Impronte – Anno XXX - N. 2 – Marzo 2013 - Iscr. Trib. Roma 50/84 – Reg. Naz. Stampa 40/86/1993 – Roc 2263 – Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana – Direttore resp. Maria Falvo
TOXIC FUR Pellicce al (rischio) veleno
T T O D O PR
O
E G G E L I FUOR
Indagine sulla presenza di sostanze chimiche pericolose nei capi d'abbigliamento per bambini con inserti in vera pelliccia
Dossier a cura di Simone Pavesi, Responsabile LAV Campagna Pellicce Rapporti di prova e valutazione di conformità a cura del prof. Giuseppe Bartolini, direttore tecnico del Laboratorio di Analisi dell’Istituto Tullio Buzzi di Prato Prefazione a cura del dott. Alessandro Spadoni, Chimico farmaceutico I.C.E.A. Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale
Impronte N.2 – Marzo 2013 AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993 ISCR. ROC 2263 - anno 2001 Periodico associato all’Unione Stampa Periodica Italiana (USPI)
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Sommario INTRODUZIONE I. Perché questa indagine? II. Focus III. Metodologia IV. Prefazione a cura di dott. Alessandro Spadoni, Chimico farmaceutico I.C.E.A. Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale
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1. I capi in pelliccia sottoposti ad indagine
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2. L’Industria della pellicceria: poca natura, molta chimica
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13. Gli Standard obbligatori e quelli privati per i materiali pericolosi e contaminanti
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4. Ingredienti tossici: le principali sostanze rinvenute nei capi acquistati
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4.1 4.2 4.3 4.4
Formaldeide PCP Pentaclorofenolo Nonilfenoli Metalli pesanti
5. Relazione tecnica e valutazione conformità a cura di prof. Giuseppe Bartolini, direttore tecnico del Laboratorio di Analisi dell’Istituto Tullio Buzzi di Prato 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5
Campioni esaminati Parametri esaminati e procedure analitiche utilizzate Risultati analitici Sistema di valutazione della conformità dei parametri di sicurezza chimica Attribuzione livello di sicurezza ai prodotti esaminati
6. Rapporti di prova per singolo campione 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 6.6
Il Gufo – giaccone piuma Miss Blumarine - cappello Fix Design (Minifix) – borsa Fix Design (Minifix) – cappotto Gucci - cappotto Brums – caban piuma
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7. Confronto dei livelli di contaminanti tra i campioni esaminati
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Conclusioni - Istanze
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Appendice 1 - Altri prodotti, stessi rischi: il “Rapporto Poison in Furs” di Four Paws
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Appendice 2 - Aggiornamenti sulla campagna Toxic Fur
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INTRODUZIONE I. Perché questa indagine? La problematica dello sfruttamento degli animali per la commercializzazione della loro pelliccia non è una questione con implicazioni solamente etiche. Altre criticità sono intrinseche di questa filiera produttiva, quali l’impatto sull’ambiente e sulla salute delle persone. La LAV, associazione animalista che da oltre 35 anni in Italia si batte per rivendicare e fare riconoscere i diritti degli animali ad un rispettoso trattamento, attraverso questa indagine non si limita a sensibilizzare i consumatori orientandoli verso comportamenti più sostenibili, ma vuole indirizzare anche la politica e il mondo industriale ad adottare scelte che, nel prendere le distanze da ogni forma di sfruttamento degli animali, si dimostrano poi con l’essere scelte socialmente responsabili. Ciò a dimostrazione del fatto che è di reciproco interesse, degli animali e dell’uomo, promuovere politiche commerciali rispettose di ogni essere senziente, dove l’animale non rientri come una risorsa o un mezzo. Nel 2011 la LAV ha pubblicato lo studio di Life Cycle Assessment “The environmental impact of mink fur production”, commissionato alla società olandese di ricerca e consulenza ambientale CE Delft. Tale studio ha dimostrato come la produzione di 1kg di pelliccia di visone è causa di un impatto ambientale maggiore rispetto alla produzione di un analogo quantitativo di materiali alternativi, anche di sintesi, come il cotone, l’acrilico, il poliestere (riciclato e vergine) e la lana1. L’industria della pellicceria e le griffe che continuano a proporre la pelliccia animale nelle loro collezioni, veicolandola soprattutto come inserto in giacconi e accessori, offrono al consumatore un “prodotto naturale” e “rispettoso dell’ambiente e degli animali”. È evidente che si tratta di linguaggi pubblicitari unicamente finalizzati ad accaparrarsi la fiducia dei consumatori e che le evidenze scientifiche possono facilmente smantellare questa immagine ecofriendly della pelliccia animale che l’industria tenta invano di costruirsi. La pelliccia animale non è più una peculiarità della moda donna, ormai la ritroviamo, già da alcuni anni, mascherata come bordatura di giacconi e accessori vari, anche nella moda uomo e persino per bambino. In commercio si possono trovare pellicce di tutti i tipi e costi, dalla fascia del lusso alla grande distribuzione, pellicce con colore “naturale” oppure tinte secondo la moda del momento, utilizzate co-
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http://lav.it/uploads/59/29477_2220_defreportMBijMV.pdf
me cappotti o come semplici inserti, le più diffuse sono quelle di coniglio e di “murmasky” (il cane-procione, un animale appartenente alla famiglia dei canidi). Ma quello che non cambia mai, è il processo di lavorazione delle pellicce: dopo la macellazione dell’animale, tra i primi trattamenti per inibire la putrefazione delle spoglie animali che sono appunto soggette a questo naturale fenomeno di degradazione organica, c’è un trattamento a base di formaldeide; seguiranno poi altre lavorazioni con numerose altre sostanze classificate come tossiche e cancerogene. Possibile dunque che con tutta questa “chimica” nella lavorazione della pelliccia animale, non si nasconda alcun pericolo per la salute, non solo dei lavoratori che intervengono nelle varie fasi e che (è auspicabile che sia così) dovrebbero essere tutelati con idonei equipaggiamenti ed attrezzature, ma anche per il consumatore finale? I risultati dell’ indagine della LAV sono allarmanti. Per ogni singolo campione sono stati effettuati 14 test per la ricerca di specifiche sostanze, o gruppi di sostanze, che comprendono la maggioranza di prodotti chimici impiegati nell’industria della pellicceria. Nei campioni esaminati di prodotti d’abbigliamento per bambino (giacconi, borse, cappelli), con inserti in pelliccia animale e commercializzati in Italia, abbiamo trovato formaldeide, sostanza che nel migliore dei casi causa irritazioni; alchifenol etossilati che provocano disturbi ormonali; pentaclorofenolo, insetticida e fungicida che è anche un possibile cancerogeno. Inoltre si sono rilevati importanti e dannosi residui di metalli pesanti (provenienti dalle fasi di concia). Questi capi non potrebbero essere commercializzati nei paesi dove sono vigenti specifiche e più restrittive norme sui residui di sostanze chimiche pericolose nei prodotti tessili. Uno dei capi analizzati è fuorilegge persino in Italia. Eppure li abbiamo acquistati tutti nelle migliori boutique italiane. Le persone che indossano pellicce sono costantemente esposte a sostanze chimiche potenzialmente pericolose per la salute. Maggiormente a rischio sono ovviamente i bambini, che circondati da colli in pelliccia possono venire a contatto con i residui tossici, oltre che per inalazione, anche mentre giocano toccando l’inserto in pelo o, ancora peggio, mettendolo in bocca. II. Focus Il focus dell’indagine LAV è l’abbigliamento per bambini. Anche in
5 questa area del mercato dell’abbigliamento sono veicolate le pellicce animali sottoforma d’inserti ed utilizzate quindi esclusivamente per ragioni “estetiche”. I genitori “alla moda” che acquistano questo generi di capi, a quale rischi espongono i propri figli? III. Metodologia La finalità dell’indagine LAV è stata quella d’identificare le sostanze potenzialmente pericolose presenti nei prodotti in pelliccia animale. Per raggiungere questo obiettivo è stata consultata la letteratura specializzata, e si è fatto prevalentemente riferimento al report “Poison in Furs” 2011, di Four Paws (associazione affiliata, come la LAV, alla Fur Free Alliance e che ha già realizzato simili indagini in collaborazione con EcoAid e con l’Environmental Bremer Institute)2. Abbiamo acquistato 6 articoli tra capi di abbigliamento ed accessori, destinati ai bambini, dai 18 mesi ai 12 anni. I capi sono stati sottoposti a 14 test per la ricerca di specifiche sostanze, o gruppi di sostanze, che comprendono la maggioranza di prodotti chimici impiegati nell’industria della pellicceria. Il campione non ha una valenza statistica perché non è rappresentativo di tutte le possibili marche e di tutti i possibili capi acquistabili sul mercato nazionale; non è stato infatti materialmente possibile investigare la presenza di residui tossici in tutti i modelli disponibili sul mercato. Abbiamo acquistato i capi di note marche italiane e nelle migliori boutique, e riteniamo pertanto che i risultati ottenuti rappresentino lo scenario più “ottimista” in termini di pericolo per la salute dei consumatori (in questo caso, dei bambini). Per l’indagine LAV, i test di eco-tossicità sono stati condotti dal laboratorio di analisi chimiche Buzzi di Prato che ha redatto anche la valutazione di conformità alla normativa vigente per ogni singolo campione. Al Laboratorio Buzzi sono stati consegnati i campioni di pelliccia preventivamente separati dai capi e senza specificare il modello del capo di provenienza o la marca; le analisi sono quindi state condotte con assoluta professionalità e trasparenza. Il Buzzi Textile Laboratory, dipendente dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, è da oltre un secolo al servizio delle imprese del settore tessile e non solo, ed offre servizi di prove tecniche (oltre 500 test a listino), ricerche applicate, formazione e consulenza. È un laboratorio accreditato per le prove Ecolabel, ed ha conseguito l’accreditamento UNI EN ISO/IEC 17025, Accredia n°0529, che accerta la competenza dei laboratori allo svolgimento delle prove accreditate. È infine riconosciuto come agenzia formativa dalla Regione Toscana ed è dotato di certificazione ISO 9001.2000 – Vision. IV. Prefazione a cura di dott. Alessandro Spadoni Responsabile I.C.E.A. Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale Sebbene il numero di capi d’abbigliamento oggetto dell’indagine della LAV sia necessariamente limitato ad alcuni campioni e considerando l’opportunità di definire un “pool” altamente significativo e sufficientemente esaustivo di agenti da analizzare, emerge con evidenza la presenza di sostanze potenzialmente pericolose. La formaldeide è una molecola classificata come B1 – probabile agente cancerogeno umano – dall’EPA Environmental Protection Agency statunitense, che altresì fissa a 0,2 mg/Kg/giorno il limite oltre il quale si può determinare una situazione di rischio per la
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salute. Tale limite corrisponde circa a 1 grammo della fibra di pelliccia di uno dei campioni come evidenziato dalle analisi, e 1 grammo un bambino è potenzialmente in grado di ingerirlo. Il pentaclorofenolo, potente pesticida, fortemente regolamentato nelle acque destinate al consumo umano per la manifesta cancerogenicità ma di cui la legislazione tessile sembra essersi dimenticata, lo si ritrova in tutti i campioni analizzati. E il valore in grado di esercitare un’azione epatotossica conclamata per ingestione scende in questo caso a 0,005 mg/Kg/giorno, quindi un limite potenzialmente pericoloso nell’ipotesi che un bambino metta in bocca, anche accidentalmente, della pelliccia così trattata. I nonilfenoli, banditi in Europa dagli anni ‘70 e presenti in 5 campioni su 6, arrivano ad essere 2,5 grammi per Kg in uno dei campioni sottoposti ad analisi! Il cromo totale raggiunge i 3,6 grammi/Kg, ma anche altri metalli, fra cui quelli sempre tossici come il piombo, tutti presenti in quantità significative. E per fortuna che il Cromo esavalente non c’è (quello del film dove Julia Roberts interpreta Erik Brocovich, per intenderci). È evidente che le pellicce analizzate oltre ad essere composte da pelo animale, sono un deposito di sostanze chimiche stratificate fra loro - per effetto dei trattamenti ai quali sono state sottoposte - fra cui quelle tossiche non sembrano sfigurare. L’impatto ambientale del settore tessile è molto significativo. Enormi quantità di acque vengono scaricate dopo essersi arricchite di una pletora di sostanze chimiche destinate a svolgere le diverse funzioni come i lavaggi, i pretrattamenti, le tinture e i finissaggi, sempre differenziati a seconda della tipologia di fibra trattata. Concentrazioni e volumi di molecole della più diversa natura chimica, caratterizzate in tantissimi casi da frasi di rischio che indicano un pericolo reale e concreto per la salute umana e per quella dell’ambiente acquatico, vengono giornalmente scaricate nelle acque. Residui delle stesse a contatto con la pelle generano i tanti fenomeni di irritazioni cutanee e dermatiti allergiche da contatto che sono in così rapida espansione, come ben sanno i dermatologi: nickel, cobalto, cromo, ammorbidenti a base di ammonio quaternario, coloranti allergenici, ammine aromatiche, formaldeide... la lista delle sostanze chimiche potenzialmente tossiche è molto ampia anche nel settore tessile. La Comunità Europea ha dovuto iniziare a regolamentare e bandire molte molecole già dagli anni ‘70, come è stato ad esempio per gli alchifenoletossilati o per particolari coloranti dimostratisi cancerogeni. La regolamentazione specificamente tessile vigente in Europa appare però assai debole, poiché elenca unicamente le ammine aromatiche e la formaldeide con parametri da non superare in termini di concentrazione residua, mentre l’iniziativa per produrre in modo sicuro è lasciata alla libera iniziativa delle aziende più consapevoli, che ricercheranno una certificazione volontaria (ahimè assai poche). Nella filiera della pellicceria in particolare si possono trovare residui estremamente elevati di molecole con una conclamata azione tossica, in grado di esplicarsi anche per contatto cutaneo. Un rischio in particolare per i bambini, in quanto i limiti di esposizione in grado di generare una minaccia per la salute sono assai più bassi per loro che per la persona adulta. Come consumatori informati e consapevoli ogni giorno possiamo chiedere, scegliere e sollecitare produzioni fatte nel rispetto dell’uomo, degli animali e dell’ambiente; e così, magari proprio in virtù di ciò che la LAV e l’Istituto Buzzi ci hanno svelato, avremo una ragione in più per lasciare la pelliccia ai loro naturali possessori. dott. Alessandro Spadoni Chimico farmaceutico ICEA (Istituto Certificazione Etica e Ambientale)
http://www.four-paws.org.uk/uk/en/campaigns/wild-animals/fur/poison-in-fur/
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I CAPI IN PELLICCIA SOTTOPOSTI AD INDAGINE Tra novembre e dicembre 2012 la LAV ha acquistato, presso boutique di Milano, Monza e Roma, e anche presso uno store on-line, n.6 prodotti di abbigliamento per bambino con inserti in vera pelliccia. Le marche interessate sono:
Miss Blumarine
CAMPIONE N. 1 Marca
IL GUFO
Data di acquisto
20/11/2012
Tipologia capo
GIACCONE PIUMA
codice
Mod. A12GM027EC100/100
Età
18 mesi
costo
250,00 €
Specie animale dichiarata
MURMASKY (Cane procione)
Peso del campione
13 grammi
Pelliccia tinta
SI
Etichetta conforme Reg. UE 1007/2011
NO
Prodotto in
CINA
Allevato in
–
Negozio
Il Gufo Retail s.r.l. Via Bigli 1/3 Ang. Via Verri
Città
MILANO
I capi e accessori acquistati consistono in: n. 4 giacconi, n. 1 borsa, n. 1 berretto. La prima anomalia riscontrata al momento dell’acquisto, è che alcuni oggetti non sembrano essere conformi con la recente normativa in materia di etichettatura dei prodotti tessili: dall’8 maggio 2012 infatti, tutti i nuovi capi di abbigliamento contenenti pelliccia animale devono obbligatoriamente riportare la dicitura “Contiene parti non tessili di origine animale” (ai sensi del Regolamento UE N.1007/2011 articolo 12). Seguono le schede dei singoli prodotti sottoposti ad indagine di laboratorio.
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CAMPIONE N. 2 Marca
MISS BLUMARINE
Data di acquisto
20/11/2012
Tipologia capo
CAPPELLO
codice
Art. 31 5 PP07
certilogo CLG
817 033 330 879
Età
5 anni
costo
186,00 €
Specie animale dichiarata
CONIGLIO + VOLPE
Peso del campione
28 grammi
Pelliccia tinta
SI
Etichetta conforme Reg. UE 1007/2011
NO
Prodotto in
CINA
Allevato in
–
Negozio
Miss Blumarine Via della Spiga, 48
Città
MILANO
CAMPIONE N. 3 Marca
FIX DESIGN - MINIFIX
Data di acquisto
20/11/2012
Tipologia capo
BORSA (shopping bag)
codice
236090006104
Età
10 anni
costo
220,00 €
Specie animale dichiarata
MURMASKY (Cane procione)
Peso del campione
13 grammi
Pelliccia tinta
NO
Etichetta conforme Reg. UE 1007/2011
SI
Prodotto in
CINA
Allevato in
–
Negozio
Atelier Minifix P.zza S. Paolo 5
Città
MONZA
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CAMPIONE N. 4 Marca
FIX DESIGN - MINIFIX
Data di acquisto
20/11/2012
Tipologia capo
CAPPOTTO FELPA
codice
234920008207
Età
10 anni
costo
350,00 €
Specie animale dichiarata
MURMASKY (Cane procione)
Peso del campione
52 grammi
Pelliccia tinta
NO
Etichetta conforme Reg. UE 1007/2011
SI
Prodotto in
UE
Allevato in
–
Negozio
Atelier Minifix P.zza S. Paolo 5
Città
MONZA
CAMPIONE N. 5 Marca
GUCCI
Data di acquisto
25/11/2012
Tipologia capo
CAPPOTTO
codice
8811534315
collection
2012 3 0D
category-style
GA2 293162
costo
595,00 €
Età
12 anni
Specie animale dichiarata
Volpe (Vulpes vulpes)
Peso del campione
14 grammi
Pelliccia tinta
NO
Etichetta conforme Reg. UE 1007/2011
SI
Prodotto in
Italia
Allevato in
Canada
Negozio
Gucci Via Condotti 8
Città
ROMA
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CAMPIONE N. 6 Marca
BRUMS
Data di acquisto
22/11/2012
Tipologia capo
CABAN PIUMA D’OCA PELO VERO
CODICE
Mod. 103BGAA008 - 6633
costo
98,70 €
Età
7 anni
Specie animale dichiarata
Volpe della Groenlandia (Alopex lagopus)
Peso del campione
10 gr
Pelliccia tinta
SI
Etichetta conforme Reg. UE 1007/2011
NO
Prodotto in
–
Allevato in
–
Importato da
Preca Brummel S.p.A.
Negozio
www.outletbambini.it
Città
E-commerce
2. L’INDUSTRIA DELLA PELLICCERIA: POCA NATURA, MOLTA CHIMICA “È un prodotto naturale, non inquina l’ambiente e si è a contatto con la natura” Pubblicità Associazione Italiana Allevatori Visoni
Già dal 2003 l’IPPC Integrated Pollution Prevention and Control Bureau della Commissione Europea classificò l’attività conciaria come: “industria a potenziale elevato inquinamento”. Le modalità d’impiego delle diverse sostanze chimiche nelle fasi di produzione della pelliccia animale sono limitate alla letteratura disponibile in materia. Utile evidenziare come composti chimici sostituiti nelle industrie europee nel corso degli anni per via di nuove disposizioni legislative, continuino ad essere impiegati nei mercati emergenti da dove comunque fanno ritorno perché contenuti in forma residua nei prodotti finiti. Preservazione
Sebbene l’Associazione Italiana Allevatori di Visoni si faccia pubblicità definendo la loro attività come “un prodotto naturale, non inquina l’ambiente e si è a contatto con la natura”, in realtà la produzione di pellicce animali è un processo altamente caratterizzato dalla presenza di numerose sostanze chimiche, impiegate con la finalità di trasformare residui di materiali organici di origine animale e quindi destinati inevitabilmente alla degradazione, in capi alla moda; ciò è possibile solo tramite la rimozione, distruzione o conservazione di ogni sostanza biodegradabile. Per tali trattamenti è inevitabile impiegare sostanze chimiche potenzialmente pericolose per la salute umana e per l’ambiente, tra le quali sostanze particolarmente pericolose come la formaldeide ed i metalli pesanti, solventi organici, pesticidi alogenati, idrocarburi policiclici aromatici, alchilfenoli etossilati.
Prima di procedere alla concia vera e propria, ossia la trasformazione della pelle putrescibile in pelle commercializzabile, la pelliccia è trattata con agenti conservanti che ne riducono il contenuto di acqua in modo da impedire ai batteri di degradarla e viene poi fatta essiccare. Il pelo della pelliccia è di per sé resistente ai microrganismi, ma se la pelle comincia a marcire, a causa di uno stoccaggio o di un trattamento inadeguato, la degradazione batterica distrugge la radice dei peli e rende la pelliccia inutilizzabile. Per queste ragioni, per preservare la pelliccia animale non ci si limita all’uso dell’innocuo cloruro di sodio (il classico sale), a parte i problemi connessi con lo smaltimento delle acque salate, ma si utilizzano sostanze chimiche come il Tributilstagno (noto anche come interferente endocrino e perché inserito nella lista delle sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche), il DMF Dimetilfumarato (allergenico), o il PCP Pentaclorofenolo, tutte sostanze la cui importazione e commercializzazione sono vietate o fortemente limitate in ambito comunitario perché gravemente nocive per la salute pubblica; oppure il 2 - (tiocianometiltio) benzotiazolo, cloro-m-cresolo e l’orto-fenilfenolo.
10 Ammollo L’ammollo (o rinverdimento) serve per ridare elasticità alla pelle reintegrando il contenuto di acqua perso nel processo di conservazione. All’acqua si aggiungono battericidi e tensioattivi per rimuovere sporco, residui di sangue, sale e conservanti. Pulizia meccanica La pulizia meccanica (o scarnatura) è praticata per rimuovere il tessuto sottocutaneo e i residui di carne e grasso dalla pelle. È una operazione condotta a mano o meccanicamente con coltelli elicoidali che rendono uniforme lo spessore della pelle.
(idrocarburi clorurati ad alto peso molecolare ed altamente pericolosi come le paraffine clorurate). Sgrassaggio in solventi organici Lo sgrassaggio serve per rimuovere le particelle di grasso e le sostanze solubili presenti sui peli della pelliccia e sul cuoio, in modo da migliorare la resa della tintura. La sostanza più altamente utilizzata per tutte le tipologie di pelli è il percloroetilene, nocivo per inalazione e pericoloso per l’ambiente (come molti alogenuri organici è scarsamente biodegradabile), oppure il non meno pericoloso per l’ambiente acido perfluoroottanoico PFOA. Candeggio
Sgrassaggio Il grasso naturale della pelle potrebbe determinare alcune difficoltà nel processo di lavorazione della pelliccia, come una distribuzione non uniforme e una non adeguata fissazione dei reagenti chimici, in particolare concianti e coloranti. Quindi viene eliminato con l’utilizzo di tensioattivi quali gli alchifenoli etossilati (APEO) che comprendono nonilfenoli e nonilfenoli etossilati oggi molto noti per essere causa di interferenze ormonali; nonché solventi organici sgrassanti e soda caustica (idrossido di sodio). Decapaggio Prima di passare attraverso il processo vero e proprio di concia, le pelli sono decalcinate per abbassare il pH, eliminare il gonfiamento e rendere il collagene più elastico tramite l’azione idrolitica di un sale acido che rimuove le proteine solubili. Per lungo tempo, il più comune acido utilizzato nel decapaggio è stato l’acido solforico, ma dato che può danneggiare la pelle, è stato poi sostituito con altri acidi organici, come l’acido solfoftalico o acidi dicarbossilici a catena corta. Concia Il processo di concia trasforma la pelle in cuoio e consiste in un trattamento a base di sale e acido solforico, seguito da oliatura. Per migliorarne la resistenza all’acqua e le caratteristiche di conservazione e di elasticità, il cuoio viene poi trattato con sali di alluminio (solfato di alluminio o di alluminio potassio solfato). Dato che questi due sali in soluzione liberano, per idrolisi, acido solforico, ad evitare un eccessivo rigonfiamento della pelle si aggiunge cloruro di sodio. L’aggiunta di questo sale consente alla pelle di assorbire sia l’acido solforico che l’acido cloridrico (formatosi in reazione con il cloruro di sodio) e sopratutto l’ossido di alluminio che esplica la sua funzione conciante. Spesso in questa fase si utilizzano anche formaldeide e sali di cromo. Nel più diffuso metodo di concia al cromo (trivalente), può accadere che si formi l’altamente tossico cromo esavalente che, nonostante sia bandito in UE, è possibile trovarne tracce su prodotti in pelle d’importazione. Le sostanze impiegate per la concia al cromo delle pellicce, sono gli stessi impiegati per la concia della pelle. Il quantitativo di sostanze impiegate varia in base al tipo di pelliccia e ai trattamenti pregressi. Olii e grassi Lo scopo di oliare/ingrassare è di rendere la pelle della pelliccia morbida ed elastica. Le materie prime impiegate in questa fase sono derivati di olii animali e vegetali, ma anche prodotti sintetici
Nel candeggio “riduttivo” le pelli sono trattate con solfiti, bisolfiti o, nella maggior parte dei casi, con idrosolfito durante o dopo il lavaggio. Nel candeggio “ossidativo” si ottiene la totale distruzione dei pigmenti naturali presenti nei peli della pelliccia, tramite perossidi, come ad esempio il persolfato o perossido di idrogeno, catalizzata con sali di ferro. Questo metodo, o uno delle sue numerose varianti, è impiegato per lo “sbiancamento” dei peli della pelliccia naturalmente scura, come quella nera di Karakul o anche del topo muschiato, in modo che possa essere successivamente tinta in colori alla moda. Tintura Esistono tante varianti nel processo di tintura delle pellicce quante sono le specie animali di provenienza. Prima di procedere alla colorazione, i peli devono esser trattati per migliorare la resa della tinta. Le pellicce sono quindi preventivamente trattate con ammoniaca, soda caustica (a volte in combinazione con bagni detergenti). Seguono lavaggi con soluzioni di sali di metallo, solitamente bicromato di potassio, solfato di ferro, solfato di rame. A volte può anche essere impiegato l’acetato di piombo. La tintura vegetale, sicuramente caratterizzata da un minore impatto ambientale, prevede l’impiego di tannini estratti dalla pianta del Sommacco, un arbusto sempreverde. Si tratta di un metodo di colorazione antico e che potrebbe ancora essere impiegato per le pellicce scure. Molto più diffusa è invece la tintura con coloranti di ossidazione: si tratta di sostanze chimiche immesse sul mercato alla fine del XIX secolo e ancora frequentemente impiegate. Tra queste: l’1,4fenilendiammina, l’1,2-diidrossibenzene, metadifenolo, amminofenoli e derivati del naftalene, un idrocarburo policiclico aromatico: tutte sostanze pericolose e tossiche. Pulitura Il colorate in eccesso viene poi rimosso. Le pellicce sono sbattute in tamburi rotanti per molte ore al fine di rendere la pelle più elastica ed il pelo soffice e lucente. Seguono poi altri trattamenti meccanici come il taglio, la pettinatura, lo stiraggio: in questa fase possono essere impiegate altre sostanze chimiche come la formaldeide e acidi. Conservazione Per proteggere il prodotto finale contro muffe, funghi, insetti e altri fattori di degrado durante il trasporto, lo stoccaggio, il commercio e, infine, anche dopo che è stato venduto, le pellicce vengono trattate con pesticidi, biocidi ed agenti conservanti come ad esempio il naftalene, sospetto cancerogeno.
11 3. Gli Standard obbligatori e quelli privati per i materiali pericolosi e contaminanti Per le pellicce animali ancora non esistono norme specifiche in cui sono determinati i limiti massimi di residui di sostanze pericolose. In questo capitolo sono quindi elencati gli unici standard cogenti ed i più restrittivi standard privati che definiscono limiti e parametri di riferimento per i prodotti in pelle e per i prodotti tessili in genere. Può comunque essere utile fare un paragone con la Direttiva “Giocattoli” (2009/48/CE), dove troviamo limiti specifici per sostanze, come la Formaldeide, rinvenute anche negli inserti di pelliccia analizzati, così come significative sono le allerte RAPEX di seguito specificate (v. capitolo 4). Unione Europea3 REACH Il Regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), ha lo scopo principale di migliorare la conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti da sostanze chimiche già esistenti (introdotte sul mercato prima del settembre 1981) e nuove (dopo il settembre 1981) e al contempo mantenere e rafforzare la competitività e le capacità innovative dell’industria chimica europea. Nell’allegato XVII “Restrizioni in materia di fabbricazione, immissione sul mercato e uso di talune sostanze, preparati e articoli pericolosi” al punto n.46 sono disposte restrizioni per il Nonilfenolo Etossilato (NPEO) ad un valore massimo di 1000mg/kg. In un campione esaminato, è stata rilevata la presenza di NPEO in quantità 2,5 volte superiore al limite europeo. Direttive sulla Sicurezza Generale dei Prodotti e sulla Sicurezza dei Giocattoli La Direttiva (CE) 48/2009 sulla “sicurezza dei giocattoli” (recepita in Italia con il D. Lgs. 54/2011) integra la precedente Direttiva (CE) 95/2001 sulla “sicurezza generale dei prodotti” (recepita con il D. Lgs. 206/2005 “Codice del Consumo”), e si riferisce alle caratteristiche fisico-meccaniche dei giocattoli, l’infiammabilità, le proprietà chimiche, le proprietà elettroniche, igiene e radioattività. La marcatura CE sui giocattoli è disciplinata dalla presente direttiva. Questa Direttiva pone inoltre l’accento sulle sostanze CMR (cancerogene, mutagene, tossiche per i processi riproduttivi), e in uno specifico allegato identifica le sostanze che non devono essere presenti nei giocattoli, quali (punto 11 capo III Allegato II D. Lgs. 54/2011): • Difenilammina; alcool benzilico; vari IPA (idrocarburi policiclici aromatici); varie sostanze naturali come cumarina o geraniolo. Una specifica lista è dedicata alle sostanze per le quali sono determinati dei limiti tollerabili (<100mg/kg), quali: • varie sostanze naturali come olio di citronella e le sue variazioni chimiche come acidi, sali, alcoli o aldeidi. Una ulteriore lista individua i limiti di migrazione di altre sostanze: • tutti i metalli pesanti, in particolare boro, cromo III e VI, nonché composti organostannici. Ai sensi delle disposizioni comunitarie, componenti tessili di giocattoli destinati a bambini di età inferiore a 3 anni non possono avere più di 30mg/kg di formaldeide (come già indicato anche
3 4 5
http://eur-lex.europa.eu/ http://ec.europa.eu/consumers/dyna/rapex/rapex_archives_en.cfm http://www.label-online.de/label-datenbank?label=242
dalla “direttiva Ecolabel”, Decisione della Commissione UE n.371/2002 punto 26 che stabilisce i criteri per l’assegnazione di un marchio comunitario di qualità ecologica ai prodotti tessili). Nei capi esaminati, sono stati rinvenuti livelli di Formaldeide fino a 170mg/kg. GHS - Global Harmonized System of Classification and Labelling of Chemicals Il Sistema Globale Armonizzato di classificazione ed etichettatura dei prodotti chimici è vigente dal 2003 nell’ambito delle Nazioni Unite, al fine di facilitare gli scambi mondiali e nel contempo proteggere la salute dell’uomo e l’ambiente. GHS definisce gli standard per la valutazione delle proprietà intrinseche delle sostanze chimiche e crea una base comune per la comunicazione di tali informazioni tramite specifiche etichette e schede di sicurezza. I criteri internazionali GHS sono stati recepiti nel diritto comunitario con il Regolamento (CE) n.1272/2008. RAPEX – Rapid Exchange of Information System of the EU4 È il sistema di allerta ideato per la tutela dei consumatori nell’Unione Europea. È utilizzato per lo scambio di informazioni nei Paesi Membri in merito alla pericolosità dei beni di consumo (ad eccezione di cibo e medicine). La base giuridica da cui è nata la piattaforma RAPEX è la Direttiva 2001/95 sulla “sicurezza generale dei prodotti”. Ogni settimana vengono emessi dei rapporti in cui sono indicati i prodotti pericolosi o potenzialmente pericolosi, e le autorità competenti vengono automaticamente informate per procedere agli eventuali interventi. Rientrano in questo sistema di controllo i giocattoli, l’abbigliamento e le calzature, i gioielli e gli elettrodomestici. Paesi Extra-UE Cina e Corea del Sud Anche se può sembrare anomalo, nella legislazione di Cina e Corea del Sud sono vigenti parametri molto più restrittivi rispetto a quelli applicati nel mercato europeo. Oltre ad avere stabilito limiti anche più bassi rispetto a quelli europei per i residui di specifiche sostanze chimiche nei prodotti tessili, hanno definito parametri anche per quelle sostanze per le quali in Europa non c’è alcuna restrizione. Questo significa che se dalla Cina e dalla Corea del Sud possono entrare nel mercato europeo, e a norma di legge (europea), prodotti tessili significativamente contaminati, gli stessi prodotti non potrebbero invece essere commercializzati in questi paesi. Lo standard cinese per i prodotti in pelle e pelliccia è il GB 20400, quello coreano KC Mark Annex 4. Standard industriali e privati SG Leather®, SG
È il simbolo per i prodotti in pelle testati al fine di assicurare l’assenza di determinate sostanze chimiche o di un contenuto superiore a soglie stabilite. È uno standard industriale tedesco che assicura controlli sui materiali, additivi e processi di produzione. Per utilizzare questo marchio le aziende devono consentire verifiche periodiche5.
12 Oeko-Tex® Standard 100
Il marchio Oeko-Tex® Standard include un sistema di controllo e
4. INGREDIENTI TOSSICI: LE PRINCIPALI SOSTANZE RINVENUTE NEI CAPI ACQUISTATI Descrizione delle principali sostanze rinvenute nei campioni analizzati. 4.1 Formaldeide È un potente battericida e per questo viene impiegato nelle produzioni tessili e in particolare nella produzione di pelle e pelliccia animale. La formaldeide è però anche una sostanza cancerogena e che causa irritazioni alle mucose e agli occhi se inalata in determinate concentrazioni. Secondo le informazioni dell’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR), questa sostanza è considerata come un allergene di contatto; sono infatti noti più di 20 sintomi conseguenti all’esposizione alla formaldeide: dai sintomi leggeri come l’irritazione agli occhi, diarrea e bronchite, alle vertigini, disturbi comportamentali e depressione, perdita di capelli, perdita di memoria e il cancro. Per le pelli e le pellicce animali non vi sono specifiche norme di riferimento che determinano il contenuto massimo residuo di formaldeide in un prodotto finito. Nel 2009 il sistema RAPEX segnalò un’allerta formaldeide in abbigliamento per bambino dove i campioni esaminati presentavano un contenuto da 106mg/kg a 630mg/kg; nel 2010 fu diramata una allerta per un modello di t-shirt contenente 52mg/kg e nel 2011 una nuova allerta per campioni di biancheria intima per bambino con valori di 44,9mg/kg. 4.2 PCP Pentaclorofenolo7 Il PCP è un insetticida e fungicida. Il suo uso è vietato nell’Unione Europea dal 1989 in quanto genotossico ed è classificato dall’OMS come possibile cancerogeno per l’uomo. È diventato noto per via dei suoi effetti dannosi per la salute quando utilizzato come conservante del legno. Può essere facilmente assorbito attraverso la pelle e provocare danni renali oltre a causare sintomi quali vertigini, nausea e vomito a seconda della concentrazione. Ha inoltre una tossicità molto elevata per gli organismi acquatici, si accumula fortemente nell’ambiente ed è molto persistente. È uno dei pesticidi più pericolosi al mondo, classificato al terzo posto in una lista di oltre 1.200 sostanze8. 4.3
Nonilfenoli9
Gli alchilfenoli etossilati (APEO) - inclusi i nonilfenoli etossilati (NPEOs) - e il nonilfenolo (NP), sono utilizzati come tensioattivi nei processi di produzione tessile, nei detersivi, nei detergenti in-
6 7 8 9 10
certificazione, è stato fondato nel 1992 dall’Istituto Tessile di Ricerca austriaco OTI e dall’Istituto di Ricerca tedesco Hohenstein. Il certificato Oeko-Tex® è rilasciato dall’istituto pertinente o dal centro di certificazione responsabile ed è valido per 12 mesi. Documenta che gli articoli elencati sono stati testati con successo ai sensi dell’Oeko-Tex® Standard 100 e soddisfano i requisiti di una classe di prodotto comune6.
dustriali, nei disperdenti o imbibenti, e in altre categorie di prodotti chimici industriali. Mentre i nonilfenoli etossilati non sono attualmente riconosciuti come sostanze in grado di rappresentare un pericolo diretto per la salute di chi indossa i capi prodotti con queste sostanze chimiche, sono al contrario ampiamente riconosciuti i rischi ambientali significativi associati a questa classe di sostanze. I nonilfenoli etossilati e il nonilfenolo infatti non si degradano quando vengono rilasciati nell’ambiente e possono bioaccumulare e contaminare la catena alimentare umana. In particolare il nonilfenolo è considerato un interferente endocrino a causa della capacità di mimare gli effetti degli estrogeni e, a sua volta, rompere l’equilibrio naturale degli ormoni negli organismi colpiti. Gli alchifenoli etossilati sono impiegati nella produzione di pelliccia animale per sgrassare le pellicce. In Europa ne è vietato l’uso, ma si continuano a produrre 20.000 tonnellate l’anno di queste sostanze. Con l’importazione di abbigliamento da Paesi dove l’uso è ancora consentito come dalla Cina, India e Turchia, sono approssimativamente 4.500 le tonnellate di alchifenoli etossilati che importiamo in Europa come residui nei capi finiti (prodotti tessili, ma anche pelle e pellicce). Una recente indagine condotta da Greenpeace ha dimostrato che l’80% del quantitativo di nonilfenolo etossilato contenuto nei prodotti tessili, “svanisce” al primo lavaggio dei capi disperdendosi nelle acque di scarico sottoforma di nonilfenolo, composto più pericoloso di quello di partenza10. 4.4 Metalli pesanti Questa categoria di sostanze chimiche comprende 60 elementi. Alcuni di essi, in determinate quantità, sono essenziali per gli organismi viventi, come lo zinco, il ferro, il manganese. Altri sono dannosi, come il piombo, il cromo, il cadmio, il mercurio, l’alluminio. Vengono rilasciati nell’ambiente attraverso l’acqua o l’aria e rappresentano una minaccia insidiosa per la salute umana e l’ambiente. Alcuni metalli come il nichel, possono avere un effetto allergenico in determinate concentrazioni, altri possono causare intossicazioni acute e croniche (come per l’arsenico). Vengono utilizzati come ritardanti di fiamma e conservanti del legno, ma anche come pigmenti in vernici e nella lavorazione delle pelli (compresa la pelliccia animale), oltre che di materie plastiche. Piombo Il piombo è un elemento utilizzato nella colorazione delle pellicce e anche per la conservazione del cuoio. È un metallo velenoso, che può danneggiare il sistema nervoso (specialmente nei bambini) e causare malattie del cervello e del sangue.
http://www.oeko-tex.com http://www.dsa.minambiente.it/SITODESC/Show.aspx?Id=580 “Le undici sostanze chimiche che dovrebbero essere eliminate”. Greenpeace. http://www.greenpeace.org/international/en/campaigns/toxics/water/detox/intro/Eleven-flagship-hazardous-chemicals/ http://www.dsa.minambiente.it/SITODESC/Show.aspx?Id=604 “Panni sporchi 3”, Greenpeace 2012 http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/inquinamento/acqua/Panni-sporchi-3/
13 Tutti i composti derivati dal piombo sono sostanze classificate come CRM cancerogene, mutagene e tossiche. Cromo Per la concia delle pelli sono utilizzati sali di cromo trivalente; in base allo svolgimento del processo di lavorazione, e specialmente se sono utilizzate sostanze ossidanti o alcaline, si possono generare elevati livelli del tossico cromo esavalente. Il cromo trivalente, di pigmentazione verde ed usato nel processo di tintura, è considerato relativamente non tossico perché assorbito dall’azione degli acidi dello stomaco. Il cromo esavalente è corrosivo sulla pelle e sulle mucose, può essere mortale se assorbito anche attraverso la pelle e se ingerito; l’inalazione può provocare spasmo dei bronchi, infiammazione ed edema della laringe e dei bronchi, polmonite chimica ed edema polmonare. Presenta frequentemente fenomeni di sensibilizzazione se inalato, e a contatto con la pelle. Si sospetta essere teratogeno ed è classificato come cancerogeno per quasi tutti gli organismi viventi (tra cui anche gli esseri umani).
5. RELAZIONE TECNICA E VALUTAZIONE CONFORMITÀ A CURA DEL LABORATORIO BUZZI11 Il Laboratorio di Analisi Chimiche Buzzi ha ricevuto dalla LAV i campioni di pelliccia animale senza conoscere il modello del capo di provenienza o la marca. Tutte le analisi sono state condotte con assoluta professionalità. Segue l’illustrazione dei risultati relativi ai rapporti di prova nr. 13/01431, 13/01433, 13/01437, 13/01441, 13/01444, 13/01448, e valutazione dei profili di sicurezza chimica dei campioni esaminati, in relazione alle norme cogenti a livello comunitario ed alle principali etichette volontarie di qualità eco-tossicologica. 5.1 Campioni esaminati I campioni oggetto dell’indagine descritta nei rapporti di prova in oggetto sono costituiti da n.6 inserti in pelliccia, prelevati da capi confezionati per l’abbigliamento da bambino. Le caratteristiche dei campioni sottoposti alle prove sono descritti nella tabella 1. I quantitativi dei campioni consegnati al laboratorio, in taluni casi, risultavano di dimensioni e peso ridotti; pertanto, non è stato possibile procedere alla verifica di tutti i parametri analitici programmati12. 5.2 Parametri esaminati e procedure analitiche utilizzate I campioni sopra descritti sono stati sottoposti alle determinazioni analitiche relative ai parametri di sicurezza chimica concordati con l’Ente richiedente le analisi. I parametri e le relative procedure analitiche sono descritte nella seguente tabella 2. 5.3 Risultati analitici I risultati analitici dei campioni esaminati sono descritti nella successiva tabella 3. I valori indicati con il simbolo (≤) si intendono al di sotto dei limiti di rivelabilità (LOD). 5.4 Sistema di valutazioni della conformità dei parametri di sicurezza chimica Il sistema di valutazione dei risultati ottenuti si riferisce ad un verifica dei livelli dei contaminati rilevati, rispetto ai limiti presenti:
11 12
Il passaggio da cromo trivalente ad esavalente è favorito dall’esposizione ai raggi UV e alla luce del giorno, in condizioni di temperature elevate; situazioni che si possono verificare nel processo di lavorazione delle pellicce. Mercurio Nel trattamento delle pelli non mancano coloranti a base di solfuro di mercurio. Si tratta ovviamente di sostanze CRM tossiche, cancerogene e mutagene. Il mercurio può essere facilmente assorbito dal corpo attraverso l’intestino in forma di sale. Alluminio Sali di alluminio come il Solfato di Alluminio sono impiegati come mordenti nella tintura dei tessuti, facilitando l’adesione dei coloranti alle fibre (in questo caso i peli delle pellicce tinte). Si tratta di una sostanza corrosiva, irritante per la pelle e le mucose, e che può provocare lesioni agli occhi.
• nella legislazione cogente europea relativa alle sostanze chimiche pericolose (Regolamento (EU) n.1907/2006 – REACH); • nelle legislazioni specifiche per la sicurezza chimica dei prodotti in pelle e pellicce di nazione extra-europee, nelle quali sono presenti specifiche restrizione alla presenza di sostanze chimiche per gli articoli in pelle e pelliccia (Cina: GB 20400 - Corea del Sud: KC Mark Annex 4 Leather Products – Annex 3 Products for Infant); • in uno specifico standard industriale (volontario) per gli articoli in pelle e pelliccia (SG Leather®); • in una delle principali etichette volontarie di sicurezza ecotossicologica europea (OEKO-TEX Standard 100®). Visti i requisiti di sicurezza presenti nei quattro punti precedenti, il laboratorio ha generato 4 categorie di prodotto, con le quali saranno valutati i livelli di contaminazione dei campioni di pelliccia esaminati (tabella 4): • LIVELLO 4 = i livelli di contaminazione dei parametri esaminati, non superano i requisiti obbligatori presenti nella legislazione europea relativamente ai residui delle sostanze chimiche pericolose presenti negli articoli in pelle e pelliccia. • LIVELLO 3 = i livelli di contaminazione relativi a tutti i parametri esaminati risultano uguali o inferiori ai requisiti obbligatori presenti nelle legislazioni di nazioni extra-europee (es. Cina e Corea) relative alle sostanze chimiche pericolose presenti negli articoli in pelle e pelliccia. • LIVELLO 2 = i livelli di contaminazione relativi a tutti i parametri esaminati risultano uguali o inferiori ai requisiti volontari presenti nello standard industriale, specifico per articoli in pelle e pelliccia, SG Leather®. • LIVELLO 1 = i livelli di contaminazione relativi a tutti i parametri esaminati risultano uguali o inferiori ai requisiti volontari presenti nell’etichetta volontaria OEKO-TEX Standard 100®. • LIVELLO 0 = i livelli di contaminazione relativi ad uno o più dei parametri esaminati risultano superiori ai requisiti obbligatori presenti nella legislazione europea relativa alle sostanze chimiche pericolose presenti negli articoli in pelle e pelliccia.
Laboratorio di analisi Buzzi, di Prato www.buzzilab.it Non è stato possibile effettuare test per indagare la presenza di pesticidi alogenati, organofosfati e piretroidi.
14 TABELLA 1 - CAMPIONI ESAMINATI Rif. LAV
Rapporto di Prova
Tipo di pelliccia
Note
1
13/01431
Murmasky – Cane Procione (Nycterutes Procyonoides)
Tinta colore bianco
2
13/01433
Coniglio + Volpe
Tinta colore azzurro
3
13/01437
Murmasky – Cane Procione (Nycterutes Procyonoides)
Non tinta
4
13/01441
Murmasky – Cane Procione (Nycterutes Procyonoides)
Non tinta
5
13/01444
Volpe (Volpe Vulpes)
Non tinta
6
13/01448
Volpe della Groenlandia (AlopexLagopus)
Tinta colore blu
15 TABELLA 2 - PARAMETRI ESAMINATI E PROCEDURE ANALITICHE Parametro
Condizioni di Prova
Norma di riferimento
Note
Alchilfenoli (AP) • Ottilfenolo (OP) • Nonilfenolo (NP)
• Estrazione con acetonitrile in bagno ultrasuoni; • Determinazione: GC-MS
Procedura Interna CE0124
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 1 mg/kg • Incertezza ± 20%
Alchilfenoli Etossilati (APEOS)
• Estrazione con acetonitrile in bagno ultrasuoni; • Purificazione in allumina • Determinazione: LC-MS/MS
• Ottilfenolo etossilato (OPOE) • Nonilfenolo etossilato (NPOE)
ISO/DIS 18218-1
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 1 mg/kg • Incertezza ± 20%
Conservanti • o-fenilfenolo (OPP) • 4-cloro-3metilfenolo (CMP) • 2,(tiociano-metiltio)-benzotiazolo (TCMTB)
• Estrazione con acetonitrile in bagno ultrasuoni; • Determinazione: LC-DAD
ISO/DIS 13365
Pentaclorofenolo (PCP) Tetraclorofenoli (TeCP)
• Estrazione in corrente di vapore • Derivatizzazione • Determinazione: GC-MS/MS
EN ISO 17070
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 0,05mg/kg • Incertezza ± 20%
• Scissione riduttiva coloranti • Estrazione e purificazione • Determinazione: GC-MS, LC-DAD
EN 17234-1
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 2 mg/kg • Incertezza ± 25%
• Estrazione • Determinazione: LC-DAD
EN 17226-1
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 10 mg/kg • Incertezza ± 20%
• Estrazione con toluene in Soxhlet; • Purificazione silica-gel • Determinazione: GC-MS/MS
Procedura Interna CE0066
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤0,025mg/kg • Incertezza ± 20%
• Metodo difenilcarbazide (DPHC); • Determinazione: colorimetrica
EN ISO 17075
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 3 mg/kg • Incertezza ± 20%
Ammine aromatiche da coloranti azoici (AZO) Formaldeide
Idrocarburi Aromatici Policiclici (PAHs)
Cromo esavalente (CrVI)
Metalli Pesanti (contenuto totale) • Boro (B) • Cromo totale (Cr) • Mercurio (Hg) • Piombo (Pb) • Alluminio (Al)
• Digestione in microonde; • Determinazione: ICP-MS
EN ISO 17072-2
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 1 mg/kg • Incertezza ± 20%
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 1 mg/kg • Limite di rivelabilità (Hg) ≤ 0,1 mg/kg • Incertezza ± 25%
Metalli Pesanti (cessione da sudore acido) Boro (B) Cromo totale (Cr) Mercurio (Hg) Piombo (Pb)
• Estrazione da soluzione di sudore acido; • Determinazione: ICP-MS
EN ISO 17072-1
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 0,1 mg/kg • Limite di rivelabilità (Hg) ≤ 0,05 mg/kg • Incertezza ± 25%
Composti Organici Volatili (VOC)
Determinazione: spazio di testa statico (HS – GC-MS)
Procedura Interna CE0210
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 0,5 mg/kg • Incertezza ± 20%
Composti Organici dello Stagno • MonoButil Stagno (MBT) • Dibutil Stagno (DBT) • Tributil Stagno (TBT) • Tetrabutil Stagno (TeBT) • Di-n-ottil Stagno (DOT) • Tricicloesil Stagno (TCET) • Trifenil Stagno (TPhT)
• Estrazione in etanolo/dietiltiocarbammato • Derivatizzazione • Determinazione: GC-MS/MS
Procedura Interna CE0130
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 0,1 mg/kg • Incertezza ± 20%
Paraffine clorurate a corta catena (C10 – C13)
• Estrazione con n-esano in bagno ultrasuoni; • Determinazione: GC-MS
Procedura Interna CE0081
• Limite di rivelabilità (LOD) ≤ 1 mg/kg • Incertezza ± 20%
16 TABELLA 3 - RISULTATI ANALITICI Parametro
Camp. 1
Camp. 2
Camp. 3
Camp. 4
Camp. 5
Camp. 6
Ammine aromatiche da coloranti azoici (AZO)
≤ 2 mg/kg
≤ 2 mg/kg
≤ 2 mg/kg
≤ 2 mg/kg
≤ 2 mg/kg
≤ 2 mg/kg
Formaldeide
170,2 mg/kg
94,6 mg/kg
≤ 2 mg/kg
41.4 mg/kg
≤ 2 mg/kg
74,4 mg/kg
≤ 3 mg/kg
≤ 3 mg/kg
≤ 3 mg/kg
≤ 3 mg/kg
≤ 3 mg/kg
≤ 3 mg/kg
Pentaclorofenolo (PCP)
0,63 mg/kg
0,51 mg/kg
0,60 mg/kg
0,38 mg/kg
0,36 mg/kg
0,30 mg/kg
Tetraclorofenoli (TeCP)
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
0,12 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
(OPP)
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
1,3 mg/kg
8,4 mg/kg
(CMP)
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
(TCMTB)
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
Cromo esavalente
(CrVI)
Conservanti
Alchilfenoli (AP) Ottilfenolo (OP)
≤ 1 mg/kg
22,0 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
Nonilfenolo (NP)
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
Ottilfenolo etossilato (OPEO)
≤ 1 mg/kg
45 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
Nonilfenolo etossilato (NPEO)
130 mg/kg
200 mg/kg
240 mg/kg
≤ 1 mg/kg
890 mg/kg
2500 mg/kg
Boro (B)
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
Cromo totale (Cr)
7,9 mg/kg
7821 mg/kg
2,1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
2938 mg/kg
3622 mg/kg
Mercurio (Hg)
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
Piombo (Pb)
4,2 mg/kg
3,7 mg/kg
2,2 mg/kg
2,4 mg/kg
6,1 mg/kg
1,0 mg/kg
Alluminio (Al)
1145 mg/kg
388,4 mg/kg
2444 mg/kg
1789 mg/kg
2503 mg/kg
250,5 mg/kg
Boro (B)
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
Cromo totale (Cr)
0,1 mg/kg
153,7 mg/kg
0,1 mg/kg
0,1 mg/kg
10,0 mg/kg
2,5 mg/kg
Mercurio (Hg)
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
Piombo (Pb)
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
≤ 0,1 mg/kg
(MBT)
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
(DBT)
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
0,09 mg/kg
(TBT)
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
(TeBT)
≤ 0,05 mg/kg
0,06 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
(DOT)
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
(TCET)
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
(TPhT)
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
≤ 0,05 mg/kg
Paraffine clorurate a corta catena (C10 – C13)
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
≤ 1 mg/kg
Idrocarburi Aromatici Policiclici (PAHs) 22 PAHs – compresi 16 idrocarburi cangerogeni
Fenantrene 0,08 mg\kg Naftalene 0,07 mg\kg
Fenantrene 0,12 mg\kg Pirene 0,07mg\kg Fluorantene 0,06 mg\kg
Fenantrene 0,13 mg\kg Fluorene 0,09 mg\kg Naftalene 0,08 mg\kg Pirene 0,06 mg\kg
Naftalene 0,06 mg\kg
≤ 0,025 mg/kg Naftalene 0,14 mg\kg Pirene 0,07mg\kg
Alchilfenoli etossilati (APEOS)
Metalli Pesanti (contenuto totale)
Metalli Pesanti (cessione da sudore acido)
Composti Organici dello Stagno
17 segue TABELLA 3 - RISULTATI ANALITICI Parametro
Camp. 1
Camp. 2
Camp. 3
Camp. 4
Camp. 5
Camp. 6
MEK
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
1,2-dicloro etano
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Benzene
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Tricloro etilene
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Toluene
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Tetracloro Etilene
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
0,53 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Etil Benzene
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Xileni
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Composti Organici Volatili (VOC)
Stirene
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Acetofenone
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
2-fenil-2-propanolo
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Nota - In tutti i campioni esaminati, nelle prove che prevedono l’estrazione in solvente e la determinazione in GC-MS (es. Alchilfenoli e PAHs) si è riscontrata la presenza, in quantitativi variabili di 2,4-di-ter-butil fenolo13 (prodotto antiossidante e stabilizzante rispetto ai raggi UV).
13
Sostanza irritante per gli occhi, la pelle e le vie respiratorie; altamente tossico per gli organismi acquatici.
18 TABELLA 4 - PARAMETRI DI VALUTAZIONE Parametro
Ammine aromatiche da coloranti azoici (AZO)
Livello 4
Livello 2
Livello 1
Europa
Cina
Livello 3 Corea
SG Leather® Standard 100®
OEKO-TEX
≤ 30 mg/kg (22 ammine)
≤ 20 mg/kg (24 ammine)
≤ 30 mg/kg (22 ammine)
≤ 30 mg/kg (22 ammine)
≤ 20 mg/kg (24 ammine)
Baby ≤ 20 mg/kg Contatto pelle ≤ 75 No contatto ≤ 150
Baby ≤ 16 mg/kg Contatto pelle ≤ 75 No contatto ≤ 300
Baby ≤ 20 mg/kg Contatto pelle ≤ 75 mg/kg No contatto ≤ 300 mg/kg
Formaldeide
Nessuna restrizione
Cromo esavalente (CrVI)
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
≤ 3 mg/kg
≤ 3 mg/kg
≤ 3 mg/kg
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
≤ 5 mg/kg
≤ 0,5 mg/kg
Baby ≤ 0,05 mg/kg Contatto p.≤ 0,5 mg/kg
≤ 100 mg/kg
Baby ≤ 50 mg/kg Contatto pelle ≤ 100
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
≤ 100 mg/kg
≤ 100 mg/kg
≤ 100 mg/kg
≤ 100 mg/kg
≤ 1000 mg/kg
≤ 1000 mg/kg
≤ 1000 mg/kg
≤ 1000 mg/kg
Baby ≤ 50 mg/kg Adulto ≤ 200 mg/kg
Nessuna restrizione
Pentaclorofenolo (PCP) Tetraclorofenoli (TeCP) Conservanti (OPP) (CMP)
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
(TCMTB) Alchilfenoli (AP) Ottilfenolo (OP)
≤ 1000 mg/kg
Nonilfenolo (NP)
≤ 1000 mg/kg
Nessuna restrizione
Alchilfenoli etossilati (APEOS) Ottilfenolo etossilato (OPEO)
≤ 1000 mg/kg
Nonilfenolo etossilato (NPEO)
≤ 1000 mg/kg
Nessuna restrizione
Metalli Pesanti (contenuto totale) Boro (B) Cromo totale (Cr) Mercurio (Hg)
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione ≤ 50 mg/kg
Piombo (Pb) Baby ≤ 50 mg/kg Adulto ≤ 200 mg/kg
Nessuna restrizione
Boro (B)
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
Cromo totale (Cr)
Nessuna restrizione
≤ 10 mg/kg
Alluminio (Al) Metalli Pesanti (cessione da sudore acido)
Mercurio (Hg)
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
Piombo (Pb)
≤ 0,02 mg/kg
≤ 0,02 mg/kg
≤ 0,8 mg/kg
Baby ≤ 0,2 mg/kg Adulto ≤ 1,0 mg/kg
Composti Organici dello Stagno (MBT)
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
(DBT)
≤ 1000 mg/kg
≤ 1 mg/kg
(TBT)
≤ 1000 mg/kg
≤ 0,05mg/kg
(TeBT)
Nessuna restrizione
(DOT)
≤ 1000 mg/kg
(TCET)
Nessuna restrizione
(TPhT)
≤ 1000 mg/kg
Paraffine clorurate a corta catena (C10 – C13)
≤ 1000 mg/kg
Idrocarburi Aromatici Policiclici Nessuna restrizione (PAHs) 22 PAHs – compresi 16 (per pellicce e pellami) idrocarburi cangerogeni
Nessuna restrizione Nessuna restrizione ≤ 1 mg/kg
Nessuna restrizione
Baby ≤ 1 mg/kg Adulto ≤ 2 mg/kg Baby ≤ 0,2 mg/kg Adulto ≤ 1,0 mg/kg Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
Baby ≤ 1 mg/kg Adulto ≤ 2 mg/kg Nessuna restrizione Baby ≤ 0,2 mg/kg Adulto ≤ 1,0 mg/kg
Nessuna restrizione
≤ 1000 mg/kg
≤ 1000 mg/kg
Nessuna restrizione
≤ 10 mg/kg
Benzo pireni ≤ 1 mg/kg Somma ≤ 10 mg/kg
19 5.5 Attribuzione Livello di Sicurezza ai campioni esaminati TABELLA 5 - ATTRIBUZIONE LIVELLO DI SICUREZZA AI CAMPIONI ESAMINATI Campione
Livello attribuito
Parametro/i con livelli di contaminazione significativi Formaldeide - Pentaclorofenolo (PCP) - Nonilfenolo etossilato* - Alluminio (totale)
Camp. 1
LIVELLO 4
Camp. 2
LIVELLO 4
Formaldeide - Pentaclorofenolo (PCP) - Nonilfenolo etossilato* - Alluminio (totale) – Cromo (cessione)
Camp. 3
LIVELLO 3
Pentaclorofenolo (PCP) - Tetraclorofenoli (TeCP) - Nonilfenolo etossilato* - Alluminio (totale)
Camp. 4
LIVELLO 4
Formaldeide - Pentaclorofenolo (PCP) - Alluminio (totale)
Camp. 5
LIVELLO 3
Nonilfenolo etossilato * - Alluminio (totale)
Camp. 6
LIVELLO 0
Formaldeide - Pentaclorofenolo (PCP) - Nonilfenolo etossilato - Alluminio (totale)
Note: Campioni 1, 2 e 4 ➜ LIVELLO 4 = l’articolo non supera i limiti presenti nella legislazione europea. La commercializzazione nel territorio italiano potrebbe però essere inibita, per il mancato rispetto del “Codice del Consumo” (Decreto Legislativo n.206 del 6 settembre 2005 – art. 103: definizione di prodotto sicuro), legato alla presenza di residui di sostanze pericolose – es. Formaldeide, Pentaclorofenolo (PCP), Nonilfenolo etossilato. Non è commercializzabile in Cina e/o Corea in base alla legislazione vigente (Cina: GB 20400 - Corea del Sud: KC Mark Annex 4 Leather Products – Annex 3 Products for Infant). Non possiede i requisiti per i marchi volontari esaminati (SG Leather® - OEKO-TEX Standard 100®). Campioni 3, 5 ➜ LIVELLO 3 = l’articolo è commercializzabile nel mercato nazionale italiano e in quelli cinesi e/o coreani. L’articolo non possiede i requisiti per i marchi volontari esaminati (SG Leather® - OEKO-TEX Standard 100®).
14
Campione 6 ➜ LIVELLO 0 = l’articolo non è commercializzabile nel mercato nazionale italiano (nonilfenolo etossilato). Non è commercializzabile in Cina e/o Corea (formaldeide). Non possiede i requisiti per i marchi volontari esaminati (SG Leather® - OEKO-TEX Standard 100®). *Alchilfenoli etossilati: nel campione n.6 il livelo di alchilfenoli etossilati (nonilfenolo etossilato) supera i limiti prescritti dal regolamento comunitario REACH. Nei campioni nr.1, 2, 3, 5 si rilevano residui di nonilfenolo etossilato inferiore al limite di REACH di 1000mg/kg; questa situazione indica comunque che i campioni esaminati hanno subito cicli di lavorazione all’interno dei quali sono state impiegate sostanze vietate a livello comunitario (vedere pubblicazione Greenpeace14) Prof. Giuseppe Bartolini Direttore Tecnico Laboratorio Analisi Chimiche “Buzzi”.
http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2011/inquinamento/Panni_sporchi.pdf
20 6. RAPPORTI DI PROVA PER SINGOLO CAMPIONE 6.1 Il Gufo – giaccone piuma
Questo piumino di marca Il Gufo, acquistato a Milano presso il negozio monomarca Il Gufo (Via Bigli 1/3 Ang. Via Verri), è per bambino di età di 18 mesi. Il cappuccio presenta una bordatura di pelliccia animale (cane-
procione, Nyctereutes procyonoides, detto Murmasky), tinta di colore bianco. Le analisi hanno provato la presenza dei seguenti contaminanti (evidenziati i valori fuori limite):
Parametro
Quantitativo misurato (mg/kg)
Valore massimo tollerato (mg/kg)
Formaldeide
170,2
≤16 (Oeko-tex® bambino)
PCP Pentaclorofenolo
0,63
≤0,05 (Oeko-tex® bambino)
Nonilfenolo etossilato
130
≤1000 (Reach)
Cromo (totale)
7,9
≤50 (SG Leather® bambino)
Piombo
4,2
≤50 (Oeko-tex®)
Alluminio (contenuto totale)
1.145
≤50 (SG Leather®)
IPA Fenantrene
0,08
≤10 (SG Leather®)
IPA Naftalene
0,07
≤10 (SG Leather®)
Questo articolo, ai sensi delle norme vigenti, è commercializzabile sul mercato nazionale. Non è commercializzabile in Cina e/o Corea del Sud e non possiede i requisiti per i marchi SG Leather® e Oeko-tex®. Questo articolo potrebbe comunque essere ritirato dal mercato al fine della tutela della salute dei consumatori, come già avvenuto in passato per altri prodotti e con quantitativi anche inferiori, per il mancato rispetto del “Codice del Consumo”(D. Lgs 206/05 – art.
103: definizione di prodotto sicuro), legato alla presenza di residui di sostanze pericolose. Da segnalare inoltre la non conformità con la recente normativa in materia di etichettatura dei prodotti tessili: dall’8 maggio 2012 infatti, tutti i nuovi capi di abbigliamento contenenti pelliccia animale devono obbligatoriamente riportare la dicitura “Contiene parti non tessili di origine animale” (ai sensi del Regolamento UE N.1007/2011 articolo 12).
21 6.2 Miss Blumarine - berretto
Questo berretto di marca Miss Blumarine, acquistato a Milano presso il negozio monomarca Miss Blumarine (Via della Spiga, 48) è per una bambina di età di 5 anni. La pelliccia, secondo quanto dichiarato in etichetta, è un misto di
volpe e coniglio ed è tinta di colore azzurro. Le analisi hanno provato la presenza dei seguenti contaminanti (evidenziati i valori fuori limite):
Parametro
Quantitativo misurato (mg/kg)
Valore massimo tollerato (mg/kg)
Formaldeide
94,6
≤16 (Oeko-tex® bambino)
PCP Pentaclorofenolo
0,51
≤0,05 (Oeko-tex® bambino)
Ottilfenolo (OP)
22
≤1000 (Reach)
Ottilfenolo etossilato (OPEO)
45
≤1000 (Reach)
Nonilfenolo etossilato (NPEO)
200
≤1000 (Reach)
Cromo (contenuto totale)
7.821
≤50 (SG Leather® bambino)
Piombo (contenuto totale)
3,7
≤50 (Oeko-tex®)
Alluminio (contenuto totale)
388,4
≤50 (SG Leather®)
Cromo (cessione da sudore acido)
153,7
≤10 (Oeko-tex®)
TeBT Tetrabutil Stagno
0,06
≤0,05 (Corea del Sud KC Mark Annex 4) IPA
Fenantrene
0,12
≤10 (SG Leather®)
IPA Pirene
0,07
≤10 (SG Leather®)
IPA Fluorantene
0,06
≤10 (SG Leather®)
Questo articolo, ai sensi delle norme vigenti, è commercializzabile sul mercato nazionale. Non è commercializzabile in Cina e/o Corea del Sud e non possiede i requisiti per i marchi SG Leather® e Oeko-tex®. Si chiede comunque il ritiro dal mercato di questo prodotto al fine della tutela della salute dei consumatori, per il mancato rispetto del “Codice del Consumo”(D.Lgs. 206/05 – art. 103: definizione di prodotto sicuro), legato alla presenza di residui di sostanze pericolose.
Questo prodotto presenta anche un elevato livello di contaminazione da metalli pesanti, cromo (III), residuo del processo di concia al cromo, oltre che, seppur entro i limiti di sicurezza, di altre sostanze chimiche pericolose per la salute. Da segnalare inoltre la non conformità con la recente normativa in materia di etichettatura dei prodotti tessili, ai sensi del Regolamento UE N.1007/2011 articolo 12.
22 6.3 Fix Design – (borsa Minifix)
Questa borsa di marca Fix Design, acquistata a Monza presso il negozio monomarca Atelier Minifix (Piazza S. Paolo 5), è per bambina di 10 anni. La bordatura di pelliccia animale è di cane-procione (Nyctereutes
Parametro
Quantitativo misurato (mg/kg)
procyonoides), detto Murmasky. Non è tinta. Le analisi hanno provato la presenza dei seguenti contaminanti (evidenziati i valori fuori limite):
Valore massimo tollerato (mg/kg)
Formaldeide
≤2
≤16 (Oeko-tex® bambino)
PCP Pentaclorofenolo
0,60
≤0,05 (Oeko-tex® bambino)
TeCP Tetraclorofenoli
0,12
≤0,05 (Oeko-tex® bambino)
Nonilfenolo etossilato (NPEO)
240
≤1000 (Reach)
Cromo (contenuto totale)
2,1
≤50 (SG Leather® bambino)
Piombo (contenuto totale)
2,2
≤50 (Oeko-tex®)
Alluminio (contenuto totale)
2.444
≤50 (SG Leather®)
IPA Fenantrene
0,13
≤10 (SG Leather®)
IPA Pirene
0,06
≤10 (SG Leather®)
IPA Naftalene
0,08
≤10 (SG Leather®)
IPA Fluorene
0,09
≤10 (SG Leather®)
Questo articolo è commercializzabile sul mercato nazionale italiano e in quelli Cinesi e della Corea del Sud, tuttavia non possiede i requisiti per potere essere certificato dai marchi volontari esaminati (SG Leather® - OEKO-TEX Standard 100®), per via della presenza di contaminanti chimici. Si chiede comunque alle autorità competenti di accertare l’effet-
tiva sicurezza del prodotto al fine della tutela dei consumatori, in relazione alla presenza di sostanze chimiche pericolose. L’articolo è conforme alla recente normativa in materia di etichettatura dei prodotti tessili, ai sensi del Regolamento UE N.1007/2011 articolo 12.
23 6.4 Fix Design – (cappotto Minifix)
Questo cappotto di marca Fix Design, acquistato a Monza presso il negozio monomarca Atelier Minifix (Piazza S. Paolo 5), è per bambina di 10 anni. La bordatura di pelliccia animale è di cane-procione (Nyctereutes
Parametro
Quantitativo misurato (mg/kg)
procyonoides), detto Murmasky. Non è tinta. Le analisi hanno provato la presenza dei seguenti contaminanti (evidenziati i valori fuori limite):
Valore massimo tollerato (mg/kg)
Formaldeide 41,4
≤16
(Oeko-tex® bambino)
PCP Pentaclorofenolo
0,38
≤0,05 (Oeko-tex® bambino)
Piombo (contenuto totale)
2,4
≤50 (Oeko-tex®)
Alluminio (contenuto totale)
1.789
≤50 (SG Leather®)
IPA Naftalene
0,06
≤10 (SG Leather®)
Tetracloro Etilene
0,53
nessuna specifica restrizione
Questo articolo, ai sensi delle norme vigenti, è commercializzabile sul mercato nazionale. Non è commercializzabile in Cina e/o Corea del Sud e non possiede i requisiti per i marchi SG Leather® e Oeko-tex®. Questo articolo potrebbe comunque essere ritirato dal mercato al fine della tutela della salute dei consumatori, come già avvenuto in passato per altri prodotti e con quantitativi anche inferiori, per
il mancato rispetto del “Codice del Consumo”(D. Lgs 206/05 – art. 103: definizione di prodotto sicuro), legato alla presenza di residui di sostanze pericolose. L’articolo è conforme alla recente normativa in materia di etichettatura dei prodotti tessili, ai sensi del Regolamento UE N.1007/2011 articolo 12.
24 6.5 Gucci
Questo cappotto della marca Gucci, acquistato a Roma presso il negozio monomarca Gucci di Via Condotti 8, è per bambina di 12 anni.
Parametro
Quantitativo misurato (mg/kg)
La bordatura di pelliccia è di volpe (Vulpes vulpes) e non è tinta. Le analisi hanno provato la presenza dei seguenti contaminanti (evidenziati i valori fuori limite):
Valore massimo tollerato (mg/kg)
Formaldeide
≤2
≤16 (Oeko-tex® bambino)
PCP Pentaclorofenolo
0,36
≤0,05 (Oeko-tex® bambino)
OPP Ortofenilfenolo
1,3
≤50 (Oeko-tex® bambino)
Nonilfenolo etossilato (NPEO)
890
≤1000 (Reach)
Cromo (contenuto totale)
2938
≤50 (SG Leather® bambino)
Piombo (contenuto totale)
6,1
≤50 (Oeko-tex®)
Alluminio (contenuto totale)
2.503
≤50 (SG Leather®)
Cromo (cessione da sudore acido)
10
≤10 (Oeko-tex®)
Questo articolo è commercializzabile sul mercato nazionale italiano e in quelli Cinesi e della Corea del Sud, tuttavia non possiede i requisiti per potere essere certificato dai marchi volontari esaminati (SG Leather® - OEKO-TEX Standard 100®), per via della presenza di contaminanti chimici. Si chiede comunque alle autorità competenti di accertare l’effet-
tiva sicurezza del prodotto al fine della tutela dei consumatori, in relazione alla presenza di sostanze chimiche pericolose. L’articolo è conforme alla recente normativa in materia di etichettatura dei prodotti tessili, ai sensi del Regolamento UE N.1007/2011 articolo 12.
25 6.6 Brums
Questo piumino della marca Brums, acquistato on-line sul portale d’abbigliamento www.outletbambini.it, è per bambino di 7 anni. La bordatura di pelliccia è di Volpe della Groenlandia (Alopex lagopus), tinta colore blu.
Le analisi hanno provato la presenza dei seguenti contaminanti (evidenziati i valori fuori limite):
Parametro
Quantitativo misurato (mg/kg)
Valore massimo tollerato (mg/kg)
Formaldeide
74,4
≤16 (Oeko-tex® bambino)
PCP Pentaclorofenolo
0,30
≤0,05 (Oeko-tex® bambino)
OPP Ortofenilfenolo
8,4
≤50 (Oeko-tex® bambino)
Nonilfenolo etossilato (NPEO)
2500
≤1000 (Reach)
Cromo (contenuto totale)
3622
≤50 (SG Leather® bambino)
Piombo (contenuto totale)
1,0
≤50 (Oeko-tex®)
Alluminio (contenuto totale)
250,5
≤50 (SG Leather®) ≤10 (Oeko-tex®)
Cromo (cessione da sudore acido)
2,5
DBT Dicloruro di dibutilstagno
0,09
≤1 (Oeko-tex® bambino)
IPA Pirene
0,07
≤10 (SG Leather®)
IPA Naftalene
0,14
≤10 (SG Leather®)
Questo articolo, ai sensi delle norme vigenti, non è commercializzabile nel mercato nazionale italiano (violazione Regolamento (CE) n. 1907/2006 per il contenuto di nonilfenolo etossilato). Non è commercializzabile in Cina e/o Corea del Sud (per il contenuto eccessivo di formaldeide). Non possiede i requisiti per i marchi volontari esaminati (SG Leather® - OEKO-TEX Standard 100®). La LAV chiede che tale prodotto sia ritirato dal mercato per il
mancato rispetto del “Codice del Consumo”(D. Lgs. 206/05 – art. 103: definizione di prodotto sicuro), legato alla presenza di residui di sostanze pericolose. Questo prodotto presenta anche una significativa contaminazione da altre sostanze chimiche. Da segnalare inoltre la non conformità con la recente normativa in materia di etichettatura dei prodotti tessili, ai sensi del Regolamento UE N.1007/2011 articolo 12.
26 7. CONFRONTO DEI LIVELLI DI CONTAMINANTI TRA I CAMPIONI ESAMINATI
7.1 Contenuto di Formaldeide Marca
mg/kg
Il Gufo
170,2
Miss Blumarine Fix Design (borsa) Fix Design (giacca)
94,6 2 41,4
Gucci
2
Brums
74,4
I campioni esaminati hanno valori di Formaldeide che arrivano fino a oltre 10 volte lo standard industriale Oeko-tex速 bambino.
7.2 Contenuto di Pentaclorofenolo Marca
mg/kg
Il Gufo
0,63
Miss Blumarine
0,51
Fix Design (borsa)
0,60
Fix Design (giacca)
0,38
Gucci
0,36
Brums
0,30
Lo standard industriale Oeko-Tex速 bambino indica in 0,05 mg/kg il contenuto massimo tollerabile di PCP nei prodotti tessili. I campioni esaminati risultano avere residui decisamente maggiori.
27 7.3 Contenuto di Nonilfenolo etossilato Marca
mg/kg
Il Gufo
130
Miss Blumarine
200
Fix Design (borsa)
240
Fix Design (giacca)
1
Gucci
890
Brums
2500
La normativa europea in materia di “registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche” (Reg. 2006/1907/CE), meglio nota come REACH, dispone in 1000mg/kg (allegato XVII punto 46) il contenuto massimo tollerabile di Nonilfenoli etossiliati nei prodotti tessili. Il campione della marca Brums ha un contenuto di 2.500mg/kg, mentre il campione Gucci è quasi al limite.
7.4 Contenuto di Alluminio Marca
mg/kg
Il Gufo
1145
Miss Blumarine
388
Fix Design (borsa)
2444
Fix Design (giacca)
1789
Gucci
2503
Brums
251
In tutti i campioni esaminati è stato rilevato un contenuto di Alluminio nettamente superiore al limite massimo di sicurezza dello standard industriale SG Leather®bambino.
7.5 Contenuto di Cromo Marca
mg/kg
Il Gufo
7,9
Miss Blumarine
7821,0
Fix Design (borsa)
2,1
Fix Design (giacca)
1,0
Gucci
2938,0
Brums
3622,0
Nel 50% dei campioni esaminati è stato rilevato un contenuto di Cromo nettamente superiore al limite massimo di sicurezza dello standard industriale SG Leather®bambino.
28 CONCLUSIONI Questa indagine realizzata dalla LAV conferma una ulteriore criticità connessa con lo sfruttamento degli animali per la produzione di pellicce, ovvero il fatto che nulla di “naturale” vi sia nella pelliccia animale e quanta chimica invece occorre per trasformare le spoglie di un animale in un prodotto commercializzabile. Se i problemi dell’impatto sul benessere degli animali (appositamente allevati per tale scopo) sono ben conosciuti da molti anni15, al punto che sempre più Paesi stanno vietando l’attività di allevamento di animali “da pelliccia” (l’ultimo bando è quello approvato dal Parlamento olandese lo scorso 18 dicembre), più recentemente la LAV ha dimostrato anche la insostenibilità ambientale dell’industria della pellicceria con uno studio di Life Cycle Assessment della pelliccia di visone in cui è dimostrato come la produzione di un chilo di questa pelliccia comporti un impatto ambientale significativamente peggiore dell’impatto conseguente alla produzione di un analogo quantitativo di materiali alternativi come l’acrilico, il poliestere ed il cotone16. Con questa nuova indagine su capi d’abbigliamento per bambini contenenti pellicce animali, è emersa una ulteriore criticità della pelliccia animale: l’impatto sulla salute delle persone. Abbiamo acquistato capi di abbigliamento da bambino tra le più note marche italiane e abbiamo sottoposto a test eco-tossicologici gli inserti in pelliccia per indagare l’eventuale presenza di sostanze chimiche che abitualmente sono impiegate nelle fasi di lavorazione delle pellicce. Quello che è emerso è un quadro decisamente preoccupante: su 6 soli articoli acquistati, uno non potrebbe essere posto in vendita, altri hanno livelli di inquinanti così elevati da giustificarne il ritiro
15 16
dal mercato. Le sostanze rilevate nei prodotti finiti in forma residuale a seguito dei trattamenti cui le componenti di pelliccia animale sono state sottoposte, sono sostanze classificate anche come CMR (cancerogene, mutagene, tossiche per i processi riproduttivi), oppure persistenti nell’ambiente, bioaccumulabili, dannose per gli organismi acquatici, nonché irritanti per contatto con la pelle. La potenziale pericolosità delle sostanze rinvenute in capi di abbigliamento posti in vendita sul mercato nazionale, deve indurre le istituzioni competenti e le stesse aziende moda ad adottare i necessari provvedimenti affinché la salute pubblica, e dei minori in particolare, non venga messa inutilmente a repentaglio. La LAV si rivolge dunque al Ministero della Salute, al fine di: • ritirare dal mercato i prodotti segnalati e promuovere specifici accertamenti su altri ancora in vendita; • diramare un’allerta RAPEX (Rapid Exchange of Information System of the EU), per avvertire gli altri Paesi Membri della presenza sul mercato comunitario di capi di abbigliamento contaminati; • vietare l’uso di pelliccia animale almeno nei prodotti di abbigliamento e non, destinati ai bambini, o comunque ai minorenni. Le aziende moda devono assumersi la responsabilità di non immettere sul mercato prodotti contaminati, e in particolare che contengano pellicce animali. I consumatori invece, possono limitare l’esposizione a sostanze chimiche potenzialmente pericolose per se stessi e per i propri figli, astenendosi dall’indossare e dall’acquistare prodotti contenenti pelliccia animale.
Studio scientifico della Commissione Europea, The welfare of animals kept for fur production, 2001 http://ec.europa.eu/food/animal/welfare/international/out67_en.pdf “The environmental impact of mink fur production”, 2011, LAV http://lav.it/index.php?id=1728
29 APPENDICE 1 Altri prodotti, stessi rischi: il Rapporto “Poison in Furs” di Four Paws17 L’associazione internazionale Vier Pfoten (Four Paws) ha realizzato, tra il 2011 e il 2012, un’indagine simile a quella condotta dalla LAV. Four Paws ha acquistato in Germania, Inghilterra, Olanda, Austria, Romania e Svizzera un totale di 35 capi di abbigliamento e accessori con inserti in pelliccia e sottoposti ad analisi eco-tossicologiche. I prodotti acquistati sono delle seguenti 24 marche: Airfield, Andre, Basler, Burberry, Diadora, Dublanc, Frieda&Freddies, Gucci, Kookai, Madaleine, MaxMara, Modestia, Modissa, Monclear, Napapijri, Nickelson, Oakwood, Passigatti, Poivre Blanc, Pumpkin, Sluis Leder, Sportalm, Woolrich, Yves Salomon. Le pellicce sono state analizzate presso i laboratori dell’Istituto
Ambientale di Brema, in Germania, dove i test realizzati hanno portato ai seguenti risultati: in sintensi, tutte le 24 marche sono risultate positive al 100% ad alcune sostanze chimiche (APEOS Alchifenoli etossilati -Nonil e Ottilfenoli etossilati- e Nonil- e Ottilfenolo; Ammine aromatiche da coloranti azoici; AOX – Alogenati Organici; Formaldeide; Sali di Cromo -Cromo esavalente compreso). La presenza di residui di sostanze chimiche pericolose nelle pellicce animali e negli inserti in pelliccia utilizzati per abiti e accessori, è un fattore costante dovuto al processo di lavorazione delle pellicce. Le indagini condotte da Four Paws nel 2011 e dalla LAV con questo ulteriore dossier, provano come nulla di naturale vi sia nella pelliccia animale e che, in via precauzionale per la tutela della propria salute e di quella dei propri figli, è bene non indossare abbigliamento o accessori contenenti pelliccia animale.
Sostanza o gruppo di sostanze rilevate nei capi analizzati
17
Percentuale di campioni risultati positivi sui 35 analizzati
1
APEOS Alchifenoli etossilati (Nonil e Ottilfenoli etossilati) e Nonil- e Ottilfenolo
100%
2
Ammine aromatiche da coloranti azoici
100% di pellicce colorate
3
AOX – Alogenati Organici
100%
4
Formaldeide
100%
5
Sali di Cromo (Cromo esavalente compreso)
100% (0% esavalente)
6
IPA Idrocarburi Policiclici Aromatici
29%
7
Clorofenolo, Clorocresolo, o-Fenilfenol
26%
8
Sali di Piombo, solubili
11%
9
Paraffina Clorurata
3%
10
DDT
3%
11
Sali di Boro, solubili
3%
12
Composti organostannici
3%
http://www.four-paws.org.uk/uk/en/campaigns/wild-animals/fur/poison-in-fur/
30 APPENDICE 2 Aggiornamenti sulla campagna Toxic Fur La Campagna “Toxic Fur” è stata lanciata con una apposita conferenza stampa lo scorso 19 febbraio, alla vigilia della Settimana della Moda di Milano, e tenutasi presso la Sede Nazionale della LAV. L’attenzione mediatica riscontrata, unita ad una efficace azione di comunicazione, ha consentito una rapida divulgazione dei dati delle analisi eco-tossicologiche non solo tra mlioni di consumatori ma soprattutto presso le aziende coinvolte e le istituzioni.
Nelle fotografie, alcuni momenti della conferenza stampa organizzata dalla LAV per illustrare i risultati dell'indagine sulla presenza di sostanze chimiche pericolose nei capi d'abbigliamento per bambini con inserti in pelliccia animale.
31 Al momento della chiusura in stampa della presente pubblicazione, questi sono i risultati raggiunti: • A meno di 24 ore dal lancio della Campagna Toxic Fur, l’azienda Il Gufo annunciava dalle pagine del proprio sito web l’immediato ritiro dal mercato del prodotto incriminato: http://blog.ilgufo.com/it 20 febbraio, 2013 SOSTANZE TOSSICHE SU PELLICCE DA BAMBINI “Il Gufo Spa ringrazia la LAV per la segnalazione e comunica che in via cautelativa provvederà all’immediato ritiro dal mercato dell’articolo in questione e procederà con le opportune verifiche. Riteniamo comunque fondamentale sottolineare che l’obiettivo primario dell’Azienda è da sempre fornire prodotti di massima qualità ed assolutamente privi di qualsiasi componente nociva.”
• Il Pubblico Ministero Raffaele Guariniello, della Procura della Repubblica di Torino, a seguito della formale denuncia della LAV ha avviato una specifica indagine e dato mandato ai Carabinieri del NAS di svolgere mirati campionamenti presso i negozi e i magazzini delle aziende coinvolte: Fix Design, Preca Brummel (Brums), Miss Blumarine, Il Gufo, Gucci. • Gucci ha diffidato la LAV facendo pervenire una nota in cui invita a: “desistere immediatamente da ogni attività volta a confondere maliziosamente il pubblico in merito alla presenza, in prodotti a marca Gucci, di sostanze pericolose per la salute e l’ambiente, o non conformi alla normativa vigente, e a desistere da ogni tentativo, in qualunque forma, volto a limitarne le vendite e diffusione, nonché ad associare il nostro marchio a campagne diffamatorie non riconducibili a fatti veritieri”. In tutta risposta, la LAV ha replicato precisando che, come del resto già evidente da quanto riportato nel comunicato stampa del 19 febbraio (e relative schede dei singoli capi analizzati), il prodotto Gucci analizzato è risultato conforme alla normativa vigente nazionale comunitaria ed internazionale in materia di sostanze chimiche pericolose nei prodotti tessili ma nonostante ciò, le analisi eco-tossicologiche hanno rilevato la presenza di Pentaclorofenolo, Nonilfenolo etossilato, Cromo e Alluminio (sostanze presenti a seguito dei trattamenti utilizzati per la lavorazione della pelliccia), motivo per cui abbiamo richiesto alle autorità competenti di accertarne l’effettiva sicurezza al fine della tutela della salute dei consumatori.
Per essere aggiornati sulla Campagna Toxic Fur: www.nonlosapevo.com
• Il Ministero della Salute (Dipartimento della Sanità Pubblica e dell’Innovazione, Direzione Generale della Prevenzione) avendo appreso della Campagna Toxic Fur ha contattato la LAV per avere copia dei rapporti di prova per i test eco-tossicologici e della relativa documentazione. Lo stesso Ministero ha poi avviato in proprio ulteriore indagini, ai sensi della normativa in materia di Codice del Consumo (D. Lgs.206/2005), e disposto il divieto per gli importatori e distributori di “fornire, proporre la fornitura o di esporre nella rete di vendita gli articoli coinvolti” per tutto il tempo necessario allo svolgimento delle verifiche e degli accertamenti sulla sicurezza dei prodotti.