Consiglio Direttivo Roberto Bennati (vicepresidente), Carmen Caballero, Gianluca Felicetti (presidente), Sara Leone, Simone Stefani Collegio di Garanzia Roberto Callegaro, Annalisa Lancellotti (presidente), Emma Piga
Revisori dei Conti Susanna Russo (presidente); Alessio Rastelli, Mauro Vantaggio (sindaci) Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal ‘codice di regolamentazione sulla privacy’ (Dlgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dlgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, Viale Regina Margherita 177 - 00198 ROMA - tel. 064461325, fax 064461326, email: info@lav.it
La LAV in Italia la nostra ricchezza PIEMONTE
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Impronte dicembre 2018
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Auguri
A
uguri agli animali e a tutti noi, che sosteniamo questa associazione, i suoi valori, le sue battaglie. Per il nuovo anno nel quale continueremo in ciò che abbiamo iniziato nel 2018, per tutti i fronti che apriremo dalla più piccola provincia fino a Bruxelles dove fra qualche mese si rinnoveranno il Governo e il Parlamento dell’Unione Europea, dove con un tasto si decide della vita o della morte degli animali. Lo faccio con l’illuminante pensiero del filosofo e scrittore
Impronte n°9 (166) Dicembre 2018
Il tempo dell’animalismo è quello dell’impossibile e dell’inimmaginabile. Questo è il nostro tempo: l’unico che ci rimane”. Le motivazioni per rinnovare l’iscrizione alla LAV (controlla la scadenza della tua tessera!), per contribuire in tanti modi a salvare uno o più animali, per essere attivi nel coinvolgimento di un vicino di casa, di un collega di lavoro, di un familiare, sono riassunte nelle prossime pagine, per rimanere solo nella
“L’animalismo è il vento che soffia… Il cambiamento necessario è talmente profondo che si dice sia inimmaginabile. Ma l’impossibile arriverà e l’inimmaginabile è inevitabile.” Paul B. Preciado spagnolo Paul B. Preciado: “L’animalismo è il vento che soffia… Il cambiamento necessario è talmente profondo che si dice sia inimmaginabile. Ma l’impossibile arriverà e l’inimmaginabile è inevitabile. Del resto cosa era più impossibile e più inimmaginabile, la schiavitù o la fine della schiavitù?
stretta attualità. Azioni concrete di un cambiamento non più inimmaginabile, non più impossibile. Auguri per un 2019 di felicità e successi per i diritti di tutti i viventi!
Gianluca Felicetti Presidente LAV
ABBIAMO A CUORE LA TUA PRIVACY LAV esercita trattamenti di dati personali nel rispetto del Regolamento generale sulla protezione dei dati UE 2016/679 e del Decreto legislativo 10 agosto 2018, n.101. L’informativa completa sul contesto, le caratteristiche e le finalità dei nostri trattamenti, è disponibile sul nostro sito alla sezione http://www.lav.it/includes/privacy.php.
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CHIUSO IN TIPOGRAFIA il 31 ottobre 2018 RIPRODUZIONI degli articoli sono auspicate ma consentite solamente con l’autorizzazione della Direzione Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Packaging in Mater-Bi: biodegradabile e compostabile
La LAV è:
• riconosciuta Ente Morale con Decreto Ministeriale 19.5.1998 e Onlus Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale; • riconosciuta associazione che persegue finalità di tutela degli interessi lesi da reati contro gli animali (Decreto 2/2009 EN.AS. - D.M.Salute 2.11.06 - Legge 189/04) • riconosciuta associazione di protezione ambientale con Decreto Ministeriale 15.2.2007 (legge 349/86); • firmataria dal 2017 di un Protocollo d’Intesa con l’Arma dei Carabinieri per la prevenzione e il contrasto dei reati contro gli animali • dal 1995 componente della Commissione Nazionale Allevamenti e Macelli del Ministero della Salute (legge 623/85); • dal 1999 firmataria di un Protocollo d’Intesa con il Ministero dell’Istruzione allo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado” • dal 2007 Ente abilitato al rilascio di crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) presso il Ministero della Salute • cofondatrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente • membro di Eurogroup for Animals, della European Coalition to End Animal Experiments, della Fur Free Alliance, di ENDCAPtivity
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Impronte dicembre 2018
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FOTO PURESTOCK
La Corte dei Conti condanna Alois Durnwalder, già presidente della Provincia di Bolzano e Heinric Erhard, allora Direttore dell’Ufficio Caccia e Pesca della stessa Provincia, per i decreti illegittimi di uccisione animali selvatici protetti: un danno erariale di oltre 1 milione di euro!
Maximulta per avere autorizzato l’uccisione di animali protetti
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di Massimo Vitturi
ondannati a pagare complessivi 1.136.250 euro in favore dello Stato: con una storica sentenza deposita a giugno, la Corte dei Conti d’Appello ha condannato l’allora Presidente della Provincia di Bolzano e assessore alle foreste, Alois Durnwalder, e l’ex direttore dell’ufficio caccia e pesca della medesima Provincia, Heinric Erhard, per aver emanato per anni decine di decreti che consentivano ai cacciatori altoatesini l’uccisione di migliaia di animali selvatici protetti dalle norme europee e nazionali. Decreti regolarmente impugnati da noi della LAV avanti al TAR, e da questo puntualmente sospesi per grave carenza di
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Impronte dicembre 2018
istruttoria e motivazione. Una condotta illegittima, reiterata pervicacemente, che ha prodotto un danno economico alle casse dell’Amministrazione Provinciale di Bolzano e quindi ai cittadini, riconosciuto dalla Corte dei Conti in più di un milione di euro: un risultato senza precedenti che riconosce, per la prima volta in Italia, il danno erariale causato da un’Amministrazione pubblica che, scriteriatamente e a più riprese ha proposto e approvato Decreti di autorizzazione all’uccisione di animali di specie protette - come marmotte e stambecchi - incurante delle costanti bocciature della Giustizia amministrativa. Un fatto, quello della reiterata adozione di atti affetti dalle medesime ca-
renze istruttorio-motivazionali, che già la condanna di primo grado definiva come integrante gli estremi di colpa grave a carico degli imputati. Un modus operandi emerso in tutta la sua gravità grazie al nostro intervento costante che, con i nostri legali, ha nel tempo evitato che le decisioni dell’Amministrazione provinciale comportassero tante illegittime uccisioni di animali selvatici. Una storia che si ripete, incredibilmente, anche di recente con l’annuncio della Provincia di Bolzano, seguita a ruota da Trento, di voler approvare in tempi brevi norme che consentano di sparare a lupi e orsi. Auspichiamo che questa storica condanna rappresenti un preciso monito agli attuali amministratori della stes-
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IL PARERE LEGALE: PRINCIPIO RIVOLUZIONARIO PER LA FAUNA SELVATICA
FOTO DREAMSTIME
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Un risultato senza precedenti che riconosce, per la prima volta in Italia, il danno erariale causato da un’Amministrazione pubblica incurante delle costanti bocciature della Giustizia amministrativa sa Provincia di Bolzano e della vicina Provincia di Trento, a non approvare le proposte di Legge per l’uccisione di lupi e orsi, specie protette a livello nazionale ed europeo: anche in questi casi le responsabilità ricadrebbero su tutti gli Assessori ed i Consiglieri Provinciali che decidessero di votare favorevolmente agli abbattimenti. Ci auguriamo che i costi di una gestio-
ne politico amministrativa illecita non ricadano sui cittadini dell’Alto Adige-Süd Tirol, i quali dovranno pretendere che i condannati non sfuggano alle proprie responsabilità, sostenendo in proprio il danno arrecato, secondo il principio che prevede una specifica responsabilità patrimoniale in capo ad agenti della pubblica amministrazione che arrechino un danno alle casse dello Stato.
a sentenza della Corte di Appello della Corte dei Conti, che grazie al lavoro di denuncia di LAV e LAC condanna per danno erariale, a seguito dell’accertamento dell’illegittimità dei decreti di caccia in deroga i funzionari che li avevano prodotti ed emanati, stabilisce dei principi rivoluzionari per la fauna selvatica in Italia, che potranno finalmente essere adoperati in altri contesti a protezione di migliaia di vite animali. Secondo la sentenza ogni singolo animale appartenente alla fauna selvatica ha un suo valore, anche “a prescindere dalla sua collocazione nel contesto ambientalistico e nell’ecosistema”, con il relativo danno erariale in caso di sua uccisione illegittima. La regola generale delle norme a protezione della fauna selvatica per la Corte è “il divieto di abbattimento degli animali”. La sentenza nasce dalla decennale ed incessante attività LAV di denuncia e ricorsi al TAR, avverso la prassi sistematica della Provincia di Bolzano di uccidere in assenza dei requisiti di legge animali appartenenti alla fauna protetta. A seguito di tali ricorsi e della sospensione dei provvedimenti, la LAV ha deciso di non fermarsi, perché tanti animali erano stati comunque uccisi ingiustamente e ha così deciso con i suoi legali di ricorrere alla Corte dei Conti, per provare a dare giustizia a tali uccisioni, che avvenivano nelle more della preparazione dei ricorsi sino a che il TAR non concedeva la sospensiva. In altri casi la LAV non era riuscita a ricorrere seppur ve ne fossero i presupposti perché spesso i decreti avevano la durata anche solo di un mese. 2655 erano gli animali uccisi ingiustamente tra merli, volpi, stambecchi, cormorani, e marmotte a cui la Corte, con questa sentenza, ha dato un po’ di giustizia. La Procura della Corte dei Conti ha citato in giudizio la Provincia e la Corte d’Appello nel giudizio in cui LAV e LAC si sono costituite a supporto, ha accolto pienamente il ricorso stabilendo dei principi importantissimi che saranno da monito d’ora innanzi per chi ha il compito di amministrare, e aggiungiamo di proteggere, la fauna selvatica, in quanto potrà rispondere in prima persona di eventuali atti illeciti. Avv. Carla Campanaro Impronte dicembre 2018
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Pellicce: tutti contro, tranne il Parlamento italiano
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di Simone Pavesi
olitiche commerciali fur-free, divieti di allevamento, divieti di commercio, stop ai finanziamenti, persino divieti di esposizione e promozione. Contro l’industria della pellicceria si sta muovendo un intero universo, a cominciare dalle principali aziende moda (e una infinità di start up, oltre che online retailers) che decidono di non fare più uso di pellicce animali (e, più recentemente, anche di eliminare o autoimporsi restrizioni sugli approvvigionamenti di altri derivati animali: lana da conigli d’angora, piume, seta, lana di pecora, pelle di animali esotici così come pelle “tradizionale”). Gli allevamenti di animali allo scopo di produrre pellicce sono illegali (perché espressamente vietati o per forti restrizioni che ne hanno portato alla chiusura) in Austria, Belgio, Bosnia ed Erzegovina (dal 2028), Croazia, Repubblica Ceca (2019), Danimarca (volpe e cane procione), Germania (2022), Ungheria (cane procione), Lussemburgo, Olanda (2024), Norvegia (2024), Regno Unito, Repubblica di Macedonia, Serbia (2019), Slovenia, Spagna (visone), Svezia (volpe e cincillà), Svizzera. A cui si aggiungono il
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Impronte dicembre 2018
A settembre LAV ha lanciato in Italia una nuova campagna internazionale della Fur Free Alliance con l’hashtag #PRADAFURFREE Giappone e persino in Brasile, principale paese produttore di pellicce di cincillà, lo Stato di San Paolo ha messo al bando questa pratica (2014) oltre al divieto di importazione e commercio di pellicce (2015). West Hollywood è stata invece la prima città americana e nel mondo a vie-
tare la vendita di prodotti di pellicceria dal 2013, imponendo ai negozianti dello shopping del lusso di rinunciare al consolidato giro di affari di 2 milioni di dollari l’anno! Un esempio seguito da altre amministrazioni statunitensi, come Berkeley, San Francisco e Los Angeles. Lo scorso maggio l’istituto bancario olandese RadoBank leader mondiale nel sostegno al settore agricolo, ha annunciato che non concederà più alcuna facilitazione o finanziamento all’industria della pellicceria, come conseguenza dell’assetto di nuove politiche di sostenibilità (così come verso aziende della filiera della lana d’angora e di quelle del foie gras). A settembre l’apice è stato raggiunto con la London Fashion Week dove, il British Fashion Council organizzatore di una delle settimane della moda tra le quattro più importanti a livello mondiale insieme a Milano, Parigi e New York, ha imposto il divieto di sfilare in passerella pellicce o prodotti moda con inserti: una svolta epocale che riflette un cambiamento culturale basato su ideali e scelte da parte di designer, grandi marchi e consumatori” come dichiarato dagli stessi organizzatori. Non a caso a Londra ha sfilato Burberry, storico marchio inglese e che oggi fattura oltre 2,5 miliardi di euro
FOTO J.MC ARTHUR
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l’anno, annunciando il suo definitivo passaggio al fur-free perché, ha dichiarato il CEO Marco Gobbetti: “Lusso contemporaneo, significa essere responsabili a livello sociale e ambientale. Questa convinzione, fondamentale per noi in Burberry, è la chiave del nostro successo di lungo termine.” Mentre aumentano i divieti e le restrizioni, il Parlamento sembra non accorgersi di questo importante cambiamento sociale. La nostra proposta di legge (atto C.99 On. Brambilla – FI, C.177 On. Gagnarli – M5S, S.211 Sen. De Petris – LEU), per vietare almeno l’allevamento di animali per la produzione di pellicce, resta in attesa di essere discussa. Le Istituzioni (italiane) dormono, ma intanto tutti i soggetti commerciali operanti a vario titolo nel settore della moda stanno facendo propri i valori sempre più condivisi nella nostra società di rispetto per gli animali, adeguando, di conseguenza le proprie politiche aziendali. A settembre LAV ha lanciato in Italia una nuova campagna internazionale della Fur Free Alliance con l’hashtag #PRADAFURFREE. Dopo un “assedio” mediatico da parte di migliaia di persone nel mondo che hanno partecipato via social o contattato direttamente l’azienda con email o
Le Istituzioni (italiane) dormono, ma intanto tutti i soggetti commerciali operanti a vario titolo nel settore della moda stanno facendo propri i valori sempre più condivisi nella nostra società di rispetto per gli animali, adeguando, di conseguenza le proprie politiche aziendali telefonate, Prada ha incontrato la LAV per un primo approfondito confronto circa l’opportunità (e la necessità) di adottare una scelta socialmente responsabile, come la rinuncia all’uso di pellicce animali. Al momento della chiusura di questo articolo è ancora in corso il dialogo che
LAV, in qualità di unico interlocutore ufficiale identificato da Prada e di “ambasciatrice” di decine di ONG nel mondo affiliate al network Fur Free Alliance, ha intrapreso con l’azienda. Ma siamo quasi certi che la direzione che Prada seguirà, sarà l’unica realmente sostenibile. Impronte dicembre 2018
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ZOOMAFIA
In aumento in Campania i crimini contro gli animali +13% le denunce e +22% gli indagati
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di Ciro Troiano
a Campania si presta in modo particolare all’analisi dei crimini zoomafiosi. Combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli: sono i reati contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania. I dati nel nuovo Rapporto sono chiari: nel 2017 nella regione sono stati registrati 778 procedimenti per crimini contro gli animali (l’8,34% di quelli nazionali), con un tasso di 13,32 procedimenti ogni 100.000 abitanti; e 679 indagati (l’11,67% di quelli nazionali), con un tasso di 11,62 indagati ogni 100.000 abitanti. Si tratta di un trend pericolosamente in crescita. Nel 2017 in tutta Campania, rispetto al 2016, si è registrato un aumento del +13% dei procedimenti e un aumento del +22% degli indagati. Ogni 11 ore circa è stato aperto un fascicolo per reati a danno di animali, con una persona indagata ogni 13 ore.
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Impronte dicembre 2018
I combattimenti rappresentano una delle emergenze zoomafiose. La cronaca giudiziaria registra casi di pit bull tenuti in esasperate condizioni di cattività in allevamenti abusivi, addirittura in recinti costruiti in aree pubbliche, come quelli scoperti al Rione Traiano di
Combattimenti tra cani, macellazioni clandestine, corse clandestine di cavalli, pesca di frodo, traffico di fauna selvatica, traffico di cuccioli: sono i reati contro gli animali gestiti dalla criminalità in Campania Napoli. Cani trovati morti (spiaggia di Rovigliano, a Torre Annunziata) o con vistose ferite da combattimento, come accaduto a Casal di Principe (Caserta) o a Castellammare di Stabia (Napoli). Le corse clandestine di cavalli e le
infiltrazioni criminali negli ippodromi sono attività delinquenziali sempre di moda. Ogni tanto si scoprono piste clandestine per allenare cavalli da corsa. Nella zona di Licola, Giuliano, Pozzuoli, Cuma. Si tratta di piste aperte in luoghi isolati, alcuni addirittura in zone protette. Spesso sono accompagnate da stalle costruite con materiale di fortuna dove sono tenuti gli stessi cavalli che sgambettano sulla pista. Su YouTube tantissimi video di corse clandestine di cavalli, girati dagli organizzatori, svolte in Campania, con tanto di colonna sonora di cantanti neomelodici Nel 2017, secondo i dati ufficiali relativi all’elenco dei cavalli risultati positivi al controllo antidoping, ai sensi del regolamento delle sostanze proibite, 10 cavalli che correvano in gare ufficiali in Campania sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. Nella regione è molto attivo il traffico di cuccioli dall’Est. Diverse inchieste e sequestri hanno individuato vere e proprie centrali di importazione e smistamento
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di cani. Si tratta di strutture e personaggi nevralgici per il traffico con collegamenti nazionale ed esteri. Migliaia i cani vittime di questa tratta ogni anno. Per la prima volta in Italia è stato eseguito un sequestro preventivo di milioni di euro nei confronti di amministratori e gestori di società dedite all’importazione e commercio di cuccioli nei cui confronti si è proceduto per reati tributari. Il bracconaggio in alcune zone in provincia di Napoli e Caserta si presenta come un’attività sistematica e organizzata. Armi clandestine, mezzi vietati, caccia a danno di specie protette o in periodo non consentito, traffico di fauna selvatica, furto venatorio, sono solo alcuni dei modi in cui viene esercitato il bracconaggio nella regione. La cattura e il traffico di uccelli rivestono i caratteri di attività pianificata e organizzata. Tra le zone più a rischio bracconaggio si contano le isole, la Terra dei Mazzoni, il Litorale Domitio, la Penisola Sorrentina, il Cilento, la Piana del Sele. I traffici di fauna selvatica, in parti-
colare nel Casertano e nel Napoletano rappresentano uno sfregio alla legalità e alla giustizia. Qualcuno considera i reati contro la fauna selvatica reati bagatellari, ma in realtà dietro alla vendita dei cardellini si nascondono crimini e interessi molto pericolosi. Il cardellino
potrebbe essere preso a simbolo della convergenza di più interessi criminali. In ambito zootecnico si registrano mattatoi abusivi, animali allevati senza documentazione, bovini non iscritti all’anagrafe e sprovvisti di marche au-
ricolari, assenza dei registri di carico e scarico dei medicinali, aziende zootecniche e allevamenti sequestrati. Anche l’abigeato, ovvero il furto di animali da allevamento, trova l’interesse di alcuni gruppi della criminalità organizzata. Infiltrazioni malavitose anche nel comparto ittico, nella pesca di frodo e nel controllo dei mercati. Raccolta di datteri e ricci di mare destinati al mercato clandestino di ristoratori compiacenti, pesca illegale di tonno rosso e pesce spada, impianti di mitilicoltura abusivi, raccolta clandestina di datteri di mare, frutti di mare raccolti in acque inquinate, sono solo gli aspetti più noti dell’illegalità nel settore della pesca in Campania. Anche nel settore ittico le infiltrazioni camorristiche non mancano: varie inchieste della magistratura hanno accertato l’interesse dei clan per il mercato del pesce. La criminalità organizzata è un fenomeno totalitario, si sa, e tenta di controllare ogni traffico criminale, inclusi quelli legati all’ambiente e agli animali. Impronte dicembre 2018
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Il nostro appello ai Ministri di Ambiente e Salute e all’ANCI
Chi si assume i costi per il mantenimento di animali esotici sequestrati?
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di Barbara Paladini
a Legge 189/04 ha quasi 15 anni e nonostante sia una delle norme di repressione del maltrattamento di animali più innovative d’Europa, presenta dei gravi vuoti normativi che ne impediscono una completa realizzazione. Nel caso degli animali esotici, infatti, non prevede espressamente il soggetto tenuto ad assumersi i costi di mantenimento degli animali sequestrati ai sensi della stessa 189/04, con il risultato che gli animali corrono il concreto rischio di essere lasciati o restituiti a chi li ha maltrattati, anche dopo la condanna definitiva! Per gli animali sequestrati in applicazione della Legge 189/04 è dunque ormai improrogabile definire precise responsabilità sulla loro presa in carico da parte di Comuni e/o Ministero dell’Ambiente e/o Ministero della Salute, e LAV ha già iniziato a lavorare affinchè venga colmato quanto prima questo preoccupante vuoto normativo. Un caso emblematico in tal senso è quello che ha come protagonisti alcuni animali di R.M., condannato (maggio 2016) per maltrattamento animali. Gli animali di sua proprietà erano stati oggetto di numerose segnalazioni, a partire dall’ottobre del 2012, relative alle
La Legge 189/04 presenta dei gravi vuoti normativi con il risultato che gli animali corrono il concreto rischio di essere lasciati o restituiti a chi li ha maltrattati pessime condizioni di detenzione presso un circo. Nel novembre del 2012 la Procura di Monza ne dispone il sequestro, ma li lascia in custodia allo stesso proprietario: per due istrici, una poiana di Harris, un avvoltoio testa gialla, un alligatore, un coccodrillo del Nilo e un caimano, purtroppo la situazione non cambia. Anzi, nell’attesa che il Tribunale di Monza dia mandato alla Polizia Provinciale di individuare luoghi idonei alla custodia degli animali, l’avvoltoio testa gialla muore per “cause correlate alle modalità di detenzione dell’animale”. Solo alla fine del 2015, dopo anni di battaglie legali e richieste di trasferimento degli animali, detenuti presso un altro circo ed esposti al pubblico, nonostante sotto sequestro e nelle stesse condizioni rilevate tre anni prima, i
I Centri di recupero accettando di prendere animali diventano vittime di uno scarico di responsabilità tra Istituzioni, il cui risultato è il mancato pagamento delle spese per gli animali due istrici e la poiana di Harris vengono accolti nel Centro di recupero fauna selvatica “Il Pettirosso” di Modena che, su richiesta LAV, si rende disponibile a prenderli in custodia in attesa della loro confisca definitiva, che avviene contestualmente alla condanna a carico di R.M. (maggio del 2016). Poco dopo la confisca definitiva degli animali, il centro “Il Pettirosso” inizia a chiedere, prima informalmente, poi con tre richieste ufficiali (aprile e maggio 2017, e aprile 2018) di poterli spostare: non ha le risorse economiche per poter gestire gli animali a vita, e ha bisogno degli spazi per poter ospitare fauna selvatica (principale funzione del centro). Contestualmente la LAV, oltre ad appoggiare le richieste del centro, inizia un percorso legale perché venga definita di chi sia la responsabilità del mantenimento degli animali. Il 7 luglio 2018 il Giudice dell’Esecuzione indica che gli animali “potranno essere definitivamente assegnati” a LAV, che non ne ha fatto richiesta, ma che chiaramente risolverebbe il problema dei costi di mantenimento: come affidatario definitivo la LAV dovrà farsene carico economicamente, cosa che ha contribuito a fare dal 2015, quando ha accolto la richiesta di sostegno economico del centro “Il Pettirosso”.
L’incognita delle spese di mantenimento, quindi, condiziona il destino degli animali, e in particolare degli animali esotici confiscati in violazione della L. 189/04, perché la stessa legge non specifica chi ne sia responsabile nel caso in cui nessuna associazione riconosciuta possa farsene carico: un paradosso legislativo, se consideriamo che per gli stessi animali confiscati in violazione della Legge 150/92 (CITES) la norma chiarisce che i costi sono a carico del Ministero dell’Ambiente. Con l’aggravante che gli animali, già vittime, restano spesso in custodia ai loro stessi aguzzini, come avvenuto per il coccodrillo del Nilo, il caimano e l’alligatore, rimasti in custodia a R.M. nonostante la condanna che stabiliva la confisca degli animali, perché non è stato possibile individuare un luogo idoneo in cui ospitarli, e dei quali, peraltro, si sono perse le tracce. Gli animali di R.M. a causa di questo vuoto normativo sono stati abbandonati alla loro sorte dalle Istituzioni che, in casi come questo, approfittano della disponibilità di privati e associazioni. E i Centri di recupero accettando di prendere animali diventano vittime di uno scarico di responsabilità tra Istituzioni, il cui risultato è il mancato pagamento delle spese per gli animali, che restano a loro carico per tutta la vita.
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Una simpatica zebra, dal fisico snello e una criniera sempre in ordine. È curioso e attento, passa le sue giornate a scorrazzare qua e là; ha esplorato quasi ogni angolo della vasta area in cui vive. Malgrado le sofferenze subite in un circo che lo teneva prigioniero, Arturo è riuscito a riprendersi grazie alla sua tenacia e alle nostre cure, che lo accompagnano giorno dopo giorno. Regala un’Adozione a distanza, assicurerai ad Arturo le cure e le attenzioni di cui ha bisogno
12 Impronte dicembre 2018
Un maiale dal pelo sempre arruffato. Grugno è anche un po’ pigro: a volte interrompe i suoi sonnellini solo per mangiare. Altre volte passa il tempo a rotolarsi nel fango, altre ancora si aggira per cercare un po’ di compagnia. È uno degli animali più anziani di cui ci prendiamo cura e, proprio per questo, cerchiamo di dargli tante attenzioni. Proviene da un allevamento abusivo dove viveva in condizioni critiche, privato di acqua a di cibo. Oggi Grugno è felice, si gode la vita e grazie al suo buffo musetto trasmette sempre tanta allegria! Regala un’Adozione a distanza, donerai parte di questa allegria a una persona a te cara.
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Per rendere il Natale davvero speciale scegli un regalo unico, regala un’adozione a distanza! La zebra Arturo, Grugno il maiale, Calimero - il gatto piccolo e nero o la dolcissima cagnolona Lidia… esiste un regalo più originale? Puoi rendere felice una persona cara e prenderti cura di tanti animali!
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Calimero è un micio tutto nero, ma appena si stende al sole il suo manto rivela sfumature ramate. I suoi grandi occhi sono sempre vigili, pronti a cercare qualche altro micio con cui giocare. Ancora è diffidente nei confronti degli uomini, a causa del suo passato fatto di maltrattamenti e privazioni. Infatti, l’abbiamo tratto in salvo dal Rifugio Parrelli, la struttura che costringeva centinaia tra gatti e cani a vivere in condizioni critiche. Oggi Calimero sta bene e, malgrado la sua giustificata diffidenza, ha bisogno di tanto affetto. Regala un’Adozione a distanza, contribuirai a dare a Calimero affetto e attenzioni.
Un bellissimo cane, tenero e allegro: sempre pronto a prendere al volo i suoi giochi preferiti. Questa sua vitalità nasconde però un triste aspetto: Lidia ha la Leishmania, una malattia che l’aveva ridotta pelle e ossa e che aveva contaminato occhi e pelo. Sono servite tante cure, tutte quelle che le sono mancate all’interno del canile di Palermo in cui era finita dopo un presunto abbandono. Lidia però è forte e le terapie di cui ogni giorno necessita stanno portando ottimi risultati. Regala un’Adozione a distanza, garantirai a Lidia le cure necessarie e una vita ogni giorno più bella. Impronte dicembre 2018
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“Grazie LAV!” da Daniela e Lillo, uniti oltre la burocrazia
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di Claudia Squadroni
uella del cane Lillo è una triste storia di burocrazia che ha rischiato di allontanarlo per sempre dalla sua famiglia. Ma grazie al nostro intervento gli ostacoli sono stati superati e Lillo e la sua famiglia non potranno più essere divisi. Lillo, deceduto Massimo, il suo compagno umano al quale era intestato all’anagrafe canina, ha rischiato di finire chissà dove. Daniela infatti, la compagna di Massimo, che con altri animali è la famiglia di Lillo, un bianco cagnolino di otto anni, non essendo sposata non aveva alcun formale diritto a tenere con sé Lillo (qui nella foto). Inoltre, avendo la figlia di Massimo rinunciato all’eredità e, sarebbe stato lo Stato a subentrare. E Lillo dove sarebbe potuto andare, a spese dello Stato? In un canile, e quale? E perché toglierlo all’altra sua umana di riferimento, alla sua vera famiglia? Di fronte alla concreta possibilità di perderlo per sempre, Daniela decide di scrivere al Presidente LAV Gianluca Felicetti. “Le chiedo consiglio. Mi è stato risposto più volte dall’Asl veterinaria che
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Per tutti i Lillo d’Italia c’è una proposta di Legge che abbiamo fatto ripresentare anche in questo nuovo Parlamento, per la modifica del Codice Civile che ancora considera gli animali come “beni mobili”, quindi come oggetti, in contrasto con il Trattato Europeo e con il Codice penale non essendo sposati, non era possibile effettuare il passaggio di proprietà intestandolo a me (…) Sono trascorsi quattro mesi e io e il mio cane ci ritroviamo nell’illegalità, contro la nostra volontà, e con il rischio che se dovessi smarrirlo, non avrei nessun diritto per recuperarlo, inoltre non ho la possibilità di stipulare un’assicurazione e mi domando come mai un ente pubblico con il quale da anni combatto da volontaria contro randagismo e abbandono, mi ostacoli nel tutelare il mio cane. Ho contattato anche la segreteria del Sindaco e mi è stato detto che essendo microchippato il cane non può appartenere al Sindaco come i randagi. Come posso fare? Il tempo passa ed io ed il mio Lillo vorremmo solo un po’ di serenità”. Ricevuta questa lettera, siamo intervenuti con una formale richiesta a
Asl e Sindaco, supportando l’istanza di Daniela, e sollecitando col passare dei giorni. Poi, finalmente, il messaggio di Daniela: “ce l’abbiamo fatta! Ora io e Lillo siamo una famiglia legale, insieme ai gatti. Grazie, grazie, grazie!”. Brindiamo a Lillo e a Daniela! Ma se la loro è una storia a lieto fine, come assicurare che gli animali che fanno parte delle nostre famiglie non vengano considerati semplici “oggetti”? Per tutti i Lillo d’Italia c’è una proposta di Legge che abbiamo fatto ripresentare anche in questo nuovo Parlamento, per la modifica del Codice Civile che ancora considera gli animali come “beni mobili”, quindi come oggetti, in contrasto con il Trattato Europeo e con il Codice penale. Il nostro auspicio, e il nostro impegno, è che venga discussa e approvata al più presto.
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Il primo banco farmaceutico veterinario
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di Ilaria Innocenti
restazioni veterinarie e farmaci per i compagni di vita a quattro zampe, costano cari e incidono sul bilancio familiare. Lo conferma anche il Rapporto Eurispes 2018 secondo cui in Italia il 33% degli intervistati ha dichiarato di aver dovuto ridurre le proprie spese personali per far fronte alle necessità degli animali familiari. Ma in realtà l’elevato prezzo dei medicinali è un costo anche per i Comuni. Questa voce pesa, infatti, sul bilancio di spesa per la cura dei cani detenuti in canili che, nel 2017 ha sfiorato una spesa annua di 147 milioni di euro. Il costo pesa anche sulle Associazioni e i privati cittadini che, con grandi sacrifici, si prendono cura di cani e gatti abbandonati o liberi sul territorio. #CURIAMOLITUTTI è una nuova iniziativa dedicata alla salute di tutti i quattro zampe: il banco farmaceutico veterinario che ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Salute e della Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani. Da sabato 8 a domenica 16 dicembre saremo in tutta Italia con i tavoli nelle piazze, nei centri commerciali, in prossimità o all’interno di farmacie e
parafarmacie, per raccogliere prodotti farmaceutici veterinari che saranno donati a persone bisognose, gattare e rifugi in difficoltà che accudiscono animali familiari, individuati preventivamente attraverso le Sedi locali LAV. Nei contenitori “personalizzati” per la raccolta, sarà possibile donare farmaci o versa-
farmaci che richiedono la conservazione a temperatura controllata, quelli ospedalieri (fascia H) e appartenenti alla categoria delle sostanze psicotrope e stupefacenti.
Farmaci da banco a uso veterinario:
re un contributo che sarà utilizzato da LAV per l’acquisto dei farmaci maggiormente necessari.
potrai acquistarli e donarli a LAV. I prodotti che raccoglieremo sono: antiparassitari esterni e interni, collarini antiparassitari, prodotti otologici, prodotti oftalmici (per esempio per problemi di secchezza oculare, detergenti per occhi), prodotti dermatologici di supporto alle terapie antibiotiche, integratori per: • problemi gastro-intestinali (per esempio fermenti lattici, probiotici) • problemi vie urinarie • problemi osteo-articolari • crescita del cucciolo • animali anziani (per esempio per combattere la degenerazione dei neuroni) • supporto nutrizionale ad alcuni disturbi comportamentali su base ansiosa • ricostituenti per cani anziani e debilitati
RACCOGLIEREMO Farmaci veterinari inutilizzati:
Donazioni per l’acquisto di farmaci veterinari:
Dall’8 al 16 dicembre partecipa alla nuova iniziativa dedicata alla salute di tutti i quattro zampe, perché nessun animale resti senza cure. #CURIAMOLITUTTI
con almeno 8 mesi di validità, correttamente conservati nella loro confezione originale integra, con l’esclusione dei
informazioni su dove potrai trovare i punti di raccolta LAV sono disponibili su www.lav.it Impronte dicembre 2018
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Il Sindaco di Bari Antonio Decaro all’inaugurazione della nuova sala operatoria e dell’area di sgambamento nel Canile, realizzate con il sostegno LAV
Si può fare di più… anche per i randagi! I nostri progetti a Bari e Camerino
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di Barbara Paladini
e nostre attività previste nell’ambito della campagna adozioni “Questa è una vecchia amicizia” - realizzata insieme ai Sindacati dei pensionati CGIL, CISL, UIL - proseguono senza sosta, grazie anche alla generosità dei nostri sostenitori, e alla collaborazione con le Associazioni sul territorio e le Istituzioni locali. Con l’inaugurazione della sala operatoria, della nuova area di sgambamento e dei nuovi box per cani con problemi comportamentali, che abbiamo realizzato presso il Canile sanitario di Bari, con nuove attrezzature (realizzate grazie alla donazione di 11.500 euro della nostra Socia “Per sempre” Adriana Possenti), ha preso forma lo scorso ottobre il Progetto adozioni LAV “Il benessere psicofisico dei cani ospitati in canile e in attesa di adozione, il controllo delle nascite dei cani e dei gatti randagi – interventi di miglioria nel canile sanitario di Bari”, con l’obiettivo di valorizzare la figura del canile quale luogo di transito, dove il cane o il gatto siano ospitati lo stretto necessario per provvedere
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Ha preso forma lo scorso ottobre il Progetto adozioni LAV “Il benessere psicofisico dei cani ospitati in canile e in attesa di adozione, il controllo delle nascite dei cani e dei gatti randagi, interventi di miglioria nel canile sanitario di Bari”
al loro recupero psico-fisico, in attesa di adozione o della reimmissione sul territorio. Perché questo avvenga ogni canile deve presentare una serie di caratteristiche strutturali e gestionali, tali da garantire una permanenza confortevole e in linea con le caratteristiche etologiche degli animali ospitati, anche nel lungo periodo. Questo per garantire una buona qualità di vita agli animali e raggiungere il maggior livello di socializzazione possibile, anche in previsione dell’inserimento in famiglia. Fondamentale, in tal senso, la collaborazione tra la Sede territoriale provinciale LAV di Bari, il Comune di Bari, la ASL, l’Associazione “Nati per amarti onlus” e l’Area Adozioni LAV, grazie alla quale è stata data la giusta attenzione a questo aspetto determinante per la vita degli animali, funzionale anche a garantire alle amministrazioni comunali un risparmio considerevole in termini di spese per il mantenimento degli animali in canile. Un progetto che lo stesso Sindaco di Bari, Antonio Decaro, intervenuto all’inaugurazione, ha definito “fortemente voluto dall’Amministrazione comunale
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Grazie ai nostri sostenitori, abbiamo inaugurato una accogliente casa per cani anziani e disabili nel canile rifugio di Camerino che ha a cuore il benessere dei cani e dei gatti randagi”. L’allestimento della sala operatoria nel Canile di Bari consentirà di svolgere gli interventi di sterilizzazione dei cani direttamente in loco, evitando che gli animali siano trasportati, prima e dopo l’intervento, all’ambulatorio ASL in piena città, come avvenuto finora. Non solo, la sala operatoria potrà essere usata anche per giornate di sterilizzazione per i cani e i gatti del territorio, con i veterinari ASL o veterinari di fiducia LAV, come prevede il contratto di comodato d’uso. Grazie alla stretta collaborazione tra i medici veterinari ASL, gli attivisti della sede LAV Bari e dell’associazione Nati per amarti Onlus, inoltre, verrà incrementata l’attività di monitoraggio e controllo del territorio. Le aree di sgambamento e gli interventi di miglioria ai box, infine, sono uno strumento insostituibile per garantire l’assistenza adeguata anche ai cani interessati da alterazioni comportamentali di rilievo. Integrati nel progetto anche degli incontri formativi destinati ai volontari e incontri a favore dei proprietari di cani perché possano essere aiutati
nella risoluzione di problematiche/disagi manifestati dal cane che hanno accolto in famiglia e che si presentano nel quotidiano. Inaugurata la nuova casa per cani anziani e disabili all’interno del Canile Rifugio di Colle Altino (Macerata) Di diverso respiro, ma ugualmente importante, è il progetto finalizzato alla costruzione di una casa per cani anziani e disabili all’interno del Canile Rifugio di Colle Altino (Macerata), unico canile che copre una vasta area. Realizzata nell’ambito degli interventi LAV a me-
dio-lungo termine nelle zone del Centro Italia colpite dai terremoti dell’agosto e ottobre del 2016, in collaborazione con la L.N.D.C. Sezione di Camerino e Matelica e l’Albero delle Stelle Onlus, la nuova casa è in grado di proteggere i cani dal freddo ma anche dal caldo estivo, ed è stata finanziata con parte delle risorse raccolte, grazie alla generosità dei soci e sostenitori LAV all’indomani degli eventi sismici. Per questo progetto, infatti, abbiamo impegnato fondi per un preventivo di spesa pari a 20.000 euro: un investimento davvero utile per gli animali ospitati nel canile! Il progetto ci permette di tenere fede all’impegno assunto due anni fa a poche ore dalle prime scosse: offrire un aiuto concreto alle popolazioni che hanno subito i danni causati dal terremoto. Questa struttura, infatti, ha accolto e continuerà ad accogliere gli animali recuperati anche nelle zone del sisma: la nuova casa in legno garantirà un aumento dei posti a disposizione nel canile e migliorerà la qualità di vita dei cani ospitati, soprattutto i più deboli, che potranno così beneficiare di cucce e ripari accoglienti. Impronte dicembre 2018
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La Corte di Cassazione ne evita la macellazione!
Salvi gli animali della Cascina di Signa
Finalmente al sicuro: ci prendiamo cura di questi animali della Cascina di Signa
L
di Barbara Paladini
a Corte di Cassazione ha messo la parola fine alla lunghissima vicenda giudiziaria relativa alla Cascina di Lastra a Signa (Firenze). Lo ha fatto rigettando il ricorso dei proprietari della Cascina che rivendicavano la proprietà degli animali e il proprio diritto a ucciderli per fini produttivi. Il caso balzò agli onori della cronaca nel 2012, grazie a un servizio TV di “Striscia la notizia” che documentò casi di macellazione clandestina nella Cascina. Subito ci rendemmo disponibili a trovare una sistemazione per gli animali e oggi capre, pecore, un maiale, polli e galline potranno proseguire la loro vita serenamente presso il centro nel quale li abbiamo trasferiti al momento del sequestro. Non è andata così, purtroppo, per alcune mucche, per le quali era stata disposta la revoca dell’affido, su istanza della difesa, sottraendole alla nostra custodia e condannandole al tragico destino della macellazione… Con questa decisione la Suprema Corte ha quindi confermato la legittimità della scelta del Tribunale di Firenze,
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Ci auguriamo che questa sentenza indichi la strada da perseguire nei casi in cui gli animali siano oggetto di custodia giudiziaria per reati di maltrattamento
e del Giudice dell’esecuzione, di dare in adozione definitiva alla LAV gli animali oggetto del processo per maltrattamento, al di là dell’esito processuale dell’assoluzione, ribadendo come in caso di sequestro giudiziario di animali vittime di reato sia imprescindibile tenere conto della loro natura di esseri senzienti, adottando provvedimenti in linea con le
loro esigenze etologiche. Ci auguriamo che questa sentenza indichi la strada da perseguire nei casi in cui gli animali siano oggetto di custodia giudiziaria per reati di maltrattamento, che non possono essere restituiti, e men che meno macellati, fino all’esaurimento dei gradi di giudizio del procedimento giudiziario di cui sono oggetto.
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Beethoven e Mozart: viaggio all’inferno e ritorno
U
di Alessandra Chello
n anfratto di pochi metri. Avanzi di cibo ammuffito. Acqua putrida dentro vecchie ciotole logore dai bordi smangiucchiati dalla fame e dalla disperazione. Un letto di escrementi che sembrava non avere fondo. La grata di ferro e ruggine stampata su due musi imbiancati dal tempo e dal dolore: è la porta di un piccolo girone dell’inferno targato Perugia. Beethoven e Mozart: requiem d’orrore. Quel che resta di un beagle. E di un piccolo meticcio dal pelo grigio. Due cani condannati a una lenta e silenziosa fine. Vittime sgomente di una crudeltà enorme e inspiegabile. 12 anni di stenti. E di umiliazioni. Ingoiati da un silenzio assordante… Denutriti. Sfiniti dal logorante scorrere di inverni e primavere tutte uguali. Perennemente chiusi in quella prigione da incubo. Mentre l’indifferenza e le malattie scavavano dentro. Fino a minare, come infidi tarli, quei poveri mucchi d’ossa. Cancellati dal mondo. Colpevoli forse solo di aver amato. D’essersi fidati. Ma certo nati sotto una cattiva stella
che li ha messi sul cammino dei loro carcerieri. Fine pena mai. Sembrava il destino dei due compagni di sventura. Invece la coscienza ha vinto. Qualcuno ha visto. E ha deciso che, continuare a girarsi dall’altra parte, equivaleva a essere complici di quel lento, terribile omicidio. La svolta, lo scorso 25 maggio. La LAV riceve dal Tribunale di Perugia la notifica della sentenza che ha disposto la confisca e la definitiva assegnazione alla nostra Sede perugina,
Due cani condannati a una lenta e silenziosa fine. Vittime sgomente di una crudeltà enorme e inspiegabile dei cani sequestrati dal Dipartimento di prevenzione servizio veterinario e sanità animale. Un sequestro d’urgenza. Con l’ok del pubblico ministero, Mario Formisano che ha dato il via libera all’ingresso nella proprietà, tagliando il lucchetto che chiudeva il cancello del giardino degli orrori.
Sì perché i proprietari, contattati più volte dalla LAV, avevano rifiutato di collaborare. Interviene l’Asl Umbria 1. Finalmente liberi. Beethoven e Mozart sono allo stremo. Si reggono a malapena sulle zampe. Per l’immobilismo forzato rischiavano la paralisi. Uno di loro ha un grosso tumore. L’altro ha il ventre gonfio. Hanno segni di sofferenza psichica. Ma trovano ancora la forza di scodinzolare. Increduli e timorosi che quell’incantesimo magico all’improvviso svanisse. E si portasse via quel manipolo di salvatori. Dopo la visita sanitaria e le prime cure dei medici del canile sanitario di Collestrada, vengono affidati alla LAV di Perugia, con la nostra responsabile Graziella Crescentini Gori che ne ha disposto la custodia a casa di un socio LAV. Il reato è chiaro, articolo 544 ter del Codice penale: maltrattamento di animali. I colpevoli condannati. Il Male, almeno stavolta, è stato sconfitto. Beethoven e Mozart ora si godono il sole del giardino, l’odore dell’erba del prato. Le pappe buone, le cucce e le carezze. Gli odori che porta il vento quando cambiano le stagioni. E il sorriso sincero di un umano che li ha rimessi al mondo. Viaggio all’inferno e ritorno. Impronte dicembre 2018
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Pubblicazioni scientifiche un business a spese del pianeta, uomini e animali
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di Michela Kuan
li scandali legati alle pubblicazioni scientifiche sono in aumento. Avevamo già riportato come su 1.534 pubblicazioni scientifiche esaminate (tutte tratte da otto fra le maggiori riviste del settore), il 17% dichiara un finanziamento da parte dell’industria e il 12% la presenza di almeno un autore con qualche incarico presso imprese farmaceutiche; con la scontata conseguenza che gli studi che dichiarano conflitti di interesse abbiano la tendenza a ottenere risultati più positivi rispetto alla media, cosa che potrebbe mettere in dubbio la correttezza degli esiti. Ora anche l’Internazionale rivela, attraverso un’inchiesta, come esista un sistema che pubblica dati falsi a fronte di guadagni ingenti. Infatti, l’inchiesta della nota rivista ha dimostrato come inventando totalmente ricercatore, studio e risultati sia stato possibile non solo pubblicare, ma essere chiamato a partecipare a convegni ed essere inserito in data base che ormai riportano conclusioni scientifiche basate sulla pura invenzione: la tintura di propoli è un rimedio contro il cancro. Questo grazie a case editrici che chiedono migliaia di euro, definite predatori.
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Nell’iter di accettazione del falso articolo, tra le richieste del comitato etico si parla di esperimenti su animali, l’autore risponde “molto probabilmente rispetta le regole etiche”, frasi generiche che purtroppo siamo abituati a leggere nelle schede tecniche dei progetti. È inquietante capire come nel “calderone” delle pubblicazione finiscono dati veri e dati falsificati, e questi risultati si-
È inquietante capire come nel “calderone” delle pubblicazione finiscono dati veri e dati falsificati ano manipolabili per convincere clienti a comprare dai farmaci alle automobili o persino influenzare scelte politiche mondiali, come nel caso della CO2 coalition, associazione vicina al Presidente Trump, che sostiene come alte emissio-
ni di anidride carbonica facciano bene al Pianeta. Come affermato dall’investigatore del falso Enrico Bucci, su 3500 segnalazioni ben 565 sono italiane: infatti il nostro Paese è secondo solo agli Stati Uniti in questa nefasta “specializzazione”, un record negativo che si unisce a un quadro pessimo che ci vede il fanalino di coda dell’Europa nella ricerca. Questi dati allarmanti, purtroppo non sono una novità, ma solo il frutto di un processo preclinico e clinico distorto che spesso non agisce nell’interesse della salute umana ma sotto floridi interessi economici e di carriera. L’iter di commercializzazione di nuove sostanze (ad esempio chimiche e farmaceutiche) attua un doppio errore, sia dal lato etico che scientifico, prevedendo un primo passaggio, obbligatorio, sull’animale che produce dati non trasferibili tra specie diverse e quindi non predittivi sull’uomo, e test clinici sulla nostra specie i cui risultati vengono fortemente influenzati dalle aziende private che commissionano lo studio o dal ricercatore che attua la ricerca. Gli stessi comitati etici, ora chiamati OPBA – organismi preposti al benessere degli animali da laboratorio - sono composti da figure coinvolte nella ricerca o dell’Istituto che la attua.
SCELTI PER VOI
www.lav.it Leonardo Caffo
VEGAN.
Un manifesto filosofico Einaudi
Fabio Balocco
LORO E NOI
Storie di umani e altri animali Neos Edizioni, 2018
Secondo recenti stime, si calcola che in Italia ci siano più di 60 milioni di animali da affezione. Cioè più animali che “padroni”. Così pure è sempre più florido il mercato del pet e sempre più numerose sono le associazioni a difesa dei diritti degli animali. Questo a testimonianza di una sensibilità sicuramente diffusa, e in aumento, verso quella che possiamo definire “la alterità”. Ma gli animali non sono solo quelli da compagnia o comunque “da appartamento”, e si può ed anzi si deve amare anche gli altri, da quelli selvaggi a quelli impropriamente definiti “da reddito”. “Loro e noi” (Neos Edizioni, 2018) raccoglie appunto le testimonianze di passioni anche totalizzanti verso le altre specie animali, dalle mucche alle vipere, dalle formiche alle farfalle, dai gufi ai ricci. Un viaggio nel diverso da noi, per prendere coscienza che l’uomo è un animale e gli animali deve amare e rispettare. Con questo libro, la casa editrice inaugura la collana Postumana. Il postumanesimo è una corrente di pensiero relativamente recente, anche se con radici antiche, che tocca diverse discipline che hanno l’intento comune di ripensare la figura dell’uomo nel mondo. La collana si pone un unico specifico fine, che è quello di stimolare il lettore a liberarsi della visione antropocentrica per abbracciare una visione olistica, di comunione fra gli umani e gli altri esseri viventi. Per fare ciò, però, non si pubblicheranno testi scientifici, bensì testi divulgativi che permettano a tutti di comprendere questo messaggio universale. In tale ottica, questa specifica opera si avvale della prefazione del filosofo Leonardo Caffo, che sta dando un notevole contributo alla divulgazione di questa nuova visione del mondo.
“Sono vegano ‘a mio modo’, spiego il senso di questa parola fondamentale per il nostro futuro in Vegan”. Così Leonardo Caffo, classe 1985, filosofo, scrittore e molte altre cose – descrive la sua ultima creatura editoriale. Nel saggio “Vegan. Un manifesto filosofico”, edito da Einaudi, Caffo sostiene che essere vegani non è né una moda, né una dieta e spiega cosa significa, a livello sociale, oltre che morale e filosofico, abbracciare questa scelta. “Chi sceglie di essere vegano ha deciso di non mangiare piú dei ‘qualcuno’ che la nostra società ha trasformato in dei ‘qualcosa’, non solo per mettere fine a una barbarie, ma per salvaguardare l’architettura sociale, ambientale ed economica del nostro futuro”, dichiara l’Autore in un’intervista al Corriere. Partendo da queste premesse, il saggio fa luce su un mondo in cui coesistono contraddizioni e talvolta, esagerazioni, riconoscendo la necessità di un nuovo tipo di veganesimo, in cui la consapevolezza abbia
la meglio sull’intransigenza, affinché il cambiamento che inseguiamo possa concretizzarsi in pratiche e comportamenti filosoficamente orientati e maggiormente integrati nella società. Un’originale riflessione filosofica che ci guida nell’analisi dei limiti e delle risorse della pratica alimentare più discussa, amata e odiata del nostro tempo, aprendo una finestra su un diverso mondo possibile e richiamando alla responsabilità ultima di una scelta che, pur partendo dal dato alimentare lo supera, abbracciando valori universali di vitale importanza per la nostra società.
Costanza Rizzacasa d’Orsogn
STORIA DI MILO,
il gatto che non sapeva saltare Guanda Editore
Le avventure di Milo, il gattino disabile protagonista della rubrica animalista su Corriere.it di Costanza Rizzacasa d’Orsogna - che con la LAV ha un legame speciale -, sono diventate un libro: “Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare” (Guanda Editore, 112 pp., 13 euro), una favola d’integrazione per tutte le età, sulla disabilità e il diverso. Milo è un trovatello tutto nero, che a causa di una sindrome del sistema nervoso, l’ipoplasia cerebellare, cammina a zig zag e non sa saltare. Una condizione relativamente poco nota in quanto spesso questi gatti vengono soppressi ai primi sintomi, perché si teme che non ce la faranno o per il fastidio di doverli accudire. Non succederà a Milo, che troverà una mamma umana e tanti nuovi amici, e imparerà che non c’è molta differenza tra essere diverso ed essere speciale. Ma Storia di Milo è anche l’occasione per sviluppare alcuni temi animalisti ed etico-filosofici cari all’autrice, come l’ingiusta divisione tra animali di serie A e di serie B, i primi che stra-coccoliamo e gli altri che mangiamo (e a cui l’industria alimentare riserva spesso orrende violenze); i mali della selezione della razza e della corsa ad acquistare animali “griffati”, anziché dare una chance a un cane o un gatto dei rifugi o della strada; il pregiudizio verso i gatti neri, già figlio di una cultura arretrata ma che oggi passa anche per Instagram, ed è causa di tanti abbandoni. C’è un gabbiano ecologista, una mucca che non vuole finire al macello, uno scorpione che vorrebbe tanto diventare un animale d’affezione. Tanti temi importanti per una piccola favola su un micio che cade mille volte al giorno, ma non si arrende mai. Ed è un modello positivo e di speranza. Impronte dicembre 2018
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Ad ognuno il suo sacchetto, purché sia quello giusto! S
hopper per la spesa, sacchi per la raccolta differenziata e sacchetti ortofrutta. Tre tipologie che per legge devono essere completamente biodegradabili e compostabili.
I prodotti realizzati in Mater-Bi, infatti, trovano applicazione in numerosi settori, fornendo soluzioni uniche e innovative a specifici problemi ambientali
Shopper per la spesa
I
n Italia il divieto di commercializzazione degli shopper per la spesa in plastica è in vigore dal 2012 e il regime sanzionatorio dal 2014. Per essere in regola devono essere completamente biodegradabili e compostabili, secondo la normativa europea UNI EN 13432. Per riconoscere gli shopper conformi alla legge, ci sono tre semplici diciture da controllare: il sac-
chetto deve riportare la scritta “Biodegradabile e compostabile“, la citazione dello standard europeo UNI EN 13432 e il marchio di un ente certificatore. Gli shopper hanno il vantaggio di avere un duplice utilizzo: una volta portata a casa la spesa, sono riutilizzabili per la raccolta della frazione organica.
Sacchi per la raccolta differenziata
Sacchetti ortofrutta
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razie alle loro caratteristiche - biodegradabilità, compostabilità, resistenza all’umidità e agli agenti patogeni - i sacchi realizzati in Mater-Bi si dimostrano uno strumento efficace per una raccolta differenziata della frazione organica di qualità.
22 Impronte dicembre 2018
al 1° gennaio 2018 i sacchetti per frutta e verdura devono essere biodegradabili e compostabili, idonei al contatto alimentare e non possono essere gratuiti. Sono ultraleggeri e resistenti. Come per gli shopper per la spesa, una volta a casa, possono essere utilizzati per la raccolta della frazione organica.
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CONGRESSO NAZIONALE STRAORDINARIO LAV Roma, 16 febbraio 2019 Il Consiglio direttivo, in seguito agli effetti dati dal Decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, stabilisce l’indizione di un Congresso nazionale dell’Associazione, in sede straordinaria, per adeguare lo Statuto alla nuova normativa per gli Enti, dal “Codice del Terzo Settore”: CONVOCAZIONE E ODG CONGRESSO LAV IN SEDE STRAORDINARIA Ai sensi dell’art. 8 dello Statuto è convocato a Roma, sabato 16 febbraio 2019, presso lo Scout Center, Largo dello Scautismo 1, alle ore 9:00 in prima convocazione e alle ore 10:00 in seconda convocazione, il Congresso nazionale della LAV in sede straordinaria, con il seguente Ordine del Giorno: 10:00 10:05 10:10 10:15 10:20 13:00
Apertura dei lavori Votazione presidenza Congresso Votazione regolamento Congresso Votazione ordine dei lavori Illustrazione e votazione di proposte di modifica dello Statuto della LAV Chiusura dei lavori
Ai sensi dell’art. 22 dello Statuto LAV, le modifiche statutarie possono essere deliberate con voto favorevole del 60% degli aventi diritto al voto presenti. Il Congresso è aperto a tutti i soci. Il diritto di voto, ai sensi dello Statuto, è per i soci in regola con il pagamento della quota associativa sempre che risultino iscritti da almeno dieci mesi.
Ciao Carlo Salutiamo con affetto Carlo Maresca (nella foto), ricordandolo attraverso questo messaggio di sua moglie. Ciao Carlo! Ho conosciuto Carlo Maresca molti anni fa in quanto delegato della LAV di Napoli: fu lui a raccogliere la mia iscrizione. Ha ricoperto questo ruolo a lungo e con grande passione e determinazione. Il suo entusiasmo contagioso ha fatto avvicinare alle tematiche animaliste molti amici e molti dei suoi allievi, che hanno, grazie a lui, capito la differenza sostanziale fra amare gli animali e rispettarli. Carlo è stato un animalista, forse oggi una parola piuttosto abusata, strenuo difensore dei diritti degli abitanti non umani del pianeta, di tutti, nessuno escluso. Che i suoi auguri di qualche anno fa possano essere spunto di riflessione: “Molto probabilmente il capitone che ucciderete o le cozze o il fagiano, non si vendicheranno! No. Ma non è per paura del castigo o della vendetta, che dobbiamo scegliere i nostri comportamenti. Non uccidete i vivi, non sbranate i morti!! Siate degni di voi, siate esseri pensanti. Buon anno!!” Flavia Angrisano Maresca
ASSEMBLEA DEI SOCI LAV DI BARI Lunedi 17 dicembre è convocata l’Assemblea dei soci LAV di Bari e provincia per l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo della Sede Territoriale. Assemblea in prima convocazione alle ore 20, in seconda convocazione alle ore 20.30, presso la sede LAV di Via Francesco Muciaccia 15/17, a Bari.
Ordine del giorno: le attività della LAV nella nostra città e provincia. Mobilitazione nazionale LAV raccolta farmaci veterinari. Presentazione candidature ed elezione del Consiglio Direttivo della Sede Territoriale. Varie ed eventuali. Per info lav.bari@lav.it tel. 348/0618270