia Internaţională pentru Migraţie (OIM). La acest for au fost reprezentate la nivel înalt peste 150 de ţări ale lumii: state membre ale OIM sau cu statut de observator în această organizaţie internaţională. Au fost invitaţi să participe la conferinţă şi reprezentanţi ai diasporei – lideri şi membri ai organizaţiilor diasporei din mai multe ţări. A fost pentru prima dată când Miniştri ai Diasporei din peste 30 de ţări, viceminiştri sau miniştri delegaţi pentru

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ă nu voteze în cestui guvern, rat drept obiecal actului de instaurarea cter ireversibil ui de integrană a Republicii Deputaţii Partial din compopului Ghimpu se abţină” de la ocedura votului prevede o asebilitate. Într-un 5 „abţineri” au te de către Paroturi împotriva

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7 Migranţi moldoveni – ambasadori ai securităţii rutiere în Italia

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Pentru a înţelege procesul migraţional prin care trece populaţia ţării noastre, ar trebui să urmărim datele atât în ţara de destinaţie, cât şi în cea de origine. Recent la Bologna a vut loc o conferinţă la care a participat actualul ministru pentru integrare Cécile Kyenge. „Copiii imigranţilor nu mai pot fi numiţi străini sau imigranţi” – de la această idee a pornit ministrul Kyenge în discursul său în cadrul conferinţei regionale „Migraţie, integrare şi dezvoltare: Emilia-Romagna într-o Europă care se schimbă”. Ministrul Kyenge a vorbit despre migrantul care se transformă într-un subiect activ în Italia de azi. „Transformare care se vede şi în datele statistice: avem tot mai mulţi migranţi în fruntea unei întreprinderi sau afaceri, respectiv ei sunt cei care oferă locuri de muncă atât de necesare în această perioadă de criză. A crescut cu 25 la sută numărul conturilor bancare ale întreprinderilor conduse de migranţi. Vom pune în centrul discuţiilor persoana migrantului cu drepturi şi obligaţii”, a concluzionat ministrul. La această conferinţă, alături de Cécile Kyenge, au participat consilierul regional pentru Politici Sociale Teresa Marzocchi şi Directorul general pentru afaceri interne de la Comisia Europeană Stefano Manservisi. Manservisi, la rândul său, a menţionat că acolo unde migrantul participă la luarea deciziilor politi-

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Mobilitatea specialiştilor moldoveni în domeniul sănătăţii

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Anul V, Nr. 8, 1-15 iunie 2013

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Un tânăr moldovean din Geneva: „Sunt departe de casă, dar Moldova este mereu în gândurile mele”

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Anul V, Nr. 9, 16-30 iunie 2013

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Anul V, Nr. 10, 1-15 iulie 2013

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La un an de la cutremur

Anul V, Nr. 11, 16-31 iulie 2013

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Ziarul migranţilor moldoveni

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La Rivista della Badante Dicembre 2013

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Ariete

Toro farvene un'idea precisa potreste chiedere alle amiche nate

Sinceramente, mai come ora, avete bisogno di tanti sinceri e calorosi auguri perché l'anno che si apre fin dalle prime battute vi farà sentire quanto la musica sia cambiata rispetto all'anno precedente. Il primo e più forte avversario vostro sarà proprio Marte, vostro astro guida che ha deciso proprio ora di compiere uno straordinariamente lungo viaggio in Bilancia all'opposizione del vostro Sole da Gennaio fino a Luglio. Davvero un cattivo amico questo pianeta che vi governa e che vi volge le spalle mentre ancora dovete fare i conti con Giove in Cancro alla quadratura del vostro segno e che in Luglio si muoverà, finalmente per voi nell'amico segno del Leone. Per evitare di combinare pasticci irrimediabili addestratevi all'arte della pazienza e toglietevi le armi da guerriera, indossando la divisa della saggia riflessiva attendista. La vita sentimentale conoscerà alti e bassi da capogiro fin dal primo mese e probabilmente poche raggiungeranno la calda Estate insieme. Proprio in Estate vi potrete svegliare dal letargo, ma sempre compiendo passi misurati e calibrati soprattutto al lavoro dove anche se tutto vi sembrerà lento sarà prudente non sollecitare eccessivamente le situazioni, ogni cosa al tempo giusto.

nella prima decade come se la sono passata con Saturno opposto. Ora questo aspetto interesserà maggiormente le native delle altre due decadi, ma proprio a fine anno il rigoroso e severo pianeta terminerà il viaggio in Scorpione e tutto ciò che potrà avervi bloccato svanirà. Non sarà un anno facilissimo ma sarà certamente stimolante e a tratti riserverà autentici colpi di fortuna a chi mostrerà coraggio e prontezza nelle decisioni. Intanto per tutto il periodo sarete protette da Plutone in Capricorno che vi regala convinzione e maggior sicurezza, poi fino a metà Luglio ci penserà Giove in Cancro ad offrirvi possibilità mirabolanti. Prima le nate d'Aprile, poi le altre potrebbero in Autunno dover prendere decisioni pesanti riguardo la gestione famigliare e i rapporti con i figli, oltre a trovarsi oberate da nuove spese. Impegnatevi con coscienza e responsabilità a pianificare, durante l'ultimo trimestre il vostro futuro professionale e personale perché come già detto l'anno prossimo non avrete più Saturno contro, quindi dovrete essere pronte per una ripresa alla grande!

di voi giungeranno all'inizio del nuovo anno Leone Parecchie con la criniera un po' ammosciata e lo stomaco vuoto

dall'inizio questo nuovo anno si presenterà con Vergine Fin tutte le carte in regola per farvi vivere alla grande.

di voi certamente giungerà al nuovo Sagittario Qualcuna anno con qualche delusione accumulata e proble-

a metà Luglio Marte continuerà il suo Capricorno Fino cammino in Bilancia formando una fastidiosa

a causa delle pesantezze e delusioni patite recentemente per colpa di Saturno negativo. Qualcuna avrà dovuto lavorare più del solito con scarsi risultati, magari vedendosi sorpassare da chi aveva meno capacità. Altre avranno vissuto periodi infernali in famiglia o nella vita affettiva e qualcuno avrà dovuto chiudere un rapporto con dispiacere. In ogni caso forti e coraggiose come voi non si saranno certo fatti distruggere dalle difficoltà e ora potranno guardare al prossimo futuro con sicura certezza di poter rimontare ogni china. Le nate di Luglio partiranno in vantaggio essendo libere ormai dalla zavorra Saturnina, quelle d'Agosto impiegheranno un pochino più di tempo ma certamente chiuderete quest'anno in netta e costante ripresa. L'Estate, stagione del compleanno vi regalerà giornate indimenticabili e soddisfazioni inimmaginabili solo fino a poco tempo fa nel lavoro, garantendo una discreta ripresa economica.

mi ancora da risolvere, ma dal Dicembre scorso e fino a Luglio sarete accompagnate dall'energetico viaggio di Marte che ora compirà uno straordinariamente lungo transito in Bilancia vostro undicesimo settore zodiacale. Sarà un aiuto davvero importante e vi seguirà fino all'incontro con uno dei vostri astri guida, il generoso Giove che giungerà in Leone. La Primavera con gli astri veloci che giocheranno a mosca cieca si rivelerà un periodo molto importante per meditare su voi stesse e comprendere se preferirete vivere d'avventura e leggerezza o se invece ora prevalesse il profondo desiderio di avere un porto caldo e sicuro che sappia accogliervi al ritorno dalle vostre tanto amate scorribande. In Estate tutti i residui dubbi cadranno d'incanto e rinnovati e più sicuri farete promesse importanti a chi amate, che ora dovrà prendervi sul serio, perché non avrete più voglia di scherzare con i sentimenti.Vi attenderà un Autunno luminosissimo e ricco di ricompense e gratificazioni sia in famiglia sia soprattutto nella vita professionale.

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La Rivista della Badante Dicembre 2013

Questo per voi non sarà forse un anno facilissimo e per

Certamente parlare di "vivere alla grande" a personaggi metodici e morigerati come voi potrebbe essere eccessivo, ma sul serio con un piccolo sforzo durante questi mesi vi sarà possibile conquistare grossi successi o ribaltare assolutamente quelle situazioni affettive e professionali che stagnano da troppo tempo per quel benedetto scetticismo che spesso diventa pigrizia mentale e v'impedisce d'agire con prontezza. Il periodo Primaverile potrebbe trovarvi un po' fuori fase magari perché dovrete affrontare cambiamenti imprevisti al lavoro e dato che è noto che non li accettate mai troppo volentieri, potreste riversare la frustrazione in famiglia. Sotto il sole estivo nasceranno belle storie d'amore e chiuderete l'anno tra amorose braccia. Forza quindi agite, perché care mie da Natale con Saturno in Sagittario….beh ne parleremo!

quadratura al vostro Sole e sollecitando Urano in Ariete. Il primo semestre quindi non sarà sempre lineare e spetterà a voi prendere le decisioni migliori per cambiare ciò che nella vostra vita ora non avrà più spunti evolutivi importanti. I due dinamici pianeti daranno una forte scossa a chi fin ora era riuscita a sopportare l'insoddisfazione interiore per un rapporto esaurito. Ora sarà naturale e spontaneo scrivere la parola "fine" senza rimpianti. Il lavoro vi darà sicurezza e la possibilità di migliorare la condizione economica complessiva. Usate, comunque, una certa cautela nell'avviare nuovi progetti durante Aprile e Maggio e Ottobre potreste incontrare oppositori e difficoltà impreviste.


Gemelli

Cancro

dal mese scorso il vostro segno ospita il rosso Bilancia Già Marte che vi accompagnerà fino a metà anno. Cer-

che vi attende sarà davvero un anno Scorpione Quello molto particolare che inizierà con Marte, vostro

Acquario

Pesci

Preparatevi fin dall'inizio ai grandi cambiamenti che le stelle ora vi consentiranno di effettuare quasi fin da inizio anno. Oltre alla grande propulsione regalatavi da Marte che rimarrà nell'amico segno della Bilancia fino a metà Luglio, durante il primo trimestre potreste essere turbate dall'alternante transito di Mercurio, vostro astro guida. Quindi meglio durante questi mesi scaldare il motore, dare una registrata generale ai vostri obiettivi per essere pronte al via da vere campionesse come siete. Questo potrebbe essere l'anno migliore per certe scelte di vita, perché rammentate che da Dicembre e per ben due anni dovrete destreggiarvi con le insidie di Saturno che terminato il viaggio in Scorpione si muoverà all'opposizione del vostro Sole. Per tutte in ogni caso con lo spostamento di Giove in Leone dall'Estate si preannunciano promozioni e miglioramenti. E se la fatidica "chiamata" dovesse giungere da una località fuori dei confini dello Stato non esiteranno a fare armi e bagagli. Comunque potrete essere certe che le scelte fatte saranno supportate e gestite con intelligenza, gli astri vi aiuteranno, voi fate la vostra parte.

tamente è un transito particolarmente lungo dato che il rosso pianeta solitamente sta in ciascun segno due mesi, quindi sfruttatelo con saggezza. Fino all'Estate sarete ancora sotto scacco di Giove in quadratura che potrebbe creare soprattutto alle native di Ottobre ancora qualche blocco affettivo, famigliare o di lavoro, ma nessun timore si tratterà solo di tenere tutto sotto controllo senza esagerare. Il disturbatore astrologico più capriccioso sarà proprio la dolceVenere che si divertirà a giocare a rimpiattino con voi sottoponendovi a situazioni di stress, ma tutto ciò vi farà un gran bene costringendovi ad abbandonare l'eterna decisione e rendendovi volenti o nolenti autonome costruttrici della vostra esistenza. Ora non vorrete più le tinte smorzate della tranquillità ma vorrete gustare il sapore forte della sfida e affronterete avversari e ostacoli con intelligenza, ardore e la tipica saggezza che farà di voi delle rinnovate vincitrici. Partite su una nota alta, grazie Marte in transito, fino a Luglio, nell'amico Bilancia, vostro nono settore astrologico e l'appoggio nei primi mesi di Mercurio eVenere che mitigheranno l'effetto penalizzante di Saturno in Scorpione fino alla fine dell'anno. Il rigoroso pianeta terminerà il suo corso in quadratura al vostro Sole proprio per Natale. Sarà un bellissimo regalo per voi che per due anni lo avrete in perfetto sestile. Questo sarà un anno a velocità alternata perché da Luglio farete i conti con Giove in Leone. L'Estate non sarà facilissima e le situazioni già tese che, non supereranno la tempesta, naufragheranno in un oceano di scontenti. Se così accadesse: "fate piazza pulita" senza pensarci e senza lasciare inutili strascichi: il destino ha in serbo per voi altre sorprese! L'ultimo trimestre si presenterà scorrevole e divertente. Situazione analoga alla vita privata la vivrete al lavoro con mesi molto promettenti e altri in cui dovrete armarvi di pazienza e agire con prudenza.

Durante lo scorso anno avete caricato le stive d'esperienza e successi? Certamente parecchie di voi sì, bene ora dovrete destreggiarvi per mantenere il vostro tesoro e fare in modo d'incrementarlo, anche se gli astri non saranno sempre benevoli con voi di sicuro vi offriranno tante succose occasioni per crescere e cambiare mostrando a tutti le vostre migliori qualità: costanza, intuito e creatività.A parte Plutone in Capricorno da qualche anno e Urano in Ariete fino all'Estate dovrete fare i conti con Marte che quest'anno compie un transito straordinariamente lungo in Bilancia alla quadratura del vostro Sole. Naturalmente avrete anche alleati prestigiosi cui ancorarsi: Giove nel segno fino a Luglio e il saggio Saturno in Scorpione fino alla fine dell'anno.Tranquille in Amore perché sotto un cielo così stimolante sarà più facile rinsaldare i rapporti e ripartire con nuove regole che chiuderli. Discorso analogo va fatto per il lavoro. Cercate nuove modalità di comportamento, ma se cambiamento dovrà essere accettatelo con convinzione ed entusiasmo.

astro guida, in transito in Bilancia alle spalle del Sole, proseguirà in Estate con Giove che si sposterà dall'amico segno del Cancro in Leone formando una quadratura al vostro segno e finirà con voi che darete l'arrivederci a Saturno che dopo due anni di compagnia raggiungerà il limitrofo segno del Sagittario. Una cosa sarà certa: avrete ben poco tempo per annoiarvi o riposarvi, ma le conquiste che farete ora sia in campo amoroso, sia professionali, di certo saranno destinate a un sicuro e brillante avvenire. Plutone in Capricorno e Nettuno nel segno dei Pesci vi aiuteranno a effettuare seri e profondi viaggi all'interno di voi stesse per mutare una volta per sempre quei benedetti atteggiamenti controversi che troppe volte vi fanno apparire incomprensibili per chi vi vive vicino.Vi accorgerete così di poter conquistare molti più punti di quanti già non raccolga l'aura di mistero di cui amate circondarvi. Primavera si presenteranno possibilità per eccellenti investimenti.

Oserei dire che quest'anno più che felice per voi potrebbe rivelarsi spettacolare e determinante, un autentico giro di boa per prepararvi ai prossimi due anni quando dovrete destreggiarvi con Saturno che si sposterà in Sagittario. Fin dal primo mese godrete dell'aiuto dei pianeti veloci che dinamizzeranno Nettuno nel segno e stimoleranno Plutone in Capricorno. Sono transiti rilevanti da sfruttare per crescere e abbandonare certe reticenze o i fumosi sogni di gloria che spesso vi portano a fuggire dalla realtà concreta. Sarà una bellissima corsa fino all'Estate, quando Giove terminato il viaggio in Cancro, vostro quinto settore astrologico si sposterà in Leone. Ma non resterete certo orfane perché proprio nello stesso mese Marte sarà in Scorpione in trigono al vostro Sole. Buone sorprese al lavoro e nuovi impegni che in vari periodi vi costringeranno a orari assurdi, ma vi ripagheranno di ogni sacrificio. Non abbiate timore a cambiare strada se l'attività attuale non vi soddisfa più, questo sarà l'anno migliore per compiere il miglioramento, proprio prima che Saturno vi saluti per sportarsi in una posizione meno facile. La Rivista della Badante Dicembre 2013

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Indice

dicembre 2013-gennaio 2014

COPIA OMAGGIO E NON IN VENDITA

3 L'editoriale 4 ... e se un giorno ci svegliassimo e scoprissimo che in Italia non ci sono più le badanti? 8 Cosa vuol dire essere anziani 12 famigliari e badanti un'alleanza indispensabile 18 Animazione a domicilio L’attività occupazionale

22 focus l'ASL TO2 incentiva la deospedalizzazione

26 L'alimentazione nella terza età 28 La frutta di stagione in autunno da consumare per una dieta sana 30 consigli di domestica economia 34 malati terminali In-guaribili ma non in-curabili

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38 badanti e prevenzione Il tumore al seno

42 consulenza L’assunzione

43 Come cercare lavoro? 45 TE iubeste MAMA! LA MAMMA ti vuole BENE! 48 Focus Roma 51 domande e risposte fisco 53 Gestione del rapporto di lavoro per le badanti 58 assumiamo la badante Regolare conviene

62 mangiare, bere, dormire. Storie di badanti e di badati 66 Le letture de "La Rivista della Badante" 72 l'oroscopo della badante

La Rivista della Badante Dicembre 2013

badante www.larivistadellabadante.it redazione@larivistadellabadante.it Direttore Editoriale Pier Francesco Rupolo Direttore Responsabile Dario Tortora Hanno collaborato a questo numero: Silvia Dumitrache Barbara Gamba Patrizia Giganti Silvia Di Giorgi Maria Franca Iorio Barbara Leonardi Cristina Puppis Aliona Purci Zina Tiscul Lyudmyla Vlasyuk Vojsava Zagali Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Padova il 11.03.2013 n° 2317 Stampa Mediagraf s.p.a. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana PD La Rivista della Badante è pubblicata da di Pier Francesco Rupolo Via Timavo, 19 35030 Selvazzano Dentro PD


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