Vivisezione: ecco la nuova legge Pagine 4-5
Elezioni UE: chiediamo impegni concreti! Pagine 10-11
La LAV in Italia • www.lav.it
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Vivisezione, ecco la nuova legge Ricerca senza animali Lana d’angora insostenibile Europa dalla parte degli animali Adotta a distanza un amico Una storia a lieto fine Cambiare menu: un gioco da ragazzi Cambiare abitudini alimentari Alieni sulla propria terra Congresso nazionale LAV Una firma che può fare la differenza Dona il 5xmille alla LAV
LAV CONSIGLIO DIRETTIVO Roberto Bennati (vicepresidente), Giacomo Bottinelli, Gualtiero Crovesio, Gianluca Felicetti (presidente), Massimo Vitturi COLLEGIO DI GARANZIA Roberto Callegaro, Laura Gabrieli, Sandro Guolo (presidente) REVISORI DEI CONTI Susanna Russo (presidente); Alessio Rastelli, Mauro Vantaggio (sindaci) Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal ‘codice di regolamentazione sulla privacy’ (Dlgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dlgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, Viale Regina Margherita 177 - 00198 ROMA tel. 064461325, fax 064461326, email: info@lav.it
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LEGENDA STP: Sede Territoriale Provinciale STIC: Sede Territoriale Intercomunale STC: Sede Territoriale Comunale PDR: Punto di Riferimento
Dalla parte degli animali,
in mille modi “C
ara LAV, ti ringrazio per avermi dato notizie del cane Mario. Capisco che ora dovrebbe essere adottato; se non fossi così anziana (91 anni), e sola, non ci penserei due volte a prenderlo con me. Devo “accontentarmi” della mia gatta Chicca, ormai sedicenne. Siamo invecchiate insieme, si può dire. Immagina quanto sia coccolata. Aspetto la vostra rivista e, quando sarà possibile, notizie di Mario. Saluto affettuosamente
Si può essere dalla parte degli animali in tanti modi: con le proprie scelte alimentari, d’abbigliamento, di divertimento
anche tutti i vostri bravi volontari”. In un’epoca nella quale sempre meno si scrivono lettere, con foglio e penna, quella della signora Grazia, con tanto di francobollo allegato per la risposta, è il simbolo del seguito che le nostre attività hanno fra gli anziani. Quelli che, tanto più “ai loro tempi”, sono stati pochi ma importanti e decisi nel seminare il rispetto per tutti gli esseri viventi. Quando era ancora più difficile di oggi.
“
Così come, in questi anni, per tanti è invece più impegnativo il sostegno economico delle campagne della LAV, come quelle di cui leggerete nelle prossime pagine. Per quelle persone come Eleonora, rimasta senza lavoro “ed anche la più piccola spesa per me ora è impegnativa”, come Alessandra “perché i miei referenti professionali non mi stanno pagando” o Antonio “visto il periodo attuale”. A tutti loro va il nostro ringraziamento, di cuore, per questi anni di sostegno economico e l’augurio che possano risolvere questi problemi. Ma si deve e peraltro si può essere dalla parte degli animali in tanti altri modi. Con le proprie scelte alimentari, d’abbigliamento, di divertimento. Nello scrivere una lettera di protesta a un giornale, nel denunciare un maltrattamento, nel proporre alla classe scolastica di una nipote la diffusione di una nostra Guida per i più piccoli, nel far iscrivere alla LAV una propria conoscente, nel far firmare il 5xmille con il nostro Codice 80426840585 a tutti gli amici, nel partecipare a una manifestazione. In mille modi, ogni giorno, si possono fare scelte rispettose degli animali.
@glfelicetti
Il dolore che prova un ratto o un topo è altrettanto reale di quello provato da uno dei nostri amici a quattro zampe. Nei laboratori essi soffrono, come ben sa chiunque li abbia sentiti lamentarsi, piangere, uggiolare e persino gridare. Gli scienziati dissimulano su tutto questo, sostenendo che i loro animali sperimentali stanno semplicemente vocalizzando. Siamo ancora a Cartesio” Jeffrey Moussaieff Masson, Quando gli elefanti piangono (1995)
Impronte Anno XXXI n°3 (143) Aprile 2014 DIREZIONE E REDAZIONE SEDE NAZIONALE LAV Onlus VIALE REGINA MARGHERITA 177 - 00198 ROMA TEL. 064461325 r.a.; FAX 064461326 Email: info@lav.it • Internet: www.lav.it DIRETTORE RESPONSABILE ED EDITORIALE: Maria Falvo HANNO COLLABORATO Roberto Bennati, Giacomo Bottinelli, Antonella Buceti, Carmen Caballero, Carla Campanaro, Alessandra Fantuzi, Gianluca Felicetti, Silvia Felicetti, Carlotta Giovanucci, Francesca Gramazio, Ilaria Innocenti, Michela Kuan, Barbara Paladini, Simone Pavesi, Maurizio Santoloci, Paola Segurini, Ilaria Tordone, Ciro Troiano PROGETTO GRAFICO Michele Leone AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993 ISCR. ROC 2263 - anno 2001 DTP-STAMPA Arti Grafiche “La Moderna” Via di Tor Cervara 171 - Roma CARTA Dalum Cyclus Print (100% carta riciclata) CHIUSO IN TIPOGRAFIA il 2 aprile 2014 RIPRODUZIONI degli articoli sono auspicate ma consentite solamente con l’autorizzazione della Direzione Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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Nata nel 1977, la LAV ha per fine la Liberazione animale, l’affermazione dei diritti degli animali non umani e la loro protezione, la lotta alla zoomafia e la difesa dell’ambiente. Si batte per l’abolizione della vivisezione, della pesca, della caccia, delle produzioni animali, dell’allevamento, del commercio, degli spettacoli con animali e dell’utilizzo di qualsiasi essere vivente. Difende la Terra e i suoi ecosistemi. La LAV combatte lo specismo lottando contro ogni forma di violenza, prevaricazione e sfruttamento, per il rispetto del diritto alla vita, alla dignità e alla libertà di ogni individuo umano e non umano. LA LAV È • cofondatrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente • riconosciuta Ente Morale con Decreto Ministeriale 19.5.1998 e Onlus Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale; • riconosciuta associazione che persegue finalità di tutela degli interessi lesi da reati contro gli animali (Decreto 2/2009 EN.AS. - D.M.Salute 2.11.06 Legge 189/04) • riconosciuta associazione di protezione ambientale con Decreto Ministeriale 15.2.2007 (legge 349/86); • dal 1995 componente della Commissione Nazionale Allevamenti e Macelli del Ministero della Salute (legge 623/85); • dal 1999 firmataria di un Protocollo d’Intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione allo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado” • dal 2007 Ente abilitato al rilascio di crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) presso il Ministero della Salute • membro di Eurogroup for Animals, della European Coalition to End Animal Experiments, della Fur Free Alliance, di ENDCAPtivity QUOTE ANNUALI DI ISCRIZIONE E RINNOVO (OGNI DODICI MESI) ALLA LAV • ORDINARIO 30 euro • GIOVANILE (fino a18 anni) 18 euro • FAMIGLIA 45 euro • SOSTENITORE 46 euro • BENEMERITO 150 euro • STRAORDINARIO 500 euro • PER SEMPRE (chiama 06 4461325) VERSAMENTI INTESTATI A LAV • CC POSTALE 24860009 • CC BANCARIO n. 501112 Banca Popolare Etica - Filiale di Roma - Via Rasella 14 - 00187 Roma (cordinate IBAN) IT16 E050 1803 2000 0000 0501 112 Conservate le ricevute postali e bancarie delle donazioni alla LAV: potete dedurle dalla prossima dichiarazione dei redditi, ai sensi della legge 460/97 nel limite di 2.065,00 euro all’anno; per le aziende fino al 2% del reddito d’impresa.
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Vivisezione ecco la nuova legge
La lotta antivivisezionista fa chiudere definitivamente Green Hill. Stop all’uso grandi scimmie, test bellici e didattici. Confermato no a test su randagi. Sarà battaglia su obbligo di anestesia non rispettato dal Ministero della Salute di Michela Kuan e Gianluca Felicetti
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l Governo ha approvato, il 28 febbraio scorso, la nuova legge sulla vivisezione (n°26 2014) e pochi giorni dopo siamo stati in grado di leggere il testo che è stato trasmesso alla firma del Presidente della Repubblica per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. È stato confermato con qualche importante modifica lo Schema di Decreto Legislativo proposto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dopo la battaglia durata mesi sul rispetto dell’articolo 13 della Legge delega n.96 del 2013. Fortunatamente non sono stati accolti i pareri a favore di un recepimento-fotocopia della direttiva, peraltro non vincolanti, espressi dalle relatrici delle Commissioni
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Impronte • aprile 2014
Sanità del Senato e Affari Sociali della Camera. Con questo recepimento, reso più restrittivo, della negativa Direttiva 2010/63 che speriamo venga annullata dall’Iniziativa Europea dei Cittadini, abbiamo co-
munque raggiunto degli obiettivi significativi. In Italia non sarà più possibile per legge: • allevare cani, gatti e primati da laboratorio e, quindi, il famigerato “Green Hill” non potrà riaprire la sua fabbrica di beagle, a prescindere dall’esito del prossimo processo; • effettuare esperimenti su scimmie antropomorfe (scimpanzè, oranghi, gorilla, gibboni, bonobo); • effettuare esperimenti per la produzione e il controllo di materiale bellico; • effettuare esercitazioni su animali per la didattica ad eccezione dei corsi universitari per la medicina veterinaria e il divieto si applica anche in scuole primarie e secondarie;
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• deridere i metodi alternativi e sostitutivi poiché vi sarà un Fondo per il loro sviluppo, pari al 50 per cento del fondo di rotazione di cui all’articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183; • riutilizzare animali in esperimenti con livello di dolore grave a partire dal 1° gennaio 2017; • ignorare le sanzioni, ora più efficaci, per chi viola le norme minime della legge. • Inoltre, seppure solo dal 1° gennaio 2017 e previo riconoscimento di metodi alternativi, saranno vietati i test di droghe, alcool, tabacco e per trapianti di organi animali. • Confermati i divieti di test su cani e gatti randagi e su animali resi afoni, altrimenti utilizzabili secondo la direttiva europea.
La battaglia degli ultimi mesi ha dimostrato che è possibile mettere in crisi il sistema di potere della vivisezione e avere, comunque, una legge nazionale che, anche se per solo alcuni aspetti, è più restrittiva della direttiva europea 2010/63.
Per noi si tratta di un punto di partenza per nuove battaglie affinché – come per i test a fini cosmetici aboliti da un anno a livello europeo – si cambi effettivamente sistema di ricerca con i metodi sostitutivi già ampiamente praticati all’estero - negli oltre 600 laboratori italiani autorizzati che consumano quasi 900mila animali. Per il non rispetto dell’articolo 13 della Legge-delega n.96 del 2013 riguardo all’obbligo di utilizzare animali solo in anestesia, diffideremo il Ministero della Salute e procederemo a denunciare tutte le autorizzazioni alla sperimentazione sugli animali che non rispetteranno il dettato, portando con la Magistratura i punti incompatibili del Decreto Legislativo fino alla Corte Costituzionale. Impronte • aprile 2014
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Ricerca senza animali: economica, rapida e attendibile di Michela Kuan
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metodi di ricerca che non si avvalgono di animali sono più economici, rapidi e scientificamente attendibili: rappresentano la parte più all’avanguardia della ricerca, di straordinaria importanza sul piano scientifico ma anche come opportunità di sviluppo economico. Un settore che andrebbe incentivato con opportuni investimenti, e non affossato e denigrato come purtroppo accade in Italia. Nel nostro Paese non solo non si investe nei metodi alternativi, ma addirittura se ne rifiuta l’esistenza nonostante siano stati scientificamente riconosciuti da oltre 50 anni. Molti metodi alternativi sono in uso, altri sono in fase di approvazione, infatti si tratta di metodi scientifici validati da un apposito centro europeo, l’ECVAM, mentre nessun modello animale ha mai subito un iter di validazione in più di 100 anni di ricerche. Tra i metodi sostitutivi più noti ci sono le tecniche in vitro, le analisi chimiche, la ricerca clinica (su materiale biologico umano, analisi genetiche, tecniche di imaging), studi epidemiologici, dimostratisi fondamentali nella lotta al cancro, modelli bioinformatici e nuove tecnologie come microcircuiti cellulari per indagini di tossico e farmaco cinetica o dinamica, organi bioartificiali e il data sharing (infatti la competitività aziendale in ambito chimico e farmaceutico, comporta, spesso, la mancanza di diffusione di dati). Con la sperimentazione animale la ricerca nel nostro Paese è ancorata a un modello della fine dell’800, oltre ad essere moralmente riprovevole: è come se pretendessimo di competere con le potenze internazionali usando il telegrafo, mentre altrove utilizzano mezzi di comu-
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Impronte • febbraio 2014 aprile 2014
nicazione di nuova generazione. Infatti mentre qui si continua a voler destinare l’84% dei fondi per studi con animali, il business dei test in vitro nel mondo è arrivato a oltre 49 miliardi di dollari ed è stimato arrivi a 69 miliardi entro il 2017. Il Wyss Institute di Boston ha ricevuto 70 milioni di dollari per
mettere a punto un sistema in grado di mimare la fisiologia del corpo umano tramite una rete di chip, progetto che nasce dalla collaborazione fra l’Istituto di Sanità (Nih), l’Agenzia per la ricerca del Dipartimento della Difesa e l’ente per il controllo sui farmaci, la Food and Drug Administration (Fda), Enti che hanno scelto una ricerca senza animali per l’uomo: un miraggio nel nostro Paese. Solo nell’ultimo anno gli Stati Uniti hanno investito 200.000.000 di dollari nello sviluppo di modelli 3D: si tratta di modelli che permettono di replicare meglio le funzioni di un tessuto, esistono da qualche decina di anni, ma solo recentemente sono stati presi in seria considerazione. A confermare l’importanza della ricerca in metodi alternativi, un luminare del campo: il tossicologo Thomas Hartung (Direttore dell’Ecvam
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fino al 2009 e oggi Direttore del CAAT-Center for Alternatives to Animal Testing, USA), che ha recentemente dichiarato al Corriere della Sera: “La sperimentazione animale non dà risposte abbastanza rilevanti per l’applicazione sull’uomo. Nel mio campo, la tossicologia, gli esperimenti su topi e ratti danno ad esempio una
Sviluppare un nuovo farmaco costa 1 milione di euro, con un indice di fallimento del +90%! capacità predittiva su se stessi del 6o%; sull’uomo, per gli effetti delle droghe, del 43%. Troppo poco per compiere valutazioni efficaci. Ma questo non è il solo aspetto. Ce ne sono altri due a cui le aziende farmaceutiche sono particolarmente sensibili: costi e tempi. I test che oggi si compiono sono troppo costosi. Testare il cancro sugli animali costa più di un milione di euro, una cifra enorme, che non ci possiamo permettere. E poi la durata: ogni ciclo di studio degli effetti dei tumori sui topi dura circa quattro anni, ma il cambiamento dei metodi di cura è molto più veloce e richiederebbe una maggiore reattività.” Ma non bisogna andare oltreoceano per avere la prova di quanto industrie e scienza considerino le alternative una priorità, infatti il Governo tedesco ha stanziato 50 milioni
di euro per sviluppare un modello artificiale di fegato viste le numerose patologie epatiche e conseguenti spese sanitarie del Paese, una scelta corretta per i cittadini e per le finanze dello Stato! Inoltre, da ricordare, il nuovo programma quadro per la ricerca Horizon 2020 (subentra al Settimo), recentemente approvato dal Parlamento Europeo, che prevede oltre 70 miliardi di finanziamenti per centri di ricerca pubblici o privati che lavorano nell’ambito delle alternative. Continuare a sperimentare su animali non solo non salverà l’uomo, ma ritarderà la scoperta di cure per le malattie che, purtroppo, affliggono la nostra specie come succede da decenni. Anche dal punto di vista economico comporta un enorme dispendio di fondi, basti pensare che per sviluppare un nuovo farmaco viene speso un milione di euro, con un indice di fallimento tra test su animali e sull’uomo di oltre il 90%. Per testare tossicologicamente un solo pesticida su animali, ci vogliono almeno 5 anni e quasi 8 milioni di euro, mentre negli USA due istituti del National Institutes of Health (NHI) hanno stretto una collaborazione con l’EPA (Environmental Protection Agency) per utilizzare i robot di screening automatici ad alta velocità del NIH Chemical Genomics Center (NCGC) in grado di testare la tossicità di 10.000 composti chimici in pochi anni. Impronte • aprile 2014
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Lana d’angora: l’insostenibilità di una moda che violenta gli animali di Simone Pavesi
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on solo pellicce, lo sappiamo benissimo: qualsiasi materiale di origine animale utilizzato nell’industria dell’abbigliamento è inevitabilmente causa di privazioni e sofferenza per quegli stessi animali da cui è stato ricavato. Tutte le migliori leggi e standard più o meno volontari che si possono adottare per regolamentare una data filiera produttiva, non saranno mai sufficienti per assicurare ad ogni singolo animale un trattamento dignitoso. Negli scorsi mesi una denuncia dell’associazione americana PETA ha nuovamente confermato che l’industria dell’abbigliamento deve prendere le distanze dalle produzioni animali, se veramente vuole essere sostenibile. Per anni si è sempre saputo che la lana d’angora (la fibra ricavata dal pelo dei conigli d’angora, e da non confondere con la lana della capra d’angora, nota come mohair) venisse ricava tramite tosatura, esattamente come avviene con pecore e capre. Ovvio che anche la sola operazione di tosatura, così come nel suo insieme l’intera filiera di produzione della lana, è già di per sé una condotta che comporta privazioni e sfruttamento degli animali. Ma nel caso del coniglio d’angora si è andati decisamente oltre. Come documentato dalla PETA, gli aguzzini di turno hanno iniziato a strappare letteralmente il pelo ai conigli invece di tosarli, con la
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L’omertà delle aziende moda italiane ha prevalso sulle preoccupazioni di milioni di cittadini e consumatori circa il trattamento di questi animali sola finalità di ricavare peli più lunghi e ottimizzare così la resa in lana per singolo animale. Siamo in Cina, principale produttore mondiale di lana d’angora, ed evidentemente la già nulla regolamentazione in materia di “benessere animale” consente l’adozione di pratiche estremamente violente. Ogni singolo coniglio viene tenuto legato ad un asse di legno con le zampe estese, ed in questo modo gli viene strappato il pelo a ciocche tra le agghiaccianti grida di un animale che non ha alcuna possibilità di difendersi. Una tortura che dura alcuni interminabili minuti, sino a quando il povero coniglio privato del pelo resta a carne nuda e completamente ricoperto di
sangue. Se poi l’animale ha la sfortuna di sopravvivere, verrà nuovamente sottoposto a questa violenza a distanza di tre-quattro mesi quando gli sarà ricresciuto il pelo e sino a quando la qualità del peso sarà ritenuta accettabile. A seguito di questa denuncia, l’azienda H&M (nota per essersi da tempo schierata contro l’uso di pellicce animali con l’adesione allo Standard Internazionale Fur Free) e che aveva appena lanciato la sua nuova linea di articoli con lana d’angora, ha prima sospeso la vendita dei capi incriminati e invitato i propri clienti a restituire quelli già acqui-
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#LAVeraLibertà è possibile! Mai più zoo d’acqua
stati e, dopo avere accertato che è praticamente impossibile verificare e monitorare in ogni suo passaggio la filiera di produzione della lana d’angora, ha annunciato che non utilizzerà più questo materiale nelle proprie collezioni. Molte altre aziende straniere hanno seguito l’esempio di H&M. In Italia invece, solo la designer Elisabetta Franchi ha comunicato alla LAV che non userà più lana d’angora. L’omertà delle aziende moda italiane ha prevalso sulle preoccupazioni di milioni di cittadini e consumatori circa il trattamento di questi animali; per
questo abbiamo contattato la Camera Nazionale della Moda Italiana, l’associazione che coordina e promuove lo sviluppo della moda italiana nel mondo. I tempi sono oggi maturi per un confronto propositivo finalizzato a trovare punti d’incontro nel percorso che, necessariamente, dovrà accompagnare la moda italiana (e non solo) verso scelte stilistiche e politiche commerciali che gradualmente escludano forme di sfruttamento verso gli animali. E’ senz’altro di comune interesse il dialogo tra le aziende moda (e chi le rappresenta), con un portatore d’interessi e valori ampiamente diffusi e condivisi quale è appunto la LAV. Mentre attendiamo la risposta di CNMI, continuiamo comunque a lavorare per annullare l’uso di materiali di origine animale nell’industria dell’abbigliamento.
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ai più delfini-clown come al delfinario di Rimini a cui proprio pochi giorni fa la Corte di Cassazione ha confermato il sequestro preventivo dei quattro delfini Sole, Lapo, Luna e Alfa, primo caso in Italia e in Europa. Questi delfini dunque restano sotto sequestro e non potranno tornare nel delfinario di Rimini, a conferma della fondatezza dell’ipotesi di reato di maltrattamento. Difendi con noi #LAVeraLibertà, su www.lav.it firma anche tu la petizione di LAV e Marevivo per chiedere al Governo e al Parlamento: • una nuova legge che vieti l’importazione di delfini e di altri cetacei a fini di spettacolo • la dismissione entro tre anni dei delfinari e altre strutture simili • la creazione del primo “rifugio” per delfini. #LAVeraLibertà è possibile: lo testimoniano Tom e Misha, due delfini tursiopi che erano detenuti in un piccolo e fatiscente delfinario della Turchia, ai quali è stata restituita la libertà in mare dopo una fase di riabilitazione durata 20 mesi. Guarda il commovente video (Born Free Foundation) di questa straordinaria liberazione su http://www.lav.it/multimedia e difendi con noi #LAVeraLibertà! Impronte • aprile 2014
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Europa dalla parte degli di Roberto Bennati
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l 25 maggio oltre 500 milioni di persone saranno chiamate alle urne per dare il via al rinnovamento delle Istituzioni comunitarie che guideranno l’Europa fino al 2019. Gli animali non votano, ma i loro compagni di vita umani sì, e con il loro voto decideranno se gli animali potranno contare su parlamentari che ne hanno a cuore le loro sorti e i loro diritti. Le nostre domande di libertà per gli animali, alle istituzioni europee, sono le stesse di quell’82% (Eurobarometro) di cittadini UE che chiede maggiore rispetto per gli animali anche se questo penalizza l’economia, le stesse di quel 81,6% (Eurispes 2014) di cittadini italiani che dicono il loro No alla vivisezione o quel 96% (IPSOS 2012) di italiani che è contrario alla cattura di un delfino per rinchiuderlo in un delfinario o ancora quel 85.5% di cittadini che dicono No alle pellicce. Abbiamo un’idea di Europa davvero dalla parte degli animali, conosciamo la loro sofferenza, sappiamo quanto rappresentano nella vita di noi umani per la loro capacità di essere esseri viventi vicini e capaci di farci sentire la loro empatia. Oggi, al di là di punti programmatici, chiediamo alla politica la responsabilità di rappresentare i cittadini e la loro nuova idea di Europa, quella dei diritti, del rispetto della vita e di un nuovo rapporto con gli altri esseri viventi. Noi questa idea l’abbiamo messa come patto fondante della nostra associazione, più di 35 anni fa. Questi, in sintesi, i punti programmatici che poche settimane fa abbiamo illustrato, presso la Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo a Roma, insieme alla Federazione italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente per invitare le forze politiche a sottoscrivere precisi impegni di legislatura dalla parte degli animali.
Chiediamo impegni concreti alle forze politiche per la prossima legislatura UE riconoscimento degli animali come “esseri senzienti”, facendo pesare questo principio generale nel processo di formazione delle norme della UE. Inoltre, chiediamo l’impegno a rafforzare l’Ufficio Veterinario della Commissione al fine di garantire un ruolo di controllo e stimolo agli Stati Membri.
L’Europa protegga cani e gatti e vieti l’uccisione dei randagi Chiediamo il divieto di uccisione di cani e gatti e lo sviluppo di programmi di prevenzione del randagismo (sterilizzazione dei randagi, promozione della loro adozione); l’identificazione tramite microchip e la registrazione obbligatoria negli Stati Membri collegata a un sistema di tracciabilità europea. Provvedimenti contro il traffico di cuccioli e la disincentivazione all’allevamento, alla riproduzione e il divieto di vendita dei pet.
Europa con più strumenti per gli animali:
Per una Europa della libertà e non delle prigioni per gli animali
chiediamo che il Parlamento Europeo sia attivo nel dare piena applicazione al
Chiediamo alle forze politiche di promuovere una legislazione che renda l’Unione Eu-
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ropea libera dai delfinari e dai circhi; di promuovere la corretta applicazione della Direttiva 22/1999 sulla protezione degli animali negli zoo e sostenere la sua revisione al fine di eliminare lo sfruttamento commerciale degli animali esotici in cattività; garantire che tutti gli animali selvatici detenuti in cattività o utilizzati a fini di spettacolo siano inclusi nella Legge quadro europea sul benessere animale, di prossima elaborazione.
Animali selvatici ed esotici: chiediamo che l’attività venatoria sia bandita e vietata l’importazione di animali esotici a fini di cattività e di detenzione ad uso personale (compagnia), prevenendo fenomeni di abbandono di animali esotici. Chiediamo che sia stanziato un adeguato fondo per le attività contro il traffico di animali esotici e selvatici.
Specie “invasive aliene”: chiediamo che il divieto di importazione e commercializzazione sia esteso a tutte le specie animali “invasive aliene” e che i metodi di contenimento prevedano unicamente misure in-
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animali cruente, rispettose della vita e della sofferenza dei soggetti interessati.
Basta vivisezione, incentivi alla ricerca senza uso di animali Più di un milione e 300.000 cittadini europei sottoscrivendo l’iniziativa “StopVivisection”, si sono espressi a favore della revisione della Direttiva UE sugli esperimenti animali a favore delle metodologie alternative. Chiediamo alle forze politiche di rendere concreto questo cambiamento prevedendo lo sviluppo degli strumenti di innovazione tecnologica nelle future legislazioni europee e finanziamenti associati ai soli metodi sostitutivi. Chiediamo il divieto di sperimentazione sui grandi primati non umani.
Alimentazione per tutti, vegetale e sostenibile Gli impatti dell’industria zootecnica su ambiente, acqua, salute ed economia rendono urgente la revisione dei modelli alimentari animali. Sono necessarie politiche di sostituzione della produzione delle proteine animali verso le proteine vegetali e l’eliminazione di sussidi lungo tutta la filiera zootecnica. L’Europa può e deve favorire il consumo di proteine vegetali e sostenibili riducendo l’impatto ambientale, conseguendo così gli impegni già assunti nei negoziati internazionali sul clima.
Europa libera da allevamenti di animali per pellicce L’accresciuta consapevolezza delle condizioni di privazione e sofferenza cui sono sottoposti gli animali “da pelliccia” (allevati o catturati), ci impone di introdurre il divieto di allevamento di animali per la principale finalità di ottenere pellicce. Inoltre, chiediamo di annullare gli Accordi Internazionali per le catture “senza crudeltà” siglati con Canada, Russia, USA (G.U.C.E.: L42/43 del 14 febbraio 1998; L219/26 del 7 agosto 1998), al fine di assicurare la concreta applicazione, senza concedere alcuna deroga, del Regolamento CEE 3254/1991. La legislatura che si chiude è stata certamente un’occasione persa
per fare dei passi in avanti nella legislazione di tutela degli animali: le Istituzioni Europee non hanno saputo esprimere una visione e una strategia di intervento capace di coprire aree di tutela oggi scoperte e garantire un’effettiva applicazione delle norme già esistenti. Le nuove Istituzioni che usciranno dall’appuntamento elettorale di maggio siano coraggiose protagoniste di un salto in avanti degli strumenti giuridici ed economici di riconoscimento dei diritti animali e della loro tutela, a partire da una armonizzata politica di tutela di cani e gatti che vieti l’uccisione sistematica ancora troppo diffusa nei Paesi dell’Unione Europea. Dall’inizio di maggio potrete consultare su www.lav.it i nomi dei candidati “positivi”.
diamoci una zampa
Taricone
Filippo
Adotta a distanza
Filippo, Mirtillo o Taricone! La famiglia si allarga, abbiamo bisogno proprio di tutti!
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na piccola struttura sorge tra le colline laziali: due ragazzi dedicano la propria vita alla cura e alla riabilitazione dei cani in difficoltà, mettono a disposizione cucce accoglienti, un enorme parco, uno staff di educatori, ottimi veterinari e tanti volontari. In questo paradiso, grazie al vostro sostegno, sono ospitati sei dei cani a noi affidati perché vittime di terribili maltrattamenti: Enzino, Gigino, Filippo, Taricone, Yoghi e Mirtillo. Negli ultimi giorni c’è stato un via vai continuo: Enzino, Gigino e Filippo, a bordo del BAUBUS, sono stati ricoverati in una delle cliniche veterinarie di nostra fiducia per un piccolo intervento chirurgico di sterilizzazione perfettamente riuscito! Adesso sono in convalescenza e si sentono autorizzati a poltrire e sonnecchiare nella propria cuccia, passeggiano pigramente al parco e pretendono una dose di coccole in più rispetto agli altri!
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Yoghi Gli altri ospiti sono in trepida attesa, sanno che sta per accadere qualcosa di speciale, arriva la primavera! Taricone, scruta attentamente il cielo nella speranza che le nuvole grigie e cariche di pioggia lascino spazio al tiepido sole di marzo, adora il caldo e quando il suo pelo color champagne viene
illuminato dai raggi del sole è ancora più bello. Mirtillo, nonostante l’età, gode di buona salute, durante l’inverno ha anche messo su qualche chilo ed è in perfetta forma fisica; insomma, non vede l’ora che arrivi il caldo per poter scorazzare in giardino e rincorrere le farfalle! E poi c’è il piccolo Yoghi il quale, nonostante le continue ricadute e le precarie condizioni di salute, dimostra ogni giorno di non voler mollare e di volerci regalare ancora tanti momenti speciali in sua compagnia. Negli ultimi mesi, siamo stati con il fiato sospeso e per noi, vederlo sdraiato in giardino, sarebbe il regalo più grande. I nostri sei amici stanno bene, sono felici e al sicuro e per questo ringraziamo infinitamente tutti i nostri sostenitori che li aiutano giorno dopo giorno! Se vuoi entrare a far parte della nostra grande famiglia, adotta Gigino, Yoghi o Enzino a distanza, aiutaci a prenderci cura di loro!
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Gigino Enzino Mirtillo Puoi adottare a distanza uno dei nostri amici in modo comodo, veloce e sicuro, anche sul nostro sito www.lav.it/adozione, altrimenti puoi compilare il tagliando che trovi qui sotto 2
Aiutaci a prenderci cura di loro, adottali a distanza! Con l’adozione a distanza riceverai il certificato di adozione, con l’adozione annuale oltre al certificato di adozione riceverai aggiornamenti periodici
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Diciassette cuccioli, quindici famiglie
e una storia a lieto fine
Gara di solidarietà per dare loro la possibilità di avere una casa, il rispetto, l’amore e il calore di una famiglia
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di Federica Faiella
rano rannicchiati l’uno sull’altro, stipati in piccole gabbie nel bagagliaio di un’auto e viaggiavano da chissà quante ore. In queste drammatiche condizioni gli uomini del Compartimento Polizia Stradale Lazio hanno trovato 17 cuccioli di cane provenienti dall’Est Europa, importati illegalmente in Italia. Il magistrato ha immediatamente disposto il sequestro dei piccoli e nominato la LAV custode giudiziaria e responsabile dell’individuazione di famiglie disposte ad occuparsi dei quattro zampe in attesa della fine del processo. E noi, come sempre, non ci siamo tirati indietro! Subito è iniziata una gara di solidarietà: abbiamo ricevuto un centinaio di richieste d’adozione e abbiamo cercato di fare del nostro meglio per individuare affidatari disposti a prendersi cura dei piccoli con rispetto e amore, ma soprattutto con la consapevolezza che un cane non è un peluche o qualcosa di cui potersi disfare, un cane è per sempre. La notte di Natale tutti i cuccioli erano a casa e al sicuro, circondati dall’affetto e dall’amore delle nuove famiglie. Non possiamo che elogiare l’operato del Comandante Mastromauro, della dott.sa Baron e di tutti gli uomini del Comparto Polizia Stradale Lazio - Squadra di Polizia Giudiziaria. Siamo grati alla dott. sa Daniela Mignacca e allo staff della Clinica Veterinaria Roma Sud per aver accolto in pronto soccorso i cuccioli, per aver prestato le prime cure e per averli accuditi e coccolati durante l’intero periodo di degenza.
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Qui sopra Cleopatra e Carlotta
Un particolare ringraziamento a Chiara, Nadia, Simonetta, Elisabetta, Luana, Serenella, Paolo, Rossana, Romana, Chiara, Alessandra, Roberta, Marina, Erika e Tania che hanno generosamente deciso di allargare le proprie famiglie accogliendo in casa questi piccoli.
Cleopatra e Carlotta
Il 21 settembre 2013 è stata una giornata terribile: il nostro cagnolino Mosè dopo 17 anni ci ha lasciati. Mai avremmo pensato di prendere altri cani, perché il dolore per questa perdita era stato troppo forte. Ma circa un mese e mezzo più tardi, siamo venuti a sapere che nella clinica veterinaria dove portavamo sempre il nostro Mosè erano arrivati dei cuccioli sequestrati. Spinti soltanto dall’amore, siamo andati a vederli. E’ stato emozionante: tanti piccoli vivaci batuffoli di pelo! Presa in braccio Cleopatra è stato subito amore a prima vista. E così abbiamo deci-
so di prendere anche Carlotta! Il 5 dicembre, dopo la telefonata dalla LAV, siamo andati a prenderle per portarle a casa con noi e per dare loro la possibilità di avere una casa e il calore di una famiglia. All’inizio è stato faticoso, non sapevamo come fare per togliere dai loro occhi quella paura verso gli “umani”, ma con il tempo e la pazienza, si sono ambientate. Ora i loro occhi esprimono serenità.
Milo
Sono passati appena quattro mesi da quando sono diventata “mamma” di Milo. Aver avuto Milo è uno degli eventi più straordinari, dolcissimi, unici della mia esistenza... non credevo che fosse possibile innamorarsi così di un cucciolo. Milo ormai è parte integrante e fondamentale della famiglia, dove andiamo noi viene lui, dove può andare lui noi andiamo. In questi mesi Milo si è fatto tanti amici: Maia, Poldo, Camilla, Rasty
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con i quali gioca volentieri e noi siamo felici di vederlo scorrazzare spensierato.
Bruno
Abbiamo adottato uno dei cuccioli vittima del traffico dall’est perché consapevoli che questi piccoli hanno bisogno d’aiuto. Il giorno dell’affido quando siamo arrivati in clinica eravamo molto
emozionati, non vedevamo l’ora di tenerlo tra le braccia ed è stato amore a prima vista! Appena l’abbiamo preso in braccio ha iniziato a scodinzolare all’impazzata, come se avesse capito che noi saremmo stati la sua nuova famiglia. In casa poi si è ambientato immediatamente. Felicissimi della nostra scelta, consigliamo a tutti un’esperienza così bella perché l’amore
A sinistra Milo, sopra Bruno, in basso Aghi e Karif
che trasmettono questi cuccioli è indescrivibile!
Aghi e Karif
Non avevo mai pensato ad un cane nella mia famiglia ma quando mia figlia ha adottato Oscar, un gattino randagio, è iniziata una bellissima esperienza. Poi ho cominciato a seguire varie associazioni e la LAV con la storia di Green Hill. E così ho fatto richiesta di adozione, non per il desiderio di avere un cane ma per aiutare un animale che aveva sofferto ingiustamente. Non ho fatto alcuna richiesta specifica, pronta ad accogliere in qualsiasi condizione il cucciolo che aveva bisogno di me. Il fatto che i due cani sarebbero stati due all’inizio mi ha un po’ spiazzato... ma non troppo! I primi giorni sono stati impegnativi ma ora va meglio e in famiglia siamo tutti impazziti per loro (Oscar un pò meno!). Impronte • aprile 2014
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Cambiare menu:
un gioco da ragazzi T
di Paola Segurini
ania Lombrozo insegna psicologia all’Università della California ed è vegan, la sua voce è adatta, quindi, a descrivere l’atteggiamento mentale che rende facilissimo – a chi lo ha scelto per ragioni etiche- il non mangiare cibi animali e, aspetto altrettanto importante, il non desiderare più di farlo. E, al contrario, “sognare” e pregustare gli alimenti di origine vegetale preferiti. Lombrozo illustra la sua personale progressione da onnivora a “erbivora”, facendo ricorso anche alla psicologia del cibo. Diamo per scontata la distinzione tra “alimento” e “non alimento”, cioè tra commestibile e non commestibile, spiega la studiosa: un adulto del nostro tempo può automaticamente distinguere i cereali da colazione, e metterli tra gli edibili, dalle riviste, che non lo sono. Non era così facile per i nostri antenati, il cibo allora non aveva etichette. La nostra specie è una specie “generalista”, e si adatta a consumare un’ampia varietà di alimenti: scegliere come nutrirsi è una
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L’atteggiamento mentale rende facilissimo il non mangiare cibi animali e, aspetto altrettanto importante, il non desiderare più di farlo
decisione indotta principalmente dall’esperienza. Gli esseri umani - a differenza dei koala, per esempio, che vengono al mondo con una passione perpetua per l’eucalipto - nascono con preferenze alimentari non formate. E la nostra dieta è frutto dell’esperienza accumulata da coloro che ci circondano: il bambino, come l’animale, viene guidato dagli adulti, in una sorta di “tramandamento sociale” di ciò che deve essere considerato cibo. Nei confronti della carne – chiarisce Lombrozo – gli umani sono conservatori. La regola è non
mangiare quello che non vedi gli altri mangiare. Il risultato è che gli americani non considerano i cani e i gatti come commestibili, mentre altri animali – non meno senzienti – come i maiali e le mucche popolano tante case, ma serviti a tavola. Molti statunitensi arricciano il naso al pensiero di mangiare delle orecchie ma queste, insieme al cervello e alla lingua, sono nel ripieno dei tacos che si trovano dai venditori ambulanti in Messico. In sostanza, se un animale o un derivato animale è considerato “tradizionalmente” non commestibile, il pensiero di mangiarlo ci disgusta: un potenziale cibo diventa cosi un “non-cibo”. Trovare un sasso nell’insalata non ci fa schifo, lo scansiamo e fine. Trovarvi uno scarafaggio ripugna un onnivoro, anche se è potenzialmente un alimento, perché la nostra tradizione lo considera un “non-cibo”. L’esperienza di Lombrozo - che
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Stasera mangiamo messicano, cinese o Vegan? Si aprono orizzonti sempre più ampi per la ristorazione senza crudeltà perché il consumatore la richiede
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condivido in pieno, in quanto anche a me è accaduta la stessa cosa - è che, al diventare vegetariana, alcuni degli elementi prima considerati cibo, sono diventati per lei “non-cibo”. L’idea di mangiare carne è diventata disgustosa, e la reazione ad un pezzo di pollo accidentalmente caduto nell’insalata non era diversa da quella di un onnivoro che vi trova uno scarafaggio. La reazione è comune. Ed è, anche in base ad uno studio dell’Università della Pennsylvania, proprio la scelta etica a governare un senso “indotto” di disgusto per la carne. Quando la studiosa è di-
ventata vegan, le categorie di cibo e “non-cibo” si sono modificate di nuovo. Con la scoperta dell’ampia e diversa classe di alimenti “commestibili” perché non animali, altri – come il latte e le uova - sono andati a finire nella lista nera, con il pollo e gli scarafaggi. Senza nessun rimpianto, né desiderio da combattere, sono semplicemente diventati “non-cibo” e sono spariti dalla lista della spesa come dai sogni gastronomici. Il nostro cervello ci aiuta, con i suoi automatismi. Nessuna scusa, cambiare menu è un gioco da ragazzi, se ci crediamo davvero.
a domanda di piatti senza ingredienti di origine animale sta crescendo sensibilmente, e questo lo vediamo tutti. In due modi diversi, spiega un articolo apparso di recente su Food Navigator, prestigiosa rivista americana del settore alimentare. Sempre più cibi di origine vegetale sono reperibili nei loro mercati “naturali”, vale a dire negli esercizi di vendita diretti al consumatore che ha scelto di essere consapevole, e di optare per uno stile di vita sostenibile e salutare. Fin qui nulla di strano. L’elemento interessante, è che i mercati tradizionali – vale a dire le grandi catene rivolte al consumatore non sensibile - vedono aumentare la richiesta di alimenti “senza carne”, che vanno a infilarsi in una categoria commerciale analoga a quella dei ricettati – i piatti pronti – italiani, o messicani, per esempio. E di conseguenza si aprono orizzonti sempre più ampi per la ristorazione senza crudeltà perché il consumatore la richiede. Vegan diventa quindi sinonimo di specialità gustosa e alternativa e non di sciapita rinuncia”. Il trend negli Stati Uniti pare essere “Stasera mangiamo italiano, messicano o vegan?” Meditiamoci gente! Impronte • aprile 2014
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Cambiare abitudini alimentari
per salvarci e salvare di Paola Segurini
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na moda? O uno stile di vita che esce dalla nicchia in cui era rinchiuso e diventa una delle possibilità da scegliere per condurre un’esistenza serena e sostenibile? Ci sono segnali crescenti che il 2014 potrebbe essere l’anno in cui il vegan lifestyle - spesso visto come appannaggio di hippies, attivisti animalisti e fanatici salutisti – diventerà un’opzione tra tante e per niente strana. E’ questo l’anno in cui la catena di supermercati tedesca Veganz We Love Life (www.veganz.de/ ueber-veganz.html)- che offre oltre 6.000 prodotti vegan e nient’altro, aprirà la sua prima filiale nel Regno Unito, dopo le 7 in Germania, una a Vienna e una a Praga. Sarà questo l’anno in cui le persone comprenderanno meglio come sia sbagliato e nocivo sfruttare gli animali e come un’alimentazione su base vegetale sia davvero la più salutare e non abbia niente da invidiare, come gusto e ricchezza,
Sarà questo l’anno in cui le persone comprenderanno meglio come sia sbagliato e nocivo sfruttare gli animali e come un’alimentazione su base vegetale sia davvero la più salutare
alla cucina “solita”? E i vip – per ora oltreoceano - seguiteranno ad annunciare la loro svolta, temporanea o totale? Come Bill Clinton
e Al Gore, o Ellen DeGeneres che ha organizzato il suo matrimonio vegan? Continueranno a crescere gli eventi, come i festival veg, in cui il cibo finisce a causa delle previsioni di afflusso al ribasso? Ci auguriamo di sì ovviamente. Ma ci andrebbe bene che le persone mutassero orientamento per timore. Come spiega benissimo Jan Jack in un articolo (www.theguardian. com/commentisfree/2014/jan/03/ fear-of-imperilled-planet-turnme-vegetarian) apparso su “The Guardian” nei giorni scorsi, la paura è un grande attivatore della determinazione al cambiamento. Il giornalista porta l’esempio
Arriva l’uovo non uovo… ma come l’uovo! Nuova ricerca per sostituire tutti gli usi comuni delle uova in gastronomia
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iventeremo 9,5 miliardi entro il 2050, e ogni anno consumiamo a livello globale più di 1000 miliardi di uova. Il problema è visibilissimo. Come mantenere questo ritmo di crescita e rispondere alla richiesta di uova? Josh Tetrik,
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CEO e fondatore della Hampton Creek Foods di San Francisco, è vegan, ma non è questo il punto della sua ricerca e della commercializzazione di uova-non-uova-ma-come-le-uova (perdonatemi la licenza di neologismo aggregato esplicativo). L’uovo richiede molta più energia per la sua produzione rispetto ai vegetali, fino a 20 volte. Per sostituirlo nelle sue varie funzioni HCF ha analizzato più di 1500 piante, tra cui sono state selezionate 11 candidate che hanno le funzioni specifiche di far coagulare, emulsionare o ossigenare, necessarie per sostituire tutti gli usi comuni delle uova in gastronomia.
FOTO TOMMASO GALLI
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del fumo. Piano piano la gente sta smettendo di fumare e gli ex-fumatori guardano, quasi con disgusto, a quelli che erano prima, a come era prima la società, in cui fumare era niente meno che una tradizione. L’atto aveva una sua simbologia, rituali e luoghi che sembravano immutabili. Eppure oggi per molti – e per tante situazioni sociali e pubbliche – fumare è diventato solo un atto nocivo e negativo, a cui è consigliabile rinunciare, per la propria salute e per la socialità. Si è trattato di una rivoluzione del comportamento, determinata dalla paura delle malattie. Facendo riferimento ai dati e alle rilevazioni ef-
fettuate per uno studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature (www.nature.com/nclimate/current_issue.html), Jack si chiede se la preoccupazione per le catastrofi “naturali” - causate dai cambiamenti climatici originati dal numero sempre maggiore di animali allevati per la carne e il latte – possa fungere da miccia per un sovvertimento delle abitudini alimentari diffuse, in vista della conservazione di uno stato di vivibilità del Pianeta, almeno per i nostri figli. Ma anche per noi, per non svegliarci un mattino travolti da un’alluvione, o da una siccità mortale. Come sappiamo, se seguirà i tassi di
crescita attuali, la richiesta globale di carne passerà dalle 229 milioni di tonnellate del 2000 ai 465 milioni nel 2050. Non c’è spazio, non ci sono le condizioni per continuare così, con qualsiasi lente – etica, sociale, salutistica, economica - si osservi questo incremento pauroso. E quindi, nel 2014 comincerà a diffondersi sul serio, grazie all’ormai continuo martellamento – e ai ben visibili sovvertimenti climatici – degli scienziati, la consapevolezza dell’urgenza di una trasformazione del consumo a tavola? Noi, quelli che una volta erano considerati bizzarri pazzoidi, speriamo proprio di sì.
Intervistato per Xconomy (www.xconomy.com/san-francisco/2013/12/24/ hampton-creek-foods-reinventsegg-cookie-dough/) Tetrik spiega che i prodotti della sua azienda sono pensati come alternativa per tutti, e non devono assolutamente essere rinchiusi nell’etichetta “Vegan”. “Nessuno chiama l’hummus vegan, e neanche la mela viene definita vegan. E’ una mela e basta”- dice e continua - “allo stesso modo le persone non amano la “uovità’”delle uova ma ciò che con esse si può fare. Non comprano la maionese perché amano le uova, ma perché a loro piace la maionese”.
La filosofia della Hampton Creek Foods si muove perciò verso obiettivi di altissima diffusione con alimenti più economici delle uova o dei loro derivati, più sostenibili dal punto di vista ambientale, senza colesterolo e ugualmente appetibili e gustosi. I prossimi prodotti ad essere lanciati saranno un preparato per biscotti e un sostituto delle uova strapazzare in grado di replicarne gusto e consistenza. Tutto pensato non per i vegan, ma per chi, come il padre di Tetrik, non sa neanche pronunciare il termine correttamente, ma cerca cibi adatti al suo palato “tradizionale”. Un buon inizio davvero! Impronte • aprile 2014
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Alieni sulla propria terra I casi italiani delle specie non native, la proposta di regolamento Ue. Responsabilità e soluzioni
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utrie, scoiattoli grigi, tartarughe dalle guance rosse, pesce siluro sono tra le più note specie non indigene accusate di aver invaso i territori nostrani e di causare presunti danni. Si stima che in Europa delle 10.000 “specie aliene invasive” presenti, il 10-15% avrà un impatto negativo. Uno studio realizzato nel 2009 stimava che “le specie aliene invasive” costino all’Europa circa 12 miliardi di Euro l’anno. Le “specie aliene” costano all’economia globale 1,4 trilioni di dollari l’anno. Questi “invasori” sono al centro di una vera e propria guerra, spesso con violenti e non condivisibili piani di abbattimento, senza alcun piano di prevenzione. Al tema abbiamo dedicato un recente convegno, a Milano, con la partecipazione di esperti tra i quali la dr.ssa Giovanna Massei (York, UK) ricercatrice presso AHVLA (Animal Health and Veterinary Laboratories Agency), collaboratrice allo studio sulla sterilizzazione dei cinghiali tramite il vaccino GonaCon; il dr. Allen Rutberg (USA), Scienze Biomediche della Facoltà di Medicina Veterinaria della Tufts-Cumming School, che dal 1991 sperimenta l’immunocontraccezione mediante il vaccino PZP; il dr. Mauro Ferri del Servizio veterinario AUSL Modena, esperto nell’uso della nicarbazina per il controllo della fertilità dei
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colombi. I casi più rilevanti di invasione li abbiamo raccolti nel dossier “Alieni sulla propria terra” (disponibile su www.lav.it) realizzato da Barbara Bacci e Massimo Vitturi (resp. LAV Caccia e Fauna selvatica). Le invasioni possono avvenire in molteplici modi: il 90% di specie invertebrate giunge come contaminante a bordo di aerei o altri mezzi di trasporto o su piante importate; animali esotici normalmente detenuti in cattività, vengono continuamente rilasciati in libertà. Gli allevamenti di animali “da pelliccia” rappresentano un altro importante canale di intro-
duzione di specie alloctone, come i giardini zoologici, gli acquari e gli ocenari. I fatti dimostrano che, nella maggioranza dei casi, l’intervento umano non ha ottenuto effetti o si è rivelato controproducente. La prima norma di buonsenso consisterebbe nel vietare il commercio di “specie aliene” eppure tale opportunità non rientra, se non marginalmente, nelle prospettive future dell’Unione Europea. Nel 2016 dovrebbe entrare in vigore la Proposta di Regolamento Europeo: la Commissione UE propone il divieto totale di importazione, allevamento, vendita delle specie considerate più problematiche, definite “specie prioritarie”; l’attivazione di un sistema di controllo e sorveglianza alle frontiere dei paesi dell’Unione Europea; misure per tenere sotto controllo la diffusione delle specie invasive già presenti nell’UE. Ma noi riteniamo che il divieto di import ed export dovrebbe essere esteso a tutte le specie, con sanzioni dissuasive e adeguati fondi per la ricerca di metodi alternativi per la tutela delle specie. Le invasioni sono ascrivibili unicamente alle responsabilità umane. Eppure le misure di contenimento del fenomeno ricadono quasi esclusivamente sugli animali. Vittime di un ossimoro: uccisi in nome della “protezione” di altri animali.
La tutela giuridica
degli animali
Aspetti sostanziali e procedurali: la nuova edizione
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dieci anni dall’approvazione della legge n.189 del 2004, che ha introdotto nel Codice penale il Titolo IX-bis rubricato “Dei delitti contro il sentimento per gli animali”, Maurizio Santoloci, magistrato ed esperto di diritto ambientale, direttore dell’Ufficio Legale LAV, e Carla Campanaro, responsabile dell’Ufficio Legale della LAV, presentano la quinta edizione, rinnovata ed ampliata, del manuale intitolato “La tutela giuridica degli animali. Aspetti sostanziali e procedurali”, edito da Diritto all’Ambiente Edizioni (www.dirittoambientedizioni.net) e LAV (www.lav.it). Dopo il grande successo delle prime edizioni, questo manuale, descrivendo in modo esaustivo e dettagliato ogni singola ipotesi delittuosa in materia di crimini contro gli animali, anche alla luce delle recenti pronunce giurisprudenziali, offre una chiara lettura del complesso quadro delle di-
scipline giuridiche vigenti oggi a tutela degli animali e consente a chiunque, addetti ai lavori e non, forze di polizia statali e locali, veterinari ASL, avvocati e magistrati, guardie zoofile, attivisti delle associazioni animaliste ed ambientaliste, di individuare corret-
tamente le condotte penalmente rilevanti e di denunciarle secondo i propri mezzi e competenze. Il testo comprende al suo interno anche una rassegna di frequenti casi pratici, nonché approfondimenti tecnici e scientifici di elevato livello, forniti da esperti del settore in materia di caccia, trasporti di animali, randagismo, condominio ed altri casi in cui l’animale è oggetto di diritto e si pone lo scopo di diffondere la giurisprudenza raccolta in anni ed anni di denunce, monitoraggi e investigazioni difensive che hanno portato a significative condanne per maltrattamento ed atti di crudeltà nei confronti degli animali. La peculiarità di questa nuova edizione, a dieci anni dall’approvazione della legge che ha introdotto, tra gli altri, i reati di maltrattamento e di uccisione di animali, consiste nel rappresentare e racchiudere gli importanti risultati derivanti dalla corretta applicazione della normativa vigente a tutela degli animali con l’obiettivo del loro ampliamento, verso un reale cambiamento culturale che ognuno di noi può contribuire a determinare secondo le proprie possibilità e competenze.
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Appuntamento al Congresso
nazionale LAV
“Il maltrattamento degli animali a dieci anni dalla legge 189” Venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 giugno 2014 Roma - Auditorium (Via Rieti 11) Ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto è convocato il Congresso nazionale della LAV presso l’Auditorium a Roma, in Via Rieti 11
Venerdì 6 giugno 2014
ore 8:30 Prima convocazione in sede ordinaria, ore 9:30 seconda convocazione Apertura lavori; Convegno “Il reato di maltrattamento degli animali a dieci anni dalla Legge 189. Il bilancio e le proposte della LAV”
Sabato 7 giugno 2014
ore 9:30-13:00 e ore 14:30-19:00 9.30 Votazione Presidenza Congresso 9:40 Votazione Regolamento Congresso 9:50 Votazione Ordine dei Lavori 10:00 Relazione Consiglio Direttivo uscente 10:30 Relazione Collegio di Garanzia uscente Pausa 10:55 Illustrazione Bilancio consuntivo 2013 11:15 Relazione dei Revisori dei Conti 11:25 Votazione bilancio consuntivo
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2013 11:30 Presentazione del Documento di Programmazione delle Attività 2015 12:30 Dibattito generale 13:00 Pausa pranzo 14:30 Relazione del Presidente 15:00 Dibattito generale – Premiazione del concorso “Video LAV – Viva la vita!” 16:00 Presentazione dei candidati al Consiglio Direttivo nazionale e al Collegio di Garanzia; apertura del seggio elettorale 16:50 Pausa 17:00 Dibattito generale 18:00 Illustrazione proposte di modifica dei Regolamenti del Consiglio Direttivo nazionale, del Collegio di Garanzia, della Gestione Economica 19:00 Chiusura lavori della giornata
Domenica 8 giugno 2014
ore 9:00-13:00 9:00 Riapertura seggio elettorale e ripresa dibattito generale 10:30 Votazioni della Relazione del Presidente uscente, del Documento di Programmazione delle Attività 2015, delle Mozioni generali e particolari 12:00 Votazioni delle proposte di
modifica dei Regolamenti del Consiglio Direttivo nazionale, del Collegio di Garanzia, della Gestione Economica 12:30 Proclamazione degli eletti al Consiglio Direttivo nazionale e al Collegio di Garanzia 12:45 Varie ed eventuali 13:00 Chiusura dei lavori Il Consiglio Direttivo nazionale LAV Il Convegno di venerdì 6 giugno è aperto a tutti. Il Congresso è aperto a tutti i soci. Il diritto di voto, ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto, è per i soci in regola con il pagamento della quota associativa, sempre che risultino iscritti da almeno dieci mesi. Per eventuali informazioni su come arrivare e dove alloggiare telefonare allo 06.4461325 o scrivere a info@lav.it Come raggiungere il Congresso: l’Auditorium è a ridosso di Piazza Fiume (posteggio taxi), a 10 minuti dalla Stazione Termini (bus 86 per quattro fermate, oppure 217, 38, 92) e a 20 minuti dalla Stazione Tiburtina (bus 490). Non è in Ztl e ha nei pressi i parcheggi pubblici di Via Mantova e Via Sicilia. Puoi calcolare il percorso bus da-per qualsiasi zona di Roma su www.atac.roma.it
www.lav.it
5xmille: una firma che può
fare la differenza
Insieme possiamo difendere i diritti degli animali, restituire loro la libertà, salvarli dai maltrattamenti
I
di Ilaria Tordone
l grande appuntamento dell’anno sta per arrivare: è il momento della firma più importante, quella che ti permette di scegliere a chi dedicare il tuo 5xmille. Un gesto di cittadinanza attiva, con il quale ognuno di noi può decidere di trasformare una parte delle proprie tasse in un progetto sociale. Il 5xmille è tutto questo: una vera e propria dichiarazione delle nostre volontà fatta allo Stato! Noi abbiamo un grande progetto sociale da proporti. Tu puoi scegliere di aiutarci a realizzarlo. Insieme possiamo difendere i diritti degli animali, restituire loro la libertà, salvarli dai maltrattamenti. Nella tua dichiarazione dei redditi, firma per gli animali, dona il 5xmille alla LAV: una firma che può fare davvero la differenza per migliaia di loro. Per quelli che aspettano di essere salvati da abbandono e maltrattamento, per quelli sfruttati e uccisi per la loro pelliccia. Per i tanti costretti a una vita in gabbia o in una piccola vasca per il divertimento dell’uomo. A tutti loro dedicheremo il nostro impegno, le nostre lotte, il nostro lavoro quotidiano. Insieme continueremo a batterci per i loro diritti. Lo faremo nei Tribunali di tutta Italia, nelle piazze di ogni città grazie ai nostri volontari e nelle scuole. Continueremo a promuovere scelte di vita diverse, rispettose degli animali. E lo faremo grazie a te e al tuo 5xmille. Un piccolo gesto che non costa nulla ma che vale tantissimo. In questi anni abbiamo festeggia-
to grandi vittorie. Abbiamo anche affrontato diverse difficili sfide, che ci hanno portato a impetuose salite. Tanti soci e donatori sono stati con noi e, ne siamo certi, continueranno a esserlo. Tanti quelli che hanno scelto di farlo dedicandoci il proprio 5xmille. E che ci confermano la loro fiducia anno dopo anno. Tutti loro ci hanno permesso di contare su risorse economiche straordinarie, che hanno fatto crescere la nostra
Un piccolo gesto che non costa nulla ma che vale tantissimo associazione e i risultati ottenuti. Insieme a tutti loro, insieme a te, vogliamo raggiungere nuove tappe e continuare il cammino che abbiamo cominciato 37 anni fa. Nella prossima dichiarazione dei redditi, dedica la tua firma ai diritti degli animali, dona il 5xmille alla LAV! Per saperne di più: www.5xmille.lav.it
Cosa abbiamo fatto grazie al 5xmille nel 2013
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i siamo presi cura di tutti gli animali salvati dai maltrattamenti e affidati alle nostre cure: i cavalli che ora vivono in un centro di recupero, i nostri amatissimi cani che si godono la loro vecchiaia in serenità, gli oltre 150 animali strappati dalla “Cascina degli orrori”. Abbiamo portato i nostri messaggi all’attenzione di centinaia di migliaia di persone realizzando importanti campagne. Come quelle per fermare l’abbandono degli animali, per dire No agli allevamenti da animali “da pelliccia” e contro la vivisezione. Abbiamo parlato del trasporto degli animali e del nostro impegno per fermare i lunghi viaggi della morte. Il MercoledìVeg ci ha permesso di promuovere la scelta veg almeno un giorno a settimana. Abbiamo garantito il nostro supporto alle sedi locali per le loro importanti iniziative in centinaia di città italiane. Impronte • aprile 2014
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