Piccole Impronte

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aprile 2018

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CONCORSO

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Le ricettea di Martin

Martina, joe e fil

Il nuovo fumetto www.piccoleimpronte.lav.it

Supplemento al n. 3 [163] di “Impronte� - Rivista Animalista Poste Italiane SpA sped. in abbonamento postale d.l. 353/2003 (conv. in l.27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 dcb - Roma


in questo numero 1 Editoriale ...e in più la striscia di BatBilbo

10 Curiosando Animali ribelli per la libertà

2 Ultime notizie

12 Giochi Occhio alla penna!

4 Pelo e Contropelo Vieni allo zoo: farai il giro del mondo! Impariamo a guardare gli animali liberi

13 LAV Story La vera giustizia 21 Amico a distanza Il nero Sietse

6 Il Fumetto Ancora Zoo!

22 Diversi ma uguali Che metodo crudele!

8 Zampa d’Oro La fantasia sconfigge la caccia

24 Il Fumetto Oltre le sbarre 28 L’Angolo della posta

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29 Selfie mania 30 Martina in cucina 32 Da non perdere 33 Quiz

SUPPLEMENTO AD IMPRONTE anno XXXV n. 3 (163) aprile 2018

DIRETTore RESPONSABILE Gianluca Felicetti

DIRETTRICE EDITORIALE ILARIA MARUCELLI

DIREZIONE E REDAZIONE

SEDE NAZIONALE LAV ONLUS Viale Regina Margherita, 177 00198 Roma

redazione

giacomo bottinelli, MARCO CORTINI, ILARIA MARUCELLI, GANDALF, Joy

PROGETTO GRAFICO E Impaginazione

Pier Paolo Puxeddu+francesca vitale studio associato

HANNO COLLABORATO

Valeria Albanese, Paola Castaldo Tuccillo, Davide Ceccon, Arianna Dall’Occo, Roberto Marchesini, Fabio Redaelli, Alessandro Telve , Sergio Trama

DISEGNO DI COPERTINA fabio Redaelli

Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal “codice di regolamentazione della privacy” (Dgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, viale Regina Margherita 177, 00198 Roma, tel. 06/4461325 fax 06/4461326 email: info@lav.it

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Arti Grafiche “LA MODERNA” Via Enrico Fermi, 13/17 ici 00012 Guidonia ar c Montecelio (RM)

CARTA Dalum

Cyclus Print 100% carta riciclata

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AUT. TRIB. ROMA 50/84 dell’11-2-1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 dell’1-3-1993 Iscr. ROC 2263 - 2001

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chiuso in tipografia 20 MARZO 2018

QUOTE ANNUALI DI ISCRIZIONE E RINNOVO A LAV ONLUS

GIOVANILE (sotto i 18 anni) da 18 euro ORDINARIO da 30 euro FAMIGLIA da 45 euro SOSTENITORE da 46 euro BENEMERITO da 150 euro STRAORDINARIO da 500 euro

VERSAMENTI INTESTATI A LAV ONLUS

Banca Popolare Etica Iban IT59F0501803200000015011125 Filiale di Roma, Via Parigi n. 17 00185 Roma

LAV è firmataria di un Protocollo d’Intesa con il MIUR che sostiene e promuove l’educazione al rispetto per gli animali nelle scuole


Editoriale Il grande sogno della libertà C

are amiche e cari amici, immaginate di non poter mai uscire di casa. Nemmeno per andare a scuola, fare un giretto, vedersi con gli amici. Nemmeno per cinque minuti. Sì, vi danno da bere e da mangiare, ma non potete guardare la televisione, leggere o giocare con il computer. Davanti a voi c’è solo una lunghissima fila di giornate tutte uguali, a non fare niente, nella noia più completa: un vero e proprio incubo, non trovate? Eppure gli animali negli zoo vivono così. Un’intera esistenza chiusi in pochi metri, solo ad aspettare che il tempo passi. Prigionieri senza nessuna colpa. Come Kumar, orangotango di 12 anni, ormai considerato un fuggiasco seriale – tre evasioni dallo zoo solo nell’ultimo anno – o come i cinquanta babbuini che lo scorso gennaio sono evasi dallo zoo di Parigi: dimostrazioni di una grande voglia di libertà (per queste e altre storie correte a pagina 10). Eppure basta uno sguardo per vedere la tristezza dentro gli occhi di un animale rinchiuso in uno zoo. Basta immedesimarsi in lui o in lei ed è facile comprendere la sua sofferenza. Importante: cerchiamo di chiudere anche i piccoli zoo casalinghi! I pesciolini rossi, i canarini, i criceti soffrono anche loro di noia e solitudine. È semplice: se di mezzo c’è una gabbia (o una vasca) vuol dire che c’è qualcosa di sbagliato! Siete d’accordo? la direttrice

Ilaria Marucelli

BatBilbo

professione: giornalista cibo preferito: frittelle con i fiori d’acacia cosa non sopporta: la risposta “crepi” all’augurio “in bocca al lupo” cosa vuole fare da grande: tornare bambina hobby: cinema e fotografia letture preferite: poesie

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Ultime notizie Un guizzo dalla teglia al mare

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ra già adagiata nella teglia, ma il titolare del ristorante si è accorto che quella cernia di quasi due chili era ancora viva: si è commosso e l’ha fatta liberare nel mare di Camogli. «Muoveva le branchie come se non volesse rassegnarsi alla morte», ha raccontato. «Era commovente, così tutti insieme abbiamo deciso di salvarla, affidandola a un cliente che si è offerto di riportarla in mare». Marta, il nome dato alla cernia, è stata messa in un catino e portata fino alla vicina spiaggia: con un guizzo ha festeggiato lo scampato pericolo e la ritrovata libertà in fondo al mare.

Il treno che abbaia e bramisce

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n Giappone i treni bramiranno come cervi e abbaieranno come cani! Questo rivoluzionario sistema prevede che il treno emetta un bramito per tre secondi e poi un latrato per venti. E lo sapete perché? Per allontanare i branchi di cervi che spesso si avvicinano alle rotaie (per leccare dai binari il ferro necessario alla loro dieta), rischiando di venire investiti. Il bramito riproduce il suono emesso dai cervi per disperdere il branco e l’abbaio del cane serve a dissuadere anche altri animali dall’avvicinarsi alle rotaie. Un sistema semplice ed efficace (la sperimentazione ha evidenziato un calo del 50% nella presenza di animali vicino alla ferrovia) per proteggere passeggeri e animali selvatici.

Protezione (civile) anche degli animali

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io LAV

ai cos’è la Protezione Civile? È l’insieme di quegli enti (come Polizia, Vigili del Fuoco, Forze Armate, Croce Rossa…) che intervengono quando ci sono terremoti, alluvioni e disastri naturali. E sai qual è la bella notizia? Da oggi la Protezione Civile si occupa anche del soccorso e dell’assistenza degli animali in pericolo! Il salvataggio dei nostri amici sarà più facile, perché le associazioni animaliste, oltre a essere riconosciute, lavoreranno in maniera coordinata e seguendo procedure comuni… in conclusione molto meglio!

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Stop pellicce in Norvegia

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nche la Norvegia ha deciso di chiudere gli allevamenti da pelliccia. La decisione del governo entrerà in vigore solo dal 2025, ma salverà la vita a migliaia di volpi e visoni rinchiusi nelle gabbie e sterminati per il guadagno di pochi e per una moda ormai vecchia. Sono già undici i paesi europei che hanno deciso di proibire questi allevamenti crudeli: diamoci da fare perché questa scelta di rispetto e civiltà venga fatta anche in Italia. E naturalmente… brava Norvegia!

Randagi diventano “cani poliziotto”

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na bellissima idea che arriva dal Nebraska (Stati Uniti), dove i poliziotti hanno deciso di aiutare i quattrozampe dei canili, portandoli in auto con loro. Il primo trovatello a partecipare è stato Mickey, un randagio di sei anni con tanta voglia di trovare casa. I poliziotti, durante la giornata, incontrano tanta gente e tutti possono vedere e conoscere gli amici pelosi e, perché no, pensare a un’adozione. Non solo, una giornata in auto è per questi animali anche un prezioso diversivo dalla vita in canile. In questo modo i cani si rilassano, interagendo tranquillamente con chi sia interessato a loro. Per non parlare dei poliziotti, che hanno un’apprezzata compagnia durante la loro dura giornata di lavoro.

Dalla parte delle aragoste

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asta crudeltà sulle aragoste. Il governo svizzero ha vietato di buttare lo sfortunato crostaceo ancora vivo nell’acqua bollente, una incredibile crudeltà ancora diffusa nei ristoranti e nelle cucine italiane. È stato riconosciuto che le aragoste hanno un sistema nervoso complesso: per questo gli svizzeri hanno deciso di proteggerle, se non dal loro destino in pentola, almeno dalla sofferenza, vietando anche il loro trasporto sul ghiaccio. Un piccolo passo avanti, ma le nostre amiche con le chele hanno ancora bisogno di tutto il nostro aiuto.

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Pelo Chiamatelo come volete: zoo, giardino zoologico, bioparco… la sostanza purtroppo non cambia. In tutti i casi parliamo di animali che vivono prigionieri. Eppure c’è chi ancora sostiene le ragioni di

Vieni allo zoo: farai il giro del mondo! Sarebbe meraviglioso fare un viaggio in Africa e vedere in libertà leoni ed elefanti, ma chi può permetterselo?

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n caro saluto a tutti dal bioparco. Con il mio bambino abbiamo passato un pomeriggio incantevole in compagnia degli animali ospiti: una varietà di forme, colori, dimensioni, versi, provenienza… in due ore abbiamo fatto il giro del mondo! Certo, sarebbe meraviglioso fare un viaggio in Africa e incontrare animali incredibili come leoni, elefanti, zebre o giraffe, vederli correre in tutta libertà, ma chi può permetterselo? Io sono un’amante degli animali (altrimenti non sarei qui!) e penso che lo zoo sia l’unica possibilità che una persona normale, con uno stipendio normale, abbia per osservare da vicino un animale. Altrimenti chi potrebbe conoscere un ippopotamo, un orango, un lemure… Ovviamente gli zoo devono essere (e spesso ormai lo sono) strutture moderne, con spazi adeguati e scenari che regalino ai visitatori un’idea degli habitat naturali e agli animali una vita sicura, soddisfacente e stimolante. I vecchi giardini zoologici (che anche a me da piccola facevano tristezza) si sono ormai trasformati in parchi, sempre più rispettosi dei bisogni degli ospiti. E oltre alla funzione educativa per i bambini, hanno un altro ruolo importante: difendere le specie in pericolo di estinzione. Insomma, viva gli zoo e buona visita a tutti voi!


Contropelo queste strutture e ne difende l’esistenza, dicendo che in effetti hanno tanti visitatori, come il primo personaggio di questa rubrica. Tu come la pensi?

Impariamo a guardare gli animali liberi C

ari ragazzi, io sono un appassionato di animali, fin da bambino. È una vita che li osservo, da quando mi inginocchiavo a seguire lunghe file di formiche: oggi sono un etologo e studio il comportamento dei nostri amici. Capisco bene la vostra voglia di incontrare gli animali: è una passione bellissima che regala felicità e voglia di vivere. Ma il leone nella gabbia dello zoo, non è un leone… è un insieme di muscoli, ossa, pelle e criniera, che niente ha a che fare con lo splendido felino. Voi delle nuove generazioni siete fortunati: con le tecnologie di oggi è facilissimo osservare gli animali. Ci sono filmati bellissimi che ce li mostrano nel loro ambiente naturale, in tutti gli aspetti curiosi e incredibili delle loro vite. Ci emozioniamo, ridiamo, piangiamo, impariamo, ci divertiamo: sembra davvero di essere lì con loro. Il leone dietro le sbarre è un animale in preda alla noia, non riesce a sviluppare nessuno dei suoi comportamenti naturali: può solo dormire e camminare avanti e indietro, per tutta la giornata… per tutta la vita! Cosa si può imparare vedendolo? Solo la crudeltà di chi lo tiene prigioniero. E non fidatevi dei parchi, quelli che io chiamo gli zoo 2.0: anche senza sbarre e con qualche albero in più sono sempre prigioni. Ricordate: solo la libertà è bella da vedere!

Parola di etologo: cosa si può imparare vedendo un leone dietro le sbarre? Solo la crudeltà di chi lo tiene prigioniero!

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Zampa d’Oro La fantasia sconfigge la caccia

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Oltre mille disegni da tutta Italia hanno urlato il vostro “No alla caccia” partecipando al concorso “Sconfiggi la caccia con la fantasia”. Vi siete dati da fare con matite, colori e la forza di meravigliose idee. E naturalmente con la vostra fantasia che ha già disarmato, senza appello, i cacciatori.

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ucili che sparano fiori, cuori o note musicali; conigli vestiti da mago; cacciatori spediti nello spazio su un razzo da animali festanti; animali che convincono i cacciatori a deporre le armi... Bellissimo l’invito a cacciare i propri sogni piuttosto che gli animali! Un grazie particolare agli alunni dell’Istituto Comprensivo “Futura” di Garbagnate Milanese (che hanno lavorato con i volontari della sede LAV di Rho) e agli alunni dell’Istituto Comprensivo “B. Gigli” di Recanati, che hanno partecipato in massa.

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A. Tiam Samba, 2B, scuola primaria “S. Allende” di Garbagnate Milanese (MI) B. Anna Moriconi, 2B, scuola secondaria di I grado “M. L. Patrizi” di Recanati (MC) C. Sonia Polidori, I B, scuola secondaria di I grado “M. L. Patrizi” di Recanati (MC) D. Sabrina Patruno, 1B, scuola secondaria di I grado “G. Schiapparelli” di Origgio (VA) E. Filippo Paoletti, IE, scuola secondaria di I grado “M. L. Patrizi” di Recanati (MC) F. Andrea Cavosi - Diego Sicher - Martino Divina e Luca Sommacampagna, 1C, scuola secondaria di I grado “Bartolomeo Sicher“ di Coredo (TN) G. Classe 2B, scuola primaria “T. Righi” di Brescello (RE) 8 | P

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G In queste pagine c’è spazio solo per alcuni dei vostri capolavori... per vederli tutti andate sul nostro sito

www.piccoleimpronte.lav.it

dove troverete anche tutto quello che serve per portare i diritti animali in classe. Un grazie a tutti i partecipanti e‌ abbasso la caccia!

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Curiosando Animali ribelli per la libertà Miliardi di animali sono sfruttati in tutto il mondo: catturati, imprigionati, uccisi per ogni esigenza di noi esseri umani. Eppure, quando qualche coraggioso animale prova a ribellarsi, a fuggire, a salvarsi la vita e sognare la libertà, diventa subito una notizia.

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è qualcosa di profondamente ingiusto in tutto questo, come se il desiderio di scappare dalla sofferenza fosse sbagliato e non una normale pretesa di ogni essere vivente. Lo sapete che durante le guerre ai prigionieri è riconosciuto il diritto alla fuga? In queste pagine vi raccontiamo alcune storie di animali che, per scappare dall’ingiusto sfruttamento dello zoo, ci hanno messo cuore, cervello e zampe veloci. Non sempre è finita bene, ma l’importante è provare a sognare un futuro migliore.

La grande fuga dei babbuini Grande fuga dallo zoo di Parigi, dove un gruppo di 52 babbuini, nella tarda mattina di venerdì 26 gennaio, è scappato dalle gabbie, cominciando ad aggirarsi freneticamente nei vialetti frequentati dal pubblico. Poi la maggior parte di loro si è radunata attorno a una grande roccia, simbolo dello zoo. Ed è stato subito panico… come se i babbuini non fossero pacifiche scimmie, ma pericolosi delinquenti. Sono stati circondati da sorveglianti e veterinari, mentre tre tiratori scelti, armati di fucili con siringhe ipodermiche, sono arrivati sul posto per catturarli. Fuori dallo zoo allerta di vigili del fuoco, polizia e prefettura, strade bloccate… Dopo tre ore tutti i babbuini sono stati catturati e riportati in gabbia, tranne tre. Non sappiamo che fine abbiano fatto, probabilmente sono stati catturati i giorni successivi. Ma a noi piace pensarli ancora in fuga verso la libertà.

Kumar il fuggiasco seriale

© Pixaba

y.com

Kumar, un orangotango di 12 anni, ormai è considerato un fuggiasco seriale, nello zoo di Greenville, nella Carolina del Sud (Stati Uniti). Solo nell’ultimo anno, tre le sue evasioni con le quali ha dimostrato di farsi beffe di chi continua a tenerlo rinchiuso. L’ultima volta, dopo un intervento di sostituzione di un pannello, ha individuato un cavo da sfilare e si è aperto un varco nella rete. Ora questa apertura è stata chiusa con dei lucchetti, ma il direttore dello zoo, nonostante le continue misure adottate, ha ammesso di aspettarsi nuove fughe dell’irriducibile Kumar.

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L’altissimo salto della lince Lilith © Pixabay.com

Fuga in grande stile per una lince di uno zoo del Galles (Regno Unito), lo scorso ottobre. Lilith è riuscita a saltare una rete di quattro metri e passare attraverso i cavi dell’alta tensione. Un’impresa eccezionale per questo intrepido felino che ancora si gode la libertà: l’hanno vista libera e le hanno scattato una foto, ma non sono riusciti a ricatturarla.

L’orango ribelle che ha lottato per la libertà Per finire vogliamo ricordare un coraggioso orango che ha dimostrato per tutta la vita, sempre trascorsa in cattività, la sua grande voglia di libertà e di ribellione alla pretesa di altri primati come lui (e cioè noi umani) di tenerlo prigioniero. Si chiamava Ken Allen: nato nel febbraio 1971 nello zoo di San Diego (Stati Uniti), vi è morto nel 2000 per un linfoma, senza aver mai visto il Borneo (l’isola da dove la sua specie proviene), ma nemmeno una foresta o un boschetto qualunque. Nella sua gabbia Ken svitava tutti i dadi che riusciva a trovare e rimuoveva i bulloni. I custodi non facevano in tempo a rimetterli a posto che lui ricominciava daccapo. E non si riusciva proprio a tenerlo in gabbia: scappava in continuazione. Anni dopo, quando installarono grandi vetrate al posto delle sbarre, Ken cominciò a lanciarvi contro le pietre della pavimentazione: alla fine furono costretti a rimuovere il pavimento perché ogni vetro rotto costava 900 dollari. Allora Ken cominciò a strappare dal muro gli isolanti in ceramica e a lanciare quelli. Proprio non voleva stare in gabbia e lottava a modo suo per la libertà. Ciao Ken, finalmente libero. P

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Giochi Occhio alla penna! Ăˆ bello osservare gli animali in natura armati di binocolo e manualetto. Ma non possiamo avvicinarci troppo e loro non devono accorgersi di noi. Mica facile! Allora comincia ad allenarti con questo gioco e ritrova i quadrati piccoli in quello grande.

SOLUZIONE: vedi pagina 32 12 | P

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La vera giustizia di

Giacomo Bottinelli con le illustrazioni di Sergio Trama

IL va tutti quelli che difendevano la libertà. Era un giudice territribunale di Rocca Sganghera aveva un giudice che condanna-

bile, perché non si sapeva mai che decisioni potesse prendere, ma di sicuro non erano buone. O almeno non lo erano per quelli che difendevano i più deboli. Il Giudice Merloni, infatti, non sopportava chi prendeva le parti degli animali, dei poveri, dei malati o di chiunque non fosse un membro produttivo della società. «Il sistema deve andare avanti e chi si oppone deve essere punito», era il suo motto. Così aveva condannato la signora Beatrice che aveva affisso manifesti per sconsigliare di bere latte. Aveva dato una multa salata al dottor Manfredoni che aveva sottratto un agnellino a un pastore che lo stava mandando al macello. Aveva messo in carcere il giornalista Morelli perché aveva scritto che chi voleva sterminare gli animali era un criminale. «Gli animali servono all’uomo – diceva il Giudice Merloni – e difenderli danneggia la collettività e l’economia».

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Il suo martelletto batteva senza pietà e sparava condanne l’una dietro l’altra. La fata Betulla andò a trovare in prigione il giornalista Morelli, facendosi sottile sottile e infilandosi tra le sbarre. Lui era uno che le fate le conosceva e non si stupì di vederla. «Il Giudice vuole chiudere la bocca a chi dice le cose come stanno» si lamentò con Betulla. Betulla si mise quasi a piangere. In tribunale il Giudice Merloni gongolava. Distribuiva pene e multe con l’aria di uno che sa tutto. Ma una notte, all’inizio della primavera, dopo una soddisfacente giornata di condanne, il Giudice Merloni fece un sogno spaventoso. Era diventato un maiale e viveva in un capannone buio con tanti altri suoi simili. Erano tutti ammassati e non c’era spazio neanche per girarsi. L’allevatore li guardava dall’alto. Il Giudice Merloni gridava: «Io non sono un animale! C’è un errore! Un equivoco! Io non devo stare qui!». Ma l’allevatore si faceva grande, enorme, alto come una torre e la sua voce tonante diceva: «Tutti siamo animali. Tutti siamo capaci di soffrire».

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© Maximilian Buzun | 123RF.com

Amici animali

Il macaco * I macachi sono i primati più diffusi dopo l’essere umano. Vivono in buona parte dell’Asia e una particolare specie, la bertuccia, in nord Africa e a Gibilterra: l’unica popolazione di scimmie selvatiche presenti in Europa. I macachi si sono adattati ad ambienti estremamente diversi: il macaco giapponese vive tra alte montagne innevate, altre specie vivono sulla catena dell’Himalaya, altre ancora, come il macaco dalla barba bianca, nelle foreste indiane. * Sono animali sociali che vivono in gruppi costituiti da dieci a qualche centinaio di individui, in prevalenza femmine. Le macache trascorrono la vita nel gruppo nel quale sono nate, mentre i maschi fino a sette anni vivono nel gruppo natale, poi si allontanano unendosi ad altri gruppi o formandone di nuovi. * Dopo circa 6 mesi di gestazione (o meno, secondo la specie),

nasce un solo cucciolo che diventa adulto tra i 3-4 anni (le femmine) e i 6-7 anni (i maschi): la mamma si occupa dei cuccioli per tutto questo tempo con cure amorevoli e affettuose. Talvolta anche i maschi si prendono cura dei piccoli, scelti casualmente nel gruppo.

* I macachi sono golosi di frutta e semi che raccolgono durante il giorno, sia a terra, sia arrampicandosi con facilità su alberi e arbusti. Condividono con noi umani il 93% del DNA: sono mammiferi molto intelligenti, con un’ottima memoria, grande capacità di apprendimento, perfettamente in grado di prendere decisioni ragionate in maniera autonoma.

I numeri co del maca

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© andrew_t8 | pixabay.com

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i Ragazzi dalla parte degli Animali

Macaco giapponese (Macaca fuscata) P

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Amici animali Il macaco

Lo sapevi

che

* Nel mondo ci sono milioni di animali rinchiusi, per tutta la vita, con lo scopo di essere esposti al pubblico. Solo in Italia ci sono quasi cento strutture tra zoo, zoo safari, delfinari e acquari. * La prima cosa di cui soffrono gli animali è la mancanza di libertà, una condizione necessaria a tutti, umani e non, per vivere una vita vera. Mettere gli animali in prigione, solo perché noi umani possiamo osservarli, è uno sfruttamento crudele e ormai superato dalla nuova sensibilità animalista. Se rispettiamo gli animali, dobbiamo lasciarli liberi. * Negli zoo gli animali non riescono a esprimere i loro comportamenti, a sviluppare le relazioni proprie della specie, a soddisfare i loro più elementari bisogni fisici e psicologici. Trascorrono un’esistenza che è una “non vita”, una lunghissima collana di giornate tutte uguali e ugualmente prive di senso. * Al giorno d’oggi non ci sono più motivazioni (tranne quelle economiche) per l’esistenza degli zoo. Gli studi etologici e le nuove tecnologie ci mostrano gli animali nel loro ambiente naturale: relazioni, comportamento, alimentazione, riproduzione, gruppi sociali. Insomma la vita vera, non quella dietro le sbarre. * Anche gli zoo senza sbarre sono prigioni. Fossati o vetrate sono barriere ugualmente crudeli: qualunque sia la struttura realizzata, non è possibile fornire agli animali la libertà di movimento e la qualità dell’ambiente naturale. * Molti animali prigionieri mostrano depressione, malattie da stress, comportamenti stereotipati, per esempio muoversi avanti e indietro in maniera ossessiva o dondolarsi da una parte all’altra.


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E con una mano gigantesca calava sul Giudice Merloni, lo prendeva per la coda e lo gettava in un enorme tritacarne. Proprio un attimo prima che le lame del tritacarne lo dilaniassero il Giudice Merloni si svegliò urlando. Sua moglie si tolse le fette di cetriolo dagli occhi e gli chiese che cosa fosse successo, ma siccome il Giudice non riusciva a rispondere per l’affanno si girò dall’altra parte e continuò a dormire. Il giorno dopo, in tribunale, al Giudice tremavano un po’ i baffi. Stava bevendo il caffè quando nel suo studio entrò una fanciulla bellissima. Ovviamente era la fata Betulla nel suo travestimento da umana, ma lui non poteva saperlo. «Caro Giudice – disse la fanciulla – credo che dobbiate rivedere alcune decisioni che avete preso in questa corte». «E perché mai, gentile signorina?», chiese il Giudice Merloni. «Perché sono ingiuste». «La Giustizia è quella che stabilisco io», disse il Giudice. La fanciulla lo guardò dritto negli occhi e il Giudice Merloni si sentì di nuovo trasportato nell’incubo di quella notte: rivide il capannone, gli altri maiali, la grande mano che scendeva. Balzò in piedi come se avesse incontrato il diavolo: «Ma lei chi è?», urlò a Betulla. E Betulla in quell’istante riprese le sue forme da fata, con le ali e tutto quanto. Il Giudice Merloni ci mancò poco che svenisse e finisse a gambe all’aria. P

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«Sono una che ci tiene alla Vera Giustizia, che non è quella che dice lei!», disse Betulla. Il Giudice si era nascosto sotto la scrivania e tremava come una foglia al vento. «Se ne ricordi, caro Giudice» sentenziò Betulla. E scomparve. Si dice che un paio di giorni dopo il giornalista Morelli fu scarcerato e che i ricorsi contro le altre condanne del Giudice Merloni furono tutti accolti, assolvendo gli imputati. «La Vera Giustizia è difendere i deboli dai prepotenti», scrisse il giornalista Morelli in un editoriale che fece molto discutere nei bar di Rocca Sganghera. Betulla lo lesse al cinghiale Armando nel folto del bosco. «Che ne dici, Armando? Giustizia è fatta?», chiese. «La Giustizia è sempre in pericolo, finché ci sono gli umani a decidere», grugnì Armando.

Giacomo Bottinelli, 46 anni, vive a Grosseto e lavora nell’Area “A scuola con LAV”. Ama molto la letteratura di fantasia e da sempre scrive storie. È un salvanimali fin da bambino. I suoi uccelli preferiti sono i piccioni. Già in un tema della scuola media voleva abolire caccia e vivisezione.

Sergio Trama, 55 anni, è illustratore (specializzato nell’editoria infantile) e grafico freelance. Da anni si dedica

anche alla decorazione della ceramica e alla pittura ad olio. Animalista convinto, collabora da anni con LAV. Vive e lavora in provincia di Roma.

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Amico a distanza Il nero Sietse Vi presentiamo Sietse, anzi a dirla tutta, Sietse Fan Molkwar. È un bellissimo cavallo frisone, un giovanotto molto sensibile che ha già spento le sue prime dieci candeline.

È

decisamente un altro cavallo rispetto a quando lo abbiamo salvato dalla gabbia di un circo, nel 2014. Era magrissimo, con problemi agli zoccoli e ai denti e una grave dermatite alle zampe. Nella sua nuova casa Sietse si è velocemente rimesso in forma... non ha mai perso la sua vivacità, ama rotolarsi nell’erba ogni volta che lo portiamo nei pascoli e si diverte molto a giocare con Romeo, un altro cavallo frisone, come lui proveniente dal Circo. Per alcuni mesi diverse carie, ricordo dell’orribile vita nel circo, gli hanno dato filo da torcere. Ma dopo un trattamento personalizzato e un’alimentazione studiata apposta per lui, ha ricominciato a mangiare come e più di prima (è un grande golosone!) e ha già ripreso il peso che aveva perso per i suoi denti rovinati. Insomma, è un cavallo così espansivo e vitale che niente riesce a fermarlo. Se vuoi aiutarci ad aiutarlo... adottalo a distanza!

Da oggi puoi adottare il tuo nuovo amico direttamente sul Web. Fatti aiutare da un adulto e cerca su

adozioneadistanza.lav.it

la pagina dedicata alle adozioni junior! P

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Diversi ma Uguali a cura del dott. Roberto Marchesini, etologo e direttore della SIUA

Che metodo crudele! Di nuovo, è successo di nuovo! Lo scorso gennaio, in uno zoo sono stati uccisi dei cuccioli appena nati, perché la struttura non aveva la possibilità di alloggiarli.

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© Pixabay.com

uesto drammatico episodio è accaduto al Boras Djurpark, uno zoo a una quarantina di chilometri da Göteborg, nella Svezia meridionale, che usa questi metodi crudeli per tenere sotto controllo il numero dei propri animali. E così nove teneri cuccioli di leone sono stati uccisi perché in esubero: erano in perfetta salute, ma non c’era la possibilità di inserirli nei gruppi sociali di leoni già presenti nello zoo. Purtroppo non esiste un programma di reintroduzione nell’ambiente naturale per i leoni e la conclusione di questa storia è tristissima: i piccoli sono stati uccisi. Si lascia che gli animali imprigionati negli zoo si riproducano liberamente, per poi uccidere i nuovi nati… assurdo, vero?

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A norma di legge

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Eppure tutto questo avviene a norma di legge: quando gli animali vivono in gabbia è normale che la loro vita sia gestita, sotto ogni aspetto, dalla nascita fino alla morte. Resta il fatto che negli zoo gli animali vivono in un contesto completamente innaturale. Non è assolutamente vero che possono esprimere tutti i loro comportamenti biologici ed etologici: come potrebbero in cattività?! Lo zoo svedese ha raccontato senza problemi i dettagli della vicenda, dove tutto si è compiuto seguendo il regolamento europeo. Ma rimane, oltre a tanta tristezza e impotenza, una ipocrisia di fondo: il continuare a usare la parola “eutanasia”. Eutanasia significa “buona morte”, indica cioè una pratica che interrompe la vita di un animale quando si trova in condizioni gravissime e irreversibili di malattia. Quando prova soltanto dolore e non ci sono più speranze. L’eutanasia serve a questo: a dare una buona morte in caso di sofferenze incurabili. Per fortuna in Italia quello che è successo al Boras Djupark non sarebbe potuto accadere, grazie a una legge dello Stato ottenuta da noi animalisti. Eppure in Svezia avviene senza problemi.

Animali, adulti e cuccioli, rinchiusi negli zoo

Lo zoo: una struttura fuori dal tempo

Ma a parte questa dolorosissima vicenda dei nove cuccioli, lo zoo è sempre una struttura anacronistica e altamente diseducativa: non si rispettano le esigenze etologiche degli animali che spesso subiscono la maleducazione e la mancanza di cultura del pubblico che si accalca intorno alle pareti delle loro prigioni. Lo zoo non ha nessuna valenza educativa, perché l’ecologia è la relazione fra l’animale e il suo habitat naturale; catturare un animale e rinchiuderlo significa snaturarlo e privarlo della sua identità. In tutto questo dove sta l’educazione? Lo zoo è una raccolta di immagini viventi senza senso e connessione. Gli animali soffrono di depressione: i grandi carnivori dormono praticamente sempre, altri soffrono di nevrosi e comportamenti stereotipati. Questa non è la natura, sono maltrattamenti e nessuno, meno che mai un bambino, dovrebbe assistere ad abusi di questo tipo. P

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L’Angolo della posta E se le prede fossimo noi?

Ciao Piccole Impronte! C’era una volta un cacciatore che vide un cervo… e se fosse il cervo un cacciatore e gli uomini le prede? È una domanda che tutti ci dovremmo porre perché, anche se non possono parlare, gli animali hanno diritti. Come ci sentiremmo ad essere maltrattati? E non parlo solo della caccia, ma degli animali che abbandoniamo, di quelli che mangiamo o che uccidiamo per la loro pelle. Per non parlare delle numerose torture che alcuni subiscono per poter poi fare grandi esibizioni nei circhi. A tutti quelli che leggono queste righe: ricordatevi di comprare pelli finte che sono comunque belle e non si vede la differenza da quelle vere e cosa più importante si risparmia la vita di tanti animali. E rispettate gli animali perché alla fine il rimorso rimane e dalla coscienza non si cancella. Un saluto.

L’appello dell’elefante di Pietro Falletto, Torino

Elisabetta Di Carolo, 10 anni, Fasano (Brindisi)

La cosa giusta

Caro Piccole Impronte, un giorno trovai un leprotto e gridai aiuto. Mio padre corse e lo prese con delicatezza. Lo portò a casa per curarlo perché aveva una zampa rotta. E lo affidò a me. Ogni mattina prima di andare a scuola gli davo da mangiare: pane, carote e altre cose. Il leprotto era quieto e saltellava su tre zampe. Io gli volevo bene e giocavo con lui quando potevo. Un giorno mio padre si avvicinò e disse: «Ora è guarito, lo possiamo liberare perché qui soffre». Io avevo paura che i cacciatori lo uccidevano, ma era la cosa giusta da fare. Lo portammo nel bosco dove l’avevamo trovato, aprimmo il cesto e lo liberammo. Subito il leprotto saltellò e sparì dietro un fosso. Non lo dimenticherò mai. Matteo La Penna, 9 anni, Foggia

Che lettori meravigliosi abbiamo! È sempre un privilegio leggere le vostre bellissime lettere. Come quella di Matteo, che ha salvato un piccolo animale bisognoso di aiuto, dedicandogli affetto, amicizia e attenzione. E poi ha seguito le parole animaliste più belle e difficili: se ami qualcuno, lascialo andare! O come la lettera di Elisabetta: con le sue parole semplici e commoventi, ci ricorda come sarebbe semplice rispettare gli animali. Basta guardare il mondo con i loro occhi e ogni cosa appare diversa. 28 | P

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Selfie mania Mandateci le foto con i vostri amici a due, quattro... e anche mille zampe e perchĂŠ no, raccontateci le loro storie. Questa rubrica si chiama “Selfie maniaâ€?... ma anche se non sono selfie va bene lo stesso!

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FOTO 1 Lorenzo Fanelli di Acilia (Roma), assieme a Moon

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FOTO 2 Micol, sorella di Lorenzo Fanelli, con in braccio Midnight

FOTO 3 Margherita Benci di Pisa, in posa con Lecca Lecca

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Biscotti in padella? Vi sembra strano? Allora provate questi che ha preparato Martina. Sono pronti in pochissimi minuti e sono squisiti. Joe li adora! E che dire delle polpette? Come si dice: una tira l’altra!

Biscotti al limone cotti in padella Ingredienti

1 Versa la farina in una ciotola, aggiungi lo zucchero, il sale,

rina tipo 0 • 300 g di fa nna cchero di ca • 120 g di zu e urro vegetal • 100 g di b a o margarin rattugiata • la scorza g di un limone

i sale • 1 pizzico d to o raso di lievi • 1 cucchiain ia di latte di so • 4 cucchiai lia ig alla van a velo • zucchero per decorare

Idea golosa!

Puoi decorare i tuoi biscotti con del cioccolato fuso a bagnomaria.

Troverai tante altre gustose ricette su

www.cambiamenu.it

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il lievito, la scorza di limone e la margarina fredda e mescola tutto con le mani come a formare tante briciole.

2 Aggiungi il latte di soia freddo e lavora fino a formare un impasto liscio e compatto.

3 Metti sulla spianatoia un po’ di farina, stendi l’impasto con il matterello e ritaglia dei biscotti con delle formine per dolci.

4 Riscalda una padella antiaderente e cuoci i biscotti a fiamma

bassa e coprendo con un coperchio; trascorsi 3-4 minuti girali delicatamente con una spatola e lascia dorare anche l’altro lato.

5 Lasciali raffreddare completamente prima di cospargerli di zucchero a velo.


Polpette di pane al sugo 1

Ingredienti per le polpet te: • 2 panini al l’olio rafferm i (150 g circa) • 60 g di fari na di ceci + 6 cucchiai di acqua • 1 cucchiaio di pane grattugiato • 1/2 spicchio d’aglio • prezzemo lo e basilico freschi • 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva • sale • olio per fr iggere

Metti il pane in una ciotola con dell’acqua e, quando sarà completamente ammollato, strizzalo bene. Prepara una pastella mescolando con una forchetta la farina di ceci con l’acqua. Versa questa pastella nella ciotola del pane e aggiungi ½ spicchio d’aglio e il prezzemolo tritati finemente, il cucchiaio d’olio, il sale e il pane grattugiato. Mescola molto bene il tutto.

2 Forma le polpette con le mani leggermente bagnate e tienile da parte su un piatto. Versa l’olio per friggere in una padella antiaderente, fallo riscaldare e cuoci le polpette per 5-6 minuti fino a che non sono ben dorate su tutti i lati.

per il sugo: • 400 ml di pa ssata di pom odoro • 1 spicchio d’aglio • basilico fres co • sale • olio extrav ergine d’oliv a

3 In un tegame prepara un sugo semplice facendo soffriggere per 1 minuto lo spicchio d’aglio con l’olio, aggiungi la passata di pomodoro, il basilico, il sale, qualche cucchiaio di acqua e cuoci per 15-20 minuti. Infine, a fuoco spento, versa le tue polpette nel sugo e mescola per insaporire.

Un pasto completo!

Puoi servire le polpette in un piatto unico condendo degli spaghetti con lo stesso sugo.

Arianna Dall’Occo Mamma di 2 bimbi, la cucina è la sua passione. Nel suo lavoro vuole dimostrare che è possibile preparare piatti sani e gustosi, senza procurare sofferenze agli animali. Vive con la gatta Bloom, ma per lei è da sempre “Miciuzza”. P

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Da non perdere Valentina libera tutti di Mimmo Tringale Illustrato da Chiara Pasqualotto Terra Nuova Edizioni Libro ad alta leggibilità per chi soffre di dislessia vvertita da un merlo dal becco giallo, Valentina trova, sotto un grande cespuglio, un cucciolo di beagle dolce e simpatico che decide di chiamare Arturo. Il cagnolino è riuscito a fuggire da un laboratorio di vivisezione, dove ha lasciato i genitori e tutti i suoi amici. Valentina decide di intervenire: con il decisivo aiuto del nonno (e di una mongolfiera!), e grazie a un ingegnoso piano d’azione… riuscirà a compiere un’impresa eccezionale, liberando tutti i beagle prigionieri. Un racconto commovente e appassionante tratto da una storia vera.

A Emergency Zoo di Miriam Halahmy Einaudi Ragazzi dai 10 anni ine agosto 1939: la Gran Bretagna è sull’orlo della seconda Guerra Mondiale e i bambini di Londra stanno per essere evacuati in campagna. Le dodicenni Tilly e Rosy scoprono che non potranno portare con sé il loro cagnolino e il gatto che dovranno essere abbattuti insieme a innumerevoli altri animali. Decidono allora di nasconderli in una capanna diroccata nel bosco. Ben presto altri bambini del quartiere, in segreto, portano nel nascondiglio altri animali, trasformando il rudere in un vero e proprio zoo d’emergenza. Ispirato a eventi realmente accaduti durante la seconda Guerra Mondiale, il romanzo è una toccante storia di coraggio, intraprendenza e amicizia in tempi disperati, oltre che una commovente difesa del diritto alla vita degli animali.

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La liberazione dei beagle dall’allevamento Green Hill è stata una grande vittoria degli animalisti per gli animali e la storia ispira questo libro. Una storia con un finale felice, perché è stata messa la parola fine all’attività di questo allevamento e perché i 2.678 beagle scampati “vissero per sempre felici e contenti”. Tutto ebbe inizio alle ore 6 del 14 Ottobre del 2011, quando cinque attivisti del Coordinamento Fermare Green Hill, eludendo la guardia dell’allevamento, salirono sul tetto del capannone di Montichiari (Brescia) e srotolarono uno striscione con su scritto: «Questo lager deve chiudere!»… Una bella vicenda che vale la pena conoscere, un capitolo importantissimo della storia dei diritti animali.

SOLUZIONE del gioco di pagina 12


Il Quiz Dopo aver letto questo numero, speriamo proprio che non entrerai mai in uno zoo. Se vuoi conoscere gli animali (una delle cose più belle della vita!) ci sono altri modi affascinanti e senza crudeltà. Intanto… prova se le sai tutte e buon divertimento!

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Gli animali nati negli zoo possono essere liberati in natura? A Sì, ma solo insieme ai propri genitori B Sì, ma solo quando sono diventati adulti C No, perché mancano di tutte le conoscenze che si sviluppano solo in natura

Quali di questi accorgimenti rendono uno zoo un luogo accogliente e vivibile per gli animali? A Eliminare le sbarre sostituendole con vetrate B Aumentare lo spazio a disposizione degli animali C Inserire elementi naturali dell’habitat dell’animale

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Chi è Harambe? A Un gorilla dello zoo di Cincinnati ucciso a fucilate B Un popolare macaco del bioparco di Roma C L’antropologo che ha ideato il primo giardino zoologico

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In quale film di animazione, un leone, una zebra, un ippopotamo e una giraffa scappano dallo zoo di New York? A Uno zoo in fuga B Madagascar C Le avventure di Fiocco di Neve SOLUZIONE: 1 C - 2 C - 3 A 4 nessuna delle tre - 5 B

Secondo l’Eurispes quanti sono gli italiani contrari agli zoo? A Il 39% B Il 49% C Il 59%

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LIBERTà Martina

10 aprile alle

ore 14,30 · 

zoo in Italia. rigionieri degli p o n so i al im rande Migliaia di an abbastanza g ai m rà sa n o n fo Tom E una gabbia anche il filoso a ev ic d o L o . vita grandi, vogliam iù per vivere una p ie b ab g o vogliam Regan: «Non anche tu! J Gira la chiave . !» te o vu ie b gab di vi

menta - Condi

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