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LAV Story Il soffiasogni
Il soffiasogni
di Giacomo Bottinelli con le illustrazioni di marcella Pera
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La primavera portava i suoi profumi sulla riva del fiume che scorreva non lontano da Rocca Sganghera. La gente, nelle giornate di sole, stendeva coperte colorate sulla riva e si sdraiava a guardare il cielo. Qualcuno però aveva la brutta abitudine di portarsi dietro una canna e di gettare l’amo nel tentativo di acchiappare qualche povero pesce. E purtroppo spesso erano bambini, accompagnati da padri orgogliosi, tutti contenti quando qualche creatura indifesa veniva fuori dibattendosi.
Una notte la fata Betulla fu chiamata all’assemblea dei pesci. Tutti dicevano che era impossibile andare avanti in quel modo, perché non si poteva essere più sicuri neanche di quello che si metteva in bocca… Poteva sempre essere un’esca con un uncino nascosto! Betulla tornò nella foresta, dove il tasso Carlo stava raccogliendo bacche.
«Come possiamo far capire a quei bambini che anche i pesci soffrono? Che non sono giocattoli?» chiese Betulla.
«Molto difficile», disse Carlo «sarebbe un sogno…».
«Sogni?», disse Betulla «Ma certo!». E con un suono di campanelle e uno sfavillio di polvere magica scomparve.
Nei giorni successivi nessuno la vide, ma lei era nel suo tronco cavo a cercare ingredienti per delle particolari pozioni. Alla fine ne uscì con un sacchetto di polvere azzurrognola.
Il tasso Carlo la incontrò sul limitare del bosco.
«Dovrai soffiarla nelle camere dei bambini mentre dormono», gli disse la fata porgendogli la polvere e una specie di lunga trombetta sottile. «Sarebbe una specialità dei giganti inglesi, ma non ce ne sono molti che conosca».
Betulla rimase a confabulare con Carlo a lungo e quando venne la sera il tasso era pronto a mettersi in azione.
«Sarai il nostro Soffiasogni!», gli disse Betulla.
Sotto la luce bianca della luna, Carlo si avviò tra le case di Rocca Sganghera. Si avvicinò alle finestre delle camerette ad una ad una e con la trombetta diffuse delicatamente la polvere nelle stanze. Verso le tre della notte, come se fosse stata regolata una sveglia, tutti i bambini aprirono gli occhi contemporaneamente e scoppiarono a piangere.
Tutti i genitori corsero a vedere che cosa succedeva e tutti si sentirono raccontare lo stesso sogno: c’era una grande città sotto il fiume, dove migliaia di pesci vivevano in pace; ma all’improvviso dall’alto calavano lenze trasparenti con appesi ami appuntiti che afferravano i pesci e li strappavano via dall’acqua.
I bambini erano inconsolabili.
L’anguilla
* L’anguilla è un pesce che vive nei laghi e nei fiumi, spesso adagiata sul fango dei fondali. A causa della pesca (sia autorizzata che illegale), dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, questo pesce a forma di serpente è a grave rischio di estinzione.
* Il sistema riproduttivo delle anguille è una delle storie più incredibili e affascinanti del mondo animale. Tutto comincia in autunno, quando le femmine delle anguille europee cominciano a discendere i fiumi per arrivare al mare. E quelle che vivono nei laghi e negli stagni? Nelle notti di pioggia e senza luna escono dall’acqua e strisciano sull’erba fino a raggiungere un corso d’acqua che arriva al mare! Qui incontrano i maschi che vivono nelle acque salate, vicino alle foci dei fiumi. * Tutti insieme cominciano la grande migrazione fino al Mar dei Sargassi, nell’Oceano Atlantico, fra le Azzorre e le Grandi Antille, non lontano dalla Florida. È un avventuroso e lunghissimo viaggio di seimila chilometri, per una durata di sei mesi: si parte in autunno e si arriva a primavera! * Nel Mar dei Sargassi, alla profondità di mille metri, le femmine depongono da 20 a 30 milioni di uova fecondate dai maschi. Tutte le anguille del mondo (anche quelle americane e africane) si riproducono qui! Le larve nate dalle uova, lunghe 5 mm, sono spinte dalle correnti atlantiche e giungono nelle coste dell’Europa, costeggiandola o entrando nel Mediterraneo: un viaggio lungo mille giorni. * Intanto la larva, che ormai è diventata un’anguilla, risale i fiumi dove trascorrerà la sua vita. Dopo circa 10-12 anni in acqua dolce comincia il suo viaggio verso il Mar dei Sargassi: le anguille depongono le uova una sola volta nella vita.
I numeri dell’anguilla
150 cm la lunghezza delle femmine 50 cm la lunghezza dei maschi 2-3 Kg il peso delle femmine 15-40 Km percorsi ogni giorno durante la migrazione
I RAGAZZI DALLA PARTE DEGLI ANIMALI
Anguilla
Il mondo dei pesci
Lo sapevi che
* Chissà perché, una trota ci sembra meno importante di un cane. Forse perché i pesci non possono esprimere con la voce le proprie ragioni. Eppure i nostri amici di pinna sono intelligenti, sensibili e in grado di provare emozioni, esattamente come noi animali terrestri.
* Quando si pesca per divertimento si parla di pesca sportiva. Ma strappare fuori dall’acqua animali indifesi, con la bocca trafitta da un amo, non è esattamente come tirare un calcio di rigore… e allora perché il Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) riconosce la Federazione Italiana Pesca Sportiva, equiparandola a tutte le altre federazioni sportive? Se ti sembra una decisione scandalosa… non sei il solo o la sola! * Si chiama pesca Nokill o Catch and Release una forma di pesca che prevede di ributtare i pesci in acqua dopo la cattura. Ma anche quando vengono rimessi in libertà e riescono a salvarsi la vita… è una terribile sofferenza.
* Se ogni pescatore pescasse solo 10 pesci all’anno, solo negli ultimi quattro anni, a causa della pesca sportiva, sarebbero morti 7 milioni di pesci. Ma la realtà è probabilmente molto peggiore. Si calcola che nel 2004 le vittime della pesca sportiva nel mondo si avvicinavano ai 47 miliardi di pesci, di cui circa 17 miliardi venivano uccisi e il resto rilasciati.
* Il grande Enzo Maiorca, famoso per essere sceso sott’acqua in apnea (senza respiratore) fino a 101 metri, da giovane era un pescatore ma poi successe un episodio che lo fece riflettere: «Una volta arpionai una cernia in tana, ma questa non voleva saperne di venire fuori. Dopo una serie di immersioni ho introdotto il braccio nella grotta per cercare di trascinarla fuori. Toccandola, ho sentito il suo cuore che batteva. È come se improvvisamente mi fossi reso conto di qualcosa. Dovremmo imparare a parlare dei pesci come entità viventi. Se potessimo sentire il loro grido di dolore, sono convinto che smetteremmo di mangiarli».
Il giorno dopo il sindaco, Palmiro Buzzacchi, fu persino costretto a riferire in consiglio comunale dello strano sogno che si era verificato in contemporanea per tutti i bambini di Rocca Sganghera.
La domenica successiva fu una giornata bellissima. Le persone andarono sulla riva del fiume con le loro coperte colorate e i loro cestini con panini alle melanzane, alle zucchine, ai cetrioli.
La fata Betulla si era trasformata in un macaone per osservare la scena mentre svolazzava di fiore in fiore. Qualche papà aveva portato canna e lenza e provava a far pescare i figli.
Ma non ci fu modo…
I bambini scuotevano la testa e dicevano cose del genere: «Ma tu sai che c’è una città dei pesci sott’acqua?». Oppure: «Credi che sia bello sentirsi un amo in bocca?». E anche: «E se ti trascinassero a te là in fondo con una lenza?».
I padri scoraggiati riposero le canne e si misero a giocare a palla coi figli, scoprendo che è più bello divertirsi senza fare male a nessuno. Anzi, è l’unico modo di divertirsi veramente.
Betulla, con le sue ali da macaone, si godeva la scena dei bambini che giocavano e delle canne da pesca gettate da una parte, senza che nessuno le guardasse più.
Quella sera andò di nuovo all’assemblea dei pesci.
«Oggi non sono arrivati ami nel fiume!» dissero felici i pesci.
«Spero che non ne arrivino più», rispose Betulla.
«Ma un giorno ci saranno altri bambini che potrebbero divertirsi a pescare…» commentò un pesce anziano.
«Per adesso è importante che i bambini di oggi abbiano capito», sorrise la fata. Salutò i pesci e tornò dal tasso Carlo che la aspettava sulla riva.
«Mi dispiace un po’ di avere spaventato i bambini con quel sogno», disse Carlo.
«È stata una paura che li ha fatti riflettere», sorrise Betulla.
Diventò una falena e scomparve tra gli alberi del bosco.
Giacomo Bottinelli, 49 anni, vive a Grosseto e lavora nell’Ufficio “A scuola con LAV”. Ama molto la letteratura di fantasia e da sempre scrive storie. È un salvanimali fin da bambino. I suoi uccelli preferiti sono i piccioni. Già in un tema della scuola media voleva abolire caccia e vivisezione.
Marcella Pera, 40 anni, vive a Marcellina (Roma) con il suo compagno, il suo bimbo e tre cagnolini. Ha scritto e illustrato un libro sul Natale. Nel 2018 riceve la menzione speciale al concorso "Il fumetto in 24 ore". Mentre disegna dalla mattina alla sera e gioca con il suo bimbo di un anno, attende sempre nuove avventure...