La nostra ricchezza:
La LAV in Italia www.lav.it PIEMONTE
Sommario
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Mettiamo fine al circo con animali In azione per la fine dei test su animali StopTheTrucks Non è l’ora del latte Tutto è possibile Tutti amici di Girotondo Randagismo, cosa è cambiato Il 17° Rapporto zoomafia SOS Combattimenti di animali Emergenza animali terremoto La scelta Animal Free Amali per sempre! Questa è una vecchia amicizia
CONSIGLIO DIRETTIVO Roberto Bennati (vicepresidente), Carmen Caballero, Alessandro Fazzi, Gianluca Felicetti (presidente), Simone Pavesi COLLEGIO DI GARANZIA Roberto Callegaro, Annalisa Lancellotti (Presidente), Roberto Sormani REVISORI DEI CONTI Susanna Russo (presidente); Alessio Rastelli, Mauro Vantaggio (sindaci) Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal ‘codice di regolamentazione sulla privacy’ (Dlgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dlgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, Viale Regina Margherita 177 - 00198 ROMA tel. 064461325, fax 064461326, email: info@lav.it
Impronte • ottobre 2016
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EMILIA ROMAGNA BOLOGNA: (STP) tel. 333/8175258 - 320/4788779 lav.bologna@lav.it www.lav.it/sedi/bologna REGGIO EMILIA: (STIC) tel. 333/7749145 lav.reggioemilia@lav.it www.lav.it/sedi/reggio-emilia CORREGGIO (RE): (STIC) tel. 331/1284428 lav.correggio@lav.it MODENA: (STP) tel. 320/4795021 lav.modena@lav.it www.lav.it/sedi/modena PIACENZA (PDR) tel 392/8372885 lav.piacenza@lav.it Ferrara (PDR) tel 347/4246427 lav.ferrara@lav.it
TOSCANA
GENOVA: (STP) tel. 347/2330272 lav.genova@lav.it SANREMO-IMPERIA: (PDR) tel. 348/3238928 lav.sanremo-imperia@lav.it LA SPEZIA: (PDR) tel. 345/7001452 lav.laspezia@lav.it
FIRENZE: (STP) lav.firenze@lav.it tel. 327/1273417 www.lav.it/sedi/firenze PONTEDERA (PI): (PDR) tel. 328/1470263 lav.pontedera@lav.it MASSA: (PDR) tel. 347/9015015 lav.massacarrara@libero.it LUCCA: (PDR) tel. 339/7017135 lav.lucca@lav.it
LOMBARDIA
UMBRIA
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PERUGIA: (PDR) tel/fax 075/690225 - 338/2256714 lav.perugia@lav.it www.lav.it/sedi/perugia TERNI: (PDR) tel. 340/6233297 lav.terni@lav.it
LIGURIA
TRENTINO ALTO ADIGE
MARCHE MACERATA: (PDR) tel. 339/4734051 - 347/0518265 lav.macerata@lav.it
LAZIO ROMA: (STP) tel. 320/4795553 (ore 9.30-13.30) lav.roma@lav.it www.lav.it/sedi/roma
ABRUZZO PESCARA: (STP) tel. 327/3837173 lav.pescara@lav.it www.lav.it/sedi/pescara
CAMPANIA NAPOLI: (STP) tel. 328/2313365 lav.napoli@lav.it www.lav.it/sedi/napoli
PUGLIA BARI: (STP) tel. 348/0618270 fax 080/5583828 lav.bari@lav.it www.lav.it/sedi/bari LECCE: (PDR) tel. 328/4713416 lav.lecce@lav.it TARANTO: (PDR) tel. 320/8763198 lav.taranto@lav.it
BOLZANO (PDR) tel. 349/0744252 lav.bolzano@lav.it www.lav.it/sedi/bolzano TRENTINO (STP): tel. 331/1507169 lav.trentino@lav.it www.lav.it/sedi/trentino
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CATANIA: (PDR) tel. 349/6184467 lav.catania@lav.it RAGUSA: (PDR) tel. 340/0031368 lav.ragusa@lav.it CALTANISSETTA: (PDR) tel. 347/5800934 fax 0934/1936166 lav.caltanissetta@lav.it MESSINA: (PDR) tel. 328/9546860 lav.messina@lav.it
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LAV
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TORINO: (STIC) tel./fax 011/746392 lav.torino@lav.it www.lav.it/sedi/torino CARMAGNOLA (TO): (STIC) tel. 340/0062741 lav.carmagnola@lav.it ARONA (NO): (PDR) tel. 335/6471031 lav.arona@lav.it LANGHE ROERO E MONREGALESE: (CN) (PDR) 320/4729967 lav.langhe-roero-monregalese@lav.it CUNEO E VALLATE: (PDR) 333/8347714 lav.cuneo-vallate@lav.it ALESSANDRIA: (PDR) tel. 320/4795564 lav.alessandria@lav.it www.lav.it/sedi/alessandria ASTI: (PDR) tel. 320/2219586 lav.asti@lav.it
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SICILIA
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I nomi e le vite emerse
dalle ferite del terremoto
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iccio, Crocchè, Alvaro, Meo, i dodici pesci rossi di Alessandra, Balto, Luna, il cagnone Riki, Nina, Rocky, Juaira, Bolt, Tiffany, Matilda, Kid, Stella, la gatta Miura, Gigia, Ludwig. E poi le sette galline sotto al campanile pericolante di Tino, Lola, Mimosa, Micia, Giacomino, Elio… Nomi, vite, sconosciute anche a noi fino al 24 agosto scorso, emerse dalle ferite della Terra ad Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e dalle loro tante frazioni, tanto da esserci ormai familiari. A far parte, appunto, della nostra famiglia di persone impegnate per i loro diritti, la loro tutela,
particolare, mi ha telefonato con la cugina ancora sotto le macerie, piangente per lei così come per il cane della cugina che non riusciva a ritrovare, fuggito chissà dove o intrappolato sotto le macerie. Lei è stata la migliore rappresentazione di quel “siamo tutt’uno”, che il fondamentale ruolo dei cani da soccorso ha fatto forse capire anche a qualche scoria di animalofobo; non esistono cani di serie A e serie B, così come umani di serie A e di serie B. Grazie a veterinari e operatori specializzati, alle donazioni dei soci e di tanti cittadini, la LAV è quindi riuscita a realizzare
Noi siamo stati schierati fin dalle prime ore e poi nei giorni dell’emergenza, con le nostre Sedi locali e un progetto stabile da realizzare anche quando la gran parte delle persone avrà dimenticato questa grande tragedia la loro vita. Il terremoto che ha sconvolto l’Appennino nel Centro Italia, ha fatto scattare una solidarietà mai registrata prima, anche per gli altri animali. E noi siamo stati schierati fin dalle prime ore e poi nei giorni dell’emergenza e lo saremo, come fatto a L’Aquila nel 2009 e in Emilia nel 2012, con le nostre Sedi locali e un progetto stabile da realizzare anche quando la gran parte delle persone avrà dimenticato questa grande tragedia. La condivisione del dolore e della speranza, la vera compassione, l’abbiamo avuta con le stesse vittime umane del sisma e con i loro parenti che ci hanno chiamati di giorno e di notte e che, aldilà di quanto potevamo fare e siamo riusciti a realizzare, ci ringraziavano perché “qualcuno si occupa anche degli animali”. Una ragazza in
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subito degli interventi qualificati, grazie all’accordo stipulato con il Corpo Forestale dello Stato. Potremo però fare di più e meglio in questi eventi se la Protezione Civile, e quindi la Presidenza del Consiglio, capirà finalmente che è necessaria una loro direzione e coordinamento anche per gli animali, per evitare uno spontaneismo come quello al quale abbiamo assistito, fatto di tanto cuore ma niente testa. Per questo noi ci batteremo da domani. Per un futuro di maggiore speranza anche nelle emergenze. Accanto a una ricostruzione materiale che costruisca anche rapporti nuovi, fra umani e altri animali.
@glfelicetti
Perché amo gli animali? Perché io sono uno di loro. Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba, il panico del cervo che scappa, sono il tuo oceano grande e sono il più piccolo degli insetti. E conosco tutte le tue creature: sono perfette in questo amore che corre sulla terra per arrivare a te. Alda Merini
www.lav.it Impronte Anno XXXIII n°7 (155) ottobre 2016 DIREZIONE E REDAZIONE SEDE NAZIONALE LAV Onlus VIALE REGINA MARGHERITA 177 - 00198 ROMA TEL. 064461325 r.a.; FAX 064461326 Email: info@lav.it • Internet: www.lav.it DIRETTORE RESPONSABILE: Giacomo Bottinelli DIRETTORE EDITORIALE: Maria Falvo HANNO COLLABORATO Gaia Angelini, Roberto Bennati, Giacomo Bottinelli, Antonella Buceti, Carmen Caballero, Carla Campanaro, Gianluca Felicetti, Silvia Felicetti, Francesca Gramazio, Ilaria Innocenti, Michela Kuan, Barbara Paladini, Simone Pavesi, Maurizio Santoloci, Paola Segurini, Claudia Squadroni, Ilaria Tordone, Ciro Troiano PROGETTO GRAFICO: Michele Leone FOTO COPERTINA: I STOCK AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993 ISCR. ROC 2263 - anno 2001 DTP-STAMPA Arti Grafiche “La Moderna” Via Enrico Fermi 13-17 Guidonia Montecelio (RM)
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CHIUSO IN TIPOGRAFIA il 12 settembre 2016 RIPRODUZIONI degli articoli sono auspicate ma consentite solamente con l’autorizzazione della Direzione Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Packaging in Mater-Bi: biodegradabile e compostabile Nata nel 1977, la LAV ha per fine la Liberazione animale, l’affermazione dei diritti degli animali non umani e la loro protezione, la lotta alla zoomafia e la difesa dell’ambiente. Si batte per l’abolizione della vivisezione, della pesca, della caccia, delle produzioni animali, dell’allevamento, del commercio, degli spettacoli con animali e dell’utilizzo di qualsiasi essere vivente. Difende la Terra e i suoi ecosistemi. La LAV combatte lo specismo lottando contro ogni forma di violenza, prevaricazione e sfruttamento, per il rispetto del diritto alla vita, alla dignità e alla libertà di ogni individuo umano e non umano. LA LAV È • riconosciuta Ente Morale con Decreto Ministeriale 19.5.1998 e Onlus Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale; • riconosciuta associazione che persegue finalità di tutela degli interessi lesi da reati contro gli animali (Decreto 2/2009 EN.AS. - D.M.Salute 2.11.06 Legge 189/04) • riconosciuta associazione di protezione ambientale con Decreto Ministeriale 15.2.2007 (legge 349/86); • dal 1995 componente della Commissione Nazionale Allevamenti e Macelli del Ministero della Salute (legge 623/85); • dal 1999 firmataria di un Protocollo d’Intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione allo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado” • dal 2007 Ente abilitato al rilascio di crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) presso il Ministero della Salute • cofondatrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente • membro di Eurogroup for Animals, della European Coalition to End Animal Experiments, della Fur Free Alliance, di ENDCAPtivity QUOTE ANNUALI DI ISCRIZIONE E RINNOVO (OGNI DODICI MESI) ALLA LAV • ORDINARIO 30 euro • GIOVANILE (fino a18 anni) 18 euro • FAMIGLIA 45 euro • SOSTENITORE 46 euro • BENEMERITO 150 euro • STRAORDINARIO 500 euro • PER SEMPRE (chiama 06 4461325) VERSAMENTI INTESTATI A LAV • CC POSTALE 24860009 • CC BANCARIO n. 501112 Banca Popolare Etica - Filiale di Roma - Via Rasella 14 - 00187 Roma (cordinate IBAN) IT16 E050 1803 2000 0000 0501 112 Conservate le ricevute postali e bancarie delle donazioni alla LAV: potete dedurle dalla prossima dichiarazione dei redditi, ai sensi della legge 460/97 nel limite di 2.065,00 euro all’anno; per le aziende fino al 2% del reddito d’impresa.
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Mettiamo la parola fine
al circo con animali
di Claudia Squadroni
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opo la campagna dello scorso anno “Al circo con animali non daremo un euro”, a dicembre la LAV tornerà in piazza con una grande mobilitazione per un obiettivo ancora più ambizioso: la fine dell’utilizzo degli animali in tutti i circhi italiani. Il 3 e 4 dicembre saremo nelle principali città d’Italia con un messaggio chiaro e semplice, per il Governo e per il Parlamento che in queste settimane sta esaminando il Disegno di Legge sulla disciplina dello spettacolo: mai più circhi con animali! Sono sempre di più i Paesi, in Europa e nel mondo, che hanno già vietato o posto serie limitazioni all’utilizzo degli animali nei circhi e negli spettacoli (18 gli Stati Membri dell’UE che lo hanno bandito, in modo totale o parziale). Anche in Italia il vento sta cambiando: il Rapporto Eurispes 2016 rivela che il numero di chi vorrebbe abolire la pratica di utilizzare animali nei circhi è aumentato
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Lo scenario nazionale e internazionale sono decisamente favorevoli alla fine del circo con animali, un obiettivo perseguito da tempo, che oggi può finalmente realizzarsi. Diventa anche tu parte del cambiamento, sostieni la nostra campagna per un circo senza animali dal 68,3% al 71,4% in un solo anno, segno di una crescente sensibilità del pubblico e di una maggiore informazione sulle condizioni degli animali nei circhi. Tutto questo è senza dubbio il risultato di molte inchieste e campagne di sensibilizzazione condotte dalle associazioni animaliste, LAV in primis, supportate anche dalla recente posizione assunta dalla Federazione dei Veterinari Europei (FVE) - che attraverso oggettive e qualificate argomentazioni scientifiche, ha chiesto “di proibire l’utilizzo di mammiferi esotici nei circhi in quanto non vi è affatto la possibilità che le
loro esigenze fisiologiche, mentali e sociali, possano essere adeguatamente soddisfatte” - nonché dalle numerose condanne a carico di circhi, disposte dai Tribunali nel corso degli ultimi anni. Soltanto nei primi mesi del 2016, sono stati condannati in vari gradi di giudizio, per reati che vanno dalla detenzione di animali incompatibile con le loro naturali necessità, al maltrattamento: • Livio Togni, con sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato quella del Tribunale di Milano del 22 dicembre 2014, per il reato di detenzione incompa-
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Il 3 e 4 dicembre ti aspettiamo in piazza tibile (art. 727 c.p.), per aver tenuto due elefanti legati a catena corta in modo continuativo; • il gestore dell’American Circus, con sentenza del Tribunale di Alessandria, per il reato di detenzione incompatibile (art. 727 c.p.), per aver tenuto cinque elefanti legati a catena corta; • Radojica Mirkovic, dell’omonimo circo, con sentenza del Tribunale di Monza che ha stabilito il pagamento di 10.000 euro di multa, confisca degli animali e sospensione dell’attività, come pena per il maltrattamento degli animali di sua proprietà, ai sensi dell’art. 544 ter del Codice Penale; • il titolare del Circo Medrano, con sentenza del Tribunale di Padova, a otto mesi con sospensione della pena, per il reato di maltrattamento di animali, per aver cagionato agli stessi “lesioni psicofisiche” e averli sottoposti “a comportamenti incompatibili con le loro caratteristiche etologiche”, ai sensi dell’articolo 544 ter del Codice Penale.
Queste condanne, insieme ai recenti orientamenti dell’opinione pubblica, rappresentano segnali inequivocabili di un nuovo corso nella giurisprudenza e di una mutata condizione culturale, cui le Istituzioni stanno mostrando di voler attribuire significato, introducendo proposte di modifica delle leggi vigenti. Il Disegno di Legge di riforma del settore dello spettacolo, infatti, nella sua formulazione iniziale includeva anche una disposizione per la progressiva chiusura dei circhi con animali. Questa disposizione allo stato attuale è stata stralciata dal testo del DDL, ma il
Governo ha preannunciato di voler mantenere la natura di collegato, anche per le disposizioni stralciate. Noi chiediamo che questo impegno venga mantenuto e che: 1. venga adottata una nuova norma nazionale (o modificata la Legge vigente, mai rivista dal 1968) affinché venga introdotto il divieto assoluto di utilizzare animali nei circhi, entro la data certa del 2020; 2. le nuove disposizioni introducano anche il divieto immediato di riproduzione e di nuove acquisizioni di animali da parte dei circhi (come strumento complementare alla proibizione del punto. Lo scenario nazionale e quello internazionale sono decisamente favorevoli alla fine del circo con animali, un obiettivo perseguito da tempo, che oggi può finalmente realizzarsi. Diventa anche tu parte del cambiamento, sostieni la nostra campagna per un circo senza animali: ti aspettiamo sabato 3 e domenica 4 dicembre nelle principali città d’Italia. Scopri tutte le piazze su www.lav.it Impronte • ottobre 2016
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Diario di libertà
In azione per la fine dei test su animali di Michela Kuan
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li animali vittime dei laboratori di sperimentazione sono centinaia di milioni nel mondo. Solo in Europa le statistiche parlano di oltre 12 milioni di vite. Animali allevati, utilizzati e uccisi nel vano tentativo di farli assomigliare all’uomo, inducendo loro malattie in modo artificiale o inserendo nel loro DNA geni umani, in esperimenti che falliscono come modello scientifico in oltre il 95% dei casi, che rallentano la vera ricerca e che, soprattutto, ci macchiano di una realtà orribile: la vivisezione. Una violenza ingiustificabile nei confronti di qualsiasi specie animale, che si esercita sui primati, specie complesse dal punto di vista comportamentale, che faticano a riprodursi in cattività e vengono strappate al loro ambiente naturale per finire nei laboratori, soprattutto europei e nord-americani, destinate a morire al servizio di una falsa scienza, basata su un business che condanna uomini e animali. Basti pensare che su 749 esperimenti che hanno comportato l’utilizzo di scimpanzé, il 49,5% non ha ricevuto alcuna citazione in letteratura scientifica. Tra i campi di applicazione in cui i primati sono più utilizzati, ci sono le ricerche sull’HIV e le neuroscienze (investigazioni sul cervello), eseguite spesso senza anestesia. Da quasi venti anni il vaccino contro l’HIV “sembra” funzionare sulle scimmie … ma dov’è la cura per l’uomo? Nel 1989 si riuscì a vaccinare i macachi contro l’SIV (un virus simile a quello che infetta la nostra specie) e nel 1990 iniziarono le prove sull’uomo contro l’HIV, ma ad oggi nessun farmaco efficace è stato trovato: ben 85 vaccini promettenti sul modello animale e oltre 25 anni di studi, senza arrivare ad
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Le scimmie, subiscono gravi coercizioni fisiche, con impianti nel cranio e immobilizzazioni alcuna applicazione utile per i milioni di malati che aspettano una cura. Chiarificatrice, a questo proposito, la posizione di J. Bailey, genetista: “C’è una grande quantità di dati spesso trascurati che mostra che la ricerca su primati non umani è irrilevante, non necessaria, anche pericolosa per la salute umana e che possiede poco o nessun valore predittivo o applicazione per la medicina umana.” All’inefficacia di questi test si aggiunga che, le poche volte in cui le telecamere sono riuscite a entrare in un laboratorio, hanno reso note al pubblico scene agghiaccianti, come nel caso della recente investigazione, durata 7 anni e condotta dall’associazione britannica contro la vivisezione “Cruelty Free International”, in collaborazione con la “Soko Tierschutz”, nell’Istituto tedesco di Tübingen, il Max Planck Institute for
Nuova casa per i macachi dell’Università di Modena: salvi grazie alla LAV
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anno finalmente una nuova casa i 16 macachi dell’Università di Modena. L’Ateneo e il Comune, in attuazione del loro Protocollo d’Intesa che sanciva la cessazione dei test sui primati non umani, hanno affidato a noi gli animali: siamo stati ritenuti dalla Commissione tecnica e veterinaria l’associazione presentatrice della migliore proposta per assicurare ai macachi una vita serena. Ci occuperemo di loro vita natural durante con il Centro di recupero animali selvatici ed esotici di Semproniano, in Maremma, offrendogli accoglienza e ogni cura necessaria, nel rispetto delle loro esigenze etologiche. Sul prossimo Impronte vi presenteremo i protagonisti di questa incredibile e magnifica storia di libertà.
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Una violenza ingiustificabile nei confronti di qualsiasi specie animale, che si esercita sui primati, specie complesse dal punto di vista comportamentale, che faticano a riprodursi in cattività e vengono strappate al loro ambiente naturale
Uno dei macachi nella nuova dimora Foto LAV
Biological Cybernetics, che ha mostrato al mondo quali terribili esperimenti subiscano i macachi detenuti nei laboratori. Le scimmie, infatti, oggetto di ricerche di base al cervello, subiscono gravi coercizioni fisiche, con impianti nel cranio e immobilizzazioni, in strutture di contenzione chiamate “ingenuamente” sedie da primate. I macachi durante l’esperimento sono oggetto di deprivazioni gravissime, come la mancanza di acqua per giorni interi, che le rende così assetate da indurle a bere l’urina delle altre scimmie. Inoltre, le strutture di contenzione comportano elevati livelli di dolore, gli animali terrorizzati rimangono immobilizzati dalla testa in giù, con impianti elettrici nel cervello e negli occhi che registrano le attività mentali e riportano evidenti segni di traumi fisici, come lividi e sanguinamenti, che si protraggono per settimane. Questo orrore, però, non inizia nei laboratori ma ha origini più lontane. I macachi, infatti, provengono da catture invasive nelle Mauritius, dove sono prelevati in natura e, costretti in anguste scatole, partono per voli interminabili nel buio e nel gelo delle stive degli aerei, al termine dei quali arrivano in fin di vita e sotto shock allo stabilimento fornitore, che li smista come fossero merce. Purtroppo, il traffico internazionale di primati destinati alla sperimentazione non accenna a diminuire e le Mauritius sono tra i principali bacini di fornitura del mondo. Il numero degli animali esportati da questo Paese è incredibilmente aumentato, passando da 2.937 scimmie nel 2013 a 8.991 scimmie nel 2014. Cuccioli e adulti vengono catturati brutalmente nella foresta e detenuti a vita negli allevamenti (come non ricordare lo scandalo della Noveprim, il più grande stabilimento allevatore dell’isola, dove una recente investigazione ha documentato centinaia di cadaveri, tra cui femmine gravide e cuccioli, ammassati come spazzatura) o spediti all’estero per finire sui tavoli dei laboratori, per subire test molto invasivi, che spesso comportano operazioni al cranio e impianti nel cervello. Nonostante le direttive internazionali e le leggi di molti Paesi formalmente suppor-
tino il recupero e la dismissione degli animali dai laboratori di sperimentazione, solo meno dello 0,1% riesce a salvarsi e ad essere recuperato. Si tratta, evidentemente, di un supporto solo teorico perché non esistono vincoli né incentivi e in molti casi gli animali vengono semplicemente soppressi per prassi, persino quelli in esubero (che quindi non hanno subito sperimentazioni), come mostrano gli scandali degli ultimi anni, relativi ai processi per uccisioni non necessitate di animali “da laboratorio”. Eppure, in questo panorama desolante, talvolta arrivano delle buone notizie, come quella del noto stabilimento Harlan di Udine che, probabilmente, chiuderà. L’Envigo (ex Harlan), ad Azzida frazione di San Pietro Al Natisone, è infatti uno dei simboli della vivisezione in Italia e questo importante risultato è un segnale che finalmente la scienza sta cambiando e che il mondo deve adeguarsi alle nuove prospettive di ricerca, sia per motivazioni etiche, che scientifiche. È bene ricordare che la Harlan è nota come fornitore di primati da sperimentazione, che arrivavano a Fiumicino per poi subire la quarantena ed essere spediti ai laboratori italiani ed europei. In seguito alla notizia della chiusura, riportata dalla stampa, la LAV ha contattato la dirigenza dell’azienda per chiedere quali piani abbia attuato per la dismissione degli animali e per la riqualificazione della struttura, ricordando che l’uccisione non necessitata è un reato penale. Ma questa vicenda è solo l’ultima di un lungo percorso, infatti, nel corso degli anni la LAV è riuscita a realizzare dei progetti di recupero (ricorderete tutti la famiglia di scimmie uistitì) e sta collaborando da tempo con centri di ricerca e università per promuovere sperimentazioni alternative, convertire i laboratori all’utilizzo di tecniche che non ricorrano all’uso di animali, e costruire santuari per il recupero degli animali sottratti alla vivisezione. Questi ed altri piccoli grandi segnali di cambiamento sono simbolo di un mondo che lentamente sta evolvendo verso una nuova cultura e forma di rispetto: ci fanno sperare che queste vittorie non si fermino, e che si allarghino a macchia d’olio su tutte le fabbriche dell’orrore.
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#StopTheTrucks StopTheTrucks
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di Claudia Squadroni
gni anno almeno un miliardo tra polli e altre specie avicole e 37 milioni tra bovini, suini, pecore, capre ed equini sono trasportati attraverso le frontiere, all’interno dell’Unione Europea e verso paesi terzi. Milioni di animali allevati per l’alimentazione umana, che dopo una vita di reclusione subiscono l’ulteriore sofferenza dei “viaggi della morte”, dall’allevamento al mattatoio. Animali sottoposti a trasporti su lunga distanza, di durata pari o superiore alle otto ore: sono 6 milioni gli animali “da reddito” che ogni anno affrontano viaggi su lunga distanza all’interno dell’Unione Europea. Un numero che sale a 8 milioni se aggiungiamo anche quelli trasportati dall’Europa verso Paesi terzi. Non è raro che il viaggio duri 30 ore o più. In alcuni casi passano oltre 96 ore (ben quattro giorni!) prima che gli animali raggiungano la loro destinazione finale.
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Impronte • ottobre 2016
Con la campagna #StopTheTrucks (www.stopthetrucks.eu), Eurogroup for Animals, il principale network animalista a livello europeo, di cui LAV è membro per l’Italia, chiede ai cittadini di scrivere al proprio Governo per sostenere un’iniziativa congiunta finalizzata ad aggiornare la normativa sui trasporti (Regolamento del Consiglio 1/2005) e, in particolare ad introdurre un limite alla durata massima dei viaggi, pari a 8 ore per i mammiferi e 4 ore per il pollame. Incredibilmente, infatti, la Legge europea non prevede alcun limite alla durata complessiva del trasporto di animali “da reddito”. I trasporti su lunga distanza espongono gli animali a gravi fatiche,
disidratazione, ferite e perfino a morte, e questo aumenta il rischio di epidemie. Neanche i vecchi, i deboli o i cuccioli sono risparmiati: animali spossati, indeboliti dagli anni di produzione spesi in cella, con ossa fragili o fratturate, o giovani vitelli, lattanti, forzati a rimanere in piedi per ore e giorni in camion affollati, senza cibo, senza riposo. Tutti sono sottoposti allo stesso calvario. La normativa semplicemente non funziona, e gli sforzi fatti per garantirne l’applicazione sono minimi. Vengono effettuati pochissimi controlli e meno dell’uno per cento di tali controlli viene effettuato durante il trasporto su strada. I fatti parlano chiaro e, anche grazie
Il trasporto di animali “da reddito” su lunga distanza può essere fermato: invia anche tu una lettera al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dal sito www.stopthetrucks.eu
Fermiamo il trasporto di animali vivi su lunga distanza, facciamo sentire la nostra voce, scriviamo al ministro Lorenzin!
alle investigazioni condotte negli anni da molte associazioni, tra cui la LAV, i cittadini europei sono sempre più consapevoli delle condizioni in cui versano gli animali trasportati. Le loro richieste sono fino ad ora cadute nel vuoto ma finalmente qualcosa sta cambiando: Germania, Paesi Bassi e Danimarca, cui si è successivamente aggiunta la Svezia, hanno chiesto all’Unione Europea di modificare la normativa europea che regola il trasporto di animali vivi (Regolamento del Consiglio (CE) n.1/2005), in particolare limitando la durata dei viaggi. Una revisione della legge Europea è più che mai urgente e necessaria, per diversi ordini di ragioni. Ragioni etiche: l’attuale sistema è all’origine di ripetute violazioni dei diritti degli animali “esseri senzienti”, principio sancito dall’Art.13 del Trattato sull’Unione Europea. Ragioni politiche: inefficacia delle politiche attuali, confermata dai dati raccolti a partire dall’entrata in vigore della
normativa.
Ragioni di sicurezza sanitaria: il trasporto di animali vivi è “ideale per la diffusione di malattie” (FAO), sarebbe pertanto necessario ridurre il volume dei trasporti e/o i tempi di viaggio (EFSA). Ragioni scientifiche: secondo il Report della Commissione (2011) “parte del Regolamento non è in linea con le attuali conoscenze scientifiche”, oltre che con i pareri di molti autorevoli enti di ricerca, rimasti fino ad ora inascoltati. Ragioni pratiche: armonizzare i meccanismi ispettivi nei diversi Paesi membri si è rivelato impossibile a causa delle tante aree grigie presenti nel testo di legge (Regolamento del Consiglio d’Europa 1/2005) e della mancanza di controlli durante i trasporti. Ragioni ambientali: il trasporto di animali vivi ha un’elevata impronta ambientale, da quattro a sei volte superiore rispetto al trasporto di un numero equivalente di animali macellati. Ma il modo più efficace, oltre che l’unico eticamen-
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te accettabile per contrastare il cambiamento climatico – aggiungiamo noi – è la transizione ad un’alimentazione basata su cibi esclusivamente vegetali. Alla luce di queste evidenze, una nuova formulazione della normativa è necessaria e urgente: essa non solo faciliterebbe la corretta applicazione delle regole esistenti, ma permetterebbe di aggiornarle in base alle ultime scoperte scientifiche relative alla salute degli animali, consentirebbe di imporre limiti alla durata dei viaggi, in base alle necessità etologiche di ciascuna specie, di stabilire requisiti più stringenti e specifici per il trasporto, di innalzare il livello della formazione per gli autisti e gli addetti ai trasporti. Per contribuire a sostenere l’iniziativa #StopTheTrucks anche a livello nazionale, la LAV chiede all’Italia di fare sentire la propria voce. Il trasporto di animali “da reddito” su lunga distanza può essere fermato: invia anche tu una lettera al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dal sito www.stopthetrucks.eu Impronte • ottobre 2016
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Il latte non è indispensabile: il Giurì ci da ragione!
Non è affatto l’#oradelatte di Paola Segurini
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fine maggio è apparsa sui media una grande campagna a favore del consumo di latte promossa dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, pagata con i soldi dei contribuenti - senza contare i milioni di euro devoluti in questo periodo come aiuti alla zootecnia in genere e gli ulteriori 20,9 milioni di euro UE solo per questo specifico settore - con testimonial quali lo chef Carlo Cracco, la giornalista Cristina Parodi e il nutrizionista Giorgio Calabrese, che invitavano a gran voce a consumare latte. La LAV, dopo aver analizzato i loro “proclami” ha chiesto l’intervento dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP). Sulle pagine del sito www.oradellatte.it, infatti, compariva un aggettivo, “indispensabile”, seguito da “per il nostro organismo, sia per quanto riguarda la fase dello sviluppo che nell’età adulta”. Un aggettivo, probabilmente ben mimetizzato allo sguardo del lettore medio, ma che noi sappiamo essere non corretto e fuorviante ai fini di una giusta informazione. Questo termine era stato già censurato come ingannevole dallo IAP su istanza LAV contro Mellin e Consorzi di produttori di carni, abbiamo quindi deciso di procedere anche in questo caso, sicuri della nostra posizione. Il latte - siamo gli unici mammiferi a consumarlo da adulti - non è affatto indispensabile, perché? La risposta è presto data, la forniscono i numeri: negli Stati Uniti il 90% dei cittadini di origine asiatica, il 70% cento di quelli di origine africana e dei nativi americani e il 50% degli ispanici sono intolleranti al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte. Gli studi hanno dimostrato che una sostanziale riduzione della tolleranza al lattosio è comune tra chi ha origini
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1 Mishkin S. ‘Dairy sensitivity, lactose malabsorption, and elimination diets in inflammatory bowel diseasè. Am J Clin Nutr. 1997;65:564-567. 2 Hertzler SR, Huynh BCL, Savaiano DA.’How much lactose is low lactose?’ J Am Dietetic Asso. 1996;96:243-246 3 Feskanich D, Willett WC, Stampfer MJ, Colditz GA ‘Milk, dietary calcium, and bone fractures in women: a 12-year prospective study’ , Am J Public Health 1997 Jun;87(6):992-7.
Il latte, che comporta molti rischi derivati dell’eccessivo consumo di cibi di origine animale, è una delle possibili fonti di calcio, ma non l’unica, né la migliore: esistono infatti eccellenti fonti vegetali di questo elemento arabe, ebraiche, italiane o greche. Rapportando questo dato su scala globale, si arriva al 75% della popolazione. Già questo dimostra come il latte non si possa definire “indispensabile per il nostro organismo”. È inoltre convinzione diffusa e ingannevole che il calcio contenuto nel latte sia indispensabile per la salute delle ossa. Numerosi studi, tra i quali
l’Harvard Nurses’ Health Study, che ha seguito oltre 75.000 donne per 12 anni, hanno evidenziato che il consumo di latte non protegge dal rischio di fratture, conseguenza dell’osteoporosi. Il latte, che comporta molti altri rischi derivati dell’eccessivo consumo di cibi di origine animale, è una delle possibili fonti di calcio, ma non l’unica, né la migliore:
Consumare Carne Problematiche ambientali, sociali, salutistiche di Marco Ciot Ed. Libri dei Consumatori
esistono infatti eccellenti fonti vegetali di questo elemento. La risposta alla nostra segnalazione non si è fatta attendere, lo IAP ha infatti scritto che, sulla base della denuncia trasmessa da LAV, e scientificamente documentata: “l’apporto proteico e di nutrienti fornito dal latte può essere sostituito senza inconvenienti da altri cibi
non di origine animale” e ha chiesto di togliere l’aggettivo “indispensabile”, che avevamo denunciato: così è stato fatto. Un’altra vittoria della nostra attenzione, del nostro andare contro corrente, ma non da soli: insieme a noi testimoniano la non indispensabilità del latte i milioni di vegani e di intolleranti al lattosio in tutto il mondo e in tutte le epoche.
Consumare Carne è la tesi con cui Marco Ciot si è laureato in Sviluppo, Ambiente e Cooperazione alla Facoltà di Scienze Politiche di Torino e con la quale ha vinto, nel 2015, il primo premio del Concorso nazionale “ICU – Laura Conti”. Il libro, oltre ad essere elemento conclusivo del corso di studi specialistico, è il frutto di un percorso personale che muove dalla consapevolezza dell’esistenza di un legame primario tra uomo e natura, che da sempre si concretizza nell’atto della scelta e dell’assunzione del cibo. Il tema principale di questo lavoro è dunque il consumo - comportamento sociale e atto politico prima ancora che economico - e principalmente il consumo di carne, con le sue devastanti conseguenze, etiche, ambientali, sanitarie. Il libro descrive, in modo chiaro e con ricchezza di dati e di approfondimenti, l’attuale mercato globale della carne, fornisce una lettura organica delle connessioni esistenti tra scelte individuali e questioni collettive, evidenzia i principali problemi in materia ambientale e di salute e dedica ampio spazio alle possibili soluzioni, ispirate ad un’idea di sostenibilità intesa in senso ampio: rispetto per gli animali, conservazione dell’ambiente, equità sociale. Claudia Squadroni Impronte • ottobre 2016
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Se deciderai di adottare uno dei cani in custodia alla LAV, potrai godere del supporto gratuito del nostro educatore cinofilo durante l’inserimento nella tua famiglia
Tutto
è possibile di Federica Faiella
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cani in attesa di adozione spesso hanno un passato di gravi violenze e di dolore alle spalle e hanno perso fiducia nei confronti dell’uomo. Per questo è necessario accompagnarli in un percorso di recupero comportamentale, affinché possano superare i traumi subiti. Il lavoro di Mirko – educatore cinofilo LAV – è un lavoro lento, mai uguale e molto complesso, poiché ogni cane è diverso dagli altri; ogni cane ha il suo vissuto, la sua storia, i suoi traumi e il suo carattere. La strada da fare insieme è diversa per ognuno di loro, come lo sono i tempi. La storia di Sorriso è emblematica dei casi di cui ci occupiamo quotidianamente. Sorriso è un meticcio femmina di circa quattro anni. Del suo passato sappiamo solo che ha vissuto i primi anni di vita in famiglia, per poi essere abbandonata in strada, legata ad un palo, e successivamente inserita in un canile dove non si prendevano cura di lei come avrebbero dovuto. Anni di maltrattamenti l’hanno resa diffidente verso le persone, spaventata, a volte aggressiva, tanto da venire giudicata “pericolosa”: un’etichetta che equivaleva a condannarla a una vita di reclusione. Per sei mesi Mirko si è impegnato al massimo perché Sorriso potesse riacquistare serenità e fiducia nei confronti dell’uomo. Oggi Sorriso ha ritrovato l’equilibrio perduto. Se prima si ritraeva spaventata in un angolino della gabbia, o ringhiava per la paura di essere picchiata, ora non smette più di giocare e di chiedere attenzioni. La sua pericolosità si è rivelata per quello che era: un’etichetta vuota, e oggi Sorriso è pronta per essere accolta in famiglia.
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Sorriso ieri “La prima sensazione che ho provato quando ho visto Sorriso – afferma Mirko era di un cane terrorizzato e ho subito pensato che se non fossi intervenuto, sarebbe stata destinata alla solitudine, ad una vita relegata in box o addirittura ad essere soppressa. Questo pensiero mi ha aiutato a superare il timore di fare ingresso nel box, così ho tentato una prima interazione con lei. La prima volta che l’ho accarezzata ho capito di aver fatto breccia nel muro di diffidenza che le aveva impedito fino a quel momento di vivere serenamente e che la portava ad avere paura dell’uomo. Da quel momento ho cercato di farle vivere esperienze positive in mia compagnia, come le passeggiate all’aria aperta, le prime spazzolate, l’interazione con altre persone. Spero davvero che Sorriso venga adottata quanto prima, io non mancherò di offrire supporto alla famiglia adottiva perché i
Sorriso oggi
con l’educatore cinofilo Mirko Zuccari risultati raggiunti non vengano vanificati e perché Sorriso possa avere la vita che merita”. È osservando cambiamenti come questi che capisci quanto sia importante il lavoro di Mirko: non solo aiuta i cani ad avere di nuovo fiducia nell’uomo, ma dà loro la speranza di una vita migliore, che non hanno mai avuto e che rischiavano di non avere mai. Negli ultimi due anni, grazie al lavoro di Mirko, abbiamo aiutato più di 500 cani, la maggior parte dei quali rinchiusi nel canile Parrelli di Roma, attualmente sotto processo. Alcuni di loro, proprio come Sorriso, hanno ricevuto cure e attenzioni e sono pronti per essere adottati. LAV offrirà alle nuove famiglie aiuto nella fase dell’inserimento e indicazioni sul corretto approccio con il nuovo membro della famiglia.
www.lav.it
Ulisse Ulisse è nato a settembre di nove anni fa all’interno del “Rifugio” Parrelli e da lì non è mai uscito fino al giorno in cui lo abbiamo portato via da quell’inferno. Per nove lunghi anni i suoi splendidi occhi color nocciola non hanno visto nulla se non le grate e le tegole di legno del box fatiscente in cui è stato rinchiuso quando era ancora cucciolo. Oggi è un cane adulto, un velo di tristezza attraversa il suo sguardo ma la sua calma e docilità lo rendono davvero speciale e pronto per essere inserito in famiglia.
Bobby Simil labrador, cieco ad un occhio. A causa del suo trascorso di vita e dei maltrattamenti subiti Bobby è molto diffidente, tuttavia, tra lui e Mirko si è instaurato un legame profondo e Bobby ci ha dimostrato che è pronto ad aprire il proprio cuore a chi saprà mostrargli rispetto e attenzioni. E’ preferibile che venga inserito in una famiglia che abiti in un appartamento, che riesca a seguirlo costantemente, dedicandogli tempo e attenzioni.
Per richiedere informazioni sugli animali o per adottare uno dei cani puoi contattarci allo 06.4461325 o scriverci un’e-mail a adozioni@lav.it indicando il nome dell’animale da te scelto
Nanà Nanà è nata nel 2007 e per tre anni ha vissuto in famiglia. A giugno del 2010 i suoi possessori hanno deciso di rinunciare a lei lasciandola in canile, da allora nessuno si è interessato più a Nanà, che è diventata solo un numero. Nanà per noi è speciale, è una forza della natura, corre, si rotola, salta e con ogni suo gesto sembra voler mostrare la sua gratitudine per averla tratta in salvo. Sconsigliamo l’inserimento in una famiglia all’interno della quale siano presenti bambini piccoli, solo per la sua irruenza. Impronte • ottobre 2016
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Ha bisogno di amore, di affetto, di ascolto ma non è ancora pronto per essere accolto in famiglia. Aiutaci a scrivere il lieto fine, adotta a distanza Girotondo
Tutti amici di Girotondo
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irotondo ha uno sguardo mesto e quell’aria un po’ sommessa di chi ha sofferto, di chi chiede aiuto, di chi ha bisogno di protezione. La sua è la storia di un cane nato e cresciuto per strada, in una cava. Un cane in cerca di affetto che sogna una casa e una famiglia, perché Girotondo non ha mai avuto una vera e propria famiglia, ma per molti mesi un operaio che lavorava nella cava si occupava di lui ogni giorno, portandogli acqua e cibo. La strada però non è un posto sicuro e un giorno un gruppo di ragazzi lo ha aggredito, colpito con bastoni, picchiato e ferito gravemente. L’operaio, allora, ha pensato di offrire a Girotondo un rifugio sereno dove non avrebbe più corso pericoli e lo ha portato al Rifugio Parrelli. E poi solo una gabbia: nessuna attenzione, nessuna carezza. Hanno rinchiuso Girotondo in un box, così come tutti gli altri cani e gatti che per mesi sono stati “accolti” al Parrelli, un luogo di dolore per tutti gli animali, tanto che abbiamo portato il canile in Tribunale, per dare giustizia agli animali ed evitare che quel che loro hanno patito si ripeta!
Per anni Girotondo è stato recluso senza poter mai uscire, la solitudine e i maltrattamenti subiti lo hanno reso sempre più diffidente e oggi non si lascia accarezzare, sfugge a qualsiasi tentativo di contatto e in alcuni casi reagisce in modo aggressivo: è così che ha imparato a difendersi. Ha bisogno di amore, di affetto, di ascolto ma non è ancora pronto per essere accolto in famiglia. Ci stiamo occupando di lui, adesso ha una cuccia, finalmente un posto accogliente. C’è qualcuno che gli è accanto ogni giorno, sta imparando a conoscerlo e sta imparando, lentamente, ad avvicinarsi. E c’è qualcuno che gli sta curando le ferite, quelle del corpo e soprattutto quelle dell’animo. Stiamo insegnando a Girotondo a non aver paura, gli stiamo insegnando che una mano tesa vuol dire una carezza, che la solitudine potrà essere dimenticata: lo stiamo accompagnando in un percorso di recupero, per nulla facile, ma che già sta dando i suoi frutti e grazie al quale, siamo certi, doneremo a Girotondo nuova fiducia e la serenità di una storia a lieto fine. Aiutaci a scrivere il lieto fine, adotta a distanza Girotondo.
Vuoi saperne di più? Visita il sito www.adozioneadistanza.lav.it e scoprirai tutte le novità per essere sempre a fianco degli animali! L’Adozione Junior per tutti i bambini; l’Adozione Regalo Cucciolo Amico per un dono speciale; l’Adozione Amico Fedele, con modalità continuativa, per rimanere ogni giorno a fianco di un animale 14
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Che amico sei? Amico di Zampa è l’Adozione a distanza che dura un anno. Con un’unica donazione nel corso dell’anno puoi contribuire al mantenimento di un animale
AMICO DI ZAMPA Con 50 e contribuirai alle spese per il mantenimento e i pasti
AMICO DI ZAMPA SUPER Con 90 e contribuirai alle spese per l’assistenza e il riparo
AMICO DI ZAMPA SPECIALE Con 200 e contribuirai alle spese medicoveterinarie
Come attivare un’Adozione a distanza? • Con il conto corrente postale che trovi in allegato; ricordati di specificare la tipologia di Adozione scelta e l’animale che desideri adottare; • Con Bonifico bancario o postale intestato a LAV - Lega Anti Vivisezione; Codice Iban: IT16E 05018 03200 000000501112 presso Banca Popolare Etica; specificando la tipologia di Adozione scelta e l’animale che desideri adottare. • Con carta di credito, collegandoti al sito www.adozioneadistanza.lav.it oppure chiamando lo 064461325 Impronte • ottobre 2016
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Randagismo
cosa è cambiato in 10 anni di Ilaria Innocenti
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l randagismo è un fenomeno ancora molto diffuso nel nostro Paese, di cui si ignorano le esatte dimensioni. Per sopperire alla scarsità di dati reali, abbiamo condotto un’indagine regione per regione i cui risultati sono confluiti nel Dossier Randagismo 2016, che fotografa la situazione sulla base delle cifre più aggiornate e fa il punto sull’evoluzione del fenomeno nel corso degli ultimi 10 anni, mettendo in luce le principali criticità e indicando possibili soluzioni, rivolte sia alle pubbliche amministrazioni che ai singoli. Analizzando i dati forniti dalle Regioni e Province Autonome interpellate1, relativi agli anni 2014 e 2015, e comparando quelli del 2015 con i dati relativi al 2006 - diffusi dal Ministero della Salute nel 2008 – emerge che: • il fenomeno del randagismo è apparentemente in flessione (-22,40% i cani presenti nei canili dal 2006 al 2015),
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ma con delle discrepanze tra nord e centro-sud, dove il numero dei cani detenuti nei canili è ancora molto alto e dove a questo numero si somma quello degli animali vaganti sul territorio, la cui riproduzione è spesso incontrollata; aumentano i canili sanitari e quelli rifugio (+24), si passa dalle 959 strutture del 2006 alle 983 del 2015; le regioni con una maggiore presenza di cani in canile per popolazione residente sono: Basilicata, Puglia, Sardegna e Campania; il costo per la cura dei cani presenti nei canili italiani nel 2015 sfiora i 118 milioni di euro, dato calcolato al ribasso, sulla base delle sole amministrazioni che hanno risposto alla LAV. Una cifra che moltiplicata per sette anni, tempo medio della permanenza in canile di un cane in assenza di adozione, supera gli 825 milioni di euro; le adozioni registrano una leggera flessione nel corso dell’ultimo anno (-1,3%): si passa da 33.202 cani adot-
tati nel 2014 a 32.764 cani nel 20152; • i gattili sembrano pressoché assenti: solo 79 strutture su tutto il territorio nazionale. Scarsi e incompleti sono i dati sulle colonie feline, il cui primato è detenuto dalla Lombardia, con 11.595 colonie nel 2015. Seguono il Veneto (7.682), le Marche (6.072) e la Toscana (5.341); • nel 2015 sono stati sterilizzati soltanto 26.044 cani e 50.513 gatti. Complessivamente, sebbene dal 2006 la situazione sia lievemente migliorata, almeno sotto il profilo del numero di animali detenuti nei canili, il quadro è tutt’altro che incoraggiante: sono ancora molti gli interventi, soprattutto al centro e al sud, da mettere in atto per il superamento del randagismo. Per contrastare efficacemente tale fenomeno, è necessario uscire dalla logica dell’emergenza e lavorare in maniera programmatica, secondo specifiche linee di intervento:
Sono ancora molti gli interventi, soprattutto al centro e al sud Italia, da mettere in atto per il superamento del fenomeno del randagismo • raccogliere dati completi e certi; • applicare le norme esistenti, spesso disattese o solo in parte applicate; • adottare il modello di parco-canile; • assicurare la presenza delle associazioni di volontariato nei canili per facilitare le adozioni; • predisporre incentivi per chi adotta, sotto forma di detrazioni, riduzione IVA, buoni e rimborsi (no incentivi in denaro); • promuovere le sterilizzazioni; • incentivare l’iscrizione in anagrafe canina e l’identificazione obbligatoria dei gatti tramite microchip; • promuovere l’accoglienza degli animali nelle strutture turistiche e nei luoghi pubblici;
• contrastare il traffico di cuccioli e il commercio nei negozi, nelle fiere e online. Per giungere a sanare questo fenomeno, che rappresenta una piaga per gli animali, ma anche per la società civile, è fondamentale lavorare sulla prevenzione, incentivando sterilizzazioni, iscrizioni in anagrafe canina e identificazione obbligatoria per i gatti, e nella promozione delle adozioni consapevoli – come la nuova campagna LAV “Questa è una vecchia amicizia” - per garantire la salute psicofisica degli animali e il risparmio di denaro pubblico. Si potrà così ottemperare a un obbligo di legge, incrementando l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa. Per approfondimenti: www.lav.it/news/ dossier-randagismo-2016 1. Tutte le amministrazioni hanno risposto, ad eccezione di Calabria, Sicilia ed Emilia Romagna 2. Il risultato non tiene conto della Regione Veneto che ha trasmesso solo i dati relativi al 2015.
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“Crimini organizzati contro gli animali”
Il 17° Rapporto
zoomafia di Ciro Troiano
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all’analisi dei dati del Rapporto Zoomafia 2016 “Crimini organizzati contro gli animali”, giunto alla sua diciassettesima edizione, si evince che è sempre più evidente la presenza di una sorta di affaristi zoomafiosi formati da imprenditori senza scrupoli e speculatori che, per il raggiungimento dei loro obiettivi, creano sinergie scellerate con delinquenti, funzionari collusi, e speculatori, uniti dall’interesse economico comune. Segnali di questo tipo si intravedono nel traffico di cuccioli, nella gestione dei canili, nell’allevamento e macellazione di animali, nella distribuzione agroalimentare. Nel traffico di cuccioli, ad esempio, è noto l’interesse di alcuni esponenti della camorra, mentre nella gestione dei canili basta ricordare le vicende di “mafia Capitale” che hanno evidenziato il tentativo di accaparramento degli appalti comunali. Un tipico esempio di maltrattamento
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organizzato è dato dai combattimenti. Nel 2015, rispetto all’anno precedente c’è stato un aumento del 64% dei cani sequestrati e del 110% delle persone denunciate: 46 cani tra cui 30 pitbull e 21 persone denunciate, tra cui un minorenne. Un combattimento è stato interrotto in flagranza. Si tratta di una vera emergenza. La tratta dei cuccioli dai Paesi dell’Est, di per sé un reato transnazionale e strutturato, si conferma uno dei business più redditizi che coinvolge migliaia di animali ogni anno e che vede attive vere e proprie organizzazioni. Tenendo presente solo i casi di cui siamo venuti a conoscenza (ma in realtà sono molto di più), sono circa 500 i cuccioli sequestrati (dal valore complessivo di circa 400mila euro) e 28 le persone denunciate nel 2015. I numeri relativi alle corse clandestine e alle illegalità nell’ippica parlano da soli: 11 interventi delle forze dell’ordine, 2 corse clandestine bloccate, 13 persone denunciate, 9 persone arrestate, 15 cavalli
sequestrati solo nel 2015. Il traffico internazionale di animali o parti di essi, uno dei pericoli principali della sopravvivenza delle specie minacciate, trova nel nostro paese un’importante punto di arrivo e di transito. Nel 2015 la CITES ha effettuato controlli su 12.574 animali vivi tra tartarughe, pappagalli, felini e primati e 221.230 parti e derivati (210.000 sono prodotti in pelle di rettile). Il bracconaggio uccide 8 milioni di uccelli. Abbattute illegalmente anche specie rarissime come il Nibbio Reale e il Capovaccaio. In tre anni oltre 100 lupi sono morti per cause non naturali. Sono stati ammazzati anche 5 Ibis sacri. Armi da fuoco clandestine, fucili modificati, silenziatori, puntatori laser, congegni esplosivi, munizioni, lacci, reti, coltelli, macheti, trappole di vario tipo, cianuro e veleni vari: l’arsenale dei bracconieri. Il business del randagismo è una vera manna per trafficoni, imbroglioni e affini che mirano alle convenzioni con gli Enti
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Foto: Corpo Forestale dello Stato
Sempre più evidente la presenza di una sorta di affaristi zoomafiosi formati da imprenditori senza scrupoli e speculatori che, per il raggiungimento dei loro obiettivi, creano sinergie scellerate con delinquenti, funzionari collusi e speculatori Locali. Sono 11 tra canili e strutture - con oltre 1.500 cani e 200 gatti - sequestrati nel corso del 2015 e 13 le persone denunciate per reati che vanno dalla truffa al maltrattamento, all’esercizio abusivo della professione di veterinario. Sono sempre più evidenti gli interessi dei sodalizi criminali per tutta la cosiddetta “filiera dal pesce”, dall’attività di pesca alla vendita all’ingrosso, da quella al dettaglio fino alla ristorazione. Nel 2015 diverse inchieste hanno portato a sequestri e denunce contro appartenenti a clan che controllavano segmenti del “mercato
ittico”. La penetrazione della criminalità organizzata nel mondo degli allevamenti, della macellazione e della distribuzione della carne trova un’evidente conferma nei dati giudiziari, basta vedere i provvedimenti adottati dalla magistratura o i sequestri della polizia: terreni, allevamenti di bovini e ovini, caseifici, aziende bufaline. Dall’analisi dei dati delle Procure si evince che nel 2015, rispetto all’anno prima, c’è stato un aumento del 3% dei procedimenti penali per reati contro gli animali, mentre gli indagati sono diminuiti del 4%.
La diffusione della criminalità zoomafiosa è favorita anche da un sistema normativo repressivo non sempre efficace. Occorre che si arrivi senza ulteriore indugio al varo di alcuni provvedimenti, come il potenziamento della normativa sulla tutela penale degli animali, la modifica della legge sugli animali d’affezione e delle norme sulla tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani, che richiedono una organica risistemazione in un unico e rinnovato testo; le disposizioni sul doping e le corse di animali su strada, prevedendo apposite sanzioni sotto forma di delitto, la rivisitazione della legge sulle scommesse. Inoltre, poiché notoriamente questi reati sono spesso accompagnati da fenomeni di corruzione e di falso documentale, va rafforzata la normativa contro la corruzione e sono da prevedere aggravanti per il coinvolgimento collusivo di pubblici ufficiali in questi reati, perché sono proprio loro che, di fatto, rendono possibile, con la loro malafede, la realizzazione del reato. Impronte • ottobre 2016
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Sos combattimenti
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di Ciro Troiano
er contrastare la nuova emergenza combattimenti, dal 1 luglio è tornato attivo il numero “SOS Combattimenti” 06.4461206. Si tratta di un servizio unico nel suo genere, istituito per dare un aiuto concreto a tutti coloro che vogliono intervenire, nella massima discrezione, contro i soprusi delle lotte clandestine. SOS Combattimenti è un servizio che raccoglie, anche in forma anonima, segnalazioni di combattimenti tra animali per tracciare una mappa dettagliata del fenomeno e favorire l’attivazione di inchieste giudiziarie e sequestri di animali. Il numero SOS Combattimenti 06.4461206 è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 17.00. Attivo anche l’indirizzo e-mail soscombattimenti@lav.it. “SOS Combattimenti” non è un servizio di emergenza né di pronto intervento poiché non trattandosi di un organo di polizia, non raccoglie denunce né organizza controlli. L’obiettivo è quello di svolgere una preziosa attività di raccordo tra i cit-
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tadini e le Forze dell’Ordine, favorendo così l’avvio di inchieste e di sequestri degli animali coinvolti. Da sempre LAV si batte per contrastare i combattimenti tra animali con azioni concrete: denunciando i casi di sua conoscenza e costituendosi parte civile nei processi contro gli autori di questi reati. Ma anche
“SOS Combattimenti” per segnalare casi di combattimenti tra cani, o la loro divulgazione o promozione sul web producendo materiali tecnici per la formazione degli operatori specializzati, tra cui gli organi di polizia giudiziaria, la magistratura e le guardie volontarie. Il numero “SOS Combattimenti”, attivato dalla LAV per la prima volta nel 1999 fino al 2004, ha consentito di organizzare diversi blitz con decine di sequestri di animali.
Purtroppo i combattimenti tra animali negli ultimi tempi sono aumentati in modo molto preoccupante. A indicare l’aggravarsi del fenomeno sono l’aumento delle segnalazioni, il numero di persone denunciate, i ritrovamenti di cani feriti o morti e lo spopolare nel web di pagine che esaltano le lotte clandestine. Le lotte tra cani, dopo un periodo in cui sembravano essere diminuite, anche grazie alla Legge 189/04, sono riprese a un ritmo allarmante. Quello dei combattimenti è un vero affare per la criminalità. Si tratta di un fenomeno complesso che coinvolge soggetti diversi: i casi più diffusi fanno capo a delinquenti locali, teppisti di periferia, sbandati, allevatori abusivi e trafficanti di cani cosiddetti “da presa”. Non mancano però casi riconducibili a sodalizi criminali come la camorra, la ‘ndrangheta, la sacra corona unita e la mafia. Aiutaci a salvarli, chiama o scrivi a “SOS Combattimenti” (06.4461206 soscombattimenti@lav.it ) per segnalare casi di combattimenti tra cani, o la loro divulgazione o promozione sul web.
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Emergenza terremoto: in soccorso degli animali Consapevoli della gravità dell’evento e forti delle nostre passate esperienze di soccorso ci siamo subito attivati per portare il nostro aiuto di Claudia Squadroni
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uova emergenza terremoto, anche per gli animali. Le violente scosse sismiche della notte del 24 agosto hanno devastato intere zone delle province di Rieti e Ascoli, con uno sciame sismico che ha fatto tremare Umbria, Marche e Lazio. Un terremoto avvertito in mezza Italia, con l’amaro bilancio di 294 morti accertati finora, alcuni dispersi, centinaia di feriti e tante case distrutte. Tra le vittime anche innumerevoli animali. Consapevoli della gravità dell’evento e forti delle nostre passate esperienze di soccorso in aree colpite da calamità - come per i terremoti a L’Aquila, in Emilia e l’alluvione a Genova – ci siamo subito attivati per portare il nostro aiuto. Con l’ausilio e a supporto del Corpo Forestale dello Stato (autorità di polizia nazionale per l’ambiente e gli animali) siamo impegnati nelle zone terremotate con due automezzi, di cui uno abilitato al trasporto animali, veterinari, un educatore cinofilo, tre operatori specializ-
Cosa puoi fare tu Il tuo aiuto è fondamentale! La tua donazione può dare una speranza a persone e animali. Aiutaci a ricostruire le loro vite! Puoi utilizzare il bollettino postale, donare on line su www.lav.it (causale “emergenza animali terremoto”) o con Carta di Credito anche via telefono (tel.06 4461325). Saprai esattamente quanto la tua generosità ci ha permesso di fare perché ti racconteremo come abbiamo investito ogni euro ricevuto. Grazie per quanto farai.
trato in risposta ai tanti appelli: in pochi giorni abbiamo raccolto più di 100 segnalazioni. Preziosa la disponibilità di volontari e professionisti e tanti i contatti con le Istituzioni, per portare gli aiuti necessari e le competenze tecniche al servizio delle famiglie, dei singoli e dei loro animali feriti o affamati, persi, non ricongiunti, vaganti
del sisma e a segnalarci la necessità di ritrovarli. Salvo è uno dei gatti nati e cresciuti a Poggio Castellano (frazione di Amatrice), Riki è il cane del paese che Jessica ha accudito per tre anni e che ha sempre visto in lei un punto di riferimento. Per mettere in salvo Riki e Salvo, Jessica ha chiesto l’intervento della nostra Task Force. Ora sono
Riki è un cane anziano (taglia media), simil Breton, adatto a vivere con cani di sesso femminile
Salvo è un gatto adulto, dal pelo nero, in cerca di casa
zati in cani, gatti e altri animali. La nostra base operativa è presso i locali della Scuola del Corpo Forestale dello Stato di Cittaducale (Rieti), a disposizione anche di Protezione Civile, Prefettura, Comuni, strutture veterinarie e singoli cittadini. Il nostro impegno si è subito concen-
con noi, accuditi in tutte le loro necessità. Jessica non può tenerli con sé, per questo cerchiamo famiglie speciali pronte ad accoglierli: scriveteci a adozioni@lav.it . Accompagneremo Riki e Salvo nella nuova casa, con il supporto (gratuito) dell’educatore cinofilo.
e randagi, ma anche per agevolare la convivenza. Intendiamo così porre le basi per un progetto a medio termine per i prossimi mesi, come già fatto in altre zone. Riki e Salvo sono tra gli animali che abbiamo soccorso nei primi giorni, grazie a Jessica che è riuscita a scampare alla furia
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La sfilata Animal Free della stilista Elisabetta Franchi
Lusso, comfort, etica e sostegno alla LAV, quale modo migliore per fare shopping
La scelta Animal Free aiuta la LAV
ad aiutare gli animali A
di Simone Pavesi
nche in autunno lo shopping etico è solo quello Animal Free e da oggi, grazie all’impegno di alcune aziende, l’acquisto di prodotti moda realizzati senza causare sfruttamento degli animali serve anche a sostenere le battaglie della LAV. Sono sempre più numerose le aziende che dopo l’incontro con noi, decidono di dotarsi di politiche commerciali Animal Free. Alcune rinunciando “solo” all’uso di pellicce animali, altre andando anche oltre e facendo rientrare a pieno titolo nelle proprie politiche di Responsabilità Sociale la questione animale nel suo complesso, rinunciando così all’uso anche di piume,
pelle, seta e lana (da subito o con una progressiva dismissione). La lista completa delle aziende Animal Free, suddivise in base al nostro rating (V, no pellicce; VV, no pellicce e piume; VVV, no pellicce, piume, pelle e seta; VVV+ no pellicce, piume, pelle, seta e lana) è disponibile sul sito della LAV www.animalfree.info Oggi alcune aziende hanno deciso di sostenere direttamente la LAV e le numerose battaglie che combattiamo ogni giorno per rivendicare il diritto degli animali a vivere in libertà. La stilista Elisabetta Franchi, nella collezione autunno-inverno 2016/17 (già disponibile nelle numerose boutique e online) ha inserito decine di capi completamente Animal Free, con tanto di cartellino che comunica l’assenza di
La scelta Animal Free di Codital
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qualsiasi componente animale. Parte del ricavato dalla vendita di questi capi sarà devoluto alla LAV per il finanziamento del Centro per animali selvatici ed esotici a Semproniano, una struttura specializzata nel ricovero e recupero di animali sequestrati presso i circhi come grandi felini, pappagalli, zebre ma anche scimmie e che la LAV sta contribuendo ad ampliare e potenziare. Elisabetta Franchi, alla Fashion Week di Milano, in chiusura della presentazione della collezione autunno-inverno 2016 ha fatto anche sfilare due modelle con indosso t-shirt a sostegno della campagna LAV contro il finanziamento pubblico ai circhi con animali. Anche queste t-shirt sono disponibili presso le boutique Elisabetta Franchi e nello store online. E passando dalle passerelle di Milano al salotto di casa propria, ecco anche le pantofole a marchio Arca di Noé. Realizzate in licenza dalla società Codital scrl, le pantofole Arca di Noè non contengono lana o altri derivati animali e sono distribuite negli oltre 5.000 punti vendita della Grande Distribuzione in tutta Italia. Anche Codital devolverà una parte dei ricavi delle vendite al sostegno del progetto Centro di recupero di Semproniano della LAV. Lusso, comfort, etica e sostegno alla LAV, quale modo migliore per fare shopping per se e per i propri cari.
Con noi puoi
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FOTO DREAMSTIME
amarli per sempre!
di Laura Sansone e Mario Mazzarella
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a nostra Socia per Sempre Lina voleva che le sue gatte avessero il meglio anche quando lei non ci sarebbe più stata. La morte non la preoccupava, ma non si dava pace davanti al destino che sarebbe toccato a Bianca e Luna, i suoi due gatti, quando lei non ci sarebbe più stata. Così, Lina prese una decisione importante: lasciare tutti i suoi averi alla LAV, con l’impegno di occuparsi dei suoi due gatti. E così Luna e Bianca ora vivono felici in una nuova casa, con Federica, anche lei nostra Socia Per Sempre: “Quando rientro in casa, sono felice di trovarle ad aspettarmi. Mi sento orgogliosa di averle accolte come un giorno vorrei venisse fatto con i miei animali”. Dario, invece, racconta ai suoi tre figli un aneddoto che gli ha cambiato la vita: seduto tra il pubblico festante di un tendone, osservava un pagliaccio sopra l’altro, tra capriole e salti in un girotondo di animali, mentre un barboncino si arrampicava sulla criniera di una zebra. Poi all’improvviso una zebra cade al suolo con una zampa spezzata. “Fu trascinata via come una condannata a morte, con i pagliacci che continuavano a ridere. Ma io, che avevo 8 anni, iniziai a piangere”. In quel momento Dario comprese che ridere non può voler dire violentare la na-
tura e uccidere la dignità. Così, al termine di questo racconto, ha proposto alla sua famiglia di fare tutti insieme un grande regalo al futuro degli animali. “C’è un grande Centro di recupero a Semproniano, in Toscana”, spiega loro, “che grazie alla LAV accoglie animali liberati dai circhi e da ogni situazione di prigionia. A loro mi piacerebbe donare una parte dei nostri averi perché quando sarete grandi
Scopri come fare testamento a favore degli animali. Noi ci impegneremo ad aiutarli…per sempre possiate vivere in un mondo più giusto per ogni essere vivente”. Dario così consegna ai suoi figli uno dei valori più importanti della sua vita, e alla LAV il dovere di custodirlo. Maurizia non li aveva mai visti di persona, eppure l’idea che due cani venissero spinti ad azzannarsi fino a strapparsi le carni, la tormentava ogni giorno. Avrebbe voluto fare qualcosa di concreto, e lo ha fatto: ha adottato a distanza Yoghi e Oliver, due cani che la LAV ha salvato in-
sieme ad altri animali, dallo zoo di Napoli. Così sola, quando i pensieri si spingevano tra le ombre del passato, Maurizia correva a stringere i suoi cani nella quiete del giardino di casa, e nei loro giochi fuggiva dalle angosce del mondo. Fu in uno di quei giorni che scelse di nominare erede universale la LAV, perché potesse dar seguito alle sue battaglie, “nella speranza che un giorno possa esistere un mondo libero da violenze sugli animali, e che intanto questi trovino conforto e rifugio nelle opere dell’associazione”. Quelle parole hanno subito trovato realizzazione nell’acquisto di 23 ettari di terreno dove vivranno molti animali liberati dalla prigionia dei circhi e dallo sfruttamento. Sarà per loro un paradiso, come sognato da Maurizia. Queste tre storie di Lina, Dario e Maurizia hanno qualcosa in comune che va oltre l’amore per gli animali: lasciare tutto o parte dei propri beni per la difesa degli animali, significa donare un messaggio d’amore incondizionato, e di rispetto, per questi esseri indifesi. Puoi amare gli animali una vita, oppure scegliere di amarli per sempre. Richiedi anche tu la nostra Guida Lasciti (lasciti@lav.it – tel. 0644613253204792597) e scopri come fare testamento a favore degli animali. Noi ci impegneremo ad aiutarli…per sempre. Impronte • ottobre 2016
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