IMPRONTE DICEMBRE 2019

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Consiglio Direttivo Roberto Bennati (vicepresidente), Carmen Caballero, Gianluca Felicetti (presidente), Sara Leone, Simone Stefani Collegio di Garanzia Roberto Callegaro, Annalisa Lancellotti (presidente), Emma Piga

Revisori dei Conti Susanna Russo (presidente); Alessio Rastelli, Mauro Vantaggio (sindaci) Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal ‘codice di regolamentazione sulla privacy’ (Dlgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dlgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, Viale Regina Margherita 177 - 00198 ROMA - tel. 064461325, fax 064461326, email: info@lav.it

La LAV in Italia la nostra ricchezza PIEMONTE

MONZA E BRIANZA: (STP) tel. 329/4234827

EMILIA ROMAGNA

CAMPANIA

TORINO: (STIC) 388/8082707

lav.monza@lav.it

BOLOGNA: (STP) tel. 333/8175258 - 320/4788779

NAPOLI: (STP) tel. 328/2313365

lav.torino@lav.it

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lav.napoli@lav.it www.lav.it/sedi/napoli

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CREMONA: (PDR) tel. 338/7841668

REGGIO EMILIA: (STIC) tel. 333/7749145

PUGLIA

CARMAGNOLA (TO): (STIC) tel. 340/0062741

lav.cremona@lav.it

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BARI: (STP) tel. 348/0618270 fax 080/5583828

lav.carmagnola@lav.it

TRENTINO ALTO ADIGE

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ARONA (NO): (PDR) tel. 335/6471031

TRENTINO: (STP) tel. 331/1507169

CORREGGIO (RE): (STIC) tel. 331/1284428

LECCE: (PDR) tel. 328/4713416

lav.arona@lav.it

lav.trentino@lav.it www.lav.it/sedi/trentino

lav.correggio@lav.it

lav.lecce@lav.it

CUNEO E VALLATE: (PDR)

FRIULI - VENEZIA GIULIA

MODENA: (STP) tel. 320/4795021

TARANTO: (PDR) tel. 320/8763198

333/8347714 lav.cuneo-vallate@lav.it

TRIESTE: (STP) tel. 320/6378852

lav.modena@lav.it www.lav.it/sedi/modena

lav.taranto@lav.it

ASTI: (STP) tel. 320/2219586

lav.trieste@lav.it www.lav.it/sedi/trieste

Ferrara: (PDR) tel 347/4246427

CALABRIA

lav.asti@lav.it

PORDENONE: (PdR) tel. 320/4795023

lav.ferrara@lav.it

VIBO VALENTIA: (PDR) tel. 333/4544326

VERBANO-CUSIO-OSSOLA: (PdR)

lav.pordenone@lav.it

TOSCANA

lav.vibovalentia@lav.it

tel. 379/1602611

VENETO

FIRENZE: (STP) tel. 327/1273417

SICILIA

lav.verbano-cusio-ossola@lav.it

VENEZIA: (STP): tel. 348/0407952

lav.firenze@lav.it www.lav.it/sedi/firenze

CATANIA: (PDR) tel. 349/6184467

LIGURIA

lav.venezia@lav.it www.lav.it/sedi/venezia

PONTEDERA (PI): (PDR) tel. 328/1470263

lav.catania@lav.it

GENOVA: (STP) tel. 347/2330272

PADOVA: (STP) tel. 320/7598238

lav.pontedera@lav.it

RAGUSA: (PDR) tel. 340/0031368

lav.genova@lav.it

lav.padova@lav.it - www.lav.it/sedi/padova

MASSA: (PDR) tel. 347/9015015

lav.ragusa@lav.it

LOMBARDIA

VERONA: (STP): tel. 379/1954111

lav.massacarrara@lav.it

MESSINA: (PDR) tel. 328/9546860

MILANO: (PdR) tel. 379/1574806

lav.verona@lav.it www.lav.it/sedi/verona

LUCCA: (PDR) tel. 339/7017135

lav.messina@lav.it

lav.milano@lav.it

VICENZA: (STIC) tel. 348/0408396

lav.lucca@lav.it

SARDEGNA

MANTOVA: (STP) tel. 320/4795557 (ore 18-23)

lav.vicenza@lav.it www.lav.it/sedi/vicenza

UMBRIA

CAGLIARI: (PDR) tel. 338/3924715

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BASSANO DEL GRAPPA (VI): (STIC)

PERUGIA: (PDR)

lav.cagliari@lav.it

OLTREPÒ PAVESE: (PDR)

tel. 348/0407684

tel/fax 075/690225 - 338/2256714

Sassari: (PdR) tel. 379/1574857

tel. 342/3532690

lav.bassanodelgrappa@lav.it

lav.perugia@lav.it www.lav.it/sedi/perugia

lav.sassari@lav.it

lav.oltrepopavese@lav.it

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MARCHE

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ROVIGO: (PDR) tel. 329/7934814

MACERATA: (PDR) tel. 339/4734051 -

VARESE-BUSTO ARSIZIO: (STIC)

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347/0518265 lav.macerata@lav.it

tel. 328/6456255

BELLUNO: (STP) tel 329/0439861

LAZIO

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ROMA: (STP) tel. 320/4795553

BERGAMO: (STP) tel. 388/4618300

TREVISO: (PDR) tel. 346/7465558 (ore serali)

(ore 9.30-13.30) lav.roma@lav.it

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Impronte ottobre 2019

Legenda STP: Sede Territoriale Provinciale STIC: Sede Territoriale Intercomunale STC: Sede Territoriale Comunale PDR: Punto di Riferimento


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Siamo testardi. Come i macachi che vogliamo salvare

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nche oggi stiamo lavorando per salvare i sei macachi di Torino ingabbiati all’Università di Parma per i quali stiamo lottando dalla scorsa estate. Dopo il primo pronunciamento negativo del TAR in novembre, abbiamo fatto appello al Consiglio di Stato che si pronuncerà a gennaio. Siamo testardi. Come i macachi. Se non lo fossimo, non ne avremmo salvati già una quarantina dai laboratori di Modena e Padova, che ora vivono felici e senza torture nel nostro Centro di recupero di Semproniano. Quell’autorizzazione agli esperimenti che contestiamo, e chissà le altre per i 600mila animali consumati ogni anno ancora in Italia dalla vivi-

su animali di alcool, droghe e tabacco. Non proroghi queste sofferenze come fatto da Governi precedenti. Faccia finalmente entrare in vigore il prossimo primo gennaio il divieto deciso dal Parlamento nel 2014, salvando così migliaia di animali e aiutando davvero la ricerca ad essere seria e attendibile per i malati. Chi dice il contrario, guarda caso, sono gli stessi che dicevano anni fa che non si potevano fermare i test dei cosmetici su animali... gli stessi che non sostengono concretamente i metodi sostituivi che, come leggere-

Settimane decisive per il divieto di test su animali per alcool, tabacco e droghe. Non ci arrendiamo! Per i sei macachi dell’Università di Torino e Parma abbiamo fatto appello al Consiglio di Stato. Firma la petizione #civediamoliberi www.change.org/p/roberto-speranza-salviamo-i-macachi-di-torino

sezione, di cui un terzo sottoposto a esperimenti con conseguenze gravi (dati del Ministero della Salute) è stata rilasciata infatti senza rispettare tutte le pur minime regole, previste dalla Legge in vigore. Ne siamo convinti e abbiamo portato le prove, ma purtroppo il primo grado di giudizio si è arroccato e non ha volutamente considerato il merito di quanto i nostri avvocati avevano ben preparato. La campagna #civediamoliberi che ha visto ben 400mila persone firmare il nostro appello, che ne ha visto migliaia sfilare in tante città, continua. Il nuovo Ministro della Salute Roberto Speranza, se non vorrà essere ricordato alla stregua del suo predecessore Lorenzin, metta mano anche ai test

te nelle prossime pagine, noi invece grazie ai soci LAV finanziamo in prestigiose Università pubbliche. Eppure sono il Governo olandese e l’americana Food and Drug Administration, non sezioni di “esagitati animalisti”, che hanno approvato negli scorsi mesi il traguardo della fine degli esperimenti sugli animali. Nel nostro Paese, l’opinione pubblica ha già detto, forte e chiaro, in quale direzione vuole che si vada. La politica avrà lo stesso coraggio?

Gianluca Felicetti Presidente LAV

Impronte n°9 (171) Dicembre 2019 DIREZIONE E REDAZIONE SEDE NAZIONALE LAV Onlus VIALE REGINA MARGHERITA 177 - 00198 ROMA TEL. 064461325 r.a.; FAX 064461326 Email: info@lav.it • Internet: www.lav.it DIRETTORE RESPONSABILE: Gianluca Felicetti DIRETTORE EDITORIALE: Maria Falvo HANNO COLLABORATO: Manuela Anello, Paola Castaldo Tuccillo, Gianluca Felicetti, Francesca Gramazio, Ilaria Innocenti, Michela Kuan, Barbara Paladini, Simone Pavesi, Beatrice Scutari, Claudia Squadroni, Ilaria Tordone, Ciro Troiano PROGETTO GRAFICO: Michele Leone AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993 ISCR. ROC 2263 - anno 2001 DTP-STAMPA Arti Grafiche “La Moderna” Via Enrico Fermi 13-17 Guidonia Montecelio (RM)

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CHIUSO IN TIPOGRAFIA l’8 novembre 2019 RIPRODUZIONI degli articoli sono auspicate ma consentite solamente con l’autorizzazione della Direzione Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Packaging in Mater-Bi: biodegradabile e compostabile

La LAV è:

• riconosciuta Ente Morale con Decreto Ministeriale 19.5.1998 e Onlus Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale; • riconosciuta associazione che persegue finalità di tutela degli interessi lesi da reati contro gli animali (Decreto 2/2009 EN.AS. - D.M.Salute 2.11.06 - Legge 189/04) • riconosciuta associazione di protezione ambientale con Decreto Ministeriale 15.2.2007 (legge 349/86); • firmataria dal 2017 di un Protocollo d’Intesa con l’Arma dei Carabinieri per la prevenzione e il contrasto dei reati contro gli animali • dal 1995 componente della Commissione Nazionale Allevamenti e Macelli del Ministero della Salute (legge 623/85); • dal 1999 firmataria di un Protocollo d’Intesa con il Ministero dell’Istruzione allo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado” • dal 2007 Ente abilitato al rilascio di crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) presso il Ministero della Salute • cofondatrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente • membro di Eurogroup for Animals, della European Coalition to End Animal Experiments, della Fur Free Alliance, di ENDCAPtivity

QUOTE ANNUALI DI ISCRIZIONE E RINNOVO (OGNI DODICI MESI) ALLA LAV • ORDINARIO 30 euro • GIOVANILE (fino a 18 anni) 18 euro • FAMIGLIA 45 euro • SOSTENITORE 46 euro • BENEMERITO 150 euro • STRAORDINARIO 500 euro • PER SEMPRE (chiama 06 4461325) VERSAMENTI INTESTATI A LAV • CC POSTALE 24860009 • CC BANCARIO n. 501112 Banca Popolare Etica (cordinate IBAN) IT59 F050180 3200 000015 011125 • 5x1000 a LAV C.F. 80 426 840 585

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Chiediamo al Ministro della Salute Roberto Speranza l’attuazione del divieto definitivo di questi test dolorosi e scientificamente inattendibili

Test dolorosi e assurdi

L’

di Michela Kuan

uso di animali per test che riguardano fumo, droghe e alcool rappresenta un paradosso etico e scientifico, se consideriamo che gli animali non fumano, non bevono e non si drogano. Per tale ragione chiediamo al Ministro della Salute Roberto Speranza l’attuazione del divieto definitivo di questi test dolorosi e scientificamente inattendibili. Inoltre, gli studi, già assurdi, in alcuni casi sottopongono gli animali coinvolti a livelli di dolore altissimo.

Droghe

È stato studiato nei topi l’effetto dell’uso della metilendiossimetamfetamina (Mdma), una droga utilizzata da decine di milioni di persone in tutta Europa, che costa poco e causa la degenerazione irreversibile dei neuroni produttori di serotonina e altri effetti tra cui psicosi paranoide, collasso cardiocircolatorio, emorragia cerebrale e infarto. Nonostante gli effetti sull’uomo, quindi, siano ben noti, si continuano a testarli sui topi. Recenti studi, addirittura, in seguito ai risultati di test sui topi, nei quali produrrebbero un’azione stimolante rendendo le interazioni sociali più gratificanti, vogliono utilizzare questa molecola per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico simulando il passaggio dall’adolescenza all’età adulta1: una spirale artificiosa che si distacca da ogni logica utilizzando non solo un topo come modello per l’uomo, ma addirittura volendone mimare le complesse interazioni sociali del momento della crescita. L’epidemiologia è una branca fondamentale della ricerca scientifica che consente continui passi avanti. Ne è un esempio lo studio portato avanti da scienziati olandesi e tedeschi che hanno analizzato 24 studenti fra i 19 e i 27 anni

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L’uso di animali per test che riguardano fumo, droghe e alcool rappresenta un paradosso etico e scientifico che assumevano cocaina, scoprendo che tale droga non solo determina un aumento della frequenza cardiaca e dei livelli di cortisolo, ma riduce o annulla la capacità dell’individuo di riconoscere le emozioni negative2. Gli studi sullo sviluppo che hanno come target adolescenti o bambini, però, sono numerosi: uno studio ha esposto un gruppo di ratte gravide, per più sessioni giornaliere, ad inalazione di fumi di marijuana per constatare che i ratti di due mesi di età, nati da tali femmine, facevano più fatica a imparare un nuovo comando legato a meccanismi di risposta-ricompensa, con leve da premere e zucchero. Gli stessi autori del test non giungono a nessuna conclusione, affermando solo che “potrebbero

esserci sviluppi”! Chiara, ovvia e nota la vulnerabilità neurobiologica del periodo adolescenziale in un contesto di esposizione a sostanze d’abuso come i cannabinoidi3, eppure proprio a firma italiana, questo ennesimo test su animali.

Alcool

Che dire degli studi per realizzare le pillole “anti-sbronza”?! Nanocapsule iniettate in topi sottoposti forzatamente ad assumere enormi quantità di alcool insieme a enzimi che aiutano il fegato a metabolizzare l’alcool, riducendo gli effetti tossici delle bevute. Studi che mietono vittime silenti tra gli animali, per consentirci di abusare di alcol minimizzando gli effetti del post sbronza, consentendoci di andare il giorno dopo in ufficio come niente fosse: questa sarebbe la scienza che vogliamo per l’Italia? L’etica che dovrebbe contraddistinguere la nostra specie asservita al business?4. L’alcool è un problema dilagante che colpisce, ormai, fasce di età giovanissime e questo rende ancora più immorale continuare a cercarne la cura con la ricerca sugli animali, le cui


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Sviluppo di un sistema di bioreattori per lo studio del metabolismo dell’etanolo

L

AV quest’anno collabora con il Laboratorio di analisi chimiche tossicologiche di Nutraceutici ed Alimenti (Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università degli Studi di Pavia), che ha recentemente messo a punto un nuovo modello cellulare multi-organo avanzato, in grado di riprodurre il sistema gastro-intestinale, per studiare attività benefica o tossica, assorbimento e metabolizzazione di molecole presenti in alimenti e farmaci. Il progetto nasce nell’ambito della ricerca di metodi sostitutivi all’animale, con lo scopo di testare una delle sostanze d’abu-

Il progetto nasce nell’ambito della ricerca di metodi sostitutivi all’animale

risposte, è ormai noto, falliscono praticamente sempre5. Sarebbe doveroso, invece, investire nei modelli alternativi e fare una scrupolosa informazione sui rischi dell’abuso di alcool. Italiana e recente la ricerca dell’effetto sul colesterolo, di piccole o grandi dosi di alcool assunto da topi, che arriva all’illuminante conclusione dell’importanza di considerare non solo la quantità totale, ma anche i diversi modelli di consumo, per definire l’impatto dell’al-

cool sul rischio cardiovascolare6. Sfugge la logica secondo la quale, con 2,3 miliardi di persone che consumano bevande alcoliche nel mondo, ci sia bisogno di utilizzare e uccidere topi geneticamente modificati, anziché di osservare gli effetti del consumo di alcool direttamente sull’uomo. Anche le terapie digitali sono un settore promettente come dimostra il valore di mercato destinato secondo le stime, a toccare i 10 miliardi di dollari nel mondo. La Digital Health, infatti, ha recentemente lanciato negli USA il primo “farmaco digitale” autorizzato dalla Fda: l’obbiettivo è trattare la dipendenza da sostanze (alcool e droghe), con una terapia cognitivo-comportamentale gestita e controllata a distanza in base ai bisogni dell’utente, un metodo digitale che ha promettenti risvolti anche nel campo delle neuroscienze come depressione, Parkinson, Alzheimer.

1. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30944474 2. https://www.sciencedaily.com/releases/2015/08/150830152605.htm 3.https://www.the-scientist.com/news-opinion/fetal-marijuana-exposure-stunts-rat-cognitive-performance-65036 4. https://www.nature.com/articles/d41586-018-04732-x 5. Tsukamoto T. Animal disease models for drug screening: the elephant in the room? Drug Discov Today. 2016;21:529-530 6. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6316025/

so più comuni nell’uomo: l’etanolo. Questo nuovo sistema gastro-intestinale rappresenta un avanzamento rispetto ai modelli cellulari statici tradizionali e una importante potenziale alternativa al modello animale. Infatti, nel sistema millifluidico saranno piastrate linee cellulari gastriche e intestinali (umane), creando un sistema dinamico che simula le vie di assorbimento dopo l’assunzione della sostanza lungo il tratto digestivo, ottenendo uno step successivo e più complesso, rispetto all’uso di sistemi statici. Oltre a confidare nel vostro sostegno a questo nuovo progetto (per una donazione potete utilizzare il ccp nella rivista), al Governo chiediamo di destinare il 50% dei fondi per la ricerca, a progetti che non prevedano l’uso di animali. Impronte dicembre 2019

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Trieste città della scienza: ma quando lo sarà davvero?

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di Manuela Cassotta

rieste è una delle città europee che ospita il maggior numero di ricercatori e vanta tra i più prestigiosi centri di ricerca d’Europa, non a caso sarà “Capitale europea della Scienza ESOF 2020”. Purtroppo però questi nostri prestigiosi centri di ricerca si rivelano poco aperti alle nuove esigenze scientifiche, legislative e politiche, nonostante vi sia una Legge Regionale, la n.3/2010 che si intitola proprio Norme per la diffusione di metodologie alternative alla sperimentazione animale al cui art. 1 (Finalità) prevede testualmente: «Con la presente legge la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia promuove la tutela degli animali favorendo la diffusione di metodologie innovative, da utilizzare a fini sperimentali o ad altri fini scientifici e didattici, che non facciano ricorso all’uso di animali vivi» È noto da tempo in letteratura che i modelli sperimentali utilizzati nella ricerca biomedica basati su modelli animali, troppo spesso non sono in grado di ricapitolare ciò che accade nell’organismo umano e ciò si traduce in un’alta percentuale di fallimento nella comprensione dei meccanismi di malattia e

Questi nostri prestigiosi centri di ricerca si rivelano poco aperti alle nuove esigenze scientifiche, legislative e politiche nella scoperta di nuovi farmaci. Non a caso la comunità scientifica caldeggia un urgente cambio di direzione, superando un modello diffuso all’inizio del ‘900 che ricorre a modelli animali verso una ricerca incentrata sull’utilizzo di cellule, tessuti e organi ricostruiti umani, nonché di tecnologie genetiche, scienze omiche e modelli in silico computazionali. Ma a Trieste? Non cambia nulla, come del resto possiamo apprendere dalla sofferta sto-

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ria di Manuela Cassotta che ci racconta la sconfitta di questa città nell’accogliere e aprirsi a nuove strade: “Per la sensibilità nei confronti degli esseri viventi - animali compresi - e per la mia passione per la ricerca all’avanguardia, ho deciso di intraprendere, nonostante mi avvicinassi ai 40 anni, una laurea in biotecnologie che ho voluto dedicare interamente alle metodologie all’avanguardia nell’ottica della sostituzione/ riduzione dell’utilizzo degli animali nella ricerca. Con mia grande sorpresa, già durante il corso degli studi, la mia strada è stata un percorso a ostacoli: difficoltà a comunicare con i docenti e i colleghi in quanto per la maggior parte delle persone del settore la tematica era sconosciuta, difficoltà a trovare un relatore per una tesi coerente con le mie scelte, a ottenere un tirocinio, a relazionarmi con chi mi guardava come un’aliena appena scesa da un UFO o un’animalista invasata. Finalmente dopo una lunga ricerca riuscii a trovare chi sembrava interessato a portare avanti un progetto di ricerca attinente alle mie scelte curricolari, basato sull’utilizzo di modelli in vitro e di cellule staminali da pazienti affetti da una rara sindrome dello sviluppo neurologico (sindrome di Rett). Grazie all’Associazione I-Care Italia e al suo progetto Ricercare, che promuove la ricerca senza animali, ero riuscita a ottenere un finanziamento che avrebbe coperto i costi del progetto, e mi avrebbe permesso di svolgere una tesi con utilizzo di metodi avanzati atti a ridurre/sostituire l’impiego di animali nella ricerca, presso il laboratorio di Neuroanatomia Cellulare e Molecolare dell’Università di Trieste. Avevo messo in contatto il responsabile del laboratorio e il finanziatore che fissarono un incontro, che però non avvenne mai poiché il responsabile del laboratorio lo annullò pochi giorni prima. Decisi di fare lo stesso la tesi presso quel laboratorio, anche senza il finanziamento, vista la difficoltà a reperire progetti in linea con la mia scelta. Dopo 10 mesi, arrivata a circa metà del mio lavoro, il relatore mi disse chiaramente di non


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avere più tempo di seguire il progetto in questione, perché non c’erano fondi ed era troppo impegnativo. Il suo consiglio fu quello che dovevo laurearmi il prima possibile, sfruttando l’ultima sessione di laurea disponibile per l’anno accademico. Se avessi proseguito come programmato, oltre alla frustrazione di lavorare da sola su un progetto che non avrebbe avuto alcun seguito e nessuna c o n s i d e ra z i o n e , sarei andata fuori corso, avrei perso punti sul voto di laurea e speso ulteriori 2000 euro di tasse universitarie. Mi trovai così costretta a completare la tesi al meglio, lavorando giorno e notte. La presentai e mi laureai con un 104. Un voto più che ottimo visto com’erano andate le cose, per una tesi scritta in fretta, con un titolo che corrispondeva al contenuto solo per modo di dire. Dopo essermi sentita rifiutare il finanziamento proposto, mi sono vista anche bloccare il progetto a cui la mia tesi faceva riferimento, per mancanza di fondi! Quando chiesi spiegazioni sul motivo del rifiuto

del finanziamento proposto da me in precedenza, mi fu detto che loro non accettano finanziamenti da chi apre le gabbie di Green Hill. Senza nulla togliere alla professionalità dei miei relatori, ritengo che questo comportamento sia stato profondamente scorretto e lesivo nei miei confronti e nei confronti della ricerca tutta. Il mio lavoro e il mio impegno non passarono però inosservati all’Associazione, che nel 2016, subito dopo la laurea, decise di premiarmi con una borsa di studio/ricerca della durata di 1 anno, per poter svolgere un tirocinio formativo che mi

La comunità scientifica caldeggia un urgente cambio di direzione, superando il modello di ricerca animale diffuso all’inizio del ‘900 permettesse di imparare a utilizzare tecnologie all’avanguardia, strumentazioni che l’associazione stessa avrebbe fornito ai laboratori che fossero interessati all’innovazione e mi avessero accolto. Trovai il laboratorio, presso la Fondazione Callerio a Trieste, andò quasi bene per 6 mesi, imparai a utilizzare dei sistemi di colture cellulari dinamiche innovativi (bioreattori fluidici). L’associazione propose quindi ai responsabili un finanziamento per i loro progetti sullo studio del carcinoma al colon-retto utilizzando questi sistemi

innovativi. Tutto perfetto, se non fosse che avrei dovuto portare avanti un progetto completamente da sola, compresi gli aspetti finanziari, organizzativi e gestionali. E’ evidente che avendo procurato fondi, strumentazione, e prestando il mio lavoro gratuitamente, mi sarei aspettata un minimo di collaborazione ed almeno un contratto di lavoro. L’Associazione nel frattempo aveva dirottato i fondi verso altre Università italiane e gruppi di ricerca che si erano fatti avanti. L’Associazione mi concesse tuttavia la strumentazione innovativa per le colture cellulari dinamiche (bioreattori) e la copertura economica per un anno di tirocinio/lavoro, a patto che avessi trovato un laboratorio e dei ricercatori che lavorano (o intendono lavorare) su metodologie innovative/alternative ai fini della sostituzione/riduzione dell’utilizzo di animali. Sono passati 2 anni e da allora ho ricevuto solo una collezione di rifiuti o sono stata ignorata. L’unica risposta “positiva” l’ho avuta da un laboratorio dell’ICGEB che pur conoscendo le condizioni richieste da me e dall’associazione finanziatrice, mi propose di lavorare su modelli animali.” Possibile che a Trieste non esista un solo laboratorio e delle persone seriamente interessate a perseguire quello che è uno degli obiettivi primari della ricerca e della tossicologia del XXI secolo? È così difficile trovare un tirocinio o una collaborazione in linea con il percorso di studi di Manuela? Impronte dicembre 2019

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Test su animali? Risponde il direttore di Cardiologia ieo

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iceviamo e pubblichiamo questa nota del Dr Carlo Cipolla, Direttore Divisione Cardiologia Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), in risposta a un recente articolo (14 ottobre 2019) del quotidiano Il Giornale, a firma della giornalista Maria Sorbi, dal tiolo “Bufale e animalisti: la ricerca è sotto assedio”, ispirato dalla protesta LAV per ottenere la revoca dell’autorizzazione al progetto Light up che coinvolge un gruppo di macachi e l’Università di Torino e Parma, pubblicato senza che sia stata finora offerta alla LAV la possibilità di un contraddittorio, per il quale rinnoviamo la nostra disponibilità.

Spettabile Il Giornale, in relazione al vostro recente articolo a firma di Maria Sorbi (“Bufale e animalisti: la ricerca è sotto assedio”, 14 ottobre 2019, pagg 18-19) evocato dalle iniziative di LAV contro l’ormai famoso protocollo di ricerca (Università Parma e Torino) utilizzante i macachi (cui sarebbe indotta, viene detto, parziale cecità), devo, purtroppo, notare una visione ed esposizione del problema esclusivamente monolaterale. Fermo restando che nel 20% dei casi l’utilizzo dell’animale in ricerca sperimentale rimane indispensabile (dato def Prof. Garattini, che, peraltro, non ho ritrovato in letteratura scientifica) non su questo vorrei discutere e dissentire. Desidero, peraltro, sulla base di 40 anni di esperienza come medico e ricercatore (15 anni al Centro Cardiologico Monzino e da 25 anni all’Istituto Europeo di Oncologia, entrambi IRCCS, cioè Istituti di Ricerca riconosciuti dal Ministero) segnalare tre evidenze: a) nei protocolli scientifici uti-

lizzanti animali non vengono quasi mai riportati con chiarezza come essi vengono “manutenuti”, come vengono gestiti sofferenze e dolore, come vengono sacrificati (uccisi a fine studio); b) nei Comitati Etici sono per legge presenti un prete, un farmacista ed un’infermiera (figure dalle quali in sede di approvazione dei protocolli proposti non ho mai tratto, in decenni, alcuna utilità) ma non un veterinario (a mio giudizio indispensabile nella valutazione degli studi su animali); c) appare evidente nel vostro articolo che la lobby sanitaria (Università, Ospedali, Ricercatori, Industria Farmaceutica) si schiera ovviamente a difesa dei propri interessi (economici, di carriera, di potere), senza alcun contraddittorio. Nella mia carriera ho incontrato ricercatori sull’animale di

“Essere a favore dei metodi di ricerca senza uso di animali non significa affatto essere contro la scienza, bensì a suo favore! Essere prevenuti verso i test sostitutivi può essere penalizzante tanto per l’avanzamento scientifico quanto per i ricercatori italiani in termini di competitività internazionale” 8

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apparente freddezza e cinismo con i quali il rapporto collaborativo interdisciplinare mi faceva intravedere un livello di sensibilità discutibile (esperienze personali: studi delle aritmie gravi e della morte improvvisa su cani e studi sui trapianti nel maiale). Anche per questo sono stato sempre grato al Professor Veronesi: ho potuto fare ricerca per 25 anni al suo fianco, ma allo IEO, su sua precisa indicazione, non c’è mai entrato uno stabulario o un animale da esperimento. Essere a favore dei metodi di ricerca senza uso di animali non significa affatto essere contro la scienza, bensì a suo favore! Essere prevenuti verso i test sostitutivi può essere penalizzante tanto per l’avanzamento scientifico quanto per i ricercatori italiani in termini di “competitività” internazionale. Un segnale importante, che dovrebbe farci riflettere, è giunto dall’Epa (United States Environmental Protection Agency, Agenzia USA) che ha annunciato di voler ridurre entro il 2025 i finanziamenti alla ricerca sugli animali al 30%, per poi abolirli del tutto entro il 2035, con vantaggi in termini di efficacia e di costi. Speriamo che l’Italia con i suoi ricercatori sappia cogliere questa “opportunità”. Dr Carlo Cipolla, Direttore Divisione Cardiologia, Istituto Europeo di Oncologia. Past President International Cardioncology Society


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TRE DOMANDE AL DOTT. STEFANO CAGNO*

Metodi sostitutivi da sostenere e finanziare

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hiedere una scienza diversa che non sia basata sui modelli animali, quali conseguenze ha? Chi ne potrebbe beneficiare? La conseguenza principale è quella di poter sfruttare al meglio le grandissime potenzialità che oggi la tecnologia ci offre. Se però si vuole veramente, e non solo a parole, seguire questa nuova strada, bisogna essere disposti a investire economicamente nell’implementazione dei metodi sostitutivi la sperimentazione animale. Ciò vuole dire concretamente che lo Stato italiano deve aumentare molto di più del misero mezzo milione di euro destinato ogni anno allo sviluppo dei metodi sostitutivi. Metodi di ricerca più efficaci significa maggiori conoscenze scientifiche e sviluppo di terapie più efficaci e sicure, quindi i primi beneficiari sarebbero i pazienti. Quali sono i limiti della sperimentazione animale e quali le prospettive dei metodi sostitutivi? La sperimentazione animale ha molti limiti, ma il principale è quello che non si possono estrapolare i dati che si ottengono automaticamente alla nostra specie e la dimostrazione è la necessità, resa obbligatoria per legge, di sperimentare in seguito anche sugli esseri umani che di-

“I metodi sostitutivi sono già una realtà, peccato che la legge non li rende obbligatori nemmeno quando sono stati validati, ossia dimostrati affidabili dagli organismi di controllo” ventano, in questo modo, le vere cavie su cui possiamo ottenere risultati affidabili. I metodi sostitutivi sono già una realtà, peccato che la legge non li rende obbligatori nemmeno quando sono stati validati, ossia dimostrati affidabili dagli organismi di controllo. In altre parole, chi ha sempre sperimentato sugli animali potrà continuare a farlo e otterrà fondi a volontà e chi vorrà studiare i metodi sostitutivi continuerà a doversi accontentare delle briciole. È ipocrita dire, peraltro mentendo, che non esistono metodi sostitutivi se nemmeno siamo disposti a finanziare il loro sviluppo. Quale la posizione, vista anche la sua specializzazione, verso questo esperimento autorizzato all’università di Torino che riguardano investigazioni al cervello su un gruppo di macachi? Gli esperimenti di Torino riguardano il cervello nel campo dell’oculistica, tutta-

via hanno un punto rilevante in comune con il mio campo, la psichiatria. Gli animali non comunicano attraverso la parola e quindi cosa percepiscono realmente è per molti versi un mistero. Come possiamo sapere se un animale è allucinato se non lo può comunicare con la parola? Come possiamo sapere quanto un animale vede o quanta distorsione ha nella sua capacità visiva o quanto si crea una percezione fantastica se non comunica attraverso il nostro linguaggio? *Il dott. Stefano Cagno è Dirigente Medico Ospedaliero, disciplina Psichiatria. Da anni è membro del Comitato Scientifico Antivivisezionista e della Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione. Ha partecipato a molti congressi e dibattiti anche a livello universitario sull’argomento. È autore dei libri “Gli animali e la ricerca” (Franco Muzzio Editore) e “Quando l’uomo si crede Dio” (Alberto Perdisa Editore). Impronte dicembre 2019

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A NATALE, I SOLITI REGALI A Natale, puntualmente, ciascuno di noi si trova a scartare pacchetti che contengono un profumo, una vestaglia, un foulard o una cravatta: ogni anno sempre gli stessi, soliti, regali… Noi ti offriamo la possibilità di regalare, finalmente, qualcosa di davvero speciale e unico, non solo originale, ma anche indimenticabile come un’adozione a distanza!

Il solito profumo

Il solito foulard

Asia è stata salvata con altri 22 animali da un circo che li teneva in condizioni inaccettabili. Le gabbie erano loculi in cui spesso erano anche legati a catena. Oggi vive in un grande Centro di Recupero a Semproniano in compagnia di Assan, un altro dromedario tratto in salvo. La loro area è molto ampia e possono correre quanto vogliono. Ha a disposizione fieno, erba, frutta, verdure e vasche d’acqua con le quali ama giocare. Finalmente i giorni dei maltrattamenti sono lontani, oggi è il tempo delle carezze di chi si prende cura di lei tutti i giorni. Nei suoi 12 anni di vita, Asia ha avuto pochissimi amici che le hanno voluto bene. Vuoi essere tu il prossimo?

Lucignolo è stato salvato da un canile dove era segregato e maltrattato insieme a centinaia di altri gatti e cani. Dopo anni di prigionia è finalmente iniziata la sua nuova vita: l’abbiamo trasferito in una splendida oasi felina, piena di giochi, spazi all’aperto, nascondigli, cibo e attenzioni. Adesso, del gatto timoroso che non si faceva avvicinare da nessuno non è rimasto niente, gli piace acciambellarsi nella sua cesta, essere coccolato e scherzare con Calimero, il suo storico compagno di giochi felini.

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Adotta Lucignolo e fagli scoprire cosa significa avere una vera famiglia che si occupa di te.


E tu cosa scegli: il solito regalo Rendi straordinari i tuoi regali con un’adozione a distanza. Scopri di più, vai su www.lav.it/insolitiregali

La solita vestagliona

La solita cravatta

Madiba oggi è un altro animale rispetto a quello che era rinchiuso e maltrattato in un circo nel 2012. L’abbiamo portato nel nostro centro di recupero per animali di Semproniano e all’arrivo era debilitato, depresso e con gravi problemi renali. Per lo stress aveva perso la criniera e non aveva più la coda, forse a causa di una ferita. L’abbiamo curato e rimesso a nuovo e oggi vive libero e fiero in oltre 3500 mq a sua disposizione. Il suo passatempo preferito? Sonnecchiare al sole in compagnia di Elsa, la sua cara amica leonessa.

Elfy è giovanissimo, ma ha già conosciuto tante difficoltà e indifferenza. Ha vissuto i primi mesi di vita nel sovraffollato canile comunale di Palermo, prima di essere portato in una nostra struttura di fiducia. All’inizio era spaventato, non si avvicinava alle persone e non si faceva toccare da nessuno. Poi, attraverso un percorso di riabilitazione, giorno dopo giorno si è aperto sempre di più. L’abbiamo chiamato così perché somiglia davvero a un elfo. Questa volta però è lui ad avere bisogno di un regalo.

Adotta Madiba per fargli capire che il tempo delle crudeltà è finito. Ora può di nuovo essere felice.

Adotta Elfy, con quel musino e quelle orecchie a punta sarà un perfetto compagno a Natale e… per sempre! Impronte dicembre 2019

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Ogni 55 minuti in Italia, nel 2018, è stato aperto un fascicolo penale per reati a danno di animali, 26 fascicoli al giorno, con circa 16 indagati (al giorno), uno ogni 90 minuti

I crimini contro gli animali nell’analisi annuale del Rapporto Zoomafia

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di Ciro Troiano

crimini a danno di animali sotto la lente d’ingrandimento dell’Osservatorio Zoomafia LAV, con la 20° edizione del Rapporto Zoomafia 2019: ogni 55 minuti in Italia, nel 2018, è stato aperto un fascicolo penale per reati a danno di animali, 26 fascicoli al giorno, con circa 16 indagati (al giorno), uno ogni 90 minuti. Si registra a livello nazionale un tasso di 16,07 procedimenti e di 9,64 indagati ogni 100.000 abitanti. I dati analizzati sono stati forniti dalle Procure Ordinarie e per i Minorenni. Dall’analisi si evince che il reato più contestato resta quello di maltrattamento di animali, art. 544ter c.p., pari al 32,85% del totale dei procedimenti registrati e pari al 36,77% del totale del numero degli indagati. Seguono: uccisione di animali, art. 544bis c.p., pari al 31,61% dei procedimenti e 617 indagati, pari al 12,4% degli indagati; abbandono e deten-

zione di animali in condizioni incompatibili, art. 727 c.p., pari al 15,51% dei procedimenti, e al 20,94% degli indagati; reati venatori, art. 30 L. 157/92, pari al 14,8% dei procedimenti e al 23,69% degli indagati; uccisione di animali altrui, art. 638 c.p., pari al 4,16% dei procedimenti e al 2,31% degli indagati; traffico di cuccioli, art. 4 L. 201/10, pari allo 0,69% del totale dei procedimenti e all’2,05% degli indagati; spettacoli e manifestazioni vietati, art. 544quater c.p., pari allo

I crimini a danno di animali sotto la lente d’ingrandimento dell’Osservatorio Zoomafia LAV, con la 20° edizione del Rapporto Zoomafia 2019 12 Impronte dicembre 2019

0,22% dei procedimenti e allo 1,31% degli indagati. Infine, organizzazione di combattimenti tra animali e competizioni non autorizzate, art. 544quinquies c.p., pari allo 0,17% di tutti i procedimenti e all’0,54% del totale degli indagati. Per le Procure per i Minorenni, invece, è stata registrata una brusca impennata delle denunce censite nel 2018: +121% dei procedimenti con un aumento del +54% degli indagati. Riteniamo che questo dato indichi più un aumento dell’attenzione investigativa per le azioni violente commesse dai minorenni a danno di animali, piuttosto che un aumento dei casi. Non si tratta quindi di un aumento dei maltrattamenti contro gli animali commessi dai minorenni, ma solo dei casi che sono stati segnalati alle Procure. Purtroppo, altri indici suggeriscono che i casi reali siano molti di più e che solo una piccola parte di essi vengono denunciati. A Palermo è stato registrato anche un procedimento con un indagato per violazione all’art. 544 quater c.p. relativo a spettacoli e manifestazioni con uso di animali vietati: molto probabilmente è un caso di corse clandestine di cavalli. Napoli, invece, ha il maggior numero di indagati minorenni: 9 per tre procedimenti.


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“Il ciclo della criminalità ambientale” Progetto LAV e Ministero dell’Ambiente

di Ciro Troiano

Il ciclo della criminalità ambientale: territorio, uomini e animali” è il progetto che abbiamo portato avanti in cinque istituti superiori della provincia di Napoli, con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Il progetto era finalizzato a educare gli studenti al riconoscimento dei reati ambientali e dei reati contro gli animali, commessi sia da singoli individui che da organizzazioni malavitose. Le scuole coinvolte sono l’I.T.I. Ettore Majorana di Somma Vesuviana, l’I.S.I.S. Lorenzo De’ Medici di Ottaviano, l’I.S. Terzigno - Striano, l’I.S. Francesco Degni e l’I.S.S.S. Eugenio Pantaleo di Torre del Greco. Oltre a incontri in aula con esperti LAV e professionisti del settore, vi sono state anche escursioni guidate al Parco del Vesuvio. Abbiamo realizzato, inoltre, dei quaderni didattici sul tema della criminalità ambientale, che sono stati inviati alle scuole e distribuiti agli studenti. La mafia è un sistema antiecologista. Fin dalla sua nascita ha avuto la pretesa di trasformare il territorio, di “governarlo” secondo regole malsane,

“Il ciclo della criminalità ambientale: territorio, uomini e animali” è il progetto che abbiamo portato avanti in cinque istituti superiori della provincia di Napoli, con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione di controllare e gestire ogni suo singolo mutamento. Quasi tutti i business malavitosi hanno un forte impatto ambientale, manifestando un evidente spregio per la natura, gli uomini, gli animali non umani e il loro ambiente, tanto che la lotta antimafia, ormai, non può prescindere da quella ambientalista. Così la lotta alla mafia si trasforma in lotta per la bellezza; la lotta per la legalità diviene una battaglia per l’estetica, per l’affermazione del bello contro l’antiestetica sociale. Del resto, controllare un territorio come fanno le mafie, trasformarlo secondo le proprie pretese, significa esercitare il dominio su persone, animali non umani e cose che vi appartengono: vuol dire soggiogarli, sottometterli, opprimerli nella propria “casa”. Impronte dicembre 2019

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DIAMOCI UNA ZAMPA

Adotta un cane lav: sarà un’esperienza unica

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di Manuela Anello

l problema del randagismo affligge molte regioni d’Italia. In particolare, nel Sud, le amministrazioni locali non sono in grado di affrontare in modo strutturale e organizzato il problema dei cani e dei gatti abbandonati A ciò si aggiunge una scarsa consapevolezza, da parte di molte persone, dell’importanza della microchippatura e della sterilizzazione. Tutto ciò fa sì che le strutture di accoglienza come canili e rifugi siano spesso al collasso. Per far fronte a questa emergenza, nel periodo compreso tra giugno e novembre 2018, LAV ha preso in carico 44 cani che erano ospitati nel canile comunale di Palermo.

Giovane cane femmina simil molossa, Terry ama molto stare con le persone, ma come spesso accade per cani di questa tipologia, tende a eccitarsi eccessivamente e ha difficoltà a concentrarsi. Ha però un’energia e una simpatia travolgenti. Puoi essere tu la persona sicura che, con esperienza, la può guidare nella scoperta del mondo fuori da una gabbia. Puoi essere tu la persona che, finalmente, le consentirà di far parte di una famiglia che la sappia gestire e amare come merita.

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Molti di loro hanno già trovato una casa, ma ancora tanti aspettano di lasciare per sempre la gabbia e trovare finalmente la serenità che meritano Sono cani adulti, di taglia medio/ grande e dal passato il più delle volte a noi ignoto. Grazie al lavoro del personale specializzato LAV, siamo riusciti a conoscere i cani, a scoprire le loro fragilità e a valorizzare le loro peculiarità. La maggior parte di loro sono docili, socievoli e sono pronti per una famiglia che li accolga e li ami per sempre. Con l’apporto del nostro educatore cinofilo e della nostra adottatrice possiamo individuare le caratteristiche del cane più adatto

alle esigenze degli adottanti, per poter creare il connubio perfetto: il cane giusto per la persona giusta! Molti di loro hanno già trovato una casa, ma ancora tanti aspettano di lasciare per sempre la gabbia e trovare finalmente la serenità che meritano: scriveteci a adozioni@lav.it per venire a conoscere i nostri cani. Vi innamorerete di loro, del loro sguardo, e magari tornerete a casa anche voi con un amico speciale come è accaduto a Simona e al bellissimo Vasco (pagina 16).


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Per saperne di più e accogliere uno di questi meravigliosi cani, scrivici a adozioni@lav.it

Docile, giovane e aperto, Baldo si relaziona in modo corretto con le persone, proponendo spesso inviti al gioco, senza mai diventare invadente. Ha bisogno di persone dinamiche, anche alla prima esperienza, che sappiano guidarlo nella scoperta della quotidianità e che gli garantiscano una vita ricca e piena di stimoli. Adatto anche a famiglie con bambini purché rispettosi.

Docile ed equilibrato, Zago cerca continuamente l’interazione con cani e persone. Propone spesso inviti al gioco, gradisce il maneggiamento su tutto il corpo. Può andare leggermente in ansia nelle situazioni nuove e che non conosce. Ha bisogno di persone dinamiche che sappiano dedicargli tempo e riescano a gestire i suoi eventuali momenti di ansia. È fondamentale che le persone, anche senza esperienza, prestino attenzione ai consigli e alle indicazioni che vengono fornite.

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Aggiungi un posto… in famiglia Vasco: una storia di riscatto, di conoscenza e di empatia

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di Simona Pigliucci

i pensavamo da un po’, in effetti, ad adottare un altro cane… tre gatti e due cani sarebbe stato un buon equilibrio, certo non facile, pensavamo. E mentre pensavo è accaduto un fatto: ho conosciuto Vasco. E conoscerlo ha fatto sì che quello che era solo un pensiero, un desiderio, diventasse una meravigliosa realtà. Come dicevo, ho già tre gatti, di cui uno molto anziano, uno di 3 anni e l’altro di alcuni mesi. Inoltre anche un cagnolino trovato 10 anni fa. Vivo a Roma con il mio compagno, in un appartamento di medie dimensioni all’interno di un condominio, e entrambi abbiamo un lavoro che tutti i giorni ci porta fuori casa otto e più ore, quindi ogni giorno dobbiamo conciliare i vari impegni con le esigenze della nostra famiglia a due e a quattro zampe. Grazie alla LAV ho avuto modo di conoscere la difficile realtà dei cani provenienti dal canile di Palermo e tra loro, appunto, Vasco. Vasco ha circa 2 anni, è quello che molti definirebbero un cagnolone, perché è di taglia medio-

grande. Ha un bellissimo manto tigrato e sembra un incrocio tra un molosso e un labrador. Beh, all’inizio non è stato proprio facile, la vita in canile è molto diversa dalla vita in famiglia, e per quanto gli educatori facciano un ottimo lavoro, molte abitudini vanno acquisite. In primis la conoscenza degli altri animali in famiglia, avvenuta gradualmente e all’inizio con un pò di titubanza, ma poi hanno saputo come sempre stupirci con una grande capacità di adattamento e, a poco a poco, un nuovo equilibrio è stato ricreato! Dove fare i bisogni, gli orari delle pappe, le uscite e i rientri de-

Noi siamo stati solidali e accoglienti con Vasco e lui ci ha subito accolti con empatia, come se non desiderasse altro che sicurezza e affetto 16 Impronte dicembre 2019

gli amici umani, sono altre consuetudini che occorre conoscere imparando a fidarsi del nuovo nucleo familiare. Ci è voluta un po’ di pazienza ma alla fine nel giro di qualche giorno il nostro impegno è stato premiato! Vasco è ancora molto giovane e socievole, vuole correre e giocare, ma si è adattato perfettamente ai nostri ritmi e orari, perché per lui l’importante è essere in una famiglia, avere una casa vera, e ci vuole bene anche se la sera a volte torniamo molto stanchi e la passeggiatina è breve! In compenso nel fine settimana si va al mare insieme oppure si corre al parco! Questa è la vita reale di una famiglia normale, Vasco è stato per me, e per la mia famiglia, la prova ulteriore che è solo uno il prerequisito fondamentale per accogliere nella propria vita, e nella propria casa, uno dei tantissimi animali sfortunati, abbandonati e soli che vivono in canile: portare il proprio cuore lì, in canile, a conoscerli. Vi assicuro che la socievolezza e la dolcezza di Vasco non era immediatamente percepibile dalla sua foto di cane “possente”, invece la sua conoscenza “diretta” ci ha conquistato, così come la gioia che ogni giorno ci trasmette, in mille modi, per averlo accolto in famiglia! Noi siamo stati solidali e accoglienti con Vasco e lui ci ha subito accolti con empatia, come se non desiderasse altro che sicurezza e affetto.


SCELTI PER VOI

Possiamo salvare il mondo prima di cena. Perché il clima siamo noi J. Safran Foer Guanda editore - 2019 Possiamo salvare il mondo prima di cena? Dobbiamo farlo. Il nuovo libro di Jonathan Safran Foer, a distanza di 9 anni da “Se niente importa”, ci appare come la naturale prosecuzione di un percorso, in cui l’autore sviluppa il suo pensiero “animalista” allargandolo fino a ricomprendere l’intero Pianeta. Da quel manifesto sul dolore degli animali, sulle ragioni etiche del non mangiar carne, si passa a un saggio sulle motivazioni ambientali di una scelta il più veg possibile. L’intento è dimostrare come “non possiamo salvare il pianeta se non riduciamo in modo significativo il nostro consumo di prodotti di origine animale”. Fedele al suo stile concreto, ricco di dati, aneddoti e confidenze, Foer guida il lettore lungo un ragionamento avvincente. L’autore spiega come il frequente distacco emotivo da ciò che sta succedendo al Pianeta, che accade in zone lontane da quelle dove abitiamo, releghi il problema in un universo “distante”, che sembra non toccarci davvero. Proprio come avviene per gli animali negli allevamenti, che non vediamo soffrire. E come è successo mille volte nella storia umana: il solito “occhio non vede, cuore non duole” e la credenza che la crisi ambientale sia provocata da grandi forze esterne, motivo per cui non possa essere risolta solo dall’interno, rafforzano un diffuso menefreghismo fatalista. Ma così non sopravvivremo: ognuno deve agire subito, perché “i cambiamenti climatici non sono un puzzle sul tavolino del salotto cui dedicarci quando siamo liberi e ci sentiamo ispirati. È una casa in fiamme”. Fortissimo appello alla responsabilità individuale, ben argomentato e chiaro, “Possiamo salvare il mondo prima di cena” è quasi un manuale, per lasciare un pianeta vivibile ai nostri figli. Paola Segurini

La rivoluzione nel piatto Sabrina Giannini Sperling &Kupfer - 2019 Siamo figli di un’alimentazione industrializzata che ha favorito l’accesso al cibo con una varietà di offerta di prodotti, garantendo vasti guadagni agli operatori del settore, e ormai questo sistema condiziona le nostre scelte in termini di qualità, genuinità, salubrità ed etica alimentare. Siamo certi di sapere quali alimenti portia-

mo in tavola? Siamo consapevoli delle sofferenze imposte agli animali allevati e mandati al macello? Quali inganni si nascondono dietro a produzioni che sfoggiano patenti di sostenibilità e benessere per gli animali che finiranno sulle tavole di milioni di consumatori? Sappiamo interpretare le etichette degli alimenti? Conosciamo la verità su additivi e coloranti presenti in molti prodotti che ingeriamo? La rivoluzione nel piatto, edito da Sperling &Kupfer, scritto da Sabrina Giannini, giornalista tra le più brillanti e indipendenti del panorama televisivo e con la quale LAV collabora da tempo, ci offre gli strumenti per avviare la nostra rivoluzione nel piatto. Perché una buona alimentazione è la prima forma di prevenzione per la nostra salute e, non ultimo, può aiutare anche gli animali e l’ambiente. L’autrice ha firmato inchieste importanti per molti anni a “Report”, fin dagli esordi della trasmissione nel 1997, e di recente sempre sulla Rai a “Indovina chi viene a cena”, riesce a portare in prima serata il vero approfondimento in tema di alimentazione e consumi, con inchieste complesse e informazioni davvero preziose. Si tratta di conoscenze che andrebbero favorite fin da giovanissimi, perché la conoscenza del cibo, dei processi produttivi, dell’impatto su ambiente, animali, salute, è cultura. Un libro da leggere o da regalare, che sicuramente vi rivelerà aspetti utili nelle scelte alimentari quotidiane. Maria Falvo

Qualcuno lo chiama benessere Marc Bekoff – Jessica Pierce Ed. Sonda – 2019 Sono sempre di più gli spot televisivi, le etichette alimentari, le pagine pubblicitarie, gli interventi di esperti di settore – dai nutrizionisti ai gourmet, dai veterinari ai giornalisti specializzati - che parlano di “benessere animale”, espressione che negli ultimi tempi ha visto crescere in modo esponenziale la sua presenza sui media e nei dibattiti. Al pari di altri termini come “green”, antesignano di analoghe strategie commerciali, anche “benessere animale” viene oggi usato, e abusato, per produrre un effetto rassicurante sul pubblico, sostenere le vendite di prodotti sulla cui eticità e salubrità iniziano a calare delle ombre, alimentare fiducia nei consumatori e la convinzione che, tutto

sommato, gli animali di cui essi si nutrono “non vivano poi così male” negli allevamenti. Qualcuno lo chiama benessere, ma cosa significa davvero? A questa domanda rispondono in modo acuto e lungimirante gli autori, un etologo e una bioeticista, smascherando gli equivoci che si nascondono dietro una semplice coppia di parole, che ammicca al lettore, rimandando a una felicità animale del tutto menzognera e impossibile da realizzare nell’attuale sistema produttivo, basato sul consumo di carne, uova, latte e derivati. Un volume divulgativo e di agevole lettura che va oltre la “semplice”, seppur solidamente argomentata, riflessione sulla questione animale, e si propone come manifesto per passare all’azione, a partire da una lettura lucida e pragmatica del presente, in cui già è possibile intravedere segnali di cambiamento praticabile e di libertà possibile, per tutti gli animali. Claudia Squadroni

Mangia Con Me - Programma Alimentare a Base Vegetale di 28 giorni Ilaria Cravero Ninja Marketing Academy È stato pubblicato di recente Mangia Con Me - Programma Alimentare a Base Vegetale di 28 giorni, a cura di Ilaria Cravero. Foodblogger e creativa con il suo Cookare, l’autrice ha deciso di creare uno strumento facile, intrigante e utile per chi vuole cambiare alimentazione, non ha grosse competenze culinarie e cerca una cucina varia e bilanciata. Il libro struttura un percorso di 28 giorni attraverso 3 pasti giornalieri, con l’idea di base di avere ingredienti di facile reperibilità e di incentrare il tutto su frutta e verdura anche crude, nella giusta proporzione, legumi, cereali e frutta secca, senza ricorrere spesso alla soia. Lo scopo è quello di creare nuove e sane abitudini a tavola. Senza sacrificare il gusto! La consulenza della Dottoressa Roberta Bartocci, biologa nutrizionista esperta di alimentazione vegetale, rende Mangia con me una sorta di manuale delle scelte equilibrate, con conteggi dei nutrienti di semplice comprensione e di immediata fruibilità. Non manca il daily tracker, la scheda giornaliera per segnare i propri progressi in termini di idratazione, attività fisica, ore di sonno e numero di risate. Sì, risate, perché Ilaria Cravero ha un approccio gioioso, come deve essere, al tragitto di cambiamento verso una vita empatica e piena di sapore. Stampato da Ninja Marketing Academy, si ordina via Amazon. Paola Segurini Impronte dicembre 2019

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FOTO: F.CAGLIATA

Vittoria!

Richiami vivi: Tar Lombardia conferma sospensione dei roccoli

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di Massimo Vitturi

inchiudere un animale in gabbia è un atto di violenza inaudita, quasi peggiore dell’uccisione stessa. Ma se si tratta di un uccello usato come richiamo per la caccia, perché con il suo canto attiri i suoi consimili a portata dei fucili, la gabbia è solo una delle violenze subite. Per essere trasformato in un richiamo, infatti, l’uccello viene catturato in natura con le reti, e rinchiuso in una gabbia che gli permette a malapena l’apertura delle ali. Da quel momento si avvia il processo di alterazione dei suoi cicli biologici. Dato che la caccia si svolge in inverno è necessario che i richiami cantino in quella stagione, e non in primavera come vorrebbe la loro

Abbiamo vinto una battaglia ma continueremo a vigilare natura. Per ottenere questo risultato gli uccelli appena catturati vengono sottoposti alla “chiusa”, un procedimento che nel giro di un anno stravolge i loro cicli facendogli credere che l’inverno sia primavera e viceversa. Questo accadeva fino al 2015 quando, con ben 36 anni di ritardo, il nostro Paese si è adeguato alla normativa europea che vieta l’uso delle reti per la cattura degli uccelli. Una decisione non gradita alla Regione Lombardia, che nel 2018 ha tentato di emanare una legge regionale per la riapertura dei roccoli (impianti di cattura con le reti). Tentativo naufra-

La Chiusa

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a chiusa consiste nel rinchiudere gli uccelli da richiamo in una cantina, al freddo e con poca luce, nel periodo primavera-estate, per fargli credere di trovarsi nella stagione opposta. A settembre, all’apertura della caccia, gli uccelli vengono fatti uscire dalla cantina. La luce e il calore del sole fanno credere agli uccelli di trovarsi in primavera, la stagione della riproduzione, per cui canteranno per attrarre le femmine, le quali troveranno però ad attenderle il piombo dei fucili dei cacciatori.

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gato anche per la forte opposizione che mettemmo in campo con le altre associazioni, con cui minacciammo di far ricadere le conseguenze economiche della scelta illegittima su ogni singolo consigliere regionale. Quest’anno la Regione Lombardia ci ha riprovato: con una delibera di Giunta, fortemente voluta dal suo Assessore alla caccia, nonché cacciatore, Fabio Rolfi, il 31 luglio 2019 è stata approvata la cattura, tra il 1° ottobre e il 15 dicembre, di ben 12.700 uccelli fra cesene, tordi sassello, bottaccio e merli, da distribuire ai cacciatori per usarli come uccelli da richiamo. Insieme alle altre associazioni abbiamo impugnato la delibera davanti il TAR di Milano che, prima il 21 settembre poi l’11 ottobre, ha stabilito che quest’anno non potrà essere catturato un solo uccello. Una vittoria netta contro l’arroganza di alcuni amministratori pubblici fortemente legati al mondo venatorio, che volevano evidentemente utilizzare gli uccelli come una sorta di cambiale elettorale per garantirsi il sostegno della lobby dei cacciatori. Abbiamo vinto una battaglia ma continueremo a vigilare per scongiurare ogni tentativo di consentire la cattura anche di un solo uccello.


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PROGETTO “GRANDI CARNIVORI”

Come accogliere lupi e orsi e gestire la convivenza sul territorio Coinvolti gli studenti di tre istituti del bellunese, grazie alla sinergia tra lav e Ministero dell’Ambiente, con il supporto del Ministero dell’Istruzione

di Massimo Vitturi

Grandi carnivori in Italia tra conservazione e interazioni con l’uomo: didattica per una tutela delle specie e degli individui e una prevenzione incruenta delle interferenze” è il progetto che abbiamo ha portato in tre istituti superiori della provincia di Belluno, con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione. Il progetto ha lo scopo di educare gli studenti all’accoglienza di questi animali sul territorio, prevenendo atteggiamenti negativi in relazione alla loro ricomparsa nell’arco alpino. Una iniziativa particolarmente importante, perché rivolta a formare la generazione dei futuri adulti attraverso una solida etica della convivenza, della conoscenza e del rispetto. Le scuole coinvolte sono il Liceo Dal Piaz di Feltre, l’ITC Calvi di Belluno e l’IIS di Feltre, dove si sono svolti incontri in aula magna, con esperti LAV e un biologo, seguiti poi da un’escursione guidata alla Riserva del Vincheto di Celarda. LAV ha realizzato, inoltre, dei quaderni didattici che sono stati distribuiti tra gli studenti, per approfondire il tema. Gli interventi condotti nelle scuole coinvolte, hanno dimostrato quanto bisogno ci sia di fare corretta informazione. Purtroppo anche gli studenti hanno dimostrato di essere vittime di informazioni sui grandi carnivori spesso distorte a vantaggio del sensazionalismo e degli interessi politici di alcuni rappresentanti di partito: questo progetto ha consentito di fare chiarezza su un tema che ha destato grande interesse tra gli studenti che vi hanno partecipato.

Il progetto sulla convivenza con lupi e orsi ha lo scopo di educare gli studenti all’accoglienza di questi animali sul territorio, prevenendo atteggiamenti negativi Le curiosità emerse tra i giovani partecipanti, hanno riguardato soprattutto la potenziale pericolosità e il corretto comportamento da tenere nel caso in cui si dovesse incontrare un orso o un

lupo. A questi interrogativi ha risposto con rigore scientifico il biologo dott. Renato Semenzato, che vanta un’esperienza ultradecennale sul rapporto tra uomo e grandi carnivori, tranquillizzando gli studenti. Sono più di 150 anni, infatti, che non c’è notizia di uno scontro fra uomini e lupi, mentre gli orsi cercano sempre di mantenere la massima distanza dagli umani, come evidenziato da una ricerca svolta in Svezia, dove gli scienziati hanno dimostrato che gli orsi appena percepiscono la presenza di una persona, anche a chilometri di distanza, si allontanano in direzione diametralmente opposta. La prevenzione dei conflitti con i grandi carnivori come lupi e orsi è diventata fondamentale, a seguito di un clima di intolleranza verso questi animali che non di rado ha portato a gesti estremi da parte dei singoli e delle istituzioni. E questa iniziativa, per la quale siamo lieti dell’opportunità dataci dai Ministeri dell’Ambiente e dell’Istruzione, vuole andare nella direzione di una educazione al rispetto di lupi e orsi che stanno ripopolando l’arco alpino. Un ringraziamento particolare va ai Carabinieri Forestali del Nucleo tutela biodiversità di Celarda (BL) e al personale del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Impronte dicembre 2019

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ANGOLO ESPERTO

Quali sono i 3 step per fare un lascito per gli animali?

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risponde Francesca Gramazio

ai già deciso quello che vuoi includere nel tuo testamento e lo hai redatto a mano (testamento olografo) o da un notaio (testamento pubblico)? Complimenti, fai parte dell’8% degli italiani che hanno scelto di esplicitare e tutelare i loro desideri attraverso un testamento! A questo punto sei già oltre la metà strada, tuttavia manca ancora un ultimo step che è fortemente consigliato da LAV per assicurare che le tue volontà vengano rispettate.

Francesca Gramazio, Ufficio Legale LAV

Quali sono i 3 step per fare un lascito per gli animali? Se hai il forte desiderio di salvare e proteggere gli animali oggi e sempre attraverso un lascito, LAV consiglia di seguire tre passi: • Decidere quello che vuoi lasciare • Scrivere il tuo testamento • Comunicare la tua scelta a LAV

Perché è preferibile mandare la copia del testamento a LAV? Perché è preferibile far sapere a LAV della mia scelta?

Perché è fondamentale il terzo step? Anche se non obbligatorio, questo step è fondamentale per la tutela del tuo lascito per gli animali. Il fatto di comunicarci la tua scelta ci permetterà innanzitutto di verificare la corretta

redazione del testamento ed effettuare eventuali modifiche grazie al supporto del nostro team legale. L’ultimo passo permette, inoltre, a LAV di verificare se è in grado di mettere in pratica le tue volontà. In caso contrario, cercheremo

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insieme un progetto che possa adattarsi alle tue aspirazioni e priorità e che possa concretamente aiutare gli animali. Se hai amici animali e vuoi che LAV si prenda cura di loro quando non ci sarai più, devi assolutamente informare LAV che gli è stato affidato questo incarico. Avere le informazioni opportune ci permetterà di intervenire subito quando ce ne sarà bisogno per mettere in salvo i tuoi animali e trovargli una famiglia adatta. Se hai optato per il testamento olografo e desideri custodirlo in un posto sicuro, LAV può prendersi in carico questa responsabilità. È molto semplice, basta contattarci, inviarci una copia originale del testamento e lo conserveremo nella nostra cassetta di sicurezza. Se invece hai optato per un testamento pubblico, ti consigliamo di farci sapere il nome e l’indirizzo del Notaio che si è occupato della redazione. La tua decisione non è comunque vincolante e potrai sempre, in qualunque momento, cambiare idea Sono molti i motivi per comunicare a LAV la tua scelta d’amore per gli animali, forse per noi il più importante è poter conoscerti, ringraziarti di cuore, inviarti la tua “Tessera di Socio per sempre” e stabilire una relazione di fiducia con te che durerà nel tempo.


www.lav.it

Una nuova casa per gatti in difficoltà

Inaugurata a Modena grazie a LAV e al lascito in memoria di un generoso donatore

Ricordare gli animali con un lascito o una donazione in memoria, è un gesto d’amore che va oltre la vita!

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a alcuni mesi a Modena c’è una nuova casa per i gatti in difficoltà: grazie a LAV e alla generosità di un donatore, il Signor Roberto, che ha deciso di intestare un polizza-vita alla Sede locale dell’associazione, presso il Centro Soccorso Animali di Modena è stata inaugurata un’area dedicata ai gatti, in ricordo di Roberto e del suo amore per questi animali. L’inaugurazione è stata una mattinata di festa, per aprire le porte di un luogo che potrà aiutare moltissimi animali, far conoscere le due associazioni, raccogliere fondi e donazioni per i quattrozampe, avvicinare i bambini al rispetto degli animali, con giochi, foto e attività dedicate ai più piccoli e, non da ultimo, per ricordare chi ha reso possibile tutto ciò, con la consegna di una targa in memoria. La storia inizia da lontano, quando il Signor Roberto, pensionato, intesta una polizza assicurativa alla sede LAV di Modena, che conosceva e stimava per le sue attività e l’instancabile impegno sul territorio. Quando Roberto viene purtroppo a mancare, l’associazione decide di impiegare il suo lascito destinando i fondi a un progetto da realizzare presso il Centro Soccorso Animali di Modena

e insieme - con un enorme impegno da parte dei volontari – le due associazioni costruiscono una struttura dedicata ad ospitare gatti bisognosi e in cerca di adozione. Ma la storia non è ancora finita: già prima della sua inaugurazione, avvenuta di recente, la struttura ha già accolto e curato una prima ospite inattesa, una gattina schiva e inavvicinabile, in stato di gravidanza, che, grazie alla pazienza dei volontari di LAV Modena, viene portata nella nuova struttura del CSA dove, in poche ore, forse sentendosi sicura e accudita, dà alla luce quattro splendidi gattini in perfetta salute! Si tratta di una piccola storia a lieto fine, che si intreccia con quella di Roberto e con il suo amore per gli animali: il suo gesto ha fatto la differenza nella vita di questi gatti e lo farà anche per tutti i futuri ospiti del nuovo gattile del Centro Soccorso Animali di Modena. Negli anni, LAV ha incontrato molte storie simili a questa, silenziose storie di affetto e di convivenza, di chi ha deciso di ricordare gli animali anche nelle ultime volontà, con un gesto d’amore – un lascito o una donazione in memoria – che va oltre la vita. Attraverso i lasciti testamentari è possibile assicurare un futuro sereno ai

propri animali e a tanti altri bisognosi di cure: per informare e sensibilizzare sul valore di questa scelta, LAV svolge incontri in tutta Italia mettendo a disposizione dei partecipanti la consulenza gratuita di un notaio. Durante questi eventi è possibile conoscere alcune delle storie a lieto fine frutto dell’impegno di LAV e incontrane i protagonisti, a due e a quattro zampe, ascoltarne le testimonianze e constatare in prima persona i risultati ottenuti e gli obiettivi in via di realizzazione, grazie alla generosità di chi ha deciso di ricordare gli animali e i loro diritti nelle proprie volontà testamentarie. Impronte dicembre 2019

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Il compost e la sua importanza nella lotta alla desertificazione Il compost concretizza la circolarità economica e combatte la desertificazione, fenomeno che porta a un impoverimento del suolo e alla riduzione della sua capacità di assorbire anidride carbonica

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o sviluppo di un sistema economico circolare che consenta il riutilizzo delle risorse, rappresenta una delle principali soluzioni per contrastare la crisi ambientale che stiamo vivendo. La promozione di una bioeconomia che ponga il rispetto dell’ambiente tra i suoi obiettivi primari, mediante l’adozione di tecniche sostenibili, contribuisce all’attuazione di questo sistema. A tal proposito, il compost (dalla sua creazione al suo impiego) concretizza la circolarità economica e combatte la desertificazione, fenomeno che porta a un impoverimento del suolo e alla riduzione della sua capacità di assorbire anidride carbonica. Il compost è un fertilizzante naturale ricavato dal processo biologico aerobico, controllato dall’uomo, cui sono sottoposti i rifiuti organici; essendo ricco

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di sostanze umiche e di microrganismi, il compost migliora la struttura del terreno e la biodisponibilità di nutrienti. Se correttamente smaltiti e avviati agli impianti di compostaggio, i rifiuti organici possono dunque trasformarsi in ottimo compost da impiegare nuovamente nelle coltivazioni. Questa circolarità gioca un ruolo fondamentale anche nella lotta all’inquinamento da plastica, grazie alla realizzazione di materiali che, ottenuti dalla lavorazione di amidi e oli vegetali, mantengono le caratteristiche del polimero riducendo, tuttavia, il proprio impatto ambientale. Tali bioplastiche, come il Mater-Bi, consentono la creazione di oggetti di uso comune che, terminato il loro ciclo vitale, possono essere conferiti nella frazione organica e generare un compost di qualità.




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