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numero 6 • ottobre 2014
Speciale
Il voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia
Appunti ALLENIAMO ASSIEME LA MENTE animazione a domicilio
www.larivistadellabadante.it
Ricongiungimento familiare aspetti pratici
L'ASSISTENTE FAMILIARE IN ITALIA DALLA FORMAZIONE AI PROBLEMI SOCIALI E DI INTEGRAZIONE Fisc
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Il "bonus Irpef" di 80 euro anche per le badanti La Rivista della Badante Ottobre 2014
SERVIZI AEREI INTERNAZIONALI
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La Rivista della Badante Ottobre 2014
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Editoriale numero6 «Un pensiero speciale va alle collaboratrici domestiche e badanti, che provengono da tante parti del mondo e svolgono un servizio prezioso nelle famiglie, specialmente a sostegno degli anziani e delle persone non autosufficienti»
Lo ha detto Papa Francesco, domenica 15 giugno 2014, al termine dell'Angelus in Piazza San Pietro. Un discorso che ci ha gratificati e al tempo stesso riempiti di gioia. Ed è proprio su questa frase, sulle parole del Santo Padre, che iniziamo questo nuovo numero della rivista perché, anche se quel 15 giugno è già lontano, l'eco di quelle parole riecheggiano ancora adesso a distanza di quattro mesi e ci fanno riflettere. Per quello che è il nostro sentire come redazione sono tre i concetti di quelli espressi che evidenziano la vicinanza del Santo Padre a noi badanti. Il primo, quello della "provenienza da tante parti del mondo". Sì perché è vero, badanti e colf arrivano da tanti paesi qui in Italia. Arrivano con tante speranze come quella di un lavoro, di uno stipendio, con la speranza di poter sostenere e aiutare i propri figli che rimangono in patria. Partono da situazioni spesso svantaggiate con la più sincera delle speranze ovvero quella di una "vita migliore". Papa Francesco Bergoglio è anche lui figlio di italiani emigrati in Argentina. Di padre piemontese e di madre ligure, nato e cresciuto a Buenos Aires, conosce la situazione di tutte voi che avete lasciato i vostri paesi. Anche lui conosce il sacrificio di tante famiglie che sono partite dal proprio paese per andare all'estero a lavorare ed è con queste parole
che ha voluto significare la propria vicinanza a tutte voi. Il secondo concetto è rappresentato da quel "servizio prezioso" espresso nelle parole di Papa Francesco. Il lavoro di badante è importante. C’è chi pensa che le badanti arrivate da altri paesi abbiano tolto lavoro alle donne italiane ma siamo in molti invece a credere che queste signore umili e disponibili anche ai servizi più impegnativi risolvano un problema che noi da soli non siamo capaci di risolvere. Il fatto più serio e che sarebbe ingiusto non evidenziare è che in molti casi il ricorso alla badante non è la ricerca di un aiuto a causa di esigenze di lavoro ma una vera e propria consegna del nostro caro a qualcun altro per toglierci di torno un peso. Anche per questo non è un lavoro semplice, per certi versi è una professione/non professione estremamente dura ma che proprio per la sua specificità è diventata indispensabile per tutta la società italiana. "Tante volte noi non valorizziamo con giustizia il grande e bel lavoro che fanno nelle famiglie". Un pensiero pieno di gratitudine alle badanti, una categoria di persone che si dedica al servizio degli altri, degli anziani, soprattutto quando sono soli. Il terzo concetto è il "sostegno degli anziani e delle persone non autosufficienti". È indubbio che la vita media della popo-
lazione si è allungata, ciò comporta che settori sempre più ampi di popolazione arrivino ad età avanzate, in Italia ci sono oltre 10 milioni di persone anziane (over 65 anni), di cui molti pensionati con un reddito insufficiente a provvedere alle necessità quotidiane, spesso soli, senza parenti, amici o vicini su cui poter contare ed il numero è destinato ad aumentare. Ciò evidentemente implica la necessità, che ancora prima è dovere morale e coscienza sociale, di conoscere e riconoscere il ruolo delle persone più deboli garantendogli il mantenimento delle condizioni di autosufficienza, una discreta indipendenza, sottraendoli all'isolamento sociale al quale spesso vengono relegate. E così l'attività di sostegno delle badanti rappresenta molto più di un lavoro assicurando alle persone più fragili dignità ed equità. Papa Francesco conclude con la più semplice delle frasi ma che ha un significato tra i più alti. "Grazie tante a voi!". Il Suo ringraziamento a tutte voi significa molto più di un semplice grazie. È il riconoscimento del vostro lavoro e della vostra opera quotidiana a favore degli anziani e delle persone con difficoltà di autonomia. È il ringraziamento per quello che fate costantemente a favore delle persone fragili. È con quel "grazie" che il Papa e tutta la Chiesa vuol far sentire la propria vicinanza a tutte voi/ noi. Grazie Papa Francesco
Segnaliamo in questo numero
Ospedale culturalmente competente: prevenzione e conoscenza
Il ricongiungimento familiare: aspetti pratici su come farlo
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Viaggio nel lavoro di cura. Un'indagine promossa da Acli Colf e Patronato Acli
La Rivista della Badante Ottobre 2014
Un'introduzione diversa dal solito. Il direttore de "La Rivista della Badante" ha fatto da badante al signor Vittorio per 12 ore: il diario della giornata
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di Pier Francesco Rupolo
he il lavoro di badante fosse difficile non avevo dubbi ma che fosse così "tanto" difficile non me lo sarei mai immaginato. Infatti per una volta, per una giornata intera, ho provato in prima persona cosa volesse dire fare assistenza a un "nonno". Senza dubbio era un'esperienza che mi mancava e per il direttore di una rivista che si intitola "La Rivista della Badante" è stata un'opportunità davvero importante. L'occasione è arrivata quando l'amica della redazione Tatiana, moldava, che da più di 10 anni fa da badante al signor Vittorio, un'anziano ex colonnello dell'esercito, autonomo ma non del tutto, ha dovuto richiedere una sostituzione per un giorno per andare al Consolato del proprio paese a completare delle burocrazie che le venivano richieste. Fu così che un pomeriggio di fine agosto ricevetti la telefonata di Tatiana che mi espose la necessità di avere a disposizione una giornata per il rinnovo del permesso di soggiorno del marito e che nessuna delle badanti che conosceva poteva sostituirla. Le proposi di sostituirla io. A quella mia affermazione si mise a ridere però dopo averne parlato a lungo riuscii a convincerla. Ci salutammo e ci accordammo per la sostituzione. L'appuntamento sarebbe stato il giorno successivo.
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La Rivista della Badante Ottobre 2014
Ore Ore7.00 7.00 Arrivo di primo mattino a casa del signor Vittorio nella prima periferia della città per ricevere le consegne da Tatiana. Mi lascia un foglio con la lista delle cose da fare. Le discutiamo assieme e subito dopo parte per il Consolato. Inizio il mio servizio di assistente famigliare. Il signor Vittorio ha 86 anni, da quasi 20 è vedovo e da circa 10 c'è Tatiana che gli prepara da mangiare, gli ricorda di prendere le medicine, lo accompagna la fare a spesa, pulisce casa e lo aiuta in tutte quelle cose della quotidianità che da solo non riesce più a svolgere. Ex colonnello dell'esercito in pensione ha un carattere forte e autoritario anche se con il passare degli anni ha iniziato a dimenticarsi le cose. Da sempre indipendente e amante della propria autonomia, da qualche anno l'artrosi alle ginocchia lo costringe a usare un deambulatore per muoversi. Ore 7.10 Ore 7.10 Seguendo le indicazioni di Tatiana entro in casa del signor Vittorio. Le difficoltà iniziano subito perché mi sono dimenticato di chiedere a Tatiana quale fosse la chiave per entrare nell'appartamento del mio assistito. Piccola dimenticanza che potrebbe essere trascurabile se non mi fosse stato dato un mazzo di almeno cinquanta chiavi.
Sono in ritardo e per il signor Vittorio (il colonnello) la precisione rimane un obbligo. Provo chiave per chiave. Ore Ore7.25 7.25 Con 15 minuti di ritardo e dopo aver provato e ri-provato ciascuna chiave del mazzo riesco ad aprire la porta e trovo il signor Vittorio in piedi sul deambulatore e in pigiama che mi guarda con piglio severo. Chiedo scusa e inizio la mia giornata lavorativa. Preparo il caffè, tiro fuori dalla credenza i biscotti, scaldo il latte e allestisco la tavola. Il signor Vittorio si siede e mentre gli servo la colazione. Gli faccio prendere le medicine della mattina che Tatiana mi aveva preparato in un blister. Finita la colazione accompagno il signor Vittorio al bagno.Tatiana mi ha assicurato che Vittorio è capace di arrangiarsi da solo in bagno ma vedendo quel bagnetto stretto, pieno di spigoli vivi e con i tappetini per terra non nego che sono un po' preoccupato per la sua incolumità. Mentre Vittorio si lava e si fa la barba io vado in camera da letto per riassettare il letto e preparare i vestiti che Vittorio avrebbe messo. Dalla camera tendo l'orecchio per sentire se va tutto bene in bagno. Ogni rumore sobbalzo e mi dirigo alla porta del bagno chiedendo se tutto è apposto. Lezione 1: una badante in casainè Lezionen°n° 1: una badante sempreèpreoccupata. Non c'è mai un casa sempre preoccupata. momento cui siun possa rilassare.in Non c'è inmai momento cui si possa rilassare. Ore 8.00 Ore 8.00 Vittorio è vestito e pronto. Lavo velocemente i piatti e le tazze e usciamo di casa per il nostro giro mattutino. Giornale, poste per pagare una bolletta e supermercato per la spesa. Il tutto in un raggio di 300 metri, un percorso brevissimo, se non fosse per la camminata lenta di Vittorio. Pazienza. Prima tappa: l'edicola. Sollevata dal piano stradale da un marciapiedi alto 20 centimetri. Troppo
alto per Vittorio. Cerco se lì vicino c'è una rampa dalla quale salire con il deambulatore e dopo un po', non trovandola, ci rinuncio. Acquisto io il giornale lasciando il mio assistito praticamente in strada. Tappa successiva: l'ufficio postale. Oggi è giorno di pensioni e pagamenti e la posta è piena di gente. Inoltre quest'ufficio è molto piccolo e non ha la prenotazione con il numero. Confidando che qualcuno di buon cuore ci faccia passare avanti, aspettiamo in coda il nostro turno. Dopo quasi un'ora riusciamo ad arrivare allo sportello e a pagare la bolletta. Terza tappa: il supermercato per fare la spesa. Io con il cestino e Vittorio sempre al mio fianco che mi indica cosa vorrebbe mangiare. Vorrebbe acquistare molti prodotti ma il budget per la spesa è davvero minimo. Purtroppo non ha una pensione ricchissima e Tatiana e i suoi parenti si sono raccomandati di spendere al giorno non più di 8 euro (un po' più di 50 euro alla settimana). Un po' pochi ma me li faccio bastare con disappunto di Vittorio che vorrebbe comprare più prodotti. Prendo verdura fresca al banco dell'ortofrutta e una bistecca di manzo in offerta speciale. Per il mio pranzo opto per una barretta energetica sostitutiva del pasto da 40 centesimi. Finiti i nostri giri, sempre molto lentamente, torniamo a casa per preparare il pranzo. Lezione Gliglianziani (e i (edisabili) Lezioneno.n°2 2: anziani i dispesso incontrano delle barriere archisabili) spesso incontrano delle tettoniche che gli impedisconoche di fare barriere architettoniche gli anche le cose piùdi elementari come acimpediscono fare anche le quistare un giornale, spessocome non hanno cose più elementari accorsie preferenziali nei luoghi pubblici quistare un giornale, spesso non ovvero aspettano tutti gli altri nei e le hanno corsie come preferenziali badanti devono fare economia quanluoghi pubblici ovvero (molta) aspettano do vanno a fare spesa.e le badanti devocome tutti glila altri no fare economia (molta) quando vanno a fare la spesa. Ore Ore11.30 11.30 Faccio accomodare il signor Vittorio in soggiorno a leggere
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il quotidiano sulla sua poltrona preferita mentre io in cucina inizio a preparare il pranzo. Ci vuole molta fantasia: la spesa è davvero minuscola e a preparare un pranzo equilibrato la vedo davvero difficile. Mentre preparo le pentole chiedo al mio assistito di raccontarmi di quando dalla Basilicata è arrivato in Lombardia per fare il militare, di come ha conosciuto la moglie e di quando si è sposato suo figlio. Purtroppo i ricordi vanno e vengono e mi dice di non ricordare il nome del figlio. In compenso mi racconta dei suoi genitori, dell'infanzia e del periodo della Guerra. Gli pongo altre domande ma sembra che Vittorio preferisca leggere il giornale. Continuo in silenzio la preparazione del pranzo e apparecchio la tavola. Lezione 3: gli3:anziani spesso dimenticano Lezioneno.n° gli anziani spesso gli avvenimenti recenti mentre quelli dell'infanzia dimenticano gli avvenimenti recenti ementre della gioventù no.dell'infanzia e della gioquelli ventù no. Ore Ore12.30 12.30 Tavola pronta e pranzo preparato. Accompagno Vittorio al bagno per lavarsi le mani e pranziamo. Pranza Vittorio, molto lentamente, e io mangio la mia tavoletta energetica. Tra il poco e il niente è meglio il poco. Lezione la la badante non vuole Lezioneno.n°4:4:sese badante non morire di fame deve farsi la spesafarsi per vuole morire di fame deve pranzo e cena le proprie risorse. la spesa percon pranzo e cena con le proprie risorse. Ore Ore13.30 13.30 Dopo il pranzo do a Vittorio le medicine, guardiamo il telegiornale, accompagno Vittorio al bagno e lo preparo per il pisolino pomeridiano. Messo a letto torno in cucina. Spreparo la tavola, lavo i piatti e metto tutto in ordine. La mattinata è stata impegnativa e mi siedo sul divano davanti alla televisione per vedere i titoli di coda del telegiornale. Purtroppo è giovedì e nella lista di Tatiana il giovedì è il giorno della pulizia dei vetri di casa. Tra me e me penso che con questi nuovi prodotti per la pulizia della casa farò velocissimo. Invece. Cercando di non fare rumore che possa disturbare Vittorio, inizio dalla finestra del soggiorno. Spruzzo uno spray e passo con la pezza umida. Il risultato è molto lontano da quello che immaginavo. Il vetro è ricoperto di aloni e no so cosa fare. Chiamo al cellulare Tatiana e mi faccio spiegare cosa fare. Dopo più di due ore finisco la pulizia di tutti i vetri di casa. Ho la schiena e le braccia doloranti e puzzo di varechina. Mi brucia il naso e la lingua e avverto dei giramenti di testa. Possibile un'intossicazione dall'inalazione di sostanze chimiche. Lezione no.n°5:5: quando il proprio assistitoassistito riposa, la riposa, badante Lezione quando il proprio
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continua a lavorare. Lezione no. 5 bis: aerare sempre gli amla badante continua a lavorare. bienti che si puliscono se si usano detergenti chimici. che Lezione n° 5 bis: aerare sempre gli ambienti si puliscono se si usano detergenti chimici. Ore Ore15.30 15.30 Dopo aver rimesso in ordine la casa, preparo la merenda. Té con il limone e tre biscotti di crusca. Vado in camera e sveglio Vittorio che ancora sta riposando. Alzarsi dal letto e rivestirsi nuovamente è un'operazione lunga e alle 16.00 riusciamo a prendere il tè con i biscotti. Siamo nuovamente pronti per riprendere la giornata. Inizio a guardare con ansia l'orologio per vedere quanto tempo manca al ritorno di Tatiana. Mancano ancora poche ore. Lezione no. perper la badante la giornata finisce Lezione n°6:6: la badante la non giornata mai. non finisce mai. Ore Ore16.30 16.30 Fuori non fa più tanto caldo e decidiamo di fare una passeggiata al parco sotto casa. Camminiamo per un po', sempre molto lentamente lungo il sentierino del parco pieno di buche e che mi fa temere che Vittorio possa cadere da un momento all'altro. Dopo un po' ci sediamo su una panchina vicino a delle badanti anch'esse sedute con altrettanti anziani e anziane. Converso con due di loro. Racconto che sono in sostituzione, di cosa ho preparato per pranzo e della pulizia dei vetri. Loro mi raccontano di come sono arrivate in Italia, che da più di dieci anni fanno le badanti e di come sia difficile assistere gli anziani e contemporaneamente gestire tutte le cose della casa. Vittorio nel frattempo, completamente avulso dalla nostra conversazione, guarda malinconico un gruppetto di bambini che giocano a pallone nel campetto davanti a noi. Provo a chiedergli qualcosa ma non mi bada. Lezione di socializzazione per le badanti Lezioneno.n°7:7:i imomenti momenti di socializzazione per le sono davvero rari.davvero rari. badanti sono Ore 18.00 Ore 18.00 Torniamo a casa e prepariamo assieme la cena. È rimasto ben poco di quello che abbiamo acquistato al supermercato la mattina. Sedano, carote e qualche patata così decido di preparare una minestra di verdure. Nel frigo trovo un pezzo di pollo e così lo aggiungo. Tuttosommato non dovrebbe andare proprio male come cena. Metto a sedere Vittorio al tavolo della cucina e gli accendo la televisione piccola mentre spelo le patate e preparo le altre verdure. Pulisco le carote e le faccio a pezzettini. Pulisco il sedano e metto tutto assieme in un pentola a pressione. Anche chiudere la
pentola a pressione si rivela un'operazione difficile. Nel frattempo ritento qualche tipo di conversazione con Vittorio ma sembra che non sia molto interessato a parlare. Continuo in silenzio a preparare la cena. Lezione non° 8: la8:badante lavora inlavora silenzio.in Lezione la badante silenzio. Ore Ore18.45 18.45 La cena è pronta. Porto Vittorio a lavarsi le mani e lo siedo nuovamente al tavolo. Lo aiuto a mettersi il bavaglio e cena. Avendo finito le mie scorte alimentari della giornata osservo il mio assistito che mangia. Gli chiedo se gli piace la minestra che ho preparato e lui annuisce senza dire una parola. Nel frattempo gli preparo le medicine per la sera con un bicchiere d'acqua. Riguardo l'orologio. Manca poco.Tatiana dovrebbe tornare tra mezz'ora. Quando Vittorio ha finito di cenare e prendere le sue medicine, spreparo la tavola, lavo i piatti, pulisco tutta la cucina e carico la lavatrice con i panni da lavare. Tatiana mi aveva detto di accenderla la sera così si risparmia sui costi dell'elettricità. Provo ad accenderla ma non riesco a capire come si fa. Cerco il libretto delle istruzioni e non lo trovo.Visto che sono pochi li lavo a mano nella vasca del bagno. Strizzati per bene li stendo sullo stendino nel pogiolo. E intanto il tempo passa. Lezione non° 9: 9: la badante deve sapere Lezione la badante deve usare gli elettrodomestici di casa (e io sapere usare gli elettrodomestici noncasa so neppure accendere una lavatri-acdi (e io non so neppure ce). cendere una lavatrice). Ore Ore19.15 19.15 Tatiana dovrebbe essere già arrivata ma non si vede. Provo a chiamarla al cellulare e mi dice di avere pazienza altri dieci minuti perché c'è parecchio traffico e l'autobus va avanti a passo di lumaca. Allora Vittorio inizia a preoccuparsi e mi chiede dov'è sua figlia e perché non torna. Piccolo particolare che non avevo considerato per tutta la giornata.Vittorio pensa che sia sua figlia a prendersi cura di lui e della sua casa, a preparargli da mangiare e a seguirlo giorno e notte. Piange e si lamenta dell'assenza di Tatiana. Cerco di rassicurarlo dicendogli che sarebbe tornata tra pochissimo ma tutti i miei tentativi sembrano vani. Lezione le badanti Lezione no.no. 10: le10: badanti diventano didei ventano famigliari. dei famigliari. Ore 19.30 Ore 19.30 Arriva Tatiana. Finalmente. Tiro un sospiro di sollievo. Vittorio si rasserena. Le racconto com'è andata la giornata. Le dico che le difficoltà incontrate sono state diverse e tra le più banali. Dall'apertura della porta di casa, all'attesa alla posta, al dover fare risparmio quando si va a fare la spesa, alle pulizie di casa se
non si conoscono i prodotti e "come fare". Le confesso che quello che poteva sembrare un lavoro facile è stato per me difficile e impegnativo. Non le nego che pensavo di avere a disposizione del tempo libero soprattutto quando Vittorio era andato a riposare nel pomeriggio ma che in effetti non è stato così. La difficoltà maggiore è stata quella di entrare in sintonia con il signor Vittorio. Anche fare due chiacchiere, parlare del più e del meno, scambiarsi due parole giusto anche per farsi semplicemente compagnia è complesso con un anziano che vive il presente con il pensiero al proprio passato. Tatiana sorride come a volermi far capire che lei tutti i giorni, 24 ore su 24, fa quello che io ho svolto in sole 12 ore. Mi conferma inoltre che le uniche occasioni in cui riesce a parlare con qualcuno è quando va al parco e trova altre badanti per discutere del più e del meno. Le giornate passano, lavorando molto, prendendosi cura di Vittorio e soprattutto sempre e comunque nel silenzio. In questi anni si è affezionata al signor Vittorio. Effettivamente è come se fosse sua figlia e non nega il fatto che più passa il tempo più vede il suo assistito indebolirsi e reagire sempre di meno agli stimoli che provengono dall'esterno. Purtroppo pur rimanendo sempre indipendente, con l'avanzare dell'età lo vede sempre più malinconico e sempre meno disposto a conversare. Le restituisco le chiavi di casa e il foglietto con gli appunti che mi aveva lasciato. Guardo l'orologio per un'altra volta. Ore 20.30 Ormai fuori inizia già il tramonto. Le giornate hanno cominciato ad accorciarsi. è il momento che me ne vada e faccia ritorno a casa.Tatiana prende Vittorio sottobraccio e mi saluta chiudendo la porta di casa. Rimango un altro poco davanti alla porta chiusa e ripenso a tutta la giornata trascorsa con il signor Vittorio e a come passerà i prossimi giorni Tatiana. Camminando verso casa non riesco a non ripensare a quello che ho fatto per sole 12 ore. Alla colazione che ho preparato, alle barriere architettoniche, a quei silenzi così assordanti dentro quell'appartamento. Ripenso soprattutto a tutte quelle badanti che per scelta o per necessità svolgono questa professione che ancora ora, anche se la crisi si fa sentire e la disoccupazione avanza sempre più, in poche ancora sono disposte a fare. Tornando a casa ne vedo ancora di assistenti famigliari che tornano per preparare la cena presso le abitazioni dei propri assistiti. Si riconoscono e un po' come loro mi sento anch'io dopo l'esperienza di quella giornata. Sono arrivato. Apro la porta di casa. Mi guardo indietro e nel mio ultimo pensiero di quella giornata il ricordo di tutte le Tatiana, Lyudmyla, Helena, Alina che domani si sveglieranno e continueranno a fare le badanti ad altrettanti Vittorio.
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Appunti Animazione a domicilio
Alleniamo insieme la mente testo di Barbara Gamba
"Se ricordo chi fui, diverso mi vedo e il passato è il presente della memoria" da “Odi di Ricardo Reis” di Fernando Pessoa
L’
incontro tra due persone per qualsiasi motivo avvenga rappresenta un viaggio, un viaggio è sempre la ricerca di qualcosa che spesso manca e che non è possibile trovare se non ci si distacca da ciò che già si conosce lasciando qualcosa per fare spazio a qualcosa d’altro. Ogni viaggio, ogni partenza conduce a un ritorno, si parte e si torna sempre, a casa però si ritorna un po’ più ricchi, più consapevoli del proprio io e del mondo che ci circonda. Questo viaggio, interiore e fisico è il percorso che ogni giorno l’anziano e l’assistente familiare compiono per incontrarsi portando con sé l’essenziale: se stessi con le proprie paure, difficoltà, incertezze e aspettative per essere disponibili a vivere l’esperienza che il viaggio e la sua meta, l’incontro appunto offre come la possibilità di provarsi, confrontarsi, vivere insieme la quotidianità trovando risorse per donarle ancora un senso. Spesso quando si cerca di descrivere la Terza Età l’immagine che ricorre è l’autunno, un tempo dove i colori divengono espressione di ricordi, sensazioni e profumi e dove l’ammira-
zione è legata a come si invecchia, a come si ricorda e a quanto si ama il presente. L’anziano non nega ciò che è stato il suo agire, non lo rimanda a un futuro che verrà, ma lo penetra profondamente e lo rappresenta quotidianamente. Il passato non è rimpianto ma ricchezza assoluta e il presente bagaglio del passato è la dimensione privilegiata su cui l’assistente familiare agisce. Ed è qui nella quotidianità che l’oggi offre, che l’operatore con discrezione e rispetto può trovare strumenti facili ma ugualmente importanti per valorizzare e ricondurre l’anziano attraverso un passato non da dimenticare ma da far emergere, al suo presente. Il percorso di "ri-orientamento cognitivo", è uno strumento che ha lo scopo di aiutare anziani affetti da demenza senile, "orientandoli" nel tempo e nello spazio e stimolando l'assimilazione di nozioni semplici, che riguardano le persone che li circondano o gli oggetti di uso comune. Si rivolge a soggetti che presentano confusione mentale, disorientamento spazio-temporale, perdita di memoria, soggetti che spesso necessitano di assistenza per un decadimento fisico e cognitivo più o meno lento.
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Ha mai avuto la Lambretta, la Vespa?
Le funzioni cognitive sono quelle che ci permettono di percepire gli stimoli dell’ambiente, di rappresentarli in modo astratto, di riconoscerli e comprenderli, di decidere, in base a queste rappresentazioni, quale comportamento sia meglio mettere in atto. Insomma ci consentono di relazionarci, di organizzare e finalizzare il nostro comportamento, interagendo con la realtà. Le funzioni cognitive sono l’attenzione, la percezione, la capacità di conoscere come muoversi e il farlo in modo adeguato, la memoria. Una delle funzioni che tende a risentire maggiormente del fattore età è sicuramente la memoria; ciò viene vissuto dall’anziano come un’inevitabile perdita di efficienza e svalutazione della propria persona. La possibilità perciò, di mantenere il più possibile abilità residue e individuare nuove strategie per rispondere ancora in modo soddisfacente a problemi quotidiani costituisce un’importante risorsa per l’anziano, che può aiutarlo a sentirsi ancora “vivo”.
Si ricorda come si stirava una voltae quando ha avuto il suo primo ferro da stiro elettrico? sto storico, sociale attuale. Cercare vecchie stampe della città e contrapporle a immagini attuali, pensare ad esempio ai giochi dell’infanzia e cogliere l’occasione paragonandoli a quelli del nipote permette di trovare insieme similitudini e differenze che aiutano la mente a ritrovare la dimensione del presente. Le stesse differenze culturali, di tradizioni o usi tra operatore e assistito rappresentano sicuramente un’ulteriore ricchezza di dialogo che deve essere valorizzata. Argomenti come vecchie ricette, abiti, mestieri di una volta, antiche sagre e feste paesane, la scuola, canzoni, permettono di stimolare la memoria autobiografica ed episodica, e soprattutto di creare un dialogo, una relazione profonda di fiducia reciproca.
Esempi Esempi 1) Nella suasua casa casa aveva ilaveva focolare? Cosa 1) Nella il focosi mangiava più spesso e chi cucinava, lare?sono Cosa si mangiava quali i sapori e i profumipiù chespesso ricore chi cucinava, quali sono i sapori e da? 2) Guardiamo insieme la sua cui profumi che adesso ricorda? cina, come cuciniamo noi, dove teniamo il 2) Guardiamo adesso insieme la sua cibo? cucina, comecome cuciniamo dove te-e 3) Si ricorda si stirava noi, una volta… quando il hacibo? avuto il suo primo ferro da stiro niamo La rievocazione infatti, di momenti difficili, elettrico? 3) Si ricorda come si stirava una temi quali lutti, la guerra, ecc. non trattati 4) Ha mai avuto la Lambretta, la Vespa? Cercare vecchie immagini volta… avuto eilquale suo da personale preposto ed esperto posso5) Quandoehaquando imparatoha a guidare a rle contrappo e primo ferro da stiro elettrico? della città no, portare a una incapacità di gestione è stata la sua prima auto? dell’emotività dell’assistito con conse6) l’autola di suo figlio, le piace, 4)Adesso Ha quale mai èavuto Lambretta, la immagini attuali guenze anche gravi. I ricordi e racconti dell’anziano che colore è? Vespa? invece supportati da vecchie fotografie, personali e 5) Quando ha imparato a guidare e quale è stata la non, ci permette di conoscere meglio la persona con cui ci sua prima auto? relazioniamo e aiutarla a differenziare il passato dal presente. Tale percorso di mantenimento comincia intraprendendo insieme una sorta di “viaggio ideale”, che inizia dal passato e arriva al presente, all'oggi, condividendo e imparando a conoscere, soprattutto grazie all’aiuto dei familiari, eventi importanti, ma non dolorosi e sofferenti della vita dell’anziano con cui si interagisce.
È necessario porre attenzione ad evitare di soffermarsi soltanto sulle esperienze passate, perché ciò, rischierebbe di rinforzare la naturale tendenza delle persone anziane a sentirsi protagoniste solo di quel periodo di tempo agevolando invece la ricerca di differenze, similitudini e connessioni con il conte-
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6) Adesso quale è l’auto di suo figlio, le piace, che colore è?
Naturalmente questi sono solo spunti per dialoghi possibili, importante è tenere a mente che non si deve sottoporre l’anziano a una serie di domande valutando la risposta più o
organizzare insieme le attività quotidiane aiutandosi anche con un grande orologio
Usando le foto che avete in casa chiedere il nome del figlio, della nuora o dei nipoti... meno corretta o adeguata ma la ricerca di costruire una comunicazione che coinvolga entrambi, e soprattutto sia dettata dal desiderio di ascoltare e conoscere chi si ha di fronte. Si può successivamente con pochi strumenti proporre anche a domicilio attività utili per supportare le diverse abilità cognitive: l’orientamento nel tempo, l’orientamento nello spazio, l’attenzione visiva, alcune, funzioni logiche e funzioni mnesiche, divertendosi. Provare a organizzare insieme le attività quotidiane, pensare a ciò che si può fare selezionando le cose e collocarle nei giusti momenti della giornata, aiutandosi anche con un grande orologio rappresenta una prima attività utile a scandire il tempo.
Esempio La mattina dobbiamo andare… a messa, Esempio nelmattina pomeriggio… programLa dobbiamo vedremo andare… quel a messa, nel poma, alla sera faremo…” meriggio… vedremo quel programa, alla sera
nzo pra
merenda
mess a
zione di qualche pietanza particolare far odorare piante aromatiche, spezie di uso comune e insieme ricercarne il nome stimola oltre che la vista, l’olfatto. Capita spesso che un anziano disorientato non riesca a vestirsi in maniera adeguata alla stagione o al tempo esterno. Prima di aiutarlo a vestirsi è bene insieme ricordare che giorno è, il mese, e guardare dalla finestra se c’è il sole o piove, un altro espediente è quello di realizzare insieme un guardaroba adeguato alla stagione cercando di evitargli confusione nella scelta degli abiti e scarpe da indossare relativi a stagioni differenti. Il tutto nell’ottica della promozione della sua autonomia e soprattutto della sua capacità decisionale elemento portante di ogni attività proposta.
Altre attività possono essere fatte ascoltando musica o vecchie canzoni e ricordando il nome del cantante o autore, o solo trovando insieme categorie di oggetfaremo…” ti che possono essere collocati in un determinato ascoltando ambiente Altra attività possono aiutare a stimolare la meo magari di uno stesso colore. Provare a moria di facce e nomi. vecchie canzoni creare categorie di oggetti, presenti in cucina, alisuddivisi per colore o cimentarsi in attiviricordare il nome menti Esempio tà più complesse come indovinelli o vecchi detti Esempio cantante del Provare a chiedere all’anziano che accudite senza che popolari può essere davvero utile ma soprattutProvare a chiedere all’anziano che accudite vi stia guardando se ricorda di che colore sono i vostri to divertente. senza oche vi stia sedeiricorda di che occhi? i capelli? nellaguardando maggior parte casi di certo non lo saprà provate alloraoa imettervi a farvi Le attività proposte, mai imposte e di breve durata, meglio coloreo sbaglierà, sono i vostri occhi? capelli?davanti nellaa lui maggior guardare e poi a girarvi e ripetergli la domanda. proposte al mattino quando l’attenzione dell’anziano è più parte dei casi di certo non lo saprà o sbaglierà, proalta, come sempre devono coinvolgere e per questo piacere vate allora a mettervi davanti a lui a farvi guardare ad entrambi.
e poi a girarvi e ripetergli la domanda.
Potete rifarlo con i figli e i nipoti utilizzando fotografie presenti in casa… o visualizzando insieme gli oggetti presenti in un ambiente e andando poi a curiosare su chi di voi ha raggiunto il numero maggiore di oggetti riconosciuti. Il riconoscimento può essere fatto anche durante la prepara-
Ognuno può trovare stimoli condivisibili e proponibili che permettano all’anziano di investire sulle proprie potenzialità, permettendogli di sentirsi vivo e impegnato affinché la vita stessa acquisti un senso nel suo divenire e trascorrere, valorizzandolo in primis come persona e non solo come malato, si possono ottenere risultati inattesi e gratificanti che conducono a un nuovo viaggio
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Bianco, nero e grigio La proposta di legge
Come pagare badanti, colf e baby sitter a un costo inferiore “al nero” e soprattutto legalmente
voucher
I
n questo periodo si sente gio per l’utilizzatore del voucher testo di Attilio Bassetti parlare molto di voucher (famiglia e impresa) risiede prevalenuniversale per i servizi alla persona e alla famitemente nella differenza fra il suo valore nominale e il suo glia. Attualmente è solo una proposta di legge costo effettivo inferiore che, di conseguenza, consente di ma se ne sta discutendo e sembrerebbe una pagare i servizi alla persona nel mercato regolare a costi più risorsa utile per aiutare un po’ le famiglie e un po’ l’Italia a bassi rispetto al mercato irregolare. sollevare il Pil, incentivando in maniera semplice e veloce il mercato del lavoro e facendo emergere una buona fetta di Cos’è e come dovrebbe funzionare il “voucher uniCos’è e come dovrebbe funzionare il lavoro non regolare “in nero” e “in grigio” cioè quello dichiaversale per i servizi alla persona e alla famiglia”? “voucher universale per i servizi alla rato solo parzialmente e svolto con il rispetto solo parziale persona e alla famiglia”? degli oneri retributivi e contributivi. Il voucher universale è definibile come un titolo al portatoIl voucher universale per i servizi alla persona e alla famire, nominativo e non cedibile, per l’acquisto dei servizi alla glia così come è stato descritto nella proposta di legge dopersona, emesso da società ed enti pubblici e privati autovrebbe essere un buono lavoro con cui pagare la badante, rizzati dallo Stato e dalle regioni, sulla base di una disposila colf o la baby sitter che lavora al di fuori di un normale zione di legge, che beneficia di particolari vantaggi fiscali e contratto di lavoro in modo discontinuo e saltuario e senza contributivi a favore sia degli utilizzatori che dei prestatori la necessità di sottoscrivere un contratto di lavoro e tutto accreditati. Il voucher universale può essere acquistato ciò che consegue. direttamente dalle famiglie per pagare lavoratori o imprese che erogano servizi alla persona, oppure dalle imprese per Chiave di successo per il funzionamento del voucher è fornire una facilitazione ai propri dipendenti per agevolare le loro attività lavorative e migliorare la conciliazione costituita dal costo per gli utenti che dovrebbe essere pari fra lavoro e cura della famiglia, ma anche da parte di enti o inferiore a quello praticato nel mercato nero. Il vantag-
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pubblici e privati per l’erogazione dei servizi alla persona nell’ambito delle politiche di protezione sociale. Il progetto di legge prevede che nel caso di prestazioni occasionali di tipo accessorio rese dal lavoratore nell’ambito di lavori domestici che non danno luogo, con riferimento al medesimo datore di lavoro (impresa, ente, datore di lavoro individuale), a compensi non superiori a 5.000 euro, elevato a 6.000 euro in presenza a carico del contribuente di un figlio o di una persona di età superiore a 65 anni e a 8.000 euro in presenza a carico del contribuente di persona non autosufficiente nel compimento degli atti della vita quotidiana o con invalidità permanente non inferiore all’80% nel corso di un anno solare, la procedura di pagamento con il voucher universale sostituisca il contratto di lavoro e garantisca una detrazione fiscale pari al 33% degli oneri sostenuti dal contribuente. Per quanto riguarda i voucher erogati dalle imprese a favore dei propri dipendenti, non si prevede alcuna norma aggiuntiva, ma s’interviene semplicemente stabilendo che le agevolazioni fiscali già previste a favore delle misure di welfare aziendale si applicano anche quando i benefit sono erogati dal datore di lavoro attraverso il voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia. Quindi pagare con il voucher universale conviene perché costa meno del nero.
ficienti, basato sui principi della sussidiarietà, attraverso la responsabilizzazione, il coinvolgimento e la valorizzazione di tutti i soggetti pubblici e privati del settore sociale e delle imprese al fine di mobilitare risorse aggiuntive a quelle pubbliche; • promuovere la crescita dell’occupazione regolare e migliori condizioni di lavoro nel comparto degli “household services”, considerato dalla Commissione europea il settore con il più elevato potenziale di aumento dell’occupazione e del valore aggiunto, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione e alla maggiore domanda dei servizi di cura dell’infanzia da parte delle lavoratrici e dei lavoratori; • far emergere il lavoro nero così diffuso fra i collaboratori domestici e gli assistenti personali anche per consentire il recupero di risorse aggiuntive da destinare ai servizi attraverso il maggior gettito contributivo determinato dall’aumento dell’occupazione regolare nel comparto dei servizi alla persona; • adottare un sistema universale e standardizzato di voucher per il pagamento dei servizi alla persona da parte delle famiglie, delle imprese e delle amministrazioni pubbliche che sia flessibile, facile da utilizzare e che sia stato già sperimentato con risultati positivi in altri paesi.
33%
E in effetti analogamente a come funziona in altri paesi della Comunità Europea (in Perché istituire un vouFrancia ci sono i “Chèque emploi service cher universale per i Ma perché istituire un voucher universale universel - CESU”, nel Regno Unito i servizi alla persona e per i servizi alla persona e alla famiglia e “Childcare Vouchers” solo per le baby sitter alladovrebbero famiglia e quali è la detrazione quali essere i risultatidoattesi da e in Belgio i “Titres-services pour les servivrebbero questa riforma?essere i risultati fiscale degli oneri ces et emplois de proximité”) questo nuovo voucher universale introdurrebbe delle ageattesi da questa riforma? sostenuti dal In Italia mancano circa 1 milione di posti di volazioni fiscali innanzitutto a favore delle contribuente per lavoro nel settore dei servizi alle famiglie. I che utilizzano il voucher universale i pagamenti con il famiglie voucher universali per i servizi porrebbero per i servizi alla persona e alla famiglia. voucher universale l’Italia al passo con l’Europa, innescando un per i servizi alla circolo virtuoso fatto di creazione di nuovi Inoltre, la proposta di legge prevede: posti di lavoro nei servizi, all’emersione del • che il voucher sia nominativo e non possa persona e alla lavoro nero, all’aumento dell’occupazione essere ceduto o utilizzato per l’acquisto famiglia (in particolare femminile) e alla consedi servizi diversi da quelli previsti dalla guente crescita del Pil. Secondo una ricerca del Censis, il proposta di legge; sistema a regime avrebbe un costo di circa 3,6 miliardi di • l’istituzione dell’albo nazionale dei collaboratori domeeuro che si riduce a 1,9 miliardi tenuto conto dei benefici stici e degli assistenti personali per le persone non autosufdiretti (emersione del lavoro irregolare, nuova occupazione ficienti, consultabile sulla rete Internet al fine di filtrare le e minor impiego dell’Indennità di disoccupazione) e a 700 candidature richiedendo alcuni requisiti che escludano le mila euro se si considerano quelli indiretti (occupazione in persone con precedenti penali e di offrire alle famiglie la altri settori, gettito Iva su consumi familiari, imposte su utili possibilità di selezionare le candidature per il colloquio; d’impresa). • che il sistema telematico di amministrazione del voucher debba consentire ai datori di lavoro e ai lavoratori di gestire La proposta di legge, alla cui elaborazione hanno partecipatutte le operazioni e le incombenze amministrative esclusito l’Istituto Sturzo e il Censis, si propone di: vamente online; • favorire la costruzione di un sistema di servizi alla • la creazione di un apposito sportello presso i servizi per il persona e alla famiglia più efficiente, di qualità e con lavoro al quale possano rivolgersi sia i collaboratori disoccosti sostenibili che faciliti la conciliazione fra vita cupati che le famiglie che cercano personale domestico; privata e attività professionale al fine di contribuire alla • la certificazione della qualità dei servizi offerti dalle crescita dell’occupazione femminile; imprese, organizzazioni non a scopo di lucro e associazioni • rendere sostenibile un moderno e più equo sistema di abilitate a erogare servizi alla persona e alla famiglia, attrawelfare a favore dell’infanzia e delle persone non autosufverso il riconoscimento di un marchio di qualità.
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Come dovrebbe funzionare esattamente il voucher nelle intenzioni dei Ma come dovrebbero funzionare esattamente i voucher suoi promotori? I buoni-chèques potranno essere utilizzati da tutti coloro che hanno esigenze di cura per pagare soggetti fisici (babysitter, badanti, colf) e non (asili nido, centri per anziani, ma anche associazioni del terzo settore accreditati, ecc.) che erogano servizi di cura rivolti a bambini, anziani non autosufficienti e persone con disabilità. Lavoratori e organizzazioni che forniscono i servizi potranno poi riscuotere i voucher presso gli istituti bancari convenzionati. I voucher potranno essere di tre diverse tipologie: voucher per famiglie e individui che li “acquistano” online per pagare i servizi di cura; voucher forniti dalle imprese ai propri dipendenti nell’ambito delle proprie politiche di welfare aziendale (e che potranno essere totalmente finanziati dalle imprese o co-finanziati dai lavoratori); voucher erogati dagli enti locali nell’ambito delle proprie politiche di welfare pubblico a favore di persone bisognose e di persone svantaggiate o con esigenze di conciliazione. Il sistema si basa sostanzialmente su tre pilastri (Figura A), ciascuno dei quali contribuisce in diversa misura a ridurre il costo dei servizi per la famiglia attraverso un unico titolo di credito: 1) le famiglie che acquistano a costo agevolato i servizi; 2) le imprese che erogano a costi agevolati prestazioni di
welfare aziendale ai propri dipendenti o le banche in favore dei propri clienti; 3) le amministrazioni regionali e locali che erogano servizi alla persona a favore di persone bisognose e svantaggiate o servizi di conciliazione ai destinatari delle politiche del lavoro attraverso i servizi pubblici e privati del lavoro.
Le premesse sono buone ma come si può garantire la sostenibilità finanziaria del sistema del voucher uniLe premesse sono buone ma come si può garantire la sosteversale per del i servizi persona e i nibilità finanziaria sistema delalla voucher universale per alla famiglia? servizi alla persona e alla famiglia? L’elemento decisivo di sostenibilità finanziaria del sistema basato sul voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia è rappresentato, come è stato sottolineato anche dalla Commissione Europea, dal saldo tra il minor gettito determinato dalle agevolazioni fiscali a favore delle famiglie e delle imprese e il maggior gettito soprattutto contributivo e fiscale determinato dall’emersione del lavoro non regolare e da altri fattori come l’aumento degli occupati nel settore dei servizi alla persona, la creazione di nuove imprese in questo settore, l’aumento delle donne occupate, la crescita degli anziani non autosufficienti che possono restare più lungo a casa in alternativa ai servizi di assistenza residenziali.Tale saldo consente di contenere in una dimensione accettabile gli oneri a carico della finanza pubblica per l’istituzione del voucher universale
welfare famigliare
welfare pubblico
welfare aziendale
Servizi alla persona
Benefit a favore dei propri dipendenti
Prestazioni sociali a favore di persone bisognose e svantaggiate
voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia
beneficiari dei voucher Bambini, anziani non autosufficienti, persone con disabilità
prestatori di servizi pagati con voucher
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Lavoratori domestici e assistenti, imprese, asili nido e altri servizi per l'infanzia, associazioni, cooperative sociali, soggetti del Terzo Settore accreditati La Rivista della Badante Ottobre 2014
IL SALONE DELLA BADANTE
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EDIZIONE
Fiera di Verona
13/14 DICEMBRE 2014 Orario 9.30/18.00 - INGRESSO GRATUITO DAL CENTRO CONGRESSI
La figura della badante è entrata nell’intimo della vita famigliare italiana IN CONTEMPORANEA
SB001
www.salonedellabadante.it
Info: Tel. 049.8750640 - 049.8642780 - segreteria@salonedellabadante.it La Rivista della Badante
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Formazione alla salute
"Ospedale Culturalmente Competente, associazioni, mediatori culturali: sinergie per l’accesso ai servizi e per l’integrazione dei migranti" il progetto cofinanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini dei Paesi terzi e dal Ministero dell’Interno che mira a creare una sinergia tra le azioni svolte all’interno dell’ospedale dagli operatori sanitari, i mediatori culturali e il territorio della città di Roma, attraverso il coinvolgimento delle comunità straniere e delle associazioni che lavorano con e per i migranti
F
anno lavori che mettono testo di Sabrina Valletta delle patologie più diffuse. Ma anche quali a dura prova il fisico e la sono le abitudini quotidiane che permettono mente, non hanno tempo per l’attività fisica di mantenersi in salute a tutte le età. Il progetto “Ospedale e trascurano di curare l’alimentazione. Così Culturalmente Competente” poggia le sue basi su tre pilastri: i migranti che arrivano in Italia in cerca di una vita migliore la mediazione linguistica, gli incontri con i migranti e la collarischiano di mettere in serio pericolo la propria salute. E non borazione delle Associazioni. «Il ruolo di queste ultime è stato solo: i costi delle patologie dovute a una mancata prevenzione fondamentale», spiega la dottoressa Maura Cossutta, medico si ripercuotono, poi, sul Sistema Sanitario Nazionale. e delegato per il progetto europeo “Ospedale Culturalmente Competente” per il San Camillo. «I nostri partner - Acmid Per aiutare i cittadini stranieri, e non solo, a tutelare il benesDonna, Associazione Interculturale Griot e AssoMoldave sere psicofisico, l’ospedale San Camillo Forlanini di Roma ha sono stati preziosi per la buona riuscita dell’iniziativa, perché aperto le porte al progetto "Ospedale Culturalmente Compe- rappresentano un ponte tra noi e i destinatari del progetto». tente, associazioni, mediatori culturali: sinergie per l’accesso ai servizi e per l’integrazione dei migranti", cofinanziato dal Particolare attenzione è stata rivolta alla salute materna e Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini dei Paesi Terzi e infantile, ai consultori presenti nella capitale, alla sicurezza dal Ministero dell’Interno (FEI/2012/Az.6/PROG-103656). sul posto di lavoro, al Pap Test, all’importanza degli screening e alla prevenzione dei tumori. «E proprio il tema della preLo scopo dell’iniziativa, che ha preso il via ad aprile 2014 e venzione è stato quello che ha riscosso maggiore interesse», che si è conclusa a giugno di quest’anno, è far capire che anche continua la dottoressa Cossutta, che sottolinea come «molto le persone straniere possono usufruire dei servizi sanitari e poco siano conosciuti i nostri servizi di prevenzione da parte ricevere le cure migliori previste dalla legge italiana, con parti- dei migranti. Anche per questo sono necessarie iniziative colare riferimento alle malattie causate dalle attività lavorative come questa, che cercano di facilitare l’accesso ai servizi e comunque dovute alla condizione di migrante. socio sanitari e l’integrazione dei migranti attraverso la giusta informazione distribuita nelle diverse comunità presenti sul Ed ecco, allora, che diventa necessario spiegare, soprattutto territorio». alle donne che arrivano dai Paesi dell’ex Unione Sovietica per fare le badanti, o a quelle indiane, marocchine o sudamericaA confermare il forte interesse per il progetto è Tatiana None, come accedere ai servizi sanitari e come prevenire alcune gailic, presidente di Assomoldave, che racconta della grande
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partecipazione in “rosa” agli incontri con gli specialisti: «le migranti non conducono una vita semplice in Italia, e sicuramente hanno poco tempo da dedicare a se stesse. Spesso vivono rinchiuse tra quattro pareti, non escono per giorni e di certo non possiamo paragonare le pulizie di casa L'ospedale san all’attività fisica. Quando si lavora tantissime ore al forlanini a giorno, come nel caso delle badanti, si dimentica di andare dal medico per il mal di schiena, dovuto, magari, agli sforzi che si fanno per aiutare l’anziano che si assiste ad alzarsi dal letto, e non si pensa a fare le analisi o le visite di controllo almeno una volta ogni anno». Per questo «gli incontri con gli ortopedici, i ginecologi, i cardiologi, i gastroenterologi e i dermatologi sono stati importanti e anche molto interessanti», afferma Tatiana Nogailic. «Sono stati approfonditi argomenti che riguardano da vicino la salute della donna: dalle allergie alla depressione, dalla mammografia al prolasso dell’utero, dal mal di schiena alla violenza di genere. Finalmente è stato l’ospedale a “entrare” nelle comunità». E il ruolo «di noi associazioni è stato utile, perché siamo state il megafono dei bisogni della nostra gente». Di fondamentale importanza, inoltre, aggiunge la dottoressa Maura Cossutta, «è il servizio di mediazione culturale all’interno della struttura ospedaliera, una buona pratica che non deve assolutamente essere abbandonata, al di là della fine del progetto. La presenza dei mediatori,
che accompagnano il paziente dall’accettazione fino alle dimissioni, rappresenta una sfida a un miglioramento generale della qualità del nostro Servizio Sanitario». A completare il quadro, il materiale informativo tradotto in 11 lingue e distribuito in ospedale. Cartelloni e camillo depliant sull’importanza della prevenzione e sulla struttura del roma Servizio Sanitario Nazionale, con informazioni sulla salute delle donne e del bambino e sul puerperio, ma soprattutto la traduzione dei consensi informati, di fondamentale importanza per la tutela dei diritti di ogni paziente. Il tutto, con il coinvolgimento di medici e infermieri dell’ospedale romano. «Un’iniziativa che ci ha dato molte soddisfazioni», afferma decisa la dottoressa Cossutta, che annuncia uno dei suoi prossimi obiettivi: «Potenziare il Forum sulla salute di donne italiane e migranti dell’ospedale San Camillo», una piazza virtuale dove ci si incontra per studiare proposte in grado di migliorare la vita dei pazienti dell’ospedale romano. Qui mediatrici culturali provenienti dal Marocco, dalla Cina, dalla Romania o dall’Egitto si confrontano e aiutano anche i medici e gli infermieri italiani ad accostarsi a pazienti con culture molto diverse dalla loro, aiutandoli a capire cosa c’è alla base di eventuali rifiuti di cure o paure che ai nostri occhi possono apparire infondate. Insomma, un’attività complessa e molto delicata, che va nella direzione di un ospedale culturalmente competente, capace di accogliere e comprendere pazienti con esigenze diverse, accompagnandoli per mano nel loro percorso di salute
GLI OPUSCOLI INFORMATIVI SONO TRADOTTI IN 11 LINGUE
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Il ricongiungime Il ricongiungimento familiare è il diritto a mantenere o a riacquistare l’unità familiare, nei confronti dei familiari stranieri, concesso allo straniero che vive in Italia.Lo straniero regolarmente soggiornante nel territorio nazionale, titolare di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o di un permesso di soggiorno, in corso di validità, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo, per protezione sussidiaria, per studio o per motivi religiosi, di durata non inferiore a un anno, può presentare istanza per il rilascio del nulla osta al ricongiungimento familiare per determinati congiunti previsti dalla legge
L
a domanda di ricongiungimento famigliare viene presentata presso lo Sportello Unico per l'Immigrazione (SUI), della provincia di residenza dell'interessato. Inizialmente è necessario spedire una richiesta telematica compilando un apposito modulo che si trova sul sito del Ministero dell'Interno. Per rendere più semplice la procedura l'interessato può chiedere assistenza presso gli uffici autorizzati che offrono patrocinio gratuito ai cittadini stranieri, che si trovano sul territorio, oppure può utilizzare direttamente la procedura on-line scaricando il programma SUI (https://nullaostalavoro.dlci.interno.it/Ministero/ download). Il programma può essere scaricato dal sito web del Ministero
testo di Vojsava Zagali dell'Interno all'indirizzo www.interno.gov.it nell'area "Immigrazione". Come prima cosa è necessario iscriversi ed aver ottenuto l’autorizzazione dell’iscrizione. Questo avviene in forma strettamente sicura, utilizzando la mail personale oppure la mail indicata dall'interessato. Solo dopo si può entrare nel sito del Ministero dell'Interno compilando le apposite caselle con le proprie credenziali, ovvero, l'indirizzo della propria posta elettronica e la password scelta durante l'iscrizione/ autorizzazione. All'apertura del programma si propongono diverse procedure/richieste di "nulla osta" che si possono inviare on-line.
Collegarsi al sito www.interno.gov.it e accedere all'area "Immigrazione" nel menù a sinistra della home page
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Nel nostro caso si entra, cliccando sulla voce "Richiesta nulla osta per ricongiungimento famigliare - Modello S” Dopo qualche giorno l’interessato viene convocato presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione (SUI) competente per il territorio munito di tutta la documentazione richiesta: Documenti che riguardano l’interessato ed eventuali famigliari che concorrono al raggiungimento del reddito richiesto (passaporto, permesso, Codice Fiscale, Carta d’Identità); Fotocopia del passaporto dei famigliari da ricongiungere. In tal caso basta soltanto la pagina/e che riportato i dati della persona, la validità del documento nonché l'ente che lo ha rilasciato; Documenti relativi alla sistemazione alloggiativa (Contratto d’affitto/atto di proprietà, ospitalità e i documenti di
Cliccare sulla voce "Sportello unico per l'immigrazione" e successivamente accedere su "procedura informatizzata per le domande di ricongiungimento familiare"
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Nell'area verde in basso cliccare su "s programma"
consulenza
ento familiare
scarica
riconoscimento dell’ospitante compreso il permesso di soggiorno qualora si tratta di un cittadino straniero). Certificato di idoneità dell'alloggio che viene rilasciato dall'ufficio tecnico del Comune di residenza.Va specificato di residenza, poiché tutta la procedura è fattibile soltanto se l'interessato dimostra di essere residente presso un Comune italiano dove fa capoluogo la Prefettura alla quale viene indirizzata la richiesta. Ovviamente, com'è stato spiegato anche nell'articolo precedente, la casa dovrebbe essere in grado di garantire posti per le persone che stanno per ricongiungersi. Il certificato ha la validità di 6 mesi, almenochè non previsto diversamente dall'ente che lo emette. Documenti relativi al lavoro (contratto di lavoro, modello UNILAV/comunicazione obbligatoria all’INPS oppure il contratto di soggiorno, contratto di lavoro e una dichiarazione recente del datore di lavoro da cui si evince il proseguimento del rapporto stesso). Se l'interessato ha più di un rapporto di lavoro regolare, va presentato copia completa di ognuno. Documenti riguardanti i redditi (l’ultimo CUD o dichiarazione dei redditi, Modello 730, Modello Unico o altro). In alcuni casi, per agevolare la positiva conclusione della pratica, quando il reddito viene calcolato in previsione, è necessario presentare
tutte le buste-paga percepite dall'inizio dell'anno. Anche in questo caso, quanto sopra va presentato in forma completa di tutti i componenti che concorrono al raggiungimento del reddito. Marca da bollo da 16 euro di data recente. Cosa succede dopo
Una volta presentati i documenti, ovviamente, portando sia gli originali e depositando le fotocopie, l'ufficio preposto della Prefettura, valuta la regolarità della documentazione e la presenza dei requisiti previsti dal Testo Unico sull'Immigrazione. Al termine, l'interessato viene convocato presso lo stesso ufficio, e gli viene consegnato il "nulla osta al ricongiungimento famigliare". Questo documento non deve riportare errori di nessuna natura, perciò l'interessato deve essere molto attento a controllare che non ci siano errori di battitura o altro, poiché l'ufficio visti del Consolato Italiano all'estero, anche se sono avvisati del caso concreto, rilasciano il visto soltanto se i dati inviati dalla Prefettura combaciano con i dati riportati sul nulla osta. Come si può ben comprendere, il nulla osta va portato al famigliare all'estero, e qui l'interessato deve premurarsi di farlo consegnare nel più breve tempo possibile e nella maniera più sicura, il quale poi deve recarsi presso il Consolato Italiano del proprio paese,
aspetti pr atici
quello indicato dall'interessato, che fa capo al territorio di residenza all'estero e specificato in maniera inequivoca sul nulla osta. I tempi e le modalità del rilascio del visto sono diversi da consolato a consolato e questo dipende da tanti fattori di carattere oggettivo e non, ma tutto deve essere concluso entro sei mesi dalla data del rilascio del nulla osta stesso. è molto importante ricordare che uno dei compiti più importanti dell'ufficio visti del Consolato, è la verifica dei legami di parentela con il richiedente del nulla osta. In tal caso va prodotta la certificazione idonea che viene tradotta in lingua italiana. Ancor prima di essere consegnati, a seconda del paese di provenienza dell'interessato, e questo dipende in quali accordi internazionali lo stesso aderisce, i certificati vengono legalizzati di solito presso la Prefettura e/o Ministero degli Esteri del paese stesso. I timbri devono essere ben leggibili, posti in maniera chiara e inequivocabile. è compito del Consolato stesso a verificare la veridicità dei documenti presentati. Ma il visto può essere rifiutato? Cosa va fatto dopo e come procedere con il rilascio del primo permesso di soggiorno? Questi sono alcuni degli argomenti che verranno trattati nel prossimo numero
Scaricare il programma in base alle caratteristiche del proprio computer (processore, browser e sistema operativo)
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Assistenza Sanitaria a minori irregolari
C
testo di Cecilia Caselli
ome noto i cittadini irregolari scegliere un pediatra per i bambini di età Anolf Ferrara non hanno possibilità di iscrizioinferiore uguale a 14 anni presenti sul terrine al sistema sanitario, a loro sono infatti riconotorio regionale i cui famigliari, non regolarmente soggiorsciute, tramite l’assegnazione del codice STP nanti siano in possesso di codice STP che verrà associato alla tessera sanitaria del minore. prestazioni sanitarie di primo livello prestazione di urgenza erogate presso il Pronto Soccorso La scelta del pediatra ha valenza periodica annuale e sarà prestazioni erogate a tutela della gravidanza e della rinnovabile fino al quattordicesimo anno d’età se permamaternità ne la presenza nel territorio regionale. prestazioni di prevenzione (vaccini, screening, prevenzione HIV) In presenza di dichiarazione di indigenza fino al comle prestazioni erogabili in esenzione pimento del sesto anno di età, le prestazioni sanitarie e l’assistenza farmaceutica concedibile sono erogate senza Nel proprio territorio però, la Regione Emilia Romagna, nessuna spesa mentre dal sesto anno e fino al compimento prevede a partire dalla DGR 2099/2013 un’importante del quattordicesimo anno di età, le prestazioni sanitarie deroga a favore dei bambini (0-14 anni) figli di persone e l’assistenza farmaceutica concedibile, sono assoggettate immigrate irregolari. alla quota di compartecipazione alla spesa (ticket) e alle Questo provvedimento fornisce infatti la possibilità di tipologie di esenzione in vigore per la fascia RE1.
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CONSULENZA FISCALE
Gestione del rapporto di lavoro per le badanti Periodo di prova (Articolo 5, Legge n°. 339/1958; Articolo 13 CCNL) Il periodo di prova ha lo scopo di permettere ad entrambe le parti di valutare la convenienza del rapporto di lavoro. Si tratta di un patto facoltativo ma opportuno. Durante il periodo di prova, infatti, il rapporto di lavoro può essere risolto in qualsiasi momento da ciascuna delle parti senza obbligo di preavviso. È in ogni caso dovuto il pagamento a favore del lavoratore della retribuzione e delle eventuali competenze accessorie corrispondenti al lavoro prestato. È richiesta la forma scritta; in mancanza l’assunzione è da considerare definitiva e di conseguenza la risoluzione del rapporto richiede il preavviso. Il periodo di prova è fissato dal CCNL nelle seguenti misure massime: - 30 giorni di lavoro effettivo per i lavoratori dei livelli D e D SUPER; - 8 giorni di lavoro effettivo per i lavoratori degli altri livelli. È fondamentale che la prova sia concretamente svolta e che si protragga per il tempo necessario all’effettiva valutazione dell’idoneità del lavoratore; ne consegue che l’eventuale recesso, pur essendo attuabile in qualunque momento, debba essere per opportunità solo dopo un congruo lasso di tempo. Se il lavoratore è stato assunto come prima provenienza da altra regione senza aver trasferito la propria residenza e il licenziamento non avvenga per giusta causa, egli avrà diritto comunque a un preavviso di 3 giorni o, in difetto, alla retribuzione corrispondente. Questo obbligo non sussiste se la risoluzione è dovuta a mancanze talmente gravi da non consentire la prosecuzione, nemmeno temporanea, del rapporto di lavoro. La badante in prova gode dello stesso trattamento economico e normativo spettante a quello assunto definitivamente; pertanto in caso di licenziamento
durante la prova o alla conclusione della stessa, ha diritto al trattamento di fine rapporto, all’indennità sostitutiva delle ferie non godute e ai ratei di tredicesima. La lavoratrice che abbia superato il periodo di prova senza comunicazione di recesso si intende automaticamente confermata. Il servizio prestato durante il periodo di prova va computato a tutti gli effetti nell’anzianità di servizio. Lettera per la comunicazione del mancato superamento del periodo di prova
Gentile Signora ............
Oggetto: licenziamento per mancato superamento del periodo di prova
Con la presente siamo spiacenti di comunicarle la risoluzione del rapporto di lavoro in data odierna per mancato superamento del periodo di prova. Con la retribuzione del mese corrente le verranno liquidate le competenze finali.
Distinti saluti
Luogo e Data .......... Il datore di lavoro
Firma del lavoratore
..........................................
..........................................
Doveri delle parti (Articolo 6 Legge n° 339/1958) La lavoratrice domestica è tenuta a fornire la propria prestazione con la dovuta diligenza secondo le necessità e gli interessi della famiglia, seguendo le disposizioni impartite dal datore di lavoro. Nel caso di violazione di tali doveri il lavoratore può incorrere in responsabilità per danni, salvo nell’eventualità che essi siano attribuiti a caso fortuito o forza maggiore. Il datore di lavoro invece è obbligato: • a corrispondere alla lavoratrice la remunerazione alle
condizioni stabilite e a periodi non superiori al mese; • a garantire alla lavoratrice che benefici di vitto e alloggio in un ambiente non dannoso alla sua integrità fisica e morale, nonché una nutrizione sana e adeguata; • tutelare la salute del lavoratore; • a concedere il tempo necessario per osservare gli obblighi del suo culto.
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Rivista della Badante Ottobre 2014Ottobre 2014 iQuaderniLaDELLa Rivista della Badante
CONSULENZA FISCALE
Orario normale di lavoro (Articoli 8 e 15 ccnl) Per i domestici prevede la deroga all’orario normale e alla durata massima settimanale della prestazione lavorativa stabilita per la generalità dei lavoratori. L’orario di lavoro è quindi rimesso all’accordo tra le parti. La contrattazione collettiva fissa per i lavoratori a tempo pieno ha i seguenti limiti massimi: - 10 ore giornaliere non consecutive per un totale di 54 ore settimanali per i lavoratori conviventi; - 8 ore giornaliere non consecutive, per un totale di 40 ore settimanali distribuite su 5 giorni oppure su 6 giorni per i lavoratori non conviventi. I lavoratori conviventi inquadrati nei livelli C, B e B SUPER possono essere assunti in regime
di convivenza con orario fino a 30 ore settimanali. Il loro orario di lavoro dovrà essere articolato in una delle seguenti tipologie: a) interamente collocato tra le ore 6.00 e le ore 14.00; b) interamente collocato tra le ore 14.00 e le ore 22.00; c) interamente collocato, nel limite massimo di 10 ore al giorno non consecutive, in non più di tre giorni settimanali. A queste lavoratrici deve essere corrisposta, qualunque sia l’orario di lavoro osservato nel limite massimo di 30 ore settimanali, una retribuzione pari a quella prevista nella tabella qui sotto riportata.
TABELLA MINIMI RETRIBUTIVI FISSATI DALLA COMMISSIONE NAZIONALE Decorrenza 1 gennaio 2013 (Articolo 36 del ccnl domestico del 16/02/2007)
Livelli
Tabella A
Tabella B
Tabella C
Tabella D
Lavoratori Conviventi
Lavoratori di cui art. 15, comma 2
Lavoratori non conviventi
Assistenza notturna
Valori mensili
Valori orari
Valori mensili
Indennità
Valori mensili Autosufficienti
Non autosufficienti
Liv. unico 4,41
A
606,79
AS
717,12
B
772,28
551,63
5,52
BS
827,44
579,21
5,85
C
882,62
639,88
6,18
5,20 951,56 1.078,44
6,49
CS
937,78
D
1.103,26
163,14
7,50
DS
1.158,42
163,14
7,83
1.332,20 Tabella F
Tabella E Livelli
Presenza notturna Valori mensili
Liv. unico
Indennità (valori giornalieri) Pranzo e/o colazione
Cena
Alloggio
Totale indennità vitto e alloggio
1,85
1,85
1,61
5,31
637,14
A AS B BS C CS D DS Indice ISTAT nov. 12/nov = 2,4%
Le prestazioni lavorative eccedenti l’orario effettivo di lavoro concordato nel contratto vanno retribuite - se collocate temporalmente all’interno della fascia oraria concordata, con la retribuzione globale di fatto oraria; - se collocate al di fuori della fascia oraria concordata, con la retribuzione globale di fatto oraria incrementata con le maggiorazioni previste per il lavoro straordinario. Il lavoratore convivente ha diritto a un riposo di almeno 11 ore consecutive nell’arco della stessa giornata e, qualora
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il suo orario giornaliero non sia interamente collocato tra le ore 6.00 e le ore 14.00 oppure tra le ore 14.00 e le ore 22.00, a un riposo intermedio non retribuito, normalmente nelle ore pomeridiane, non inferiore alle 2 ore giornaliere di effettivo riposo. è consentito il recupero consensuale e a regime normale di eventuali ore non lavorate, in ragione di non più di 2 ore giornaliere. Le cure personali e delle proprie cose, salvo quelle di servizio, saranno effettuate dal lavoratore fuori dall’orario di lavoro.
CONSULENZA FISCALE
Lavoro notturno (Articolo 15 CCNL) Si considera lavoro notturno quello prestato tra le ore 22.00 e le ore 6.00. Per questo tipo di prestazione è riconosciuta una maggiorazione del 20% della retribuzione globale di fatto oraria. Se prestato oltre il normale orario di
lavoro, si deve considerare lavoro straordinario notturno e deve essere retribuito con la maggiorazione del 50%. La disposizione non si applica ai lavoratori assunti specificamente per discontinue prestazioni notturne di
cura alla persona oppure per prestazioni di presenza notturna. È comunque vietato adibire i minori al lavoro notturno, salvo in caso di forza maggiore (Articolo 25 CCNL).
Lavoro straordinario (Articolo 16 CCNL) Il datore di lavoro può chiedere una prestazione lavorativa oltre l'orario stabilito, sia diurna che notturna, con un preavviso di almeno un giorno (salvo casi di emergenza o di particolari necessità impreviste) che deve essere compensata con le maggiorazioni retribuite indicate nella tabella di seguito riportata. MAGGIORAZIONI PER LAVORO STRAORDINARIO Tipologia
Percentuale maggiorazione
Lavoro diurno (dalle 6.00 alle 22.00)
25%
Lavoro notturno (dalle 22.00 alle 6.00)
50%
Domenica e festività nazionali
60%
La maggiorazione va calcolata sulla retribuzione globale di fatto, comprendente paga oraria, indennità di vitto ed alloggio e qualsiasi altro compenso continuativo in denaro o in natura non corrisposto a titolo di liberalità. Le ore di lavoro prestate dai lavoratori non conviventi, ecce-
denti le ore 40 fino alle ore 44 settimanali, purché eseguite nella fascia oraria compresa tra le 6.00 e le ore 22.00, sono compensate con la retribuzione globale di fatto oraria maggiorata del 10%. Il lavoratore può rifiutare la richiesta del datore di lavoro solo in caso di giustificato motivo di impedimento. Nei casi di emergenza i servizi resi migliorati di riposo notturno o diurno sono da considerare di carattere normale (compensati con la normale retribuzione) e danno luogo solamente al prolungamento del riposo stesso; tali prestazioni devono avere carattere di assoluta episodicità e imprevedibilità. Nonostante il contratto collettivo non fissi un limite massimo di ore di straordinario effettuabili nell'arco della giornata, della settimana, del mese o dell'anno, è comprensibile che esse non possono ripercuotersi sul riposo settimanale o sulle ore di riposo notturno. In caso di controversia l'onere di provare di aver effettuato lavoro straordinario spetta al lavoratore, mentre spetterà al datore di lavoro provare l'avvenuto pagamento dello stesso.
Retribuzione (Articolo 32 CCNL) La retribuzione è concordata tra le parti, nel rispetto del principio di retribuzione sufficiente e proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato stabilito dall'articolo 36 Costituzione. Secondo la giurisprudenza livello di retribuzione sufficiente è quello fissato dalla contrattazione collettiva: in sostanza occorre quindi rispettare i valori minimi stabiliti dal CCNL. Essi sono aggiornati una volta all'anno da un’apposita commissione paritetica nazionale o, in difetto di accordo, dal Ministero del Lavoro sulla base dell'incremento del costo della vita rilevato dall'Istat. La retribuzione composta dai seguenti elementi: a) retribuzione minima contrattuale; b) eventuali indennità sostitutive di vitto e alloggio per le prestazioni che superano le 6 ore giornaliere, rivalutate anch’esse annualmente sulla base delle variazioni rilevate dall'Istat; c) scatti di anzianità (articolo 35 CCNL) che maturano ogni due anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro fino a un massimo di 7 e sono retribuiti in misura pari al 4% del minimo; d) eventuale superminimo, cioè retribuzione aggiuntiva su base
mensile o su base oraria riconosciuta lavoratore. Il CCNL prevede l'obbligo di indicare nel prospetto paga se il superminimo sia condizione di miglior favore “ad personam” non assorbibile da futuri aumenti. In ogni caso non è consentito l'assorbimento degli scatti: quindi quando lavoratore matura lo scatto biennale, non è possibile ridurre il superminimo al fine di mantenere invariata la retribuzione globale. Comunemente la retribuzione deve essere corrisposta mensilmente ma nulla vieta che possano essere pattuite scadenze diverse (inferiori al mese) per esempio per i lavoratori a ore o ad orario ridotto che vengono retribuiti giornalmente o a settimana. Il datore di lavoro, contestualmente al pagamento periodico della retribuzione, è tenuto in base al CCNL (non per legge) a predisporre un prospetto paga nel quale dovranno risultare, oltre agli elementi retributivi indicati, anche eventuali ore di lavoro straordinario, compensi per festività e le trattenute per oneri previdenziali.
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CONSULENZA FISCALE
Il prospetto paga va prodotto in duplice copia, una per il lavoratore, firmata dal datore di lavoro, e l'altra per il datore di lavoro, firmata dal datore di lavoro. Il datore di lavoro, a richiesta del lavoratore, è tenuto a rilasciare una dichiarazione annuale dalla quale risulti l'ammontare complessivo delle somme erogate nell'anno. Al lavoratore tenuto all'osservanza di un orario giornaliero
Criteri di calcolo della retribuzione Per il lavoratore con registrazione con retribuzione fissa mensile, la paga giornaliera ed oraria da assumere come base di computo delle maggiorazioni e delle indennità previste dal contratto si determinano con i seguenti criteri: - retribuzione giornaliera = retribuzione mensile : 26; - retribuzione oraria = (retribuzione mensile x 12 : 52) : orario settimanale. Invece nel caso in cui abbia si abbia un lavoratore retribuito a paga oraria la retribuzione giornaliera e mensile si determinano con i seguenti criteri: - retribuzione giornaliera = (retribuzione oraria x ore settimanali x 52 : 12) : 26 - retribuzione mensile = (retribuzione oraria x ore settimanali x 52) : 12 Quando nel contratto si utilizzano le espressioni: - giorni di calendario, si considerano i trentesimi delle mensilità (ad esempio per malattia) - giorni lavorativi, si considerano i ventiseiesimi della mensilità (ad esempio per ferie) - retribuzione globale di fatto, si intende quella comprensiva dell'indennità di vitto e alloggio, se fruite.
pari o superiore alle 6 ore, ove sia concordata la presenza continuativa sul posto di lavoro, spetta la fruizione del pasto, ovvero, in difetto di erogazione, un'indennità pari al suo valore convenzionale. Il tempo necessario alla fruizione del pasto, in quanto trascorso senza effettuate prestazioni lavorative, sarà concordato fra le parti e non retribuito (Articolo 15 Ccnl).
Tredicesima mensilità o gratifica natalizia (Articolo 37 CCNL) La gratifica natalizia o “tredicesima mensilità” corrisponde a una mensilità della retribuzione globale di fatto e viene corrisposta entro il mese di dicembre di ciascun anno in occasione delle festività natalizie. Nella retribuzione devono essere computate anche le indennità sostitutive di vitto e alloggio per i lavoratori che ne hanno diritto. La tredicesima mensilità si matura per dodicesimi: pertanto ai lavoratori che non abbiano prestato servizio per intero anno verranno corrisposti tanti dodicesimi quanti sono stati i mesi di attività svolta. Si computano come mesi interi anche le frazioni lavorate pari o superiori a 15 giorni di calendario. La gratifica natalizia matura durante i periodi di prova, di malattia, infortunio, malattia professionale e maternità nei limiti del periodo di conservazione del posto e per la parte non liquidata dagli enti assicurativi.
SCHEMA CALCOLO DELLA TREDICESIMA Come calcolare la tredicesima
La tredicesima corrisponde a un dodicesimo della retribuzione globale di fatto annua (una mensilità). Se la badante presta servizio per più famiglie, ogni datore d lavoro è tenuto a effettuare il calcolo della quota di tredicesima sulla base della retribuzione da lui erogata.
Esempio Per una badante che ha lavorato dal 1° aprile al 31 dicembre con una retribuzione mensile di E 600 il calcolo è: E 600 (retribuzione) x 9 (mesi lavorati) : 12 = E 450 (tredicesima)
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PAGA Mensile Una mensilità normale in aggiunta quella di dicembre, maggiorata delle indennità sostitutive diritto e alloggio per i lavoratori che ne hanno diritto. PAGA A ore Occorre moltiplicare la paga oraria dell'ultimo periodo per le ore settimanali stabilite da contratto, ottenendo la paga settimanale. Quest'ultima deve essere moltiplicata per 52 e il risultato (paga annua) dev'essere quindi diviso per 12. Se l'orario non è definito contrattualmente, cioè se le prestazioni della badante sono state richieste di volta in volta secondo necessità, occorre sommare tutte le retribuzioni pagate nell'anno e dividere il risultato per i mesi di lavoro. PAGA A settimana Occorre moltiplicare la paga settimanale per 52 e il risultato (paga annua) deve essere diviso per 12.
Rubrica a cura degli specialisti del Caf Cisl
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5 domande e risposte
Le assistenti familiari hanno diritto a 36 ore di riposo settimanali, di cui 24 ore domenicali. Posso accordarmi con la lavoratrice per spezzare il riposo domenicale in due mezze giornate? L’articolo 5 del Ccnl stabilisce che il riposo domenicale è irrinunciabile. Durante la domenica è possibile richiedere alla lavoratrice prestazioni lavorative: • solo per esigenze imprevedibili e che non possano in altra maniera essere soddisfatte; • a patto che sia concesso un numero uguale e non inferiore di ore di riposo non retribuito nella giornata immediatamente successiva; • che le ore così lavorate siano comunque retribuite con la maggiorazione del 60% della retribuzione globale di fatto. La sostituzione del riposo domenicale con due mezze giornate non è dunque possibile, è possibile però sostituire l’intera giornata della domenica con altra giornata intera, in modo che alla lavoratrice siano sempre assicurate 24 ore di riposo ogni 7 giorni. Il comma 4 dell’articolo 15 del Ccnl prevede infatti che “qualora il lavoratore professi una fede religiosa che preveda la solennizzazione in giorno diverso dalla domenica, le parti potranno accordarsi sulla sostituzione, a tutti gli effetti contrattuali, della domenica con altra giornata”. Quindi grazie a questa disposizione le parti possono accordarsi per la sostituzione dell’intera giornata domenicale con un'altra giornata, che il lavoratore dichiara di solennizzare per motivi religiosi (per esempio per i musulmani il venerdì). In questo caso l’accordo deve risultare chiaramente dalla lettera di assunzione.
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Lavoro come assistente familiare, ho avuto una gravidanza e con un bambino piccolo vorrei rimanere a casa e non tornare a lavorare: cosa devo fare per dare le dimissioni? La Riforma Fornero prevede per le lavoratrici madri dimissionarie un periodo di tutela più lungo, che oltre a comprendere il periodo di gravidanza, si estende fino ai primi tre anni di vita del bambino. Questo riguarda anche le risoluzioni consensuali (quelle in cui il datore di lavoro e la lavoratrice concordano la cessazione del rapporto di lavoro, che secondo certa giurisprudenza invece rimanevano escluse) e si applica anche al padre lavoratore comprendendo tutte le ipotesi assimilate alla nascita, ovvero l’adozione e l’affidamento. In questi casi le dimissioni della lavoratrice madre, nel periodo cosiddetto “protetto” devono essere convalidate dal servizio ispettivo del Ministero del Lavoro competente per territorio. Da questa norma tuttavia rimangono escluse le lavoratrici domestiche. Dal 18 luglio 2012, per effetto della Riforma Fornero del mercato del lavoro, però, è entrata in vigore la norma che stabilisce l’obbligo della convalida delle dimissioni per tutti i lavoratori (e quindi anche per le lavoratrici madri domestiche) che intendono dimettersi o comunque, risolvere consensualmente il rapporto di lavoro con il proprio datore di lavoro. La lavoratrice potrà quindi convalidare le dimissioni, senza obbligo di recarsi presso la Direzione Provinciale del Lavoro ma utilizzando uno dei canali previsti dalla riforma: 1) Recarsi presso uno dei soggetti abilitati quali la Direzione territoriale del lavoro o il Centro per l'Impiego competente per territorio oppure il Sindacato che senza particolari formalità istruttorie raccoglieranno la “genuina” volontà della lavoratrice a cessare il rapporto di lavoro con annotazione su apposito registro e rilascio di ricevuta di presentazione. 2) Apporre apposita dichiarazione in calce alla ricevuta di trasmissione della comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro, con cui viene espressa la volontà di interrompere il rapporto di lavoro.
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Sono assunta come badante e mi sposerò nel mio paese di origine, posso chiedere dei permessi? Anche le badanti usufruiscono del "congedo matrimoniale retribuito" che l’articolo 23 del Ccnl fissa in 15 giorni di calendario. Per questo periodo la lavoratrice percepirà la normale retribuzione, maggiorata, nei limiti in cui ne usufruisce, dell’indennità di vitto e alloggio: la base per il calcolo del congedo è infatti la retribuzione globale di fatto che comprende anche tale indennità. La lavoratrice al ritorno dal congedo, dovrà esibire la documentazione attestante l’avvenuto matrimonio (il certificato di matrimonio per esempio). Il nuovo Ccnl entrato in vigore il 1º luglio 2013 ha introdotto la facoltà di fruire di questo particolare permesso retribuito anche in periodo diverso rispetto a quello di coincidenza con la data del matrimonio purché entro il termine di un anno dalla stessa e sempre che il matrimonio sia contratto in costanza dello stesso rapporto di lavoro. La mancata fruizione del congedo a causa di dimissioni del lavoratore non determinerà alcun diritto alla relativa indennità sostitutiva.
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5 domande e risposte
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Ho assunto una lavoratrice domestica che mi aiuta nella cura della casa poche ore alla settimana, sono obbligata a rilasciare la attestazione dei compensi percepiti? Ai sensi dell’articolo 33, comma 4, del nuovo Ccnl sulla disciplina del rapporto di lavoro domestico, stabilisce che «Il datore di lavoro è tenuto a rilasciare un’attestazione dalla quale risulti l'ammontare complessivo delle somme erogate nell'anno». L'articolo non prevede un limite minimo sotto il quale il datore di lavoro può ritenersi esonerato, per cui tutti i datori di lavoro domestici sono tenuti a rilasciare tale attestazione. Essa ha una funzione essenziale di riepilogo delle somme percepite dal lavoratore, che potrà utilizzarla per compilare la propria dichiarazione dei redditi o, più semplicemente, quale documento utile ad attestare il proprio reddito, in occasione, ad esempio, del rinnovo del permesso di soggiorno. Il Ccnl non indica quali sono i dati che tale attestazione deve contenere, ma per assolvere alla sua funzione devono essere indicati: - dati anagrafici e codice fiscale del datore di lavoro; - i dati anagrafici e codice fiscale del lavoratore; - l'anno cui si riferisce; - il periodo di lavoro; - la retribuzione “ordinaria” corrisposta (comprensiva di tredicesima, e ogni altra indennità es. ferie, scatti di anzianità, congedo matrimoniale ecc…); - i contributi previdenziali Inps e Cassa Colf eventualmente trattenuti; - il netto corrisposto (differenza tra la retribuzione corrisposta e contributi trattenuti); - l'eventuale compenso per lavoro straordinario (soggetto a tassazione ridotta); - l'eventuale TFR corrisposto (anche tramite anticipi); - firma del datore di lavoro e del lavoratore; Il nuovo articolo 33 del Ccnl ha previsto che l’attestazione dei compensi deve essere rilasciata almeno 30 giorni prima della scadenza dei termini di presentazione della dichiarazione dei redditi, o nel momento in cui ci sia la cessazione del rapporto di lavoro.
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Mia madre ha bisogno di assistenza continua. Possiamo assumere una persona che sostituisca la badante durante le domeniche e i giovedì di riposo? Il nuovo CCnl degli addetti ai servizi domestici e familiari entrato in vigore il 1° luglio 2013, ha inserito il nuovo comma 9 all’articolo 15 proprio per andare incontro all’esigenza da parte delle famiglie di ottenere la sostituzione dei lavoratori conviventi a tempo pieno, durante i riposi, così da assicurare la vigilanza continua su anziani non autosufficienti, senza tuttavia dover sostenere i costi delle maggiorazioni previste dal Ccnl per il lavoro domenicale o festivo. Il datore di lavoro che abbia in servizio una o più lavoratrici a tempo pieno, addette all’assistenza di persone non autosufficienti, inquadrate nei livelli CS o DS, potrà assumere in servizio una o più lavoratrici, conviventi o meno, da inquadrare nei livelli CS o DS, con prestazioni limitate alla copertura dei giorni di riposo delle lavoratrici titolari dell’assistenza. In questo caso infatti tali prestazioni saranno retribuite sulla base di una nuova tabella “G”, elaborata appositamente nel corso delle trattative per il rinnovo contrattuale ed aggiornata annualmente dall’apposita Commissione bilaterale. Questa Tabella G indica in effetti delle retribuzioni che sono “maggiorate” rispetto a quelle indicate nella Tabella C, che si applica alle “normali” prestazioni ad ore, ma che sono inferiori a quelle che deriverebbero dall’applicazione della maggiorazione prevista dal Ccnl per le prestazioni festive o domenicali, pari al 60 per cento: per l’assistente familiare a persona non autosufficiente, ad esempio, inquadrata nella categoria CS, la Tabella G prevede una retribuzione oraria di Euro 7,14 (mentre secondo la Tabella C, per lo svolgimento di prestazioni lavorative domenicali o festive “ordinarie” o meglio, non supplenti, avrebbe dovuto percepire una retribuzione oraria di Euro 10,53 pari alla retribuzione prevista alla Tabella C, di Euro 6,58, maggiorata del 60%). Nel caso di ricorso a “lavoratori supplenti”, sarà bene inserire nella lettera di assunzione che trattasi di prestazioni lavorative rese in sostituzione del lavoratore titolare ai sensi dell’articolo 15 comma 9 del Ccnl, onde evitare spiacevoli contestazioni successive. Lo sportello Colf e Badanti del Caf Cisl Lo sportello Colf e Badanti del Caf Cisl fornisce alle famiglie tutta l'assistenza necessaria per la gestione del rapporto di lavoro di colf, assistenti familiari, baby sitter, governanti. I servizi offerti dal Caf Cisl, dai costi molto vantaggiosi, riguardano ogni aspetto della regolarizzazione e dell'amministrazione del rapporto del lavoro, garantendo al datore di lavoro, nel rispetto della norma, correttezza, precisione e professionalità, e al lavoratore domestico tutti i diritti e le tutele riconosciuti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico.
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Per i vostri quesiti di materia fiscale potete inviare una mail a redazione@larivistadellabadante.it oppure potete rivolgervi al Caf Cisl più vicino
Premiilor DIGI Mobil Italia 8 novembre 2014 Villafranca di Verona (VR) Forte del successo della scorsa edizione, quest’anno l’evento “PREMIILE DIGI 2014” si terrà in Veneto a Villafranca di Verona al Palacover. L’happening è una festa dedicata alla Romania e a tutti i cittadini romeni che vivono e lavorano in Italia. Musica, recitazione e molto altro ancora, il tutto all’insegna dello spettacolo e dell’intrattenimento. L’evento è un talent show , come lo spettacolo “X Factor”, dove ognuno può proporre le proprie doti artistiche e il proprio talento nella musica, recitazione e nell’arte in genere. Anche se alla fine tutti saranno premiati, l’importante è partecipare, una giuria composta dai rappresentanti della comunità romena in Italia quali l’Ambasciatore della Romania in Italia, il Consolato Generale di Romania a Milano e Trieste, giornalisti romeni, l’Istituto Cultura Romena di Venezia, i rappresentanti delle associazioni romene e la chiesa ortodossa romena nel territorio, sceglierà il più talentuoso degli artisti. Obiettivo del premio è quello di sostenere e promuovere il talento romeno. Durante la manifestazione si esibiranno il soprano Gabriela Bancila in coppia con con Giovanni Meozzi, il maestro di Andrea Bocelli, e proporranno alcune arie di musica lirica. A concludere la serata ci saranno invece i “Directia 5”, la famosa band pop-rock romena composta da Marian Ionescu, Nicu Damalan, Marius Keser e Cristi Enache.
Il concorso è aperto a tutti gli artisti romeni emigrati sul territorio d’Italia (professionisti e non, a prescindere dal talento e dall’età) Per maggiori informazioni entra sulla nostra pagina di Facebook DIGI Mobil italia o sul nostro sito www.digimobil.it La Rivista della Badante Ottobre 2014
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Aggiornamento fiscale
Il "bonus Irpef" di 80 euro in busta paga anche per le badanti L'articolo 1 del Decreto Legge n. 66/2014, noto come "Decreto Renzi", introduce il nuovo comma 1-bis all'articolo 13 del TUIR. Tale disposizione riconosce un credito ai titolari di reddito di lavoro dipendente e di taluni redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente. L’importo del credito è di 640 euro per i possessori di un reddito complessivo 2014 non superiore a 24.000 euro; in caso di superamento del predetto limite di 24.000 euro, il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un livello di reddito complessivo pari a 26.000 euro. Il credito spetta solo se l'imposta lorda, determinata su detti redditi, è di ammontare superiore alle detrazioni da lavoro loro spettanti. In questo caso anche la badante, seppur in assenza di sostituto d'imposta, ha diritto al bonus.
«il mio datore di lavoro non mi vuole dare gli 80 euro di bonus di cui parlano in televisione. Come devo fare?» Questa è una domanda che da maggio molti Caf e commercialisti si sono sentiti rivolgere da parte lavoratrici e lavoratori domestici; molta confusione si è generata, per cui cerchiamo di capire meglio se e come questa categoria di lavoratori ha diritto a tale bonus. Ormai ben sappiamo che il Governo, attraverso il Decreto Legge 66/14, ha sancito la corresponsione, dal mese di maggio 2014, di un bonus Irpef a favore dei lavoratori dipendenti e di chi percepisce redditi assimilati al lavoro dipendente. Tale bonus consiste in un aumento di 80 euro sulla
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busta paga mensile ed è per il momento valido per il 2014, quindi per un totale di 640 euro. Tra i lavoratori dipendenti rientrano anche i lavoratori domestici, di conseguenza anche loro hanno diritto al bonus. La particolarità però sta nel fatto che i datori di lavoro domestico non sono sostituti d’imposta (in pratica non operano le ritenute sul reddito di lavoro dipendente e non fanno il modello 770) e quindi non sono tenuti a versare crediti di imposta ai propri dipendenti. Ma sese nonnon vieneviene corrisposto in busta paga poMa corrisposto income busta
paga come domestici potranno i del lavoratori tranno i lavoratori usufruire bonus? domestici usufruire del bonus? In realtà, pur avendone diritto, colf, badanti e babysitter dovranno aspettare l’anno prossimo per godere del bonus Irpef. L’Agenzia delle Entrate ha infatti chiarito con una circolare che tali categorie di lavoratori potranno far valere il diritto e ottenere il credito eventualmente spettante tramite la dichiarazione dei redditi del prossimo anno. In particolare i lavoratori domestici "possono richiedere il credito nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta 2014, secondo modalità che saranno specificate nei modelli delle dichiarazioni dei redditi e, conseguentemente, utilizzarlo in compensazione ... ovvero richiederlo a rimborso" E quali condizioni sono necessarie? E qualialtre altre condizioni sono necessarie? Và specificato che, come per tutti i lavoratori dipendenti, anche i lavoratori domestici avranno diritto al bonus purchè il loro reddito superi gli 8.000 euro l'anno e non sia viceversa superiore ai 26.000 euro l'anno. Non spetta a quanti hanno un reddito lordo fino a 8 mila euro e quindi già non pagano le tasse, i cosiddetti incapienti. Il governo ha annunciato per questi ultimi un altro tipo di intervento ma per ora non c’è nulla di concreto all’orizzonte. Per i redditi tra 8.000 e 24.000 euro annui, il bonus è
il massimo: 640 euro, mentre per i redditi compresi tra i 24.000 e 26.000, la detrazione viene calcolata in base al reddito: si oscilla da 480 euro fino a 160 euro, mentre non verrà corrisposto nulla nel caso in cui il reddito annuo sia uguale o superi i 26.000 euro oppure se il reddito è inferiore a 8.000 euro annuo. In questi casi si considera il reddito senza l’abitazione principale. In generale quindi, il momento per vedere se esiste il diritto al bonus del governo, e soprattutto a quanto di quel bonus si abbia diritto, sarà la presentazione dell’Unico o del 730 del 2015, in cui si potrà capire se si sono verificate nel 2014 tutte le condizioni che sono alla base del credito indipendentemente dall’averlo già ricevuto o meno in busta paga. Il bonus nonnon dipende dunquedunque dal tipo didal datore di Il bonus dipende tipo lavoro, ma dalla condizione soggettiva del lavoratore. di datore di lavoro, ma dalla condizione soggettiva del lavoratore. Ricapitolando, solo chi paga le imposte avrà diritto al bonus; così i collaboratori domestici regolarmente assunti avranno un guadagno ulteriore, oltre al fatto di non rischiare sanzioni legate al lavoro nero. Ecco che quindi "regolare" conviene sempre di più. Rivolgendovi presso un Caf riceverete tutta l’assistenza al riguardo e potrete esporre e trovare soluzione alle vostre problematiche.
RIVOLGITI A NOI PER TUTTI GLI ASPETTI AMMINISTRATIVI E FISCALI Lo sportello Colf e Badanti del Caf Cisl nasce per fornire alle famiglie tutta l'assistenza necessaria per la gestione del rapporto di lavoro di colf, assistenti familiari, baby sitter, governanti. I servizi offerti dal Caf Cisl, dai costi molto vantaggiosi, riguardano ogni aspetto della regolarizzazione e dell'amministrazione del rapporto del lavoro, garantendo al datore di lavoro, nel rispetto della norma, correttezza, precisione e professionalità, e al lavoratore domestico tutti i diritti e le tutele riconosciuti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico.
Risolviamo, insieme
Con il Caf Cisl puoi: • stipulare il contratto a norma del CCNL del lavoro domestico elaborare i prospetti paga mensili, calcolare la tredicesima ed elaborare il modello CUD • calcolare i contributi previdenziali e compilare i modelli MAV per il versamento all'INPS • tenere il conteggio di ferie, malattia, maternità, infortunio calcolare TFR e liquidazione • ricevere assistenza per compilare i documenti necessari a beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per il datore di lavoro • regolarizzare il rapporto di lavoro per i cittadini extracomunitari
Per informazioni contatta la sede più vicina a te attraverso il numero verde gratuito www.cafcisl.it La Rivista della Badante Ottobre 2014
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Il film
a lady in paris Une Estonienne à Paris a
Un film su una badante
nne Rand ha divorpassione per la capitale franFrida, un'anziana signora estone ziato da un marito cese, per il regista di origini emigrata in Francia molti anni fa. che aveva il vizio del estoni Ilmar Raag il film è una bere e vive in Estonia con una vera e propria dichiarazioStéphane è preoccupato e cerca madre malata. La morte imne d’amore a Parigi e a tutte una donna che le tenga compagnia provvisa della madre la conquelle donne che lasciano il e possa prendersi cura di lei. Il vince ad accettare un’offerta proprio paese di origine per di lavoro a Parigi, dove andrà arrivare in un altro a fare le lavoro viene offerto ad Anne che a fare la badante a Frida, una badanti e al rapporto che si lascia l'Estonia per Parigi ricca anziana signora. Frida viene a creare tra queste donè figlia di emigrati estoni ma ne e i propri assistiti. «Alla vive a Parigi da quando aveva dieci di lei, al quale la donna ha donato il bar base del progetto c'è una storia persoanni e non ha mantenuto molti rap- che era di proprietà del marito. nale, quella di mia madre» racconta il porti con la sua terra di origine o con regista. «Vicina ai cinquanta, divorziata, La convivenza e la reciproca curiosità afflitta dalla solitudine dopo che i figli i suoi connazionali in Francia. invitano presto al dialogo e alla com- erano andati via da casa, si sentiva deA Parigi Anne precipita in un mondo prensione.Tra un tè caldo e un croissant pressa e inutile. Un giorno ha ricevuto profondamente diverso dal suo, di cui di pasticceria, Anne e Frida troveranno un'offerta di lavoro a Parigi, per prenprende le misure passeggiando ogni un sentimento di amicizia vera e pro- dersi cura di un'anziana e facoltosa sinotte sola e scompagnata. L’incontro fonda, che le spingerà a fare il punto gnora di origini estoni. Al suo ritorno con Frida, fiera parigina ostinata a di- delle proprie esperienze e a riprendere era una persona diversa. Questa è la menticare le sue origini estoniane, non la vita. Tutto il film è giocato sul con- storia dietro il film»."A Lady in Paris" è dei migliori. Frida, che abita in una fronto tra due solitudini: quella dell'an- è un'esplorazione del volto dei suoi casa lussuosa e indossa sempre abiti di ziana signora padrona di sé da sempre, personaggi che ne rivela l’anima e ne grande eleganza, non gradisce la pre- intelligente, ormai saggia, come sempre definisce l’identità in funzione del loro senza di Anne e sarà schietta nel far- autoritaria e capricciosa, che ha difficol- rapporto col passato, coi sogni realizzati glielo capire. Anche se Anne si dimostra tà ad accettare la propria vecchiaia e i e quelli infranti. volenterosa nell'aiutare Frida, Madame suoi limiti e la badante, donna di meznon mostra di apprezzare i suoi sforzi za età provinciale, volonterosa, devota Guidato da un’irriducibile Jeanne Moe, nonostante alcuni momenti di confi- e in qualche modo noiosa e annoiata. reau (attrice francese ormai 85enne tra Ognuna delle due scopre di aver biso- le più importanti al mondo e famosa denza, continua a lamentarsi di lei. gno dell'altra. per l'interpretazione di "Jules e Jim" L'unico amico di Frida è Stéphane, un di Francois Truffaut), il regista estone ex amante di Frida, molto più giovane Ispirato dalla biografia materna e dalla passeggia per i boulevard chiarendoci
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il fascino esercitato da Parigi sugli stranieri e sui narratori come lui, che alla maniera di Anne impara a comprare un croissant in boulangerie e a snobbare il museo del Louvre, meta del turista e non di un vrai parisien. Posseduta dal mito di Parigi è pure la protagonista, emigrata e dolente con una vita faticosa e sfortunata alle spalle, che rispolvera la voce "analogica" di Joe Dassin e si perde nelle sue note, ritrovandosi consapevole di sé e del suo desiderio dentro l’alba e davanti alla Torre Eiffel. A Parigi la Anne di Laine Mägi recupera attenzione e senso, innamorandosi finalmente di un uomo gentile e risve-
gliando da uno struggimento nostalgico l’anziana signora che pazientemente accudisce. Egoista e ossessionata da un ex amante per cui è ormai troppo anziana, Frida vive sprofondata negli interni del suo appartamento borghese dove mette in scena solo se stessa e l’imitazione di una relazione, immemore del mondo che continua a esistere fuori dalla porta. Testimone di un amore sorgente tra Anne e il suo Stéphane, un empatico Patrick Pineau, deciderà per la vita, emergendo da ciò che era latente e calandosi nel presente e una stagione che con gli orrori può ancora promettere splendori. La bionda e delicata Anne è la trovata
drammaturgica che rompe allora le illusioni senili e riporta aria fresca dentro uno spazio chiuso e una reclusione affettiva, inducendo Frida e Stéphane a scendere di nuovo in strada e a (re) incontrare la città dei loro sogni. Perché come sosteneva Humphrey Bogart «avremo sempre Parigi», una città che appare un perfetto altrove, promessa e già ricompensa. Il film è stato proposto in anteprima al Festival di Locarno nel 2012 dove ha conquistato il Premio Ecumenico ed è uscito di recente anche in dvd. La reputazione di Raag e Moreau dovrebbero garantirgli nuove proiezioni festivalieri, e forse uno o due distributori stranieri in cerca di film per un pubblico anziano.
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L'intervista all'autore
a l l e r Est storie : e p p e s u i G Estrella e migranti i d e l e l l a r a p i oggi e nell’Italia d y del nell’Urugua so secolo scor
Montevideo
Lascio che il signor Traversini ricordi, nessuno ha mai il tempo d’ascoltarlo... A pronunciare queste poche parole che però dicono tanto è Estrella, una giovane donna uruguaiana che approda a Roma, dove dopo diverse esperienze lavorative diventa una badante. Estrella si affeziona moltissimo all’ultimo anziano che gli è stato affidato, il signor Marco Traversini, e lui adora sentirla leggere. La vita scorre, Estrella attraversa sentieri inaspettati, fino al drammatico epilogo in un Centro di espulsione.
Italia nel 1956. Dopo aver insegnato per anni nella scuola pubblica, Ugo Sestieri ha fondato l’Associazione INsensINverso, che si occupa dell’accoglienza dei migranti e organizza e svolge corsi d’italiano per stranieri. Proprio a loro è dedicato il romanzo “Estrella”, pubblicato nel 2011 per la casa editrice Gorée.
Ma la storia non deve andare così, e quando tutto sembra perso ha inizio una nuova vita.
«Estrella è una donna reale. Non è un personaggio di fantasia, ma prende vita dal mio rapporto quotidiano con i migranti, con i quali lavoro ormai da dieci anni.Tra loro il lavoro più diffuso, soprattutto per le donne, è proprio quello della badante. È un mondo che conosco fin troppo bene e gli spunti che ricevo ogni giorno sono moltissimi,
A raccontare la storia di Estrella, la protagonista dell’omonimo romanzo, è Ugo Sestieri, nato nel 1946 a Montevideo, in Uruguay (dove il padre ebreo italiano era emigrato nel 1938) e tornato in
Ugo, come nasce il personaggio di Estrella?
così ho deciso di metterli in questo romanzo. Alla base della storia che racconto ci sono due elementi: il diario di Giuseppe, un ebreo italiano emigrato in Uruguay all’epoca delle leggi razziali e Marco, l’anziano uomo italiano per il quale le pagine di quel diario sono vicinissime, lo riportano indietro nel tempo. Estrella è il perfetto elemento di raccordo, utile anche a spiegare che la migrazione è un dramma senza tempo, che oggi riguarda chi viene in Italia, ma che in anni non troppo lontani ha riguardato anche noi. Solo che lo abbiamo dimenticato».
Parlaci di questa donna
«Estrella viene dall’America Latina. In Italia è una cosiddetta “irregolare”, che deve adattarsi a fare lavori umili, come lavare i vetri ai semafori. Ma poi sceglie di diventare “un’assistente per anziani”. Così le piace definirsi, perché non ama molto la parola badante, soprattutto se riferita al signor Marco Traversini, l’uomo di novantuno anni che assiste e
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al quale si affeziona molto. Quello che accade tra Estrella e Marco è quasi un “amore” a prima vista: “questo vecchio mi piace, mi piacciono i suoi capelli e i baffi bianchissimi”, pensa Estrella appena conosce l’anziano e distinto signore. Ma a colpire la giovane è soprattutto il fatto che Marco le dà del “Lei”, dimostrandole rispetto. Questo elemento è molto importante, perché spesso noi italiani non ci accorgiamo di offendere chi ci sta di fronte, dando del “Tu” a una persona straniera, anche se non la conosciamo, solo perché non è italiana. Il primo a farmi notare questa cosa, anni fa, fu un ragazzo senegalese. Da allora anche io ci faccio più attenzione».
che non conosce e lì confessa di detestare il modo di fare degli italiani, “mi affidano gli anziani come se fossero un pacco”. E su questo ci sarebbe molto da dire. Lavoro da tanto tempo con gli stranieri, e una delle critiche che più spesso queste persone rivolgono a noi italiani è proprio questa: dicono che nelle nostre famiglie manca l’umanità. Credono, forse a ragione, che per noi gli anziani siano solo un peso. Effettivamente la solidarietà e l’aiuto sono concetti quasi del tutto scomparsi nella nostra società, questo bisogna ammetterlo».
Nel libro però vengono raccontate anche le difficoltà e i rapporti complicati di queste donne con gli italiani. «Certo. Una storia difficile è quella di Alina, una giovanissima badante moldava, che deve “sopportare una vecchia signora tre notti la settimana”, come racconta lei stessa a Estrella quando si conoscono su un autobus. Questa storia vuole raccontare il rapporto spesso difficile che si instaura tra la badante, l’anziano e i suoi familiari, che spesso trattano queste ragazze come delle schiave, sia dal punto di vista economico che umano».
Infatti, i nostri connazionali non ne escono tanto bene.
«Non molto. L’incontro di Estrella con Giulia, la figlia di Marco, è molto freddo. La giovane uruguaiana è un po’ nervosa, sta per conoscere l’anziano di cui dovrà occuparsi e la sua famiglia. Ma le cose vanno diversamente da come forse lei si aspetta. Giulia è una donna in carriera, “non ha mai tempo”, ripete spesso Marco, forse per consolarsi. Non trova nemmeno un minuto per presentare la nuova arrivata al padre. Si muove frenetica, le raccomanda di non farlo uscire, di leggergli dei libri e va via. Estrella si ritrova da sola, in una casa
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si resta confinati in casa, e si esce solo per fare la spesa. La situazione è ancora più complicata per il badante uomo. Se ne vedono pochi in giro, ma ci sono. Dai loro racconti emerge una realtà ancora più complessa, anche perché spesso, a causa di una cultura che distingue nettamente il ruolo dell’uomo da quello della donna, si vergognano di questo lavoro. In particolare ricordo la chiacchierata fatta con un ragazzo egiziano qualche tempo fa. Mi raccontava che in Egitto aveva una vita normale, molte amicizie e aveva studiato. Poi, a causa della difficile situazione politica nel Paese, ha deciso di venire in Italia, dove ha trovato un lavoro come badante. Da quel momento la sua vita è “finita”. Nella casa dove lavora ci sono solo anziani, mentre i figli della persona che lui accudisce lo guardano come uno che deve fare questo lavoro punto e basta: “quasi non ti considerano una persona”, mi ha confessato».
Ma ci sono anche storie positive?
“questo vecchio mi piace, mi piacciono i suoi capelli e i baffi bianchissimi” Quali sono i problemi maggiori che emergono dai racconti di queste donne?
«La perdita della libertà. Gli orari di lavoro sono disumani, soprattutto per le irregolari e così si annulla tutto il resto. Spesso si soffre di solitudine, perché non si ha il tempo di coltivare altri rapporti. A volte ho l’impressione che queste donne non vivano, soprattutto quando si ha a che fare con anziani che hanno problemi seri, come l’Alzheimer e la demenza senile. In questi casi
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«Sì, e la storia di Estrella ne è la dimostrazione. In alcuni casi, tra la badante, l’anziano e la famiglia si instaurano rapporti di affetto vero e di amicizia sincera.
Ricordo la storia di una badante marocchina, una ragazza giovanissima che ha deciso di restare in Italia e andare a vivere nella casa della signora di cui si occupava. Era trattata come una figlia da tutta la famiglia, diciamo che l’avevano adottata. È anche capitato che alcune badanti venissero ai corsi di italiano, che organizzo con la mia associazione, accompagnate dalle anziane con le quali lavorano. E la cosa divertente è che queste signore partecipano attivamente alla discussione, prendendo la parola durante la lezione per spiegare come le donne italiane amano fare la spesa, ma soprattutto come amano fare le faccende di casa, passando il dito sulla libreria per accertarsi che non ci sia nemmeno un granello di polvere. È stato bello vedere le facce divertite delle mie allieve».
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Aggiornamento e formazione
A Portogruaro in provincia di Venezia consegnati gli attestati a 12 badanti
Il corso "Badare Meglio"
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i è concluso con la consegna degli attestati di partecipazione il corso "Badare Meglio, suggerimenti per prendersi cura di sé e degli altri", organizzato dalla Associazione Migranti della Venezia Orientale onlus nell’ambito del progetto “Prevenzione e salute, beni comuni” sostenuto dalla Fondazione Santo Stefano di Portogruaro. L’obiettivo dell’iniziativa che ha visto la piena partecipazione di 12 allievi e due uditori provenienti da cinque diversi Paesi (Romania, Ucraina, Moldavia, Colombia e Georgia) è stato quello di sperimentare un percorso didattico in grado di fornire le informazioni di base per il lavoro di assistenza alle persone non auto-sufficienti. Nei 5 incontri programmati sono state infatti approfondite le tecniche per la corretta relazione con il paziente, la sua movimentazione, la deambulazione, la prevenzione del rischio cadute e infine la vestizione/svestizione e l’aiuto durante i pasti. La docenza è stata affidata alla Dottoressa Renata Maronese che vanta una ampia esperienza di fisioterapista in ambito
pubblico e privato. Come ci dice la Dottoressa Maronese " il corso "Badare Meglio" è stato ideato con una duplice finalità: quella di arricchire la conoscenza delle manovre di movimentazione dei pazienti, quali il sollevamento, il trasferimento, il riposizionamento, per consentire alla badante di "accudire meglio" il proprio assistito,e quella di prevenire e ridurre il numero e la gravità dei disturbi muscoscheletrici, come i traumi delle spalle, le dorsalgie e le lombalgie, che tali attività quotidiane e ripetute nel tempo possono causare. Imparando quindi come creare una stabile base d'appoggio, il giusto equilibrio, come scomporre il movimento in più fasi, pensare alle giuste prese ed usare gli ausilii correttamente in relazione alle caratteristiche del paziente, si riesce ad ottenere il comportamento più idoneo sia per una assistenza personalizzata del paziente sia per la salvaguardia della salute della badante stessa, nel modo più ergonomico possibile". "Il successo del corso - annunciano i responsabili della Migranti - ci ha convinti a ripeterlo. L’appuntamento è per il prossimo mese di ottobre".
Il corso, completamente gratuito, è aperto anche ai cittadini italiani, compresi i famigliari delle persone assistite. Per informazioni e per iscriversi si può telefonare al 389 7892077 oppure scrivere a info@noimigranti.org.
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6o corso di formazione per l’assistenza domiciliare ai malati di Alzheimer Organizzato a Varese dall'Associazione Varese Alzheimer Onlus
è
Alzheimer; • la relazione e la comunicazione con il malato di Alzheimer; • l’igiene della persona e della sua casa, elementi di dietisitica e principi di alimentazione; • lo stress dell’assistenza.
giunto alla sesta edizione il corso gratuito che si è appena svolto a Varese e rivolto ad assistenti domiciliari, collaboratori familiari e badanti di nazionalità italiana, europea ed extracomunitaria, in possesso di permesso di soggiorno, che prestano o intendono prestare assistenza domiciliare a malati di Alzheimer. Le finalità del corso sono state quelle di favorire la qualificazione professionale degli assistenti domiciliari in ambito di malattia di Alzheimer e realizzare un registro degli assistenti familiari formati (albo assistenti domiciliari) a cui le famiglie possono accedere per ricevere assistenza qualificata. Tra gli obiettivi formativi: • la centralità dell’assistente domiciliare nella cura del malato di Alzheimer; • apprendere le conoscenze di base sulla malattia di Alzheimer e le sue problematiche; • saper identificare i bisogni e le problematiche fisiche, psicologiche, assistenziali e curative del malato di Alzheimer • acquisire le competenze comunicative, relazionali e sociali che consentano un adeguato rapporto interpersonale con il malato e con il nucleo familiare; • apprendere abilità finalizzate al miglioramento del contesto abitativo e della sicurezza domestica; • acquisire principi di educazione alimentare e nozioni di igiene personale e dell’ambiente; • conoscere aspetti di etica e di legislazione legati al ruolo di collaboratore familiare.
Alzheimer La malattia di Alzheimer, che causa un profondo e progressivo deficit delle funzioni cognitive, soprattutto nelle persone avanti con l'età, è in costante aumento e si calcola che in Provincia di Varese siano presenti attualmente circa 8.000 casi. I malati richiedono spesso una assistenza continuativa ed intensiva per cui anche i familiari e le persone che prestano il loro aiuto alle famiglie sono altamente coinvolti nel gravoso compito assistenziale Un corso completo con una prima fase teorica di 10 ore che ha approfondito i seguenti temi: • le demenze e la malattia di Alzheimer: aspetti clinici e comportamentali; • una casa su misura del malato di
Varese Alzheimer Onlus fornisce sostegno e aiuto ai malati, alle loro famiglie e al personale di assistenza e collabora attivamente con il "Centro di Ascolto" dove i familiari possono prendere contatti con i volontari di Varese Alzheimer, "l'Ambulatorio della Memoria" che fa la valutazione clinica dello stato di memoria e formula la diagnosi del disturbo (inoltre presso l'ambulatorio viene esercitato un servizio di supporto psicologico per i malati e i loro familiari) e il "Circolo della Memoria" (Comune di Comerio) rivolto alle persone che presentano disturbi della memoria di grado lieve ma che comun-
La seconda fase ha previsto il tirocinio pratico presso il Centro Diurno Integrato Alzheimer della Fondazione Molina e il Circolo della Memoria di Casa Alzheimer. Al termine del percorso formativo è stato costituito un albo assistenti domiciliari, composto dai nominativi delle persone che hanno partecipato al corso, al quale le famiglie colpite dalla malattia potranno far riferimento, attraverso Varese Alzheimer per instaurare un eventuale rapporto di lavoro (i nominativi dei partecipanti sono inseriti in un albo pubblicato nel sito: www.alzheimervarese.org dove possono essere contattati direttamente dalle famiglie che necessitano assistenza). A completamento degli insegnamenti del corso, nello scorso mese di marzo, nella sala consiliare di Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese si è tenuto un convengo "Incontinenza urinaria nella malattia di Alzheimer in fase precoce" con la partecipazione degli psicologi di Varese Alzheimer e dei rappresentanti del Comitato Scientifico della Fondazione Italiana Continenza durante il quale sono state approfondite le tematiche legate ai disturbi cognitivi e le problematiche dell’incontinenza nell’età senile.
que causano riduzione della autonomia e difficoltà a gestire la quotidianità. Le attività realizzate sono intese a rallentare il declino cognitivo, a sostenere l'autonomia personale, favorire la socializzazione e le relazioni interpersonali e migliorare la qualità di vita del malato e dei familiari. Varese Alzheimer Onlus c/o Fondazione Molina Viale Borri, 133 (Varese) E-mail: info@alzheimervarese.org www.alzheimervarese.org
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Le trasformazioni del lavoro domestico nella vita quotidiana tra qualità del lavoro e riconoscimento delle competenze Un'indagine promossa da Acli Colf e Patronato Acli. Realizzata da Iref (Istituto di Ricerche Educative e Formative). In collaborazione con le sedi territoriali di Acli Colf e del Patronato Acli
I
n occasione della Giornata internazionale delle Lavoratrici e dei Lavoratori domestici (il 16 giugno scorso), Acli Colf con il Patronato Acli, ha organizzato il convegno “Viaggio nel lavoro di cura. Le trasformazioni del lavoro domestico nella vita quotidiana tra qualità del lavoro e riconoscimento delle competenze”, presso la Sala Piccola Protomoteca in piazza del Campidoglio a Roma.
turato. I risultati del primo modulo sono stati presentati nel novembre 2013. Per l'inizio del 2015 è prevista la pubblicazione dei risultati definitivi di entrambi i moduli di indagine.
Durante il convegno è stata presentata l'anticipazione della ricerca “Viaggio nel lavoro di cura”, un’indagine promossa da Acli Colf e Patronato Acli per comprendere le trasformazioni del lavoro domestico in Italia negli anni della crisi economica. La ricerca è suddivisa in due moduli: il primo preparatorio, realizzato attraverso focus group con le lavoratrici e il secondo, realizzato attraverso un’indagine con questionario strut-
Attraverso questa rete sono state contattate 837 badanti residenti in 177 comuni. Le interviste sono state realizzate dai volontari e dagli operatori delle Acli Colf in modalità "faccia a faccia", solo in alcune situazioni il questionario è stato auto compilato dalle lavoratrici. La metodologia dell'indagine non ha previsto un piano di campionamento specifico, l’unico vincolo è stato che le intervistate lavorassero come assistenti
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L’indagine con questionario è stata realizzata dall’Istituto di Ricerche Educative e Formative (www.irefricerche.it) con la collaborazione di 30 sedi Acli Colf e Patronato Acli.
La ricer
ca è prom
familiari con persone anziane (in termini tecnici, quello analizzato è un campione autoeletto). Chi èèstato statointervistato intervistato Il campione raccolto per l’indagine è risultato composto per la quasi totalità (94%) da donne. Al di là del dato più macroscopico, la presenza nel campione di un seppur piccolo gruppo di maschi conferma il risultato di altre indagini e mostra che il lavoro di assistente familiare non è esclusivamente femminile. Le persone intervistate nella maggior parte dei casi hanno un’età compresa tra i 45 e i 64 anni (rientra in questa fascia il 58% delle intervistate); le giovani donne (under35) sono l’11,7% del totale. Si tratta di persone sposate nel 34,8% dei casi, separate/divorziate nel 34,4%, mentre il 20,3% è single
ossa da:
e il 10,5% ha perso il coniuge. Nel complesso, le intervistate che non hanno legami matrimoniali sono tre su quattro. Sotto il profilo formativo, una badante su tre è andata all’università (nel 21,2% dei casi ottenendo la laurea). Il 54,4% delle intervistate ha comunque studiato per almeno nove anni, soglia che, nell’ordinamento scolastico italiano, corrisponde alla frequentazione della scuola secondaria superiore. A ciò occorre aggiungere che il 22,4% ha avuto un’esperienza formativa in campo medico-infermieristico. Inoltre, una su tre ha fatto un corso di formazione specifico in Italia. Considerando entrambe le possibilità, si ottiene un 44,9% di intervistate che ha una qualche esperienza formativa in campo assistenziale. Le credenziali formative delle lavoratrici sono dunque mediamente elevate, sia in termini di cultura generale, sia rispetto
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Viaggio nel lavoro di cura agine l'ind alla formazione di settore. Ciò spinge a rilevare che il campione considerato dall’indagine appare rappresentativo del segmento medio-alto del lavoro domestico di cura, considerazione che appare coerente con il dato sulla durata dell’esperienza professionale nel settore della cura: il 51,3% delle intervistate fa la badante da più di 5 anni.
na sono il 34,4%. Il 64,6% del campione fa un numero di ore superiore al massimo previsto dal contratto nazionale di lavoro (54 ore settimanali per una lavoratrice assunta full time): in pratica, due lavoratrici su tre lavorano più del massimo previsto dalla legge. Nel 76,5% dei casi il rapporto di lavoro è regolato da un contratto scritto, ma il 51,1% delle intervistate dichiara un qualche livello di Sul fronte della provenienza nazionale, sono state intervi- irregolarità contributiva, con il 15% che afferma di non state donne e uomini da 35 nazioni diverse. Una badante su aver ricevuto nessun versamento contributivo. Orari di quattro è rumena, un altro 25% è di lavoro lunghi, difficoltà a contratnazionalità ucraina. L'8,3% viene dal tualizzare il rapporto, mancata Perù, il 7,4% dalla Moldavia. In geprevidenziale sono Il profilo che emerge contribuzione nerale le donne dell'est Europa sono le spie di una condizione lavoradall'indagine il 64,8% del campione, le intervistativa che, nei casi più estremi, può te che vengono dall’America Latina arrivare a connotarsi in termini di il 14,1%, dall’Asia il 6,6%, dall’Afrisfruttamento. ca il 9,2%. Infine, il 5,2% delle lavoratrici è di nazionalità italiana. QuanSul fronte delle retribuzioni, la stima to alle modalità di svolgimento del ottenuta tramite la combinazione del lavoro, nel 60% dei casi la lavoratrice calendario lavorativo (una serie di coabita con la persona che assiste: è domande sull’orario lavorativo nei questo un dato da tenere presente sette giorni della settimana) e l’amperché la coabitazione, quasi sempre, montare complessivo dello stipenimplica delle differenze nella quandio mensile, evidenzia che in media tità e nella qualità della prestazione le badanti guadagnano 800 euro al assistenziale. mese, risultato di una retribuzione oraria di 4 euro (valore mediano). In generale, il profilo socio-demoUna cifra che, in caso di coabitazione, grafico del campione è molto vicipuò essere considerata relativamente no alla rappresentazione tipica della soddisfacente, mentre se la lavoratriGenere: il 94% sono donne badante: una donna matura, provece preferisce o è costretta ad abitare Età: dai 45 ai 64 anni niente dall’Est-Europa con un titolo per conto proprio può essere insuffidi studio mediamente alto che abita ciente, soprattutto nelle grandi città. Istruzione: 1 su 3 è laureata nella casa della persona che assiste. Continuando a esaminare i dati sulle (1 su 3 ha seguito Per completare il profilo, un ultimo retribuzioni, è interessante verificare un corso di formazione dato relativo ai legami con le orgale differenze tra coresidenti e lavoranizzazioni che hanno promosso l’intrici che invece non abitano nella casa specialistico in Italia) dagine: il 37,4% delle intervistate è della persona assistita. Le prime, al Esperienza: il 51,3% fa la iscritta alle Acli Colf, il 18,7% alle mese dichiarano di guadagnare 700 badante da più di 5 anni Acli. È interessante notare che, pur euro (valore mediano), le seconde, avendo realizzato l’indagine attraverinvece, 850 euro. Questa differenza si Nazionalità: il 64,8% viene so la rete Acli, il numero di lavoraribalta se si considera la paga oraria: le dai paesi dell'Est Europa trici con nessun legame formale con badanti coresidenti guadagnano 3,75 l’associazione è consistente: difatti, euro l’ora, le non coresidenti 4,32 Domicilio: il 60% coabita le iscritte ad almeno una delle due euro. È evidente che il lavoro in coaorganizzazioni sono, nel complesso, bitazione implichi un impegno orario il 51,8%. Al di là di queste affiliazioni, le donne contattate nettamente superiore, per cui chi coabita guadagna un poco non hanno altre appartenenze socio-politiche: solo il 5,6% di più, lavorando molto di più. è iscritta a un sindacato. Anche i dati sulla partecipazione associativa sono particolarmente bassi: è iscritto a un’asso- Questi dati, peraltro, possono essere comparati con quanto ciazione italiana il 3,6% del campione, a un’associazione di registrato in un’indagine similare, realizzata dall’IREF nel connazionali il 5,6%. 2007 (Il welfare fatto in casa). Il confronto evidenzia una mediana della retribuzione mensile di 850 euro: in sette anni le Tanto lavoro Tanto lavoro perper pocopoco badanti hanno quindi perso 50 euro al mese. All’apparenza si Le badanti hanno ritmi di lavoro molto sostenuti: in me- tratta di una perdita stipendiale contenuta, tuttavia se si considia lavorano nove ore al giorno per sei giorni alla setti- derano i dati relativi agli orari di lavoro si nota una dinamica di mana. All’interno del campione ci sono anche lavoratrici compensazione tra stipendio e orario di lavoro. Lo scarto più che dichiarano di lavorare sette giorni su sette (11,8%); le significativo è difatti nella retribuzione oraria che, nel 2007, badanti che dichiarano di lavorare 60 ore, o più, a settima- era di 6 euro l’ora, nel 2014 solo di 4 euro. In pratica, per
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mantenere un livello retributivo minimamente soddisfacente le badanti lavorano di più, abbassando il proprio costo orario. La formula è più lavoro, per lo stesso stipendio. A livello territoriale, ci sono altre differenze significative: se nel CentroNord la retribuzione media è di 4,20 euro, nel Meridione si scende a 2,70. Proiettando su un orario di 54 ore settimanali i due dati citati, si ottiene un gap salariale fortissimo: poco più di 900 euro per le lavoratrici del Centro-Nord, 540 euro per le meridionali. Scendendo lo stivale in pratica si perde circa il 40% del salario.
persone che, per le famiglie, rappresentano un vero “rebus assistenziale” poiché hanno bisogni di cura complessi e costanti. Un dato fondamentale per comprendere la situazione lavorativa delle badanti è il supporto di altre figure assistenziali come assistenti domiciliari, infermieri/e, assistenti sociali. Al riguardo, il 60% delle lavoratrici afferma di occuparsi completamente da sola dell’assistenza. Il dato restituisce uno scenario preoccupante: le badanti che assistono persone con gravi problemi psico-fisici, in un caso su due, sono sole. Nel
A influire in negativo, sulla retribuzione oraria sono anche altre variabili, come la dimensione della città e, ovviamente, lavorare o meno in co-residenza. Il combinato di questi due elementi da come risultato che una badante coresidente occupata in un comune non capoluogo di provincia guadagna 3,86 euro all’ora. Al contrario una lavoratrice non coresidente che vive in una città metropolitana riesce a portare a casa 5 euro l’ora. Considerando, invece, solo la ripartizione geografica si ha che in un piccolo comune del Sud Italia il guadagno orario è di 2,69 euro, mentre in una grande città del Nord 4,50, con una differenza di 1,80 euro. I dati dunque evidenziano divari territoriali sia tra Nord e Sud, sia tra città e paese, con la co-abitazione che rafforza, in entrambi i casi, gli scalini retributivi. Un’altra indicazione di rilievo proviene dal confronto con l’indagine 2007. Le lavoratrici in coabitazione hanno perso in sette anni 1,25 euro all’ora: nel 2007 la retribuzione oraria era di 5 euro, nel 2014 è di 3,75 euro; una flessione di proporzioni maggiori si riscontra, però, tra le lavoratrici non coresidenti: da 6,50 euro l’ora a 4,32 euro, con una perdita di oltre 2 euro. In pratica, il lavoro in coabitazione ha resistito un po’ meglio alla compressione dei salari innescata dalla crisi poiché partendo da una base retributiva più bassa la riduzione non è potuta essere così marcata come quella riscontrata nel lavoro senza coabitazione. Sintetizzando al massimo le indicazioni ottenute dalle interviste, va rilevato che le retribuzioni orarie appaiono fortemente schiacciate sui minimi retributivi previsti dal CCNL e, in alcuni casi, sono anche significativamente inferiori. Per fare un esempio, un lavoratore non convivente di livello A (il più basso equivalente a un impiego generico e con limitato livello di responsabilità e autonomia) ha un minimo orario di 4,47 euro, una cifra molta vicina a quella percepita da molte delle badanti intervistate per la ricerca.Tuttavia, come si evince con chiarezza dai dati sulle mansioni, le badanti svolgono compiti molto più complessi e che darebbero diritto a retribuzioni orarie superiori. Qualunque succeda, occupatene tu Qualunque cosacosa succeda, occupatene tu Le badanti intervistate assistono per lo più persone non autosufficienti dal punto di vista fisico e mentale (42,4%): solo il 19,1% lavora per persone completamente autosufficienti. In altre parole, le intervistate si fanno carico di assistere quelle
L'anticipazione dell'indagine "Viaggio nel lavoro di cura" è scaricabile in formato pdf dal sito www.acli.it Meridione, il dato sale al 67,9%. C’è da aggiungere che nel caso di assistenza a un soggetto completamente non autosufficiente, la percentuale di lavoratrici che non riceve alcun aiuto esterno scende solo di dieci punti (50,8%). Specificando meglio il problema è opportuno riportare anche il dato relativo al supporto da parte di altre badanti: tra le lavoratrici che supportano persone con scarsa autonomia psico-fisica, solo una su quattro (25,6%) condivide il carico lavorativo con qualche altra collega.
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Viaggio nel lavoro di cura agine l'ind L’indagine permette di analizzare nel dettaglio le mansioni svolte dalle lavoratrici. Si possono distinguere tre generi di mansioni assistenziali: 1) di base, nel quale rientrano attività come lavare, aiutare la persona nelle funzioni corporali, tenere in ordine la casa, stirare e cucinare; 2) accessorie, ossia pagare le bollette, andare dal medico, controllare la scadenza di alimenti e farmaci, 3) para-infermieristiche, consistenti nel somministrare medicinali, misurare febbre, pressione, glicemia, fare iniezioni e medicazioni varie. Nel complesso, la ricerca ha raccolto informazioni su tutto lo spettro delle attività di cura e gestione della casa, assumendo (e testando con domande ad hoc tale ipotesi) che la badante non sia una figura occupata solo dell’assistenza alla persona, ma colei che entra anche nella gestione di ciò che ruota attorno alla persona assistita. Rispetto alle mansioni assistenziali di base, il 50,5% delle intervistate afferma di svolgere tutte e sette le attività previste dal questionario, un altro 29% invece dichiara di essere di svolgerne tra le cinque e le sei. Quando la lavoratrice coabita con la persona assistita è molto più frequente che sia incaricata di svolgere tutte le mansioni assistenziali di base (61,3%, contro il 33,7% delle lavoratrici che non coabitano). Sul fronte delle mansioni accessorie, il 90,9% delle intervistate ne svolge almeno una, con il 31,1% che si incarica di assolvere quattro o cinque mansioni accessorie. I dati mostrano che l’espressione mansioni accessorie, per quanto teoricamente adeguata, non coglie la concretezza del lavoro: in pratica, la badante è una sorta di factotum alla quale si chiede di espletare compiti eterogenei e non necessariamente connessi con l’assistenza alla persona. Basti pensare che il 43,2% delle intervistate afferma di svolgere anche lavori per la famiglia di appartenenza della persona che assiste e, in un caso su quattro, senza che per questi compiti aggiuntivi venga corrisposta alcuna integrazione economica. A questi carichi lavorativi occorre poi aggiungere una serie di incombenze di tipo para-infermieristico, mansioni che solo il 13,8% delle badanti non svolge. Il 49,8%, invece, ha la responsabilità solo di alcune delle attività para-infermieristiche previste dal questionario, mentre il 36,4% dichiara di doversi occupare di tutte le mansioni para-infermieristiche. C’è da rilevare che tra le badanti che dichiarano di svolgere tutte le mansioni di piccola assistenza medica, il 33,9% lavora “in nero”. In termini di responsabilità personale e di rischio lavorativo, quest’ultimo è un dato da considerare con attenzione poiché senza le tutele contrattuali si perde la possibilità di veder garantita la propria posizione in eventuali situazioni problematiche. Combinando i tre tipi di mansioni è stato elaborato un indice di carico lavorativo. Quando si assiste una persona in condizioni di non autosufficienza psico-fisica si rilevano i carichi maggiori si hanno: in questo caso, il 50,8% delle badanti fa registrare un valore alto sull’indice di carico lavorativo (il dato sul totale del campione è di 14 punti percentuali più basso, 36,4%); una differenza simile si osserva anche in assenza di supporto assistenziale da parte di terze persone (infermieri, assistenti sociali e domiciliari): 49,5% di alto carico lavorativo.
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Più di una lavoratrice su due si trova quindi in una situazione lavorativa nella quale la badante è l’unico attore assistenziale. L’assistente diventa un soggetto al quale viene chiesto di intervenire su tutto lo spettro dei bisogni di cura della persona. In pratica, in questi casi, la badante riceve una sorta di delega “in bianco”, sulla quale è scritto: “qualunque cosa succeda, occupatene tu”. Comincio a non farcela più più Comincio a non farcela Secondo le badanti intervistate, negli ultimi anni è diventato sempre più difficile lavorare con un contratto di lavoro: il 41,7% si dichiara molto d’accordo con questa considerazione. Allo stesso modo, il 44,3% delle badanti è molto d’accordo con l’idea che negli ultimi anni le famiglie chiedano alle badanti di lavorare di più, senza per questo aumentare lo stipendio. Le lavoratrici sembrano dunque avere una chiara percezione di quello che sta accadendo: la crisi economica ha impattato sugli standard minimi di lavoro, in alcuni casi, provocando un peggioramento. Una trasformazione che non riguarda solo orari e salari. Se si considerano i dati riferiti ai disturbi psico-fisici derivanti dall’esercizio della professione, si riscontrano altri segnali negativi. Il 68,6% delle intervistate dichiara che da quando lavora come badante soffre di mal di schiena, il 40,6% riferisce di altri dolori fisici. Fare la badante è, dunque, un lavoro logorante che influisce sulla salute della lavoratrice, soprattutto quando è condotto con ritmi di lavoro così serrati. C’è poi il logoramento psicologico: il 39,4% soffre di insonnia, mentre il 33,9% delle donne intervistate afferma di soffrire di ansia o depressione. Bisogna aggiungere che una badante su tre, nell’ultimo anno, non è mai andata da un medico a controllare il proprio stato di salute, tra le under35 il dato sale al 44,2%. Il tema del logoramento si salda dunque con la questione della qualità del lavoro: il settore assistenziale è strutturalmente "labour intensive", tuttavia i dati su orari e carichi evidenziano la diffusione di fenomeni di sovra-occupazione. Per compensare le perdite salariali si lavora di più, peggiorando l’impatto del lavoro sulla vita personale. Sebbene a causa della crisi, la redditività del lavoro si sia ridotta, l’auto-percezione della professione è positiva: l’81,6% delle donne intervistate non ha remore nel dire a chiunque di fare la badante, mentre il 59,5% è dell’opinione che “badante” sia il termine migliore per descrivere il lavoro che fa. Un’espressione per anni considerata squalificante trova l’approvazione della stragrande maggioranza delle lavoratrici. È un dato dall’alto valore simbolico che, però, appare in parziale contraddizione con un’altra opinione espressa dalle intervistate.Alla domanda, “Secondo te la gente sa quanto è importante il lavoro di badante?”, il campione si spacca in due gruppi: il 50,5% afferma che le persone comuni hanno una consapevolezza poca o nulla della valenza sociale del lavoro di cura; l’altra metà, invece, esprime un punto di vista positivo. Il lavoro di cura non ha, dunque, nelle percezione di chi lo svolge, caratteristiche socialmente stigmatizzanti ma sconta un deficit di riconoscimento sociale: questa sfasatura può essere una fonte di disillusione per le lavoratrici e influire negativamente sulle motivazioni personali, elemento quest’ultimo che, nello svolgimento di un lavoro stressante e logorante, conta molto
Il convegno Politici, professionisti della sanità, demografi, esponenti del sindacato e associazioni familiari Italia Longeva li ha riuniti per la prima volta all’Università Cattolica di Roma, per una riflessione strutturata sui profili sociali, professionali, giuridici e sanitari dell'assistenza familiare
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i è svolto nei primi giorni di giugno al Policlinico Universitario "Agostino Gemelli" il convegno "L’assistente familiare in Italia dalla formazione ai problemi sociali e di integrazione". Il convegno organizzato da Italia Longeva, il network dedicato all’invecchiamento, creato dal Ministero della Salute, dalla Regione Marche e dall’IRCCS INRCA per promuovere una nuova visione dell’anziano quale risorsa per la società, in buona salute, attivo e impegnato in compiti e ruoli adatti che valorizzino l’esperienza e la saggezza accumulata negli anni, ma anche fruitore di beni e servizi, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e con il CESPAG (Centro di Ricerca per la Promozione e lo Sviluppo dell’Assistenza Geriatrica) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha fatto il punto sull’assistenza famigliare e sul fenomeno badanti in Italia. A introdurre il Professor Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva e Direttore del Dipartimento di
Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico "A. Gemelli" di Roma «Siamo l’unico Paese al mondo ad avere circa un milione e mezzo di assistenti familiari: un numero incredibile di cosiddetti "badanti". Rivela il tentativo di apprestare un’assistenza suppletiva per i nostri anziani, fra i più numerosi al mondo, che altrimenti potrebbero contare su un numero insufficiente di letti nelle Residenze Sanitarie Assistenziali (solo 400mila letti, un record negativo: coprono circa il 3,5% degli over 65, mentre nessun Paese europeo si attesta sotto al 7%), o su prestazioni domiciliari ancora molto inferiori alla media europea (garantiscono servizi a meno del 2% degli ultra sessantacinquenni: nessun Paese in Europa si attesta al di sotto dell’8%). È un fenomeno socio-sanitario, demografico e culturale con il quale siamo a contatto ogni giorno e sul quale, incredibilmente, nessuno fino ad ora aveva proposto una riflessione organica e strutturata. Italia Longeva, che è impegnata a tutto campo sulle problematiche che coinvolgono laTerza Età,
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ha quindi pensato di riunire oggi (11 giugno 2014), all’Università Cattolica di Roma, tutti gli attori coinvolti nell’analisi, nel supporto e nella gestione dell’assistenza familiare. Un fenomeno, ripeto, che in nessun altro Paese si presenta diffuso e capillare come in Italia: dalle Alpi alla Sicilia e nella stragrande maggioranza delle nostre famiglie». Il convegno per la prima volta ha restituito una fotografia aggiornata dell’assistenza familiare in Italia. «I nonni italiani - ha proseguito Professor Bernabei - nella maggior parte dei casi hanno ancora un’abitazione di proprietà, nella quale i loro figli, anche in risposta alle carenze dei servizi cui accennavo, scelgono di continuare ad assisterli grazie al supporto di un vero e proprio esercito di assistenti familiari, non sempre in regola e non sempre adeguatamente preparati. Riguardato dal punto di vista del sistema è una sorta di servizio socio-
L’assistente familiare in Italia dalla formazione ai problemi sociali e di integrazione
ROMA, 11 Giugno 2014 CENTRO CONGRESSI EUROPA
Università Cattolica del Sacro Cuore
CEPS AG
CENTRO DI RICERCA PROMOZIONE E SVILUPPO
DELL’ ASSISTENZA GERIATRICA
sanitario parallelo, garantito da operatori della cui formazione nessuno sembra preoccuparsi abbastanza. Al contrario, l’Università Cattolica di Roma, attraverso il Centro di Ricerca, Promozione e Sviluppo dell’Assistenza Geriatrica (Cepsag) ha intrapreso da anni uno sforzo di professionalizzazione della figura dell’assistente familiare: migliaia di "badanti" formati nel cuore del Policlinico "A. Gemelli"; una goccia nell’oceano a fronte del milione e mezzo di assistenti familiari presenti in Italia, e tuttavia sufficiente a ricordare a tutti che le conoscenze di un semplice collaboratore domestico non possono essere le stesse richieste a una persona impegnata a prendersi cura di un anziano, magari non del tutto autonomo o comunque affetto da diverse cronicità. C’è poi la questione sociologica e previdenziale: che prospettive hanno i "badanti" che lavorano in Italia, non sempre in regola e spesso sprovvisti di un titolo
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che riconosca e certifichi la loro professionalità?Torno a sottolineare che parliamo di circa un milione e mezzo di lavoratori, in molti casi stranieri, che quindi impongono una riflessione anche di carattere sociale: quale sarà il destino dei loro figli? E chi assisterà i nostri assistenti familiari, quando a loro volta invecchieranno?». Per rispondere a tutte queste domande, il convegno di oggi "L’assistente familiare in Italia dalla formazione ai problemi sociali e di integrazione" ha riunito per la prima volta esponenti politici - fra i relatori il sottosegretario al Ministero della Salute,Vito De Filippo - professionisti sanitari, rappresentanti dei sindacati ed esponenti di associazioni, sorte spontaneamente proprio per far fronte alle tante questioni sollevate dall’assistenza familiare. Un fenomeno tutto italiano, nel quale l’anziano dipende, dal punto di vista delle necessità primarie, dal proprio dipendente: un’iperbole sinora quasi del tutto trascurata, a livello istituzionale, nel nostro Paese, capace di generare problemi complessi sui quali Italia Longeva ha deciso di stimolare un dibattito costruttivo. Di seguito una sintesi degli interventi. L'abstract Di seguito la sintesi degli interventi.può L'abstract completo del convegno completo del convegno essere scaricato dal pò essere scaricato dal sito www.italialongeva.it. sito www.italialongeva.it. Con il titolo "Anziani, reti di aiuto informali, servizi pubblici e privati" Linda Laura Sabbadini, Direttore del Dipartimento per le Statistiche Sociali e Ambientali ISTAT ha evidenziato che «da diversi anni le trasformazioni demografiche e sociali del nostro Paese sono caratterizzate da un’accelerazione del processo di invecchiamento della popolazione e da una progressiva modificazione della rete di aiuto informale. Il processo di invecchiamento demografico in Italia è particolarmente accentuato». Ed è l'incremento costante del numero di anziani e di persone con problemi di salute di natura cronico-degenerativa quali diabete, tumori, Alzheimer e demenze senili che riconfigura tutto il sistema di assistenza nazionale. Ketty Vaccaro, Responsabile Welfare e Salute Censis con "Il ruolo dei badanti nel welfare familiare" «gli aiuti interni alla famiglia e tra famiglie rappresentano una rete molto fitta, caratterizzata da un forte interscambio anche rispetto ad altre e diverse situazioni di bisogno, dalla cura dei figli piccoli al sostegno economico. Ma una delle modalità prevalenti in cui si sostanza questa rete di supporto è proprio quella del sostegno informale alle persone con problemi di salute ed autosufficienza, a fronte di un’offerta pubblica che appare fortemente deficitaria, soprattutto rispetto alle prestazioni sociali in natura, che rappresentano, nel caso le prestazioni di protezione sociale per la disabilità, il 6% del totale della spesa pubblica a fronte del 94% per prestazioni di tipo economico». Ad affiancare le famiglie, per dare sostegno, la presenza dell’assistente famigliare che diventa figura strategica del nuovo modello di welfare, soprattutto per i parenti affetti da malattie importanti come l’Alzheimer, l’Ictus e il Parkinson. Giovanni Battista Sgritta, Ordinario Facoltà di Scienze Statistiche "La Sapienza" Università di Roma con "Badanti, Anziani, Welfare" «La badante è
organica alla logica del nostro sistema di welfare, è espressione del suo carattere familista e contribuisce alla sua sopravvivenza, nonostante i cambiamenti demografici, economici e sociali. In effetti, quella della badante è una soluzione tutta giocata all’interno delle famiglie, una scelta privata che non coinvolge e non impegna il pubblico. Più in generale, le cure e l’assistenza agli anziani non autosufficienti affidate alle badanti coinvolgono pressoché esclusivamente la componente femminile: donne che sostituiscono altre donne, estranee che subentrano alle mogli, alle figlie, alle nuore, "supplenti" che sostituiscono le figure "incaricate" per tradizione ad occuparsi della cura e dell’assistenza degli altri membri della famiglia in prima persona. Insomma, una divisione sessuale del lavoro che, a differenza del passato, avviene ora su dimensioni globali, tra paesi che sono costretti a dare e paesi che sono in condizioni di ricevere, sempre lungo una linea di genere che resta immutata. Fabrizia Lattanzio, Direttore Scientifico IRCCS INRCA con "Evidenze Scientifiche. Opportunità e nodi da risolvere" L’intervento ha proposto una panoramica del fenomeno delle assistenti familiari in Italia, partendo da un’ottica comparata volta ad evidenziare le differenze tra il nostro contesto e quello degli altri paesi industrializzati. «L'Italia è un caso eccezionale per presenza di lavoratori stranieri nel settore dell'assistenza continuativa agli anziani, anche se recentemente questo fenomeno sta crescendo anche in altri contesti, quali il Regno Unito e la Germania, a causa della recente esplosione di domanda assistenziale. Una ricerca dell'INRCA ha dimostrato come il supporto di una assistente familiare sia l'unico servizio che protegga in maniera significativa dal burnout del caregiver. Dai dati disponibili emerge la durezza delle condizioni di lavoro e la difficoltà (il 36% dei lavoratori riferisce ansia e tensione psicologia, il 23% dichiara di non poter uscire di casa durante il giorno), così come i rischi che si celano dietro un'organizzazione di cura basata sull'informalità e la precarietà. Nonostante tutto, oltre il 60% delle assistenti ritiene di voler continuare questo lavoro nel
futuro e questo si riflette anche su una maggiore disponibilità delle stesse di partecipare ad eventi formativi (un lavoratore su due), anche se a pagamento (solo il 13,1%). Questi dati sono diversi da quanto si rilevava dieci anni fa, quando la maggior parte dei lavoratori intervistati riteneva che questo impiego fosse di tipo temporaneo». Flavia Caretta, Responsabile CEPSAG, nell’intervento "La formazione: dalle esperienze ai modelli" ha messo in luce come «la complessità dell’assistenza alla persona anziana esige una competenza specifica per ogni figura professionale che opera nei diversi servizi assistenziali, competenza in genere non sufficientemente acquisita nei curriculum formativi delle scuole di formazione biomediche. In questa prospettiva, il CEPSAG ha definito e sperimentato progetti di ricerca e programmi di formazione interdisciplinare e multidimensionali, secondo obiettivi graduati, che portano all’apprendimento di capacità operative generali e specifiche nei vari servizi geriatrici: le diverse tipologie dei corsi sono state rivolte a tutte le figure professionali che operano in ambito geriatrico. Di fronte alle difficoltà crescenti delle famiglie nell’assistenza ai parenti anziani, dal 1999 sono iniziati anche corsi di formazione per assistenti familiari, permettendo di offrire in tal modo persone adeguatamente qualificate. Questi corsi, rivolti dapprima prevalentemente a persone immigrate, hanno rappresentato la prima iniziativa italiana in assoluto nel campo della formazione degli assistenti familiari per anziani e sono divenuti modello e paradigma adottato successivamente da enti pubblici e privati in tutto il Paese. L’Università Cattolica ha così dato una risposta reale e concreta a un duplice bisogno: da parte delle famiglie di avere persone preparate e selezionate in grado di collaborare all’assistenza dei propri parenti anziani non autosufficienti, e da parte dei cittadini immigrati, fornendo loro una qualificata opportunità di formazione in ambito universitario, che nella
Il Professor Roberto Bernabei LaLa Rivista Rivista della della Badante BadanteSettembre Ottobre 2014
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Attilio Rimoldi
Vito De Filippo
maggioranza dei casi ha consentito loro di cogliere nuove occasioni di lavoro… Si propone infatti programmaticamente l’obiettivo di insegnare "un'arte", cioè di far acquisire ai candidati, selezionati sulla base di requisiti minimi di attitudine e di motivazione, quel bagaglio di strumenti teorici e pratici, che ne costruiranno lo specifico profilo professionale». Il percorso didattico si divide in una parte teorica e in un training pratico. "Il Distretto e le badanti", Gilberto Gentili, Presidente nazionale CARD «Figure quindi importanti e centrali nel welfare, scelte individualmente e nominalmente dal paziente o dalla sua famiglia e quindi assegnatarie di un compito fondamentale: cooperare con i servizi del Distretto al mantenimento del malato al proprio domicilio. Sistematizzarle non è un'opzione ma rappresenta un dovere sostanziale che dovrà sempre più vedere un'attribuzione di competenze e responsabilità e una sempre maggiore interazione con tutti i protagonisti della assistenza a domicilio, nodo cruciale dal cui sviluppo dipenderà sostanzialmente la sopravvivenza del Servizio Sanitario Nazionale». "Come la pensa il sindacato sulle badanti" è stato il contributo di Attilio Rimoldi, Segretario Nazionale FNP CISL. «Il punto di vista del sindacato che organizza sia gli anziani pensionati non autosufficienti e le loro famiglie sia i dipendenti delle strutture protette e gli assistenti familiari che operano a domicilio, non può che essere rivolto a difendere gli interessi, non facilmente componibili, delle due parti. Due parti che nel caso delle badanti si trovano a contrattare nel libero mercato per stabilire una relazione di lavoro "sui generis" nel quale chi dipende ha alle dipendenze l’altro. Questa relazione di lavoro se lasciata libera e senza regole genera rapporti interpersonali inediti, sia di convivenza feconda, sia di contrasti, sfruttamenti e maltrattamenti da ambo le parti. A questa situazione abbiamo cercato di dare ordine almeno parziale. I sindacati di categoria e le associazioni dei datori di lavoro FIDALDO e DOMINA, hanno anche recentemente rinnovano un Contratto Nazionale di Lavoro molto articolato, che vale per colf e badanti, costruito sulla falsariga dei tradizionali
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contratti maggiori dell’industria... Nel contratto in vigore sono previste 40 ore retribuite per la formazione, con l’incentivo di 300 euro mensili di differenza tra la "badante formata" e quella "non formata". A quanto ci risulta questa norma è largamente disapplicata, anche perché rappresenta un costo in più. Evidentemente ciò non è sufficiente per regolare un rapporto di lavoro individuale che si svolge in una relazione interpersonale, nella quale passano anche simpatie o antipatie, maltrattamenti o cure accurate e rischi di sfruttamento da una parte e dall’altra... La CISL per ovviare a questa carenza ha istituito un servizio badanti a detta degli e delle interessate efficace e competente, al quale si rivolgono molte famiglie e badanti... Di fronte a questo stato di cose ci proponiamo di combattere innanzitutto i rapporti di lavoro irregolari intorno a cui circolano le cosche criminali, il caporalato, agenzie private di dubbia capacità, ecc. Ma il costo delle badanti in nero, troppo spesso è quello a cui possono arrivare le famiglie facendo grossi sacrifici a volte catastrofici. In prospettiva, se le cose non cambiano, l’aiuto della badante sarà sempre più riservato a chi può pagare... Noi insistiamo in questa direzione, ci rendiamo tuttavia conto che da soli avremo molte difficoltà a far mettere all’ordine del giorno del Parlamento una qualsiasi proposta. Già nel passato una proposta di legge popolare sulla assistenza, presentata da SPI-CGIL, FNP-CISL e UILPUIL è stata messa in un cassetto e lì rimane a dormire. è indispensabile prima di tutto l’unità delle Confederazioni e dei sindacati pensionati, ma è necessaria anche la partecipazione e il contributo delle associazioni delle famiglie, del volontariato e delle altre strutture che si curano dei non autosufficienti». Angelo Chiorazzo, Fondatore della Cooperativa Auxilium con "Il ruolo della cooperazione nell’assistenza all’anziano: qualità e prospettive" ha affermato che «la non autosufficienza dell’anziano pone sfide peculiari al sistema dei servizi, per l’intreccio di cui è al centro fra problemi sociali e sanitari, fisici e psicologici, nonché di gestione di risorse economiche sempre più limitate. Questa condizione è condivisa dai familiari, che sono i principali attori della gestione della "fragilità" mentre faticosamente ricercano aiuto sia nei servizi pubblici
Angelo C
hiorazzo
Lidia Borzì
che in quelli privati... Il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) della Cooperativa Auxilium rappresenta una risposta ai bisogni dell'anziano non autosufficiente, in grado di garantire il necessario sostegno alle azioni quotidiane che possono risultare molto difficoltose in carenza di autonomia. Il raggiungimento degli obiettivi viene realizzato attraverso un insieme di prestazioni e attività, tutte affidate a personale qualificato che, per tramite del coordinatore di servizio, prende visione del progetto di intervento specifico per ogni assistito al fine di personalizzare l’intervento sulla base degli elementi forniti... Il Servizio di Assistenza Auxilium, riconosciuto a livello europeo, è oggi definito "best practice" dal Ministero della Salute». Lidia Borzì, Membro del Consiglio Direttivo Forum delle Associazioni Familiari con "Il punto di vista delle Associazioni delle Famiglie" ha concluso «in realtà la figura della badante sorregge il sistema pubblico del welfare per gli anziani, costituisce il lavoro per migliaia di donne migranti e non, ed è indispensabile per la vita di migliaia di famiglie italiane. È una professione che si muove tra antiche sapienze e competenze delle donne e moderni sistemi di vita familiare. Cioè, quello che per decenni si è fatto sempre all’interno della propria famiglia, adesso viene delegato a terze persone. Quello dell’assistenza familiare è un settore importante per l’economia, che oggi coinvolge non solo donne straniere, ma anche italiane. Nei tempi di crisi economica come quello attuale e di espulsione di manodopera da altri settori produttivi, molte donne italiane, infatti, stanno ritornando al lavoro domestico, in varie forme, e assistiamo a un loro notevole aumento di richiesta di lavoro. La famiglia, da sempre, è teatro dell’incontro tra la donna italiana, che delega la cura dei propri cari più fragili (anziani, bambini, disabili) e l’assistente familiare, nella stragrande maggioranza dei casi immigrata donna che a sua volta ha lasciato i propri cari in Paesi lontani. Nella famiglia si compiono, inevitabilmente, integrazione e mediazione culturale, a partire dalle quali innescare un circolo virtuoso capace di allargare alle altre sfere della società, una cultura dell’inclusione, creando pratiche sociali innovative, in collaborazione con altri soggetti della società civile e delle istituzioni».
“Italia Longeva” è il network dedicato all’invecchiamento, creato dal Ministero della Salute, dalla Regione Marche e dall’IRCCS INRCA per promuovere una nuova visione dell’anziano quale risorsa per la società, in buona salute, attivo e impegnato in compiti e ruoli adatti che valorizzino l’esperienza e la saggezza accumulata negli anni, ma anche fruitore di beni e servizi. Beni da inventare e servizi, soprattutto quelli socio-sanitari, da reinventare. L’anziano come elemento centrale di un sistema paese che offra opportunità di sviluppo economico e sociale, stimoli la ricerca e l’innovazione, favorisca l’implementazione di nuove tecnologie. “Italia Longeva” sostiene questo “nuovo anziano” perché sia parte attiva del Paese e sollecita il mondo delle imprese e dei servizi a lavorare per questo segmento di popolazione e a costruire un laboratorio naturale che produca materiali, manufatti e servizi esportabili in tutto l’Occidente che invecchia. Questa è la sfida che “Italia Longeva” vuole lanciare a livello nazionale, a partire dalla Regione Marche, per il futuro dell’anziano: migliorarne la qualità della vita, renderlo il più possibile autonomo, aumentarne gli spazi di autosufficienza, contenere il consumo di farmaci, semplificare le condizioni di vita e infine ridurre i costi del Servizio Sanitario Nazionale. “Italia Longeva” è nata su iniziativa del Professor Ferruccio Fazio all’epoca in cui era Ministro della Salute che identificò l’invecchiamento come una delle “zone d’ombra” della sanità del nostro Paese. L’Italia, nonostante vanti il primato di avere il più alto indice di popolazione anziana, non ha alcun riferimento istituzionale che si occupi delle problematiche sanitarie e non, connesse all’invecchiamento/longevità a partire dall’assenza di adeguati modelli organizzativi che non possono più essere "ospedalocentrici". Per informazioni: www.italialongeva.it
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AssistenzA domiciliAre e ospedAlierA diurnA e notturnA Ad AnziAni, mAlAti e disAbili AssistiAmo, cooperativa sociale specializzata nell’assistenza residenziale, garantisce servizi di assistenza e benessere a casa
presenzA cApillAre in tutto il territorio nAzionAle AssistiAmo è una Cooperativa Sociale onlus che, da tempo, svolge l’importante e attuale servizio di fornire assistenza privata specializzata agli anziani, ai malati e ai disabili. La cooperativa opera sia nell’ambito dei Servizi Domiciliari che in quello dei Servizi Ospedalieri, coprendo tutto il territorio nazionale e avvalendosi di una equipe di personale qualificato che, con dedizione e professionalità, si impegna ogni giorno nella delicata attività di sostegno alla persona. Il valore aggiunto che caratterizza l’operato della struttura è rappresentato innanzitutto da una rigorosa attività di selezione del personale e da una costante attività di formazione e aggiornamento degli operatori (funzioni entrambe gestite e dirette da un pool di professionisti).
I servizi offerti da AssistiAmo
I vantaggi del servizio AssistiAmo
· Assistenza Ospedaliera per anziani, malati e disabili, diurna e notturna (veglia, igiene, pasti, compagnia). · Assistenza Domiciliare qualificata, diurna e notturna, anche 24 ore su 24. · Assistenza Infermieristica qualificata (prelievi e piccola medicina a domicilio). · Assistenza Fisiatrica e Riabilitativa a domicilio, con personale competente. · Servizio di accompagnamento anziani e disabili. · Servizio Baby-Sitting. · Servizio Colf. · Servizio Governanti di Condominio · Corsi di Formazione qualificati per badanti (con personale docente qualificato).
· Serenità di sapere che l’operatore convivente in famiglia è stato accuratamente selezionato e formato da esperti della cooperativa. · Semplificazione amministrativa: dato che il personale è in carico alla cooperativa e quindi vengono meno tutti gli adempimenti obbligatori legati alla gestione di un rapporto di lavoro subordinato. · Flessibilità del servizio: in quanto lo stesso è costantemente garantito, anche nel caso di assenza per malattia, permesso o ferie dell’operatore; possibilità inoltre di richiedere in qualsiasi momento la sostituzione dell’operatore. · Semplicità degli aspetti contrattuali: non vi sono obblighi particolari per la famiglia e il contratto è revocabile in qualsiasi momento, senza alcun vincolo di preavviso. · Semplicità del pagamento: il pagamento avviene mensilmente in via posticipata, mediante bonifico bancario o assegno. · Convenienza economica: perché le spese da affrontare non sono maggiori di quelle relative al tradizionale rapporto di collaborazione domestica. · Recupero fiscale: le fatture della cooperativa sono fiscalmente detraibili in sede di dichiarazione dei redditi.
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Per informazioni: 333 6646697 045 4854548 info.assistiamo@gmail.com
Indice
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Ottobre
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03 Editoriale 04 Io badante 09 Animazione a domicilio, alleniamo insieme la mente 12 Il voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia 16 Ospedale culturalmente competente 18 Il ricongiungimento familiare aspetti pratici 20 Assistenza sanitaria a minori irregolari
21 Gestione del rapporto di lavoro per le badanti 25 Fisco 5 domande e risposte 28 Il "bonus Irpef" di 80 euro in busta paga anche per le badanti 30 Il film: A lady in Paris 33 Estrella, l'intervista all'autore 36 Aggiornamento e formazione
38 L'indagine: viaggio nel lavoro di cura 43 Il convegno "L’assistente familiare in Italia dalla formazione ai problemi
badante www.larivistadellabadante.it Direttore Editoriale Pier Francesco Rupolo Direttore Responsabile Dario Tortora Hanno collaborato a questo numero: Cecilia Caselli, Giulio Finotti, Barbara Gamba, Tatiana Nogailic, Marta Peretto, Sabrina Valletta, Lyudmyla Vlasyuk, Vojsava Zagali Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Padova il 11.03.2013 n° 2317
sociali e di integrazione" 50 L'oroscopo della badante
Stampa Eurostampa s.n.c. Via Penghe, 36/A 35030 Caselle di Selvazzano PD La Rivista della Badante è pubblicata da di Pier Francesco Rupolo Via Timavo, 19 35030 Selvazzano Dentro PD
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L'oroscopo Ariete
Leone
Sagittario
Venere e Marte vi garantiranno un aiuto prezioso per continuare le vostre lotte quotidiane. In questo autunno temperato nonostante le difficoltà avrete innumerevoli soddisfazioni in vari campi, amicizia e amore bene ma allerta!
Dolci e amorevoli voi del Leone, siete piene di qualità. Per chi ha trovato l'amore la situazione si consoliderà, per chi ancora non l'ha trovato, occhi aperti ci siamo, non lasciatevelo scappare. Salute e lavoro tutto bene, continuate così.
Care nate sotto questo segno per voi l'autunno sarà all'insegna della semplicità. Ormai la montagna l'avete scalata, vi aspetta una lunga discesa ma attente a non inciampare, ciò che sembra semplice e scontato non sempre lo è.
Vergine
Capricorno
L'autunno, per voi care Vergine sarà fortunato nel lavoro, anche dell'amore non potrete lamentarvi ma attente alle amicizie troppo invasive e curiose. Per chi è in attesa di una risposta per un nuovo lavoro, tranquille, arriverà presto e positiva.
Le nostre Capricorno avranno innumerevoli sorprese, la salute è ottima e vi sentirete cariche per affrontare sfide quotidiane dalle quali uscirete vincitrici, ma attenzione a non strafare. In amore avrete alti e bassi ma non mollate e tutto andrà a posto.
Toro Segno pieno di energia, combattivo e preparato a tutto. Per voi del Toro solo un consiglio: più diplomazia nelle relazioni personali. Il lavoro va bene e, a metà ottobre, potrete rilassarvi e coccolarvi nelle vostre soddisfazioni.
Bilancia
Acquario
La Bilancia è anche uno strumento per pesare, quindi cercate di pesare le persone soprattutto le nuove conoscenze che tenderebbero ad approfittarsi di voi. Amore e salute vanno bene di pari passo e il lavoro... prendetelo con calma.
è il vostro momento. Finalmente è l'ora del vostro riscatto perciò rimboccatevi le maniche e iniziate a fare ordine nella vostra vita, il lavoro, la salute e l'amore. Questo autunno, con un po' d'impegno, vi porterà felicità e benessere.
Gemelli Il periodo burrascoso fortunatamente è finito. Nei mesi autunnali avrete svariate opportunità di nuovi lavori. Mi raccomando calma nell'amore le cose vanno bene ma non esagerate. Per le single nuove avventure amorose in vista.
Cancro Per voi del cancro buone notizie, finalmente nella vostra quotidianità splende il sole. Bene al lavoro, ottimo l'amore e soddisfazioni frequenti vi terranno alto il morale. Per le nate del cancro complimenti e auguri per tutto!
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Scorpione
Pesci
La scorsa estate non vi è servita per rilassarvi e ora vi sentite compresse tra la quotidianità e la noia, piccole gite giornaliere fuori porta sono la vostra soluzione, calma al lavoro, calma nelle amicizie e l'amore.
La scorsa estate non vi è servita per rilassarvi e ora vi sentite compresse tra la quotidianità e la noia, piccole gite giornaliere fuori porta sono la vostra soluzione. Calma nel lavoro, calma nelle amicizie e amore.
La Rivista della Badante Ottobre 2014
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