Piccole Impronte febbraio 2014

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Supplemento al n. 1 [142] di “Impronte� - Rivista Animalista - Poste Italiane Spa sped. in abbonamento postale - d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 dcb roma

NO allo ZOO

i Ragazzi dalla parte degli Animali


Disegno di Gheorghita Brailea, Corio (Torino) PICCOLE IMPRONTE

Nati per essere liberi

SUPPLEMENTO AD IMPRONTE n. 1 (142) febbraio 2014 AUT. TRIB. ROMA 50/84 dell’11-2-1984 ISCR. REG. NAZ. STAMPA 4086 dell’1-3-1993 Iscr. ROC 2263 - 2001

DIRETTORE RESPONSABILE

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MARIA FALVO

DIRETTORE EDITORIALE ILARIA MARUCELLI

DIREZIONE E REDAZIONE SEDE NAZIONALE LAV ONLUS Viale Regina Margherita, 177 00198 Roma

redazione

MARCO CORTINI, ILARIA MARUCELLI, GANDALF, PRISCILLA

GRAFICA E Impaginazione

Pier Paolo Puxeddu+francesca vitale

HANNO COLLABORATO

Cecilia Botta, Davide Ceccon, Giordana Galli, Alessandro Gigli, Roberto marchesini, Roberto Moscardini, Andrea Musso, Fabio Redaelli, Alessandro Telve

DISEGNO DI COPERTINA Alessandro Gottardo

STAMPA

Cyclus Print 100% carta riciclata

PACKAGING IN MATER-BI

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CARTA Dalum

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Arti Grafiche “LA MODERNA” VIA DI TOR CERVARA 171 ROMA

100 %

biodegradabile e compostabile

chiuso in tipografia 10 FEBBRAIO 2014

QUOTE ANNUALI DI ISCRIZIONE E RINNOVO ALLA LAV ONLUS

GIOVANILE (sotto i 18 anni) da 18 euro ORDINARIO da 30 euro FAMIGLIA da 45 euro SOSTENITORE da 46 euro BENEMERITO da 150 euro STRAORDINARIO da 500 euro

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c\c bancario n. 501112 Banca Popolare Etica Filiale di Roma - Via Rasella 14 00187 Roma ABI 05018 CAB 03200 CIN E

Dal 1999 la LAV è firmataria di un Protocollo d’Intesa con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con lo scopo di “promuovere la diffusione e l’approfondimento dei temi dell’educazione al rispetto di tutti gli esseri viventi nelle scuole di ogni ordine e grado” Informiamo che tutti gli associati e/o i sostenitori delle campagne LAV ONLUS hanno diritto a ricevere la presente pubblicazione tramite invio postale. La LAV ONLUS garantisce che i dati identificativi dei destinatari sono raccolti e trattati, anche elettronicamente, nel rispetto delle norme previste dal “codice di regolamentazione della privacy” (Dgs 196/2003). Ogni interessato potrà in ogni momento esercitare i propri diritti (art. 7,8,9 Dgs 196/2003) rivolgendosi direttamente alla LAV ONLUS, viale Regina Margherita177, 00198 Roma, tel. 06/4461325 fax 06/4461326 email: info@lav.it

Lilo & Bilbo

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e avete questa rivista in mano, sapete già che gli animali sono come noi: anche loro soffrono, si divertono, provano sentimenti ed emozioni. Giusto? Allora per questo devono avere il diritto alla vita, alla libertà, a non soffrire per colpa nostra. Cose semplici, ma che molti animali ancora non hanno. Come gli animali rinchiusi negli zoo, di cui parliamo in questo numero. Quelli soffrono, non c’è nemmeno bisogno di spiegare il motivo. Basta provare a immaginare una vita intera in gabbia, senza conoscere la libertà. Il leone della savana e il leone dello zoo appartengono alla stessa specie, ma sono animali completamente diversi! Quello dello zoo è solo una triste caricatura dell’animale fiero e meraviglioso che vive nella savana. Non può correre, cacciare, stare con i suoi simili. Vive rinchiuso in un ambiente artificiale e sempre uguale, privo di stimoli e di tutto quello che rende la vita piacevole. È un animale stressato e triste, che cammina vorticosamente avanti e indietro nella sua gabbia o rimane immobile per giorni. È vero, molti zoo hanno abolito le gabbie e gli animali sono prigionieri dietro grandi vetrate, fossati o altre barriere naturali. Ma la sostanza non cambia. Sbarre o non sbarre, gli zoo rimangono carceri, luoghi dove esseri sensibili hanno perso il bene più prezioso: la libertà. Zoo o bioparchi che siano, sono la cosa più sbagliata del mondo. Ma anche i nostri amici delfini, rinchiusi nei delfinari, hanno bisogno dell’aiuto di ognuno di noi. A pagina 15 scoprirete come, e non dimenticate di segnarvi la data sul diario! Ciao.


Viva la libertà! Tutti, umani e animali, abbiamo il desiderio e l’impulso naturale di vivere liberi. Le gabbie non piacciono a nessuno, ma nemmeno i recinti, le vetrate, i fossati e tutto quello che rinchiude i nostri amici in uno spazio limitato. Quando manca la libertà, non è certo l’assenza di sbarre a fare la differenza. Insomma: zoo o bioparchi pari sono... o quasi!

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illustrazione di

E quanti animali vi sono rinchiusi? A Un migliaio B Circa tremila C Circa trentamila

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Gli animali degli zoo sono tutti nati in gabbia? A Sì (di solito proprio negli zoo che li ospitano) B Sì, tranne i pinguini e le giraffe C No, molti vengono catturati in natura con metodi crudeli

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I bioparchi sono strutture dalla parte degli animali? A Certo, infatti salvano animali esotici in difficoltà B No, sono solo zoo un po’ migliori C Sì, perché proteggono le specie in pericolo

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Come si difendono le specie in estinzione? A Conservando e proteggendo il loro habitat B Catturando gli animali e rinchiudendoli in zoo o bioparchi C Creando in laboratorio nuovi esemplari attraverso la clonazione

Soluzione: 1) A - 2) C - 3) C - 4) B - 5) A

Roberto Moscardini

Quanti zoo o bioparchi, grandi o piccoli, ci sono ancora in Italia? A Ufficialmente 50, ma probabilmente sono più di 100 B Una decina circa C Almeno 19

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I detective degli animali

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rrivano anche in Italia i Pet-Detective, investigatori specializzati nella ricerca di cani e gatti smarriti. Con l’aiuto di cani e con metodi simili a quelli della Polizia Scientifica, rendono più facile il ritrovamento del proprio animale. C’è anche il servizio gratuito on-line, grazie al quale si ricevono consigli e indicazioni personalizzate per tentare di riavere a casa il proprio animale. Un’ottima iniziativa... ma speriamo di non averne mai bisogno!

Io non aspetto fuori!

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iente più cani tristemente legati a un lampione davanti a bar, gelaterie e ristoranti; cancellati quei terribili cartelli “Io non posso entrare”. La Fipe, la Federazione dei locali pubblici, ha infatti deciso di permettere l’ingresso ai quattrozampe nei locali di tutta Italia. Questa scelta di civiltà, decisa insieme al Ministero della Salute, è valida anche se qualche Comune non fosse d’accordo. In tutta Europa la libera circolazione dei cani è in vigore dal 2004, ma per il nostro paese è una piccola rivoluzione! Ricordatevi sempre guinzaglio e museruola, e niente e nessuno potrà separarvi dal vostro amico peloso!

Uomo e delfino: due gocce d’acqua

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ell’intelligenza dei delfini e del loro raffinato linguaggio sappiamo già molto. Eppure questi affascinanti mammiferi non finiscono mai di stupirci. Secondo le ultime ricerche, hanno una memoria sociale estremamente duratura (si riconoscono anche dopo vent’anni!), unica tra gli animali e paragonabile solo a quella di noi umani; si chiamano per nome grazie a speciali fischi, diversi per ogni individuo; si organizzano in gruppi e stringono vari tipi di alleanze. Insomma, se non stessero sempre a mollo... ci assomiglieremmo come due gocce d’acqua!

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Indovinala grillo! Avete mai fatto caso a quanti animali si nascondono dentro il nostro linguaggio? Modi di dire, proverbi, esclamazioni, frasi fatte... ce ne sono a centinaia! Spesso però i nostri amici sono nominati in modo sbagliato, inesatto o addirittura offensivo; su di loro ci sono tante credenze sbagliate. Ora non essere lento come una lumaca e gioca con noi: non prendere lucciole per lanterne e non rimanere con un pugno di mosche. Decidi se queste affermazioni sono vere o false e... indovinala grillo! 1

Il collo della giraffa è composto dallo stesso numero di vertebre del nostro.

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Koala in lingua aborigena significa “quello che non beve”; trova infatti tutta l’acqua di cui ha bisogno nelle foglie di eucalipto.

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Il tucano è un animale molto giocherellone: con gli amici ama sciabolare con il becco senza farsi male.

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Lo struzzo, di fronte ai pericoli, mette la testa sotto la sabbia rimanendo immobile.

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I colibrì sono gli unici uccelli che possono volare all’indietro.

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L’opossum è un grande attore; quando si sente in pericolo si fa cadere su un fianco con gli occhi girati all’indietro e la bocca aperta.

Soluzione: 1) vero - 2) falso - 3) vero - 4) falso - 5) vero - 6) vero - 7) vero

illustrazioni di

Giordana Galli

Il toro non sopporta il rosso acceso: quando lo vede diventa nervoso.

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Entrambi i nostri personaggi criticano gli zoo, ma si dividono sui cosiddetti bioparchi. Il primo li ritiene luoghi bellissimi dove incontrare animali che vivono

Al Bioparco gli animali si sentono a casa

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o adoro gli animali! Sono il mio grande amore fin da piccolo e trovare lavoro al Bioparco è stato un colpo di fortuna: ho fatto della mia passione la mia professione! Non vorrei lavorare in uno zoo: le gabbie mi fanno tristezza e non sopporterei di vedere ogni giorno animali depressi e demotivati. Qui al Bioparco è tutta un’altra storia. Le sbarre sono sostituite da grandi vetrate o profondi fossati e gli animali hanno molto spazio per muoversi, correre, arrampicarsi. Ma non è solo questione di spazio. Si cerca di creare per ogni specie un ambiente simile a quello naturale: alberi, piante, ruscelli, sabbia, laghetti e tutto quello che può far sentire un animale a casa propria. E poi li stimoliamo a giocare, esercitando così le loro attitudini naturali. Ad esempio distribuiamo il cibo lasciandolo dappertutto nell’ambiente dell’animale... questo e tanti altri piccoli trucchi servono a mantenere i nostri ospiti vivaci e attenti, senza farli impigrire e annoiare. Insomma il Bioparco è un posto bellissimo, in mezzo alla natura, dove osservare animali tranquilli e rilassati. Lo dicono anche i nostri visitatori, che escono allegri e soddisfatti, senza quelle facce scure o perplesse che spesso si vedono all’uscita degli zoo. Allora vi aspetto: provare per credere!

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felicemente; la seconda li reputa comunque luoghi di sofferenza per gli animali, appena migliori dei vecchi zoo, quelli con gabbie piccole e spoglie. E tu come la pensi?

Gli animali rinchiusi soffrono sempre

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iao ragazzi! Chiariamo subito una cosa: un grande recinto è sempre meglio di una stretta gabbia. Diciamone una seconda: io vorrei che tutti gli animali del mondo fossero liberi, ma non disprezzo i piccoli passi avanti. Se gli zoo regalano qualche metro quadrato in più e un ambiente con qualche alberello... è sempre meglio di niente. L’importante è non spacciarli per luoghi felici, perché non lo sono assolutamente! Nei bioparchi, sbarre o non sbarre, gli animali hanno un ambiente non adatto alle loro esigenze. Il loro comportamento stressato e ripetitivo, simile a quello dentro le gabbie degli zoo, lo dimostra. Tutti i miglioramenti sono fumo negli occhi, pennellate di finto animalismo per ingannare i visitatori: gli animali soffrono lo stesso e tanto. Per la mancanza di libertà, per la noia, per l’impossibilità di esprimere le loro pulsioni naturali. E poi: per quale ragione gli animali dovrebbero ancora stare rinchiusi? Molti sono ancora catturati in natura, con metodi crudeli, solo per venire esposti alla curiosità di noi umani. A me sembra assurdo. Perché non lasciarli al loro ambiente, foresta, deserto o savana che sia? Per gli animali salvati servono invece i centri di recupero delle associazioni e non strutture private che, per guadagnare soldi, hanno tirato giù il cartello “zoo” per scriverci “bioparco”.

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a cura del dott. Roberto Marchesini, etologo e direttore della SIUA

La bellezza degli animali Dal nostro appassionato punto di vista, tutti gli animali sono bellissimi! I nostri amici hanno forme, colori, geometrie e movimenti irripetibili e straordinari. Ma la loro bellezza è soprattutto utilità, perché li aiuta a vivere meglio e talvolta a sopravvivere. Pensa al magnifico mantello striato della tigre: le serve per mimetizzarsi perfettamente nella foresta e quindi cacciare con maggiore successo. In questo articolo troverai tutti i segreti del senso estetico degli animali, ma tu osservali sempre e comunque, e goditi la loro sconvolgente bellezza.

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© Miroslav Beneda | Dreamstime.com

e piume variopinte del pavone, i riflessi argentei delle squame di un pesce, la folta criniera del cavallo o gli affascinanti occhi del nostro gatto... ebbene sì, anche il mondo animale ha il senso del bello! Che gli animali avessero gusto verso colori, forme e proporzioni se ne era già accorto Charles Darwin: quali sono le caratteristiche – si chiedeva il famoso naturalista – che portano una femmina a scegliere un maschio per l’accoppiamento? E come deve essere il maschio per essere considerato grazioso dall’esigente occhio femminile?

MA QUANTO SONO BELLO! Per Darwin piume colorate, canti armonici, corna imponenti e petti gonfi sono gli strumenti che i maschi utilizzano per dire alle femmine: «Ehi, guarda come sono forte e bello! Se scegli me, i nostri cuccioli saranno sicuramente così! Sono una garanzia!». E così, nel corso delle generazioni, si sono selezionati in natura i maschi più attraenti, andando a definire precisi canoni di bellezza animale! Ti dedico un bel giardino Facciamo qualche esempio: le rondini sono attratte dalle code lunghe e affusolate; i fringillidi, come i canarini, trovano interessanti le armonie vocali; alle femmine della gazzella di Thomson piace il modo in cui i maschi saltano mentre corrono (il famoso balzo capace di far demordere anche i predatori più agguerriti); gli uccelli giardinieri maschi sono dei maestri architetti nel costruire bellissimi nidi per forma e colore, che spiccano tra gli arbusti e che sono costruiti con piume raccolte tutt’intorno. E che dire della paradisea dell’Australia che, oltre ad avere piume dai colori meravigliosi, fa vere e proprie parate per corteggiare la femmina? Ci sarebbero moltissimi altri esempi, ma non c’è più spazio! Un pavone mostra la “ruota” fatta con le piume della coda in una fase del corteggiamento. Le femmine hanno un piumaggio meno vistoso.

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bello! © Ricardo Reitmeyer | Dreamstime.com

Quanto e'

Se l’argomento vi interessa, guardate il film Animals in Love dove il regista francese Laurent Charbonnier ha raccolto immagini splendide: tante specie che, durante il corteggiamento, cercano di mettere in risalto la propria bellezza!

© Szefei | Dreamstime.com

OGNUNO È BELLO A MODO SUO La natura non è certo avara di bellezza, se noi abbiamo lo sguardo attento per coglierla. Anche se, da bravi etologi e amanti del mondo animale, dobbiamo dire che non sempre la bellezza segue i nostri stessi criteri. Ciò che è bello per un animale, non lo è per un altro! In natura spesso le femmine sono attraenti – al contrario dei maschi – se hanno colori smorti in grado di mimetizzarsi facilmente durante la cova, il parto o il primo svezzamento dei cuccioli, rendendole meglio protette dagli attacchi dei predatori. Insomma, ogni specie ha il proprio senso estetico che va colto e compreso all’interno del suo ambiente e delle sue relazioni sociali. In alto, una tigre si mimetizza dietro le foglie. Qui a destra, una delle specie di uccello del paradiso (paradisea) dai colori sgargianti.

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Alessandro Gigli Si racconta che nell’Eden Dio creò tutti gli esseri viventi. Un vero... paradiso, dove tutto funzionava alla perfezione. Fino al giorno in cui… Che cosa pensi dello sfruttamento degli animali? Una scrittura dice che il Budda non sarà felice fino a che l’ultimo degli scarafaggi non sarà felice. Io non posso veder soffrire né gli esseri umani, né gli animali: partecipo al loro dolore e credo che dovremmo trattarli come fratellini minori da proteggere, in un mondo che sia un canto alla vita e dove tutto sia degno di rispetto. La tua sensibilità per gli animali deriva dalla filosofia buddista? In parte sì. Il mio modo di vivere è ispirato a questa filosofia, secondo la quale la vita è sacra in tutte le sue forme. L’uomo non è al centro del creato, ma è solo un essere intelligente (si fa per dire), in grado di pensare i migliori modi per distruggere il mondo... E che cosa si dovrebbe fare, secondo te, per salvare gli animali e il mondo? Domandina facile eh…! Credo che dovremmo ripartire da zero e riconsiderare i nostri rapporti con l’ambiente e con gli animali. Certo, non è qualcosa che si fa in una settimana… Vivi con degli animali? Io abito da solo, sono sempre in giro per lavoro e oltretutto vivo in un appartamento! Così non posso tenere animali, tranne qualche piccolo insetto in casa che non riesco ad ammazzare, ma devo confessarvi che con le zanzare qualche volta vorrei essere più aggressivo…

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Alessandro Gigli, 60 anni, vive a Montelupo Fiorentino (Firenze). È l’inventore e il direttore di “Mercantia” e di altri festival dedicati al teatro popolare. Ha prodotto più di venti spettacoli come burattinaio e come cantastorie della “Compagnia Burattini del Sole”. Attore e animatore, ha scritto anche molte fiabe e racconti per ragazzi. Insieme ad Alberto Masoni ha fondato l’associazione culturale “Terzostudio”. Insegna Teatro di Figura all’Accademia di Belle Arti di Firenze e tiene corsi per insegnanti in vari comuni della Toscana e del nord Italia. Cecilia Botta, 27 anni, nata a La Spezia, vive a Milano da quando ne aveva 19. Non ha fatto il liceo artistico, ma terminate le scuole superiori non ha avuto dubbi sul percorso da intraprendere. Grafica e illustratrice diplomata allo IED, collabora con case editrici e con uno studio editoriale. Illustra, disegna e ha a che fare con i libri ogni giorno. La cosa che preferisce disegnare sono gli animali perché, come dice lei, sono molto espressivi e riescono a farla ridere più facilmente degli uomini.


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Eden di Alessandro Gigli con le illustrazioni di Cecilia Botta Si mostra la vita in tante forme le strade del mondo son piene di orme. Questa è la scarpa di una bambina questa è l’impronta di una gallina! Mantiene la Terra questa memoria perché d’ogni vita canta la gloria.

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el Paradiso Terrestre le donne, gli uomini e gli animali vivevano in pace. Solo i bambini creavano qualche problema, tiravano la coda al gatto, alla tigre e al gorilla e, per quanto pazienti e mansueti, questi animali non sopportavano più di essere molestati e spesso si lamentavano con il Signore. Al centro di questo meraviglioso giardino c’era un albero di melo, che in ogni stagione faceva delle bellissime mele, di quelle verdi e rosse che era un piacere starle a guardare, guardare soltanto perché era severamente proibito mangiarle, ma questo non rendeva meno perfetto quel paradiso. Sotto le fronde, al fresco, pascolavano il lupo e l’agnello e tante altre specie, e tra i rami strisciava un serpente. Descrivere un paradiso non è cosa facile: bisogna parlare dei boschi, dei fiori, dei fiumi, delle dolci colline, delle dolci fragole e ciliegie, lì tutte le creature si rispettavano e non c’era chi si considerava più importante di altri! L’ape laboriosa non si sentiva diversa o inferiore all’elefante, perfino gli umani, sebbene camminassero con solo due gambe, non venivano discriminati e si cercava di apprezzare quello che avevano nella testa e loro idee bizzarre! Solo i cuccioli d’uomo che tiravano la coda agli altri animali venivano guardati un po’ male.


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Ora voglio parlarvi di che cosa si mangiava in quel giardino (nessuna creatura avrebbe potuto immaginare la barbarie dei millenni successivi). Ebbene, si mangiavano insalatone miste, risotti, frutta, macedonia, funghi, cavolfiore, cavolo nero, cipolle, patate, lenticchie, grano, noccioline, patatine, lamponi, mirtilli, e c’erano minestre di gran varietà! Ada preferiva preparare la minestra di pane con una bella schizzatina di olio extra vergine d’oliva. Ave, invece, andava pazza per la minestra di farro, ma anche per la minestra di verdure e la pappa con il pomodoro! Evaristo mangiava le cipolline crude in pinzimonio, e quando finivano le cipolline inzuppava i petali del carciofo e i ravanelli rossi. Chiaramente questo era il cibo dei bipedi, frutto dei loro ragionamenti. Tutti gli altri animali del Paradiso, compresi gli svolazzoni del cielo e gli insetti dei campi, si nutrivano ognuno secondo il proprio piacere: la tigre, ad esempio, era ghiotta dei frutti maturi caduti dagli alberi e delle barbabietole da zucchero che scovava con le sue zampe raspando il terreno; il gatto rincorreva le foglioline più tenere che per sbaglio si staccavano dagli alberi. I bambini, infine, mangiavano sorbetti di ghiaccio tritato e frutta. Erano molto golosi di ciliegie e sputavano i noccioli lontano e, non sempre per sbaglio, colpivano qualche animale che, arrabbiato, diventava... una bestia!


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Evaristo e Ada s’innamorarono. Ada ribattezzò la sua minestra di pane chiamandola “ribollita” e aggiungendo nel piatto pezzetti di cipolla cruda; Evaristo portava Ada nel suo cuore e sull’erbetta, sotto quell’albero di mele verdi e rosse, e cinguettavano allegramente imitando tutti gli svolazzoni del cielo e gli altri animali che perdevano meno tempo di loro nel far da mangiare. Tutto era amore: il fiume nel suo letto, le nuvole nel cielo, il vento strapazzone, la rugiada del mattino e le nebbie magiche e velate cantavano la canzone dell’amore e della vita. E tutto e tutti sospiravano: «che Paradiso!». Ora il problema non poteva essere una mela, per quanto rossa e verde. Il Signore di quel luogo, quelle mele non le poteva soffrire: non gli erano venute bene e non come aveva sperato! Erano amarognole e di cattiva digestione, ma siccome tutto quello che è creato doveva avere un senso, furono usate come prova e come divieto: un test per i testoni che non si fossero accontentati, un’esca per gli ingrati, un sensore per eventuali distorsioni paradisiache. «Evaristo, lascia stare quella mela, hai forse mangiato troppe cipolle o troppa ribollita?». A Evaristo gli sembrava di avere un serpente che gli si rigirava nella testa, un chiodo fisso! Tutti gli animali erano preoccupati di quello che sarebbe potuto succedere. «È tutta colpa di Ada» si discolpava Evaristo «che vuol cucinare la torta di mele in agrodolce». Un calabrone cercò di far desistere Evaristo da quell’insano proposito, la leonessa mostrò i suoi denti, gli svolazzoni si acquietarono e per un attimo tutto si fermò!


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La torta venne male e tutto il resto peggio. Per Ada invece la torta era buonissima: «ora ho imparato a riconoscere come si cucina bene, chissà come dev’essere buono anche il coniglio arrosto e la faraona in umido...». Scacciati dal Paradiso, non ci furono più freni alla brama degli umani e alle loro ricette. Il girarrosto fu l’invenzione più apprezzata su tutto il pianeta. Il male corrompe e il gatto rincorse il topo, il lupo l’agnello e la tigre il vitello. Le specie si divisero i territori e gli umani si convinsero di essere i migliori e che tutto fosse stato messo a loro servizio. Il male corrompe e quella torta di mele mal digerita provoca dolori a tutto il corpo del nostro pianeta. Ma, per fortuna, oggi sono sempre di più quelli che vogliono ritornare in quel Paradiso!


Aiuta la LAV a liberare i delfini I delfinari sono acquari per delfini... gabbie di cemento insomma! Questi mammiferi intelligenti sono costretti a imparare e ripetere, anche parecchie volte al giorno, esercizi faticosi e innaturali. Che fare? Non entrare mai in un delfinario. E vieni a trovarci al tavolo della LAV. I delfini nuotano, respirano, saltano proprio come fai tu. Ma lo fanno in modo diverso! La loro coda si muove dall’alto verso il basso. A pelo d’acqua compiono un moto ondulatorio, detto proprio a "delfino".

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Andrea Musso

Nuotano sei volte più veloce di un campione di nuoto. E allora, che ci fanno rinchiusi in una piscina di un delfinario? Aiutaci a liberarli!

sabato e domenica 29-30 marzo, 5-6 aprile

GIORNATE NAZIONALI DELLA LAV Aiutaci a liberare i delfini dai delfinari. Vieni a trovarci con i tuoi amici ai nostri tavoli! Troverai tante informazioni utili e, con una donazione minima di 11 euro, ti porterai a casa un bellissimo uovo di cioccolato fondente del commercio equo e solidale: il modo più dolce per salvare gli animali! Piccole Impronte

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Missione salva rospi Si avvicina la primavera e i rospi lasciano i loro rifugi invernali per raggiungere i corsi d’acqua, dove avviene la riproduzione. Ma quando il loro percorso incrocia strade asfaltate, vengono investiti e schiacciati dalle macchine. Solo in poche zone sono stati realizzati dei rospodotti, canali sotterranei che gli anfibi utilizzano per attraversare la strada. E dove non ci sono? Ecco i volontari che arrivano armati di guanti e secchio per trasportare i rospi dall’altra parte della strada ed evitare una strage. È un’iniziativa utile, bellissima e anche divertente che si svolge di sera, perché i nostri amici si muovono dopo il tramonto. Possono partecipare anche i bambini; se vuoi salvare decine di rospi e fare un’esperienza affascinante, contatta la LAV e... ti metteremo in contatto con i volontari che organizzano le missioni salva rospi.

Questi sono due esempi di “rospodotto”. Sono stati realizzati per aiutare questi simpatici anfibi ad attraversare le strade in tutta sicurezza.

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Ciao Stefano! Si chiamava Stefano il bellissimo orso bruno marsicano di dieci anni, in ottima salute, che viveva sereno nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Sì, perché Stefano non c’è più: è stato ucciso l’estate scorsa, a fucilate, dalla crudele stupidità di alcuni bracconieri. L’orso marsicano è il simbolo del Parco d’Abruzzo, ma purtroppo ne restano solo poche decine. Anche per questo l’uccisione di Stefano, un animale fiero e indipendente che non faceva del male a nessuno, è stata un’azione cattiva e vigliacca, oltre che criminale. Per ricordarlo abbiamo regalato un albero di melo al Parco dove viveva questo sfortunato orso. Ciao Stefano, che non ti manchino mai il miele e le mele nel paradiso degli orsi.

Nelle foto alcuni momenti della cerimonia: la consegna dell'albero al Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato, Luciano Sammarone, e i bambini della scuola dell'infanzia Giovanni XXIII di Isernia, che lo hanno piantato.

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Spedite le vostre lettere all’indirizzo: Viale Regina Margherita 177 00198 Roma

Sibilla Bottinelli, Grosseto

oppure inviate una email a: piccoleimpronte@lav.it

Amici animali

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aro Piccole Impronte, ogni domenica vado da mia nonna e la osservo con quanta cura accudisce i suoi cagnolini, a differenza di altra gente che li maltratta o li abbandona. Quando la guardo vedo una persona veramente buona, che non potrebbe vivere lontano dai suoi animali. Mio fratello e mia sorella, grazie alla nonna, sono diventati amici delle sue galline. La nonna capisce anche il loro linguaggio, anzi nella sua vita da quello che mi dice, è riuscita a comunicare perfino con una capretta, un maiale e due cani, che adesso sono sepolti nei suoi campi. Gli animali sono esseri umani come noi, forse alcuni hanno quattro zampe e una postura non eretta, ma se li maltrattiamo è come se facessimo del male ad un nostro simile: questo mi insegna mia nonna. Un caro saluto. Floriana Perrini, 10 anni, Locorotondo (Bari)

Io non ho paura

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aro Piccole Impronte, un giorno quando sono andata in gita stavo camminando in un sentiero con i miei compagni di classe, ma un’ape ci stava volando intorno. Le mie amiche si sono messe a gridare ma io gli ho detto di calmarsi perché l’ape non le avrebbe punte se loro la lasciavano stare. Pure io, certe volte, ho paura delle api ma mi faccio coraggio perché so che se sto tranquilla loro non mi pizzicano. Ciao LAV! Marzia Manieri, 8 ann, Galatina (Lecce)

I bambini della scuola primaria di Zambana (Trento) ci mostrano fieri il bellissimo pannello del canestro che hanno disegnato, ovviamente dedicato agli amici animali. Bellissimo, complimenti!

Viola Bonomi, Verona

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Andrea Molten De Sanctis, o (Lecc o)

La mia Lilly

C Amalia Florentina Florescu, Forno Canavese (Torino)

Viola Berna, Trieste

Bryen è come gli altri

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aro Piccole Impronte, il mio cane si chiama Bryen ed è un barboncino con il pelo lungo e sottile di colore bianco a macchie nere. Quando lo abbiamo trovato zoppicava e poi abbiamo capito che aveva un difetto alla zampetta, motivo per cui era stato forse abbandonato. Bryen è il mio migliore amico ed insieme giochiamo e passiamo molto tempo a divertirci. Volevo dire a tutti che non si abbandonano gli animali e bisogna volergli bene anche se sono ammalati e hanno difetti. Ciao!

Filomena Sbrocchi, 8 anni, Castelseprio (Varese)

aro Piccole Impronte, il mio cane si chiama Lilly ed è adorabile, con alcune macchie marrone chiaro. A volte, quando sono solo in casa, mi sfogo con lei, raccontandole i miei problemi. Mio padre l’ha adottata quando io avevo un anno e ora lei ha 15 anni. Lilly è come se fosse mia sorella e fa parte della famiglia; invece di essere cinque nella famiglia siamo sei con il mio cane! Qualche volta la portiamo dal veterinario per farla controllare, adesso le ho comprato delle fiale, credo che siano vitamine, per non farla ammalare. La mia cara Lilly è stata la compagna dei miei giochi infantili, io le voglio molto bene e le sto sempre accanto; il solo pensiero che un giorno potrà lasciarci mi fa stare male. Ho visto tante volte cani randagi girovagare senza meta, senza cibo e sporchi e penso a quanto è stata fortunata la mia Lilly; se avessi tanto spazio all’aria aperta prenderei con me i cani abbandonati e li curerei.

Francesco Campanile, 11 anni, Albenga (Savona)

Vivere insieme a un animale è un’esperienza meravigliosa! Lo raccontano benissimo Filomena (un bacio al tuo barboncino Bryen), Francesco (strapazza Lilly di carezze da parte nostra!) e Floriana (un caro saluto alla tua fantastica nonna!). E un ringraziamento particolare a Marzia: con la sua avventura ci insegna che ogni animale, anche il più piccolo o il più fastidioso, ha sempre diritto al nostro rispetto. Brava! Piccole Impronte

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Cappuccetto Rosso animalista Quando stare dalla parte del Lupo testo e illustrazioni di

Alessandra Catalioti, con i racconti di Marco Verdone e Sonia Campa il libro può essere acquistato sul sito www.alessandracatalioti.com Cappuccetto Rosso è una bambina intelligente, sveglia e generosa, disposta ad aiutare il Lupo e gli animali del bosco in difficoltà. Invece di rispettare i tradizionali ruoli della favola, che la vuole ingenua e timorosa, Cappuccetto Rosso si schiera dalla parte dei più deboli: reagisce al Cacciatore che minaccia gli amici animali, crea un vero e proprio comitato che riuscirà finalmente a scacciare il cattivo Cacciatore, dando un lieto fine originale e inaspettato alla fiaba. Una Cappuccetto moderna, attivista e decisamente in gamba.

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Tarta e Ruga Michela Grimaldi e Sergio Trama Editore Master Service di Trama Sergio & C. sas È un Ebook, in formato Kindle, venduto sul sito di Amazon e può essere acquistato e scaricato direttamente sul tuo PC, smartphone o tablet Tarta e Ruga, due simpatiche vecchiette, hanno un problema: non riescono mai a salire sull’autobus perché sono troppo lente e l’autista, un vero maleducato, si rifiuta di aspettarle. Decidono allora di rivolgersi a un avvocato che difende i diritti degli animali. Riuscirà a risolvere il problema? Forse lui no, ma tu sì... scopri come! di

Fuga dal laboratorio Cinci e il mistero del tempio di

Elena Sposito

illustrazioni di

Carola Viscardi Editore EdiGiò collana le tartarughe

Cinci è un topino che, fuggito da un laboratorio di vivisezione, si rifugia in un tempio, dove vive il monaco buddista Liliang. Grazie a lui il topolino scopre il valore dell’amicizia con un essere umano, sentimento che non aveva mai provato nella sua vita. Dalle gallerie sotterranee del tempio, la storia vede coinvolta anche la topina Picia e tanti altri animali del laboratorio di vivisezione Special animals for human welfare. Vieni anche tu a scoprire le avventure di Cinci e i suoi amici! Il ricavato della vendita di questo libro andrà alla LAV.


Pinguino

Pinguino

IL

© Steve Allen | Dreamstime.com

pinguino è un uccello, ma non sa volare; in compenso è un bravissimo tuffatore, un ottimo nuotatore e un sub eccezionale! Vive in tutto il Sud del mondo, dal Polo Sud fin quasi all’Equatore. Ne esistono parecchie specie: il pinguino imperatore è alto più di un metro, il pinguino minore è più piccolo di un gattino! Mangia pesci e crostacei e per pescare si immerge a grandi profondità, rimanendo sott’acqua fino a mezz’ora. Sulla terraferma invece ha un’andatura lenta e dondolante, ma se ci sono distese ghiacciate scivola velocissimo sulla pancia. I pinguini sono molto socievoli e vivono in colonie di migliaia di esemplari: si riconoscono tra loro con il verso che può essere udito anche a grandi distanze. Nel periodo della cova i genitori si alternano per proteggere il nido dai furti dei gabbiani e di altri pinguini. Fa eccezione il maschio del pinguino imperatore: con la sua straordinaria indole paterna cova l’uovo da solo per più di un mese, tenendolo in mezzo alle zampe, e rimanendo digiuno e quasi immobile fino a che la femmina non ritorna dalla pesca. I pulcini sono parecchie migliaia e si stringono tutti insieme in quello che viene chiamato “l’asilo dei pinguini”. Quando i genitori vi entrano, per farsi riconoscere cantano una melodia particolare, fino a che il piccolo si avvicina a prendere il cibo, rispondendo con la stessa canzone.

© Vladimir Seliverstov | Dreamstime.com

I numeri del pinguino 45 milioni di anni la sua presenza sulla Terra 40 Km all’ora la velocità in mare 40 metri la profondità di immersione 17 il numero delle specie 20 anni la durata della vita

v i va l a l i b e r t à


i Manifesti di Piccole Impronte

QUANDO LA LIBERtà è un sogno

Nel mondo oltre un milione di animali sono rinchiusi per tutta la loro vita nella gabbia degli zoo. Imprigionati, anche loro sognano la libertà.

Vuoi aiutare questo leone a realizzare il suo desiderio? La bacchetta magica ce l’hai tu: basta non andare allo zoo, nei circhi e in tutti quei luoghi dove gli animali vivono in gabbia.

LA TUA SCELTA PER LA LORO libertà

Per informazioni, per richiedere volantini o per partecipare alle nostre campagne puoi telefonare allo 064461325 o alla sede LAV della tua città. Se preferisci, mandaci una email all’indirizzo piccoleimpronte@lav.it oppure naviga con il sito della LAV www.lav.it


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