Il caso contro l'allevamento degli animali "da pelliccia"

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Il caso contro l’allevamento degli animali “da pelliccia”

Analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del “WelFur”


Il caso contro l’allevamento degli animali “da pelliccia” Analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del “WelFur”

Un dossier di Respect for Animals scritto da Heather Pickett e Stephen Harris BSc PhD DSc

2015 edizione Italiana a cura di LAV


IL CASO CONTRO L’ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI DA PELLICCIA

Indice Pagina

Sommario

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1. Introduzione

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2. L’industria dell’allevamento di animali “da pelliccia” in Europa

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2.1 L’industria d’allevamento di animali “da pelliccia” in Europa e nel mondo

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2.2 Quadro normativo per il benessere degli animali allevati per la pelliccia in Europa

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3. Il benessere degli animali e la sua valutazione 3.1 Il benessere degli animali – concetti e definizioni

15

3.2 Come valutare il benessere degli animali

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4. Caratteristiche delle volpi e dei visoni allevati per la pelliccia 4.1 Biologia e comportamento naturale dei visoni e delle volpi

18 19

Il visone Americano (Neovison vison)

19

La volpe rossa (Vulpes vulpes)

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La volpe artica (Vulpes lagopus)

21

4.2 Allevamento e genetica – le volpi e i visoni negli allevamenti da pelliccia in Europa sono addomesticati ?

21

Addomesticamento e docilità – concetti e definizioni

21

Addomesticamento sperimentale dei visoni e delle volpi

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Le volpi e i visoni sono addomesticati negli allevamenti da pelliccia?

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5. Principali questioni sul benessere delle volpi e dei visoni allevati in Europa per la pelliccia 5.1 Sistemi di allevamento, procedure di manipolazione e metodi di abbattimento

2

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26 27

Sistemi di stabulazione

27

Manipolazione

27

Abbattimento

27

5.2 Comportamento anomalo – stereotipie, masticazione del pelo e auto-lesionismo

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5.3 Spazio, arricchimento ambientale, motivazione e preferenze

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Visoni

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Spazio

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Arricchimento ambientale

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Nidi ed opportunità di nascondigli

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Analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del "WelFur"

Pagina Piattaforme, cilindri, oggetti per le “attività”, bagni d’acqua e ruote girevoli

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Volpi

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Spazio

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Arricchimento ambientale

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Nidi ed opportunità di nascondigli

32

Piattaforme ed oggetti per le “attività”

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Tipologia di pavimento ed opportunità di fare buche nel terreno

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5.4 Ambiente sociale, età dello svezzamento, processo riproduttivo, mortalità infantile della prole ed infanticidio

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Visoni

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Volpi

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5.5 È possibile sviluppare sistemi alternativi che soddisfino i bisogni per il benessere dei visoni e delle volpi?

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Visoni

37

Volpi

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5.6 Valutazione globale del benessere – le condizioni attuali degli allevamenti soddisfano le “Cinque Libertà” e consentono una “Vita degna di essere vissuta”?

6. Informazioni per il consumatore e punti di vista sulle pellicce

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6.1 Etichettatura per i prodotti di pelliccia

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6.2 Opinione pubblica in merito alla pelliccia

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7. Il WelFur è in grado di affrontare le questioni fondamentali relative al benessere delle volpi e dei visoni allevati per la pelliccia in Europa?

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In che modo si differenziano i due progetti WelFur e Welfare Quality?

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Il WelFur potrà assicurare un “elevato livello di benessere animale” per i visoni e le volpi d’allevamento?

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Il WelFur potrà essere considerato come “il nuovo riferimento scientifico” per il benessere degli animali allevati per la pelliccia?

48

Il WelFur potrà migliorare la trasparenza nell’etichettatura di pellicce?

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8. Conclusioni e raccomandazioni

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Riferimenti bibliografici

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Sommario


Analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del "WelFur"

L’industria mondiale degli animali “da pelliccia” si è sviluppata rapidamente attraverso la crescente domanda da parte di nazioni sempre più potenti economicamente, quali Cina e Russia. A livello mondiale, circa 95 milioni di volpi e visoni sono stati uccisi per la loro pelliccia nel 2014. La maggior parte della pelliccia venduta nel mondo proviene da animali d’allevamento, dove la produzione più elevata si ha in Europa e Cina. La vigente Normativa Europea in materia di benessere, trasporto e macellazione animale include gli animali “da pelliccia”, mentre non esiste una specifica Normativa a livello Europeo che stabilisca degli specifici standard per la salute e il benessere di questi animali. Profonde preoccupazioni per il benessere di questa categoria di animali sono state evidenziate nel Consiglio d’Europa del 1999, con la “Raccomandazione riguardante gli animali da pelliccia” e nel 2001 con la relazione del Comitato Scientifico sulla Salute e il Benessere degli Animali. Recenti studi scientifici aggiungono importanti elementi alle evidenze che dimostrano che i bisogni dei visoni e delle volpi non sono rispettati nei sistemi di stabulazione e che non possono essere soddisfatti in alcun sistema di stabulazione di animali selvatici utilizzati per l’industria della pellicceria.

Le volpi e i visoni utilizzati per la produzione di pellicce non sono animali domestici L’addomesticamento è un processo evolutivo attraverso il quale un numero di animali si adatta all’essere umano e alla cattività. L’aspetto più importante del benessere dell’addomesticamento è dato dall’eccezionale capacità delle specie domestiche di interagire con l’uomo in maniera positiva. Sebbene in via sperimentale le volpi e i visoni possono essere addomesticati, ciò non deve e non può accadere per gli animali “da pelliccia” perché i cambiamenti nel mantello che caratterizzano gli animali domestici sono incompatibili con le richieste dell’industria della pellicceria. Riguardo agli allevamenti, l’accento cade sulla selezione per le caratteristiche associate alla pelliccia animale e alla qualità, alla dimensione fisica e alla dimensione delle cucciolate. Questi animali non sono adatti allo stretto contatto con l’essere umano e non possono venire assolutamente considerati animali domestici. La paura dell’uomo negli animali utilizzati nell’industria della pellicceria, li rende fondamentalmente inadatti all’allevamento.

Il benessere delle volpi e dei visoni allevati per la pelliccia in Europa è estremamente scarso Possiamo sostanzialmente riassumere i parametri atti a valutare il benessere animale in “funzionamento biologico” (ad es. “gli animali sono mentalmente e psicologicamente sani?”), “condizione affettiva ed emotiva” (ad es. “gli animali sono felici/si sentono bene?”) e “comportamento naturale/indotto” (ad es. “gli animali hanno ciò che desiderano?”). Qualsiasi parametro venga considerato, il benessere delle volpi e dei visoni allevati per la loro pelliccia risulta seriamente compromesso perché:

■ Il funzionamento biologico delle volpi e dei visoni allevati per la pelliccia è indebolito, come dimostrato dall’alta incidenza di comportamenti stereotipati (anomalo compulsivo), di masticazione del pelo e morsicamento della coda/auto-lesionismo, di malformazioni fisiche (zampe ricurve) e di problemi nella riproduzione/mortalità precoce della prole. ■ È provato che negli allevamenti gli animali “da pelliccia” sperimentino condizioni affettive (emotive) negative, inclusa la paura (come il fatto di evitare l’uomo o aggredirlo), la frustrazione (come indicato dalle stereotipie) e la noia/sotto-stimolazione (come segnalato dal mordersi la coda, masticarsi il pelo, da lunghi periodi di inattività da svegli a reazioni intense agli stimoli). ■ Gli animali d’allevamento, “da pelliccia”, sono incapaci di soddisfare comportamenti naturali che sono motivati ad avere e/o si sentono frustrati/stressati dall’incapacità di metterli in pratica, come ad esempio interagire con l’acqua (per i visoni), interagire con superfici sabbiose o di terra (per le volpi), utilizzare più di un’aerea per tane/nidi, andare alla ricerca di cibo/girovagare (come indicato nel comportamento stereotipico). Le “Cinque Libertà” sono utilizzate a livello internazionale come quadro di riferimento per la valutazione del benessere degli animali, degli standard normativi e di garanzia. I sistemi di allevamento per visoni e volpi non soddisfano alcuna delle “Cinque Libertà”: ■ Libertà dalla fame e dalla sete: l’alimentazione restrittiva degli animali in sovrappeso, in preparazione per la riproduzione, è causa di fame e comportamenti stereotipati. ■ Libertà dal disagio: volpi e visoni allevati per la pelliccia in gabbie hanno pochissimo controllo sul loro ambiente fisico e sociale. Le volpi vengono tenute lontane dalla loro tana senza aver la possibilità d’accesso. Le procedure di manipolazione provocano notevole stress e disagio. ■ Libertà dal dolore, lesioni e malattie: problemi comuni comprendono masticazione del pelo, lesioni (sia autoinflitte che provocate da altri animali), livelli elevati di mortalità precoce della prole, deformità fisiche (zampe ricurve), difficoltà di deambulazione, diarrea e metodi crudeli di abbattimento. ■ Libertà di poter manifestare le caratteristiche comportamentali: le piccole gabbie, alquanto anguste, utilizzate per contenere i visoni e le volpi negli allevamenti da pelliccia, non consentono agli animali di nuotare, arrampicarsi, correre, scavare, cacciare/andare alla ricerca di cibo o girovagare/disperdersi. La deprivazione materna e lo stress sociale possono derivare da bruschi e precoci svezzamenti, isolamenti in alloggi singoli, aggressioni in alloggi collettivi e stretta vicinanza con animali socialmente dominanti. ■ Libertà dalla paura e dallo stress: la paura è un grande problema per il benessere degli animali allevati per la pelliccia perché i visoni e le volpi che si trovano negli allevamenti da pelliccia non sono addomesticati.

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IL CASO CONTRO L’ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI DA PELLICCIA

Il “Farm Animal Welfare Council” ritiene che i requisiti minimi per legge dovrebbero essere tali da consentire ad un animale di condurre una “Vita degna di essere vissuta”. I livelli di paura, comportamento stereotipato, masticazione del pelo/morsicamento della coda, deformazioni fisiche (zampe ricurve) e difetti nella riproduzione/mortalità precoce della prole indicano chiaramente che i bisogni dei visoni e delle volpi degli allevamenti da pelliccia non vengono soddisfatti. I visoni sono animali semi-acquatici e mostrano una “domanda inelastica” per l’acqua (ad es. continueranno a lavorare per accedervi, nonostante i costi in termini di consumo delle proprie energie- crescenti). I visoni amano la presenza dell’acqua e le volpi sono abituate ad avere accesso a terreni puliti e secchi, pertanto possono entrare in stato di stress quando non riescono più a godere delle loro risorse preferite. L’accesso a queste risorse è ovviamente incluso all’interno della descrizione di una “Vita degna di essere vissuta” del Farm Animal Welfare Council. Il benessere delle volpi e dei visoni allevati per la pelliccia è seriamente compromesso negli attuali sistemi di allevamento, che non soddisfano assolutamente le “Cinque Libertà” e non forniscono una “Vita degna di essere vissuta”. Anche nel caso in cui venissero impiegati animali addomesticati, ciò non sarebbe giustificabile, in quanto i sistemi di allevamento odierni non riescono a soddisfare i bisogni dei visoni e delle volpi.

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I cittadini Europei sono contrari agli allevamenti degli animali “da pelliccia” Il sistema di etichettatura “Origin Assured” (OA) - ossia di origine garantita - per l’industria della pelliccia non impone alcuno standard specifico di produzione e i codici di condotta industriali, non obbligatori, sono sufficienti affinché un Paese venga riconosciuto come di “Origine Garantita”. L’etichetta “Origin Assured” (OA) viene utilizzata su pellicce prodotte da animali tenuti in piccole gabbie di metallo, che offrono un potenziale benessere di per sé basso e al quale la maggior parte dei cittadini Europei è contraria. La maggioranza dei consumatori quindi non è propensa a considerare queste condizioni coerenti con un trattamento umano. La maggior parte dei cittadini Europei che recentemente si sono espressi in sondaggi in dieci nazioni, comprese quelle in cui è effettiva la produzione di pellicce, è contraria all’allevamento di animali “da pelliccia”. Varie nazioni Europee hanno già espresso divieti in tal senso e si sta diffondendo il sostegno al divieto a livello Europeo.


Analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del "WelFur"

Il progetto “Welfur” non può affrontare le problematiche fondamentali relative al benessere per le volpi e i visoni allevati per la pelliccia La European Fur Breeders’ Association (EFBA) ha lanciato nel 2009 il progetto “Welfur” per sviluppare protocolli sulla valutazione del benessere degli allevamenti per i visoni e le volpi. Questi protocolli: ■ sono stati specificatamente progettati attorno alle gravi limitazioni degli attuali sistemi di stabulazione e premiano generalmente lo status quo, anche dove ciò compromette il benessere, piuttosto che incoraggiare lo sviluppo di sistemi in grado di fornire un livello di benessere più elevato; ■ non sanzionano in modo adeguato comportamenti che non riescono a soddisfare gli attuali minimi standard stabiliti nelle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa; ■ non prendono in considerazione la manipolazione disumana, i metodi di abbattimento e la mancanza di training per tutti gli operatori che eseguono la soppressione degli animali “da pelliccia”; ■ minimizzano l’importanza di gravi lesioni che sono associate ad un’estrema sofferenza; ■ sottovalutano i veri livelli di mortalità e stereotipie; ■ utilizzano parametri inadeguati per valutare la fame, il rapporto uomo-animale e gli stati mentali positivi; ■ utilizzano sistemi complessi di valutazione e punteggio per unire diversi parametri di benessere in un’unica categoria, indicando il livello complessivo di benessere, che può consentire punteggi elevati per alcuni elementi, in modo da mascherare le gravi mancanze per altri; ■ non raggiungeranno gli obiettivi dichiarati nel progetto WelFur per assicurare “un alto livello di benessere per gli animali” negli allevamenti da pelliccia e fungere da “nuovo riferimento scientifico” per le specie d’allevamento da pelliccia; ■ non considerano le preoccupazioni della società e valutano il benessere in base a un parametro massimo rappresentato dalla “miglior prassi corrente”; ■ sarebbero fuorvianti se utilizzati come base per un sistema di etichettatura.

Conclusioni e raccomandazioni L’attuale quadro normativo per la tutela del benessere degli animali “da pelliccia” nell’Unione Europea è inadeguato. L’arricchimento e il miglioramento delle condizioni dei sistemi di stabulazione esistenti non è sufficiente ad affrontare i gravi problemi di benessere connessi ai sistemi dotati di gabbie. L’utilizzo degli animali selvatici da parte dell’industria della pelliccia dimostra che la paura nei confronti degli umani e le difficoltà di manipolazione e gestione rappresenterebbero degli ostacoli insormontabili per l’adozione di sistemi più estensivi. Tuttavia è impossibile che i bisogni dei visoni e delle volpi trovino riscontro nell’industria della pelliccia. Un divieto è l’unica soluzione fattibile per i gravi problemi del benessere evidenziati nella presente relazione. L’allevamento dei visoni e delle volpi da pelliccia dovrebbe essere proibito secondo la Direttiva 98/58/CE:“Nessun animale deve essere detenuto per scopi di allevamento a meno che non si possa ragionevolmente considerare, su base del suo genotipo o fenotipo, che possa essere tenuto senza effetti dannosi per la sua salute o benessere” e la Raccomandazione del Consiglio d’Europa in merito agli animali da pelliccia: “Nessun animale deve essere detenuto per la sua pelliccia se a) le condizioni di questa Raccomandazione non possono essere soddisfatte, o se b) gli animali appartengono ad una specie i cui membri, seppur le condizioni sono state soddisfatte, non possono adattarsi alla cattività senza che il loro benessere ne risenta.”

Il WelFur non può affrontare le problematiche fondamentali relative al benessere per le volpi e i visoni allevati per la pelliccia, le questioni associate alla manipolazione disumana e i metodi di macellazione, o le gravi lacune nell’attuale etichettatura e regolamentazione. Il limite massimo della “miglior prassi corrente” rende i punteggi del WelFur di valore limitato ed ingannevoli perché la “miglior prassi corrente” rappresenta ancora ciò che la maggior parte delle persone considererebbe come livello inaccettabile di benessere. Non esistono per i visoni e le volpi sistemi alternativi con livelli più elevati di benessere.

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1. Introduzione


Analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del "WelFur"

L’industria mondiale degli animali “da pelliccia” si è sviluppata rapidamente attraverso la crescente domanda da parte di nazioni sempre più potenti economicamente, quali Cina e Russia. A livello mondiale, circa 95 milioni di volpi e visoni sono stati uccisi per la loro pelliccia nel 2014.1 L’allevamento degli animali “da pelliccia” è controverso. Molti scienziati e gruppi per il Benessere degli animali sono preoccupati per gli elevati livelli di comportamenti anomali rilevati in volpi e visoni che vivono in gabbia. Sondaggi di opinione indicano che la maggior parte dei cittadini Europei sono contrari all’allevamento degli animali esclusivamente o soprattutto per la loro pelliccia e un sempre più elevato numero di nazioni hanno preso misure restrittive o proibito questa forma di allevamento. Per molti anni il settore delle pellicce ha cercato di sostenere che le condizioni negli allevamenti fossero soddisfacenti e le lobby hanno tentato con fatica di mantenere lo status quo. Si dice che il pubblico non sia adeguatamente informato sulle condizioni degli allevamenti e sugli standard di benessere degli animali “da pelliccia”. Da una parte, con lo scopo di risolvere questa mancanza di comprensione, la EFBA (European Fur Breeders’ Association) nel 2009 ha lanciato il progetto “Welfur” al fine di sviluppare i protocolli di valutazione del benessere relativi agli allevamenti di visoni e volpi. Ora questi protocolli sono stati pubblicati e nel 2015 sono stati sperimentati in dieci nazioni Europee, con la completa

attuazione delle valutazioni prevista per il 2016.2 La EFBA dichiara che lo scopo del Welfur è di “promuovere e garantire standard affidabili di benessere su tutti gli allevamenti di animali da pelliccia.” 3 In questa relazione, valuteremo se il Welfur sia in grado di raggiungere o meno questo obiettivo. Dopo una breve panoramica sull’industria degli allevamenti degli animali “da pelliccia” in Europa e il suo contesto globale, introdurremo i concetti fondamentali e i parametri per la definizione e la valutazione del benessere animale; descriveremo brevemente il comportamento naturale dei visoni, delle volpi rosse ed artiche; capiremo insieme se le volpi e i visoni negli allevamenti possano essere considerati addomesticati. Esamineremo inoltre la prova scientifica per identificare le maggiori problematiche relative al benessere che influenzano le volpi e i visoni così allevati e ci chiederemo se il WelFur sia in grado di far fronte a questi problemi. L’analisi degli aspetti etici relativi all’accettabilità degli allevamenti da pelliccia va oltre lo scopo di questa relazione. Ad ogni modo, considereremo l’opinione pubblica e la disponibilità di informazioni ai consumatori in merito alla produzione di pellicce e al benessere animale e ci interrogheremo se possa esistere uno schema WelFur basato sull’etichettatura. Concluderemo con una valutazione relativa al contributo del WelFur in termini di benessere, e se sia possibile raggiungere degli standard accettabili per il benessere negli allevamenti degli animali “da pelliccia”.

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2. L’industria dell’allevamento da pelliccia in Europa


Analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del "WelFur"

2.1 L’industria d’allevamento di animali “da pelliccia” in Europa e nel mondo Circa l’85% delle pellicce vendute a livello globale proviene dagli allevamenti, mentre la restante percentuale deriva dalla caccia e dalla cattura di animali selvatici. 4 I visoni (Neovison vison) rappresentano la quota più elevata della produzione globale di pelliccia, seguiti dalle volpi. Entrambe le volpi (Vulpes vulpes) rosse (argentate) e le volpi (Vulpes lagopus) artiche (blu) sono allevate per la loro pelliccia. Gruppi minori di altre specie vengono allevate per le pellicce, compresi cincillà (Chinchilla lanigera), caneprocioni (Nyctereutes procyonoides), zibellini (Martes zibellina), furetti (Mustela putorius furo) e castorini (Myocastor coypus). Più di un miliardo di conigli vengono allevati per la carne o la pelliccia ogni anno, tuttavia in questa relazione, ci concentreremo sul benessere delle principali specie allevate esclusivamente per la loro pelliccia: visoni e volpi. Durante la stagione delle aste di pellicce 2013-14, sono stati prodotti a livello mondiale 87,2 milioni di pelli di visone (con un valore totale di € 3,7 miliardi) e 7,78 milioni di pellicce di volpe (con un valore superiore a € 880 milioni).5 L’Europa e la Cina sono i maggiori produttori di pellicce a livello globale e la quota di produzione cinese è in rapida ascesa. L’Europa è la più grande esportatrice di

pellicce6 e la Cina la più grande importatrice e consumatrice, che a quanto riferito rappresenta oltre il 50% del consumo mondiale di pellicce.7 Nel 2014, oltre 41 milioni di visoni e 2 milioni di volpi sono state allevate e uccise per la pelliccia in Europa (vedere tab. 2.1). I maggiori produttori in Europa sono la Danimarca, che ha prodotto 17,9 milioni di pelli di visoni nel 2014, seguita dalla Polonia (7,8 milioni di visoni) e i Paesi Bassi (5,5 milioni di visoni). La Finlandia è la maggiore produttrice di pelli di volpe in Europa (1,8 milioni), inoltre produce un consistente quantitativo di pelli di visone (1,9 milioni). I dati dell’International Fur Federation (IFF) indicano che la Cina ha rappresentato nel 2014 più del 40% della produzione di pelli di visone (circa 35 milioni di pelli),9 un incremento del 25% dal 201110. Alcune fonti suggeriscono che la produzione cinese può essere ancora più elevata.11 La Cina è ora la maggior produttrice di pellicce di volpe, con la Finlandia rappresentano il 91% della produzione mondiale di pellicce di volpe12. Altri produttori significativi a livello mondiale sono gli USA (3,5 milioni di pelli di visone nel 201413, circa Il 4% della produzione di visone mondiale), il Canada (2,8 milioni di pelli di visone nel 2013, circa il 3% della produzione di visone mondiale e vicino a 8.000 pelli di volpe)14 e la Russia (1,9 milioni di pelli di visone nel 2014, circa il 2% della produzione di visone mondiale, e 0,7 milioni di pelli di altre specie , comprese quelle di volpi).15

Tabella 2.1 Numero di visoni e volpi allevati e uccisi in Europa per la produzione di pellicce.8 Visoni

Volpi

17.880.000

6.000

Polonia

7.800.000

75.000

Paesi Bassi

5.500.000

0

Finlandia

1.900.000

1.800.000

Grecia

1.800.000

0

Lituania

1.500.000

2.050

Svezia

1.000.000

0

Norvegia

850.000

165.000

Lettonia

770.000

6.500

Spagna

700.000

0

Romania

200.000

2.000

Belgio

200.000

0

Francia

200.000

0

Germania

200.000

0

Irlanda

200.000

0

Islanda

190.000

0

Italia

180.000

0

Estonia

130.000

14.300

20.000

500

4.000

0

41.224.000

2.071.350

Danimarca

Repubblica Ceca Slovacchia Totale

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IL CASO CONTRO L’ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI DA PELLICCIA

2.2 Quadro normativo per il benessere degli animali allevati per la pelliccia in Europa Attualmente non esistono a livello comunitario standard specie-specifici relativi al benessere degli animali allevati per la pelliccia. Gli unici riferimenti sono i requisiti generali stabiliti dal Trattato di Lisbona al fine di “tenere pienamente conto delle esigenze relative al benessere degli animali” nella formulazione ed attuazione delle politiche europee, nel riconoscimento del loro stato come “esseri senzienti”. Gli animali allevati per la pelliccia sono inoltre coperti dalle disposizioni generali della Direttiva 98/58/CE del 20 Luglio 199816 relative alla protezione degli animali tenuti per scopi di allevamento. L’allegato a questa Direttiva comprende i seguenti requisiti: “La libertà di movimento propria dell’animale, in funzione della sua specie e secondo l’esperienza acquisita e le conoscenze scientifiche, non deve essere limitata in modo tale da causargli inutili sofferenze o lesioni.” “Dove ininterrottamente o regolarmente legato, incatenato o trattenuto, l’animale deve poter disporre di uno spazio adeguato alle sue esigenze fisiologiche ed etologiche, secondo l’esperienza acquisita e le conoscenze scientifiche.”

Europea per la Protezione degli Animali per Scopi di Allevamento nel 1999.17 In seguito nel 2001 fu pubblicata una relazione scientifica sul “The Welfare of Animals Kept for Fur Production” dallo SCAHAW (Scientific Committee on Animal Health and Animal Welfare) in cui si evidenziavano notevoli problematiche relative agli animali allevati per la pelliccia.18 Tuttavia, dopo quindici anni, la Commissione non ha avanzato alcuna proposta. La Raccomandazione del 1999 riconosce che: “a differenza degli animali che sono stati stabulati per scopi di allevamento per oltre migliaia di generazioni, gli animali tenuti per la produzione di pelliccia appartengono alle specie che sono state allevate solo di recente e che hanno avuto meno opportunità di adattarsi alle condizioni degli allevamenti.” Viene altresì riconosciuto che gli attuali sistemi di allevamento spesso non soddisfano i bisogni degli animali: “Considerando che alla luce dell’esperienza acquisita e della conoscenza scientifica riguardo ai bisogni biologici di ogni diversa specie animale da pelliccia, i sistemi di allevamento dei nostri giorni a livello commerciale spesso non soddisfano tutti i bisogni il cui rispetto è essenziale per il benessere degli animali.” L’Articolo 1 (4) della Raccomandazione dichiara:

“Nessun animale deve essere custodito in un allevamento a meno che, in base al suo genotipo o fenotipo, ciò avvenga senza effetti negativi sulla sua salute o sul suo benessere.” In base all’articolo 5 della Direttiva, la Commissione è chiamata a sottoporre al Consiglio ogni proposta che si reputi necessaria per un’applicazione uniforme della Convenzione Europea sulla Protezione degli Animali negli Allevamenti e, in base ad una valutazione scientifica, ogni raccomandazione emanata con riferimento a questa Convenzione e ad ogni altra specifica norma applicabile. Una “Raccomandazione relativa agli Animali da Pelliccia” fu adottata dal Comitato Permanente della Convenzione

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“Nessun animale deve essere tenuto in cattività per la sua pelliccia se: A. non vengono rispettate le condizioni di questa Raccomandazione, oppure se B. gli animali appartengono ad una specie i cui membri, nonostante queste condizioni vengano rispettate, non possono adattarsi alla cattività senza riscontrare problematiche di benessere.” La Raccomandazione comprende inoltre disposizioni generali per la stabulazione, gestione ed abbattimento degli


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determinate specie è proibito o limitato nell’Unione Europea. Il Regolamento (CE) N. 1523/2007 dell’11 Dicembre 200721 vieta l’immissione sul mercato e l’importazione e l’esportazione da e verso la Comunità di pellicce di cane e gatto e dei prodotti che le contengono. Il Regolamento (CE) N. 1007/2009 del 16 Settembre 2009,22 attuato dal Regolamento della Commissione (CE) N. 737/2010 del 10 Agosto 2010, 23 impone restrizioni sul commercio per prodotti derivanti dalla foca nell’UE. In mancanza di un intervento a livello di Unione Europea, diversi Stati Membri hanno introdotto una normativa che vieta l’allevamento di animali da pelliccia a livello nazionale. Tutti gli allevamenti da pelliccia sono vietati in Austria, Slovenia, Regno Unito, Croazia (dal 2017), Bosnia ed Erzegovina (dal 2018), i Paesi Bassi (dal 2024)24 ed alcune regioni del Belgio e Germania. L’allevamento delle volpi è stato vietato in Danimarca, che tuttavia continua ad essere la seconda maggiore produttrice di pellicce di visoni a livello mondiale. Alcune nazioni, come l’Italia e la Svizzera, hanno introdotto requisiti restrittivi per il benessere degli animali allevati per la pelliccia, inclusi recinti con più spazio ed arricchimento.

Sezione 2 - Riepilogo

animali “da pelliccia” e disposizioni speciali per alcune specie, comprese visoni e volpi. Il Regolamento del Consiglio (CE) N. 1099/2009 del 24 Settembre 2009 relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento19 viene applicato per gli animali allevati o tenuti per la produzione di pelliccia. Il Regolamento dispone che gli operatori provvedano affinché determinate operazioni di macellazione siano eseguite esclusivamente da persone che dispongono del relativo certificato di idoneità, che ne attesti la capacità di eseguirle conformemente alle norme stabilite da tale regolamento. Tuttavia i certificati di idoneità non sono richiesti per tutto il personale coinvolto in tali operazioni. Nel Regolamento vi sono disposizioni generali affinché, durante l’abbattimento e le operazioni correlate siano risparmiati agli animali dolori, ansia o sofferenze evitabili. Gli animali allevati per la pelliccia sono inoltre coperti dalle disposizioni del Regolamento del Consiglio (CE) N. 1/2005 del 22 Dicembre 2004 relativo alla protezione degli animali durante il trasporto ed operazioni connesse. 20 Il commercio di pellicce di animali appartenenti a

La maggior parte delle pellicce vendute nel mondo proviene da animali “da allevamento”. In tutto il mondo, circa 95 milioni di visoni e volpi sono stati uccisi per la loro pelliccia nel 2014. Europa e Cina sono i maggiori produttori di pelliccia a livello mondiale e la quota della Cina sulla produzione globale è in rapido aumento. L’Europa è il più grande esportatore di pelliccia e la Cina è il più grande consumatore e importatore di pelliccia, considerato che rappresenta oltre il 50% del consumo globale. Gli animali “da pelliccia” sono compresi nella regolamentazione generale dell’UE in materia di benessere degli animali, di trasporto e della macellazione. Tuttavia, non sono attualmente disponibili dettagliate informazioni specie-specifiche nella legislazione UE sul benessere per gli animali allevati per la pelliccia. Gravi preoccupazioni per il benessere degli animali d’allevamento per la produzione di pelliccia sono state evidenziate nella Raccomandazione del Consiglio d’Europa e nel rapporto dello Scientific Committee on Animal Health and Animal Welfare (SCAHAW). Tuttavia, è trascorso un decennio e mezzo dopo la pubblicazione di questi documenti, senza che la Commissione abbia proposto modifiche legislative sul benessere degli animali allevati per la pelliccia. Nell’assenza di un’azione a livello europeo, diversi Stati Membri hanno introdotto nel proprio ordinamento un esplicito divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce.

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3. Il benessere degli animali e la sua valutazione


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3.1. Il Benessere degli animali – concetti e definizioni Non esiste una singola definizione di benessere animale. Diversi autori danno più o meno importanza a vari aspetti del benessere: alcuni evidenziano il funzionamento biologico dell’animale in termini di salute, crescita e riproduzione; alcuni mettono in risalto la sfera affettiva (emozionale) dell’animale in termini di esperienze positive e negative; ed altri ancora sottolineano fino a che punto l’animale è in grado di comportarsi “naturalmente”.25 Per quanto riguarda il “funzionamento biologico”, il benessere è considerato compromesso quando il normale funzionamento biologico è danneggiato, come dimostra ad esempio la crescente mortalità o morbilità, la ridotta crescita o riproduzione, o anomalie comportamentali come stereotipie (modelli comportamentali ripetitivi senza scopo evidente) ed auto-lesionismi. Un esempio è dato dalla definizione di Broom: 26 “Il benessere di un singolo animale è la sua condizione in base ai tentativi di affrontare il proprio ambiente”. Anche se gli animali hanno la possibilità di crescere, di riprodursi ed hanno un aspetto apparentemente sano, il loro benessere sarà limitato se essi sperimentano sofferenze, come ad esempio la frustrazione prolungata a causa del poco spazio in cui muoversi.27 Stati emozionali negativi, come frustrazione, possono riflettersi nei cambiamenti comportamentali e/o fisiologici, sintomo che l’animale sta avendo gravi difficoltà. Alcuni autori sostengono che questo non si verifica sempre e che i sentimenti degli animali sono quelli che contano, indipendentemente da qualsiasi funzionamento biologico. Duncan afferma:28 “Il benessere non è semplicemente salute, mancanza di stress o forma fisica, esisterà sempre uno stretto legame tra loro ed il benessere. Esisteranno comunque eccezioni che ne precluderanno il rapporto tra loro. Quindi, né la salute, né la mancanza di stress o la forma fisica sono necessarie e/o sufficienti per definire se un animale abbia o meno un buon tenore di vita. Il benessere dipende da come un animale si sente.” Tuttavia, focalizzarsi esclusivamente sui sentimenti potrebbe essere problematico. Gli elementi che fanno stare bene gli animali a breve termine possono alla fine comprometterne il loro benessere se, per esempio, hanno un impatto negativo sulla salute, e viceversa. Webster unisce sia “il funzionamento biologico” che “lo stato affettivo” e si avvicina ad una definizione sintetica di benessere animale; egli considera che il benessere è buono quando un animale è “in forma e felice” (o “in forma e si sente bene” se qualcuno non concorda con il termine “felice”).29 Dawkins30 sostiene che vi siano solo due domande a cui dobbiamo rispondere in merito al benessere animale: “Gli animali sono in salute?” e “Gli animali hanno ciò di cui hanno bisogno?” Allora ci domandiamo, come ci rendiamo conto di ciò che vogliono gli animali? Alcuni autori considerano che fornire un ambiente simile a quello in cui vivevano i loro antenati è necessario per un buon benessere e quel benessere è probabile che possa essere compromesso se le condizioni in

cui sono tenuti gli animali sono sostanzialmente diverse dalle condizioni in cui crescono. Rollin31 afferma che gli animali hanno il diritto di “vivere le loro vite secondo attitudini psicologiche, fisiche e comportamentali che sono state programmate nel corso del loro sviluppo evolutivo e che costituiscono il loro telos [ossia la natura intrinseca] ” e che “per essere guardiani responsabili degli animali, dobbiamo considerare la biologia e l’etologia per arrivare a comprendere questi bisogni.” Tuttavia, la “naturalezza” non è garanzia di buon benessere. Essere cacciato da un predatore può risultare “naturale” ma non necessariamente considerato utile per un buon benessere. Dawkins afferma: “Non è la naturalezza del comportamento il nostro criterio per valutare se un animale soffra o meno, ma è lo stesso comportamento animale a dimostrarci se lo rende forte o no [ad es. se l’animale lavora per ottenere il benessere o lo evita].” Pertanto sono stati sviluppati dei metodi scientifici che consentono ai ricercatori di “chiedere” agli animali quali condizioni preferiscano quando viene data loro una scelta e quanto sono motivati per ottenere o evitare particolari condizioni o risorse. Questi metodi spesso applicano concetti economici, come “spese totali” (ad es. il prezzo acquistato, per accedere ad una risorsa, moltiplicato per la quantità, ad es. di accesso), “costo di prenotazione” (ad es. il prezzo più elevato pagato), il “surplus del consumatore” (ad es. la differenza tra la somma totale che un animale è disposto a pagare e l’effettivo prezzo pagato) ed “elasticità della domanda” (ad es. l’effetto del prezzo sulla domanda). Secondo Dawkins: 32 “Con la sospensione di condizioni o beni per cui un animale dimostra una “domanda anelastica” (ad es. per cui continua a lavorare nonostante i crescenti costi) è probabile la condizione di sofferenza.”

3.2 Come valutare il benessere degli animali Nel 1965, il “Rapporto Brambell” – una indagine sul benessere di animali tenuti in sistemi intensivi di allevamento – dichiarava che gli animali allevati devono avere la libertà di “alzarsi, sdraiarsi, girarsi, pulirsi e sgranchirsi gli arti”.33 Questa lista fu successivamente sviluppata dal FAWC (Farm Animal Welfare Council), organo consultivo del Governo Britannico in materia di benessere degli animali d’allevamento, nelle “Cinque Libertà”:34 ■ Libertà dalla fame e dalla sete (attraverso l’accesso diretto ad acqua fresca ed una dieta che li mantenga in piena salute e vigore); ■ Libertà dal disagio (fornendo un ambiente adatto che comprenda un rifugio e una comoda area dove riposare); ■ Libertà dal dolore, lesioni e malattie (attraverso la prevenzione, una rapida diagnosi e trattamento); ■ Libertà di agire secondo il proprio normale comportamento (fornendo lo spazio sufficiente, delle strutture adeguate e la compagnia di un proprio simile); ■ Libertà dalla paura e dallo stress (assicurando loro

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condizioni e trattamento che evitano sofferenze mentali). Le “Cinque Libertà” sono ampiamente utilizzate a livello internazionale come quadro di riferimento per la valutazione del benessere, per la normativa, e gli standard di garanzia. Esse descrivono gli aspetti dello stato del benessere di un animale (ad es. la libertà dal disagio) e gli “input” (ad es. una comoda area dove riposare) considerati necessari per raggiungere il proprio benessere. Più recentemente, gli esperti hanno iniziato a sviluppare criteri per la valutazione del benessere basati direttamente su misurazioni dei “risultati” sugli animali, come livelli di lesione ed espressione di vari comportamenti. Il progetto Europeo “Welfare Quality” (2004-2009) realizza metodi per valutare il benessere dei bovini, maiali e pollame, negli allevamenti e durante la macellazione, utilizzando per quanto possibile misure basate sul risultato. I quattro “Principi del Benessere” e i 12 “Criteri del Benessere” definiti dal Welfare Quality sono i seguenti:35 ■ Buona Alimentazione 1. Assenza di fame prolungata 2. Assenza di sete prolungata ■ Condizioni di stabulazione dignitose 3. Comfort per il riposo 4. Comfort termico 5. Facilità di movimento ■ Buona salute 6. Assenza di lesioni 7. Assenza di malattie 8. Assenza di dolore indotto dalle procedure di gestione ■ Comportamento appropriato 9. Espressione dei comportamenti sociali 10. Espressione di altri comportamenti 11. Buon rapporto uomo-animale 12. Stato emotivo positivo L’utilizzo di misurazioni basate sui risultati per valutare il grado di benessere ha una serie di vantaggi. Possono essere scelti parametri di misurazione per raccogliere evidenze sugli effetti a lungo termine dei sistemi di stabulazione e delle pratiche di allevamento (ad es. condizione del fisico, lesioni croniche), mentre i parametri legati agli input tendono a dare un “quadro immediato” delle condizioni in un certo momento (ad es. durante una visita d’ispezione che di solito viene organizzata con preavviso in anticipo quindi alcune condizioni potrebbero essere alterate, per es. fornendo ulteriore lettiera od altro materiale migliorativo). Comunque, esistono anche rischi associati all’affidabilità degli outcome (risultati) delle misure di benessere. Gli animali con le peggiori lesioni o problemi di salute possono venire abbattuti e quindi essere esclusi dalle misurazioni, i problemi comportamentali possono non essere evidenti durante il periodo in cui gli animali vengono osservati, specialmente se le misurazioni sono prese durante un breve arco di tempo, come accade solitamente per i casi di visite d’ispezioni.

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L’utilizzo delle misurazioni degli outcome (risultati) evita di effettuare giudizi a priori in merito all’impatto del benessere su alcuni particolari sistemi di allevamento o pratiche, ma ciò non significa che tale utilizzo rimuova il bisogno di stabilire standard adeguati di input. Piuttosto, la valutazione delle misurazioni di risultati (outcome) adeguati e convalidati relativi al benessere dovrebbe fornire uno strumento potente per esaminare i sistemi di allevamento e pratiche ed orientare le decisioni per cui i sistemi di allevamento sono in grado di fornire standard accettabili di benessere. Il benessere può risultare scarso in alcuni sistemi di allevamento se le pratiche di gestione ed il personale addetto ad accudire gli animali sono inadeguati. Tuttavia i sistemi variano in base alla capacità di assicurare un adeguato benessere. Anche se il personale che accudisce gli animali è valido, il benessere potrebbe risultare scarso in spazi ridotti e sterili che limitano gravemente le opportunità di avere comportamenti altamente motivati. È importante considerare il benessere durante l’intera vita dell’animale. Il FAWC ha proposto che il benessere degli animali in allevamento venga considerato in termini di qualità della vita di un animale durante la sua esistenza, compresa la modalità di decesso, e che la qualità della vita sia classificata nel modo seguente:36 ■ Una “Vita non degna di essere vissuta”; ■ Una “Vita degna di essere vissuta”; ■ Una “Vita vissuta bene”. Questo approccio dona un maggior risalto all’importanza delle esperienze positive relative al benessere degli animali d’allevamento e riflette un orientamento continuo nella scienza del benessere animale verso i tentativi di incorporare aspetti positivi nella valutazione del benessere.


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Sezione 3 - Riepilogo Diversi autori sottolineano l’importanza di diversi aspetti per valutare il benessere degli animali, che può essere sostanzialmente riassunto come “funzionamento biologico” (cioè, gli animali sono fisicamente e mentalmente sani?), “stato affettivo” (gli animali sono felici/si sentono bene?) e “comportamenti naturali/motivati” (gli animali hanno quello che vogliono?). Le “Cinque Libertà” sono ampiamente utilizzate a livello internazionale come un quadro di riferimento per la valutazione del benessere degli animali, la legislazione e gli standard di garanzia. Descrivono gli aspetti del welfare di un animale e degli «input» considerati necessari per raggiungere questo stato. Negli ultimi anni, ci sono stati tentativi di sviluppare criteri per la valutazione del benessere basati direttamente su misurazioni dei “risultati” sugli animali. La valutazione di adeguate e validate misure di risultato dovrebbero fornire un potente strumento per valutare i sistemi di allevamento e le pratiche condotte, e dare indicazioni circa i metodi di allevamento in grado di fornire standard di benessere accettabili. Il benessere può essere basso in qualsiasi sistema di allevamento se le pratiche di gestione e la preparazione del personale addetto sono di basso livello. Tuttavia, i sistemi variano nella loro potenzialità di fornire un buon benessere. Anche se il personale addetto è qualificato, il benessere è probabile che risulti basso in ambienti angusti, sterili e che limitano fortemente la possibilità di eseguire comportamenti altamente motivati.

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C’è un cambiamento in corso nella scienza del benessere animale verso tentativi di integrare aspetti positivi del benessere nella valutazione del benessere. Ciò si riflette nella proposta del FAWC in cui gli animali d’allevamento dovrebbero avere una “Vita vissuta bene”, o almeno una “Vita degna di essere vissuta”, quando il benessere è considerato per tutta la vita di un animale.

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4. Caratteristiche delle volpi e dei visoni allevati per la pelliccia


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4.1 Biologia e comportamento naturale dei visoni e delle volpi Anche se non possiamo supporre che il rendimento di tutti i comportamenti specie-specifici osservati in condizioni naturali sia essenziale per il benessere di un animale, un apprezzamento del repertorio del comportamento naturale di una specie è un punto di partenza fondamentale per identificare quali comportamenti saranno probabilmente rilevanti. Lo studio delle preferenze e le motivazioni degli animali in condizioni sperimentali può rivelare quali comportamenti sono più importanti per l’animale e quali essi devono essere in grado di eseguire in cattività. Alcuni aspetti della biologia di un animale sono associati ad una particolare vulnerabilità a problemi di benessere in cattività. Ad esempio, i carnivori che vagano su un ampio territorio allo stato selvatico sono più propensi a mostrare segni di stress e disfunzione psicologica in cattività, tra cui andatura stereotipata e mortalità infantile.37 La conoscenza dello stile di vita di una specie in natura è dunque fondamentale per prendere decisioni su quali specie possono (e non possono) essere tenute con successo in cattività senza grossi problemi di benessere.

selettivo, gli allevatori hanno prodotto diverse varianti di colore che non si vedono allo stato selvatico. Il visone si è adattato a uno stile di vita semi-acquatica. Il mantello ha tre volte la densità dei peli di guardia (i peli più lunghi, che coprono il sottopelo e che servono per ripararsi da acqua e neve, N.d.T.) rispetto a quella dei furetti terrestri, e le zampe hanno piccole ma evidenti membrane tra le dita.40 I visoni si muovono a terra con passo o andatura41 di delimitazione, ma sono anche in grado di arrampicarsi e saltare tra gli alberi.42 Possono immergersi ad una profondità di 5-6 metri e nuotare sott’acqua per un massimo di 30-35 metri.43 L’habitat nativo del visone americano ricopre la maggior parte del Nord America, tranne l’estremo nord del Canada e delle zone aride del sud-ovest degli Stati Uniti. Tuttavia, scappati da allevamenti da pelliccia si sono stabiliti in gran parte dell’Europa settentrionale e della Russia. I visoni occupano una grande varietà di habitat delle zone umide, tra torrenti, fiumi, laghi, acque dolci e paludi d’acqua salata, e linee costiere,44 e i loro territori si trovano sempre lungo i bordi dei corpi idrici.45 A volte può essere che qualche territorio di visoni del sesso opposto si sovrapponga, ma i territori degli animali dello stesso sesso raramente coincidono.46 La dimensione lineare media dell’home range (spazio in cui hanno la loro tana) va da 1,1 a 7,5 km, secondo il sesso (in generale più estesa per i maschi che per le femmine) e l’habitat. 47 I visoni hanno spesso una mezza dozzina, e a volte fino a due dozzine, di tane utilizzate per dormire e riposare, per mangiare prede più grandi e conservare cibo in eccedenza.48 Le loro tane sono generalmente a meno di 2 m dall’acqua e di solito consistono in fessure tra le radici degli alberi o cunicoli abbandonati da altre specie.49 I visoni sono per lo più notturni (attivi di notte) o crepuscolari (attivi all’alba/tramonto), ma possono anche mostrare una notevole attività50 diurna, in particolare dove dipendono maggiormente da prede acquatiche.51 I movimenti notturni vanno da zero a 12 km 52 e possono spendere l’80-95% del loro tempo all’interno delle tane.53 I visoni sono strettamente carnivori: la loro dieta varia a seconda della disponibilità delle prede ed in genere consiste principalmente di pesci, anfibi, crostacei e piccoli mammiferi, e opportunisticamente include gli uccelli e le loro uova, rettili, insetti acquatici, lombrichi e lumache.54 La maggior parte delle attività di foraggiamento si svolge lungo i corsi d’acqua.55 Sul terreno, i visoni cacciano tipicamente con il loro naso a terra, frugando nelle fessure, sotto i massi e nei cunicoli.56 Sia a terra che in acqua, le prede vengono catturate con brevi esplosioni di attività piuttosto che con un inseguimento sostenuto.57

Il visone Americano (Neovison vison) Il visone americano è un piccolo mammifero carnivoro con un corpo snello e lungo, gambe corte e una lunga coda caratteristica della famiglia dei mustelidi a cui appartiene. Le femmine sono circa il 10% più piccole e pesano il 50% in meno dei maschi.38 Il mantello è marrone scuro, anche se varie mutazioni di colore (albino, marrone chiaro, biondo) si verificano di tanto in tanto.39 Attraverso l’allevamento

I visoni adulti sono in genere solitari. I maschi e le femmine si accoppiano in primavera e in media hanno quattro cuccioli (range tra 2 e 8) che nascono in tarda primavera.58 Dal punto di vista nutritivo diventano indipendenti da otto a dieci settimane di età e in genere iniziano ad allontanarsi intorno alle 12-16 settimane di vita,59 anche se le giovani femmine possono rimanere con la madre fino a quando hanno 10 o 11 mesi di età 60 e i cuccioli di entrambi i sessi possono viaggiare in coppia fino a fine autunno.61 I giovani possono viaggiare per pochi chilometri fino a 50 km in cerca del proprio territorio.62

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La volpe rossa (Vulpes vulpes) La volpe rossa è un membro della famiglia dei canidi, relativamente piccolo con un muso allungato, grandi orecchie a punta e una lunga coda folta.63 I maschi sono circa 1,2 volte più pesanti rispetto alle femmine.64 Ci sono tre varianti di colore di base:65 il colore “comune” è qualsiasi colore dal giallo al rosso intenso arrugginito, con ventre di colore bianco, grigio chiaro o fuliggine. Le parti posteriori delle orecchie sono nere, come lo sono le zampe, ci può essere una punta bianca visibile sulla coda. Il colore “argento” è nero con quantità variabili di argentature, in particolare sul dorso, a causa delle punte argentate dei peli di guardia. Di struttura intermedia, colore ibrido, prevalentemente grigio-marrone o nerastro-rosso con una “croce” scura lungo il dorso e sulle spalle è la volpe rossa, il mammifero terrestre più diffuso al mondo, che si trova nella maggior parte dell’emisfero settentrionale ed ampiamente introdotto, in particolare in Australia.66 Si tratta di un carnivoro ed onnivoro opportunista, in grado di sopravvivere con una vasta gamma di alimenti e di adattarsi a diversi habitat, da tundra artica a deserti temperati semiaridi, foreste, terreni agricoli ed aree urbane densamente popolate.67,68 La dieta può includere piccoli mammiferi, pesci, uccelli e le loro uova, rettili, invertebrati, erba e foglie, bacche e frutti, frattaglie e carcasse e avanzi di cibo scartato dagli uomini.69,70 Il cibo in eccesso è spesso immagazzinato in piccoli fori camuffati con terra, ramoscelli e foglie.71 Le volpi sono generalmente notturne o crepuscolari, ma sanno procurarsi il cibo anche durante il giorno in inverno e quando allevano la prole.72 Sono molto attive, coprono distanze giornaliere solitamente maggiori di 5 km 73 e spesso superiori ai 10 km.74 Uno studio di modelli di attività nelle volpi di sesso maschile subadulte fra le ore 22:00 e all’alba ha scoperto che il 42-55% del tempo era tipicamente speso per procacciarsi il cibo, il 8-17% per gli spostamenti ed il 33-50% per riposare.75

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Le dimensioni del loro habitat territoriale variano da meno di 20 ettari (0,2 km2) per alcune volpi urbane a più di 1500 ettari (15 km2) nelle aree montane. 76 Maschi e femmine condividono il territorio e il loro comportamento sociale è altamente flessibile. Possono vivere in coppie di maschi/femmine o in gruppi familiari fino a dieci adulti e giovani; i gruppi sono composti da un numero uguale di maschi adulti e di femmine.77 In genere solo una volpe femmina si riproduce nel gruppo, le femmine subordinate che diventano gravide possono abortire o abbandonare i loro cuccioli oppure venire uccise.78 A volte due o più volpi femmina allevano i cuccioli in tane separate oppure insieme.79 Solitamente le volpi hanno una o due tane preferite nel loro territorio dove allevare la prole, più un numero di tane più piccole e spazi in superficie dove riposare.80 Le volpi scavano le proprie tane, ma utilizzano anche i cunicoli abbandonati di conigli e le tane di tasso.81 I cuccioli (in genere da tre a sei) nascono in primavera ed iniziano ad emergere dalla tana da quattro a cinque settimane di vita.82 Stabiliscono la loro gerarchia attraverso combattimenti nelle prime sei settimane di vita e, una volta stabilita, il gioco diventa l’attività principale.83 Da otto settimane di vita i cuccioli iniziano a giocare stando a diversi metri dalla tana e da circa dieci settimane in poi, in base alle condizioni atmosferiche, la tana natale viene progressivamente abbandonata.84 Lo svezzamento comincia intorno a cinque settimane di età ed è un processo graduale, i cuccioli saranno pienamente svezzati quando avranno tre mesi.85 Dall’età di quattro mesi, i genitori ignorano i cuccioli o diventano ostili e i cuccioli cominciano a disperdersi in autunno, con picco di dispersione verso la fine dell’anno.86 I modelli di dispersione sono adattabili in risposta alle circostanze prevalenti, e sia la percentuale di cuccioli che si disperdono, che le distanze di dispersione sono collegati alla densità di popolazione.87, 88


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Le volpi artiche sono generalmente solitarie al di fuori della stagione degli amori e della riproduzione, ma hanno un sistema sociale flessibile, a volte formano grandi gruppi di famiglie.104 Sono monogame e restano con il/la loro compagno/a per tutta la vita.105 Una femmina che non ha figliato può contribuire a nutrire la prole altrui.106 L’accoppiamento ha luogo all’inizio della primavera e i cuccioli (di norma dai 6 ai 12, ma il cui numero può andare da 3 a 25) nascono durante la tarda primavera.107 I cuccioli emergono dalla tana dalle tre alle quattro settimane di vita e dall’ottava settimana iniziano a trascorrere il tempo ad di fuori della tana. 108 Giocano fra loro e di tanto in tanto con gli adulti.109 L’aggressività tra cuccioli è rara e non per provocare ferite gravi.110 I cuccioli giocano (33%) e riposano (>50% del tempo) quando i genitori sono fuori dalla tana.111 I cuccioli, svezzati a sei o sette settimane, sono indipendenti dalle 12-14 settimane112 e si disperdono all’inizio dell’autunno, spostandosi per alcuni chilometri fino a più di 1100 km.113

La volpe artica (Vulpes lagopus) La volpe artica è più piccola della volpe rossa, possiede arti e muso più corti, orecchie più corte e più arrotondate, una coda folta, zampe con fitto pelo ed un mantello invernale denso che cambia colore stagionalmente.89 Esistono due tipi di colori: la “volpe bianca” è bianca durante l’inverno e marrone sul dorso con il bianco sulla parte inferiore d’estate; la “volpe blu” è grigio/blu in inverno e marrone scuro in estate.90 Il 70% del mantello delle volpi artiche è composto da un sottile sottopelo, rispetto al 20% di quello delle volpi rosse.91 I maschi pesano il 5-20% in più delle femmine.92 Le volpi artiche vivono in zone costiere ed interne delle regioni artiche dell’Eurasia, America del Nord, Groenlandia e Islanda.93 La loro dieta comprende piccoli mammiferi come lemming ed arvicole, uccelli e le loro uova, invertebrati marini, pesci, carcasse e placente di mammiferi marini, insetti e larve, frutti di bosco ed alghe.94,95,96 Rimangono attive tutto l’anno e sono in grado di risparmiare energia di fronte a scarsità di cibo in inverno, riducendo sia i livelli di attività che il metabolismo basale.97 Fare provviste di cibo è un’abitudine regolare quando il cibo è abbondante.98 Sono soprattutto creature notturne o crepuscolari, ma possono essere attive anche durante il giorno. 99 Le volpi artiche sono territoriali nel periodo estivo, con un’area di habitat territoriale in genere tra 4 e 60 km2.100 Ad ogni modo, sono in grado di spostarsi su lunghe distanze, compiendo migrazioni stagionali e/o periodiche di centinaia o migliaia di chilometri, viaggiando fino a 24 km al giorno.101 Le tane sono utilizzate per l’allevamento dei cuccioli e per il riparo durante l’inverno.102 Di solito si tratta di ampie strutture complesse, che spesso ricoprono un’area di oltre 100 m2 , aventi da 5 a 40 entrate, a volte anche più di 100 ingressi.103

4.2 Allevamento e genetica – le volpi e i visoni negli allevamenti da pelliccia in Europa sono addomesticati? Addomesticamento e docilità – concetti e definizioni Esistono varie definizioni di “addomesticamento”. Nel contesto di questo documento, ci riferiamo a come il benessere degli animali sia influenzato dal processo di addomesticamento. Una definizione adeguata è quella utilizzata nel rapporto SCAHAW del 2001 riguardo al benessere degli animali allevati per la produzione di pellicce:114 “un processo evolutivo attraverso il quale una popolazione di animali viene adattata all’uomo e all’ambiente in cattività da cambiamenti genetici che si verificano nel corso di generazioni, inclusi quelli che predispongono eventi evolutivi indotti, ricorrenti in ogni generazione”. L’adattamento alla cattività è frutto di cambiamenti genetici che si verificano nel corso di generazioni, di stimoli ambientali e di esperienze durante la vita di un animale.115 Come evidenzia il rapporto SCAHAW:116 “Da un punto di vista del benessere, l’obiettivo cruciale è un individuo ben adattato, indipendentemente da ciò che succede per eventi genetici od ontogenetici [evolutivi].” Caratteristiche importanti degli animali domestici comprendono la capacità di vivere sotto pressioni di origine antropica senza problemi, come una ridotta capacità riproduttiva o il sostanziale timore verso gli esseri umani.117 La “docilità”, l’essere domabile, è una capacità unica di interagire con gli esseri umani in modo positivo ed è una caratteristica distintiva esibita dalle specie addomesticate.118 La docilità è un’importante caratteristica comportamentale degli animali in cattività, in quanto agevola la manipolazione e migliora il benessere.119 Il processo di addomesticamento è un fenomeno empirico

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(apprendimento) che si verifica durante la vita di un individuo.120 Il contatto con l’essere umano nei primi anni di vita, durante un periodo sensibile di socializzazione, facilita molto il processo di addomesticamento.121 Mentre la genetica può imporre dei limiti al grado di docilità nel quadro di un determinato insieme di circostanze, l’esperienza riesce a determinare la misura in cui si verifica effettivamente l’addomesticamento.122 I cambiamenti che si verificano durante l’addomesticamento vanno oltre il semplice comportamento dell’animale e le sue reazioni verso l’uomo. Studi comparativi di animali di allevamento e dei loro antenati selvatici indicano che i cambiamenti comportamentali sono accompagnati da una matrice di alterazioni in altri tratti, tra cui il colore, le dimensioni e la fisiologia, dando origine ad un tipico “fenotipo domestico” (il fenotipo di un animale sono le sue caratteristiche osservabili, determinate da una combinazione di genetica ed ambiente).123 Questo “fenotipo domestico” è caratterizzato propriamente dall’aspetto del mantello o piumaggio di colore bianco oppure pezzato (a macchie), la riduzione nella taglia del cervello e del cranio, l’accorciamento degli arti, l’accorciamento e/o arricciamento della coda, l’aspetto delle orecchie cadenti, il pelo ondulato o riccio, la maggior capacità riproduttiva, lo sviluppo più rapido e flessibile, il fatto di essere meno pauroso, più socievole e più a rischio verso i predatori.124,125 Mentre l’addomesticamento colpisce molti aspetti del comportamento, esistono poche prove che esso sia all’origine di una perdita del repertorio comportamentale della specie o che la struttura di base dei modelli motori per tali comportamenti ne venga modificata.126 Quindi, i bisogni degli animali addomesticati restano strettamente collegati al passato evolutivo dei loro antenati.127

Addomesticamento sperimentale dei visoni e delle volpi Le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa dichiarano:128 “A differenza degli animali che per migliaia di generazioni sono stati tenuti per scopi di allevamento, gli animali tenuti in cattività per la produzione di pellicce appartengono alle specie che sono state allevate solamente di recente e che hanno avuto meno possibilità di adattarsi alle condizioni di allevamento.” I primi allevamenti di visoni sono stati fondati nel 1860 a nord di New York.129 L’allevamento di volpi argentate iniziò sull’Isola del Principe Edoardo a sudest del Canada negli anni del 1890.130 Il primo allevamento di volpi argentate apparve in Europa nel 1914.131 Le volpi blu (artiche) furono inizialmente tenute in cattività nel 1885, su delle piccole isole lontano dalle coste dell’Alaska e furono allevate in Europa a partire dalla fine del 1920.132 Tuttavia, il grado di addomesticamento non è dettato necessariamente da quanto tempo una popolazione di animali è stata tenuta in cattività. Se la risposta all’uomo è l’unico criterio di selezione e viene rigorosamente applicato (ad es. meno del 10% degli animali sono allevati per produrre la successiva generazione), è possibile generare un fenotipo domestico in relativamente poche generazioni.133

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Belyaev e Trut iniziarono a lavorare sull’addomesticamento sperimentale delle volpi argentate all’Istituto di Citologia e Genetica (ICG) dell’Accademia di Scienze Russa a Novosibirsk, Russia, alla fine del 1950 e questo studio, conosciuto come “l’esperimento volpe d’allevamento”, è tuttora in corso.134 130 volpi, che hanno dimostrato reazioni meno timorose ed aggressive verso l’uomo, sono state scelte tra vari allevamenti commerciali di volpi in tutta l’ex Unione Sovietica e portate all’ICG per diventare esempi della popolazione sperimentale.135 L’allevamento di volpi per l’addomesticamento iniziò con una selezione contro la paura e l’aggressività nei confronti dell’uomo e continuò con la selezione di comportamenti di ricerca del contatto.136 Parallelamente, negli anni Settanta, si iniziò ad allevare una popolazione separata di volpi con comportamenti aggressivi verso l’uomo.137 Le volpi addomesticate a Novosibirsk si comportano similmente a cani domestici, ricercando attivamente l’attenzione dell’uomo.138 Vedendo l’uomo a distanza, le volpi piagnucolano, guaiscono e scodinzolano in attesa del contatto, mentre cercano di leccare il viso e le mani dello sperimentatore.139 Questo comportamento si sviluppa spontaneamente nel primo periodo della crescita del cucciolo, senza contatti specifici con lo sperimentatore che non deve orientare il comportamento.140 Le prime volpi classificate come aventi un comportamento domestico “d’élite” apparvero nella 6a generazione.141 Dalla 42° generazione, oltre il 70% degli animali sono stati classificati come animali domestici “d’élite”.142 Le volpi addomesticate avevano alterato le risposte vocali nei confronti degli esseri umani, emettendo “schiamazzi” e “sbuffi”, ma mai “colpi di tosse” o “sbuffate”, mentre le volpi aggressive e non selezionate producono “colpi di tosse” e “sbuffate”, ma mai “schiamazzi” o “sbuffi”.143,144 Risposte vocali ad altre volpi erano simili nelle volpi domestiche, aggressive e non selezionate.145 Le volpi addomesticate inoltre mostrano esplosioni di attività vocale in risposta al contatto con un essere umano sconosciuto, allo scopo che si pensa essere quello di attirare l’attenzione umana, a causa di uno stato emotivo positivo derivante dalle interazioni con le persone.146 Le volpi addomesticate sono abili quanto cuccioli di cane nel comprendere i gesti umani.147 L’addomesticamento ha effetto sin dall’apertura degli occhi dei cuccioli di volpe e all’inizio della loro prima risposta al suono, prolungando il periodo sensibile di socializzazione oltre i 60-65 giorni di età (il limite massimo è di 40-45 giorni nelle volpi non selezionate).148 Le volpi addomesticate hanno alterato la chimica cerebrale, compresi elevati livelli di serotonina 149 (un neurotrasmettitore coinvolto nel sopprimere comportamenti aggressivi150). L’addomesticamento è associato a cambiamenti nell’asse ipotalamo-ipofisi surrene (HPA), il principale sistema ormonale coinvolto nell’adattamento degli animali in cattività.151 Ad esempio, i livelli basali e di cortisolo da stress nel sangue erano, rispettivamente, tre e cinque volte inferiori nelle volpi addomesticate rispetto a quelli nelle volpi da allevamento.152 Le caratteristiche fisiche tipiche del “fenotipo di addomesticamento” emersero nelle volpi addomesticate, tra cui il mantenimento delle orecchie cadenti dei giovani cuccioli ad una maggiore età (da tre a quattro settimane


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invece che da due a tre settimane, con le orecchie che restano cadenti dai tre ai quattro mesi in alcuni animali ed occasionalmente per tutta la loro vita), l’aspetto della coda arricciata, i cambiamenti nella forma del cranio, depigmentazione localizzata (pezzatura) e chiazzatura localizzata giallo-marrone nel mantello.153 Trut et al. propongono le loro scoperte riguardo alle volpi addomesticate, insieme ad altri dati derivati dalle pubblicazioni specifiche ed indicano che i geni che influenzano la pigmentazione si trovano all’interno dei sistemi genetici coinvolti nel controllo del comportamento e dello sviluppo.154 Il periodo della muta nelle volpi addomesticate è anche più lungo rispetto a quello degli animali non selezionati.155 Le volpi domestiche raggiungono la maturità sessuale all’incirca un mese prima delle volpi non domestiche e partoriscono cucciolate aventi in media un cucciolo in più.156 La stagione degli amori è più lunga nelle volpi addomesticate; alcune femmine si accoppiano fuori stagione e pochi esemplari due volte l’anno.157 Gli studi condotti nell’arco di quattro anni in Finlandia e Norvegia hanno dimostrato che è possibile selezionare un comportamento più sicuro nelle volpi blu, benché con livelli di ereditabilità da bassi a moderati.158 Tuttavia, finora non vi è alcuna popolazione di volpi blu domestiche. A Novosibirsk si è lavorato anche per l’addomesticamento sperimentale dei visoni. Come nel caso delle volpi argentate, l’allevamento per il comportamento domestico nei visoni ha portato a cambiamenti di colore del mantello, come ad esempio l’aspetto del colore tipo “cristallo nero”, che ha chiazze bianche sulla parte inferiore e peli di guardia bianchi, simili a un velo, che ricoprono il corpo ed in particolare la testa.159 Variazioni simili nella funzione asse-HPA, come livelli ridotti di cortisolo, sono state trovate anche nei visoni allevati per comportamento domestico.160 Un certo numero di test è stato condotto per verificare le risposte dei visoni in potenziali situazioni di stress. Il “test del bastone” è stato utilizzato per categorizzare i visoni come “impauriti, esplorativo/fiducioso” oppure “aggressivo”, in base alla loro risposta mentre veniva introdotta nella gabbia una spatola di legno.161 Nel test “afferra-mano” (“test della mano di Trapezov”), uno sperimentatore apre la gabbia dell’animale e lentamente cerca di raggiungere e cerca di afferrare l’animale con una mano, utilizzando un guanto.162,163 Questo rivela una maggiore sensibilità (ad es. si riesce a percepire la paura in più animali) in quanto incute più spavento che nel “test del bastone”.164 Dal 1988, due linee di visoni di tipo “scanblack” sono state allevate per risposte secondo le categorie “esplorativo/fiducioso” o “impaurito” presso l’Istituto Danese di Scienze Agrarie (DIAS).165,166 Originariamente una terza linea è stata allevata per le reazioni “aggressive” ma è stata interrotta dopo tre generazioni perché in troppo pochi hanno mostrato questa risposta.167 Dalla decima generazione, il 5% degli animali nella linea “esplorativo/fiducioso” ha dimostrato reazioni impaurite nel test del bastone, nei confronti di circa il 95% nella linea “impaurito”.168 Sia il visone “fiducioso” che “impaurito”, dimostrano entrambi una reazione acuta da stress alla manipolazione.169 Dopo la prima cattura, non vi era alcuna differenza di ipertermia indotta da stress (un aumento della

temperatura corporea in risposta ad una situazione di stress) nei visoni “fiducioso” ed “impaurito”.170 Tuttavia, la risposta allo stress del visone “fiducioso” diminuiva nel tempo mentre era trattenuto in trappola, al contrario aumentava la reazione del visone “impaurito”.171 Inoltre, dopo una seconda cattura, il visone “fiducioso” dimostrava una reazione ridotta rispetto alla prima cattura, mentre il visone “impaurito” mostrava una reazione maggiore.172 Il visone “fiducioso” può essere fatto accoppiare prima e ha un successo174 riproduttivo più elevato rispetto al visone “impaurito”. Mentre la ricerca condotta presso il DIAS dimostra che è possibile ridurre la paura nei visoni d’allevamento, gli animali “esplorativi/fiduciosi” sono ancora ben lontani dall’essere addomesticati. Sebbene più del 35% dei visoni “esplorativi/fiduciosi” tollererebbe che nella gabbia ci fosse una mano con un guanto senza contatto fisico (punteggio +1 nel test “afferra mano”) e più del 35% avrebbe il contatto fisico con la mano se tenuta ferma (punteggio +2), solo circa il 2% tollererebbe la mano con guanto che cerca il loro contatto senza mostrare tentativo di fuga o aggressione (punteggio +3), circa il 2% esplorava la mano dal nido (punteggio +4) e nessun visone poteva essere trattenuto senza il sollevamento (punteggio +5) o essere maneggiato o sollevato (punteggio +6) senza tentativo di fuga o mordere.175 Più del 10% scappava (punteggio -1) e più del 10% scappava mantenendo una distanza massima dalla mano (punteggio -3). Al contrario, i visoni allevati in modo selettivo per la docilità a Novosibirsk non dimostrano alcun segno di paura o aggressione al contatto con l’uomo e possono venir maneggiati senza guanti. 176

Le volpi e i visoni sono addomesticati negli allevamenti da pelliccia? Mentre è possibile allevare i visoni e le volpi argentate con molte delle caratteristiche tipiche degli animali domestici, ciò non può avvenire negli allevamenti da pelliccia. Come già espresso in precedenza, i tratti associati all’allevamento selettivo per fenotipi domestici hanno impatti negativi sulla qualità della pelliccia. Contrariamente all’addomesticamento, l’importanza negli allevamenti da pelliccia è stata quella di selezionare i tratti associati con il colore della pelliccia e la qualità, le dimensioni del corpo e della cucciolata, con scarsa attenzione ai tratti comportamentali.177,178 Gli individui che mostrano un comportamento particolarmente problematico possono venire esclusi dall’allevamento, causando delle selezioni limitate involontarie contro gli individui più aggressivi, ma i tratti legati al benessere e alla paura non sono stati considerati sistematicamente nei programmi di allevamento/riproduzione.179,180 Nel 2001, lo SCAHAW dichiarò che:181 “In genere, nei confronti di altri animali d’allevamento, le specie allevate per la pelliccia sono state sottoposte ad una moderatamente scarsa selezione attiva, eccezion fatta per quanto riguarda le caratteristiche della pelliccia”. Tuttavia, l’allevamento in cattività ha portato ad una serie di differenze fisiche tra le popolazioni d’allevamento e selvatiche di visoni e volpi. Un numero di varietà di colore

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IL CASO CONTRO L’ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI DA PELLICCIA

di visoni è stato prodotto, tra cui “zaffiro”, “perla”, “topazio” e “blu inverno”. Queste varietà di colore sono generalmente il risultato di una o più mutazioni recessive e sono spesso associate con fertilità ridotta, dimensione della cucciolata e vitalità.182,183 I visoni d’allevamento pesano circa il doppio dei visoni selvatici84 e hanno cervelli, cuori e milza sostanzialmente più piccoli.185,186 L’allevamento per una maggiore dimensione del corpo/pelle ha portato ad avere animali che tendono al sovrappeso quando alimentati ad libitum, ossia a volontà. Di conseguenza, i visoni sono solitamente alimentati con una dieta ristretta per ridurre il loro peso in preparazione all’accoppiamento, portando alla fame, con un aumento dei comportamenti stereotipati 187 (vedi Sezione 5.2). La selezione ha anche determinato un aumento delle dimensioni della cucciolata nei visoni d’allevamento,188 che procura problemi di benessere associati alla perdita di peso durante l’allattamento.189 Come nel caso dei visoni, le volpi blu sono state allevate per essere più grandi rispetto ai loro omologhi selvatici, al fine di aumentare le dimensioni della pelliccia, il che determina crescita rapida ed obesità.190 L’obesità nelle volpi blu d’allevamento è associata a un’alta incidenza di piedi ricurvi, difficoltà di movimento e diarrea.191 Le valutazioni del benessere effettuate su dieci allevamenti di volpi finlandesi (il 71% volpi blu) nel 2011 hanno rilevato che il 54% delle volpi aveva i piedi leggermente ricurvi e il 23% aveva i piedi gravemente ricurvi; il 43% delle volpi aveva qualche difficoltà di deambulazione, il 2,7% aveva notevoli difficoltà di deambulazione e l’1% non si muoveva; il 45% delle volpi aveva diarrea.192 Sembra che sia stato fatto qualche progresso per ridurre la paura nei visoni degli allevamenti. Su un campione di allevamenti danesi la percentuale delle femmine adulte di visoni classificate di tipo “esplorativo/fiducioso” nel test del bastone era maggiore nel 1999 (62%)193,194 rispetto al 1987 (45%).195 Ad ogni modo, anche i visoni classificati come “esplorativo/fiducioso” nel test del bastone, in genere non riescono ad essere maneggiati senza mostrare

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paura/tentativi di fuga/aggressione196 e, pertanto, non sono adatti all’allevamento. Nel test “afferra mano”, che è più rappresentativo del livello di contatto umano, la stragrande maggioranza di visoni risponde con paura e/o aggressività. In uno studio in Russia, l’81% dei visoni “standard” (marrone) ha risposto con paura nel test “afferra mano”, cercando di evitare la mano, correndo e strepitando per tutta la gabbia in preda al panico; il 16,2% ha risposto in modo aggressivo, mentre il 2,8% si è dimostrato più tranquillo, con una reazione esplorativa.197 La percentuale di individui meno spaventati sembra essere più alta in alcune varietà di colore, ma in percentuale ancora inferiore. Negli “zaffiri”, il 75,3% ha risposto con paura, il 19,1% in modo aggressivo, ed il 5,6% con una reazione esplorativa. Solo lo 0,03% del visoni “standard” e lo 0,2% degli “zaffiri” consentirebbero di essere maneggiati senza mostrare segni di paura o aggressività. I furetti addomesticati, come i visoni d’allevamento e le volpi argentate di Novosibirsk, sono facili da maneggiare senza dispositivi di ritenuta o guanti protettivi.198 Visoni e volpi negli allevamenti da pelliccia non possono essere manipolati senza guanti di protezione (per i visoni) o dispositivi di ritenuta (per le volpi) per ridurre il rischio di lesioni agli operatori che entrano in contatto con loro (vedi sezione 5.1). Quindi, gli animali non si sono adattati allo stretto contatto con gli esseri umani e non possono essere considerati in alcun modo come addomesticati. L’uso di questi metodi di manipolazione può aver contribuito alla mancanza di attenzione per le caratteristiche del comportamento nei programmi di allevamento. Lo SCAHAW dichiara:199“L’uso di pinze da collo e da muso per evitare graffi e lesioni da morsi durante la manipolazione delle volpi potrebbe aver ritardato un’attenta selezione comportante il progresso genetico associato alla docilità.” Le volpi a Novosibirsk sono l’unica popolazione di volpi addomesticate nel mondo.200 Anche se allevate in cattività, le volpi rosse non erano mai state addomesticate in


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precedenza.201 Le volpi allevate per il commercio in condizioni normali di allevamento generalmente presentano modelli distinti di comportamento, aggressivo e aggressivo per paura, verso gli esseri umani.202 In Finlandia, la prole delle volpi derivata dalla popolazione addomesticata allevata a Novosibirsk è stata alloggiata in condizioni di allevamento standard, senza ulteriori trattamenti ed è stata messa a confronto con le normali volpi finlandesi d’allevamento. 203 Le volpi addomesticate avevano elevati indici di addomesticamento e punteggi riguardo alla paura più bassi rispetto alle volpi finlandesi. Quasi tutte le volpi addomesticate cominciavano a mangiare in presenza di un essere umano ed accettavano un bocconcino da una persona estranea, mentre solo per poche volpi finlandesi si era verificato lo stesso comportamento. Le volpi addomesticate avevano livelli sierici di cortisolo (ormone dello stress) più bassi sia prima che dopo la stimolazione da stress e hanno rivelato ipertermia indotta da stress inferiore rispetto alle volpi finlandesi. Gli ibridi tra le due popolazioni di volpi hanno mostrato risultati intermedi. Gli autori hanno concluso che il benessere delle volpi addomesticate è stato migliorato rispetto a quello delle volpi finlandesi da allevamento e hanno sostenuto che la selezione per avere volpi meno timorose dovrebbe essere uno degli obiettivi principali degli allevamenti commerciali.204 Ad ogni modo, l’ambiente privo di stimoli della gabbia sarebbe ancora un grave problema sociale (vedi Sezione 5) e le variazioni nelle caratteristiche del mantello negli animali domestici sarebbero incompatibili con le richieste del settore della pelliccia. Gli autori suggeriscono che le volpi addomesticate potrebbero inoltre essere frustrate dalla mancanza di carezze e coccole da parte degli esseri umani.205 È possibile ridurre lo stress a lungo termine e le reazioni di paura attraverso una elevata manipolazione precoce di volpi argentate206,207,208 e volpi blu.209

Sia il trattamento neutro che quello gentile/positivo possono dare beneficio.210,211 Elevati livelli di reazioni alla paura e ghiandole surrenali ingrossate indicano che gli animali non manipolati soffrono di stress a lungo termine.212 Tuttavia, gli allevatori non sono in grado di dedicare il tempo necessario per attuare un intenso trattamento a tutti i giovani animali.213 Lo SCAHAW infine dichiara:214 “la paura degli esseri umani è una caratteristica comune delle volpi negli allevamenti commerciali. La selezione genetica è stata utilizzata in via sperimentale per la produzione di volpi molto meno paurose e l’esperienza della manipolazione umana gentile può ridurre in modo sostanziale la paura. Tuttavia, i ceppi genetici meno paurosi non vengono utilizzati commercialmente e gli allevatori non necessariamente possono dedicare la considerevole quantità di tempo necessario per la manipolazione di tutte le loro volpi. Di conseguenza, la paura degli esseri umani è una questione importante ed un problema di benessere molto diffuso negli allevamenti di volpe.” La paura nei confronti degli esseri umani negli animali allo stato selvatico utilizzati dal settore della pelliccia li rende fondamentalmente inadatti all’allevamento. L’allevamento di visoni e volpi per la pelliccia è dunque in contrasto con la Direttiva 98/58/CE: “Nessun animale deve essere segregato per scopi di allevamento a meno che non vi siano elementi attendibili, in base al suo genotipo o fenotipo, che quindi tale animale possa essere tenuto senza effetti negativi sulla sua salute o benessere” e con il Consiglio d’Europa in merito alla “Raccomandazione sugli Animali da Pelliccia”: “Nessun animale deve essere tenuto per la sua pelliccia se: a) le condizioni della presente raccomandazione non possono essere soddisfatte, o se b) l’animale appartiene ad una specie i cui membri, pur essendo soddisfatte queste condizioni, non possono adattarsi alla cattività, senza problematiche connesse al benessere.”

Sezione 4 - Riepilogo La valutazione del repertorio comportamentale naturale di una specie è un punto di partenza fondamentale per identificare quali comportamenti potranno rivelarsi importanti per il benessere. I carnivori che popolano un ampio territorio in natura sono più propensi a dimostrare stress e disfunzioni psicologiche in cattività, tra cui alte percentuali di andatura stereotipica e mortalità infantile. L’”addomesticamento” è un processo evolutivo attraverso il quale una popolazione di animali viene adattata all’uomo e all’ambiente in cattività, con cambiamenti genetici che si verificano nel corso delle generazioni, inclusi quelli che predispongono agli eventi evolutivi eco-indotti, ricorrenti in ogni generazione. L’addomesticamento non comporta il venir meno di comportamenti dal repertorio della specie. Pertanto, le esigenze degli animali domestici rimangono strettamente connesse alla storia evolutiva dei loro antenati. L’aspetto più importante dell’addomesticamento, da un punto di vista sociale, è la capacità unica della specie addomesticata di interagire con gli esseri umani in modo positivo. Se la reazione all’uomo è l’unico criterio di selezione, ed è rigorosamente applicato, è possibile allevare, in poche generazioni, volpi argentate addomesticate che ricercano intensamente l’attenzione umana e sono facili da manipolare. L’addomesticamento dei visoni è altresì possibile e la ricerca preliminare suggerisce che potrebbe essere inoltre possibile allevare volpi blu addomesticate, ma questo non è stato approfondito in misura rilevante. Tuttavia, gli animali addomesticati non sono utilizzati negli allevamenti, perché i cambiamenti nella caratteristica del mantello degli animali domestici è incompatibile con le esigenze del settore della pelliccia. Negli allevamenti di animali da pelliccia l’attenzione è rivolta all’allevamento per il colore della pelliccia, per le dimensioni e la qualità; tuttavia la paura nei confronti degli esseri umani negli animali selvatici attualmente utilizzati dall’industria della pellicceria li rende fondamentalmente inadatti all’allevamento. L’allevamento di visoni e volpi per la pelliccia è pertanto in contrasto con la Direttiva 98/58/CE e con il Consiglio d’Europa sulla “Raccomandazione riguardante gli animali da pelliccia”.

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5. Le principali questioni sul benessere delle volpi e dei visoni allevati in Europa per la pelliccia


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5.1 Sistemi di allevamento, procedure di manipolazione e metodi di abbattimento Sistemi di stabulazione

utilizzata per immobilizzare le fauci delle volpi quando sono esposte alle mostre.229 Tuttavia lo SCAHAW raccomanda:230 “L’impiego di pinze da collo e di mollette per il muso dovrebbe essere evitato il più possibile nelle volpi. Le pinze di metallo nude non devono essere utilizzate.”

I visoni d’allevamento vengono sistemati in gabbie metalliche, elevate sopra il livello del suolo e in genere disposte in due file sotto un tetto piuttosto lungo (50-100 m), in alcuni casi fino a dieci file, spesso senza pareti laterali.215,216 Le gabbie sono di solito spoglie, ad eccezione dell’inserimento di una cassetta che ha la funzione di nido. In alcuni casi, può essere fornito un cilindro con trama metallica e/o una piattaforma.

Le volpi e i visoni sono solitamente uccisi in allevamento, di conseguenza gli animali “da pelliccia” non sono comunemente trasportati.231 Comunque, gli animali possono essere trasportati alle mostre e anche ad altri allevamenti, quando vengono acquistati e venduti.

Le volpi d’allevamento sono alloggiate in capannoni chiusi oppure aperti ai lati, che di norma reggono due file di gabbie, ma in alcuni casi fino a otto file di gabbie metalliche sollevate a 60-100 cm dal suolo.217 Le gabbie sono generalmente spoglie eccetto che per l’inserimento temporaneo di un nido per una volpe con un piccolo e, spesso, viene predisposta una piattaforma elevata per il riposo (comunemente realizzata in rete metallica) e un oggetto (ad esempio un blocco di legno) per rosicchiare. Un gran numero di gabbiette vengono utilizzate per massimizzare il numero di animali che possono così essere allevati in un determinato spazio.

Manipolazione

Abbattimento I visoni sono di solito uccisi con il gas, con l’anidride carbonica (CO2) o monossido di carbonio (CO).232 Entrambi sono disponibili in commercio in forma compressa e il secondo può essere ricavato dal gas di scarico (che include anche alcuni CO2 e altri gas tossici) derivato da un motore a benzina. La normativa europea dispone che i gas di scarico vengano filtrati e raffreddati prima di essere utilizzati per uccidere i visoni.233 Tuttavia, nella pratica, ciò non è sempre rispettato. Accertamenti in oltre 100 allevamenti di visoni in Finlandia nel 2010, hanno rilevato che i gas di scarico non sono stati filtrati nell’8% degli allevamenti.234 I gas di scarico non venivano raffreddati nel 43% degli allevamenti, e l’86% degli allevamenti non hanno controllato la temperatura della camera a gas.235 Il monossido di Carbonio CO è utilizzato solitamente nei Paesi Bassi, mentre il monossido di carbonio di scarico filtrato o il cilindro di anidride carbonica sono generalmente utilizzati in Finlandia.236

I metodi di manipolazione e contenimento per i visoni e le volpi sono progettati per tutelare l’operatore dalle lesioni e aumentare l’efficienza delle procedure di manipolazione. I visoni sono generalmente trattati con guanti pesanti e sono talvolta catturati in una trappola di metallo, messi in gabbia, o afferrati per il corpo con pinze di metallo.218 Queste hanno una coppia di ganasce appiattite che vengono utilizzate per afferrare il visone appena dietro le zampe anteriori.219 Per la classificazione della pelliccia e le mostre dal vivo, viene utilizzata una trappola speciale dove il pavimento può essere spinto verso l’alto, immobilizzando completamente il visone.220 I visoni mostrano una reazione elevata allo stress da cattura ed immobilizzazione.221Lo SCAHAW dichiara: “L’immobilizzazione provoca problemi di benessere soprattutto quando prolungata” e consiglia: “I visoni non dovrebbero essere tenuti in una gabbia da trasporto o in una trappola per più di un’ora”.

In genere, un’unità mobile che fornisce il gas viene spostata lungo il capannone e gli animali selezionati per essere uccisi vengono rimossi dalla loro gabbia e collocati nel contenitore letale, uno dopo l’altro. Tra 30 e più di 100 visoni possono essere immessi nell’unità contemporaneamente.237,238,239 A meno che la perdita di coscienza sia istantanea, è probabile che vi sia stress dovuto al confinamento con tanti altri animali e gli animali possono accumularsi ed essere uccisi in parte per soffocamento.240 I visoni che sono in attesa di essere uccisi e i visoni che restano temporaneamente nelle loro gabbie spesso vocalizzano, questo ci suggerisce che il processo è causa di stress sia per i visoni non manipolati che per quelli manipolati.241

Il metodo più frequente di manipolazione di volpi adulte e subadulte è di afferrare il collo con un paio di pinze metalliche e poi afferrarle per la coda.222 Le pinze da collo sono in acciaio, lunghe circa 50 cm, con una maniglia per aprire e chiudere le ganasce arrotondate che di solito hanno un diametro di 7,5 cm per le femmine e 8,5 cm per i maschi.223 La manipolazione ed il contenimento provocano enorme stress sia alle volpi argentate224,225, sia a quelle blu226. Le lesioni dentali possono verificarsi quando gli animali mordono le pinze.227 Le pinze da collo continuano ad essere sempre utilizzate negli allevamenti da pelliccia, nonostante la palese dichiarazione nelle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa che lo vieta:228 “Si deve evitare l’utilizzo abituale delle pinze da collo per la cattura delle volpi.” La molletta metallica per il muso può essere

I visoni trovano la CO2 altamente nociva, rispondendo con tosse, starnuti ed indietreggiando rapidamente dalla camera contenente il gas.242 Il rapporto del 2006 dell’”International Consensus Meeting on Carbon Dioxide Euthanasia of Laboratory Animals” dichiarava:243 “Se gli animali vengono posti in una camera contenente un’elevata concentrazione di CO2 (superiore al 50%), essi sperimenteranno almeno 1015 secondi di dolore nella mucosa delle vie aeree superiori, prima della perdita di coscienza. Questo è un problema serio che riguarda il benessere.” La legislazione comunitaria consente l’uso di CO2 con una concentrazione minima dell’80% per l’uccisione dei visoni.244 Questa concentrazione uccide i visoni entro quattro o cinque minuti in media,245 mentre una concentrazione del 70% di CO2 non uccide i visoni prima di 7 o 15 minuti.246,247

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IL CASO CONTRO L’ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI DA PELLICCIA

Numerosi studi hanno concluso che l’uso di CO2 non è un metodo accettabile per uccidere i visoni. Nel 2001 il Report dello SCAHAW raccomanda:248“L’uccisione dei visoni con la CO2 deve essere abolita, evitando inutili sofferenze.” Un rapporto del 2008 redatto dal gruppo di lavoro al Comitato Consultivo Scientifico per la Salute e Benessere degli Animali (SCAHAW) in Irlanda ha concluso: 249 “Esiste una prova ben fondata, dunque, che l’anidride carbonica non è un metodo adatto per uccidere i visoni e che il suo utilizzo comporta un notevole compromesso per il benessere [...] L’uso di anidride carbonica per l’uccisione dei visoni non è accettabile e non dovrebbe essere consentito”. Il CO è pensato per indurre la perdita di coscienza e la morte attraverso la privazione di ossigeno,250 anche se altri meccanismi possono essere coinvolti.251 Essendo animali semi-acquatici, i visoni hanno adattamenti specifici per il nuoto e le immersioni, tra cui la capacità di rilevare e rispondere agli effetti dell’ipossia (bassi livelli di ossigeno).252 Ciò solleva interrogativi sulle conseguenze sul benessere dell’esporre i visoni alle emissioni di CO.253 La legislazione comunitaria attualmente consente l’uso di una miscela di gas contenente più del 4% di CO da una fonte pura o più dell’1% di CO associato ad altri gas tossici derivanti da gas di scarico filtrati.254 In pratica, la concentrazione di CO nella camera a gas spesso non è misurata.255 Una concentrazione fino al 3% di CO in gas di scarico filtrati è inefficace, e per i visoni il tempo per morire o non morire affatto è più di 7-15 minuti.256 Lo SCAHAW dichiara:257 “I gas di scarico filtrati [...] inducono un’incoscienza più lenta rispetto al CO puro, e preceduta da eccitazione e convulsioni.” Il rapporto SCAHAW del 2008 ha concluso:258 “L’uso del monossido di carbonio da gas di scarico, per l’uccisione dei visoni non è accettabile e non dovrebbe essere autorizzato.” Le volpi sono solitamente uccise con l’elettrocuzione, mentre vengono trattenute con collari e pinze.259,260La normativa europea prevede che gli elettrodi vengano applicati alla bocca e nel retto con una corrente minima di 0,3 Ampère e con una tensione minima di 110 Volt per almeno tre secondi.261 Nelle prove effettuate con le volpi sedate, questo metodo ha portato uno stato immediato e irreversibile d’incoscienza.262 Tuttavia, negli allevamenti gli animali non vengono sedati e c’è il rischio di compromettere il benessere, in caso di fibrillazione cardiaca prima della perdita di coscienza a causa della non corretta applicazione degli elettrodi.263 Il rapporto del 2008 dello SCAHAW afferma:264 “Raccomandazioni internazionali suggeriscono che l’iniezione endovenosa di barbiturico è il metodo preferibile per uccidere le volpi. Questa dovrebbe essere effettuata da un veterinario.” Tuttavia, il contenimento prolungato, necessario per la somministrazione di un’iniezione letale, può causare ulteriore stress e non può essere considerato pratico per un gran numero di animali. A differenza di altre specie allevate, la legislazione UE attualmente non richiede certificati d’idoneità per il personale preposto allo stordimento e all’uccisione di animali da pelliccia, anche se l’uccisione deve essere svolta sotto il controllo di un operatore in possesso di un certificato di idoneità.265 Ciò rappresenta un ulteriore rischio per il benessere degli animali “da pelliccia”, se

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vengono effettuate tali procedure da personale non adeguatamente preparato, vista l’importanza per il benessere di una corretta applicazione e valutazione dell’efficacia dei metodi di stordimento ed uccisione. Il rapporto del 2008 dello SCAHAW raccomanda:266 “Dovrebbe essere introdotto il requisito della formazione di tutti coloro che sono coinvolti nell’uccisione degli animali “da pelliccia” in allevamento. Tale formazione deve essere documentata e sottoposta a controlli da parte dell’amministrazione competente”. Poiché non sono addomesticati, i visoni e le volpi negli allevamenti da pelliccia non possono essere manipolati senza guanti di protezione (per i visoni) o dispositivi di ritenuta (per le volpi) per ridurre il rischio di lesioni all’operatore. Le pinze metalliche per il collo continuano ad essere usate come metodo per manipolare le volpi negli allevamenti da pelliccia, pur essendo in contrasto con le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa. Rapporti scientifici hanno condannato come disumani alcuni metodi letali di uso comune. Non vi è attualmente alcun obbligo di formazione o di certificati di idoneità per il personale preposto alle operazioni di abbattimento degli animali “da pelliccia”.

5.2 Comportamento anomalo stereotipie, masticazione del pelo e auto-lesionismo I visoni d’allevamento eseguono comportamenti stereotipati nella deambulazione che di solito si traducono nel camminare lungo la parete della gabbia, nell’arrampicare in un angolo della gabbia, nel girare in cerchio o nell’annuire con la testa o con la metà anteriore del corpo e/o nel dover entrare ed uscire dalla scatolanido.267 Tra le varie forme di stereotipia nei visoni, l’andirivieni (a volte chiamato “andamento pendolare”) è il più comune.268 Le stereotipie dei visoni non si vedono in natura, né nei recinti degli zoo che presentino adeguati arricchimenti ambientali.269 La misura in cui i visoni adottano comportamenti stereotipati varia tra allevamenti e in base alle stagioni. In una indagine in allevamenti di visoni olandesi, la percentuale di tempo trascorso praticando comportamenti stereotipati variava dal 10,9% in estate al 32,0% in inverno in un allevamento in condizioni di stabulazione normali, e dal 0,8% in estate al 4,1% durante l’inverno in un allevamento che aveva fatto il maggior numero di modifiche volte ad arricchire l’ambiente e a migliorare il benessere.270 Uno studio in allevamenti di visoni svedesi testava che in media il 20% di visoni eseguiva comportamenti stereotipati prima dell’alimentazione.271 La stereotipia si verifica anche nelle volpi allevate. Le valutazioni del benessere effettuate su cinque allevamenti norvegesi di volpi (con volpi principalmente argentate) nel 2012 registravano tra il 7% e il 13% delle volpi attive che si comportavano in modo stereotipato. Livelli più bassi sono stati registrati su dieci allevamenti finlandesi (con volpi per lo più blu), dove tra lo 0% e il 5% delle volpi attive si comportavano in modo stereotipato.272 Gli animali possono


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smettere di praticare comportamenti stereotipati, in risposta alla presenza di un osservatore273, pertanto i reali livelli di stereotipia potrebbero essere significativamente superiori. Altri comportamenti anomali sono la masticazione del pelo e la caudofagia (morsicatura della coda), dove gli animali ripetutamente succhiano o mordono se stessi, di solito sulla coda, ma a volte anche sulla schiena o sugli arti. In ogni allevamento ci sono visoni con chiazze di pelo corto o mancante, soprattutto sulla coda, e alcuni visoni hanno notevolmente accorciato la propria coda masticandola e, più raramente, si vedono gli arti masticati.274 L’incidenza di una così dolorosa automutilazione è difficile da accertare in quanto siamo di fronte ad individui che presentano gravi ferite e che probabilmente sono già stati abbattuti. Tuttavia, una parte significativa di volpi che si mordono la coda o il pelo può incorrere in considerevoli danni ai tessuti e conseguenti infezioni.275 La caudofagia si verifica anche nelle volpi allevate.276 La percentuale di animali che sono intenti alla masticazione del pelo varia tra allevamenti e stagioni, vanno da meno del 5% a più del 60%, secondo uno studio in allevamenti di visoni olandesi,277 e da meno del 20% a più del 60%, secondo uno studio in allevamenti svedesi di visoni.278 Le stereotipie della deambulazione e la masticazione del pelo sembrano essere provocate da diversi fattori. Le stereotipie deambulatorie possono essere correlate alla frustrazione per l’approvvigionamento/ricerca del cibo 279 e all’istinto per gli spazi aperti,280 mentre la masticazione del pelo può essere collegata alla sotto stimolazione.281 Esiste una correlazione positiva tra le stereotipie della deambulazione nei carnivori in cattività e la dimensione minima del loro habitat in natura.282 Le stereotipie raggiungono l’apice in termini di velocità, frequenza e prevalenza poco prima dell’orario di alimentazione, e sono aumentate da fame283 e dall’alimentazione restrittiva adottata per preparare gli animali alla riproduzione.284 La consistenza simile ad una pappa del mangime somministrato agli animali allevati per la pelliccia fornisce solo una marginale manipolazione orale,285 che può contribuire allo sviluppo di stereotipi orali nelle volpi.

Le stereotipie sono state definite come “ripetitivi modelli di comportamento non varianti, con mancanza di un obiettivo o di una funzione evidente”286 Le cause principali di comportamenti stereotipati includono la frustrazione di modelli specifici di comportamento altamente motivati,287 insieme alla perseverazione (tendenza a ripetere azioni in modo inappropriato), che possono essere associate con il malfunzionamento del sistema nervoso centrale (SNC).288 Poiché vi è una sempre più crescente consapevolezza delle cause di stereotipia, Mason propone una nuova definizione sulla base dei meccanismi causali della ripetizione:289 “i comportamenti stereotipati sono comportamenti ripetitivi indotti dalla frustrazione, tentativi ripetitivi e/o disfunzioni del sistema nervoso centrale.” Dove i dati sono disponibili, si può verificare che la maggior parte delle situazioni che causano/aumentano i comportamenti stereotipati, diminuiscono anche il livello di benessere.290 Situazioni che provocano comportamenti stereotipati, quindi, sono anche causa di scarso benessere.291 Tuttavia, vi sono alcune evidenze che alcune stereotipie possono essere un tentativo per meglio adattarsi a condizioni negative.292 In questi casi, in un sistema di stabulazione che provoca comportamenti stereotipati in alcuni individui, dovremmo essere altrettanto preoccupati per il benessere degli animali che adottano meno comportamenti stereotipati.293 Dunque, le condizioni che causano comportamenti stereotipati in alcuni animali possono provocare sofferenza per tutti gli animali alloggiati in quelle condizioni. È possibile ridurre il comportamento stereotipato294 e la masticazione del pelo295 attraverso un allevamento selettivo. Tuttavia, se le stereotipie sono utilizzate dagli animali come metodo per cercare di far fronte alle condizioni ostili, la selezione nei confronti di comportamenti stereotipati potrebbe risultare in animali maggiormente passivi e più timorosi.296 Manson e Latham suggeriscono che “le stereotipie non dovrebbero essere ridotte a strumenti, oltre all’affrontare le motivazioni alla loro base.”297 Le raccomandazioni del Consiglio d’Europa sottolineano che “l’ambiente e la gestione devono soddisfare le esigenze biologiche degli animali piuttosto che cercare di “adattare” gli animali all’ambiente”.298 Le raccomandazioni inoltre dichiarano:299 “Dove vi è un notevole livello di stereotipie o automutilazioni in un allevamento, il sistema di stabulazione o gestione deve essere modificato adeguatamente in modo che il benessere degli animali sia migliore. Se queste misure non sono sufficienti, la produzione deve essere sospesa.” Negli allevamenti, l’ambiente della gabbia, angusto e non stimolante, porta allo sviluppo di stereotipie, alla masticazione del pelo e all’autolesionismo nei visoni e nelle volpi. Le stereotipie sono causate dalla frustrazione di comportamenti altamente motivati, continui tentativi di far fronte a condizioni avverse e/o sviluppo del cervello anormale in un ambiente-gabbia molto ristretto. Questi comportamenti anomali sono indicatori di benessere insufficiente degli animali allevati per la pelliccia e le condizioni che causano questi comportamenti in alcuni animali possono provocare sofferenza per tutti gli animali alloggiati in quelle condizioni.

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IL CASO CONTRO L’ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI DA PELLICCIA

5.3 Spazio, arricchimento ambientale, motivazione e preferenze Visoni Spazio Per i visoni, le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa prevedono un’altezza minima della gabbia di 45 cm e una superficie minima di 2550 cm2 per un solo adulto, un singolo adulto con cuccioli, o un paio di piccoli dopo lo svezzamento (con l’aggiunta di 850 cm2 per ogni animale in più).300 L’area necessaria per una gabbia standard è quindi approssimativamente la stessa superficie di un foglio di carta A2 (ossia quattro fogli di carta standard A4). Una tipica gabbia in Europa misura 70-90 cm x 30 cm.301,302 La lunghezza del passo nel visone è di circa 20-40cm303, quindi l’animale non richiederà più di quattro passi in qualsiasi direzione prima di raggiungere il margine della gabbia. Raddoppiare le dimensioni della gabbia standard senza alcun ulteriore arricchimento, non ha alcun effetto sulle stereotipie, la masticazione del pelo e la fisiologia connesse col benessere nelle coppie di giovani visoni contenuti in gabbia.304 Con gabbie più grandi (ossia circa nove volte la superficie del pavimento e 1,5 volte l’altezza di una gabbia visone standard), le stereotipie possono essere ridotte, ma non eliminate.305 Moderati aumenti nello spazio, di una grandezza che sarebbe possibile negli allevamenti commerciali, non eliminano le stereotipie o il problema della masticazione del pelo nei visoni d’allevamento.

Arricchimento ambientale Le tane e le opportunità di nascondigli I visoni d’allevamento sono di solito dotati di una cassetta per il nido per tutto l’anno, che viene utilizzata per dormire e nascondersi così come per la riproduzione.306 Il nido è solitamente largo quanto la gabbia con una profondità tra 15 e 30 cm.307 In merito ai visoni, le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa dichiarano:308 “Deve essere messa a disposizione una scatola per il nido in materiale termoisolante, che non è pericoloso per la salute degli animali, con una superficie adeguata. L’apertura della scatola per il nido deve consentire la presenza di nuovi animali nati, e fornire un facile accesso per gli altri animali. Lettiera e materiale come paglia devono essere forniti periodicamente, deve inoltre esserne verificata l’adeguatezza, soprattutto durante il periodo del parto e nella stagione fredda”. La dimensione della cucciolata e la mortalità dei cuccioli sono entrambe relativamente elevate nei visoni d’allevamento (rispetto alle specie maggiormente allevate) e la maggior parte dei decessi nei cuccioli si verificano durante il primo giorno post partum.309 Uno studio del 2007 ha evidenziato che, in media, nascono vivi otto cuccioli per cucciolata, e che 6,5 restano vivi un giorno dopo la nascita (il 18,75% di mortalità durante il primo giorno di vita).310

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I problemi durante il parto contribuiscono in maniera significativa al comportamento materno sub-ottimale e all’aumento della mortalità precoce dei cuccioli.311 Una maggiore durata del parto e un’alta variabilità degli intervalli interparto sono associati a un’elevata mortalità dei cuccioli.312 Le madri che hanno cucciolate con bassa mortalità trascorrono più tempo direttamente con i cuccioli.313 Diversi tipi di materiale per la nidificazione sono attualmente forniti ai visoni negli allevamenti commerciali,314 anche se differiscono sostanzialmente nella loro idoneità per la costruzione del nido.315 L’accesso alla paglia per la nidificazione riduce la variabilità negli intervalli interparto, mentre un nido artificiale da solo non ha tale effetto.316 Le madri con accesso alla paglia, in combinazione con un nido, artificiale sono più attente e veloci nel recuperare un cucciolo che si trova lontano dal nido.317 Un nido esclusivamente con trucioli di legno, come spesso viene fatto negli allevamenti commerciali di visoni, è associato ad una maggiore mortalità di cuccioli, ad una crescita ridotta dei cuccioli e ad un alto livello di cortisolo di base (indicatore di stress) nella madre, ed è insufficiente come ambiente di nidificazione.318 I visoni femmina sono in genere trasferiti in un altro alloggio prima del parto. 319 Il trasferimento anticipato delle femmine (subito dopo l’accoppiamento) riduce lo stress e aumenta le cure materne rispetto alla consueta prassi commerciale di trasferire le femmine successivavente, durante la gravidanza.320Le femmine fecondate costruiscono e conservano il nido, almeno un mese prima del parto, quando vengono trasferite in un ambiente con libero accesso al materiale per la nidificazione. 321I visoni valutano l’opportunità di utilizzare più di un sito per il nido e lavoreranno per l’accesso ad un nido alternativo. 322 La tipologia non idonea del materiale per la nidificazione e la durata non adeguata del tempo per l’accesso al materiale di nidificazione, come spesso accade negli allevamenti commerciali, limita il comportamento di nidificazione nei visoni e contribuisce a problemi durante il parto, cure materne ridotte ed aumento della mortalità dei cuccioli. I visoni sono motivati ad utilizzare più di un luogo per il nido, ciò rispecchia il loro utilizzo di più tane in natura.

Piattaforme, cilindri, oggetti per le “attività”, bagni d’acqua e ruote girevoli L’aggiunta di varie combinazioni di arricchimenti ambientali semplici (come cilindri di plastica o di rete metallica o piattaforme, palline e pezzi di corda o manicotti) nelle gabbie, standard o ampliate (ad es. gabbia doppia), dei visoni può ridurre, ma non eliminare, la caudofagia323,324 e le stereotipie.325 In molti casi, i livelli di stereotipia non sono influenzati dalla fornitura di semplici arricchimenti.326,327 Alcuni studi iniziali, per lo più condotti su visoni adulti, hanno riscontrato scarsi effetti dell’accesso al bagno d’acqua sui comportamenti stereotipati dei visoni tenuti in gabbia.328 Tuttavia, studi recenti hanno mostrato che l’accesso al bagno d’acqua può ridurre l’insorgenza,329 e rallentare lo sviluppo,330 di comportamenti stereotipati nei giovani visoni alloggiati singolarmente. Quindi, l’accesso a


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lungo termine ad un bagno d’acqua può ridurre, ma non eliminare, la frustrazione nei visoni d’allevamento.331 L’accesso all’acqua per nuotare (in aggiunta ad un cilindro e piattaforma) aumenta l’attitudine al gioco nei visoni giovani, rispetto all’accesso ad un cilindro e a una piattaforma senza l’acqua.332 L’opportunità di compiere dei comportamenti dediti al gioco può migliorare la capacità di fronteggiare nuove situazioni di un animale in età avanzata.333 Mason et al. ha condotto l’analisi ad oggi più completa, per determinare se i visoni soffrano a causa della privazione nelle piccole gabbie sterili utilizzate negli allevamenti e per individuare quali attività siano più importanti per il loro benessere.334 Visoni alloggiati individualmente in gabbie standard, hanno avuto accesso a sette gabbie contenenti diverse risorse: ■ una piscina da 1,5 m x 0,5 m e riempita con 0,2 m di acqua; ■ una piattaforma rialzata, raggiungibile da un tunnel verticale di 2 m a trama metallica; ■ nuovi oggetti come coni segnaletici ed imballi, cambiati tutti i giorni; ■ un luogo alternativo per fare il nido (una scatola con paglia); ■ giochi per manipolazione e masticazione (ad es. palline da tennis); ■ un tunnel di plastica; ■ un compartimento vuoto per verificare l’importanza di spazio aggiuntivo. Per gli animali, il “prezzo da pagare” per raggiungere gli arricchimenti, era determinato da porte di accesso di peso diverso. Sono state utilizzate quattro differenti misure di valore. Il bagno d’acqua è risultata essere la risorsa più preziosa su tutte le misure: ha determinato la maggiore spesa totale e ha avuto il più alto prezzo di riserva, la più grande rendita del consumatore, e la domanda più anelastica (si veda la Sezione 3.1 per le definizioni di queste misure). In seguito sono state registrate le reazioni dei visoni ad avere il loro accesso bloccato per 24 ore alle risorse con valore alto (bagno d’acqua), valore intermedio (luogo alternativo per il nido) e valore basso (scompartimento vuoto) e confrontate con la loro reazione alla privazione di una risorsa fisiologica essenziale: il cibo. Quando è stato negato l’accesso al bagno d’acqua, il visone ha sperimentato un alto livello di stress, evidenziato da un aumento della produzione di cortisolo, indistinguibile rispetto a quella causata da deprivazione di cibo. La secrezione di cortisolo non aumenta bloccando l’accesso alle altre due risorse. Gli autori hanno concluso che i visoni sono altamente motivati a nuotare e che mettere in gabbia i visoni negli allevamenti provoca frustrazione, negando loro la possibilità di poter seguire la propria indole acquatica.335 I visoni lavoreranno per accedere ad una ruota girevole, con la stessa elasticità della domanda relativa all’avere accesso ad un bagno d’acqua, il che suggerisce che i visoni valutino nella stessa misura questi due tipi di arricchimento.336,337

L’accesso simultaneo alle risorse non ha influenzato l’elasticità della domanda per entrambe le risorse e, quando una risorsa era libera il visone non ha aumentato l’uso della risorsa libera, dato che il prezzo dell’altra risorsa aumentava, indicando che queste due risorse sono valutate in modo indipendente e che l’una non sostituisce l’altra.338 Ciò suggerisce che esistano diverse motivazioni di fondo per utilizzare il bagno d’acqua e la ruota girevole. La motivazione per usare un bagno d’acqua può essere collegata al comportamento della ricerca di cibo, sia a terra (correndo, esplorando i lati) che in acqua (esplorazione, immersione della testa, nuoto).339 La motivazione per utilizzare una ruota girevole può essere data dal fatto di essere animali attivi, che ricercano ampi spazi. Un piccolo studio ha rivelato che, nei carnivori selvatici catturati e messi in gabbia, la distanza percorsa in natura è correlata alla distanza percorsa in una ruota.340 Il valore di una risorsa per un animale non è necessariamente collegato alla quantità di tempo che sceglie di trascorrere interagendo con essa. Nuoto e corsa in una ruota sembrano essere ugualmente molto apprezzati dai visoni, ma la quantità di tempo speso usando la ruota è maggiore della quantità di tempo trascorso in acqua.341 Forse perché un periodo relativamente breve di tempo in acqua è sufficiente a soddisfare la motivazione di nuotare.342 Infatti, i visoni possono mostrare qualche esitazione se vengono forzati a nuotare per raggiungere il cibo343 ma questo non toglie il fatto che sono molto motivati ad accedere all’acqua per nuotare e mostrano una reazione di stress quando tale possibilità viene loro tolta.344 I visoni all’interno di gabbie standard e aventi accesso alla ruota, utilizzeranno la ruota invece di compiere comportamenti stereotipati.345 Il visone con accesso ad una ruota utilizza la ruota per la stessa quantità di tempo e con lo stesso schema di attività quotidiana di animali “di controllo” (alloggiati senza ruota) che adottano comportamenti stereotipati. I visoni selezionati in base ad elevati livelli di stereotipie, utilizzano la ruota più dei visoni selezionati in base a bassi livelli di stereotipie. Non si evidenziava alcuna differenza nei livelli di cortisolo plasmatico tra visoni con e senza accesso ad una ruota girevole. Dunque, accedere ad una ruota girevole non necessariamente migliora il benessere, perché l’uso della ruota è semplicemente una forma alternativa di comportamento anomalo che riflette la stessa motivazione frustrata. Sia stereotipia che ruota possono essere definiti come ripetitivi, invariabili e senza una precisa funzione e possono essere considerati comportamenti anomali.346 Si ipotizza spesso che la noia, l’apatia e la depressione si verifichino in animali alloggiati in ambienti impoveriti,347 le risposte comportamentali di visoni alloggiati in gabbie sterili standard, infatti, sono in linea con lo stato di noia, indicato dall’indagine quando venivano sottoposti a diversi stimoli ed erano sdraiati ancora ma svegli.348 Ambienti impoveriti rendono inoltre i visoni maschio meno efficaci come compagni da riproduzione, perché i cambiamenti neurofisiologici che sottolineano la stereotipia, possono fare comportare i maschi in modo anomalo quando interagiscono con le femmine.349 Gli ambienti delle gabbie non stimolanti utilizzati negli

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allevamenti conducono a noia, disfunzione mentale e comportamenti anomali nei visoni. L’aggiunta di una varietà di arricchimenti per gabbie di visone non elimina la morsicatura della coda e le stereotipie. Come ci si aspetterebbe per una specie semi-acquatica che vive sempre in associazione con l’acqua in natura, i visoni sono fortemente motivati a nuotare e sono frustrati quando viene loro negata la possibilità di farlo e soprattutto quando tale possibilità viene tolta. I visoni sono inoltre molto motivati ad accedere ad una ruota girevole. Tuttavia, correre in una ruota è ancora un comportamento ripetitivo anomalo e non riduce lo stress nei visoni in gabbia e quindi non è un sostituto adeguato per l’abilità di comportarsi secondo la loro vera indole ricercando spazi aperti.

Volpi Spazio Per le volpi, le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa hanno stabilito un’altezza minima della gabbia di 70 cm e una superficie minima del suolo di 0,8 m2 per un solo adulto, 2,0 m2 per un solo adulto con i cuccioli, e 1,2 m2 per una coppia di giovani dopo lo svezzamento, con un ulteriore 0,5 m2 per ogni altro giovane.350 Le gabbie delle volpi hanno tipicamente una superficie di 0,6-1,2 m2 e un’altezza di 60-75 cm.351 La più ampia tra queste superfici è all’incirca equivalente a quella di una tipica scrivania da ufficio. Raddoppiare l’altezza o la larghezza delle gabbie standard non ha avuto effetto sul comportamento stereotipato e ha aumentato il tempo impiegato per la cattura, in giovani coppie di volpi blu che vi erano alloggiate.352 Alloggiare coppie di giovani volpi blu in gabbie più grandi (5 m x 3 m con un’altezza di 1,8 m) con il pavimento a rete ha ridotto, ma non eliminato, il mordersi la coda e ha ridotto l’inattività, ma sono aumentati i comportamenti stereotipati rispetto alle gabbie standard.353

Come nel caso dei visoni, moderati aumenti nello spazio, in misura compatibile con gli allevamenti commerciali, non sono sufficienti per apportare miglioramenti sostanziali al benessere delle volpi da allevamento.

Arricchimento ambientale Nidi ed opportunità di nascondigli Le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa dichiarano:354 “Le volpi devono essere in grado di nascondersi dalle persone e dagli animali in altre gabbie o recinti.” Tutti gli animali svezzati devono avere accesso ad “una zona appartata” e, per le volpi argentate, la zona appartata deve avere solide pareti. Le raccomandazioni richiedono anche l’accesso di volpi incinte e volpi con i cuccioli ad una cassetta per il nido. Le cassette-nido di solito non sono fornite a tutte le volpi da allevamento, ma solo alle volpi incinte e alle volpi con i cuccioli. L’accesso permanente ad un nido o rifugio consentirebbe alle volpi di ritirarsi e nascondersi quando sono spaventate. Quando le cassette nido vengono fornite con l’accesso ad una scatola superiore, ad una scatola sul

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pavimento e alla piattaforma, le volpi argentate trascorrono gran parte del tempo sulla piattaforma, mentre le volpi blu trascorrono più tempo nello scompartimento in alto.355 È stato osservato che le volpi blu spendono nei nidi il doppio del tempo rispetto alle volpi argentate.356 Quando venivano disturbate, la maggior parte delle volpi blu fuggiva nello scompartimento in alto (alcune fuggivano nello scompartimento di lato), mentre le volpi argentate per lo più fuggivano verso il lato opposto della gabbia (alcune fuggivano nella cassetta in alto).357 Le registrazioni di 24 ore indicano che le volpi blu tendono ad evitare le zone della gabbia dove schermi opachi ostacolano la loro visione.358 Tuttavia, quando gli schermi sporgono nella gabbia (lungo il bordo di una piattaforma rialzata, anziché essere fissati alla parete della gabbia) alcune volpi li usano per nascondersi da esseri umani in avvicinamento.359 Oltre a fornire un’occasione di rifugio, i nidi sono per lo più utilizzati per il riposo. Le giovani volpi blu che sono dotate di una cassetta per il nido, ne fanno molto uso di notte, quando non ci sono esseri umani all’interno dell’allevamento.360 I maschi adulti delle volpi blu lavorano per l’accesso a una cassetta nido ed aumentando il carico di lavoro non diminuisce la quantità di tempo trascorso nel o sul nido.361 Quando hanno la possibilità, le volpi femmina blu spesso spostano i cuccioli da un nido ad un altro.362 Le femmine di volpe argentata che hanno possibilità di accedere per tutto l’anno ad una cassetta nido sono risultate meno paurose nei test comportamentali e di acquisizione, e hanno mostrato ridotti livelli di stress a lungo termine.363 Tuttavia, l’accesso ad una cassetta nido/rifugio con schermi opachi, nel periodo dopo lo svezzamento potrebbe aumentare il timore nelle volpi blu.364,365,366 Il contatto visivo forzato con gli esseri umani prima dello svezzamento (aprendo una porta nel nido tra due e otto settimane di età) può ridurre il timore nelle volpi blu.367 Ad ogni modo, una parete anteriore trasparente in una scatola superiore, prevista per le volpi blu dopo lo svezzamento, non ha ridotto le reazioni relative alla paura.368 Per migliorare il benessere delle volpi blu, queste dovrebbero avere nella fase di crescita un intenso contatto umano ed una struttura di rifugio che non ostacoli o ritardi l’esposizione alla vicinanza umana.369

Esiste un problema insolubile nell’allevare le volpi in gabbia: gli animali sono timorosi ed apprezzano la disponibilità di una cassetta nido o rifugio in cui riposare e nascondersi da esseri umani in avvicinamento ma, permettendo loro di farlo, ciò può infondere ancora più paura, perché le volpi non sono costrette a mantenere il regolare contatto visivo con gli operatori. Allo stato selvatico le volpi femmina sono motivate ad utilizzare più di un luogo per la tana (le volpi argentate) o grandi tane complesse (volpi blu).

Piattaforme ed oggetti per le “attività” Le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa prevedono che tutte le volpi svezzate debbano avere “sia una piattaforma elevata che una scatola di nido con un tetto su cui l’animale possa riposare e osservare la porta della gabbia o l’ingresso del recinto”.370 Le Raccomandazioni inoltre prevedono:371 “l’ambiente deve essere arricchito con oggetti che forniscono gli stimoli


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adatti a rosicchiare e con qualsiasi altro materiale professionale”. Sia le volpi argentate che quelle blu sembrano mostrare una preferenza per l’accesso ad una libera visuale del loro ambiente.372,373 Le piattaforme sono utilizzate per l’osservazione e per dormire.374 La presenza di una piattaforma non sembra avere un effetto significativo sulle reazioni di paura nelle volpi argentate d’allevamento, ma alcune possono ritirarsi verso la piattaforma quando vengono disturbate.375 L’accesso ad ossa376 o a blocchi di legno e paglia,377 stimola il comportamento del gioco e può ridurre, ma non eliminare, stereotipie orali nelle volpi blu. Le volpi possono interagire con le ossa più che con i blocchi di legno perché le ossa possono fornire esperienze dei sensi più varie (sapori e odori) rispetto a un blocco di legno.378 Quando le volpi blu femmina sono state trasferite in una gabbia standard equipaggiata con più arricchimenti per le attività (osso, tiragraffi, dischetto da hockey o puck, corda a soffitto, corda a parete e paglia) e per il riposo (piattaforma in rete metallica e box per il nido sulla parte superiore) per 26 giorni, gli arricchimenti sono stati effettivamente utilizzati di frequente e i comportamenti stereotipati sono diminuiti, ma non del tutto scomparsi.379 L’accesso agli arricchimenti ha aumentato l’esplorazione ma non ha migliorato la fiducia nei test di cattura.

Le piattaforme e gli oggetti per le attività sono utilizzati di frequente dalle volpi in gabbia ma non eliminano le stereotipie né riducono la paura nelle volpi d’allevamento.

Tipologia di pavimento ed opportunità di fare buche nel terreno Le volpi blu sono disposte a lavorare per ottenere l’accesso da un pavimento a trama metallica ad un pavimento di sabbia.380 Ma lavoreranno anche per l’accesso a un pavimento solido di cemento e a un ulteriore pavimento a trama metallica, come pure a pavimenti di sabbia di due diverse profondità (3-4 cm e 15-30 cm); non è stata trovata alcuna differenza nell’elasticità o intensità della domanda per ogni tipo di pavimento.381 Gli autori di questo studio concludono che giovani volpi blu non apprezzano i pavimenti di materiali solidi più dei pavimenti di trama metallica. Tuttavia, la configurazione sperimentale ha permesso agli animali di lavorare per accedere ad un solo tipo di pavimento alla volta e solo per un breve periodo di tempo (sessioni di prova di tre ore). Mason ricorda che una “condizione essenziale affinché i risultati siano validi è che l’animale venga testato in una ‘economia chiusa’, una configurazione in cui l’animale vive con tutte le risorse in fase di test per un reale lungo periodo di tempo”.382 Gli autori riconoscono che il sistema potrebbe aver stimolato l’esplorazione e che le volpi potrebbero essere state

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motivate a perlustrare l’intera area accessibile indipendentemente dal tipo di pavimento.383 Essi riconoscono anche che misurare una sola funzione di domanda può non essere efficace nel distinguere tra le domande di risorse strettamente collegate. Così questo esperimento non fornisce alcuna informazione sulla relativa motivazione delle volpi ad accedere a diversi tipi di pavimento, anche se il pavimento di sabbia stimola più, per il fatto di scavare, giocare, cercare le radici per fare la tana e saltare per la cattura dell’arvicola (comportamento per gli agguati alle prede) rispetto a un pavimento di calcestruzzo o di maglia metallica benché forniti di arricchimenti ambientali in grado di migliorare il benessere.384 In un altro studio, gli adulti dei maschi delle volpi blu erano disposti a lavorare per accedere ad un pavimento di sabbia e aumentando il carico di lavoro non diminuiva la quantità di tempo trascorso interagendo con la sabbia.385 Le volpi blu alloggiate in coppia con accesso sia ad un pavimento di maglia metallica che ad un pavimento di terra, trascorrevano più tempo sul pavimento di rete metallica.386, 387 Tuttavia, Mason avverte che “le sole semplici gestioni del tempo non rivelano molto in merito all’importanza dei diversi arricchimenti per il benessere”.388 Un pavimento di sabbia stimola le volpi blu a scavare, a rotolarsi a terra e a giocare .389 Le volpi blu con accesso sia a un pavimento di terra che ad un pavimento di maglia metallica, hanno mostrato meno attività stereotipate di tipo orale rispetto ad animali con un pavimento esclusivamente di maglia metallica.390 Una rapida ripresa nelle attività di scavare, giocare e annusare è stata osservata nel momento in cui le volpi hanno avuto nuovamente accesso ad un pavimento di terra, dopo un periodo di privazione.391 In un altro studio, pavimenti di rete metallica, sabbia asciutta e legno secco sono stati scelti dalle volpi blu, rispetto a pavimenti di sabbia bagnata o ghiacciata.392 Dovendo scegliere un pavimento di maglia metallica o di sabbia su due livelli, le volpi blu hanno preferito un pavimento di sabbia per l’attività e un pavimento di maglia metallica per il riposo, se rialzato.393 Di due gabbie identiche con pavimento di maglia metallica, la sopraelevata è quella preferita. Le volpi blu alloggiate in coppia in recinti con pavimento di terra (5 m x 3 m con un’altezza di 1,8 m) eseguono un numero significativamente inferiore di stereotipie locomotorie rispetto alle volpi che sono alloggiate in recinti con pavimento di maglia metallica della stessa dimensione.394 L’accesso ad un pavimento di sabbia è benefico per l’uso di artigli nelle volpi blu.395 Una volta che le volpi blu vengono dotate di accesso ad un pavimento di sabbia pulita ma non ghiacciata, possono presentare segni di stress, se non viene consentito loro di godere di questo tipo di pavimento per tutto il tempo.396 I pavimenti compatti sono altamente preferiti dalle volpi argentate quando asciutti, ma non quando sono bagnati o ghiacciati.397 La pavimentazione in legno asciutto è risultata grandemente preferita (rispetto a trama metallica, sabbia asciutta, legno bagnato e sabbia ghiacciata) per il riposo sia in inverno che in primavera. Un pavimento in sabbia asciutta è preferito per le attività in primavera, e pavimenti in legno asciutto e di sabbia asciutta sono stati ugualmente preferiti per le attività invernali.

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Benché la qualità della documentazione sia limitata, gli studi disponibili mostrano che le volpi sono motivate ad accedere ad un pavimento in sabbia/terra. Esiste una palese evidenza di benessere nell’accedere ad un pavimento di sabbia, in termini di un repertorio comportamentale maggiore e di una riduzione dei comportamenti stereotipati. Tuttavia, negli allevamenti esistono difficoltà pratiche nel fornire accesso ad un pavimento di sabbia nelle gabbie e a mantenerlo pulito.398

5.4 Ambiente sociale, età dello svezzamento, processo riproduttivo, mortalità infantile della prole ed infanticidio Visoni I visoni allevati nelle gabbie per la pelliccia hanno ben poco controllo sul loro ambiente sociale. Gli effetti sul benessere del tenere un gran numero di animali territoriali, in condizioni di grande prossimità, negli allevamenti da pelliccia non sono ben chiari. Un aspetto importante del comportamento dei visoni è l’uso di messaggi chimici per escludere altri membri della stessa specie dal loro territorio. I visoni usano le loro feci, sacche anali e altre ghiandole odorifere specializzate, per marcare il loro territorio.399 I messaggi contenuti in questi diversi marchi olfattivi sono complessi e ancora poco conosciuti, ma è certo che tali messaggi sono ampiamente utilizzati nella difesa territoriale (cioè scoraggiare altri visoni ad entrare in una zona che è già occupata). L’accumulo di urina e di feci sotto le gabbie e la marcatura degli odori, significa che i visoni negli allevamenti sono sottoposti ad un’elevata intensità di messaggi chimici. Gli animali negli allevamenti da pelliccia non possono rispondere adeguatamente a questi messaggi chimici i cui impatti in termini di benessere sono sconosciuti, tuttavia, l’accumulo degli escrementi sotto le gabbie è stato identificato come una potenziale causa di stress sociale.400 I visoni adulti allevati per la riproduzione sono alloggiati in gabbie individuali fino all’accoppiamento, che avviene a marzo. I maschi e le femmine non accoppiati vengono uccisi poco dopo. Le femmine fecondate partoriscono in maggio e i piccoli sono in genere svezzati a sei-otto settimane di età. Dopo lo svezzamento, i cuccioli sono normalmente alloggiati come cucciolate fino alla undicesima, dodicesima settimana di età e poi ulteriormente divisi in coppie maschio-femmina (in alcuni casi una femmina adulta e uno dei suoi cuccioli di sesso maschile possono essere alloggiati insieme). Nei Paesi Bassi, i cuccioli possono essere divisi in gruppi di tre, a partire dallo svezzamento. La maggior parte degli animali vengono uccisi (“scuoiati”) nel mese di novembre e gli animali destinati alla riproduzione sono alloggiati individualmente fino al marzo successivo. Le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa affermano:401 “Lo svezzamento dei giovani


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dovrebbe avvenire all’età più vantaggiosa per il benessere della madre e dei piccoli, e avere luogo non prima delle otto settimane di vita. Solo in casi davvero eccezionali, in cui è minacciato il benessere della madre o dei piccoli, lo svezzamento può avvenire in età più giovane. “I cuccioli di visone non sono nutrizionalmente indipendenti fino alle otto-dieci settimane di età e a dieci settimane di età chiamano ancora la madre quando vengono separati.402 In natura, o in grandi recinti, i cuccioli di visone non cominciano a disperdersi prima delle 12-16 settimane di età.403 Le pratiche di allevamento che portano alla privazione materna, attraverso la separazione dalla madre prima del tempo e/o l’inadeguata cura materna, possono contribuire alla comparsa di comportamenti stereotipati nella prole404(vedi Sezione 5.2). I cuccioli di visone svezzati a sette settimane hanno maggiori probabilità di sviluppare il comportamento del morsicamento della coda, rispetto a quelli svezzati a 11 settimane e inoltre, nei primi il grado di danno sulla coda è maggiore (sono state trovate solo nel gruppo svezzato precocemente punte della coda completamente calve).405 I cuccioli-svezzati precocemente sono anche più propensi a masticare altri oggetti nel loro ambiente, come piatti e bicchieri di plastica.406 Mentre lo svezzamento precoce, i singoli alloggiamenti e le piccole gabbie promuovono tutti lo sviluppo di stereotipie nei visoni d’allevamento, 407 l’influenza dello svezzamento precoce sulla stereotipia sembra diminuire con l’età, mentre gli effetti relativi ai singoli alloggiamenti e piccole gabbie sembrano essere più persistenti.408 I cuccioli svezzati a sei settimane vocalizzano due volte tanto quanto quelli svezzati a otto-dieci settimane, anche se svezzati in una cucciolata.409 Quindi tutti questi studi indicano che uno svezzamento tardivo può avere effetti benefici sul benessere dei cuccioli. La maggior parte delle madri mostrano una reazione di stress prolungato quando i cuccioli vengono loro tolti a sei settimane e le madri di cuccioli svezzati a sei o otto settimane mostrano maggiori comportamenti stereotipati, come fare cenni con la testa o andare in su e in giù, rispetto alle femmine i cui cuccioli sono svezzati a dieci settimane. 410 Tuttavia, mantenere le cucciolate con la madre più a lungo, all’interno di una piccola gabbia, può essere stressante per la madre. La quantità di stress vissuta dalla madre, dedotta dal livello di eosinofili circolanti (un tipo di cellula immunitaria), aumenta con l’età dei cuccioli quando la separazione si verifica alle sei, otto o dieci settimane.411 Sulla base di un aumento dei comportamenti stereotipati, alcune madri possono essere frustrate dalla convivenza forzata con i loro cuccioli a partire dalla settima settimana.412 Fornire un cilindro di rete metallica attaccato al soffitto della gabbia ed oggetti di arricchimento (palle e articoli da masticare sospesi ) alle madri che nutrono può ridurre, ma non elimina, i comportamenti stereotipati nella cura e nella nutrizione del visone.413,414 Un certo numero di studi ha esaminato la possibilità di alloggiare i visoni in gruppi familiari fino allo scuoiamento, di solito collegando tre gabbie standard. Ci sono stati alcuni vantaggi sia per la madre (bassi livelli di stereotipia) 415 che per i giovani visoni (meno stress a lungo termine e possibili benefici di termoregolazione attraverso il contatto tra di loro durante la stagione fredda).416 Tuttavia, sono emerse

anche conseguenze negative dell’alloggiamento in gruppi familiari, in termini di benessere, sia per la madre (aumento dei livelli di cortisolo e di un’alta percentuale di capezzoli gonfi o morsi, danni al pelo e segni di morsi)417 che per i giovani visoni (più cicatrici di morsi).418 I problemi con l’aggressività e le lesioni saranno probabilmente inevitabili nell’ambiente della gabbia quando lo spazio è limitato. Sono stati individuati problemi simili sul benessere (un aumento del danno alla pelliccia ed un aumento della morbilità e della mortalità) quando si alloggiano giovani visoni in gruppi di cucciolate, dallo svezzamento fino allo scuoiamento, in gabbie collegate in fila o accatastate una sopra l’altra,419 anche se ci sono stati alcuni benefici nella riduzione di stereotipie.420 Mason suggerisce che lasciare i cuccioli di visone con la madre fino all’undicesima settimana di età potrebbe migliorare il benessere, a condizione che i problemi di sovraffollamento siano evitati.421 Lo SCAHAW raccomanda: “I visoni non dovrebbero essere svezzati prima di nove settimane di età.”422

C’è un conflitto insormontabile creato dalle condizioni anguste degli allevamenti da pelliccia. Lo svezzamento precoce compromette il benessere dei cuccioli di visone, ma l’ambiente della gabbia altamente limitato, può successivamente compromettere il benessere della madre. Raggruppare insieme le famiglie o gli elementi di tutta la cucciolata, fino allo scuoiamento, in gabbie collegate, può avere alcuni vantaggi, ma si riscontrerebbero problemi di benessere a causa dell’aggressione che sarebbe inevitabile.

Volpi Come i visoni, anche le volpi sono animali territoriali, utilizzano la loro urina, le ghiandole odorifere specializzate ed eventualmente le feci, per difendere il territorio.423 L’accumulo di urina e feci sotto le gabbie, e la marcatura degli odori nelle gabbie, significa che le volpi negli allevamenti da pelliccia sono sottoposte ad un’altissima intensità di messaggi chimici a cui non possono rispondere adeguatamente. Dal momento che questi messaggi chimici trasmettono informazioni sulla salute e lo status degli animali, 424 essi possono causare stress sociale nelle volpi con i vicini soggetti dominanti. I soggetti da riproduzione sono alloggiati in gabbie individuali, tranne che durante l’accoppiamento, quando la femmina si sposta brevemente nella gabbia di un maschio. Lo svezzamento è di solito effettuato rimuovendo la volpe femmina dalla gabbia, lasciando un gruppo di cuccioli, che inizialmente può essere tenuto insieme o suddiviso. Le giovani volpi sono poi di solito alloggiate a coppie fino a settembre e poi individualmente, fino a quando non vengono uccise. Il fallimento riproduttivo è un problema importante nell’allevamento delle volpi ed è influenzato dalla condizione sociale della volpe femmina.425 Alcune volpi femmine argentate possono attaccare e uccidere i loro cuccioli subito dopo la nascita.426 Le volpi femmine argentate che, in condizioni di allevamento standard, svezzano la maggior parte dei loro cuccioli incolumi, sono in genere socialmente più dominanti. 427 Le volpi femmine

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che avevano ucciso o ferito i loro cuccioli appena dopo il parto, hanno svezzato più cuccioli incolumi durante la successiva stagione riproduttiva, quando erano state isolate dalle altre volpi femmine, visivamente e nello spazio di allevamento. 428 Una volpe femmina con bassa capacità di competizione (cioè socialmente più subordinata) è stata osservata dare cure materne ai cuccioli di un’altra volpe femmina un’ora dopo che aveva ucciso e mangiato i propri cuccioli; ed ha allevato con successo i nuovi cuccioli incolumi fino allo svezzamento a sette settimane. 429 In un altro studio, volpi femmine argentate con un’elevata capacità di competizione hanno svezzato più cuccioli incolumi di volpi femmine con scarsa capacità di competizione. 430 Le volpi femmine con accanto soggetti aventi bassa capacità di competizione hanno svezzato più cuccioli che volpi femmine con accanto soggetti ad alta capacità di competizione. 431 Volpi femmine a bassa capacità di competizione non sono riuscite a svezzare cuccioli incolumi se le vicine volpi femmine dimostravano una maggiore capacità di competizione. 432 La Raccomandazione del Consiglio d’Europa dichiara: 433 “dove c’è significativa incidenza d’infanticidio, un sistema di produzione in allevamento deve essere modificato adeguatamente, ad esempio, cambiando le condizioni di stabulazione delle volpi femmine da riproduzione o delle linee genetiche. Se queste

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misure non sono sufficienti, la produzione deve essere sospesa. “ L’infanticidio non è stato osservato in uno studio di volpi blu. 434 Tuttavia, le perdite di cuccioli erano ancora alte. La dimensione media della cucciolata alla nascita era di 10,8 cuccioli, ma questo è dato è sceso a 7,8 cuccioli durante lo svezzamento. Circa il 2% di cuccioli sono nati morti e l’80% delle morti dei cuccioli si è verificato durante la prima settimana di vita. La mortalità postnatale dei cuccioli era 32,7% nelle volpi femmine primipare (che hanno la loro prima cucciolata) e il 16,7% nelle volpi femmine pluripare (che in precedenza aveva già dato alla luce una cucciolata). Le giovani (nove settimane di età) volpi argentate femmina hanno mostrato una netta preferenza nel ricercare contatto con una femmina, familiare o estranea, della stessa età in una gabbia vuota. 435 Tuttavia, a 24 settimane di età, le volpi femmina argentate apparvero non mostrare alcuna preferenza per il contatto sociale con volpi, familiari o meno, in una gabbia vuota. Tuttavia, questo studio ha utilizzato un periodo di prova molto breve (26 ore) e le volpi di prova sono state alloggiate in coppia con la volpe familiare durante il test. Mason sottolinea: “sarebbe valido, ad esempio, utilizzare periodi di prova brevi per analizzare quanto sia importante il contatto sociale di un animale, e durante i test riassegnare alloggiamenti in recinti dove si può interagire con i propri simili!”. 436 Testate in


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un’“economia chiusa” oltre un certo periodo di tempo (cinque settimane e mezzo), le volpi argentate femmina a 7-8 mesi di età (vale a dire intorno a 28-32 settimane) hanno scelto di trascorrere gran parte del loro tempo con un’altra volpe della stessa età ed erano disposte a “pagare” per questo contatto sociale. 437 Anche se volpi femmina argentate sono motivate ad avere contatti sociali con altre volpi, e possono mostrare un aumento dei livelli di gioco e di riposo durante l’alloggiamento in coppia, 438 l’ambiente della gabbia, altamente restrittivo, può portare a problemi significativi con aggressione e lesioni 439, 440 quando le volpi sono tenute in coppia o in gruppi di tre, ed è probabile che il benessere delle volpi subordinate venga compromesso.441,442 Il successo riproduttivo è risultato ridotto nei vari sistemi di alloggiamento in coppia di volpi blu, rispetto alle sistemazioni in gabbie singole.443 Alloggiare insieme intere cucciolate fino al momento dello scuoiamento, con o senza la volpe femmina, potrebbe fornire un ambiente socialmente più stimolante per le volpi da allevamento. Il gruppo o la famiglia di un alloggiamento in gabbie collegate possono ridurre comportamenti stereotipati nei cuccioli di volpe argentata 444 e diminuire i livelli di stress a lungo termine dei cuccioli di volpe argentata e di volpe blu.445, 446 Tuttavia, l’elevato numero di segni di morsi suggerisce che il benessere dei cuccioli di volpe blu può essere compromesso dall’alloggiamento in gruppi 447 e che i cuccioli di volpe argentata alloggiati in gruppi di cucciolate possono non abituarsi alla presenza umana nella stessa misura in cui questo avviene per i cuccioli ospitati in singole gabbie.448

I livelli di problematiche sulla riproduzione e mortalità infantile, che indicano uno scarso benessere nelle volpi da allevamento sono elevati. L’alloggiamento di un gran numero di volpi femmine, tutte serrate, negli allevamenti da pelliccia comporta alti livelli di stress sociale e contribuisce a problemi nella riproduzione. Le volpi sono motivate al contatto sociale con altre volpi, ma il benessere delle volpi subordinate è compromesso a causa di sistemazioni troppo restrittive all’interno delle gabbie. Allevare famiglie, o gruppi di famiglie, o gruppi di cucciolate fino alla scuoiatura può offrire qualche beneficio per il benessere, ma lo riduce per alcuni cuccioli ed aumenta la paura verso gli esseri umani.

5.5 È possibile sviluppare sistemi alternativi che soddisfino i bisogni per il benessere dei visoni e delle volpi? Visoni In natura, i visoni giovani in genere si disperdono prima dell’età in cui sono scuoiati negli allevamenti. Tuttavia, le famiglie o grandi gruppi di giovani visoni possono essere alloggiati fino allo scuoiamento in recinti molto più grandi ed arricchiti e, in queste condizioni, essi non sviluppano comportamenti stereotipati. I visoni alloggiati in gruppi di cucciolate in recinti da 20 m2, arricchiti con vegetazione naturale, piscine di acqua e rami per arrampicarsi e giocare,

non mostrano disturbi comportamentali come la corsa stereotipata e il continuo grattare la maglia metallica, come si vede nei visoni alloggiati nelle gabbie standard utilizzate negli allevamenti. 449 Gruppi di 20 visoni giovani alloggiati in 300 m2 di recinto, con accesso ad una piscina rettangolare (superficie 20,5 m2, profondità 30 cm), un laghetto rotondo (superficie 4,9 m2, profondità 80 cm) ed un torrente che scorre (lunghezza 10 m, profondità 4 cm), utilizzano ampiamente tutti i giochi d’acqua. 450 Nel corso dello studio (da agosto a dicembre) c’è stato un aumento complessivo nella frequenza e nella durata dell’uso dell’acqua. Non ci sono stati problemi per l’igiene: gli animali sono rimasti in buona salute e la qualità dell’acqua era molto buona. I visoni spesso hanno scelto di condividere i nidi.

Recinzioni sostanzialmente più grandi, arricchite con spazi esterni, insieme all’acqua per le aree di nuoto e a maggiore spazio per i nidi, potrebbero comportare enormi miglioramenti nel benessere dei visoni d’allevamento, fornendo un ambiente più complesso che consenta la realizzazione di una vasta gamma di comportamenti estremamente motivati. Le stereotipie possono essere eliminate mantenendo i visoni in queste condizioni. Tuttavia, l’uso di animali non domestici nell’industria della pelliccia significa che la paura nei confronti degli esseri umani e le difficoltà di manipolazione e gestione presentano ostacoli insormontabili per l’adozione di sistemi più ampi.

Volpi Una serie di studi hanno esaminato la possibilità di sistemare le volpi argentate in recinzioni esternepiù grandi (7,5 m x 15 m o 5 m x 10 m), in famiglia o gruppi di pari livello. Tuttavia, il contatto umano ridotto, in questi sistemi può comportare un maggior timore nei confronti degli esseri umani. 451.452 L’incapacità di fare movimenti esplorativi e di disperdersi nel tardo autunno può anche essere stressante per i cuccioli maschi. 453 Negli studi in questione, l’arricchimento ambientale dei recinti era limitato a uno o due cassette per i nidi, un riparo per riposare ed un pavimento in terra battuta. Si ritiene che tentativi più ambiziosi di fornire una struttura ambientale più ricca 454 e l’arricchimento dell’alimentazione 455 possano avere maggiori benefici. Tuttavia, anche nei giardini zoologici, dove gli animali in genere hanno molto più spazio e un ambiente più arricchito, la mortalità dei cuccioli è alta, sia nella volpe rossa che in quella artica.456 Gli elevati livelli di mortalità infantile in cattività si verificano in specie che, in natura, hanno habitat molto più estesi, maggiori distanze giornaliere di viaggio, sia minime che medie, e un comportamento territoriale.457 Al contrario, in natura, la mortalità infantile non è connessa alla dimensione dell’habitat.458 Clubb e Mason suggeriscono che i progetti di recinzione e di arricchimento incentrati sulle caratteristiche dell’habitat dei carnivori (ad esempio, fornendo più spazio, più luoghi per le tane, maggiore variabilità/novità ambientale e/o un maggiore controllo sull’esposizione a stimoli avversi o gratificanti) potrebbero

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IL CASO CONTRO L’ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI DA PELLICCIA

migliorare il benessere, ma che sarebbe meglio eliminare completamente l’allevamento in cattività di carnivori che in natura vivono in un habitat vasto.459

Recinzioni esterne considerevolmente più grandi, ampiamente arricchite con un pavimento di terra per scavare e più luoghi per il nido, potrebbero migliorare il benessere delle volpi in allevamento, fornendo un ambiente più complesso per permettere loro di soddisfare una vasta gamma di comportamenti altamente motivati. Tuttavia, la mortalità infantile è ancora alta quando le volpi sono tenute in queste condizioni ed è un indicatore che mostra quanto i carnivori caratterizzati da un ampio habitat, come le volpi artiche e le volpi rosse, siano fondamentalmente inadatti per l’allevamento in cattività. L’uso di animali selvatici da parte dell’industria della pelliccia comporta che la loro paura nei confronti degli esseri umani e le difficoltà di manipolazione e di gestione rappresenteranno sempre degli ostacoli insormontabili per l’adozione di sistemi più complessi.

5.6 Valutazione globale del benessere – le condizioni attuali degli allevamenti soddisfano le “Cinque Libertà” e forniscono una “Vita degna di essere vissuta”? Gravi preoccupazioni per il benessere degli animali “da pelliccia” sono state evidenziate nel Consiglio d’Europa del 1999 con la “Raccomandazione riguardante gli Animali da Pelliccia”460 e nel 2001 con la relazione del Comitato Scientifico per la Salute e il Benessere degli Animali. 461 Gran parte delle ricerche esistenti è stata pubblicata dopo l’emanazione di questi atti. Come abbiamo evidenziato, alcune di queste ricerche è di scarsa qualità e ha validità discutibile, ma vi sono anche ottimi studi. Considerati nel loro insieme, i recenti studi aggiungono ulteriore evidenza al cospicuo corpo di prove che dimostrano che i bisogni dei visoni e delle volpi non sono soddisfatti dall’industria della pelliccia. Come discusso nella sezione 3.1, diversi autori enfatizzano l’importanza di vari aspetti nel valutare il benessere degli animali, che possono essere complessivamente riassunti come “funzionamento biologico” (gli animali sono fisicamente e mentalmente sani?), “Stati affettivi (emotivi)” (gli animali sono felici/si sentono bene?) e “comportamenti naturali/motivati” (gli animali hanno quello che vogliono?). Le prove scientifiche disponibili, esaminate in questo rapporto, indicano che, qualunque sia l’approccio scelto, il benessere dei visoni e delle volpi d’allevamento da pelliccia è seriamente compromesso nei sistemi di allevamento attuali perché: ■ Il funzionamento biologico dei visoni e delle volpi d’allevamento da pelliccia è compromesso, come indicato dai livelli di comportamenti stereotipati, masticazione del pelo e caudofagia/autolesionismo, deformità fisiche (zampe ricurve) e alti livelli di fallimenti della riproduzione/mortalità infantile;

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■ Ci sono evidenze che in allevamento gli animali “da pelliccia” sperimentano stati affettivi (emozionali) negativi, tra cui la paura (come evitare l’uomo o l’aggressività verso gli esseri umani), la frustrazione (come indicato dalle stereotipie) e la noia/sottostimolazione (come indicato dalla masticazione del pelo e dal mordersi la coda, dai lunghi periodi di inattività durante la veglia e dall’intensa risposta agli stimoli); ■ Animali allevati per la pelliccia non possono eseguire molti dei comportamenti naturali che, come è stato sperimentalmente dimostrato, sono motivati a svolgere, o la cui impossibilità di essere soddisfatti provoca frustrazione o stress, tra questi: l’interazione con l’acqua (per il visone), interazione con un pavimento di sabbia / terra (per le volpi), l’utilizzo di più nidi, la ricerca del cibo/ spazi (come indicato dai comportamenti stereotipici). I sistemi di allevamento attuali per i visoni e le volpi non riescono a soddisfare tutte le ‘Cinque Libertà’:462 ■ Libertà dalla fame e sete: l’alimentazione restrittiva degli animali in sovrappeso, in preparazione per la riproduzione, è la causa di fame e di una maggiore incidenza di comportamenti stereotipati. ■ Libertà dal disagio: volpi e visoni allevati nelle gabbie, per la pelliccia, hanno pochissimo controllo sul loro ambiente fisico e sociale. Le volpi vengono tenute lontane dalla loro tana senza averne accesso. Le procedure di manipolazione provocano notevole stress e disagio. ■ Libertà dal dolore, lesioni e malattie: problemi comuni comprendono masticazione del pelo, lesioni (sia autoinflitte che provocate da altri animali), livelli elevati di mortalità precoce della prole, deformità (zampe ricurve), difficoltà di deambulazione, diarrea e metodi crudeli di abbattimento. ■ Libertà di poter manifestare le caratteristiche comportamentali: le piccole gabbie, alquanto anguste, utilizzate per contenere i visoni e le volpi negli allevamenti da pelliccia non consentono agli animali di nuotare, arrampicarsi, correre, scavare, cacciare/andare alla ricerca di cibo o girovagare/spaziare. La deprivazione materna e lo stress sociale possono derivare da bruschi svezzamenti precoci, isolamenti in alloggiamenti singoli, aggressioni in alloggiamenti collettivi e stretta vicinanza con animali socialmente dominanti. ■ Libertà dalla paura e dallo stress: la paura è un grande problema per il benessere degli animali allevati per la pelliccia, perché i visoni e le volpi che si trovano negli allevamenti da pelliccia non sono addomesticati. Il SCAHAW sostiene che i requisiti minimi di legge dovrebbero garantire ad ogni animale una “Vita degna di essere vissuta” e dichiara:463 “Il raggiungimento di una vita degna di essere vissuta richiede di provvedere alle necessità di un animale e di alcuni desideri e cure per tutti i soggetti coinvolti. I desideri sono le risorse di cui un animale può non avere bisogno per sopravvivere o per evitare comportamenti anomali, ma che comunque possono migliorarne la qualità della vita. Questi possono anche derivare da comportamenti appresi, tali che,


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una volta che un animale vi è abituato, la loro privazione e poi la rinuncia possono produrre una esperienza mentale negativa. I desideri possono anche essere innati, come lo spazio necessario per giocare, per fare la toeletta o per impegnarsi in altri comportamenti normali.” Livelli di paura, comportamenti stereotipati, masticazione del pelo/mordicchiarsi la coda, deformità fisiche (zampe ricurve) e difetti nella riproduzione/mortalità infantile indicano chiaramente che i bisogni dei visoni e delle volpi degli allevamenti da pelliccia non sono assolutamente soddisfatti. I visoni sono creature semi-acquatiche e mostrano una domanda anelastica per l’accesso all’acqua. Secondo Dawkins:464 “Con la sospensione di condizioni o beni per cui un animale dimostra una “domanda anelastica” (ad es. per cui continua a lavorare nonostante i costi siano in crescita) è probabile che gli si possa causare sofferenza.” I visoni amano interagire con l’acqua, mentre le volpi con superfici sabbiose o di terra, detto questo ci può essere una reazione allo stress qualora essi non riescano più a beneficiare di queste risorse (vedi Sezione 5.3). L’accesso a queste risorse è compreso all’interno della descrizione del FAWC riguardo a “Una Vita degna di essere Vissuta”. Lo SCAHAW raccomanda: “Poiché i sistemi di allevamento attuali causano gravi problemi a tutte le specie di animali allevati per la pelliccia, per tutte le specie dovrebbero essere compiuti degli sforzi al fine di progettare sistemi di stabulazione che soddisfino le loro esigenze. “In teoria, una sistemazione alternativa in una recinzione esterna ampia ed arricchita potrebbe fornire un ambiente più complesso e stimolante. Tuttavia, l’uso di animali selvatici da parte

dell’industria della pelliccia significa che la paura nei confronti degli esseri umani e le difficoltà di manipolazione e gestione presenterebbero ostacoli insormontabili per l’adozione di sistemi più complessi. Le esigenze degli animali selvatici non possono essere soddisfatte in alcun sistema di allevamento. Gli attuali sistemi di allevamento soddisferebbero i bisogni dei visoni o delle volpi anche se si utilizzassero animali addomesticati. I bisogni dei visoni domestici, per essere soddisfatti, necessitano di recinti ampi e grandemente arricchiti, compreso l’accesso all’acqua. In ogni caso, è discutibile se le esigenze delle volpi possano essere soddisfatte o meno, anche in sistemi più complessi. Le raccomandazioni del Consiglio d’Europa dichiarano:465“Dal momento che non tutte le esigenze biologiche delle volpi sono soddisfatte nei sistemi di allevamento industriale attualmente in uso, tali sistemi devono essere sostituiti al più presto, possibilmente da nuovi sistemi che siano più adatti alle caratteristiche biologiche degli animali. Clubb e Mason concludono: 466 “I nostri risultati indicano che l’allevamento di carnivori aventi in natura un habitat molto esteso, dovrebbe essere sostanzialmente migliorato o del tutto abolito.” La paura degli esseri umani è inevitabile nei visoni e nelle volpi selvatiche impiegati per la produzione di pellicce ed è in contrasto con la Direttiva 98/58/CE, che afferma: “Nessun animale deve essere tenuto in allevamento a meno che si possa ragionevolmente prevedere, sulla base del suo genotipo o fenotipo, che ciò possa avvenire senza effetti negativi sulla sua salute o benessere”.

Sezione 5 - Riepilogo I visoni e le volpi allevate per la pelliccia in Europa sono alloggiati in piccole gabbie per lo più sterili. Non possono essere manipolati senza dispositivi di ritenuta e guanti di protezione. Molti dei metodi comunemente usati per l’uccisione degli animali “da pelliccia” sono stati condannati come disumani. I livelli di paura, il comportamento stereotipato, la masticazione del pelo/caudofagia, le malformazioni fisiche (zampe ricurve), le disfunzioni nella riproduttività e la mortalità infantile indicano chiaramente che negli allevamenti da pelliccia non sono rispettati i bisogni di visoni e di volpi. I visoni e le volpi sono motivati ad accedere alle risorse e ad eseguire comportamenti specie-specifici, che non sono possibili negli attuali sistemi di stabulazione. Il benessere dei visoni e delle volpi “da pelliccia” è seriamente compromesso negli odierni sistemi d’allevamento, che non soddisfano nessuna delle “Cinque Libertà” e non consentono una “vita degna di essere vissuta”. L’uso di animali non domestici da parte dell’industria della pelliccia significa che la paura nei confronti degli esseri umani e le difficoltà di manipolazione e gestione presentano ostacoli insormontabili per l’adozione di sistemi più estesi. La paura nei confronti dell’uomo è inevitabile nelle volpi e visoni selvatici impiegati per la produzione di pellicce ed è in contrasto con la Direttiva 98/58/CE, che prevede: “Nessun animale deve essere tenuto in un allevamento a meno che si possa ragionevolmente prevedere, sulla base al suo genotipo o fenotipo, che ciò possa avvenire senza effetti negativi sulla sua salute o benessere “.

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6. Informazioni per il consumatore e punti di vista sulle pellicce


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6.1 Etichettatura per i prodotti di pelliccia Esiste un obbligo di legge all’interno dell’UE per i prodotti tessili contenenti pellicce che devono essere etichettati come contenenti prodotti di origine animale, ma non specificamente come contenenti “pelliccia”. Il Regolamento (UE) n 1007/2011467 richiede che i prodotti contenenti almeno l’80% in peso di tessuti e meno del 20% di prodotti di origine animale, come pelliccia o cuoio, devono essere etichettati con la dicitura “contiene parti non tessili di origine animale”. Questa forma di etichettatura è accettata ma non funziona correttamente e potrebbe essere fuorviante per i consumatori, in particolare quando un indumento contiene anche cuoio o pelle scamosciata. Negli Stati Uniti, il Fur Products Labeling Act, 468 originariamente approvato dal Congresso nel 1951, e modificato nel 2010 dal Truth in Fur Labeling Act, 469 impone che i capi in pelliccia vengano etichettati con il riferimento alla specie animale e al paese di origine. Questo tipo di etichettatura statunitense agevolerebbe i consumatori nell’identificare se le finiture su oggetti come capi di abbigliamento e arredi siano realizzati in vera o finta pelliccia/pelle. L’etichetta “Origin Assured” (OA) ossia di origine garantita, lanciata pubblicamente dall’International Fur Trade Federation (IFTF) nel 2007, sostiene di offrire garanzia sul trattamento “umano” nei confronti degli animali. 470 Il sistema di etichettatura è amministrato dall’IFTF con monitoraggio da parte della società certificatrice Cotecna.471 Per diventare un Paese approvato OA , questo deve avere regolamenti o norme in vigore che disciplinano la produzione di pellicce.472 Non sono richiesti requisiti specifici per questi standard. Le norme non devono essere giuridicamente vincolanti e, in alcuni casi, i codici di condotta non vincolanti creati e gestiti dall’industria della

pelliccia sono considerati sufficienti affinché un Paese venga approvato “OA”, di origine garantita . 473 I Paesi che sono stati approvati per le pellicce di visone e volpe d’allevamento includono:474 ■ Tutti gli Stati Membri della UE; ■ Altre nazioni Europee che hanno incorporato il Council of Europe Recommendations nella loro legislazione nazionale o codici di condotta; ■ Gli USA ed il Canada, dove i codici di condotta sono in uso. Le nazioni con certificazione OA consentono generalmente l’allevamento dei visoni e di volpi in gabbia, attraverso sistemi di produzione standard, con un potenziale benessere di per sé basso (vedi sezione 5). L’etichetta OA potrebbe essere fuorviante, in quanto la maggior parte dei consumatori non reputa tali condizioni di allevamento coerenti con il concetto di trattamento umano degli animali (vedi Sezione 6.2).

6.2 Opinione pubblica in merito alla pelliccia Recenti sondaggi indicano che la maggioranza dei cittadini europei in dieci Paesi intervistati negli ultimi dieci anni, anche nei Paesi con una significativa produzione di pellicce, si oppone all’allevamento di animali per la produzione di pellicce (vedi Tabella 6.1). Alcuni sondaggi hanno chiesto agli intervistati se gli allevamenti degli animali “da pelliccia” debbano essere vietati ed altri hanno posto specifiche domande in merito all’allevamento di animali “da pelliccia” negli attuali sistemi di produzione, che prevedono l’utilizzo di gabbie. In tutti i casi, la maggioranza è favorevole a un divieto o si oppone ai sistemi di allevamento odierni che utilizzano gabbie.

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IL CASO CONTRO L’ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI DA PELLICCIA

Tabella 6.1. Sintesi dei risultati del sondaggio di opinione negli ultimi dieci anni secondo i punti di vista riguardo alle pellicce nei Paesi europei. NAZIONE Austria

SONDAGGIO Indagine su 1000 individui (di età ≥14) condotta da Integral (commissionata da Vier Pfoten) in Marzo-Aprile 2013.475

RISULTATI CHIAVE L’81% sostiene che l’allevamento e l’abbattimento degli animali per la produzione di pellicce per il settore della moda non è giustificato (il 16% pensa che sia giustificato).

Belgio

Indagine su 1000 individui fiamminghi (di età ≥18) condotta da IPSOS (commissionata da GAIA) in Marzo-Aprile 2015.476

L’84% è a favore di un divieto in merito alla reclusione e allevamento degli animali per la produzione di pelliccia (un’indagine iniziale nel 2012, rappresentativa della popolazione di tutto il Belgio, ha prodotto simili risultati, con l’86% a favore di un divieto477).

Croazia

Indagine su 1000 individui (di età ≥16) condotta da SPEM Communication Group di Zagabria (commissionata da Animal Friends) in Ottobre 2006.478

Il 74% è a favore del divieto di allevare animali per la pelliccia (il 12% è contrario; il 14% non si espone).

Repubblica Indagine su 1062 individui (di età ≥15) Ceca condotta da CVVM (commissionata da Svobodu zvírat) in Maggio 2013.479

Il 68% è a favore di un divieto per l’allevamento di animali “da pelliccia” (il 23% è contrario, il 9% non si espone).

Estonia

Indagine su 1000 individui (di età 15-74) condotta da Saar Poll LLC (commissionata da Loomus) in Marzo 2014.480

Il 59% è contrario all’allevamento degli animali selvatici per il solo scopo di produrre pellicce; l’81% pensa che le attività di allevamento degli animali “da pelliccia”, come praticato in Estonia, non siano giustificate (un quarto degli intervistati è a favore del divieto di allevamento di animali “da pelliccia”; il 5% sostiene che servirebbero norme più restrittive per le condizioni di vita degli animali; il 12% pensa che gli allevamenti di animali “da pelliccia” dovrebbero continuare a funzionare come stanno facendo al momento).

Italia

Indagine su 1042 individui (di età ≥18) condotta da Eurispes tra Dicembre 2013 e Gennaio 2015.481

Il 91% si oppone alle attività connesse alla produzione di pelliccia di animali.

Norvegia

Indagine su >1000 individui (di età ≥18) condotta da Clint (commissionata da Dyrevernalliansen) in Settembre 2014.482

Il 68% sostiene che sia sbagliato allevare animali in gabbie per la produzione di pelliccia (il 15% pensa che sia giusto; il 17% non si pronuncia).

Polonia

Indagine su 1102 individui (di età ≥18) condotta da Instytut Badan Rynkowych i Społecznych (IBRiS) Homo Homini (commissionata da Otwarte Klatki) in Febbraio 2014.

Il 55% sostiene che l’allevamento degli animali per la produzione di pelliccia dovrebbe essere vietato (Il 38% pensa che non dovrebbe essere vietato; il 7% non si espone)

Svezia

Indagine su 1000 individui (di età 15-89) condotta da Demoskop (commissionata da Djurens Rätt) in Marzo 2014.483

Il 78% pensa che non dovrebbe essere consentito allevare visoni in gabbie per la produzione di pellicce (il 17% ritiene che dovrebbe essere consentito; il 5% non si pronuncia).

Regno Unito

Indagine su 2081 individui (di età ≥18) condotta da YouGov (commissionata da Four Paws) in Gennaio 2014.484

Il 74% ritiene che l’utilizzo di animali per la produzione di pelliccia per il settore della moda sia sbagliato (il 9% pensa che sia giusto; il 17% non si pronuncia).

Sezione 6 - Riepilogo Lo schema di etichettatura per il settore della pelliccia di OA - origine garantita non impone regole specifiche di produzione e semplici codici di condotta industriali non sanzionabili sono sufficienti per certificare un Paese come di”origine garantita”. L’etichetta “OA” è utilizzata su pellicce di animali vissuti in piccole gabbie metalliche, che hanno un basso tenore di benessere, allevati in condizioni alle quali la maggior parte dei cittadini Europei si dichiara contraria. La maggioranza dei consumatori, infatti, non considera queste condizioni coerenti con il concetto “sistema di trattamento umano”. La maggioranza dei cittadini europei recentemente intervistati in dieci Paesi, tra cui i Paesi con una considerevole produzione di pellicce, è contraria all’allevamento di animali “da pelliccia”. Un certo numero di Paesi europei ha già attuato dei divieti e vi è un ampio sostegno per un divieto di allevamento di animali “da pelliccia” a livello dell’UE.

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Analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del "WelFur"

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7. Il WelFur è in grado di affrontare le questioni fondamentali relative al benessere delle volpi e dei visoni allevati per la pelliccia in Europa?


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Il progetto “WelFur” è stato lanciato dall’Associazione Europea degli Allevatori di Pellicce (EFBA) nel 2009 per sviluppare protocolli di valutazione del benessere in allevamenti di visoni e di volpi. Questi protocolli sono stati pubblicati e nel 2015 sono stati sperimentati negli allevamenti di dieci Paesi europei, dando piena attuazione alle valutazioni previste per il 2016. Le valutazioni sono da effettuarsi in tre periodi distinti, durante il ciclo di produzione: adulti prima dell’accoppiamento (primo periodo), femmine adulte e giovani tra l’accoppiamento e lo svezzamento (secondo periodo), adulti e giovani tra lo svezzamento e lo scuoiamento (terzo periodo). I punteggi dei tre periodi sono combinati per fornire una classifica generale dell’allevamento. Si suggerisce di effettuare le visite di valutazione in tutti e tre i periodi durante il primo anno e successivamente una visita all’anno, con un diverso periodo di valutazione ogni anno. Le misure utilizzate nei protocolli WelFur per valutare il benessere di visoni e volpi sono riassunte nella Tabella 7.1. Circa la metà delle misurazioni è basata sull’animale e l’altra metà sull’input.

Esporre una critica dettagliata dei protocolli WelFur va oltre lo scopo di questo rapporto. Tuttavia, in questa sezione saranno evidenziati alcuni esempi specifici e questioni di interesse generale per dimostrare che i protocolli WelFur: ■ sono stati progettati in modo specifico sulla base delle rigide limitazioni dei sistemi di stabulazione attuali e, in generale, favoriscono lo status quo, anche se è noto che questo compromette il benessere, invece che incoraggiare lo sviluppo di sistemi che possono fornire un livello di benessere più elevato; ■ non penalizzano in modo adeguato quelle pratiche che non rispettano gli standard minimi esistenti stabiliti nelle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa; ■ non affrontano la gestione disumana, i metodi di abbattimento e la mancanza di formazione per tutto il personale delle operazioni di abbattimento degli animali “da pelliccia”; ■ minimizzano l’importanza delle lesioni gravi associate a una notevole sofferenza;

Tabella 7.1. WelFur: 4 Principi, 12 Criteri e misure del benessere di visoni e volpi allevati con classificazione in misure basate sull’animale (AN) e sull’input (IN).486,487,488 4 PRINCIPI / 12 CRITERI

MISURE DEL BENESSERE

I. Buona alimentazione Assenza di fame prolungata

Entrambi: punteggio delle condizioni fisiche (AN)

Assenza di sete

Entrambi: disponibilità continua di acqua (IN)

II. Buone condizioni abitative (stabulazione) Comfort nell’area di riposo

Volpe: pulizia della pelliccia (AN) / disponibilità di una piattaforma (IN) Visone: accesso a una tana (IN) / qualità del riposo della tana/dell’area di riposo (IN)

Comfort termico

Entrambi: protezione da condizioni atmosferiche eccezionali (IN) Visone: materiale del contenitore della tana e lettiera/materiale della tana (IN)

Facilità di movimento

Entrambi: spazio disponibile per muoversi (area e altezza) (IN)

III. Buona salute Assenza di ferite

Entrambi: lesioni cutanee e/o altre ferite al corpo (AN) Volpe: difficoltà di deambulazione (AN)

Assenza di malattie

Entrambi: mortalità (AN) / animali ammalati in modo evidente (AN) / diarrea (AN) Volpe: zampe ricurve (AN) / infiammazione oculare (AN) / bocca e denti danneggiati (AN)/ infezione del tratto urinario (AN) Visone: zoppia o movimento compromesso (AN)

Assenza di dolore indotto da procedure di gestione

Volpe: metodo di abbattimento (IN) Visone: metodi di abbattimento per lo scuoiamento del visone (IN) / metodi di abbattimento individuali per visone (IN)

IV. Comportamento appropriato Espressione di comportamenti sociali

Entrambi: stabulazione sociale (IN) Visone: età e procedure di svezzamento (IN)

Espressione di altri comportamenti

Entrambi: possibilità di arricchimento (IN) / comportamenti stereotipici (AN) / masticazione del pelo (AN) Volpe: possibilità di osservare l’ambiente circostante (IN)

Buon rapporto uomo-animale

Volpe: test dell’alimentazione (AN) Visone: test del temperamento (riportato qui di seguito) (AN)

Stato emotivo positivo

Entrambi: test del temperamento (stick test) (AN) Volpe: trasporto di volpi vive (IN) Visone: frequenza e durata della manipolazione e del trasporto (IN)

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IL CASO CONTRO L’ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI DA PELLICCIA

■ sottovalutano i veri livelli di mortalità e di comportamenti stereotipati; ricorrono a misure di valutazione inadeguate riguardo: ■ fame, relazioni uomo-animale e stati mentali positivi; ■ non raggiungeranno gli obiettivi dichiarati dallo stesso WelFur per garantire “un elevato livello di benessere degli animali” negli allevamenti e per fungere da “nuovo riferimento scientifico” per le specie d’allevamento “da pelliccia”; ■ utilizzano sistemi di punteggio complessi per combinare misure di benessere diverse in un’unica categoria che indica il livello di benessere generale; il che può permettere ai punteggi alti di alcuni elementi di mascherare le gravi lacune di altri; ■ non tengono conto delle preoccupazioni della società e valutano il benessere solo in rapporto ad un livello massimo rappresentato dalla “migliore pratica attuale”; ■ sarebbero fuorvianti se utilizzati come base per un sistema di etichettatura.

In che modo si differenziano i due progetti WelFur e Welfare Quality? Il WelFur è stato modellato sul progetto “Welfare Quality” della Commissione Europea, che ha sviluppato protocolli di valutazione di benessere per bovini, suini e pollame. Il progetto Welfare Quality mira a sviluppare un nuovo modo di valutare il benessere degli animali che è scientificamente rigoroso e riflette le più ampie preoccupazioni dell’opinione pubblica. I sociologi hanno lavorato a fianco di esperti per acquisire una più profonda comprensione delle preoccupazioni della società in merito al benessere degli animali da allevamento.489 In generale, i cittadini hanno reagito molto positivamente all’approccio per il benessere degli animali proposto da esperti animalisti che lavorano al progetto Welfare Quality. Tuttavia, ci sono alcune differenze importanti nelle preoccupazioni e negli atteggiamenti di esperti e cittadini. Ad esempio, gruppi di interesse e partecipanti della giuria cittadina tendevano a concentrarsi sugli aspetti positivi del benessere, come le emozioni positive e libertà di movimento, mentre i criteri proposti dagli scienziati tendevano a concentrarsi sulla prevenzione degli aspetti negativi del benessere, come il dolore e la sofferenza. A causa della notevole importanza di aspetti positivi del benessere degli animali per i cittadini europei, è stato deciso di includere lo “stato emozionale positivo” come uno dei 12 criteri e di usare la Qualitative Behavioural Assessment (QBT) come una possibile modalità di valutazione.490 Questo tipo di impegno è importante per garantire che la valutazione del benessere fornisca il tipo di informazione che i consumatori e la società in generale ricercano, per consentire decisioni consapevoli da prendere in materia di benessere degli animali. Fraser et al. afferma: 491 “La ricerca scientifica sul ‘benessere animale’ ha avuto inizio a causa delle preoccupazioni etiche sulla qualità della vita degli animali, e il pubblico guarda alla ricerca del benessere degli animali per ottenere linee guida in base a queste preoccupazioni. Il concetto di benessere degli animali

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utilizzati dagli scienziati deve riguardare da vicino questi problemi etici se l’orientamento della ricerca e l’interpretazione dei risultati è quello di affrontarli con successo.” Al contrario, il motivo indicato per non coinvolgere esperti sociali nel progetto WelFur dell’industria della pelliccia è stato: “ Questa è una situazione particolare ed è dovuta principalmente al fatto che vi è una polarizzazione di opinioni quando si affronta il benessere degli animali da pelliccia”492 Indagini pubbliche sono state effettuate per identificare le preoccupazioni del pubblico ma, invece di coinvolgere l’opinione pubblica nella progettazione dei protocolli del WelFur, il settore dell’allevamento degli animali “da pelliccia” in Europa intende rispondere alle preoccupazioni dell’opinione pubblica con l’introduzione di una “Carta Etica per assicurare al pubblico che considerazioni etiche siano integrate nel sistema della produzione europea di pellicce”493 Così l’industria della pelliccia sta dettando i propri punti di vista sull’accettabilità della pelliccia al pubblico, invece di agire sulle preoccupazioni della società per quanto riguarda il benessere degli animali allevati per tale finalità. I protocolli WelFur non comprendono il QBT per valutare gli stati mentali positivi negli animali “da pelliccia”. Un’alternativa potrebbe essere quella di osservare il comportamento degli animali nel gioco, in quanto questo è probabilmente associato con uno stato mentale positivo. Invece, i protocolli WelFur utilizzano misure legate al temperamento e alla frequenza/durata della manipolazione e del trasporto di animali “da pelliccia” che, pur indubbiamente importanti e potenzialmente degni di valutazione, sono di dubbia utilità come indicatori di stati mentali positivi. Infatti, una risposta esplorativa per un bastone utilizzato nella prova del temperamento può anche essere un indicatore di stato di noia, poiché ciò dovrebbe aumentare l’interesse in diversi stimoli.494 Il ‘test del bastone’ è un test relativamente insensibile della reazione di paura (vedere sezione 4.2) ed è adatto solo per l’uso su visoni paurosi,495 per cui, il fatto stesso che il test può essere applicato suggerisce che gli animali siano in genere altamente timorosi, mentre nella realtà esistono significative differenze tra gli individui. Un test più sensibile come ‘afferra-mano’, avrebbe dato una valutazione più realistica della risposta alla paura. Le altre misure, relative alla movimentazione e al trasporto, mirano chiaramente a valutare gli eventi associati a stati negativi, piuttosto che stati mentali positivi. È molto significativo che il protocollo WelFur non è in grado di includere una misura degli stati mentali positivi, mentre invece utilizza misure (piuttosto insensibili) di stati mentali negativi. Naturalmente è difficile misurare fattori che nella pratica vengono osservati molto raramente. I test di temperamento sono più adatti come misure del rapporto uomo-animale e sono utilizzati per questo scopo anche nei protocolli WelFur ma, ancora una volta, i test più sensibili rispetto al ‘test del bastone’ per i visoni e il ‘test di alimentazione’ per le volpi (che valuta se la volpe mangerà in presenza di un osservatore) consentirebbero una valutazione più accurata della paura/elusione. Con i protocolli Welfare Quality, i punteggi complessivi per ciascuno dei quattro principi di benessere vengono utilizzati per classificare l’allevamento in base a una delle quattro categorie legate al benessere come segue:496


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■ Eccellente: il benessere degli animali è al più alto livello; ■ Elevato: il benessere degli animali è buono; ■ Accettabile: il benessere degli animali è al di sopra o soddisfa i requisiti minimi; ■ Non classificato: il benessere degli animali è inferiore e considerato inaccettabile. Attraverso il WelFur, queste categorie sono state modificate come segue:497,498 ■ Migliore pratica corrente; ■ Buona pratica corrente; ■ Pratica corrente accettabile; ■ Pratica corrente inaccettabile. I protocolli del Welfare Quality possono essere utilizzati per valutare il benessere degli animali in una serie di sistemi di allevamento, con un potenziale variabile, per fornire elevati standard di benessere. Un uso importante del sistema di valutazione Welfare Quality è considerarlo come strumento di ricerca per la valutazione dei sistemi e delle pratiche d’allevamento.499 I protocolli del WelFur, al contrario, sono stati sviluppati con riferimento al sistema di alloggiamento unico attualmente utilizzato in commercio per visoni e volpi: piccole gabbie metalliche. Questo sistema di stabulazione limita severamente le opportunità di eseguire comportamenti altamente motivati e può quindi essere considerato come un sistema avente un basso potenziale di benessere (vedi sezione 5). Poiché “la migliore prassi corrente” implica l’uso di un sistema d’allevamento con potenziale benessere basso, anche gli allevamenti che ottengono il punteggio più alto nel WelFur avranno uno standard di benessere che la maggior parte delle persone non considera accettabile. A differenza dei sistemi di allevamento delle altre specie contemplate dal Welfare Quality, per visoni e volpi non esistono sistemi alternativi con potenziali livelli di benessere più elevato.

Il WelFur potrà assicurare un “elevato livello di benessere animale” per i visoni e le volpi d’allevamento? La European Fur Breeders’ Association (EFBA) sostiene che il WelFur garantirà un elevato livello di benessere animale:500 “L’obiettivo del WelFur è quello di impostare un protocollo di certificazione generale a livello agricolo europeo, che garantirà un elevato livello di benessere animale nei nostri allevamenti di animali da pelliccia.”Come discusso nella sezione precedente, il limite ‘migliore prassi corrente’ per la classificazione degli allevamenti che utilizzano il protocollo WelFur vuol significare che, in termini assoluti, è probabile che il benessere sia estremamente scarso anche in allevamenti che ottengono un punteggio elevato. Alcuni esempi sono evidenziati di seguito per illustrare alcune aree chiave di interesse che suggeriscono che il progetto Welfure non garantirà “un alto livello di benessere animale”. I protocolli WelFur sono stati specificamente progettati

intorno alle gravissime limitazioni del sistema abitativo di gabbie standard. Questo rapporto ha dimostrato che ci sono numerosi problemi insormontabili nelle gabbie (vedi sezione 5). Gli animali sono molto motivati per accedere alle risorse che è impossibile o impraticabile fornire nelle gabbie. Sistemi di alloggiamento per famiglie e gruppi, che offrirebbero un ambiente più socialmente arricchito per i visoni e le volpi, sono generalmente evitati perché il sovraffollamento conduce all’aggressione e a lesioni. Invece di riconoscere che questi problemi esistono alla base, i protocolli WelFur semplicemente premiano lo status quo. Ad esempio, lo svezzamento sia in anticipo (prima di otto settimane) che in ritardo (dopo otto settimane) è penalizzato nel protocollo WelFur per i visoni. Lo svezzamento tardivo o gli alloggiamenti in gruppi familiari fino al periodo dello scuoiamento sembrano poter avere notevoli benefici per le madri e i cuccioli, a condizione che questi siano alloggiati in sistemi con spazio e arricchimenti sufficienti, ma il protocollo WelFur scoraggia lo sviluppo di tali sistemi. In questo modo, alle pratiche che sono note per compromettere il benessere vengono assegnati punteggi ottimali dai protocolli WelFur, semplicemente perché il problema non può essere risolto nei sistemi di stabulazione attuali. I protocolli WelFur non affrontano il trattamento disumano né i metodi di uccisione né la mancanza di formazione per tutto il personale responsabile delle operazioni di abbattimento degli animali da pelliccia evidenziato nella sezione 5.2 della presente relazione. L’uso di pinze da collo è stato originariamente incluso nel protocollo volpe 501 ma la versione attuale non affronta questo importante problema, nonostante l’uso abituale delle pinze da collo sia in contrasto con le raccomandazioni del Consiglio d’Europa. Il protocollo visone non penalizza l’uso di metodi di abbattimento che sono stati condannati come inaccettabili per motivi di benessere (ad esempio gassificazione del visone con anidride carbonica o monossido di carbonio da gas di scarico). L’utilizzo di punteggio per le condizioni corporee è probabilmente un cattivo indicatore della esperienza soggettiva della fame negli animali che vengono allevati deliberatamente per essere obesi e poi alimentati in maniera restrittiva per prepararli alla riproduzione (vedere sezione 4.2). È possibile per un animale, che viene alimentato restrittivamente, essere di peso normale, o anche in sovrappeso, e simultaneamente provare la fame. Inoltre, i visoni e le volpi possono essere classificati come “magri” durante determinati periodi di osservazione e quindi avere il miglior punteggio disponibile da parte dei protocolli WelFur. Le misure di mortalità escludono la mortalità precoce (prima di otto settimane per le volpi 502 e prima del 15 maggio, data fissa per i visoni 503). La valutazione accurata della mortalità precoce può essere difficile. Tuttavia, non prevedendo la valutazione della mortalità sino a questo periodo, i protocolli WelFur finiscono con l’escludere la maggior quota di mortalità nella maggior parte degli allevamenti. Ciò significa che WelFur non tenta neanche di quantificare i livelli di mortalità infantile e l’infanticidio e, quindi, non facilita i progressi nell’affrontare questo importante problema sociale, che è un indicatore di stress nelle volpi femmina (vedi Sezione 5.4). Al contrario, il

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protocollo Welfare Quality per i suini 504 include la mortalità dei piccoli (esclusi gli animali nati morti) e il protocollo per polli da carne 505 include la mortalità dei pulcini (di solito a una giornata di vita). I criteri di Welfare Quality tendono quindi a dare una migliore valutazione della mortalità in tutto il periodo di produzione. I protocolli WelFur istruiscono specificamente i periti per evitare di osservare comportamenti stereotipati quando gli animali sentono il suono della macchina d’alimentazione. È infatti più probabile che le stereotipie si verifichino in quel momento. 506 Evitare questo frangente può aiutare a standardizzare i protocolli ma sottostimerà la reale portata delle stereotipie. Gli animali, inoltre, possono anche interrompere i comportamenti stereotipati in risposta alla presenza di un osservatore, fatto che contribuirà ulteriormente a sottovalutare il vero livello di stereotipie. I protocolli WelFur non favoriscono molto il progresso nel benessere degli animali al di là dei requisiti minimi di legge già in vigore. In molti casi il miglior punteggio disponibile per un criterio di attribuzione avviene semplicemente per soddisfare le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa, che dovrebbero essere incorporate nella legislazione nazionale di tutti i Paesi firmatari della Convenzione europea per la protezione degli animali negli allevamenti. Per esempio, le raccomandazioni del Consiglio d’Europa prevedono una superficie minima per il visone di 2550 cm2.507 Nel protocollo WelFur per il visone, 508 fornendo una superficie di 2550 cm2 si ottiene il miglior punteggio disponibile. Fornendo 1000 cm2 (cioè meno del 40% del requisito minimo) si ottiene un punteggio intermedio. Il punteggio peggiore è riservato per le gabbie che forniscono anche un punteggio inferiore a tale cifra. Non vi è alcun tentativo qui per incoraggiare i progressi oltre gli standard minimi già esistenti e il protocollo di valutazione sembra tollerare pratiche che violano in misura consistente gli standard minimi. I protocolli WelFur sembrano minimizzare i gravi problemi di benessere negli allevamenti europei da pelliccia. Ad esempio, quando si calcolano le lesioni, e le lesioni molto gravi, come la perdita di un arto, sono riportati solo punteggi intermedi se la ferita è guarita. Tali lesioni nei visoni e nelle volpi d’allevamento sono spesso auto-inflitte e sono associate ad un benessere estremamente scarso. Potrebbe sembrare inconcepibile per la maggior parte delle persone che ad un animale il cui benessere è stato compromesso a tal punto da procurarsi una lesione masticandosi una propria parte del corpo, qualora la ferita sia guarita, venga assegnato un punteggio diverso dal più basso possibile, ignorando in questo modo una chiara indicazione di estrema sofferenza! Con qualsiasi protocollo di valutazione del benessere che cerchi di abbinare misure di welfare diverse in un’unica categoria, indicando il livello di benessere generale nell’allevamento, soprattutto dove calcoli complessi possono oscurare risultati delle singole misure, vi è il pericolo che i punteggi più alti su alcuni aspetti possano mascherare gravi mancanze su altri. Combinando i punteggi per i diversi aspetti nei protocolli WelFur, vengono imposti i punteggi minimi per tutte le sezioni per ogni categoria. Ad esempio, per raggiungere la “migliore prassi corrente”, un allevamento deve ottenere più di 80 su 100 su due principi e almeno 55 su 100 su tutti i principi (con una tolleranza

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del 5%, in questo modo in effetti il 50% è sufficiente). Tuttavia, ci sono diversi criteri all’interno di ogni principio, quindi è ancora possibile che un punteggio basso relativo a un singolo criterio venga mascherato da buoni punteggi su altri criteri, all’interno dello stesso principio. In questo modo, gravi carenze di benessere possono non influenzare in modo adeguato il punteggio complessivo, soprattutto se tali carenze sono rilevate con indulgenza, tanto per cominciare, come nell’esempio riportato sopra, di lesioni gravissime che sono guarite. Broom sottolinea: 509 “Poiché gli individui variano i metodi che utilizzano per far fronte a condizioni difficili [...] ogni singolo indicatore è in grado, da solo, di dimostrare che il benessere è scarso”. Per questo motivo, un punteggio molto scarso su un singolo criterio, dovrebbe essere sufficiente per classificare un allevamento come avente un livello inaccettabile di benessere. Webster et al. 510 ha evidenziato una “grave limitazione dei sistemi della Quality Assurance che cercano di includere diversi elementi di benessere in un unico indice che classifica il benessere generale come accettabile o inaccettabile. Allevamenti specifici [hanno] problemi di benessere specifici e questi [richiedono] soluzioni specifiche.” Vincoli di tempo fanno sì che in genere solo una piccola parte degli animali in un allevamento possa essere inclusa nelle valutazioni, le quali potrebbero non essere necessariamente rappresentative del benessere di tutti gli animali.

Il WelFur potrà essere considerato come “il nuovo riferimento scientifico” per il benessere degli animali allevati per la pelliccia? L’EFBA afferma che il WelFur diverrà il nuovo metodo scientifico cui riferirsi per il benessere delle specie di animali allevati per la loro pelliccia: 511 “Tutti gli studi scientifici già esistenti, relativi al benessere animale di visoni e volpi, sono stati riesaminati per i protocolli WelFur. Per questo, i protocolli WelFur funzionano come un nuovo metodo scientifico di riferimento per le specie animali allevate per la loro pelliccia.” Nonostante sia stata riesaminata la letteratura esistente, i protocolli stessi devono essere in grado di fornire risultati in breve tempo. Il protocollo WelFur mira ad eseguire le valutazioni impiegando approssimativamente tra le cinque e le sette ore. 512 Pertanto, possono essere considerate solo le valutazioni del welfare rilevate rapidamente presso l’allevamento stesso. Wechsler afferma: 513 “Spesso il problema principale per valutare il benessere degli animali “da allevamento” è proprio il fatto di non avere a disposizione abbastanza tempo per raccogliere dati sufficienti a verificare l’effettiva presenza di un normale comportamento.” Ciò significa che i protocolli non possono essere presi come riferimento per la maggior parte degli studi più approfonditi, condotti su lunghi periodi, i quali hanno portato alla luce molti elementi sui problemi legati al welfare negli allevamenti da pelliccia europei. I risultati di questi studi approfonditi devono essere presi in


Analisi scientifica degli standard normativi del benessere animale e del "WelFur"

considerazione, sia per ogni decisione riguardante la legislazione e le policy, sia per l’informazione dell’opinione pubblica.

inequivocabile presente nella letteratura scientifica, che i bisogni degli animali non sono rispettati.

C’è sempre il rischio che le valutazioni sul benessere degli animali all’interno degli allevamenti - limitate necessariamente in termini di portata da vincoli di tempo e di tecnologie - possano non riflettere i risultati di ricerche più dettagliate condotte su periodi più lunghi e con tecnologie e tecniche che non possono essere applicate per le valutazioni più rapide, effettuate all’interno degli allevamenti. Bracke sottolinea:514 “[Una] selezione persino dei migliori parametri basati su animali che convenzionalmente sono stati usati in esperimenti, può avere conseguenze inaccettabili. In sistemi generalmente considerati aventi uno scarso livello di benessere si possono rilevare elevati livelli di benessere in modo inaccettabile.

Il WelFur potrà migliorare la trasparenza nell’etichettatura di pellicce?

I metodi di osservazione potrebbero non combaciare con le intuizioni fondamentali nella società e nella comunità scientifica. Per evitare questo problema, la letteratura esistente, ad esempio riguardo all’istinto animale derivato dagli studi della domanda dei consumatori e dalla comprensione del naturale comportamento degli animali, dovrebbe essere utilizzata in maniera esplicita nelle stime del benessere. Bisogna dunque trarre conclusioni dalla comprensione delle relazioni tra i parametri basati sull’ambiente e quelli basati sugli animali, usando procedure operative standard. Le misurazioni di parametri basati sugli animali fatte negli allevamenti potrebbero essere considerate come le misurazioni dei punti critici di controllo, i quali devono essere comparati e accordati con le previsioni basate sulla letteratura scientifica esistente.” I visoni e le volpi sono fortemente incoraggiati a beneficiare di risorse e ad esprimere comportamenti specifici della specie, che non sono possibili nei sistemi in cui sono ospitati attualmente. Poiché i protocolli sono stati disegnati tenendo conto delle limitazioni rigorose dei sistemi attuali, il WelFur trascura la prova

L’EFBA afferma: 515 “Il WelFur è un programma per la certificazione degli allevamenti europei, ma sfortunatamente attualmente il WelFur non esiste come etichetta per il consumatore […] È dunque questa l’ambizione dell’associazione degli allevatori di pelliccia, quella che un’etichetta WelFur venga sviluppata in futuro.” Il logo del WelFur include le parole “buona alimentazione”, “buona stabulazione”, “buona salute” e “comportamento corretto”. Se tale logo fosse apposto sui prodotti per i consumatori, significherebbe chiaramente che il benessere degli animali usati per la realizzazione del prodotto era buono e che gli operatori sono stati in grado di comportarsi correttamente. Ciò nonostante, tutta la pelliccia da allevamento al momento è prodotta in sistemi che hanno per loro natura un basso potenziale di benessere e che non consentono un comportamento “corretto”. Gli studi scientifici dimostrano indubbiamente che l’ambiente di una gabbia non consente le prestazioni proprie di un comportamento molto stimolante ed è associato a comportamenti anomali e a stati mentali avversi (vedi Sezione 5). La maggioranza delle persone non ritiene che le gabbie possano fornire un ambiente con un “buono” standard di benessere e, pertanto, un’etichetta che implichi tale presupposto potrebbe essere fuorviante per i consumatori. Per questa ragione, un’etichettatura basata sul WelFur non risponderebbe alle gravi mancanze dell’attuale sistema di etichettatura di “OA” - origine garantita.

Sezione 7 - Riepilogo I protocolli WelFur sono stati specificatamente disegnati sulla base delle severe limitazioni dei sistemi di stabulazione attuali e generalmente promuovono lo status quo, anche dove questo è risaputo nuocere al benessere, più che incoraggiare lo sviluppo di sistemi che possano fornire un livello più elevato di benessere. I protocolli: non penalizzano adeguatamente le pratiche che non rispettano i minimi standard esistenti stabiliti dalle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa; non considerano manipolazioni e metodi di abbattimento disumani e mancanza di formazione per tutto il personale incaricato di abbattere gli animali; minimizzano l’importanza di ferite serie che sono state correlate a sofferenze estreme; sottovalutano i reali livelli di mortalità e di stereotipie; usano misure inadeguate per gestire la fame, per gestire i rapporti uomo-animale e per garantire una salute mentale positiva. Con ogni protocollo per la valutazione del benessere che cerca di abbinare diverse misurazioni del welfare ad una singola categoria, indicando un livello di benessere generale nell’allevamento, specialmente dove calcoli complessi possono oscurare i risultati di misurazioni individuali, esiste il rischio che gli alti livelli riscontrati in alcuni elementi possano mascherare serie mancanze in altri. A differenza di quanto previsto dal progetto originale di Welfare Quality, per la realizzazione dei protocolli l’opinione pubblica non è stata presa in considerazione. Il livello della “migliore pratica attuale” rende i risultati del WelFur di scarso valore e potenzialmente fuorvianti poiché la “migliore pratica attuale” continua a rappresentare ciò che la maggior parte della gente considera essere un livello inaccettabile di benessere. Diversamente dalle altre specie protette dal Welfare Quality, per i visoni e le volpi non esistono sistemi alternativi di allevamento che potenzialmente consentano più alti livelli di benessere. WelFur non è in grado di far fronte alle questioni importanti del benessere per i visoni e le volpi allevati per la loro pelliccia, né alle gravi mancanze nell’etichettatura e norme correnti.

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8. Conclusioni e raccomandazioni


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Utilizzando criteri di selezione molto rigidi è possibile addomesticare le volpi argentate nel giro di poche generazioni. Questi animali cercano l’attenzione dell’uomo e sono facili da maneggiare. Anche l’addomesticamento del visone è realizzabile e ricerche preliminari affermano che sia possibile anche quello della volpe blu, ma ancora non sono stati fatti significativi tentativi. I visoni e le volpi allevati in Europa per la loro pelliccia non sono addomesticati, temono l’uomo e sono inadatti all’allevamento. I cambiamenti nella pigmentazione e nella qualità della pelliccia, caratteristici degli animali addomesticati, sono incompatibili con le richieste dell’industria della pelliccia, la quale si basa su colore, misura e qualità della pelle animale. I bisogni degli animali non addomesticati non possono essere soddisfatti da alcun sistema di allevamento. Le pinze da collo vengono usate regolarmente negli allevamenti per catturare e controllare le volpi e ciò violando le Raccomandazioni del Consiglio d’Europa. Alcuni metodi comunemente usati per abbattere i visoni (biossido di carbonio o monossido di carbonio presenti nel gas di scarico) sono stati condannati come disumani da rapporti basati su prove scientifiche. Diversamente da altre specie da allevamento, per chi uccide animali “da pelliccia” non è richiesta alcuna preparazione ed alcun certificato di competenza ed il WelFur non sta facendo nulla per affrontare il problema di questi trattamenti disumani e dei metodi di uccisione. Come abbiamo dimostrato, il benessere dei visoni e delle volpi d’allevamento è seriamente compromesso nei sistemi di allevamento attuali, i quali non sono in grado di soddisfare tutte le “Cinque Libertà” e di garantire una vita degna di essere vissuta. I livelli di paura, i comportamenti stereotipati, la tendenza a masticarsi il pelo o a morsicarsi la coda, le deformità fisiche (zampe ricurve), l’incapacità di riprodursi e la mortalità infantile indicano chiaramente che

visoni e volpi hanno bisogni che non possono essere soddisfatti negli allevamenti. Questi animali sono estremamente motivati ad entrare in possesso delle loro risorse e mettono in pratica comportamenti caratteristici della loro specie, che però non sono attuabili nei presenti sistemi di stabulazione. Non vi è alcuna prova che l’addomesticamento comporti la perdita dei comportamenti tipici della specie, pertanto anche se gli animali addomesticati fossero utilizzati per la produzione di pelliccia, i loro bisogni non potrebbero comunque essere soddisfatti negli attuali sistemi di stabulazione. I protocolli WelFur sono stati specificatamente progettati intorno alle severe limitazioni degli attuali sistemi di stabulazione e, in linea generale, premiano lo status quo anche se è noto come questo, piuttosto che incoraggiare lo sviluppo di sistemi in grado di offrire un maggiore livello di benessere, lo comprometta. Questi protocolli non sanzionano adeguatamente le pratiche che non rispettano gli standard di vita minimi stabiliti dalle Raccomandazioni del Consiglio d’Europa. A differenza dell’originario progetto “Welfare Quality”, i protocolli non tengono conto dell’opinione pubblica. Il limite della “migliore pratica in uso” rende i punteggi del WelFur di valore limitato e fuorvianti poiché questa pratica sarebbe comunque considerata inaccettabile dalla maggior parte delle persone. Diversamente dalle altre specie prese in considerazione dal progetto “Welfare Quality”, per visoni e volpi non esistono sistemi alternativi in grado di fornire loro un più elevato livello di benessere. L’etichetta “OA” - origine garantita viene utilizzata per pellicce prodotte in piccole gabbie metalliche che naturalmente offrono un basso livello di benessere e sono criticate dalla maggior parte dei cittadini europei. L’etichetta può essere ingannevole in quanto molti consumatori non considererebbero queste condizioni in linea con il diritto degli animali ad un trattamento umano.

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Un sistema di etichettatura basato sul WelFur non prende posizione per migliorare questa situazione, mentre uno basato sul sistema statunitense fornirebbe ai consumatori informazioni chiare ed obiettive. Il gruppo SCAHAW (Comitato Scientifico per la Salute e il Benessere degli Animali) suggerisce: “Dal momento che i sistemi di allevamento attuali causano gravi problemi a tutte le specie di animali allevati per la pelliccia, dovrebbero essere compiuti sforzi per progettare sistemi di stabulazione che soddisfino i bisogni degli animali”. I carnivori che vagano per grandi aree in natura sono più inclini a mostrare stress e disfunzioni psicologiche in cattività, inclusi andatura stereotipata e mortalità infantile. Clubb e Mason osservano come “l’allevamento dei carnivori che in natura vivono in ampi spazi dovrebbe essere fortemente migliorato oppure eliminato”. L’attuale quadro normativo per la tutela del benessere degli animali “da pelliccia” nell’Unione Europea è inadeguato. Il WelFur non è in grado di affrontare le principali questioni riguardanti il benessere delle volpi e dei visoni “da pelliccia”, le questioni associate alla manipolazione disumana, ai metodi di macellazione o alla grave inadeguatezza dei sistemi di etichettatura e normativa.

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L’arricchimento dei sistemi di stabulazione esistenti non è sufficiente per affrontare i gravi problemi di benessere nei sistemi delle gabbie. L’utilizzo di animali non addomesticati da parte dell’industria della pelliccia implica che la paura degli esseri umani e le difficoltà di manipolazione e gestione presenterebbero ostacoli insormontabili per l’adozione di sistemi più estensivi. È quindi impossibile che l’industria della pelliccia soddisfi i bisogni di volpi e visoni. L’unica soluzione praticabile ai problemi evidenziati in questo rapporto sarebbe un divieto. L’allevamento di visoni e volpi dovrebbe essere vietato ai sensi della direttiva del Consiglio 98/58/EC: “Nessun animale dovrebbe essere custodito al fine dell’allevamento a meno che non sia ragionevolmente prevedibile, in base al suo genotipo o fenotipo, che possa essere tenuto senza effetti negativi per la sua salute o il suo benessere” e della Raccomandazione del Consiglio d’Europa sugli animali “da pelliccia”: “Nessun animale dovrebbe essere allevato per la sua pelliccia se: a- le condizioni di questa raccomandazione non possono essere rispettate b- l’animale appartiene ad una specie i cui membri, nonostante queste condizioni siano rispettate, non possono adattarsi alla cattività senza problemi per il loro benessere”. La maggioranza dei cittadini europei intervistati recentemente in dieci Paesi, inclusi Paesi con una rilevante produzione di pelliccia, si oppone all’allevamento degli animali “da pelliccia”. Un certo numero di Paesi europei ha già attuato divieti e vi è un ampio sostegno per un divieto a livello comunitario.


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LAV Sede Nazionale Viale Regina Margherita 177 - 00198 Roma Tel. 064461325 – fax 064461326 www.lav.it IMPAGINAZIONE E GRAFICA Fabiola Corsale STAMPA Arti Grafiche “La Moderna” - Via Enrico Fermi, 13/17 - 00012 Guidonia Montecelio (Roma) CHIUSO IN TIPOGRAFIA nel mese di Aprile 2016

RIPRODUZIONE CONSENTITA CITANDO, ANCHE PER LE SINGOLE PARTI, LA FONTE: Edizione italiana a cura di LAV 2016 - Simone Pavesi, Responsabile Area Moda Animal Free www.lav.it www.animalfree.info



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