Stop pellicce: il 30 novembre e 1, 7 e 8 dicembre ti aspettiamo in piazza
Green Hill chiude per sempre! Dalla Camera SĂŹ alle norme restrittive
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La LAV in Italia • www.lav.it
Sommario
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Aprite quelle gabbie Vivisezione verso il KO I nostri amici più cari SOS delfini Sistemi criminali & animali Ottobre e la sua grande bellezza Congresso LAV Studenti in “video-sfida” www.lav.it cambia veste!
LAV CONSIGLIO DIRETTIVO Roberto Bennati (vicepresidente), Giacomo Bottinelli, Gualtiero Crovesio, Gianluca Felicetti (presidente), Massimo Vitturi COLLEGIO DEI PROBIVIRI Roberto Callegaro, Laura Gabrieli (presidente), Sandro Guolo REVISORI DEI CONTI Susanna Russo (presidente); Alessio Rastelli, Mauro Vantaggio (sindaci) Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal ‘codice di regolamentazione sulla privacy’ (Dlgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dlgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, Viale Regina Margherita 177 - 00198 ROMA tel. 064461325, fax 064461326, email: info@lav.it
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LEGENDA STP: Sede Territoriale Provinciale STIC: Sede Territoriale Intercomunale STC: Sede Territoriale Comunale PDR: Punto di Riferimento
I nodi e il pettine necessario a scioglierli Busseremo a porte istituzionali, tireremo le giacche di politici, scandiremo slogan nelle piazze, raccoglieremo firme. Per far arrivare la voce degli animali, forte e chiara, laddove si decide della loro vita
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ono lì, i nodi della sofferenza degli animali, alcuni ben nascosti e altri invece in bella vista. Anzi, di più, pubblicizzati e osannati. Fino a che… E’ successo così per i quattro delfinari italiani fino a qualche settimana fa, quando abbiamo lanciato la campagna Sosdelfini per far capire quali violenze vengono perpetrate dietro un avvilente spettacolo, per chi lo propone e per chi lo finanzia andandolo a vedere. Con l’aiuto di Licia Colò e Giorgio Panariello, nel luglio scorso abbiamo mostrato le immagini di una triste e negata realtà. A inizio agosto è scattata la prima inchiesta del Servizio Cites del Corpo Forestale dello Stato che ha sanzionato il delfinario di Rimini per tutta una serie di violazioni alle pur minime normative. E non è finita qui. Così come non era finita nel 2010 la battaglia contro la direttiva europea sulla vivisezione. L’abbiamo sempre detto e, allora solitari oppositori, abbiamo continuato a operare affinché la legge italiana non fosse la fotocopia delle volontà di Bruxelles. Ci siamo riusciti, costruendo in prima fila un vasto fronte associativo e parlamentare che ora permetterà, fra le altre cose, la chiusura di Green Hill per legge. Aldilà della vicenda giudiziaria per la quale i quasi 3000 beagle, tirati fuori da lì lo scorso anno, non ci torneranno mai più in quel posto, grazie all’affido definitivo alle
famiglie disposto su nostra istanza dalla Procura della Repubblica. E ora… la battaglia per chiudere anche in Italia - lo hanno già fatto diversi Paesi - gli allevamenti di animali destinati dal mercato a diventare pellicce. Come al solito busseremo a porte istituzionali, tireremo le giacche di politici, scandiremo slogan nelle piazze, raccoglieremo firme. Per far arrivare la voce degli animali, forte e chiara, laddove si decide della loro vita. Tutto grazie alla forza che iscritti, attivisti e donatori danno alla costruzione e al rafforzamento di quel pettine che fa venire allo scoperto i nodi dello sfruttamento degli animali ed è capace di scioglierli man mano. Ce lo ha insegnato, fra gli altri, anche la nostra socia onoraria Margherita Hack. E’ stato bello leggere e vedere che una persona, una donna, di scienza, venisse ricordata per i suoi meriti di astrofisica ma anche per le sue scelte morali a favore dei diritti degli animali. Da vegetariana convinta (questa estate di alimentazione veg i media ne hanno parlato come non mai, un segno dei tempi che cambiano) ha dimostrato che si può vivere a lungo e bene. Anzi di più, lei ciclista e campionessa d’atletica, contro tutte le dittature umane.
“Non ci piace considerare nostri eguali gli animali che abbiamo reso nostri schiavi” Charles Darwin, Lettere
Impronte Anno XXX n°6 (140) settembre 2013 DIREZIONE E REDAZIONE SEDE NAZIONALE LAV Onlus VIALE REGINA MARGHERITA 177 - 00198 ROMA TEL. 064461325 r.a.; FAX 064461326 Email: info@lav.it • Internet: www.lav.it DIRETTORE RESPONSABILE ED EDITORIALE: Maria Falvo HANNO COLLABORATO Roberto Bennati, Giacomo Bottinelli, Antonella Buceti, Carmen Caballero, Carla Campanaro, Alessandra Fantuzi, Gianluca Felicetti, Silvia Felicetti, Carlotta Giovanucci, Francesca Gramazio, Ilaria Innocenti, Nadia Masutti, Michela Kuan, Barbara Paladini, Simone Pavesi, Maurizio Santoloci, Paola Segurini, Ilaria Tordone, Ciro Troiano PROGETTO GRAFICO Michele Leone AUT. TRIB. ROMA 50/84 - dell’11.2.1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 - dell’1.3.1993 ISCR. ROC 2263 - anno 2001 DTP-STAMPA Arti Grafiche “La Moderna” Via di Tor Cervara 171 - Roma CARTA Dalum Cyclus Print (100% carta riciclata) CHIUSO IN TIPOGRAFIA il 16 settembre 2013 RIPRODUZIONI degli articoli sono auspicate ma consentite solamente con l’autorizzazione della Direzione Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Nata nel 1977, la LAV ha per fine l’abolizione della vivisezione, la protezione degli animali, l’affermazione dei loro diritti, la difesa della biodiversità e dell’ambiente, la lotta alla zoomafia. Si batte contro ogni forma di sfruttamento e violenza sugli animali umani e non umani, sull’ambiente e gli ecosistemi, per il rispetto del diritto alla vita di ogni essere vivente. È la maggiore associazione antivivisezionista e animalista in Italia e una delle più importanti in Europa. LA LAV È • cofondatrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente • riconosciuta Ente Morale con Decreto Ministeriale 19.5.1998 e Onlus Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale; • riconosciuta associazione che persegue finalità di tutela degli interessi lesi da reati contro gli animali (Decreto 2/2009 EN.AS. - D.M.Salute 2.11.06 Legge 189/04) • riconosciuta associazione di protezione ambientale con Decreto Ministeriale 15.2.2007 (legge 349/86); • dal 1995 componente della Commissione Nazionale Allevamenti e Macelli del Ministero della Salute (legge 623/85); • dal 1999 firmataria di un Protocollo d’Intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione allo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado” • dal 2007 Ente abilitato al rilascio di crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) presso il Ministero della Salute • membro di Eurogroup for Animals, della European Coalition to End Animal Experiments, della Fur Free Alliance, di ENDCAPtivity QUOTE ANNUALI DI ISCRIZIONE E RINNOVO (OGNI DODICI MESI) ALLA LAV • ORDINARIO 30 euro • GIOVANILE (fino a18 anni) 18 euro • FAMIGLIA 45 euro • SOSTENITORE 46 euro • BENEMERITO 150 euro • STRAORDINARIO 500 euro • PER SEMPRE (chiama 06 4461325) VERSAMENTI INTESTATI A LAV • CC POSTALE 24860009 • CC BANCARIO n. 501112 Banca Popolare Etica - Filiale di Roma - Via Rasella 14 - 00187 Roma (cordinate IBAN) IT16 E050 1803 2000 0000 0501 112 Conservate le ricevute postali e bancarie delle donazioni alla LAV: potete dedurle dalla prossima dichiarazione dei redditi, ai sensi della legge 460/97 nel limite di 2.065,00 euro all’anno; per le aziende fino al 2% del reddito d’impresa.
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Pellicce: aprite quelle gabbie! Dopo l’Olanda e altri paesi Ue, ora è il turno dell’Italia di Simone Pavesi
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el 2011 siamo riusciti a fare presentare, con il consenso di decine di migliaia di cittadini che hanno firmato la petizione, una specifica proposta di legge per vietare l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali per la produzione di pellicce. Purtroppo il cambio di Governo ha ritardato l’iter legislativo ma abbiamo ottenuto la ripresentazione della stessa proposta di legge anche nell’attuale Parlamento (al Senato S.62 Silvana Amati – PD – e alla Camera C.288 Michela V. Brambilla – PDL)
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e ora un nuovo appello, questa volta rivolto ai 25 senatori e 43 deputati membri rispettivamente della Commissione Sanità al Se-
Nei weekend del 30 novembre e 1, 7 e 8 dicembre vieni in piazza con la LAV per vietare gli allevamenti di animali per la produzione di pellicce nato e della Commissione Agricoltura alla Camera, che per primi dovranno esprimersi sulla proposta di legge della LAV.
La nostra campagna per la chiusura degli allevamenti di animali sfruttati per la loro pelliccia e avviata a dicembre 2011 prosegue quindi nelle prossime settimane con una importante mobilitazione nazionale che vedrà coinvolti e partecipi centinaia di volontari e migliaia di cittadini. Di nuovo in piazza per dire No alle pellicce e in particolare agli allevamenti che producono animali destinati a questa fine, ma con uno scenario decisamente diverso rispetto a due anni fa: in Europa sono aumentati i paesi che hanno definitivamente vietato questa attività e in Italia, invece, sta aumen-
tando il numero di allevamenti. Negli ultimi due anni l’industria europea della produzione di pellicce è stata bersaglio di numerose iniziative di contestazione che hanno coinvolto a diversi livelli cittadini e istituzioni. Il risultato più importante è stato raggiunto in Olanda, paese che oggi è il secondo produttore in Europa e terzo al mondo di pelli di visone (oltre 5 milioni di animali appositamente allevati all’anno), e dove lo scorso dicembre il Senato dell’Aia ha approvato la legge che dal 2024 farà chiudere i quasi 200 allevamenti olandesi. Una decisione non facile sul profilo economico se si considera che saranno stanziati circa 28 milioni di euro in dieci anni per la riconversione di queste strutture in altre attività, ma che ha visto prevalere i valori etici di rispetto e tutela dei diritti degli animali sempre più diffusi nella società moderna. Uno storico risultato raggiunto
grazie al lavoro delle associazioni animaliste locali e della coalizione internazionale Fur Free Alliance di cui la LAV è componente. In Italia, invece, il numero di allevamenti di visoni sta sensibilmente aumentando a causa dell’attività dell’associazione di categoria degli allevatori impegnata a promuovere questo primitivo business e che oggi vede attivi 20 allevamenti e altri 2 prossimi all’apertura, con un totale di circa 200.000 animali all’anno. La produzione nazionale di animali “da pelliccia” non è certo paragonabile con altre realtà del nord Europa sia in termini di numero di animali coinvolti che di strutture e interessi economici, e anche per queste ragioni è necessario un immediato intervento del Parlamento al fine di impedire un ulteriore incremento di queste strutture. Si potrebbe pensare che un bando italiano finirebbe solo con
spostare il problema in altri paesi dove gli animali rischiano di essere tenuti in condizioni peggiori. Ma tale preoccupazione è in realtà frutto di una premessa errata, ossia che gli allevamenti italiani sono migliori di quelli di altri paesi. Non c’è alcuna oggettiva evidenza a supporto di tale tesi, in quanto i visoni italiani vivono rinchiusi in gabbie della misura di pochi centimetri quadrati e senza alcuna
Se paesi europei con evidenti maggiori interessi economici hanno saputo dire basta a questa forma di sfruttamento, può farlo anche l’Italia possibilità di muoversi secondo la propria natura, non hanno accesso all’acqua per nuotare e regolare la temperatura corporea, non hanno Impronte • settembre 2013
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la possibilità di ripararsi dai propri simili (essendo predatori che in natura non vivono in branco), non hanno la possibilità di cacciare ma si alimentano con un pastone fatto di frattaglie di pesce e pollo somministrato attraverso le maglie metalliche della loro stessa gabbia e negli 8-9 mesi della loro vita zootecnica i visoni italiani (come i propri simili stranieri) sono costretti a convivere con altri individui manifestando spesso comportamenti stereotipati e aggressivi. Gli allevatori possono pure rispettare le normative vigenti, ma l’incompatibilità della natura dei visoni con una vita di prigionia è palese e non potranno mai esserci standard cogenti o volontari che rendano la vita di questi animali “accettabile”. Non saranno quindi gli allevamenti di animali “da pelliccia” a spostarsi da un paese all’altro, ma è nettamente più probabile che sia la decisiva messa al bando di questa forma di sfruttamento che supererà sempre più confini nazionali sino ad estendersi a tutta l’Unione Europea e diventando così un ulteriore traguardo a cui altri paesi (e altre associazioni animaliste) anche asiatici, potranno fare riferimento.
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Enti locali antipellicce A sostegno della proposta di legge della LAV si sono aggiunti, alla maggioranza dell’opinione pubblica, anche gli amministratori delle realtà più direttamente coinvolte dalla presenza di allevamenti di visoni: nei mesi scorsi i Consigli Regionali di Abruzzo ed Emilia Romagna hanno approvato, con larghissime maggioranze, la risoluzione proposta dalla LAV e indirizzata al Parlamento, con la quale i rappresentanti delle assemblee legislative regionali chiedono l’immediata approvazione della legge che vieterà questi allevamenti. Lo stesso appello è giunto anche dagli amministratori di alcuni dei piccoli Comuni dove sono presenti o stan-
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no per sorgere nuovi allevamenti, come il Comune di Casirate d’Adda (Bergamo) divenuto primo comune anti-pellicce d’Italia, ma anche di Misano di Gera d’Adda (Bergamo), Capergnanica (Cremona) e in altri ancora è in agenda il dibattito sulla risoluzione LAV.
La nostra proposta di legge La nostra proposta legislativa chiede di vietare l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali per la principale finalità di ottenere pellicce (ma anche pelle, al fine di prevenire il possibile sviluppo di allevamenti di animai esotici per la produzione di pelle “pregiata” utilizzata dall’industria del lusso), e non solo. Già dal primo articolo si rileva l’impegno della LAV a sviluppare un’economia responsabile e sostenibile e che non preveda quindi alcuna forma di sfruttamento degli animali: “Lo Stato promuove e orienta lo sviluppo di attività economiche e di consumi alternativi a quelli che vertono sull’utilizzo di esseri senzienti in qualità di mezzi e risorse”. Il divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce è sanzionato con la reclusione da 3 a 18 mesi e anche con la multa da 1.000 a 5.000 euro per ogni animale allevato. E per chi invece esporta, sfrutta
economicamente, trasporta, detiene, cede o riceve pelli o pellicce di animali appositamente allevati, catturati e uccisi in Italia è punito con la reclusione da mesi quattro ad anni due e con la multa da euro 1.000 a euro 5.000 per ciascun animale. La proposta di legge della LAV prevede anche la possibilità di “riscattare” gli animali presenti negli allevamenti all’entrata in vigore del bando e di reinserirli in natura nell’ambito di progetti di recupero concordati con i Ministeri dell’Ambiente e della Salute. In Italia non esiste un’anagrafe zootecnica degli allevamenti e degli animali “da pelliccia”. I dati fanno quindi riferimento alle risposte ufficiali ottenute dai servizi
veterinari delle ASL, interpellate dalla LAV tra il 2012 e il 2013. In Italia risultano ufficialmente attivi 20 allevamenti di visoni dislocati in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Abruzzo. Se paesi europei con evidenti maggiori interessi economici hanno saputo dire basta, per ragioni etiche, a questa forma di sfruttamento, può farlo anche l’Italia. I cittadini si sono già ampiamente espressi a favore del bando degli allevamenti di animali “da pelliccia”, e nelle prossime settimane confermeranno ancora una volta, con la LAV, l’importanza di una legge che necessariamente ora il Parlamento deve approvare e senza ulteriori ritardi. Impronte • settembre 2013
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Vivisezione
verso il KO Dalla Camera Sì alle norme restrittive. Green Hill chiude per sempre!
di Gianluca Felicetti e Michela Kuan
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inalmente una svolta positiva nell’estenuante “braccio di ferro” per porre dei seri limiti alla vivisezione: il 31 luglio l’Aula della Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva l’articolo 13 della Legge di delegazione europea che “restringe” la vivisezione e incentiva il ricorso ai metodi sostituivi di ricerca. Una vittoria che chiuderà definitivamente l’allevamento Green Hill, vieterà alcune pratiche come i test per droghe, alcool, tabacco, armi, didattica e limiterà alcuni utilizzi, con l’obbligo di anestesia e analgesia che fino ad oggi non venivano usate in almeno il 20% degli esperimenti sui quasi 900mila animali che ogni anno vengono ancora torturati e uccisi nei laboratori italiani. La riprova che l’articolo 13 salva-animali è importante e che inizia a far sgretolare - dopo Green Hill e in quella scia l’impero della vivisezione, è stata
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data dall’opposizione che questo ha ricevuto. Dalla mobilitazione a favore della sperimentazione sugli animali che è stata ricacciata indietro grazie a un lavoro tattico e di forza parlamentare, alla paziente e difficile tela che siamo riusciti a tessere. Come è nel nostro sti-
le, di concretezza e fermezza. Un punto di ri-partenza e non di arrivo. Perché c’è ancora tanto da fare e ottenere. Più forti, anche grazie a questo positivo risultato. Non si tratta del futuro testo di legge (che sostituirà il Decreto legislativo 116 del 1992) né di semplici e non
vincolanti pareri, ma di principi e criteri vincolanti di una legge dello Stato per la stesura del prossimo articolato, da parte del Ministero della Salute. Questo articolo rappresenta la base per una legge realmente migliorativa per i quasi 900.000 animali utilizzati ogni anno in Italia e un futuro concreto per i metodi sostitutivi e la ricerca innovativa nel nostro Paese. Un punto di partenza per altri cambiamenti. L’alternativa sarebbe stato un recepimento-fotocopia della direttiva europea e nessun cambiamento alla situazione attuale per cui tutto è possibile fare sugli animali. Per questo la LAV, che ha sostenuto le proposte iniziali assieme alle altre associazioni della Federazione Italiana Diritti Animali e Ambiente, ringrazia i senatori Amati, Cirinnà, De Petris, Fissore, Granaiola, Repetti, Silvestro, Uras e i deputati Brambilla, Di Vita, Mantero e Sbrollini che hanno condotto o sostenuto questa battaglia con il Sì dei Ministri
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della Salute Lorenzin e delle politiche europee Moavero, per evitare il recepimento-fotocopia della brutta direttiva europea. Si sono invece distinti per la loro attività a favore del mantenimento dello status quo della sperimentazione sugli animali i senatori Giovanar-
di e Buemi e i deputati Locatelli, Capua, Gigli, Binetti, Carnevali e Amato. Purtroppo in Parlamento non era all’ordine del giorno il no totale alla vivisezione, il nostro obiettivo, e per questo sosteniamo l’iniziativa europea dei cittadini “Stop Vivisection” che non Impronte • settembre 2013
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è in antitesi con questa battaglia, ma questo articolo 13 delle Legge di delegazione europea 2013, rappresenterà una svolta in Italia e un esempio per tanti altri Paesi. Nonostante gli obblighi sovranazionali previsti dalle farmacopee o da altre legislazioni. Nessuno è mai andato così vicino nel vedere riconosciuti alcuni diritti degli esseri senzienti che subiscono violenze in nome di una falsa scienza. Principi fondamentali anche per la rinascita del Paese, vengono infatti sostenuti e promossi i metodi alternativi che attualmente rivestono solo un ruolo secondario, mentre sono molte le potenze economiche internazionali che stanno investendo in questa promettente area. Questo articolo è una speranza per tutti e dobbiamo trovare nella ricerca innovativa ed eticamente compatibile un motivo di eccellenza e rinascita. Tra i punti più importanti approvati (maggiori dell’articolo
14 del Disegno di Legge Comunitaria 2011 che abbiamo difeso per mesi e mesi durante la scorsa Legislatura) c’è il divieto di allevamento di gatti, primati non umani e cani che porterà alla chiusura definitiva del tristemente noto allevamento “Green Hill”, il coronamento di una battaglia di attivisti e associazioni in corso da anni.
Cosa prevede l’articolo 13 che ora diventa legge a) Orientare la ricerca all’impiego di metodi alternativi. I metodi alternativi sono stati riconosciuti dal 1959 e a livello mondiale sono molte le potenze economiche che si stanno interessando a investire in questa promettente area; purtroppo, infatti, in Italia essi non trovano sufficiente sostegno, rimanendo rilegati a una scienza di serie B. La definizione può essere vincolante con una trasposizione nel futuro Decreto Legislativo. b) Vietare l’utilizzo di primati, cani, gatti e specie in via d’estinzione a meno che non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, condotte in conformità ai principi della direttiva 2010/63/UE, previa autorizzazione del Ministero della Salute, sentito il Consiglio Superiore di Sanità. Al momento queste specie godono di particolari tutele solo sulla carta, nei fatti vengono eseguite sperimentazioni, non richieste da alcuna legge, anche fortemente invasive come investigazioni psichiatriche e affaticamenti sul sistema cardiovascolare che portano alla morte. Il sì a questo punto significa eliminare tutti quei test che, subdolamente, vengono classificati come ricerca di base. Il previsto parere del Consiglio Superiore di Sanità, passaggio innovativo, permetterà un’assunzione di responsabilità più alta sull’autorizzazione a un esperimento, finora data all’Istituto Superiore di Sanità che ha giudicato anche i propri esperimenti su animali. c) Considerare la necessità di sottoporre ad
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altre sperimentazioni un animale che sia già stato utilizzato in una procedura, fino a quelle in cui l’effettiva gravità delle procedure precedenti era classificata come «moderata» e quella successiva appartenga allo stesso livello di dolore o sia classificata come «lieve» o «non risveglio», ai sensi dell’articolo 16 della direttiva 2010/63/UE. L’angoscia e il dolore a cui si sottopone l’animale ripetutamente devono essere limitati per non creare condizioni di sofferenza insopportabili e non recuperabili. Fra i commi dell’articolo 12 è uno dei meno innovativi. d) Vietare gli esperimenti e le procedure che non prevedono anestesia o analgesia, qualora esse comportino dolore all’animale, ad eccezione dei casi di sperimentazione di anestetici o di analgesici. Questo divieto, sul quale si sono concentrate forti pressioni da parte dell’opinione pubblica, comporta la non esecuzione delle procedure che comportano livelli di dolore altissimi e prolungati, non alleviati in alcun modo. Purtroppo, anche se queste sperimentazioni dovrebbero rappresentare l’eccezione, di fatto sono in aumento: ben 350 nell’ultimo biennio (dati forniti dal Ministero della Salute relativi al biennio 2008-2009). Tra le procedure più cruente e dolorose ricordiamo, ad esempio, stimolazioni cerebrali profonde con elettrodi, trapianti di intestino e termoablazione. e) Stabilire che la generazione di ceppi di animali geneticamente modificati deve tener conto della valutazione del rapporto tra
danno e beneficio, dell’effettiva necessità della manipolazione, del possibile impatto che potrebbe avere sul benessere degli animali valutando i potenziali rischi per la salute umana, animale e l’ambiente. Gli OGM sono una realtà che interessa oltre il 60% degli animali prodotti e utilizzati nei laboratori, una percentuale alta che non è attualmente regolamentata e che comporta dei potenziali rischi sia per la salute umana che animale. Questo campo è in evidente espansione e la direttiva europea sul tema è vaga e approssimativa. Una efficace regolamentazione comporta maggiore controllo sul numero di animali prodotti e sul livello di dolore inferto, insito nella creazione di alcune alterazioni genetiche. Significa animali in meno utilizzati nella sperimentazione. f) Vietare l’utilizzo di animali per gli esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su sostanze d’abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche ad eccezione dell’alta formazione dei medici e dei veterinari. In merito alla didattica, gli studenti non sarebbero più formati guardando al modello animale come quello unico di riferimento, ma formati con competenze più alte (come dimostra la larga diffusione di supporti sostitutivi nelle Università emergenti di Europa, Stati Uniti, India e Giappone) con una maggiore attenzione verso una scienza moderna. La legislazione attuale prevede già che, quando disponibili, debbano essere impiegati metodi non animali ma nei
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Inoltre vi sarà il divieto delle sperimentazioni più dolorose (quelle senza anestesia), gli xenotrapianti e gli esperimenti bellici, prassi che riflettono una scienza dell’800 e l’eco della terrificante parola vivisezione, i test sulle sostanze d’abuso (alcool, tabacco, droghe), gran parte della didattica. E infine il sostegno allo sviluppo dei me-
fatti non esiste alcun controllo o incentivo. Per quanto riguarda gli esperimenti bellici, ufficialmente non esistono procedure sperimentali su animali in questo ambito ma il divieto posto eviterebbe la eventuale ripresa di tali test. Mentre, per gli ambiti sperimentali riguardanti xenotrapianti e le ricerche su sostanze d’abuso, essi sono scientificamente riconosciuti come altamente fallimentari e dolorosi, inoltre sono ritenuti dalla maggior parte dei cittadini eticamente inaccettabili (YouGov Survey Result 2009 & Eurispes 2012) e, mai come in questo campo, possono essere potenziate le ricerche epidemiologiche. Complessivamente solo questo comma darebbe la vita ad alcune migliaia di animali ogni anno. g) Vietare l’allevamento nel territorio nazionale di cani, gatti e primati non umani destinati alla sperimentazione. Tale divieto rappresenta una necessaria risposta positiva da parte del legislatore alle costanti e intense pressioni esercitate dall’opinione pubblica (milioni di italiani) fortemente critica nei confronti delle attività svolte nell’unico allevamento di cani per la vivisezione presente in Italia. Nel nostro Paese non vi sono, infatti, allevamenti di primati né di gatti destinati agli esperimenti. L’unica attività in funzione, di tale genere, è l’allevamento di cani beagle, Green Hill di Montichiari (Brescia), di proprietà della multinazionale Marshall, che mandava all’estero almeno l’80 per cento dei suoi “prodotti”, attualmente implicata in vi-
cende giudiziarie. Questo comma ne decreta la chiusura per legge e il coronamento di una battaglia di attivisti e associazioni in corso da anni e crea la base per un cambiamento europeo sostenuto da altre associazioni animaliste internazionali. h) Definire un quadro sanzionatorio appropriato e tale da risultare effettivo, proporzionato e dissuasivo, anche tenendo conto del titolo IX-bis del libro II del Codice penale. Un quadro “appropriato, proporzionato e dissuasivo” deve contenere, fra le previsioni, richiami ai reati contro gli animali previsti dal Codice penale, sanzioni pecuniarie efficaci, sospensioni e ritiri delle autorizzazioni. Al momento le sanzioni sono solo di tipo amministrativo e irrisorie. Da un punto di vista giuridico il richiamo al titolo IX-bis del Codice penale è positivo e innovativo. i) Sviluppare approcci alternativi idonei a fornire lo stesso livello o un livello superiore di informazioni rispetto a quello ottenuto nelle procedure che usano animali, ma che non prevedono l’uso di animali o utilizzano un numero minore di animali o comportano procedure meno dolorose, nel limite delle risorse di cui alla lettera i), accertate e iscritte in bilancio. I metodi alternativi sono una realtà affermata da decenni e stimata all’estero. E’ importante che con questo primo passo anche l’Italia si ponga su un piano competitivo in questo settore, innalzando il livello della ricerca nazionale e creando nuove prospettive di lavoro. No-
todi sostitutivi e l’applicazione del titolo IX-bis del Codice penale (lo stesso che ha portato al salvataggio dei 300 beagle di Green Hill) per chi violerà la nuova normativa, vincoli che si sommeranno al confermato divieto di utilizzo di animali randagi grazie alla comunicazione che il Governo ha fatto a Bruxelles nel dicembre scorso.
nostante il Decreto legislativo 116 del 1992 in vigore e la nuova Direttiva europea 2010/63 li impongano come prioritari rispetto al modello animale da più di 20 anni, le statistiche continuano a mostrare come l’Italia sia saldamente ancorata alla sperimentazione pre-clinica, arrivando a utilizzare e uccidere quasi 900.000 animali all’anno. Il sostegno economico al loro sviluppo - che avremo voluto più forte - è qui comunque la base affinché ci sia una concreta conversione culturale e scientifica. l) Destinare annualmente nell’ambito di fondi nazionali ed europei finalizzati alla ricerca per lo sviluppo e la convalida di metodi sostitutivi compatibilmente con gli impegni già assunti a legislazione vigente, a corsi periodici di formazione e aggiornamento per gli operatori degli stabilimenti autorizzati, nonché adottare tutte le misure ritenute opportune al fine di incoraggiare la ricerca in questo settore, con l’obbligo per l’autorità competente di comunicare, tramite la banca dei dati nazionali, il recepimento dei metodi alternativi e sostitutivi. Come già argomentato nel punto precedente, il finanziamento di ricerche per lo sviluppo e validazione dei metodi alternativi è fondamentale per la loro diffusione. Nonostante l’Italia abbia l’onore di ospitare l’ECVAM (Centro europeo per la validazione dei metodi alternativi) presso il CCR europeo di Ispra, il nostro Paese è silente in questo settore e manca la coordinazione degli Istituti che possono affacciarsi in questa promettente area.
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I nostri amici
più cari
diamoci una zampa
L
Nutella, Grugno, Jerry
di Giacomo Bottinelli
a grande afa estiva è stata certamente un peso per i nostri amici animali. Specialmente per quelli più anziani come Yoghi e Mirtillo che l’hanno sofferta un po’. Meno per i bovini Nutella e Jerry e per il nostro amico maiale Grugno che invece sono meglio temprati per i climi caldi (in realtà non disdegnano neanche quelli freddi!). In ogni caso è trascorsa un’estate che ci ha visti impegnati nell’accudire in particolare Mirtillo, ma anche nel far pascolare Nutella e Jerry: anche a loro non facciamo mancare mai belle passeggiate! Siamo preoccupati per l’età avanzata dei nostri cani, mentre ci rincuorano le belle prospettive per i bovini. Un grande grazie di cuore va a tutti voi che ci sostenete a distanza… e che soprattutto sostenete i nostri amici!
Yoghi
Sempre capace di darci affetto con sconfinata dolcezza, Yoghi ha trascorso i mesi estivi sulla sua branda preferita, all’ombra degli alberi nel parco del centro dove si trova. Piccoli segni di vecchiaia vanno accumulandosi su di lui, lo diciamo ormai da tempo anche per abituarci all’idea che persino Yoghi non sarà eterno. Mese dopo mese è evidente che la sua voglia di muoversi diminuisce, nonostante i cicli di fisioterapia e di massaggi, questo ci rattrista, ma allo stesso tempo abbiamo una certezza: la vita di Yoghi sarebbe stata molto diversa se non l’avessimo salvato. Prenderci cura di lui è davvero un piacere per noi. Tutto questo è possibile grazie a coloro che danno il loro contributo per lui, permettendoci di non fargli mancare niente né in cure né in amore.
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Mirtillo
Il nostro caro Mirtillo, dopo i vari interventi chirurgici e le terapie che ha dovuto affrontare, sta meglio. Il caldo estivo gli ha portato difficoltà respiratorie, che sono un suo problema ormai divenuto regolare e a causa del quale più di una volta siamo stati costretti al ricovero in clinica. La clinica è stata anche la sua casa nel momento più afoso dell’estate, quando ci siamo sentiti più sicuri tenendolo sotto costante controllo veterinario; tornato al centro, è stato circondato nuovamente dall’affetto di tutti noi! Mirtillo richiede un’attenzione costante: i medici, infatti, non gli concedono lunghe aspettative. Il nostro scopo adesso è che viva al meglio questa ultima fase, consapevoli che nessuno è per sempre.
Tommy
I
nostri animali del sequestro di Venaria stanno bene e sono felici. Hanno prati da esplorare ed erba buona da masticare. La mattina è il momento migliore per godersi il fresco del prato e, ora che il caldo scema in un dolce autunno, i nostri tre approfittano anche di pomeriggi ancora lunghi. Giorno per giorno li accudiamo al meglio e ci preoccupiamo che nulla possa turbarli. Da quando li abbiamo liberati dalla fattoria di Venaria Reale dove erano rinchiusi, la loro esistenza è serena. Le loro sono storie a lieto fine, ma purtroppo non è così per tanti (troppi!) altri bovini e maiali. Nutella, Jerry e Grugno sono il simbolo del mondo che vorremmo: senza più allevamenti, senza più mattatoi. Un mondo dove gli animali non siano considerati “da reddito”, ma creature con il diritto di vivere. Adottare a distanza uno di loro significa sposare questa speranza, che il nostro Statuto riporta esplicitamente. E’ dare forza al nostro sogno affinché un giorno si trasformi in realtà.
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Dopo l’inaspettata adozione del suo amico Mario, cresce in noi la speranza che anche Tommy possa trovare una casa. E’ un cane vivace, giovane e vitale, in ottima salute. Proprio la sua vivacità ha portato problemi nell’adozione, in quanto per lui è necessario un ampio spazio all’aperto, recintato in modo sicuro. Tommy ancora non ha del tutto superato qualche ombra della sua vita nel canile dal quale lo abbiamo liberato con il sequestro, che lo rende un po’ diffidente. Non è un coccolone, ma a modo suo esprime tutta la sua gratitudine. Non ha problemi nel socializzare con altri cani (maschi e femmine). Vogliamo offrirgli l’affetto che non ha mai avuto e una casa per sempre: vuoi aiutarci?
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Sos
delfini
Investigazione della lav svela gravi violazioni nelle strutture in italia: tradita l’attivita’ di educazione e conservazione, per fare spettacolo. Intervenga il Ministro dell’ambiente!
di Nadia Masutti e Laura Panini
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OS delfini è la campagna europea promossa dall’associazione spagnola Faada e realizzata in collaborazione con Born Free Foundation, lanciata in Italia da LAV e Marevivo che per l’occasione hanno presentato il sito internet dedicato www.sosdelfini.org, con il contributo di uno spot-appello realizzato da Licia Colò e Giorgio Panariello. “Per ogni delfino che sopravvive in un delfinario, la maggior parte muore nel tentativo di adattarsi spiegano Giorgio Panariello e Licia Colò - La vita in cattività è fonte di stress e depressione, tanto che a volte è necessario dare loro tranquillanti e farmaci. Il pubblico che visita i delfinari, dove gli animali sono sottoposti ad addestramenti e costretti a fare spettacoli, a nuotare con le persone, a subire rumori molesti, non può continuare a ignorare questa sofferenza!”
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Il flashmob organizzato da LAV e Marevivo a Fontana di Trevi per chiedere più tutela per i delfini
In Italia i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, ovvero non rispettano queste caratteristiche obbligatorie per legge, facendo invece spettacolo: un inganno che i potenziali visitatori devono conoscere e a cui
dobbiamo mettere fine, a tutela degli animali imprigionati in questa inaccettabile, forzata cattività. Il tradimento della funzione “scientifica-educativa” da parte dei delfinari è confermato da un’investigazione svolta dalla LAV, che ha messo in luce le violazioni delle disposizioni dettate dal Decreto Ministeriale 469/2001 in materia di condizioni per il mantenimento in cattività dei delfini Tursiopi (i Tursiops Truncatus sono la specie normalmente utilizzata nei delfinari per la sua intelligenza), requisiti minimi, sistemazione, comfort e benessere animale, equipaggiamenti all’interno delle vasche e loro costruzione e mantenimento, prevenzione di stress e/o danni ai delfini Tursiopi, manipolazione e addestramento. Su queste irregolarità la LAV si riserva di adire le vie legali. Abbiamo consegnato l’investigazione al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando sollecitandolo a
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Sondaggio Ipsos: 68% d’italiani vorrebbe proibire i delfinari, per l’81% i delfini sono più felici in natura
prendere atto delle violazioni documentate, talmente evidenti da rendere inevitabile la chiusura dei delfinari in Italia. Sempre più numerosa l’opinione pubblica che disapprova questa forzata cattività: il 68% degli italiani vorrebbe proibire i delfinari in Italia, ritenendo che non contribuiscano affatto alla conservazione della biodiversità e dell’ambiente, lo rivela un sondaggio IPSOS commissionato da One Voice, associazione animalista francese. Il campione ha coinvolto quattro Paesi europei: Italia, Francia, Spagna e Germania. L’81% degli italiani intervistati ha ammesso che i delfini sono più felici in natura e il 73% si è dichiarato contrario alla cattura dei delfini in natura per destinarli a una vita in cattività nei delfinari o nei parchi di divertimento, fino ad arrivare al 96% degli italiani che si augura che in futuro la cattura dei delfini per essere esibiti in queste
La protesta organizzata a Genova
strutture sia proibita o strettamente regolamentata. Secondo il 66% di intervistati italiani, inoltre, la cattività aumenta il tasso di mortalità dei delfini e il 71% degli italiani pensa che i delfinari non permettano di comprendere come gli animali vivano
in natura. Ricordiamo che alcuni Paesi hanno già adottato provvedimenti in favore dei cetacei e ci auguriamo che l’Italia possa presto dimostrarsi più impegnata in questo ambito: • non detengono cetacei in cattività: Austria, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lussemburgo, Polonia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia, Regno Unito; • i seguenti Stati UE hanno una legislazione nazionale che vieta la detenzione di cetacei in cattività: Cipro, Slovenia e Croazia; • altri Stati in Europa: nel 2012 la Svizzera ha introdotto una legislazione per vietare l’importazione di cetacei; • nel mondo: India, Cile, Costa Rica e Israele non hanno introdotto una legislazione specifica sull’abolizione dei delfinari e, di fatto, non hanno autorizzato per molti anni l’importazione di cetacei per fini espositivi. Impronte • settembre 2013
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di Ciro Troiano
U
n lungo elenco di violenze, maltrattamenti, uccisioni. Sono fatti e scenari agghiaccianti quelli che emergono dal Rapporto Zoomafia 2013 che, alla sua quattordicesima edizione, analizza lo sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità, nel 2012.
Le corse clandestine di cavalli e le truffe nell’ippica, il business dei canili e il traffico di cuccioli, il contrabbando di fauna e il bracconaggio organizzato, le macellazioni clandestine e l’abigeato, la pesca di frodo e le illegalità nel comparto ittico, i combattimenti tra cani e l’uso di animali a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga, i traffici di animali via internet e la zoocriminalità minorile: questi gli argomenti analizzati nella nuova edizione del Rapporto Zoomafia. Il Rapporto Zoomafia ha pubblicato i dati delle varie Procure italiane, relativi ai reati contro gli animali. Il totale dei procedimenti sopravvenuti nel 2012, per i reati a danno degli animali, per il campione analizzato del 63% delle Procure Ordinarie, è di 6245 fascicoli (2895 a carico di noti e 3350 a carico di ignoti), con un totale di 3862 persone indagate. E’ possibile stabilire con una stima per difetto che nelle Procure d’Italia si aprono circa ventiquattro fascicoli al giorno per reati a danno di animali, uno ogni ora. Una persona ogni ora e mezza circa viene indagata. Nel 2012 i fascicoli aperti
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Sistemi criminali
& animali
presso ogni Procura sono aumentati in media del 15% rispetto al 2011, 3% in media in più, invece, il numero degli indagati. Nonostante l’incremento delle denunce, siamo lontani da un’adeguata risposta repressiva. Analizzando i dati si evince che le de-
nunce presentate sono solo una minima parte di reati contro gli animali realmente consumati. Le corse clandestine di cavalli confermano la loro pericolosità: solo nel 2012, con dati che riguardano sia le corse clandestine che le illegalità nell’ippica, ci sono stati 16 interventi delle forze dell’ordine, 5 corse clandestine bloccate, 122 persone denunciate di cui 1 arrestata per reati connessi, 77 cavalli, un ippodromo abusivo, 13 stalle e due maneggi sequestrati, 4 i cavalli morti trovati per strada. Secondo i dati Unirelab, il laboratorio ufficiale per le analisi antidoping, nel 2012 ben 117 cavalli che correvano in gare ufficiali sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. Gare svolte in ippodromi di tutta Italia, da Albenga a Napoli, da Aversa a Bologna, da Torino a Foggia, passando per Livorno,
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Merano, Milano, Palermo, Sassari e Siracusa. Aumentano i cuccioli importati illegalmente dai Paesi dell’Est, un’attività criminale che ha suscitato l’interesse anche dell’antimafia che l’ha citata nella sua ultima Relazione. 1360 cuccioli
sequestrati (dal valore complessivo di circa un milione di euro), 29 persone denunciate di cui 14 cittadini stranieri: questi i numeri delle azioni di contrasto dell’anno scorso. I cuccioli sequestrati provengono prevalentemente dalla Slovacchia e dall’Ungheria, ma è stata scoperta una nuova rotta: da Malta alla Sicilia. Il traffico internazionale di animali rari non accenna a diminuire. Il bracconaggio continua a manifestare la sua pericolosità: traffici di armi rubate o clandestine, resistenza e minacce agli organi di vigilanza. Senza tregua il traffico di fauna selvatica nei mercati abusivi di Ballarò a Palermo e quello di Napoli, dove ogni settimana vengono venduti centinaia di uccelli. A questi tradizionali mercati si sono aggiunti altri come quello di Messina e di altre città del Sud.
Abigeato, falso materiale, associazione per delinquere, doping, macellazione clandestina, pascolo abusivo, truffa aggravata, commercio di alimenti nocivi: sono solo alcuni dei reati accertati nel corso del 2012 tra le illegalità negli allevamenti e nel commercio della carne. Un business milionario che non sfugge al controllo della criminalità organizzata. Il mare è nelle mani dei pirati della pesca di frodo, che con le loro flottiglie depredano le popolazioni di pesce, devastano i fondali, impoveriscono la biodiversità. Nel 2012 nuovi e forti segnali hanno confermato in modo allarmante la ripresa dei combattimenti. Ritrovamenti di cani con ferite da morsi o di cani morti con cicatrici riconducibili alle lotte, furti di cani di razze abitualmente usate nei combattimenti, sequestri di allevamenti di pit bull, pagine Internet o profili di Facebook che esaltano i cani da lotta, segnalazioni: questi i segnali che indicano una recrudescenza del fenomeno. Infine la zoocriminalità minorile, ovvero il coinvolgimento di minorenni o bambini in attività illegali con uso di animali o in crimini contro gli animali. Inquietanti e preoccupanti i casi elencati: una cagnetta data alle fiamme da un gruppetto di ragazzi e poi gettata in un cassonetto, due oche ammazzate a bastonate da due 15enni, un gatto preso a calci a mo’ di pallone, e poi seviziato con un coltello, da due ragazzini, un gattino preso a sassate da un 13enne, un cane randagio lapidato da un gruppo di ragazzini, tra i dieci e tredici anni. Impronte • settembre 2013
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Ottobre e la sua grande bellezza di Paola Segurini
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a prima settimana di ottobre è un momento importantissimo di sensibilizzazione sulla scelta di condurre la propria esistenza basandosi sul rispetto a tutto tondo per tutte le altre vite. Nei primi sette giorni del mese cade la Giornata Vegetariana Mondiale (1 ottobre), poi il compleanno del Mahatma Gandhi (2 ottobre) e quindi la celebrazione
di San Francesco (4 ottobre), che coincide con il World Animal Day. Anche per la nostra associazione, nell’ambito delle attività che favoriscono la diffusione del veganismo, il decimo mese del calendario vede anniversari importanti. In particolare, il 4 ottobre del 2009 ha visto la “nascita” del sito cambiamenu.it e della corrispondente campagna informativa sulle
Le recensioni
Super cibi per la mente Neal Barnard Edizione italiana a cura di Luciana Baroni
Ci sono libri che cambiano la vita. Perché mettono insieme pezzi sparsi, nozioni vaganti, concetti aerei, convinzioni radicate e, una volta per tutte, li sistemano con ordine e danno un senso e una motivazione, anzi mille motivazioni a uno stile di vita, nuovo o vecchio che sia. “Super cibi
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Impronte • settembre 2013
per la mente”, recentissimo saggio del Dottor Neal Barnard, membro del Phisicyans Committee for Responsible Medicine (http://www.pcrm.org/ ), nell’edizione italiana curata dalla Dottoressa Luciana Baroni (www.scienzavegetariana.it) è uno di quei libri. Impegnato in ricerche mediche per il miglioramento della qualità dell’esistenza, attuale e futura, Barnard ci propone un’analisi scientifica della funzione svolta dal cibo nella prevenzione e nella cura di diverse patologie, alla luce delle conoscenze accumulate da svariati studi su campioni di popolazione, in vari luoghi del Pianeta. E, dopo aver messo in evidenza la funzione fondante di ciò che ingeriamo sull’attività delle nostre cellule cerebrali (ed è pressoché una novità in campo medico), lo studioso americano ci incanala in pratiche quotidiane che tuteleranno il nostro futuro e quello dei nostri figli. Un manuale completo, ricette incluse, per affrontare le giornate in piena armonia costruttiva con tutti gli esseri senzienti, noi – e cosa faremmo per gli altri, senza di noi – inclusi.
Grigliate Vegan Style
John Schlimm 125 ricette alla fiamma ed ecosostenibili Stanchi dei 4 o 5 tipi di verdure che pensate siano adatti alla griglia? Frustrati dall’incapacità di utilizzare del grill per piatti vegan a prova di buongustai e diffidenti? Il temine “grigliata” vi evoca solo pezzi di animali messi a cucinare? Ecco la svolta!
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Il modo per organizzarvi al meglio un barbecue cruelty-free è sfruttare con gioia le opportunità di cucinare all’aperto che la buona stagione vi offre. Per i tipi di Sonda è uscito, novità dell’estate 2013, Grigliate Vegan Style, un manuale ricco di fotografie chiare e attraenti, e di consigli perfino per i cocktail con cui accompagnare i vostri splendidi eventi conviviali. Con il volume di John Schlimm, le tecniche, gli ingredienti e le cotture, i trucchi per un successo garantito saranno a vostra disposizione. L’autore, che proviene dagli Stati Uniti, terra del grill per antonomasia - pensate al Far West - vanta come curriculum una decina di titoli su alimentazione e stili di vita sostenibile. Le 125 ricette raccolte dall’editore monferrino spaziano tra tutte le portate, tra tanti ingredienti vegetali, proteici o meno, e non disdegnano le cucine etniche e le riformulazioni di preparazioni tradizionali. Un libro etico, molto interessante, che il prestigioso settimanale VegNews ha inserito tra i 10 libri di cucina veg da avere assolutamente.
conseguenze del consumo di alimenti animali per il Pianeta, per la nostra salute e, ça va sans dire, per gli animali. Il 3 ottobre 2012 abbiamo “battezzato”, con un pranzo tutto green al ristorante di Palazzo Madama - sede del Senato
della nostra Repubblica – il MercoledìVeg, la campagna che sostiene e favorisce l’adozione per un giorno alla settimana di un menu tutto vegan, come primo passo verso la conoscenza della varietà, della salubrità e della “delicatezza” dell’immenso parco di ricette realizzabili ricorrendo unicamente a ingredienti vegetali. Anche quest’anno ci vedrà impegnati in un evento che vuole sottolineare l’importanza delle ricorrenze, nella loro veste di tempi in cui si portano sotto i riflettori comportamenti consapevoli e sostenibili da adottare come prassi per una vita giusta. Insieme all’Editore Sonda, mercoledì 2 ottobre a Roma promuoveremo le ricette e i testi per tanti, affascinanti e golosi MercoledìVeg, e il nuovo “Super cibi per la mente”.
Il cucchiaio arcobaleno
colore gioca un ruolo fondamentale nei cibi e nell’alimentazione. Dall’incontro e la collaborazione tra un esperto in tematiche alimentari e uno chef vegan giramondo, dal loro amore per i cibi buoni e giusti, è nato Il Cucchiaio Arcobaleno, oltre 170 ricette vegan dalle tradizioni gastronomiche di tutto il mondo: dagli antipasti ai dessert, dai pani ai piatti unici, suddivise in base al loro colore dominante. Piatti appetitosi per gli occhi e il palato, per realizzare anche nella nostra cucina golosità «belle, buone e giuste» da ogni angolo del pianeta.
Yari Simone Prete, Valerio Costanzia Tutti i colori delle cucine vegan del mondo Un libro che conquista. Una raccolta di ricette “mondiali” suddivise per colori. Tutte vegan e tutte corredate di splendide foto. Il rosso di un pomodoro, il verde di un avocado, l’arancione di una zucca, il blu di un mirtillo non stuzzicano solo i nostri sensi: hanno un effetto benefico anche sulla nostra salute e i nostri stati d’animo. Spesso non ci facciamo caso, ma il
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Parola d’ordine:
antispecismo! A di Barbara Paladini
ntispecismi: seguendo questo filo conduttore si è svolto lo scorso giugno il Congresso nazionale della LAV. Il tema dell’Antispecismo, infatti, è stato al centro del Convegno che ha visto confrontarsi i filosofi Leonardo Caffo, Alma Massaro, Marco Maurizi e la dottoressa Paola Sobbrio, con la platea dei soci LAV. Ispirata al dibattito instauratosi tra Leonardo Caffo e Marco Maurizi, pubblicato sulla rivista “Asinus novus”, rispetto a due contrapposte posizioni sulla questione relativa alla liberazione animale, la discussione si è allargata, fino alla distinzione tra diversi tipi di antispecismo, ampiamente illustrati dai relatori. L’antispecismo è stato anche predominante nel dibattito dell’Assemblea sulle modifiche allo Statuto dell’Associazione, inserendo un riferimento all’antispecismo già all’articolo 1, poi evidenziato all’articolo 2 con la frase “La LAV
combatte lo specismo lottando contro ogni forma di violenza, prevaricazione e sfruttamento, per il rispetto del diritto alla vita, alla dignità e alla libertà di ogni individuo umano e non umano”. I lavori del Congresso si sono aperti con l’approvazione, avvenuta a maggioranza, del Bilancio consuntivo 2012, e della destinazione alle attività istituzionali
dell’utile di esercizio per l’anno 2012. La Relazione del Consiglio Direttivo è stata illustrata da Gualtiero Crovesio, che ha posto l’accento sulla crescita dell’Associazione e sulla voglia di partecipazione interna, ma anche sull’apertura al dialogo con le altre realtà del mondo animalista e antispecista che, a cominciare dalla battaglia per la chiusura di Green Hill, ha contri-
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buito a conquistare la fiducia dei gruppi di base e generare opportunità di collaborazione. Il Congresso ha quindi approvato all’unanimità la Mozione Generale che, in particolare, impegna CD e Associazione a “compiere ogni sforzo per incentivare le attività finalizzate all’ottenimento e all’applicazione delle leggi, lo sviluppo dell’informazione e dell’educazione
al rispetto dei diritti degli animali”. Contestualmente è stato approvato anche il Documento di Programmazione delle Attività 2014, che definisce le linee guida delle attività della LAV e le relative risorse economiche ad esse destinate e prevede, nello specifico: la consegna a Governo e Parlamento delle firme raccolte dalla LAV per l’applicazione del programma animalista; la campagna per la chiusura dei delfinari e degli zoo; l’incentivazione dell’attività di repressione dei reati contro gli animali, in occasione del decennale della legge 189; la sensibilizzazione delle Istituzioni ad elaborare politiche di incremento delle strutture di accoglienza degli animali provenienti dai sequestri (con la presentazione di un progetto LAV per l’apertura di un proprio santuario di accoglienza); gli incentivi, tramite un concorso pubblico, dei comportamenti rispettosi degli animali da parte di amministrazioni, aziende, forze di polizia, scuola ed università. I responsabili di settore hanno quindi illustrato i loro programmi delle attività 2014. Il settore Cani e Gatti opererà principalmente in due macroaree: randagismo e traffico di cuccioli di animali da compagnia, mentre il settore Educazione concentrerà i suoi sforzi sulla ricerca di insegnanti e dirigenti scolastici tramite
i quali interfacciarsi. Il settore Vivisezione porrà l’accento sull’obiezione di coscienza e lo studio di metodi alternativi e sostitutivi, per lo sviluppo di un’ottica di ricerca diversa, e invita le sedi a recuperare il rapporto con le Università. Caccia e Fauna selvatica svilupperà azioni sulle specie cosiddette “aliene ed invasive”, con la presentazione di un dossier, proponendo modalità incruente di gestione di tali specie. Il settore Veg lavorerà sull’analisi comparativa tra alimentazione onnivora e alimentazione vegana, evidenziando i vantaggi di quest’ultima, mentre proseguirà l’attività relativa al marchio VEGetale, nella grande distribuzione organizzata. Proseguirà anche nel 2014 l’attività di controllo su strada del settore Allevamenti-Macelli-Trasporti, in collaborazione con le Forze dell’Ordine. Il settore darà anche impulso ad una nuova campagna sugli ormai insostenibili trasporti di animali, in vista della revisione della normativa. Le attività legate alla chiusura di zoo e delfinari, incentivate dall’adesione alla campagna internazionale condotta da Born Free Foundation, saranno il perno delle azione del settore Zoo, mentre il settore Pellicce ha annunciato per il 2014, azioni per l’ottenimento di nuova legge che porti alla chiusura di tutti gli allevamenti di animali “da pelliccia”.
Concorso per studenti delle scuole secondarie e istituti di cinematografia, indetto dalla LAV con il patrocinio della Scuola di Cinema di Napoli: animali, caccia e alimentazione responsabile i temi in gara
Studenti in “video-sfida”
per gli animali
di Giacomo Bottinelli
U
n’avventura della capacità registica e dell’immaginazione in difesa dei più deboli e una nuova idea per esaltare la vita e il suo rispetto, coinvolgendo le scuole e gli studenti di cinematografia. Questo è il concorso “Video LAV, Viva la Vita!” che partirà ufficialmente il 1° ottobre con tre temi portanti: diritti degli animali, caccia e scelta veg. Un concorso che abbraccia quella fase dell’esistenza tra l’adolescenza e l’età adulta in cui si matura la consapevolezza di chi si vuole davvero essere nel mondo e soprattutto per il mondo. Due categorie (spot e cortometraggio) e partecipazione aperta (in classi di concorso differenziate) a tutti gli under 25 dalle scuole medie fino alle scuole di cinema. E proprio La Scuola di Cinema di Napoli (www.scuoladicinema.tv) patrocinerà il concorso LAV con
suoi esperti in giuria. L’obiettivo è dare libero sfogo alla creatività animalista dei giovani, senza limiti di mezzi, offrendo loro la possibilità di creare materiali nuovi e stimolanti che saranno poi veicolati dalla LAV sui propri canali. Nello spot i partecipanti dovranno realizzare un video ‘pubblicitario’ da 30 secondi, mentre nel corto si chiede di raccontare una storia in un tempo massimo di tre minuti. Il timone che dovrà guidare le scelte dei film-makers in gara sarà lo statuto LAV con i suoi principi ispiratori “contro ogni forma di violenza, prevaricazione e sfruttamento, per il rispetto del diritto alla vita, alla dignità e alla libertà di ogni individuo umano e non umano”.
La LAV cerca quindi la collaborazione degli studenti di vari livelli per promuovere il proprio messaggio: gli animali (umani e non umani) hanno sensibilità e sentimenti; nostro dovere morale è proteggerli e non far loro del male. Un male che può attuarsi sia direttamente come per la caccia, ma anche senza che spesso ne abbiamo reale coscienza, come nel caso dell’alimentazione. Da qui si potrà partire con la più ampia gamma di riflessioni e stimoli tramite il mezzo del video che, con la sua immediatezza, può catturare efficacemente l’attenzione e generare negli spettatori il cambiamento interiore che cerchiamo come primo passo per trasformare la realtà intorno a noi. I vincitori saranno ospiti del Congresso LAV 2014 con una sessione dedicata proprio ai loro video. In palio anche una partecipazione a Lavacanza (www.lavacanza.lav.it) e buoni spesa per materiale tecnico. Il bando completo e i premi sono consultabili sul sito www.lav.it Per ogni informazione si può contattare la LAV all’indirizzo e-mail educazione@lav.it
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cambia veste!
di Ilaria Tordone
L’
autunno alla LAV porta una grande novità: il nostro sito www.lav.it è stato completamente rinnovato! E dopo mesi di lavoro è pronto per presentarsi ai nostri sostenitori. Cosa cambia? Navigare è più facile. Muoversi tra le tante sezioni tematiche sarà ora più semplice. Potrai trovare in modo più agevole i contenuti che ti interessano, anche da tablet e da smartphone.
Nuova la forma, nuovi i contenuti. Abbiamo arricchito il nostro sito di nuovi argomenti e di suggerimenti pensati per chi è al nostro fianco. Vieni a scoprire ad esempio come vivere animal friendly. Tutte le risposte alle tue domande. “Cosa posso fare se trovo un animale abbandonato?”, “Come faccio a riconoscere un cosmetico non testato su animali?”: Sono tantissime le domande che i nostri sostenitori e simpatizzanti ci rivolgono ogni giorno. Le abbiamo raccolte e abbiamo dato una risposta a ognuna. Così è possibile averle a portata di mano, in qualsiasi momento. Anche tu vuoi sapere “cosa fare se”? Vieni a scoprirlo sul nostro sito!
Il tuo pet sul nostro sito. Lo spazio dedicato ai video e alle foto dei tuoi animali, tanto amato dai nostri navigatori, torna a grande richiesta sul nuovo sito. E tu, ci hai già mandato una foto del tuo amico a quattro zampe?
Un’area riservata a te. Eccola, la novità più importante. Abbiamo pensato a un’area riservata, dedicata a ogni nostro donatore. E lo abbiamo fatto per offrire il miglior servizio possibile a chi ci dedica la sua generosità. Uno spazio virtuale quindi che ci aiuterà ad avere un filo diretto con te, a garantirti tutta la nostra assistenza. Cosa troverai? Il riepilogo delle tue donazioni, per esempio. L’accesso esclusivo ad alcuni contenuti. E altro ancora. Vieni sul sito e registrati all’area riservata! Ti aspettiamo su www.lav.it . Buona navigazione!
Animali in viaggio verso il macello:
la LAV in prima linea Da anni siamo in strada con la Polizia Stradale nelle attività di controllo dei mezzi che trasportano gli animali. Per denunciare i soprusi ed essere accanto agli animali. Un nuovo video ti racconta cosa facciamo. Vieni a vederlo su lav.it! Impronte • settembre 2013
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*Rapporto Italia Eurispes 2011
Sempre più italiani disapprovano le pellicce. È tempo di sollecitare il nostro Parlamento ad approvare la legge che vieterà gli allevamenti di animali “da pelliccia” anche nel nostro Paese. Puoi aiutarci con la tua firma. Ti aspettiamo in oltre 300 piazze d’Italia. SABATO 30 NOVEMBRE E DOMENICA 1 DICEMBRE. SI REPLICA IL 7 E L’8 DICEMBRE. Per maggiori informazioni LAV.IT